Annaffiatori clandestini fiorentini

Segnalo un articolo dell’ottimo Ugo Bardi uscito oggi sul Fatto Quotidiano sul tema dell’ordinanza ammazzaverde emessa dal Comune di Firenze.

Nella parte essenziale, l’ordinanza dice che il Sindaco:

ORDINA
fino al 30 settembre 2022, agli utenti di tipo domestico di Publiacqua S.p.A., è fatto divieto assoluto, su tutto il territorio comunale, di utilizzare l’acqua potabile proveniente dall’acquedotto per scopi diversi da quelli igienici e domestici ed in particolare è vietato utilizzare acqua potabile fornita dal pubblico acquedotto per:
l’innaffiamento di giardini, prati ed orti;
 il lavaggio di cortili e piazzali e garage;
 il lavaggio domestico di veicoli a motore;
 il riempimento di vasche da giardino, fontane ornamentali e simili, anche se dotate di impianto di ricircolo dell’acqua.

L’altro ieri, telefono alla Polizia Ambientale del Comune di Firenze (Viale A. Guidoni, 158, tel. n. 055 328 3683, se volete provare anche voi), con una domanda molto semplice.

“Buongiorno, io non ho né un giardino né un orto, ho alcune piante sulla terrazza, tra cui piantine di pomodori e di erbe aromatiche per consumo domestico.

Vorrei sapere se, in base all’ordinanza ORD/2022/00157 del 28/07/2022, posso annaffiarle o le devo lasciare morire?

L’addetta della Polizia Ambientale mi dice che il Regolamento della Regione Toscana approvato con D.P.G.R. n. 29/R del 26 maggio 2008 “Disposizioni per la riduzione e l’ottimizzazione dei consumi di acqua erogata a terzi dal Gestore del Servizio Idrico Integrato” vieta solo

l’utilizzo dell’acqua potabile erogata da pubblico acquedotto per:
· irrigare orti e giardini con superficie superiore a 500 m2
· innaffiare e irrigare superfici adibite ad attività sportive;
· alimentare impianti di climatizzazione ed impianti di qualsiasi altro tipo;
· riempire piscine ad uso privato

e che quindi non c’è problema, non ho un “orto con superficie superiore a 500 m2”.

Le faccio presente che l’ordinanza del sindaco di Firenze è molto più restrittiva del regolamento della Regione Toscana, e parla di “divieto assoluto” di utilizzo dell’acqua pubblica per “scopi diversi da quelli igienici e domestici”.

A questo punto mi dice che la questione non è di competenza della Polizia Ambientale, e mi invita a telefonare al Reparto Quartiere 1 Zona Centrale, Via delle Terme, 2, tel. n. 055 2616057, per competenza di zona.

Telefono stamattina al numero che la signora mi ha gentilmente dato.

Mi risponde una voce maschile, a cui pongo la stessa domanda.

Mi dice che la questione è di competenza della Polizia Ambientale di Viale Guidoni, e che devo chiamare loro.

Gli spiego che sono proprio loro che hanno detto che la competenza è invece sua.

Mi dice che gli sembra strano, poi mi legge il brano dell’ordinanza che riporto sopra.

Gli chiedo,

“sì, l’ordinanza l’ho letta anch’io. Ma voglio sapere se posso o no annaffiare i vasi che ho sulla terrazza, che non sono un giardino, un prato o un orto”.

Mi risponde, dicendo,

“l’ordinanza mi sembra molto chiara”.

“Cioè secondo lei io posso annaffiare le piante sulla mia terrazza, o le devo lasciar morire?”

“l’ordinanza mi sembra molto chiara.”

“Ma scusi, se lei mi vede annaffiare le piante sulla mia terrazza, lei mi multa o no?”

“L’ordinanza mi sembra molto chiara. Comunque io devo rispondere adesso a richieste per permessi.”

“Io cosa devo fare? Posso chiederle una risposta sì o no, e chiederle il suo nome?”

“La saluto, buongiorno”.

“Buongiorno”.

Stamattina ho provato quattro o cinque volte a richiamare la Polizia Ambientale, nell’orario indicato sul sito del Comune, ma non risponde.

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217 risposte a Annaffiatori clandestini fiorentini

  1. PinoMamet scrive:

    Ti posso suggerire di annaffiare i pomodori quando non passa nessun vigile? 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Pino Mamet

      “Ti posso suggerire di annaffiare i pomodori quando non passa nessun vigile? 😉”

      Non dire “vigile”, la “polizia municipale” si offende!

      La tua risposta è sottintesa alle risposte che mi hanno dato. Traducibile come, “noi non ci abbiamo capito nulla, se non ci chiama il vicino di casa che ce l’ha con te, fai come vuoi, siamo umani anche noi”.

      Io ho una carissima amica nella polizia municipale che sogna di fare tante cose buone per la sua città, credo che sia un mestiere infame e che richiede molto coraggio, e che fa molte cose buone.

      Ma è esattamente questo (sano) spirito italiano che è sotto accusa tutti i giorni: “chiudiamo un occhio”, “finché non succede niente, va tutto bene”.

      Che certamente fa funzionare meglio il mondo, ma permette anche a chi scrive le ordinanze di ordinare cose assurde, con la scappatoia di sapere che la gente evadera le regole.

      • roberto scrive:

        Hai vicini che ti odiano?
        Non credo, allora segui il consiglio di pino

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “Hai vicini che ti odiano?
          Non credo, allora segui il consiglio di pino”

          E’ un consiglio da mafioso.

          Non ho nulla contro la mafia, ma vorrei sapere qual è la regola ufficiale.

          • roberto scrive:

            E perché chiedi alla polizia allora? Mica l’hanno scritta loro (ti rispondo sotto su “uso domestico”. La piantina sul balcone è in casa? Si quindi = uso domestico)

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “La piantina sul balcone è in casa? Si quindi = uso domestico”

              Tu che sei nel Lussemburgo, capisci così (e mi va benissimo).

              Il sottilissimo tono di voce del funzionario fiorentino ha insinuato l’esatto contrario.

              • roberto scrive:

                Io parlo e leggo l’italiano e so per certo che le regole in Italia sono scritte in italiano

                Se vai davanti ad un giudice non conta il tono di voce che credi di aver percepito ma la lettera della regola

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Se vai davanti ad un giudice non conta il tono di voce che credi di aver percepito ma la lettera della regola”

                Infatti, per questo ho fatto una domanda precisa a chi mi potrebbe multare: “sto commettendo in questo momento un illecito oppure no?”

  2. Miguel Martinez scrive:

    Io capisco benissimo l’imbarazzo del singolo membro della polizia municipale, che deve dire:

    “le ordino di uccidere le piante che ha sul balcone!”

    perché è l’ultimo esecutore stipendiato di una catena gerarchica.

    Al telefono, gli esseri umani sono sfuggenti… ma penso di non sbagliare a tradurre il pensiero del poliziotto municipale cosi:

    “mi sembra che l’ordinanza in effetti le ordini di ammazzare anche la piantina di prezzemolo che ha sulla terrazza.

    Ma io mi vergogno di dirglielo esplicitamente, perché anch’io ritengo criminale e assurdo il provvedimento, la invito a violare la legge senza farsi notare troppo.

    Nella speranza che nessun vicino spione la denunci, perché allora dovremo darle addosso.

    E siccome io, pubblico ufficiale, le ho appena suggerito di violare la legge, non le dico il mio nome e scappo”.

    • giuseppe motta scrive:

      o forse era solo irritato da una domanda che ha giudicato provocatoria e di scarsa utilità pratica

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Giuseppe Motta

        “o forse era solo irritato da una domanda che ha giudicato provocatoria e di scarsa utilità pratica”

        Credo che decine di migliaia di fiorentini abbiano delle piante sulla terrazza, quindi la domanda è di estrema utilità pratica.

        La domanda era sicuramente “provocatoria”, nel senso che:

        tutti sappiamo che è stato emanato un decreto assurdo, come sono molto spesso le leggi italiane.

        tutti siamo d’accordo che bisogna trovare il modo di evaderlo illegalmente.

        Ma esiste tutta una cultura alla roberto 🙂 che ci dice che dobbiamo smetterla di esserla un paese di mafiosi, che fanno le pernacchie alle leggi assurde facendo finta di rispettarle, e che dobbiamo diventare un Paese Normale dove si fanno Regole Serie che vanno rispettate.

        Mi sembra normale chiedere al Comune…

        tu hai fatto una norma “ASSOLUTA” che mi vincola senza appello.

        Questa norma mi obbliga o no di uccidere le piantine che ho sul balcone?

        • roberto scrive:

          Miguel

          “ un Paese Normale dove si fanno Regole Serie che vanno rispettate”

          Aggiungi che in un paese normale pure i cittadini si comportano in modo serio

      • giuseppe motta scrive:

        scusami Miguel ma tu gli hai detto proprio “i vasi che ho sulla terrazza, che non sono un giardino, un prato o un orto”

        bene, l’ordinanza invece parla di giardini, prati e orti che come tu hai detto non sono i vasi che hai sulla terrazza

        quindi da questo punto di vista direi che ha ragione il vigile, l’ordinanza sembra davvero molto chiara e probabilmente ha percepito la tua insistenza come provocatoria

        e pure di scarsa utilità pratica a meno di non credere davvero che i vigili verificheranno il tasso di umidità dei vasi in terrazza (ci saprai dire se così sarà naturalmente)

        • roberto scrive:

          Grazie magari a te ti ascolta 🤣

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Giuseppe

          “bene, l’ordinanza invece parla di giardini, prati e orti che come tu hai detto non sono i vasi che hai sulla terrazza”

          No.

          L’ordinanza dice chiaramente che c’è un divieto assoluto di qualunque utilizzo non sia domestico o igienico.

          Poi dà degli esempi, che sono una minima parte di quelli “non domestici o igenici”.

          I vicini di casa – non tutti persone complici e disposte a chiudere un occhio, viviamo come sapete in centro – ritengono che il divieto riguardi anche l’annaffiamento delle piante sulla terrazza.

          • roberto scrive:

            Sbagliano. Di ai vicini che gli usi domestici sono permessi e digli che se ti rompono le scatole li denunci per calunnia (è una cazzabubbola ma tanto se si deve giocare a chi la spara più grossa almeno hai una parola in legalese per una cosa che potrebbe assomigliare)

        • Miguel Martinez scrive:

          Per giuseppe

          “bene, l’ordinanza invece parla di giardini, prati e orti che come tu hai detto non sono i vasi che hai sulla terrazza”

          Parlando a titolo personale, una mia amica che lavora in polizia municipale ritiene invece che l’ordinanza vieti anche l’annaffiamento dei vasi sulla terrazza.

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Martinez

            “terrazza”

            Credo che abbiano ragione Roberto e Giuseppe Motta.

            Le piante che si tengono in casa o sul balcone o sul terrazzo sono dette “piante d’arredamento” appunto perché arredano la casa. Se sul terrazzo tengo un gazebo con dei limoni che oltre ad essere ornamentali sono commestibili non per questo ho una limonaia. E la manutenzione dell’arredamento nelle condizioni migliori è ovviamente un “uso domestico”. Balconi e terrazzi fanno parte dell’appartamento, tant’è che ci pago l’IMU sopra. Quindi di ciò che uso per decorarli io faccio appunto un uso domestico. Orti e giardini hanno una tassazione separata

            https://fiscomania.com/plusvalenza-da-cessione-di-immobili/

            In generale – e qui cito il parere di un amico presidente di Tribunale – non si può pretendere che la lettera della legge copra tutto i casi possibili esimendo così il cittadino dalla responsabilità dell’interpretazione. Uno fa quel che crede giusto cercando di osservare la legge. Se arriva il tutore dell’ordine e te lo contesta, si finirà di fronte al giudice? E sia: starà al giudice valutare.

            Ai tempi di Tangentopoli, in una Regione italiana che non nomino per carità di patria il Consiglio Regionale aveva preso l’andazzo di spedire al Tribunale il testo di ogni singola delibera (!) prima dell’approvazione definitiva per chiedere una verifica preventiva (!!) della conformità della delibera stessa alle leggi vigenti. Ovviamente il Magistrato rispediva indietro tutti i faldoni (casse e casse di roba) unitamente al pressante invito ad assumersi le proprie responsabilità e ad attivare la Magistratura solo in caso di notizia di reato.

            Nel mio piccolo, i giorni precedenti al famigerato G8 di Genova io vivevo in un palazzo prospiciente alla ‘zona rossa’, che cominciava esattamente a metà della carreggiata che passava sotto le mie finestre. Davanti a casa mia c’era il commissariato di polizia. Vista la mappa della zona rossa sul giornale, andai in commissariato a chiedere se durante il G8 sarei potuto uscire di casa. Fui ricevuto da un ispettore di P.S., una donna gentilissima che mi rispose sorridendo: “Secondo lei?”. Uscii di casa regolarmente e nessuno fra i millanta poliziotti armati fino ai denti mi disse mai nulla.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “Fui ricevuto da un ispettore di P.S., una donna gentilissima che mi rispose sorridendo: “Secondo lei?””

              Ecco, questo lo avrei trovato fortemente offensivo.

              Ti è andata bene, come ti poteva andare male.

              Ti potevano lasciare in pace oppure prenderti a manganellate, e avrebbero avuto ragione in entrambi i casi.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per ADV

              “non si può pretendere che la lettera della legge copra tutto i casi possibili esimendo così il cittadino dalla responsabilità dell’interpretazione. ”

              Certo. Infatti, non chiedo alla “lettera della legge”, dove in effetti si parla abbastanza chiaramente di “divieto assoluto”. Non si parla di vasi di fiori o di basilico, né di gavettoni, né di mille altre possibili azioni vietate.

              Chiedo a chi mi può multare se mi multerà o no per una specifica azione.

              Gradirei che rispondesse, “sì, le farò la multa” oppure, “no, non le farò la multa”, che non mi pare siano due frasi difficili da pronunciare.

            • roberto scrive:

              Andrea

              “ e qui cito il parere di un amico presidente di Tribunale”

              Andrea a proposito di argomenti ad auctoritas non ti scordare la storia della app di Google che permetterebbe di vedere in che negozi mi sono fermato anche con il cellulare spento…grazie

            • paniscus scrive:

              per Andrea:

              quindi la concluisone è che io posso annaffiare il mio arbusto di rosmarino perché sta in un vaso in terrazza, mentre mia madre non può annaffiare il suo, identico, perché sta direttamente in terra in un pezzo di giardino?

              La specie è la stessa, l’uso che ne facciamo regolarmente in cucina è lo stesso, ed è lo stesso perfino l’uso occasionale che se ne fa in cosmetica, o in preparazione di sacchetti aromatici per i cassetti di biancheria e profumazione della casa,

              però la mia pianda di rosmarino non è considerata una vera pianta ma solo un “complemento di arredo”, mentre quella di mia madre è una vera pianta da orto?

              Il bello è che il complemento di arredo ha il diritto di sopravvivere proprio perché NON E’ considerato come una pianta ma come un oggetto non vivente, mentre la pianta che sta fuori NON ha il diritto di sopravvivere proprio perché è riconosciuto che è davvero una pianta…

              Più si approfondiscono i dettagli e peggio è!

          • roberto scrive:

            Miguel,

            La tua amica sbaglia. Non basta essere poliziotti e amici di Miguel per aver ragione

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “La tua amica sbaglia. Non basta essere poliziotti e amici di Miguel per aver ragione”

              Una persona che lavora da anni nella polizia municipale di Firenze, con compiti di responsabilità, mi sembra la migliore guida per sapere come si comporterà la polizia municipale di Firenze.

              • roberto scrive:

                Quindi la tua amica entrata in casa della gente per tastare i terreni dei vasi e vedere se sono stati innaffiati? E poi come fa a sapere se non l’hai innaffiati con l’acqua ferrarelle?

                Guarda ho letto cazzate assolute scritte da giudici del consiglio di stato, giudici della cassazione, addirittura io stesso ogni tanto ne scrivo (incredibile!) vuoi che una viglilessa non spari una boiata ogni tanto?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Quindi la tua amica entrata in casa della gente per tastare i terreni dei vasi e vedere se sono stati innaffiati?”

                La polemica vedo che continua!

                La mia amica non entra da nessuna parte e non rompe le scatole a nessuno.

                Dice semplicemente che i suoi colleghi che lei conosce bene, se sollecitati da un vicino (da soli è ovvio che non si muoverebbero, ci mancherebbe, hanno mille cose più importanti da fare), probabilmente mi farebbero la multa.

                Io ovviamente ti ascolto con interesse, ma alla fine il tuo punto di vista è irrilevante. Quello che conta è il punto di vista di chi potrebbe fare la multa.

                Ora, l’ordinanza per lui chiaramente vuol dire che è vietato annaffiare le piante (e si capiva da come leggendo il testo sottolineava le parole “divieto” e “assoluto”).

                Ma lui non vuole assumersi la responsabilità di dirlo, un po’ perché lui, come te, lo trova assurdo, un po’ perché sa che di fronte a un magistrato, potrebbe anche finire per avere torto.

                Ed è questo modo di fare dei funzionari pubblici che fa arrabbiare.

    • roberto scrive:

      Miguel

      “ Io capisco benissimo l’imbarazzo del singolo membro della polizia municipale, che deve dire”

      E allora perché gli sfrantumate le balle, tu, bardi e l’altro amico?
      🙂

      Rompete le scatole al sindaco piuttosto

  3. roberto scrive:

    Comunque annaffiare il basilico sul balcone mi sembra evidentemente uno scopo domestico, né più né meno che lavare per terra

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Comunque annaffiare il basilico sul balcone mi sembra evidentemente uno scopo domestico, né più né meno che lavare per terra”

      Annusando e fiutando la risposta del responsabile della polizia municipale, ho avuto la sensazione opposta: ha letto con enfasi le parole “giardini, prati ed orti”, quando per l’ennesima volta ha detto che gli sembrava che l’ordinanza fosse “chiara”.

      Per sapere se sono in regola, o se devo pagare una multa di 500 euro, devo cogliere l’intuizione della voce di un funzionario.

      • roberto scrive:

        In italiano “piantina in vaso” non è né un prato, né un giardino né un orto….

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “In italiano “piantina in vaso” non è né un prato, né un giardino né un orto…”

          In italiano, “divieto assoluto” è un “divieto assoluto”.

          Credo che sarai d’accordo con me, che questo divieto, pur non menzionandoli esplicitamente, vieti di farsi i gavettoni per strada.

          • PinoMamet scrive:

            …no?

            Il divieto parla di “giardini, prati, e orti”.

            Se tiri un gavettone in strada ai passanti, te la vedrai con la Polizia Municipale, non per spreco idrico ma per danneggiamento o ingiuria o turbamento dell’ordine pubblico.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per pino Mamet

              “Se tiri un gavettone in strada ai passanti”

              Intendevo tra amici, come fanno i ragazzini a fine anno scolastico, almeno a Firenze.

              Credo che sarebbe illecito, in base alla parte “divieto assoluto”, mentre non è previsto nella parte che fa l’elenco delle singole attività vietate.

              • PinoMamet scrive:

                Non cambia nulla.
                Se lanci un gavettone in mezzo alla strada, e qualcuno si lamenta, è disturbo della quiete pubblica;
                se coglie per sbaglio un vaso che si rompe, o un gatto, è danneggiamento.

                Poiché suppongo che le fontanelle pubbliche siano state chiuse, come qui, il gavettone lo avrai riempito dal rubinetto di casa, e rientra nell’uso domestico oppure (mi scuserà Z., se legge, il latinetto 😉 ) nei “de minimis” di cui, ricordiamo, “non curat praetor”.

                Come tutto il caso dei pomodori e del basilico da balcone, peraltro 😉

          • roberto scrive:

            I gavettoni che c’entrano!?!

            Senti Miguel, la prima cosa da fare quando leggi qualcosa non è cercare il ridicolo ma capire e invito ancora a leggere le cose con la lente della buona fede, del banale, del senso comune e del buon senso

            L’ordinanza dice:
            1. Vietati gli usi di acqua potabile che non siano usi sanitari o domestici. Ergo: se è sanitario(cesso, doccia, cucina) o domestico (lavare le pentole, i pavimenti, dare acqua al gatto, innaffiare il basilico….) SI PUÒ.
            Al di fuori di usi non domestici (gavettoni, giocare con le pistole ad acqua, lavare la macchina, riempire una piscina in giardino…) NON SI PUÒ

            Il concetto è chiarissimo e non crederò mai che tu non lo capisca

            2. L’ordinanza precisa che ci sono cose dubbie che NON SI POSSONO FARE. Perché dubbio? Io ho un giardino con un prato, potrei pensare che innaffiare il prato sia una cosa possibile (uso domestico, è il mio giardino di casa no?) ebbene l’ordinanza dice “no, il prato pure se fosse uso domestico non lo puoi fare, e nemmeno l’orto”

            Ora:

            Che il punto 2 sia SBAGLIATO, sono d’accordo con te. Non vedo perché far morire un orto

            Che i punti 1 e 2 non siamo sufficientemente chiari è davvero una cosa ridicola.

            Volete farne una questione da piccoli ribelli? Lo capisco ma l’obbiettivo deve essere dimostrare che l’ordinanza è *politicamente sbagliata* non che *non si capisce*, sennò combattete una battaglia persa in partenza!

    • paniscus scrive:

      “Comunque annaffiare il basilico sul balcone mi sembra evidentemente uno scopo domestico,”
      ——————–

      Ecco, andiamo a fare le pulci a questa definizione, potrebbe venirne fuori un loop di contraddizioni e di paradossi circolari veramente interessanti.

      “Domestico” vuol dire relativo a qualcosa che sta dentro casa? Intendo dentro casa AL COPERTO? L’eventuale giardino o l’eventuale terrazza non fanno parte della casa (ma magari un eventuale garage sì, solo perché è al chiuso)? Questo mi sembrerebbe davvero improbabile, visto che sulle mappe catastali risultano regolarmente anche gli annessi esterni.

      Per cui: se sulla terrazza c’è un allaccio alla normale rete idrica di casa, che si usa prevalentemente per annaffiare le piante, ma che si può usare per qualsiasi altro scopo di manutenzione domestica, la differenza sta nella localizzazione dell’allaccio o sta nell’uso? Cioè, il rubinetto dell’acqua che sta fuori, con relativo tubo di plastica attaccato, è roba “domestica” perché accede alla stessa rete idrica della casa, oppure si inventano che NON è roba “domestica” solo perché non sta dentro le mura di casa ma sta all’aperto?

      Giorni fa io ho fatto un lavaggio massiccio di accessori domestici (carrello della lavastoviglie, vaschette del frigorifero, ferri dei fornelli) smontandoli dai loro posti, portandoli fuori in terrazza e sparandoci sopra acqua del rubinetto esterno con lo stesso tubo di gomma che si usa per annaffiare (ovviamente poi li ho ripuliti meglio con detergenti opportuni, ma la doccia iniziale a pressione forte serviva a rimuovere le incrostazioni e le schifezze più grosse) .

      Allora, quell’uso si può fare perché è “domestico” e “igienico”, in quanto serve a pulire attrezzature che si usano in casa, oppure non si può fare perché si svolge fuori di casa e quindi non è domestico? Se per pulire il ripiano del frigo lo caccio dentro la vasca da bagno e faccio scorrere l’acqua con la maniglia della doccia, va bene, mentre se lo porto in terrazza e faccio scorrere l’acqua con la canna per annaffiatura, invece quello non va bene?

      E seinvece uso il tubo dell’acqua esterno ma rivolgendolo dentro la porta a vetri aperta, e lo uso per pulire direttamente il pavimento del bagno o della cucina invece che per annaffiare le piante?

      Altro esempio ancora più surreale: annaffiare una pianta da appartamento che si tiene DENTRO casa, è lecito perché è un uso “domestico”, in quanto fa parte dell’arredamento e quindi annaffiare la pianta è equiparato a dare lo straccio al pavimento, mentre annaffiare la pianta di rosmarino o di basilico in terrazza (che viene usata quasi tutti i giorni per cucinare, quindi serve davvero a “uso domestico”, non sono solo piante ornamentali), quello non va bene perché i vasi stanno fuori e quindi non sono “domestici”?

      Ce ne sarebbero infinite, di “aporie” filosofiche dello stesso tipo…

      • roberto scrive:

        Fare le pulci in questo modo è un esercizio di pura eristica inutile.

        Perché mai domestico = coperto? Un balcone non fa parte della casa?
        Basta guardare un dizionario

        https://www.treccani.it/vocabolario/domestico/

        Sient’a mme, interpretare quella cosa nel senso che non puoi dare acqua a delle piantine in vaso è una interpretazione in pura malafede (vale anche per Miguel) e se pure dovesse esistere in vigile che interpreta quella ordinanza in malafede, la multa eventuale non vivrà giorni lunghi né felici. Il problema degli orti lo capisco certamente quello dei vasi ve lo state inventando

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        ““Comunque annaffiare il basilico sul balcone mi sembra evidentemente uno scopo domestico,””

        Può darsi, ma ci sono anche piante non a uso alimentare, come le rose.

        • roberto scrive:

          E allora?

        • roberto scrive:

          Io il basilico non lo uso, è solo ornamentale, che faccio deve morire?

          • paniscus scrive:

            E chi ha sia i peperoncini commestibili che quelli decorativi, deve fare due pesi e due misure?

            Col cavolo che lascio morire i miei vasetti-nursery di Solanum capsicastrum, che hanno pure un valore affettivo notevole, e che hanno resistito perfino a una semina abbastanza fuori stagione…

  4. roberto scrive:

    Se ho una mini acquario con i pesci rossi li faccio morire perché potrebbe entrare nella nozione di piscine o vasche ornamentali?

    • giuseppe motta scrive:

      e chi ha le pigne in testa può farsi la doccia oppure gli è vietato perché rientrerebbe nella nozione di giardino innaffiato?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Se ho una mini acquario con i pesci rossi li faccio morire perché potrebbe entrare nella nozione di piscine o vasche ornamentali?”

      Il mini acquario, essendo in casa, sfugge ai controlli esterni, l’annaffiamento sulla terrazza no.

      In termini formali, invece, non saprei. Non tanto per le “piscine o vasche ornamentali”, quanto perché sono ammessi SOLO utilizzi “domestici” e “igienici” – non so se un mini acquario sia a “uso domestico”, perché il concetto non mi è chiaro.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “domestico”

        Lavare i pavimenti è un uso domestico.

        Lavare i balconi dai ricordini lasciati dai piccioni è uso domestico.

        Lavare la pianta finta ornamentale che decora il balcone dai ricordini lasciati dai piccioni è un uso domestico.

        Annaffiare la pianta ornamentale sul balcone…

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “Annaffiare la pianta ornamentale sul balcone…”

          E allora perché il funzionario non ha risposto subito, “non si preoccupi, annaffi pure!” ?

          • roberto scrive:

            Posso ipotizzare che
            1. Non sia il suo lavoro dare risposte al telefono ai cittadini (questo per esempio succede a me: non posso dare risposte ai cittadini, posso solo indirizzarli all’ufficio relazioni con il pubblico che risponde solo per iscritto)
            2. Abbia comunque risposto “è chiaro” e poi si dia irrigidito percependo un tuo tono leggermente polemico sive ironico (che tu sicuramente non avrai ma al telefono uno percepisce quello che percepisce)?

      • roberto scrive:

        E se il mini acquario lo metto in terrazza!?!

        No dai questa cosa che i vasi in terrazza non sono “casa” è una boiata assoluta, da amico ti consiglio di non raccontarla troppo in giro perché fai una figura ridicola, davvero….

        Per domestico ti ho dato la definizione di un dizionario = che appartiene alla casa. Credo davvero che non ci sia nulla da discutere. Ricordo che l’interpretazione della legge si basa innanzitutto sul senso “palese del significato proprio delle parole” (articolo 12 delle preleggi citazione non precisissima)

        Davvero dovreste lasciar perdere questa assurdità dei vasi e concentrarci su prati orti e giardini

  5. fuzzy scrive:

    https://www.ortodacoltivare.it/coltivare/siccita.html
    Come si risparmia l’acqua d’irrigazione. Gli ortolani devono abituarsi a gestire la scarsità d’acqua, altrimenti si vede gente che ne usa 3-5 litri al metro quadro per tre pomodori. Detto questo, l’ordinanza mi sembra un poco “tagliata col falzone” come si dice dalle mie parti. Insomma, grossolana. Col tempo, tutti possono imparare a far meglio.

  6. roberto scrive:

    Sai perché mi stai facendo incavolare Miguel?
    Dopo mille cause assurde e/o incomprensibili (micromondo, 5G, green pass, vaccini…)
    Ne hai finalmente una che condivido pienamente: non far morire gli orti.

    E invece mischi questa causa condivisibile, chiara con sta scemenza dei vasi solo per gusto di far polemica….perché dai che tu possa davvero aver paura di prendere una multa perché innaffi una piantina sul balcone non ci crede proprio nessuno

    Mischiare una causa nobile con argomenti/cause/metodi non nobili è una cosa per me politicamente orripilante (ed intendo politicamente nel senso alto, gestione diffusa della cosa pubblica)

    • roberto scrive:

      Oltre a far perdere tempo inutilmente a gente che magari un lavoro da fare ce l’ha

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “E invece mischi questa causa condivisibile, chiara con sta scemenza dei vasi solo per gusto di far polemica….”

      Non ho i mezzi, specie a Ferragosto, di organizzare alcunché: non intendo fare una campagna sulla questione dei vasi.

      Semplicemente, ho raccontato qui, che è un luogo di chiacchiere tra amici, di un fatto che mi è successo, come ho raccontato più volte.

      Le persone a Firenze più competenti di me, dicono che con ogni probabilità, se un vicino di casa rompesse, mi farebbero la multa ; i commentatori qui tendono a dare quasi per scontato il contrario. O comunque dicono che, pagandomi un avvocato, potrei contestare la multa e forse anche vincere la causa.

      Nel dubbio, chiedo direttamente a chi mi potrebbe fare la multa. Come potrei chiedere a un componente della polizia municipale, “scusi, si può parcheggiare qui?”

      E se c’è una cosa che mi irrita è quando un pubblico funzionario, che non sa lui stesso come stanno le cose, per non assumersi responsabilità, ti risponde, “secondo lei?” anche quando reiteri gentilmente la domanda tre volte.

      Poi che la questione generale del divieto di annaffiare prati e orti sia più grave sono d’accordo.

      • roberto scrive:

        Miguel

        “ se un vicino di casa rompesse, mi farebbero la multa”

        Prova a riflettere

        Io ti denuncio chiamando la polizia municipale di Firenze e dicendo “ho visto Miguel che annaffia le piante”

        Che fa la polizia, una multa sulla fiducia?
        Ovviamente no

        E allora?
        Deve venire a casa tua , entrare in casa (!!!!! Cosa che davvero mi sembra impossibile), accertare che hai innaffiato le tue piantine con acqua dell’acquedotto (e non per esempio con acqua in bottiglia)

        Adesso guardami negli occhi: seriamente, davvero seriamente, credi che “se un vicino rompesse tu farebbero una multa”?

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “Adesso guardami negli occhi: seriamente, davvero seriamente, credi che “se un vicino rompesse tu farebbero una multa”?”

          Ma infatti è altamente improbabile. E chiaramente in termini di salvare la vita vegetale di Firenze, questa improbabilità è la cosa più importante.

          Però non era questo il punto: io non voglio sapere se la farò franca.

          Posso anche abbandonare per strada il sacchetto dei rifiuti, sapendo che certamente la farò franca.

          No. Voglio sapere se l’ordinanza mi vieta o non mi vieta di annaffiare le piante.

          Chiedo a chi ha il potere di vietare/non vietare, di barrare la casella: SI oppure NO.

          O anche di dire, “in effetti, non ho la minima idea. Grazie di averci informato del problema, mi informo e la richiamo”.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “per non assumersi responsabilità”

        Il pubblico funzionario non è pagato per prendersi responsabilità estranee alla sua mansione.

        Il pubblico funzionario che non fa parte dell’ufficio Comunale di relazioni col pubblico non è pagato per fornire interpretazioni delle ordinanze del Sindaco.

        Se lo facesse, non solo ti fornirebbe necessariamente quella che è la sua personale interpretazione (che vale quanto la mia) ma in caso di controversia fra te e il Comune ci andrebbe –
        giustamente – di mezzo.

        (Nella mia città esiste un ufficio Comunale di relazioni col pubblico, e – devo dire – anche piuttosto efficiente).

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  7. tomar scrive:

    Piccole vie di fuga per salvare capra (no multa) e cavoli (o quel che coltivi nel tuo orticello):
    L’acqua in cui si cuoce la pasta: di norma la butti via, no? Invece usala per l’orticello
    (mi raccomando: la pasta vuole acqua abbondante per cuocere bene).
    Quando lavi l’insalata o altre verdure nel lavandino o in un catino, poi la butti via no?
    Anche se c’è dentro un po’ di terra per l’orticello è ottima.
    Insomma se l’orticello è davvero un orticello e mangi abbastanza pasta e verdure, credo che almeno la sopravvivenza delle tue piantine dovrebbe essere assicurata.

    • roberto scrive:

      Tomar

      Ok sull’acqua con la quale lavi le verdure (lo faccio sempre) ma….

      “ L’acqua in cui si cuoce la pasta: di norma la butti via, no? Invece usala per l’orticello”

      Sei sicuro che acqua salata vada bene!?! O non sali l’acqua?

      • Fuzzy scrive:

        Riciclare acqua per le piante:
        L’acqua di cottura della pasta e delle verdure si può recuperare. Basta non usare il sale in cottura, mettere un contenitore sotto lo scolapiatti e lasciarla raffreddare.
        L’acqua usata per lavare le verdure è semplice da recuperare e riusare.
        Lavando piatti e pentole possiamo fare un primo sciacquo senza saponi, anche quest’acqua si può usare.
        Se facciamo la doccia usiamo un catino o una tinozza per prendere l’acqua quando non usiamo saponi, ad esempio l’acqua iniziale, aspettando che si scaldi e per un primo sciacquo.
        Bagnando le piante in vaso facciamo attenzione al sottovaso. Se si bagna troppo raccoglie l’eccesso che sgronda, possiamo usarlo per bagnare altre piante.
        Ma si può anche recuperare acqua piovana.
        E risparmiare (molta) acqua, soprattutto pacciamando l’orto.
        Se uno coltiva un orticello vuol dire che ha un minimo di senso pratico e non dovrebbe essere difficile per lui mettere in atto alcune di queste piccole strategie salva-orto.
        Magari nell’ordinanza si poteva suggerire qualcosa del genere, per esempio la pacciamatura, anziché mettere dei divieti di fatto inapplicabili.

      • tomar scrive:

        te ghé resùn.
        … nel bisogno estremo si può arrangiarsi salando di più il condimento, ma certo non è il massimo…

      • paniscus scrive:

        “Basta non usare il sale in cottura, ”

        ….e grazie, bella soluzione!

  8. Mauricius Tarvisii scrive:

    “fino al 30 settembre 2022, agli utenti di tipo domestico di Publiacqua S.p.A., è fatto divieto assoluto, su tutto il territorio comunale, di utilizzare l’acqua potabile proveniente dall’acquedotto per scopi diversi da quelli igienici e domestici ed in particolare è vietato utilizzare acqua potabile fornita dal pubblico acquedotto per:
     l’innaffiamento di giardini, prati ed orti;
     il lavaggio di cortili e piazzali e garage;
     il lavaggio domestico di veicoli a motore;
     il riempimento di vasche da giardino, fontane ornamentali e simili, anche se dotate di impianto di ricircolo dell’acqua.”

    Senza dubbio è scritta male, nel senso che l’uso domestico sembra distinto dall’utenza domestica, però dall’enumerazione esemplificativa mi pare di capire che “domestico” sia contrapposto a “relativo alle pertinenze dell’abitazione”, cioè giardini, cortili, garage, ecc.
    Qui si trova una semplice spiegazione del concetto di pertinenza:
    https://www.laleggepertutti.it/295528_pertinenze-casa-quali-sono#Quali_sono_le_pertinenze_di_una_casa

    Domestico significherebbe quindi “relativo all’abitazione e alle attività che vi si svolgono (usualmente, si intende), con esclusione delle pertinenze”. Il balcone è parte dell’abitazione, non una sua pertinenza.

    Tra le pertinenze, invece, viene fatta un’eccezione: l’uso sanitario. Per cui se ho una latrina esterna (pertinenza) collegata alla rete, posso usare l’acqua per quella latrina.

    Dunque posso usare l’acqua per:
    – lavare casa (balcone incluso)
    – dare acqua alle piante che ho in casa (balcone incluso)
    – riempire l’acquario che ho in casa (si trova in casa ed è decorativo della casa, quindi l’uso è domestico)
    – usare il bagno che mi sono fatto in garage

    Non posso usare l’acqua per:
    – dare acqua alle piante in giardino
    – lavare il garage
    – riempire la vasca che ho in giardino*
    – fare a gavettoni (non è un uso domestico o sanitario)

    * su quest’ultimo punto la vedo problematica nel caso in cui non fosse possibile trasferire i pesci da un’altra parte, in quanto da proprietario dei pesci sono responsabile per il loro benessere (l’animale, contrariamente alla pianta, è protetto dalla legge, anche penale), per cui la presenza di pesci non trasferibili potrebbe costringermi a continuare ad usare l’acqua per tenerli in vita.
    Non so l’entità del vostro patrimonio immobiliare, ma credo che stiamo esplorando davvero un caso che non riguarda la quasi totalità della popolazione.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “Domestico significherebbe quindi “relativo all’abitazione e alle attività che vi si svolgono (usualmente, si intende), con esclusione delle pertinenze”. Il balcone è parte dell’abitazione, non una sua pertinenza.”

      Grazie, questo è un elemento che mi sembra fondamentale, e che non sapevo.

      E siccome non è proprio scontato che lo sappiano tutti, direi che il funzionario che trovava così chiara l’ordinanza, avrebbe potuto precisarlo. Ma forse non lo sapeva nemmeno lui, visto che mi ha fatto capire – senza dirlo esplicitamente – il contrario.

  9. Peucezio scrive:

    Io però mi chiedo come siamo arrivati a dare ai sindaci poteri così invasivi e dittatoriali sulla vita quotidiana della gente, sulla proprietà privata e sulla possibilità di disporne liberamente.
    Ma chi ha inventato le ordinanze? Ci sono sempre state? C’erano anche nell’Italia umbertina o fascista?

    Continuo a pensare che nei paesi come l’Italia il federalismo in ogni senso faccia solo danno: il potere da noi è arbitrario e invadente comunque e più è vicino e più danni fa.

    • roberto scrive:

      Questa è un’ottima domanda!

    • roberto scrive:

      Non so se ci sono sempre state, il testo unico è del 2000 (vedo ora governo amato) ma la mia impressione è che con il tempo i sindaci hanno preso sempre più poteri e non conosco minimamente l’evoluzione della giurisprudenza

      Con il COVID per me è stata una delle cose più scioccanti…sindaci che adottano ordinanze più restrittive degli atti nazionali

      • Miguel Martinez scrive:

        Presumo (come pura ipotesi) che sia legato alla riforma del titolo V della Costituzione.

        • Peucezio scrive:

          Quanti danni ha fatto il federalismo di sinistra.

          La sinistra, arrogante e che si crede depositaria del bene, diventa culturalmente succuba degli altri (in questo caso della Lega prima maniera) negli unici casi in cui non dovrebbe.

    • PinoMamet scrive:

      “Continuo a pensare che nei paesi come l’Italia il federalismo in ogni senso faccia solo danno: il potere da noi è arbitrario e invadente comunque e più è vicino e più danni fa”

      OMDAP!!!!

    • roberto scrive:

      Credo, ma davvero senza nessuna certezza, che prima del 2000 le sole ordinanze erano quelle del prefetto (e questo sicuramente esisteva già in epoca fascista)

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Il sindaco-sceriffo: la mia città natale ha un primato in quel senso.

      • Peucezio scrive:

        In effetti…
        Lui almeno faceva folclore e per ogni sua scorreggia erano accenti di deprecazione in tutta Italia.
        Comunque, sì, fa tutto parte di un imbarbarimento giuridico e civile.

    • habsburgicus scrive:

      Continuo a pensare che nei paesi come l’Italia il federalismo in ogni senso faccia solo danno: il potere da noi è arbitrario e invadente comunque e più è vicino e più danni fa.

      pienamente d’accordo !

  10. Miguel Martinez scrive:

    OT

    L’autore di questo testo, Martino Mora, è un cattolico molto, molto cattolico; e quindi una persona che ha necessariamente una visione della natura e del cosmo all’opposto della mia.

    Però questo quadro che disegna di Piero Angela, del suo carattere e della sua ideologia, non è male:

    DA PIERO ANGELA (FINO A FEDEZ)M
    Di Martino Mora
    Con Piero Angela (1928-2022) muore un pezzo importante della vecchia Italia
    e della vecchia televisione. Elegante, distinto, composto, misurato,
    garbato, preparato, Angela rappresentava un elemento residuale nell’Italia
    sempre più sguaiata, volgare, incolta e e cafona di oggi, a cominciare
    proprio dai media.
    Era il frutto di una civiltà, di una famiglia, di una scuola che non erano
    state ancora travolte, dal Sessantotto in poi, dall’onda sguaita, mai
    arginata, del neotribalismo dissolutivo americanoide. Basta paragonarlo a
    un Fedez o a uno Sfera Ebbasta (e ai loro fans) per capire a quale
    abisso di decadenza antropologica l’americanismo consumista neotribale
    ci abbia portato in pochi decenni.
    Ciò detto, Piero Angela in quanto divulgatore non tanto della scienza e
    della tecnica, ma del tecnoscientismo, era anche un grande oscurantista
    spirituale. Un vero residuo giornalistico-divulgativo del neopositivismo.
    Lo scrivo con estrema consapevolezza avendo assistito per anni a intere
    stagioni del suo Quark, quasi costretto da mio padre (classe 1930) grande
    suo ammiratore.
    Questa suo estremo oscurantismo spirituale non si manifestava soltanto
    nella sua fissazione caricaturale nel volere smascherare tutti i “fenomeni
    paranormali” come imposture, ma soprattutto nella concezione del mondo che
    promanava da ogni puntata di Quark. In sintesi: esistono solo problemi
    materiali (non spirituali) ai quali la “ricerca” tecnico-scientifica (il
    progresso) fornirà prima o poi una riposta adeguata. Tanto i problemi
    dell’umanità che le loro immancabili soluzioni ( e qui vi era lo
    sconfinanmento nel puro fideismo umanista antropocentrico- progressista)
    sono solo di ordine materiale, cioè puramente quantitativo, legati
    alll’esperienza visibile, al calcolo e alla strumentalità. La “ricerca ” è
    la soluzione di tutto. E i SOLDI per la “ricerca”, ovviamente. E’ il
    riflesso scientista dell’economicismo mercantile. La completa chiusura del
    Cielo, perchè esso in fondo non esiste. E se anche esistesse per ipotesi,
    certo non è nostro problema.
    E’ evidiente che da tali premesse di decadenza e chiusura spiirituale della
    generazione seria, rigorosa, elegante, dignitosa dei Piero Angela, si
    sarebbe giunti quasi inetvitabilmente alla generazione dei loro nipotini
    sotto-umani, i Fedez. Se chiudi all’uomo il Cielo, prima esalti l’umano,
    poi finisci nel frenetico tribalismo sotto-umano e nella matta bestailità.
    E’ la tragedia dell’Occidente.

    • paniscus scrive:

      “E’ evidiente che da tali premesse di decadenza e chiusura spiirituale della
      generazione seria, rigorosa, elegante, dignitosa dei Piero Angela, si
      sarebbe giunti quasi inetvitabilmente alla generazione dei loro nipotini
      sotto-umani, i Fedez. ”
      ———-

      Io tra l’approccio di Piero Angela e quello di Fedez non ci vedo assolutamente niente in comune, nemmeno la minima traccia di contiguità casuale, FIGURIAMOCI se ci si può vedere qualche sospetto di consequenzialità o di “discendenza” diretta, o tantomeno di rapporto causa-effetto.

      L’unica cosa che (in teoria) potrebbero avere in comune è quella di non partire da un punto di vista cattolico (il che non vuol dire necessariamente attaccarlo, ma semplicemente NON occuparsene e pensare a tutt’altro).

      Ma se questo signore pensa che il mondo sia diviso esclusivamente tra cattolici e non cattolici, e che i non-cattolici siano tutti uguali e siano tutti complici tra di loro e d’accordo tra di loro, il problema è suo, e non degli ammiratori di Piero Angela o di quelli di Fedez.

      • Miguel Martinez scrive:

        per Paniscus

        “Ma se questo signore pensa che il mondo sia diviso esclusivamente tra cattolici e non cattolici”

        Infatti, il mio interesse per ciò che scrive Mora non riguarda la dicotomia cattolici/non cattolici.

        Riguarda una dialettica che lui spiega molto bene.

        Abbiamo un pensiero borghese ottocentesco: come attraverso il rigore, la serietà dei calcoli e delle misure e molti fondi pubblici, quell’astrazione che sarebbe “l’Uomo” con la maiuscola può dominare, controllare, impossessarsi di tutto ciò che esiste e farne quello che gli pare.

        Insomma, con grande fatica, l’Uomo potrà fare tutto ciò che gli pare.

        Da questa logica, che ci ha portati al disastro che stiamo vivendo, l’Ometto del ventunesimo secolo, il Fedez insomma, si distacca.

        Dicendo, “ma io voglio fare subito tutto ciò che mi pare! Anche senza studiare e senza aspettare i pallosi tempi della tecnoscienza! Tanto la tecnoscienza mi ha dato mezzi senza fine dove ci posso sguazzare da subito!”

        Ovviamente il Mora, al contrario di me, ha una propria “contro-tecnoscienza”, una teologia che gli offre altrettante certezze, e questo non mi riguarda e non mi interessa. Anzi, credo che la tecnoscienza debba molto, come spirito, proprio al cristianesimo.

        • Miguel Martinez scrive:

          Chiaramente Mora leggerebbe Mora diversamente da come lo leggo io.

          Lui sicuramente ci vedrebbe la sua granitica certezza cattolica, contrapposta alla granitica certezza di un Angela.

          Lui ci vedrebbe il suo astratto Cielo contro l’astratta Scienza di Angela.

          Ma le cose che scriviamo assumono vita proprio, e possono ispirare pensieri inattesi nei lettori.

        • Peucezio scrive:

          A me però Fedez non mi pare una specie di animale preda dell’istinto, quello semmai è Sferaebbasta (che a suo modo è simpatico). Fedez è un moralista, ma al livello dei suoi fan: il suo compito non è moralizzare il ceto medio, ma i decerebrati come lui.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “Ma se questo signore pensa che il mondo sia diviso esclusivamente tra cattolici e non cattolici”

        Perché pensa che il pensiero umano sia divisibile nettamente in cattolicesimo e non-cattolicesimo, per cui gli individui devono essere ripartibili nelle due categorie.
        Non sono sicuro che questa impostazione sia “molto, molto cattolica”: c’è stata all’interno del cristianesimo in generale una corrente che rifiuta tutto il resto, ma normalmente è stata minoritaria (anche se nell’Ottocento sembrò prevalere con il rifiuto della c.d. modernità).

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Martinez

      “estremo oscurantismo spirituale”

      E qui ho finito di leggere, disgustato.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  11. PinoMamet scrive:

    Mah, il legame tra un distinto signore di origine piemontese innamorato della scienza e del jazz, e un tamarrotto tatuato e aggressivo dalle idee variabili in base agli indici di gradimento, mi sembra perlomeno labile quando non evanescente.

    Piero Angela sicuramente aveva un’impostazione positivista, e non saprei trovargli altri difetti, se vogliamo usare questo termine.

    L’altro, che non mi segno di nominare, è caratterizzato dalla sola spasmodica ricerca di popolarità e ricchezza.

    Angela divulgava la scienza, meritoriamente; costui divulga solo sè stesso, e ne faremmo a meno.

    La religione non vedo cosa c’entri.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ PinoMamet

      “c’entri”

      C’entra.

      Eccome se c’entra.

      C’entra, perché il credente deve ad ogni costo far vedere che chi non è credente per ciò stesso finisce in una situazione di disperazione esistenziale che poi porta al “disordine morale”.

      Dove naturalmente “disordine” è inteso come contrapposto all’unico vero “ordine morale” che è appresentato dai Valori Eterni che solo la religione che il credente professa è in grado di difendere.

      Quelli come Piero Angela mostrano a tutti come della religione l’essere umano ha bisogno tanto quanto un calvo ha bisogno di un pettine. Da Piero Angela al CICAP il passo è breve, e dal CICAP all’UAAR il passo è ancora più breve.

      Non conta qui se Angela personalmente fosse credente o no (e infatti il credente non ne parla: de mortuis nihil nisi bonum): conta che fosse bravissimo a farsi capire da tutti con una semplicità degna di un Maestro Tanzi, quello che spinse milioni di adulti analfabeti a imparare a leggere e scrivere.

      Fuori da Superquark avete mai visto un’altra trasmissione in prima serata dove parlasse uno del CICAP? Poi uno va a vedere sul sito, e magari scopre che ci sono scienziati Italiani come Guarlaschelli che avevano già smontato la bufala del sangue di San Gennaro già trent’anni fa…

      E’ per quello che i credenti tirano fuori i paragoni fra Angela e Fedez (dando per scontato poi chissà perché che Fedez sia tutto questa sentina di vizi immondi).

      Certo, la maggioranza dei credenti non è mica così. La maggior parte se ne fregano.

      Ma non a caso a fare di questi voli pindarici sono solo dei credenti. Annusano il pericolo del buonsenso, e lo chiamano con un termine che ambisce ad essere derogatorio e che non vuol dir nulla: “tecnoscientismo”.

      Vanna Marchi non c’è più, ma quelli come lei sono sempre fra noi.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        “da Piero Angela al CICAP il passo è breve, e dal CICAP all’UAAR il passo è ancora più breve.”

        da Piero Angela al CICAP il passo è brevissimo: Piero Angela ne era socio se non uno dei fondatori (non ricordo);

        dal CICAP alla UAAR ci trovo lo stesso salto che c’è tra la FIFA e un ultrà 😉

        ” E’ per quello che i credenti tirano fuori i paragoni fra Angela e Fedez ”

        Io sono credente (ebreo) e non tiro fuori questo paragone, anzi mi pare fuori luogo.

        ” dando per scontato poi chissà perché che Fedez sia tutto questa sentina di vizi immondi”
        per quanto mi riguarda può anche essere in odore di santità, non mi trascinerai a parlare di lui.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ pino Mamet

          “Credente”

          Giusto. Avrei dovuto dire “cattolico” al posto di “credente”. Chiedo venia.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        “Certo, la maggioranza dei credenti non è mica così. La maggior parte se ne fregano.”

        Tu dai per scontato che un credente “coerente” sia un idiota superstizioso e nemico della scienza.
        Gli altri, farebbero finta di niente.

        Questo significa tralasciare il numero non indifferente di scienziati credenti.

        Interrogarsi circa l’esistenza di una intelligenza creatrice, che è il vero senso della religione, è tutt’altro che superstizioso;
        e in genere, accreditare spiegazioni superstiziose “è cattiva teologia”, come ci insegna Padre Brown.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ pino Mamet

          “non indifferente”

          A parte che l’eccezione semmai conferma la regola, resta il fatto che uno scienziato in quanto tale – e convinzioni personali a parte – è e rimane un agnostico, perché
          – per citare rispettivamente Galileo e Laplace – “il vero miracolo è che non ci sono miracoli” e “hypotheses non fingo”.

          “coerente”

          Ma infatti un cattolico coerente – uno cioè che non vive la “doppia verità” dello scienziato cattolico, per cui la sua Chiesa è una cosa il mondo un’altra – o è un ipocrita che se ne frega o è un bigotto fanatico, per quante professioni di laicità faccia. Ne ho conosciuti: alla larga.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • paniscus scrive:

            “– per citare rispettivamente Galileo e Laplace – “il vero miracolo è che non ci sono miracoli” e “hypotheses non fingo”.”
            ———

            Questa non era di Newton? 40 anni prima della nscita di Laplace?

            Non è che ti sbagli con la storia della “ipotesi non necessaria”?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ paniscus

              “Newton”

              Il mio professore di Storia della Fisica disse a lezione che Laplace rispose così a uno stupito Napoleone che gli chiedeva: “ma signore, ma non c’è Dio nel vostro universo?”

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • habsburgicus scrive:

                anche a me risulta quanto detto da AdV…
                Newton era protestantissimo, eretico ma a suo modo molto credente….nell’America più vera, più profonda, più americana Newton troverebbe un suo posto, Laplace no 😀

              • paniscus scrive:

                Ma infatti ho detto che la frase era di Newton, non che fosse riferita all’esistenza di Dio o ad altre questioni di fede.

                Per quanto ne so, sta proprio scritta nel testo dei “Principia”, ma riguarda le ipotesi su quali siano le cause della gravità e delle forze in generale, non quelle sulla religione.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “o è un ipocrita che se ne frega o è un bigotto fanatico”

            Mi piace come vi metta a disagio chiunque non rientri nel vostro rigidissimo incasellamento binario. Uso il plurale perché ci metto dentro anche Martino Mora e i vari odifreddini che rimpiangono i tempi di Ratzinger, quando era facile dire “ecco, questo è il cattolicesimo”, indicandone quella ridicola e farsesca parodia predicata dai sostenitori del “grande teologo”.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Mauricius Tarvisii

              “disagio”

              E cosa ti fa pensare che io sia a disagio?

              🙂

              Parlo per esperienza personale: quando ho a che fare con dei cattolici sinceri, o trovo il bigotto oppure trovo uno che – quando dopo mille discorsi lo metti davanti a una foto di San Wojtyla a braccetto con Pinochet – scrolla le spalle e dice che non è d’accordo.

              La cosa grave non è che la chiesa produca quelli come Pillon. La cosa grave è che la chiesa non metta in chiaro che non ha niente a che fare con i Pillon.

              Mica può farlo. Se no, fuffa a parte che le resta?

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “E cosa ti fa pensare che io sia a disagio?”

                In genere se si costruisce una caricatura offensiva della controparte lo si fa perché non si è capaci di affrontare l’altro per quello che è. Oppure perché si è in malafede.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ mauricius tarvisii

                “caricatura offensiva”

                Si vede che abbiamo avuto a che fare con persone diverse, che vuoi che ti dica… 😉

                Ciao!

                Andrea Di Vita

            • PinoMamet scrive:

              Io con i cattolici praticanti ho litigato per:

              -i soldi alle scuole private;

              -il corcefisso nei locali pubblici;

              -i soldi alle scuole private;

              -Formigoni

              -i soldi alle scuole private

              e anche per i soldi alle scuole private, devo dire.

              A parte questo, non ne ho mai trovato uno che avesse per la scienza altro che ammirazione e rispetto (compresi quelli che beh, ne avevano fatto il loro lavoro 😉 );

              che dicesse di non credere alla scienza;

              che, in caso di malattia, chiedesse di credere in un miracolo anzichè andare dal medico.

              E l’ultimo punto, guarda, caro Andrea, non li rendeva meno credenti;
              li credeva esattamente credenti.

              Tanto che per noi ebrei è addirittura richiesto dalla normativa “religiosa”: hai un male?
              Per prima cosa, fatti vedere da un medico
              (o da due, tre eccetera).

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino Mamet

                “rispetto”

                Ammirano la scienza per i benefici tecnici che porta, né più né meno come gli islamici.

                Ma poi si affannano a ripetere come non ci sia conflitto fra ciò che dice la scienza e ciò che dice la fede (e dopo Giordano Bruno vorrei ancora vedere).

                Perché si rendono conto benissimo che una visione razionale del mondo non falsifica la loro religione, la rende semplicemente superflua.

                https://youtu.be/jcm4hoIKrOU

                Un post come quello del cattolico citato da Martinez su Piero Angela si capisce benissimo nel suo livore quando uno sente come può essere vissuta una vita libera dalle credenze

                https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/08/16/funerali-piero-angela-il-discorso-integrale-del-figlio-alberto-papa-cerchero-di-fare-la-mia-parte-era-come-avere-leonardo-da-vinci-in-casa-video/6763873/

                Altro che l’esistenza sazia e disperata che un cardinal Biffi attribuiva ai non cattolici… 😉

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                Mi dispiace caro Andrea ma mi tocca di essere in disaccordo.

                Ammirano la scienza perché fa scoprire il mondo, l’universo e le sue leggi.

                Per un credente- anche cattolico, naturalmente- questo è un modo per avvicinarsi a Dio.

                “la rende semplicemente superflua.”

                Non capisco. Per me la questione religiosa, ridotta ai minimi termini, è: l’universo si è creato da solo, o l’ha creato “qualcuno”?
                Stop.

                Non è una questione anti-scientifica: è una questione a-scientifica, metafisica e quindi probabilmente priva di risposta.

                Naturalmente qualunque vita può essere vissuta libera da credenze religiose, che c’entra?

                E mi guardo bene dal confondere tanti atei tranquilli e dotati di moralità che conosco, con i quattro livorosi insicuri della UAAR.

                E tu dovresti fare altrettanto nei confronti dei cattolici 😉

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ pino Mamet

                “dispiace”

                Ad majorem Dei gloriam, appunto. Finché possono rigirare la frittata sono sempre molto benevolenti.

                Poi però le quando il progresso della conoscenza fa traballare il qualche pilastro della predicazione la musica cambia.

                https://www.greedybrain.com/divulgazione/stephen-hawking-e-il-papa/

                Agnosco stylum…

                O vogliamo parlare delle speculazioni sul sangue di San Gennaro? O sulle messe celebrare per far cadere la pioggia?

                “Credo quia absurdum” valeva un tempo e vale oggi

                Non facciamo l’errore di dire che piove quando ci mingono sul viso.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • PinoMamet scrive:

                “Così almeno sostiene”
                mi pare che duca tutto.
                Non mi risulta che la Chiesa cattolica dica che “non bisogna” far luce sul “prima” la nascita dell’universo, ma semmai che sia impossibile farlo davvero.

                Quanto al sangue di San Gennaro che tanto pare turbarti, mi risulta che i miracoli non siano dogmi di fede per la Chiesa cattolica, che semmai può essere accusata di sfruttarli a fini economici, ma certo non obbliga nessun cattolico a crederci.

    • Peucezio scrive:

      Pino,
      “L’altro, che non mi segno di nominare, è caratterizzato dalla sola spasmodica ricerca di popolarità e ricchezza.”

      Non sono proprio d’accordo.
      Fedez è uno zelante gendarme. È una cosa molto diversa.

      • PinoMamet scrive:

        …adesso sì.
        I suoi autori, tra cui la moglie e, se non sbaglio, la madre della moglie, gli hanno fatto capire la Novella Vulgata, di cui si erge a inde-fesso difensore.

        Il suo vero animo, come ben individui, è quello del pirla, e quello che gli interessava (come a tutti i rapper della sua generazione- o a tutti i rapper, punto- erano I Soldi e La Figa).

        • Peucezio scrive:

          Però a me pare di ricordare che facesse pipponi antisalviniani filoimmigrati già anni fa, ma forse conosceva già al Ferragni (anche se non l’aveva ancora sposata).

          Bisogna dire che il rap è tutto pipponi moralistici: c’è sempre il cozzalo di periferia che o lamenta la condizione dei tamarri di periferia, la loro marginalità, ec. con tono di denuncia sociale, o incita i suoi con-cozzali di periferia a smettere di sparacchiarsi, drogarsi, fare cose illegali o comunque ha sempre un tono serio, cupo, compunto.

          Mai uno che dica: com’è bella la figa, le belle macchine, la droga, sparacchiare al mio nemico del quartiere, ecc.
          I trapper almeno un po’ lo fanno.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            ” pipponi antisalviniani filoimmigrati ”

            Secondo me confondi l’essere moralisti con il voler segnare il punto contro l’avversario politico. Perché, in tal caso, anche tu diventeresti un moralista.

            • Peucezio scrive:

              Peggio ancora.
              Rap politico.

              Politica, moralismo, tutta stessa merda.
              Tutto “dover essere” imposto all’essere.

              Io non scrivo canzoni (se così le vogliamo chiamare), al massimo canto quelle esistenti e non parlano di politica.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Non hai capito: un rapper non si smaterializza tra un’incisione e l’altra e in quel frangente parla.

          • giuseppe motta scrive:

            moltissimi rapper lo fanno incessantemente dagli anni Novanta e spesso razzolano come predicano (quando ci riescono)

  12. roberto b scrive:

    Miguel,
    mi sembra che tu ti sia impuntato su questa faccenda della liceità o meno dell’innaffiare i tuoi vasi in terrazza per mostrare le aporie, le incoerenze e le contraddizioni di ordinanze che i sindaci emettono colla loro faccia posteriore, perché se no, in merito alla questione, ci sarebbero due soluzioni praticabili a mio avviso in modo lecito. La prima consiste nel procurarti una confezione d’acqua minerale naturale e innaffiare con quella (ha un costo, d’accordo, ma anche l’acqua del rubinetto ne ha uno, certo inferiore, ma se c’è un’emergenza…). La seconda è recuperare l’acqua utilizzata per lavare frutta, risciacquare piatti o altri usi domestici e innaffiare con quella (naturalmente che non contenga detersivo). Io sto utilizzando questa per un mio piccolo orto e non immaginavo quanta sia l’acqua pulita che si può recuperare dagli usi domestici.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Roberto B

      “mi sembra che tu ti sia impuntato su questa faccenda della liceità o meno dell’innaffiare i tuoi vasi in terrazza per mostrare le aporie, le incoerenze e le contraddizioni di ordinanze che i sindaci emettono colla loro faccia posteriore”

      Certamente, però c’è anche un comprensibile elemento di confusione: io ho raccontato un piccolo episodio di vita personale (legato più o meno a ciò che tu dici), ne è nata una gran polemica, che ha sollevato tanta polvere da far sembrare che ci fossero in marcia grandi eserciti.

      Credo sia significativo, e anche divertente, il modo in cui i funzionari pagati per dirci cosa dobbiamo fare, sfuggono alle loro responsabilità. E credo che tutto sommato facciano bene; però avrei preferito che il funzionario in questione avesse detto, “bella domanda! Non ho la minima idea! Mi informo e la richiamo!”

      • PinoMamet scrive:

        Ti dirò, a me funzionario fa pensare al terribile giudice Villefort del Conte di Montecristo, o all’implacabile antagonista dei Miserabili di cui ora mi sfugge il nome…
        o a qualche mandarino cinese.

        Io ho in mente un impiegato del Comune che magari legge l’ordinanza quando e perché gliela fai leggere tu, ne capisce quanto te e conta di doverti dare una risposta che gli risparmi eventuali grane, quindi “mi scusi signor assessore ma in effetti io mi sono limitato a ripetere quello che c’è scritto”

    • paniscus scrive:

      ” La prima consiste nel procurarti una confezione d’acqua minerale naturale e innaffiare con quella (ha un costo, d’accordo, ma anche l’acqua del rubinetto ne ha uno, certo inferiore, ma se c’è un’emergenza…)”—–

      E come no, così mettiamo in circolo anche qualche bustone in più di plastiche usa e getta…

  13. PinoMamet scrive:

    Ma no, i rapper italiani avevano anche un sacco di com’è bella la figa e non vedo l’ora di arricchirmi (“grazie a voi sfigati che comprate la mia merda”).

    Poi siamo in Italia, e dentro dovevano buttarci anche un po’ di buoni sentimenti.

    Denuncia sociale, qualcuno sì e qualcuno no, ma nella maggior parte dei casi la lamentela sul brutto quartiere era tutta a fini auto-esaltatori, prima ancora che autoassolutori.

    Per trovare gente che sparacchiava bisognava andare negli USA, invece…

    Diciamo che il Rap aveva anche, e sottolineo anche, un aspetto di denuncia sociale, più o meno ben compreso ma spesso di pura facciata.

    • PinoMamet scrive:

      Rispondevo a Peucezio, non so perché sia finita qui!

    • Peucezio scrive:

      Hai qualche link, chessò, video di youtube da linkarmi di rapper che dicevano “com’è bella la figa e non vedo l’ora di arricchirmi”?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Bello Figo Gu? Miguel Serse?

      • Miguel Martinez scrive:

        Hey tipa. vieni in camera con me!
        Quanto sei porca dopo una vodka
        io non lo so cosa ti faccio
        però mi cerchi lo so che ti piaccio
        sono una merda ragiono col c***o
        oggi ti prendo, domani ti lascio
        Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!
        Hey tr**a! vieni in camera con la tua amica porca
        quale? quella dell’altra volta
        faccio paura, sono di spiaggia
        vi faccio una doccia, pinacolada
        bevila se sei veramente grezza, sputala
        poi leccala leccala
        limonatevi mentre Gordo recca
        gioco a biliardo, con la mia stecca
        solo con le buche
        solo con le stupide
        ‘ste pu****e da backstage sono luride che simpaticone!
        vogliono un c***o che non ride
        sono scorcia-tr**e
        siete facili, vi finisco subito

  14. Fuzzy scrive:

    https://www.indiscreto.org/parliamo-di-reincantamento/
    Ne ho letto solo una parte, ma già mi pare il caso di segnalare questa intervista.
    Sono le questioni di cui spesso vedo si discute nei commenti del blog, inquadrate in uno schema più ampio, quello del reincantamento. Poi mi metto sotto l’ombrellone (in giardino eh!) e leggo il resto. Zanzare permettendo.
    Poi il sito è pure notevole.
    Sono articoli che, data la loro lunghezza, è meglio scaricare sul kindle, o al limite stampare, altrimenti ci si carbonizza la retina.

    • Fuzzy scrive:

      Oh, bene, finito di leggere. Mi lasciano un poco perplesso le soluzioni.
      A me è venuto in mente un libro penso oramai introvabile “Il codice degli animali magici” ma anche certe proprietà fantasiose che anticamente venivano attribuite a certe erbe o a certi alberi. La fantasia ha bisogno della natura. Poi, per carità, utopie finché si vuole, psichedelia, ecc, ma attenzione a non perdere il terreno sotto i piedi.

    • tomar scrive:

      Riflessioni molto interessanti, anche quelle sull’uso “rivoluzionario” della psichedelia.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Fuzzy

      “Reincantamento”

      E’ il tema di un saggio di Lewis (l’autore di “Narnia” e “Le lettere di Berlicche”) pubblicato nella sua raccolta di saggi “Present Concerns”.

      A differenza che nell’articolo postato, Lewis non confonde Tecnica con la razionalità. Intende il Reincantamento come quella condizione successiva (cronologicamente o esistenzialmente) a quella del Disincanto, che a sua volta segue quella dell’Incantamento (o Illusione).

      Lewis fa l’esempio della guerra. Il giovane patriota che non ci è mai stato si esalta a leggere infiammati componimenti patriottici e non vede l’ora di arruolarsi volontario: è l’Incantamento. Nelle trincee capisce tutto l’orrore della guerra e rifiuta quanto credeva prima: è il Disincanto. Da reduce, pur non dimenticando l’orrore, riconosce quanto c’era di buono nel suo entusiasmo giovanile – l’onesta e sincera passione di rinnovamento del mondo, il cameratismo coi commilitoni – e non disprezza più ciò che lo spinse ad arruolarsi volontario: è il Reincantamento.

      Ma qui uno che dice “il radicalmente nuovo non esiste” non ha ma visto una foto di Webb e non ha mai letto certi articoli di fisica. Semmai è vero il contrario.

      Uno che scrive “il reincantamento dovrebbe servire anche a spostarci dal falso ruolo di padroni della realtà che abbiamo assunto, e ricollocarci all’interno del meraviglioso reticolo di specie con cui condividiamo la nostra esistenza” sembra non sapere proprio che il primo modello dell’interazione fra specie in un ecosistema lo ha costruito negli anni Sessanta un biologo appassionato di fisica che ha riprodotto le catene alimentari di una valle californiana come una rete di resistenze e induttanze alimentare a celle solari.

      “Non c’è spazio per il mutamento, per la crescita.” Ma se persino l’Android del mio telefonino cambia continuamente sulle basi delle opzioni che io stesso attivo!

      “L’algoritmo, agendo sui sentimenti più rettiliani, più primitivi della storia evolutiva del cervello, quali la paura, è in grado di controllare le opinioni degli utenti, spingendoli verso i complotti come QAnon.” Questi il concetto di ‘responsabilità individuale’ non l’hanno ancora maturato. Se una persona si lascia ingabbiare in un rabbit hole è perchè l’ha scelto. L’ignoranza è una scelta.

      … e infatti si finisce con la New Age della storia della scienza: “vale il principio del filosofo Paul Feyerabend: anything goes, va bene qualsiasi cosa”. Se “anythnig goes”, nessuno è responsabile, Ockham lo buttiamo alle ortiche, ciascuno si fa il suo mondo artificiale: il paradiso del consumismo.

      E’ vero che “senza meraviglia si perde il senso”: ormai è quasi solo nella ricerca scientifica che si può trovare la meraviglia e darsi un senso.

      Questo è il significato vero delle parole di Dostojevskij: “la bellezza salverà il mondo”.

      O se non il mondo, la nostra specie.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Fuzzy scrive:

        Se non ricordo male, a un certo punto si trova scritto qualcosa tipo “noi non siamo contro la scienza e neppure contro la tecnica”. Avrai certamente notato l’apprezzamento che viene fatto nei confronti delle CRISPR, l’ultimo ritrovato dell’ingegneria genetica. (Brrrr). Piuttosto, il problema che viene evidenziato, mi pare, sia il senso unico verso cui la civiltà scientifica-tecnologica si è indirizzata. Il che non vuol dire che il futuro sia già predeterminato, ma più che altro che a quanto pare ci si lascia muovere come degli automi secondo la logica che tiene in piedi il sistema. Per me, che credo che il sistema sia prossimo al collasso, la questione nemmeno si pone. Anzi, se proprio devo essere sincero quello che credo è che abbiamo da imparare di più dai nostri nonni, nell’arte di stare al mondo,
        che dalla scienza. Perche, come dice Taleb, alla fine ha ragione chi sopravvive.
        Vorrei rileggere e correggere ma mi si attorcigliano gli occhi.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Fuzzy

          “sopravvive”

          Ha ragione chi sopravvive, sono d’accordo. Ma qualcuno si illude davvero di sopravvivere senza tecnologia? Mica siamo più Fuegini o Tasmaniani.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Fuzzy scrive:

            A naso, il che, evidentemente, non è molto scientifico, ho questa sensazione che la scienza abbia raggiunto un limite di complessità che l’intelligenza umana non è più in grado di controllare e utilizzare in modo vantaggioso. Si invoca l’intelligenza artificiale. Ma cos’è questa intelligenza non umana? Non si sa. Si procede alla cieca. Non è più il caso di quando la scienza migliorava le prestazioni che so, dei mulini a vento e questa era una scienza che produceva delle tecnologie controllabili e a misura d’uomo. Adesso sembra che abbiamo già tutta la scienza che ci serve, e non è il caso di spingersi troppo oltre diventando degli apprendisti stregoni,
            Tra l’altro se manca l’energia che alimenta tutto il sistema pure la ricerca scientifica ne risentirà. Le tecnologie hanno bisogno di molta energia per funzionare. Ma la producono questa energia, oppure continuano a utilizzare la solita riserva di idrocarburi che la natura ci ha fornito e che ora si sta esaurendo?
            Tu mi dirai che il nucleare…bla, bla. Tempo fa girava in rete un fisico piuttosto arrogante che diceva che si poteva ricavare l’uranio dall’acqua del mare senza nessun problema. Boh! Va ben.
            Poi ho letto che sarebbe troppo costoso e che addirittura si continua a usare il materiale ricavato dallo smantellamento dell’arsenale atomico russo. Insomma, senza tirare in ballo tante altre questioni, pure il nucleare, per quanto se me può sapere, mostra di avere problemi con l’esaurimento delle risorse.
            Allora ben venga la riscoperta della sapienza dei nonni.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ fuzzy

              “A naso”

              Non è la prima volta che si vede una “fine della scienza”. Verso la fine dell’Ottocento ai giovani si sconsigliava lo studio della fisica perché tanto ormai quello che serviva sapere lo si sapeva: molto meglio dedicarsi all’ottimizzazione della lavorazione dello zucchero.

              Poi sappiamo cos’è successo.

              Quanto alle fonti energetiche, beh, lì c’è poco da discutere. O si adotta in fretta una fonte energetica che non sia intermittente e non produca CO2 o i sette miliardi e passa di abitanti sulla Terra non li salviamo.

              E la “sapienza dei nonni” può far poco.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                ” O si adotta in fretta una fonte energetica che non sia intermittente e non produca CO2 o i sette miliardi e passa di abitanti sulla Terra non li salviamo. ”

                Il problema non è tanto il famoso CO2 (che sicuramente è un problema), quanto la trasformazione – tramite appunto energia – di risorse limitate in inquinamento, rifiuti e calore.

              • Fuzzy scrive:

                Resta poco tempo.
                Quando dico sapienza dei nonni intendo darsi degli obiettivi magari poco pretenziosi ma realizzabili.
                Ad esempio rigenerare i suoli. Sistemi energetici a bassa e media temperatura o meccanici che sfruttino l’energia solare o del vento direttamente. Produrre l’indispensabile nei momenti in cui sono disponibili sole o vento. E poi le solite cose che fanno incazzare Mamet, risparmio energetico, uso di materiali semplici e facilmente disponibili. È già stato fatto e rifatto in passato, e poi aggiornato secondo criteri più scientifici (appunto). E chi ha inventato tutte queste cose se non i famosi nonni? Lode ai nonni. Io avevo un bisnonno che manteneva tutta la famiglia con mezzo ettaro di terreno. E quando disgraziatamente è morto, quel terreno era ancora fertile. Aveva 85 anni. Ha lasciato un buon ricordo, i miei genitori mi hanno voluto dare il suo nome.
                Uso ancora la sua bicicletta.
                Ho letto da qualche parte che l’acceleratore di particelle del Cern era stato costruito nell’intento di dimostrare la supersimmetria, a cui avevano lavorato per anni e anni, eserciti di fisici, e non hanno trovato niente. Allora, zitti zitti hanno tirato fuori la storia del bosone di higgs che non era poi una scoperta così fondamentale, giusto per salvare la faccia rispetto a tutto quello che era stato speso in questa ricerca.
                E che stiamo a illuderci di cosa?

              • PinoMamet scrive:

                Che la bicicletta di tuo nonno salverà il mondo.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “trasformazione”

                Ecco perché si punta verso l’aumento dell’efficienza della trasformazione delle risorse non rinnovabili. Maggiore efficienza = meno sprechi.

                https://scenarieconomici.it/lazienda-di-bill-gates-raccoglie-750-milioni-per-sviluppare-i-propri-reattori-nucleari-piove-sul-bagnato/

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                ” Maggiore efficienza = meno sprechi.”

                Maggiore efficienza = usare la stessa energia per trasformare ancora più risorse rinnovabili.

                Se ho un cavallo, porto 100 chili. Se ho un camion porto 100 tonnellate (cifra sparata a caso).

              • roberto scrive:

                fuzzy

                “Lode ai nonni. ”

                dei miei nonni uno era impiegato di banca e l’altro professore di filologia romanza, dubito che abbiano mai fatto crescere anche solo una piantina di basilico
                🙂

              • Fuzzy scrive:

                Mamet
                La bicicletta di mio nonno sarebbe il male minore. Ma non ti preoccupare, si andrà allo schianto a tutta velocità.
                Anzi, adesso vado a farmi un bel giro in bici.

              • Fuzzy scrive:

                Roberto
                Io ho avuto un nonno muratore e un nonno pastore (di pianura. Strana cosa. Mentre girava col gregge regolava le acque dei canali). Quando andavo dalla mia nonna paterna vedevo come gestiva un orto, un vigneto e un pollaio. Odiavo quando tirava il collo alle galline. Ma per il resto era tutta una vita molto armonica e piena di senso.
                Ricordo quando acquistò la prima lavatrice della sua vita.
                Non capiva come si usassero i programmi. Chiedeva a me che avevo al massimo 6-7 anni.
                Io avevo imparato dall’altra nonna che aveva lo stesso modello di lavatrice. Va ben. Chiacchiere.

              • PinoMamet scrive:

                “Ma per il resto era tutta una vita molto armonica e piena di senso.”

                Anche la vita dei professori di filologia romanza non è male.

                E persino quella degli ingegneri.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “100x

                Precisamente. Se ho un camion porto cento tonnellate facendo la stessa fatica del cavallo che porta 100 Kg, perché il camion è più efficiente. (Non a caso si usavano gli “Horse Power” per misurare la potenza di un motore).

                Maggiore l’efficienza, minore l’impatto negativo sull’ambiente per unità di tempo a parità di potenza utilizzata.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                ” Se ho un camion porto cento tonnellate facendo la stessa fatica del cavallo che porta 100 Kg, perché il camion è più efficiente”

                possibile che io non riesca mai a spiegarmi?

                Ho 100 cavalli, insieme portano 10 tonnellate, e mi costano un occhio della testa.

                Allo stesso prezzo, mi compro un camion, molto più efficiente. Che mi porta 100 tonnellate.

                Ma a quel punto, a ogni viaggio, non faccio portare 10 tonnellate al camion, faccio portare 100, come 1000 cavalli.

                Grazie alla maggiore efficienza, faccio un po’ meno del danno che farei con 1000 cavalli. Ma faccio sempre molte volte più danno di quello che farei con 100.

                “Maggiore l’efficienza, minore l’impatto negativo sull’ambiente per unità di tempo a parità di potenza utilizzata”

                Esatto. Ma manca il dato fondamentale: maggiore l’efficienza, a parità di potenza e tempo, maggiore la materia trasformata/trasportata ecc., per cui l’impatto negativo aumenta, non diminuisce.

              • roberto scrive:

                Fuzzy

                “ Non capiva come si usassero i programmi.”

                Il nonno filologo è stato per un po’ console Italiano a Bengasi (durante il fascismo, ho delle origini nere che sicuramente peucezio mi invidia), avevano servitù in abbondanza e sono sicuro che non avesse idea di come funzionava una lavatrice. Mia nonna che ho conosciuto bene non sapeva fare un uovo sodo

                Credo che abbiano avuto vite piene di senso anche se non sarà il tuo senso

              • fuzzy scrive:

                Di Vita
                Se ho un camion porto cento tonnellate facendo la stessa fatica del cavallo che porta 100 Kg, perché il camion è più efficiente.
                Certo è un ragionamento un poco astratto per misurare l’efficienza in termini fisici.
                Ma nella vita reale:
                https://youtu.be/F-1KGF-Qhzs
                E’ un classico.
                La vera differenza tra il cavallo e il camion è che il cavallo va ad energia rinnovabile, l’erba, mentre il camion brucia una risorsa finita, il Diesel.
                Si, è vero che c’è il biodiesel, ma è poco e richiede modifiche ai motori.
                Oppure ci sono questi HVO di cui so poco. Si tratta di roba da raffineria, necessitano di strutture complicate.
                Il trasporto di merci pesante su strada non è facilmente elettrificabile (le batterie arriverebbero a pesare più del carico) e senza idrocarburi non sarà nemmeno facile mantenere
                le strade nella loro condizione attuale.
                Se invece si prende a paragone il mulo, rispetto al camion, allora non c’è proprio storia.
                Mulo forever.

              • PinoMamet scrive:

                “Ho 100 cavalli, insieme portano 10 tonnellate, e mi costano un occhio della testa.”

                Ma il bello, e il brutto, di questi ragionamenti astratti, è che possono adattarsi a qualunque tesi.

                Per renderli meno astratti bisogna scendere nel concreto:
                quanto porta davvero un cavallo?
                E davvero per portare un peso uso un cavallo, e non un carro tirato da due cavalli o da un bue?
                E avranno sempre viaggiato a pieno carico?

                E un camion, quanto porta? e chi ha detto che viaggia sempre a pieno carico? e per quanti chilometri?

                Ma allora, se si scende nel concreto, le tesi diventano molto più complesse, e non è più semplice tirare delle linee di confine…

              • PinoMamet scrive:

                Vedo che Fuzzy ha scritto all’incirca le stesse cose, traendone (forse?) la conclusione opposta: mulo forever.

                Ora, da queste parti nell’Appennino molti carrettieri avevano un carro trainato da cavalli- o muli (c’è differenza, ma nel tiro riguarda cose diverse dalla “portata”).

                Nel dopoguerra, si sono trasformati in pochi anni in camionisti.

                Tornassero al mulo, avremmo esattamente lo scenario di miseria e desolazione del filmato postato da Fuzzy.

                (Certo, sui sentieri impervi di montagna il mulo è insostituibile, se ne accorti persino i Marines: nel momento in cui gli Alpini, “modernizzandosi”, li abbandonavano… ma è un altro discorso)

              • Fuzzy scrive:

                https://www.resilience.org/stories/2022-08-16/essential-services/
                Mamet, qui il punto di partenza è il riscaldamento globale, mentre io parto dal picco dei combustibili fossili, ma poi il seguito combacia perfettamente con quello che penso, che comunque sono cose che si trovano in giro e sono scritte da rispettabili esperti in materia di energia.
                In ogni caso è quasi sicuramente illusorio pensare di mantenere le cose come stanno facendo finta che vada tutto bene.

              • PinoMamet scrive:

                Letto il link.
                Beh, passare dai combustibili fossili ad altri “rinnovabili” e “non inquinanti” in un ragionevole lasso di tempo è una cosa che sanno tutti e dicono tutti.

                Smettere di produrre giocattoli in plastica mi pare una cazzata sensazionalistica, altre cose che dice per limitare il consumo di plastica hanno senz’altro senso negli USA dove è esagerato.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Martinez

                “Spiegarmi”

                Più persone al mondo ci sono, più consumano, più tonnellate devo trasportare/trasformare. A parità di consumi, maggiore l’efficienza minore l’impatto sull’ambiente.

                Questo NON vuol dire che aumentando l’efficienza aumentino i consumi.

                Beppe Grillo ebbe a dire una volta che il PIL è quella cosa che aumenta se sposto un mattone dal punto A al punto B e viceversa, e aveva ragione: il PIL misura più i consumi dei prodotti, e per questo molti lo contestano. Qui però viene a fagiolo appunto per valutare i consumi.

                Per quanto riguarda l’impatto sull’ambiente, guardiamo ad una quantità misurabile come la CO2 prodotta pro capite.

                Andiamo a vedere PIL e CO2 prodotta pro capite in tre paesi, uno in maggioranza basato sul nucleare (la Francia), uno in maggioranza basato sul metano (l’Italia) e uno basato in maggioranza sul carbone (la Polonia).

                I valori del PIL in Francia, Italia e Polonia sono all’incirca in rapporto 15 : 10 : 2. Eppure le emissioni pro capite di CO2 all’anno sono circa uguali nei tre paesi.

                Cioè, in proporzione un Polacco sporca più di sette volte un Francese e cinque volte un Italiano. Perché? Perché brucia carbone, e il carbone è la fonte meno efficiente di tutte. Ma un Francese sporca quanto un Italiano pur consumando di più. Perché? Perché il Francese usa il nucleare che è più efficiente della combustione del metano usate dall’Italiano.

                È verissimo che i consumi impattano sull’ambiente. L’impatto si riduce riducendo i consumi pro capite, riducendo il numero dei consumatori e aumentando l’efficienza. In altre parole: aumentando la povertà, ammazzando gente e passando al nucleare.

                (Se pensi poi che il nucleare da fusione starà al nucleare attuale come quello attuale al carbone… 🙂 )

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                Per ADV

                “I valori del PIL in Francia, Italia e Polonia sono all’incirca in rapporto 15 : 10 : 2. Eppure le emissioni pro capite di CO2 all’anno sono circa uguali nei tre paesi. ”

                Giustissimo ciò che dici.

                Però tu citi solo il CO2.

                Come sai, non sono uno scettico riguardo alle problematiche legate al CO2. Ritengo che sia un sintomo importante di un processo molto più ampio.

                I conti del CO2 sono relativamente facili da fare; sarebbe però molto più significativo fare il conto complessivo di:

                CO2 – cementificazione – inquinamento dei mari e dell’aria tramite trasporti da luoghi lontanissimi – riduzione della biodiversità – distruzione della rete fungina che mantiene vivo l’humus – effetto CO2 sì, ma sui luoghi di provenienza delle merci (tipo, fabbriche cinesi che producono auto per francesi, italiani e polacchi) ecc. ecc.

              • PinoMamet scrive:

                Naturalmente chi ha scritto l’articolo è un estremista e anche un pazzo se si aspetta che qualche politico segua o proponga le sue idee da coprifuoco permanente, ma qualcosa di interessante c’è dappertutto.

              • PinoMamet scrive:

                Se parla di religione no, ma in queste cose sto con ADV.

  15. tomar scrive:

    Buona Assunta a tutti i kelebekleriani incantati tra fedez e la fede!

  16. Andrea Di Vita scrive:

    @ tutti

    Buon Ferragosto!

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  17. Mauricius Tarvisii scrive:

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/08/15/zaporizhzhia-zelensky-colpiremo-i-soldati-russi-nascosti-nella-centrale-la-usano-come-scudo-per-bombardarci/6763166/

    Quanto è serio il rischio se i Nostri Eroi dovessero continuare a sparare su una centrale nucleare? Leggevo che teoricamente dovrebbe resistere ad un bombardamento convenzionale di questo tipo, ma è vero? E’ vero in parte?

    Tra parentesi, ricordo che fino a ieri dicevano che erano i russi a sparare: evidentemente hanno capito che la balla faceva ridere i polli e hanno cambiato versione.

    • PinoMamet scrive:

      In effetti non si capiva perché i russi avrebbero dovuto colpirsi da soli…

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ mauricius tarvisii

      “vero?”

      Direi di si’.

      A quanto so, Zaporizhzhia e’ una centrale tipo Chernobyl ma con in più un contenimento del nocciolo e in meno la grafite. Ricordo che a Chernobyl fu appunto la mancanza di un contenimento del nocciolo e la contemporanea presenza di grafite come moderatore a trasformare le conseguenze di una gestione sciagurata di un’esercitazione in una catastrofe. Per trasformare Zaporizhzhia in un pericolo bisognerebbe prima bombardare ripetutamente il contenitore fino a sfondarlo (e parliamo di circa un metro di cemento armato) poi bombardare ripetutamente il nocciolo fino a sfondarlo (e parliamo di un contenitore metallico capace di reggere almeno tre atmosfere a 800 °C) e infine innescare un incendio i cui fumi spargano per aria il materiale radioattivo fuoriuscito in seguito allo sfondamento del nocciolo (perché mancando la grafite manca la parte principale del combustibile che bruciando innesco’ il disastro di Chernobyl).

      Tra l’altro, Zaporizhzhia fornisce di elettricità mezza Ucraina. Se a Kiyv restano senza, devono comprare altro metano Russo 😉

      Ciao!

      Andrea DI Vita

  18. Miguel Martinez scrive:

    Mi diverto… gli unici seggi sicuri per il Partito Unico sono dalle parti nostre.

    E quindi devono candidare proprio qui tutti i transfughi e traffichini che stanno correndo a salvarsi la poltrona.

    Tra l’altro, Nardella ha da poco rivoluzionato la giunta per far posta alla sinistra, per calcoli elettorali che non ho ben capito (e che non hanno capito nemmeno i miei amici del Partito Unico).

    Qualcuno sa chi è “Meloni il braccio destro di Letta” ?!

    In realtà, Letta non ha “tagliato i paracadutati”. Ha solo promesso la botte piena e la moglie ubriaca.

    https://firenze.repubblica.it/cronaca/2022/08/13/news/elezioni_letta_disinnesca_la_rivolta_del_pd_fiorentino_tagliando_i_paracadutati-361465533/

    Firenze
    Elezioni, Letta disinnesca la rivolta del Pd fiorentino tagliando i paracadutati
    13 Agosto 2022 alle 03:32 2 minuti di lettura

    Pd, assedio al Nazareno. L’incubo di un boom di paracadutati nelle liste, da Fratoianni a Bonelli, da Di Maio a Della Vedova, fa insorgere i Dem toscani. Dario Nardella e i vertici del partito si fiondano alla sede Pd a Roma per difendere Gianassi e Fossi. Ma in serata un colloquio rasserena il clima: il segretario Enrico Letta chiama il sindaco dando “rassicurazioni”. I paracadutati non saranno evitati ma ridotti: “Nell’area fiorentina saranno accolte alcune indicazioni provenienti dal livello nazionale e allo stesso tempo mantenute le proposte dei nomi provenienti dal territorio in maniera condivisa” trapela dai pià vicini Nardella all’ora di cena. Dopo un venerdì di tensione inusitata un fine settimana bollente può cominciare.

    L’allarme paracadutati suona all’alba di ieri. Non solo il ministro in quota Articolo 1 Roberto Speranza e il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: sui collegi dell’area fiorentina e della costa si mettono a girare i nomi dell’ex 5 Stelle Luigi Di Maio e quello di Benedetto Della Vedova di Più Europa. Il fantasma di ritrovarsi con una valanga di catapultati tali da far fuori i prescelti toscani, esorcizzato e sminuito per giorni, di colpo si fa concreto e scatena la rivolta. Nardella annulla tutti gli impegni e si fionda a Roma col primo treno accompagnato dall’Houdini delle trattative Stefano Bruzzesi, membro della direzione nazionale dem. Direzione sede del Pd. Obiettivo: scalzare il segretario Enrico Letta. Più tardi arriveranno anche l’assessore Federico Gianassi e il sindaco di Campo Emiliano Fossi, i candidati in pectore dell’area fiorentina, e i segretari Pd, Monica Marini e Andrea Ceccarelli.

    È un appostamento alle stanze dei bottoni. Nardella e i suoi parlano col vice segretario Provenzano, si confrontano col braccio destro del leader, Meloni, smessaggiano con Letta, che non c’è, è a Domodossola. Sono ore tesissime perché nel frattempo le chat del Pd fiorentino esplodono: “Pensano di umiliare il Pd più forte d’Italia che è pronto a scendere in campo per la campagna? Mai detto di non voler lasciare spazio agli alleati e a inviati romani ma le candidature fiorentine di Fossi e Gianassi devono essere salvaguardate e anche quella della segretaria Bonafè a livello regionale” si dice nei Dem. I 21 circoli vergano una lettera al segretario nazionale in cui chiedono di blindare i candidati del territorio: “La Toscana non è il granaio dei paracadutati e dei redivivi”.

    Nel frattempo l’allarme si estende a Livorno, anche quello è collegio a rischio “catapultati”: “Per noi il candidato è Andrea Romano che ha svolto un lavoro apprezzato e riconosciuto dal territorio e fin qui nessuno lo ha messo in discussione. Se vogliono paracadutare qualcuno io dico che non è giusto che i territori che hanno fatto meglio vengano puniti. Un territorio è più sicuro per il centro sinistra perché chi ci sta ha fatto bene non l’opposto. Livorno ha estrema necessità di una rappresentanza territoriale importante, questo il Pd lo deve tenere presente” avverte il sindaco Luca Salvetti.

    E va avanti così per tutto il giorno. Una “crisi dei missili” con la diplomazia sempre sul filo della rottura. Riunioni, incontri, whatsapp bollenti. Bonafè siede ai tavoli con Nardella e gioca in squadra, Letta alla fine fornisce garanzie allo stesso sindaco. Firenze ottiene rassicurazioni ma il bello viene oggi e domani con la direzione nazionale convocata per programma e candidature. E poi una settimana prima del deposito, il 21 e 22 agosto.

    L’aria nel Pd toscano resta elettrica: la sindaca di Figline e Incisa Valdarno Giulia Mugnai scrive a Letta per sollevare il tema della rappresentanza femminile nelle liste e “insieme a sindaci e segretari del territorio” del Valdarno invoca la candidatura dell’ex parlamentare Elisa Simoni tuonando che “così davvero non va con le donne, trattate come Pizzaballa”. Resta aperto anche il caso di Andrea Marcucci, che nei giorni scorsi si è infuriato con Letta per la mancanza di certezze su un collegio sicuro tanto da far arrivare a trapelare la volontà di un addio e di un passaggio al Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ieri sera alla Versiliana il senatore lucchese nel confronto con il rivale del centrodestra Massimo Mallegni ha preso tempo: la trattativa si è riaperta col Nazareno su un posto. Pare gli sia stato offerto il collegio Senato Pisa-Livorno-Versilia inizialmente previsto per lo stesso Letta, o forse il listino. Da destra rimbalza la voce clamorosa di Silvio Berlusconi nel listino Senato di Forza Italia toscana. Forse anche Salvini nel pluri Senato Lega.

  19. Miguel Martinez scrive:

    La cosa divertente è che adesso il PD, impostando tutta la campagna su “fermiamo la Meloni”, può contare sulla trinariciuta fedeltà di tutto il “popolo di sinistra”.

    Quindi può fare loro qualunque dispetto, mentre deve corteggiare – comprensibilmente – quelli che sono incerti: ecco che deve trovare di corsa un seggio blindato per gente come Pierferdinando Casini.

  20. tomar scrive:

    il PD può contare sulla trinariciuta fedeltà di tutto il “popolo di sinistra”.
    Proprio tutto: ne sei così sicuro?
    Mi sembra una visione un po’ trinariciuta del “popolo di sinistra”.

    • habsburgicus scrive:

      ma è quella vera 😀
      almeno in Toscana e in Emilia, uniche regioni sicure per la sinistra…
      magari al nord ci saranno sparuti gruppi di sinistra che, schifati, voteranno Rizzo o altri…ma tanto lì il PD non avrebbe seggi (almeno da sinistra..qualcuno confida di prenderselo fra i “moderati” donde le tattiche di Miguel), sai quanto gliene po’ frega’ 😀

      @Miguel
      visto che la Toscana è il Bengodi -se ha l’endorsement del PD, of course :D- non potresti suggerire alle tue alte aderenze 😀 che diano un seggio sicuro pure a me ? 😀 😀 lo apprezzerei molto 😀

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Tomar

      “Proprio tutto: ne sei così sicuro?
      Mi sembra una visione un po’ trinariciuta del “popolo di sinistra”.”

      Hai ragione… era un po’ uno sfogo!

      • Moi scrive:

        … Diciamo che c’è un gran sgomitare , specie ora che sono stati ridotti di numero i Parlamentari, per farsi candidare nei cosiddetti “Collegi Elettorali Blindati” Toscani ed Emiliani-Romagnoli.

        Questo è il dato di fatto oggettivo …

  21. tomar scrive:

    hasburgicus ti apprezzo moltissimo quando stai sul tuo

  22. Miguel Martinez scrive:

    Biden ha già autorizzato più trivellazioni di Trump in tutta la sua amministrazione:

    Come sempre, un conto è la retorica (“salverò l’ambiente!” “non mi farò ricattare dagli ambientalisti!”), un altro i fatti.

    L’amministrazione Biden in un solo anno ha approvato più permessi per trivellazione su terreni pubblici che Trump in tutta la sua amministrazione.

    https://biologicaldiversity.org/w/news/press-releases/new-data-biden-slays-trumps-first-year-drilling-permitting-by-34-2022-01-21/

    > WASHINGTON – Nuovi dati federali mostrano che l’amministrazione Biden ha approvato 3.557 permessi per la trivellazione di petrolio e gas nelle terre pubbliche nel suo primo anno di attività, superando di gran lunga il totale di 2.658 dell’amministrazione Trump.
    >
    > Quasi 2.000 dei permessi di trivellazione sono stati approvati nelle terre pubbliche amministrate dall’ufficio del Bureau of Land Management in New Mexico, seguiti da 843 in Wyoming, 285 in Montana e North Dakota e 191 in Utah. In California, l’amministrazione Biden ha approvato 187 permessi – più del doppio dei 71 permessi di trivellazione approvati da Trump in quello Stato nel suo primo anno.
    >
    > “Le approvazioni di trivellazioni a raffica di Biden sono un fallimento spettacolare della leadership sul clima”, ha dichiarato Taylor McKinnon del Center for Biological Diversity. “Per evitare cambiamenti climatici catastrofici è necessario porre fine all’estrazione di nuovi combustibili fossili, ma Biden sta correndo nella direzione opposta”.

  23. Moi scrive:

    Molto interessante laquestione se Fedez sia ideologicamente un “nipotino” di Piero Angela …

    in questo caso, mimuoverei con le categorie di un vecchio libro (mai riuscito a leggerlo, e cmqandrebbe aggiornato !) di Maurizio Blondet : Selvaggi con il Telefnino.

    Ebbene, riprendendo dalla prefazione : Piero Angela, almeno per l’ Italia, è stato un Epigono del Progressismo Otto/Novecentesco dei “baffi a manubrio” 🙂 (benché sempre imberbe, perfettamente rasato) ; forse, addirittura, il Canto del Cigno …

    Però, appunto, Piero Angela era perfettamente conscio dell’ immensa mole di studi scientifici, sperimentazioni, brevetti , ricerca, finanziamenti, eccetera sulle tecnologie “strabilianti” per un Progressista over90 che ci stanno dietro a uno smartphone , lesue app, tutto quel che può fare.

    Fedez, invece, è un esempio paradigmatico di quella massa (anche più giovane nonché più anziana di lui …) che considera lo smartphone e tutto il suo ambaradàn come semplicemente un “frutto magico”, come se spontaneamente fosse cresciuto su di un albero e poi si deve solo pagarlo per “staccarlo dal ramo”.

  24. Fuzzy scrive:

    Mamet
    Letto il link
    Nota 3
    3Even if and when we have developed a huge capacity in renewable-electricity generation, many industrial processes, particularly those which require high-temperature and high heat flux, will be difficult or impossible to convert from fossil fuel combustion to electricity. This includes production of concrete, steel, and a large array of chemicals used in industrial products. For an overview with further references, see my chapter “Energy Sprawl in the Renewable-Energy Sector”, in Energy Transition and Economic Sufficiency (2021).
    A parte il fatto che se ti serve energia a basse e medie temperature non hai necessariamente bisogno del solare fotovoltaico o delle pale eoliche, ma quello che dice il nostro articolo è che la tecnologia non risolverà tutto, e che bisogna entrare in una logica in cui si mantenga l’essenziale scartando il superfluo. Se poi i politici non ne vogliono sapere, beh, allora si preparino ad affrontare le conseguenze delle loro decisioni. Non vedi in giro un certo caos?
    L’ultima è il pericolo di guerra civile negli Stati Uniti, addirittura. È colpa di Trump? Boh, fino a un certo punto. Per me sono i nodi (trascurati) che arrivano al pettine.

  25. roberto scrive:

    Una domanda per voi che siete più intelligenti

    Che minchia vuole questo sindaco?

    http://dgegovpa.it/Rio/albo/dati/20200062O.PDF

    Secondo me non puoi fare la pizza con l’acqua del rubinetto

    Comunque grazie a Miguel mi sono dato alla lettura di queste fantastiche ordinanze. Non vivete in un paese normale….

    • roberto scrive:

      Ps è un caso un po’ diverso, non siccità ma devono aver avuto un problema all’acquedotto…. Ma santa miseria scrive così!?!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Sì, deve essere la contaminazione di una condotta (quella di Bagnaia), per cui vietano l’uso potabile e in cucina dell’acqua.

      • roberto scrive:

        e non poteva scriverlo semplicemente come hai scritto tu invece di “DIVIETO DI UTILIZZO DELL’ACQUA PER USI POTABILI, PER L’INCORPORAZIONE NEGLI ALIMENTI E COME BEVANDA”?

    • PinoMamet scrive:

      Che poi la bicicletta è un mezzo bellissimo e molto divertente, sicuramente il suo uso va incentivato, e persino io ne ho restaurata una, qualche estate fa
      (su Youtube sembrava una cosa di un paio di giornate, io ci ho messo almeno un mese…)
      (ne ho anche una moderna)

      E sono un grande sostenitore dei progetti delle mie parti (molto ciclistiche come tradizione), come
      https://biciclettadannata.it
      e
      http://www.lasajetta.it

      ma insomma non è la soluzione a tutti i problemi, eh?

      • Fuzzy scrive:

        http://www.biciclassiche.com/2012/01/lygie-modsupremo-1949.html?m=1
        La bicicletta di mio bisnonno. Stesso modello. Ma la mia è stata restaurata in modo approssimativo da un carrozziere in pensione. Da verde è diventata nera. Ha i freni interni al telaio e questo, a quanto pare, ha comportato difficoltà di riparazione pressoché sconvolgenti. Insomma, con 200 euro è tornata quasi nuova. Quando io sarò trapassato a miglior vita spero la usi anche mio figlio, anche se per ora preferisce i modelli da corsa in carbonio. Che schifo.
        Plasticazza.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ PinoMamet

        “tutti”

        🙂 😉

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • PinoMamet scrive:

          Tu che sei genovese e cercavi un baschetto, hai poi provato da Lucarda?

          (La proprietaria, cioè la figlia, credo sia attualmente in Bretagna per conoscere dal vero un fornitore tradizionale di maglie a righe marinare invernali; quelle estive in cotone le fanno da soli; mi piace questo gemellaggio cultural-artigianal- marinaresco)

  26. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=ymONW6nUOwU

    Addio a Piero Angela, il discorso del figlio Alberto

    E’ partito dall’ultimo comunicato scritto dal padre, Piero Angela, il discorso del figlio Alberto durante la cerimonia laica in Campidoglio. “E’ stata una persona, lo dico da figlio, ma anche da collega, che è riuscita a unire, non a dividere, pur mantenendo le sue opinioni, a volte ferree” ha detto Alberto, ricordando la figura e il lavoro del padre.

  27. Moi scrive:

    Un altro dei pochissimi “necrologi” giornalistici “Non-Acritico” (e rispettoso, per quanto in antitesi diaettico …) su Piero Angela :

    Piero Angela, la scienza al posto di Dio
    16-08-2022

    di
    Tommaso Scandroglio

    https://lanuovabq.it/it/piero-angela-la-scienza-al-posto-di-dio

    Non c’è dubbio che Piero Angela sia stato “un pezzo della tv italiana”, con una grande capacità di divulgazione scientifica. Ma va compresa la sua impostazione scientista, che metteva fuorigioco filosofia e teologia. E la sua eredità è una concezione ridotta dell’uomo, che nega la sua trascendenza.

  28. Moi scrive:

    @ PINO MAMET

    [Credo che sia , o voglia essere , un “Pragmatismo Confuciano” … basato sugli “Stereotipi Positivi” circa le Comunità Ebraiche]

    https://www.timesofisrael.com/talmud-inspired-learning-craze-sweeps-south-korea/

    Talmud-inspired learning craze sweeps South Korea

    Some think the key to unlocking academic success can be found in Jewish approaches to education, leading to the establishment of dozens of chavruta-themed institutions

    • Moi scrive:

      “Stereotipi Positivi” circa le Comunità Ebraiche

      … probabilmente mutuati dagli Stati Uniti.

    • PinoMamet scrive:

      Sì, conoscevo la (presunta?) mania sud-coreana per il Talmud, all’incirca per lo stesso motivo per cui nei licei italiani, per decenni, si è ripetuto che il latino “aiuta la logica”.

      A parte che tutto aiuta la logica; a parte che la Settimana Enigmistica aiuta la logica, e costa meno del Talmud 😉

      sicuramente a seguire il filo delle discussioni dei maestri talmudici si fa un grande esercizio di elasticità mentale, ma immagino che la stessa cosa sia vera per un sacco di opere culturalmente più vicine ai coreani…

      • Moi scrive:

        Cmq il discorso proporzionale 0,2 popolazione mondiale / 20% Premi Nobel … l’ ho sentito sia da AntiSemiti che da ProSemiti, ovviamente con spiegazioni opposte :

        “Come fanno a NON essere un popolo di Menti Superiori ?!”

        VS

        “Come fanno a NON avere una Lobby Ebraica potentissima che ha in mano tutto ?!”

        🙂

        🙁

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Per esempio, essendo sovrarappresentati nella borghesia urbana germanofona, locale o esportata, che a sua volta era sovrarappresentata in ambito scientifico nel Novecento.

          • PinoMamet scrive:

            La penso così anch’io, poi ci sono da aggiungere un paio di altre cose.

            Nel mondo di lingua inglese è ormai proverbiale la capacità scolastica ed accademica degli estremo orientali, o delle persone di origine comunque asiatica anche se americani o inglesi di passaporto;

            e la causa non viene ricercata in caratteristiche genetiche o in una presunta lobby cinese, ma nelle terribili “madri tigre” asiatiche, che spingono i figli ad emergere a tutti i costi e specialmente in ambito scientifico o medico.

            Il mondo ebraico ashkenazita (all’epoca si specificava: “assimilato”) dell’Otto/Novecento doveva essere era più o meno la stessa cosa…

    • Moi scrive:

      Cmq sono libri con testo Ebraico a fronte (*) …

      חַבְרוּתָא / 하브루타

      (Senza fare caccia al tesoro 😉 di segni dacritici, meglio “Chavruta”, in Alfabeto Latino …poiché abbiamo una “Chet” iniziale anziché una “Hei” … però in Coreano hanno solo la “h aspirata debole” e solo la “b” , perciò fanno “Habeuruta”)

      ————————————-

      https://koreaexpose.com/havruta-jewish-learning-method-korean-hagwons/

      “I came [to register] because I thought the Jewish learning method would be something special, since it has yielded the highest number of Nobel Prizes. But I didn’t know it would be this popular.”

      PS1

      Strano che non ci abbiano pensato prima i Giapponesi 😀 … o forse no ? 😉

      PS2

      Pensate se si facesse uno studio del genere anche in Italia … almeno, dopo, ci sarebbe un immaginario di massa un po’ più ampio di Nazifascismo-Olocausto(Shoah) / Israele-Palestina.

      (*) … Chissà se qualcuno “controcorrente a tutti i costi” , ci vedrà Alieni e astronavi … 😀

      • PinoMamet scrive:

        Lascia che ti dica come la veda io.

        In Estremo Oriente il pensiero tradizionale parte da basi molto diverse da quelle “greche”: si potrebbe tentare una sintesi, ma verrebbe una semplificazione estrema e tagliata con il coltello, che tutti potrebbero fare a pezzi e vivisezionare, evitando così di affrontare l’evidenza, cioè che il pensiero “confuciano” è utilissimo per mantenere la pace, o piuttosto l’ordine sociale, ma poco utile a stimolare il dibattito.

        Ma il dibattito è l’essenza della scienza.

        Giapponesi e coreani possono naturalmente importare di peso il sistema scolastico europeo (lo hanno fatto, anzi) ma non possono certo importare una mentalità, tanto più quando questa mentalità va contro tutto ciò che, in quelle società (quella coreana più di quella giapponese, già sputtanata) è ancora sacrosanto, cioè appunto l’ordine sociale.

        Lo studio del Talmud servirebbe esattamente a questo, a stimolare dibattiti, in un ambiente “di caserma” però, che meglio si adatta a certe idee coreane.

        In Italia abbiamo i licei, e ne facciamo tranquillamente a meno, e possiamo lasciare il Talmud (in via di traduzione e pubblicazione con testo italiano a fronte, una mezza dozzina di volumi li ho già) a chi è interessato al Talmud.

        • Daouda scrive:

          Posso procurarmi solo la Mishnah senza commentari successivi

          • PinoMamet scrive:

            Se è una domanda, è senz’altro sì in altre lingue, in italiano non so/non credo sia stata tradotta autonomamente…
            comunque nel Talmud che sta traducendo la Giuntina, trattato dopo trattato, la Mishnah è facilmente individuabile…

  29. Moi scrive:

    @ PINO

    Ho visto che si può pronunciareanche “Chavrusa” … ma la penultima lettera è “Tav”, mica “Samech” : che pronuncia è ? … Yiddish / Ashkenaz ? Non mi pare che esistano altre varianti dell’ Ebraico con status di “Lingua” (quindi oltre l’oralità …) anziché “Dialetto”.

    • PinoMamet scrive:

      Gli ashkenaziti pronunciano tutte le t (ebraiche) come s … Credo che originariamente il fenomeno riguardasse solo la tav, poi si è espanso per iper (s) correttismo 😉

      Naturalmente la pronuncia standard dell’ebraico per farsi capire è ormai ovunque quella “israeliana” (un po’ semplificata anche rispetto alla pronuncia tradizionale italiana)

  30. Fuzzy scrive:

    Oggi il vicepresidente della FDP, forza liberale di governo, Wolfgang Kiubicki, ha chiesto ufficialmente che venga aperto Nord Stream 2, una specie di resa senza condizioni della Germania alla Russia. Il tema è: se questo serve per tenere i tedeschi al caldo e far andare avanti l’industria facciamolo, mandando a quel paese sia quello che ha detto Scholz, sia la Commissione, sia Biden, sia la NATO. Una posizione impensabile fino a un paio di mesi fa, ma che viene avanti ogni giorno di più in Germania. Intanto Berlino ha praticamente cessato ogni aiuto militare a Kiev, alla faccia delle dichiarazioni di Scholz. Il cancelliere è ormai nel bunker, con l’armata rossa alle porte: quanti giorni durerà prima di arrendersi senza condizioni come l’ammiraglio Donitz?
    https://scenarieconomici.it/
    Oh!, Adesso mi torna. Quindi c’erano due scenari, 1 cedere alla russia 2 decrescere un bel poco. L’avrebbero chiamata “drammatica recessione”. Altre vie non se ne vedevano. Quindi adesso raschieranno il fondo del barile del gas e poi, finito quello, si cuccheranno la decrescita/recessione volenti o nolenti, forse un poco mitigata da un mix di energia ricavata da varie fonti marginali. Sempre lì si va a finire. Sperando che nel frattempo non succeda qualcosa di peggio.
    Biciclette ce ne sono abbastanza per tutti.
    Muli ne sono rimasti pochi. Forza con la riproduzione equina!
    👋🤓

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