Solo che lo scalpellino si è sbagliato, e ha scritto CAMMLLA MINCHIONI.La lapide è bella, grande e presumibilmente costosa. E di farne un’altra non se ne parlava.
E così l’artigiano, il consorte unanime (?), i figli e la nuora – pur afflitti da perpetuo pianto – ebbero la brillante idea di rimediare mettendo un piccolo puntino sopra la seconda M di Cammlla.
Si spera che lo eterno premio comprenda anche la liberazione dai parenti, cognome compreso.
PARCE SEPVLTO … oramai sarà morto anche lo scalpellino.
by DavidRitvanarium
…e da un pezzo
Mi piacerebbe anche capire cosa sia un “consorte unanime”; a meno che non si voglia intendere l’idea che i due coniugi condividessero la stessa anima. Idea credo alquanto eretica nel cattolicesimo.
Io invece è da qvand’ero piccolo che vn po’ rido e vn po’ sto serio davanti a qveste v.
“a meno che non si voglia intendere l’idea che i due coniugi condividessero la stessa anima. Idea credo alquanto eretica nel cattolicesimo.”
Davvero, Fal?? 😉
Ros: credo che l’anima, nel cattolicesimo, sia da intendersi come individuale. Poi la teologa di casa sei tu.
Più probabilmente, lo scalpellino avrà orecchiato l’aggettivo “unanime” e l’avrà inteso come mortuario, utilizzandolo con un significato approssimativo per scrivere questa buffa epigrafe funebre. Magari avrà leggiucchiato l’ Adelchi, pubblicato solo 7 anni prima, nel 1822.
Cessa il compianto: unanime
S’innalza una preghiera:
Calata in su la gelida
Fronte, una man leggiera
Sulla pupilla cerula
Stende l’estremo vel.
Oppure…oppure…avrà tradotto pedestremente qualcosa di simile all’ “neminem habeo tam unanimem”, della lettera ai Filippesi, cap II v. 20, dove “unanimem” vuol dire “d’ animo uguale”. Forse gli era chiaro il significato scritturale ma non la resa italiana.
# 7 commento mio, da sloggata.
È veramente dura. Non a caso le epigrafi e gli epitaffi sono difficilissimi da scrivere. Lì unanime significa probilmente “che ama d’uguale amore” la moglie. Certo “unanime” suona oscuro, ma come cavarsela succintamente a esprimere il concetto?p
P., sei un fottutissimo genio! Io da solo non ci sarei arrivato nemmeno tra dieci anni (o forse sono io che sono un fottutissimo cretino, o entrambe le cose assieme 🙂 ).
Z.
>Ros: credo che l’anima, nel cattolicesimo, sia da intendersi come individuale. Poi la teologa di casa sei tu.falecius< Beh, probabilmente Ros confonde il pretesco “una sola carne” con “una sola anima”: peccato della carne fu:-)
Forse “unanime” va inteso come avverbio: il marito, i figli, la nuora unanimamente posero?
Miguel Martinez
Certo, se il refuso con la tastiera è talvolta scusabile, quello con lo scalpello non dovrebbe esserlo mai. Quanto tempo ci sarà stato su quella M, ‘sto scalpellino? E a cosa pensava, ad una cammella?
È che lì unanime sembra nettamente essere aggettivo di “consorte”; per questo mi pare che “unanime” significhi qualcosa come “partecipe dello stesso affetto/amore dell’altra consorte” (la moglie), che è implicita nel “consorte” per indicare il marito. Epigrafisti.
Chi vuole divertirsi a conoscere i tipi può leggere il primo memorabile capitolo de “i vicerè” di de roberto, a partire dal capoverso che inizia così: “Un formicaio, la chiesa dei Cappuccini nella mattina del sabato, che neppure il Giovedì Santo tanta gente traeva a visitarvi il Sepolcro”.
http://it.wikisource.org/wiki/I_Vicer%C3%A9/Parte_prima/1
Ma ti pare, Z, per così poco? Lunghi anni di “degenza universitaria”, altro che genio.p
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