La Turchia, Giulio Meotti e i fringuelli di Darwin

Oggi si vota per il parlamento turco.

Un evento importante, in questi anni in cui la Turchia, mettendo da parte l’isolamento kemalista, si è trasformata nel principale attore politico ed economico dei Balcani e del Medio Oriente.

Le elezioni vengono seguite, da una parte dall’ottimo Giuseppe Mancini su Istanbul Avrupa, dall’altra da alcuni pittoreschi kemal-leghisti, come Giulio Meotti e Roberto Santoro.

Roberto Santoro, autore di Natale che palle! (in realtà un semplice coautore in un’antologia), si autodefinisce “36 anni, barese, giornalista, folgorato dalla letteratura americana e dalla pagina “esteri” dell’Occidentale“.[1]  Insomma, Roberto Santoro sembra nato per oziare sul Libro dei Ceffi.

Giulio Meotti invece appartiene da tempo alla nostra collezione.

Se non altro per la sua archetipica espressione da chierichetto, o se preferite da portaborse di onorevole democristiano degli anni Cinquanta.

Il giovinetto, nato ad Arezzo nel 1980, ha cominciato in maniera inappuntabile la propria carriera, friggendo patatine nella locale McDonalds.

La caduta è arrivata dopo, quando si è trasformato improvvisamente, complice una laurea in filosofia, in scienziato, almeno secondo i criteri elastici del Foglio di Giuliano Ferrara.

Giulio Meotti ha cioè scritto articoli e libri antievoluzionisti, che seguono uno schema assai noto: i biologi parlano di evoluzione, anche Hitler parlava di evoluzione, ergo la biologia è nazista.

Scrive Antonio Carioti sul Corriere della Sera,

“Meotti non usa mezzi termini: vede nel darwinismo “un nemico spietato dell’uomo”, che “non ha mai esaurito la sua carica di morte”.»

Oggi, sulla pagina del Libro dei Ceffi di Giulio Meotti, nemmeno un accenno a questa dura guerra contro i fringuelli della Galápagos, che pure risale ad appena cinque o sei anni fa.

Lui si descrive esclusivamente così:

“Giulio Meotti uno dei pochi giornalisti nostrani a combattere l’anti-semitismo ed a difendere i diritti degli ebrei e dello Stato d’Israele”.

E il suo blog personale sul Foglio si intitola zakor, “ricòrdati!” in ebraico (pronuncia aretina, zàccore).

Uno ce lo vede il Meotti che si ricorda, che so, la ruzzola di Anghiari.

E invece, il ragazzo, passata la sbornia del DNA, è diventato in un paio di anni esperto di Medio Oriente: ogni giorno traduce, fresca di giornata, l’ultima produzione della grande macchina di hasbarà di New York. E al ragazzo hanno pure pubblicato un libro in inglese, con il titolo creativamente paranoico di A New Shoah, in cui racconta di cittadini israeliani morti nella guerra contro i nativi palestinesi.

Possiamo solo supporre che la sua fobia per i saraceni nasca da un colpo di mazzafrusto subito in gioventù.

famigli

Una mano ferma contro i giornalisti cialtroni

Nota:

[1] Natale e Bari fanno venire in mente un autore di ben altra levatura, il barese Nicola Lagioia, autore di un bello studio intitolato Babbo Natale. Ovvero come la Coca-Cola ha colonizzato il nostro immaginario collettivo. Con qualche inciso sull’attuale Turchia.

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163 risposte a La Turchia, Giulio Meotti e i fringuelli di Darwin

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  2. Moi scrive:

    E dire che in Turchia potrebbe andare tanto d’accordo con il signor Harun Yahya …

  3. Raffaele scrive:

    In Israele si parla molto bene ultimamente di Erdoan nonostante i rapporti con la Turchia siano drammaticamente deteriorati nelgi ultimi anni. Erdoan e’ l’unico politico con qualche rilevanza che ha espresso in modo chiaro e determinato il suo giudizio sui fatti di Siria. Obama, i Franco-Anglosassoni liberatori di Libia non ritengono che Assad che spara con gli aerei sulla popolazione civile sia equiparabile al perfido Geddafi e intanto Ban Ki Mon non riesce a mettersi in contatto telefonico con Bashir. Deve essere troppo occupato a “rieducare” la sua popolazione.
    Un espressione opposta di Hasbara’, il Manifesto sembra pure avere poco interesse dei poveri sunniti siriani mentre generalmente e’ prodigo di impegno per i sunniti palestinesi.
    Cheers
    Raffaele

    • Claudio Martini scrive:

      “Assad che spara con gli aerei sulla popolazione civile”
      Posso sapere la fonte? Grazie.

      • Raffaele scrive:

        Prego:
        -http://gulfnews.com/news/region/syria/us-condemns-syria-as-helicopter-gunships-deployed-1.819860
        -http://www.theatlanticwire.com/global/2011/06/syria-turns-helicopter-gunships-protesters/38723/
        -http://www.dailystar.com.lb/News/Middle-East/2011/Jun-11/Casualties-mount-in-Syrian-nightmare.ashx#axzz1P5VHP3TA
        -http://www.haveeru.com.mv/english/details/36785

        eccetera, eccetera…

        Cheers
        Raffaele

        • Francesco scrive:

          😀

          la Siria non esiste, sta nella stessa classe di nazioni di Atlantide e della Cimmeria

          e se esiste non ci interessa!

        • astabada scrive:

          Beh non mi pare che schierare gli elicotteri equivalga a bombardare i civili. Del resto 120 vittime tra gli agenti della sicurezza non li fanno mica 6 civili, e nemmeno 60000.

          Questa faccenda puzza di marcio. Ricordo che siamo reduci da una valanga di menzogne sulla Libia, e recentemente anche i media mainstream hanno riconosciuto che c’e` del falso sulla situazione siriana (prima fra tutte la vicenda della blogger lesbica/40enne georgiano).

          Io ci andrei con i piedi di piombo prima di quotare a caso.

        • astabada scrive:

          Perche’ non andate a firmare la pagina di sostegno su facebook: NON C’E` TEMPO DA PERDERE!

        • Claudio Martini scrive:

          “The Syrian Observatory for Human Rights said the helicopters fired at the town after security forces on the ground killed five protesters, but said no killings were reported in the assault by the helicopters.”
          eccetera eccetera.
          cheers
          Claudio

        • Francesco scrive:

          Come insinuavo prima, in questo forum alcune persone non ammetterebbero che i siriani vengono ammazzati neppure se gli omicidi li compissero nel salotto.

          Sinceramente, a me vengono in mente i negazionisti, gente che si attacca a un dettaglio per negare anche montagne di fatti.

          Che poi sono trucchetti puerili, non dovremmo essere adulti?

        • astabada scrive:

          C’e` gente per la quale Amina MacMaster non esiste piu`. Prima, quando non esisteva, esisteva.

          Ora che ha un nome e si sa che esiste, non esiste.

        • Francesco scrive:

          Come dicevo, migliaia di morti e di profughi ma basta UN cretino americano e il dubbio si sparge su tutto.

          Questo si chiama “voluta cecità ideologica”.

    • Può essere perché Erdogan che è riuscito a mantenere rapporti migliori con l’Iran, ora è in grado di criticare la Siria senza sembrare un fautore di un conflitto regionale? A volte l’equilibrio premia.

      • Raffaele scrive:

        I turchi hanno probabilmente accettato l’idea che in europa non li vogliono a meno che non cambi drasticamente il loro atteggiamento nei confronti dei curdi e dei diritti civili in generale. Meglio, piu’ logico e storica conseguenza e’ diventare una potenza di riferimento in ambito medio orientale. Dall’altra parte c’e’ l’Iran che ha le stesse pretese egemoniche e con il quale la Turchia intrattiene prudenti rapporti. La Siria e’ l’asse attraverso il quale l’Iran controlla il confine orientale di Israele e il Libano. Ora Assad ha deciso di seguire le orme paterne (ad Hama il papino fece secche 40000 persone) per salvare le chiappe. Piu’ di 5000 rifugiati siriani sono scampati alle truppe governative fuggendo in Turchia. La Turchia (Erdoan e il suo partito) ha ora l’occasione di mostrare al mondo che tutto sommato i Turchi sono fautori dei diritti umani (i curdi non sono proprio umani) e che l’Iran e’ meglio che tenga giu’ la mani dal Medio Oriente.
        Raffaele

  4. Miguel Martinez scrive:

    Per Raffaele

    Grazie, questo è il tipo di notizie da Israele che trovo interessanti.

    Una curiosità linguistica: come mai scrivi “Erdoan”, che in effetti è più o meno la pronuncia reale del nome, e non “Erdogan”?

    E’ un calco dall’ebraico moderno, che – immagino – come la scrittura araba, privilegia la correttezza fonetica su quella alfabetica quando si trascrivono nomi stranieri?

  5. Avenarius scrive:

    Ankara: The Inside Man? – Turkey as the New Model and “Calvinist Islam”

    http://www.voltairenet.org/Lining-the-chessboard-against-the

  6. Raffaele scrive:

    L’ho scritto come si pronunicia in Ebraico.
    Raffaele

  7. Solo un piccolo appunto sulla pronuncia aretina di zakor. Tra i parlari toscani (e l’aretino è piuttosto “aberrante” da questi ultimi, rapportandosi piuttosto all’umbro e ai dialetti centroitaliani in genere), l’aretino si distingue per l’assenza del cosiddetto raddoppiamento sintattico. A Arezzo si dice ad esempio [vado aròma], e non [arròma] come nella maggior parte della Toscana. Ipotizzo quindi, piuttosto, una pronuncia [zàcore] o addirittura [zàgore], in quanto l’aretino è privo anche della famosa “gorgia toscana” (cfr. anche la pronuncia di “cocomero”, vale a dire [cicòmero] o [cigòmero]. Tra Zàgore e Cico[mero], quindi, si potrebbe stabilire un nexus tra Giulio Meotti ed un noto fumetto popolare (Zagor, per l’appunto). Diocàn, anzi, Dioerdogàn (si pronuncia “dioerdoàn”)!

    • Peucezio scrive:

      Manca del tutto il raddoppiamento sintattico o c’è una sorta di scempiamento della ‘r’ che lo annulla, come nel romanesco stesso, in cui si dice appunto “a roma” e non “a rroma”, per lo stesso motivo per cui si dice “chitara”, “fero” ecc.?
      Il raddoppiamento sintattico nei dialetti centro-meridionali (compresi quelli toscani e corsi) è la naturale conseguenza della conservazione delle doppie tipica delle lingue romanze orientali e in particolare dell’italiano stesso.
      Il motivo per cui i settentrionali, deviando dalla norma standard, non lo applicano è per il fatto che i dialetti dell’Italia settentrionale fanno parte dell’ambito romanzo occidentale, dove tutte o la maggior parte delle consonanti doppie scempia (cioè diventa consonante semplice), per cui l’italiano del nord, che di suo non sarebbe stato portato a pronunciare le doppie, imparando il toscano ha imparato quelle interne alle parole, per il fatto che vengono scritte, ma non le doppie iniziali, in quanto non vengono rappresentate dalla grafia.
      Nei dialetti invece di solito alla presenza di doppie interne alla parola corrisponde il verificarsi del raddoppiamento in fonetica sintattica. A questo punto quindi mi chiedo, ma in aretino le doppie all’interno di parola ci sono? Si dice “terra” o “tera”? “gatto” o “gato”?
      E’ vero che in alcuni dialetti dell’Umbria settentrionale e della Toscana nord-orientale (ma anche in quella nord-occidentale: Garfagnana e Lunigiana, solo che lì si tratta non di influenze, ma di aree pienamente linguisticamente liguri, quindi galloitaliche, non toscane) c’è un’evidente influenza settentrionale, pur rimanendo dialetti dai caratteri prevalentemente centro-meridionali.
      Sarebbe interessante e al tempo stesso curioso che le doppie, per una sorta di compromesso fra il consonantismo toscano e quello settentrionale, si fossero perse solo in fonetica sintattica.
      Ad ogni modo, per quanto ne so, per quanto l’aretino possa avere affinità coi dialetti umbri, viene classificato dai linguisti come di tipo toscano.
      C’è per esempio un tratto che può essere considerato una spia di toscanità rispetto all’area umbro-romanesca e centro-meridionale non toscana in genere: l’esistenza o meno di ‘b’ scempia intervocalica: ad Arezzo si dice “sto bene”, “la roba”, “i tubi” o “sto bbene”, “la robba”, “i tubbi”?

      • paniscus scrive:

        No, confermo, è proprio un problema di rafforazamento fonosintattico: ad Arezzo e paeselli limitrofi la consonante doppia all’interno di parole come “terra” o “gatto” c’è eccome. E la mancanza di rafforzamento si nota con tutte le conosonanti iniziali: si sente dire “vado aroma” (anzi, più spesso “vad’aroma”, strascicato come una sola parola), ma anche “vad’ acasa”, “vad’ aletto” e affini 🙂

        Lisa

        • Peucezio scrive:

          E questo accade solo con la preposizione ‘a’ o non avviene in nessun caso il raddoppiamento? Per esempio, dicono “tre volte” o “tre vvolte”, “è caldo” o “è ccaldo”?

        • Moi scrive:

          Interessantissima questa cosa dell’ Aretino … è tipicissima anche di Bologna parlando Italiano e ancor più Bolognese, un esempio che Peucezio dovrebbe trovare interssante è la frase “Non c’ era nessuno !”:

          In Bolognese ” canonico ” :

          “An ai éra inción !”

          Però è raro sentire un parlante genuino esprimersi così, più facilmente dirà :

          “An ‘i éra inción”

          Ma è più probabile ancora :

          “Agnéra inción”

          O addirittura, assai comune nella conversazione fluente:

          “Agnérinción !”

          … la famosa “Economia Linguistica” di Martinet.

      • mirkhond scrive:

        Quello che mi colpisce è che i dialetti della provincia di Viterbo, parte dell’Etruria storica, siano di tipo romanesco. Sarebbe interessante capire se i dialetti umbri tra il Tevere e la Toscana, insomma Perugia e il bacino del Trasimeno, siano di tipo toscano, con o senza gorgia, oppure si avvicinino alle altre parlate umbre ad est del Tevere. Del resto l’Umbria preromana e romana comprendeva Sarsina, la patria di Plauto, oggi provincia di Forlì e in quella zona, alle sorgenti del Tevere, oggi si parla romagnolo, almeno credo.
        Insomma se la gorgia è spia di “etruschità”, sarebbe interessante capire il perchè non sia presente in tutte le parlate toscane a sud di Lucca, e le parlate viterbesi a nord del Cimino siano di tipo romanesco.

    • Moi scrive:

      ** @ Riccardo **

      Scusa ma quel “Diocàn” mi ha fatto troppo ridere, dall’ altra parte dell’ Appennino è “inequivocabilmente”una bestemmia universale 🙂 😉

      Non ho capito perché ce l’ hai messo, però.

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  9. PinoMamet scrive:

    ” l’italiano del nord, che di suo non sarebbe stato portato a pronunciare le doppie, imparando il toscano ha imparato quelle interne alle parole, per il fatto che vengono scritte, ma non le doppie iniziali, in quanto non vengono rappresentate dalla grafia.”

    Ne approffito per un dubbio personale.

    Io tendo a pronunciare “cagna” o “luglio” con delle consonanti piuttosto marcate, così:
    “caggna” o “lugglio”, per dare un’idea. Per me sono doppie.
    Sono peraltro convinto che si tratti della pronuncia normativamente corretta in italiano.
    Alcuni (non tutti) i corregionali però una pronuncia scempia.
    Il diffusissimo cognome (cogggnome, dico io mentalmente 😉 ) Magnani, per me ha una “gn” doppia, ma molti me la contestano dicendo che si dovrebbe pronunciare scempia.
    Confermatemi: ho ragione io, vero? 😉

  10. Peucezio scrive:

    Pino, hai ragione tu al 100%.
    ‘Gn’ e ‘gli’ corrispondono rispettivamente a una nasale e a una laterale entrambe palatali doppie e nella norma italiana, così come nei dialetti centro-meridionali, si pronunciano come tali.
    Molti settentrionali, influenzati dalla fonetica appunto settentrionale, tendono a pronunciarle scempie, ma si tratta di un errore o, per meglio dire, di una pronuncia dialettale, regionale, deviante rispetto alla norma.

    Parlando d’altro, Pino, tu saresti interessato a un incontro fiorentino con Miguel e altri commentatori del blog prima della fine di giugno? Con Miguel ci siamo scambiati un paio di mail in vista di una mailing list per definire la cosa, mailing list che non ha però superato uno stadio embrionale.
    La domanda ovviamente la estendo a tutti.

    • PinoMamet scrive:

      Sì, io sarei interessato!
      In realtà non mi sono ancora pronunciato in merito perchè chi mi conosce bene sa che sono un tirapacchi professionista (ci ho messo diversi anni per incontrare Roseau, che sta nel mio capoluogo e frequenta la stessa università che frequentavo io…), però, insomma, ci sono.
      Fatemi sapere!! 🙂

  11. Peucezio scrive:

    Rimanendo invece al tema dell’articolo, sembra che l’affermazione del partito di Erdogan sia stata molto di misura, intonro al 52% dei voti, il che pare non rappresenti certo un successo.
    Con tutta la simpatia che ho per Erdogan, la cosa non mi dispiace molto. Poteva infatti risparmiarsi le sue ultime dichiarazioni su Assad, alle quali non ho capito da cosa sia stato spinto.
    Probabilmente non c’è nessuna relazione fra queste e l’esito elettorale, ma resta il fatto che mal glie n’è incolso.

  12. Moi scrive:

    ** @ Peucezio **

    La tua analisi dialettologica sugli scempiamenti NON spiega perché generalmente in Triveneto invece le doppie restano pressocché impronunciabili …

    ___

    Ad ogni buon merito, nei dialetti del nord non mi risultano problemi semantici di coppie minime da scempimento, perché a esempio “pala” è “pèla” e “palla” è “bâla”
    … in realtà, almeno a Bologna ma mi sembra anche in tutta la galloitalicofonia, la consonante doppia “caduta” NON sparisce nel nulla, ma allunga la vocale che la precede, questo implica generalmente il ricorso a un circonflesso che è anche tonico.

    • Peucezio scrive:

      Beh, si vede che i veneti fanno più fatica ad adeguarsi a una fonetica estranea a quella dei loro idiomi autoctoni. D’altronde è noto che in Veneto si parla il dialetto, anche da parte delle generazioni più giovani, molto più che nel resto del nord, dunque c’è in generale un maggiore radicamento delle abitudini linguistiche locali.
      Però ci sono anche veneti colti che le doppie, parlando in italiano, le pronunciano eccome. Cacciari, che pure ha un accento veneto molto avvertibile, mica scempia le doppie quando parla.
      Per quanto riguarda le coppie minime, è vero quello che dici. Il problema a volte si trove più nell’italiano delle vecchie generazioni che nel dialetto.
      Il milanese, che cito perché è il dialetto settentrionale che conosco meglio, dà come esito di O breve latina di sillaba aperta ö (che si scrive ‘oeu’ nella grafia tradizionale), mentre dà ‘ò’ in sillaba chiusa. Inoltre le ‘n’ finali originariamente scempie nasalizzano la vocale precedente, ma quelle originariamente doppie no, infatti si dice milã (Milan) < MEDIOLANU(M) ma giuán (Giovann) < JOHANNE(M). Ci sono però vocali che non variano a seconda della sillaba aperta o chiusa.

  13. Moi scrive:

    Un esempio che potreste trovare interessante, specie per Peucezio è

    “la nòna” = “la 9a” VS “la nôna” = “la nonna”

    attenzione: non è questione di timbro vocalico aperto o chiuso, che quello è variabilissimo … ma breve o lungo.

    • Peucezio scrive:

      Interessante.
      Tieni conto che la realtà linguistica emiliana si caratterizza per un accento d’intensità più forte, che fa sì che l’articolazione delle vocali di sillaba aperta tenda a divergere da quella di sillaba chiusa, nettamente di più che nelle altre aree del nord Italia, dando luogo spesso a esiti molto differenziati nell’un caso rispetto all’altro, poiché in sillaba aperta si manifestano una serie di frangimenti che la sillaba chiusa ignora.
      Ciò vale anche per la lunghezza della vocale, un certo allungamento delle vocali di sillaba aperta rispetto a quelle di sillaba chiusa c’è nella maggior parte degli idiomi, compreso il toscano, ma nelle parlate come quelle emiliane e romagnole la differenza è più marcata, tanto da poter diventare fonologicamente distintiva, cosa che non avviene affatto per il toscano e per i dialetti tirrenici invece (mentre è abbastanza comune nel nord, anche in milanese: andàa “andato” vs. andà “andare”, anche se in quel caso la sillaba chiusa non c’entra).

  14. Moi scrive:

    A proposito di Dio … sarà pure scontato dirlo, ma mi sa che se vivesse sulla propria pelle qualche episodio del genere

    http://www.youtube.com/watch?v=tzBJnOJkj68

    ci farebbe un pensierino persino un Irriducibile UAARista 🙂 😉

  15. Raffaele scrive:

    A beh, se lo scrive il Syrian Observatory for Human Rights siamo tranquilli.
    Raffaele

    • Claudio Martini scrive:

      Ho tratto la frase da uno dei tuoi link. E comunque, per me un istituzione siriana e un istituzione israeliana hanno la stessa autorevolezza.

      • Peucezio scrive:

        Secondo me invece una siriana è molto più autorevole.

        • Raffaele scrive:

          Sulle tue capacita’ di giudizio non avevo alcun dubbio.
          Raffaele

        • Francesco scrive:

          Porque?

        • Peucezio scrive:

          Beh, per sapere cosa succede in Siria mi pare più naturale rivolgersi allo stato siriano che a quello israeliano.
          Poi uno può anche decidere che, se vuole sapere quello che succede in Nuova Zelanda, è bene cercare informazioni presso istituzioni del Senegal: ognuno è libero di dare più o meno credito alle istituzioni che ritiene più autorevoli.

        • Ritvan scrive:

          —Beh, per sapere cosa succede in Siria mi pare più naturale rivolgersi allo stato siriano che a quello israeliano. Peucezio—
          Sì, se cerchi luoghi turistici in Siria dove passare le vacanze…se cerchi notizie su stragi governative non mi pare il caso, a meno che tu non abbia piacere a essere preso pei fondelli.

          —-Poi uno può anche decidere che, se vuole sapere quello che succede in Nuova Zelanda, è bene cercare informazioni presso istituzioni del Senegal:—–
          Mi sa che il tuo mappamondo ha bisogno di una revisione, visto che fa confinare la Nuova Zelanda col Senegal:-)

        • Peucezio scrive:

          Stragi governative, le solite esagerazioni retoriche di voi occidentalisti… operazioni di difesa dell’ordine pubblico.

        • astabada scrive:

          Le fonti piu` autorevoli sono certamente quelle che, operando in Siria o nelle immediate vicinanze, non abbiano un’agenda politica da portare avanti.

          Non mi sembra Israele possa essere inclusa. E’ un po` come chiedere a Colin Powell se l’Iraq possieda armi di distruzione di massa, a Olmert se abbiano usato fosforo bianco a Gaza, … Spero che il paragone renda l’idea.

      • Francesco scrive:

        Peucezio, anche Dachau rientra nella categoria? e Tien an men, immagino. E la mitica Rivoluzione culturale. E l’operazione Matteotti. E pure la spedizione di Cromwell in Irlanda. Ce n’è a iosa, nella storia, di queste operazioni.

        A proposito, manca, forse lo hai giudicato inutile, un “legittime” davanti a operazioni.

        Saluti

        • astabada scrive:

          Allarme uomo di paglia!

        • Francesco scrive:

          x Astaba 11:53

          vediamo se ho capito: fidarsi di Assad su quello che sta succedendo in Siria è stupido come fidarsi di Colin Powell sulle AMD di Saddam, giusto?

          in positivo, invece, suggerisci di cercare una Suor Germana siriana che si occupi solo di ricette e dedurre cosa succede dal fatto che scriva “non si trova più l’aglio”, perchè tutti gli altri hanno una “agenda politica”

          criterio un poco ristretto, mi pare

          saluti

          PS Mig, cosa significa “uomo di paglia”? è un messaggio in codice riferito al Mago di Oz?

        • Peucezio scrive:

          Sì, ovviamente.
          Con l’eccezione di Cromwell, che era un rivoluzionario, sovversivo e sedizioso e che oltretutto ha invaso un’altra nazione.
          Qualcosa di analogo si potrebbe dire a proposito della Rivoluzione Culturale. Ma Tien’anmen ormai non aveva più nulla di rivoluzionariom, era semmai l’esatto contrario, una reazione d’ordine e di conservazione contro il solito studentame.
          Su Matteotti, non fu Mussolini a volerlo e fu senza dubbio un eccesso, comprensibile, anche se non giustificabile, nel clima di quel momento, in cui c’era il problema di fare piazza pulita della feccia rossa che minava la stabilità dell’Italia coi suoi continui scioperi, atti di violenza ecc.
          Su Dachau che problema c’è? Si trattava di tenere sotto controllo gli oppositori politici.

          Insomma, non capisco perché mi chiedi ancora queste cose, sai bene come la penso: io sono un uomo d’ordine e laddove ci sia da una parte l’ordine costituito, di qualsiasi colore sia, e dall’altra la sedizione e la sovversione, io sono sempre dalla parte del primo, ammenoché non vi siano motivi gravissimi che facciano propendere per l’altra parte.
          Nella Spagna repubblicana, ad esempio, è vero che c’era uno stato sovrano e legittimo, ma solo formalmente, perché questo non era in grado minimamente di fronteggiare le violenze dei rossi e degli anarchici, anzi, nemmeno faceva finta di farlo, per cui l'”alzamiento”, di per sé illegittimo, si giustificò in quanto unica via per poter ripristinare l’ordine, ma sono casi molto particolari.

          Fammi capire, tu con le Brigate Rosse cosa avresti fatto, avresti cercato di instaurare un dialogo? Coi no-global, anarco-insurrezionalisti, disubbidienti e simili, che spaccano vetrine e mettono bombette in giro, useresti i fiori e le carezze? Soros, che è amico loro, ti direbbe di sì, io invece, se proprio devo scegliere, preferisco il manganello o, in casi, estremi, i carri armati del mai abbastanza compianto Deng Xiao Ping. Di mio non sarei a favore della violenza, ma se serve a mantenere la quiete e a fermare la violenza altrui, è necessaria.

        • Francesco scrive:

          Peucezio,

          sono gentile e ti rispondo. Il tuo criterio è una mostruosa cazzata, peggio di quelli proposti da Miguel.

          Io sono un uomo d’ordine, nel senso che prima viene l’umanità e poi l’ordine, esattamente come prima viene l’umanità e poi il Sabato.

          Il resto è feticismo, che non è una posizione politica ma una perversione, cioè una malattia.

          PS no, con le BR non vedo ragione di dialogare, neppure coi no-TAV a dire il vero. Ma lo dico dopo averle cercate, le ragioni.

        • Peucezio scrive:

          France’, che ti devo dire, tieniti il tuo umanitarismo.

  16. Raffaele scrive:

    Di un po’ Carletto, e il sito
    “Iranian Movement for Gays Rights” e il “Hezbollah Organization for Israel” che raccontano sulla Siria?
    Raffaele

  17. maria scrive:

    @ chi verrà

    parto domani e torno il 3o giugno, mi sarebbe piaciuto incontrarvi qui a Firenze, ma sarà per un’altra volta:-)
    Buona estate a tutti e a rileggersi
    maria

  18. Raffaele scrive:

    L’AFP ha pubblicato un commento del segretario delle nazioni unite per gli affari umanitari secondo il quale i morti in siria tra i manifestanti sono circa 1200 mentre i rifugiati sarebbero 10000 mila, 5000 in Turchia e 5000 in Libano.
    Ovviamente tutte palle…
    Cheers
    Raffaele

    • PinoMamet scrive:

      Ho sentito ieri intervista radiofonica a responsabile della Croce Rossa, che confermava che la Mezzaluna Rossa turca si apprestava a farsi carico di circa 5000 rifugiati dalla Siria;
      a suo dire, senza particolari problemi, in quando la Mezzaluna Rossa turca è un’organizzazione “solida”.
      Altro non so.

  19. Claudio Martini scrive:

    Per Francesco
    negazionista un paio di palle. Sto solo confrontando i fatti, a da tale confronto emerge che si sta ripetendo il copione libico, solo più lentamente.
    Fosse comuni+aviazione sui manifestanti+stupri= intervento umanitario. Non è difficile da capire.
    Chiarisco infine un paio di punti. Anzi quattro.
    1) il governo siriano non mi sta affatto simpatico. Giuro.
    2) sono incondizionatamente a favore del diritto del popolo siriano di autodeterminarsi rovesciando il governo mediante lotta armata. Riconosco altresì, nel mio piccolo, al governo siriano il diritto di reagire.
    3) per quel che vale, sono stato sia in Siria, sia in Yemen, sia in Egitto, sia in Tunisia. Dalla mia (poco significativa) esperienza personale, dalle statistiche e dalle chiacchere con persone del posto ho dedotto che gli stati arabi della regione con le migliori condizioni socio-economiche e dotati della maggiore autonomia sul piano internazionale sono Siria e Libia. Inoltre, ritengo che le autorità di questi paesi siano quelle sostenute dal più grande consenso interno.
    4) non ho nessun interesse a difendere Re Assad. solo, non accetto che la logica e il buon senso vengano piegati a fini propagandistici.

    Infine, vorrei dare un contributo alla discussione.
    Secondo voi come va presa questa notizia, ormai vecchia di due giorni? http://www.wallstreetitalia.com/article/1148520/siria-turchia-prepara-incursione-militare-nel-nord.aspx
    e poi: in uno dei video provenienti dal nord della Siria ho visto un tizio che sventolava questa http://en.wikipedia.org/wiki/File:Syria-flag_1932-58_1961-63.svg
    Commenti?

    • Francesco scrive:

      Basta guardare al quadro generale senza farsi distrarre dai dettagli. E tenere conto di tutti i fattori, non solo di quelli che ci piacciono.
      Per farti un esempio, che Libia e Siria siano gli stati “dotati della maggiore autonomia sul piano internazionale”, anche se non fosse falso, è certo un fatto importante nei rapporti internazionali ma non è decisivo per il giudizio sul tipo di regime che vige. Anche Albania, Jugoslavia e Romania erano le dittature comuniste più autonome sul piano internazionale ma questo non cambiava il tipo di regime che erano. E la fine che hanno fattoè ifatti analoga alle altre dittature comuniste.

    • Francesco scrive:

      Con questo non voglio negare la quantità di propaganda che circola ma il fatto che i bolscevichi non mangiassero i bambini non significa affatto che il loro governo non sia stato un abominio.
      Se partiamo dal fatto che i due governi sono due dittature, crudeli quanto basta nel reprimere ogni tipo di opposizione, possiamo discutere di cosa sia meglio fare, o meglio di come giudicare quello che viene fatto o non fatto da chi ha il potere.
      Se ci inventiamo che “le autorità sono sostenute dal consenso interno” allora tanto vale dire che è tutto un complotto dei raeliani per consegnare la Terra agli alieni.

      • Claudio Martini scrive:

        Guarda che persino Berlusconi era sostenuto da consenso interno, e nessuna persona sensata si è mai sognato di negarlo.
        è un fatto rilevante, il consenso. è l’unica cosa che tenga a galla Qaddafi, per esempio.

    • Francesco scrive:

      Chi è Re Assad?

      • Be’, il presidente Assad, alias il dittatore Assad, che però diventa re Assad perché dittatore sembra brutto. Purtroppo non si può dire “compagno Assad”, come una volta si diceva “compagno Tito”, o “cittadino Assad”, alla “cittadino Robespierre”.
        Ho sempre ammirato la sincerità dei fascisti, sotto questo punto di vista: loro hanno sempre ammesso di avere un capo assoluto con potere di vita e di morte su tutti i cittadini ed una società basata sulla violenza come strumento di ordine 😀

        • Francesco scrive:

          perchè non si può dire compagno Assad? non è mica di quel partito arabo un pò fascista e un pò socialista di cui era anche Saddam?

          ecco, il Baath

        • Claudio Martini scrive:

          Ragazzi, se non si può fare manco dell’ironia ditelo…
          comunque la successione dinastica del potere a me pare un requisito sufficiente per definire come “monarchica” una forma di stato. Ma era solo una battuta.
          Ah, una precisazione: il Baath iracheno e il Baath siriano hanno in comune, da circa 33 anni, soltanto il nome. Ricordatevelo.

        • Francesco scrive:

          Claudio

          e metti le faccine, così si capisce!

          mica tutti siamo degli Umberto Eco in questo forum

          PS bella battuta, ripensandoci.

  20. Claudio Martini scrive:

    E poi, guardate come sono imparziale nelle segnalazioni.
    -http://www.uruknet.info/?p=m78590&hd=&size=1&l=e
    -http://www.michelcollon.info/Jacques-Verges-En-Syrie-il-faut.html?lang=fr
    -http://domenicolosurdo.blogspot.com/2011/04/che-succede-in-siria.html

    • Claudio Martini scrive:

      Dov’è il mio altro commento? Se l’è digerito?

      • Miguel Martinez scrive:

        Non ho idea. L’ho trovato adesso tra i commenti in attesa di approvazione.

        A volte non passano i commenti con troppi URL, ma il tuo ne conteneva solo due, mentre Raffaele ne ha postato uno l’altro giorno con ben tre, ed erano solo URL (in realtà, non mi ricordo più se forse l’ho dovuto approvare).

        Misteri di WordPress, abbiate pazienza. Io non ho tempo adesso per cercare di capire come funziona.

        • Raffaele scrive:

          La verita’ e’ che miguel e’ filo-sionista per cui i miei interventi li tiene e i tuoi li cancella.
          A parte questo, le migliori condizioni socio-economiche nella regione sono sicuramente quelle degli arabi che vivono nell’unico paese non islamico nel medio-oriente. Prova ad indovinare quale?
          Cheers
          Raffaele

      • Claudio Martini scrive:

        Testimonianze interessanti
        http://www.uruknet.info/?p=m78672&hd=&size=1&l=e
        (ma come sono imparziale)

  21. Claudio Martini scrive:

    Ma certo Raffaele, il luogo dove gli arabi vivono meglio è lo Stato Ebraico. Lo sanno bene a Ramallah e Gaza. Del resto è logico. Gli arabi appartengono a una nazione minorenne (Stuart Mill), lasciarli soli equivarebbe a lasciare incustodito un asilo infantile (Popper), e migliorare le loro condizioni socio-economiche è il fardello (Kipling) degli uomini civilizzati, il più delle volte bianchi.
    Spero che Israele continui a promuovere la pace e il benessere della regione, e che un giorno i palestinesi finamente comprendano la fortuna che è capitata loro.

    • astabada scrive:

      I discorsi di Raffaele mi ricordano quelli di certi leghisti italiani che cianciano di immigrati che grazie all’assistenza statale farebbero vite da nababbi.

  22. Raffaele scrive:

    Ramallah e Gaza non fanno parte di Israele. Gli arabi israeliani hanno uno stipendio medio comparabile a quello della popolazione ebraica, superiore addirittura al Barhein (se sei rimasto a bocca aperta lo sono pure io ma vedi qui http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_GDP_(nominal)_per_capita).
    Detto cio\’, prima dell\’intifada, degli attentati suicidi in serie e quando i lavoratori palestinesi entravano regolarmente per lavorare in Israele lo stipendio medio era circa 3000 N.I.S al mese (700$). Oggi e\’ circa 250$ (ti allego la fonte che per te spero sia sufficientemente \"autorevole\", http://www.pcbs.gov.ps/Portals/_pcbs/PressRelease/Press2_e.pdf).
    In Syria ad esempio l ostipendio mensile e\’ di circa 242$ (fonte Siriana http://www.syria-today.com/index.php/may-2010/558-business-news/7746-syrias-average-monthly-salary-at-syp-11133) e in Egitto 32$ (fonte Egiziana http://www.thedailynewsegypt.com/archive/average-income-of-govt-employee-le-98-says-study.html).
    Come vedi Claudio o Carletto, le condizioni economiche erano appaerentemente migliori quando i palestinesi lavoravano per i perfidi sionisti. Per quanto riguarda le condizioni sociali, Assad docet, non c\’e\’ paragone che in Syria si stia meglio.
    In questo caso direi :\" i soldi non sono tutto quando c\’e\’ la salute!\".
    Cheers
    Raffaele

    • Peucezio scrive:

      Vedi, è questo il bello della logica israeliana. Non fanno parte di Israele nella misura in cui ciò comporta che i loro abitanti non devono poter godere di nessuna delle garanzie che Israele dà ai suoi cittadini. Ma nella misura in cui Israele ha il diritto di intervento, di bombardamento indiscriminato, di controllo armato del territorio e dei confini, allora, anche se non sono territori israeliani, Israele deve avere pieno diritto ad agirvi come se fossero del tutto interni ai suoi confini sovrani.
      La logica israeliana, rispetto all’ormai sorpassata logica aristotelica, è nuova e rivoluzionaria: abroga il principio aristotelico di non contraddizione in nome di quello del proprio vantaggio. Mi conviene che gli asini volino e che 2 + 2 faccia 5? Bene, gli asini volano e 2 + 2 = 5! Il mio cavallo è bianco e non è bianco, oggi è un giorno pari ed è dispari.

  23. Raffaele scrive:

    Ramallah e Gaza non fanno parte di Israele. Gli arabi israeliani hanno uno stipendio medio comparabile a quello della popolazione ebraica, superiore addirittura al Barhein
    Detto cio’, prima dell’intifada, degli attentati suicidi in serie e quando i lavoratori palestinesi entravano regolarmente per lavorare in Israele lo stipendio medio era circa 3000 N.I.S al mese (700$). Oggi e’ circa 250$. In Syria ad esempio lo stipendio mensile e’ di circa 242$ e in Egitto 32$ .Come vedi Claudio o Carletto, le condizioni economiche erano appaerentemente migliori quando i palestinesi lavoravano per i perfidi sionisti. Per quanto riguarda le condizioni sociali, Assad docet, non c’e’ paragone ed e’ certo che in Syria si stia meglio.
    In questo caso direi :” i soldi non sono tutto quando c’e’ la salute!”.
    Cheers
    Raffaele
    p.s ho cercato di postare il link dei riferimenti ma non funziona comunque le fonti dei dai sono l’ANP, la rivista Syria today etc, etc.

    • ernesto scrive:

      http://toshootanelephant.com/

      I frutti dell’unica democrazia del medio oriente!

      • Raffaele scrive:

        il video non parte. Che si racconta di bello?
        Raffaele

        • ernesto scrive:

          mi sembra strano che non parta…pazienta e fai caricare…potrebbe essere utile alla tua limitatissima visione delle cose. Se ho messo un link è perchè si vada a guardare il contenuto. Non starò qui a farti un riassunto!
          Consiglio vivamente la visione di questo documentario a TUTTI!

        • Ritvan scrive:

          Parte, parte, caro Raffaele…non è che al tuo PC il perfido Mossad:-) ha messo un “filtro” per impedirti la visione di roba proveniente da Gaza durante l’operazione “piombo fuso”? (di questo si racconta nel filmato).

    • Claudio Martini scrive:

      Ti perdono il “Claudio o Carletto”, non è la prima boiata che scrivi e sono sicuro che non sarà l’ultima; ma deponendo per un attimo l’ascia di guerra, vorrei che mi levassi una curiosità. Se Gaza e Ramallah non fanno parte di Israele, esattamente di cosa fanno parte?
      Non c’è acredine, garantisco, da parte mia. Sono davvero curioso.

      • Raffaele scrive:

        Ciccio dovresti saperlo, si chiama autorita’ nazionale palestinese. Nel mese di Settembre hanno tutta intenzione di proclamare l’indipendenza (dovuta per altro e largamente meritata) e creare la nazione Palestina. Per quanto mi riguarda (e per la stragrande maggioranza degli Israeliani) si trattera’ di un evento dovuto, voulto e necessario. Israeliani e Palestinesi sono una coppia che cerca di divorziare. Ottenuto il divorzio e’ meglio (Hamas e coloni in uscita permettendo) non rivedersi per un po’. Pertanto ben venga la libera economia palestinese, indipendente da quella israeliana anche se da questo punto di vista non credo i palestinesi farebbero un grosso affare. Tant’e’ vero che alcuni recenti sondaggi hanno dimostrato che la maggior parte dei palestinesi con cittadinanza israeliana che vivono a Gerusalemme Est non hanno alcuna intenzione di vedersi un domani cittadini della capitale della Palestina e preferirebbero rimanere cittadini di serie B (o C o D, fai tu) in Israele. Strano vero? Va a capirli ‘sti palestinesi.

        Raffaele

        Per peucezio: la logica israeliana stabilisce che sei un coglione e credimi e’ infallibile

        • Claudio Martini scrive:

          E sì, valli a capire sti ingrati.
          Grazie dell’ottima risposta, coglione razzista. Saluti da Ciccio

        • Ritvan scrive:

          —–Per peucezio: la logica israeliana stabilisce che sei un coglione e credimi e’ infallibile. Raffaele—-

          Raffaele, il CPK (Codice Penale Kelebek) non tollera questo tipo di insulti…se poi Miguel ti banna non metterti a strillare “Antisemitiiiiiiii!!!!!”:-)
          P.S. Peucezio non è un coglione, è una persona colta ed intelligente e lo dico io che mi sono “scontrato” spesso e volentieri con lui: è semplicemente un destrorso che – per usare un eufemismo:-) – non ha molta simpatia per gli eb…pardon, volevo dire per i sionisti:-). E come tale si arrampica spesso e volentieri sugli specchi per dimostrare che gli eb….pardon, i sionisti:-) hanno sempre torto, qualsiasi cosa facciano.

        • Peucezio scrive:

          Detto da te è un complimento.

        • Peucezio scrive:

          Raffaele, ovviamente mi riferivo a te.

          Ritvan, d’accordo sul resto, ma un unico dubbio: cosa sono i sionisti?

        • Ritvan scrive:

          —-Ritvan, d’accordo sul resto, ma un unico dubbio: cosa sono i sionisti? Peucezio—-

          Mah, così ad occhio e…stella di David:-) mi sembra siano gli aderenti al sionismo, che così viene descritto dalla Sacra:-) Wiki:
          “Il Sionismo è un movimento politico internazionale, nato alla fine del XIX secolo tra gli ebrei residenti in Europa, il cui fine è l’affermazione del diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico mediante l’istituzione di uno stato ebraico. Il sionismo fa parte del più vasto fenomeno del nazionalismo moderno. Importante ma minoritario nel mondo ebraico per tutta la prima metà del XX secolo, il movimento divenne maggioritario in seguito alla Shoah messa in atto dalla Germania nazista. Dopo la creazione dello stato di Israele nel 1948, in cui oggi vive circa il 40% degli ebrei del mondo, il sionismo si è trasformato in movimento di sostegno internazionale allo stato, oltre a continuare il tradizionale aiuto all’immigrazione in Israele (aliyah).”

          Risolto il dubbio?:-)

        • Peucezio scrive:

          Grazie, Ritvan.
          Ma sei sicuro che sia qualcosa di storicamente accertato, che non sia una sorta di leggenda, tipo Atlantide o Mu?
          Mah, io sarò esageratamente scettico, ma secondo me il sionismo non esiste.

        • giovanni scrive:

          “Nel mese di Settembre hanno tutta intenzione di proclamare l’indipendenza (dovuta per altro e largamente meritata) e creare la nazione Palestina. ”
          peccato che i NON colonizzatori della Palestina non la vogliono riconoscere. Chissà perchè

    • astabada scrive:

      Che le notizie sulla Siria fossero gonfiate (o panzane) si sapeva gia`, ad esempio tramite il blog conbagaglioleggero (la cui autrice esiste, faccio notare).

      Non credo che le pecore possano essere convinte dall’ennesima testimonianza (diretta).

      Bah

  24. Raffaele scrive:

    Ciccio ti sbagli, il coglione razzista e’ il tuo amico Peucezio.
    Raffaele

    • Claudio Martini scrive:

      Non so nulla di Peucezio. Solo, non ti permettere di insultare chi non la pensa come te.

      • giovanni scrive:

        e vabbè, sai come sono i sionisti. Di solito quelli che la pensano diversamente li trattano col fosforo bianco, a Peucezio è andata grassa….

  25. Moi scrive:

    @ Miguel, parliamo (in topic) di Turchia …

    Quanto sono sentite le origini celtiche ?

    Prima che qualcuno sghignazzi “Checciazzecca la Turchia con i Celti” ricordo che:

    1

    La fortissima squadra calcistica del Galatasaray porta il nome dei Galati …

    2

    Un popolarissimo quartiere di Istanbul si chiama Galatae

    2bis

    Anche in Salento (quindi non lontano da un’ area turco-balcanica) v’ è un paesino di nome Galatina … ” è forse un caso ” ? 🙂

    3

    La statua raffigurante un Celta più famosa dell’ Antichità raffigura …un “Galata Morente”, dal caratteristico “torque” al collo.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Galata_morente

    … perciò è da ritenersi una rappresentazione più verosimile di certe statue del Centro-Nord Europa (essenzialmente Francia e Belgio) dedicate a Brennus, Vercingetorix o Ambiorix .

    • Galatina, Galatone eccetera credo che si riferiscano di più al greco gàlak, latte.

      • mirkhond scrive:

        Si, e in effetti si trovano in quell’isola sempre più ridotta, di tenace grecità linguistica che è parte della provincia di Lecce.
        ciao

        • Galatone e Galatina, in realtà, non fanno parte della Grecìa salentina, che si trova più a est. Certo è che a Galatina ancora nel XIV secolo la liturgia era ancora greca e questo spinse i conti locali, gli Orsini del Balzo, ad edificare una chiesa dove si celebrasse in rito latino, l’attuale basilica di Santa Caterina d’Alessandria (splendida chiesa gotica, ora affidata ai Frati Minori) con annesso ospedale, le cui dipendenze si spingevano fino al Golfo di Taranto.
          La Grecìa, invece, si estende più a oriente, sulla strada tra Lecce e il paese di Maglie.
          ciao

        • PinoMamet scrive:

          Sì Mauricius, ma come può confermarti Mirkhond l’area grecofona salentina (come anche quella calabrese) era assai più estesa in passato, come del resto testimoniato dalla persistenza del rito greco che ricordi anche tu.
          Da un lato il desiderio latino-cattolico di “normalizzazione liturgica” (la cui logica, dal punto di vista puramente religiosi, mi sfugge; mentre dal punto di vista “strategico” è evidente), dall’altro la percezione, comune in Italia fino a un paio di decenni fa, del “dialetto” (intendendo con questo ogni parlata locale) come di cosa vergognosa, che porta lo stigma della bassa condizione sociale, hanno contribuito nel tempo a ridurre i confini dei territori di lingua greca (e albanese).

          Parlavo nei commenti a un altro post dei toponimi ebraici del territorio in cui risiedo (anzi, quello “di fianco”);
          ma qua ci sono anche un paio di cosette che sarei tentato di far risalire al brevissimo (manco tanto) periodo “bizantino”, per esempio il toponimo Laurano (riferito a zona nella quale sorgeva un complesso monastico; tutt’ora nelle vicinanze c’è la chiesa di San Nicomede, costruita più tardi, nell’800 e rotti), ma non so se vi sia qualche studio in merito.
          Invece non sono in grado di approfondire la storia dei cognomi “bizantini” locali (Protogene, Ermogene, Meteori, forse Ortotteri), che mi ha sempre incuriosito e direi a naso assai più tardi, forse legati all’afflusso di greci colti in Italia in epoca umanistica.

        • mirkhond scrive:

          Confermo sia quanto dice Mauricius che Pino.
          Ancora nel XVI secolo la Grecìa comprendeva quasi 30 comuni salentini, mentre oggi solo 9, con un griko parlato ormai solo da anziani.
          Anche il rito greco-bizantino era ancora fiorente nei XVI-XVII secolo (Gallipoli fino al 1513, Soleto fino al 1598, Martignano nel 1662, Corigliano d’Otranto fino al 1683, Zollino fino al 1688, ecc.).
          Sempre riguardo al Griko, in questi ultimi anni c’è stato un tentativo di rinascita culturale con gruppi folk, band giovanili che tentano di farlo rivivere.
          Nel 1995-96, alla libreria Feltrinelli qui a Bari, si vendeva un testo di grammatica grika per gli alunni griki delle scuole medie inferiori.
          ciao

        • PinoMamet scrive:

          Ho un amico originario della Grecìa, so che ha studiato qualcosa di griko a scuola (penso qualche attività integrativa o roba del genere) e mi pare ci siano anche iniziative di scambi culturali con la Grecia;
          le canzoni grike su youtube, noto, hanno qualche volta nei commenti il testo ri-tradotto in neo-greco “comune”, perché possono risultare a volte un po’ ostiche nei confronti di chi conosce solo quello.
          Direi che al pubblico generale italiano sono arrivate con la grande ondata salentina della pizzica; ormai anche alle feste paesane qua si sente più Kalinifta che Romagna Mia!
          (esagero, ma manco tanto!)

        • Peucezio scrive:

          Pino, mi ricordo che avevi già accennato qualcosa del genere. Che tristezza.
          Tra l’altro la neo-pizzica, sia in senso musicale che coreutico, sta alla musica popolare salentina come un souvenir col Colosseo o la Torre di Pisa con la finta neve che scende sta alla cultura italiana.

    • mirkhond scrive:

      Tenderei a non sovrastimare l’apporto celtico in Anatolia, in quanto esso era praticamente limitato alla regione di Ankara e alle regioni più nord-orientali dell’antica Frigia, regioni che infatti presero il nome di Galazia, a partire dal III secolo a.C.
      In questo territorio però, la lingua e la coscienza etnica celtica sopravvissero per molti secoli, e ancora nel tardo IV secolo dopo Cristo, San Girolamo affermava che i Galati erano dei bilingui celto-greci. Anche la loro religione, divenne un misto di culti celtici a cui si affiancarono divinità greche ed anatoliche, fino alla conversione al Cristianesimo.
      Fu solo in epoca di Giustiniano (527-565 d.C.) che il galata anatolico si estinse, probabilmente assieme alle altre lingue non greche dell’Anatolia ad ovest della linea Trebisonda-Cesarea di Cappadocia (Kayseri)-Seleucia (Silifke).
      ciao

      • Moi scrive:

        Tuttavia in un periodo storico in cui una parte di mondo accusa la Turchia di essere “troppo islamica” e un’ altra parte di mondo l’ accusa di essere “troppo poco islamica”, riscoprirne le origini celtiche … è senza dubbio un atto in controtendenza, anzi: un atto rivoluzionario ! 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Ma la vera questione è: ci sarà la sezione LegaNord-Turchia? 😉

          vorrei vederli a Ponte di Legno a fare la polenta con il finto kilt scozzese 🙂

        • Moi scrive:

          … Oss’cia ! “Qualcosa” in termini di “Anatolia Norrena” è già innescato :

          http://www.youtube.com/watch?v=x9yQtHlle8Y

        • Moi scrive:

          Ci sono celtomani 😉 linguistici perfino per l’ Albanese !
          … Sarebbe interessante sentire il competentissimo parere con cognizione di causa di da parte di Ritvan !

        • PinoMamet scrive:

          Il video riguardo le connessioni tra albanese e lingue celtiche mi sembra interessante, ne ho guardato solo dei pezzetti perché è tardi e mi sono appena sparato il film nuovo di Terence Malick, che non è leggerissimo, più discussione (guarda caso su Libia e Medio Oriente) con amici- io e un altro amico eravamo i filo-israeliani, se può interessare.
          Vedo che nel video ci sono alcune cose discutibili (tipo le somiglianze tra numeri, grazie al cazzo!) mescolate ad altre credo interessanti;
          comunque da riguardare con attenzione. Una connessione linguistico/culturale tra Illiri e Celti non mi pare manco campatissima per aria.

          Il video dei turchi “nordici” invece mi sembra la solita roba da “vichinghi wannabe”, con sfilata di bambini biondi che non vuol dire assolutamente niente; prova però che anche in Turchia c’è qualcuno che pensa che essere biondo sia questa gran figata 😉

          ciao!! 🙂

        • mirkhond scrive:

          Riguardo al biondismo in Anatolia, bisogna però aggiungere che non è maggioritario e può essere spiegato con una serie di invasioni e insediamenti di popolazioni indoeuropee come i citati Ittiti, ma anche Cimmeri, Traci in Bitinia, i Celti nella Galazia e poi Slavi, insediati a più riprese dagli imperatori romani orientali prevalentemente nell’Anatolia occidentale nei secoli VII-VIII e XII.
          Il generale Tommaso di Cappadocia che nell’821-823 contese il trono a Michele II, era appunto uno slavo della Cappadocia, i cui antenati erano stati insediati nella regione da Giustiniano II nel 685-695 d.C.
          Nelle aree di fronte a Costantinopoli e nel nordovest anatolico, la popolazione slava era molto numerosa, tra i 200000 e i 450000, a seconda delle fonti, nei secoli IX-X, e a quella data fornivano 30000 cavalieri all’esercito!
          Pur ormai cristiani ortodossi, l’imperatore Romano I , Lecapeno (920-944), proibì ad essi di recarsi nel Peloponneso, da poco risottomesso per timore che potessero far lega con gli Slavi locali!
          Alcuni bizantinisti pensano addirittura che in aree come la Bitinia la popolazione slava, essendo così numerosa, al momento dell’arrivo degli Ottomani nella regione, nei secoli XIII-XIV, fosse in realtà bilingue slavo-romaica o addirittura ancora slava monoglotte. In tal caso in queste aree si sarebbe passati direttamente dallo slavo all’osmanico!
          Per non parlare infine dei musulmani balcanici trasferiti o profughi in Anatolia, al seguito delle guerre tra il 1804 e il 1913, o degli scambi di popolazioni tra Grecia e Turchia nel 1922-24, e infine le espulsioni di Albanesi kosovari e macedoni, e di Pomaki dei Rodopi, da parte della Jugoslavia e Bulgaria in anni più recenti.
          Per non dimenticare infine i Circassi e altri profughi caucasici, espulsi o in fuga, dalle conquiste zariste dell’800.
          ciao

        • mirkhond scrive:

          Riguardo ai rapporti celto-illiri, nelle aree più settentrionali della vasta area illirica preromana, e cioè nelle attuali Carinzia, Slovenia e parte della Croazia, una simbiosi celto-illirica ci fu, probabilmente in seguito all’avanzata verso sud, di popolazioni celtiche originarie dell’area tra le moderne Baviera, Boemia e Austria settentrionale, nel IV-III secolo a.C., anche se linguisti come Stefano Leonardo Imperio, ritenevano che nell’aria carinziano-slovena, tale simbiosi fosse molto più remota, e avrebbe lasciato tracce nella lingua degli Japudi/Japigi e da qui, nei dialetti pugliesi.
          Ad esempio Taras/Taranto, sarebbe un nome pregreco con forti affinità nella toponomastica di probabile origine celtica (Tarantasia, Tarascona, ecc.).
          ciao

  26. Moi scrive:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Tongeren

    Direi che nel look 🙂 Asterix è palesissimamente ispirato ad Ambiorix … statua d’ epoca romantica.

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    Credo che Galata sia semplicemente la parola genovese, “calata”. I genovesi avevano un importante insediamento in terra bizantina!

    • Claudio Martini scrive:

      Infatti qui da noi in porto c’è Via Galata, e da loro c’è la bellisima torre di Galata.
      Ma si pronuncia Galàta o Gàlata? A Genova tutti optano per la seconda pronuncia, ma se non ricordo male a Istanbul usano la prima (che a me piace molto di più)

  28. Miguel Martinez scrive:

    Per Raffaele

    Qui si riesce a comunicare tra persone che la pensano molto diversamente, evitando le piccole scortesie inutili.

  29. astabada scrive:

    Segnalo un articolo di famiglia cristiana sulle atrocita` commesse dal governo americano & servi in Libia.

    http://www.famigliacristiana.it/informazione/news_2/dossier/libia_140611115251/la-madre-di-tutte-le-bugie_140611115923.aspx

    Ironia a parte spero vi sorgano quantomeno dei dubbi. Fatevi un esame di coscienza e valutate quanto della vostra opinione e` frutto di “spirito calcistico”.

    Cheers,
    astabada

    • Francesco scrive:

      mamma mia come è caduta in basso Famiglia Cristiana!

      posso solo dirti che per accusare la propaganda di essere un cumulo di bugie non c’era bisogno di farsi ripetitore della propaganda di Gheddafi. io, che però ammetto di non guardare un TG da anni, avevo già letto ogni notizia e ogni smentita e ogni precisazione da tempo.

      il punto rimane quello iniziale, che Qaddafi è Qaddafi, il ben noto Qaddafi, e liberarne la Libia e il mondo pare cosa buona e giusta.

      cmq pare che sia faccenda troppo lunga e costosa, per cui non si farà più. o dovrà pagare tutto la Francia, che è quella che fin dall’inizio spinge.

      PS mancano le atrocità, però.

  30. Claudio Martini scrive:

    Per Francesco
    1) “e metti le faccine, così si capisce!”
    Hai ragione, dovrei adoperarle; putroppo però provo per gli smiles et similia un’antipatia viscerale e invincibile. Davvero, mi si paralizzano le dita.

    2) “il punto rimane quello iniziale, che Qaddafi è Qaddafi, il ben noto Qaddafi, e liberarne la Libia e il mondo pare cosa buona e giusta.”
    Te ne incarichi tu, giusto?

  31. Claudio Martini scrive:

    Sembra che la situazione peggiori
    http://www.uruknet.info/?p=m78701&hd=&size=1&l=e

  32. mirkhond scrive:

    Per Peucezio

    Su Matteotti, non fu Mussolini a volerlo e fu senza dubbio un eccesso, comprensibile, anche se non giustificabile, nel clima di quel momento, in cui c’era il problema di fare piazza pulita della feccia rossa che minava la stabilità dell’Italia coi suoi continui scioperi, atti di violenza ecc.

    Però la teppaglia squadrista infierì anche contro i circoli dell’Azione Cattolica, anche dalle parti nostre, col pretesto che vi si celavano i quadri e i sostenitori del Partito Popolare, che non mi sembra facessero casini tipo occupazioni o scioperi o altro.
    ciao

    • astabada scrive:

      mirkhond la tua dev’essere certamente ironia ben celata

    • Francesco scrive:

      Tra “feccia rossa” e “teppaglia fascista” sarebbe stato bello se ci fossero state forze democratiche italiane, negli anni ’20 del secolo scorso.

      Invece dovemmo aspettare l’invasione anglo-americana e sopportare il PCI nella Costituente e in Parlamento.

      Una vera disdetta, in prosepettiva storica.

      • In effetti è scandalosa quell’idea dei costituenti che si dovessero “sopportare” le persone che la pensano diversamente: come se la democrazia e il pluralismo fossero cose serie, no?
        Sinceramente non ho mai capito se un certo sedicente liberalismo desideri veramente la libertà politica o se la consideri soltanto un effetto collaterale della libertà economica. Immagino che se la Cina non avesse conservato tutta la retorica comunista ora sarebbe presentata da questa categoria di liberali come un modello a cui ispirarsi, visto che è riuscita a raggiungere il compromesso tra l’autoritarismo e il liberismo.

        • Claudio Martini scrive:

          La prossima volta che vi sento usare l’espressione “feccia rossa” in contesti diversi da una critica della gestione delle ferrovie degli ultimi anni vi sparo attraverso lo schermo.

        • Francesco scrive:

          Un comunista non è uno che la pensa diversamente più di quanto lo siano un nazista o un mafioso.

          E andrebbe trattato alla stessa maniera, non messo a scrivere la Costituzione.

        • Francesco, è una tua idea. Idea che non è molto lontana da quella di zio Stalin che rinchiudeva gli oppositori nei gulag con ragionamenti non molto dissimili dal tuo.

        • Francesco scrive:

          x Maurizio

          l’errore non è nel metodo di zio Peppone, è nella scelta di chi internare.

          A meno che tu non preferisca combattere una seconda o terza guerra mondiale ogni volta, per correggere i piccoli problemi che la partecipazione paritaria di FASCISTI o COMUNISTI alla vita democratica tende a provocare

          Mi pari uno della ACLU, che possono dire quello che dicono solo per il lavoro sporco fatto da Hoover sui loro fascisti e comunisti. Una volta ridotti a folklore, sono effettivamente innocui.

          La democrazia è una gran bella cosa e permette la pacifica e rispettosa convivenza di molte idee. Non di tutte.

          Saluti

        • E chi sceglie chi ha diritto di esprimersi e chi no? Tu?
          Ti ricordo che in Inghilterra prevalse a lungo l’idea che i cattolici non potessero avere cittadinanza in uno Stato sovrano. Col tuo ragionamento, possiamo eliminare chiunque.

          Comunque, non mi pare che in Emilia Romagna siano mai stati aperti gulag…

        • Francesco scrive:

          Su questo posso rifarmi a Andrea: un ottima regola per decidere che può partecipare alla democrazia e chi è meglio finisca a Guantanamo è l’imepgno al rispetto delle regole democratiche, per il presente e il futuro.

          Un fascista, una volta che abbia dovuto accettare le regole democratiche, è praticamente annichilito nel suo fascismo. Idem un comunista, a dire il vero.

          Naturalmente il valore di quell’impegno dipende dai rapporti di forza, come stiamo vedendo in Turchia e nei paesi arabi: la dialettica tra l’autoritarismo dei partiti islamisti e le regole della democrazia determinerà il tipo di regime che si instaurerà effettivamente.

          Un nazista è una figura disgustosa; mille nazisti un problema di ordine pubblico, un milione di nazisti un problema militare. In nessun caso, vedo motivi per accettarli.

        • La domanda che ti ho fatto è diversa: chi IN PRATICA decide chi ammettere o meno alla vita pubblica? Se riesci a darmi una risposta che non sia “un prete affarista ciellino”, “un pitreista o piquattrista” allora sono contento.
          Fosse per me, per esempio, non farei partecipare alle consultazioni elettorali un partito che parla di secessione (se la facesse, allora sì che sarebbe un problema militare!) e non farei fare il premier ad un soggetto ineleggibile (la legge sull’ineleggibilità dei concessionari pubblici esiste…), casualmente le forze politiche che tu collabori a sostenere. Non ti sentiresti defraudato della tua libertà se lo facessi?
          Ma se dici che basta accettare le regole democratiche per essere legittimati, allora il PCI lo fece e, anzi, la scrisse la nostra costituzione democratica. Al contrario fu la DC a presentare la famosa legge-truffa, ovvero la replica della legge Acerbo: perché tra due costituenti va preferito quello che tenta il golpe a quello che non lo fa? Con che criterio si seleziona, escludendo i tuoi (pessimi) gusti personali?

        • Francesco scrive:

          x Maurizio:

          1) proporrei la Corte Costituzionale, a imitazione di quello che fanno in Germania.
          2) il diritto di secessione dovrebbe essere riconosciuto da qualsiasi stato rispettoso dei suoi cittadini. regolamentato ma riconosciuto senza ombre
          3) ci sono caterve di giudici in questo paese: certo che se Silvio era eleggibile nel 1992 cambiare idea DOPO diventa sospetto.
          4) che tra il PCI di Togliatti e Stalin e la DC di De Gasperi e l’America ci possa essere il minimo dubbio su chi fosse la parte democratica è meno che risibile. Il PCI ha scritto la Costituzione per le sue credenziali militari e internazionali, non per quelle democratiche. E si legge.

      • giovanni scrive:

        Francischiello ‘o camurrista, uno che fa il tifo per un uomo della P2 non si può permettere di parlare di democrazia. MAI

        • Francesco scrive:

          Io non mi limito a fasre il tifo, io lo voto!

          😀

          a proposito di P2, hai mica una copia del Piano di Gelli? visto che si torna a parlare di riforme, mi par di ricordare fosse ricco di spunti interessanti …

          PS dopo l’elevazione di De Magistris al soglio partenopeo, la camorra non esiste più.

        • giovanni scrive:

          “dopo l’elevazione di De Magistris al soglio partenopeo, la camorra non esiste più.”
          impossibile. Tu ci sei ancora.

        • Moi scrive:

          Ma se Silvio facesse un BungaBunga Party in Piazza San Pietro in Vaticano con le escort travestite da suore … sarebbe ancora il “Male Minore” ?

        • Francesco scrive:

          x Moi

          un governante pervertito è sempre peggiore di uno progressista? Solo se vuole fare delle sue perversioni le leggi della collettività, e anche in quel caso bisogna vedere se è peggio la perversione o il progressismo.

          Cedere alla tentazione è male, raccontare che il diavolo non esiste è peggio.

          Saluti carissimi

    • Peucezio scrive:

      Senz’altro si compirono degli eccessi. Era un momento di eccessi e ce ne furono da ambo le parti (dei rossi e dei fascisti, intendo). Ci furono violenti episodi anticlericali da parte socialista e anarchica e anche cose come quelle che hai citato tu, per cui il mondo cattolico si trovò un po’ fra due fuochi.
      Per la verità non ho molta simpatia né per l’Azione Cattolica né per il Partito Popolare e don Sturzo, come non ne ho neanche per la prima Democrazia Cristiana di Romolo Murri, giustamente condannata dalla Chiesa.
      Lì dentro c’erano un po’ gli stessi germi di cattolicesimo liberale e semi-modernista che produssero poi la Democrazia Cristiana di De Gasperi, che tanta parte ha avuto nella modernizzazione e nella secolarizzazione dell’Italia contemporanea.
      Ovviamente tutto ciò non giustifica le violenze squadriste.

      • mirkhond scrive:

        Il Partito Popolare però fin dal 1919 ebbe il sostegno del Vaticano con papa Benedetto XV. Fu solo tra il 1923 e il 1926 che il Vaticano mollò i popolari e spinse Don Sturzo in esilio.
        Per Pio XI, l’ateo pragmatico Mussolini era una carta migliore per la riconquista cattolica dell’Italia, anche se, pare negli ultimi anni del suo pontificato il suo giudizio sul fascismo diventasse più negativo per via delle leggi razziali e per lo scimmiottamento statolatrico del nazismo.
        ciao

  33. mirkhond scrive:

    Diciamo che c’era il Partito Popolare che non mi sembra si facesse sostenitore di dittature, tant’è vero che fu sciolto da Mussolini insieme agli altri partiti antifascisti nel 1925-26.
    Nello stesso schieramento socialista c’erano i massimalisti e i riformisti, e non tutti seguirono Bordiga e Gramsci a Livorno nel 1921.
    Poi vi era lo schieramento liberal-socialista che ruotava intorno a Salvemini e ai fratelli Rosselli, nucleo di Giustizia e Libertà, ma effettivamente era un movimento elitario di nobilissimi intellettuali e pensatori senza un supporto popolare.
    In verità in quel clima postbellico, avvelenato da tensioni nazionaliste e sociali e sulla scia della rivoluzione russa, era facile per gli estremismi avere campo libero, anche se, data la natura conflittuale all’interno del mondo socialista italiano, e il sostanziale fallimento del biennio rosso nel 1919-21, dubito che questi ultimi, o meglio il nascente PCI avrebbe potuto davvero prendere il potere.

    • Peucezio scrive:

      Non lo so, però. Probabilmente hai ragione tu, ma è anche vero che noi giudichiamo a posteriori. Uno che viveva in quell’epoca, due anni dopo dalla Rivoluzione Bolscevica in Russia, una piccola rivoluzione rossa in Germania, anche se poi non ebbe seguito, col clima generale che c’era in Europa insomma, aveva una percezione delle cose che noi facciamo fatica a immaginare.

      • mirkhond scrive:

        Su questo concordo. In effetti qui importa più cosa si percepiva piuttosto che ciò che sarebbe accaduto davvero, e del resto fascismo e nazismo sarebbero impensabili senza il bolscevismo russo, di cui furono i contraltari.
        Riguardo all’Italia per Vittorio Emanuele III e le classi dirigenti liberali, si trattava di salvare l’edificio risorgimental-monarchico che si vedeva messo in discussione dai nuovi partiti di massa nati col dopoguerra, che costringevano al superamento del vecchio elitarismo liberale.
        Per cui, dovendo salvare il sistema di cui era a capo e non potendo evitare i nuovi partiti di massa, il sovrano scelse quello che gli sembrava meno ostile, sia per il pragmatismo del suo leader Mussolini, che da repubblicano riconobbe la monarchia, e sia perchè il fascismo seppure in forme nuove, si faceva continuatore dell’imperialismo sabaudo-risorgimentale, che in effetti portò a compimento e al disastro finale.
        ciao

        • Il fascismo non era nemmeno un partito di massa quando entrò in Parlamento, ma solo una formazione minoritaria a cui il Re e la classe dirigente liberale si appoggiarono dando al suo leader la presidenza del consiglio. Solo alle elezioni del ’24, svolte di fatto nel Far West della violenza dei picchiatori, che i fascisti conobbero il primo successo elettorale.

        • Claudio Martini scrive:

          Non a caso Emilio Lussu definiva la presa del potere da parte di Mussolini “un colpo di stato monarchico”

        • mirkhond scrive:

          Se per partito di massa, intendiamo maggioranze numeriche, sicuramente il fascismo non lo era.
          Il partito socialista nel 1921, aveva 1570000 votanti, i popolari, 1350000, i fascisti, stando a quanto dichiarato da Mussolini nel novembre 1921 erano 320000, ma anche i comunisti, nel 1921-22 erano circa 300000.
          Probabilmente se non ci fosse stata la scissione di Livorno, il partito socialista sarebbe stato molto più forte.
          Per partito di massa, credo debba intendersi un partito che intenda conquistare il consenso delle masse, o quantomeno erigersene ad interprete, con o senza un reale consenso di queste, come insegna il caso bolscevico.
          La rivoluzione russa aveva cambiato profondamente il panorama politico e anche per poterla avversare, bisognava in qualche modo seguirne alcune linee, come appunto la ricerca e conquista delle masse, con le buone e con le cattive.
          E’ questo che aveva in mente Vittorio Emanuele III, quando dovendo accettare il clima mutato, per poter salvare il suo trono e l’edificio politico ad esso collegato, optò per il partito ritenuto meno pericoloso e in qualche modo più vicino agli interessi dei quali era portavoce.

  34. astabada scrive:

    @Francesco, Raffaele (senza acredine)

    Francesco, prima di chiederti quanto in basso FC sia sceso, dovresti forse leggere l’articolo in questione. Ti chiedo: concordi nel sostenere che le notizie sulla repressione sono state gonfiate ad arte?

    A cercare su internet “prove che gli Americani generano i terremoti” si trovano sicuramente materiali a bizzeffe. Quando fai una ricerca in proposito prova ad usare “origine dei terremoti”

    Sulla Libia e la Siria, in generale.
    Spero concordiate con me nell’affermare che in questi due stati, a differenza che in Tunisia, Egitto, Yemen e Bahrain, i moti sono iniziati da centri minori lontani dalla capitale.
    Significa qualcosa per voi? A me fa sorgere grandi sospetti…

    • Raffaele scrive:

      come supposto per ipotizzare un complotto internazionale mi sembra un po’ poco. Tra l’altro cio’ che succede in Libia e in Siria e’ molto diverso. In Libia i paesi occidentali sono corsi subito o quasi in difesa degli insorti. In Siria l’unico ad essersi espresso fermamente e’ stato Erdoan mentre Obama e compagnia preferiscono mantenere una linea di prudente attesa. Se questo per te e’ un complotto per far cadere Assad, m isa che non e’ stato organizzato un gran che bene.
      Raffaele

      • Claudio Martini scrive:

        Francamente non credo che Bashar Al Assad sia inviso agli USA. Hillary Rodham lo ha definito “un riformista”, e in effetti è un ottima definizione. A seguito della distruzione dell’Iraq, i rapporti tra Damasco e Washington si sono molto distesi, fino al riallacciamento di relazioni diplomatiche avvenuto cinque anni fa. Come hanno notato diversi analisti, se paragoniamo il primo mese di disordini in Egitto con quello in Siria, vediamo che, paradossalmente, Obama si è mostrato più duro con il suo (presunto) alleato Mubaraq che con il suo (presunto) nemico Assad. Del resto sembra che nemmno Israele veda con eccessivo favore una gurra civile in Siria e Libano (questo sarebbe l’effetto di una caduta del regime!). Insomma, benché diverse persone intelligenti lo sostengano (http://www.voltairenet.org/Le-plan-de-destabilisation-de-la), io al complotto anti-siriano ci credo poco.
        Resta il fatto che il presidente Assad ha abrogato la legge di emergenza, e che diverse decine, se non centinaia, di unità delle forze di sicurezza sono cadute in queste settimane.

        • Raffaele scrive:

          Assad e’ sulla lista dei dittatori in via di estinzione in base agli eventi della primavera araba. Come sottolinei pero’, gli americani non dimostrano una grande volonta’ nel rimuoverlo. Non credo che Assad abbia davvero molti estimatori nel governo americano ma e’ probabilmente ritenuto piu’ controllabile di quanto non possano essere i suoi eventuali e futuri sostituti. Probabilmente a posteriori, avrebbero fatto lo stesso con Saddam. In Israele i fatti siriani sono commentati piu’ o meno nello stesso modo e nella stessa intensita’ di quanto non accada in europa ma di fatto il governo preferisce non esprimersi. Forse anche per Israele le alternative ad Assad sembrano poco attraenti. E intanto i rivoltosi siriani si fanno ammazzare e la popolazione civile fugge verso i confini.
          Raffaeel

  35. Moi scrive:

    Miguel, possibile che da turcofono tu non abbia mai sentito parlare in Turco (!) di questo Timuçin Binder di cui sopra e delle sue teorie AnatolicoNorrene ?

  36. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    Timuçin Binder… ho dato una veloce occhiata in rete. Mi sembra di capire che lui sostenga questo: che le ricerche sul DNA dimostrano che i cittadini dell’attuale Turchia discendano, in massima parte, da gente che era lì “da 40.000 anni”.

    Il numero di anni è quantomeno discutibile; ma il fatto è sostanzialmente vero. I “turchi” di oggi, qualunque sia la loro lingua, NON sono discendenti – se non in frazione trascurabile – dei nomadi turcofoni dell’Asia Centrale, ma di popoli i cui nomi e le cui lingue sono scomparsi da tempo.

    E quei popoli, geneticamente affini, sono poi passati a parlare ittita o greco o arabo o turco o persiano o curdo…

    E’ una riflessione positiva: i turchi attuali non sono degli “invasori”, come sostengono i greci, ma dei “convertiti” culturali e linguistici. Ma non sono nemmeno dei “greci che hanno perso le loro radici”, sono qualcos’altro.

    E i sogni panturanici vanno a farsi benedire.

    Ma forse in questi quindici minuti di ricerca sul nostro Timuçin Binder, mi sono perso qualcosa di importante.

  37. mirkhond scrive:

    Condivido e del resto i dati della genetica lo confermano. Ma è sufficente osservare i volti dei rilievi ittiti o le stauette delle dee-madri anatoliche preittite, per notare la sostanziale somiglianza con la maggioranza dei turchi moderni.
    Ovviamente invasioni ce ne furono eccome, a cominciare da quei gruppi di indoeuropei che portarono in Anatolia le lingue della famiglia ittita-luvita-palaica, intorno al 2500-2300 a.C., circa, e il fenomeno del biondismo è pure presente.
    Quando penso ad Ettore e ai Troiani, o ai Romi bizantini medievali, me li immagino con le stesse fattezze armenoidi dei loro eredi turchizzati….

  38. Moi scrive:

    @ Miguel

    Il nome “Temuçin” m’ ha incuriosito: verificando in wiki la fonetica turca ho avuto conferma del mio sospetto che si pronunciasse qualcosa del tipo “Timuccìn” … ora, non è che per ironia della sorte proprio lui porta il nome mongolico _ seppur turchizzato_ per eccellenza “Temujin” … il futuro Ghenghiz Khan ?

    E sempre wiki mi conferma che “Khan” nel senso di “Signore”, “Gran Capo” ecc … è una parola entrata in Turco dal Mongolo !

    Interessante il Turanismo … c’ è anche lì lo zampino degli Islamici CrpitoEbrei Dönmeh ? 🙂 😉

    … e di Ataturk ? … ed è pure “carsicamente connesso” al Genocidio degli Armeni ?

    • Moi scrive:

      “Timuçin” … con i con puntino 😉 … sì insomma : m’ è parso “fin troppo palese”, ma magari sbaglio !

      ___

      “Cripto” …

  39. Moi scrive:

    Ottima regola per decidere chi può partecipare alla democrazia e chi è meglio finisca a Guantanamo è l’impegno al rispetto delle regole democratiche, per il presente e il futuro.

    Francesco

    ______

    Tra le sullodate regole democratiche vi è anche la laicità dello Stato … ci pensi tu personalmente, o Francesco, a schiaffare in pasto ai felidi di grossa taglia come ai bei tempi andati dei pericolosi personaggi pubblici disobbedienti quali Padre Gabriele Amorth, Padre Livio Fanzaga e il Professor Roberto De Mattei ?

    😉 🙂 😉 🙂

    • Francesco scrive:

      No, la laicità dello Stato non corre alcun pericolo per mano dei cattolici.

      Il laicismo di Stato sì ma è tutta un’altra cosa.

  40. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Il nome “Temuçin” m’ ha incuriosito”

    Con ogni probabilità, si riferisce proprio a Genghis Khan. Come il diffuso nome turco Atilla si riferisce proprio al caro vecchio Attila…

    Sono nomi entrati nella cultura turca “laica” con l’intento di rivendicare tutta l’eredità nomade dell’Asia Centrale, senza particolari distinzioni etniche.

    Curiosamente, ho conosciuto un persiano di nome Changiz – e da Genghis i persiani ci hanno solo rimesso.

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