Uitdaagrecht, anche a Firenze!

Uitdaagrecht è un parolone olandese, che spiegheremo alla fine, ma questa immagine riassume tutto, se ci aggiungiamo cinque cadaveri.

Avrete sentito della trave che in un cantiere ha stritolato le vite di cinque operai a Firenze.

La narrazione è scontata: se le Regole fossero state rispettate in fondo, forse non sarebbe successo.

Probabilmente vero, ma rischia di portarci su una pista falsa: le Regole spesso inutili divorano una quantità paurosa delle nostre vite.

Noi volontari non pagati da nessuno, per tenere aperto il Giardino, dobbiamo pagare l’assicurazione appunto sui volontari, l’assicurazione responsabilità civile verso terzi e addirittura l’assicurazione incendio edifici ecclesiastici, e dobbiamo fare anche un Piano Antincendio a nostre spese. Sapendo che comunque anche noi sbaglieremo sicuramente qualcosa.

Molto più semplicemente, il cantiere dove sono morti i cinque lavoratori non ci doveva proprio essere.

Sono esattamente vent’anni che lo dicono i cittadini che vivono in quell’area, riuniti nel Coexpami, il “Comitato ex-Panificio Militare, lo dicono. Denunciano, spiegano, documentano. E non se li fila nessuno.

Il luogo dove è avvenuta la tragedia era un “Panificio Militare“, quindi apparteneva al Demanio.

Il Demanio (che poi sarà pure un funzionario con nome e cognome) decide di non farne un parco, non farne edilizia popolare, non farne una scuola.

E ha pensato bene di venderlo nel 2002, senza consultare i residenti, a un certo Riccardo Fusi, che fantasticò di vari progetti, tra cui un palazzone alto 45 metri.

Ora, quando a un fiorentino dici “criminalità“, la prima parola che gli viene in mente non è “cocaina” ma “edilizia“.

Nel lontano 2011, la società del signor Fusi fu coinvolta in un’inchiesta:

«Presso l’ufficio urbanistica del Comune di Firenze gli interessi pubblici venivano sottomessi a quelli privati, in totale spregio rispetto all’obiettivo di una corretta e legittima gestione della cosa pubblica e in particolare del territorio e dell’assetto urbanistico di una città come Firenze».

Con queste le parole il GIP Rosario Lupo ha illustrato la situazione che ha portato alle gravissime accuse di associazione a delinquere e corruzione nei confronti di 24 indagati, di cui uno in carcere e sei ai domiciliari, tra cui l’ex capogruppo del PD Alberto Formigli, l’ex Presidente dell’Ordine degli architetti e socio della società Quadra Progetti Riccardo Bartoloni, oltre a vari dipendenti e tecnici comunali.

Fusi è inestricabile dal simpatico Denis Verdini, suocero di Salvini: Fusi e Verdini hanno trafficato per quindici anni insieme, dividendosi soldi e condanne penali.

Scarico oggi un articolo di tre anni fa, e il caso vuole che sulla colonna di destra ci sia un aggiornamento del 2024 sul “Crollo di Firenze”:

Il signor Fusi craccò, come capita ai suoi simili; ma sul cadavere di ogni avvoltoio, cala un avvoltoio cannibale.

Nel 2013, infatti, la Esselunga si impossessò dell’area, per farci appunto, una Esselunga.

Che c’è di male, la gente avrà pure fame!

Sieeh…

Il Comitato Ex-Panificio Militare fa sapere che vicino alla futura Esselunga ci sono già:

  1. La Conad di via Mariti a 100 metri
  2. La Coop di Novoli a 400 metri
  3. la Conad via Circondaria a 200 metri
  4. l’Esselunga di via Galliano a 550 metri
  5. l’Esselunga di via Milanesi a 750 metri
  6. la Coop di piazza Leopoldo a 650 metri
  7. la Coop di via Carlo del Prete a 600 metri
  8. la Lidl di via Benedetto Dei.

Il resto è scontato.

E’ scontato che quando leggi che a morire sono tutte persone venute da lontano e quasi tutte di una certa età, e uno pure senza permesso di soggiorno, capisci come funzionano i subappalti delle megaditte. Ogni volta che subappalti, ci fai la cresta, e togli qualcosa a quelli che vengono sotto.

Ma è normale. Perché la gente investe in Esselunga, mica per assicurare il cibo a te, lo fa perché ci vuole guadagnare il più possibile. Chiedere a loro di essere etici è come chiedere alla mia gatta di essere vegetariana.

Quello che non è normale, è che in Italia non esista, come in Olanda, l’Uitdaagrecht, il right to challenge, che il Comune di Amsterdam introduce con queste parole:

“Come residenti, ovviamente conoscete meglio il quartiere in cui vivete.”

“I promotori hanno il diritto di presentare un piano per svolgere o co-produrre autonomamente i compiti esistenti del comune, se ritengono che in questo modo si rifletta meglio ciò che accade nel quartiere o nella città.”

Questa voce è stata pubblicata in esperienze di Miguel Martinez, Firenze, urbanistica e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

66 risposte a Uitdaagrecht, anche a Firenze!

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “residenti”

    Basterebbe introdurre la responsabilità oggettiva.

    Io sono il CEO di una ditta che appalta alla Miguel s.rl. che subappalta alla Martinez S.p.A. un lavoro che viene fatto fare a due manovali che si ammazzano cascando dell’impalcatura? Vado in galera finché al processo non si dimostrerà che non avrei potuto comunque farci nulla. Vedi come crollerebbero gli incidenti.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      C’è già la responsabilità solidale nei subappalti.

      • Francesco scrive:

        Grazie, mi pareva molto difficile che il “capocordata” potesse essere irresponsabile.

        Come sospettavo, è la solita aria fritta italiana.

      • roberto scrive:

        mauricius

        “C’è già la responsabilità solidale nei subappalti.”

        in che senso, anche per la sicurezza sul lavoro? cioè se un muratore di una ditta subappaltante cada da una impalcatura ne risponde solidalmente anche il committente e/o l’appaltatore?

        immagino (ma non ne so nulla) che dal punto di vista del risarcimento del danno esista qualche meccanismo del genere, ma per la responsabilità penale?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          La responsabilità (civilistica) solidale è assoluta e riguarda qualsiasi credito insorga nello svolgimento del rapporto di lavoro. Anche risarcitorio.

          Penalmente, occorre una responsabilità effettiva, invece (per esempio, l’appaltante ha concordato scientemente sul tagliare sulla sicurezza per abbassare il prezzo e via dicendo).

    • Miguel Martinez scrive:

      Per ADV

      “Basterebbe introdurre la responsabilità oggettiva.”

      Quello che vorrei però sottolineare è che la morte degli operai è la conseguenza quasi inevitabile di qualcosa che è marcio a monte.

      Ne parla qui Ilaria Agostini oggi https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/19/il-crollo-del-cantiere-esselunga-a-firenze-e-solo-lultimo-tassello-di-una-storia-di-cementificazione/7451467/

    • giuseppe motta scrive:

      se abolissimo proprio il processo?

      costa tanto e poi magari danno torto al pm

    • roberto scrive:

      ADV

      “Vado in galera finché al processo non si dimostrerà che non avrei potuto comunque farci nulla”

      ma perché solo il CEO della prima ditta e non anche quelli della seconda e terza?
      e già che ci siamo perché solo il CEO e non tutto il consiglio di amministrazione?
      non sarei nemmeno troppo tenero con il capocantiere che spesso per semplice quieto vivere non fa rispettare le regole di sicurezza

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ roberto

        “perché solo”

        Per vari motivi:

        1. ‘Tutti colpevoli, nessun colpevole’. Più la responsabilità è diluita, più è difficile da individuare con chiarezza.

        2. Il CEO è il Chief Executive Officer, cioè letteralmente l’Amministratore Delegato dal consigli di amministrazione a firmare i contratti con gli appaltatori. Il contratto lo firma il CEO, la faccia ce la mette il CEO. E’ pagato per questo.

        3. E’ il CEO della ‘prima ditta’ a decidere se dare l’appalto o no e a chi. La giustizia se la prenda dunque col CEO. Se il CEO non vuole rischi, sarà il CEO a rompere le scatole e ad ispezionare gli appaltatori e i loro cantieri. Se non lo fa per ottenere il massimo risparmio, sia pronto a pagarne di persona le conseguenze. Massima retribuzione, massimo rischio.

        Cur poena minor premio?

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Beh, siccome questa degli appalti al ribasso è una fisima dei rossi, io ci andrei coi piedi di piombo e con principi molto chiari.

          Sennò si finisce con gli appalti dati sempre agli amici, a prezzi esosi, dietro garanzie puramente formali.

          Sai, essendo un VERO ligure, odio che i miei soldi siano buttati via, a chiunque vadano.

          Se ci sono le prove di quello a cui accenni, si vada tranquillamente di multone e galera. Se ci sono le prove.

    • Peucezio scrive:

      Andrea,
      non puoi introdurre la responsabilità oggettiva nel diritto penale.

      Il problema in ogni caso è più a monte.
      Che interesse ha il legislatore a mettere i bastoni fra le ruote ai grandi interessi economici (per esempio vietando i subappalti), che lo mantengono, mentre gli elettori non gli danno una lira e sono quattro poveri sfigati?

      • Francesco scrive:

        ma perchè mai dovrei vietare i subappalti? significherebbe tagliare fuori artigiani e piccole imprese specializzate da gran parte dei lavori edilizi

        l’impresa che mi ristruttura l’appartamento “subappalta” i lavori elettrici a un elettricista, quelli idraulici a un idraulico e così via. E io non ne so nulla nè lo voglio sapere. E se un operaio cadesse mentre sta rifacendo il tetto, io che ho pagato i lavori “fatti a regola d’arte” vorrei pure non essere coinvolto penalmente da mancanze altrui.

        • roberto scrive:

          francesco

          “ma perchè mai dovrei vietare i subappalti?”

          sono d’accordo, vietare i subappalti mi sembra un’idea terribile

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Francesco

          “vietare”

          Ma infatti vietare i subappalti è assurdo, non fosse che per il fatto che nessuno sa fare bene tutto.

          Ma se il responsabile (appunto…) del contratto rischia la galera tutte le volte che un operaio si fa male in cantiere, non ti preoccupare che è il primo a controllare che tutto sia a norma, senza caricare di compiti i pochissimi ispettori del lavoro.

          (Ispettori che, ricordo tra parentesi, furono raddoppiati dal ministro del lavoro del PDCI, Diliberto, e immediatamente dimezzati dal primo governo berlusconi subito dopo il primissimo provvedimento sull’azzeramento delle tasse di successione)

          E’ lo stesso motivo, a ben vedere, per cui multinazionali come la Nestlé o la Procter & Gamble sono accusate per la deforestazione nel Borneo a seguito dell’espansione della monocoltura dell’olio di palma necessario alle loro produzioni. Ovviamente non sono certo i dirigenti di quelle aziende a tagliare gli alberi. Ma se quei dirigenti si vedono costretti dalla mobilitazione dell’opinione pubblica a garantire che i loro prodotti sono stati il risultato di una filiera ecologicamente sostenibile ecco che la deforestazione del Borneo diminuisce, perché a quel punto sono quegli stessi dirigenti ad essere interessati a che i loro fornitori e subfornitori non devastino l’ambiente.

          Coi cantieri Italiani è più semplice, perché la filiera è più corta. Non si può mandare in galera il CEO perché non esiste la responsabilità oggettiva in campo penale? Va bene, ma almeno multiamolo: ad esempio facciamogli pagare il mantenimento della vedova e degli orfani.

          Non preoccuparti che con questo semplicissimo provvedimento gli incidenti mortali diminuirebbero come neve al sole, pur preservando tutte le diverse e necessarie professionalità (elettricisti, muratori, ecc.) utili ai lavori.

          La repressione e i controlli (gli ispettori del lavoro) rimangono necessari, ma niente è meglio di una sana prevenzione. Se poi la prevenzione la fanno i diretti interessati allo scopo di evitare sgradite conseguenze anche solo sul piano economico, tanto meglio per tutti.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Francesco scrive:

            Mah, non mi convinci molto.

            Le foreste del Borneo le disboscano i contadini locali o le multinazionali cinesi, se la Gretina del caso ha rotto le palle alla Nestlè, di solito assolutamente a caso.

            Sulla responsabilità, credo vada trovato un equilibrio tra la tua posizione e un ipocrita fingere che sia possibile credere che certi appaltatori facciano davvero quello che promettono per scritto. Però in una società di uomini liberi e responsabili conta quello che si dice, non un Ispettore occhiuto e moralmente superiore.

        • Peucezio scrive:

          Ma il problema non è dividere il lavoro, che è sensato.
          Il problema è che lo stesso lavoro, indiviso, viene subappaltato a x, che lo subappalta a y, che lo subappalta a z e così via, in un gioco folle di scatole cinesi fatte per sottopagare gli operai.

          • Francesco scrive:

            “fatto per sottopagare gli operai” è una cosa che ha poco senso. A meno che il committente sia uno che non capisce e non controlla nulla dei lavori, non credo sia neppure conveniente.

            Mi pare una tipica lagna da sindacalisti, scocciati che nelle piccole imprese non se li fila nessuno.

            Mi sbaglierò?

            • roberto scrive:

              francesco

              “Mi sbaglierò?”

              temo proprio di si
              🙂

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco

              “non se li fila nessuno”

              … perché se un operaio sciopera il padrone lo sostituisce lui o lo fa sostituire da un familiare. È il motivo per cui ad esempio il contratto nazionale del commercio è peggiore pure di quello dei metalmeccanico: perché se il commesso sciopera la figlia/il figlio del padrone lo sostituisce.

              È ben per quello che in Italia prosperano le microimprese, milioni di prenditori lisciati dalla politica in cambio di voti che senza lavoro nero ed e azione avrebbero chiuso da un pezzo e che sono la palla al piede d’Italia.

              Solo in massa i lavoratori si fanno rispettare. Posso citare molti esempi dalla mia esperienza in azienda.

              • Francesco scrive:

                Andrea

                avrei potuto scommetterci che saresti salito sul banco dei testimoni dalla mia parte!

                inconsapevole ma potente nel dimostrare che il sindacalismo ideologico è una delle più pesanti palle al piede dell’Italia

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ peucezio

        “non puoi”

        Lo so. In questo caso almeno, penso che sia un gran peccato. Proprio perché non ci si sempre può aspettare, come giustamente dici, che intervenga davvero il legislatore. Basti pensare a tutte le lagne destrorse del passato contro il codice degli appalti.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Peucezio scrive:

          Ma non è che non si può per un capriccio del legislatore.

          Ma perché la responsabilità oggettiva nel diritto penale sarebbe un vulnus al princpio stesso di responsabilità personale.
          Può valere in un sistema arbitrario, in cui c’è il re che fa frustare a morte lo schiavo perché la casa che gli ha costruito è crollata per altre ragioni.
          Ma non in un sistema civile, basato sulle garanzie.

    • Peucezio scrive:

      Per inciso, io centuplicherei gli stipendi dei politici e di tutti gli amministratori pubblici.
      Così non devono rubacchiare e diventare conniventi coi poteri economici.

      • roberto scrive:

        peucezio

        “io centuplicherei gli stipendi”

        io sarei anche d’accordo 🙂 ma…onestamente se c’è una cosa che ho imparato nella vita è che per soldi (e sesso) c’é gente è disposta a fare cose davvero incredibili, senza averne nessun bisogno

        • Peucezio scrive:

          Anche questo è vero.
          Però cominciamo a scremare quelli che lo fanno per bisogno o anche per avidità, ma solo per garantirsi un certo status, non per accumulare all’infinito.

      • PinoMamet scrive:

        In effetti a me pare che il mondo sia pieno di ricchissimi che sono disonesti o perlomeno moralmente discutibili.

        • Ros scrive:

          Peucezio: “…Per inciso, io centuplicherei gli stipendi dei politici e di tutti gli amministratori pubblici…”

          Una volta che assaggi i soldi e quello che ti portano i soldi e quanto costano mantenerli i soldi

          tutte le porte che t’aprono i soldi…

          non ti bastano mai proprio perché più ne hai più ne abbisogni;
          meno ne hai meno te ne servono😉

          Poi lo sa? Mantenere i patrimoni costa un patrimonio!!!🥺☹

          basta una volta che l’assaggi la bellavita pecunaria del jettsett che è come con la carne umana…

          …che l’appetito vien mangiando a Charles Montgomery Plantageneto Schicklgruber Mr. Burns

          https://4.bp.blogspot.com/-R9veZsSinHY/VlwcOn1DUbI/AAAAAAAADGI/CLuMj9I0-Ik/s1600/7th%2BGray%2BRed.jpg

        • PinoMamet scrive:

          “Una volta che assaggi i soldi e quello che ti portano i soldi e quanto costano mantenerli i soldi”

          “Ci sono cose più importanti del denaro, ma costano un sacco di soldi!”
          (Marx, Groucho naturalmente)

          • Francesco scrive:

            Lui sì che merita il titolo di filosofo!

          • roberto scrive:

            pino

            “(Marx, Groucho naturalmente)”

            fantastica!
            😀

          • Ros scrive:

            Marx😹😹😹
            il cumpa’ di Dylan Dog!

            “Non entrerei mai a far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me ”

            È quello che penso ogni volta d’ogni fimmina che s’invaghisce di me;
            dev’essere sicuro strana, lunatica e scriteriata;
            e forse pure manesca e pericolosa?🥺

            Meglio filarsela🤔🙄

            La mia idea di cultura:

            “Dal momento in cui ho preso in mano questo libro, fino a quando l’ho rimesso a posto, non ho smesso di ridere per un solo momento.
            Un giorno ho persino intenzione di leggerlo.”

            • Francesco scrive:

              pensa che mi piaceva molto pur essendo un radicale avversario della Thatcher!

              ma ero giovane e di strette vedute, oggi sono molto più moderato e pacifico

  2. Roberto scrive:

    Miguel

    “l’Uitdaagrecht”

    Ma una volta presentato il piano, cosa succede?

  3. Francesco scrive:

    Miguel,

    capisco che a te piaccia l’idea ma se l’Esercito ha venduto a Fusi un immobile nel 2002, cosa cavolo esiste a fare un comitato di rompiscatole nel 2024? l’immobile è del signor Esselunga, che lo ha comprato dal signor Fusi.

    Il processo che citi non ha rivelato irregolarità nell’acquisto dell’ex panificio, a quanto capisco. Il resto è nulla.

    La proprietà privata ha la precedenza sui gusti dei residenti in zona. Se non sbaglio, il Sistema funziona così. E non mi pare sia un elemento del Sistema di cui lamentarsi.

    • Fuzzy scrive:

      Il Sistema funziona con i più grandi partiti intrecciati con i poteri economici finanziari.
      Non faccio nomi, ma qualcuno li conoscerà di sicuro.
      Da questa logica non si uscirà mai finché il Sistema non inizierà a perdere colpi.
      A dire il vero sta già perdendo colpi.
      Ma è tremendamente resiliente.
      Quando oramai lo daresti per spacciato tira sempre fuori una carta di riserva.
      https://oilprice.com/Energy/Energy-General/A-Tumultuous-Year-for-South-Americas-Oil-Industry.html
      Ma insomma, a farlo fuori definitivamente saranno o la termodinamica, o l’ecologia, penso.
      Penso, perché questo trovo scritto spesso laddove vado intenzionalmente a leggere.

      • Francesco scrive:

        Fuzzy

        sentire che l’Esselunga sta aprendo un negozio a Firenze mi pare un’ottima notizia. Per motivi storici e politici, oltre che economici.

        L’idea di fare un parco dove c’era un panificio grande e grosso mi lascia qualche perplessità per i costi ma tutto sommato è una questione politica comunale: il Comune doveva cacciare i soldi per comprare l’immobile e farlo demolire.

        Cosa c’entra il Sistema?

        • Fuzzy scrive:

          Boh, io il Sistema lo vedo dappertutto
          È come un grande albero dove sopra ogni ramo crescono tanti sottorami, tra cui i famigerati “succhioni” e rametti.
          Ma non c’è il potatore. Quindi l’albero cresce a dismisura si aggroviglia, poi si ammala e si secca.

        • PinoMamet scrive:

          ” sentire che l’Esselunga sta aprendo un negozio a Firenze mi pare un’ottima notizia.”

          Ignoro i motivi delle tue preferenze in materia di supermercati, e ti prego di NON informarmene.

          Ma se leggi meglio il post, vedrai che nelle immediate vicinanze ci sono già due “ottime notizie ” 😉

          • Francesco scrive:

            così dicono, solo che di solito le catene di supermercati che non sanno dove aprire i propri negozi sono già fallite

            mentre i consigli dei comitati locali sono aggratis

            😀

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ma no che non falliscono: al massimo chiudono i punti vendita in eccesso.
              Succede nelle città in cui una catena si espande troppo (a Udine in tempi recenti è successa una cosa simile).

              • Francesco scrive:

                sì, se lo fai una volta puoi cavartela

                ma il mercato non perdona chi sbaglia troppo spesso

                ciao

            • Fuzzy scrive:

              Beh, per letture casuali di articoli qualche anno fa, mi risulta che a Bologna sia stata fatta una politica sui negozi tale da mantenere in vita quelli più piccoli di quartiere.
              Vedi il negozietto di “Sandokan” in “l’ispettore Coliandro”
              Naturalmente i prezzi non saranno bassi come quelli degli “iper” ma vuoi mettere il colpo d’occhio?
              Perché Firenze no?
              Oddio, ci sono passato alcuni anni fa, da Signa in direzione Siena per strada normale e tra me e mia moglie non riuscivamo più a uscire dal dedalo di strade che si estende oltre i confini dell’immaginazione.
              Mi par di ricordare che a un certo punto mia moglie si sia messa a piangere dalla disperazione.

              • Francesco scrive:

                Diciamo che, di pancia e quindi solo in prima approssimazione, preferisco poter scegliere tra i prezzi bassi del supermercato e quelli alti del negozietto.

                Ciao

        • paniscus scrive:

          Quale sarebbe esattamente la valenza di “ottima notizia”

          sul fatto che una catena di grande distribuzione apra un NUOVO centro commerciale in un punto dove ce ne sono già altri due o della stessa catena, e praticamente uguali, a distanza di meno di un chilometro (oltre ad altri sei o sette di altre catene dalla funzione quasi identica)?

          Per quale motivo si ritiene che questa nuova espansione sia UTILE agli abitanti, alla società, alla sicurezza, al flusso del traffico e alla città in generale?

          Non è una provocazione, è una domanda seria.

          Dove starebbe il vantaggio collettivo, a parte quello che finisce nelle tasche dei proprietari, che appunto NON è collettivo?

          (specifico che se la stessa porcheria, con la stessa identica riproduzione di centri già esistenti molto vicino, l’avesse fatta la COOP o il Conad o il Penny Market, avrei reagito allo stesso modo: a cosa servono tre grandi centri commerciali uguali, della stessa proprietà, nello stesso quartiere, a distanza di poche centinaia di metri?)

          • roberto scrive:

            paniscus (e francesco)

            “Dove starebbe il vantaggio collettivo, a parte quello che finisce nelle tasche dei proprietari, che appunto NON è collettivo?”

            il vantaggio collettivo si vedrà se ci sarà

            cioè se la gente andrà in quel supermercato ci sarà stato evidentemente un vantaggio collettivo (e un guadagno per i proprietari)

            se quel supermercato sarà “inutile” nessuno ci andrà e fallirà (e i proprietari ci perderanno)

            non ci vedo niente né di “ottima notizia” come dice francesco né di inutilità per se, come sottintende paniscus

            • Francesco scrive:

              mi associo

              la battuta su ottima notizia era relativa alla libertà di impresa estesa anche alla Toscana dopo una lunga storia di mercati chiusi

              ciao

              • paniscus scrive:

                se era una battuta, era una battuta penosa che non fa ridere affatto. La Toscana è già ampiamente schiava della cosiddetta “libertà di impresa”, vedi piste degli aeroporti, piana di Sesto, svendita di beni pubblici a speculatori stranieri, subappalto dei servizi pubblici a vere o finte cooperative di tutti i colori, per non parlare di quello che è successo in altre province come Siena o Arezzo, che conosco meno di Firenze…

              • Francesco scrive:

                la battuta era solo relativa all’apertura del mercato della GDO a un’impresa sgradita alle COOP

                il resto non so cosa sia

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “la battuta era solo relativa all’apertura del mercato della GDO a un’impresa sgradita alle COOP”

                Uno, la Esselunga qui in Toscana c’è da sempre.

                Due, i nostri amici combattono la cementificazione a opera della Coop esattamente come combattono quella a opera della Esselunga.

                Il problema non sono le partigianerie, è l’ambiente.

              • paniscus scrive:

                “all’apertura del mercato della GDO a un’impresa sgradita alle COOP”—

                L’Esselunga è diffusissima a Firenze da almeno 30 anni, e tu la vedi come una grande conquista di concorrenza che finalmente ha appena cominciato ad affacciarsi?

              • Moi scrive:

                Dopo la “Pèsca” 😀 …

                La Carota fa cagare, è forse più “cringe” 😉 della pèsca … la Noce è al contrario Romanticismo puro !

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              “se quel supermercato sarà “inutile” nessuno ci andrà e fallirà (e i proprietari ci perderanno)”

              Sì, ma intanto si sarà creato un mostro di cemento del tutto inutile e ci saranno costi di smantellamento, ammesso che mai si smantelli.
              E inoltre ci sono già stati dei morti.
              No, la mano invisibile del mercato ha bisogno dei suoi bravi correttivi.

              • Francesco scrive:

                Non certo in questo caso!

                Pensa tu a quanta gente avrà lavorato, ammesso e non concesso che quelli che pagano per aprire il supermercato abbiano sbagliato i loro conti.

                L’alternativa era avere un rudere inutilizzato, visto che il Comune non ha i soldi per farne un Parco.

                Su dai, siamo seri anche nel criticare il mercato.

                Sui morti: il problema non può essere bloccare tutto ma lavorare bene. Sennò pure a demolire il panifici e piantare gli alberi sarebbe una strage!

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “L’alternativa era avere un rudere inutilizzato, visto che il Comune non ha i soldi per farne un Parco.”

                Questa è una bella obiezione.

                Infatti se io fossi Lorenzo il Magnifico, ti avrei chiamato subito a far parte della commissione che riflette su cosa fare a Firenze.

                La prima risposta, è che forse demolire e rimuovere sia meno impegnativo che costruire palazzoni e parcheggi.

                Ovviamente ci sono questioni di soldi: lo scommettitore che spera di farci i miliardi (per finire poi magari in galera) ha uno spirito diverso dal funzionario comunale da 2000 euro al mese, terrorizzato di venire denunciato al primo sbaglio.

                E comunque entrambi pensano sempre in termini di “pubblico” contro “privato” e mai in termini di sussidiarietà.

              • Francesco scrive:

                Miguel

                un parco a spese del Comune non è sussidiarietà

                anche se mi suona come una buona idea, quella del parco

                è spesa pubblica, soldi delle tasse, tasse che scendono se si ostacolano per partito preso quelli che “sperano di farci i miliardi”

                Ciao

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “La proprietà privata ha la precedenza sui gusti dei residenti in zona.”

      No.

      No.

      No.

      • giuseppe motta scrive:

        pensa se i residenti decidono che il mio giardino non è di loro gusto e ci vogliono un parcheggio

      • Francesco scrive:

        Eh Miguel, mi spiace ma non stavo proponendo una scelta, stavo illustrando un dato di fatto.

        Magari discutibile, a me non pare, però di sicuro a oggi un dato di fatto.

        Ciao

  4. Mauricius Tarvisii scrive:

    “Fateci un parco”

    Io ho presente una città dove, a fronte di uno stanziamento statale, invece di un lotto di tangenziale hanno deciso di fare un parco. Attualmente è in rovina, perché il comune non ha i soldi per manutenerlo e, trovandosi in zona tangenziale, non riesce ad organizzarci nulla.
    Questo vuol dire che fare parchi è sempre sbagliato? No. Questo vuol dire che non esiste la ricetta replicabile sempre e comunque.

  5. Francesco scrive:

    OT

    pare che sulla questione degli appalti e subappalti io e MT siamo d’accordo. lo segnalo perchè non capita molto spesso!

    😀

    fine OT

  6. Moi scrive:

    @ PINO MAMET

    Scusa, ma … quel film biopic su Golda Meir (inizialmente addirittura sembrava con Helen Mirren è stato rinviato sine die per “ovvi motivi” contingenti di attualità che ne penalizzerebbero la popolarità ?

  7. Moi scrive:

    @ FRANCESCO / TUTTI/E/*

    Bocconi, 3 studenti sospesi per 6 mesi per i commenti sui bagni gender neutral: “Li puoi usare per andare a trans”

    I tre sono accusati di aver pubblicato online commenti offensivi e discriminatori sui bagni gender neutral, non riservati solo a maschi o femmine, ma accessibili a tutti

    https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cronaca/579307/bocconi-studenti-sospesi-bagni-gender.html

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