Come nasce uno Stato

Il Messico, nella sua incredibile varietà, è un luogo affascinante per capire i processi che viviamo tutti.

Il Cártel del Golfo o CDG opera da oltre novant’anni nel campo del commercio internazionale – iniziarono rifornendo gli statunitensi assetati di alcol durante il proibizionismo, e continuano oggi aiutando gli statunitensi alla ricerca della cocaina.

Un po’ come fecero gli inglesi, venendo umanitariamente incontro alla domanda degli oppiomani cinesi un secolo prima.

Ogni frontiera crea un pieno da una parte, e un vuoto dall’altra.

In Egitto, mi sono trovato a importare tre bottiglie di whisky, solo ufficialmente per “consumo personale”. Cosa legale per uno straniero, ma che rivela un pieno “occidentale” e a un vuoto “orientale”.

Se avessi voluto importare trecento bottiglie, avrei guadagnato una fortuna; ma avrei anche rischiato pesantemente: mi ricordo come una gentilissima assistente di volo ti porge, mezz’ora prima dell’arrivo a Singapore, un foglietto in cui ti chiedono se hai qualcosa da dichiarare e ti ricordano che per l’importazione di sostanze stupefacenti, c’è la pena di morte. Un grammo di hashish e via.

Avete presenti gli italiani che non sanno tenere una matita in mano ma ti dicono di essere compatrioti di Leonardo? A Singapore, tutti mi hanno fatto una testa così con il vanto nazionale, che era la severità delle pene: in un sondaggio, il 95% esaltava la pena di morte. 

Le frontiere selezionano un tipo di umanità eccezionale, che è esattamente quella che il limes romano selezionò tra il secondo e il quinto secolo dell’era cristiana.

Cioè uomini (ho un amico irlandese che sostiene di aver avuto la bisnonna pirata, ma di solito sono uomini) che sognano di diventare molto ricchi, ma rischiando di morire molto giovani.

Non siamo in tanti a mettere la paura di morire al secondo posto, e questo già opera una fortissima selezione: gli Stati Esistenti, quelli che creano le frontiere, tendono a selezionare al contrario persone che mettono la propria sopravvivenza, anzi la propria accettabilità sociale, al di sopra di tutto.

Ecco perché in Messico si trova in prima linea un’umanità inimmaginabile in Italia, di Frontalieri (ma immagino comunissima in Libia oggi): non a caso forse, i frontalieri sono tali anche etnicamente – se guardate le foto dei capi dei narcos, non sono quasi mai indios.

I frontalieri devono creare legami con altri uomini come loro.

Non è un rapporto facile: gli uomini come loro possono saltare loro alla gola in qualunque momento.

Per questo, il Capo deve basarsi su terrore e amore, che è una polarità fondamentale dell’esistenza di noi tutti.

Il terrore deve essere tale da spaventare persino chi non ha paura di morire.

Quindi deve essere un terrore assoluto, che supera l’immaginazione delle stesse persone che deve terrorizzare. Lo Stato Esistente si fonda sulla propria impersonalità e ineluttabilità: il burocrate dell’Agenzia delle Entrate, pauroso come un coniglio, ci metterà vent’anni, ma prima o poi troverà l’errore nella dichiarazione dei redditi e te lo farà pagare, contando sul fatto che nessuno gli righerai mai nemmeno la carrozziera dell’auto.

Il Frontaliero non può contare sull’impersonalità, non può pagare funzionari anonimi per perseguitarti per due decenni, non può costruire carceri dove garantisce di nutrire le sue vittime ogni santo giorno fino a fine pena mai.

Il Frontaliero deve quindi instillare il terrore con mutilazioni e torture e massacri.

E lo deve fare in maniera pubblica – le esecuzioni in piazza di un tempo vengono sostituite con i video dei narcos dei nostri tempi (mi ricordo di uno in cui una ragazza, viva e cosciente, viene lentamente smembrata).

Inutile moraleggiare: un Frontaliero mite è un Frontaliero morto.

Ma il Frontaliero deve anche giocare con l’amore. Ispirare in chi condivide con lui la scelta della morte, uno spirito di fiducia.

Gli uomini che lo seguono devono sapere che il Frontaliero è disposto a morire non solo per se stesso, ma anche per loro.

Il suo Potere è proporzionale al Terrore che sa ispirare; ma lo è anche all’Amore che sa ispirare. E quell’amore deve essere credibile fino al punto di diventare autentico: la generosità del Capo deve essere totale, fino alla donazione della stessa sua vita. E infatti, il Capo sa che molto presto verrà ucciso, o – peggio – verrà rapito da qualche agente statunitense e rinchiuso in un carcere a vita. E quindi trasforma naturalmente questo suo destino in un sacrificio umano.

E in questa impersonalità, il Frontaliero già sta fondando un nuovo Stato. Cioè un nuovo ente immaginario, un idolo che si distacca dai propri fondatori, diventando astrazione: non è più il Capo che compie il sacrificio umano, è lo Stato.

Come è successo in tutta la storia umana.

Alcuni mesi fa, l’esercito messicano scoprì il “regolamento XIX” degli Scorpioni del Cártel del Golfo, pochi paragrafi che con una certa tenerezza fanno capire come nasce uno Stato.

La stampa messicana ha sottolineato il fatto che pezzi interi del testo sono stati ricopiati da documenti dell’esercito messicano: ma proprio questo sottolinea come lo Stato Esistente e quello Nascente siano in fondo la stessa cosa.

Ecco a voi il Regolamento XIX, in tutta la sua nascente impersonalità:

I. La disciplina deve essere rigida, ferma e ragionata da parte di un superiore nei confronti di subordinati e controparti.
II. Il principio della disciplina è il dovere e l’obbedienza; è nobile comandare come obbedire, e chi sa obbedire comanderà meglio.
III. Gli ordini devono essere eseguiti con precisione e intelligenza, senza ritardi o brontolii. Si possono chiedere chiarimenti solo quando appaiono poco chiari.
IV. Gli ordini devono essere impartiti dai superiori in conformità ai codici organizzativi e alla subordinazione mantenuta tra i gradi o le commissioni.
V. È vietato parlare male dei propri superiori; in caso di lamentele, queste devono essere portate a conoscenza di chi può porvi rimedio e non si deve dare il cattivo esempio con le maldicenze.
VI. Esiste una subordinazione tra membri dello stesso grado o della stessa gerarchia, purché abbiano un incarico di comando.
VII. Tutti i membri del comando devono conoscere i propri subordinati, il loro background, la loro mentalità, le loro qualità e i loro difetti, oltre ad avere un inventario del personale, delle attrezzature e delle risorse a loro disposizione.
VIII. Ogni membro deve eseguire e far rispettare gli ordini impartiti dal comando e accettare con dignità materiale e morale.
IX. Devono rimanere sempre puliti, vestiti correttamente in abiti civili o in uniforme e mantenere i loro abiti in perfette condizioni, astenersi dal parlare in modo inappropriato o con codici in luoghi pubblici o richiamare l’attenzione su di sé, poiché tutti i membri rappresentano il cartello e devono mettere al primo posto gli obiettivi dell’organizzazione.

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22 risposte a Come nasce uno Stato

  1. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “Stato”

    Mi conforta leggere che il regolamento di un cartello è indistinguibile da quello dei Carabinieri, perché conferma l’idea che etica e politica sono distinte. Del resto, se uno Stato è ben regolato lo è indipendentemente dalle caratteristiche morali dei suoi membri. Lo sarebbe anche un una repubblica di demoni.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  2. Fuzzy scrive:

    Voglio sperare che come scriveva Kropotkin,
    nelle società tradizionali, all’ombra delle violente dispute fra potenti ci fosse una maggioranza di persone che si teneva defilata e in qualche modo intrecciava rapporti di collaborazione nel mutuo interesse.
    Kropotkin era un naturalista e osservava questa caratteristica soprattutto nel mondo animale.

  3. Moi scrive:

    @ HABS / TUTTI-I

    In Italiano, il termine “Frontalieri” ha avuto dei traslati di significato … passando da comuni pendolari limitrofi di Austria e Svizzera che lavorano oltreconfine ma spendono in Italia a … persone della medesima zona limitrofa Alpina che vanno a consumare legalmente 🙂 😉 in Austria e Svizzera quella robina lì 🙂 ch’è ipocritamente stigmatizzata in Italia ma NON è una “sostanza psicotropa” 😀 !

    😀

    • Moi scrive:

      una volta 😉 c’erano anche dei Frontalieri fra Piemonte/Lombardia che portavano i “borsoni” di soldi clandestinamente in Svizzera … ma il tutto è stato reso obsoleto e sconveniente dall’ informatica !

  4. Miguel Martinez scrive:

    In questo post, ho un gran debito verso Peter Heather, La caduta dell’Impero romano. Una nuova storia (The Fall of the Roman Empire: a New History of Rome and the Barbarians), un’opera davvero fondamentale.

    Che descrive proprio il meccanismo del Limes romano, che attira come una calamita per il passaggio di ricchezze (anche legali). Ma la stessa calamita che attira un gruppo di avventurieri a insediarsi vicino alla frontiera romana, attira altri: il primo nemico è quello alle proprie spalle, non i romani.

    E questo forgia le dinamiche che ho riassunto qui, e che furono alla base anche della cultura dell’Alto Medioevo.

    • PinoMamet scrive:

      mmm
      è curioso che nell’ultimo periodo dell’Impero Romano d’Occidente furono proprio molti “frontalieri” ad assumere incarichi di potere
      (l’immancabile Barbero lo spiega bene, da bravo divulgatore qual è).

      la macchina imperiale romana aveva trovato un modo efficace di integrarli, da secoli, negli auxilia
      (c’è un bel filmato su youtube di rievocatori batavi, voglio dire, olandesi, che spiega bene le dinamiche)

      da notare che nella Colonna Traiana i legionari romani veri e propri, cittadini romani cioè (la convenzione artistica li raffigura con lo scudo rettangolare e la corazza a strisce di metallo, non sappiamo se corrispondesse sempre a verità) sono impegnati soprattutto a costruire, ponti, strade ecc.: i civilizzatori.
      Gli ausiliari (scudo ovale) e altre truppe barbariche (i cavalieri numidi con i dreadlock) sono rappresentati mentre combattono, fanno a pezzi i nemici e nje riportano le teste…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “è curioso che nell’ultimo periodo dell’Impero Romano d’Occidente furono proprio molti “frontalieri” ad assumere incarichi di potere”

        Esatto!

        Chi sa quanti agenti antidroga statunitensi si chiamano Miguel Martinez!

  5. Mauricius Tarvisii scrive:

    “La stampa messicana ha sottolineato il fatto che pezzi interi del testo sono stati ricopiati da documenti dell’esercito messicano”

    Parliamo di un’organizzazione che ha anche un proprio logo, con tanto si tricolore messicano (e non smerciano neppure Made in Mexico!). Se vuoi apparire peofessionale e copiare gli operatori economici coi loghi, allora devi darti anche un regolamento scopiazzato da forze armate vere.

  6. PinoMamet scrive:

    “Signore, credo di aver visto il suo tipo.. alta e coi fianchi grossi”
    “E i capelli come sono, neri? Sono neri o no?”
    (inquadratura di una bella ragazza, biondissima, vestita da prostituta)
    “Neri, neri”.
    “Ecco segnati bene il punto della strada. Domani torniamo”.
    “Ma non dobbiamo partire stare?”
    “Ciccio, come dev’essere l’obbedienza? Te le avranno insegnate, no, queste fregnacce, in caserma?”
    “Pronta, rispettosa e assoluta!”
    “Ecco, allora domani torniamo. Oggi non mi sento venereo”.

    (Profumo di donna; quello vero, quello con Gassmann).

    Chissà che la disobbedienza, non nell’alto senso civile che vorrebbe qualcuno, ma anche nel senso basso, volgare, caciarone, approssimativo, parodistico, sigla dell’uomo italico, non sia la chiave per opporsi agli Stati in divenire.. e far crollare quelli divenuti.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Chissà che la disobbedienza, non nell’alto senso civile che vorrebbe qualcuno, ma anche nel senso basso, volgare, caciarone, approssimativo, parodistico, sigla dell’uomo italico,”

      E anche del Toron di Michoacan!

  7. Moi scrive:

    A proposito di Grandi Opere …

    https://www.drcommodore.it/2023/08/12/salvini-topolino-ponte-sullo-stretto/

    Salvini cita Topolino per lo stretto di Messina, ma nel fumetto il ponte viene demolito

  8. Moi scrive:

    SE siete MaschiBianchiEteroCisBinari … potete “rifarvi” da mancini come vittimI

    https://www.bbc.co.uk/newsround/53739189

    Left-Handers Day: Amazing facts about lefties

  9. tomar scrive:

    Che in Messico le cose si presentino con questa ruvida esemplarità è forse legato anche al fatto che questo stato è stato fondato sui massacri dei frontaleros di Hernán Cortés.

    • Moi scrive:

      … prima avevano i sacrifici umani, in teoria per ridare sangue al sole.

      Quante gliene avrebbe dette ai “PreColomibiani” il Lucrezio del De Rerum Natura 🙂 !

      • Moi scrive:

        poi c’è il film con Raul Bova Indiana Jones mancato 🙂 in cui i “Predators” (Dei Astronauti) hanno costruito le megapiramidi a gradoni come incubatrici per gli “Xenomorfi” e utilizzando gli umani da relativo mangime … per poi divertirsi con la caccia allo xenomorfo !

      • tomar scrive:

        “… prima avevano i sacrifici umani”
        Qui non c’entra il confronto di civiltà. Mi sembra evidente che un narco abbia molto più in comune con un conquistador che con un sacerdote azteco.

        • PinoMamet scrive:

          Mmmm dici? Non ne sono affatto sicuro.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Tomar

          “Mi sembra evidente che un narco abbia molto più in comune con un conquistador che con un sacerdote azteco.”

          Suggerisco una lettura più complessa, magari sbagliata.

          Il narco non è il contadino indio (anche se magari il figlio del contadino indio può finire coinvolto): le zone narco sono in genere quelle di frontiere, a nord o verso il mar Caraibico, oppure nel Michoacan che è anche terra di vaccari. Mi sembra che le aree più “tradizionali” del Messico ne siano abbastanza esenti.

          Le facce tipiche che si vedono nelle foto sono molto più mediterranee che indie, spesso indistinguibili da quelle italiane.

          Infatti, storicamente la violenza in Messico – e ce n’è sempre stata tanta – è stata in buona parte appannaggio dei meticci, cioè dei “figli rinnegati” dei quattro conquistatori con le donne indigene, “senza arte né parte”, che dovevano arrangiarsi.

          E’ un concetto che è stato approfondito anche in quel capolavoro che è México profundo di Guillermo Bonfil Batalla, uno di quei libri che mi hanno fatto cambiare visione.

          • tomar scrive:

            D’accordo sul meticciato dei rinnegati come manovalanza storica della violenza in Messico, ma io intendevo indicare una discendenza non tanto etnica quanto di postura.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Moi

        “Lucrezio”

        Esattamente! 🙂🙂🙂

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  10. Miguel Martinez scrive:

    OT per Moi

    https://reduxx.info/man-who-identifies-as-a-muslim-woman-files-legal-claim-to-retrieve-his-testicles-from-ex-boyfriends-fridge/

    Man Who Identifies As A “Muslim Woman” Files Legal Claim to Retrieve His Testicles From Ex-Boyfriend’s Fridge

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