Buon meno un anno a tutti!

Sul The Automatic Earth, una miniera di originali riflessioni sulla crisi che stiamo vivendo, trovo questa tabella:

CumulativeGrossLaborIncomeGrowth450Prendetevi un paio di minuti a guardare, riga per riga, la tabella. C’è da restarci di stucco.

Come sapete, non sono un economista e non saprei tradurre esattamente Cumulative gross labor income (e poi scriverei labour perché quando traduco, uso la grafia britannica).[1]

Non so quale rapporto ci sia tra questo termine e la maniera in cui percepisco il mio benessere personale.  Che non riguarda semplicemente il conto in banca.

Ci sono centomila altre piccole cose che cambiano e si sommano tra di loro. Un microesempio: la scuola dell’infanzia, dove tolgono le maestre comunali e ci mettono delle disgraziate di una cooperativa a settecento euro al mese che non vedono l’ora di andare da un’altra parte, però poi ci dicono che è un progresso. Le maestre non le tolgono, licenziandole, aspettano semplicemente che vadano in pensione e poi non ne assumono di nuove, per cui questo fatto non incide nemmeno sulle statistiche dell’occupazione.

Ma nella tabella, traduco benissimo la parola growth, “crescita”.

Ora, la tabella inizia ai tempi della grande crisi del 2007-2008. Da cui si dovrebbe essere usciti. Crescendo felicemente tutto il tempo, solo che davanti a quasi ogni crescita c’è un segno meno.

Come se io a ogni compleanno dicessi, sono ringiovanito di -1 anno!

L’altra cosa che un profano nota subito è che gli unici in assoluto che crescono sono i tedeschi.

Da cui si capiscono due cose.

Innanzitutto il motivo per cui tutti i giovani maschi avventurosi che vogliono farcela nel mondo, desiderano andare in Germania (alla faccia della Germania stessa che li vorrebbe spedire almeno in parte in Calabria o in Ungheria o in Portogallo).

Secondo, il motivo per cui tanti sospettano che l’Unione Europea sia un’enorme macchina per spolpare soldi da un continente intero e mandarli in Germania.

Non so se in realtà le cose stiano così, e sospetto anche che molti antieuropeisti la facciano semplice: non penso che basti dire addio all’Unione Europea, per uscire dal vicolo cieco in cui ci siamo infilati.

Però se questa tabella è minimamente significativa, vuol dire che siamo arrivati davvero al punto di svolta della storia umana.

Nota:

[1] Ho scritto al curatore del blog per chiedere la fonte della tabella, che dovrebbe essere l’OCSE. Ma su questo chiedo lumi agli economisti e agli eurocrati del blog.

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314 risposte a Buon meno un anno a tutti!

  1. izzaldin scrive:

    la parola ‘crescita negativa’ è divertente.
    mi fa pensare a chi va in pizzeria e ordina una friarielli senza scamorza e senza salsiccia.. a questo punto ordina una biancaneve con friarielli, no? 🙂
    segnalo, fra un paio d’ore a Firenze in via Gran Bretagan, un incontro sulle Grandi Opere Inutili e Imposte:

    http://www.wumingfoundation.com/giap/event/firenze-20012017-incontro-con-wu-ming-1-sulle-lotte-contro-le-grandi-opere-inutili-e-imposte-wm1viaggionotav/

    si parlerà degli scempi della TAV in val Susa e nell’Appennino, del passante di Bologna e, immagino, dell’aeroporto di Sesto.
    Tra l’altro a parlare sarà uno degli scrittori preferiti di Z.! 🙂

    • Z. scrive:

      Beh, ora si parla spesso di “non-fiction novel”, specie dopo il successo di Gomorra. Ma, almeno in Italia, le hanno inventate loro, i WW.MM. Con Asce di guerra, se ricordo bene.

      Bologna è sempre un passo avanti, ma credo di averlo già detto 🙂

      E omunque chiariamo una cosa: non ce l’ho con Bui!

      Innanzi tutto scrive molto ma molto bene, come del resto gli altri WW.MM. E non solo.

      Almeno una volta era sollecito e cortese nel rispondere alle mail: incluse quelle critiche, che provenivano da chi la pensava diversamente da lui.

      Si è schierato con tutto il LBP a difesa di Marco Dimitri, che negli anni Novanta è stato oggetto di un calvario particolarmente odioso. E se parte della stampa ha abbandonato all’epoca la campagna di odio contro Dimitri lo si deve, a mio avviso, soprattutto a LB.

      Si è lanciato in una coraggiosa analisi del codice di procedura penale e dei reati associativi, in Nemici dello stato (1999). E’ un merito? Sì, secondo me: per lo sforzo interdisciplinare, per il tentativo di dare una base razionale al pensiero della sinistra centrosocialista bolognese. Il fatto che i risultati di quell’analisi fossero diciamo pure perfettibili ci ricorda, semmai, che si tratta di una disciplina dove pazienza e umiltà non sono meno importanti di intelligenza e cultura.

      Ha affrontato critiche stizzose e piuttosto antipatiche quando, analizzando gli eventi che hanno portato all’uccisione di Pierfrancesco Lorusso, ne ha ricostruito la morte concludendo che il giovane non era stato ucciso con un colpo alla schiena, contraddicendo la memoria collettiva della città (non solo dei movimentisti). Ma in effetti le perizie eseguite all’epoca gli danno ragione.

      Quindi in realtà trovo giusto guardare oltre certi atteggiamenti – che immagino siano in buona parte richiesti dal suo ruolo, oltretutto – se non altro perché a chi molto ci ha dato molto va perdonato. Augh. Ho detto.

      Zeta l’Ecumenico

  2. Peucezio scrive:

    Però mi devi spiegare perché mai quando traduci usi la grafia britannica.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per peucezio

      “Però mi devi spiegare perché mai quando traduci usi la grafia britannica.”

      L’inglese non ha una grafia ufficiale, la Rivoluzione Francese, con tutte le sue regole perfette, non è passata da quelle parti 🙂

      L’ortografia americana è una fantasia discutibile, ma anche quella britannica è piuttosto moderna.

      Diciamo che preferisco, in genere, le cose che hanno scritto i britannici 🙂

      • Peucezio scrive:

        Che strano però basare l’ortografia sui gusti letterari.
        Nel tuo caso in dissonanza col tuo inglese nativo.
        Ma usi anche il lessico britannico al posto di quello americano?

        Tra l’altro non mi sono mai chiesto chi in Europa produce saggistica in inglese da non nativo, quale inglese usa.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Che strano però basare l’ortografia sui gusti letterari.
          Nel tuo caso in dissonanza col tuo inglese nativo.”

          Ci sono alcune cose in cui preferisco l’americano.

          Tra cui il fatto di far sentire la “r” e sopratutto la “w” aspirata.

          • Peucezio scrive:

            La ‘wh’ aspirata è piuttosto evidente, ma sai che non colgo la differenza per la ‘r’?

            Comunque trovo gradevole anche la realizzazione monovibrante di /t/ intervocalica non pretonica.

            Comunque è assurdo che nella manualistica e nella didattica non si imponga lo standard americano, creando una confusione per cui in Europa si usa un tipo di inglese e in tutto il resto del mondo un altro.

            • Z. scrive:

              Lo vede il dito? lo vede che stuzzica, e brematura anche?

              😀

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              è quella cosa per cui, dicendo “water” gli inglesi lo dicono con quella ‘t’ loro tipica, mentre gli americani sembra dicano “uoda”.
              In realtà non è una ‘d’, ma una ‘r’ con una sola vibrazione, prodotta però in un modo particolare. Tecnicamente gli anglosassoni la chiamano “flap”, mentre la monovibrante normale è “tap”, tipo quello dei veneti.

            • Peucezio scrive:

              Guarda che fino alla fine ti manderò la parcella a casa per queste lezioni private di linguistica 😛

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “Comunque trovo gradevole anche la realizzazione monovibrante di /t/ intervocalica non pretonica.”

              Ahi, io no 🙂

              Per “r” pronunciata, intendo il fatto che gli americani dicono “far” e gli inglesi oxfordizzati “faa”.

            • Roberto scrive:

              Poi peucezio ci dice che non legge l’inglese…,

            • Z. scrive:

              Si rifiuta per principio di leggere la lingua dei perfidi albionici, ecco cosa!

            • Peucezio scrive:

              C’è una bella differenza fra avere sensibilità fonetica per cogliere certe sfumature (peraltro piuttosto evidenti) e leggere testi complessi.

              Miguel, ma se, come dici, tu hai una pronuncia americana, anche tu realizzi /t/ come flap in quelle posizioni. O no?

            • PinoMamet scrive:

              “Lo vede il dito? lo vede che stuzzica, e brematura anche?

              😀 ”

              😀 😀

              a parte tutto, ho ascoltato su yuoutube vari video sugli accenti inglesi.

              In generale trovo più simpatici quelli britannici, specialmente quelli, come dire, sguaiatamente popolari.
              Il cockney ha delle robe (mancanza dell’acca iniziale, “th” resa brutalmente con f o v) che lo rende, paradossalmente, abbastanza “latino”. Chissà da che miscuglio umano è saltato fuori.

              Comunque, ascoltando un paragone tra la resa britannica e quella americana di molte parole, mi era chiaro tutto, tranne la R.

              A me sembrava che il parlante inglese e quello americano la pronunciassero esattamente alla stessa maniera, anche quando la differenza tra la pronunce, secondo lo speaker che spiegava, era proprio quella.
              Boh?

              Ma di nuovo (ecco un bel calco dall’inglese 😉 ) io vengo da una zona nota per le sue “r” particolari, per cui… 😉

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              ma in America non ti scambiano per inglese allora?

  3. Grog scrive:

    Dio ha creato TRE SPECI
    – gli esseri umani
    – gli anglosassoni
    – i messicani DEPOTENZIATI(*)
    Grog! Grog! Grog!
    (*) troppo educati e non inclini al massacro degli yankes puah!

  4. Francesco scrive:

    1) in gergo economico “growth” ormai significa “variazione”, il che giustifica il suo uso anche in caso di diminuzione.
    2) la crisi mondiale inizia a fine 2007, per cui stupisce meno di quanto pensa Miguel che ci siano così tanti segni meno. il confronto è con l’apice della “crescita”, quando “si stava benissimo”.
    3) “mean” è solo la media o potrebbe essere la mediana in questo caso?
    4) io tradurrei con “variazione totale nel periodo 2007-2014 del reddito lordo da lavoro”. credo si riferisca al totale della massa salariale percepita da tutti i lavoratori (mean), dal 10% più ricco e dal 10% più povero.
    5) questi dati andrebbero letti da uno MOLTO più bravo di me che spieghi come l’aumento della disoccupazione incide sulla realtà oltre questi dati.
    6) come sono a destra Danimarca e Francia, coi poveri massacrati e i ricchi che volano!
    7) da quando il Regno Unito è un Soviet?
    8) il dato spagnolo mi fa dubitare della significatività di questa tabella, però.
    9) come ben noto, i lavoratori poco pagati e poco qualificati dell’Occidente sono in diretta concorrenza con i loro omologhi dei paesi emergenti, a differenza di quelli più pagati (e più qualificati?) che sono più protetti.
    10) a peggiorare il quadro, c’è che la fetta di reddito complessivo che va al “labour” è in calo, mentre cresce quella che va al “capital”.
    11) ma dovete farmi assumere all’OCSE per saperne di più!

    ciao

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “3) “mean” è solo la media o potrebbe essere la mediana in questo caso?”

      intanto grazie del commento…

      Su “mean” sono incerto anch’io.

      “totale della massa salariale percepita da tutti i lavoratori”… infatti, pensavo qualcosa (vagamente) del genere, per questo segnalavo il microcaso di un altro tipo di “decrescita imposta” e difficilmente calcolabile, quella delle maestre della scuola d’infanzia.

      Sì, interessanti Danimarca e Francia (magari perché i ricchi li controllano fiscalmente meglio che in Grecia o in Italia?).

      • Augsburger scrive:

        Ricchi? Stiamo sempre parlando di redditi da lavoro, di salariati. Quello che vedo è che i lavori con i salari più alti hanno tenuto meglio, tranne in UK (e mi torna con quello che so). Come sia andata ai ricchi non è scritto in questa tabella.
        Ah non c’è bisogno di dire che nella tabella ci sono pure gli Stati Uniti e che quindi potrebbe non essere tutta colpa dell’Euro 😀

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Augsburger

          “Come sia andata ai ricchi non è scritto in questa tabella.”

          Stimmt, das habe ich auch bemerkt! 🙂

          Concordo con te quando sottolinei la presenza degli Stati Uniti. Non sono tra quelli che pensano che ce la possiamo cavare a buon mercato uscendo dall’euro.

        • Francesco scrive:

          Lei ha perfettamente ragione ma, nel commentare, mi sono fatto influenzare dall’idea dei banchieri pagati decine (se non centinaia) di milioni l’anno, a cui ho attribuito in automatico la qualifica di “ricchi”, che però si riferisce ai patrimoni e non agli stipendi.
          Se questi danno tutti i loro redditi ai poveri o alle prostitute, non sono certo ricchi. 😀
          Ehm, sull’euro, ci sono anche vari paesi europei che non hanno quella moneta nella tabella, mica sono gli USA.

          E se vogliamo essere noiosi 😀 😀 😀 mancano alla grande i paesi emergenti, in cui la globalizzazione dovrebbe avere i risultati migliori, come crescita del reddito anche dei poveri.

          Saluti

      • Francesco scrive:

        >> intanto grazie del commento…

        figurati, anzi grazie a te di averlo letto!

  5. habsburgicus scrive:

    OT storico….quanno ce vo’ ce vo’
    (piacerà all’ottimo Horatio, che ora no ci segue, ma che “lamentò” che non scrivevo più O.T del genere :D)

    Se vi interessa vi metterò alcune “puntate” su Beria..mi sto sempre più convincendo che la sua caduta fu un punto di svolta..bisogna capire il 1953 per comprendere il 1956 e poi la fine dell’URSS..se riuscirò a farvi partecipi del mio punto di vista, almeno in parte, mi riterrò soddisfatto della fatica
    Inizio con l’introduzione poi metterò altro

    Introduzione
    Il nome di Lavrentij Pavlovič Berija (d’ora in poi Beria) intimorisce ancora oggi…per moltissimi, fra i quali vi ero anch’io, è solo sinonimo del terrore comunista stalinista al suo apogeo (purghe, massacri, esecuzioni, deportazioni ecc)…lungi da me diminuire l’importanza o la dimensione di questi tragici accadimenti attribuiti a lui, ma vi è un altro Beria, quasi del tutto ignoto, quello che dopo la morte di Stalin ebbe idee lucidissime e radicali, precorrendo (e talora superando) la perestrojka..fu pure lui il primo a destalinizzare tre anni prima del XX Congresso, seppur da uomo intelligente probabilmente non avrebbe mai condannato Stalin apertis verbis coram populo facendosi anzi scudo del suo nome per stravolgerne le politiche (farà così con la nuova politica delle nazionalità, presentata come un ritorno alla concezione stalinista 😀 mentre era l’antitesi di tutto lo stalinismo al più da metà dei ’30 !), esattamente come Deng in Cina che condannò un po’ Mao ma nell’insieme lo mantenne a parole, abbandonandolo nei fatti…
    Se Beria avesse vinto e non fosse stato rovesciato quel nefasto 26 giugno 1953 la storia dell’URSS e quindi del mondo sarebbe cambiata..secondo me in meglio

    • Francesco scrive:

      caro Hasburgicus, non vedo quale forza umana avrebbe mai potuto cambiare il destino dell’URSS, legato a un sistema economico che non avrebbe mai potuto funzionare, tanto meno dovendo fronteggiare il mondo capitalistico?

      non credo che sarebbe bastato avere uomini migliori al comando, per non parlare di come il sistema politico selezionava chi comandava.

      un pò come pensare di salvare l’Italia con questa Costituzione, formale e materiale

      ciao

  6. mirkhond scrive:

    Interessa, interessa. 🙂

  7. habsburgicus scrive:

    La nuova politica delle nazionalità
    Fu qui che Beria ebbe le intuizioni maggiori e ruppe con tutta la storia dell’URSS precedente (se togliamo la korenizacija dei ’20, ma allora c’era troppa ideologia..a Marx ci credevano ancora, i tapini :D) e soprattutto successivo sino almeno al 1989
    Beria aveva accesso alle segrete cose, impossibili da conoscere per i comuni mortali..mentre il PCI ai gonzi a Reggio Emilia magnificava i successi della collettivizzazione, Beria SAPEVA che in Lettonia tutto era finito a donne di facili costumi e la collettivizzazione fu un disastro epocale !
    Beria SAPEVA la verità sulla rsistenza anticomunista nel Baltico e nell’Ucraina occidentale, “Fratelli della Foresta” nel Baltico e OUN-UPA in Ucraina (perché era lui a doverli combattere !) e dunque non poteva nell’intimo che ridere più o meno amaramente sentendo gli agitprop magnificare i grandi e continui successi del Partito di Lenin-Stalin !
    Beria CONOSCEVA la verità sulle deportazioni dal Baltico (le prime nel 1941 le fece lui !)
    Beria insomma si rendeva conto che il comunismo era un’utopia fantastica, irrealizzabile e lastricata di fallimenti ad onta della propaganda..forse, proprio perché non era un puro, aveva smesso di crederci..e sono questi i migliori..i “puri” fanno sempre danni !
    Beria, per rafforzare la sua base di potere, decise di appoggiare le nazionalità non-russe contro i russi, di favorire le lingue locali, di purgare i russi (giunti come cavallette sotto Stalin !)..ciò soprattutto nel Baltico, su cui mi concentrerò, ma anche altrove
    Beria aveva osato [il verbo per quell’epoca è giusto !] dire qualcosa, come “captatio benevolentiae” presso le Repubbliche già a Stalin vivo
    Al XIX Congresso del VKP (b) [Vsesojuznaja kommunističeskaja Partija (bol’ševikov) ovvero Partito comunista di tutta l’Unione (dei bolscevichi)] che divenne in quell’occasione KPSS [Kommunističeskaja Partija Sovetskogo Sojuza ovvero Partito comunista dell’Unione sovietica] che si tenne dal 5 al 14/10/1952, Beria per 11 volte nel suo discorso definì le Repubbliche dell’URSS “indipendenti” e “Nazioni” (linguaggio inusuale e che scomparirà del tutto dalla sua caduta a perestrojka avanzata)
    In apr 1953, sotto la sua influenza (erano i giorni del suo potere, grazie all’alleanza con Malenkov, Presidente del Consiglio successo a Stalin ma nominato un’ora prima della morte ufficiale di Stalin !) la Literaturnaja Gazeta attaccò il nazionalismo russo (indice di un cambio di politica..ciò non avveniva dai tempi di Lenin e del proto-Stalin, diciamo non oltre i primi ’30) sotto Stalin, dai ’30, si attaccavano solo i nazionalismi “borghesi” non-russi !
    In quel periodo il MVD (Ministerstvo Vnutrennykh Del=Ministero degli affari Interni), indipendentemente dal Partito e sotto stretto controllo di Beria (che ne era di nuovo il capo dalla morte di Stalin), raccolse informazioni su composizione etnica del Partito, sui kolkhozy, gli obkomy nelle Repubbliche più sensitive ecc (secondo la Mozokhina 2012)
    Ad inizio maggio 1953 Beria mandò una lettera al PC uzbeco chiedendo una purga di funzionari troppo russofili; gli uzbechi dapprima resistettero, poi si adeguarono completamente a Beria (secondo Swain 2016)
    L’8/5/1953 Beria fece circolare un rapporto al Presidium sulla situazione in Lituania in cui criticava gli abusi, la repressione antireligiosa e le misure contro la lingua lituana
    Il 16/5/1953 Beria presentò al Presidium una risoluzione sull’Ucraina occidentale (secondo Maksimenkov, due articoli in 2004), che fu approvata e divenne risoluzione
    [Ucraina occidentale e Lituania furono trattate per prime proprio perché la resistenza antisovietica era più forte e Beria vedeva l’urgenza di un cambio di politica]
    Il čekista (e assassino, per conto del Cremlino) Pavel Sudoplatov 1995 ci dice che Beria era a favore dei linguaggi locali e di proprie medaglie e decorazioni nelle Repubbliche !; vi fu anche un lato comico
    il nuovo Ministro degli Interni della LTSR (Lietuvos Tarybų Socialistinė Respublika cioè Repubblica Socialista Sovietica Lituana) inviò a Beria un memorandum scritto in lituano che nessuno seppe leggere, poiché nessuno conosceva quella lingua ! 😀
    (continua=

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per gli anglofoni, il discorso inaugurale di Trump, un notevole viaggio nell’immaginario americano:

    http://www.mirror.co.uk/news/world-news/donald-trump-inauguration-live-president-9656316

  9. habsburgicus scrive:

    La nuova politica delle nazionalità 2
    ora tratterò della Lettonia, su cui mi soffermerò di più (gran parte delle informazioni tratte dall’ottimo articolo di Michael Loader su Europe-Asia Studies del 2016)
    in Lettonia la nuova politica delle nazionalità voluta da Beria fu particolarmente radicale e fornirà le basi per quello che sarà detto il nazional-comunismo lettone (stroncato solo nel giugno-luglio 1959, da Khruščëv), ma paradossalmente ebbe un ruolo anche il nemico giurato di Beria e futuro “normalizzatore” della Lettonia, Khruščëv, i cui dati però (tranne quelli economici) sono evidentemente copiati da rapporti più o meno confidenziali di Beria, l’unico a potere conoscere certe cose..l’origine della politica è però di Beria per quanto Nikita non si fece scrupolo ad appropriarsene ! Loader, secondo me, sopravvaluta il ruolo di Khruščëv anche se correttamente ne mette in risalto il ruolo pragmatico
    L’ 8/6/1953 Khruščëv fece infatti circolare una bozza di risoluzione al Presidium sulla Lettonia, che combinava informazioni ottenute sia da MVD [cioè da Beria] che da CC; secondo la Zubkova e Tannberg (storici che enfatizzano il ruolo di Khruščëv) sarebbe stato compilato da Evgenij Gromov (pres dipartimento organi del Partito) sotto la supervisione di Khruščëv
    Il rapporto dell’8/6/1953 diceva che fra 1950 e 1953 i censori in Lettonia confiscarono oltre 155.000 lettere che si lamentavano dell’arbitrarietà e dell’abuso di potere (repressione religiosa, imposizione del russo in tutti gli aspetti della vita); fra i capi locali citati dal popolo non uno con un cognome lettone ! solo 8 di 66 direttori di grandi fabbriche erano lettoni e solo 6 di 47 direttori di MTS (stazioni macchine a trazione) erano indigeni; nei dipartimenti della Banca di Stato solo 20 % avevano gestori lettoni e lettoni erano solo 37 % dei procuratori di distretto e di città; russo era spesso il linguaggio di istruzione anche dove c’era maggioranza di studenti lettoni ! Khruščëv criticava la dirigenza lettone ma non ammetteva errori centrali; ben più radicale, come vedremo, sarà Beria [da cui Khruščëv trasse molti dati, sembra]
    Berija invece non parlò di questioni economiche, campo in cui Khruščëv si considerava particolarmente competente
    Khruščëv scrisse sul fallimento disastroso della collettivizzazione che devastò l’agricoltura lettone; nel 1953, di 1437 kolkhozy 398 non pagavano i propri membri con moneta ed in 238 kolkhozy i lavoratori collettivi ricevevano meno di 500 grammi di grano per giorno lavorativo;
    c,a 18.000 lettoni fuggirono dai kolkhozy nel 1952, come in URSS nel 1928;
    la produzione agricola in Lettonia cadde solo al 77 % di quella del 1940 contro 85 % in Lituania e 88 % in Estonia; gli appezzamenti privati contavano per il 74, 8 % della produzione nonostante il 90 % delle fattorie fosse collettivizzato !
    Khruščëv non perse occasione per criticare indirettamente Berija e gli organi di sicurezza;
    in 1945-1955 ci furono in Lettonia sino a 12.000 “fratelli della Foresta” (meža brāļi), organizzati in 700 bande, i quali compirono circa 3000 raid su personale militare in uniforme [sovietico], quadri del Partito (specialmente in aree rurali), edifici e depositi di munizioni; secondo statistiche ufficiali, uccisi 1562 sovietici e 560 feriti (Plakans 1995)
    Beria considerava la resistenza armata come la causa dell’instabilità nel Baltico che inibiva la sovietizzazione
    Khruščëv al contrario vedeva l’insurrezione come sintomo dell’imperfetta sovietizzazione; ammetteva, bontà sua, che c’era supporto per l’insurrezione in “qualche parte della popolazione” e criticava il MVD [cioè Beria] (come in suo documento del 26 maggio 1953 sulla Lituania); implicitamente attaccava già le pratiche staliniste; condannava pure predominanza dei russi in organi di sicurezza [e questi dati li avrà “presi” da rapporti di Beria al Presidium]
    nel feb 1953 solo 17, 5 % degli impiegati del MGB (Ministero della Sicurezza dello Stato sotto Ignat’ev nemico di Beria; abolito alla morte di Stalin e incluso in MVD; rinato a rango abbassato come KGB nel 1954) e 6 % della sua dirigenza erano lettoni; non un singolo impiegato in 8 distretti sapeva il lettone (archivi lettoni di Stato e di Partito, LVA-PA) !
    Beria ordinò la cooptazione di personale locale negli organi di sicurezza, dunque è Beria il “padre” del KGB (dal 1954) lettone !

    Il 12/6/1953, Beria presentò la versione finale del rapporto sulla Lettonia al Presidium, che fu adottato come risoluzione;
    Beria presentò anche una risoluzione sulla Bielorussia;
    erano presenti diversi lettoni quali Jānis Kalnbērziņš (1° segr LKP, Latvijas Komunistiskā Partija cioé Partito Comunista Lettone), Vilis Lācis (Presidente del Consiglio della LPSR, Latvijas Padomju Socialistiskā Respublika cioè Repubblica Socialista Sovietica Lettone) e Kārlis Ozoliņš (presidente del Presidium del Soviet Supremo della LPSR);
    il protocollo della risoluzione “Lo stato degli affari in LPSR” incominciava notando che quanto si notava a proposito della Lituania il 26/5/1953 si applicava egualmente alla Lettonia (Khlevnjuk 2009);
    la continuata resistenza armata testimoniava il fiasco del progetto di sovietizzazione (Zubkova 2008); Beria l’ebbe vinta su questo punto
    continuava dicendo che la Lettonia possedeva strutture e meccanismi sovietici, ma il popolo lettone restava non-sovietizzato dunque la Lettonia non fu mai propriamente integrata in URSS; la maggioranza dei lettoni considerava il regime sovietico come straniero e temporaneo (in Zubkova 2008)
    la risoluzione del 12/6/1953, e QUI STA IL PUNTO, ordinava lettonizzazione dei quadri (fra l’altro, da finire pratica di nominare 2° segretari non-lettoni di rajkom cioè comitati di distretti in russo sovietico rajony, da purgare esponenti della nomenklatura che non sapevano il lettone) e uso lingua lettone nel governo e nel LKP (citato il plenum); Charles Fairbanks 1978 ritenne ciò “rivoluzionario”; la risoluzione conteneva alcune differenze significative dal memorandum originale di Berija; Khruščëv inserì un involucro marxista-leninista per le informazioni che Berija raccolse, badando ai fatti; secondo William Taubman 2003 Khruščëv non solo appoggiò la politica delle nazionalità di Berija all’epoca, ma prese a prestito completamente da essa [di solito senza citarne l’autore :D, o attribuendogli l’opposto :D]
    in un singolo colpo Beria condannò la politica delle nazionalità di Stalin ed auspicò un ritorno alla politica nazionale di indigenizzazione (korenizacija) degli anni ’20, adottata nel 1923 al XII Congresso del RKP (b), Rossijskaja Kommunističeskaja Partija (bol’ševikov), Partito comunista russo (dei bolscevichi), a Lenin morente; fu la prima concertata politica antistalinista dalla morte di Stalin
    nelle sue memorie il nazionalcomunista (nationālkomunisti) Eduards Berklavs, purgato nel 1959 e vissuto sino a vedere la Lettonia libera per cui si batté dal 1988, ricorda la profonda impressione che la decisione fece in Lettonia !
    tutta la Lettonia si infiammò

  10. mirkhond scrive:

    Miguel

    Ora che Obama ha terminato il suo mandato presidenziale, cosa ne pensi davvero dell’uomo e della sua azione di governo?
    Perché le elezioni di Trump sono contrassegnate da tante contestazioni?
    Contestazioni che, ad esempio non si videro con l’elezione di Bush II nel 2000.

    • Carlo scrive:

      A sentire Michael Moore anche Bush nel 2000 subì contestazioni

      • Francesco scrive:

        Bush II? quello che per anni ci siamo sorbiti gli alti lai sui brogli in Florida (governata da suo fratello!!!) grazie a cui aveva rubato la Casa Bianca al Paladino dell’Ambiente Al Gore?

        😀 😀

        Duca, tu dimentichi la costante sicumera della sinistra moralmente superiore, temo che potremmo trovare le stesse menate da quando Reagan sconfisse Carter nel 1979, almeno

        ciao

  11. habsburgicus scrive:

    La politica delle nazionalità 3
    Beria ordinò l’11/6/1953, dunque un giorno prima del plenum del CC del KPSS e prima dell’approvazione della risoluzione, la lettonizzazione del MVD lettone; in estate 1953 solo 5 % dei quadri dirigenti erano lettoni, solo 4 su 56 capi di unità regionali erano lettoni; 31 % della Milicija erano lettoni ma occupavano solo 17 % delle posizioni dirigenti; in tutto la rappresentanza indigena lettone era solo del 15 %, un lieve declino rispetto al 16, 5 % del 1945
    Il 19/6/1953 il Ministro ddgli Interni della LPSR Ivan Zujāns fece un rapporto a Jānis Kalnbērziņš (1° segr LKP) su lettonizzazione delle forze di sicurezza; aperte due scuole di polizia a Rīga con insegnamento in lettone, inizialmente di 550 e da 1/9/1953 tutti i posti riservati ai lettoni
    Beria ordinò personalmente il ritorno di 11 ufficiali russi a Mosca e secondo Burbo (vice-capo dipartimento quadri MVD) ordinò un completo rimpiazzamento del personale, accompagnato da dure minacce qualora fosse rimasto in lista un solo russo ! Beria non scherzava 😀
    Ivan Ivanov (poi rimosso da vice-Min Polizia LPSR da Berija e assegnato al dipt polizia dell’oblast’ Mosca) diede ordine di promuovere lettoni e abbassare di grado i russi !
    sembrava il mondo capovolto 😀 si noti che molti degli esecutori delle misure anti-russe erano russi o slavi anch’essi.. tale era il terrore che circondava Beria, i cui ordini non si discutevano !
    Il MVD lettone implementò subito le direttive di Beria;
    entro giorni dal plenum di giugno, dei 17 capi dipartimento ne furono rimpiazzati 16 e deposti 51 dei 56 capi di città e di distretto !
    il capo dipartimento Koršunov diede istruzioni a un suo funzionario in lettone e quando questo non capì, lo rimproverò dicendo che era da 12 anni in Lettonia e avrebbe dovuto già impararlo !
    Nikolaj Koval’čuk, ex-Ministro Interni LPSR e il capo della polizia Krastiņš chiamarono i russi “occupatori di Lettonia”…linguaggio tabù sino al 1988/1989 e ufficialmente sino al 1990 !!!
    In quel giugno 1953 stava creandosi in Lettonia un sentimento simile a quello del 1987, molto velocemente..e cià grazie al “cattivo” Beria
    Nel giugno 1953 Beria visitò segretamente il Q.G dell’MVD a Rīga, senza informare i dirigenti lettoni (Krūmiņš 1990), per supervisionare la purga che avrebbe dovuto colpire i russi
    (continua)

  12. Mario scrive:

    Perché le elezioni di Trump sono contrassegnate da tante contestazioni?
    Contestazioni che, ad esempio non si videro con l’elezione di Bush II nel 2000.

    Perché Trump non fa parte dei poteri forti, a differenza di Bush, che infatti ha votato la Clinton. Gli stessi poteri dirigono (e a volte compensano) gli sfaccendati manifestanti, intrisi sino al midollo di spirito liberaloide.

  13. habsburgicus scrive:

    La politica delle nazionalità 4
    Subito dopo il plenum del KPSS del 12/6/1953, Beria mandò una nota in aereo in cui andava oltre la risoluzione del Presidium:
    Beria criticò come “mali terribili” le deportazioni del 1941 e del 1949 [incredibile !!!! sino all’autunno 1987, a perestrojka media era impossibile !], stigmatizzava il carattere sciovinistico della politica sovietica in Lettonia e addirittura accennò al numero dei deportati che personalmente ben conosceva perché fu proprio lui ad organizzare le deportazioni del giugno 1941 come Min Int !
    Beria ordinò che tutti i 1° e 2° segretari (inclusi quelli ai livelli di città e di distretto) e tutti i direttori di imprese industriali e associazioni fossero lettoni;
    in più richiese di tradurre immediatamente tutti i documenti in lettone (Krūmiņš 1990);
    Berija inoltre dichiarò inaccettabile che alla Latvijas Valsts Universitāte (Università di Stato della Lettonia) 85 corsi fossero solo in russo (Bleiere 2012);
    ordinò che tutti i funzionari superiori che non parlavano il lettone fossero dimessi e rimandati a Mosca entro 2-4 settimane; la nota ordinava al LKP di tenere immediatamente un plenum per discutere tali questioni (Krūmiņš 1988); Berija mandò la sua nota a tutti i rami del MVD lituano, e ai 1° segretari di gorkom (comitati cittadini) e rajkom (comitati di distretto)
    Beria era veloce ed efficiente
    Vilis Krūmiņš 1990, nazional-comunista, nelle sue memorie su Sovetskaja Latvija, in russo (due articoli), notò l’estrema radicalità della nota di Beria inconcepibile “oggi” [ed eravamo in perestrojka tarda !]; egli scriveva nel 1990 durante il Terzo Risveglio Nazionale lettone; egli sostiene che la nota di Beria fu rimossa dagli archivi e ritornata a Mosca
    Se Beria riusciva l’URSS che conosciamo sarebbe finita !

  14. mirkhond scrive:

    Habsburgicus

    Innanzitutto, grazie per queste notizie davvero ignote ai non addetti ai lavori.
    Secondo te, se Stalin fosse vissuto ancora, avrebbe davvero scatenato una seconda purga, che avrebbe compreso anche Beria?
    Berja, Krushev e gli altri dirigenti del partito, prevennero Stalin, assassinandolo?

  15. Mauricius Tarvisii scrive:

    Riesumo un vecchio argomento, ossia la definizione di fascismo. Ci eravamo lasciati che più o meno fascista era chi si definiva tale, ma forse possiamo proporre una soluzione alternativa, anche se dagli esiti paradossali.
    Autori degli anni ’30 che si sono occupati del diritto corporativo (Feroci, Zanobini) vedevano come fulcro della rivoluzione fascista proprio il corporativismo e elencavano paesi che secondo loro stavano imitando l’Italia in quella direzione e paesi che, al contrario, andavano nella direzione opposta.
    Il corporativismo loro lo vedevano in Italia, Spagna, Portogallo e Giappone.
    Liberalismo in Francia, Inghilterra e USA.
    Socialismo di Stato in URSS e in una certa misura nella Germania nazista. In particolare in Germania sostenevano che il nazismo avesse spazzato via il poco corporativismo ancora esistente di origine medievale per incentivare la cogestione all’interno delle singole imprese. Il corporativismo, al contrario, deve essere di Stato, deve interessare l’intero sistema-paese e l’azienda deve essere solo “la più piccola attività economica”.
    Il risultato sarebbe che Italia, Spagna, Portogallo e in qualche misura il Giappone sarebbero paesi fascisti, mentre la Germania no!

    • Z. scrive:

      Partendo da premesse non del tutto insostenibili (nel senso che alcuni le sostennero), qualche anno fa, provai a sostenere che Stalin era di destra, Hitler di sinistra e Mussolini metà e metà 🙂

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Che Hitler fosse di sinistra lo puoi confermare vedendo come le politiche dei vari socialisti e democratici europei odierni puntino alla cogestione 😀

      • Moi scrive:

        Destra e Sinistra significano rispettivamente Fascismo e Comunismo solo in Italia … altrove significano rispettivamente Tradizionalismo e Liberalismo.

        • Moi scrive:

          Il Fascismo, per certi versi, è (!) [stato] l’ Et-Et che ha provato a ricongiungere Nazionalismo e Socialismo … le due “anime” del Maestro Elementare Sbalinato 😉 di Predappio !

          • Moi scrive:

            Nazionalismo e Socialismo che possono entrambi rivelarsi molto repressivi dell’ odierna idea di “Libertà Individuale” … ma questo è “un altro paio di maniche”, come si dice ! 😉

    • Francesco scrive:

      “cogestione all’interno delle singole imprese” … ma i sindacati e le associazioni industriali? vennero spazzate via invece di nazistizzarle?

  16. habsburgicus scrive:

    Il plenum beriano del CC del LKP del 22-23 giugno 1953
    parecchi giorni prima che la nota arrivasse a Rīga, Beria la stava già implementando
    a metà giugno 1953 convocò a Mosca il 2° segr del LKP il russo Valentin Eršov e lo sostituì con il lettone Vilis Krūmiņš; come Ilga Apine fece notare in 1994 , ruppe così con la pratica di nominare un russo a 2° segretario come controllore, spesso più importante del 1° segr, sempre [o quasi] della nazionalità titolare; ciò viene ricordato da Vladimir Semičastnyj (nel 2002), che fu presidente del KGB e 2° segr del PC azero, il quale ricorda che il Cremlino mandava russi del Centro e non delle Repubbliche perché ritenuti inadatti e inaffidabili e talvolta sapevano perfino (sic !) il linguaggio locale !
    Vilis Krūmiņš fu scelto nonostante fosse entrato nel LKP solo in 1942 e non avesse alcun legame con LKP e URSS prima del 1940 ! fu Beria a insistere che lo preferisse al lettone russificato e ardente stalinista Arvīds Pelše (uno dei cosiddetti latoviči), che passò la guerra in URSS ed era uomo dell’apparato (e il segretario con maggiore anzianità dell’ufficio !)
    In quell’estate tutte e tre le Repubbliche baltiche soppiantarono i 2° segretari russi con nativi baltici
    Al plenum di giugno 1953 del LKP, Eršov non era presente; Vilis Krūmiņš attesta che era partito per Mosca prima dell’inizio del plenum, convocato da Beria;
    al primo giorno del plenum [22 giugno 1953] Vilis Krūmiņš fu introdotto come segretario del CC, ma il secondo giorno, il 23/6/1953, Kalnbērziņš propose candidatura di Vilis Krūmiņš come 2° segretario al CC, che unanimemente la accettò
    William Prigge 2015, unica voce dissenziente, sostiene basandosi sulla sua intervista con Berklavs in 2003, che Krūmiņš non divenne 2° segretario in 1953 ma solo una volta, nel 1958; egli però accetta che lo fosse in 1954, contraddicendo Berklavs (parla di sua elezione a 2° segr al plenum del feb 1954, ma questa fu solo una rielezione annuale, come avvenne alla stessa occasione per Kalnbērziņš e per Pelše ! ritengo che Loader abbia ragione e Prigge torto, per quel poco che possa valere l’opinione mia)
    Prigge anche nega importanza della nomina di Krūmiņš a 2° segretario ritenendola solo una formalità in attesa di trovare un russo adeguato (Loader nota che Berklavs all’epoca dell’intervista aveva 89 anni ed era a 13 mesi dalla morte);
    Loader ritiene invece che la nomina di Krūmiņš a 2° segretario ebbe un’importanza ben superiore a quella che crede Prigge e comunque ebbe un enorme impatto simbolico (ed ha di nuovo ragione Loader)
    tutti e tre i precedenti 2° segretari dal 1944 al 1953, Ivan Lebedev, Fëdor Titov e Valentin Eršov erano russi !
    dopo l’elevazione di Krūmiņš tutti e 3 i segretari del CC del LKP erano lettoni ! (gli altri due erano Kalnbērziņš e Pelše)
    alcuni storici vedono la promozione di Krūmiņš a 2° segr come la principale realizzazione del “Nuovo Corso” e l’inizio del nazional-comunismo lettone (Simon 1991; Misiunas e Taagepera 1993) c’è da dire che Krūmiņš tradì un po’ le speranze riposte in lui
    Krūmiņš spesso viaggiava a Mosca a visitare l’ufficio del settore baltico del dipartimento degli organi del Partito e ciò poteva voler dire sia che era in pieno controllo sia che era strettamente monitorato (Krūmiņš 1990)
    Nell’uno o nell’altro caso la sua nomina non era una formalità, altrimenti non sarebbe restato in carica tanto a lungo, sino al gennaio 1956
    Il 22-26/6/1953 si tenne lo storico VI Plenum del CC del LKP, voluto da Beria in persona, appena una decina di giorni dopo la restaurazione della korenizacija al plenum del CC del KPSS del 12/6/1953, anch’esa voluta da Beria (ma accetata da Khruščëv);
    si chiuse alla vigila della più grande festività del calendario “pagano” lettone, Jāņi, che celebra il solstizio d’estate;
    per la prima volta il LKP fece gli interessi della Nazione lettone;
    di 36 interventi, 26 furono in lettone e ciò era inusuale e fu notato;
    l’ex-vice Min polizia Ivanov si lamentò più tardi che non poteva rammentare tutti i dettagli del plenum perché era solo in lettone e non tutti disponevano di traduzione telefonica (ciò forse spiega il silenzio del CC a dominanza russa durante il plenum); discorso di apertura di Kalnbērziņš che denuncia che a Rīga solo un terzo dei discorsi di partito si faceva in lettone; citò statistiche secondo cui erano lettoni solo 47, 2 % dei segretari di gorkom e rajkom, 42 % del CC, 38, 9 % del Komsomol, 43, 9 % del Consiglio dei Ministri
    Secondo Apine 1993 e Zirnis 2000, la quota lettone della nomenclatura scese da circa 70 % nel 1945 ad approssimativamente 30 % in 1953 (l’età staliniana fu pessima per i lettoni)
    Kalnbērziņš mai usò parola “russificazione” ma la implicò e lamentò che in Latgale [polacca sino al 1772 e quindi cattolica; ha tutta un’altra storia dal resto della Lettonia, protetante e con unac dirigenza balto-tedesca sino al 1914], per il semplice fatto che là tutti erano fluenti in russo, fosse considerata degna di avere solo nuovi venuti [dalla Russia]
    Il segretario all’Agricoltura Aleksandr Nikolov, nativo della Latgale, condannò l’erronea percezione della Latgale come “regione russa” che portò al fatto che in Latgale i segretari di rajkom e capi di propaganda che parlavano latgalico o lettone si contavano sulle dita di una mano; Kalnbērziņš in risposta disse che si facevano piani per far tornare in Latgale in posizioni dirigenti persone che conoscevano le condizioni locali;
    in una mossa straordinaria, che richiamò con tre anni di anticipo il famoso “rapporto segreto”, Kalnbērziņš espose al plenum le atrocità della NKVD e successori ! (inaudito !)
    disse che negli anni post-bellici la NKVD/MVD/MGB represse almeno 118.873 persone in Lettonia; 72.850 furono arrestate e deportate,43.702 imprigionate e 2321 uccise; incredibilmente disse che fra i repressi c’erano anche degli innocenti, implicitamente sostenendo che i servizi segreti sovietici potevano sbagliare [mai nessuno osò dir tanto sino ai tardi ’80…su fb i superstiti comunisti non lo fanno tuttora :D]; ciò poté fare solo grazie allo sprone di Beria !
    Khruščëv citò le stesse cifre nella sua nota dell’8/6/1953 [prova che prese da fonti berian] e Beria parlò delle repressioni ingiustificate nella sua nota speciale ai dirigenti lettoni
    Solo uno parlò di russificazione, i più vi allusero
    Lācis criticò il capo della sezione dell’Educazione popolare a Rīga Evgenij Ronis, contrario all’uso del lettone
    Lācis criticò anche la ricerca dei curricula del passato, lo scrutare ogni cosa che si fece in Lettonia indipendente “borghese” [altra novità !]
    Prima del 1953 i lettoni dominavano solo le posizioni inferiori della nomenclatura, ispol’komy (comitati esecutivi) e rajispol’komy (comitati esecutivi di rajon) di villaggi e distretti, in aree prevalentemente rurali
    Lettoni erano anche presidenti di kolchoz, ma i direttori delle grandi industrie erano russi
    Secondo Apine 1993, i lettoni erano sistematicamente esclusi dall’industria
    Lācis criticò l’ex-Min Agr Vācietis per permettere che si sviluppasse una situazione in cui solo 5 dei 31 direttori di sovkhoz erano lettoni e solo 23 su 107 direttori di MTS
    Min Int Alberts Sieks parlò di una decisione del consiglio dei Ministri del mag 1952 di pubblicare 15.000 copie del codice della strada in russo e lettone entro un mese; dopo un anno il Ministero dei Trasporti aveva pubblicato solo le regole in russo
    Min Utilità pubbliche Roberts Ķisis accusò Kalnbērziņš e Lācis di cercare di distruggere la Nazione lettone “permettendo che questa situazione si sviluppasse” (Krūmiņš 1990)
    Capo della propaganda Jānis Avotiņš addirittura usò la parola proibita russificazione e accusò Kalnbērziņš di essere troppo timoroso di passare da nazionalista e di essersi schierato con gli stalinisti [nona avrà usato questo termine] in passato
    Eduards Berklavs, segretario del gorkom di Rīga, tenne il penultimo discorso il 22/6/1953 sostenne necessità di conoscere entrambi i linguaggi e disse che solo 800 dei 20.000 agitatori di Rīga operavano in lettone; la fabbrica di vagoni ferroviari di Rīga aveva fra i 214 membri del Partito solo 28 lettoni; criticò i migranti per la loro inabilità ad apprendere il lettone, a quasi nove anni dalla “liberazione”
    Non tutti seguirono la linea di Kalnbērziņš
    Ad esempio il segretario del gorkom di Liepāja Ivan Desmitnieks si lamentò che solo 10 delle 85 primarie organizzazioni di Partito erano rette da lettoni e l’organizzazione del Partito della fabbrica di locomotive solo accettò due russi nei precedenti cinque anni, ma concluse con un peana al fraterno aiuto del Grande Popolo russo con i quadri
    Il Min Cult Jānis Ostrovs, che passò la guerra in URSS, voleva addirittura più lavoro politico in russo !
    Arvīds Pelše, il principale stalinista, fece un discorso conciliante, ma si schierò per il mantenimento dei controlli sui curricula (a diffrenza di Jānis Peive, Kārlis Ozoliņš, Vilis Lācis, Ivan Desmitnieks e Jānis Ostrovs)
    Krūmiņš stranamente fece un discorso cauto poiché, come disse in un’intervista del 1988, sospettava che il Nuovo Corso potesse essere temporaneo; il suo discorso lo espose potenzialmente alla collera di Beria come disse il suo inviato nel Baltico Mikhail Polekhin
    Nel discorso di chiusura Kalnbērziņš si schiera per il rimpiazzamento di tutto il personale che non parlasse lettone e perché tutto il lavoro di ufficio avvenga in lettone; allude alla possibilità che non parlanti lettone rimangano in ufficio purché imparino il lettone
    La risoluzione del plenum dichiarò la fine della pratica di nominare non-lettoni come 1° o 2° segretari
    La risoluzione parlò di installare per legge dei lettoni a direttori di soviet, MTS, imprese
    La risoluzione ordinò che tutta la burocrazia ufficiale in LKP (inclusi ufficio, plenum e CC) fosse tradotta in lettone
    Questa drammatica risoluzione del LKP fu una reazione alle usurpazioni dei russi durante i 9 anni dalla reincorporazione in URSS
    Il plenum del giugno 1953 inaugurò una politica di nativizzazione di 6 anni in Lettonia
    Fu solo Beria che lo rese possibile
    La caduta di Beria anche se, per varie ragioni, non portò alla revoca del plenum lo rese spesso inefficace; all’inizio però si fecero passi importanti
    Polekhin inviato da Berija a supervisionre la purga dei russi; chiese a Krūmiņš lista di quelli da mandare a Mosca, Krūmiņš disse a sua sorpresa che non c’era tale lista e che pensavano di rimandare indietro solo 2 russi;
    Krūmiņš (come ci racconta lui stesso in 1988) e Nikonov radunarono di notte i 107 capi dipartimento russi del MTS e chiesero loro due frasi in lettone, Krūmiņš si accontentò facendo infuriare Polekhin che lo fece chiamare da Gromov che lo minacciò per conto di Beria che voleva una purga ben più vasta, rispettando le tradizioni; l’episodio accadde fra 12 e 21 giugno
    Krūmiņš non inviò delegati a Mosca a differenza dei lituani che già lo fecero;
    nonostante ciò, liste furono compilate
    il direttore Vuškan, della fattoria Skultes distretto Saulkrasti compilò una lista di 49 russi da purgare, il che scatenò “tensione etnica” secondo l’ispettore Petrov
    entro giorni dal plenum, molti non-lettoni deposti in cambio di personale entro CC
    deposti almeno 5 capi dipartimento (Widmer 1969)
    Nikolai Bissenieks tornò a dirigere il dipartimento degli organi del LKP che già diresse da 1949 a 1951
    Voldemārs Kalpiņš divenne 1° vice-Ministro Cultura come controllo del russificato Jānis Ostrovs (Swaine 2012)
    Uno dei primi atti di Krūmiņš come 2° segr del CC fu riorientare il Komsomol (che egli diresse dal 1948 al 1951) affinché favorisse la nazionalità base [i lettoni in LPSR]
    Il 25/6/1953 il Presidium dell’Accademia delle Scienze ordinò che tutto il loro lavoro fosse in lettone (Stradiņš 1998)
    Quasi immediatamente il Ministero Agricoltura trasferì tutto il lavoro in lettone
    Su ordine del vice-Ministro per Cibo e Industria leggera Grāvītis, quel Ministero non accettò più alcun documento in russo
    Nuovo Corso implementato in atmosfera di ottimismo

  17. habsburgicus scrive:

    La caduta di Beria
    Beria dimostrò anche un’apertura mentale del tutto a-sovietica
    In Lituania, dopo fusione a livello centrale di MVD e MGB in marzo 1953, Beria mise a capo del [nuovo] MVD lituano, Jonas Vildžiūnas, ex-capo del MVD lituano (pur avendo egli un fratello negli USA ! alle obiezioni di alcuni “ma ha il fratello in USA”, Beria rispose “ne parleremo se dovremo nominarlo Ministro” :D) con vice il russo Dmitrij Efrimov (che fu capo MGB lituano), anche se avremmo potuto aspettarci che il posto nel nuovo Ministero unificato fosse dato a Efrimov; invece no, fu dato a Vildžiūnas e non a Efrimov ! Vildžiūnas fu però degradato dopo la caduta di Beria, dunque godette poco il potere
    Beria agì anche in Ucraina e forse fu quella la mossa che ne provocò la perdita
    Pavel’ Mešik, Min Int URSR (Ukraïns’ka Radjans’ka Socialistyčna Rspublika cioè Repubblica Socialista Sovietica Ucraina), uomo di Beriia, fu da lui incaricato di raccogliere informazioni compromettenti sulla leadership ucraina; l’obiettivo era quello di colpire la “mafia ucraina” legata a Khruščëv
    Però il 21/6/1953, Timofej Strokač, capo MVD a L’viv, informò Khruščëv (di cui era divenuto amico durante la guerra) di un imminente colpo di mano di Beria a Mosca (secondo Žirnov 2008)
    Berija aveva criticato e minacciato Strokač per la sua inazione; parecchi degli accoliti di Beria si sarebbero vantati con lui che presto i comandi regionali del MVD non sarebbero più stati responsabili ai segretari del KPSS (Mozokhina 2012) ciò sarebbe un colpo durissimo al Paftito, un’alta innovazione di Beria !
    Khruščëv, allertato, decide di tentare il colpo gobbo e preparò la trappola che eliminò Beria dalla storia e presto dalla vita
    Beria fu arrestato 4 giorni dopo il plenum lettone, il 26 giugno 1953 a Mosca, in una riunione del Presidium dove Beria recava di solito, dunque non ebbe sentore di nulla; sembra che Beria cercò di schiacciare un pulsante per avvertire l’MVD ma riuscirono a impedirglielo (ci fu una colluttazione); decisiva politicamente fu la stupida azione di Malenkov che si fece abbindolare da Khruščëv, che lo purgherà ad inizio 1955 e definitivamente a metà 1957, con Molotov, Kaganovič e, defilato, Šepilov
    L’Occidente iniziò a sospettare qualcosa di strano quando scomparvero i ritratti di Beria a Mosca e a Leningrado, si disse “per lucidarli”
    E finì quindi la svolta beriana che forse sarebbe stata ancora più importante in politica estera

  18. habsburgicus scrive:

    La politica estera
    È qui che Beria con la sua politica avrebbe potuto avere implicazioni enormi
    Beria infatti il 2/6/1953 si schierò nel Presidium per la riunificazione della Germania, abbandonando la “DDR” che sapeva essere debole e odiata dai tedeschi (36 anni prima della caduta del Muro !!!) Gromyko lo attaccò velenosamente nei suoi ricordi !
    Si schierò per il miglioramento dei rapporti con gli USA cioè per una fine della guerra fredda
    Alluse a trasformare il Baltico in “democrazie popolari”, come la Polonia cioè indipendenti, pur legate a Mosca [la sovietizzazione del Baltico, non la semplice marxistizzazione, fu una hybris di Stalin, pur spiegabile storicamente]
    Beria non si occupò di economia ma forse sarebbe giunto alle conclusioni di Deng, 25 anni dopo, che bisognava abbandonare il leninismo e restaurare il capitalismo..senza dirlo ,eh 😀
    Beria aveva questo grande vantaggio.
    A Marx e Lenin non credeva (più)..figuriamoci a Stalin
    Era un epicureo, gli piacevano le ragazzine (18-20 enni le preferite..il giorno della malattia di Stalin, non lo trovavano perché stava scopando :D) e la bella vita..umanamente era repellente, ma politicamente era meglio di quasi tutti i colleghi
    Khruščëv era purtroppo un leninista (dunque un “fesso” nel senso fascista del termine, uno che ci credeva) e infatti riprese la lotta antireligiosa, quando ebbe tutto il potere del 1958 ! pure Gorbačëv, che nasce leninista seppur con qualche spruzzo di “eresia”, nel 1986 esortò alla ripresa della lotta anti-religiosa in un discorso a Taškent (forse solo contro i musulmani), poi cambiò
    Beria, le cui mani erano sporche di sangue, non aveva tali paranoie..non più, almeno
    Non so le posizioni di Beria sulla religione, ma in Lituania si oppose agli eccessi anti-religiosi come ho accennato
    Dekanozov, suo uomo che sarà messo a morte con lui il 23/12/1953, da Ambasciatore a Belino (presentò le credenziali a Hitler il 19/12/1940…non sapeva che AH aveva firmato “Barbarossa” il giorno prima !) stupì il Nunzio Mons. Orsenigo, cui rese vita non come Nunzio ma come Decano, sorridendo a proposito della lotta antireligiosa “robe vecchie, non interessano più” (questo ad inizio gennaio 1941 !)
    Beria sarà stato come lui, forse più aperto ancora
    Dunque Beria sarebbe stato “positivo”..per noi che aborriamo il marxismo 😀
    A lui interessava solo il potere (e la f… :D)
    E dunque poteva dare all’URSS condizioni accettabili, libertà essenziali e forse economia civilizzata, pur mantenendo un controllo forte poliziesco
    Come la Cina di oggi…in più libertà ai popoli minoritari (che in Cina, con una storia particolare e 94 % di Han, non hanno !)
    Il destino non volle così
    L’URSS dovrà bere il calice fino in fondo..
    giungere a Gorby e poi come Russia a El’cin e oggi Putin
    FINIS

  19. habsburgicus scrive:

    @Mirkhond
    Sì, Beria sarebbe stato eliminato se Stalin non fosse morto presto
    Stalin aveva già fatto le prove in Mingrelia regione della Georgia in cui nacque Beria..Ignat’ev scoprì una “congiura” che stava incominciando a lambire gli amici di Beria
    Su Stalin, credo che si sia ammalato di suo..e che l’abbiano lasciato morire ! non che l’abbiamo avvelenato
    Diciamo che vedere Stalin a terra impotente era un’occasione tropo ghiotta per tutti..e non se la lasciarono sfuggire..ma non la provocarono
    Beria però non fu il primo a saperlo, come accennavo (ah, ‘ste donne :D) e forse Ignat’ev gli preparò qualche trappola che Khruščëv sfrutterà
    Furono quasi certamente Ignat’ev e Suslov a porre termine il 1 marzo 1953 alla campagna antisionista..i giornali del 1 marzo ancor ne sono pieni, il 2 marzo non più (Stalin fu colpito in mattinata del 1 marzo..la vulgata ci dice che le guardie penetrarono nella sua camera solo verso le 22.00)
    Beria in quel momento (pomeriggio del 1 marzo) non sapeva ancora nula..altri decisero..chi ? mah, non è chiaro ? i due citati ? già Khruščëv ?
    Beria era fortemente per la cessazione della campagna contro i medici della nota etnia ma, ripeto, non può essere stato lui a dare gli ordini
    A meno che la cronologia del 1 marzo che ci è stata data sia falsa dall’inizio..ed è possibile
    Secondo la vulgata, Beria avrebbe saputo della malattia grave di
    Stalin solo dopo le 0.00 del 2 marzo !
    Ma di questo un’altra volta..oggi basta !

    P.S
    Le fasi del comunismo lettone sono 5
    I, 1940-1941, brutale sovietizzazione
    II, 1944-1953, stalinizzazione e russificazione
    II; giugno 1953-giugno/luglio 1959, nazional-comunismo
    Lug 1959-inizio 1987, gelo e stagnazione; la Lettonia sembrava molto più indietro delle altre due consorelle
    1987-1990, periodo glorioso del Terzo Risveglio; i lettoni, stupendo tutti, furono i primi a destarsi politicamente, battendo estoni e lituani; manifestazione del 14 giugno 1987 pe commemorare le deportazioni del 14/6/1941 fatte da Beria ma che Beria stesso condannò nella sua nota di metà giugno 1953
    Il 4 maggio 1990 il Soviet Supremo della LPSR cancella dalla Costituzione ogni riferimento a Marx, annuncia la volontà dell’indipendenza, restaura in principio la Costituzione del 1922 e muta il proprio nome (in traduzione) in Consiglio Supremo della LR (Repubblica di Lettonia) !
    Il 21 agosto 1991 la Lettonia proclama l’indipendenza..finisce l’incubo cinquantennale iniziato con l’occupazione sovietica del 17/6/1940

  20. Z. scrive:

    Riguardo a Trump,

    qualcuno è meglio informato sulla sua supposta intenzione di rifomare l’imposta sui redditi delle società negli Stati Uniti, costringendo le imprese a pagare laggiù le imposte relative agli utili prodotti in loco?

    Se davvero ci riuscisse, la cosa potrebbe non solo piallare i paradisi fiscali come li conosciamo oggi, ma anche avere interessanti ricadute positive su Paesi come l’Italia e assestare una sberla niente male a Irlanda, Lussemburgo e forse anche Regno Unito. Anche la Germania potrebbe risentirne, per altre ragioni.

    Ma è davvero fattibile? voi che ne pensate?

    • Moi scrive:

      Lasciamo che l’ Uomo della Provvidenza 😉 … provveda ai provvedimenti ! 🙂

    • Francesco scrive:

      speriamo bene, anche se io i paradisi fiscali li tratterei direttamente con massicce dosi di Marines (o bersaglieri), visto che campano di esternalità (tradotto per voi babbani: fanno i portoghesi)

      però è la prima settimana di Trump, per cui siamo ottimisti

  21. Zhong scrive:

    “Secondo, il motivo per cui tanti sospettano che l’Unione Europea sia un’enorme macchina per spolpare soldi da un continente intero e mandarli in Germania”

    In effetti l’idea che lo scopo dell’Euro sia quello di essere una moneta con cui si possono comprare cose costose prodotte in Germania l’ho sentita piu’ volte…

  22. Moi scrive:

    ‘Sta roba della “crescita negativa”, i testi di economia devono averla strolgata sulla falsa riga di “accelerazione negativa” per “decelerazione” sui testi di fisica più nerdosi [sic] 😉 … Ad Maiorem Fuffam 😉 Economistarum 😉 !

    • Zhong scrive:

      In realta’ ha senso perche’ “accelerazione” e’ la derivata della velocità’, indipendentemente dal fatto che sia positiva o negativa. Invece se introduci il termine “decelerazione” stai usando due nomi (“accelerazione”/”decelerazione”) per la stessa cosa.

    • Moi scrive:

      sì, però sono astrazioni che dovrebbero arrivare in un secondo momento … credo che all’ inizio sia meglio calare la fisica nel mondo reale, con messe d’esempi dalla natura e dalla tecnologia.

      • Moi scrive:

        … ma è in economia ch’è fuffa volersela tirare da scienza esatta solo perché si fanno calcoli; è come la trigonometria dell’ astrologia :

        per quanto un calcolo trigonometrico possa essere giusto, è “ambientato” in un universo di fuffa … con sistema geocentrico, etere, volta celeste “a ombrello”, costellazioni “proiettate come sull’ abat-jour” , oribite perfettamente circolari, epicicli e così via !

        Per questo è calzante il paragone fra astrologi ed economisti … con amenità tipo gli Amici Immaginari 😉 dalle Mani Invisibili che fanno le Ricadute a Pioggia !

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Moi

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          Ciao!

          Andrea Di Vita

    • Moi scrive:

      boh… adesso vs Trump c’è una specie di kermesse da popolo viola , nulla che l’ Italia non abbia già visto quando c’era Berlusconi. Punti di vista egemoni da radicalchic in testa!

      • Peucezio scrive:

        Sì, diciamo che lì per fortuna i contestatori li trattano in modo un po’ meno morbido.
        E soprattutto Berlusconi non aveva la valigetta nucleare e non era il comandante in capo dell’esercito più potente del mondo.
        Ci sarà da divertirsi, con buona pace di Z., che dice che Trump è un uomo dell’establishment (strano che, a giudicare dalle reazioni scomposte, l’establishment non se ne sia accorto).

        • Z. scrive:

          L’estabilishment è stato chiamato al governo, Peucè. E secondo me se n’è accorto 🙂

          Comunque aspetto sempre di essere smentito, con la realizzazione della promessa di riforma dell’imposta sul reddito delle società. Sarei felice di sbagliarmi!

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Sì, diciamo che lì per fortuna i contestatori li trattano in modo un po’ meno morbido.”

          Ma non credo nemmeno che siano tanti: la “politica” non è un vizio statunitense.

          Non la metterei in termini di “establishment”, che gli stabilimenti sono tanti, e GoldmanSachs, lo speculatore Trump, la Exxon e la lobby sionista dura non sono esattamente “il popolo”.

          Piuttosto, dobbiamo cogliere Trump come un segno dei tempi, e della fine dell’intera “civiltà” fondata su fantasie di progresso e di crescita e di globalizzazione.

          Questo è un bene, poi da lui non credo che ci sia da aspettarsi molto di particolarmente positivo.

          • Z. scrive:

            Io invece mi sto convincendo sempre più che MT ci ha visto giusto.

          • Peucezio scrive:

            Miguel,
            “Piuttosto, dobbiamo cogliere Trump come un segno dei tempi, e della fine dell’intera “civiltà” fondata su fantasie di progresso e di crescita e di globalizzazione. ”

            Hai detto niente!!!
            E’ un capovolgimento di paradigma!

            Comunque se l’establishment è quello che dice Z., io sono filo-establishment al 100%, senza se e senza ma.

          • Francesco scrive:

            >>> Questo è un bene

            veramente che sia un bene è tutto da argomentare, neppure dimostrare

            a me pare un disastro di proporzioni storiche, paragonabile al crollo del sistema romano di vie e viaggi per mare sicuri

  23. Moi scrive:

    @ FRANCESCO Il Batmanologo :

    http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/trump-si-ispirato-cattivo-batman-1354273.html

    Trump si è ispirato al cattivo di Batman?
    Sul web circola un malizioso filmato in cui si accosta una frase pronunciata da Trump, nel discorso dopo il suo giuramento, e quella di “Bane”, uno dei cattivi contro cui lotta Batman nella saga “Il cavaliere oscuro”

    https://www.youtube.com/watch?v=1Oeu7SBvPaQ

  24. Miguel Martinez scrive:

    Visto che si parlava di Trump…

    Come al solito, non do un peso eccessivo agli individui, che siano Renzi, Berlusconi, Merkel o Trump.

    Sono tutti pesciolini che salgono sulla cresta dell’onda, e se c’è l’onda, è grazie all’interazione dell’acqua e del vento e delle correnti.

    Guardate la tabella qui:

    http://iononstoconoriana.blogspot.it/2017/01/alastair-crooke-la-vittoria-di-trump-e.html

    Sono quarantasei anni che la percentuale del PIL che va in stipendi (e cioè che arriva al 90% della gente) cala.

    Non c’è una “crisi passeggera”, una roba che basta:

    incontrarsi a Davos,

    cambiare governo,

    uscire dall’Euro,

    restare nell’Euro,

    aumentare la spesa pubblica,

    tagliare la spesa pubblica,

    aprire i mercati,

    diventare più concorrenziali…

    … per risolvere.

    In questi 46 anni, le hanno provate tutte.

    E siamo qui.

    Poi è chiaro che certe illusioni sono dure a morire: mi si accapona la pelle a sentire Trump che parla di fare “autostrade, ferrovie, aeroporti” e altre schifezze nel paese più devastato del pianeta.

    Dubito che Trump creerà problemi particolari per qualche famiglia di lesbiche dalla pelle blu. Invece cercherà di distruggere ulteriormente il mondo in cui viviamo.

    Non sarà, in questo, peggio di chi vuole fare l’aeroporto nella Piana di Firenze; ma non sarà nemmeno meglio.

    • Peucezio scrive:

      Al di là del dato specifico, l’analisi mi sembra molto interessante e però è orientata in un senso molto diverso dal tuo.
      E probabilmente ha ragione (almeno, questo è il mio auspicio) anche quando dice che Trump avrà solo in parte in mano le leve per imprimere una svolta radicale alla situazione (in questo convengo con te), ma che però la sua elezione è espressione di tendenze che vanno molto al di là di lui e che gli sopravviveranno.

      Ricordo come in occasione della prima elezione di Obama tu pubblicasti una lista dei suoi finanziatori, facendo notare come non è affatto vero che non ci fossero alternative vere, estranee al sistema e citando nomi di candidati ufficiali, per quanto marginali.
      Stavolta sembra che tu ti rifiuti di riconoscere che l’alternativa ha vinto (tra l’altro questo, come Berlusconi d’altronde – si sottovaluta la capacità italiana di diffondere modelli -, è ricco di suo: è lui che finanzia gli altri semmai).

      • Carlo scrive:

        Berlusconi e Trump sono entrambi miliardari, ma le somiglianze mi sa che finiscono qui: il primo quando ha vinto lo ha fatto anche, grazie al controllo di vari canali televisivi e giornali, Trump ha vinto, invece, a dispetto dei media

        • Moi scrive:

          sottovaluti la similitudine antropologica di avere gli stessi gusti del “Lavoratore” (in senso Novecentesco) di battutacce, sport, belle donne ecc … invisi ai Radical-Chic del “Salviamo il Mondo con la Cultura nella Scuola Pubblica” e ai loro emuli-sottoposti del Ceto Medio Culturale SubAlterno Postofissista-Cooperativista !

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Moi

            “sottovaluti la similitudine antropologica di avere gli stessi gusti del “Lavoratore” (in senso Novecentesco) di battutacce, sport, belle donne ecc ”

            Condivido, ma ci sarebbe da chiedersi anche questo cosa significa.

            Perché ad esempio in Italia tale stile sia stato inimmaginabile fino alla comparsa della Lega. La politica richiedeva una sorta di patente di distacco, di finta obiettività, di astrazione nel linguaggio. Persino le fumose assemblee dei più ignoranti degli anni Settanta richiedevano paroloni tra le parolacce.

            Sarebbe interessante da analizzare…

            • Moi scrive:

              La prima cosa “di buono” 😉 che ha fatto Trump … sono state le tartine dei Radical-Chic tenute in serbo su negli attici di Manhattan con largo anticipo per festeggiare la (mancata !) vittoria della Clinton … finite, per una volta, alle mense dei poveri prima che andassero a male !

              😉

            • Roberto scrive:

              Soccia moi, tartine tenute negli attici con grande anticipo!?!
              Ma di che pezzenti parli? I veri radical chic le hanno fresche le tartine….

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Stavolta sembra che tu ti rifiuti di riconoscere che l’alternativa ha vinto ”

        Quando hanno eletto Obama, ero molto più piccolo 🙂

        La vita reale nel frattempo mi ha insegnato che la guerra, che era la cosa che più mi preoccupava all’epoca, era solo parte di un quadro molto più grande.

        Ora, l’alternativa al “sistema” (per semplificare) deve consistere in due cose:

        1) un’alternativa alla guerra

        2) un’alternativa al sistema di “sviluppo e crescita”

        Trump, nei suoi primi giorni, oltre a presentarsi come il presidente più filoisraeliano della storia, ha dato segni verbali in linea di massima positivi (sopratutto rinunciando esplicitamente alla minaccia di Salvare il Mondo) per quanto riguarda il primo punto, è non è poco, specie per chi abita fuori dagli Stati Uniti.

        Sul secondo tema, Trump ha fatto scelte di nomine e dette cose preoccupanti. Anche per chi abita fuori dagli Stati Uniti, visto che l’aria che respiriamo è la stessa.

        Sul fatto di essere “ricco di suo”, condividerei se non avesse nel proprio governo anche il capo della Exxon, la capa di Amway, un tizio che ha lavorato per 17 anni con Goldman e Sachs, il miliardario Wilbur Ross e non avesse messo all’ambiente un tizio specializzato nel fare cause a difesa di aziende che inquinano.

        Comunque, tutto questo è abbastanza naturale se lo guardiamo come “cambiamento storico” e con come “alternativa”.

        A mano a mano che entriamo nella vera “crisi”, tutto ciò che finora si era solidificato e unificato tende a spezzarsi, come in quelle foto che si vedono di terre colpite dalla siccità. E ciascuna isola tende logicamente a cercare una propria autonomia.

        Il problema (se riprendiamo l’immagine della siccità) è che vorrebbe avere la stessa quantità di acqua che aveva prima.

        Trump è il primo a dire, “la nostra isola si sta staccando”, e questo è certamente positivo. Dice anche “e io vi farò stare meglio di prima”, che è una balla che lui pagherà cara.

        • Peucezio scrive:

          Mah, alla fine mi sembra che siamo abbastanza d’accordo, anche se con una sfumatura di maggiore pessimismo da parte tua.

          Circa i finanziatori, in questo caso parliamo di cooptazioni di grossi potentati economici, non di finanziamento durante la campagna: non mi stai finanziando perché io una volta eletto faccia quello che dici tu, ma ti assumo fra i miei collaboratori, perché voglio averti alleato e non nemico. E’ comunque una forma di legame col potere (compromesso inevitabile e fisiologico), ma, direi, meno sbilanciata.

    • Roberto scrive:

      Interessante questo articolo!

    • Francesco scrive:

      Miguel

      1) gli investimenti in infrastrutture negli USA languono dai tempi di FDR, a sentire le sinistre radicali. riparare i buchi nelle autostrade, ammodernare e rendere più efficiente la distribuzione dell’energia elettrica, avere ponti che non cadono, magari una rete di treni ad alta velocità che attraversi le immense pianure … tutto stalinismo altamente auspicabile che RIDUCE i danni all’ambiente

      2) PERCHE’ la quota di reddito che va agli stipendi (e pensioni?) è in calo da 46 anni? è solo la vittoria dei ricchi contro i poveri? e quali ricchi, quelli dei profitti o quelli delle rendite? e c’è differenza tra i due gruppi?

      ciao

  25. Moi scrive:

    l’ Avvocato Gianfranco Amato presenta un Apostata del PD 😉 …

    http://www.youtube.com/watch?v=RbfnU_uzFy8

  26. Roberto scrive:

    Peucezio
    “Stavolta sembra che tu ti rifiuti di riconoscere che l’alternativa ha vinto”

    Io continuo a non capire “alternativa” rispetto a cosa.
    Al mondo degli affari o alla finanza sicuramente no: guarda chi ha nel governo, fra goldmann sachs (cavolo devo fartelo notare io!) & petrolieri.
    “alternativa” rispetto a “Washington” come lui dice nel suo discorso di apertura?
    Devi però accettare che Washington sia in qualche modo indipendente da affari & finanza, cosa ovviamente fuori dal mondo.

    Secondo me ha ragione miguel a parlare piuttosto di cambiamento che potrebbe esserci nell’isolazionismo economico e militare. Vedremo però se affari & finanza rispetto ai quali non è “alternativa” saranno d’accordo. Io non azzardo previsioni in nessun senso

    • Z. scrive:

      Una cosa è certa: sarà molto più facile rispondere tutti quanti con un bel pernacchione se e quando la nuova amministrazione US vorrà coinvolgerci in una delle loro solide e stolide guerre.

      • Moi scrive:

        Ma infatti: AntiAmeriKani Cosplayers di Tutto il Mondo : sguazzate ora ;), perché così non sguazzerete mai più contro il vostro SuperVillain 🙂 Preferito … come gli UAARini quando c’era Benedetto XVI da “sturmtruppenare” 😉 !

        • Moi scrive:

          rectius : “così tanto”

        • Z. scrive:

          Non pensavo ai cosplayer, ma ai governi e ai governanti di tutto il mondo. Che ora hanno le mani molto meno legate di quanto non le avrebbero avute se avesse vinto HC.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Z

            “Che ora hanno le mani molto meno legate di quanto non le avrebbero avute se avesse vinto HC.”

            Speriamo, ma non sono così ottimista.

            Sicuramente, sotto HC, avremmo avuto trattati che avrebbero fatto finire in galera chiunque si permettesse di imporre controlli sul comportamento ambientale delle società statunitensi e avremmo avuto nuove guerre in Medio Oriente.

            Ma dubito che il futuro governo statunitense permetterà a qualcuno di far calare i profitti della Exxon, e temo che il suo antiliberismo sarà a senso unico quando si tratterà di proteggere chi distrugge l’agricoltura messicana.

            Comunque, ancora non sappiamo nulla, spero che sia come dici tu.

            • Moi scrive:

              @ MIGUEL

              la Clinton sarebbe stata l’ intoccabile Totem Politically Correct della Prima Donna alla Casa Bianca … tale da far “ridimensionare” le critiche a tutto ciò che paventi, anzi facendoti bollare come Populista e Missogggeno 😉 !

            • Z. scrive:

              Miguel,

              Intendiamoci, non sto dicendo che andrà certamente tutto bene, ma che rispondere NO a HC sarebbe stata molto più dura…

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Moi

          “AntiAmeriKani Cosplayers di Tutto il Mondo”

          Ma i Cosplayers di solito non sono antiamericani.

          Sostanzialmente, odiano gli Scozzesi Medi Calvinisti e Burini, ma quelli li odiano anche i newyorkesi.

      • Peucezio scrive:

        Z.,
        “Una cosa è certa: sarà molto più facile rispondere tutti quanti con un bel pernacchione se e quando la nuova amministrazione US vorrà coinvolgerci in una delle loro solide e stolide guerre.”

        Ti pare poco?

      • Francesco scrive:

        ehm, e quando NOI vorremo coinvolgere LORO in una delle nostre guerre?

        che si tratti di sistemare il casino che abbiamo scatenato in Jugoslavia o in Libia o di dare una sbollitina ai calori di Putin?

        io citerei i precedenti storici per non essere felice dell’isolazionismo statunitense

        se poi dovesse saltare il NAFTA, mi sa che anche MM si accorgerà del disastro – per i messicani in primis

    • Peucezio scrive:

      Roberto,
      l’alternativa rispetto a un sistema che ha una sua strategia economica (massima apertura delle frontiere, abolizione di tutti i dazi, nessuna forma di economia nazionale), politico-militare (massimo scontro con la Russia e con qualunque polo geopolitico forte alternativo agli USA, massima destabilizzazione di ogni area critica del mondo, in modo da evitare la formazione di entità politiche forti, coese e con margini di autonomia rispetto all’impero, alleanza strettissima con il mondo sunnita e in particolare con Arabia Saudita, stati del Golfo e galassia del letteralismo wahabita e salafita, quindi, coerentemente con i punti precedenti, distruzione del regime di Assad e liquidazione violenta delle minoranze non sunnite), culturale ed etico (scardinamento dei valori tradizionali e promozione dei diritti civili come intesi dalla cultura progressista odierna, non sul piano sostanziale ma sul piano linguistico e simbolico, il tutto tramite l’isteria, la repressione violenta e la delegittimazione morale di ogni forma di dissenso), etnico-razziale (imporre l’immigrazione in una misura tale da cancellare progressivamente ogni traccia dell’impronta etnica originaria dei vari luoghi e del sentimento nazionale di appartenenza ad essa collegato, cosa non difficile vista la condizione economica di interi continenti del mondo, che in questo schema ovviamente vengono ulteriormente destabilizzati e immiseriti).

      Non mi sembra che Trump condivida alcun punto di questa strategia.

      • roberto scrive:

        sulla questione politico militare sono d’accordo con te, potrebbe essere in effetti una rottura, e sicuramente lo sarà sulla russia.
        sul non intervento in altri paesi, vedremo, spero che sia coerente con quello che dice

        sul resto

        1. “strategia economica”: io vedo un’enorme distanza fra le parole e i (finora pochi) fatti. come fai a dire che sei per la chiusura delle frontiere e la protezione dell’economia nazionale e riempirti il governo di banca e finanza??? ah già, ci sono anche petrolieri, notoriamente avversi a dogane e accordi commerciali….mah….

        2. “culturale ed etico”: per me non c’è nulla di diverso fra trump e i conservatori classici. all’ultimo giro è andata bene a negrie e froci, a questo giro è andata bene a razzisti e odiatori vari

        3.”etnico-razziale”. questo per me è un grandissimo mistero della fede. la frase “imporre l’immigrazione” equivale a “imporre i monsoni”. chi impone? e come fa e perché? perché mai qualcuno dovrebbe avere la volontà di “cancellare progressivamente ogni traccia dell’impronta etnica originaria” (nel XXI secolo dico, forse indiani e aztechi potrebbero dirci qualcosa sulle impronte etniche originarie….). negli stati uniti poi!

        • Peucezio scrive:

          Circa il punto 2,
          beh, ma non mi sembra che quando è stato eletto Bush ci sia stata l’isteria dei movimenti omosessuali, delle femministe o degli attivisti antirazzisti. Semmai si sono mobilitati i pacifisti (e giustamente, visto quello che ha combinato poi).
          Probabilmente è anche diminuita la soglia di tolleranza di ‘sta gente, ma il punto è che Bush, pur probabilmente non stravedendo per omosessuali e similia, non aveva quel tipo di caratterizzazione, non erano temi suoi.

          Sul 3, sugli Stati Uniti hai ragione, è un’identità fittizia: se si applicasse il principio rimarrebbero solo gli Indiani e gli altri foeura di ball.
          L’auspicio è che faccia da modello per società che una base etnica autoctona (diciamo almeno da un po’ più di tempo che non siano tre secoli!) ce l’hanno.
          Secondo me sottovaluti la lucidità di certi personaggi.
          Soros, per dirne uno, è uno che teme ogni forma di comunità strutturata con un senso di appartenenza forte. E secondo me temono anche proprio l’omogeneità biologica, perché può diventare la base per una rivendicazione identitaria aggressiva (v. la Germania nazionalsocialista: se la Germania a quell’epoca fosse stata composta mezza di turchi, mezza di negri, di italiani, di spagnoli, slavi, ecc. con un livello di integrazione e meticciato tale per cui, se decidevi di eliminare quella parte dovevi praticamente mandare via tutta la popolazione tranne qualche centinaio di migliaia di anziani, Hitler non avrebbe avuto le basi minime per diffondere la sua ideologia razzista, cioè gli sarebbe mancata la stessa base teorica e ideologica che fu a fondamrnto del suo regime.
          Loro vogliono società aperte, che tradotto significa individualiste, egoiste (in cui a parole la gente è generosa coi bambini dell’Africa, ma in pratica lascerebbe schiattare il suo vicino di casa), completamente atomizzate. Tutto ciò, che sia la razza, la religione, la lingua, il retaggio storico, il sentimento comunitario, quindi anche lo stato, la moneta, ecc., insomma, ogni simbolo collettivo, che dia un senso di appartenenza a qualcosa di intermedio fra l’individuo singolo e l’umanità intera (quindi a qualche forma di relazionalità umana attingibile: anche l’uomo più estroverso del mondo non può avere otto miliardi di amici), per loro è pericoloso.

          • Francesco scrive:

            … per loro è pericoloso

            beh, senza quelle appartenenze, una buona metà delle schifezze con cui noi umani ci dilettiamo da sempre sarebbe impossibile, no?

            da universalista cristiano non posso che essere tentato, anche se l’appiattimento e l’omologazione mi paiono pericoli poco seri, vivendo una Chiesa in cui le divisioni storiche sono uno dei problemi maggiori

            ciao

            • Peucezio scrive:

              Francesco, anche la famiglia, i figli, sono tali per cui io posso litigare con qualcuno per difenderli, posso persino uccidere per campare, cioè per dare da mangiare a loro.
              Allora aboliamo la famiglia?
              Questi signori vorrebbero e di fatto ci stanno riuscendo, infatti ormai l’umanità occidentale si divide fra
              – persone sole,
              – coppie,
              – famiglie con uno, qualche volta due, raramente tre figli (il resto sono eccezioni marginali).
              Va da sé che la tendenza è alla crescita delle prime, alla tenuta e in prospettiva alla diminuzione delle seconde, alla diminuzione vertiginosa delle terze.
              Ma dici che sia un bene?
              Tanto uno, se deve entrare in conflitto col prossimo, lo fa tranquillamente anche in nome del suo porco egoismo, della sua ambizione, della sua avidità, non ha per forza bisogno di patria, famiglia, religione, razza, tribù, quartiere, corporazione e quant’altro.

          • roberto scrive:

            ok capisco meglio il punto 2.

            secondo me però la questione è semplicemente che, come noti anche tu, quelli non erano i temi di bush, mentre trump ha martellato per mesi contro tutti.
            ma a parte questo, sarai d’accordo con me che non credo che con bush si sarebbe mai parlato di matrimonio gay, no?

            probabilmente l’interesse per questi temi da parte di trump sta semplicemente nel fatto che erano di attualità con obama.

            • Peucezio scrive:

              “probabilmente l’interesse per questi temi da parte di trump sta semplicemente nel fatto che erano di attualità con obama.”

              Sì, in parte è senz’altro così, d’altronde Trump è per molti versi una reazione a Obama e comunque sono temi che, al tempo del passaggio Clinton-Bush erano meno sentiti che ora, al passaggio Obama-Trump.
              Però una polarizzazione in un senso produce quella nel senso opposto: è possibile che l’orientamento di Obama abbia contribuito a produrre la vittoria di uno che effettivamente sente questi temi più di Bush.
              Insomma, comunque la giriamo, oggi questo è un tema forte e Trump è schierato in modo piuttosto caratterizzato.

            • Francesco scrive:

              davvero Trump avrebbe martellato su matrimoni gay e questioni gender?

              a me pareva fosse una roba italiana, mentre al massimo là la Clinton faceva la femminista e dava del porco a Trump

              mi sembra che l’America sia molto più “avanti” come sentire comune sui temi del rincoglionimento gender

  27. Moi scrive:

    Trump NON farà guerre “in trasferta” … ma sa che il terrorismo islamico “in casa” NON si combatte con Assistenti Sociali formati/e/* in un mondo culturale in cui il Povero è un essere mitologico 😉 che dal vivo si vede molto meno dell’ Unicorno Alato del Pride 😀
    !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Trump NON farà guerre “in trasferta” ”

      La cosa per me ovviamente più interessante saranno le ricadute sul Messico.

      Ne parlavo con una mia connazionale l’altro giorno – Trump (sempre che dalle chiacchiere passi ai fatti) offre al Messico su un piatto d’oro l’occasione per salvarsi dal disastro in cui versa il paese; ma è anche vero che il governo messicano è talmente infame, che non saprà assolutamente approfittarne.

      Peccato, un’altra occasione così non si presenterà per un bel po’, temo.

  28. Moi scrive:

    il terrorismo islamico “in casa” si combatte con Assistenti Sociali … ovvero la Formula Boldrini ! 🙁

  29. Moi scrive:

    ** @ Carlo & Miguel **

    Trump e Berlusconi rappresentano forse il punto più alto del Capitalismo Emancipato dai Valori Borghesi (cioè una Zavorra da Età del Carbone & Acciaio”) … al tempo stesso, però, per fascia di età, NON concepiscono che possa esserci “Trasgressione” senza “Ordine Precostituito” (che appunto è la zavorra di cui sopra).

    Ripeto, sono fenomeni che per quel che ho capito, le analisi di Christopher Lasch (allora un “Owl” 😉 per dirla alla Matt Renzie, stante il contesto di Ottimismo perché finiva l’ URSS !) dei Primi Anni Novanta …

  30. Moi scrive:

    Gli Snowflakes e i Wanna-be Snowflakes Foreveryoung, invece, vogliono fare gli sboroni _ metafora mia, perché mi rendo conto che non è semplice … _contro il leone imbalsamato (preferibilmente a specie estinta proprio !) immaginandoselo ancora vivo !

  31. Moi scrive:

    La Liberal Scum, difatti, partendo dal presupposto che la Storia “è il punto di vista oppressivo dei White CisSexual CisGender HeteroSexual Male (Post)Christian” (si pensi alla ridicolaggine del termine “Herstory”, preso dannatamente sul serio !) è divenuta semplicemente “historiophobiac” 😉 … nevvero, Habs ?

  32. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=82FALICcLRE

    … Toni Negri & Diego Fusaro intervistati da Gianluigi Paragone sul Trumpismo 😉

    • Moi scrive:

      difatto parla quasi solo Melanodermi 😉 …

    • Z. scrive:

      Grandioso, alla fine hanno davvero ripescato anche Little Tony Negri 😀

      E ora a chi tocca? Luca Casarini? Mario Moretti? Ognibene e la Mantovani?

      Let’s go revival!

      • Moi scrive:

        Little Tony Negri … Let’s go revival!

        [cit.]

        😀 😀 😀

        ————————–

        Be’, però nel definire “macchinario” (come se un àifon 🙂 fosse un colossale, inamovibile ordigno meccanico d’acciaio a carbone-vapore della Belle Epoque !) la connessione internet … i suoi annetti sul groppone li mostra tutti ! 😉

        • Z. scrive:

          E vabbè, tutto fa brodo!

          Del resto l’assembramento cairo-peppista questo è: una gigantesca macchina di riciclo rottami, cantanti e scrittori, filosofi e giornalisti, tutti appesi al tram a cinquestelle nella speranza di diventare tornare protagonisti, con due sghei in più.

          Gèi Acs e Fedez, Fusaro e Paragone, Costamagna e Scanzi… a dirla tutta, forse prenderebbero su anche me. Dopotutto, siamo sinceri, mi converrebbe. Ci penserò 😀

  33. Moi scrive:

    Le due pseudoscienze economia e astrologia possono tuttavia concorrere a far danno …tipo (come già è accaduto e accade) le Manageresses / Womanagers [sic !] che scelgono il Personale d’ Azienda secondo i Criterii delle Stelle per Amiche … robe che giustamente (!) sarebbero inaccettabili se fatte per altre motivazioni, forse perché gli Influssi delle Amiche Stelle _ a differenza di pigmenti epiteliali, tratti somatici, bizzarrie 😉 nel look/comportamento da religione , dimorfismo sessuale, abbigliamento, trucco, ecc … NON si vedono (ma si dà per scontato che ci siano).

    • Francesco scrive:

      odio fare il femminista ma pare che parecchi re e imperatori seguissero quel criterio anche PRIMA dei roghi di reggiseni

  34. Mauricius Tarvisii scrive:

    @ Roberto
    Che cosa sarebbe quello European Pillar of Social Rights al voto in questi giorni al Parlamento (Europeo)?
    Ma poi veramente c’è qualcuno che sente nostalgia dei pilastri? 😀

    • Moi scrive:

      European Pillar of Social Rights

      … I can smell a Kalergic Trap ! 😉

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ma il piano Kalergi non era contro i diritti sociali? Oddio, non riesco più a capire che stronzate devo pensare!

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “Ma il piano Kalergi non era contro i diritti sociali?”

          direi di no, almeno il Kalergi “vero” era decisamente a favore dei diritti sociali.

          • Moi scrive:

            La trappola consta nella misura in cui si scrive “Diritti Sociali del Cittadino Lavoratore” ma si legge “Diritti Civili della Monade Consumatrice”; in cui si scrive di “Lavoro” ma si legge “Capitale”; in cui “pro qualcosa” diviene “anti qualcosaltro” … Mauricius: va be’ che c’è stato un Concilio 😉 , ma … una volta i Cattolici erano Maestri nel riconoscere il Falsario; mentre oggi è già molto se riconoscono i soldi del monopoli, credendo di dover temere quelli lì !

            … Nevvero, Habs ?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              si scrive “Diritti Sociali del Cittadino Lavoratore” ma si legge “Diritti Civili della Monade Consumatrice”

              Mi potresti citare casi in cui per diritti sociali si è inteso diritti civili?

            • Moi scrive:

              Con un Giovane così dotto che coglie profondissime diversità fra “et filio” e “filioque” ma NON ne coglie alcuna fra “Festa del Lavoro” e “Festa dei Lavoratori” [come già abbiam visto] … diventa un problema di approccio cognitivo alla realtà !

            • Moi scrive:

              casi in cui per diritti sociali si è inteso diritti civili

              ———–

              credo che su questo tema il più controverso sia l’aborto.

            • Peucezio scrive:

              Moi:
              “diventa un problema di approccio cognitivo alla realtà !

              Mauricius, e so’ due! 😀

            • Moi scrive:

              Peucezio … per me / noi, mica per Mauricius : il Potere delle Elites ha reso me / noi (includendovi Habs) quelli “Strambi” 😉 !

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              L’aborto non è e non è mai stato inteso come diritto sociale. Diventa diritto sociale solo quando si parla di gratuità dell’aborto, visto che lo si fa diventare una prestazione di welfare, ma esclusivamente in questa misura, esattamente come il biglietto del cinema diventerebbe un diritto sociale se fosse lo Stato a rimborsarlo.
              Sulla Festa del Lavoro/dei Lavoratori, le varie lingue divergono e onestamente non c’entra nulla con la questione.

    • Moi scrive:

      Parlo di sensazioni istintive … l’ allusione al “pilastro”, ad esempo, mi fa pensare lì per lì a una zaffatina sulfurea massonica criptofiloislamica ! 😉

    • Roberto scrive:

      Mauricius,
      È un po’ lungo da spiegare ma qui trovi un po’ di informazioni

      http://ec.europa.eu/priorities/deeper-and-fairer-economic-and-monetary-union/towards-european-pillar-social-rights_it

      Vai in particolare in fondo su “background”

      Comunque è la kalergicissima idea di ridurre il dumping sociale fra gli Stati membri

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Insomma, un ulteriore colpo ai diritti sociali in nome della flexicurity 😀

        • Roberto scrive:

          Può essere, ma a questo punto è ancora prematuro per dirlo. Se guardi quel link c’è veramente un po’ di tutto, dalle scuole alle pensioni

        • Roberto scrive:

          Per dire hai un capitolo su “più flessibilità nel lavoro” che sembra darti ragione ed un altro sui diritti sociali per i lavoratori indipendenti che sarà contestato a destra

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Flessicurezza (diciamolo all’italiana) significa che si tolgono diritti ai lavoratori dipendenti, diritti vantati nei confronti del datore di lavoro, e li si sostituisce con prestazioni previdenziali (che possono essere a vantaggio indifferentemente di dipendenti o autonomi, visto che hanno la forma di assicurazioni sociali). E’ uno scatolone vuoto, visto che dove si crea previdenza lo si fa senza intenti redistributivi, mentre se si crea assistenza ci sono le mani legate dal debito pubblico e/o dai tetti dei patti di stabilità.
            La Commissione ha da sempre invocato la flessicurezza per precarizzare il nostro ordinamento.

            • Francesco scrive:

              sbaglio o l’alternativa era una quota (in calo) di garantiti “troppo” a scapito di una quota (in crescita) di garantiti “per nulla”?

              mentre la FXS dovrebbe essere “un tot di garanzia per tutti” a un costo collettivamente sostenibile?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Non necessariamente. Quello era il frutto delle deregolamentazioni Treu e Biagi, quando già si cominciava a parlare di flessicurezza.

            • Francesco scrive:

              “quello” cosa scusa?

              il problema di fondo è immaginare ancora un “diritto a mantenere il posto che si ha” che è palesemente insostenibile (per l’economia)

              a fronte della durissima e criminale resistenza dei sindacati, ben pochi politici hanno osato metterci mano, con esiti facilmente prevedibili (disoccupazione, nero, salari bassi, emigrazione, produttività stagnante ed economia che non cresce)

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Non è mai esistito un diritto a mantenere il posto che si ha, è sempre e solo esistito il divieto di licenziamento ingiustificato. Che tra l’altro è rimasto, anche se con sanzioni ridicole.
              Poi se tu per il bene della crescita economica reintrodurresti con piacere la schiavitù o il lavoro minorile, è un problema tuo con la tua coscienza, non mio.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Il quello era quello che avevi descritto prima, ovvero la divisione dei lavoratori tra garantiti e non garantiti. Quella divisione era nata con la liberalizzazione dei contratti atipici.

            • Z. scrive:

              Come ricorderai per me dovrebbe esistere il lavoro subordinato, tutelato da precise norme imperative, e il lavoro autonomo, più ampiamente rimesso all’autonomia delle parti. I passi intermedi, in un Paese come il nostro, sono un assist alla simulazione.

              Detto questo, direi che la divisione di cui parlate era iniziata da tempo nel mondo reale, ben prima che in quello giuridico.

              Il riconoscimento di quelli che vengono chiamati “contratti atipici” secondo me è stato un tentativo – abbastanza disastroso – di negoziare con una realtà ormai diversa da quella degli anni Settanta senza toccare le norme sul lavoro subordinato.

              Un tentativo che il sindacato non ha fatto nulla per contrastare: anzi, ha addirittura creato una sigla di categoria per i lavoratori con contratto simulato…

            • Francesco scrive:

              >> direi che la divisione di cui parlate era iniziata da tempo nel mondo reale, ben prima che in quello giuridico.

              ecco, quando il nostro MT capirà questo banale ma fondamentale fatto della vita, sarà un grande progresso

              è convinto che siano le leggi a fare la realtà e non viceversa, come quasi tutta la classe dirigente italiana di sinistra

              qualcuno risusciti Marx dalla tomba e glielo scateni contro!

        • Z. scrive:

          Il diritto è la linea di confine dello scontro sociale. Su queste questioni, e forse non solo, arriva sempre dopo, mai prima…

          un giorno tutti quanti voi lo ammetterete e direte “o perbacco perbaccolina, ciaveva ragione il Zeta”

          😀

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Z

            ““o perbacco perbaccolina, ciaveva ragione il Zeta””

            Lo dico anch’io!

            Però è vero anche per la shari’ah, mi sa…

            • Z. scrive:

              Certo che vale anche per la shari’ah. Perché non dovrebbe?

              Il principio vale per qualsiasi forma di diritto; nel diritto del lavoro, con particolare riferimento al diritto sindacale, è solo particolarmente evidente.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Io non vedo nessuno scontro sociale: vedo che il diritto avanza dalla parte del datore di lavoro senza che nessuno dall’altra parte si opponga. Anzi…

            • Z. scrive:

              Lo scontro per esserci c’è, c’è sempre.

              Se sembra che la parte avversa non si opponga, al momento, è solo perché le condizioni oggettive sono tutte a favore di quella datoriale. Ma per provarci ci prova.

              Solo che la situazione oggettiva pesa inevitabilmente molto di più delle decisioni dei singoli attori. Anche dell’impressionante serie di bischerate che la CGIL sta mettendo insieme una di fila all’altra…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Mi fai un esempio di queste bischerate?

            • Z. scrive:

              Tipo iniziare una campagna contro i voucher per poi rendersi conto che loro stessi ne usano con liberalità e giustificarsi dicendo che “non avevano alternative”?

              Tipo iniziare una campagna contro la riforma dell’articolo 18, sbagliare la proposta di referendum e accusare il giudicante e il legislatore di aver gombloddhato (e qui non parliamo di come il sindacato ha, diciamo, storicamente e ampiamente usufruito del vantaggio di essere sottratto alla soggezione dell’art. 18)?

              Tipo tentare di non firmare il rinnovo dei contratti della PA convinti che dopo il referendum, miseriaccia, allora sì che Renzi dimissionario avrebbe firmato accordi megagalattici (qui scampato pericolo: per fortuna sono intervenute CISL e UIL e così l’accordo è stato firmato)?

              Ecco, secondo me tutto questo a conti fatti conta meno delle condizioni obiettive del mercato del lavoro, dove il lavoratore è oggettivamente indifeso nei confronti del datore.

        • roberto scrive:

          mauricius,
          sula flessibilità ho trovato questo

          http://ec.europa.eu/priorities/sites/beta-political/files/flexible-and-secure-labour-contracts_en.pdf

          vuoi provare a fare un commento?

          a me pare a questo stato una cosa molto fumosa, che potrebbe andare in ogni senso, ma riconosco la mia goffaggine nel leggere dei documentoi programmatici

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Secondo me non è neppure programmatico, ma è diagnostico. Si sono resi conto che dilagano in tutto il continente i contratti atipici e che questo precarizza i lavoratori e crea la bipartizione nel mercato del lavoro.
            La mezza risposta a cui accennano è l’incentivazione dei contratti a tempo indeterminato e a mio avviso è la risposta migliore per peggiorare la situazione, perché significa o regalare soldi a pioggia (non commento per decenza), oppure togliere ulteriori tutele (lo spirito del Jobs Act).
            La soluzione a volte è disincentivare/vietare.

            • Francesco scrive:

              Invece di pensare che il problema sia la soluzione, prova a pensare cosa sta portando alla diffusione dei contratti atipici e cosa succederebbe a disincentivarli fiscalmente o a vietarli.

              😉

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ MT

              “esempio di queste bischerate?”

              Ce n’è a iosa, te ne cito due al volo.

              1) Proclamare otto ore di sciopero generale contro il Jobs’ Act dopo avere proclamato tre ore (il venerdì) di sciopero contro la legge Fornero.

              2) Proporre ai metalmeccanici un contratto in cui si dice che per poter usufruire dei benefici della legge 104 (che prevede permessi per l’assistenza a parenti gravemente malati) il lavoratore deve …prenotare la richiesta con un mese di anticipo (sic!). Il punto b) è stato sonoramente bocciato dalla maggioranza dei lavoratori dopo che il segretario della FIOM è venuto in assemblea per difenderlo. Ci è mancato poco che non gli tirassero le monetine.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              A) Il Jobs Act è peggio della Fornero e ci vuole tanta faziosità per nasconderlo
              B) È stato il primo CCNL con di nuovo la Fiom dentro: avrebbe potuto non firmare e sarebbe passato con Cisl e Uil.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ MT

              A) Ah sì?

              B) Ah, ecco perchè i lavoratori l’hanno bocciato…

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              A) Sì: il Jobs Act ha eliminato definitivamente le causali per il contratto a termine, demolito quello che restava dell’articolo 18, liberalizzato i voucher… La riforma Fornero (che a suo tempo detestai) in confronto fu una carezza.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “) Sì: il Jobs Act ha eliminato definitivamente le causali per il contratto a termine, demolito quello che restava dell’articolo 18, liberalizzato i voucher… La riforma Fornero (che a suo tempo detestai) in confronto fu una carezza.”

                Sono questioni di cui mi intendo molto poco: con un reddito certamente inferiore a quello di un “dipendente fisso medio”, ho una partita IVA, il che significa tra l’altro che devo pagare un commercialista per… poter pagare le tasse, tasse valutate sul concetto che se sei un ”

                Mi fa piacere sapere che esistono persone che in Italia che hanno invece un “posto fisso”, che non demonizzo affatto; anche perché senza “posto fisso”, è impossibile fare qualunque scelta per il proprio futuro.

                Detto questo, mi sembra che esista un impulso planetario che, come distrugge la barriera corallina, distrugge anche il “posto fisso”, a prescindere da tutte le nostre intenzioni.

    • Peucezio scrive:

      Bisogna dire però che lui era un catto-liberale filo-ebraico. Difficile dire cosa sia peggio.
      Una volta se ne andò via scandalizzato da un dibattito con don Curzio Nitoglia, perché quest’ultimo, logicamente, metteva sullo stesso piano gli errori di Islam ed ebraismo, condannando ambo le religioni senza appello.

      • habsburgicus scrive:

        anzi i musulmani sono molto più vicini ai cristiani 😀
        questo é però un messaggio che non é passato e non passa
        anche nei christiana saecula l’opinione del volgo era che i musulmani fossero dei pagani..aut similia
        dimmi se sei cristiano o saracino, se credi in Cristo o in Apollino
        verso del Pulci, mi pare

        ancora il dotto Muratori (1672-1750), uomo eruditissimo e aperto verso protestanti ed i primi massoni, non riesce a menzionare Maometto senza aggiungere titoli quali “perfido”, “impostore”, “nefasto” e ancor peggio 😀
        io credo che il mondo cristiano, anche dotto, per secoli neppure immaginò la stima che Cristo e Maria tengono nell’Islam [tranne wahhabiti fanatici non a caso influenzati da..si sa chi..e molti turchi, idem]..per quanto le tesi islamiche su N.S siano ereticissime, eh !
        per converso il mondo cristiano, anche quando non li amava e li discriminava, mai seppe a fondo l’odio estremo e vergignoso per Cristo e Maria manifestato dagli “altri”
        altrimenti non se la cavavano con così poco 😀 😀 😀
        lì l’errore fu della Chiesa…che già con Agobardo (IX secolo d.C) capì qualcosa ma soprattuto lo capì dal XIII secolo
        la Chiesa, storicamente, ebbe molti secoli per sensibilizzare il popolo di fronte a quella minaccia potenziale
        non lo fece..forse sentendosi forte e sicura
        e così attraverso la dura, spietata e inumana legge della Storia ora sono loro ad eliminare il Cristianesimo..obiettivo de facto raggiunto
        certe scelte o non scelte si pagano, magari secoli dopo 😀

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Stai dicendo che la Chiesa non ha fatto abbastanza per diffondere l’antisemitismo?

          • mirkhond scrive:

            Casomai antigiudaismo, visto che l’ostilità era di tipo religioso.

            • Peucezio scrive:

              Già, correzione pertinentissima.
              La Chiesa non è mai stata, né può essere antisemita.

            • habsburgicus scrive:

              infatti !

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              La cartina tornasole della posizione di Habsburgicus è semplicissima: un ebreo che diventa ateo è ancora ebreo? Per lui sì, quindi non possiamo parlare di antigiudaismo 😀

            • Peucezio scrive:

              Cosa c’entrano le posizioni personali di Habsburgicus col Magistero della Chiesa Cattolica?
              Persone come me e Habsburgicus quindi fondano la dottrina ufficiale della Chiesa?
              Vabbè che siamo tipi autorevoli, ma non fino a questo punto 🙂

        • Peucezio scrive:

          Habsb.,
          in effetti è vero: nell’Islam non c’è un odio pregiudiziale verso il cristianesimo come c’è nell’ebraismo.
          Però non so se si possa dire che la Chiesa Cattolica sia stata poi così anti-islamica nella storia. In fondo, ogni volta che c’era da tifare per i mussulmani o gli ortodossi, ha tifato per i primi.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Ma se le crociate le abbiamo fatte proprio per parare il culo agli ortodossi…

            • Z. scrive:

              Nzomm… si finiva abbastanza spesso a saccheggiare Bisanzio 😀

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Una volta sola.
              Invece la Prima Crociata fu fatta per loro, idem la crociata di Nicopoli. Per non parlare di tutto il resto del sostegno datogli contro gli Ottomani.
              Che poi non sia servito a nulla è un altro discorso 😀

            • Peucezio scrive:

              Sì, una volta su una manciata…
              Come dire io cinque o sei volte aiuto la vecchietta ad attravesrare la strada, ma una di queste volte, anziché aiutarla, le faccio una caricata di mazzate e la mando all’ospedale.

            • Z. scrive:

              …in effetti non è che il buon Peucezio abbia tutti i torti, a ‘sto giro 🙂

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              ” ogni volta che c’era da tifare per i mussulmani o gli ortodossi, ha tifato per i primi”

              E’ in contraddizione con

              “una volta su una manciata”

              Capisco che sono l’unico cattolico (oltre Francesco) qui dentro e che quindi la logica aristotelica è minoritaria, ma non spingiamoci troppo oltre 😀

              A parte gli scherzi, il sostegno agli ortodossi contro l’Islam è stato costante nella storia della Chiesa. Al contrario del sostegno degli ortodossi al cattolicesimo contro lo stesso nemico che non c’è mai stato, visto che a tifare contro Costantinopoli nel 1453 c’erano un po’ anche loro…

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              quest’ultima non l’ho capita.
              Moi lo fa compiaciutamente, ma tu a volte sei poco chiaro solo per la pigrizia di esplicitare i passaggi.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Quello che ho scritto: che molti ortodossi tifavano per gli Ottomani contro la Costantinopoli tornata con Roma.
              Perché contrariamente a quello che pensi, a Roma non si è mai tifato contro gli ortodossi (i crociati “deviati” furono infatti scomunicati, anche se tutti lo dimenticano), mentre a Est si è sempre tifato contro Roma.
              I latini hanno mai ricevuto mezzo aiuto dagli ortodossi? Mai. Gli unici collaborativi furono gli armeni (miafisiti).
              Vogliamo poi parlare di una certa invasione del Regno Normanno che come conseguenza ebbe il ritorno in mano islamica della costa tunisina? Dei continui tradimenti subiti dai crociati da parte di Costantinopoli?
              Capisco le simpatie personali e il bisogno della vulgata anticattolica di dipingere Roma come il Male Assoluto, ma talvolta esageriamo 😀

            • Peucezio scrive:

              Tornata con Roma nel 1453?
              Comunque l’antipatia è sempre stata reciproca, non lo nego.
              D’altronde in fondo i Greci, anche in età precristiana, hanno sempre disprezzato un po’ i Romani, li vedevano un po’ come dei buzzurri.
              Diciamo che loro non sono mai venuti a fare proselitismo in Occidente, infatti non mi risultano chiese ortodosse di rito latino!

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Concilio di Firenze (1439) con Costantinopoli che accetta di tornare in comunione con Roma.

            • habsburgicus scrive:

              @Mauricius
              non implementato sino al 1452 (e poi solo in teoria)
              mai impementato in Moscovia
              il Metr. Isidor, l’ultimo greco mai giunto alla carica di Metropolita di Rus’, fu nel 1441 al ritorno a Mosaca gettato in fortezza da Vasilij II (1425-1441) e gli fu impedito di proclamare l’Unione
              la Chiesa russa approfitterà di ciò per proclamarsi autocefala il 15 dicembre 6957, per noi profani 15/12/1448 d.C, eleggendo nuovo Metropolita di Rus’ il fanatico Iona di Rjazan’ uno dei prelati più estremi nel’odio per Roma, SENZA CONFRMA di costantinopoli dunque iniziando uno scisma de facto fra Cp e Mosca
              il G.D di Lituania Kazimieras (Re di Polonia come Kazimierz IV) non lo riconobbe sino al 1450 (e di malavoglia) e nel 1458 fece eleggere un “suo” Metropolita di Rus’, con titolo di Kyjiv ma con sede a Navahrudak in Lituania (cioé in Bielorussia, Novogrudok in russo)
              la Metropoli di Rus’ si spaccò quindi dal 1458 (al massimo 1461) in due
              1.Metropolita di Mosca con autorità sulla Moscovia e sugli Stati satelliti (Rjazan’, Tver’ ecc) che evolverà nella Chiesa russa. fanatica contro Roma e non tenera neppure verso Bisanzio
              2.Metropolita titolare di Kyjiv (con sede però in Lituania, ribadisco), che comprendeva i vescovi lituani e pure quelli polacchi (in Galizia) esso fu per una ventina d’anni vagamente fedele a Firenze (il 1° in 1458 fu nominato dal Patriarca Mammas, unionista, in esilio..appena giunto in loco però chiese conferma a Costantinopoli ! son maestri nel doppio gioco, ‘sti qui) finché Cp non la sconfessò de iure e che nel 1596 accettò l’Unione con Roma (Metr. Myxajlo Raahoza, con solo due vescovi dissenzienti fra cui ironia della Storia quel Gedeon Balaban vescovo di L’viv che oggi é il cuore dell’Unione !)..ma questa é un’altra storia
              la storiografia russa é di una violenza impressionante ancora oggi quando parla di ‘ste cose !
              esiste però la storiografia ucraina, quella bielorussa (in esilio), quella lituana, quella polacca e quella romana [prima del Concilio] che ci consentono di correggee un po’ le cose
              il polacco Oskar Halecki scrisse, credo nel 1958 un libro essenziale, anti-russo, in inglese “From Florence to Brest” (1439-1596) in cui tratta la Metropoli titolare di Kyjiv, con sede in lituania…
              un sacerdote ucraino greco-cattolico rifece il lavoro pochi anni fa, purtroppo non l’ho ancora letto in traduzione inglese che c’é (Gudzjak mi pare si chiami…ce l’ho in ucraino, ma non mi pare il caso :D)
              libri che verrebbero arsi a Mosca 😀 😀

          • PinoMamet scrive:

            Peucè, a me sembrano un po’ castelli di fumo…

            ogni religione monoteista è un po’, o molto secondo i casi storici o le inclinazioni individuali, prevenute verso le altre due.

            Poi cambiano le simpatie, le preferenze o le alleanze, il che è contingente;

            ma, dal momento che ognuna ha la pretesa di rappresentare la Verità… 😉

      • PinoMamet scrive:

        Habs

        ma qui stai facendo del blondettismo, però.

        Ora penso sia sicuramente vero che la visione dell’Islam, nel mondo europeo e cristiano, fosse sviata e viziata da preconcetti che impedivano che vi fosse anche la voglia di un maggiore approfondimento;
        ma questo è ben comprensibile considerando che il mondo islamico, specialmente ottomano, è stato per secoli l’avversario e l’antagonista per eccellenza di quello europeo, l'”altro” per definizione.
        Naturalmente si sapeva che Maria e Gesù vi erano oggetto di devozione di qualche tipo (basta leggersi i passi del Don Chisciotte sui prigionieri in Algeri aiutati dalla algerina convertita in segreto…) ma l’Islam nel suo complesso era “il diverso”, il nemico.

        Gli ebrei, peggio: perché erano i nemici “tra noi”, e si riteneva che potessero complottare appunto con i musulmani
        (non so se questi ultimi pensassero la stessa cosa di loro, cioè li vedessero come “complici dei cristiani”; di certo arrivarono a posizioni di questo tipo più avanti, nel corso del colonialismo, quando per esempio la Francia estese la cittadinanza francese agli ebrei del Nord Africa…)

        ora, visti i pregiudizi contro di loro, non stupisce che questi ricambiassero con altrettanta acrimonia, con storielle poco edificanti sui personaggi cristiani;

        di questo atteggiamento c’è da dire che è rimasto veramente poco di vivo, tolta forse qualche frangia ultraortodossa di matrice europea-orientale, con la quale non è affatto facile entrare in contatto, e chi fosse curioso di leggersi le Toledot Yeshu dovrebbe faticare non poco a trovarle
        (un mio conoscente le ha trovate da un libraio/antiquario: è un libricino, ma il mio scarsissimo ebraico non mi consente di leggerlo), non direi che è proprio la lettura di tutti i giorni degli ebrei, più di quanto l’Adversus haereses di Ireneo di Lione o che ne so, le risposte di Teodoro di Mopsuestia a Giuliano imperatore siano letture comuni tra i cristiani o influenzino il loro modo di pensare… 😉

        e in generale, lungi dal mettersi a complottare con i wahhabiti per ottenere una agognata (?) distruzione del Cristianesimo,
        tutti i siti e mezzi di comunicazione ebraici e/o sionisti che conosco si sforzano di mostrare come esista una cultura “giudaico-cristiana” e come cristiani ed ebrei, in Europa e in Medio Oriente, siano ugualmente sotto attacco dall’integralismo islamico…

        • mirkhond scrive:

          Questo però, nel Giudaismo di oggi, perché per secoli i Giudei, dovendo scegliere, preferivano l’Islam, sotto il cui dominio erano meno vessati rispetto al mondo cristiano.

          • Francesco scrive:

            >> sotto il cui dominio erano meno vessati rispetto al mondo cristiano.

            e qui il Duca coglie il punto, che è politico e storico e non teologico e metafisico

        • PinoMamet scrive:

          Come tendenza generale sicuramente, poi anche nel mondo cristiano le condizioni cambiavano grandemente da un posto e da un’epoca all’altra, va detto…

          comunque parlando del mondo ebraico attuale stento davvero a notare questo odio anticristiano di cui si blondetteggia tanto.

          Non escludo affatto che sia stata una cosa viva e visibile in passato;
          a occhio e croce (o stella di David 😉 ) direi, in Europa occidentale, magari fino all’emancipazione napoleonica, quando gli ebrei divennero praticamente ovunque “cittadini di religione israelitica” e l’ebraismo dovette semmai combattere la tendenza all’assimilazione alla cultura circostante e alla sparizione “per osmosi”
          (basta leggersi Lessico famigliare della Ginzbirg, figlia di un ebreo e di una cattolica, per avere uno spaccato della vita di una borghesia “laica”, mista, che aveva molto di patriottico-positivistico-baffomanubristico 😉 e magari scientista, ma ben poco di ebraico- o di cattolico, se è per questo)

          ma se parliamo del mondo di oggi, la tendenza è anzi quella di dire “Israele è l’unico posto del Medio Oriente in cui i cristiani crescono”, “ecco la foto del tal soldato arabo cristiano che fa il servizio militare in Israele” ecc. ecc.

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            ma tu parli degli ebrei nazionalisti, identitari, filoisraeliani, in fondo degli ebrei annacquati.
            Ma gli ebrei atei, nichilisti, internazionalisti, quelli che se ne fregano di Israele e dell’ebraicità e che, anzi, sono ostili a qualsiasi identità, propria e altrui, e vogliono distruggerla, quelli sicuramente sono anticristiani, anzi, antireligiosi in genere, come ostili a qualsiasi forma di spiritualità e atutto ciò che rappresenta un retaggio storico per i popoli (e la religione lo è).

            In questo senso il vero errore di Blondet a mio avviso è quello di confondere i due aspetti e di collegare il nichilismo distruttore ebraico col sionismo e con lo stato d’Israele, che sono due cose diversissime se non opposte.

            • mirkhond scrive:

              Anni fa, dei conoscenti che erano andati in viaggio in Palestina, mi dissero che a Gerusalemme dei bambini giudei sputavano sulle foto del genocidio degli Armeni, apposti su un muro.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              “Ma gli ebrei atei, nichilisti, internazionalisti, quelli che se ne fregano di Israele e dell’ebraicità e che, anzi, sono ostili a qualsiasi identità,”

              Ma dai, se prendi uno che ha il bisnonno ebreo (oppure sikh o cinese) e se ne frega di TUTTO ciò che significa e anzi lo odia… puoi continuare a chiamarlo “ebreo” (o sikh o cinese…)?

              I (molti) ebrei che conosco io in Oltrarno sono in parte legati alle “tradizioni” (e quindi a te andrebbero bene), in parte non ci pensano nemmeno ma mica stanno lì a fare i “nichilisti ostili a qualsiasi identità”. La prima che mi viene in mente fa splendidamente la mamma di tre figlioli, e ha un sacco di idee su come aiutarci a difendere la nostra comune identità di oltrarnini 🙂

              Poi potrai dire che nemmeno questi sono gli Ebrei Metafisici tuoi, ma se non ti vanno male i sionisti, non ti vanno male gli antisionisti ultrareligiosi, non ti vanno male gli ebrei così-così, non ti vanno male gli ebrei che non-gliene-importa-niente-di-essere-ebrei, forse il problema non sono gli ebrei 🙂

            • Peucezio scrive:

              Il punto è che ci sono milioni di ebrei che non corrispondono al mio ebreo metafisico.
              Però tutti quelli che hanno avuto un ruolo di un qualche rilievo nello sfasciare il vecchio mondo erano ebrei (e ci metto anche Cristo, Carlo Marx e Sigmund Freud).
              Anche oggi si potrebbe fare una lista infinita.
              Ovvio che la tua amica ebrea, come anche i miei amici ebrei che descrissi alcuni giorni fa, non c’entrano.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Però tutti quelli che hanno avuto un ruolo di un qualche rilievo nello sfasciare il vecchio mondo erano ebrei”

                Tutti

                Giotto, Campanella, Giordiano Bruno, Cartesio, Lutero, Calvino, Enrico Ottavo, Robespierre, Benjamin Franklin, Adam Smith, Mazzini, Garibaldi, Benito Juarez e Mao…?

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              @ Miguel

              🙂 🙂 🙂

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              davvero consideri “sfasciatori” quelli che hai elencato?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Miguel,
                davvero consideri “sfasciatori” quelli che hai elencato?”

                Ci siamo capiti male.

                Tu hai scritto che:

                “tutti quelli che hanno avuto un ruolo di un qualche rilievo nello sfasciare il vecchio mondo erano ebrei”

                Ti ho fatto una lista di persone che hanno combattuto paradigmi del vecchio mondo o hanno creato nuovi mondi.

                Non esprimo un mio giudizio su tali personaggi; e ovviamente se tu non consideri nessuno di loro uno “sfasciatore”, cade il mio ragionamento iniziale sul fatto che non tutti gli sfasciatori del “tuo” mondo siano ebrei.

                Poi io non sono contrario agli sfasciatori in sé, qualsiasi guscio diventa vecchio.

                Comunque, tu chi toglieresti dalla lista?

                Ah, io ne aggiungerei parecchi altri non ebrei, a partire da Watt, Newcomen e Arkwright a Marconi e (cambiando genere) Roncalli.

            • habsburgicus scrive:

              Lutero e Calvino lo sono!
              e anche altri
              Giotto no 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Habs

                “Giotto no”

                Mi sembrava il più rivoluzionario di tutto: ha cambiato letteralmente la nostra visione del mondo!

                Ecco l’illuminato parere di Julius Evola sul Rinascimento, espresso nel 1942:

                http://www.rigenerazionevola.it/il-miraggio-del-rinascimento/

                “Bisogna rendersi dunque conto che la sovversione combattuta oggi nelle sue forme estreme dalle nostre rivoluzioni restauratrici, ha avuto i primi giorni nella Rinascenza, secondo le intime connessioni di essa con l’umanesimo, la riforma e il naturalismo.”

            • Peucezio scrive:

              “Giotto, Campanella, Giordiano Bruno, Cartesio, Lutero, Calvino, Enrico Ottavo, Robespierre, Benjamin Franklin, Adam Smith, Mazzini, Garibaldi, Benito Juarez e Mao…?”

              Mah, direi che alcuni non sono sfasciatori, altri lo sono, in quanto ricollegabili più o meno direttamente agli ebrei, anche se non ebrei di sangue essi stessi.

              In particolare Lutero e Calvino erano veterotestamentaristi, quindi ebrei spirituali. Lutero aveva voglia a fare l’antisemita: da quando c’è stato lui, in tutto il mondo germanico la gente chiama i figli Geremia, Isacco, ecc.
              Mao applicava una teoria ebraica.
              Circa Robespierre, Adam Smith e altri il nesso è più indiretto e comunque hanno fatto meno casini, perché la Révolution, per quanto importante, è un episodio, una conseguenza, non una causa; Adam Smith era un teorico, mentre il liberismo, diversamente dal marxismo, è prima una prassi che una teoria da applicare alla realtà.

              E’ diverso comunque modificare da sfasciare: sfascia chi distrugge tutto e riparte da zero, modifica chi aggiunge, corregge, magari anche con novità ardite, ma che non cancellano il preesistente, al massimo lo integrano.
              Il primo fenomeno è la normale dinamica storica del mondo, il secondo è la patologia, perché è la fine della civiltà.
              Poi si potrebbe comunque ricondurre la patologia alla fisiologia, dire che la distruzione del mondo, l’apocalisse, fa parte di un disegno più grande, come sostenevano i tradizionalisti alla Evola o Guénon.
              Però allora ti dico che, ammesso che la distruzione, in una logica cosmica, sia un bene, lo è nella misura in cui è la premessa per il suo superamento, per una sintesi superiore, per attuare la quale ci vuole una guerra totale contro gli agenti distruttivi e un recupero del passato proprio come materiale per la ricostruzione (tanto questo non riporta comunque indietro l’orologio, perché la dopo la distruzione hai comunque un salto di livello, il passaggio irreversibile a una cosa diversa).
              Quello che voglio dire è che siccome siamo nel mondo, non possiamo solo guardarci dall’esterno, compiacerci della perfezione dell’ordine cosmico e non agire, perché l’ordine cosmico si basa proprio sul fatto che agiamo, prendendo una posizione.
              In questo senso mi sento di superare, sul piano etico, una visione dialettica e di essere manicheo: il nostro ruolo è combattere gli agenti della dissoluzione, così come per il malato la malattia può essere un’esperienza utile e moralmente formativa, ma a patto che si curi, che la contrasti, altrimenti schiatta e addio formazione.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Mao applicava una teoria ebraica.”

                Certo che in questo modo tutto può essere collegato a tutto.

                Salvini è fascista, il fascismo l’ho creato Benito Mussolini, Benito è un nome messicano, i messicani sono cannibali, Salvini è un cannibale.

                L’ebreo che ispirò Mao si ispirava a Hegel, Proudhon, Adam Smith, Fourier, Saint-Simon, Feuerbach, Rousseau e Ricardo, quest’ultimo effettivamente ebreo, ma non più “sfasciatore” di Adam Smith.

                Non ho capito poi la cosa di Smith e Robespierre… Smith non fu un distruttore perché era solo un teorico, Robespierre non fu un distruttore invece perché faceva i fatti.

                Poi un altro conto è il fatto che gli ebrei erano costituzionalmente al di fuori del “consesso” della cristianità e quindi la criticavano con la stessa facilità con cui i cristiani mediorientali criticano l’Islam; erano spesso benestanti, colti e quindi liberali; volendo si possono trovare nell’Antico Testamento passaggi messianici oppure aneliti di giustizia sociale che si possono riciclare come roba rivoluzionaria moderna; gli ebrei russi avevano tutti il dente avvelenato contro lo zar, e comunque erano in numero enorme nelle città, dove si svolse la parte principale della rivoluzione…

                insomma, è verissimo che tanti ebrei del nord-est europeo furono coinvolti nel movimento socialista prima e nella rivoluzione bolscevica, ma non puoi ribaltare la storia a testa in giù.

            • Peucezio scrive:

              Mi rendo conto che le mie sono intuizioni, quindi o uno dovrebbe stare a studiarci su per mesi, tirare fuori tutto un elenco documentatissimo e allora potrebbe scriverci anche un libro, oppure è difficile portare argomenti cogenti.

              Io però noto un quid che colpisce, per come accomuna grandi figure storiche a tutto un sottobosco di autori e di “attori” attuali, che sostanzialmente vanno tutti nella stessa direzione, che non è quella della riforma, ma della dissoluzione.
              Sai, uno dovrebbe mettersi a fare un discorso a parte per ognuno dei personaggi che hai citato, più tantissimi altri, ebrei e gentili, cosa che è complicato e scomodo fare qui dentro.

              Però – provo a fare un discorso più generale, che riguarda solo una parte della questione – pensi che si possa scindere la peculiarità dell’Occidente (che, unico nella storia umana, ha unificato il pianeta per distruggerlo) rispetto a tutte le altre civiltà umane, dall’impronta monoteista di matrice ebraica?
              La questione alla fine è quella del rapporto fra monoteismo e razionalismo greco, cioè quale dei due sia stato determinante per sviluppare la modernità.
              Io a naso ci vedo molto di più il primo, ma è una questione aperta, la cui soluzione non è banale, per cui invito te e chi voglia a spunti in merito.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Però – provo a fare un discorso più generale, che riguarda solo una parte della questione – pensi che si possa scindere la peculiarità dell’Occidente (che, unico nella storia umana, ha unificato il pianeta per distruggerlo) rispetto a tutte le altre civiltà umane, dall’impronta monoteista di matrice ebraica?”

                Interessante, e immagino che c’entri anche l’impronta monoteista di (ormai lontanissima) origine ebraica (Assmann, che ci capisce più di me, te e Habs messi insieme, passa la palla ad Akhenaton).

                Come c’entra la struttura dell’impero romano, le sue strade, la gerarchia ecclesiastica con i suoi parroci e vescovi in stile romano che davano ordine al territorio, le riforme agricole introdotte dagli arabi, il clima, il principio di primogenitura che ha dato stabilità a tanti proto-stati, la tendenza degli anglosassoni a sposarsi tardi rispetto ai mediterranei, il diritto romano (mi accorgo che è la terza volta che uso la parola “romano” in questo commento)…

                Il razionalismo greco penso che abbia preoccupato ben poche persone prima del rinascimento, e anche allora interessava una persona su diecimila, a essere generosi (ma magari ha influito pesantemente sulla grammatica della lingua araba).

            • Francesco scrive:

              beh, non concordo con te, Peucezio

              dal punto di vista di unificare per modificare/distruggere, il razionalismo greco ha molte più colpe

              gli Ebrei tutto sommato avevano una religione nazionale (pur con i supposti convertiti di cui spesso parla il Duca), il razionalismo greco perde i connotati “locali” da Alessandro Magno in poi e diventa necessariamente ideologia universalista

              che riemerge quando non si muore di fame

            • Peucezio scrive:

              Miguel e Francesco,
              credo che la verità stia un po’ in mezzo fra le vostre due tesi.

              Intanto il cristianesimo latino ha storicamente un’impronta razionalista almeno dalla scolastica, prima quindi dell’umanesimo, e i domenicani che avevno il compito di diffonderla agivano capillarmente, anche nelle campagne, ecc.
              E comunque probabilmente non avremmo avuto Galileo e Newton, senza Aristotele e Pitagora.
              Però quest’ultimo punto è meno scontato, perché, quantomeno, Galileo e Newton ci hanno messo molto altro, che col razionalismo greco non c’entra nulla: ci hanno messo l’osservazione attenta, sistematica e reiteratra della natura, che è estranea all’uomo greco, al quale interessava molto più la coerenza logica interna delle sue speculazioni, la perfezione geometrica delle sue costruzioni intellettuali e argomentative, che non l’attenzione al dato sensibile, la verifica di realtà.
              Credo che nella storia della scienza si trascusi la portata di questo ribaltamento metodologico, che è una vera rivoluzione compernicana, forse di entità non minore del passaggio dal pensiero magico a quello razionale.

            • Francesco scrive:

              Peucezio

              mi sa che hai una visione edulcorata dei nostro scienziati razionalisti

              questi partivano dal pregiudizio che la realtà fosse scritta in linguaggio matematico, lo sapevano prima di iniziare i calcoli

              e se i calcoli non funzionavano nel modo giusto, ci davano un’aggiustatina

              chiedo conferma a qualche studioso di storia della scienza ma a me l’hanno insegnata così

              il bello è che avevano pure ragione, in fisica!

              😀

  35. Moi scrive:

    La NeoLingua segue un duplice binario : strolgare neologismi e, più insidiosamente, riformulare i significati di termini “tradizionali” …

  36. Moi scrive:

    DIEGO FUSARO: La dialettica tra diritti civili e diritti sociali

    http://www.youtube.com/watch?v=U1QetM_zrG0

  37. Moi scrive:

    Ci pensate al Panico delle Elites, se Donald Trump facesse adesso, da Presidente USA pubblicamente, in comizio, il nome di Kalergi ?!

    • PinoMamet scrive:

      E perché mai dovrebbe farlo??

      Moi, mica tutti hanno le tue ossessioni!!

    • Carlo scrive:

      Per Moi, dal 1979 al 1999 Sua Altezza Imperiale e Reale l’Arciduca Ottone d’Asburgo, figlio dell’ultimo imperatore d’Austria e successore di Kalergi alla guida di Pan-Europa è stato parlamentare europeo per la Germania e il nome di Kalergi immagino l’avrà fatto più volte, almeno per rivendicarne la “paternità morale” dell’Unione. L’organizzazione di Kalergi non è per nulla segreta e, te lo ripeto, quasi tutti i suoi membri che io conosco sono “di destra”, almeno culturalmente (di preferenza guenoniani)

      • Z. scrive:

        E vabbè, e chissene…

        ormai “kalergi” è una parola come tante altre, che fa buon brodo per il buttasù ruttofonico italo-italiano 😀

  38. Moi scrive:

    Forţele din umbră care impun metodic “Planul Kalergi” şi sinuciderea etnică a popoarelor Planul admiterii de către liderii Europei a invaziei migranţilor asiatici şi africani, are un scop

    http://ro.blastingnews.com/politica/2017/01/for-ele-din-umbra-care-impun-metodic-planul-kalergi-i-sinuciderea-etnica-a-popoarelor-001408233.html

    in tanto, come dicono in Toscana, “ha fatto capolino” 😉 in Romeno …

  39. Moi scrive:

    @ Miguel

    Prima o poi 😉 … dovrai farlo un post su Kalergi, NON perché lo dico io, bensì (!) per “Ananke dell’ Immaginario”: perché sta riemergendo dopo quasi un secolo, come “Spiegone / Pace Libera-Tutti” 😉 di tutto (!) ciò ch’ è successo nel frattempo !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Prima o poi 😉 … dovrai farlo un post su Kalergi,”

      Sì, mi piacerebbe, non so se troverò mai il tempo.

      L’ho scoperto grazie a Magdi Allam :-), sembrava un personaggio talmente surreale che volevo capirci di più.

      Alla fine ho trovato diversi testi suoi e una biografia/agiografia, tutti rigorosamente in tedesco, infatti i critici si guardano bene dal tradurre i suoi scritti.

      Ho l’impressione di una bella persona, estremamente sincera, con un’ascendenza incredibile – aristocrazia bizantina, ungherese, germanica e giapponese – e uno spirito molto medievale, che si trovava a disagio con i nazionalismi moderni.

      In tutto quello che scrive, c’è un tentativo di conciliare gli opposti: lui era un nippo-austriaco aristocratico innamorato (per tutta la vita) di un’attrice proletaria, e questo è un aspetto che trovo molto affine alla mia sensibilità.

      Negli anni Venti, previde che tutto sarebbe finito in un’altra strage mondiale, e cercò di fare il possibile per evitarla, alzi la mano chi crede che non avesse ragione…

      Poi scriveva in epoche in cui l’unica domanda era, se alla Grande Festa si dovessero invitare tutti oppure no, e oggi che stiamo raccogliendo i cocci, probabilmente non c’è molto di attuale nelle sue riflessioni. Lui, che era generoso, tendeva a voler invitare tutti alla Festa. Senza rendersi conto che il problema era la Festa stessa, ma quello lo capiva soltanto qualche poeta (e Guénon).

      Infine, era massone, e anche questo lo rende poco attuale.

      • mirkhond scrive:

        La massoneria però c’è ancora e domina in gran parte del mondo.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Mirkhond

          “La massoneria però c’è ancora e domina in gran parte del mondo.”

          Mi dispiace che non ci siano commentatori massoni qui, sarebbe interessante parlarne con loro.

          Tra l’altro, vi segnalo l’uscita di un libro (che ancora non ho letto, mi è stato segnalato da un amico massone) sulla storia della Massoneria in politica http://www.edizioniets.com/scheda.asp?n=9788846745842

          Il grande problema, con la storiografia massonica, consiste proprio nel capire il ruolo politico della Massoneria, che da una parte ha sempre negato di occuparsi di idee, religioni, politica, insomma di qualunque cosa di interessante; dall’altra, ci è stata in mezzo fino al collo nel Sette/Otto/e un pezzo del Novecento.

          Se mi scrivete in privato, vi mando il primo capitolo del libro, che è molto interessante.

          • mirkhond scrive:

            Il grande problema della massoneria, credo che sia sempre lo stesso: il segreto con cui avvolge i suoi iscritti, le sue riunioni, i suoi riti.
            Certo in tempi recenti ha cominciato un pò ad emergere, pubblicando nomi di massoni passati a miglior vita, creando associazioni paramassoniche, sostanzialmente innocue come il rotary e le soroptimist.
            Però al di fuori di questa cornice di base e presentabile, ai suoi vertici si nasconde ancora oggi nel più assoluto riserbo.
            Ora, se non si è perseguitati, PERCHE’ nascondersi?

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Mirkhond

              “Ora, se non si è perseguitati, PERCHE’ nascondersi?”

              E’ esattamente la domanda che Facebook pone alla specie umana.

              Mi tocca fare l’apologeta della Massoneria 🙂

              In questo periodo, sto rileggendo il Regno della quantità e i segni dei tempi di Guénon. Proprio perché Guénon non polemizzava con nessuno, non si faceva prendere in alcun modo dalla “attualità” dei suoi tempi (il libro uscì nel 1945 senza fare il minimo riferimento a fatterelli di cronaca tipo gli Stati Uniti, Hitler o il comunismo o le guerre mondiali), riuscì a prevedere perfettamente Facebook e la negazione di ogni forma di segreto.

            • Peucezio scrive:

              Tra l’altro anche Guénon fu massone 🙂
              Per i motivi che si possono immaginare. Poi uscì, se non sbaglio.

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        molto interessante.
        Ma Magdi Allan era a favore suo o lo criticava?

      • Carlo scrive:

        Non ne sono sicuro, ma credo che in seguito Kalergi sia uscito dalla massoneria, o comunque la sua organizzazione (Pan-Europa) si sia orientata in senso anti-massonico, se è vero, come mi è stato detto che Gustavo Selva, che ne era il capo in Italia, ne è stato espulso per la sua appartenenza a una loggia massonica (la P2)

  40. Z. scrive:

    Trovo giusto sottolineare che Agnoletto non è una specie di Caruso o Casarini.

    E’ un medico, è stato presidente della LILA, e sono convito che, quando Casarini festeggiava la (sua) vittoria tra il cadavere di Giuliani e i torturati in caserma a Genova, qualche domanda Agnoletto se la sia fatta.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/22/globalizzazione-finita-la-storia-ci-ha-dato-ragione-ma-i-pentiti-non-pagheranno-e-trump-ne-e-la-prova/3323526/

    Però secondo me, a latere della sua analizi comprensibilmente stizzosa a bordo del Tram Riciclo Ferraglia, dovrebbe considerare due cose:

    – uno, che tifare per la libertà di spostamento delle persone e contro la libertà di spostamento di merci e capitali ha poco senso: è una posizione inconsistente e contraddittoria, e su questo il nuovo populismo occidentale per ora appare più coerente di lui;
    – due, che la globalizzazione pare abbia spostato denaro dai Paesi ricchi a quelli poveri e non viceversa, mentre il suo movimento al massimo poteva creare – e talvolta ha creato – qualche piccola sacca di disoccupazione etica, facendo chiudere qualche fabbrica nei Paesi in via di sviluppo.

    Ma come molti altri prevale in lui l’ansia di prendere quel tram per farsi vedere, per far notare c’è c’è ancora, per poter dire “ciavévo raggione io”.

    • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

      “… tifare per la libertà di spostamento delle persone e contro la libertà di spostamento di merci e capitali ha poco senso: è una posizione inconsistente e contraddittoria… “.

      @ Z

      Lucidissima: da incorniciare. Mi pare superfluo ribadire che, dal mio punto di vista, la libertà degli scambi è uno degli strumenti funzionali alla libertà delle persone.
      D’altra parte, l’economia collettivizzata tende necessariamente all’autoritarismo, poiché fondata sul consenso unanime dei membri della comunità (la fine del consenso unanime comporterebbe la fine della collettivizzazione). E siccome il consenso unanime non mi risulta si possa avere – ogni comunità è un’associazione di teste pensanti diverse e distinte – , la repressione del dissenso non è che il passo conseguente.

  41. mirkhond scrive:

    “in Europa occidentale, magari fino all’emancipazione napoleonica, quando gli ebrei divennero praticamente ovunque “cittadini di religione israelitica” e l’ebraismo dovette semmai combattere la tendenza all’assimilazione alla cultura circostante e alla sparizione “per osmosi” ”

    Molti anni fa, lo scrittore Guido Ceronetti, in un articolo sulla Stampa, affermo che, nel 1848, quando Carlo Alberto abolì le leggi discriminatorie verso Giudei e Valdesi, a Torino vi furono naturalmente grandi festeggiamenti nella locale comunità giudaica.
    Solo un vecchio rabbino era triste.
    A chi gli chiese il motivo di tale tristezza, il rabbino rispose che Israele era FINITO, perché senza le leggi discriminatorie, i Giudei piemontesi sarebbero diventati dei piemontesi come tutti gli altri, perdendo la loro particolare identità religiosa da cui quella “etnica”.

  42. mirkhond scrive:

    affermò

  43. mirkhond scrive:

    “Mi dispiace che non ci siano commentatori massoni qui, sarebbe interessante parlarne con loro.”

    I quali direbbero che la loro è un’associazione filantropica, finalizzata a rendere il mondo migliore, sotto un’elite di studiosi, ovviamente disinteressati. 😉

  44. mirkhond scrive:

    “e ci metto anche Cristo,”

    Anche Cristo?
    Ma non fai prima a diventare un neopagano? 🙂

    • Peucezio scrive:

      Vabbè, sai come la penso, è un po’ come col fascismo: preferisco il fascismo regime al fascismo movimento.
      Non amo certo il marxismo, ma un conto è il marxismo dei fondatori o di Lenin e Trockij, un conto quello di Brežnev: quello di Brežnev mi è più simpatico.
      Diciamo che per conto mio il meglio delle idee e delle istituzioni non sono i fondatori, ma queli che ne depotenziano la portata, riportandole nell’alveo del buon senso, della normalità, del compromesso.
      Al mondo ci sono gli eroi, i visionari, e i grigi normalizzatori, i realisti. Io amo visceralmente i secondi.

      • Z. scrive:

        Pero dovendo collocarti io ti metterei più tra i visionari che tra i grigi “normalisti” 🙂

        • Peucezio scrive:

          Perché mi vedi sempre alla rovescia di quello che sono??
          Non mi capisci! 🙁 🙁 🙁

          • Francesco scrive:

            però devo dire che anche per me, come per Z, è assai duro vederti come un nuovo John Major, mi sembri più il maestri di Maggie per radicalità di idee e visione del mondo!

            qui di uomini in grigio ci siamo io, forse Z, in fondo Miguel (non per nulla lo chiamano messicano depotenziato), siamo noi a farci poche illusioni sul fatto di poter salvare il mondo o anche capirlo a fondo!

            ciao

            • Peucezio scrive:

              La mia è una radicalità in senso reazionario.

              Io sono come un tranquillo padre di famiglia all’antica che inizialmente vede piccole crepe e dice “pazienza”, poi comincia a vedere cose sempre più strane, finché esce per strada e vede che gli uomini camminano tutti a testa in giù, allora capisce che il mondo è diventato un manicomio e capisce che urge una cura drastica.

            • Francesco scrive:

              questo è grave

              perchè chi crede che il mondo abbia bisogno di una cura drastica è – per definizione – un rivoluzionario a cui non va bene per nulla come va il mondo

              ma uno di idee reazionarie non può crederlo senza entrare in crisi – e uscirne con propositi che a lui sembrano “le misure necessarie per tornare al buon senso” ma che di fatto sono sempre più radicali e stravolgenti di quelle del peggior rivoluzionario

              come capirai, sto parlando a me molto prima che a te

              ciao

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              la sai quella del ferrarese in autostrada, vero?

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              se fare il serial killer di bambini diventasse una cosa normale per la maggior parte della gente, tu diresti che è normale?
              Se sei coerente, sì! 😛

            • Francesco scrive:

              Peucezio,

              però una sana dose di umiltà dovrebbe imporre di chiedersi se davvero io sono l’unico che ci vede bene.

              non che non capiti, tipo la Germania dei secondi anni ’30, ma ci vuole prudenza!

              ciao

              PS lo sai che sono cattolico, figurati se non capisco come si sta in infima minoranza, pensando che il divorzio sia una pessima idea!

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              ma io parlo di cose oggettive, non della mia sensibilità o percezione personale.
              Nessuna società al mondo,per quanto ne sappiamo, è vissuta nel modo in cui si vive oggi.
              Pur nell’estrema varietà, ci sono strutture universali di base che sono tipiche dell’umano in tutte le culture, tutti i tempi e tutte le latitudini.
              Ma non nell’Occidente contemporaneo (e di conseguenza nel resto del mondo, che ne è influenzato).

            • Z. scrive:

              Peucè, non è certo che la maggioranza abbia sempre ragione, ci mancherebbe altro!

              Il punto è piuttosto: perbacco, siamo davvero sicuri che siano tutti stupidi, pazzi o serial killer? e se, magari, fosse semplicemente che mi sto sbagliando io? 🙂

            • Francesco scrive:

              rimango perplesso sulle cure drastiche però

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco, Peucezio e Moi

                A proposito di coniugare modernità e tradizione, notevole la dichiarazione della signora Carmen Russo:

                Un figlio.

                «Sì. Avevo superato da un po’ i 40 anni. Prima non avevo mai tentato seriamente di restare incinta, ma nemmeno avevo mai provato di evitarlo. Ho fatto quindi degli esami e ho scoperto che avevo le tube chiuse, particolare non da poco. Pensavo fosse stress, il tipo di vita. Una sciocca».

                “Poi è iniziato un percorso di ormoni e di fecondazione artificiale.

                «Sì. Le cure ormonali non mi hanno cambiato. Stavo benissimo, in realtà. Non succedeva nulla però, ci ho messo tanti anni a rimanere in stato interessante. Ricordo che alla fine andai a Medjugorje a pregare, sono stata ascoltata. Sono rimasta incinta a 53 anni»

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              aridaje.
              Il discorso si può ribaltare.
              Se tutti gli uomini in tutte le epoche fanno in un modo e solo noi facciamo diverso, forse siamo noi il pazzo contromano sull’autostrada.

            • Francesco scrive:

              ottimo argomento, Peucezio, ma da solo non sufficiente

            • Peucezio scrive:

              Come non sufficiente?
              Se io vedo uno che ha la polmonite e se ne va in giro a gennaio con la neve in maniche di camicia, non devo pensare che sia matto?

            • Francesco scrive:

              non sufficiente per agire con la necessaria durezza e obbligarli a rinsavire!

              che sono tutte idee di sinistra, a ben guardare

              anche coi figli e con gli studenti c’è da essere prudenti, figurati col prossimo

              ciao

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              quindi da domani inizierai a vivere di bacche e piccole prede, come ha fatto l’uomo per un milione di anni?

              Rinuncerai alla scrittura, che fino a poche migliaia di anni fa non esisteva?

              O come al solito sono precetti validi solo per gli altri, come ordineddisciplina e abbassoivvàucer? 🙂

      • habsburgicus scrive:

        allora anche tu Peucezio dovresti apprezzare Beria 😀
        hai ragione, in sostanza !

        • Peucezio scrive:

          Mi spiace che hai scritto molto, quindi non ho avuto il tempo di leggere.
          Magari con più calma in seguito…
          Il tema è senz’altro interessante!

  45. mirkhond scrive:

    “la libertà degli scambi è uno degli strumenti funzionali alla libertà delle persone.”

    La libertà degli scambi ha però bisogno di regolamentazioni governative, altrimenti diventa macelleria sociale, col diritto del più forte a schiacciare il più debole.
    Come sta accadendo sempre più in quest’epoca di “meravigliosa” globalizzazione planetaria…….

    • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

      @ Mirkhond

      Sì, sulle regolamentazioni sono ovviamente d’accordo.

    • Z. scrive:

      E infatti ce le ha!

      Poi per alcuni sono troppe e per altri troppo poche, queste regole, ma in entrambi i casi non è facile né allargare le maglie né stringerle.

      Allo stesso modo anche la libertà delle persone deve necessariamente essere regolamentata, e neanche questa è facile da regolamentare.

      Ah, per come la vedo io, i diritti dei lavoratori sono una funzione della floridità economica, o forse addirittura della crescita economica. Sicché è vero che i diritti dei lavoratori in buona parte dell’Occidente vengono spesso erosi, ma è anche vero che in buona parte dei Paesi in via di sviluppo succede l’esatto contrario.

      Pensa a com’era l’Asia di quarant’anni fa, e pensa a com’è oggi!

      Anche per questo gli slogan dei populisti di ogni Paese occidentale hanno così facile presa. Ma non dirlo al dott. Agnoletto…

      • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

        “… i diritti dei lavoratori sono una funzione della floridità economica …”.

        Credo (purtroppo) che sia fondamentalmente vero anche questo.

        • Francesco scrive:

          beh, già Marx se ne era reso conto, per quanto esagerasse nel sostenerlo

          preferisco i cattolici “sociali” dell’epoca, che sapevano tenere distinte una posizione forte teorica sui diritti dell’essere umano creato di da Dio e una ragionevole posizione pratica su cosa era possibile fare

  46. Moi scrive:

    Il Diritto può anche essere spesso l’ ultimo stadio di un cambiamento culturale, più o meno radicale in tempi più o meno brevi (“rivoluzione culturale” ?) … che può avere anche un suo Lato Oscuro ; esempio concreto, che perfino alcune Donne NON-Sottomesse condividono :

    il “Male Bashing” NON è Femminismo ! … E la lista fornita da questo tipo di “matrice” 😉 può esser lungo, tutto il Politically Correct è diventato “Majority” (reale o presunta) Bashing” ed è stato IMHO determinante (!) a “mandare su Trump” !.

    PS

    Bashing = “Dàgal al” 😉 in senso Jannacciano ! 😉

  47. Moi scrive:

    Louise Veronica Ciccone alias Madonna :

    promette questo a chi NON vota Trump

    https://www.youtube.com/watch?v=nUfjoeR7J4A

    VIP Guest Star Ladylike 😉 per una Womens March per la Dignità delle Donne Vs Trump

    https://www.youtube.com/watch?v=-EI0gXgmE6U

    Ma si era già capito … e NON è cambiata, a parte il “girl” 🙂 :

    https://www.youtube.com/watch?v=DNSUOFgj97M

  48. PinoMamet scrive:

    Per comodità rispondo qua in fondo in merito all’argomento “Ebrei”, un evergreen.

    Secondo me l’errore di fondo nell’approccio blondettiano-peuceziano dell'”ebreo metafisico” (che poi è quello dell’antisemitismo classico, in fondo, anche se edulcorato da umanità e distinguo personali) è appunto in questo, che è metafisico.

    Si prende l’Ebraismo, o gli ebrei (che già sono due cose diverse) e li osserva a sè, isolati da tutto il resto, senza mai parlare del contesto, senza mai mettere le loro “mosse” in relazione a quelle degli interlocutori, ascoltando per così dire le loro risposte senza mai ascoltare le domande.

    Come se noi guardassimo un incontro di pugilato, censurando totalmente uno dei due pugili; quello rimasto visibile ci sembrerebbe un pazzo! che si dimena su un ring da solo senza perché.

    L'”ebreo metafisico” del discorso antisemita tradizionale è precisamente questo:
    leggiamo i suoi scritti polemici anticristiani, senza mai leggere quelli cristiani antiebraici; abbiamo resoconti dell’odio che covava nei ghetti del tardo Cinquecento contro i cristiani, senza preoccuparci di ricordare, prima di tutto, che stavano nei ghetti (per tacer del resto);
    li vediamo di volta in volta in combutta con l’Islam, contro l’Islam, a favore del Comunismo, a favore del Capitalismo, una volta sessuofobi e una volta sessuomani…

    il risultato è appunto quello di un pazzo, contro tutto e tutti, senza una vera logica di fondo che non sia quella di essere contro (e quindi, si presume, ottenere tutto il dominio per sé).

    L’approccio potrebbe essere applicato a qualunque popolo, persona o religione, con risultati comunque catastrofici;
    è stato applicato storicamente agli Ebrei, coi risultati che sappiamo.

    Che poi ci sia anche l’approccio contrario, quello “filosemita”, che ha l’effetto paradossale di far sparire la figura degli ebrei tout court, lasciando solo quella di chi si ostina a perseguitarli così (in mancanza di altri motivi, si dice, “per invidia”, che è uno degli argomenti peggiori in generale) del tutto astoricamente, mentre gli ebrei risultano perfetti e perfette vittime, è pur vero, e lo trovo altrettanto erroneo, ma non serve di giustificazione…

    • Miguel Martinez scrive:

      Per PinoMamet

      “Per comodità rispondo qua in fondo in merito all’argomento “Ebrei”, un evergreen.”

      Splendido, condivido tutto!

    • Peucezio scrive:

      Mah, ti dirò che non mi sembra un argomento molto forte.
      Perché su quello che hanno subito gli ebrei in tutta la loro storia siamo bombardati ossessivamente, quindi, se c’è uno squilibrio enorme, è in questo senso, non nell’altro.

      Alla fine rischia di essere un po’ come l’uovo e la gallina: gli ebrei diventavano cattivi perché erano trattati male o erano trattati male perché erano cattivi?
      Resta il fatto che, nella misura in cui tutti si sono accaniti contro di loro, mi si deve spiegare come mai.
      O sono paranoici tutti, o forse qualche problema lo creavano.

      Mettiamo pure che l’unico motivo fosse l’essere minoranza in società diverse.
      Bene, allora mi chiedo come mai in genere un popolo sta nel suo territorio, se mai emigra, dopo due generazioni si assimila, invece gli ebrei, praticamente da quando esistono, sono dappertutto. Già questa è un’anomalia intrinseca che spiega mille cose.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Mettiamo pure che l’unico motivo fosse l’essere minoranza in società diverse.”

        Non è così semplice.

        La cosa interessante è il fatto di essere – nell’isola della Cristianità – l’unica minoranza.

        Nel mondo islamico, le minoranze sono state tante, e tutte hanno avuto esiti simili agli ebrei.

        Chiaramente, le minoranze esistono, non solo perché vengono “perseguitate” dalla maggioranza – sarebbe semplice – ma anche perchè sono testarde e reattive di loro, e in qualche modo hanno bisogno della “persecuzione”.

        Pensiamo agli yazidi; oppure ai neofascisti italiani, che sono secondo me quanto di più simile agli ebrei-di-una-volta esistano in Occidente.

      • Francesco scrive:

        mica solo gli Ebrei

        parlando dell’Italia, ci sono i Valdesi, genia malefica e non estirpata, che rimangono a vivere nello stesso territorio, sia prima che erano perseguitati da noi cattolici, sia ora che solo leccatissimi come cristiani di comodo dal potere.

        ci sono i monarchici.

        ci sono i mussoliniani.

        ci sono i comunisti.

        tutti divisi nelle varie etnie, tutti testardi e restii a sparire dalla faccia della Terra.

        inoltre gli Ebrei “fanno parte del quadro”, non come i pagani che a un certo punto non avevano più senso ai loro stessi occhi.

        quindi non mi stupisco troppo della loro persistenza, piuttosto mi chiedo quanto avrebbero potuto farsi assimilare … il resto della società avrebbe accettato di non averli più come colpevoli di tutto? pensa ai marrani spagnoli, avevano voglia ad essersi convertiti

        ciao

      • PinoMamet scrive:

        Ma non è mica tanto vero che una minoranza necessariamente si assimili.

        Spesso l’elemento distintivo è proprio religioso, più che linguistico (quest’ultimo interessa ai linguisti più che altro 😉 );

        pensa agli sforzi della Chiesa cattolica per “latinizzare” prima l’obbedienza religiosa, e poi anche il rito quando si è riusciti, delle comunità albanesi e greche d’Italia.

        Ciò nonostante, ancora in Italia si parla albanese e greco, e ancora c’è un rito greco (e armeno, e varie minoranze tedesche e francesi ecc.)

        E tuttavia nessuno penserebbe a un albanese italiano come a un “altro”, tutt’al più è una simpatica curiosità.
        Invece l’ebreo no, si porta appresso tutta una serie di connotazioni che gli sono esclusive.

        Ora, la tua domanda, Peucè, è: se le è “meritate”? Ma è un po’ come chiedere a un nero “scusa, potresti essere un po’ più bianco?”
        Nel senso che non c’è una risposta: come dici tu, è come la storia dell’uovo e della gallina.

        Dal momento della nascita di una delle più fortunate “eresie ebraiche” (l’altra è l’Islam… molto meno eretica, e molto meno “sconvolgente” per l’Ebraismo che non il discorso messianico del Cristianesimo) è logico che gli ebrei non potessero essere che “avversari”, nei due sensi, loro per i cristiani e viceversa.

        Con l’Islam è diverso: ok, Maometto afferma di essere un profeta, che anche quel Gesù fosse un profeta, ma per il resto, boh, fanno le stesse degli ebrei, un po’ più semplici o un po’ più difficili ma quelle sono, abluzioni, purità, preghiera a orari prestabiliti, un tizio dalla bella voce che guida la preghiera di gruppo e tanti trattati strani su come raggiungere la divinità e poesie mistiche che sembrano poesie d’amore…

        Invece col Cristianesimo delle due l’una, o hanno ragione i cristiani o gli ebrei.
        Lo strano è che poi Gesù non viene neanche demonizzato in maniera chiara e lineare nella polemistica ebraica, troppo facile;
        ma gli viene in effetti attribuito un “potere” e una capacità taumaturgica, e anche la sua parte di ragione, e proprio per questo non può che esserci conflitto:
        fosse stato visto come un semplicione senza importanza, o un qualunque pauperista o universalista, sarebbe stato uno dei tanti, magari lo si sarebbe anche cooptato nella tradizione ebraica.

        Poi ovviamente c’è il fatto di una comunità che fonda la sua stessa esistenza sul concetto di “separazione”:
        a tavola (fondamentale), e in tutto ciò che riguarda la “purezza”;

        e naturalmente quando ci sono due comunità, ognuna con il suo concetto di purità, ognuna vedrà l’altra come “sporca” e inferiore, e maggiore rigetto da parte di una susciterà maggiore reazione di spirito di ripugnanza snobistico nell’altra…

        e infine, c’è anche la polarizzazione dei compiti:
        se io riservo ad A il compito del cavaliere nobile e generoso, ma magrai un po’ frescone, B non potrà che fare il mercante astuto, non onestissimo ma intelligente…

        • Peucezio scrive:

          Vabbè, però c’è una specificità ebraica.
          Sapresti citare un popolo che ha la stessa età degli ebrei (diciamo intorno al 1200 a.C.) e che va ancora oggi in giro in mezzo agli altri con lo stesso nome, la stessa religione e la stessa memoria collettiva?

          Il paragone con le minoranze linguistiche italiane secondo me c’entra poco perché
          1) sono molto più recenti e sono, ahimè, in via di assimilazione;
          2) sono minoranze in seno all’Italia o ai paesi circostanti, ma al loro interno no: hanno un territorio e in quel territorio, sia pure circoscritto, ci sono solo loro, come in ogni località del mondo, qualunque lingua o dialetto utilizzi.

          • PinoMamet scrive:

            Mmm, il punto 2 non è del tutto esatto, ma non importa;

            il fatto è che secondo me il punto non è tanto questo, se ci siano altre minoranze o no, quanto il fatto del “perché” gli ebrei siano diventati (ovvero, siano visti come- che è poi la stessa cosa vista dall’altro lato) quello che sono adesso.

            E in questo senso credo che il resto del discorso che faccio, sulla polarizzazione e sulla rispettiva “impurità”, non sia tanto campato per aria.

            In modo diverso, le stesse dinamiche si applicano agli zingari;
            e infatti anche per gli zingari, che a quanto pare usano un linguaggio più diretto, i non-zingari sono stupidi e sporchi, mentre loro sono ladri e sporchi per gli altri popoli…

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Pino Mamet

              “e infatti anche per gli zingari, che a quanto pare usano un linguaggio più diretto, i non-zingari sono stupidi e sporchi”

              La dinamica è simile, sicuramente, ma con due fondamentali differenze:

              1) Gli zingari non hanno storia, anzi la rifiutano radicalmente

              2) Il massimo orizzonte degli zingari sono quei parenti con cui è lecito sposarsi (ma che lo stesso non sono visti tanto bene), mentre l’orizzonte normale è la famiglia nemmeno troppo allargata, diciamo al massimo i cugini: non esiste aluna ideologia di “popolo”.

            • Peucezio scrive:

              Aggiungerei che gli zingari sono il gradino più basso della nostra società, gli ebrei il più alto.

              Pino,
              “Mmm, il punto 2 non è del tutto esatto, ma non importa;”

              Come non importa! Importa eccome! Chiarisci…

  49. mirkhond scrive:

    “Sapresti citare un popolo che ha la stessa età degli ebrei (diciamo intorno al 1200 a.C.) e che va ancora oggi in giro in mezzo agli altri con lo stesso nome, la stessa religione e la stessa memoria collettiva?”

    Beh, la stessa religione proprio no, visto che solo intorno al VI-V secolo a.C., il popolo cananeo meridionale dei Giudei, diventa monoteista.
    Per non contare che gli attuali Giudei discendono da una moltitudine di popoli, di varia origine e provenienza, e magari convertitisi anche nei secoli successivi a Cristo, fino nel Medioevo inoltrato.

    • Peucezio scrive:

      D’accordo, correzione pertinente, diciamo allora due millenni e mezzo anziché tre abbondanti.

      Sulla commistione razziale, anche se ritengo sia stata meno profonda di quanto ritieni tu (ma comunque rilevantissima), infatti ho parlato di nome, religione e memoria collettiva, omettendo di proposito il sangue.

  50. mirkhond scrive:

    “Tornata con Roma nel 1453?”

    Solo per breve tempo, tra il dicembre 1452, con la proclamazione effettiva dell’Unione con Roma, realizzata dal Concilio di Firenze-Ferrara nel 1439 (e sciolta ufficialmente nel 1472 sotto un patriarcato costantinopolitano controllato dagli Ottomani) e il 29 maggio 1453 (giorno della conquista ottomana di Costantinopoli).
    Naturalmente in questa berevissima fase di tempo, l’unione non ebbe effetto per quei territori ortodossi in mano ottomana, ne per i patriarcati e gli arcivescovati ortodossi autocefali non romei, e neppure all’interno della stessa Costantinopoli, dove v’era chi preferì il turbante alla mitria romana.
    Si narra che il 28 maggio 1453, quando si tenne l’ultima Messa in Santa Sofia, cattolici e ortodossi pregassero insieme di fronte all’imminente attacco finale ottomano.

    • Peucezio scrive:

      Non avevo idea di questa cosa.
      Avevo presente più o meno quel concilio, ma non avevo collegato i tempi.
      Beh, questo rende ancora più grave la mancata mobilitazione dell’Occidente: in pratica si è dato una martellata nelle palle.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Beh, questo rende ancora più grave la mancata mobilitazione dell’Occidente: in pratica si è dato una martellata nelle palle.”

        E perché? Non credo che Venezia e Genova (che da quelle parti erano sostanzialmente “l’Occidente”) avessero bisogno di una piccola isola bizantina in mezzo al crescente mondo ottomano.

        Tanto i turchi già controllavano i passaggi verso il Mar Nero.

        Casomai potevano interessare i conflitti interni al mondo ottomano, che offrivano o chiudevano possibilità commerciali; e certamente interessava l’indipendenza dell’Egitto.

        Al resto dell’Occidente, non penso che la conquista di Costantinopoli interessasse molto.

        • Peucezio scrive:

          Beh, ma c’è la rilevanza simbolica.
          Mi chiedo se in fondo, con buona pace di Mauricius, non pensassero che in fondo, anche se in comunione con Roma, fossero cristiani spuri, di cui non gl’importava granché.

          • Francesco scrive:

            credo ne abbiano ben scritto all’epoca, sospetto per piangere troppo tardi

            che poi i turchi arrivarono fino ai confini dell’Impero, come prevedibile

  51. mirkhond scrive:

    “Gli unici collaborativi furono gli armeni (miafisiti).”

    In seguito abbandonati dai Franchi, dopo il crollo dei principati franchi del Levante nel XIII secolo (l’Armenia cilicia resistette ancora un altro secolo, fino alla conquista mamelucca del 1375, pur unita con Cipro dalla comune (dal 1342) dinastia franca dei Lusignano.
    Che però anch’essa era rimasta sola a fronteggiare il colosso mamelucco egiziano.

    • Peucezio scrive:

      Ma che differenza c’è fra monofisismo e miafisismo?
      “Una sola natura” vs “una natura”, ma quindi…?
      Lo chiedo a te e a chi sappia rispondermi.

      • mirkhond scrive:

        La differenza è più che altro onomastico-politica, visto che i cosiddetti Monofisiti (una medesima natura, divina e umana in Cristo, al contrario della formulazione calcedoniana di una persona in due nature, divina e umana di Cristo).
        In realtà, come mi spiegò anni fa un diacono armeno, il Monofisimo è solo una diversa definizione teologica dello STESSO DOGMA, e cioé che Gesù E’ DIO.
        Definizione formulata con termini differenti come reazione contro Costantinopoli, da parte delle chiese siriache di Siria e Palestina, copta d’Egitto e Armena.
        Insomma una terminologia FORMALE per rimarcare l’opposizione a Costantinopoli, che lacerò la Cristianità della Pars Orientis romana, fin dal V secolo dopo Cristo.
        Cosa che avrebbe favorito la conquista araba nel VII secolo dopo Cristo, e le invasioni turcomanne dell’XI secolo.

  52. mirkhond scrive:

    “I latini hanno mai ricevuto mezzo aiuto dagli ortodossi? Mai.”

    Solo nel 1798-1799, con l’adesione della Russia alla coalizione antifrancese, e poi nel 1813-1815, con la sconfitta finale di Napoleone.
    Ma non era un aiuto contro nemici musulmani, anzi Russia e Austria, furono spesso rivali nel tentativo di contendersi i territori ottomani balcanici.

  53. Miguel Martinez scrive:

    A Firenze, colpito un pezzo grosso, due colpi di pistola contro l’auto di Andrea Bacci, che Renzi aveva messo a capo di tutta l’illuminazione del Comune e poi è diventato socio del padre di Renzi nel colpo di magica fortuna che ha permesso al Gran Babbo di impossessarsi del Teatro Comunale.

  54. mirkhond scrive:

    “Vogliamo poi parlare di una certa invasione del Regno Normanno che come conseguenza ebbe il ritorno in mano islamica della costa tunisina?”

    Col senno di poi, un grave errore da parte di Manuele I Comneno (1143-1180), con la campagna in Longobardia minor/Puglia del 1155-1158, in appoggio alle città longobarde e ai baroni normanni di Puglia contro l’accentramento dei sovrani Altavilla di Sicilia.
    Manuele con la disastrosa guerra antinormanna e poi con le campagne d’Ungheria nel 1160-1167, sprecò le energie romane, che avrebbero dovuto invece essere dirottate contro i principati turchi anatolici dei Selgiuchidi di Rum e dei Danishmend di Sevastia/Sivas.
    A giustificazione della politica comnena però, ci sono diversi tentativi da parte dei Normanni di Puglia e Sicilia per conquistare la stessa Romània, come le campagne di Roberto il Guiscardo nel 1081-1083 e 1084-1085, l’avidità di Boemondo che nel 1098 si intitolò principe di Antiochia, rifiutando di consegnare la metropoli siriaca all’imperatore Alessio I (1081-1118), contravvenendo ai patti, e creando un focolare di instabilità sul fianco sudorientale anatolico della Romània.
    Ancora un nuovo attacco di Boemondo nel 1107-1108, che si infranse a Valona, e che costrinse l’ambizioso e avido principe normanno a riconoscersi formalmente vassallo di Alessio I.
    Ancora la conquista di Corfù nel 1147-1149, da parte di Ruggero II di Sicilia (1113-1154, dal 1130 re di Sicilia e Puglia), con incursioni a Corinto e a Tebe.
    Pare che nel 1149 la stessa flotta normanna riuscisse a condurre un’audacissima puntata sulla stessa Costantinopoli penetrando nel Corno d’Oro e colpendo diversi edifici della Città, incluso il Palazzo delle Vlacherne, la nuova residenza imperiale romana.
    Lo stesso Manuele si vide costretto a fortificare la costa da Bari (cioé Antivari/Bar) a Valona nel 1149-1155.

    “Dei continui tradimenti subiti dai crociati da parte di Costantinopoli?”

    “Tradimenti” motivati dal timore (purtroppo rivelatosi fondato nel 1203-1204) che, col nobile pretesto di liberare e/o difendere il Luoghi Santi della Cristianità, si volesse in realtà conquistare la stessa Romània.
    Come ancora nel 1282 sotto Carlo I d’Angiò (1266-1285), bloccato solo dall’insurrezione del Vespro, aiutata anche da Costantinopoli, che provocò la frattura tra Sicilia e Puglia/Napolitania, con conseguenze assai devastanti.
    Del resto i Franco-Veneziani nel 1204, e lo stesso Carlo d’Angiò nel 1282, giustificarono tali imprese come il bisogno per creare una stabile base orientale, per la riconquista di Gerusalemme.
    Cosa rivelatasi del tutto inconsistente, se pensiamo a cosa fu la Francocrazia in Romània tra 1204 e 1261 (riconquista romana di Costantinopoli).

  55. Moi scrive:

    Il salto di qualità del Cristianesimo consta anzitutto nel capire che è “il Sabato fatto per l’ Uomo e NON l’ Uomo per il Sabato” (roba che la stragrande maggioranza di Ebrei e ancor più di Musulmani NON è mai stata NE’ mai sarà in grado di capire …) , poi conseguentemente che SE c’è Un Unico Dio Creatore, allora la Creazione NON può essere in contraddizione con il Logos dei Greci e la dignità umana della “Creatura Eletta” NON può essere in contraddizione con lo Ius dei Romani.

    Ed è dall’ incontro-scontro questa Triplice Superiorità Culturale che nacque, per poi suicidarsi, ciò che chiamiamo “Occidente” …

    • Z. scrive:

      Moi,

      — roba che la stragrande maggioranza di Ebrei e ancor più di Musulmani NON è mai stata NE’ mai sarà in grado di capire … —

      Dici che secondo i musulmani l’uomo è fatto per il sabato? uhm!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “il Sabato fatto per l’ Uomo e NON l’ Uomo per il Sabato” ”

      Veramente, il Sabato non significa niente per i musulmani, e il venerdì lavorano come tutti i giorni, solo che ci sarebbe l’obbligo della preghiera comunitaria a mezzogiorno.

      E se non riesci ad andarci, non è una tragedia.

  56. Moi scrive:

    A proposito del già citato Don Curzio Nitoglia :

    https://www.youtube.com/watch?v=WnRWMAQ2Vfo

    … è uscito un nuovo “brano” 😉 !

    Ma … cos’è ‘sta storia del Segreto delle Tre Fontane ?!

    NON è colpa mia, ma … essendo “venuto su” 😉 in una società secolarizzata, io delle Tre Fontane ricordo solo la Marisa 😉 :

    https://www.youtube.com/watch?v=rKArNqjtRZk

  57. Moi scrive:

    *** Provate a indovinare la fonte senza (!) copiaincolla su Gùgol 😉 … ***

    Se Trump ha voglia di convergere con Putin, di rimettere le cose sulla giusta strada, non può che avere il nostro appoggio. Due giganti come loro che dialogano: è il sogno di tutto il mondo! Eravamo in guerra fredda, con l’arma nucleare. La politica internazionale ha bisogno di statisti forti come loro. Considero questo un vantaggio per l’umanità.

    [cit.]

  58. mirkhond scrive:

    Quanto alla scomunica dei Franco-Veneziani nella “crociata” del 1202-1204, è vero che Innocenzo III (1198-1216) scomunicò i partecipanti a tale “epica” impresa, ma è anche vero che subito dopo la tolse, quando gli fu presentata la Chiesa Ortodossa Costantinopolitana ai suoi piedi.
    Innocenzo s’illuse allora che, sia pure per vie contrarie alla dottrina cattolica, l’Unione dell’Ortodossia latina e bizantina, fosse finalmente realizzabile.
    In realtà fu il contrario, con gerarchie e popolazioni romaiche fieramente attaccate all’Ortodossia, e lo svilupparsi e il radicalizzarsi dell’odio anticattolico.
    Che, proprio per le atrocità della conquista franco-veneziana di Costantinopoli e della Romània, non potè essere dimenticato, a dispetto dei successivi tentativi di riavvicinamento tra Roma e Costantinopoli tentati da alcuni imperatori romani, come quella del 1274-1282, la conversione al Cattolicesimo di Giovanni V Paleologo (1341-1391) nel 1369, che rimase un atto personale e sterile, e infine quella sovracitata del 1439-1472 (e resa operativa solo negli ultimi mesi della Costantinopoli romana nel 1452-1453; appena nominato Patriarca da Maometto nel gennaio 1454, il nuovo presule Gennadio si affrettò a dichiarare l’Unione con Roma, decaduta, anche se la sconfessione ufficiale avvenne, come sovraccennato, nel 1472).

  59. mirkhond scrive:

    Dal sultano Maometto II (1451-1481) il Conquistatore di Costantinopoli.

  60. Moi scrive:

    Religione … ed Esistenzialismo 😉 :

    https://www.youtube.com/watch?v=Z9zcxt0oCGM

    God Showed Up
    (Forrest Gump : Lieutenant Dan Storm Scene)

  61. mirkhond scrive:

    “Vasilij II (1425-1441)”

    Vasilij II (1425-1462)

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