Silvio Berlusconi, Putin, gli americani e Giancarlo Lehner

Come sapete, Silvio Berlusconi di questi tempi non se la passa bene, tra articoli che parlano della sua vita privata, inchieste e amici che diventano nemici.

Come spesso succede in Italia, questo clima ha generato in molti il sospetto che ci fosse dietro una manipolazione di qualche tipo; e parecchie persone che conosco su Internet hanno cominciato a ipotizzare che la mano fosse americana, visti i legami di Berlusconi con Putin.

La tesi non mi ha convinto. Un po’ perché sono allergico al cosiddetto complottismo; e un po’ perché ci sono comunque tanti motivi per cui Berlusconi potrebbe avere problemi, e gran parte di questi sono dovuti a fatti interni italiani.

Infine – ma questo è molto soggettivo – fare di Berlusconi una vittima di complotti rischia di nobilitare un ometto molto mediocre, che se ha fatto qualcosa di buono, probabilmente lo ha fatto per interessi personali.

Invece, dopo le ultime rivelazioni di Wikileaks, tendo a dare un po’ più di peso a questa ipotesi. Gli statunitensi non erano solo preoccupati, ma si stavano dando da fare attivamente per contrastare la politica di Berlusconi.

Non è certo un campo che mi interessi molto, per cui non ho approfondito; ma trovo  significativo che la reazione della cosiddetta opposizione consista almeno in parte di accuse verso Berlusconi di “tradimento” verso gli Stati Uniti.

Comunque, sono temi su cui sostanzialmente so di non sapere.

Piuttosto, colgo l’occasione per citare il nostro vecchio amico Giancarlo Lehner, che se ne esce con un brano piuttosto pittoresco, dove però mescola forse un po’ troppe cose:

(DIRE) Roma, 7 dic. – “Nessuno tocchi Julian Assange, mitico pirata informatico che, senza volerlo, ha disvelato cosa c’e’ dietro l’attacco a Berlusconi”.

Cosi’ il deputato PdL, Giancarlo Lehner, che spiega: “Silvio, ce lo dicono le note degli ambasciatori americani, ha commesso lo stesso peccato mortale di Enrico Mattei: ha voluto garantire all’Italia, alleata ma non piu’ colonia, attraverso il rapporto con Putin e Gheddafi, la sovranita’ e l’indipendenza energetiche”.
Lehner continua: “Quarant’anni fa, il mandante a stelle e strisce affido’ alla manovalanza mafiosa, ben inserita nel partito kennedyano, il compito di togliere di mezzo Enrico Mattei, reo d’aver sfidato le sette delinquenziali sorelle. Oggi, in attesa di soluzioni finali cruente contro il patriota Berlusconi, l’altrimenti kennedyano Obama si affida a Spatuzza, Ciancimino, alle toghe rosse, agli idioti utili e disutili di Murdoch, ai Soros e agli altri usurai della City e di Wall Street, nonche’ a Bersani, Franceschini, D’Alema, con l’aggiunta di Chiara Moroni, Fabio Granata e Giancarlo Tulliani”.
Il deputato PdL conclude: “Onoriano la memoria di Enrico Mattei, al grido di W l’Italia e W l’Europa, spazzando via tutti i traditori al servizio dell’Impero al tramonto”.

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33 risposte a Silvio Berlusconi, Putin, gli americani e Giancarlo Lehner

  1. Marcello Teofilatto scrive:

    Credo che un tono così antiamericano sia improponibile da parte di ogni parlamentare di ambedue (o tre 🙂 gli schieramenti. A me quella di Lehner sembra una parodia.
    Saluti da Marcello Teofilatto

  2. Athanasius scrive:

    “Europeisti” contra “americanisti”?

  3. roberto scrive:

    oddio questa mi era sfuggita…avevo letto all’inizio che gli americani consideravano berlusconi un cialtrone presuntuoso, puttaniere e amico di putin, ma questa non mi erano sembrate delle rivelazioni sconvolgenti

  4. PinoMamet scrive:

    Però è un curioso ribaltamento della retorica,
    anche se me lo potevo aspettare, dopo conversazioni con giovani piddini che ti ricordano che l’America è la più grande democrazia del mondo, e c’è sempre da prendere esempio ecc. ecc.

  5. Riccardo Giuliani scrive:

    Sulla manovalanza mafiosa conviene ascoltare su youtube una conferenza tenuta da Benito Li Vigni, stretto collaboratore di Mattei.
    Il fatto che Berlusconi sia un mediocre non esclude che possa rompere le scatole: qui non parliamo di veline, ma del gasdotto Southstream, con il quale l’Europa diventerebbe un po’ di più russa e un bel po’ di meno anglo-americana.
    Direi che per una simile posta valga la pena di attivare le cellule dormienti all’interno del PDL.

  6. Franz scrive:

    Al contrario di te, è già da alcuni mesi, da quando cioè lessi questo articolo, che trovo convincente l’ipotesi di un regista d’oltreoceano (o quanto meno d’oltreconfine) nella tragicommedia del tramonto politico del nostro anziano satirello.
    Sono d’accordo con il commento precedente, di Riccardo Giuliani: il diversamente nano, il politicamente nano, il diplomaticamente nano, può comunque rompere le scatole.
    E, fra tutte le considerazioni sull’argomento, mi chiedo innanzi tutto se Gianfranco Fini avrebbe davvero deciso di sfidare le scodinzolanti armate del bunga-bunga, senza sapere le proprie spalle molto ben coperte.

    • Riccardo Giuliani scrive:

      No, è impossibile. Fini è un perdente, ma di lusso.

      • Francesco scrive:

        Su questo particolare punto concordo pienamente.

        L’aspetto più scoperto del “complotto” è l’incredibile copertura di cui gode Fini.

        E’ persino divertente notare la spudoratezza dei media ufficiali.

  7. Claudio Martini scrive:

    Benvenuto tra noi, caro Miguel.
    Il vero scettico è quello che mette in discussione la tesi ufficiale (non c’è alcun complotto contro Berlusconi…), non quello che accusa chi lo fa di “dietrologia”.
    Hai ammesso di non poter parlare di esperto sia in questo campo, sia in altri (come l’11 settembre). Ti dedico dunque questo passo di Esiodo.

    “L’uomo assolutamente migliore è colui che tutto pensa da sé;

    buono è pure quello che presta fede a chi ben lo consiglia:

    ma chi non è in grado di pensare da sé, né ciò che sente da un altro

    sa accogliere nel suo spirito, è un buon a nulla”

  8. p scrive:

    Che le cose stessero così, era piuttosto chiaro. Gli americani fanno complotti, dunque? Gli americani fanno i loro interessi, l’hanno sempre fatto, come tutti del resto. I complotti esistono nel senso che non tutto ciò che si fa, si vuole che sia conosciuto. Si gioca un po’ a carte scoperte, un po’ a carte coperte. Del resto rispetto all’economia, la politica è quasi una casa di vetro. Quanto a berlusconi, se ci saranno elezioni ravvicinate, le giocherà di nuovo tutte sull’anticomunismo. Non ce lo vedo a guidare una coalizione che attacchi frontalmente i “mandanti dei mafiosi”, cosa peraltro molto plausibile, anche perché pochi moderati sarebbero disposti a seguirlo su questa strada, e lui vuole vincere, tutto il resto all’occorrenza, anzi, neppure prende in considerazione, dopo gli ultimi avvenimenti, che possa occorrere altro che la vittoria.p

  9. nic scrive:

    “Come spesso succede in Italia, questo clima ha generato in molti il sospetto che ci fosse dietro una manipolazione di qualche tipo…” Davvero?! Che Follia! Chissà perchè pensare che dietro un qualunque evento politico nella sovrana Repubblica Italiana possano esserci i sempre discreti, onesti, riservati e lontani alleati oltreatlantici?Sono le stesse menti malate che credono che sul territorio nazionale possano nascondersi persino un centinaio di basi militari USA!

    A volte non capisco se lo sei o lo fai

    • Giovanni Bonafin scrive:

      sarò cretino, ma non ho davvero capito se il tuo commento sia ironico o sarcastico..
      per conto mio, credo che l’Italia sia un Paese militarmente e politicamente occupato da una classe dirigente, di dubbio merito e valore, tutta o quasi dichiaratamente filo USraeliana..
      Silvio, come suo solito, è la pecora nera: facendo i “suoi” interessi ha, insciallah!, contribuito a discostareil “Bel Paese” dagli interessi d’oltreoceano. di questo gli rendo merito..

  10. Santaruina scrive:

    Questa storia dei “complotti” a cui credere o non credere per principio inizia ad essere parecchio fuorviante, e stantia.
    Ci sono dei fatti, e ci sono delle possibili spiegazioni: alcune supportate dai fatti, altre meno.
    Il fatto che ci sia un particolare governo italiano che (tra le altre cose) fa accordi che non soddisfano la politica estera americana (vicinanza con Putin) è evidente.
    Il fatto che parti dell’apparato governativo americano agiscano per indebolire il governo ostile non mi pare “complottismo”; dobbiamo forse elencare i casi in cui i governi americani sono intervenuti per ribaltare dei governi esteri a loro ostili?

    Poi ci sono anche coloro che non accettano questa possibilità perchè sembrerebbe che così facendo si dimostri simpatia verso l’attuale premier italiano, come senne dispute tra governi ci fosse sempre un buono da una parte e un cattivo dall’altra.

    p.s: forse per un greco essere libero da certi pregiudizi “antidietrologici” è più semplice. Ad esempio, la dittatura dei colonnelli appoggiata dalla Cia in Grecia è storia recente (Clinton nel 99 chiese scusa al popolo greco per l’appoggio americano ai dittatori)
    I governi americani certe cose le hanno sempre fatte, non vedo in cosa consista il “complottismo” qui.

    A presto

    • Giovanni Bonafin scrive:

      Pienamente d’accordo, parola per parola.
      a) i complottisti non si ritengono tali, ma sono gli scettici a definirli così;
      b) pensare che gl’USraeliani perseguano i loro fini politico-economico con ogni mezzo e si accaniscano contro chi li ostacola, non mi sembra altro che un dato di fatto, ognuno può poi liberamente scegliere da che parte stare; il pensiero in sè non esprime un giudizio morale;
      c) se quindi fra i “nemici” della loro politica c’è anche Silvio, beh questo è un dato di fatto, da loro esplicitato; io dico un piccolo grazie a Silvio, questo non m’impedisce di rimanere un suo accanito contestatore…

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Santaruina

    “Questa storia dei “complotti” a cui credere o non credere per principio inizia ad essere parecchio fuorviante, e stantia.”

    La maniera in cui imposti teoricamente il problema va benissimo.

    Il fatto però è che Internet è piena di tizi, di ogni tendenza (destra, sinistra, sionista, fascista, liberale) che agiscono più o meno così:

    1) un commentatore sconosciuto che si firma Santaruina appare sul mio blog e scrive, “Non sono d’accordo con te, per i seguenti motivi…”

    2) un minuto e ventidue secondi dopo, Tizio, che non sa chi sia Santaruina e ha un’idea molto approssimativa di chi sia io, scrive:

    “Quell’infame di Santaruina ha attaccato Miguel Martinez, il blogger eroe che ha avuto il coraggio di parlare bene degli studenti inglesi che hanno devastato la sede del Partito Conservatore in Inghilterra. Ora, proprio mentre in Inghilterra i Conservatori stanno cercando di far passare una riforma delle pensioni. Cui prodest? La risposta la so io!!!!”

    Questa gente costruisce una certezza su un’ipotesi; un’ipotesi costruita meccanicamente su un cui prodest che a sua volta è interamente basata su pochi dati, che magari non sono quelli che contano – ad esempio, non sanno che Santaruina odia anche lui i Conservatori inglesi; oppure che veramente mi critica perché è pagato, ma dalla signora Clarissa che ho preso in giro ieri.

    Certo, queste persone possono, a volte anche indovinarci, perché no? Il comportamento dei complottisti nulla ci dice a proposito dell’esistenza di eventuali “complotti”.

  12. p scrive:

    Lehner è quello che non ha nulla da obiettare, anzi, sugli americani quando sono i mandanti della guerra afghana. Come se anche quella non facesse parte del gioco geopolitico delle rotte petrolifere. E senza bisogno che ce lo venga a dire assange con documenti segreti. Ognuno si sceglie i compagni di strada che vuole. Io da almeno cent’anni ho smesso di credere alla logica del (presunto, spesso) nemico del mio nemico è mio amico.p

    • Francesco scrive:

      perchè “mandanti”? mi risulta siano i principali combattenti occidentali di quella guerra!

      e poi non riesco a credere che qualcuno, neppure uno del Kansas, sperasse di far passare degli oleodotti per Afganistan e Pakistan …

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per Giovanni Bonafin

    Io non è che ci tenga alla parola “complottista”.

    E’ che il fenomeno di cui parlo esiste e rende quasi impossibile comunicare. Penso ad esempio a un noto estremista, con cui condivido peraltro molte idee, il quale:

    1) ce l’ha con me, e vabbene

    2) ce l’ha con Cecchi Gori, e vabbene

    3) è animalista, e vabbene pure quello.

    Per cui ha scritto che io, Miguel Martinez, sarei un “rapitore di scimmie per conto di Cecchi Gori”.

    Cioè in base ai suoi pregiudizi personali, ha deciso il ruolo che devo svolgere io.

    Oppure pensiamo al caso Assange. Che ci sia il complotto, va da sé. Ovvio che è successo qualcosa di contortissimo.

    Solo che io non so, se sono due servizi segreti, magari dello stesso paese, che hanno litigato tra di loro;

    se Assange è in buona fede e gli hanno rifilato una patacca;

    se Assange voleva fare gli interessi del governo paraguayano, e per far uscire un documentino che fa comodo al Paraguay, ci hanno tirato in mezzo un sacco di altra roba, per renderlo più credibile;

    se Assange è un agente di qualcuno, o magari sta facendo finta di fare gli interessi di qualcuno mentre fa gli interessi di un altro, o magari quelli propri;

    se Assange ha veramente trovato documenti eccezionali, ma i media ci fanno conoscere solo quelli mediocri;

    oppure se… e se…

    Però sento tanti in giro che stanno proclamando che Assange è certamente, sicuramente, senza ombra di dubbio, un Eroe oppure un Agente del Mossad. E quello che difende Assange, per il fatto stesso che lo fa, diventa anche lui un agente del Mossad.

    Mentre la faccenda è talmente contorta, che credo che nemmeno il Mossad sappia bene come stanno le cose. Figuriamoci se lo può sapere un blogger italiano medio.

    Ora, questa gente che sa tutto e ti tratta da spia venduta del Nemico se la pensi diversamente da loro è un problema reale. E lo è soprattutto in un ambiente come quello di “noi che siamo contro”, dove tutto si basa sulle emozioni e le intenzioni, invece che sui lucidi interessi.

    Io non ho mica bisogno di chiamarli “complottisti”, suggeritemi un nome.

  14. Val scrive:

    Miguel, tutto giusto quello che dici nei commenti a proposito delle teorie del complotto. Però credo che, almeno per noi italiani, l’interesse stia nel caso concreto: Berlusconi è davvero osteggiato dagli Stati Uniti perché fautore di una politica energetica “alternativa”? Può essere: è da tempo che gira quest’ipotesi, e Wikileaks sembra suffragarla.

    Tuttavia, come dicevo qualche giorno fa a commento di un altro post, il punto è che le avventure russe dello psiconano si sono svolte totalmente al di fuori di quel minimo di trasparenza democratica che permette di dare un pur provvisorio giudizio di valore. Mignotte russe? Affari personali? Differenziazione delle fonti energetiche?
    Credo che si tratti, politicamente, di una questione di interesse capitale. Capirci qualcosa dovrebbe essere fondamentale. Visto che ci piace tanto fare i realisti, senza moralismi, cosa ci conviene di più? Quale oledotto? Puntiamo sul gas o sull’uranio? Quale prezzo (in termini di violazione dei diritti umani da parte dei nostri apartner commerciali) siamo disposti a pagare?

    Nulla di tutto ciò è stato minimamante oggetto di una discussione pubblica. Che sia per il bene del popolo o per il suo portafoglio non è dato sapere, siamo ancora fermi alla formula più pura degli “arcana imperii”. Che un personaggio per tanti aspetti così detestabile si rivelasse un novello Enrico Mattei sarebbe quantomeno un bel coup de théâtre. Il punto è che, essendo la politica già tutta un teatro dell’assurdo, in cui i ruoli sono perfettamente intercambiabili pur di strappare un applauso al pubblico e restare sulla scena, è impossibile distinguere (e condividere collettivamente) l’esistenza di una strategia politica di lungo periodo. Al posto delle ideologie collettive non ci sono nemmeno più dei meri interessi collettivi, c’è il nulla politico.

  15. nic scrive:

    >>Io non ho mica bisogno di chiamarli “complottisti”, suggeritemi un nome:

    Paranoici ?

    “La paranoia è un’infermità mentale caratterizzata da «quadri di delirio sistematizzato».
    […] un’anomalia costituzionale che rimane latente in gioventù e si manifesta col maturare degli anni rivestendo la forma di un delirio a lenta evoluzione, coerente e fanatico (…) L’intransigenza nei giudizi, la critica velenosa, la superbia smodata, la tendenza ai litigi e alla ritorsione giganteggiano, alimentando alla base il delirio di persecuzione o di rivendicazione …

  16. Z. scrive:

    Beh,

    non si può certo dire che Lehner scriva noiose banalità.

    Al contrario, l’idea di Berlusconi come strenuo difensore della sovranità nazionale contro le arroganti ingerenze usano-comuniste di oltreoceano è quanto meno originale e inedita.

    Z.

  17. Santaruina scrive:

    Miguel:
    Io non ho mica bisogno di chiamarli “complottisti”, suggeritemi un nome.

    Sarò monotono, forse, ma ogni volta mi stupisco enormemente di come tu faccia sempre, in questo contesto, il medesimo errore.

    Parti da un singolo caso particolare (il tuo conoscente paranoico, un ragazzino esaltato che ha un blog, un membro di un qualche collettivo con 3 membri) e ne trai una regola generale: ecco come ragionano i complottisti

    E’ come leggere la Padania che racconta di un marocchino che picchia la moglie e conclude “l’islam è una religione violenta”.

    Ora, i casi particolari esistono, ma sono, appunto, casi particolari.
    Accomunare queste tipologie umane a coloro che mettono in dubbio alcune versioni ufficiali dei governanti in base a studi e documenti e ragionamenti logici (non come quelli da te riportati, che di logico non hanno nulla) è operazione fuorviante.

    Si sta parlando di cose completamente diverse.

    Puoi chiamare come vuoi le persone di cui porti gli esempi, ma chi semplicemente cerca di andare oltre, per quanto possibile, le certezze trasmesse dalla tv e dai giornali fa un qualcosa di totalmente diverso.

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