L’attentato di Milano, la dietrologia e i bachi

Ieri abbiamo parlato dell’attentato contro la Caserma Santa Barbara di Milano.

Tra i commenti al mio post, gip chiede:

"Sentite lo so che è una domanda senza riposta, ma a me pare una brutta coincidenza che Game faccia scoppiare il suo fertilizzante proprio in giorni in cui in Italia culmina una tensione che montava da mesi. E aggiungo un’altra cosa: proprio non riesco a capire perché mentre il tg1 di Minzolini spreme dalla notizia tutto quello che può, il sito del primo quotidiano nazionale lo gratifica prudentemente solo di una SESTA posizione in pagina. Insomma, è pur sempre il primo attentato "islamico" in Italia. E’ giusto guardare nella storia di Game, e meno male che almeno i blog come questo si preoccupano di farlo. E se a a fare il dietrologo fosse solo D’alema con le sue scosse potremmo anche mandarlo al diavolo. Ma in tutto questo ci sono note stonate e qualche sospetto viene. Che ne pensi curatore del blog? che ne pensate lettori?"

E’ un sospetto legittimo. Noi non sappiamo con certezza cosa sia successo, ed è giusto esplorare ogni pista.

Tenendo presente, come dice Gip, che la sua è quindi "una domanda senza riposta", rispondo con quello che penso in questo momento e con i dati che abbiamo.

Voglio intanto rovesciare la formulazione di Gip. E’ facile lanciare "sospetti", perché qualunque faccenda può essere piena di quelli che possiamo chiamare bachi, per copiare il linguaggio informatico.

Miguel Martínez è un personaggio strano, con una vita movimentata alle spalle in varie parti del globo e tutta una serie di insolite amicizie e interessi bizzarri (pensate che sul suo blog ci sono link ai siti del Comandante Carlos,  dell‘Imam di Carmagnola, di Barbara Aisha Farina e persino di  Alessandra Colla).

Dov’era l’11 settembre del 2001?

A casa, lui dice. A parte i familiari – inaffidabili per definizione – l’unico alibi che è in grado di tirar fuori è che afferma di aver ricevuto una telefonata nel pomeriggio da parte di una persona che gli raccontava confusamente dell’attentato a New York.

Può darsi che si riesca a risalire, dai tabulati, all’esistenza di quella telefonata. Che però potrebbe essere stata fatta apposta per creare un alibi per Miguel Martínez. Oppure i tabulati potrebbero essere andati opportunamente perduti nel frattempo (ricordiamo tutte le strane vicende che hanno riguardato la Telecom in questi anni).

E chi gli ha telefonato, per avvisarlo dell’attentato? Un noto americanista che a suo tempo era stato amico personale del sovversivo musulmano Malcolm X; che aveva seguito la guerriglia comunista in Guatemala e aveva vissuto il Settembre Nero accanto ai palestinesi in Giordania; e che una volta aveva intervistato l’ayatollah Khomeini.

Quindi il sospetto su Miguel Martínez è più che legittimo; ma è molto più difficile formulare un’ipotesi positiva sul possibile ruolo di Miguel Martínez nei piani di Osama bin Laden.

Torniamo all’attentato di Milano.  

Dire che l’attentato nasconde "qualcosa", vuol dire che nasconde il contrario di ciò che appare.

Se dai sospetti, passiamo a un’ipotesi positiva, l’attentato non sarebbe un attentato di un islamista contro il governo, bensì un attentato del governo contro l’opposizione. Il governo può usare un attentato di questo tipo, ad esempio, per chiedere ulteriori leggi repressive; oppure per screditare una sinistra che non è abbastanza ostile all’immigrazione; o per distogliere l’attenzione pubblica da altre notizie che mettono in imbarazzo il governo.

La cosa è ovviamente possibile, perché no?

E’ probabile, però?

Vediamo prima il caso particolare, poi trattiamo una questione più generale.

Mohammed Game ha rischiato e pagato di persona: l’attentato non è stato compiuto da qualche anonimo sicario.

Per cui dobbiamo cercare le sue probabili motivazioni.

Ora, la tensione di cui parla Gip riguarda alcune vicende molto italiane – le onorevoli escort di Berlusconi, il Lodo Alfano, la riforma della scuola, l’UDC e la Chiesa che ammiccano al centrosinistra e così via.

Nei media, queste cose vengono enfatizzate quasi esclusivamente da Repubblica e su Internet.

Posso ipotizzare che Mohammed Game non comprasse Repubblica. Probabilmente guardava la televisione italiana, che tace sui guai del governo; e probabilmente aveva l’antenna parabolica e quindi guardava al-Jazeera, che non si occupa proprio dell’Italia.

La "tensione montante" c’era, ma riguardava la questione afghana. E’ infatti importante sprovincializzarsi un po’ su queste cose: alla maggior parte della gente del mondo, compresi gli immigrati, delle vicende di Berlusconi non gliene potrebbe importare di meno. Non abbassiamo i massacri compiuti dagli aerei alleati nei villaggi afghani, le carceri e le torture a qualcosa di secondario rispetto alle troiette del nostro primo ministro. Opporsi all’invasione dell’Afghanistan è una motivazione altamente etica e sensata per fare qualcosa (non necessariamente per fare ciò che Mohammed Game ha fatto, ovviamente).

La motivazione nota – la rabbia per l’occupazione militare dell’Afghanistan – è quindi la più plausibile, anche se non possiamo dire che sia "la verità".

Questo ci porta a una considerazione generale sul rapporto tra violenza politica e complotti in Italia.

Si dice spesso che gli attentati avvengano in momenti di "tensione crescente".

Posso essere d’accordo per un caso: la strage di Piazza Fontana, avvenuta effettivamente nel momento di massima tensione sociale dell’Italia post-bellica.

La strage ha messo fine all’immenso moto dell’Autunno Caldo e quindi ha una sua logica. Ci sono centinaia di migliaia di pagine di documenti processuali, che più si guardano, meno si capisce, perché più carta vuol dire più bachi. Su infiniti bachi, si possono costruire infiniti sospetti, fino a cadere nel più completo delirio. Provate a leggere oltre pagina dieci di uno di quei demenziali elenchi telefonici con connessioni casuali che pretendono di dirci la verità su Piazza Fontana e capirete cosa intendo.

Facendo piazza pulita di tutta la fuffa, restiamo però con alcuni fatti: che gli autori della strage non sono mai stati identificati con certezza (e siamo nel paese in cui anche Craxi è stato fatto fuori dai magistrati), per cui forse godevano di particolari protezioni; che l’ipotesi più plausibile è che si mirasse a far cadere la colpa di una brutale strage di innocenti sull’estrema sinistra, in un momento in cui un grande moto di sinistra minacciava le istituzioni. In questo senso, la strage ha certamente funzionato come terapia-choc, senza bisogno di colpi di stato.

Quindi è ragionevole ipotizzare che piazza Fontana sia stata realmente una strage "di Stato".

Piazza Fontana ha però creato un meccanismo psicologico nella sinistra che si avvicina a una vera e propria psicosi dietrologica. Da allora in poi, ogni fatto è stato inserito nel meccanismo della ricerca dei bachi e della produzione dei sospetti. La paranoia ha generato un fangoso linguaggio sbirresco-giornalistico: loschi e ambigui personaggi, guarda caso, infiltrati, "coincidenza" tra virgolette, trame oscure,  figura inquietante, stretti legami con, sedicente, provocatore, sottobosco, rete di contatti, idee deliranti, cui prodest (anche le capre si dedicano al latino), manovalanza, al servizio di…

Essendo interamente basata sui bachi, non si è mai capito quale fosse l’ipotesi positiva: chi avrebbe fatto che cosa a quale scopo. Semplicemente, nella nebbiosa confusione, dietro i bachi si intuivano  i servizi segreti, la Chiesa cattolica, la Massoneria, le banche, l’Opus Dei, la Mafia, i militari, la CIA e ovviamente e ovunque "i fascisti". Un mostro senza volto, senza storia, senza analisi sociale, dove lo studente sedicenne e il dirigente della Confindustria operavano al servizio dello stesso Potere Occulto.   

Questo modello è stato applicato a tutti i fatti successivi di violenza. Alle grandi stragi come alle azioni delle Brigate Rosse.

Prendiamo la strage della stazione di Bologna. Gli imputati, che hanno molte altre colpe certe e confesse, sono in questo caso palesemente innocenti.[1] Non viene in mente alcun movente plausibile, né per loro (non erano un gruppo di odiatori di treni) e forse nemmeno per il "sistema": non c’era un Autunno Caldo da fermare, non è stato il pretesto per un colpo di Stato. Nessuno ha provato ad accusare la sinistra della strage. L’ipotesi che si sentiva in giro allora, "vogliono spaventare la gente così si fermano le lotte sociali", è priva di qualunque logica.[2]

Ovviamente, la strage ha avuto una causa, ma attualmente non sappiamo assolutamente quale fosse.

La dietrologia ha colpito anche le Brigate Rosse. Non ho alcuna intenzione di giustificare alcunché. Però le Brigate Rosse sono state molto chiare e coerenti nella strategia. Con i bachi, si è riusciti a creare una melma senza fondo anche attorno a loro.

I mali della destra li conosciamo; ma quello forse principale della sinistra è la dietrologia.

Se avviene qualcosa che dà spazio alla destra, ci deve essere dietro il Complotto. Le azioni delle BR hanno come effetto anche quello di screditare la sinistra presso il grande pubblico? Bene, è sufficiente per dimostrare il Complotto, basta trovare un numero sufficiente di bachi per appoggiare una tesi di cui si è già certi. E’ interessante la premessa perbenista che c’è dietro: lo scopo della sinistra sarebbe di avere una buona immagine, qualunque cosa danneggi quell’immagine è per forza "di destra". Così si trasforma lo scontro sociale in scontro puramente morale: noi siamo persone buone, quindi le azioni cattive devono averle fatte i nostri avversari.

Mentre sarebbe sufficiente ipotizzare, in linea di massima, che in un paese con sessanta milioni di abitanti, prima o poi qualcuno farà qualcosa di cui la propaganda della destra potrà approfittare: una rissa, un omicidio, un furto commesso da un immigrato… Approfittare lo fanno tutti, lo fanno anche i cattolici quando si lamentano perché qualcuno toglie un crocifisso, o la sinistra quando salta addosso a un cretino che allo stadio fa il saluto romano, senza che questo significhi che i militanti dell’UAAR o i giocatori della Lazio siano agenti dell’Opus Dei o dell’Internazionale Comunista.

L’evento bacato si dice che avvenga sempre "guarda caso" in un momento "particolare", tanto ogni momento è particolare, in un paese dalla politica confusa e rissosa come l’Italia.

Questo non vuol dire che dietro singoli episodi, non ci possa essere davvero un complotto. Tra tanti bachi, qualcuno forse porta davvero alla verità.

Ma in generale, le stranezze che ogni caso presenta vengono amplificate dalla stranezza di persone che scelgono di usare le armi e rischiare la galera e la morte: pensiamo al caso di Gianfranco Bertoli, un uomo tremendamente complesso, dalla vita confusa e avventurosa, comunista, tossicodipendente, frequentatore di un kibbutz, informatore dei servizi in tempi lontanissimi, lettore di esaltati testi di Max Stirner, scrittore sensibile e artista, che lanciò una bomba nel 1973 contro la questura di Milano, uccidendo quattro persone.[3]

Bertoli, arrabbiato contro il sistema quanto Game, non fece nulla per nascondersi e subì decenni di carcere. Eppure fu immediatamente messo in croce da tutti i dietrologi, come perno di chissà quale complotto;[4] per dimostrare la propria estraneità, arrivò a cercare di suicidarsi.

Riassumiamo. La premessa è che ogni evento può essere utile a qualcuno; ogni evento è pieno di bachi. Lo sono in particolare gli eventi che riguardano anime irrequiete. E sono in genere le anime irrequiete che compiono gesti clamorosi.

In certi casi, gesti clamorosi possono davvero fare parte di qualche strategia più grande: è legittimo cercare di approfondire la possibilità, ma solo tenendo ben salda la premessa.

Note

[1] Dire che sono innocenti non vuol dire che esiste un complotto del sistema per accusarli. I vasai devono produrre vasi, i magistrati devono produrre sentenze, e se manca la materia prima di qualità, ci si arrangia come si può. A Bologna la verità complottista è diventata la verità ufficiale; ma non mancano i dietrologi che seguono altre piste, altrettanto improbabili.

[2] Quando minaccio qualcuno, devo farmi capire in modo chiaro. Una bomba contro persone di ogni sorta che vanno in vacanza non lancia alcun messaggio comprensibile, soprattutto quando non ha alcun seguito. Chi vuole stroncare le lotte sociali con la violenza fa casomai come in Colombia, uccidendo a uno a uno migliaia di dirigenti sindacali e politici.

[3] Dire che qualcuno è strano, nel senso di fuori dal comune, o complesso, non vuol dire insultarlo dandogli del pazzo. In Bertoli c’è stata una forma estrema di sanissima curiosità, voglia di capire, desiderio di esserci, intensità di vivere, ricerca della varietà delle cose, che lo ha condotto di disastro in disastro. Una versione  meno elegante di Eduardo Rózsa Flores.

[4] Il ministro Mariano Rumor, bersaglio mancato dell’attentato di Bertoli, fino al giorno prima oggetto di ogni sorta di dietrologia, fu improvvisamente santificato dai complottisti. E questo indica dove porta il perbenismo innato dei complottisti. Ci sono degli "antagonisti" che ogni tanto tirano fuori  con scandalo il fatto che una persona che conosco, allora di destra e oggi di tutt’altra idea, una volta subì una perquisizione della polizia, pensate…

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55 risposte a L’attentato di Milano, la dietrologia e i bachi

  1. utente anonimo scrive:

    Miguel,

    — Prendiamo la strage della stazione di Bologna. Gli imputati, che hanno molte altre colpe certe e confesse, sono in questo caso palesemente innocenti —

    Hai studiato le carte del processo?

    Perdonami se te lo chiedo, perché non intendo mancarti di rispetto: è che il resto dell’articolo è nel complesso così ragionevole che una tale affermazione, all’apparenza del tutto apodittica, stride violentemente con tutto il resto.

    — I vasai devono produrre vasi, i magistrati devono produrre sentenze, e se manca la materia prima di qualità, ci si arrangia come si può. —

    Anche i vasai di Piazza Fontana dovevano produrre sentenze, ma non per questo hanno prodotto sentenze di condanna. Cosa avrebbe impedito ai vasai di Bologna di comportarsi allo stesso modo, non ricorrendo i presupposti per una condanna? non vorremo fare a nostra volta della dietrologia, mi auguro…

    Z.

  2. kelebek scrive:

    Per Z n. 1

    No, non ho letto le carte processuali.

    Intanto, quella di Bologna è una delle poche sentenze ad aver riscosso l’entusiasmo dei complottisti 🙂

    Parlando seriamente, sono usciti sull’argomento alcuni libri da cui emergono alcune cose, che riepilogo a memoria, perché non li ho sottomano:

    1)  l’accusa si basa sulla testimonianza di un delinquente comune, messo in cella degli accusati, per raccogliere le loro presunte confidenze. Un delinquente comune le cui affermazioni sono state smentite dalla sua stessa famiglia e che è stato ritenuto inattendibile in altre circostanze.

    2) non esiste alcuna prova concreta contro Fioravanti e Mambro.

    3) non esiste alcun movente plausibile per la strage

    Questo per quanto riguarda l’aspetto processuale.  A me interessa però soprattutto un altro aspetto, non giuridico.

    Fioravanti e Mambro sono persone orribili, e lo dico anche per motivi personali: hanno accecato una persona splendida che conoscevo, un anziano poliziotto-piantone, uomo saggio, semplice e buono.

    Mentre la Mambro apparteneva almeno a una cultura popolare di borgata, Fioravanti è sempre stato un liberale, un sostenitore del libero mercato, un ammiratore degli Stati Uniti e di Israele. E sapete come la penso su questi argomenti.

    Hanno commesso una serie di omicidi senza la minima esitazione.

    Però tutti i loro omicidi li hanno commessi seguendo un percorso assolutamente coerente, che era quello di dimostrare con il sangue che:

    1) i "camerati" non erano al servizio di nessuno e non dovevano mai abbassarsi a compromessi

    2) che il vero nemico era il "sistema" che commetteva le stragi

    3) che era ora di combattere il sistema invece di ammazzarsi tra estremisti o uccidere persone che non c’entravano.

    Hanno dedicato i loro giovanissimi anni a dimostrare tutto ciò con il sangue.

    Rispetto al loro progetto hanno commesso anche azioni contraddittorie, come quando hanno attaccato la sede di Radio Città Futura per fare un comunicato in cui volevano annunciare la fine della lotta tra estremisti da una posizione di forza e si sono trovati invece nella confusione a sparare su delle poverette femministe che non c’entravano niente.

    Però, proprio per quel fanatico attaccamento ai principi, hanno immediatamente assunto la responsabilità di questa e di ogni altra azione che hanno commesso. Anche perché, in seguito, hanno fatto un percorso che potremmo chiamare psicanalitico, in cui hanno analizzato e discusso pubblicamente ogni loro gesto.

    Bene, dopo essersi beccati il massimo concepibile di ergastoli, senza mai aver nascosto i delitti che hanno commesso, c’è un’azione che hanno sempre negato di aver compiuto: la strage della stazione di Bologna. Lo hanno negato con assoluta determinazione, come una mostruosità che contrastava con tutto il resto di ciò che avevano fatto.

    Confessare, non costerebbe loro un giorno in più di carcere, tanto è vero che comunque godono di benefici anche con la condanna per la strage.

    Ma questa unica accusa non l’hanno mai accettata, e in effetti non ha alcun senso nel loro percorso.

    Miguel Martinez

  3. kelebek scrive:

    Sempre per Z.

    Non ho idea cosa abbia impedito ai giudici di assolvere la Mambro e Fioravanti.

    Proprio perché non credo al complotto o al controcomplotto, ipotizzo che abbiano seguito il sentiero meno irto: emettere una condanna , in base alle dichiarazioni di un delinquente comune contro due pluriergastolani pluriomicidi confessi che non erano protetti da nessuno, per i quali la stessa destra all’epoca chiedeva la pena di morte non avrebbe trovato contrario nessuno, a parte i condannati stessi.

    A renderli impotenti era proprio la loro innocenza (rispetto a questo specifico delitto), cioè il fatto di non avere alcun legame con alcuna forza di potere.

    Miguel Martinez

  4. kelebek scrive:

    Aggiungo ai motivi per cui provo una particolare ostilità verso Fioravanti e Mambro il fatto che qualcuno del loro gruppo, con il loro pieno consenso, ha combattuto a fianco dei maroniti libanesi – appoggiati da Israele – contro i palestinesi e gli sciiti.

    Una scelta non casuale: oggi Fioravanti e Mambro militano entrambi nel Partito Radicale e hanno aderito a tutte le iniziative a sostegno degli USA e di Israele in anni recenti.

    Non avrei pianto se fossero morti durante le loro attività, e nemmeno dopo. Non avrei avuto nulla da ridire se in carcere qualcuno si fosse occupato di abbreviare i loro giorni.

    Però la mia antipatia non li rende colpevoli di ciò che non hanno commesso.

    Miguel Martinez

  5. kelebek scrive:

    Ultimo mio autocommento della sera 🙂

    Vi segnalo un testo agli esatti e diametrali antipodi dal mio:

    http://www.cpeurasia.org/?read=35881

    Miguel Martinez

  6. kelebek scrive:

    Ultimo mio autocommento della sera 🙂

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    Miguel Martinez

  7. kelebek scrive:

    Ultimo mio autocommento della sera 🙂

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    http://www.cpeurasia.org/?read=35881

    Miguel Martinez

  8. utente anonimo scrive:

    Caro Miguel

    come finisce un liberale amante delle peggiori piaghe del sistema a fare la lotta armata contro il sistema?

    e da quando combattere in prima linea è qualcosa di male per te?

    Ciao

    Francesco

  9. kelebek scrive:

    Per Francesco n. 6

    Bella domanda, in effetti.

    Considera che Fioravanti era giovanissimo, aveva sui 18 anni. Di famiglia benestante, cresciuto anche negli Stati Uniti, aveva cominciato a fare "politica" (virgolette!) per difendere suo fratello minore nelle risse a scuola, ed era entrato quindi a far parte di un ambiente umano più che ideologico.

    Poi si è trovato a vendicare amici morti, per motivi soprattutto personali. Ciò che è strano è come questa sua sostanziale apoliticità, accompagnata da idee liberali, si sia accompagnata alla velleità di "combattere il sistema anziché battersi tra rossi e neri". Qui c’è certamente una contraddizione, ma Fioravanti, pur essendo persona intelligentissima, non era abbastanza intellettuale da farsene un problema.

    La "lotta al sistema" era però del tutto velleitaria. Fioravanti e Mambro non hanno mai fatto altro che chiudersi nella follia del piccolo gruppo di amici, che ammazzavano poliziotti, facevano rapine e uccidevano senza esitazione sospetti "traditori" nonché chiunque avesse a che fare con Terza Posizione, ma sempre con rigorose regole (brutte quanto si vuole) che escludevano completamente azioni come la strage di Bologna.

    Fioravanti e Mambro comunque non li considero affatto "combattenti", nemmeno nel senso in cui potrebbe esserlo Mohammed Game, che ha agito per una causa un po’ superiore a quello del giro di amici da difendere.

    Miguel Martinez

  10. AndreaDiVIta scrive:

    Per Martinez

    ”Quando minaccio qualcuno, devo farmi capire in modo chiaro. Una bomba contro persone di ogni sorta che vanno in vacanza non lancia alcun messaggio comprensibile, soprattutto quando non ha alcun seguito. Chi vuole stroncare le lotte sociali con la violenza fa casomai come in Colombia, uccidendo a uno a uno migliaia di dirigenti sindacali e politici.”

    Sono in completo disaccordo, e provo a spiegare perchè.

    La violenza indiscriminata, fine a se stessa, arbitraria, ”inutile” è ovviamente dificilissima da prevenire e da reprimere: il motivo è lo stesso per cui è assai difficile per la Polizia catturae un serial killer. Voglio dire che la stessa arbitrarietà e gratuità del crimine taglia le gambe agli investigatori, vanificando l’utilizzabilità della deduzione stile Agatha Christie. La violenza non mirata è assai meno controllabile di quella mirata.

    Ne segue che chiunque voglia creare un generico clima di insicurezza, utile ad esempio a non fare uscire la gente fuori di casa, a fiaccare lo spirito di partecipazione a pubbliche manifestazioni quali manifestazioni di massa, scioperi ecc. puo’ semplicemente ricorrere ad un attentato a casaccio contro vittime qualsiasi. Meglio ancora se il bersaglio ha un valore simbolico universalmente riconosciuto come positivo, come una scuola stile Beslan o l’osservatorio di Greenwich de ”L’agente segreto” di Conrad o l’accademia dei Gergofili della tentata strage dei Corleonesi nella Firenze di qualche anno fa.

    A questa maniera si rivela la pubblica impotenza (dell’autorità da una parte, dell’opinione pubblica tanto idolatrata dall’altra) a difendere le persone da un male ovvio, riconoscibile a tutti e da tutti indisciminatamente riconosciuto come tale. E siccome ogni forma di potere, da quello dei manganelli polizieschi a quello nonviolento stile Gandhi a quelo soft dei mass media, trova legittimità proprio nella sua pretesa capacità di difenderci dal dolore gratuito e iniscriminato, l’inutilità stessa di una strage diventa il suo aspetto più devastante.

    Si vuole che la gente si nasconda, resti paralizzata e impaurita della sua stessa paura? Oppure si vuole dimostrare a un governo che non sta ai patti più o meno tacitamente conratti che non è lui a contollare la situazione? Niente di meglio di una strage anonima. Come nel totalitarismo, l’innocenza stessa delle vittime rende impossibile qualsiasi difesa preventiva sia da parte loro sia da parte di chi le deve difendere.

    In un mondo in cui la difesa verso l’esterno e la sicurezza verso le minacce interne vanno a sovrapporsi (si cerchi sotto la voce ‘neoconopticon’ in Google) non soltanto la guerra si privatizza nell’uso di compagnie mercenarie ome in Iraq, non soltanto il terrorismo va in franchising come con Al Qaeda, ma il terrore si frammenta, diventa ”il nostro casigliano” della poesia del Pascoli.

    Un esempio banale. Da bambino stavo vincendo una partita a scacchi con un mio parente adulto. Vista la mala parata, questi fece finta di alzarsi dal tavolo per andare in bagno, e col ginocchio fece ”inavvertitamente” cadere la scacchiera. Ecco un esempio di aggressione ‘indiscriminata’, ‘irragionevole’ e ‘senza bisogno di complotti’ che pero’ rendeva impossibile per me arrivare alla desiderata vittoria.

    La miglior prova della scarsa pericolosità del terrorismo di Al Qaeda in Italia non è tanto l’assenza di attentati di chiara radice islamica, quanto l’assenza di poveracci italiani che accettino di farsi saltare per aria o di pugnalare qualche massaia al merctao gridando frasi sconnesse in arabo in cambio di un vitalizio per la propria famiglia pagato da qualche musulmano integralista benestante. L’hanno fatto con la lotteria, perchè non farlo col terrorismo? Costa assai meno e fa decisamente molta più paura.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  11. kelebek scrive:

    Per Andrea n. 8

    non è sbagliato in linea di massima ciò che dici. Le stragi indiscriminate sono effettivamente difficili da controllare, e a lungo andare possono generare un clima di panico generale.

    Pensiamo all’effetto cumulativo che hanno avuto anni di notizie di cronaca nera sulla percezione comune dell’Allarme Sicurezza.

    Il problema è che il terrore generico può essere indotto soltanto con una campagna incessante e ripetuta, e mirata a qualcosa.

    Pensiamo al Vietnam, in cui gli americani hanno cercato di seminare il terrore bombardando giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.

    Ad esempio, avrebbe avuto senso se nell’80 avessero messo centinaia di bombe in tutto il paese; e dopo un po’ il governo avesse, che so, dichiarato lo stato di emergenza, oppure sciolto tutti i movimenti di opposizione.

    Invece no.

    La bomba di Bologna fu messa in piena estate, quindi in un momento lontano dalle attività politiche, già sostanzialmente dimenticato al rientro. Non credo che abbia fatto diminuire di una virgola il numero di scioperi, già comunque in calo per ben altri fattori storici: il 1980 non era certamente il 1969.

    Nel 1969, ci fu un articolato tentativo di accusare l’estrema sinistra della strage. Un messaggio chiaro e logico: chi sciopera è amico di chi uccide i pensionati nelle banche.

    Nel 1980, invece, la strage fu dichiarata "fascista" dal governo e dai media ancora prima che iniziassero le indagini, quindi non ci fu nessun tentativo di farne ricadere la colpa sulla sinistra.

    A parte l’arresto di qualche centinaio di neofascisti e lo scioglimento di Terza Posizione, non c’è stata alcuna conseguenza istituzionale. E non credo che fosse tutto un complotto per far sciogliere un gruppetto di qualche centinaio di scalmanati… 

    Però essendo gli unici ad averci rimesso, è evidente che quegli scalmanati non c’entravano nulla. E infatti in seguito Terza Posizione è uscita completamente dalle indagini: d’altronde non si poteva accusare contemporaneamente sia TP che il loro principale nemico, Valerio Fioravanti.

    Né quell’attentato è stato seguito da altri analoghi: il fatto che siano passati molti anni ci fa vedere "le stragi" tutte di fila, mentre avvennero ad anni di intervallo l’una dall’altra.

    La credibilità del governo ci ha rimesso?

    Direi il contrario: casomai le opposizioni (cioè il PCI, allora) si sono avvicinate al governo, e c’è stata molta mobilitazione congiunta "in difesa delle istituzioni" come si diceva allora.

    Anche perché un unico attentato non fa paura, una volta che si scopre che non c’è un seguito, casomai fa aumentare l’indignazione.

    D’altra parte, l’ipotesi che si volesse screditare il governo è esattamente il contrario dell’ipotesi dei complottisti dell’11 settembre, che giustamente notano come quell’attentato abbia casomai creato una cieca solidarietà attorno al governo (non per questo credo alla tesi complottista sull’11 settembre, ma è un altro discorso).

    Al limite si può giocare con ipotesi di fantasia.

    Poniamo che un grosso trafficante di droga sudamericano fosse in carcere in Italia; e che i suoi amici avessero fatto capire al consolato italiano del loro paese che se non lo avessero rilasciato, ci sarebbe stato un grosso attentato. Incassato il messaggio, il governo magari ha rilasciato il trafficante, oppure la banda che aveva messo la bomba è stata fatta fuori da un’altra, per cui non ci sono stati più attentati.

    E’ pura fantasia ovviamente; ma è utile per evitare il narcisismo di chi pensa che tutto sia "politica", con sole due parti in conflitto, quelli che ci stanno simpatici e quelli che ci stanno antipatici.

    Miguel Martinez

  12. kelebek scrive:

    Sempre per Andrea n. 8

    Interessante il caso dell’Accademia dei Georgofili che citi, ma che secondo me dimostra l’esatto contrario.

    Come tu dici, i mafiosi volevano mettere in imbarazzo il governo, creando un clima di insicurezza generale.

    Ma lo volevano per un fine preciso. Se ben ricordo (non ho controllato le fonti) i corleonesi – cioè un preciso gruppo di individui, non entità vaghe tipo "i poteri occulti" o "l’eversione" o le "forze occulte reazionarie" – hanno fatto capire chiaramente al governo che chiedevano l’allentamento delle misure particolarmente restrittive sui boss in carcere.

    Non per affetto verso i padrini, ma perché l’assenza di contatti sovvertiva le loro gerarchie e assetti di potere.

    E’ una richiesta precisa e ragionevole, perché il governo avrebbe potuto trovare il modo di concederla. Solo quando non è stata concessa, i corleonesi sono partiti all’attacco.

    Il secondo fine – e qui ci sta tutto ciò che tu dici sull’efficacia del terrore indiscriminato – era di deviare le forze dello stato (credo che si trattasse anche dell’esercito) dal concentrarsi in Sicilia, portando il pericolo in tutto il paese. Dieci attentatori che possono colpire ovunque impegnano decine di migliaia di agenti dello Stato che si girano i pollici davanti a ogni possibile obiettivo.

    Diluire le forze di sicurezza in tutto il paese avrebbe reso più difficile il controllo della Sicilia.

    Tutto ciò segue una logica militare e politica ineccepibile, poi evidentemente i corleonesi non avevano le forze per condurre seriamente il progetto.

    Questo paragone ci aiuterebbe a capire molto meglio le stragi storiche italiane di quanto ci aiuta la metafisica teoria della "strategia della tensione" volta a "scoraggiare la crescita democratica del paese".

    Miguel Martinez

  13. utente anonimo scrive:

    x  Andrea 8

    però se dimostro, a suon di bombe, la debolezza del governo a guida DC è difficile che questo danneggi il PCI e la CGIL, che peraltro il giorno dopo la bomba "occupano" la città in questione dimostrando che LORO non si fanno intimidire.

    L’incapacità della DC di garantire la sicurezza dei cittadini italiani può spingere a destra, verso i missini che chiedono la pena di morte per tutti i terroristi, a sinistra, verso l’alternativa "seria" rappresentata dal PCI, in ogni caso fa poco anche il gioco dei "poteri occulti" che hanno nella DC l’unica possibile sponda istituzionale.

    O immagini cittadini intimoriti che "mangiano la foglia" e tornano a votare DC per evitarsi problemi?

    Francesco

    PS ma la stessa bomba alla BNA, non esplose un pomeriggio in cui la banca era sede di una riunione invece che normalmente vuota? in un periodo in cui di bombe "dimostrative" ne esplodevano parecchie? che io non c’ero …

  14. kelebek scrive:

    Per Francesco

    ???? Per una volta, sono quasi d’accordo con te. Boh?

    L’incapacità della DC di garantire la sicurezza dei cittadini italiani può spingere a destra, verso i missini che chiedono la pena di morte per tutti i terroristi, a sinistra, verso l’alternativa "seria" rappresentata dal PCI, in ogni caso fa poco anche il gioco dei "poteri occulti" che hanno nella DC l’unica possibile sponda istituzionale.

    Escluderei la destra: dal 1972 in poi, il principale problema dell’MSI è stato il suo presunto coinvolgimento nel terrorismo, immensa palla al piede per il suo immagine perbenista. E come ho detto, la strage di Bologna (come già quella di Brescia) fu immediatamente definita "fascista".

    La campagna per la pena di morte fu un imbarazzato tentativo di districarsi in mezzo a questo clima.

    Certo, se gli attentati "sono comunisti" (vedi piazza Fontana, prima versione), la destra ci guadagna; viceversa, se "sono fascisti" (Brescia, Italicus, Bologna), la sinistra ci guadagna.

    Però ci guadagna anche la DC, come portatore di "sana normalità contro tutti questi giovani estremisti violenti".

    Ma ricordiamo la natura assolutamente saltuaria delle stragi, per cui è difficile dire che segno abbiano lasciato, a parte il mito della "strategia della tensione".

    PS ma la stessa bomba alla BNA, non esplose un pomeriggio in cui la banca era sede di una riunione invece che normalmente vuota? in un periodo in cui di bombe "dimostrative" ne esplodevano parecchie? che io non c’ero …

    Questo è vero, era un giorno particolare in cui la banca restava aperta anche il pomeriggio per le trattative private tra agricoltori. E’ possibile che gli attentatori non volessero fare una vera strage, ma solo far credere che volessero colpire i "simboli della borghesia": una banca e l’altare della patria a Roma.

    Miguel Martinez

  15. kelebek scrive:

    Vedo un quantità incredibili di concordanze sbagliati nei varie commenti che ho scritte. Boh, si vede che vado troppo di fretta!

    Miguel Martinez

  16. marijam scrive:

    però se dimostro, a suon di bombe, la debolezza del governo a guida DC è difficile che questo danneggi il PCI e la CGIL, che peraltro il giorno dopo la bomba "occupano" la città in questione dimostrando che LORO non si fanno intimidire. francesco

    "occupano" ? Le virgolette non velano la gravità della parola che usi, cosa dovevano fare secondo te, starsene a casa?

  17. utente anonimo scrive:

    Kompagna!

    a me chiedi cosa dovevano fare i comunisti? che fai, provochi?

    senti, io ringrazio il Cielo di essere nato dopo quegli anni, da giovane ero portato al melodramma e non so se sarei rimasto civile e pacifico in quel clima.

    di certo non sarei finito a sparare ai poliziotti e ai simboli del sistema, posso (tanto non è successo nulla) immaginarmi a complottare contro:
    (a) i vili DC che non facevano nulla di buono per il paese che immeritatamente quanto ineluttabilmente governavano,
    (b) i comunisti ufficiali "al soldo di Mosca" che lavoravano ai fianchi la democrazia per arrivare al potere grazie alla complicità degli idioti di cui al punto (a),
    (c) la marmaglia sprangatrice che occupava le università, massacrava chi osava dissentire, osannava i peggio sterminatori che trovava per il mondo, impediva di studiare alla gente decente, e contava sulla spudorata complicità di ministri DC inerti e codardi.

    Come vedi, ho buoni motivi per ringraziare lassù …

    Francesco

    PS mettiti un secondo nei panni di un cittadino moderato: prima esplodono bombe assassine, di cui non si origine o scopo, poi la città è occupata in modo paramilitare (do you remember servizi d’ordine?) dai rossi.

  18. utente anonimo scrive:

    Miguel,

    — No, non ho letto le carte processuali. —

    Peccato, ci speravo. Te le avrei scroccate molto ma molto volentieri…

    — Parlando seriamente, sono usciti sull’argomento alcuni libri —

    Scritti da chi? basati su cosa?

    — 1)  l’accusa si basa sulla testimonianza di un delinquente comune, messo in cella degli accusati, per raccogliere le loro presunte confidenze. Un delinquente comune le cui affermazioni sono state smentite dalla sua stessa famiglia e che è stato ritenuto inattendibile in altre circostanze. —

    Bisognerebbe verificare che tutto questo sia vero. Sai, se dovessi raccontarti quanto divergono le carte dei processi da ciò che scrivono i giornalisti potrei parlarti fino a stanotte 🙂

    — 2) non esiste alcuna prova concreta contro Fioravanti e Mambro. —

    Idem.

    — 3) non esiste alcun movente plausibile per la strage —

    Ai giudici spetta ricostruire i fatti. l movente è roba da giallisti, giornalisti e Meluzzi 🙂

    — Questo per quanto riguarda l’aspetto processuale.  A me interessa però soprattutto un altro aspetto, non giuridico. —

    Ecco, riguardo all’aspetto non giuridico, ti invito a non essere troppo complottista a tua volta.

    I bachi esistono dappertutto, come ci insegni. Esistono nelle ricostruzioni dell’11 settembre, di Pearl Harbor, di qualsiasi cosa.E sempre tu ci insegni che non per questo i "complottisti" hanno ragione.

    Ebbene: perché nel caso di specie non dovrebbero esserci bachi? perché ritieni – e ritieni con assoluta certezza – di essere in grado di escluderlo?

    Ora, secondo me Francesco non ha tutti i torti: al di là della grande distanza che divide te dai due bravi signori, a me pare che il fatto che combattessero e rischiassero in prima linea ti renda decisamente più solidale con loro di quanto non lo potremmo esserlo Francesco ed io. Forse per questo dimentichi improvvisamente tutte le cautele alle quali ci induci nel resto dell’articolo? Non so, e francamente non mi sembra importante: se i bachi esistono dappertutto, del resto; esistono nel tuo ragionamento così come nel mio. E quindi non mi interessa fare del complottismo a mia volta 🙂

    La mia esperienza personale, però, mi permette di raccomandarti maggior prudenza nell’affermare granitiche certezze su vicende giudiziarie di cui non hai letto gli atti di persona.

    Z.

  19. controlL scrive:

    Occupare non vuol dire stare qualche ora in piazza e poi tutti a casa. È altro, come dimostra l’afghanistan moderno, occupato dai russi di recente e di presente dagli americani.

    Quanto al servizio d’ordine del pci e della cgil spaccava teste ai compagni, e alcuni, che quegli anni li han vissuti in piccoli gruppi comunisti, li conosco di persona. Il pci è stato un baluardo d’ordine, e cossiga, per esempio, lo spiega benissimo, parlando di bolognina fatta da… togliatti nel ‘43. La vecchia classe dirigente era indubbiamnete molto più lucida della nuova. Quanto ai rivoluzionari sessantotteschi, i loro capi sono i maitres à penser del capitalismo odierno. Nulli come marxisti, nulli come capitalisti. Però stanno da questa parte, e ben remunerati, del campo. Certo è una fortuna per noi che ve li siate presi, ma è anche significativo di cosa fosse il sessantotto.p

  20. utente anonimo scrive:

    Allora Miguel, prima di tutto grazie per la risposta lunga e articolata. Per quel che era la mia letterina – un pensiero ad alta voce, magari urgente, ma non si può dire troppo meditato, e soprattutto una richiesta di aiuto per chiarirmi le idee – non avrei potuto sperare di meglio. La tentazione era di lasciare perdere e tenermi buona la risposta. Però, proprio perché mi hai risposto così con serietà, trovo più giusto spiegarmi meglio. Prima di tutto mi costituisco: mi hai beccato, almeno per un certo periodo anch’io ho frequentato, non assiduamente ma con una certa simpatia, quel genere di ragionamenti – con annesso armamentario lessicale – che ti fanno incazzare. Premetto anche che, scritta di notte, già la mattina dopo la mia mezza supposizione mi procurava un po’ di imbarazzo. Però, solo per amore di esattezza, vorrei almeno formularla meglio, ché la tua risposta – oltre ad aver preso la piega di una confutazione preventiva, anche condivisibile, ma di un’intera classe di argomentazioni, in cui non puoi sapere se mi riconosco – è in primo luogo un po’ ingenerosa. Quello che mi ha colpito di questo episodio di Game è, sì, che sia avvenuto in giorni in cui, per le ragioni che hai riassunto, la contrapposizione tra soggetti che premono per mandare a casa il capo del governo, da una parte, e, dall’altra, il premier che, in qualunque caso, non ne vuole sapere ha probabilmente raggiunto i livelli peggiori fino ad oggi. E, sì, questa cosa, insieme al basso profilo del Corriere sulla notizia – che in quel momento mi era parso poco comprensibile ma in effetti spiegabilissimo, credo, con la volontà del quotidiano di tenersi a debita distanza dalle strumentalizzazioni, almeno in questo caso – hanno fatto scattare in me il temibile riflesso complottista. Ma non per questo ho pensato che il contesto attuale assomigli a quello dell’autunno 1969. E soprattutto non mi ha sfiorato lontanamente che Game possa essere un "agente" appassionato di vicende italiane. Pur non andando comunque molto lontano, il mio istinto dietrologo aveva pescato comunque tra spunti, penso, un po’ meno rozzi: ad esempio, oltre al contesto a cui alludevo prima, anche il fatto che il premier abbia per braccio destro (almeno finché che non gli diventerà come il braccio di Stranamore) il responsabile dei servizi di sicurezza, o che anni fa abbia nominato un capo del Sismi che non esitava, o almeno così sembra, a fare cose illegali per lui (raccogliere informazioni, in quel caso). Insomma, non sono esperto di questi argomenti, ma l’altra sera pensavo più a qualcosa del genere: se io avessi il compito di vigilare sulla sicurezza nazionale e su (vere o presunte) minacce terroristiche, cercherei di avere persone fidate il più vicino possibile ai soggetti che giudico più a rischio – cioè a chi prima o poi potrebbe avere l’idea di fare un attentato. Ecco una delle figurine dell’album: l’"infiltrato". E la tesi, nel catalogo che hai elencato tu, sarebbe più quella dei "servizi deviati" che mobilitano "manovalanza inconsapevole": uno vicino a Game, di cui lui si fida, e che al momento opportuno lo spinge, o smette di dissuaderlo, dal fare una cosa a cui lui stava già pensando per motivi suoi – in questo caso sicuramente la rabbia per l’occupazione dell’Afghanistan (unita forse, se mi permetti di aggiungerlo, a problemi suoi personali). Li faccio troppo bravi? (Come chi? "Loro"). Però non serve ipotizzare un’assoluta e cinematografica manipolabilità delle persone, basta dire che, pur con un ampio margine di fallimento, è una cosa che potrebbe funzionare. Insomma io non so un cavolo di spie, dico solo che se facessi quel lavoro ci penserei. Basta. Dopo questa sega mentale potresti dirmi che sono un dietrologo anche peggiore di quello che temevi, alla ricerca del teorema impossibile da dimostrare e, come tale, anche inconfutabile. Ma non è questo il caso, le spiegazioni semplici le preferisco di gran lunga anch’io. E in questo caso probabilmente la spiegazione più semplice è quella che lasci aperta tu: un evento autonomo che, come spesso accade, può essere anche utile a qualcuno, e fine. In ogni caso grazie ancora per la risposta – tornerò più spesso su questo blog che non visitavo dai tempi di rosarita amalfitanu. Concludo però con due o tre note in ordine sparso: l’espressione "chiaro e coerente" non mi entusiasma di per sé, ma mi fa abbastanza schifo applicata alle Brigate Rosse. E’ proprio la loro "coerenza" all’idea arrogante e ottusa del loro supposto ruolo storico a circondarle di una melma ben peggiore di qualunque dietrologia. Su Mambro e Fioravanti con tutta la migliore volontà (e viste le persone non è tanta, lo ammetto) non capisco come fai a essere così sicuro. Su Bologna mi pare che la verità complottista non sia a conti fatti meno implausibile di altre. Su Game, insisti su quelli che rischiano e pagano di persona. E’ un merito obiettivo, ma non mi commuove per niente. Ciao, gip

  21. AndreaDiVIta scrive:

    Per Francesco #11

    ”però se dimostro, a suon di bombe, la debolezza del governo a guida DC è difficile che questo danneggi il PCI e la CGIL, che peraltro il giorno dopo la bomba "occupano" la città in questione dimostrando che LORO non si fanno intimidire.”

    Sarebbe stato più verosimile, quello che dici, se l’apice del terrorismo e degli attentati non avesse coinciso col momento di massima crescita elettroale del PCI e col momento in cui abbiamo avuto maggiore probabilità di vedere il PCI al governo. Un terrorismo ad orologeria come quello che abbiamo avuto noi fa effettivamente pensare al ‘rumor di sciabole’ di Sifar-esca memoria. Senza contare che da un eventuale ‘compromesso storico’ (chi si ricorda ”Brlinguer e il professore”?) ci avrebbero rimesso proprio i craxiani dell’ ”area della trattativa” ai tempi del sequestro Moro. Craxiani i cui eredi politici sono appunto oggi al governo.

    ”L’incapacità della DC di garantire la sicurezza dei cittadini italiani può spingere a destra, verso i missini che chiedono la pena di morte per tutti i terroristi, a sinistra, verso l’alternativa "seria" rappresentata dal PCI, in ogni caso fa poco anche il gioco dei "poteri occulti" che hanno nella DC l’unica possibile sponda istituzionale.” ”

    E’ proprio nel non essere più stata capace di occultare i ”poteri occulti” con la fola dell’anticomunismo viscerale, dopo decenni di ruberie sistematiche, che la DC ha cominciato a vedere vacillare il proprio potere. Co’ ha forse reso necessari opportuni ‘avvertimenti’. (OT: allora i ‘pretori d’assalto’, oggi le ‘toghe rosse’. La Storia non si ripete, se non per passare dalla tragedia in farsa. Guarda caso una delle prime vittime BR fu il genovese ‘pretore d’assalto’ Sansa).

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  22. AndreaDiVIta scrive:

    Per Martinez #10

    ”E’ una richiesta precisa e ragionevole”

    Questo è stato appunto l’errore dei corleonesi. Avessero fatto una indiscriminata strage in metropolitana senza rivendicarla, avrebbero deviato l’attenzione delle forze dell’ordine e dell’opinione pubblica senza identificarsi da soli come i mandanti, e avrebbero confinato i difensori della legalità in una rassegnata impotenza di fronte all’indeterminatezza del loro terrore.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  23. AndreaDiVIta scrive:

    Per Martinez #9

    ”Il problema è che il terrore generico può essere indotto soltanto con una campagna incessante e ripetuta, e mirata a qualcosa.”

    E’ l’esatto contrario. Pensa al Libano: una intera guerra civile condotta prevalentemente con attentati indiscriminati contro civili. Proprio l’imprevedibilità del terrore, la sua irrazionalità, ne fanno un nemico cosi’ difficile da combattersi. Non a caso in arabo si parla di ‘fitna’.

    Ne dà un esempio il Robert Heinlein delle prime pagine di ‘Fanteria dello Spazio’: un fante lancia una bomba su una città nemica, e l’unico effetto della bomba è quello di mettersi a trasmettere a tuto spiano su tutti i canali nella lingua del nemico: ”sono una bomba all’idrogeno ed esplodero’ fra dieci ore – sono una bomba al’idrogeno ed esplodero’ fra nove ore e cinquantanove minuti – sono una bomba..” Prima che ci si renda conto che la bomba non scoppia e che nessuno lancia una bomba all’idrogeno col rischio che venga disinnescata, il panico fa più vittime che un attacco convenzionale, e a un prezzo molto inferiore. Un altro esempio è la famosa ‘bomba sporca’ temuta dagli analisti: uno zaino pieno di polvere pirica e di una sola cartuccia di cobalto come quelle usate negli ospedali, fatto esplodere su una finestra dell’ultimo piano dell’Empire State Building,farebbe salire per qualche mese la radioattività di fondo di Manhattan a livelli uguali a queli dei giorni dopo Chernobyl L’effetto sulla salute sarebbe trascurabile, ma chi comprerebbe un appartamento in zona? Il mercato immobiliare subirebbe, si stima, un tracollo di un trilione di dollari.

    Posso creare un clima di paura senza fare neppure un morto e senza nemmeno che ci sia un fatto concreto cui appigliarsi, come dimostrano l’orina fallace e le recennti sparate anti-burqa. Il terrore colpisce alla pancia tutti, dunque non c’e’ condota razionale per uscirne a breve termine. E’ dunque l’arma ideale di chi dall’affermarsi di posizioni ragionevoli e concordate ha tutto da rimetterci.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  24. fm_dacenter scrive:

    >> Occupare non vuol dire stare qualche ora in piazza e poi tutti a casa.

    come minaccia non è male, caro p.

    e il senno di poi di Cossiga è molto difficile da quello che i moderati hanno vissuto per decenni in Italia, del resto Cossiga non è, per origini familiari e storia personale, un uomo comune

    io non credo fosse molto rassicurante sapere che gli unici in grado di rendere inoffensivi i "ribelli del ’68" fossero le milizie provate di PCI e CGIL, per chi si aspettava che il monopolio della violenza fosse in mano allo Stato e alla Legge.

    ciao

  25. fm_dacenter scrive:

    x Andrea

    puoi chiarire la tesi del terrorismo ad orologeria?

    La crescita del PCI ha accompagnato il disordine del ’68 e gli anni della lotta armata, ogni attentato vedeva il PCI in piazza come difensor rei publicae, io oserei dire che lo avvicinava al potere invece che allontanarlo

    quegli spregevoli imbecilli dei DC vi si erano già rassegnati, Montanelli invitava a votare DC perchè fosse il socio di maggioranza nel governone DC-PCI, i grandi giornali borghesi erano già rassegnati e trattavano,… in questo contesto Craxi sparigliò una tendenza inarrestabile (non per niente anche da ladro rimane Salvatore della Patria)

    e Berlusconi ripetè all’incirca il giochetto, anche se credo più rilevante il suo evitare il concreto rischio di una guerra di secessione del Nord (erano gli anni della divisione dell’URSS, della Cecoslovacchia, della Juogslavia)

    ma, come ho detto, io non c’ero e cerco di capire

    ciao

  26. AndreaDiVIta scrive:

    Per gip #19

    ”Ecco una delle figurine dell’album: l’"infiltrato".”

    E’ appena il caso di ricordare che ne ”L’agente segreto” di Conrad l’organizzatore dell’attentato all’osservatorio di Greenwich è un inglese spiantato al soldo dell’ambasciata russa. Il governo russo ha bisogno che venga revocato il diritto d’asilo ai suoi dissidenti rifugiati in Inghilterra, e punta ad una dichiarazione in tal senso da parte britannica in una conferenza internazionale da tenersi di lì a poco a Milano (sic!). Gli inglesi, presi dalle proprie diatribe interne, non hanno la minima intenzione di aderire ala richiesta russa per non trovarsi l’intellighentsia liberal contro il governo in un periodo di votazioni ai Comuni (sic!) Allora il caposervizio dell’Intelligence russa chiede al suo agente inglese di fare qualcosa per itillare all’opinione pubblica la paura dei terroristi, e gli suggerisce di far saltare in aria la Torre dell’osservatorio di Greenwich. L’agente è uno che per la sua troppo lunga inattività (anni passati a poltrire col sussidio russo, sulle spalle di una piccolo borghese inglese che lo ha sposato per procurare il pane a suo fratello minorato mentale) teme che l’ambasciata russa gli tagli i fondi (sic!). Allora porta suo cognato (che lo segue come un cagnolino) a ridosso dell bersaglio con dell’esplosivo e gli dice di fare una passeggiata fino alla Torre. ll cognato obbedisce, ma lasciato a se stesso incespica goffamente e salta per aria, unica vittima. Il tutto viene scoperto per caso da un poliziotto solerte che indaga malgrado l’invito dei superiori a lasciar perdere, chè la bomba fa comodo per incolpare gli anarchici e metter qualcuno dentro.

    Il libro non l’ha scritto Carlo Lucarelli o Valerio Evangelisti, ma fu scritto nell’Inghilterra dell’Ottocento… 🙂

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  27. AndreaDiVIta scrive:

    Per fm_daenter #24

    ”orologeria” […] ”io oserei dire che lo avvicinava al potere invece che allontanarlo”

    Guarda le date. Prima del ’68 c’e’ il ‘rumor di spade’ del Sifar, ma nessun attentato trerroristico. Il ’68 scoppia malgrado il PCI e spesso contro di esso. Da allora il PCI cerca di fare il ‘partito di lotta e di governo’, ossia di garantire la legalità repubblicana senza rinunciare a cercare di arrivare al potere esercitato per decenni da quei democristiani e socialisti che di quela legalità si erano amantati per le loro ruberie. (La difesa della legalità da parte del PCI era dapprima legata alla paura di un golpe stile Sifar, e fu poi rafforzata dall’esempio del golpe cileno del 1973). NeI ’69 c’e’ Piazza Fontana. Nei primi anni ’70 è tutto un rigurgito di violenza extraparlamentare a destra e alla sinistra del PCI, un susseguirsi di scandali (con ad es. Andreotti salvato ventisei volte dall’immunità parlamentare) e di attentati, depistaggi ecc. Nel ’73 e nel ’75 ci sono alcuni grandi successi elettorali del PCI, che arriva con le elezioni europee a ridosso della morte di Berlinguer a superare per la prima (e unica) volta  la DC. In quel decenniol ‘Italia comincia a civilizzarsi, introducendo una prima parità dei diritti, lo statuto dei lvoratori, l’aborto e il divorzio. Nel ’78 Moro viene rapito il giorno stesso (più di così!) in cui Andreotti si presenta alla Camera per il voto di fiducia al primo governo repubblicano con la ‘non sfiducia’ del PCI. Morto Moro, il seretario DC Zaccagnini viene sostituito dalla maggioranza del preambolo Piccoli-Forlani che di nuovo chiude al PCI e che organizza una maggioranza pentapartito DC-PSI-RI-PSDI-PLI che puo’ fare a meno del contributo del PCI. Il terrorismo viene progressivamente a indebolirsi. Come la spinta propulsiva del PCI si affievolisce negli anni Ottanta (stretto com’era nella grigia gestione Natta fra difesa della legalità da una parte ed estremismi dall’altra) , viene su Craxi coi suoi amici piduisti (Longo, Manca, e molto dopo il berlusca) e si crea il dualismo Craxi-De Mita (che ad e sempio porterà all’affossamento del nucleare, agli sprechi e ai doppioni nela gestione della triade ENI-IRI-EFIM nelle partecipazioni statali ecc.). Un antagonismo così paralizzante che di fronte a una momntanea flessione eletttorale De Mita viene sostituito da Forlani appoggiato da Andreotti, e si passa all’ultima fase della storia italiana prima di Tangentopoli (il CAF, Craxi Andreotti Forlani). Di terrorismo nostrano non si sente praticamente più parlare, nonstante quello all’estero prosperi (il caso Achille Lauro). Craxi, che non ha le clientele democristiane del Sud (Gasparri in Abruzzo, De Mita e Pomicino in Campania, Lima in Sicilia) e del Veneto (Bisaglia) si crea una base elettorale (la Milano da bere) negli evasori fiscali del nord pompando a dismisura il debito pubblico e gonfiando l’inflazione, e di fatti la sua bestia nera è la CGIL che difende i lavoratori dipendenti a reddito fisso rovinati dall’inflazione che le tasse le pagano. Con Tangentopoli viene decapitata la classe politica del pentapartito, ma clientele al sud e evasori al nord sosterranno sia la reazione piduista del berlusca sia la Lega sia gli stessi eredi della classe di governo del pentapartito (Mastella era il vice di De Mita, Casini di Forlani, Cuffaro e Lombardo si contendono l’eredità dei De Mita, lo stesso Casini è genero del palazzinaro Franco Caltagironei cui Andreotti rivolgeva il famoso ‘A Fra’, che te serve?’ Addirittura l’attuale forzista sottosegretario al Lavoro Sacconi svolgeva con Craxi lo stesso incarico). I protagonisti di oggi sono gli stessi, cambiati i nomi: lavoratori dipendenti, Magistrati, pochi ex -azionisti (come Ciampi) e CGIL da una parte, evasori, clientele ed ex-piduisti dall’altra. In mancanza di un solido PCI e col quasi monopolio dell’informazione TV, di terrorismo non c’e’ più bisogno.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  28. AndreaDiVIta scrive:

    Errata corrige: De Mita non era in Sicilia, vi era Lima (della corrente andreottiana). Ale clientele ho dimenticato di aggiungere il DC Ligato (quello delle ‘lenzola d’oro’) e, in subordine, il lucano DC Emilio Colombo e il calabrese socialista Mancini.

    Andrea Di Vita

  29. AndreaDiVIta scrive:

    Per Francesco #15

    ”poi la città è occupata in modo paramilitare”

    L’ironia è che io mi sono messo a votare PCI dopo aver sentito dai katanghesi extraparlamentari figli di papà lo slogan ”ogni komunista è un poliziotto in borghese”.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  30. fm_dacenter scrive:

    x Andrea

    la tua ricostruzione della storia d’Italia è così deforme e disonesta da essere molto divertente, oltre che utile per capire cosa hai nella testa.

    DI certo è del tutto inutile per capire l’Italia, di allora come di oggi.

    Guarda che non ho scritto di essere una foca da ammaestraer, ho scritto che non c’ero di persona quando mettevano le bombe e non ho respirato il clima di alllora.

    Vediamo se ho capito la scansione temporale: disordini, poi terrorismo, il PCI aumenta i voti.
    Rapimento di Moro, morte di Moro, cambia il clima nel paese nei confronti del terrorismo, viene decimato e (di fatto) eliminato (ultimo colpo di coda significativo, il sequestro Dozier), il PCI inizia a declinare ed emerge Craxi, l’uomo che prende voti perchè è fuori dal compromesso storico.

    Mettici tu le date.

    Francesco

    PS mai votato, nè pensato di farlo, Craxi, tuo sodale nelle ""battaglie di civiltà"" degli anni ’70 ….

  31. utente anonimo scrive:

    Per ADV, n. 26: interessante ricostruzione. Una correzione:
    >lo stesso Casini è genero del palazzinaro Franco Caltagironei cui Andreotti rivolgeva il famoso ‘A Fra’, che te serve?’
    No, il Franco in questione era Franco Evangelisti, braccio destro del "Divo".
    Ciao da Marcello Teofilatto

  32. AndreaDiVIta scrive:

    Per Francesco #29

    Insisto: lascia perdere gli apprezzamenti personali e guarda le date. Piazza Fontana è del ’69, il referendum sul divorzio è del 1972, l’avanzata elettorale del PCI è del ’73 e (già di meno) del ’75, Piazza della Loggia e (credo) la strage dell’Italicus sono del 1975, il delitto Moro è del 1978, Tobagi e Alessandrini sono amazzati subito prima dalle BR. Dozier è del’inizio degli anni ’80. Se il PCI si fosse avvantaggiato del terrorismo sarebbe avanzato dopo il picco del terrorismo, non durante o prima. Il terrorismo sparisce quasi con l’arrivo al potere di Craxi.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  33. AndreaDiVIta scrive:

    PerTeofilatto #30

    Grazue della corezione 🙂

    OT: Curiosità. Teofilatto = ‘protetto da Dio’ è il nome o il nikname?

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  34. utente anonimo scrive:

    Per ADV, n. 32: Teofilatto è un nickname, nella fattispecie un omaggio al personaggio interpretato da Gian Maria Volonté ne "L’armata Brancaleone". Ciao, M.T.

  35. controlL scrive:

    nessun sessantottino che tra gli operai non avevano nessun seguito. Invece si colpivano quella parte di comunisti che proseguivano le tesi di livorno 21, la "sinistra comunista", come viene storicamente chiamata (nulla a che vedere con ingrao, oviamente). C’erano gruppi e piccoli partiti che avevano anche un seguito operaio e delegati piuttosto combattivi. Erano quelli che si tenevano "a bada".p

  36. utente anonimo scrive:

    Ma come, ADV! E’ noto che Berlinguer reggeva le fila del terrorismo rosso! Ecché non lo sai?

    Valà valà valà come direbbe quel tizio là con la toga 🙂

    Z.

  37. utente anonimo scrive:

    Francesco,

    io non credo fosse molto rassicurante sapere che gli unici in grado di rendere inoffensivi i "ribelli del ’68" fossero le milizie provate di PCI e CGIL, per chi si aspettava che il monopolio della violenza fosse in mano allo Stato e alla Legge —

    Nel 1962 sai quanti erano i prefetti nominati dallo stato democratico?

    Due (nel senso di: 2).

    Indovina un po’ quando erano stati nominati gli altri.

    Il monopolio della violenza avrebbe quindi dovuto essere nelle mani di questi simpatici figuri. Inevitabile che in Italia i morti ammazzati dalla polizia per ragioni politiche si contino a decine, mentre negli altri Paesi dell’Europa occidentale bastino le dita di una mano.

    Tanto avevano da sentirsi "rassicurati" i lavoratori regolarmente bastonati dai celerini.

    Z.

    PS: Sai come ha votato il seggio della Mobile di Milano nei primissimi Settanta?

  38. marijam scrive:

    Quanto al servizio d’ordine del pci e della cgil spaccava teste ai compagni,  p.

    Ho partecipato a molte manifestazioni politiche e sindacali, ma non ho mai visto i servizi d’ordine del pci e della cgil  spaccare la testa a nessuno, nemmeno io le ho mai prese nè tantomeno date vista la mia corporatura, ma non sarà perchè quando cominciavano gli scontri io mi ero già allontanata, insomma cosa vuol dire spaccare la testa a qualcuno, spaccata a freddo improvvisamente o perchè si cominciava a darsele da ambo le parti? Forse la seconda che ho detto.

    Riguardo al ’68 è vero , era un movimento di stampo borghese e piccolo borgese e comunque con pochi operai.

    La vicenda marino dice tante cose.
    Lui a vendere frittelle in versilia e gli altri nei giornali, nei parlamenti, nelle case editrici, nelle università.

    In ogni modo, e lo dico ad andrea,:-) avendo in casa degli operai anzi delle operaie, non ho avuto bisogno dei katanghesi per votare pci.

  39. controlL scrive:

    T’assicuro che le assemblee di fabbrica in quegli anni (50, 60 e 70) erano parecchio calde, ed essere sbattuto fuori non proprio con le buone non era cosa rarissima. Anche per questo il pci è stato insostituibile baluardo d’ordine della prima republica. Ma il mio non è giudizio morale. Il pci faceva ciò che doveva e credeva bene di fare, e in certi casi la violenza è un mezzo efficace per risolvere situazioni.p

  40. fm_dacenter scrive:

    "Se il PCI si fosse avvantaggiato del terrorismo sarebbe avanzato dopo il picco del terrorismo, non durante o prima."

    posso avanzare una tesi che spiega questo fatto, anche se la tesi è tua e non mia (io smentivo solo una tua tesi)

    prima il PCI ottiene voti come partito d’ordine e freno alla violenza (e qui che si tratta di compagni che sbagliano o di fasci non conta moltissimo), poi alla prova di cosa vorrebbe farci con quell’appoggio popolare esce allo scoperto la clamorosa contraddizione di un partito comunista in un paese democratico, la fatua "questione morale" di Berlinguer, la realtà di una struttura che covava in seno i D’Alema e i Bersani, il paradosso di un partito contrario ma uguale alla DC, e per reazione esplode l’alternativa craxiana (notare che per anni Craxi e Pannella condividono battaglie antipopolari sui diritti civili in cui il PCI è molto renitente a schierarsi).

    quando il PCI e i suoi uomini negli apparati dello Stato si schierano decisamente contro la sinistra extraparlamentare (in senso lato), iniziano a perdere voti a sinistra

    insomma, non ho bisogno che le BR siano diretta dall’ambasciata USA per leggere la storia d’Italia.

    Francesco

  41. utente anonimo scrive:

    Per Francesco #39

    ”alla prova di cosa vorrebbe farci con quell’appoggio popolare esce allo scoperto la clamorosa contraddizione di un partito comunista in un paese democratico”

    No, perchè il PCI non ha mai governato, dunque non ha mai potuto dare prova di quello che avrebbe saputo fare al governo. Inoltre all’epoca di Berlinguer bersdani e D’Alema, qualunque cosa si possa pensare di loro, non avevano certo il ruolo che hanno oggi.

    ” la fatua "questione morale" di Berlinguer,”

    Alla faccia del ”fatua”. Tutto il mondo si sta accorgendo in questi giorni di come ci siamo ridotti ad aver onsiderato ”dfatua’ quela questione.  Eh, quanti berlingueriani al Wall Street Journal 🙂

    ”reazione”

    Mai termine fu più azzeccato. Infatti fu proprio una plitica ‘reazionaria’, di cui il governo attuale è il frutto più recente.

    ”non ho bisogno che le BR siano diretta dall’ambasciata USA”

    Nemmeno io, e difatti non l’ho mai detto. Ogni idea di ”grande vecchio” la considero contraria ad Ockham: la stupidità umana basta e avanza a spiegare molti guai senza bisogno di inventare complotti. Dico solo che all’atto pratico (l’unico ch mi interessi davvero) le BR hanno fatto appunto (e lasciami usare un avverbio trito e ritrito, ma non casualmente esatto: ”oggettivamente”) il gioco delle FODRIA (Forze Oscure Della Reazione In Agguato) come con felice sintesi si diceva qualche anno fa.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  42. utente anonimo scrive:

    Ancora per Francesco #40

    Scusa se mi ripeto, ho giaui sul server. Diomenticavo dal mio precedente post di rispondere ad altri due punti

    ”partito d’ordine”

    Anche la DC -e a cora più l’MSI- si proclamavano anti -estremisti. Eppure non aumenatrono i loro voti quanto l PCI, all’inizio degli anni ’70.

    ”antipopolari”

    Quali? Divorzio e aborto? Ma se furono approvati con referendum a furori di popolo!

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  43. utente anonimo scrive:

    Francesco,

    le BR non erano dirette dagli Stati Uniti. Ma siccome gli Stati Uniti non vedevano di buon occhio l’idea di un colpo di stato in Italia, è del tutto ragionevole che se ne siano serviti, quanto meno in occasione del sequestro Moro.

    Anche se La Russa vuol farci credere che – a differenza degli Stati Uniti – l’Italia è vergine, tutti i paesi si muovono a questo modo quando ritenuto necessario 🙂

    Z.

  44. utente anonimo scrive:

    ADV,

    credo che Francesco si riferisse all’abrogazione dell’ergastolo (e della legge Reale, dove il PCI diede istruzione di votare no. Dopo aver votato no anche in parlamento, ma vabbè, la solita doppiezza kommunista 🙂 ).

    Z.

  45. fm_dacenter scrive:

    x Andrea

    1) il PCI si avvicinò al potere con una tale mancanza di idee da perdere fascino anche prima di dimostrare quello che già mostrava: 40 anni di slogan gratuiti e nessuna responsabilità li avevano rincoglioniti. E il fatto che uomini come Bersani e D’Alema avessero scelto di entrare nel PCI ci dice molto.

    2) la questione morale un miserando modo per eludere le questioni politiche, non per niente nella decisiva battaglia sulla scala mobile furono dalla parte della demogogia e non da quella dell’Italia. e come ricordano i radicali, le leggi di spesa il PCI le faceva passare, tutte.

    3) reagire è sintomo di essere vivi, cosa che il connubio DC-PCI non poteva sostenere con credibilità; infatti il PCI andò lentamente a morire da solo e senza la spintarella all’eutanasia data alla DC. Craxi era il peggio del peggio (era socialista e filoarabo) ma era vivo.

    4) "oggettivamente" è una vecchia trappola, credevo la usassero solo le beghine nelle loro liti interne ormai. Oggettivamente Hamas è filosionista, embè? e Dario Fo ha oggettivamente eletto tutti i sindaci di Milano di destra

    5) se l’MSI aveva la rogna, la DC non era granchè credibile. in quel panorama, per un attimo, il PCI parve il possibile paladino dell’ordine, poi l’incanto finì.

    6) "a furor di popolo" opportunamente ammaestrato, leggersi il Pasolini e magari qualche femminile dei giornali borghesi di oggi per rendersene conto.

    saluti

    Francesco

    x Z come mi servo di una cosa che non dirigo? anzi, di una persona che non dirigo? potrebbe essere un’opzione interessante se hai il metodo

  46. utente anonimo scrive:

    infatti il PCI andò lentamente a morire da solo e senza la spintarella all’eutanasia data alla DC.

    maria
    morire lentamente? non direi, quando il pci fu sciolto a rimini aveva moltissimi consensi, anche elettorali!

  47. utente anonimo scrive:

    i consensi elettorali li aveva senza dubbio ma anche la chiara coscenza di non avere nessun buon motivo per continuare ad esistere

    situazione in cui permane tuttora, nascosta dalle fregnacce sulla necessità di difendere la democrazia da Berlusconi

    ecco, quello è un buon motivo per sperare che Berlusconi se ne vada presto, strappare l’ultimo velo agli ex-comunisti e ridere di loro

    Francesco
     

  48. utente anonimo scrive:

    Per Francesco #44

    ” il PCI si avvicinò al potere”

    Questa me la sono persa. Quand’e’ che sarebbe successo?

    ”un miserando modo per eludere le questioni politiche”

    Miserando era il governo pentapentito e democraxiano che quella questione giustificava coi propri comportamenti. Concodo con te che in un paese civile non ci sarebbe stato neppure bisogno di porla, la questione morale.

    ”furono dalla parte della demogogia e non da quella dell’Italia”

    E sentiamo, su, quale sarebbe la parte del’Italia? Qyuela dei botegai evasori, o quella dei dipendenti e dei pensionati a redito fisso?

    ”reagire è sintomo di essere vivi”

    Ah, guarda, allora craxiani, fascisti e legaioli associati sono vivi e vegeti.

    ” il connubio DC-PCI non poteva sostenere con credibilità”

    Concordo in pieno. Infatti il compromesso storico fu il massimo errore politico di Berlinguer. E’ un vecchio vizio, perpetuatosi con la bicamerale di D’alema. Non puoi rilegittimare un nemico che si è sputtanato per anni senza pagarne elettoralmente il conto. Si fosse detto al’epoca ”sì, sì, no, no” adesso saremmo un paese civile.

    ”Oggettivamente Hamas è filosionista, embè? e Dario Fo ha oggettivamente eletto tutti i sindaci di Milano di destra”

    No, perchè è dificle trovare un candidato che si possa dire di sinistra nelle ultime elezioni comunali. Poi se è filosionista Hamas, allora il sionista chi è?

    ”per un attimo, il PCI parve il possibile paladino dell’ordine”

    Solo ai katanghesi. Gli altri in maggioranza votavano secondo le indicazioni dei parroci.

    ”opportunamente ammaestrato”

    sì, dalla RAI di bernabei e dal Corriere piduista…ma per favore!

    Ciao! :_)

    Andrea Di Vita

  49. utente anonimo scrive:

    Per Francesco #46

    ”necessità di difendere la democrazia da Berlusconi”

    necessità su cui, guarda caso, quei bolscevichi della stampa straniera concordano unanimi. E’ di oggi la notizia che l’Italia è scesa al 44^mo posto al mondo per la libertà di stampa (Reporters sans frontières), più o meno fra Togo e Tanzania.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  50. utente anonimo scrive:

    x Andrea

    sarò che io ci vivo, in Italia, addirittura nella capitale berlusconiana d’Italia, ma non sento un forte bisogno di farmi spiegare dalla stampa straniera come vivo.

    Francesco

    PS e sono pietoso sul tuo unanimi, che sorvolo.

    PPS fortunati in Togo e Tanzania

  51. utente anonimo scrive:

    Per Francesco #49

    ”non sento un forte bisogno”

    Le tue parole, più che denunciare il trionfo finale della propaganda, lo illustrano.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  52. RitvanShehi scrive:

    >E’ di oggi la notizia che l’Italia è scesa al 44^mo posto al mondo per la libertà di stampa (Reporters sans frontières), più o meno fra Togo e Tanzania.Andrea Di Vita<

    Caro mio, il Demonio si nasconde spesso nei dettagli. Sai come viene compilata quella classifica? Con un metodo che definirei "altamente berlusconiano":-) (nel senso che dai TU all’aggettivo "berlusconiano", ovviamente:-) ). In pratica, l’incaricato del RSF distribuisce a un certo numero di giornalisti italiani (e tu sai bene a quali:-)) un questionario da compilare, con la domanda "Secondo te, quanta libertà di stampa c’è in Italia?" a cui rispondere barrando una delle  caselle "Nessuna", "Poca", "Abbastanza", "Molta", "Moltissima".
    Ecco, con tutto il rispetto, del prodotto di un’indagine condotta con questi metodi io ne farei carta igienica……

  53. utente anonimo scrive:

    Per Ritvan #51

    ”(e tu sai bene a quali:-))”

    Come no.

    Libero,
    Il Resto Del Carlino,
    La Nazione,
    La Voce Repubblicana,
    Il Giornale,
    Primocanale,
    La Padania,
    Rete4,
    La Discussione,
    Rai1,
    Linea,
    Corriere della Sera,
    Italia1,
    Rai2,
    Il Mattino,
    Il Secolo d’Italia,
    Canale5,
    Panorama,
    Il Tirreno…

    Mi ricordo la vignetta di Pericoli sul Panorama degli anni in cui usci’ Arcipelago Gulag in Italia. Si vedeve Berlinguer con la Pravda in mano che diceva: ”Ma io in nome del pluralismo leggo anche la Literaturnaya Gazeta…”

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  54. utente anonimo scrive:

    x Andrea 50

    se vado allo stadio, non ho bisogno di leggere un giornale per sapere il risultato della partita.

    tu invece?

    con questa mancanza di capacità di giudizio, la propaganda è uno spreco di risorse.

    x Andrea 52

    il solo fatto che tu metta il Corriere della Sera nelle liste della propaganda berlusconiana ci dice tutto sul suo valore, concordi?

    del resto, basterebbe affiancare ai giornali la diffusione per vedere quali scempiaggini scrivi …

    saluti

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