Un invito alle Pubbliche Amministrazioni

Qualche giorno fa, ho partecipato a una visita guidata al Cimitero Monumentale delle Porte Sante, a San Miniato, uno di quei luoghi che ti danno veramente il senso della conturbante ricchezza di questa città.

La guida, che fa servizio civile presso l’ufficio dei cimiteri del Comune, è stata molto brava.

Oggi mi arriva per email questo invito:

Senza compilare il modulo, rispondo così:

E’ stata una splendida visita, interessantissma.

La guida era davvero preparata e ha saputo coinvolgere i partecipanti.

Detto questo, visto che siete credo un ente pubblico, vi inviterei a evitare di usare i prodotti Google per i motivi spiegati qui:

Allerta Privacy per i siti della Pubblica Amministrazione

Alternative sicure e libere ne esistono, anche per Google Docs.

Prendetelo come un invito costruttivo, e con il massimo rispetto per il vostro lavoro.

Grazie!

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Brothers from all time gathering here
Come let us build the ship of the future
In an ancient pattern that journeys far

P.S. Ricordo un esempio molto peggiore: uno studio dell’ospedale di Careggi sulla popolazione transgender/sesso – quindi dati sensibilissimi – con promessa di tenerli riservati, poi quando ci vai al modulo, Google compare dal nulla per accusarti di violare le sue condizioni perché le stai nascondendo la tua identità dietro una VPN.

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12 risposte a Un invito alle Pubbliche Amministrazioni

  1. roberto scrive:

    Ho un suggerimento ancora più radicale. Lasciare sempre cliccato il quadratino “NON voglio ricevere mail se non quelle strettamente necessarie per l’acquisto/ prenotazione della visita” e quindi invertire la regola: non vi rompo le scatole scrivendo a meno che non lo chiediate

    Tanto chi li guarda quei formulari?

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Roberto

      “formulari”

      Da buon Genovese diffidente, io nego sistematicamente qualunque consenso a meno che non sia strettamente necessario alla fornitura del servizio. Un po’ stressante, ma… per tutto il resto c’è MasterCard 🙂

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  2. Miguel Martinez scrive:

    Ma io trovo legittimo il fatto che un piccolo ente come quello che cura i cimiteri monumentali di Firenze voglia sapere come gestire al meglio le visite, e che si possa rispondere liberamente (se si vuole).

    Non capisco perché debbano invitare Google a fare da guardone.

    • roberto scrive:

      E trovi legittimo, normale, accettabile che il piccolo ente abbia la tua mai, il tuo nome (e chissà quali altri dati) e, sappia che tu sei stato in quel giorno a quell’ora in quel posto, e tu mandi delle mail non sollecitate?
      E per quanto tempo conserverà la tua mail?
      Su un server sicuro?
      Non su un server in un paese che potrebbe rubare un pezzo della tua vita?
      E che garanzie hai che i tuoi dati non siano venduti o in ogni caso ceduti a terzi?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “E trovi legittimo, normale, accettabile che il piccolo ente abbia la tua mai, il tuo nome (e chissà quali altri dati) e, sappia che tu sei stato in quel giorno a quell’ora in quel posto, e tu mandi delle mail non sollecitate?”

        Sono domande sensate, direi, e mi dai da pensare.

        A mia parziale giustificazione, posso dire:

        1) è altamente probabile che l’Ufficio Cimiteri del Comune di Firenze non abbia una vasta gamma di clienti interessati ai miei dati: ammetto l’altro giorno di aver fatto gli auguri a un’amica che conosco bene, scoprendo che era il suo compleanno mentre mettevo in ordine dei dati acquisiti per altri fini. Ma anche con le peggiori intenzioni, io non saprei a quali altri fini sfruttare i suoi dati, mentre se fossi una grossa organizzazione, che ha i miei dati anche da altre fonti, ci sarebbero milioni di modi. L’Ufficio Cimiteri non ha accesso anche ai messaggi che scrivo (ahimè) da un indirizzo gmail, né alle ricerche che faccio su Google, sa solo che mi piace guardare lapidi.

        2) Molto più importante l’altro punto, che cito per intero, perché effettivamente non ho una risposta valida:

        “E per quanto tempo conserverà la tua mail?
        Su un server sicuro?
        Non su un server in un paese che potrebbe rubare un pezzo della tua vita?
        E che garanzie hai che i tuoi dati non siano venduti o in ogni caso ceduti a terzi?”

  3. tomar scrive:

    è arrivato anche a me il questionario (ma probabilmente non me ne sarei accorto senza questo post)… che faccio, rispondo: “aderisco all’invito fattovi da Miguel Martinez?”
    Che la visita sia stata molto interessante son d’accordo, un po’ meno sulla buona preparazione della guida, soprattutto quella di base (tra l’altro ha chiamato dorica una colonna corinzia, perché evidentemente considera solo le scanalature e non il capitello, e dice “monocròmo”, che non è proprio sbagliato, ma al mio orecchio brutto assai).

    • Miguel Martinez scrive:

      Jerome Laronze è morto resistendo al tentativo di imporre ai piccoli agricoltori i metodi di controllo – e quindi di organizzazione – tipici delle grandi aziende agricole.

      Due giorni prima di venire ucciso, scrisse:

      “L’iperburocratizzazione non aiuta gli agricoltori, produce solo umiliazioni e vessazioni. È adatta solo a venditori e intermediari. Il mio caso è uno su mille, ma illustra bene come una regolamentazione eccessiva porti alla distruzione dell’agricoltore”

      A Jerome Laronze è dedicato il nostro piccolo mercato contadino in Piazza Tasso.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “Laronze”

        Ho letto il sito. Denuncia con dovizia di particolari il rischio di un insabbiamento delle indagini, tipo Cucchi e Aldrovandi da noi, ma non dice nulla sulle lotte di Laronze da vivo cui fai cenno tu.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

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