Non costa Quasi Niente

Molti avranno visto l’immagine che il salsicciaio Matteo Salvini ha diffuso su Twitter:

accompagnata dal testo,

“Eco-norme surreali volute da Bruxelles? No, grazie. Sì al buonsenso! Per Più Italia e Meno Europa, vota Lega”

Ora, la misura non è esattamente surreale. E’ più facile abbandonare in giro un tappo da solo che una bottiglia, sappiamo che sulle nostre spiagge si trovano molti più tappi che conchiglie.

Ma proprio perché è così minimale la misura, ha qualcosa di ridicolo. E magari io, che non butterei un tappo senza pensarci, mi sento un pochino offeso; e questo si somma a tante altre cose che non capiamo, e che ci piovono addosso, e in un mondo in cui l’unico potere che ci è concesso è quello di votare ogni cinque anni contro qualcuno, contribuiscono alla sensazione di far parte di un gregge diretto da un pastore disumano, per fini che sa solo lui.

Allo stesso tempo, dovrebbe essere ovvio che il problema non è il tappo, è la bottiglia:Nel 2016, furono prodotti 320 mila miliardi di tonnellate di plastiche di tutti i tipi.

Ma sentiamo la parte veramente interessata: la UNESDA Soft Drinks Europe (“UNESDA rappresenta l’industria europea delle bevande analcoliche”) e la Federazione Europea di Acque Imbottigliate, due lobby con sede – ovviamente – a Bruxelles.

Sono contrari quanto Salvini alla misura del tappo legato (“tethered cap”), ma per motivi ben più seri.

Iniziano facendo rumorosa professione di fede ambientalista, ovviamente.

Ma fanno notare che i tappi legati richiedono plastiche diverse e più pesanti, e quindi faranno aumentare le tonnellate di plastica in giro; la loro lavorazione dovrebbe aggiungere una gran quantità di emissioni di CO2; e per produrli, si dovrà rivedere tutta la linea di produzione, con un aumento di costi notevole.

A questo punto, abbiamo già capito chi avrà scatenato la campagna sui social contro i tappi legati, altro che il Salsicciaio...

Ora, i plasticari hanno ragione, dal punto di vista loro.

Le bottiglie di plastica usa e getta sono un prodotto che al cliente finale non costa quasi niente, per cui quasi tutti gli esseri umani ne possono comprare senza nemmeno pensasrci.

Quindi ogni anno nel mondo si producono circa 600 miliardi di bottiglie di plastica usa e getta.

Prodotti che non costano quasi niente, solo che il quasi moltiplicato per 600 miliardi fa una bella cifra, è un elemento fondamentale di tutta la catena planetaria della Grande Distribuzione Organizzata. E le aziende federate all’Unesda si vantano di dare lavoro a 1,7 milioni di persone. E più si parla di ambiente, più cresce il mercato dell’acqua in bottiglia:

Non entriamo qui nel devastante impatto ambientale di queste bottiglie usa-e-getta, persino i plasticari lo riconoscono; eppure come si vede il mercato della devastazione cresce proprio negli anni in cui cresce la retorica ambientalista.

I tappi legati faranno sicuramente aumentare i costi ai produttori; che quindi aumenteranno il prezzo all’utente finale e continueranno a guadagnare lo stesso? No, perché se le bottigliette cominciassero a costare quasi qualcosa, la gente ci penserebbe due volte. Magari scoprirebbe che l’acqua del rubinetto è potabile…

Per cui i plasticari suggeriscono una sola strategia alternativa: il riciclaggio. Cioè tutte le bottiglie, invece di essere buttate, tornano a casa e ridiventano bottiglie e le spiagge restano pulite e gli inceneritori non emettono fumi. Questa è la proposta dell’industria della plastica da sempre, ma è ovviamente bacata alla radice: la plastica non viene “re-cycled”, ma “down-cycled”, con le bottigliette ci fai prima le palette per raccogliere la spazzatura, e poi più niente (semplificando); e più si ricicla la plastica, più diventa tossica.

Ma la proposta sembra semplice: per continuare a produrre sempre più bottigliette di plastica che non costano quasi niente, si fa così:

  1. A spese del contribuente, lo Stato lancia una grande campagna per dire dove si butta questo e dove si butta quello. L’Uomo Medio vive sommerso tra milioni di messaggi che contemporaneamente cercano di sedurre, di vendere qualcosa, di prenderein giro, di spaventare e per fortuna è quindi diventato quasi sordo a roba del genere; ma comunque i plasticari vogliono proprio quello che l’Uomo Medio non vuole – uno Stato Predicatore.
  2. A spese del contribuente, lo Stato potenzia tutta l’immensa infrastruttura che permette il riciclaggio.
  3. A spese del contribuente, lo Stato finanzia la ricerca e l’innovazione che permetterà a plasticari di godere di un po’ di materia prima più o meno gratuita.

Il bello è che il Contribuente è lo stesso tizio che compra la bottiglietta di plastica.

Quindi la situazione è questa.

C’è un’Istituzione (che chiamiamo vagamente “Europa”) che deve affrontare la catastrofe ambientale indotta dall’uso della plastica usa e getta.

Per farlo, ha davanti a sé un’alternativa:

  1. chiudere tutta la filiera, far licenziare 1,7 milioni di persone, far infuriare centinaia di milioni di elettori abituati a compare la bottiglina al supermercato, far tremare il PIL.
  2. Fare ammuina, cioè imporre i tappi legati. Che non sono del tutto inutili, certo, e danno l’illusione che si è fatto qualcosa.

C’è una Destra politica che coglie un rigetto istintivo di tanti. Immaginatevi una persona che lavora sodo e non ha tempo da perdere a informarsi troppo; che ha sentito dire che il riciclaggio risolve tutto, e sta attenta a riciclare; poi arriva una misura piccola, ma che si sente anche fisicamente come un po’ scomoda e ridicola, quasi a tatto una presa in giro, e che dice, “io non mi fido di te, che ricicli“. E la persona si chiede a pelle – “perché io, che non faccio male a nessuno, devo sempre pagare?

C’è una Sinistra politica che si eccita subito, dicendo che la Destra è talmente menefreghista che pur di danneggiare l’ambiente, respinge anche una misura così evidentemente positiva e così piccola e così poco fastidiosa.

E c’è una Destra che ri-coglie la palla al balzo, e nota come la Sinistra sia sempre vessatoria e nemica della libertà e vuol fare pagare tutte le crisi agli ultimi.

Così sul nulla, riparte il Motore Perpetuo a Energia Avversaria.

Mentre la catastrofe ambientale avanza inesorabile, ovunque inconstrata.

Questa voce è stata pubblicata in ambiente, Collasso, destre, imprenditori, Sinistre e comunisti e contrassegnata con , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

189 risposte a Non costa Quasi Niente

  1. Per completare.
    La propaganda di Matteo Salvini, che non è solo un estimatore dei salumi ma anche e soprattutto un sovrappeso divorziato che non è stato capace di laurearsi nemmeno in quindici anni (con tanti saluti ai dettami più elementari della morale cattolica e della meritocrazia, in pratica siamo davanti ad almeno tre miserie in un corpo solo) ha fruttato ai “meno Europa” la maggioranza dei suffragi.
    Ora, la UE non è fatta di individui convinti che usare correttamente il congiuntivo sia sinonimo di esecrabili predilezioni sessuali, per cui i “meno Europa” sono stati messi in condizioni di non nuocere in quattro e quattr’otto e due cene. Come sostanzialmente era già successo nel 2019 e come invariabilmente succederà tra cinque anni.

    • Francesco scrive:

      Mi consenta, da estimatore dei salumi sovrappeso (ma non tantissimo): la maggioranza relativa dei suffragi.

      E il cordone sanitario si regge sul fatto che “meno Europa, più XXX” è una posizione politica che confligge sia con “più Europa” sia con “altrettanta Europa” sia con tutti gli altri “meno Europa, più XXX”, per cui abbiamo 27 (circa) cagnetti rabbiosi che si odiano tra loro almeno tanto quanto odiano l’Europa e il congiuntivo.

      Possono nuocere ma non vedo come possano fare massa critica.

      • Appunto.
        Senza contare il fatto che non esiste ordinamento che non preveda, in qualche modo, la messa all’angolo di quelli che hanno manifesta intenzione di distruggerlo.
        L’unico a fare ovvia eccezione è lo stato che occupa la penisola italiana, in cui cariche vitali sono state ricoperte da individui pubblicamente impegnati a smembrarlo.

        • Francesco scrive:

          Cosa che da molti anni auspico con tutto il cuore! in ritardo di circa 162 anni, un ordinamento di tipo federale rimane l’unica scelta sensata per una nazione così variegata come quella italiana.

          Lo spettacolare fallimento di questo secolo e mezzo di organizzazione centralista dovrebbe insegnare qualcosa, secondo il mio modesto parere.

          Ma anche una vera secessione è accettabile, se proprio non si riesce a rinunciare a decidere tutta da Roma!

          😉

    • Roberto scrive:

      INSCO

      “ Ora, la UE non è fatta di individui convinti che usare correttamente il congiuntivo sia sinonimo di esecrabili predilezioni sessuali, per cui i “meno Europa” sono stati messi in condizioni di non nuocere in quattro e quattr’otto e due cene.”

      Ci sono due fatti che vedo leggermente trascurati nei commenti italiani
      1. I no Europa hanno avuto degli ottimi risultati in certi paesi ma non tanto in altri, tant’è che il PPE (von der leyen per intenderci) ha più seggi in questa legislatura che nella passata 188 rispetto a 176…anche il PSE è sostanzialmente stabile (-3 seggi, un miracolo)
      2. I no Europa, essendo un branco di minus habens incapaci di bere alla bottiglia, ne hanno subito approfittato per litigare fra loro e frazionarsi ancora di più…comunque hanno 58 seggi, anche a voler mettere dentro i 15 seggi dei neonazisti dellAfD (attualmente espulsi dal gruppo dei no Europa), restano comunque lontanissimi da avere dei numeri necessari a voler contare qualcosa (ricordo che ci sono 720 eurodeputati quindi ti ci vogliono 361 seggi per essere maggioranza)

      Quindi contesto il “sono stati messi” e rilancio “non sono in condizione di nuocere”

      • Peucezio scrive:

        Ma infatti questi risultati contano poco in relazione alle dinamiche interne del parlamento e delle istituzioni europee.

        E ci sono tanti paesi minori che in parte riequilibrano il successo populista.
        Considera l’Europa mediterranea (e parte di quella orientale, non austroungarica) stracciona, che vota europeista perché vuole l’elemosina dall’Europa e non concepisce l’idea di costruirsi una propria economia autonomamente, anzichiché capare di sussidi e di parassitismo.

        Il punto importante sono i paesi fondamentali, Germania e Francia (il resto è rumore di fondo, importante quanto ai numeri ma quasi irrilevante sul piano geopolitico).

        E anche lì questo consenso populista ovviamente non verrà amministrato adeguatamente: la Le Pen è una meloniana-finiana moderata e AfD viene marginalizzato, sempre che non si moderi anche lui.

        Il punto è che popoli scontenti non li contieni all’infinito: una volta delusi voteranno quello ancora più a destra e così via, ma non è che puoi generare una rincorsa all’infinito: così delegittimi la democrazia e poni le basi per una ribellione.

        Gli americani, più pragmatici, lo sanno e infatti lì il consenso populista lo raccoglie Trump, che populista lo è davvero, infatti non fa guerre, mentre sotto Biden ne sono scoppiate due (come previdi appena fu eletto; cioè non è che previdi il numero di guerre, ma che ci sarebbe stata più conflittualità lo sapevo benissimo).

        Per fortuna l’Europa, comprese perfino Francia e Germania, è una scorreggia, che crede di contare qualcosa ma non conta niente e in Occidente ha peso solo ciò che si fa negli USA: gli altri, alla fine, volenti o nolenti, seguono.

        • Roberto scrive:

          Peucezio

          Io la faccio più semplice e più matematica. Nonostante i sovranisti, i populisti e compagnia berciante continuino a dirci che rappresentano il popolo,

          AFd = 15%
          RN = 33%

          Tanto? Si certo, e per i miei gusti anche l’’1% è tanto, ma certo non abbastanza per contare più di una puzzetta.

          Poi chissà tra 5 anni sarà un’altra storia, ma adesso i numeri sono quelli.
          Devo ammettere che sono anche sorpreso..a sentire “i popoli che si lamentano” tenevo che sarebbe andata molto ma molto peggio. Vuol dire che è più facile lamentarsi che andare a votare

  2. Moi scrive:

    SENZA nulla togliere al problema dei cetacei che vengono pure uccisi dagli impatti contro quei Kaiju Ferrei delle Navi da Crociera … la Balena Filippina è una installazione artistica.

  3. Francesco scrive:

    Mah, mia moglie è una grandissima amante dell’acqua in bottiglia di plastica e la impone a tutta la famiglia.

    Però si vedono in giro bottiglie in plastica “bio”, che sarebbe compostabile e non pseudo-riciclabile.

    Salvini merda si può dire?

  4. roberto scrive:

    una domanda per chi di voi è genitore: ma non vi vergognereste a vedere vostro figlio adulto nella foto di sinistra? io mi sentirei un fallito, minchia non sono stato in grado di dargli gli strumenti minimi per bere ad una bottiglia…

    • Il target di certa propaganda è quello che è.
      Si pensi che negli ultimi decenni un ringhioso gazzettino pubblicato nella penisola italiana è passato, nelle manchettes della prima pagina, dalla pubblicità di orologi di lusso a quella di polverine zuccherate da mettere nelle caraffe d’acqua.
      Cambiati i tempi e cambiato il pubblico di riferimento.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “una domanda per chi di voi è genitore: ma non vi vergognereste a vedere vostro figlio adulto nella foto di sinistra?”

      Io ho esordito con quell’immagine, perché probabilmente è molto nota.

      Ma credo che la cosa interessante sia come lui si limiti a riprendere – in maniera giocosa/popolare – qualcosa che vogliono delle lobby molto potenti. Anzi, direi che quasi sicuramente la spinta proviene da loro; ma noi siamo talmente abituati al teatrino politico che pensiamo subito a “Salvini” invece che a “Unesda”, la cui esistenza ho scoperto solo ieri.

      • Roberto scrive:

        Si certo, avevo visto pure io quella immagine…e che dire mi ha fatto pietà come mi farebbe pietà uno zoo umano con fenomeni da baraccone…la donna barbuta, il nano, l’uomo con sei dita, il tizio che non sa bere alla bottiglia…

  5. roberto scrive:

    Miguel

    “Ma proprio perché è così minimale la misura, ha qualcosa di ridicolo”

    io vorrei riflettere su questa cosa

    1. come diceva sempre un mio capo “il meglio è il nemico del bene”

    2. è una misura de minimis, ma insieme ad altre misure de minimis (no sacchetti di plastica, no cannucce di plastica, no imballaggi monodose…) alla fin fine è meglio che niente…poi certo, l’europa è uno sputo geografico e, per dire, credo di aver usato più plastica in 15 giorni di vacanza in giappone (dove anche un arancio è venduto imballato nella plastica) che nel resto dell’anno, ma magari chissà, anche da altre parti del mondo prima o poi ci si scoccerà di fare il bagno nella plastica e si vedrà che un altro mondo è possibile

    3. trovo politicamente sbagliato far passare il messaggio che qualsiasi cosa è inutile

    4. viviamo in questo mondo, con questa civiltà, in questa realtà. trasformarci in una società agricola dell’oaxaca mi pare irrealistico, quindi bisogna per forza concentrarsi su un second best o second less worse. cercare di limitare al minimo la plastica in giro per il mondo non risolverà certo il problema dei roberti che svolazzano in giro per il mondo bruciando tonnellate di carburante, ma è decisamente meglio che niente e realizzabile facillente e con pochi(ssimi) sacrifici.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Tra l’altro non è che questa misura sia stata presa al posto di altre, ma è stata presa al posto di niente.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “1. come diceva sempre un mio capo “il meglio è il nemico del bene””

      Ma è ovvio, e infatti non ho detto che “non bisogna” applicare i tappi legati.

      Siamo in pieno oceano, la barca ha un buco enorme, e io ho un secchiello.

      A quel punto, posso dire, “beh, il secchiello è meglio di niente” ed è vero, oppure posso cominciare a pensare a cosa fare quando la barca sarà affondata. Magari invece di un secchiello, cercare una ciambella salvagente per dire.

      Anzi, concentrarmi sul secchiello rischia di farmi perdere la ciambella.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Però le pompe nelle navi ci sono da secoli e servono a guadagnare tempo.

      • Francesco scrive:

        l’utilità di iniziare a scannarsi per le scialuppe e i salvagente, mentre forse la nave si può ancora salvare e tenendo che conto che siamo nel mezzo del Pacifico (per cui anche con salvagente e scialuppe le probabilità di cavarsela sono bassine) …

  6. Miguel Martinez scrive:

    Riporto qui un commento di Andrea, che ha messo in coda a un altro post:

    “peggior qualità”

    Quello che non si dice mai è che riciclare è esso stesso un’attività spaventosamente energivora.

    Prendo un oggetto (plastica, vetro). Gli tolgo le ‘impurezze’ (le etichette di carta, il tappo di metallo per le bottiglie). Lo scaldo per fonderlo. Distillo in qualche modo i suoi componenti. Li forgio in una forma nuova e raffreddo il tutto (roventi sono intoccabili).

    Ciascuno di questi passaggi richiede energia, e (con buona pace degli innamorati di specchietti e girandole) energia concentrata dove serve e quando serve.

    Ci si potrebbe chiedere se l’energia richiesta per pezzo riciclato diminuisce con la standardizzazione delle procedure.

    In linea di principio è così.

    Ma innanzitutto i rifiuti da riciclare sono per loro natura composti da varie ed eventuali: il sorting, cioè la suddivisione del rifiuto fra i suoi componenti, va fatto del tutto a monte (la raccolta differenziata!) o aumenta ancora l’impatto energetico totale. Di fatto, la raccolta differenziata è un outsourcing del riciclaggio: non ne conteggio il costo energetico perché la faccio fare a qualcun altro. (Il Secondo Principio esige che il fatto stesso di riordinare un sistema disordinato richieda energia).

    Ma mettiamoci pure dal punto di vista di una tecnologia matura di riciclaggio di materiali completamente riciclabili: il vetro e la plastica PET.

    Una bottiglia di vino vuota pesa da 300 a 900 g; facciamo 500 g per comodità di calcolo. Fonderla significa portarla da temperatura ambiente (diciamo 20 °C) a 1200 °C. Per scaldare di 1 grammo un Kg di vetro ci vogliono 677 Joule, cioè 0,19 KWh (dato che 1 KWh = 3600 Joule e dato che 677/3600=0,19. Per fondere la nostra bottiglia abbiamo allora bisogno di

    (1200-20)*0,19*500=112110 KWh

    Per confronto, un litro di benzina libera 10 KWh.

    E stiamo parlando di fondere una bottiglia di vino, non di tutto il processo del suo riciclaggio.

    Ma, si dirà, la plastica fonde a una temperatura molto più bassa.

    E’ vero. Il PET delle bottiglie d’acqua minerale fonde a soli 256 °C. E soprattutto, basta solo 1,1 J (=0,000306 KWh) per scaldarne 1 Kg di 1 °C. La bottiglia tipica pesa 40 grammi. Quindi per fondere una bottiglia in PET bastano

    (256-20)*0,000306*40=2,88 KWh

    Solo che la nostra bottiglia di PET porta 1,5 litri. In Italia si bevono in media 223 litri d’acqua minerale all’anno, ossia una persona in media usa 223/1,5 = 148 bottiglie (arrotondo per difetto dato che non si butta una bottiglia con l’acqua dentro). Gli Italiani sono 58997201, per cui in un anno se ne vanno 148*58997201=8,77 miliardi di bottiglie di PET. Riciclarle per produrre altri oggetti in plastica richiede almeno fonderle, e dato che fondere una bottiglia in PET richiede 2,88 KWh riciclare il 100% delle bottiglie PET in Italia richiede in un anno (sempre arrotondando per difetto) come minimo

    2,88*58997201=25,2 miliardi di KWh.

    Stiamo parlando circa dell’8% della produzione totale di elettricità annuale in Italia (che si aggira intorno ai 310 miliardi di KWh).

    Solo per fondere la plastica delle bottiglie d’acqua minerale da riciclare!

    L’unica cosa cui serve davvero il riciclaggio è il lavaggio della coscienza sporca.

    Se davvero non si vuole inquinare non si deve consumare.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      >>> Se davvero non si vuole inquinare non si deve consumare.

      OK, e se non si consuma cosa succede?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “se non si consuma cosa succede”

        Salta il Capitalismo.

        Ecco perché dico sempre che con la caduta del Muro la specie umana ha fatto un passo deciso (spero non decisivo) verso l’estinzione.

        Ero a Praga nel 1987. Una signora della Germania Est mmi chiese quanto bisognava aspettare per la consegna dopo avere ordinato un’Alfasud in Italia. Invece di mordermi la lingua, come poi mi resi conto che avrei dovuto fare per delicatezza, sbottai dicendo: ‘guardi, so che da noi c’è gente che aspetta anche tre mesi’. Lei mi guardò triste – non dimenticherò l’espressione da cane bastonato – e mi disse che da loro per una Trabant si aspettavano anche tredici anni.

        Ora, è vero che le prestazioni di una Trabant erano incommensurabilmente peggiori di quelle di un’Alfasud; chi ha sentito l’odore dei pochi ottani della miscela di Pankow non se o dimentica.

        Ma non c’è dubbio che l’impatto sull’ambiente di una famiglia che riceve un’Alfasud in tre mesi sia altrettanto superiore a quello di una famiglia che riceve una Trabant in tredici anni – e che nel frattempo deve arrangiarsi coi tram, i treni ecc.

        Come sai, confido nella fusione nucleare e nella conquista dello spazio. Ma rimango pessimista quanto alla maggioranza dei componenti delle prossime generazioni.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • roberto scrive:

          non sono sicuro di capire il senso del post.

          avresti preferito un mondo dove tutti devono aspettare 13 mesi per una trabant? perché sai benissimo che la trabant è solo un piccolissimo esempio di quel mondo (io nel 90 ero capitato a Kharkiv in un periodo dove non si trovava carta igienica, e a mosca i famosi magazzini GUM erno totalmente vuoti….)

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “avresti preferito un mondo dove tutti devono aspettare 13 mesi per una trabant? ”

            Come sai faccio veramente fatica a capire questo bisogno di interpretare tutto come tifo.

            Se io riesco ad avere un Alfasud entro tre mesi, sono probabilmente più soddisfatto come individuo di quello che deve aspettare 13 anni per un Trabant. Probabilmente ho più tempo per fare le cose che mi divertono (magari litigare con la moglie o guardarmi Sanremo). Arrivo prima al luogo di villeggiatura. Sono meno stanco la sera. Sudo di meno su autobus affollati. Magari riesco a portare mio figlio che sta male più velocemente al pronto soccorso (se non ci sono troppi altri Alfasud sulla strada).

            Allo stesso tempo, faccio asfaltare di meno il suolo, avveleno meno l’aria che io stesso respiro, consumo meno carburanti fossili che richiedono milioni di anni per rigenerarsi, faccio distruggere meno boschi per trasformarli in pista da sci, faccio estrarre meno minerali dalle montagne avvelenando meno falde acquifere, trasformo meno campi in parcheggi sterili.

            Chi può dire cosa sia “preferibile”?

            • Roberto scrive:

              Miguel

              “Chi può dire cosa sia “preferibile”?

              Molto semplicemente ognuno di noi ha preferenze, giudizi, gusti…non è una questione di tifo na semplicemente di essere degli esseri umani normali. Poi rileggi come hai descritto le due cose, esprimi chiaramente anche tu una preferenza….anche se non lo dici 😁

              Tra i due scenari che hai designato scelgo nettamente l’alfasud

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Tra i due scenari che hai designato scelgo nettamente l’alfasud”

                Lo scelgono quasi tutti, a parte chi non si è fatto rinnovare la patente come il sottoscritto.

                Ecco perché, come si dice a Firenze, siamo del gatto.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “lo scelgono quasi tutti, a parte chi non si è fatto rinnovare la patente come il sottoscritto.”

                Tieni presente che il Salsicciaro sarebbe totalmente d’accordo con te. E siccome credo sia la questione fondamentale dei nostri tempi, molto più importante di tutte quelle che vi dividono, sarebbe giusto che lo riconoscessi una volta.

                “Volete il Trabant tra tredici anni, o l’Alfasud subito?” potrebbe essere lo slogan fondamentale della Lega, tanto oggi non avrebbero nemmeno più bisogno di dire “Alfanord” invece di “Alfasud”.

                Devo suggerirlo al Salsicciaro.

              • Roberto scrive:

                Quindi vedi che hai una preferenza pure tu?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Quindi vedi che hai una preferenza pure tu?”

                ma credo che ci sia una bella differenza tra sognare, immaginare nel dormiveglia cose che ci piacciono, costruire piccole realtà con le persone che si conoscono; e dividere il mondo in schieramenti di Buoni e Cattivi.

                Io non ho problemi a dire che mi piacerebbe un mondo in cui fosse più difficile andare in montagna con un macchinone, parcheggiarlo in un terreno cementificato, terrorizzare gli animali che ci vivono con la nostra presenza, spiaccicare piante e fiori, lamentarmi perché non c’è un bar con la mia bevanda gassata preferita, e tornare a casa in serata.

                Ma non mi permetto di trasformare questa mia fragile e impotente fantasia in un giudizio sugli “Alfasudisti”, la maggioranza per cui invece tutto questo è il massimo del divertimento.

                Anche perché so che loro hanno tutto dalla loro parte e vinceranno, non è che io dicendo “no!” possa ottenere qualcosa.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “sarebbe giusto che lo riconoscessi una volta.”

                Non ho nessun problema a riconoscere che anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno!

                Vedi Miguel, come dicevo l’altro giorno a ADV, io non ho nessuna simpatia per gli argomenti ad au auctoritas…nello stesso senso non ho nessuna simpatia per quelli ad minchionem. Se una cosa la dice un notorio minchione non è che solo per questo è sbagliata

                Nel caso, la società che produceva trabant ogni 13 anni aveva intorno una società orrenda, con un apparato di controllo terrificante, una popolazione umiliata al punto di non sapere come pulirsi il sedere, oltre che a dei disastri ecologici che neanche nei nostri peggiori incubi…non vedo nessun motivo di preferirla a qualsiasi altra cosa

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Roberto

                “Non ho nessun problema a riconoscere che anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno!”

                Mettiamo da una parte per un momento il giudizio sulla società sovietica (che peraltro era iperprogressista nelle intenzioni).

                Non pensi che ““Volete il Trabant tra tredici anni, o l’Alfasud subito?”” esprima tutta l’essenza dell’ideologia di Destra realmente esistente?

                Lacci e lacciuoli di incompetente repressione socialista o la libertà del mercato che dà a tutti i consumatori ciò che vogliono?

                Paternalismo dall’alto o Io al Volante con il Bestione di Acciaio che mi sono meritato con i miei soldi?

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “giudizio sugli “Alfasudisti”,”

                Oh neanche io do un giudizio suo trabantisti…dico solo che quella società per me era mostruosa, poi magari sbaglio…

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “Non pensi che ““Volete il Trabant tra tredici anni, o l’Alfasud subito?”” esprima tutta l’essenza dell’ideologia di Destra realmente esistente?”

                Sai che non capisco di cosa vuoi parlare?

                ADV ha raccontato un suo aneddoto aggiungendo che il crollo del muro di Berlino è un passo verso la fine dell’umanità

                Io gli ho chiesto se intendeva dire che preferiva la società aldilà del muro….di cosa vuoi che parli ora?

                PS la società sovietica aveva delle bellissime intenzioni certo, la realizzazione a me sembra disastrosa sotto ogni profilo con, forse, l’unica eccezione è che più o meno tutti almeno una stanza dove dormire ce l’avevano

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Sai che non capisco di cosa vuoi parlare?”

                Qui non si parlava della società sovietica in generale; si parlava dell’impatto diverso che ha poter avere subito un’auto o passare tredici anni senza.

                La possibilità di avere l’auto subito per tutti porta nell’immediato a “più libertà” (come notate tu e Peucezio), ma porta anche inesorabilmente all’estinzione dell’umanità (Miguel e ADV).

                La possibilità di avere “l’auto tutti e subito” è offerta con facilità da un sistema fondato sul libero mercato, molto meno da un sistema inefficiente, povero e statalista, e questo credo che riassuma tutta la teoria economica della Destra, e anche il suo populismo.

                Aggiungi il tocco nazional-italiano, e “Volete il Trabant tra tredici anni, o l’Alfasud subito?” mi sembra il cuore del messaggio della Destra politica sulle cose che contano davvero. Poi ci sono le cose tipo crocifissi nelle aule o fondi al gay pride, su cui sicuramente la pensi in maniera diversa da Salvini, ma sono scemenze da giornalisti.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ roberto

            “Trabant”

            Leggo solo ora, mi scuso per il ritardo nella risposta.

            Molti di noi apprezzano la linea e le prestazioni dell’Alfasud o di macchine simili, che se non altro anche all’olfatto di un incompetente di automobili come il sottoscritto risultano avere l’indubbio pregio di non puzzare oscenamente come una Trabant. (Parlo per esperienza).

            E ovviamente nessuno vuole la polizia politica che bussa nel cuore della notte, tutti desiderano poter fare un viaggio all’estero se ne hanno voglia, ecc.

            Ma non basta che una cosa sia preferibile per concludere che è anche sostenibile.

            Io sono un fisico e mi si perdonerà se guardo le cose dal mio carrugio. Bruciando autarchica lignite per produrre elettricità la DDR aveva tassi di inquinamento terrificanti, anche se lo scrupolo Tedesco gestiva la situazione meglio che in Romania o in Albania. Oggi non abbiamo dati, ma i pochi resoconti di chi ci è stato sembrano confermare che le emissioni carboniose in Corea del Nord siano anche peggio di quelle della DDR.

            https://www.agcnews.eu/corea-del-nord-pyongyang-sul-podio-mondiale-per-le-morti-da-inquinamento/

            Indubbiamente le controparti occidentali a Bonn e a Seoul emettono molta ma molta meno CO2 per KWh prodotto.

            Il punto è che producono anche molti ma molti più KWh. Quindi rovinano la biosfera (dal punto di vista della sua vivibilità da parte della nostra specie) molto, molto di più.

            Sottolineo che qui non è questione di essere ‘di destra’ o ‘di sinistra’. Stando alla Banca Mondiale

            https://www.google.com/search?q=corea+del+nord+emissioni+co2&rlz=1C1GCEB_enIT975IT975&oq=corea+del+nord+emissioni+co2&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUyBggAEEUYOTIHCAEQIRigAdIBCDQ5ODNqMGo0qAIAsAIB&sourceid=chrome&ie=UTF-8

            le emissioni pro capite della Corea del Nord sono un sesto di quelle della Corea del Sud, un quarto di quelle del Giappone e un terzo di quelle di Israele, che hanno rispettivamente il doppio, il quintuplo e i quattro decimi degli abitanti.

            Allora la triste realtà è questa:
            *) o accettiamo che fra un secolo o due una piccola parte dell’umanità si salvi in qualche arca interplanetaria e il resto si estingua
            **) o ci mettiamo tutti a consumare come i Nordcoreani.

            Nessuno più di me – specie fra i frequentatori di questo blog – è sostenitore più convinto ed entusiasta del progresso tecnologico: ho detto e ripetuto che solo l’aumento dell’efficienza delle fonti energetiche (equivalente alla riduzione degli sprechi) può spostare in avanti la data della resa dei conti.

            Ma so bene che si tratta di un rinvio, necessario certo, vitale probabilmente, ma in ogni caso solo un rinvio.

            Come si arrivi alla riduzione generalizzata dei consumi non lo so. Una guerra, con la riduzione momentanea della popolazione mondiale e un raffreddamento temporaneo del clima? Una dittatura mondiale, magari di qualche nuovo credo religioso?

            Quello che so è che così non si può continuare. L’alternativa è qualcosa tipo Elysium.

            https://it.wikipedia.org/wiki/Elysium_(film_2013)

            Non la vedrò. E non credo che mi piacerebbe.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          mi duole informarti che i peggiori disastri ecologici sono merito della società sovietica, non di quella capitalistica

          che ha anche messo in campo i meno peggiori rimedi ai danni ambientali, rispetto alle alternative

          cmq hai sbagliato risposta: se non si consuma si muore, di sete prima che di fame o di malattie

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Non è stata la società sovietica a costruire la più grande macchina mai realizzata per… boh, scegli tu il verbo: chi ha pubblicato il video dice “mangiare il territorio” e mi sembra che calzi.

            https://www.youtube.com/watch?v=0LpRtA8AUH8

            • Francesco scrive:

              pensavo al disastro del Mare d’Aral

              ma in generale industrializzazione forzata + dittatura sono un pessimo connubio

              • Mauricius Tarvisii scrive:
              • Roberto scrive:

                Mauricius,

                Tutto però nasce in epoca sovietica, leggi il paragrafo “I canali d’irrigazione e il disastro ambientale”

              • habsburgicus scrive:

                è una delle tante follie di Krusciov….
                la famosa “campagna delle terre vergini” che finì ad un tipo di donne che sono proprio l’esatto opposto delle vergini 😀
                pensate che l’attuale capitale kazaca Astana (dal 2019 al 2022 Nürsültan con il cirillico speciale Ұ per ü, che c’è anche in mongolo cirillico, in onore di Nazarbaev oggi obliato e attaccato…en passant Nazarbaev aveva saggiamente annunciato il passaggio del kazaco all’alfabeto latino -facendo infuriare Putin che HA VIETATO l’alfabeto latino per le lingue della Federazione Russa- ma il nuovo regime di Qasym-Jomart Toqaev non sembra più così convinto), in epoca imperiale e protomarxista Akmolinsk prese il nome di Celinograd “città delle terre vergini” come auspicio per il programma, mantenuto sino al crollo dell’URSS quando divenne la kazaca Aqmola sino al 1997/1998 !

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Tutto però nasce in epoca sovietica, leggi il paragrafo “I canali d’irrigazione e il disastro ambientale””

                Sì, ma non c’è stata nessuna differenza tra le due “gestioni”: coltivare laggiù richiede acqua dei grandi fiumi e l’acqua dei fiumi che usi per il cotone è acqua che non va nel lago.

              • habsburgicus scrive:

                ciò ci fa riflettere sull’inanità delle glorie di noi mortali..
                un’oscura città dal clima orrendo nella Steppa* risalente a meno di duecento anni fa ha già avuto 5 nomi di cui uno due volte:
                Akmolinsk, 1830 circa-1961
                Celinograd, 1961-1991
                Aqmola, 1991-1997/1998
                Astana (I volta), 1998-2019
                Nürsültan, 2019-2022
                Astana (II volta), dal 2022
                in attesa che prenda nome Toqaev 😀 😀 😀

                sotto la Monarchia, Akmolinsk era infatti uno dei due oblasti, con Semipalatinsk, he facevano parte dello Stepnoe General-gubernatorstvo (governatorato-generale della Steppa) con sede a Omsk, città storicamente kazaca ma lasciata in Russia da Lenin….Putin direbbe, altro modo di vedere la questione :D, che non è Omsk a essere kazaca bensì il grosso del Qazaqstan a essere russo 😀

              • habsburgicus scrive:

                P.S
                sotto la Monarchia, naturalmente non c’erano i kazachi..
                o meglio c’erano ma erano chiamati kirghizi 😀 😀
                i kirghizi odierni erano chiamati kara-kirghizi (kirghizi neri) ma, diciamolo, illo tempore avrebbero potuto essere fusi agevolmente in quelli che divennero dal 1924 i kazachi ma Mosca (leggi, Stalin) non lo ritenne opportuno (“divide et impera)
                oggi, i kirghizi, si sentono diversi dai kazachi, eh….sia chiaro !

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Bastava chiamare gli uni pecor… kirghisi bianchi e gli altri kirghisi neri e si sarebbero scannati ad oltranza!

              • habsburgicus scrive:

                (ancora questo, poi smetto di tediarvi :D)
                fu nel 1924-1925 che Stalin riorganizzò l’Asia Centrale e “creo” i popoli odierni:
                1.i kirghizi divennero i kazachi
                2.i kara-kirghizi furono separati amministrativamente e divennero i kirghizi
                3.i “sarti” e le popolazioni turcheggianti del cuore dell’Asia Centrale divennero gli uzbechi
                4.quelli fra loro più “sfigati” furono derubricati a “tagichi” 😀 😀 😀 popolo di lingua (quasi) persiana che sino al 1914 era lingua colta anche in Uzbekistan odierno e altrove
                5.i nomadi turcomanni furono mantenuti e denominati turkmeni
                poi vi furono cose minori (kara-kalpachi, popoli iranici del Pamir spesso ismailiti ecc) ma non divaghiamo
                e nacque l’Asia Centrale a noi nota che nel 1991 diverrà indipendente ! cosa che mai Stalin avrebbe immaginato..e soprattutto mai avrebbe permesso 😀

                a livello di Repubbliche le cose andarono così
                a-b.Uzbekistan e Turkmenistan, sin dal 1924 (Repubbliche dell’URSS n° 5-6)
                c.Tagikistan, dal 1929 (n° 7…era ASSR entro Uzbekistan dal 1924), con cap. Stalinobod “la città di Stalin” in tagico che nel 1961 divenne Dushanbe “lunedì”
                d.Qazaqstan, dal 1936 (n° 10 poiché la ZSFSR o Transcaucasia federale fu sciolta in quell’anno e Georgia, Armenia e Azerbaigian ammesse in URSS come individualità, donde 7-1+3=9) era ASSR entro la RSFSR dal 1924 (anzi dal 26/8/1920 come “ASSR kirghiza” il nome imperiale che Lenin mantenne e solo Stalin cangiò)
                e.Kyrgyzstan (n° 11) era ASSR entro la RSFSR dal 1926
                il Qaraqalpaqstan, già ASSR entro la RSFSR dal 1925, fu dato credo nel 1932 agli uzbechi come ASSR e tuttora è sotto Toshkent
                per la cronaca la n° 12 delle Repubblic he dell’URSS sarà la Finno-Carelia (31/3/1940), la n° 13 la Moldova (2/8/1940), la n° 14 la Lituania (3/8/1940), la n° 15 la Lettonia (5/8/1940) e la n° 16 l’Estonia (6/8/1940) con la cui ammissione l’URSS raggiunse il numero di 16 Repubbliche durato fino al 1956 quando Nikita ne fece una delle sue e abolì la Finno-Carelia (retrocessa a ASSR Carelia, cap. Petrozavodsk, entro la RSFSR) portando il numero delle Repubbliche a 15, oggi tutte indipendenti anche se la Belarus di fatto è in mano a Putin

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Io pensavo che turcomanno e turcmeno fossero la stessa parola (le consonanti sono le stesse).

              • habsburgicus scrive:

                si, infatti

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “mi duole informarti che i peggiori disastri ecologici sono merito della società sovietica, non di quella capitalistica”

            Il sistema sovietico e quello capitalista hanno agito entrambi in tempi in cui l’ambiente era considerato una risorsa infinita da saccheggiare.

            Il sistema sovietico ha cercato di “fare meglio del capitalismo” con metodi estremamente rozzi e con grande spreco, che hanno dato da una parte casa e lavoro a tutti, dall’altra hanno creato brutture spaventose spargendo veleni e distruggendo.

            Il sistema capitalistico però ha devastato il mondo alla radice, in modo molto più sistematico, e continua a farlo a velocità crescente.

            L’URSS ha avvelenato il Mar Caspio, ma non ha svuotato le falde acquifere del Michoacan per rifornirsi di avocado, gli Stati Uniti sì; la Romania di Ceasescu ha creato le case più brutte del mondo, ma non ha creato le navi da crociera che inquinano più di tutte le auto d’Europa; il “socialismo reale” ha dato il Trabant a pochi, il capitalismo i voli low cost a milioni.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Si tratta solo, appunto, di una differente efficienza dei due sistemi, entrambi indirizzati esclusivamente alla creazione di maggior benessere (leggi: maggior consumo di risorse) per la popolazione.

              Però una differenza c’è: per la sinistra l’economia deve essere regolamentata (più o meno rigidamente) per essere indirizzata verso un obiettivo (che nasce come sociale, sia ben inteso), mentre per la destra l’economia va deregolamentata, perché le leggi del mercato risolveranno da sole tutti i problemi.
              E’ facile immaginare quale delle due parti sarà più propensa ad accettare regolamentazioni dell’economia che perseguono obiettivi ambientali.

              • Francesco scrive:

                Beh, io mi riferisco ai fatti: in Occidente una qualche coscienza ecologica esiste dai tempi di Teddy Roosevelt (almeno) e rompe i coglioni agli industriali con alterne fortune da allora. E può farlo per i vituperati principi democratici.

                Altrove mi pare sia molto più difficile. E pericoloso.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Altrove mi pare sia molto più difficile. E pericoloso.”

                E invece è proprio una cosa innocua: i regimi puniscono chi insidia il regime, mica chi protesta per proteggere il parco naturale.
                In Cina gli ambientalisti esistono da quando laggiù sono consapevoli del problema ambientale.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                ” Teddy Roosevelt”

                Credo che tu ti riferisca ai parchi naturali. Il presidente americano imperialista per antonomasia, però, non aveva inventato un bel niente: aveva copiato delle istituzioni europee di antico regime, nate in un epoca in cui la regolamentazione dell’economia era la norma e la cui funzione era proprio quella di limitare lo sfruttamento di porzioni di territorio per l’interesse del governante (poter andare a caccia).

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “pericoloso”

                Le prime leggi in Europa per la protezione dell’ambiente risalgono alla Germania nazista.

                https://de.wikipedia.org/wiki/Naturschutz_im_Nationalsozialismus

                E quanto alle Americhe la prima sistematica legislazione a protezione dell’ambiente non limitata a questa o quella area protetta si deve al dittatore Trujillo della Repubblica Dominicana

                https://dl1.cuni.cz/mod/resource/view.php?id=267490

                In realtà, checché ne dica la sinistra ambientalista, poche cose sono più adatte a un governo autoritario della protezione della Natura. E questo per due distinti motivi:

                a) un governo autoritario nazionale può permettersi di ignorare gli interessi locali di questo o di quel bottegaio che vorrebbe la pista da sci sul territorio di un Parco nazionale. In Italia ne sappiamo qualcosa: mentre furono i Savoia a creare il Parco nazionale del Gran Paradiso sono le autonomie regionali della Repubblica Italiana a fare di tutto per rosicchiare l’intoccabilità dei parchi, in Val d’Aosta come in Liguria (Portofino docet…)

                b) l’idea della Terra Madre che nutre i suoi figli mantenendo il legame ancestrale del Sangue col territorio e che di cinseguenza va salvaguardata dalle mani rapaci dei tecnocrati cerebrali al servizio dei capitalisti senzapatria è centrale in tutte le mitologie reazionarie, dal Blut und Boden giù giù fino a Codreanu. Da noi fu il duce a proclamare ‘fra starcittà e stravilaggio io sono per lo stravillaggio’.

                https://arcadia.sba.uniroma3.it/bitstream/2307/179/6/06%20-%20capitolo%20V%20-%20plitiche%20agricole%20e%20forestali.pdf

                Meno buffonescamente, Goering sognava di riottenere tramite opportuni incroci l’antico uro, il bovino ‘che era stato preda degli antichi Arii’ e che si era estinto quando le fertili terre dell’Est erano state infestate dagli inferiori Slavi

                https://www.lastampa.it/esteri/2009/04/25/news/l-ultima-mandria-1.37067526

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Meno buffonescamente, Goering sognava di riottenere tramite opportuni incroci l’antico uro, il bovino ‘che era stato preda degli antichi Arii’ e che si era estinto quando le fertili terre dell’Est erano state infestate dagli inferiori Slavi”

                E torniamo alla riserva di caccia.

              • PinoMamet scrive:

                Beh, non so se il progetto (uno dei progetti, per meglio dire) di riportare in vita l’uro fosse meno buffonesco della creazione di un parco, eh? 😉

                comunque da piccolo mi portarono a uno “zoo safari” dove vidi grossi bovini cornuti che mi spacciarono per uri.

                Non so di quale dei progetti fossero figli…

              • Roberto scrive:

                Andrea

                “Le prime leggi in Europa per la protezione dell’ambiente risalgono alla Germania nazista.”

                Sinceramente non sono affatto sicuro che sia vero.
                Per dire, il parco nazionale del gran paradiso è del 1922, ed solo il punto di arrivo di una serie di regole a protezione della natura (gli stambecchi del parco erano protetti da circa un secolo)

              • Francesco scrive:

                Credo ci sia una certa differenza tra una “politica ambientalista” che dipende dalla ubbie di un gerarca e quella che dipende dalle leggi!

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “sovietica”

            Vi faccio cenno nella risposta a Roberto che ho appena postato. In Corea del Nord è anche molto peggio:

            https://www.google.com/search?q=corea+del+nord+emissioni+co2&rlz=1C1GCEB_enIT975IT975&oq=corea+del+nord+emissioni+co2&gs_lcrp=EgZjaHJvbWUyBggAEEUYOTIHCAEQIRigAdIBCDQ5ODNqMGo0qAIAsAIB&sourceid=chrome&ie=UTF-8

            Resta il fatto – guarda quella risposta – che la sopravvivenza della specie richiede una generalizzata riduzione dei consumi, che difficilmente è immaginabile in un a società capitalista.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              no: è inimmaginabile in qualsiasi società umana

              in una capitalista vecchio stampo forse ce l’avrebbero fatta coi prezzi alti

              in una moderna, piuttosto votano Trump o Melanchon

              siamo del gatto!

  7. Miguel Martinez scrive:

    Una cosa semplice semplice, che però è facile dimenticare.

    Le azioni “anti-inquinamento” si riducono sostanzialmente a quattro:

    “ri-aggiustare”, “ri-ciclare”, “ri-usare” e “ri-durre”, dove per “riaggiustare” intendo una misura come quella dei tappi legati.

    Le prime tre abbassano il tasso di crescita dell””inquinamento” (in senso lato).

    La quarta inverte proprio la tendenza.

    Le prime tre infatti si fondano sull’idea che l’industria in questione deve comunque continuare a crescere, partendo dal presupposto che ogni industria è un dispendio di energia allo scopo di trasformare una risorsa in un rifiuto. Da cui il risultato può SOLO essere l’aumento dell’entropia, è un dato fisico che non dipende dalla nostra buona volontà.

    La misura dei tappi (a cui ripeto non sono contrario) è un caso di “riaggiustamento” che aumenta il consumo complessivo di energia e di risorse, riducendo forse l’aumento del danno.

    Un divieto di avere nelle scuole macchinette dove si vendono bevande in contenitori usa-e-getta invece “riduce” il danno stesso. Non richiede investimenti in infrastrutture, non richiede nuove tasse.

    Questa sarebbe una misura certamente piccola, di poco impatto, ecc., ma l’impatto sarebbe solo positivo.

    • Francesco scrive:

      perchè le bottigliette verrebbero comprate nei supermercati e portate da scuola dai ragazzi e professori? dove non vedo l’impatto positivo?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “perchè le bottigliette verrebbero comprate nei supermercati e portate da scuola dai ragazzi e professori? dove non vedo l’impatto positivo?”

        La differenza tra Riaggiustare e Ridurre.

        1) Tappi legati… riduce la dispersione in ambiente dei tappi; non riduce per nulla quella delle bottiglie nel loro complesso, aumenta i costi di consumo energetico, aumenta forse le emissioni di CO2, aumenta il consumo di materiali. Insomma, il bilancio è davvero incerto, dipende da come la guardi.

        2) Ridurre… vietare le macchinette con bottiglie usa e getta nelle scuole. Il 95% dei ragazzi compra lo stesso bottigliette al supermercato? Bene, abbiamo ridotto del 5% il consumo, senza alcuna controindicazione. Il bilancio è positivo.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Una cosa semplice semplice, che però è facile dimenticare.”

      Credo che questo rappresenti meglio il mio pensiero dell’esempio un po’ contorto del secchiello e della barca.

      E fa capire che non sono per nulla contrario alle “piccole misure”.

  8. Ros scrive:

    La mia, comica e fetente, esperienza sulle bottiglie di plastica riguarda
    l’ “estranea” (direbbe Alberto Sordi)
    che mi sono messo in casa; per pratici motivi vari.

    Io bevo l’acqua del rubinetto per logistica comodità e strafottentismo,
    lei pensa che farlo sia da irresponsabili,
    e che morirebbe, nel caso, di sicuro in meno di una settimana.

    A me tocca caricarmi due o tre cassette di bottiglie al supermarket oltre a tutto il resto, e poi buttare pure ‘sta plastica nella plastica e poi portarla fuori il giorno che passano e che sempre mi dimentico e mi tocca fare la corsa fuori alle quattro del mattino col bidone blu.

    Insomma, uno gran scassamento.

    Ora, siccome che sono carogna, spessissimo, quando trovo la sua acqua appena aperta in frigo me la scolo d’un sorsone e rutto annesso e poi la riempio allo stesso livello che era con quella del rubinetto 😁

    Poi all’ora di mangiare la guardo, sornione e indifferente, che, tranquilla beata, se la beve.

    Mai che ci abbia trovato differenza alcuna.
    Ovviamente.

  9. Peucezio scrive:

    “Ma fanno notare che i tappi legati richiedono plastiche diverse e più pesanti, e quindi faranno aumentare le tonnellate di plastica in giro; la loro lavorazione dovrebbe aggiungere una gran quantità di emissioni di CO2; e per produrli, si dovrà rivedere tutta la linea di produzione, con un aumento di costi notevole.

    Questi dementi fanno sempre così.
    Macchina elettrica. Come se l’elettricità si producesse col pensiero, come se non ci fossero problemi di smaltimento delle batterie e tutto il resto.
    E così coi tappi.
    Aggiustano una cosa, per far vedere come sono bravi ed ecologici, e nel farlo ne guastano un’altra.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Questi dementi fanno sempre così.”

      Dementi non lo so.

      Intanto, siccome ormai si sa che “l’inquinamento è un problema” (dove per “inquinamento” intendo un’infinità di cose), tutti devono Fare Qualcosa.

      Il Qualcosa deve essere nel solco della Crescita Sostenibile, che è ossimoro. Quindi o la Crescita diventa finta, o il Sostenibile diventa finto.

      A Singapore, l’86% dell’acqua imbottigliata viene importata, ad esempio dalla Francia, perché è “più salutare e meno inquinata”: è un modo di “fare qualcosa” anche quello.

      • Peucezio scrive:

        Secondo me l’interesse non c’entra.
        Questi non hanno il contatto con la realtà, ragionano in funzione di un optimum astratto e irrealistico.

        E d’altronde sono stati educati così.
        Come puoi pensare che un’educazione permissiva educhi a un esame di realtà oggettivo e radicato nelle cose?

        Una classe dirigente di pueri aeterni agisce come tale.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Secondo me l’interesse non c’entra.
          Questi non hanno il contatto con la realtà, ragionano in funzione di un optimum astratto e irrealistico.”

          E’ un tema su cui siamo al solito in disaccordo.

          Per me, è molto semplice.

          L'”inquinamento” (termine che uso in senso generico) è proporzionale alla “crescita”, di cui è una funzione inscindibile per via del secondo principio della termodinamica.

          L’inquinamento è un male, che però con mille trucchi è sempre in qualche modo rinviabile al di là dell’immediato orizzonte del fuzionario o del politico: certo, si accumula e si accumula, e si deve alzare una diga sempre più alta.

          La crescita è un bene, nel senso che ci tengono tutti a guadagnare di più, a “stare meglio”, ecc. ecc.

          Ora, se tu sei una persona che “ragiona in funzione di un optimum astratto e irrealistico” fai come quelli di Ultima Generazione, ti incolli a un quadro, ti fai odiare e multare se non incarcerare e non combini nulla, ma almeno sei coerente.

          Se tu riagioni in funzione del tuo interesse, da una parte cerchi di fare bella figura “combattendo l’inquinamento” (e magari ti senti pure meglio per aver fatto qualcosa), dall’altra non intralci in nessun modo la “crescita”. Ti inventi la “Crescita sostenibile”, insomma.

          Per farlo, puoi gestire fondi enormi, giri convegni in mezzo mondo e se manovri abbastanza bene, ci scappa pure una casa nuova in un posto incontaminato.

          • Peucezio scrive:

            Quelli di ultima generazione non costringono milioni di persone a spendere decine di migliaia di euro che magari non hanno per ristrutturare casa, non obbligano un continente intero alla macchina elettrica, tutte cose che non servono a nulla, perché il peso dell’Europa nelle emissioni mondiali è poco influente.

            Qui parliamo di gente che crede nel potere magico dei simboli, che pensa che comportamenti “virtuosi” di una parte secondaria del mondo salvino il pianeta per miracolo.

            Statisti seri farebbero pressioni enormi su USA, Cina e India per convincerli a inquinare meno, usando bastone e carota, per quel pochissimo che può l’Europa.

            Come vedi, manca l’esame di realtà.

            Siamo sempre lì: ammetti che anche i potenti non sono uomini razionali, computer in carne e ossa, però non si capisce perché esista l’avidità e non esista l’immaturità, l’infantilismo, il fanatismo ideologico, la gratificazione narcisistca di sentirsi dalla parte della ragione e di credere di aver capito come funziona il mondo.

            L’avidità ce l’hanno gli ossessivo-compulsivi, che di solito contano poco: sono piccoli risparmiatori attempati e un po’ nevrotici e gretti.
            Il narcisismo anima i veri uomini di potere: i soldi sono un mezzo.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “L’avidità ce l’hanno gli ossessivo-compulsivi, che di solito contano poco: sono piccoli risparmiatori attempati e un po’ nevrotici e gretti.
              Il narcisismo anima i veri uomini di potere: i soldi sono un mezzo.”

              Il problema nel capirci è che tutto qui: che io sono pienamente d’accordo con questa tua affermazione.

              Il vero “uomo di potere” (e ce ne sono a tutti i livelli, al Consiglio di Quartiere come alla direzione della Banca Centrale Europea) è un narcisista e un sognatore: immagina se stesso al centro del mondo.

              Ora per riuscire a realizzare il proprio sogno, deve agire in modo astuto – se vogliamo “razionale” – o sarà fatto fuori da altri che sanno agire in modo ancora più astuto di lui.

              Ma è l’astuzia del giocatore di scacchi, che deve contenere una grossa dose anche di cinismo.

              • Peucezio scrive:

                Sì, d’accordo.

                Ma ogni generazione, classe dirigente, ceto ha anche un suo retroterra, un suo sistema di valori condiviso.
                Altrimenti tutte le scelte politiche sarebbero uguali in tutte le epoche e oggi, putacaso, avremmo politiche di igiene razziale che vieterebbero i matrimonoi fra italiani e immigrati.

                Quindi è verissimo che l’eucrate, per essere arrivato lì, dev’essere anche figlio di buona donna, non può essere solo un sognatore o un fanatico privo di abilità pratiche e scaltrezza.

                Ma poi, oltre a misure puramente funzionali al mantenimento del potere, varerà anche misure in linea con ciò che pensa o quantomeno con ciò che sa che il suo ambiente, il suo milieu, si aspetta, anche perché questi mondi si confermano e si rafforzano a vicenda e in questo modo sviluppano i loro conformismi ideologici.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Ma poi, oltre a misure puramente funzionali al mantenimento del potere, varerà anche misure in linea con ciò che pensa o quantomeno con ciò che sa che il suo ambiente, il suo milieu, si aspetta, anche perché questi mondi si confermano e si rafforzano a vicenda e in questo modo sviluppano i loro conformismi ideologici.”

                Assolutamente d’accordo.

                Parigi valeva bene una Messa nel 1600, oggi varrà bene, che so, una dichiarazione di Diritti Umani.

                La misura dei tappi è stata presa dopo anni di attenzione mediatica all’ambiente e al clima, con luci e ombre.

              • Miguel Martinez scrive:

                “La misura dei tappi è stata presa dopo anni di attenzione mediatica all’ambiente e al clima, con luci e ombre.”

                L’umanità occidentale si è distaccata totalmente dalla natura, vive esclusivamente in una bolla tecnologica. E a quel punto, la natura assume un carattere immaginario, lontano, che non ha nulla a che fare con la vita vera, è luogo di vacanza, i rarissimi animali con cui si ha a che fare sono cani e gatti a cui si è affezionati.

                Le rare volte che scopriamo qualche dettaglio della violenza che la bolla tecnologica esercita sull’ambiente, restiamo quindi scioccati. Scoprire che le nostre innocenti buste delle spese strangolano le tartarughe di mare colpisce, come colpisce scoprire che il nostro sangue (roba da asettici test medici) contiene fiumi di microplastiche.

                Credo che buona parte dell’ambientalismo diffuso abbia questa origine. Poi ovviamente questo vedere la cosa come eccezione, come “scarsa attenzione alle regole”, come cosa che si può rimediare con una leggina, impedisce di cogliere l’essenziale.

              • roberto scrive:

                peucezio

                “Quindi è verissimo che l’eucrate, per essere arrivato lì, dev’essere anche figlio di buona donna, non può essere solo un sognatore o un fanatico privo di abilità pratiche e scaltrezza.”

                se posso, da eurocrate, e limitatamente alla mia esperienza, “per arrivare lì” devi
                – passare un concorso
                – lavorare e essere capace di far apprezzare il tuo lavoro
                – riuscire a crearti una rete di contatti positivi (cosa che è legata al secondo punto: ogni volta che ho cambiato lavoro sono andato a colpo sicuro perché “i nuovi” già mi conoscevano grazie al lavoro precedente)
                – legato al punto sopra, non dimenticare mai che è un mondo piccolissimo e quindi trattare male qualcuno, pestare i piedi, essere sgradevole ti si può ritorcere contro

                poi per quanto mi riguarda essere sognatore è importante, e fondamentalmente mi rendo conto che sono circondato da persone che la vedono come me, ma ammetto che non è così per tutti

                il narcisismo credo che sia distribuito equamente un po’ in ogni professione (non ditemi che i professori universitari non sono narcisi…) e non so se sia veramente decisivo.
                personalmente, nelle mie scelte di carriera, ho sempre considerato più importante
                a) fare cose che mi piacciono e mi interessano
                b) fare cose dove posso avere una qualche incidenza tangibile (per fare un esempio preferisco essere l’elettricista che cambia una lampadina piuttosto che il professore che scrive un trattato sulla storia delle lampadine e va a parlarne in TV)

              • roberto scrive:

                poi, e questo so che è una cosa che pare incredibile, io sottolineo sempre che l’azione amministrativa (l’eurocrate) è sempre sempre sempre subordinata e dipendente dalla politica (l’eurodeputato che voi scegliete, direttamente votando o indirettamente non votando)

                certo io posso cercare di influenzare, di portare avanti idee, ma poi alla fine è il politico che decide, e questo per me è evidente come è evidente che il sole sorge a est e tramonta a ovest, perché lo vedo letteralmente ogni santo giorno

                …però poi leggo qui dei politici in balia dei funzionari onnipotenti 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                ” l’azione amministrativa (l’eurocrate) è sempre sempre sempre subordinata e dipendente dalla politica”

                La tua esperienza in merito è molte volte la mia, quindi sono sicuro che tu abbia ragione.

                Mi viene un dubbio, è solo un’ipotesi: che in Italia esistono 8000 comuni, una ventina di regioni, sindacati, poteri, leggi accumulate in 150 anni, regolamenti di ogni tipo, un mondo che solo i funzionari sanno navigare.

                Forse in Europa è il contrario, essendo un ente recente, molto lontano dalla vita quotidiana, forse lì i funzionari hanno davanti solo i politici.

                Peucezio dice che gli eurocrati sono figli di buona donna.

                Detto questo: tu descrivi gli eurocrati come persone che “devono passare un concorso”, ecc. Ok, ma se invece di funzionari “eurocrati” pensiamo ai “politici europei”, che tu dici che sono quelli che contano alla fine?

                Non saranno come dice Peucezio?

              • Peucezio scrive:

                Roberto,
                forse ho scelto male il termine.
                In effetti io mi riferivo ai politici: intendevo “colui che comanda in Europa”, non “burocrate europeo”, cioè “-crate” era nel senso etimologico, non come scomposizione di un altro composto.

                Magari l’Europa fosse governata da persone come te.
                Non saremmo d’accordo su alcune cose, ma tu agisci secondo buon senso, non in modo ideologico, estremista e avulso dalla realtà.

              • roberto scrive:

                peucezio

                “In effetti io mi riferivo ai politici:”

                ah d’accordo!

              • Francesco scrive:

                Miguel

                credo che l’Europa sia tutta la roba che descrivi tu (in 27 varianti!) PIU’ le leggi direttive regolamenti etc etc a livello europeo.

                meglio della giungla di Tarzan o di Tremal Naik

              • roberto scrive:

                Miguel

                ““politici europei””

                i politici europei sono gli stessi che avete a casa, guarda qui i nomi

                https://www.eunews.it/2024/06/13/eurodeputati-italiani-elezioni-europee/

                c’è anche nardella 🙂

              • roberto scrive:

                miguel

                “molto lontano dalla vita quotidiana”

                ma vi abbiamo appena imposto i tappi che non si staccano! siamo sempre con voi, in ogni gesto della vostra vita
                🙂

                per il resto faccio fatica a generalizzare. tu hai nardella ma a me per esempio ha molto colpito una giovanissima deputata lussemburghese (martine kemp, non rieletta), nella sua vita prepolitica è ingeniere dei trasporti e disegna i tracciati delle piste ciclabili in lussemburgo….mi sembra lontana anni luce dall’idea che ti fai tu dei politici

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Mi viene un dubbio, è solo un’ipotesi: che in Italia esistono 8000 comuni, una ventina di regioni, sindacati, poteri, leggi accumulate in 150 anni, regolamenti di ogni tipo, un mondo che solo i funzionari sanno navigare.”

                Ipotesi: i politici degli 8000 comuni hanno bisogno dell’amministrazione per orientarsi in un sistema troppo complesso per le loro limitate competenze. Da un certo livello in su, invece, i politici iniziano a far affidamento su consulenti propri che li rendono meno dipendenti dall’amministrazione, che può sicuramente essere consultata, ma la cui parola cessa di essere l’unica esistente.

              • roberto scrive:

                Mauricius

                “Ipotesi”

                si sono d’accordissimo con questa ricostruzione di mauricius, ed infatti i parlamentari europei hanno degli assistenti parlamentari (= consiglieri politici) scelti da loro, ai quali vanno aggiunti i “consiglieri politici” (tra virgolette perché hanno un altro nome) scelti dai gruppi politici

  10. Peucezio scrive:

    Comunque dalla bottiglia su sugge, tipo biberon? Io, quelle poche volte che non ho un bicchiere a portata di mano, ci bevo come fosse un bicchiere: il labbro superiore resta sotto, non sopra la parte di sopra dell’apertura della bottiglia.

    • Ros scrive:

      Peucezio “ci bevo come fosse un bicchiere: il labbro superiore resta sotto, non sopra la parte di sopra dell’apertura della bottiglia”

      Propongo dei corsi di 120 ore finanziati all’imparare la corretta procedura d’uopo e campagne mediatiche in ogni dove di pubblicità progresso

  11. habsburgicus scrive:

    in Francia, come ben sapete, conta il secondo turno…
    i voti di RN alla fine potranno essere del tutto inutili e prevedo che sia così…in nome del mitico “antifascismo” (sic) tutti si uniranno contro RN che verrà umiliato in seggi,,,e non andrà al governo..
    questo è ciò che conta, tutto il resto sono chiacchiere (soprattutto italiche)..
    che te fai del 35 % se continui a restare lontano dal potere ?
    Macron, che è sottovalutato, si è dimostrato astuto e abile…ora, se le cose andranno come previsto, dovrà tenere pronto un piano per disfarsi a breve di Mélenchon o, per usare il linguaggio di INSCO, per metterlo in condizioni di non nuocere..on verra, Messieurs

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Habs

      “in Francia, come ben sapete, conta il secondo turno…”

      ipotesi plausibile.

    • Roberto scrive:

      Non solo sono d’accordo ma aggiungo un elemento.

      Metti che il FN riesce a avere numeri tali da poter pretendere ad un presidente del consiglio (cosa probabile). Macron resta presidente della repubblica e il che vorrà dire 2 anni e mezzo di coabitazione (presidente e primo ministro di schieramenti opposti) = 2 anni e mezzo di paralisi

      Alle prossime presidenziali Macron potrà ben dire “avete visto? Il FN al governo non fa un cavolo” e riprendere tutto

      Magari sbaglia e alle prossime residenziali perde tutto ma è un calcolo tutto sommato intelligente (ancorché cinico)

    • Peucezio scrive:

      Habsb.,
      sempre il massimo dell’ottimismo!

    • Francesco scrive:

      veramente ha preso appena più del 29% e i Rossi uniti il 28%

      se da sola* riesce a trasformare quel 29% in maggioranza parlamentare, chapeau!

      *al massimo con 4 gatti di gollisti

      • Roberto scrive:

        Vedo ora 33% per il RN e conta che a sinistra c’è una coalizione dove c’è di tutto e di più tra i quali la France insoumise che non so quanto andrà d’accordo con socialisti e verdi (per non parlare dei macroniani)

        • Francesco scrive:

          Sì, anche io ho rivisto il 33% … pigrizia italiana oppure avevo visto male (ma mi pare fosse un sito francese).

          La Sinistra francese è una chiavica e il Fronte Popolare Nuovo una collezione di chiaviche, però non credo che la Le Pen mi piaccia di più. Però però neppure Macron lo reggo.

          Insomma, fortuna che non sono francese!

          😀

          • roberto scrive:

            francesco

            “pigrizia italiana oppure avevo visto male (ma mi pare fosse un sito francese).”

            credo che 29% fosse il primo exit poll…poi iniziato lo spoglio era diventato 35% e alla fine 33%

            avevamo ragione tutti ma io un po’ di più 🙂

            • Francesco scrive:

              tu che li conosci: obbediranno a Macron oppure tradiranno e voteranno a destra?

              • roberto scrive:

                scusa chi è il soggetto della frase?

                gli elettori di macron? nel caso non ho dubbi che ubbidiranno, così come i socialisti voteranno per macron. il grande punto interrogativo sono tutti gli altri

  12. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Anch’io farei come dice Francesco: ripristino della “Balena Filippina” spiegando ch’ è un’ installazione artistica per fare “sensibilizzazione”.

  13. roberto scrive:

    volete saperla una cosa divertente?

    questa cosa dei tappi è stata decisa con la direttiva per la riduzione della plastica ad uso singolo (personalmente credo che sia una delle cose più ecologiche mai fatte, ma immagino che o siano burocati che vivono in un altro mondo o che non serve a niente, scegliete voi)

    quando è stata adottata la direttiva?
    5 giugno 2019

    chi c’era al governo?
    il cinghialotto che adesso fa finta di nulla era vicepresidente del consiglio
    🙂

    https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_19_2631

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “chi c’era al governo?
      il cinghialotto che adesso fa finta di nulla era vicepresidente del consiglio”

      Immagino che il cinghialotto sia il Salsicciaio.

      E’ proprio quello che ipotizzavo: cioè che il Salsicciaio, che è insieme stupido ma anche molto furbo, si sia accorto della faccenda quando qualcuno legato alla lobby dei plasticari (che sono molto potenti in alcune regioni d’Italia) l’ha contattato, e lui è andato a rimorchio sperando di avere un po’ di soldi da loro per la sua campagna elettorale.

      Guardare il Salsicciaio è come guardare il dito invece della Luna.

  14. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Che accidenti significa “Barcallìno” in Maranzese ? È pur sempre un’ evoluzione della Lingua Araba …

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Che accidenti significa “Barcallìno” in Maranzese ?”

      Non sembra nemmeno arabo, anche se potrebbe essere…

      • Moi scrive:

        Premesso che i Maranza si divertono a fare i “misteriosi” con ol loro gergo, un ragazzo marocchino dice che deriverebbe da بركل‎ e indica il Maranza con i s9ldi che può permettersi la tuta sportiva originale e non contraffatta in Marocco e poi spacciata per originale in Italia / Europa.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Moi

          “deriverebbe da بركل‎ e ”

          nei vari dizionari arabi non trovo nulla (all’inizio mi ero confuso perché c’era “bi-raklihi”, con il suo dare un calcio, da rakl, calcio in senso pedestre).

          • Moi scrive:

            Invece “calcio” in senso sportivo è calcato dall’ Inglese, in Arabo ?

            Cmq è un termine inventato da un Maranza Italianizzato … quindi l’ allusione a “calcio” nell’ ambiguità Italiana può starci.

          • Moi scrive:

            Sono le classiche tute che i giocatori fi calcio tolgono prima del riscaldamento e indossano sul pullman della squadra …

      • Moi scrive:

        Immagino che tu conosca il cosiddetto “Franco” : un Arabo gergalissimo, ma più spesso un “Darija” identitaria locale scritto in alfabeto Latino per i fonemi adattabili e con “numeri arabi ma nostri” ;-D per gli altri. Pare, non sorprendentemente , che sia nato nelle banlieues di Parigi, da gente che l” Arabo sapeva solo parlarlo na non scriverlo … in un mondo molto Novecentesco post Coloniale.

  15. Moi scrive:

    In generale i Maranza mi ricordano i Paninari: fissati con la moda, gran “sboroni” a parole ma poi lì si fermano

    • PinoMamet scrive:

      Su maranza & paninari
      (che, confesso, mi interessano di più che le paranoie inesistenti sui “tappi europei”- dite al signore della foto che basta girare il tappino, e non urterà più il suo prezioso naso 😉 )

      Tal Lundini, che so poco chi sia perché guardo poco la TV (non per snobismo, è che le cose più interessanti ormai sono altrove) che dovrebbe essere un “nuovo comico” del genere che sembra antipatico e freddo ma fa ridere “le persone intelligenti”…

      va a intervistare tal Bìrcide, che sarebbe uno dei rari paninari sopravvissuti.

      L’idea essendo quella di prendere in giro i paninari, che sarebbe stata geniale vent’anni fa, quando nessuno ricordava la loro esistenza, non adesso in pieno revival anni Ottanta, ma passi…

      il risultato è che Bìrcide appare un simpatico signore milanese molto garbato, con la passione per le moto (ormai) d’epoca e l’abbigliamento americanofilo (tornato di moda…)

      e Lundini appare un antipatico saputello.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ma a chi è che stanno antipatici i paninari? Davvero c’è una categoria umana che dice “sì, facciamoci due risate sui paninari”?

        • PinoMamet scrive:

          Beh, i paninari stavano antipatici più o meno a tutti, sul finire della “loro” epoca…

          in realtà senza particolari demeriti: semplicemente erano finiti fuori moda.

          andarli a scovare adesso per farsi quattro risate sulle felpe, i piumini e i bomberini da aviatore
          (tra l’altro, come si vestono oggi gli adolescenti? felpe, piumino e bomber-
          l’unica differenza è che adesso vanno di più le felpe con il cappuccio)

          è un po’ da mentecatti, in effetti.

          • PinoMamet scrive:

            Naturalmente nessuno dice più “sfitinzia”

            (ma ancora una quindicina d’anni fa conobbi dei sedicenti rapper che dicevano “preppy” per riferirsi a una ragazza attraente- ignorandone completamente l’etimologia e il vero significato)

            ma credo che “panozzo”, e in generale la desinenza in -ozzo, sia ancora in uso, perché adottata poi dalla Gialappa’s band e altre persone di base a Milano.

            Più o meno come tutti usano ancora il dannunziano “tramezzino”…

            • Roberto scrive:

              Preppy?

              Cosa è?

            • PinoMamet scrive:

              In Italia era il nome di un giornalino dedicato alle giovani “paninare “;

              negli USA indicava (ma sarà ormai preistoria anche laggiù…) le ragazze di buona famiglia vestite “per bene ” che frequentavano le “preparatory schools ” per il college, ed erano il sogno proibito dei ragazzacci che finivano la high school per esclusivi meriti sportivi…

              Un mondo lontanissimo dall’Italia!!

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              “(ma ancora una quindicina d’anni fa conobbi dei sedicenti rapper che dicevano “preppy” per riferirsi a una ragazza attraente- ignorandone completamente l’etimologia e il vero significato)”

              Non è una roba che ha a che fare con quelli che si attrezzano a sopravvivere alle calamità e alla fine della civiltà, diventando capaci di sopravvivere nel bosco o in qualche bunker?

              • PinoMamet scrive:

                Mmmm no per niente

                Cercando immagini di “preppy;” trovo solo ragazze in gonna e maglioncino e ragazzi in polo o in giacca…

              • Ros scrive:

                Peucezio: “Non è una roba che ha a che fare con quelli che si attrezzano a sopravvivere alle calamità e alla fine della civiltà, diventando capaci di sopravvivere nel bosco o in qualche bunker?”

                Quello non è preppy,
                dovrebbe essere prepper;
                il survivalismo.

                Gli scoppiati sbalconati che si preparano alla fine della civiltà hai presente?
                Quelli che si armano per la guerra, fanno scorte d’ogni cosa e vanno a vivere in una baita nel bosco.

                https://www.associazioneitalianaprepper.it/

              • Peucezio scrive:

                Sì, esatto, è prepper, non preppy: somigliano ma non c’entrano nulla.

            • Peucezio scrive:

              “Tramezzino” è dannunziano?

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            “Beh, i paninari stavano antipatici più o meno a tutti, sul finire della “loro” epoca…”

            Anche all’inizio.

            Piacevano solo a sé stessi.

            Per inciso, credo che nessuna moda giovanile sia mai stata popolare o abbia suscitato simpatia fuori dall’ambito di chi vi aderiva, a partire da beatnik, capelloni, hippy e via discorrendo, fino agli hipster e oltre.

            Finché sono implicite è un conto, ma appena acquisiscono un’etichetta, questa diventa automaticamente una sorta di marchio negativo per tutti i non aderenti, adulti, ma spesso anche coetanei.

            • PinoMamet scrive:

              Vero in effetti.

              • Moi scrive:

                @PINO

                La Ferragni ora su sta riciclando come “relatable girl” (con dapprima inusitate autoironie) innamorata della Sicilia, di madre Catanese … prima del Vaso di Pandoro (come dice Selvaggia Lucarelii ….) l’ala propria cma adorata mamma la presentava come “ex preppy”.

              • Moi scrive:

                Autoironia “relatable” tipo sui 40 anni ormai alle porte … o di essere “secca” e piatta in seno.

              • Moi scrive:

                “La propria cara mamma”
                E.c.

                …………………..

                Il Mammismo Italico è l’ Ultimo Baluardo della Famiglia Tradizionale Occidentale !

                :-😀

              • Moi scrive:

                In Anglobale “relatable” = ” gente con tanti soldi che fa vede, mangia cose … visita luoghi, ecc… che anche gente NON ricca si può permettere

  16. Francesco scrive:

    >>> L’”inquinamento” (termine che uso in senso generico) è proporzionale alla “crescita”, di cui è una funzione inscindibile per via del secondo principio della termodinamica.

    però questa è la derivata! la funzione originale dice che l’inquinamento è funzione della vita umana civilizzata.

    credo sia questo che mi divide da Miguel, oltre alla simpatia per l’Islam che trasuda ogni tanto

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Francesco

      “derivata”

      Se la crescita è esponenziale allora coincide con la sua derivata (per definizione di esponenziale) 😉

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Francesco scrive:

        OK ma appena la vita umana inizia a essere civilizzata l’inquinamento si impenna (cit.) per colpa della crescita. Molto prima dell’industrializzazione.

        PS secchione! nerd!

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ francesco

          “industrializzazione”

          Ecco il prodigio del progresso: aumentando l’efficienza si riduce lo spreco a parità di prodotto.

          Peccato per l’ambiente che, stante la proprietà privata dei mezzi di produzione, aumentino esponenzialmente i prodotti…

          😉

          Ciao!

          Andrea Di Vita

  17. PinoMamet scrive:

    “Il vero “uomo di potere” (e ce ne sono a tutti i livelli, al Consiglio di Quartiere come alla direzione della Banca Centrale Europea) è un narcisista e un sognatore: immagina se stesso al centro del mondo.”

    Rispondo qui a Miguel.

    Mario, Tobino, quello de Le libere donne di Magliano, è uno scrittore sottovalutato.

    Cito qua da uno dei suoi racconti di ambientazione marinaresco/viareggina, ” Un marinaio straordinario”, da “L’Angelo del Liponard e altri racconti di mare”:

    “Poi arriva il padrone. Il padrone gioca in borsa, il denaro gli sbocca untuoso e spesso da tutte le tasche.
    Non è che il padrone sia cattivo, anche ieri avreste dovuto vederlo come giocava con il suo bambino che ha quattordici anni, proprio mostrava di amarlo teneramente, di non vedere altro che lui, ed è questo il suo torto, ci sono anche gli altri bambini;
    il padrone gioca in borsa ed è astutissimo, non trascura niente, quando compra le azioni le compra per questo e per questo e per quest’altro, osserva tutto; del resto da come legge il giornale si intuisce che è un uomo per lo meno attento: ha appena aperto il giornale che già se ne è impadronito, ha già visto la notizia che aspettava, ha notato il tono come questa notizia è detta: quattro righe in fondo alla terza colonna della prima pagina che per lui sono importantissime non aveva quasi neppure aperto il giornale che già le aveva lette, ma lui così rapido nel trovare notizie che a lui interessano, è poi lentissimo ad abbandonare il giornale, ogni riga invece legge con attenzione e riflette, e cose che a tutti sfuggono a lui non sfuggono e la sua memoria trattiene, trattiene tutto, sembrerebbe per sempre.
    E il padrone, senz’altro, ha un bel cervello, e una volontà: ha costruito la sua fortuna lentamente, con pesanti sforzi, a dire il vero è stato qualche volta disonesto e anche spietato, ma però ci sono molti che pur essendo disonesti e spietati non riescono a costruire nulla.”

    (Finirà che insulterà Pitti, il “marinaio straordinario” del titolo, e Pitti che tiene in mano il pesantissimo cuscinetto di un motore di motoveliero perde la ragione e glielo tira in testa “Già Pitti ha in mano il cuscinetto, il quale era invece prima così pesante ma adesso come un guancialino di quelli rosa è, con dentro leggeri riccioli di lana, che si mettono sotto la testa ai bambini.
    Alza Pitti il cuscinetto, è sotto lui il padrone, è niente il padrone. Pitti si è alzato.
    Forse il padrone, nell’istante che ci ha ancora, barluma nella sua mente come stanno le cose, chi è lui, cos’è la vita. Ma tutto è ormai rapido.
    Pitti scaglia il cuscinetto e pur tuttavia le sue mani lo accompagnano. La testa del padrone si deforma”)

  18. Moi scrive:

    Come ha detto una TERF , a Gaza bambini che NON piangono sotto le bombe … in “Occidente” giovani adulti che scoppiano in lacrime sentendo un pronome sbagliato.

    Eppure, aggiungo io, i giovani adulti suddetti si vogliono identificare assolutamente nei Gazawi per sentirsi vittime/i/ə !

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma le TERF non sono le più frignone di tuttu?

      • Francesco scrive:

        Direi di no, perchè lo pensi?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          La categoria indica le femministe che frignano perché qualcun altro, frignando, potrebbe ottenere quello che loro, frignando, hanno ottenuto per sé.

          • PinoMamet scrive:

            È vero, ma da un altro punto di vista…

            Le TERF sono le femministe donne che non vogliono ridurre a una pagliacciata decenni di lotte serie solo per permettere a un tizio baffuto che ama mettere i tacchi a spillo di farsi fare la ceretta inguinale da un’estetista donna…

            • Peucezio scrive:

              Infatti.
              Non mi pare una pretesa così lunare.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Io non ce l’ho con la pretesa, ce l’ho con chi accusa gli altri di frignare quando il piagnisteo è il principale strumento di lotta che usa.

              • Peucezio scrive:

                Beh, no, rivendicare un diritto giusto non è piagnisteo.

                Sarebbe come dire (esagero ovviamente) che i palestinesi bombardati fanno il piagnisteo come i woke che si traumatizzano per il pronome sbagliato.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Si parlava del piangere perché offesi. Questa è una strategia di lotta, non il contenuto della rivendicazione: io mi lamento e quindi ottengo. Può essere giusto o può essere sbagliato quello che ottengo (e ovviamente per me sarà giusto, per altri sbagliato), ma ciò non fa cambiare la strategia utilizzata.
                Il nostro dibattito pubblico premia il piangere, perché chi piange è la vittima e la vittima va accontentata… se accontentarla non tocca le cose veramente importanti. Il trans quindi ti dirà che se non l* fai gareggiare con le altre donne stai promuovendo i suicidi dei trans e quindi cerca di ottenere così, la terf ti dirà che il trans nel bagno delle signore la fa sentire stuprata e quindi cerca di ottenere così. Le due strategie sono simmetriche perché sono vincenti, per questo genere di cose.

                Appena si passa al conflitto sociale vero, quello con cause economiche, ecco che questa strategia non paga più ed i mezzi tornano ad essere quelli tradizionali: gli operai ottenevano (e ottengono) perché scioperavano (e scioperano), mica perché frignavano.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                La strategia vincente, ovviamente, ha una controstrategia: accusare l’altro di frignare (e magari frignare nel farlo). Qui parte la gara dei punti-vittima.

              • Peucezio scrive:

                A me la cosiddetta Terf mi sembra soltanto una persona che cerca di ripristinare un minimo di buon senso e di senso della realtà.
                Non ci vedo alcuna strategia.

                Peraltro questi meccanismi sono binari: vince la posizione più oltranzista, più aggiornata e tutti gli altri sono automaticamente “fascisti”, per lo scavalcamento “a sinistra” (oggi non credo si chiamerebbe più così) all’infinito.

            • Peucezio scrive:

              Ma d’altronde per Mauricius la questione è semplice e si articola in tre punti:

              1) la donna ha torto,
              2) la donna ha torto,
              3) la donna ha ancora torto.

          • Peucezio scrive:

            Eh sì, le cattivone. Frignano perché da donne, pretendono di essere riconosciute solo loro come tali e, udite udite, perfino di essere considerate sul piano di parità con gli uomini!

            • PinoMamet scrive:

              C’è anche quest’aspetto:
              le donne lottano per ottenere ruoli dirigenziali;

              Ma anche per avere la stessa paga di un uomo e non essere discriminate nrlle assunzioni perché rischiano di rimanere incinte.

              Poi arriva Peppino che “si sente donna” e la nuova legge obbliga a considerarlo tale…

              Problema:
              Se Giovanna e Peppino sono entrambi donne, e la legge obbliga ad assumere una donna nell’ufficio, ma Peppino non rischia di rimanere incinto…

              Chi assumerà il datore di lavoro? 😉

              • Moi scrive:

                Fra l’ altro “donna trans” fa in qualche modo 2 in 1 come punti “virtuosi” d’ Inclusività

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Moi

                “donne trans”

                Sono reduce dalla revisione della traduzione di un testo (scientifico) di 400 pagine sui Femminielli napoletani, che mi ha aperto molte riflessioni.

                Mi ha colpito la storia delç (uso come schwa) militantç antifascistç tedescç comparç di Ilaria Salis.

                Ora, un gruppo di antifa di vari paesi vanno in un paese dove si parla una lingua di cui immagino non conoscano nemmeno una parola, per andare a picchiare un gruppo di indigeni. I picchiatori non usano armi omicide, gli indigeni con cui se la prendono sono tosti anche loro, e in tutta la faccenda non ci vedo nulla di male.

                Io sono per il libero diritto di fare a botte tra cretini consenzienti.

                Solo che lo Stato ungherese decide di trattare con la Massima Severità i cretini picchiatori, con pene stratosferiche, roba da Italia anni 2024, che sui reati politici ha pene peggiori di quelle previste dal fascismo (non scherzo).

                Siccome dal punto di vista del Diritto i Punitori hanno ragione, la Germania che tanto si lamenta dell’Ungheria vi deporta tranquillamente un giovane picchiatore maschio.

                Siccome il giovane picchiatore maschio non sa una parola di ungherese, pensa un attimo a cosa gli potrà capitare quando si troverà in galera con dei simpatici stupratori, magnaccia, psicopatici che invece l’ungherese lo parlano.

                E si dichiara Femmina, per andare nel carcere femminile.

                Che al posto suo, lo avrei fatto anch’io.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Chi assumerà il datore di lavoro?”

                La donna: i froci in questo ufficio non ci entrano.

              • PinoMamet scrive:

                Tu parli del mondo di 20 anni fa, Mauricius…

                Nel mondo di oggi, (giustamente) non puoi discriminare gli omosessuali.

                Nel mondo di domani (ma in USA è oggi) John ha diritto alle quote rosa perché si sente donna, e chi sei tu per decidere che non lo è?

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                oddio, speriamo che domani tutte ‘ste cagate siano ricordate come impazzimento generale (parlo del tipo con la barba che si sente donna, non della mancata discriminazione verso gli omosessuali, ci mancherebbe).

              • Moi scrive:

                @ Mauricius

                Ti è venuto un attacco di Boomerite Acuta ?!

  19. Moi scrive:

    @ MAURICIUS

    Destra e Sinistra divise solo sul livello di regolamentazione del Libero Mercato …. ma concordi sul Controllo Sociale, l ‘ Anarchia in materia di Immigrazione e Gender e l’ Odium Sui Istituzionalizzato, è roba da Anglosassoni !

  20. Peucezio scrive:

    Roberto,
    “Nel caso, la società che produceva trabant ogni 13 anni aveva intorno una società orrenda, con un apparato di controllo terrificante, una popolazione umiliata al punto di non sapere come pulirsi il sedere, oltre che a dei disastri ecologici che neanche nei nostri peggiori incubi…non vedo nessun motivo di preferirla a qualsiasi altra cosa”

    Sai che non sono molto d’accordo?
    Io ho frequentato per anni amici cresciuti nell’allora Unione Sovietica.
    E sono persone vitali, allegre, scanzonate, festaiole. I russi di oggi mi sembrano più cupi, più mosci.

    Tra l’altro si vede anche nella produzione artistica. Il cinema sovietico di quegli anni era splendido. Non parlo solo di Tarkovskij, ma anche di registi minori.

    Malgrado il regime, per molti versi opprimente, era una società molto feconda, frizzante, creativa.

    Vysockij era costretto a far girare le sue canzoni clandestinamente, ma poi, quando morì, andarno al suo funerale sfidando il regime migliaia di persone e ha plasmato l’immaginario russo di generazioni.
    Ogni volta che il mio amico russo che suona la chitarra fa le sue canzoni mi emoziono.

    Credete che nella Russia di oggi vi sia un Vysockij? Non nasce proprio…

    • Francesco scrive:

      potrebbe essere un classico effetto delle condizioni di vita dura e repressive

      guarda alla musica italiana degli anni 70 – non ancora sdoganata dalla DC – e la roba che circola oggi con la Schein e Zan che ballano felici e minchioni

    • roberto scrive:

      Peucezio

      “Malgrado il regime, per molti versi opprimente, era una società molto feconda, frizzante, creativa.”

      pensa quanto avrebbero potuto essere fecondi, frizzanti e creativi se non avessero dovuto perdere tempo ed energie con il regime opprimente…

      con “società” non intendo il gruppo di singole persone, ma proprio l’organizzazione della società (faccio la fila ai negozi per comprare il pane, accaparro beni perché non so se ne trovo domani, faccio attenzione a quello che dico perché ci sono spie intorno…)

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        ma invece accade il contrario.
        Quando si cominciano ad avere più cose e più libertà, l’arte diventa convenzionale, ripetitiva.

        Nell’epoca ultra-libera di El’cin o del primo Putin, non è che si sia prodotto chissà cosa.

        Sì, c’è stato Sokurov.
        Ma è il segno di una società comunque meno ricca della nostra.
        Infatti in Italia, dove abbiamo avuto Fellini, che se li mette nel taschino tutti, oggi non abbiamo un cazzo.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Potrebbe essere un problema di domanda e offerta?

          La società è oppressiva, quindi c’è domanda di rivolta contro la società oppressiva e questa domanda trova soddisfazione in una produzione di rivolta nella forma più innocua (sì, l’arte è sempre stata più libera perché intrinsecamente molto meno pericolosa dell’opinione articolata), quella artistica.
          Poi la società si rilassa, non si domanda più produzione artistica politicamente orientata e quindi arrivano cinepanettoni e cinefumettoni.

          • Francesco scrive:

            Io amavo i cinefumettoni, poi sono diventati una roba politica e mi hanno rotto!

            Però non userei l’argomento tuo e di Peucezio a favore delle dittature.

            😉

          • Peucezio scrive:

            Mauricius,
            “Potrebbe essere un problema di domanda e offerta?”

            Sai che però non so se sia la repressione in sé o banalmente il livello di vita, l’assenza di un consumismo esagerato, quel passaggio da una società contadina a una industriale?

            In Italia è successa la stessa cosa negli stessi tempi: fioritura cinematografica, cantautoriale, ecc.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              L’Italia era una società repressiva, infatti.

              • Peucezio scrive:

                Qui però si parlava di repressione da parte dello stato, del sistema sovietico, che era piuttosto diverso dall’Italia degli anni ’60-’70.
                Ma la sostanza, la società, non era poi così sideralmente diversa.

                Che poi la repressività italiana, insomma…

  21. Peucezio scrive:

    Aggiungo che una cosa che mi colpisce sempre di quei russi o ex-sovietici è il livello culturale.
    Quello della chitarra poi usa in italiano ricchissimo, forbito e là ha fatto una scuola tecnica, segno che, al di là delle capacità individuali (è uno con una non comune capacità di apprendimento), perfino una scuola tecnica ti dava quegli strumenti minimi tali per cui in russo avevi un lessico ricco (ho notato che in genere lo straniero venuto in Italia da adulto, che parla un italiano ricco, è perché ha un’istruzione e un lessico ricco nel suo paese e lingua d’origine, altrimenti mancano proprio le categorie cognitive, concettuali).

    Insomma, quello era un sistema educativo che funzionava davvero.

    • Francesco scrive:

      Piano con questa narrazione, perchè se funzionava tutto così bene com’è che è finito così male?

    • PinoMamet scrive:

      Beh Francesco, magari funzionava bene l’istruzione e male l’economia…

      Comunque tutti gli ex sovietici conosciuti da me erano molto istruiti
      (Statunitensi ignorantissimi, israeliani ignorantissimi E “abbiamoinventatotuttisti “, popoli del cazzo vari: “abbiamoinventatotuttisti ” ma disponibili a imparare…)

      • Francesco scrive:

        funzionava bene giusto il Liceo classico? il mio paradiso, dici?

        • PinoMamet scrive:

          ?
          Non credo che in URSS avessero il Liceo classico, comunque l’istruzione italiana nel complesso, e ovviamente quella liceale in modo particolare, è ancora una di quelle che funzionano.

  22. Mauricius Tarvisii scrive:

    Non c’entra niente, ma scopro oggi che il fondatore dell’attuale (pur con cambi di dinastia e rivoluzioni) incarnazione della Persia, Ismail I Safavide, era pronipote (figlio della figlia di una figlia, Teodora) di un imperatore romano (di Trebisonda), Giovanni IV Comneno.

    • Francesco scrive:

      Se non erro, Bizantini e Persiani erano oggettivamente alleati contro i Turchi

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Nel VI secolo, quando mantenevano le fortezze del Caucaso contro i Turchi Celesti, ma la rinascita della Persia risale a dopo la caduta di Costantinopoli.

        Giovanni IV, invece, si era alleato con i Turcomanni delle Pecore Bianche, facendo sposare la figlia Teodora con il loro sovrano. Una figlia della coppia andò in sposa allo sceicco dei Safavidi (che erano un gruppo religioso nell’attuale Azerbaigian iraniano), il padre di Ismail. All’epoca la Persia era dominata ancora dai discendenti di Tamerlano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *