Parigi: neonazisti, sionisti, liberisti New Age, femministe, gay e ultrà cattolici tutti insieme contro i musulmani francesi. Guillaume Faye e gli Identitaire

Il 18 dicembre, a Parigi, si svolgeranno le “Assises internationales sur l’islamisation“, un incontro che unirà una coalizione davvero particolare di neonazisti, sionisti, mangiapreti, liberisti New Age, femministe, gay molto promiscui e ultrà cattolici in una festosa caccia al capro espiatorio musulmano.

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Assises Internationales Laique sur l'Islamisation, Parigi 18 dicembre

E’ da tempo che segnaliamo la costruzione di una grande alleanza bruna-azzurra-rosa-nera, dove

il bruno sta per le pulsioni razziste del Nord Europa

l’azzurro per i colori statunitensi e israeliani

il rosa per una certa sinistra che ha sostituito il concetto di giustizia sociale con l’esaltazione dei diritti dei consumatori individuali

il nero per chi usa il cristianesimo come simbolo identitario della grande macchina occidentale.

Una simile alleanza diventa possibile solo quando i vecchi odi vengono superati da un odio ancora maggiore: quello per l’Altro assoluto, che è il musulmano.

E adesso armatevi di molta pazienza, perché nell’analizzare la costruzione di questa alleanza, non intendo rispettare assolutamente i tempi stretti richiesti dalla lettura al computer. Preferisco i tempi della lettura libresca.

Partiamo da un piccolo sito italiano. Non perché faccia parte di qualche inesistente “complotto fascista”, ma perché ci aiuta a capire meglio cosa sta succedendo.

Il blog Tradizioni è un tipico esempio del mondo autoreferenziale del neofascismo italico:[1] solo a guardare i post più recenti, ci troverete una “commemorazione dell’assassinio dei primi caduti bergamaschi della RSI“, un libro sul “pensiero di Walther Darré, Ministro dell’Agricoltura della Germania nazionalsocialista“, la storia di una ballerina condannata a morte dai partigiani, una recensione del libro di Luca Fantini “Gli ultimi fascisti: Franco Colombo e gli arditi della “Muti” e la notizia del “Pranzo sociale natalizio della Associazione Nazionale Combattenti della X Flottiglia Mas“.

Insomma, le cose che di solito fanno sbavare i cacciatori di fascisti. Mentre in realtà ognuno di noi si trova con la memoria che ha;  casomai il problema nasce quando se ne fa un’ossessione, o quando si scade nel ridicolo: Tradizioni, accanto a una cattolicissima “Messa commemorativa al Sacrario della RSI a Genova”, ci presenta una recensione del libro “Omero nel Baltico. Le origini nordiche dell’Odissea e dell’Iliade” di Felice Vinci, che sostiene che il più mediterraneo dei poeti fosse invece un mangiatore di wurstel germanico.[2]

Di attuale, troviamo sul blog la recensione del romanzo Nessun dolore di Domenico Di Tullio, dedicato al caldo mondo di Casa Pound; e poi l’annuncio, in francese:

Samedi 18 décembre 2010 à Paris :
Assises internationales sur l’islamisation : Découvrez le programme !
Défendre la laïcité, défendre les valeurs de notre civilisation

Il convegno che piace ai curatori di Tradizioni è organizzato da un movimento francese, denominato Bloc Identitaire.

Il Bloc Identitaire è nato quando Guillaume Luyt, un ambizioso dirigente giovanile del Front National, di provenienza monarchica, se ne uscì dal movimento di Le Pen nel 2000, sbattendo la porta, perché il vecchio capo dell’estrema destra aveva nominato un beur – termine offensivo per indicare un francese di origini arabe – all’Ufficio Politico del partito.

La rottura, oltre che personale, riguardava due visioni diverse: da una parte, il vecchio consenso francese per cui senegalesi e maghrebini fedeli alla Patrie meritavano rispetto per aver versato il sangue nelle trincee nella lotta contro i tedeschi; e un’altra idea, che nasceva dal forte influsso delle teorie razziste sugli ambienti della destra francese.

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Le tirailleur sénégalais

Due anni dopo, assieme a Robert  Fabrice, Guillaume Luyt fondò il movemento Les Identitaires. E i due si abbeverano alle scoppiettanti chiacchierate di Guillaume Faye. [3]

Racconta Guillaume Luyt:

“La lettura del libro-chiave di Guillaume Faye sulla colonizzazione dell’Europa da parte dell’Islam ha finito per convincermi che era passato il tempo della discussione sul sesso degli angeli e che aveva suonato l’ora della Reconquista.”

Esistono persone che sono diverse nella vita pubblica e in quella privata; e quindi non ha senso infierire sulle loro debolezze personali.

Quella di Guillaume Faye è invece una vita privata giocata sulla pelle dei suoi ammiratori.

Una sorta di perenne scherzo da superuomo ai danni dei fessi, sin da quando recitava il ruolo del Dottor Bis-touque, medico nazista ad Auschwitz, in un fotoromanzo porno.  Nel 2004, usando come copertura la propria compagna (un’imprenditrice algerina attiva nel mondo della televisione), aveva in progetto un’inchiesta-denuncia sull’antisemitismo in Francia – sosteneva che “il porno non rende più, si guadagna di più a lavorare con Moati“, l’imprenditore televisivo: tutto felice, diceva che avrebbe guadagnato qualcosa come “tre-quattro milioni di franchi“. Per condurre l’inchiesta, sosteneva, avrebbe usato dei microfoni nascosti per spiare i discorsi di quelli che credevano di essere i suoi amici.

“Bisogna dire, “attenzione, in Francia è come in Germania, c’è un movimento sotterraneo!” La sinistra adora queste cose”.

Come avviene spesso con simili avventurieri, geniali ma inconcludenti e sbruffoni, Guillaume Faye si è subito vantato dei suoi progetti proprio con alcuni dei suoi camerati, che hanno pensato bene a registrare la sua chiacchierata.

La pubblicazione della sua chiacchierata [4] non ha scalfito più di tanto Guillaume Faye: quando Alain De Benoist gli aveva scritto – in un altro contesto – chiedendogli se credeva davvero a ciò che diceva, Guillaume Faye aveva risposto onestamente, “aspetta, io combino dei canular“, un termine che indica all’incirca beffa o scherzo molto pesante.

Tra il 1986 e il 1993, è uscito in Francia il mensile Gaie France Magazine, pubblicato  dalle “Edizioni della Fiamma Pagana”, che sosteneva di rivolgersi a un pubblico colto “che amava guardare giovani persone“. L’editore, Michel Caignet, fu condannato alcuni anni dopo a quattro anni di carcere per diffusione di materiale pedopornografico.

I razzisti hanno spesso due pesi e due misure: il signor Caignet non esitava, pare, a rivolgersi a giovanissimi colombiani per soddisfare le sue curiosità visive. Proprio come Pim Fortuyn, che si vantava di far uso di giovani maghrebini.

Il fatto di cronaca sarebbe piuttosto irrilevante, se non ci rivelasse qualcosa dell’atteggiamento verso la vita di un circolo di persone che non agiscono per ideali, giusti o sbagliati, ma perché si sentono in diritto di fare ciò che vogliono agli altri.

Gaie France Magazine (4 ottobre 1986) ebbe occasione di intervistare Faye. Nel testo si usa il termine greco-classico di pédérastie, in riferimento all’utilizzo di adolescenti nell’antica Grecia:

“Domanda : La pederastia è il grande tabù del mondo moderno. Occorre condannarla?

Risposta [di Guillaume Faye]: Tutti i comportamenti sessuali mi sembrano accettabili. Il problema è l’uso dei piaceri come pratica e affermazione di sé. I moderni condannano la pederastia, ma attraverso di essa, condannano una concezione pagana e inegalitaria della sessualità e un sistema di trasmissione di valori in concorrenza con il loro. Condannare la pederastia: in nome di cosa?[5]

La beffa attuale di Guillaume Faye, che a suo tempo è stato anche segretario generale dell’Association de défense des travailleurs immigrés arabes en Europe e autore di scritti terzomondisti, consiste  nell’incitazione alla guerra razziale dell’Uomo Bianco contro gli immigrati: vi rimando al vecchio blog per i dettagli sulla grandiosa costruzione ideologica con cui sostiene il suo ultimo canular.[6]

Brevemente, per Faye, siamo sull’orlo di una catastrofe di proporzioni storiche, accompagnata da una tremenda guerra etnica da cui dovrà uscire un ferreo dominio dell’Homme Blanc europeo, una sorta di feudalesimo fantascientifico e ateo, dedito alle più ardite sperimentazioni di biotecnica.[7]

Un’idea affascinante per tanti giovani militanti delle destre europee, che li fa uscire dallo sterile culto della memoria e dal conservatorismo più o meno clericale e dona loro, finalmente, un progetto a lungo termine.

Guillaume Faye è più portato agli eccessi personali che all’attivismo politico, per cui non è certo in grado di svolgere un ruolo organizzativo. Comunque è entrato come membro fondatore dell’Alliance pour les Libertés (APL) di Jean-François Touzé, Lazare Zylbergleitt ed Étienne Lévy. L’APL è un’organizzazione che ha come simbolo la statua della libertà statunitense, propone la liberalizzazione economica e sostiene la partecipazione francese alla NATO. Da buoni francesi, dichiarano che l’organizzazione

“difenderà senza sosta il principio di laicità

ma

“L’Alliance pour les libertés si riconosce nei valori essenziali della civiltà giudeocristiana che si propone di difendere e di promuovere.

L’Alliance pour les libertés afferma il proprio attaccamento alla comunità euroatlantica e la propria totale solidarietà verso lo Stato d’Israele”.

Lo scorso 6 giugno, Touzé ha partecipato a una manifestazione del gruppo paramilitare Ligue de Défense Juive, il modello delle varie Defence League islamofobe che stanno sorgendo in Europa, per annunciare, “nous sommes tous des israeliens!

Gli Identitaires sono ancora molto giovani e non particolarmente portati alla riflessione intellettuale: in questi anni, hanno cambiato più volte idea, abbandonando gradualmente il loro originale antisionismo e antiamericanismo.

Sui loro siti, si trova un bizzarro intreccio di esaltazione della Resistenza antinazista come modello della resistenza antislamica (a Savoia, gli Identitaire si chiamano “Maquisard”), di localismo, di paganesimo, di cattolicesimo, di anticapitalismo, di opposizione alla precarietà; tutto però subordinato all’ostilità all’immigrazione. Ma poiché quest’ultima finisce per essere l’unica questione, rende sterili tutte le altre.

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Giovani Identitaire commemorano i partigiani della Savoia che hanno combattuto contro i carri armati tedeschi con lo stesso spirito con cui loro combattono i kebabbari

C’è però un elemento importante: il più Stato di tutti gli Stati, quello francese, è in profonda crisi, e trascina con sé nel baratro il nazionalismo francese, caratteristico di generazioni di destre e di sinistre. Ma gli Identitari, proprio perché hanno come orizzonte gli “uomini bianchi” in generale, non hanno bisogno del nazionalismo francese, e anzi colgono perfettamente la grande onda di localismi.

Anche in Italia, Guillaume Faye ha influenzato profondamente gli ambienti della cosiddetta Destra Radicale, sia dentro che fuori la Lega Nord: basta vedere la diffusione del termine “identitario” o di espressioni come “archeofuturismo”. Questa influenza ha portato a una certa collaborazione tra gli Identitaire e alcune organizzazioni italiane: Mario Borghezio ha rappresentato la Lega Nord all’ultimo convegno degli Identitaire a Orange nel 2009, e ha partecipato lo scorso 11 novembre a Parigi al convegno di Synthèse Nationale, su posizioni assai simili.

Fabrice Robert ha creato un’agenzia internazionale in rete, Novopress Internazionale, con redazioni in Francia, Italia, Portogallo, Quebec, Spagna. Svizzera, Catalogna, Bretagna e Fiandre; e gli italiani vi troveranno le più varie voci della cosiddetta destra radicale italiana, da Casa Pound a Forza Nuova. Non c’è un complotto in questo, né c’è coincidenza di idee – Forza Nuova non sposa il laicismo alla Faye e Casa Pound non è certamente un gruppo razzista; ma ognuno di loro è complice dal momento in cui non fa chiarezza sui conflitti fondamentali dei nostri tempi.

Gli Identitaire sono quattro gatti, giovani e senza particolari appoggi. Ma agiscono con soprendente intelligenza, in un contesto particolare di crisi, che ben conosciamo. Sanno comunicare in modo scanzonato e vivace. Proprio perché sono un gruppo piccolo, riescono a manovrare in tempi più veloci, usando uno stile che è oggi più in sintonia con la società di quello dei movimenti di sinistra. Leggerezza e flessibilità sono le caratteristiche vincenti ai tempi del Grande Spettacolo; e gli Identitaire, come vedremo, sanno fare spettacolo.[8]

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Un manifesto degli Identitaire

Queste abilità hanno permesso agli Identitaire di tessere un’alleanza davvero straordinaria, come vedremo presto.

Un’alleanza resa possibile, però da circostanze altrettanto straordinarie.

(Continua…)

NOTE:

[1] Non uso neofascista come insulto. Constato semplicemente che chi pensa sette giorni la settimana alla Seconda Guerra Mondiale è un neofascista.

[2] La tesi di Felice Vinci è interessante, sia perché dimostra dove possa andare a finire un bravo tecnico in perfetta buona fede quando si cimenta con una materia non sua, come la storia o la filologia; sia perché è caratteristico del neofascismo italiano vivere in un doppio tempo mitologico – gli anni della Seconda Guerra Mondiale e tempi protostorici, che poi vengono ricostruiti per inserirsi in narrazioni assai discutibili, come quella di Julius Evola.

[3] Il testo fondamentale di Guillaume Faye, Archeofuturismo, si può scaricare in italiano dal sito Uomo Libero di Mario Consoli e Piero Sella. Sullo stesso sito si può leggere il testo in francese – cui fa riferimento Luyt – de La colonisation de l’Europe, sempre di Guillaume Faye. L’Uomo Libero è uno dei pochi siti neofascisti di un certo livello culturale ad aver da sempre posto in primo piano la questione della “razza”.

[4] Ho avuto anch’io una chiacchierata, perfettamente analoga, con Guillaume Faye, che evidentemente è più monotono di quanto vorrebbe far credere. Ma non avevo con me un registratore.

[5] Non lo citiamo per scandalizzare (anzi, è probabilmente proprio ciò che voleva fare Faye), ma per notare come certi ambienti concilino il cinismo più spregiudicato con una manipolazione altrettanto spregiudicata di tutte le paure e i luoghi comuni del perbenismo di massa.

[6] La storia della destra radicale francese è estremamente complessa e quindi semplifico: ciò che dico vale sia per la specifica organizzazione Bloc Identitaire, sia per una più vasta area di gruppi francesi che si autodefiniscono “identitaire“.

[7] E’ significativo di certi smottamenti mondiali, il fatto che Guillaume Faye abbia parlato davanti a membri dell’Associazione Francia-Israele nel 2004 e nel 2006 sia stato ospite (assieme a Nick Griffin) del convegno di American Renaissance. Questa organizzazione, diretta da Jared Taylor,  sostiene la natura razziale dei conflitti, ma inserisce anche gli ebrei nell’eletta categoria dei bianchi, suscitando non pochi mugugni tra i suoi amici melaninodeficienti. Jared Taylor collabora con il professore di New York, Michael Levin, autore di Why Race Matters: Race Differences and What They Mean, l’ennesimo trattato a dimostrare che i neri americani sono poveri e carcerati, i neri hanno un basso IQ, e quindi è bene che restino poveri e carcerati.

Alla base di un simile pensiero, non c’è solo il rifiuto di analizzare seriamente i fattori sociali. C’è anche il culto che la Civiltà dei Geometri ha del metodo statistico che trasforma ogni qualità in quantità; c’è la feticizzazione del quoziente intellettivo, il grande meccanismo selettivo con cui il capitalismo dichiara oggettivo e assoluto il conformismo produttivo; c’è l’idea calvinista della produttività economica e del comportamento perbene come criterio esistenziale.

Il mito dell’Uomo Bianco, tipicamente statunitense, riprende infatti la fantasia calvinista della predestinazione: Dio ti ha fatto il dono di farti nascere nel Suo paese, e tu hai fallito la prova. Perché Dio stesso ti aveva predestinato a fallirla, eppure la colpa resta tua (Sinodo di Dort, 1618).

David Horowitz, forse il più influente islamofobo al mondo grazie al suo sito Fronte Page Magazine, definisce Jared Taylor “autore di un pionieristico libro politicamente scorretto sulla razza… un individuo molto sveglio e coraggioso… un uomo molto intelligente e di saldi principi.”

[8] Sul movimento degli identitaires, c’è un pacato studio critico di Reflexes.

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102 risposte a Parigi: neonazisti, sionisti, liberisti New Age, femministe, gay e ultrà cattolici tutti insieme contro i musulmani francesi. Guillaume Faye e gli Identitaire

  1. Z. scrive:

    Ci andrei piano a perculeggiare la tesi dell’Odissea baltica, che mi risulta sia stata dichiarata verosimile da Rosa Calzecchi Onesti…

    Z.

    • Peucezio scrive:

      Allora Rosa Calzecchi Onesti si è rimbambita.

      A parte questo, articolo molto interessante (anche nei commenti, che val la pena di leggere).

    • PinoMamet scrive:

      Z.

      fìdati, sono del mestiere: è assolutamente inverosimile.
      è una di quelle tesi, come dire, “a fondale teatrale”: da lontano sembra convincente, meglio, affascinante; da vicino, a un’analisi appena appena approfondita, si capisce che è ‘na roba finta.

      • mirkhond scrive:

        Per Pino Mamet

        Ho l’impressione che in certi ambienti “filo-norreni”, dia fastidio l’idea che un’epopea indoeuropea possa essersi svolta nell’Egeo tra popolazioni antropologicamente mediterranee e armenoidi.
        ciao

        • PinoMamet scrive:

          Guarda, senza bisogno di scomodare certi esaltati alla Stormfront, devo dire che amici miei mi raccontano di essere stati colpiti da un certo disprezzo nemmeno tanto dissimulato che i sempre mitizzati scandinavi mostravano verso i popoli mediterranei. Si tratta di impressioni, ma chissà.

          Poi ovviamente ci sono quelli pronti a spergiurare che gli antichi Greci e Romani non avevano nulla ma proprio nulla a che fare “razzialmente” con quelli di oggi
          (la loro controparte sono i neri americani che spergiurano che gli Egizi antichi erano neri e non avevano nulla a che fare con quelli di oggi…) ma si tratta appunto di esaltati.

          Mi stupisce di più la popolarità di questa tesi baltica qui in Italia!
          Abbiamo talmente introiettato l’assurdità della “superiorità nordica”, che ormai molti italiani accettano qualunque tesi vada in questa direzione per riflesso condizionato.

          Ciao!

          • mirkhond scrive:

            Condivido totalmente ciò che dici.
            Penso che sia infatti l’eccessivo filo-nordismo delle nostre genti ad introiettare tali cazzate.
            Un pò come le brune che si tingono bionde (chi l’ha detto che biondo è sempre sinonimo di bello?), o molti miei concittadini che ti guardano con aria schifata se parli delle radici illiriche della Puglia e per Illiri fai riferimento agli Albanesi.
            Ah, questo filo-nordismo esagerato!
            ciao

          • Francesco scrive:

            sarà mica il giusto contrappasso per il disprezzo che all’epoca Greci e Romani nutrivano per i villici nordici?

            anzi, manco l’agricoltura conoscevano, quei barbari semi-bestiali?

            mi pare si dia troppa importanza a queste identità etniche, preferisco le dispute politiche o religiose (o calcistiche)

            • mirkhond scrive:

              Si, ma in questo caso ci si riferiva a mediterranei in ginocchio davanti al Nord e che ODIANO SE STESSI.
              ciao

              • Francesco scrive:

                ossignur, la categoria neo-con dei self hating Jews (o Westerners) ha figliato con i self hating terrons?

                non fosse che conosco molti cattolici ansiosissimi di vendere il proprio (e il mio) deretano al primo Scalfari che passa, supporrei un problema inconscio

                ?

        • PinoMamet scrive:

          Dimenticavo:
          scandinavi, o persone di ascendenza germanico-scandinava, hanno disseminato il Nord America di falsi reperti “vichinghi” di maggiore o minore ingenuità o sofisticazione, prima di riuscire finalmente a trovare un insediamento vichingo a quanto pare autentico (L’Anse aux Meadows, se ricordo bene il nome) sul continente americano.

          Che l’America fosse stata scoperta da un italiano (e da spagnoli) proprio non gli andava giù.

          • mirkhond scrive:

            Infatti l’Anse aux Meadows fu l’UNICO insediamento norvegese stabile in America, ma durò pochi anni. Bastò la comparsa dei confinanti Algonchini e far sloggiare i Norreni.
            I quali poi non erano i guerrieri-pirati dagli elmi cornuti dell’immaginario, ma contadini.
            Pare che il presidente Johnson nel 1968, proclamasse il 9 ottobre giorno della scoperta dell’America, riferendosi appunto allo sbarco di Leif Eriksson.
            Questo era un messaggio antilatino e anticattolico, anche se, pare,sull’ultimo aspetto, nessuno aveva avvertito il presidente che Leif Eriksson e i coloni norvegesi che lo seguivano (circa 75-90 persone, stando ai ritrovamenti dell’Anse aux Meadows), Leif e i suoi, dicevo, erano CATTOLICI, sebbene di recentissima conversione.
            ciao

        • Dif scrive:

          Ciao a tutti, è la seconda volta che commento, scusate se “riesumo” questo post, ma l’ ho trovato girovagando per il sito. Anch’io ho letto “Omero nel Baltico” e devo dire che sono rimasto davvero impressionato da alcune particolari che, mentre nel Mediterraneo non hanno senso, nel Baltico quadrano perfettamente. Poi magari sarà tutta una panzana, infatti sulla sua veridicità o meno non mi esprimo. Quello che mi ha colpito dei vostri commenti peró è il fatto che vedete “vichinghi” ovunque. Cioè, se io ho apprezzato questo libro non è certo perchè disprezzo i mediterranei, se Omero fosse armenoide o “ariano” non me ne frega niente. Poi certo ci sarà qualcuno che può leggere questo libro in chiave “nordista”, ma saranno di certo una minoranza. Anche riguardo i Vichinghi in Nord America: se ci sono arrivati prima di Colombo è un dato di fatto, non un dispetto ai latini. Poi il fatto che questa scoperta sia stata ben presto dimenticata avete perfettamente ragione. Per concludere, secondo me bisognerebbe abbandonare questa visione dei popoli nordici che abbiamo qui in Italia, e che piace tanto ai loro ammiratori cosi come ai loro detrattori: l’ immagine di guerrieri con elmi cornuti, sempre a combattere lupi e a tracannare birra, ostentatamente virili. Tra un contadino dell’ età del bronzo scandinavo e un suo contemporaneo italico non c’ era alcuna differenza, tranne il colore degli occhi e dei capelli, cosa di cui, visto che siamo nel XXI secolo, non ce ne dovrebbe fregare niente.
          Saluti, Dif.

        • PinoMamet scrive:

          Ciao Dif,
          io uso il termine “vichinghi” in senso ironico, comunque mi sfuggono i particolari che avrebbero senso nel Baltico e non nel Mediterraneo.

          Tipo?

          ciao!

          PS
          Fìdati: Omero nel Baltico è una simpatica, divertente, affascinante, cazzata.

        • Dif scrive:

          Guarda, sulla veridicità o meno delle teorie di Vinci non mi esprimo, dico solo che alcune cose mi hanno colpito: ad esempio è innegabile la somiglianza dell’ arcipelago a sud dell’ isola di Fionia con quello descritto da Omero. Omero parla di Dulichio, l’ isola lunga: in Danimarca c’è Langeland, nelle isole Ionie niente del genere. Oppure Scilla e Cariddi: nelle isole Lofoten c’ è il Mælström, nello Stretto di Messina un gorgo del genere non si è mai visto. Peró ripeto, sono solo piccole curiosità, magari coincidenze, ma che sono effettivamente affascinanti. La cosa che non capisco è peró perche alcuni utenti invece di prendere questo libro per quello che è, un simpatico tentativo da parte di un dilettante, lo vedono come uno strumento della propaganda nordica, volta a esprimere la propria superiorità su quella Mediterranea. In generale credo che comunque le antiche culture scandinave non fossero così barbare come le si dipinge alle nostre latitudini, e non ci vedo niente di razzista no sostenerlo. Detto da uno che non sopporta celtari e vichingoidi vari 🙂

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Il Vinland fu ricordato molto più a lungo di quanto si crede. Un vescovo islandese, tale Eric, ci lavorò per molti anni nell’opera di conversione dei nativi (fallimentare, evidentemente, ma quasi sicuramente si occupò più dei coloni che dei nativi) e parliamo di pieno XII secolo.
          http://en.wikipedia.org/wiki/Eric_%28bishop%29
          Secondo alcune teorie sulla scomparsa degli insediamenti groenlandesi (inizio XV secolo) i nordici dell’insediamento orientale potrebbero aver fatto rotta per il Vinland, anche se manca qualsiasi prova del loro passaggio. E dunque si ritiene che siano tornati in Islanda o che siano stati sterminati dagli Inuit.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Uhm… i nordici non si erano ancora spinti così a Nord all’epoca di Omero: da quelle parti c’erano ancora le popolazioni finniche.

        • PinoMamet scrive:

          ” In generale credo che comunque le antiche culture scandinave non fossero così barbare come le si dipinge alle nostre latitudini, e non ci vedo niente di razzista no sostenerlo. ”

          ma sono assolutamente d’accordo con te.
          Solo ritengo che vadano apprezzate per quello che erano e che hanno fatto (l’Edda di Snorri, per esempio) non per quello che non erano e non hanno fatto (l’Odissea di Omero, per esempio).

          Omero comunque scrive quasi millecinquento anni prima delle prime attestazioni delle lingue norrene, e comunque non pare proprio che gli antenati dei Greci siano mai vissuti sul Baltico, il che taglia la testa al toro.

          La smania di attribuirsi le “glorie” altrui non è sempre razzista (molto spesso sì), ma di certo è nazionalista: pensa al povero Colombo, che nonostante abbia lasciato scritto di suo pugno che era genovese, continua a venire strattonato e c’è chi spergiura che fosse catalano, castigliano, portoghese, provenzale, greco (oppuree spagnolo ebreo, portoghese ebreo, greco ebreo…) e credo anche turco e chissà che altro.

      • Z. scrive:

        Pino,

        lungi dal voler svilire la tua cultura personale e professionale, sia chiaro. Non è il mio campo, non fingo che lo sia e personalmente non ho certo elementi per stabilire chi abbia torto e chi ragione.

        Però anche la Calzecchi Onesti, a quanto ricordo, è del mestiere.

        E poi, le Norne…

        Z.

        PS: Anche di Giugni si disse che si era rimbambito, quando sostenne la necessietà di superare l’obbligo di reintegrazione del lavoratore ingiustamente licenziato. Ma se devo scegliere tra lui e Cofferati non ho molti dubbi…

  2. mirkhond scrive:

    Il nuovo bipolarismo.
    Quanto a Felice Vinci non è il primo di questi affascinanti dilettanti allo sbaraglio dell’esegesi testuale e della storia.
    C’è chi colloca l’Eden nel Balawaristan, nella valle di Hunza alle pendici del Karakorum, stiracchiando e giocando con le etimologie per dimostrare che il Tigri e l’Eufrate e i misteriosi Gihon e Pison in realtà sono …l’Indo, il Gange, l’Amu Darya e il Tarim!

  3. Athanasius scrive:

    L’esistenza di stronzi di questo genere (o di coalizioni di stronzi, come in questo caso) è una delle cause che mi ha reso filoislamico in un certo senso.

  4. mirkhond scrive:

    Il fatto è che se questo nuovo bipolarismo andrà sempre più avanti come temo, si sarà sempre di più costretti a schierarsi con uno dei due.

    • Peucezio scrive:

      Ma a quali due poli ti riferisci, per la precisione?

      • mirkhond scrive:

        Per difenderti dai musulmani lurchi ti schieresti col fronte pedo-troio-femminista-minigonna-maschi cornuti&contenti per forza-sionista-wasp-catto-ciellino-capital-protestante-ariano filonorreno pisciato e razzista?
        Se non ci stai, dovresti schierarti col Mullah Omar?
        E’ questo il rischio che paventa l’articolo, se non si faranno i necessari distinguo quando, forse, si è ancora in tempo.
        Questo, almeno, è ciò che colgo dalla riflessione del Dott. Martinez…
        ciao

        • Peucezio scrive:

          Mah, chi vuole farsi polarizzare e arruolare, lo faccia: tanto peggio per lui.
          Io al massimo sto con quelli che arruolano, cioè che chiamano a raccolta anche i peggiori, se servono a uno scopo più importante, per poi dare loro un calcio nel deretano quando non servono più. Ti sembrerò cinico, ma d’altronde non è coi buoni sentimenti che si influenza la storia.
          Oltretutto non è che l’Occidente fino a ieri fosse il Paradiso dei Santi (che tra l’altro sarebbe pure un po’ noioso) e adesso sia diventato un puttanaio perché, per combattere l’islamismo, bisogna propugnare l’amore libero. Come sai, era un puttanaio anche prima e vent’anni fa lo era pure più di adesso. Quindi, se il laicismo, il libertinismo più sfrenato e l’individualismo, che ci hanno rotto le scatole finora senza servire a nulla, ora possono essere resi funzionali a qualcosa di buono, tanto di guadagnato.
          Tu mi dirai: dove sta scritto che combattere i mussulmani sia qualcosa di buono?
          Ovviamente la mia risposta sarà: combatterli a casa loro è quanto di più demente e rovinoso si possa fare, ma combatterli in casa nostra secondo me va fatto eccome.
          Ma non combattere i kebabbari (Miguel ha ragione in questo). Si tratta semmai, e questo sembra che ben pochi l’abbiano capito, combattere i loro difensori. Non quelli come te o Miguel, s’intende, ma quell’élite cosmpolita e parassitaria che persegue la globalizzazione degli uomini, delle merci, della cultura in nome di un turbo-capitalismo senza confini e senza vincoli geografici, razziali, religiosi e che, anche quando non lo fa consapevolmente e deliberatamente, risulta organicamente funzionale allo scopo di questo turbo-capitale e da esso viene finanziata e sostenuta.

          • mirkhond scrive:

            “quell’élite cosmpolita e parassitaria che persegue la globalizzazione degli uomini, delle merci, della cultura in nome di un turbo-capitalismo senza confini e senza vincoli geografici, razziali, religiosi e che, anche quando non lo fa consapevolmente e deliberatamente, risulta organicamente funzionale allo scopo di questo turbo-capitale e da esso viene finanziata e sostenuta.”

            Si, ma non pensi che quella STESSA élite, stia dietro anche ai peracottari troio-femministi difensori dell’Occidente?
            Divide ET impera….
            ciao

            • mirkhond scrive:

              E poi in nome di CHE COSA li combattiamo?
              Di Cristo?
              Della civiltà contadina che non esiste più?
              Io da borbonico vorrei stare con te, ma per combattere per i MIEI VALORI, la MIA STORIA, per ciò che AMO e vorrei che chi verrà dopo POTESSE AMARE come me.
              Ma il mondo che tu e io amiamo, il NOSTRO MONDO, è MORTO, ucciso dal progresso comunista e capitalista, dall’individualismo sfrenato e sfascia-amore e famiglia.
              Io sono orfano, ma se oggi dovessi proprio schierarmi con qualcuno, lo farei per quel piccolo, ma tenace lume di vero Cristianesimo aramaico, bistrattato e dimenticato da tutti, a cominciare dai “fratelli in Cristo” franchi, oppure con i rudi montanari del Balawaristan, che un giorno lontano di più di 2000 anni fa, ebbero PIETA’ e accolsero per sempre tra loro come fratelli, 5 sbandati appartenenti ad un esercito invasore proveniente da un lontanissimo paese ad OCCIDENTE da loro, esercito invasore che non aveva esitato a coprirsi di crimini nel suo cammino verso l’India.
              Quei remoti montanari dalla lingua misteriosa, unica al mondo e incomprensibile, e allora nè giudei, nè cristiani, nè musulmani, e con una fama di INOSPITALITA’, vinsero la guerra con l’amore….
              ciao

              • Peucezio scrive:

                Ti capisco.
                Ma, alla fin fine, la tua, come quella di altri che mi hanno fatto un’analoga obiezione, è un po’ la logica del tanto peggio tanto meglio: visto che il grosso di ciò che ci interessa è stato distrutto, lasciamo che si distrugga tutto.
                Forse è inevitabile che ciò accada, ma io on sono disposto a collaborarvi, nemmeno con una complicità passiva.
                Il discorso in ogni caso sarebbe lungo: le pagine di commento agli articoli del blog non sono lo spazio più adatto.

  5. maria scrive:

    il rosa per una certa sinistra che ha sostituito il concetto di giustizia sociale con l’esaltazione dei diritti dei consumatori individuali

    maria
    alla leopolda ho sentito dire da paola concia che i diritti civili e quelli sociali sono sullo stesso piano se non superiori!
    Molti a sinistra confondono e non si rendono conto che i diritti civili possono esistere anche in assenza di quelli sociali e che se fosse come dicono loro basterebbe il partito radicale.
    Il fondamento della sinistra , quello prioritario e fondante intendo,. riguarda la giustizia sociale , da lì parte tutto, perchè la giustizia comprende anche la libertà.

    • Peucezio scrive:

      Miguel dice: “il rosa per una certa sinistra che ha sostituito il concetto di giustizia sociale con l’esaltazione dei diritti dei consumatori individuali”.
      In generale è verissimo.
      Ma nel caso dell’atteggiamento verso l’Islam e le culture “immigrate” in genere, non ho quest’impressione. La sinistra semmai mi sembra che abbia tradito il suo laicismo e la sua tradizionale ostilità verso le religioni per cavalcare il filo-immigrazionismo senza “se” e senza “ma”, pur di attaccate qualsiasi valore identitario, reale o fittizio che sia. In realtà è un tradimento solo in parte, perché, se lo scopo è fare sì che un nemico storico come il cattolicesimo (parlo della sinistra italiana) venga eroso progressivamente da altri culti, la strategia non è sbagliata, solo che il risultato è per loro peggiore del male da combattere, perché il giorno in cui si creasse nei paesi occidentali una sorta di teocrazia islamica 1) non ne sarebbero felici, 2) farebbero una brutta fine.
      A me sembra piuttosto evidente che il femminismo, quando si traduce in ostilità verso le tradizioni degli immigrati in tema di rapporti fra i sessi, è appannaggio molto più della destra (con le contraddizioni che ciò comporta anche da questa parte e che lo stesso Miguel mette spesso in luce) che non della sinistra.
      La sinistra semmai difende una velleitaria e generica integrazione, secondo cui l’immigrato dovrebbe adeguarsi alle nostre leggi e principi di convivenza mantenendo pressoché intatto tutto il suo retaggio culturale, religioso e antropologico (tranne gli aspetti palesemente violenti), ma ciò non tanto con le sue forze, ma grazie all’aiuto decisivo dei servizi sociali e delle altre eventuali provvidenze dello stato (che per loro sono la panacea di ogni male e il mondo non gira bene solo perché non sono finanziate a sufficienza, altrimenti ogni piaga dell’umanità sarebbe sconfitta da assistenti sociali, assessori, sociologi, insegnanti ecc.). In sostanza si chiede allo straniero di essere e non essere sé stesso allo stesso tempo, con la tipica coincidentia oppositorum tipica del pensiero buonista italiano contemporaneo, ma ciò solo sul piano teorico, programmatico, mentre su quello pratico, siccome non è lui che deve farlo (il che è realistico), ma gli altri, le istituzioni italiane (il che lo è molto meno: per quanti danni siano capaci di fare gli assistenti sociali, non riescono a far diventare un marocchino né meno islamico, né meno maschilista, auspicabili o meno che siano tali scopi), il risultato è che, se fosse per la sinistra, lo straniero potrebbe fare praticamente tutto quello che vuole (ammenoché non dà fastidio, davvero o nella fantasia, ad americani o ebrei, perché in quel caso il servilismo verso il potente può più di qualunque dottrina buonista e integrazionista e tutti siamo chiamati alla difesa dei valori dell’Occidente del cazzo).

      • Francesco scrive:

        Quasi d’accordo con te!

        Essere e non essere se stesso allo stesso tempo è la condizione naturale di qualunque immigrato, mica una fola della sinistra. A differenza della fede inconcussa nell’assistenza sociale e nelle tasse.

        Miguel è un americano in Italia, diverso da quelli rimasti là dal mare e da noi autoctoni. Mica muore per questo.

        Il problema è trovare una maniera di vivere tra autoctoni (che già cambiano solo perchè il vicino è cinese e non di Brescia) e nuovi arrivati, evitando le vaccate tedesche o inglesi.

        A me piace moltissimo il risultato USA, forse possibile perchè gli USA sono un’ideologia a cui si aderisce emigrandovi. Però li invidio.

        Ciao

  6. mirkhond scrive:

    Augusto Del Noce diceva che il Partito Comunista, nato per combattere la borghesia, ne sarebbe diventato una delle componenti più SALDE ED ESSENZIALI.
    In questo mi sembra che sia stato un buon profeta….

  7. Claudio Martini scrive:

    per Mirkhond: complimenti per la citazione di Del Noce. Una boccata d’aria benefica.

    per Miguel: complimenti e basta. “…atteggiamento verso la vita di un circolo di persone che non agiscono per ideali, giusti o sbagliati, ma perché si sentono in diritto di fare ciò che vogliono agli altri.” Credo che verrà fuori un gran bel lavoro, degno di una “recinzione”, che purtroppo non sono in grado di fare.

    In questi assurdi tempi si deve difendere l’Islam, se si vuole difendere il genere umano. E dire che sull’Islam politico ho le stesse idee di Michel Aflaq e Samir Amin.

    Saluti, caro Miguel. Spero che il 18 tu non sia Parigi, bensì a Bologna.

  8. p scrive:

    L’europa conta poco e sarà destinata a contare sempre meno. per me, non ci spreco una lacrima. La clinton va in cina e le dicono a muso duro ciò che pensano della politica economica americana, obama va in india e si porta appresso un nugolo di industriali vogliosi di fare affari con quel paese. Inconcepibile, anche solo dieci anni fa. E questi si fanno le pippe sull’uomo bianco europeo?p

  9. Moi scrive:

    Un momento : fermi tutti !

    Se come Capro Espiatorio Universale prendiamo gli Zingari direi che persino i Musulmani (nel senso più generico possibile) possano essere arruolati a difendere il “Grande Noi” …

  10. Martin V. scrive:

    Premetto che non sono uno specialista, ma il libro di Vinci lo lessi anni fa e la tesi non mi sembrò assurda. Il fatto che l’evento storico (piuttosto banale alla fine, una faida…) abbia avuto luogo in un mare diverso dal Mediterraneo e che la trasmissione orale possa essere migrata a sud dove è stata infine messa per iscritto non è a priori assurda. E non ci vedrei neppure una volontà di esaltare il Nord (mitico o meno) ai danni del Sud. Omero era un greco, e scrisse in greco… Iliade e Odissea restano il frutto della cultura mediterranea.

    In fondo, il fatto che la battglia di Roncisvalle si fosse svolta tra baschi e franchi ben lontano dalla Sicilia, nulla toglie al fascino dei pupi e dei cantastorie…

    • Moi scrive:

      Penso che i ” Vikinghi ” 😉 razzisti abbiano pensato : se i “Saraceni” hanno fatto la sparata (notizie attestate !) che Leonardo Da Vinci e William Shakespeare [“Sheik Shepir / Shefir “] fossero segretamente Arabi … perché noi non possiamo “prenderci” Omero in versione Bardo Nordico ?

      Mi viene da rispondere a tutti costoro con una vecchia battuta :

      ” Gesù era Italiano : figlio unico, a 30 anni ancora in casa dai Suoi che lo mantenevano e lo credevano un Dio … e convinto lui che sua madre fosse sempre vergine “.

    • PinoMamet scrive:

      Aridaje…

      allora, mettiamola così: all’epoca dei fatti raccontati da Omero, anzi, anche all’epoca di Omero, sul Baltico non ci stava nessuno che parlasse lingue norrene (sviluppatesi come tali nell’Alto Medioevo), anzi, ci stava pochissima gente in generale;
      quindi nessuno che potesse dare ai luoghi del Baltico nomi “simili” a quelli usati da Omero, quindi nessuno che sia migrato a Sud con la storia contenente quei nomi.
      Tra l’altro, i Greci non arrivavano dal Baltico, fino a prova contraria.

      Tolto l’argomento principale della tesi “baltica”, il resto sono stronzate (“i greci che si mettono il mantello! ma come, sul Mediterraneo dove si sa c’è sempre caldo!” ma allora la storia deve venire da Nord!”) e falsità (Omero che usa la kenningar…)

      Ciao!

      • Moi scrive:

        Sul Gesù non-più-Ebreo ci sono altre versioni

        Californiano :

        Non si tagliava mai i capelli. Era sempre scalzo. Ha inventato una nuova religione.

        Portoricano :

        Si chiamava Jesus. Aveva costantemente guai con la legge. Sua madre non era sicura di chi fosse suo padre.

        Irlandese :

        Non si è mai sposato Non ha mai avuto un lavoro fisso. La sua ultima richiesta è stata qualcosa da bere.

      • Moi scrive:

        Penso che l’ unico infinitesimale fondo di verità sia che Erodoto (?) viaggiò fino al Baltico ove incontrò il popolo degli Estoni (“Barbari dal tipico mantello nero”, descritti). Fino al crollo dell’ URSS nessuno (o quasi) ne ha più sentito riparlare …

  11. Pingback: Parigi: neonazisti, sionisti, liberisti New Age, femministe, gay e ultrà cattolici tutti insieme contro i musulmani francesi. Guillaume Faye e gli Identitaire- Rivistaeuropea

  12. Moi scrive:

    Tornando al topic principale … penso che in Italia la dimensione storica della politica sia stata congelata dal “Berlusconi sì / Berlusconi no” : nonostante tutto quel casino carnevalesco che fa la Lega, il discorso ” Clash of Civilizations “, così forte nel resto d’ Europa, è tutto sommato rinviato al fatidico “DopoBerlusconi”.

  13. mirkhond scrive:

    “Tolto l’argomento principale della tesi “baltica”, il resto sono stronzate (“i greci che si mettono il mantello! ma come, sul Mediterraneo dove si sa c’è sempre caldo!” ma allora la storia deve venire da Nord!”) e falsità (Omero che usa la kenningar…)”

    E dimenticando che nella Troade gli inverni sono FREDDI e VENTILATI.
    Se non mi sbaglio si diceva : Ilio la VENTOSA!
    ciao

  14. mirkhond scrive:

    Per Pino Mamet

    Ti risulta che i Micenei provenivano dall’Europa centrale, da dove poi migrarono in Grecia intorno al 1900 a.C. ?
    ciao

    • PinoMamet scrive:

      Tutte le storie di etnogenesi sono complesse e dibattute; penso sia probabile che almeno una componente dei Greci sia giunta da Nord, dai Balcani o dall’Europa centrale, ma quantificare la sua entità e il suo “peso” sulle popolazioni pre-esistenti è piuttosto difficile.
      A livello culturale, è certo che hanno imparato moltissimo dai Minoici e dai popoli dell’Anatolia, e forse anche da altri.
      A livello genetico, Dio sa.

      Ciao!

      • Peucezio scrive:

        Da nord (non dal Baltico, ovviamente) veniva probabilmente la lingua coi suoi portatori. Che apporto abbiano dato a livello genetico è difficile sapere. Io credo non molto, ma non escludo che le componenti brachicefale e spesso depigmentate tipiche soprattutto delle zone storicamente doriche e greche-nordoccidentali possano dipendere da quell’apporto. Ma il fatto che la cosiddetta razza dinarica (di tale componente infatti parliamo) sia da identificare con gli indoeuropei e non magari con una popolazione preesistente indoeuropeizzatasi e poi espansasi verso sud, è tutto da dimostrare.
        E’ vero comunque che i brachicefali di alta statura della parte occidentale della Penisola Balcanica difficilmente sono autoctoni, visto che nel neolitico si diffuse, dal Vicino Oriente nei Balcani, una popolazione dolicocefala e dalla corporatura minuta (pedomorfa, cioè assomigliavano ai bambini) di tipo schiettamente mediterraneo, che non è molto dissimile da quella che troviamo ora nell’Italia meridionale, nella Penisola Iberica e, probabilmente in forme molto più pure, in Sardegna.

  15. Miguel Martinez scrive:

    Però, notevole come sempre il livello dei commenti!

    Per quanto riguarda la Rosa Calzecchi Onesti… conoscevo vagamente il nome, vedo che nel 1963 ha tradotto i testi omerici, non ho tempo per cercare altre informazioni, troppo poco per dare un vero giudizio; consentitemi quindi una pura e semplice ipotesi, che sono prontissimo a rimangiarmi.

    Il Classicista Italiano, educato a scuola decenni fa da docenti a loro volta educati molti decenni prima, credo che sia soprattutto un Letterato: cioè una persona che ritiene che esista una sfera a sé delle Cose Spirituali. Che non coincide con la religione – il Classicista Italiano è spesso liberale-laicista-risorgimentale, solo talvolta cattolico.

    Le Cose Spirituali – filosofia, poesia, art for art’s sake – sono ciò che distinguono l’Uomo (la profusione di maiuscole non è casuale) dalla bestia materialista: categoria quest’ultima che comprende facchini, imprenditori e genetisti.

    Al di là del mio tono, non è una categoria che disprezzo. Probabilmente può produrre della bellissima letteratura.

    Ma – e penso alle mie eccellenti professoresse di latino e greco – non capisce e non vuole capire nulla di linguistica generale, di glottologia, di archeologia, di climatologia o di tutte le altre scienze che ci vogliono per affrontare una questione come quella di “Omero nel Baltico”.

  16. Z. scrive:

    OT:

    secondo Il Giornale, Assange ha copiato le sue rivelazioni dai giornali italiani di sinistra.

    Secondo me l’articolista in questione era il nostro buon Francesco 😉

    Z.

    • Francesco scrive:

      e non mi hanno pagato! 🙁

      in effetti, vista la faccia da sfigata dell’Iowa, il sospetto che la vice-ambasciatrice non capisse nulla e delegasse agli articoli di Repubblica mi è venuto molto forte 😐

      quasi quasi mi piace il Berluscono filo-russo che cerca di procurarci petrolio e gas facendo irritare gli americani … possiamo usarlo contro Fini? 😀

      PS ma chi lo manovra Assange? come mai è ancora tra noi? non riesco a capire.

  17. Daouda scrive:

    Miguel non sarebbe più facile scrivere che le varie squadre in campo ( compreso lo PSEUDO Islam fondamentalista e socialisteggiante ) ESEGUONO le direttive del Principe di questo mondo e rispondono quindi a determinati “agenti”?

    Tante squadre, un’unico campo, un’unico obiettivo. Tanti obiettivi , tanti “campi”, un’unica squadra.

    Saluti

  18. Pingback: Parigi: neonazisti, sionisti, liberisti New Age, femministe, gay e ultrà cattolici tutti insieme contro i musulmani francesi. Perché l’islamofobia unisce | Kelebek Blog

  19. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “La sinistra semmai mi sembra che abbia tradito il suo laicismo e la sua tradizionale ostilità verso le religioni per cavalcare il filo-immigrazionismo senza “se” e senza “ma”, pur di attaccate qualsiasi valore identitario, reale o fittizio che sia.”

    Questo è un argomento su cui siamo in profondo disaccordo. Non sull’interpretazione da dare ai fatti, che sarebbe normale, ma proprio sull’esistenza del fatto stesso.

    Io vedo una sinistra ufficiale e di governo, e frazioni extraparlamentari. E’ una divisione imprecisa per due motivi – il termine “extraparlamentare” è un po’ datato, e c’è oggi una grande fascia intermedia di persone che pensano in modo “extra” ma votano “parlamentare”. Comunque dovrebbe bastare per capirci.

    Tra gli “extraparlamentari”, ci sono sicuramente discorsi sui negri immaginati come bianchi, cioè sull’idea dell’immigrato come “individuo come noi, che si deve comportare come noi e deve divertirsi come noi”.

    Appena fai vedere un hijab alla maggior parte dei sinistri-extraparlamentari, diventano come Oriana Fallaci. Non tutti, non sempre, ma molto, molto spesso.

    In fondo, l’estrema sinistra campa di furibonde discriminazioni persino all’interno delle correnti dei trotzkisti; figuriamoci se non discriminano, nei fatti, contro gente strana come i musulmani. Che hanno meno probabilità di contare qualcosa nella sinistra extraparlamentare di quanta ne avrebbe uno zingaro in Forza Nuova.

    Certo, tutto questo accompagnato da grandi canti sull’Universalità e sul fatto che Tutti Siamo Fratelli, ma le parole lasciano il tempo che trovano. Come quando Socialismo Rivoluzionario ha lanciato la grande campagna per i diritti degli immigrati, escludendo gli stessi immigrati dal partecipare perché c’era il rischio che prevalessero “elementi di destra”.

    L’Occidentalismo – certo non cattolico – dell’estrema sinistra fa paura.

    Tra i “parlamentari”, c’è una lunga abitudine sindacale alla mediazione, alla ricerca di una soluzione di compromesso ai problemi. Che parte comunque dal presupposto che l’Altro si deve integrare.

    A differenza della sinistra extraparlamentare, quella parlamentare evita retoriche tipo “aboliamo tutte le frontiere”. Hanno inventato loro i CPT, solo che li hanno presentati con un grande sorriso.

    Allo stesso tempo, proprio perché sono sindacal-mediatori, sono nei fatti più tolleranti degli estremisti di sinistra, più capaci di permettere a un gruppo di immigrati di affittarsi un garage per pregare.

    Ma certamente non perché ci vedono uno strumento per combattere le identità – direi anzi che la sinistra parlamentare, almeno in Italia centrale, fa parte di una tradizione locale che risale al Neolitico. Non è certo un’importazione estranea.

    • Peucezio scrive:

      Forse dobbiamo intenderci su cosa si indica quando si parla di posizione della sinistra, parlamentare o extraparlamentare, o in generale sulle posizioni di questi o di quelli.
      Io non ho idea di cosa facciano sul piano pratico e operativo quelli di Vendola o quelli di Ferrero, né nella vita interna dei loro partiti né nelle amministrazioni locali dove sono presenti; né ho idea di cosa faccia il PD in questi stessi ambiti, né ho presente le proposte che porta in Parlamento. Senz’altro, quando governavano loro, non è che abbiano spalancato le forntiere, così come non le hanno blindate questi qui. In ogni caso, se in questi ambiti operativi le cose accadono come tu le descrivi, ne prendo atto e, in questo senso, ti do ragione.
      Il mio discorso riguarda solo il piano culturale e ideologico, che però tu stesso non consideri affatto secondario, visto che analizzi proprio l’immaginario, il potere di condizionamento degli slogan.
      E in questo senso ammetterai (o non ammetterai) che i messaggi che la sinistra lancia negli interventi televisivi dei suoi esponenti, nella sua stampa, nel suo cinema, nei suoi libri sono sostanzialmente quelli che ho detto io. Non è così?
      D’altronde non va mai dimenticato che non ci sono solo i partiti politici ufficiali, parlamentari o extraparlamentari che siano: siamo in un momento di sinistra politica molto debole e di sinistra (intesa in sesno lato) culturale molto forte (e anche molto involuta rispetto a qualche decennio fa, un po’ come tutto d’altronde). E questa sinistra culturale che va molto oltre i partiti e i sindacati propugna il pensiero unico delle frontiere aperte, della solidarietà incondizionata agli immigrati e dell’antirazzismo isterico che vede razzismo ovunque. Non in una forma elaborata e organica, sia chiaro, ma sempre per slogan, per suggestioni, toccando corde emotive, quasi mai razionali (anche questa è un po’ la cifra dell’epoca, come tu sai bene).
      E genera un conformismo per cui, in qualunque ambiente di gente sopra un certo livello di istruzione e di censo, non condividere questa ideologia schematica ma definita è come fare un rutto a tavola o dire le parolacce in chiesa.

  20. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio e Mirkhond

    Mi viene in mente che molto spesso, nelle discussioni, almeno in Italia, si ponga il carro davanti ai buoi.

    Cioè si discuta di astrazioni, prima ancora di accertarsi dei fatti.

    Voi sareste entrambi schedati come “di destra” dai censori “di sinistra”, quindi parto con una considerazione proprio sulla “sinistra”: dove è assai diffusa la tendenza a schedare le persone in base a tenui associazioni, usando un filtro che alla fine per forza condanna, perché lascia solo passare ciò che si vuole.

    Così Tizio è cugino di Caio, che ebbe a che fare con Sempronio, che fu indagato per un attentato nel 1970. E questa cuginanza passa, mentre si evita accuratamente di far notare che Tizio è nato vent’anni dopo il 1970.

    Ma questi comportamenti – tristissimi – non sono un monopolio della sinistra; e non sono comuni a tutte le persone che si riconoscono nella sinistra.

    Mentre esistono altri comportamenti analoghi anche a destra.

    E’ normale, nella sinistra “antifascista”, accusare quelli di destra di essere “complottisti”. In realtà il complottismo in Italia direi che è per la maggior parte di sinistra; ma a destra esiste un’altra tendenza: quella di attribuire all’altra parte idee e obiettivi che quella parte che non ha.

    Per dire: un insegnante “laicista”, che magari nemmeno vota a sinistra, che non ha letto una virgola di Marx, che odia i musulmani e i regimi sovietici, chiede di togliere il crocifisso dall’aula.

    Lo fa perché ritiene di essere (a) un cittadino italiano a pieno diritto e (b) di non riconoscersi in quella particolare religione.

    Fa bene? Fa male? Se ne potrebbe discutere a lungo.

    Ma certamente NON sta cercando di islamizzare l’Italia. Non sta cercando di introdurre la dittatura sovietica. Non agisce così perché mosso da un blasfemo odio di Dio. E non lo fa perché pagato dalle lobby dei preservativi, già ampiamente finanziate dal 90% di italiani che si dichiarano cattolici e si sposano in Chiesa.

    Se si riuscisse a capire che chi milita in Forza Nuova non è necessariamente un serial killer, che chi fa togliere il crocifisso non è un satanista al servizio della massoneria mondiale e che il musulmano che vuole pregare non è un agente del Complotto Wahhabita, potremmo tutti ragionare un po’ meglio.

    • mirkhond scrive:

      Il mio intervento voleva soltanto essere una risposta a chi è disposto allo scontro di civiltà, in cui io non mi identifico proprio perchè molti dei miei punti di riferimento sono stati spazzati via….
      Quel che mi piace di questo blog è proprio il non andare dietro a facili e scontati schematismi. Mi dispiace di aver dato un’impressione diversa….

    • Peucezio scrive:

      “E’ normale, nella sinistra “antifascista”, accusare quelli di destra di essere “complottisti””

      Per la verità mi pare un’accusa più tipica di liberali, atlantisti ecc., proprio perché, come hai detto tu, la stessa sinistra è complottista a sua volta, anche se in modo in parte diverso.

      Per il resto mi pare un discorso condivisibile.
      Quando l’insegnante vuole togliere il Crocifisso, a me essenzialmente interessa al mulino di chi porta acqua, ma sul fatto che lui in molti casi non lo fa per portare acqua a quel mulino, sono pienamente d’accordo. Poi esiste anche una temperie, un conformismo sociale ecc., che però si declina in ogni individuo in modo diverso e comunque ci sono anche alcuni individui (pochi) che non ne sono condizionati o lo solo poco.
      L’idea poi del mussulmano che siccome vuole pregare è un agente del complotto wahabita è talmente idiota che non c’è bisogno di aggiungere altro.
      Io poi credo che sia proprio l’Occidente a voler far pregare il mussulmano per contribuire all’omologazione, solo che questo il povero mussulmano ovviamente non lo sa.

  21. Daouda scrive:

    Innazitutto la retorica Miguel. Chi è un musulmano francese?

    In secondo luogo. Questo è un mondo di sciacalli. Qui non si parla di musulmani quando si intende che la sinistra e la chiesa cattolica come le lobbies omosessuali come anche i newageisti sono a favore dell’immigrazionismo.
    E’ semplicemente che l’immigrazione fà parte del sistema, è necessaria. E GLI IMMIGRATI SONO SIA DI QUELLA CHE DI QUESTA o tal altra religione.

    Ci vuole poco per comprendere che , A LIVELLO DI PLEBE , l’islam ed il cristianesimo NON sono compatibili COME NON SONO COMPATIBILI HINDUISMO vs ISLAM e CRISTIANESIMO…Finché ognuno restasse a casa sua ( e senza subire angherie imperialistiche ) non ci sarebbero problemi.

    Stai a fà un discorso a cazzo di cane. Calcolando poi che molti islamici oggi come oggi sono solo fondamentalisti politici oltretutto marxisteggianti ( per un processo di secolarizzazione implicita ) la tua premura sulla “religione islamica” non è poi molto presente.

    Lungi da me difendere FN, CPI , Lega o chi altro. PER ME sò comunisti anche loro, assieme a Berlusconi.
    Se vuoi te lo dimostro razionalmente , non è poi così difficile…

  22. Daouda scrive:

    Anche perché le critiche fatte agli identitari sono in fin dei conti condivisibili essendo anch’essi, in realtà ben poco identitari.

    Quel che non si capisce è: perché si ha un’alleanza del genere ( che effettivamente c’è ) se poi quegli alleati stessi RICOPRONO ruoli in altre molteplici alleanze che non possono che venir percepite come contraddittorie?
    L’obiettivo ( il musulmano come il rom ) non mi sembra allora detrminante.

    Inoltre fammi scrivere questo: ” i MIGLIORI AGENTI sono sempre gli ingenui che chiaramente ignorano di essere manovrati ”
    Ciò lo si può pensare anche di te d’altronde, o no?

    saluti

  23. Athanasius scrive:

    “C’è però un elemento importante: il più Stato di tutti gli Stati, quello francese, è in profonda crisi, e trascina con sé nel baratro il nazionalismo francese, caratteristico di generazioni di destre e di sinistre. Ma gli Identitari, proprio perché hanno come orizzonte gli ‘uomini bianchi’ in generale, non hanno bisogno del nazionalismo francese, e anzi colgono perfettamente la grande onda di localismi.”

    Anch’io mi sono accorto che nell’ Europa Occidentale il nazionalismo classico sta scomparendo e nel suo posto si sta innestando un identitarismo basato sull’appartenenza “occidentale” comune, spesso sulla melaninodeficienza che sarebbe minacciata da orde provenienti dall’ Africa, dall’ Asia e dall’ America Latina. Non importa se sei tedesco, inglese, francese, svedese ecc, quello che importa oggi è preservare la “nostra” civiltà e la “nostra” razza. L’islamofobia è sempre presente, quasi implicita, ma esistono anche divisioni in questo rispetto: alcuni dicono che soltanto l’immigrazione islamica va combattuta, altri si oppongono a tutta immigrazione di extra-europei (musulmani o no). C’è tutt’una schiera di movimenti i cui membri si definiscono “nazionalisti”, ma che non hanno niente con il nazionalismo di vecchio tipo. L’unica preoccupazione di questi nuovi “nazionalisti” sembra essere la preservazione di un certo tipo di corpi (la cosiddetta razza), minacciato dall’immigrazione, e, sommariamente parlando, il tema dell’immigrazione sembra essere quasi l’unica cosa che li interessa, un tema con cui sono letteralmente ossessionati. Tutt’altro, come questioni di lingua, cultura, religione, sovranità nazionale, società, opposizione all’americanizzazione politica, militare ed altra, tutto questo come se non li interessasse più.

    Il nazionalismo di vecchio stampo è presente oggi soltanto nell’Est dell’Europa. Per esempio, il movimento ungherese di Jobbik (destra estrema) non parla quasi mai dell’immigrazione, nè dell’islamizzazione, anche meno della “razza” (a parte il discorso zingarofobo, che è sostanzialmente sociologico). In generale, la “destra” dell’Europa orientale è spesso qualcosa totalmente diverso da quello che s’intende con quella parola nell’Europa Occidentale.

  24. Jam scrive:

    …perché hijab e burqa significano Islam? ah che male!
    Assolutamente no,
    hijab e burqa sono uno strumento politico di chi guardandosi allo specchio non vorrebbe vedere “Oriana Fallaci”, invece é proprio lei!
    Un razzismo rovesciato. Uno contro gli islamici, gli altri contro i “miscredenti”.
    Che palle!
    Platone Mustafa, e Aristotele Pîr Musi (Musi l’arcangelo Mikail), sono in coma, solo apparentemente forse , ma pur sempre in coma, mi dispiace cari nonnini….
    ciao

    • mirkhond scrive:

      Perchè che male c’è a portare l’hijab?
      Non mi sembra che coprire il capo sia un atto così antireligioso, e questo non solo per l’Islam….
      Mi dispiace che un certo femminismo d’accatto faccia presa anche su donne profonde e sensibili….

  25. Daouda scrive:

    Il musulmano è MUSULMANO. Se volete parlare di MUSLIM alias L’ IMMIGRATO siete sulla rotta sbagliata.

    Tenendo presente ciò IL problema sinceramente E’ anche di natura religiosa. Il crisitanesimo quando divenne LA religione d’ Europa ( dall’Inghilterra alla Russia ) si adattò al paganesimo, soprattutto perché il cristianesimo non era una religione ma una VIA.
    D’altronde la stessa Trinità , concetto iniziatico, poteva venir resa in tal modo…con gli angeli ed i santi a sostituire i vecchi dei e la Madonna a rappresentare la Grande Madre.
    Ugualmente si creò una casta sacerdotale quando invece i vescovi altro non erano che i guardiani ( di certo di un grado iniziatico ben elevato ).

    L’islam è invece molto più sfumato e diverso nelle sue apparenze esteriori ed è propriamente una religione. In tal caso per vedere un paragone possibile si dovrebbe far sì che il SUFISMO penetrasse in Europa ( MAGARI!!! ).
    MA allora si avrebbe un Islam che forse ricalcherebbe la situazione iraniana degli Sciiti. o comunque si avrebbe un altra cosa che non è l’Islam come il cristianesimo non è l’ebraismo proprio perché gli europei non sono i mediterranei africani o gli abitanti della penisola araba!

    Indipendentemente dalla fine della razza bianca, della cultura occidentale, se l’islam si sostituisse all’occidente si avrebbero barbarie ed ancor più gravi , per un motivo BANALISSIMO:il ciclo si sta per concludere.
    Le religioni sono, ormai, principalmente degli involucri vuoti dove conta solo la lettera.
    Idolatrare questo pseudo islam è cosa veramente biasimevole.

    Che l’occidente debba pagare un prezzo per le sue nefandezze è chiaro ed è un altro discorso.
    Ad ogni modo non si creda che lo stesso occidente migliorerà, ANZI!!!
    L’immigrazione è seva del sistema. Si può bloccare no!
    Come non si potranno bloccare gli scontri etnici e il banditismo fazionista che , a breve, dilagherà in Europa.
    D’altronde i gruppetti progressisti, quelli mafiosi, quelli religiosi, quelli razzisti SEGUONO TUTTI il registro ad essi appioppato.

  26. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Forse dobbiamo intenderci su cosa si indica quando si parla di posizione della sinistra, parlamentare o extraparlamentare, o in generale sulle posizioni di questi o di quelli.”

    Hai ragione. Il bello delle discussioni di questo tipo è che si può conservare la razionalità, pur partendo da presupposti piuttosto diversi.

    “Il mio discorso riguarda solo il piano culturale e ideologico, che però tu stesso non consideri affatto secondario, visto che analizzi proprio l’immaginario, il potere di condizionamento degli slogan.”

    Certo. E qui sono forse condizionato dal fatto di non guardare la televisione: mentre so da Internet cosa combinano i politici, so meno cosa combinano gli intellettuali.

    “E in questo senso ammetterai (o non ammetterai) che i messaggi che la sinistra lancia negli interventi televisivi dei suoi esponenti, nella sua stampa, nel suo cinema, nei suoi libri sono sostanzialmente quelli che ho detto io. Non è così?”

    Non ho molto chiaro cosa intendi per sinistra, fuori dalla politica. Magari aiuterebbe se citassi qualche nome. Comunque penso che siamo d’accordo che non ci riferiamo a qualche gruppuscolo di qualche decine di individui, che sostiene che gli immigrati hanno l’obbligo di fare la lotta di classe, basta che seguano la Linea del Partito decisa da un gruppo di “bianchi”.

    Sto cercando di capire a cosa ti riferisci, a parte alcune considerazioni di semplice buon senso che talvolta si sentono (“non tutti i musulmani sono terroristi”, “se ci può stare una chiesa, perché non può starci una moschea”, “gli immigrati contribuiscono alla ricchezza nazionale”).

    Esiste una diffusa cultura umanista-liberale. Che per me si riassume in quel vecchio film, Indovina chi viene a cena, se mi ricordo bene il titolo: la ragazza bianca bene che si fidanza con il ragazzo nero bene, scandalizzando all’inizio la propria famiglia e poi dimostrando che in sostanza bianchi e neri bene e ricchi si somigliano tutti e sono tutti americani. Cosa che lascia perfettamente intatta la cultura americana.

    Questa è una cultura strettamente legata allo stato nazionale e socialdemocratico, dell’era keynesiana, in cui si cerca di far collaborare tutti e di spazzare sotto il tappeto i conflitti; ed è ovviamente in profonda crisi. Visto che è da qualche giorno che parliamo della Francia, questa è la famosa “laicità” francese, che dice che tutti si devono adeguare all’Unica Cultura Repubblicana.

    Non a caso, questa cultura è soprattutto antirazzista, cioè dice che tollera ogni colore di pelle. E insistendo su questo fatto, riesce a nascondere il fatto che tollera una sola cultura.

    Esiste una sacrosanta denuncia dello sfruttamento: penso ai reportage di un giornalista che si è finto clandestino per entrare nei CPT, ad esempio. Un’attività rara e onorevole, che però non ci dice nulla sulla cultura dell’Altro: quando hai detto che il poliziotto italiano è str… non hai detto nulla su colui che viene bastonato dal poliziotto. E quindi è un discorso (meritorio) di “bianchi” a proposito di “bianchi”.

    Esiste una sconosciuta cultura dei veri conoscitori, che però è nota a pochissimi: lo ziganologo Leonardo Piasere che analizza la società dei Rom, le sorelle Busatta che parlano dei nativi americani, gli studiosi di lingue orientali. In genere, si tratta di persone che non fanno parte né della sinistra politica, né – mai – del circuito mediatico.

    Poi c’è una piccola schiera di intellettuali di “destra” – Cardini o Buttafuoco – , gente molto osteggiata all’interno del proprio ambiente di riferimento, che riesce anche a dire qualcosa dell'”Altro”, proprio perché la cultura di destra non obbliga a presentare l’Altro sempre e solo come Vittima. Buttafuoco da noi (o Soral in Francia) magari esagerano nell’altro senso, cioè proiettano eccessivamente i propri “sani valori arcaici” sui migranti; comunque fanno un’opera meritoria, e forse – assieme ai veri studiosi – sono gli unici a dimostrare un vero interesse per l’Altro.

    Esistono poi diversi discorsi cattolici. Uno umanitario, che dice che un cristiano si realizza aiutando i Poveri e i Sofferenti. Un discorso complesso, che comunque non ci dice molto sulle persone che si aiutano. Poi c’è un discorso ecumenico, che parte da una considerazione giusta – la religiosità ovunque si somiglia – per arrivare alla discutibilissima invenzione di un “comune terreno di dialogo”, attorno ad alcune frasi gradevoli che si trovano qua e là nei testi dei “tre monoteismi”.

    • Peucezio scrive:

      “Non a caso, questa cultura è soprattutto antirazzista, cioè dice che tollera ogni colore di pelle. E insistendo su questo fatto, riesce a nascondere il fatto che tollera una sola cultura.”

      Questa è da incorniciare! 🙂

      La tua disamina dei vari atteggiamenti culturali verso l’immigrato è ottima e, nella sua sintesi, esaustiva.
      Io, più che a posizioni consapevoli o comunque ascrivibili a delle categorie di pensiero definite, penso a un conformismo diffuso. Tu giustamente mi suggerisci di citare qualche nome. Mi vengono in mente più politici e giornalisti che non intellettuali (perché un intellettuale con un pensiero minimamente articolato va un po’ al di là del conformismo diffuso e, fosse pure per dare una veste di originalità alla sua idea, elabora la difesa dello straniero in una forma più personale).
      Chessò, la Turco che speso strepita istericamente, ogni volta che si parla del tema; oppure, qualche sera fa, ricordo Telese che difendeva gli immigrati saliti sulla gru a Brescia, diventando rosso in faccia, tanto che, se non fosse giovane e, credo, sano, chiunque avrebbe temuto gli venisse una sincope.
      E atteggiamenti simili, magari meno scomposti, perché senza telecamere non c’è bisogno di eccessi di istrionismo e di enfasi, li trovo nella gente comune, specialmente giovane (ma non solo) che vota PD (parlo sia di ex comunisti che di cattolici progressisti) o partiti della cosiddetta estrema sinistra.
      Ripeto, non si tratta di posizioni articolate, ma di meccanismi viscerali, che però secondo me, più che a un genuino sentimento di ribellione verso le ingiustizie sociali, attengono a un conformismo che però, nella maggior parte dei casi, non è qualcosa di superficiale e formale, ma è espressione di quel sentimento di appartenenza di gruppo che rassicura molte persone e le galvanizza, perché così si sentono dalla parte dei giusti, di quelli che hanno ragione: lo spirito gregario non è solo una mimesi esteriore di comportamenti altrui, è qualcosa di primordiale e profondo. Questo vale ovviamente in tutti gli ambienti umani, ma, mentre il conformismo delle classi subalterne è anche legato ai bisogni materiali, anche se non più alla sopravvivenza fisica (perché più o meno il pane c’è), quello degli istruiti, che oggi è di sinistra e progressista, poiché essi sono protetti dalle esigenze materiali e del portafogli dal loro status, è slegato da ogni radicamento nella realtà, quindi ha ancora di più il sapore di un’adesione cieca a un dogma collettivo.
      Non saprei precisare i termini della loro posizione in modo definito, né loro stessi ne sarebbero capaci, ma traspare quasi una sorta di mitizzazione dell’immigrato, una specie di eroe romantico simile all’operaio mitizzato dei comunisti borghesi di alcuni decenni fa, contrapposto alla nequizie della società dei ricchi occidentali, italiani, bianchi ecc., di cui da alcuni anni Berlusconi è diventato, nel loro immaginario, l’espressione massima, il distillato più puro e tremendo.
      Perché, come al solito, l’italiano si schiera e ragiona per fazione. Altrove c’è il puritanesimo nord-europeo (ormai europeo e occidentale in genere) che, mescolandosi con elementi della sinistra progressista e socialdemocratica novecentesca, ha prodotto il politicamente corretto antirazzista, che non ammette trasgressioni, ma sul piano del simbolico (perché le condizioni sociali oggettivamente subalterne dell’immigrato sono pienamente tollerate, come del negro in America). Da noi invece ci sono i “comunisti” e i “fascisti”, che, nella versione anni duemila sono rispettivamente quelli a favore degli immigrati, dei giudici, degli insegnanti, delle tasse, degli omosessuali contro quelli col SUV, che se possono vanno a Santo Domingo a scopare e vedono quegli altri come dei predicatori noiosi e spesso livorosi, che rompono le scatole a chi vuole godersi la vita e farsi gli affari suoi.

      • Andrea Di Vita scrive:

        Per Peucezio

        Concordo completamente. L’atteggiamento progressista non e’ piu’ tollerante degli altri. Anzi, forse lo e’ di meno. Del resto, chi pensa di avere ragione e’ o indulgente (cosa che il relativismo vieta, non essendoci alcuna particolare ragione in indulgenza in un punto di vista chicchessia al di fuori di una prospettiva salvifica/oltremondana) o e’ impaziente nei confronti di chi si pensa essere nel torto. Citando (credo) il Giusti, aggiungo che ‘al leone che si toglie gli artigli pure i randagi gli orinano addosso’: un pensiero che non si ponga orgogliosamente sul piedistallo da se’ e’ peggio che falso, e’ inutile. Come pure per tutte le fedi, l’agnosticismo e’ mansueto quando e’ bastonato: lavora sotto i piedi del nemico scavando il dubbio sotto l sue certezze, e facendo esplodere le sue contraddizioni con un lavoro di mina e contromina.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per Daouda

    Faccio fatica a seguirti. Forse è un limite mio, forse è un problema di termini, forse dai per scontati dei passaggi logici che scontati non sono.

  28. Daouda scrive:

    Innazitutto complimenti a Peucezio.

    Per quanto mi riguarda Miguel il fatto è semplice:

    a)Islam e Cristianesimo sono cose diverse di gran lunga mentre Islam e Ebraismo sono molto più simili.
    Ciò perché il cristianesimo è una via che si rende religione su retoterra indoeuropeo mentre l’Islam nasce come via e religione in stile prettamente semita.
    Diversamente alludevo al fatto di una sufizzazione d’Europa che potrebbe avere allora analogie similari…
    Le difficoltà quindi non nascono solo per via dell’immigrazione in sé ma anche propriamente per l’Islam in sé.
    Il cristianesimo è difatti una via di mezzo tra monoteismo e politeismo come è una via di mezzo tra un buddismo ed una religione exoterica.

    b) E’ evidente che l’Islam che và per la maggiore nelle stesse terre islamiche è un non Islam letteralista oppure moderato ed addirittura marxisteggiante nei suoi radicalismi.
    Tenendo presente ciò e sapendo che il ciclo è verso la fine qualora ci dovesse essere un’islamizzazione dell’Europa come ci dicono questi fantocci di certo non si starebbe meglio…anzi…( è noto che sostituire il padrone implica un peggioramento delle condizioni) e d’altronde non ci sarebbe alcun miglioramente spirituale.

    c) Io affermo che gli islamisti abbiano anch’essi la loro parte nella sovversione. Davanti agli occhi di qualcuno significano nemico, per altri riscossa.
    E’ proprio questo gioco ed il ruolo che assumono indipendentemente dalla loro volontà che ne favorirà la complicità al sistema come è per la Chiesa di Roma.
    Le venature socialisticheggianti degli silamici di questi tempi denotano la loro inintellettualità e non sono certo un buon auspicio…
    Di conseguenza tutto questo gioco del “capro espiatorio” non mi sembra neanche così importante ma è semplicemente uno dei tasselli di un disegno più grande.
    Ora potremmo chiamare ciò NWO o cos’altro.
    In definitiva invece si ha a che fare con la Volontà di Dio.
    Di conseguenza ognuno faccia quel che deve e quel che dovrà sarà.

    p.s. qua interessano i concetti. Non sto giudicando gli individui!

  29. mirkhond scrive:

    “Ciò perché il cristianesimo è una via che si rende religione su retoterra indoeuropeo mentre l’Islam nasce come via e religione in stile prettamente semita.”

    Anche l’Islam in Iran (qui inteso in senso lato e comprendente anche gli attuali Afghanistan, Tagikistan ex sovietico e parte del Pakistan e così colgo l’occasione per rispondere anche a Jam sull’argomento), nell’India del nord e nei Balcani ha avuto a che fare con un retroterra indoeuropeo.
    Come mai la risposta è stata diversa?
    ciao

    • Ritvan scrive:

      Da albanese, musulmano “non semita”:-) mi associo alla domanda di Mirkhond.

      • Andrea Di Vita scrive:

        Per Ritvan

        Non sono un esperto di storia delle religioni. Ma non credo si questione di essere o no Indoeuropei (gli Ungheresi, allora?).

        Mi sembra che il Cristianesimo si sia inserito nei paesi che ha convertito agendo dall’interno, a livello di opinione pubblica. Iniziamente era troppo debole per fare altrimenti. A Roma divento’ abbastanza forte da arrivare a convertire le elites (magari solo per convenienza e di facciata, come con Costantino). Da li’ ha presguito convertendo i re barbari prima dei loro popoli e offrendo loro l’alleanza trono-altare. Solo all’ultimo, quando era strapotente, ha fatto ricorso alle crocite di sterminio contro i Sassoni, i Prussiani ecc., all’epoca di Carlomagno prima e dei Cavalieri Teutonici poi. In Oriente le pur vaste confessioni Nestoriane e Jacobite non hanno mai raggiunto la soglia del potere politico, e il loro pacifico zelo missionario non le ha salvaguardate dalla distruzione a opera di Mongoli, Islamici ecc. a partire dal XIV secolo in poi tanto che di Cristiani fuori dall’Europa al tempo di Michelangelo erano rimasti praticamente solo Armeni, Georgiani, Copti in Egitto, Nestoriani in Iraq e India e pochi altri.

        L’Islam comincia con lo jihad e porta dalla propria parte rapidamente proprio le plebi sfruttate dai vari governanti sedicenti Cristiani (ricordo cosa scrive Toynbee delle conversioni al’epoca della battaglia di Yarmuk). In Iran il clero sciita offre un’alternativa allo spadroneggiare di governanti magari Islamici pure loro, cos’ come in Europa lo scisma Ortodosso e quelli Protestanti offrono alternative allo strapotere dei governanti appoggiati da Roma. In India poi, dove l’Islam pure e’ religione di saccheggiatori, offre la liberta’ dalle caste. Tant’e’ che dove il Buddhismo -altra religione alternativa al sistema castale- e’ forte come in Tibet, l’Islam quasi non entra.

        Insomma, l’Islam si impone rapidamente perche’ sfrutta le contraddizioni delle religioni piu’ vecchie, il Cristianesimo invece subornando il potere gia’ esistente.

        Naturalmente ho semplificato in modo folle, ma forse non ho detto troppe fesserie.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  30. mirkhond scrive:

    “Poi c’è una piccola schiera di intellettuali di “destra” – Cardini o Buttafuoco – , gente molto osteggiata all’interno del proprio ambiente di riferimento, che riesce anche a dire qualcosa dell’”Altro”, proprio perché la cultura di destra non obbliga a presentare l’Altro sempre e solo come Vittima.”

    A volte mi chiedo se, ma qui siamo nel campo delle ipotesi, cosa potrebbe un governo formato da un quadrumvirato composto da Franco Cardini, Massimo Fini, Miguel Martinez e Maurizio Blondet.
    Cosa potrebbero fare questi quattro pensatori anticonformisti, per ridare un pò di fiato almeno alla cultura italiana, ma questa dicevo è solo un’ipotesi metafisica naturalmente…

    • Peucezio scrive:

      Dovrebbero essere coadiuvati da una schiera di tecnici molto esperti e anche di traffichini politici un po’ navigati, per qualche consiglio pratico, perché nessuno di loro, come di noi, credo abbia mai amministrato neanche un condominio. Ma a parte questo penso che potrebbero mettere a posto un bel po’ di cose.
      Il problema però è convincerli.

      • Ritvan scrive:

        No, il problema è convincere gli elettori italici a votare per il “quadrumvirato”…o forse pensavi a un golpe?:-)

    • Francesco scrive:

      credo che quattro scimmie di specie diverse potrebbero fare meglio, soprattutto se non coadiuvate da esperti vari

      e sì che ho parecchia stima di Miguel (poca di Cardini, molto poca di Blondet, nessuna di Fini – nè Massimo nè Gianfranco)

      scusa Miguel ma l’idea di te con qualche forma di potere è terrificante – e a tua aggravante sono certo della tua buona fede

      ciao

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “scusa Miguel ma l’idea di te con qualche forma di potere è terrificante – e a tua aggravante sono certo della tua buona fede”

        Per una volta, sono totalmente d’accordo con te.

  31. Athanasius scrive:

    “Ciò perché il cristianesimo è una via che si rende religione su retoterra indoeuropeo mentre l’Islam nasce come via e religione in stile prettamente semita.”

    Religione in stile semita, mentalità semitica, cultura semitica ecc, semplicemente non esistono. I “semiti” non sono nient’altro che un gruppo di popoli che parlano varie lingue appartenenti ad una famiglia linguistica, lingue geneticamente riconducibili ad una qualche Ursprache, ma nelle loro fasi storicamente attestate assai lontane l’una dall’altra, cioè mutualmente incomprensibili (a parte una qualche maggiore somiglianza tra idiomi etiopici ed arabi). I “semiti” (cioè, popoli che parlavano varie lingue della famiglia semitica) erano, il lungo della loro storia, marinai, agricultori, commercianti, nomadi ecc. C’erano “semiti” monoteisti, politeisti, “semiti” che formavano regni, altri che vivevano nelle città stati ecc.

    I cosiddetti “semiti” non si sentivano mai semiti, almeno questo è assai certo. Il nome a questa famiglia linguistica fu dato nel novecento da certi linguisti tedeschi, secondo il nome di Sem, uno dei figli di Noè, dalla Bibbia. Altre famiglie linguistiche sarebbero la iafetica (cioè indoeuropea, secondo Iafet) e la camitica (l’antiquo egiziano, le lingue berbere ed alcune del bacino del Nilo – le lingue molto lontane le une dalle altre, tranne qualche somigliannza tra dialetti berberi). Dalla somiglianza delle lingue semitiche fu dedotto tutt’un immaginario di un certo modello culturale “semitico”, che emanerebbe dalla “razza semitica” (anch’essa inesistente). Il mito dei semiti è all’origine dell’antisemitismo moderno (distinto dal vecchio antigiudaismo religioso) e si è sviluppato parallelamente al mito “ariano”.

    • Peucezio scrive:

      Nel 1781 dall’austriaco Schözler, per la precisione. Ma ciò non cambia la sostanza della questione. Però non trascurerei il fatto che, prima della diffusione dell’islam, le lingue semitiche erano parlate in un’area piuttosto compatta e non estesissima (Mezzaluna Fertile e penisola araba, con propaggini nel Corno d’Africa, provenienti dall’area yemenita) e, soprattutto, che avevano uno specificum culturale piuttosto spiccato: si trattava, in tutti i casi noti, di tribù di pastori seminomadi a struttura patriarcale che, laddove si sono sovrapposti, come élite guerriere, a strutture statuali evolute di origine non semita, come le città sumere, hanno di solito creato delle forme di stato abbastanza accentrate, relativamente aggressive, con con classi sociali fortemente diseguali.
      Tutta questa eterogeneità antropologica dei semiti francamente non ce la vedo.

      • Athanasius scrive:

        Tali strutture statali furono create, in diversi periodi storici, da altri popoli, no soltanto dai cosiddetti semiti. Elites guerriere, patriarcalismo, forme di stato accentrate – allora mezzo mondo è (o era) “semita”? Dall’altro canto, i Fenici (per esempio) non erano nomadi. Io non vedo qualche mitica “omogeneità” semita, forse soltanto qualche caratteri di modo di vita condizionato da fattori climatici ed ecologici del Mezzo Oriente. Caratteri condivisi da alcuni altri popoli, anche non “semitici” di lingua.

  32. Daouda scrive:

    Partiamo dal presupposto che per me i pugliesi sò mezzi albanesi e mezzi greci.

    Seguendo il tuo ragionamento ogni europeo convertito all’Islam può rientrare in questa possibilistica.
    Semplicemente quel che mi premeva dire è che Islam e Cristianesimo non sono così vicini come si suppone per via di quel che ho specificato.
    Difatti non mi pare che l’Islam balcanico non sia sunnita ergo “arabico”.
    Il cristianesimo è in definitiva europeo per quanto ne vogliano i paganisti…

    Forse si dovrebbero leggere la Profezia su Sem, Jafet e Cam.

    Inoltre una cosa: fosse che i sufi diffondessero l’Islam in Europa io non è che ci vedrei niente di male.Il problema è che l’Islam non si diffonde così.
    L’islam è una tradizione integra religiosa e metafisica. Il cristianesimo è un’adattamento di una via metafisica ebraico-ellenizzata all’occidente religioso pagano e sì ha una tradizione nuova che per certi versi assomiglia anche al monacheismo buddista.

    Di conseguenza la tua domanda non è calzante poiché il mio discorso non verteva su quale retroterra si andasse a fecondare e come esso reagisse, ma sul come questo retroterra viene “conquistato” , per dire così.
    E’ qui la differenza primaria.
    Poi sul fatto che il cristianesimo sia sicuramente europeo mentre l’islam , in definitiva, è sempre semita.

  33. mirkhond scrive:

    Penso che Iran l’Islam si sia a sua volta iranizzato, vedi Firdusi che è perfettamente riuscito a trasfondere l’epica sasanide nella nuova religiosità portata da un verbo semita.
    ciao

  34. mirkhond scrive:

    Pensa al ruolo che lo Shahnamè di Firdusi ha avuto in tutta l’immensa area islamica che andava dalla Bosnia al Bangladesh dal XVI ai primi del XX secolo.
    Le civiltà islamiche degli Ottomani, dei Safawidi e dei Moghul erano civiltà guidate da turchi iranizzati e le culture di questi imperi si rifanno ad un’epica persiana sasanide islamizzata.
    Il Farsi era la lingua franca di tutte le persone colte di questa vastissima area.
    Se poi per te semita è sinonimo di oriente, allora il ragionamento cambia e finisci per concordare con Benedetto XVI e Vittorio Messori che la pensano proprio come te, naturalmente da una prospettiva opposta.
    ciao

  35. mirkhond scrive:

    Stando al tuo ragionamento, Ritvan che non mi sembra per nulla meno europeo di me, anzi è molto più ad occidente di me per pensiero e sensibilità politica, Ritvan dicevo, sarebbe un cattivo musulmano, un musulmano annacquato, un non compiutamente musulmano?
    E Jam?
    Aiutami a capire….
    ciao

  36. p scrive:

    Ma davvero si può pensare che questa immigrazione cambi radicalmente la condizione europea? Evidentemente esistono problemi, ma qualcuno può pensare a una nuova europa come oggi diciamo un nuovo mondo del continente americano dopo la venuta degli europei in quelle terre? Eppure quello è l’ultimo modello storico, se si pensa a qualcosa di simile. Io non vedo nulla di simile a quella invasione che rivoltò come un calzino un intero continente. Quanto al nuovo ordine mondiale, è uno spauracchio spennato. Nessuno ha la forza d’imporlo. Era il sogno ubriaco dei neocon, ma quelli erano imbecilli a non accorgersi che il secolo americano era alle spalle, non di fronte. Chi dunque potrebbe imporlo? Di vero c’è solo un modo economico che da qualche secolo è prevalente in tutto il mondo. Il corrispettivo politico non ci sarà proprio per le caratteristiche di quel modo d’essere economico.p

  37. Athanasius scrive:

    Perchè nessuno ha ancora inventato qualche “mentalità camitica”? Che cosa sarebbe cultura camitica? L’antiqua cultura egiziana, porta in sè elementi camitici?

    Considerando i “semiti”, sembra che le cose si siano capovolte alquanto, almeno in alcuni ambienti cristiani (cattolici e protestanti). Si inizia di parlare di semiti e di una qualche presunta spiritualità semitica come di qualcosa di psoitivo, che potrebbe aiutare i cristiani a scorpire le vere radici della fede che sarebbe stata originalmente semitica. I “semiti” avrebbero avuto una qualche religiosità specifica che proderebbe da qualche mitico “carattere semitico”. Il vecchio razzismo capovolto. Implicitamente si pensa che certa sorta di corpi (semitici in questo caso) produce una certa religiosità, che equivarrebbe il cristianesimo originale.

    A nessuno occorre di venire ad una semplice idea che Dio non è semita, neanche può esserlo, se è Dio di tutto l’universo e aldilà delle categorie umane, specialmente costrutti di filologi tedeschi dell’ottocento. Se Dio ha eletto gli ebrei, non vuol dire che Lui è ebreo. Molti pseudo-cristiani sono sviati, dall’adorazione di Dio e di Gesù Cristo, all’adorazione (cioè, idolatria) del popolo presuntamente “eletto”. E una delle fonti del filoebraismo e filosemitismo (e da loro dedotto filosionismo in molti casi) di certi pseudo-cristiani idolatri moderni. Frutto del riduzionismo materialista proprio della modernità e del feticcismo storicista, a detrimento della spiritualità.

    • Peucezio scrive:

      Non dimenticare che “camiti” è una comoda etichetta per classificare tutti quei popoli che, all’interno del gruppo tradizionalmente chiamato “semito-camita” o oggi “afro-asiatico”, non sono semiti.
      Cioè esiste un unico grande gruppo che comprende dagli Egizi ai Berberi ai vari popoli semiti: all’interno di questo ci sono i semiti (che hanno al loro interno troppe affinità linguistiche per non essere considerati sottogruppo a parte) e altri gruppi. Non si sapeva come chiamare gli altri gruppi e li si è chiamati “camiti”, ma una sottofamiglia camitica non è più affina a un’altra sottofamiglia camitica di quanto non lo sia con la famiglia semitica (si parla sempre di lingue ovviamente).
      Per il resto, starei attento a non fare del riduzionismo biologico capovolto: non è che siccome ai parlanti lingue semitiche (o camitiche o quant’altro) non corrisponde una ed un’unica razza, questo significa che non esistono i semiti. Non foss’altro perché la lingua di per sé non è un mero strumento neutro, ma è veicolo di concetti, di categorie logiche e di valori: insomma, la lingua non si limita a descrivere la nostra realtà, ma in una certa misura la crea.
      Inoltre non dobbiamo dimenticare che, laddove una parentela fra lingue è molto stretta, tale da non poter essere ascritta a contatti reciproci, ma a un legame geneaologico, ciò significa che queste lingue derivano da una lingua comune o da dialetti molti affini, parlati in un tempo in un’area non molto estetsa e, soprattutto, mutualmente comprensibili e i cui parlanti erano in continuo contatto gli uni con gli altri. Ne discende che le popolazioni semitiche di epoca storica o protostorica sono in risultato in parte dell’espansione e diffusione geografica di un’unica comunità originaria (o varie comunità strettamente affini e contigue), in parte di infiltrazioni o conquiste da parte di discendenti di quest’ultima ai danni di altre popolazioni, che però, in questo modo ne hanno quantomeno assorbito molti tratti culturali, essendo quella l’élite dominante.
      Se poi ciò che vuoi dire è che il mondo semitico non è un blocco monolitico, omogeneo e identico in ogni sua parte, allora siamo d’accordo.

      • Athanasius scrive:

        “Per il resto, starei attento a non fare del riduzionismo biologico capovolto: non è che siccome ai parlanti lingue semitiche (o camitiche o quant’altro) non corrisponde una ed un’unica razza, questo significa che non esistono i semiti.”

        Io non ho detto niente di simile, mi riferivo soltanto al riduzionismo biologico dell’Ottocento ed ai suoi costrutti. Personalmente non tengo molto al concetto della “razza”, o, per essere più preciso, di solito rigetto spiegazioni “razziali” della storia, anche nel senso capovolto.

        • Athanasius scrive:

          Volevo dire: non ho detto che l’inesistenza di una qualche “unità razziale” dei semiti significhi automaticamente l’inesistenza dei semiti.

          • Peucezio scrive:

            Hai negato l’esistenza di un carattere semitico, del Dio semita, in sostanza di ogni attribuzione alla “semiticità” che non sia meramente linguistica. Inoltre hai parlato di “feticcismo (sic) storicista”, che non è chiaro cosa significhi.
            Ti ho obiettato che la lingua non è una realtà a parte ma è sintomo e a sua volta veicolo stesso di elementi extra-linguistici, per cui popoli parlanti lingue simili di solito hanno anche affinità culturali.

            • Athanasius scrive:

              Si, ho negato l’esistenza di qualsiasi “dio semita”. Curioso, perchè non si parla mai di qualche specifico “dio indoeuropeo”, “dio greco”, “dio nordico”, “dio camita” (non parlo di divinità specifiche, ma di di un certo, presumibile “tipo di dio”)?

              E non hai spiegato cosa c’è di specificamente “semita” in queste cose che hai giustamente enumerate come caratteristiche di alcune società semitiche storicamente attestate, ma questi fenomeni esistevano in varie parti del globo il lungo della storia e non vedo perchè andrebbero considerati come qualcosa appartenente a qualche mitico “carattere semita”.

              Il feticcismo storicista – lo menzionai in un altro contesto, nel contesto dei pseudo-cristiani moderni che s’inchinano idolatricamente in fronte al cosiddetto “popolo eletto”, soltanto perchè il messaggio divino è venuto tramite loro, invece di adorare Dio.

  38. Athanasius scrive:

    “L’Islam comincia con lo jihad e porta dalla propria parte rapidamente proprio le plebi sfruttate dai vari governanti sedicenti Cristiani.”

    Ne scrive anche l’autore inglese Hilaire Belloc, per nulla filoislamico. Le popolazioni dell’Oriente Bizantino (Siria, Egitto) sarebbero state ridotte in un genere di schiavitù per debiti, onerate da imposte esorbitanti, vessate da un sistema giuridico molto complicato ed adatto ad abusi dalla parte di coloro che detengono potere ed hanno soldi ecc. Questa situazione avrebbe reso la conquista araba più facile perchè pochi vi si opposero.

  39. mirkhond scrive:

    Attenzione. Le popolazioni di Siria, Palestina ed Egitto passarono dalla parte dei conquistatori arabo-islamici nel 636-643 d.C., RESTANDO PERO’ CRISTIANE.
    Infatti aderivano al Monofisismo condannato da Costantinopoli.
    Le conversioni in massa all’Islam iniziarono secoli dopo e si può dire che solo intorno al 1000 i Musulmani avevano superato i Cristiani per numero.
    ciao

  40. PinoMamet scrive:

    “ossignur, la categoria neo-con dei self hating Jews (o Westerners) ha figliato con i self hating terrons?”

    Francesco
    non parlo per i terrons perché lo sono solo a metà
    (oltretutto in modo “nascosto” perché la parte di famiglia del sud è anche quella che per cognome e aspetto fisico sembra più nordica!)

    ma i self-hating, o perlomeno self-deprecating italians si sprecano.

    Penso esistano da prima dei neocons e abbiano una genesi completamente indipendente e molto diversa dalle loro categorie, ma non divaghiamo.

    Torniamo alla tesi baltica ad es.:
    come tutte le tesi un po’ troppo fantasiose, sembra credibile solo perché mette tanta di quella carne al fuoco che per smentirla tutta ci vorrebbe una giornata; come del resto tutte le tesi basate sulle “curiose coincidenze”, che per assumere credibilità devono raggiungere una mole critica.

    Allora, se una tesi come quella di Felice Vinci fosse stata proposta da un danese o un finlandese, a parte che sarebbe stata lo stesso una cazzata, però umanamente lo avrei capito:
    le Pro Loco, o la mentalità analoga, esisteranno anche in Danimarca e in Finlandia, e ognuno tira acqua al suo mulino
    (proprio come quel tale dal cognome nordico che ha scoperto una pietra coperta da rune vicino a casa sua, nel Minnesota… peraltro è un falso notevole, per ingegnosità).

    Invece qui abbiamo un italiano, che verosimilmente deve conoscere il clima mediterraneo, che si stupisce che Omero parli di nebbia e maltempo;
    una cosa che mi aspetterei da un dilettante del Minnesota, appunto, che magari in Grecia c’è stato una volta in vacanza ad Agosto, e giustamente, che ne sa…

    oppure che dice che Odino nordico assomiglia “guardacaso” a Zeus, “quindi” una parentela ci deve essere;
    che, è come dire che io assomiglio a mio bisnonno, quindi devo essere suo padre!

    E sbaglia pure, perchè Odino non solo è di molto, ma di parecchio, successivo a Zeus, e sul Baltico a quel tempo lì nessuno ne aveva mai sentito parlare;
    ma anche perché tutti sanno che era in epoca storica identificato casomai con Hermes/Mercurio, e che assunse un ruolo di primo piano nel complesso pantheon nordico solo molto tardi.
    (Casomai sarebbe interessante l’influsso della pittura vascolare greca sugli attributi di Odino, non so se qualcuno ci ha mai fatto caso e si possa stabilire un nesso, che a me sembra quasi probabile, a livello iconografico)

    Insomma, dice che io assomiglio a mio prozio, quindi sono suo padre 🙂

    Va bene, dicevo, perché debba essere proprio un italiano a uscirsene con queste ingenuità qua, ce ne vuole!
    Uno deve proprio mettercisi di buona lena!

    E cosa ci guadagna? (scusa, il marxista che è in me, o il capitalista, se preferisci 🙂 )

    Niente, solo di attribuire a qualche popolo nordico un “alloro” in più. Perché poi? Voglio dire, chi glielo fa fare?

    capisco molto di più l’agricoltore svedese del Minnesota e le sue rune finte, davvero.

    Ma vedrai che il prossimo a scoprire delle rune finte in America sarà un italiano.

    Ciao!

  41. Daouda scrive:

    x Mirkhond

    11.42 appunto

    11.51 Bene.
    D’altronde anche la conversione della Persia allo sciismo ha le sue controversie.
    Il problema ad ogni modo è da me posto solo su basi popolari ed è evidente che quando si parla di Islam come di Cristianità si parla di molte realtà e molte culture.
    Io però sottolineavo la differenza che intercorre tra Islam e Cristianesimo , sia essa geografica,culturale,strutturale e financo religiosa o teologica
    ( non metafisica poiché la Metafisica è Una per definizione e su questo vi è ovviamente Unità tra i due e tutte le altre legittime tradizioni ).
    Detto ciò ribadivo anche che una possibile conversione allo pseudo-islam delle masse occidentali è insensata ed ugualmente è nefasta l’influenza dell’immigrazione di per sé.
    Il tutto appare se non altro come funzionale all’agenda di chi di dovere…

    12.01
    Chi sono io per dire cosa è un’ Islam annacquato tramite internet? Ma che domande sono?Che autorità avrei io poi?
    E comunque sia non ciò è inassociabile , come se fosse una sanzione aprioristica , a chi si è ed al proprio retroterra. L’Islam è Islam
    Quando scrivo di eretici o cos’altro ciò deve rapportarsi giust’appunto all’Islam. Ci vuole poco per vedere ciò che lo è e ciò che non lo è…

    x P

    Il NWO non deve essere necessariamente un governo mondiale. Detto fra noi esso è già qui e noi ne siamo i perfetti ESECUTORI e non certo le vittime…

    Ciò detto l’immigrazione è parte integrante del sistema.Cambiamenti epocali? Forse sì, forse no, non più di quelli apportati dallo stato democratico-repubblicansocialista-nazionalgiacobino.
    E’ un parte della tappa.

    Ad essere corretti non è un modo economico che abbiamo in tutto il mondo, ANZI, è un modo anti-economico.
    Dovremmo aprire troppi distinguo però….

    x Athanasius

    E che ti devo dare torto? Ciò non toglie che è più facile sentirsi simile tra assiri e yemeniti che tra assiri e celti, pé scrive na cazzata.

    Ognuno ha semplicemente la propria spiritualità , fedele a varie eredità ed innesti.
    Mica io voglio l’Europa cristiana contro una possibile Europa islamica.
    L’Europa ormai non è cristiana e non sarà mai islamica se non nelle sue forme apparenti quindi eretiche.
    Ma questo non è compito mio deciderlo , ma della storia.
    Io mi accontento di notate che sia cristiani che islamici sono BRAVISSIMI SERVI DI MAMMONA e che perlopiù si è difronte ad ignoranti od eretici.
    Proprio per questo, ben consapevole che dopo cambi radicali ed aspri scontri il SISTEMA si rafforza, dò il mio giudizio al riguardo.

    La conquista Islamica fu in minima parte una conquista di spada ma sopratutto una conquista politica dovuta alle agevolazioni fiscali, immancabilmente.

    Toh, vedi come è mondano il mondo!!!!!!!

    p.s. Da non scordare l’aiuto degli Ebrei nelle conquiste arabe…

  42. mirkhond scrive:

    Per te chi è il buon musulmano?

  43. mirkhond scrive:

    “Invece qui abbiamo un italiano, che verosimilmente deve conoscere il clima mediterraneo, che si stupisce che Omero parli di nebbia e maltempo;
    una cosa che mi aspetterei da un dilettante del Minnesota, appunto, che magari in Grecia c’è stato una volta in vacanza ad Agosto, e giustamente, che ne sa…”

    Anni fa, una professoressa “greca” che vive e insegna qui a Bari, mi parlò di Salonicco, la sua città, e del nord della “Grecia” in genere, Macedonia e Tracia.
    Mi disse che gli italiani preferiscono sempre andare in vacanza da Atene in giù, mentre se si recassero dalle sue parti, scoprirebbero un paese simile…. all’Austria! (parole sue, giuro, non me lo sono inventato).
    Evidentemente il dottor Vinci è poco pratico dell’area egea settentrionale e della Troade.
    ciao

    ps. Consiglio di guardarsi da internet, le belle foto del sito di Dick Osseman sulla Turchia e proprio sulle aree intorno al Bosforo e ai Dardanelli. Osseman ha il merito di recarsi in Turchia diversi mesi dell’anno e quindi ci presenta scenari climaticamente simili a quelli descritti da Omero.

  44. mirkhond scrive:

    “strutture statuali evolute di origine non semita, come le città sumere,”

    Cosa pensi dell’origine dei Sumeri? La loro lingua isolata (isolata perchè non se conoscono di simili) può essere ricondotta ad una supposta maxifamiglia na-dene-caucasica?
    Provenivano dall’Azerbaigian? Dagli Zagros? Dall’Elam? Dall’India? Erano gli autoctoni indigeni della Bassa Mesopotamia?
    ciao

  45. Daouda scrive:

    Musulmano vuol dire tante cose, come d’altronde cristiano ha vari aspetti di classificazione che spazia dal semplice battesimo alla ereditarietà di determinati usi e costumi.
    A rigor di dottrina , logica ed etimologia ( ciò vale sia per l’Islam che per la Cristianità ) buona parte del mondo islamico ( o cristiano ) è eretica ed anti-islamica ( od anti-cristiano ) poiché ribelle a Dio.
    Semplice e coinciso…

    p.s. essere islamici o cristiani implica una chiara interiorizzazione dei concetti di bontà e giustizia almeno sul piano sociale ove quindi il perfezionamento è del tutto personale ed ascetico ed il cui fine è ovviamente la Santità; alché diviene alquanto oscuro od addirittura insensato il chiedersi chi sia un “buon” musulmano od un “buon” cristiano.

  46. PinoMamet scrive:

    “Pino,

    lungi dal voler svilire la tua cultura personale e professionale, sia chiaro. Non è il mio campo, non fingo che lo sia e personalmente non ho certo elementi per stabilire chi abbia torto e chi ragione.

    Però anche la Calzecchi Onesti, a quanto ricordo, è del mestiere.

    E poi, le Norne…

    Z.”

    Z.

    sulla Calzecchi Onesti, ti rimando a quanto dice Miguel sulla figura del Classicista;
    per altri elementi della “tesi baltica”, ho già espresso perché li reputo non credibili in altri commenti qua sopra, per non annoiare gli altri non li ripeto;
    per le Norne, guarda, sfondi una porta aperta, sono il primo ad avere curiosità sulla triplice figura femminile che compare in molte mitologie indo-europee in contesti legati alla morte e alla nascita (per fatti miei personali);
    ho letto uno studio interessante in proposito, vedo se riesco a recuperarlo;
    ma, in generale, per questa e per altre somiglianze tra cultura greca e cultura nordica, ti rimando a quanto ho già detto a proposito di Zeus e Odino

    (i nordici non stavano ancora lì, primo; in secundis, hanno preso molto dalla cultura greca e romana tramite stranoti contatti e prestiti culturali; infine, molte somiglianze, come magari questa delle Norne, non sono in comune solo col mondo nordico; e sono talmente remote che si trovano un po’ ovunque…)

    comunque, con lo stesso tipo di elementi utilizzati per la “tesi baltica”, si potrebbe benissimo costruire una “tesi africana”; ti basti questo 😉

  47. Jam scrive:

    …é la politica e l’ideologia interessata, che elimina virtualmente, ma non sostanzialmente il senso dei concetti.
    Islam e Cristianesimo sono vicinissimi, anzi, sono la stessa cosa, l’Islam é una forma di Cristianesimo, anzi ne é l’apoteosi. Il profeta Mohammed ha confermato Gesù, anzi asseriva di essere la persona a lui più vicina. Aggiungendo anche che, se Mosé o gli altri profeti fossero stati vivi in quel suo momento storico, non avrebbero fatto altro che seguirlo.
    Ma questo seguirlo non significa una conversione all’Islam storico, ma a quello Universale, significa riconoscerlo in quanto Profeta.
    Ogni religione é Islam, cioé ogni religione ha in sé il principio del Dio Unico che ha comunicato con gli uomini tramite le rivelazioni. Sul Corano si insiste sulla necessità delle altre religioni, tutte le religioni debbono continuare ad esistere perché ogni religione é un modo specifico e meraviglioso di pregare Dio. Dire oggi che gli europei debbono diventere musulmani é un non senso. Ci saranno delle singole persone che per affinità speciali si convertiranno, ma é finita l’epoca delle conversioni di massa, la storia si volge su altri piani. Anzi é proprio sulla capacità di convivere con gli altri, differenti da noi, che si potrà verificare se chi parla dice il vero o é soltanto un ciarlatano. Ed il messaggio di Mohammed é universale nel senso che elimina il semitismo come momento primario di coesiene, sostituendovi la dignità umana, di ogni persona. Unità nonostante la differenza, non abolita, ma rispettata. Non a caso i primi nemici di Mohammed furono i qoreisciti, cioé la sua stessa tribù, il suo stesso sangue! E i primi amici di Mohammed furuno i cristiani di Abissinia che accolsero i primi musulmani perseguitati alla mecca. La potenza di Mohammed é nata proprio dall’aver abolito la priorità eccessiva data ai clan e alle tribù che passavano la vita in guerra fra loro privilegiando soltanto i legami di sangue e calpestando i diritti Umani…
    ciao

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