Scorie ferroviarie

Io abito a Firenze.

Lunedì devo andare per lavoro a Imola.

Ci sono due modi per arrivare, in treno, da Firenze a Imola.

Uno è quello che ci presenta il sito di Trenitalia.

Si prende una cosa chiamata Frecciarossa, dove puoi leggere rivistine patinate con la pubblicità di Roberto Cavalli, fino a Bologna. E a Bologna cambi. Prezzo, euro 28,30.

Oppure puoi andare da Firenze a Faenza, cambiare lì e andare a Imola.

Tempi più o meno uguali, niente riviste patinate, ma i libri me li porto io, e pure più interessanti. Prezzo euro 8,15.

Quindi vado alla stazione di Santa Maria Novella, per fare il biglietto.

Ora, siamo all’inizio della stagione turistica; e siamo alla vigilia di un referendum per il quale si muoveranno centinaia di migliaia di italiani, che presentando il certificato elettorale, possono fare un biglietto speciale per il luogo di residenza: un’operazione che richiede un certo tempo.

Alla stazione di Santa Maria Novella, la biglietteria ha sedici sportelli.

Di questi, solo quattro sono aperti.

Tre sono dedicati alla Frecciarossa.

Uno è dedicato a tutti gli altri viaggi nazionali e internazionali, di qualunque tipo.

Stiamo parlando di una città visitata da 4,6 milioni di stranieri e 2 milioni di italiani ogni anno.

Dopo un’ora e 45 minuti di fila arrivo allo sportello.

Il venditore mi indica le crepe sul vetro, sfondato a pugni da un cliente un po’ nervoso per la fila. E mi spiega che quando i clienti lo aggrediscono fisicamente, lui li manda all’ospedale.

Sorrido, perché quell’ora e 45 minuti, a differenza di tutti gli altri, ho potuto passarla in santa pace, leggendomi Rough Crossings di Simon Schama (non riesco a pensare a pubblicità migliore per questa fantastica opera di radicale revisione storica).

Nel giro di circa 20 secondi, mi faccio fare un biglietto regionale per Imola via Faenza, grazie!

Credo che questa piccola vicenda contenga in sé tutto ciò che c’è da dire sulla cultura neoliberale.

Domenica e lunedì, si vota. E io andrò a votare per la prima volta dal 1880, credo.

Perché uno può dire ciò che vuole a favore o contro l‘energia nucleare in sé.

Il problema vero è che le scorie saranno nelle mani di gente come quella che dirige le ferrovie, per i prossimi 300.000 anni. Trecentomila anni con un solo sportello e molte riviste patinate.

Questa voce è stata pubblicata in Italia e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

32 risposte a Scorie ferroviarie

  1. Pingback: Scorie ferroviarie - Kelebek - Webpedia

  2. rivistine patinate con la pubblicità di Roberto Cavalli

    Glie l’hai proprio giurata, eh?

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per Io Non Sto con Oriana

    E pensa che in questo periodo il Martinez sta lavorando con la moda 🙂

  4. Tommy scrive:

    Ma fare il biglietto via internet no eh? 🙂

    [comunque ammiro sempre di più l’eleganza con cui infili il neoliberismo nei pertugi più nascosti]

  5. Miguel Martinez scrive:

    Per Tommy

    “Ma fare il biglietto via internet no eh? “

    Non si può fare il biglietto Firenze-Faenza-Imola via internet. Ecco cosa avevo detto nel post:

    Ci sono due modi per arrivare, in treno, da Firenze a Imola.

    Uno è quello che ci presenta il sito di Trenitalia.

    Da cui si dovrebbe capire che il biglietto che dico io NON ci viene presentato dal sito di Trenitalia.

    • Peucezio scrive:

      Agenzia di viaggi?

    • Marcello Teofilatto scrive:

      Caro Miguel,
      Se quando guardi i treni sul sito, selezioni “Mostra tutte le soluzioni”, ti compaiono anche quelle più economiche, che puoi comprare online.
      Questo non elimina il problema per tutti gli altri viaggiatori, ma, diciamo così, riduce il danno (soluzione un po’ individualista, piuttosto neoliberale :-).
      Poscritto OT: ti ricordi che devi inviarmi le Tutarchela?
      Ciao da Marcello Teofilatto

  6. roberto scrive:

    d’accordo miguel,
    ti proibisco di trovare in questa storia una morale sul capitalismo globale-società liquida-imperialismo-occidente perché questo sconcio è una cialtroneria puramente italiana. in qualsiasi altro paese moderno comprare un biglietto di treno è un gioco da bambini

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per Roberto

    “questo sconcio è una cialtroneria puramente italiana.”

    Comunque è in Italia che bisognerà conservare le scorie, per i prossimi 300.000 anni. A meno che non si riesca a spacciarle all’Afghanistan, o qualcosa del genere.

    • roberto scrive:

      hai indovinato l’unico motivo per il quale sono contrario al nucleare *in italia*

    • Francesco scrive:

      mi pare che l’unica cosa importante sia il buco in cui le infili all’inizio, dopo il trattamento; tutto il resto del 300.000 (o 3.000.000) di anni è discesa

      in teoria, che in pratica un paese che non riesce a costruire nulla di più complesso di un centro commerciale non ha certo il problema di dove seppellire le scorie nucleari, bensì quello di produrle!

      consiglio a tutti testi di agricoltura semplice, quella con la zappa e la vanga …

  8. giovanni scrive:

    Miguel, quasi sicuramente io sono più antiliberista di te, eppure ti dirò che non c’è bisogno del sito di Trenitalia per sapere che per andare in treno da Firenze alla Romagna si può passare anche da Faenza. E sapendo questo, puoi fare la ricerca sulle due tratte (Fi-Faenza e Faenza-Imola) e puoi vedere gli orari, e comprarti i due biglietti separati (6.65 e 1.80, ovvero trenta centesimi in più: immagino che un’ora e tre quarti + andata-ritorno da casa tua a SMN del tuo tempo valgano un po’ di più di 30 cent).
    Quanto al confronto Frecciarossa-trenino locale per Faenza
    1) se per te avere i polmoni affumicati dalle emissioni del treno (che va a diesel) non è un problema, allora i 20 euro (anzi 40, col ritorno) in più sono buttati via.
    2) “Tempi più o meno uguali,”
    AHEM….
    via Faenza: 5,28-7.43, 7.29-9.54, ergo almeno 2 ore e un quarto
    via Bologna: 7-8.22, 8-9.34, 8.30-10, 9.30-1056, ergo massimo un’ora e mezzo. Che per due fanno minimo un’ora e mezzo di viaggio di meno al giorno.
    Se il viaggio te lo pagano, passare da Faenza è una scemenza, che tale rimane anche illudendosi che hai più tempo per leggere. Quello puoi farlo anche a casa nel tempo minore dedicato al viaggio…

  9. Massimo scrive:

    leggerti è come fare un tuffo in piscina una giorno d’agosto

  10. nic scrive:

    Gentile Signor Miguel Lubrano 🙂 le scrivo dalla sperduta patagonia per informarLe che alla data attuale non ho ancora ricevuto il consueto Bustone regalo ripieno di tanti francobolli, bustine coloratissime e stravaganti moduli, i quali, immediatamente riciclati in aeroplanini, barchette e materiale da collage, piacciono così tanto alla mia bambina. Come Legittimo Cittadino Italiano, benché residente all’estero, il Bustone mi spetta di diritto ad ogni consulta popolare! Ricordo solo alcuni anni or sono, il povero postino indigeno, incurante delle feroci intemperie che attanagliano queste lande desolate, consegnarmi, con il massimo rispetto che si deve ad un Colonizzatore italico, il suddetto bustone ripieno, in quel caso, di bizzarri moduli concernenti “l’abrogazione della possibilità di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza ad una coalizione di liste, ecc. ecc.”…. E’ una vergogna che il Mia Patria, oggi così attenta a bombardare popolazioni inermi di Libia ed Afganistan, si dimentichi di omaggiare i suoi compatrioti emigrati all’estero.
    Voglio il bustone che mi spetta (o in alternativa un album panini con 3 bustine di figurine di walt disney o dei calciatori). Colgo l’occasione per farle i complimenti per la trasmissione.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Agenzia di viaggi?”

    Non lo so. Mi hanno detto di no, ma non sono sicuro.

    In ogni caso, non me ne importa niente: se un privato avrebbe forse potuto risolvere il mio problema, non avrebbe potuto risolvere il problema delle altre persone che facevano la fila da 1 ora e tre quarti.

    E che non è una fila di quel giorno, ma è la fila normale in questo periodo a Santa Maria Novella.

  12. Miguel Martinez scrive:

    Per Nic

    “Gentile Signor Miguel Lubrano”

    🙂

    Però, parlando sul serio, il mio intento è molto diverso. Non mi lamento affatto.

    E’ ovvio che l’azienda ferrovie deve promuovere il prodotto su cui fa i maggiori profitti, che dovrebbe attualmente essere la Frecciarossa; e deve risparmiare sul personale.

    E può fare entrambi in condizioni di monopolio naturale.

    Date queste premesse, non poteva succedere diversamente.

    • nic scrive:

      parlando sul serio, é il tuo intento di promuovere il “referendum”, qualunque sia il quesito preso a pretesto per creare lo scenario, che mi sorprende un poco… la “democrazia diretta” nella società dello spettacolo, spettacolo ormai osceno, ripetitivo e vacuo, coincide semplicemente con l’odiens. Vai a votare rai3 o canale5, un posto al sole o striscia la notizia?

  13. Moi scrive:

    Miguel, ma … provare dalla Stazione Rifredi ?

  14. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Miguel, ma … provare dalla Stazione Rifredi ?”

    Cioè, qualche centinaio di americani, giapponesi e finlandesi, assieme a decine di elettori siciliani e friuliani, avrebbero dovuto spostarsi a fare la fila a Rifredi anziché a Santa Maria Novella?

    • Moi scrive:

      La regola non scritta è che Santa Maria Novella è destinata ex-clusiva-mente al turismo per la città d’ arte, e non a caso lì vicino c’ è anche il capolinea della benemerita CitySightseeing … da Bologna se voglio andare a Prato posso prendere solo dei treni che poi andranno a Rifredi per poi uscire da Firenze.
      Da Rifredi puoi riutilizzare lo stesso biglietto per un trenino che ti porta a Santa Maria Novella.

      Altra soluzione è fare scalo 🙂 a Prato per Bologna con uno di quei bigliettini fatti “a strisciolina” della rete regionale che puoi acquistare alle macchinette … poi da Bologna a Imola è semplice e di treni ce ne sono.

      Poi ci sono altre più vistose machinette a contante o a carta di credito … il problema però è che danno le stesse schermate del sito di Trenitalia.

      Altra soluzione ancora _ però NON valevole per Intercity e “Freccia” di qualsiasi ordine e grado_ è andare al bar-tabaccheria della stazione e chiedere i biglietti a “fascia kilometrica”, da 30, 40, 70 e 90 km … offrono il (nei limiti di cui sopra) vantaggio che non fa differenza se quei km percorsi sono inter-regionali o inter-provinciali …

      In ogni caso, a meno che non vi sia scritto sul biglietto stesso data e ora del viaggio … ricordarsi di obliterare. Nel dubbio, obliterare tutto sempre e comunque a prescindere.

      Se Sfiga vuole che le obliteratrici (quegli scatolotti gialli) non funziano … scrivere a penna data, luogo e orario della propria partenza sul biglietto stesso spiegando al controllore la “bega” (Emilianismo dallo stesso significato dell’ Inglese “bug” e che, sempre come esso, può significare anche l’ insetto molesto … il dialetto vuole “la bega” al singolare e “el begh” al plurale, ma è usatissimo anche italianizzato in “le beghe”) incorsa.

      • Moi scrive:

        Spero d’ esservi stato utile 😉

      • Uhm…
        Da quel che so, i bigliettini a fascia kilometrica non valgono fuori dai confini della propria regione. Invece ho notato che le biglietterie automatiche della rete regionale permettono di selezionare anche alcune destinazioni fuori dalla propria regione.
        Possibilità alternativa: si va alla biglietteria automatica e si chiede di fare il Firenze-Faenza, e la macchina può solo venderti il regionale. Poi si fa il Faenza-Imola subito dopo e il sistema lo si è fregato 😀

      • Lorenzo Breda scrive:

        Un controllore mi fece un casino per l’orario scritto a penna. Si deve semplicemente far vedere il biglietto appena si sale.

  15. Miguel Martinez scrive:

    Grazie di tutti i suggerimenti.

    Ad alcuni ci avevo anche pensato, a essere precisi mentre stavo facendo la fila, con il solito calcolo – mi conviene aspettare che finisca la fila (dal fondo, non si vedeva che lo sportello aperto era uno solo) oppure prendere l’autobus fino a Rifredi, ad esempio.

    Però la mia personale sofferenza è stata assolutamente minima, anzi io gioisco quando trovo una scusa per poter leggere un libro, e quello che ho citato è un libro di grande interesse. Se avessi passato lo stesso tempo su una panchina invece che in fila, mi sarei sentito in colpa 🙂

    Ma ritorno ai due fatti fondamentali.

    1) L’esistenza di due sistemi di prezzi totalmente diversi, uno dei quali viene tenuto nascosto ai “clienti” di Trenitalia. Dove “nascosto” non vuol dire tenuto segreto, ma semplicemente “non esposto”.

    2) Il fatto che sia gli stranieri (cioè quelli che usano biglietti particolari che devono essere timbrati in vario modo), sia gli elettori italiani – che non possono rivolgersi ad agenzie o altro – siano costretti a rivolgersi a un unico sportello.

    E dietro queste due cose, appunto il quadro che ho dipinto sopra e che ripeto:

    “E’ ovvio che l’azienda ferrovie deve promuovere il prodotto su cui fa i maggiori profitti, che dovrebbe attualmente essere la Frecciarossa; e deve risparmiare sul personale.

    E può fare entrambi in condizioni di monopolio naturale.

    Date queste premesse, non poteva succedere diversamente.”

    • Peucezio scrive:

      Intendiamoci, la morale della storia rimane e la tua denuncia è giusta.
      Ma non ho capito che intendi parlando di elettori italiani che “non possono rivolgersi ad agenzie o altro”. E perché mai?
      Indubbiamente le Ferrovie dello Stato (o comunque si chiamino) hanno il dovere di fornire di fornire un servizio di biglietteria, tradizionale e online, efficiente e accessibile (e non dovrebbero far pagare più di tre volte tanto il risparmio di qualche minuto di tempo e la rivista patinata), ma se ognuno andasse all’agenzia vicino casa sua invece di accalcarsi in un unico sportello in istazione, non risparmierebbe tempo, disagi e imprecazioni?
      L’agenzia avrà un ricarico di uno o due euro: ognuno fa i suoi conti, ma fronte a un’ora e tre quarti in coda in piedi, mi pare vantaggioso.

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “Possibilità alternativa: si va alla biglietteria automatica e si chiede di fare il Firenze-Faenza, e la macchina può solo venderti il regionale. Poi si fa il Faenza-Imola subito dopo e il sistema lo si è fregato”

    Sì e no.

    Nel senso che il biglietto “Firenze-Imola via Faenza” che io sappia lo puoi fare solo alla biglietteria.

    I due biglietti che citi, sommati, costano di più.

    E’ una differenza di pochi euro, ma io trovo insopportabile l’idea che devi dare qualche euro in più per evitare una fila che non dovrebbe esistere.

    E una fila – regolare, tutti i giorni, non per un imprevedibile incidente – di un’ora e tre quarti non dovrebbe esistere in un servizio pubblico.

  17. maria scrive:

    Miguel,
    c’è anche la possibilità di fare il biglietto in agenzia, per esempio nel nostro caso, in quella situata in una contrada di piazza della repubblica, io i biglietti li faccio sempre lì e senza carico ulteriore. Non so, però, se fanno il tragitto che hai indicato, penserei di sì.
    In ogni modo le ferrovie sono gestite in modo pazzesco, domenica scorsa volevo fare il biglietto da Querceta Forte dei Marmi usando la biglietteria utomatica, eravamo in due e soltanto dopo aver messo dentro ben 6 euro, ci siamo accorte che non cadevano fino in fondo e quindi si è bloccato tutto, e così ce li abbiamo rimessi di tasca nostra.
    Ovviamente in biglietteria non c’era nessuno come nella stragrande maggioranza delle stazioni italiane , per fortuna c’era il bar aperto.

    Mi hanno detto che la macchinetta che diventa mangiasoldi è una specie di piccola truffa molto diffusa che alcuni fanno mettendo non so che cosa nella feritoria, per poi in nottata passare a prendersi gli euro.

    Non è un problema di cui dovrebbe farsi carico trenitalia magari cambiando il sistema di bigliettazione automatica?

  18. raffaele scrive:

    la prossima volta ti consiglio di fare il biglietto alle macchinette piazzate poco lontano dalla biglietteria…
    in ogni caso la frase conclusiva del tuo post è sacrosanta…

  19. PinoMamet scrive:

    Cose che non c’entrano:

    leggo in uno dei blog linkati, en passant, che a Salsomaggiore (della quale si parla male, abbastanza gratuitamente) avrebbe vinto la Lega, e che il giornale di partito di questa se ne sarebbe vantato.
    Io vivo nei paraggi, penso di poter spiegare la situazione in modo più articolato.
    Partendo da Rutelli.
    Il partito di Rutelli, leggo, consiglia di andare a votare ai referendum: ma di votare No ai quesiti sull’acqua. Insomma, lui vuole l’acqua gestita dai privati, come sappiamo che gestiscono le cose loro in Italia…
    Ecco perché odio Rutelli, e perchè la “sinistra” gestita da lui non aveva alcuna speranza di vincere.

    Salso(maggiore non lo dice nessuno) e Fidenza, a dieci kilometri di distanza, sono state gestite per secoli da una sinistra sempre più pseudo e rutelliana, difficilmente distinguibile da gestioni di centrodestra appaltatrici e corruttelle.
    A Fidenza, dopo l’ennesimo spreco di denaro pubblico per far lavorare i soliti noti (il centro ristrutturato decine di volte, la via illuminata “stile aeroporto”, le panchine da 6mila euro- l’una, il villino liberty distrutto senza chiedere il permesso dai soliti appaltatori che vi volevano costruire la solita merda inutile, ecc. ecc.) i votanti si sono rotti il cazzo e hanno fatto andare su una compagine di centro-destra, che si è rivelata subito formata da idioti (alcuni importati da altre parti d’Italia) che hanno difficoltà ad esprimersi in italiano, ma che per ora almeno tengono i cordoni della borsa chiusi e fanno pochi danni.
    Come ha fatto la sinistra a Parma per millenni.

    Morale, lo stranotissimo sindaco uscente di Fidenza si presenta a Salso. Opposizione della Lega, risibile: “non conosce i nostri problemi”. Infatti viene eletto. E comincia subito a fare danni, se non altro d’immagine, con una gestione egocentrica (assume con denaro pubblico due ineffabili portavoce, o portaborse o portavivande o sventolatori di foglie di palma, non so cosa siano, ma sono stati pagati per tutto il suo mandato, manco fosse un capo di Stato…; immancabile ristrutturazione del centro; ecc. ecc.).

    A Salso i problemi sono due: “il termalismo”, che nessuno sa cosa voglia dire; e “Miss Italia”.
    Il “termalismo”, tradotto in italiano, vuol dire che i privati hanno gestito così bene i vari stabilimenti termali loro affidati, che è stato necessario invocare a gran voce l’intervento di “mamma pubblico”, per impedire che se ne andassero tutti a casa e senza soldi (i lavoratori, non i gestori: quelli i soldi li rimediano sempre…).
    “Miss Italia”, tradotto in italiano, vuol dire che Salso ha un numero eccessivo di alberghi, sovradimensionati, risalenti al tempo in cui “il termalismo” funzionava, e i padroni degli alberghi almeno una volta l’anno devono riempirli; Miss Italia serviva a questo, a patto di pagare alla Rai, se ricordo bene, qualcosa tipo 400mila euro l’anno.
    In pratica, per far lavorare gli albergatori (privati), si usano soldi pubblici (di tutti i salsesi) da offrire in tributo alla Rai, manco fosse Artaserse.

    Morale, questo sindaco si è ricordato di essere di sinistra, e in uno scatto di orgoglio ha deciso di rescidere il contratto. Mi sa che Miss Italia andrà a Lignano o qualche altra località veneta: gli abbiamo tirato il pacco, poveretti.
    Ha persino detto “preferisco usare questi soldi per una scuola materna che per Miss Italia”, riguadagnando molta popolarità.
    Ma ormai era troppo tardi, e le elezioni erano alle porte.

    Si presenta la “vecchia sinistra”, e una lista nuova, diciamo di sinistra ma non allineata, gente abbastanza nuova, e quest’ultima guadagna una fetta inaspettata di voti (attorno al 20%, vado a memoria).

    Perciò si va al ballottaggio tra “vecchia sinistra” e “vecchia destra”; la lista nuova rifiuta l’apparantamento, e molti suoi votanti, delusi dalle persone per le quali devono “ballottare” (ma quando ci ridanno il proporzionale secco??) se ne stanno a casa.

    La “destra”, che comprende anche la Lega Nord, è un vecchiaccio dall’aria antipatica. Ma i leghisti stavolta hanno il colpo di genio, e anziché girdare a fantomatiche invasioni (l’ultima, ve la ricordo, era il “colonialismo fidentino”) si ricordano che alle amministrative votano anche gli stranieri residenti, e fanno stampare volantini in romeno, arabo ecc.
    Morale, vincono, di stretta misura, e ora ai salsesi toccherà sorbirseli; intanto si sono già levati Miss Italia dalle palle, per il resto giudicheranno, come faranno i fidentini.

    Ciao!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *