La salvezza del mondo, nella teologia del dio della Mano Invisibile

Sono anni che qualche ecologista tira fuori il ragionamento secondo cui, se ogni cinese avesse l’automobile, sarebbe la fine del mondo; e sono anni che qualche progressista ribatte che i cinesi hanno diritto all’automobile quanto gli italiani.

Siccome i due discorsi operano su piani completamente diversi – il primo su quello scientifico, il secondo su quello morale – è difficile dire chi abbia ragione.

Per i credenti nella teologia della Mano Invisibile, invece una cosa molto più devastante costituirebbe addirittura la Salvezza del Mondo.

Un certo Giampaolo Visetti ha scritto su Repubblica un articolo (uscito il 7 dicembre, ma ce lo segnalano solo ora) intitolato, trattenete il fiato:

Seconde case , auto e tanto lusso i consumatori cinesi salvano il mondo

La notizia non è che un miliardo trecentomila cinesi vogliano avere la Cinquecento. La notizia è che

“Oltre 800 mila famiglie guadagnano 1 milione di euro l’ anno, 65 mila cinesi possiedono un patrimonio superiore ai 10 milioni e nelle metropoli vivono 950 mila individui con un reddito annuo pari a 2 milioni. Ma ciò che conta non è che in Cina si concentra il secondo numero più alto di miliardari: è che 250 milioni di cinesi hanno uno stipendio annuo di diecimila euro e che il 5% della popolazione viaggia oltre i tremila al mese.”

E questa minoranza di cinesi (perché restano pur sempre fuori oltre un miliardo di pezzenti) ha deciso di consumare più di ciò che produce:

“Ricorrono ai prestiti bancari, usano la carta di credito, investono in Borsa, si indebitano e fanno esplodere i prestiti delle finanziarie. Nel 2010, per la prima volta, in Cina oltre 3500 miliardi di credito saranno fuori bilancio e il 35% della popolazione avrà un mutuo da pagare.”

Vendendo agli americani che si sono indebitati con le carte di credito – e che adesso stanno pagando nella maniera ben nota – una minoranza di cinesi ha quindi fatto abbastanza soldi da indebitarsi per più di ciò che ha. E con quel più-di-ciò-che-ha si appresta a fare la spesa:

“Le priorità sono la seconda casa e l’ automobile, ma la novità è la scoperta del superfluo. Le tendenze 2010 sono viaggi, acquisto di animali domestici, apparecchi tecnologici, chirurgia estetica, mobili di design, abiti e accessori di lusso, gioielli, caccia grossa e sport d’ èlite.[…]

Il rapporto “Hurun” sul lusso rivela che tutti i big producono ormai appositamente per la Cina. Orologi da 200 mila euro, vini da 30 mila a bottiglia, fuoriserie da 400 mila e yacht senza prezzo vantano linee in esclusiva per i nuovi consumatori cinesi. Ma parlano mandarino anche alta moda, calzature e accessori top, aste d’ arte e di tartufi, commercio di diamanti e oro. Chi sognava la lavatrice riflette oggi sull’ ampiezza dello schermo della tivù al plasma 3D e la mutazione è talmente rapida che anche i brand dominanti della middle class occidentale perdono terreno. A Pechino, Shanghai e Hong Kong, come nei distretti più ricchi, acquistare luxury è già fuori moda. L’ immagine cult è quella di Tian Mingqiao, importatore di carbone dalla Mongolia Interna, che sotto l’ occhio delle telecamere parcheggia la sua Bentley rosa tra due Ferrari gialle nel centro di Shenzhen. Entra in un hotel a sei stelle e dopo un’ ora il suo compagno esce carico di borse, spiegando di aver speso 45 mila dollari in scarpe e 51 mila dollari in caviale, ostriche e aragoste». «Nulla di famoso – dice Tian – nulla del cheap che possiedono tutti. Compro solo a-logo, pezzi unici, confezionati su misura».”

Sarà il risultato di un processo inevitabile, che non va giudicato moralmente, d’accordo.

Ma nella mia religione, si chiama eutrofizzazione. Nella loro, salvezza del mondo.

E che ci piaccia o no, mentre il mondo può convivere con la mia religione (e pure con quella dei cannibali, se è per questo), non può convivere con la loro.

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17 risposte a La salvezza del mondo, nella teologia del dio della Mano Invisibile

  1. Daouda scrive:

    Si ma ancora una volta tutto ciò non c’entra nulla con la MANO INVISIBILE…

  2. PinoMamet scrive:

    Nella mia di religione quella dei ricconi cinesi si chiama pirlaggine;
    però la pirlaggine di uno può essere la fortuna di un altro, e se c’è uno che vuole comprare, che ne so, un’automobile pezzo unico, vuol dire che ci sono diversi operai che la costruiscono, ‘sta machina, perciò a occhio e croce non mi sembra una cosa negativa.

    Ma notoriamente io di economia non ci capisco niente, quindi le mie considerazioni valgono il tempo che trovano.

    Ciao!

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per PinoMamet

      Nella sua biografia di Samuel Johnson, James Boswell racconta che un aristocratico ricchissimo che vantava i pregi della vita semplice deprecando la mania del lusso fu rimproverato da Johnson, che gli ricordava quanti artigiani campavano fabbricando i ninnoli dei nobili. Dal punto di vista economico il consumismo Cinese è una mano santa per tutti. Dal punto di vista ecologico meno, dato che a quanto pare stiamo assistendo a una delle più colossali estinzioni di massa della storia del pianeta, e al riguardo c’e’ già chi parla di Antopocene (è dell’altro ieri la notizia che il puma è stato dichiarato ufficilamente estinto). A meno che non abbia ragione Malthus: in tal caso la prossima guerra sfoltirà soprattutto i ranghi dei consummatori che hanno maggior impatto individuale sull’ecosistema. Puo’ darsi allora che i Quattro cavalieri siano un nome fantasioso di un equilibrio omeostatico.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  3. Karakitap scrive:

    In linea di massima sarei anche d’accordo che se una minoranza (che comunque per la legge dei grandi numeri dato il contesto cinese sono comunque un discreto numero di individui) ha i soldi per avere il superfluo oltre al necessario ben vengano, anche se lo scenario sarebbe alquanto inquietante qualora davvero tutta la popolazione cinese (o subsahariana, o indiana ecc.) volesse davvero i lussi (o almeno i piccoli agi che rendono confortevole la vita di un americano o di un europeo medio), ma non so quale sarebbe la soluzione, un’elegia del pauperismo portato a stile di vita per tutti, dire che è meglio avere un pezzo di pane che niente? Non so quanto potrebbe essere accettabile, nella storia dell’umanità non sono mancati periodi in cui si è mangiata anche la corteccia degli alberi (per non dire della messa in pratica dell’homo homini lupus) però non mi pare che nessuno ne auspichi il ritorno.
    Se poi si pensa che spesso più che dividere si è pensato ad eliminare chi proponeva la divisione, mi sembra che prospettive di una rinuncia pacifica ai propri desideri non sia proprio in agenda.
    Anche a me piace talvolta fantasticare di età dell’oro, di perdute arcadie dove i pastori suonavano la siringa di Pan mentre pascolavano gli armenti mentre le ninfe ascoltavano di nascosto nelle selve, e dove ci si accontentava di quello che c’era e che la terra offriva, ma è ovvio che la realtà doveva essere ben diversa, se poi si è passati ad un altro tipo di società.

    Battiato in Venezia- Istanbul dice “e perché il sol dell’avvenire splenda ancora sulla Terra, facciamo un po’ di largo con un’altra guerra”, e se questa avvenisse, con le armi che ci sono in giro adesso, per (eventuali) sopravvissuti sarà difficile mettere su anche un’economia di tipo neolitico.

    Del resto, mi pare di ricordare di aver letto qualcosa come “chi crede che possa esserci uno sviluppo illimitato con un pianeta falle risorse limitate o è un pazzo o è un ecnomista”
    Salutoni, Karakitap
    PS. So che è una boutade, ma una religione basata sul cannibalismo forse aiuterebbe l’ambiente, eliminerebbe alla fonte potenziali consumatori/inquinatori perché verrebbero metabolizzati (in ogni senso) dal resto della popolazione, però bisognerebbe vedere quanto costerebbe un “allevamento” di simili “capi”.

  4. Daouda scrive:

    Non si tratta di fantasticare arcadie che sono alquanto relative nel tempo.

    Il problema è sempre stato su come assecondare il processo degenerativo in modo sano, cosa che le società odierne di tutto il globo non sono più in grado di fare rispetto alle civiltà del passato.
    Ad esempio lo sviluppo delle scienze tradizionali ( e non quelle odierne spurie ) è un evidente segno dei tempi poiché una civiltà non abbisogna che di un numero piccolissimo di scienze e di arti.
    Ciò non vuol certo significare che tale sviluppo sia deprecabile , come non è deprecabile la scrittura od il passaggio alla vita stanziale, ma intende invece far notare come la molteplicità è “lussuriosa” ma anche “viziosa” ossia ha in sé i germi del benessere ma anche della dispersività e solo il ricondurre tutto al Principio più mantenere l’unione di intenti.

    Come ho scritto all’inizio le società moderne non possono compiere ciò.
    IL FINTO ECOLOGISMO poi è una delle panzane più atroci che l’homo contemporaneo è costretto a subire.

    sulla mano invisibile:

    Per avere LA MANO INVISIBILE si deve avere una civiltà tradizionale ossia avere completa concorrenza , assenza del pubblico ergo dello stato, assenza di egualitarismo e quindi asimmetria di informazioni.
    In secondo luogo la mano invisibile PREVEDE IL RISPETTO DELLE REGOLE MORALI.

    Gli errori di Smith sono altri ossia quelli tipici di marxiani oppure liberisti :
    a) plus-valore per gli uni
    b) usura per gli altri

    Comprendo che la parola d’ordine sia mistificare…però…un po’ di decenza…

    saluti

  5. maria scrive:

    Una cosa molto terra terra, possiedo un’automobile ma non sono in grado di usarla proprio quando mi serve e cioè la sera, da un po’ di tempo nemmeno la mattina o il pomeriggio dopo l’apertura dissennata di un supermercato in una piazza relativamente piccola, ma non mi lamento mai, perchè pavento l’idea sconsiderata di avere un giorno qualche parcheggio sotterraneo che farebbe piazza pulita degli alberi che adesso esistono, sono rassegnata a questo sviluppo dissennato sapendo che andrà avanti fino alla catastrofe finale.
    In italia esistono 35 milioni di macchine a fronte delle seicentomia degli anni Sessanta, la cifra parla da sola e invece quando la fai presente in qualche assemblea riguardante la mobilità suscita ostilità, come se fosse una perfida invenzione studiata contro i possessori di automobili.
    In ogni modo, prima di prendermela con i cinesi, me la prendo con il comune di Firenze!!!

  6. mystes scrive:

    Fatte le debite proporzioni numeriche è quel che sta succedendo anche in Brasile, paese emergente del BRIC

  7. Peucezio scrive:

    Perché il parcheggio soterraneo dovrebbe fare piazza pulita degli alberi? In genere si fanno abbastanza in basso da lasciare tutto lo spazio per radici ecc., altrimenti ove esistono metropolitane, parcheggi sotterranei, cantine, box, sottopassi, non ci potrebbero essere alberi, parchi.
    Ciò non toglie che effettivamente le licenze per supermercati e centri commerciali non sono mai troppo poche.

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Peucezio

      ”perchè mai”

      Su questo punto a Genova c’e’ una diatriba da anni. Chi ha visitato il nostro centro storico si rende ben conto come da noi gli spazi edificabili siano da sempre scarsissimi. Il Comune, a fronte dei tagli governativi, ha pensato bene in passato di affittare la concessione per un parcheggio sotto lo storico e centralissimo parco dell’Acquasola, dove tra l’altro gli insorti del 1852 combatterono sfortunatamente i bersaglieri Sabaudi. Le radici degli alberi secolari impedivano la costruzione dei condotti di aerazione necessari, e così via gli alberi. Nonostante l’opposizione dell’attuale Sindaco, nonchè dei grillini (v. a storia sul sito di Grillo) e dei residenti vale l’anatema di Shylock: c’e’ un contratto regolarmente firmato, stracciarlo vuol dire milioni di indennizzo chje il Comune non ha.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Z. scrive:

        ADV,

        — Chi ha visitato il nostro centro storico si rende ben conto come da noi gli spazi edificabili siano da sempre scarsissimi. —

        Quale abbitué del tuo centro storico ho la risposta: portici!

        Vi abbiamo raccontato che i portici di Bologna sono stati ordinati per riparare i cittadini dalla pioggia, no? E voi ve la siete bevuta…

        Grandissima cazzata 😀

        Sono stati resi obbligatori quando i Grandi Capi si sono accorti che in via Clavature gli sporti (i primi “portici” abusivi) permettevano di risparmiare spazio edificabile 😉

        E quindi… portici. Portici in Caricamento, portici alle Fontane Marose, portici portici portici. Nessuno girerà più film a Genova (neppure Pupi Avati, coi suoi film-pippa su Bologna, li gira qua) ma darete una bella botta al problema degli spazi edificabili.

        😀

        Z.

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per Z

          Quelli che indichi tu sono quasi tutti edifici vincolati dalla Sopraintendenza. Comunque non amo granchè i portici, almeno senza isola pedonale: hanno la tendenza a raccogliere i fumi di scappamento delle macchine per i nostri polmoni (ne ho avuto esperienza proprio a Genova, in Piazza della Vittoria, e nel centro di Bologna…:-)). L’unico vero vantaggio di Genova è il vento, che tende a tenere pulita l’aria cittadina: coi portici lo rendi inutile.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Z. scrive:

            ADV,

            vabbè che l’attuale maggioranza aveva davvero proposto incentivi per chi ingrandiva la cubatura di casa, però ti assicuro che io invece scherzavo!

            E sì, il centro di Bologna è proprio atroce. Più che per i portici, perché qua di vento non ce n’è praticamente mai. Durante il corso dell’anno, le giornate limpide si contano sulle dita di una mano, dalle mie parti.

            Anche per questo, a luglio, fuggiremo da Verbotenville e torneremo dalle tue 😀

            Z.

            • Andrea Di Vita scrive:

              Per Z

              A Genova la fame di spazio edificabile è tale che una proposta come la tua nessuno la prenderebbe per scherzo…:-)

              Detto questo, pensa che il mio amore per i beni culturali è tale che ho trascorso quattro giorni a Bologna ad agosto per il palazzo del re Enzo, il museo Etrusco e le chiese della ‘Gerusalemme’ (se ricordo bene, è così si chiama).

              Ciao!

              Andrea Di Vita

  8. PinoMamet scrive:

    Sempre per la teoria della Grande Deriva degli Argomenti, che li porta regolarmente alla spiaggia più vicina:

    l’abominevole giunta del nostra capoluogo provinciale (ma quelle dei vari comuni sono altrettando schifose) dopo aver eliminato in mille maniere e con mille pretesti i parcheggi che c’erano, si è “accorta” che occorrono più posti auto:
    soluzione geniale, creare parcheggi sotterranei (ovviamente a pagamento!), uno dove già prima c’era un parcheggio, un altro dove c’era un piccolo ma frequentato parchetto con tanto di alberi…

    ovviamente i soliti noti ottengono gli appalti.

  9. jam scrive:

    …Arthur Rimbaud…
    …un soir j’ai assis la beauté sur mes genoux
    et je l’ai trouvée amère
    et je l’ai injuriée
    (una sera misi la bellezza sulle mie ginocchia e la trovai amara e l’ingiuriai)

    …e la primavera mi porto’ il riso orrendo dell’idiota)

    …ogni albero tagliato se ne pianteranno mille altri, là, dove la terra é feconda.
    I sorrisi orrendi che distruggono la natura non sanno l’amarezza ed il dolore nascosti nel corpo dell’uomo, dove risiedono anche tutti gli alberi e gli animali del cosmo, non sanno il disagio dell’alienazione.
    Ma adesso so che questa bellezza ingiuriata, questo albero distrutto, lo smarrimento nella jungla d’asfalto, sono la ferita che renderà capaci di creare la bellezza e l’albero e la vita!
    Cosi la bellezza non sarà più amara, diventerà dolce, e Buddha potrà sedersi ancora sotto il grande Ficus Religiosa, e tranquillamente meditare mimose gialle e violette, ma anche alberi virtuali ed elettrici…
    ciao

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