Covid, cosa resta da dire?

Dal blog sempre interessante di Redline – Contemporary Marxist analysis, scopro quello di Malcolm Kendrick, medico scozzese.

Ora, lui è appunto un medico e ci capisce, io sono un traduttore di manuali tecnici e non ci capisco, ma mi sembrano riflessioni interessanti.

Cosa sappiamo finora del Covid-19

di Malcolm Kendrick

30 dicembre 2020

Non ho scritto molto su COVID19 di recente. Cosa si può dire? Secondo me il mondo è semplicemente impazzito. La migliore descrizione si trova nell’Inferno di Dante, scritto molte centinaia di anni fa.

Dante descrive gli ignavi, che non si sono schierati nella ribellione degli angeli. Vivono nel vestibolo. Non in cielo, non all’inferno, per sempre non classificati. Essi risiedono sulle rive dell’Acheronte. Nudi e inutili, corrono in giro in una nebbia infernale all’inseguimento eterno di un’insegna sfuggente e vacillante, simbolo della loro ricerca di un interesse personale sempre mutevole.

Trovo questa descrizione dell’inseguimento disperato di un’insegna elusiva e vacillante piuttosto veritiera. Questo, a quanto pare, è più o meno il luogo in cui siamo arrivati. Quale insegna avete deciso di seguire?

L’insegna

‘COVID19 è la più terribile infezione di sempre, e dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per fermarla, a qualunque costo’.

Oppure l’insegna ‘

Che diavolo stiamo facendo? Non è peggio di una brutta influenza, e stiamo distruggendo l’economia mondiale, eliminando i diritti umani fondamentali e uccidendo più persone di quante ne salviamo”.

Potrebbero essercene altre.

Tra queste due principali posizioni, completamente incompatibili, sta la verità. È in pessime condizioni. È stata schiacciata, e piegata fuori forma, fracassata e lasciata come un mucchio rotto in un angolo. Cerco dove posso, per trovare i frammenti, nel tentativo di mettere insieme un quadro che abbia un qualche senso.

Ma a cosa credere? A chi credere?

Mi sento un po’ come Cartesio. Per trovare l’ineluttabile verità ha raschiato via tutto, fino a quando non gli è rimasto “Cogito, ergo sum“. Io penso, quindi sono io”.

Ho cercato di indagare sull’accuratezza dei test di PCR COVID19. Mi sono ritrovato con niente cui potessi dare un senso. Ho scavato per stabilire il modo in cui vengono registrate le morti di COVID19. Ho trovato solo supposizioni e difficoltà.

Qualcuno è morto con COVID19, di COVID19 – o non aveva assolutamente nulla a che fare con COVID19? Chi lo sa? Io di certo non lo so, e ho scritto io stesso alcuni dei certificati di morte.

Abbiamo sopravvalutato o sottovalutato i decessi? Non lo so… e così via.

Allora, cosa so? So che il COVID19 esiste – o ne sono il più sicuro possibile. È stata una mutazione naturale di un pipistrello, o è stata creata in laboratorio? Beh, suppongo che non abbia molta importanza. È qui, e non c’è alcuna possibilità che un governo, da nessuna parte, ammetta la responsabilità di aver creato quella dannata cosa. Quindi, non lo sapremo mai. Se mi chiedete di scommettere, direi che è stato creato in un laboratorio, poi è sfuggito per caso.

È più letale dell’influenza? Beh, è certamente più letale di alcuni ceppi di influenza. In effetti, della maggior parte dei ceppi. Tuttavia, si stima che l’influenza spagnola abbia ucciso cinquanta milioni di persone, quando la popolazione mondiale era circa un quinto di quella attuale. Quindi, COVID19 è sicuramente meno letale di quella. Mortale quasi quanto le influenze del 1957 e del 1967. È probabile.

Si trasformerà in qualcosa di peggio? Chi lo sa.

I vaccini attuali funzioneranno sui ceppi mutati? Chi lo sa.

Può essere trasmesso da portatori asintomatici? Chi lo sa.

Quanto saranno efficaci i vaccini attuali? Chi lo sa.

Cosa ci rimane?

All’inizio non ho detto nulla su quanto sarebbe stato mortale il COVID19. Perché non lo sapevo. Le cifre infuriavano in su e in giù. Il tasso di mortalità da infezione diventa una scena di battaglia, con guerrieri schierati da entrambi i lati per difendere le loro posizioni.

Sono stato anche attaccato da factchecker, i sapientoni autoproclamatisi capaci, a quanto pare, di giudicare su tutte le questioni di disputa scientifica. Davvero gli dei sono scesi a vivere in mezzo a noi. Quelli che possono determinare ciò che è vero e ciò che non lo è. Non c’è bisogno di ulteriori sperimentazioni cliniche, né di studi scientifici di alcun tipo, mai più. Dobbiamo solo chiedere agli sbufalatori la risposta a qualsiasi domanda.

Comunque, sembra che in alcuni Paesi siano morte decine di migliaia di persone, quasi nessuna in altri. Quello che aspettavo di vedere, era l’impatto sull’unico risultato che non si può alterare, o falsificare. L’esito che è la mortalità complessiva, cioè le probabilità di morire, di qualsiasi cosa.

L’ho fatto perché, quando si tratta di registrare i decessi per una specifica malattia, le cose possono entrare e uscire di moda. Un paio di anni fa ho guardato i decessi per sepsi. Un tempo questa era una condizione di gran lunga meno prioritaria. I medici non la cercavano di routine, né la registravano sui certificati di morte.

La sepsi è un’infezione che entra nel sangue, le tossine vengono rilasciate e la gente muore. Tutti sapevano che succedeva. O almeno spero che lo sapessero.

Poi, all’improvviso, c’è stata una gigantesca spinta a cercarla più diligentemente, a diagnosticarla di più, a trattarla meglio. Credo che in generale sia stata una buona cosa. La sepsi è eminentemente curabile, se si pensa di cercarla, e si possono salvare delle vite. Ora abbiamo iniziative come la ‘Sepsis six‘ e gli avvertimenti che compaiono sui computer, “avete considerato la sepsi?” e simili. Mi piace? No. Perché non mi piace che mi si dica come pensare, e fare il mio lavoro, da un algoritmo di computer programmato con ‘rischio zero’ come pietra di paragone. Ma, è così.

Nel 2013, nel Regno Unito, è stato pubblicato un rapporto dal difensore civico della salute “Time to Act – serious sepsis, rapid diagnosis and treatment saves lives”. Come afferma il rapporto:

“La sepsi è un motivo più comune per il ricovero in ospedale rispetto all’infarto – e ha una mortalità più elevata“. Il Sepsis Trust del Regno Unito.

Quest’ultima affermazione è in qualche modo ingannevole, poiché molte persone con sepsi sono molto anziane, spesso con patologie multiple, e simili. Probabilmente moriranno, a breve, per qualcos’altro.

In ogni caso. Con tutta questa attività, con tutto questo aumento del riconoscimento e del trattamento della sepsi, ci si aspetterebbe che il tasso di morti per sepsi diminuisse. Non è così. Il tasso è aumentato, di circa il 30% dal 2013. Questo significa che c’è molta più sepsi in corso? O che è solo più spesso scritta sui certificati di morte? Io suggerisco quest’ultima ipotesi. Uso questo esempio, semplicemente per chiarire che anche la causa del decesso scritta su un certificato di morte è ben lungi dall’essere una prova inconfutabile.

Con COVID19, questo è un problema enorme. Nel Regno Unito, e in diversi altri paesi, se avete avuto un test COVID19 positivo (che può essere o meno accurato) e morite entro ventotto giorni da quel test positivo, sarete registrati come deceduti con COVID19. Non so molto di sicuro sul COVID19, ma so che è un’assurdità assoluta.

Ci sono così tanti casi in cui – anche se il test COVID19 fosse stato accurato – il COVID19 non avrebbe avuto nulla a che fare con la morte. Un’altra cosa nota, o almeno probabilmente lo sappiamo, è che la stragrande maggioranza delle persone che muoiono aveva molte altre cose che non andavano bene.

Negli Stati Uniti, il Centro di Controllo delle Malattie (CDC) ha scoperto che il novantaquattro per cento delle persone che sono morte a causa di “morti correlate” a COVID19 aveva altre malattie significative (co-morbilità). Questa cifra del novantaquattro per cento sarebbe solo le co-morbilità di cui si conosceva l’esistenza – chissà cosa si nascondeva sotto? Tanto più che negli Stati Uniti, hanno smesso di fare autopsie.

Quindi sì, avevano COVID19 (o almeno avevano un test positivo – che può non essere la stessa cosa), ma spesso erano molto vecchi, e già gravemente malati. Per fare un esempio estremo, una persona con un cancro terminale a una settimana dalla morte, prende il COVID19 in ospedale e muore. Cosa l’ha uccisa? Le statistiche dicono COVID19. Io dico: scemenze.

Quando ho iniziato a praticare la medicina, la “broncopolmonite” (una brutta infezione al petto) era conosciuta come “l’amico dei vecchi“. Per coloro che erano molto anziani, e fragili, spesso dementi, che giacevano in case di cura, spesso incontinenti, un’infezione al torace rappresentava un modo ragionevolmente indolore di morire.

Molto spesso non la curavamo attivamente, ma consentivamo invece una morte pacifica. In effetti, questo accade ancora. Meno adesso, da quando qualcuno, da qualche parte, spesso un parente in un paese lontano, lontano, lontano – che non viene in visita da anni – è molto più propenso a farvi causa.

Sono davvero morti di broncopolmonite? Si può dire di sì, si può dire di no. Sì, è stata la cosa che alla fine li ha spinti oltre il limite. No, stavano già morendo lentamente quando il loro corpo ha ceduto. Alla fine, di cosa si muore veramente? La mia nonna scozzese, che viveva fino a centodue anni, diceva: “Muoiono perché restano senza fiato“. Del tutto esatto, ma, ahimè, anche completamente inutile.

Quindi, quello che bisogna fare è guardare al di là di quello che è scritto sui certificati di morte. Bisogna guardare a ciò che accade alla mortalità complessiva. Mentre si può discutere all’infinito, inutilmente, sulle cause specifiche della morte. Quello su cui non si può discutere è se qualcuno è vivo o no, o se è morto. Persino io di solito riesco a capirlo. Non c’è polso, non c’è respirazione, non c’è reazione delle pupille alla luce, non c’è risposta al dolore… e cose del genere. Sì, morto. Ora… di cosa muoiono? Ehm… fammi pensare.

Così, tendo a guardare all’EuroMOMO. Il progetto europeo di monitoraggio della mortalità. Come dice di se stesso:

“L’obiettivo generale dell’originale progetto europeo di monitoraggio della mortalità era quello di progettare un sistema di routine per il monitoraggio della mortalità per la salute pubblica, volto a rilevare e misurare, in tempo reale, il numero eccessivo di decessi legati all’influenza e ad altre possibili minacce per la salute pubblica nei Paesi europei partecipanti.

La mortalità è un indicatore di base della salute. Pertanto, la comprensione della sua epidemiologia è fondamentale per una pianificazione e un’azione efficace in materia di salute pubblica.

Il monitoraggio della mortalità diventa fondamentale durante l’influenza o altre pandemie per diversi motivi. In una pandemia grave, il monitoraggio della mortalità può essere un modo robusto per monitorare la progressione della pandemia e il suo impatto sulla salute pubblica quando altri sistemi stanno fallendo, a causa di un settore sanitario sovraccarico. I responsabili delle decisioni richiederanno dati sull’impatto delle pandemie e sui decessi per età e per area geografica nelle varie fasi della pandemia. Il monitoraggio della mortalità può fornire tali stime, che saranno importanti per guidare e dare priorità alla risposta dei servizi sanitari e al processo decisionale, cioè all’uso di antivirali e vaccini”. [3]

Ecco i dati su cui potete quindi, più o meno, fare pieno affidamento. È qui che vado a vedere cosa sta realmente accadendo in Europa. Non tutta l’Europa, perché alcuni paesi non vi partecipano. Tuttavia, ce ne sono più che abbastanza, per avere un buon quadro. Comprende paesi chiave come la Spagna, l’Italia, il Regno Unito (diviso in quattro paesi separati), la Svezia e simili.

Ecco il grafico della mortalità complessiva per tutte le età, in tutti i paesi. Il grafico inizia all’inizio del 2017 e prosegue fino a quasi la fine del 2020.

Come si può vedere, in ogni inverno c’è un aumento dei decessi. Nel 2020 non è successo molto all’inizio dell’anno, poi abbiamo avuto – quello che doveva essere – il picco COVID19. Il picco alto a punta intorno alla quindicesima settimana.

È iniziato a fine marzo ed era praticamente finito a metà maggio. Ora, siamo in inverno, e appare il solito picco invernale. Sembra essere più o meno della stessa dimensione dell’inverno 2017/18. Sembra anche aver superato il picco e ora sta calando. Ma potrebbe saltare di nuovo in alto. [Le cifre delle ultime settimane possono sempre essere un po’ imprecise, perché ci può volere un po’ di tempo prima che arrivino tutti i dati].

Due cose spiccano. In primo luogo, c’è stato un evidente “picco COVID19”. Secondo, ciò che stiamo vedendo attualmente non differisce molto dagli anni precedenti. Il normale picco invernale di morti.

Se lo dividiamo in singoli paesi, questo schema ragionevolmente chiaro va invece a pezzi.

Ecco le cifre dall’Inghilterra

A differenza del primo grafico, la scala a sinistra non è costituita da numeri assoluti. È una cosa chiamata Z-score. Il che significa deviazione standard dalla media. Scusate, roba matematica… Se lo Z-score supera il cinque, significa che sta succedendo qualcosa di significativo. La linea rossa, superiore, punteggiata è Z > 5. Come potete vedere, nonostante gli ululati di angoscia provenienti dall’Inghilterra per il fatto che COVID19 travolgerebbe il paese, non stiamo davvero vedendo molto.

E la Svezia, quel paese paria? Non hanno chiuso completamente l’isolamento, quegli sciocchi irresponsabili (tutto quello che hanno fatto è stato seguire la guida dell’OMS – tra l’altro), e ora ci viene detto che stanno soffrendo terribilmente, che avrebbero dovuto applicare un isolamento molto più rigido, che il loro “esperimento” è fallito, ecc. ecc. Il COVID19 avrà la sua vendetta.

Come potete vedere, non succede molto neanche in Svezia.

Poi, se si guarda oltre, ci sono anomalie dappertutto. L’Irlanda del Nord, che fa parte del Regno Unito, ha fatto esattamente le stesse cose del resto del Regno Unito per quanto riguarda l’isolamento, le maschere, ecc. Almeno lo ha fatto nella prima parte dell’anno. Tuttavia, mostra uno schema completamente diverso da quello dell’Inghilterra. O, per essere del tutto precisi, non mostra alcuno schema. Niente onde e nessuno che annega.

E la Slovenia?

Come potete vedere, in Slovenia non è successo assolutamente nulla all’inizio dell’anno. Ora, ha il picco più alto di tutti – a parte, forse, la Svizzera. All’inizio dell’anno è stata considerato un grande esempio di quanto fossero geniali le maschere. Ora… non si sente parlare molto di maschere. Forse le maschere funzionano solo nei mesi che iniziano con M. [Forse, sussurralo, non funzionano affatto].

Allora, cosa ho imparato da euroMOMO? Innanzitutto che non sembra aver fatto assolutamente alcuna differenza se un Paese si è chiuso in modo duro, e precoce, oppure no. Tutti indicano la Norvegia e la Finlandia come esempi di grande e precoce azione di governo, e quanto sarebbe stato meraviglioso tutto ciò se avessimo fatto lo stesso.

Bene, riguardate l’Irlanda del Nord. Poi guardate la Finlandia

Individuate la differenza. Non ce n’è nessuna.

Naturalmente, gran parte del dibattito più acceso ha circondato ciò che è accaduto durante la cosiddetta prima ondata. Chi l’ha affrontata bene, o male. Ora, tutti in Europa stanno facendo più o meno le stesse cose. Isolamento, restrizioni ai viaggi, restrizioni all’incontro con altre persone, tutti che indossano maschere, ecc. ecc. Eppure alcuni paesi stanno attraversando una nuova ondata, altri no.

C’è un premio speciale per chiunque riesca a rapportare la severità delle restrizioni nei vari paesi con la Z-score. Dico questo, perché non esiste alcuna correlazione.

Quindi, di nuovo, cosa ho imparato su COVID19? Ho appreso che tutti i Governi si dimenano, tutti affermano di aver esercitato una sorta di controllo su questa malattia e ignorano tutte le prove del contrario. In verità, non hanno ottenuto nulla. Man mano che le restrizioni e i blocchi sono diventati più gravi, in molti casi il numero di infezioni è semplicemente aumentato e aumentato, del tutto insensibile a tutto ciò che è stato fatto.

La soluzione ufficiale è, ovviamente, più restrizioni. Semplicemente non abbiamo limitato abbastanza le persone! Sospiro. Quando qualcosa non funziona, la risposta giusta non è continuare a farlo con ancora più fervore. La vera risposta è smettere di farlo e provare qualcos’altro.

Ho anche imparato che, nella maggior parte dei Paesi, il COVID19 sembra essere stagionale. È andato via – ovunque – d’estate. È tornato in autunno/inverno, come vari virus.

Al suo ritorno è stato, in generale, molto meno letale. Molto meno letale di quanto ci si aspetterebbe. I più vulnerabili sono morti alla prima esposizione, e sono state molte meno le persone che hanno opposto resistenza. Ora, un certo numero di persone ha una certa immunità, e forse i più vulnerabili sono già morti.

Il che significa che, questa cosiddetta seconda ondata COVID19 non è un problema maggiore di una stagione influenzale moderatamente negativa.

Se dovessi raccomandare delle azioni… Raccomanderei di interrompere i test – a meno che qualcuno non sia ricoverato in ospedale e sia gravemente malato. Il test di massa sta semplicemente causando panico di massa e non ottiene assolutamente nulla. A caro prezzo. Dovremmo anche andare avanti con la nostra vita come prima. Dovremmo semplicemente vaccinare coloro che corrono il rischio maggiore di morire, gli anziani e le persone vulnerabili, e lasciarci alle spalle questo episodio piuttosto imbarazzante di striscione folle che sventola dietro di noi.

Speriamo che col tempo impareremo qualcosa. Che è che non dovremmo mai più lasciarci prendere dal panico, seguendo le insegne che sventolano follemente… mai più. Tuttavia, sospetto che lo faremo. Questa pandemia sarà un modello per tutta la stupidità del panico di massa in futuro. Perché fare diversamente, sarebbe ammettere che questa volta ne abbiamo fatto un dramma. Ci sono in gioco troppe reputazioni potenti per permetterlo.


Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2020.

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89 risposte a Covid, cosa resta da dire?

  1. roberto scrive:

    guarda, vedendo quei dati mi sembra di vedere circa 310.000 morti in più nel 2020

    su 450 milioni di persone è una pinzillacchera e sono d’accordo con lo scozzese perché mi sono proprio stufato di stare in casa, di non poter viaggiare, di portare la mascherina e di non poter giocare a basket

    torniamo alla vita di prima e chissenefrega

    (ma appoggio la mozione stanzone di Z: francamente è stata una bella seccatura rimandare di due mesi un’operazione al ginocchio solo perché gli ospedali erano saturati di gente che non respirava e che comunque sarebbero prima o poi morti)

    stanzone e come disse il buon arnaud “dio riconoscerà i suoi”

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “guarda, vedendo quei dati mi sembra di vedere circa 310.000 morti in più nel 2020”

      Dovrei studiarci un po’, peraltro senza capirci nulla di scienze statistiche.

      Noto velocemente:

      1) mancano Italia, la maggior parte della Germania.https://www.euromomo.eu/graphs-and-maps/ Ma forse ci sono da qualche altra parte, visto che Kendrick cita i dati dell’Irlanda del Nord, che sul grafico non ci sono.

      2) facendo scivolare avanti e indietro la barretta temporale, mi sembra che i paesi conciati peggio siano Svizzera, Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda, ma molto cambia secondo il momento – adesso quelli messo peggio sono Slovenia, Svizzera, Austria, Belgio, non so che politiche seguano in tema di lockdown.

      La Svezia ha avvuto problemi a primavera (ma meno di altri paesi citati), adesso è tra gli stati migliori.

      • werner scrive:

        Senza tante complicazioni a metà della pagina di cui allego il link
        https://www.ft.com/content/a2901ce8-5eb7-4633-b89c-cbdf5b386938
        si vede la differenza di morti tra il 2020 e gli anni precedenti in vari paesi. In rosso è riportato anche quanti sono i morti in più rispetto agli anni precedenti.
        I dati sono quelli ufficiali delle anagrafi (per cui non aggiornatissimi).

        Riguardo all’utilità delle mascherine segnalo che nell’emisfero sud praticamente non c’è stata l’influenza nell’inverno 2020.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Werner

          “si vede la differenza di morti tra il 2020 e gli anni precedenti in vari paesi. In rosso è riportato anche quanti sono i morti in più rispetto agli anni precedenti.”

          interessante… impressionanti Perù e Messico. Perù è nell’emisfero meridionale, però non lo facevo così lontano dall’Equatore. Sarebbe interessante capire il trend regionale in Messico, vista l’immensa varietà climatica.

        • Miguel Martinez scrive:

          I dati sono quelli (non aggiornati) precedenti al 23 dicembre, comunque l’Italia non ha alcun aumento di mortalità nella “seconda ondata”.

          • giovanni scrive:

            Anche basta col negazionismo spacciato da sospensione del giudizio eh…
            “nel mese di novembre si distingue nuovamente l’eccesso di mortalità del Nord (+61,4%), rispetto al Centro (+39,3) e al Sud (+34,7%).”

              • supervice scrive:

                Se guarda bene i dati, vedrà che parla di incremento su ottobre, e che l’eccesso di morti Covid di ott-nov 2020 sulla media dei 5 anni precedenti è del 15%, l’altro 85% è dovuto al fatto che la gente è terrorizzata e gli ospedali fanno solo covid.
                Anche lei è negazionista.

              • roberto scrive:

                io leggo
                “Nel periodo di osservazione dell’epidemia di Covid-19 (febbraio-novembre 2020) si stimano complessivamente circa 84 mila morti in più rispetto alla media del 2015-2019. I decessi di persone positive al Covid-19 registrati dalla Sorveglianza integrata riferiti allo stesso periodo sono 57.647 (il 69%
                dell’eccesso totale)”

                diciamo che 57.647 non sembra essere “gente terrorizzata”

                per gli altri chissà, non avendo il dettaglio delle cause di morte….magari terrorizzati, magari covid ma non diagnosticati, magari sfiga che quest’anno è andata così

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                O l’Istat manipola i dati, chissà.

      • PinoMamet scrive:

        Una nota aneddotica: la sorella di una mia compagna di liceo (famiglia cattolicissima) fa il medico in Africa. Ha girato due o tre paesi, non so in quale sia ora.

        L’ha incontrata qualche giorno fa un mio amico, in procinto di ripartire. Gli ha detto che laggiù il Covid non è stato un grosso problema: in media non arrivano all’età in cui fa più morti, le altre malattie ci pensano prima.

        • Peucezio scrive:

          L’Africa può essere un problema in futuro come serbatoio.
          Se circola il covid, lo lasciano circolare perché tanto sono tutti giovani, non schiatta nessuno, muoiono molto di più per ragioni molto più banali, quindi nemmeno si vaccinano (non hanno nemmeno i vaccini normali), un domani ci riversano addosso covid a quintalate.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Lì chiudiamo i porti e via.

            • Moi scrive:

              Esattamente come immaginavo : solo i Paesi più “sviluppati” possono permettersi il lusso di un malanno che fa fuori i più deboli e vecchi … nei Paesi in Via di Sviluppo (o Irrimediabilmente Sottosviluppati) invece :

              DARWIN RULES ! , per dirla in 2 efficacissime quanto impietosissime parole !

              • Moi scrive:

                *** completo il period, scusate …***

                possono permettersi il lusso di CERCAR DI FAR FRONTE A un malanno che fa fuori i più deboli e vecchi …

            • Moi scrive:

              MA siccome anche il NeoLiberismo prevede che DARWIN RULES ! , ecco che né la Meloni né Salvini né chiunque per loro potrà mai fermare i “Clandestini (Potenzialmente) Infetti” [cit.] ovvero tutti Giovini Masculi Tempratissimi pronti a radere al suolo i livelli salariali in Europa !

      • roberto scrive:

        per l’italia hai l’istat
        (pag. 8 e seguenti)

        https://www.istat.it/it/files//2020/12/Rapp_Istat_Iss.pdf

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “per l’italia hai l’istat
          (pag. 8 e seguenti)”

          interessanti.

          Sempre riflessioni al volo:

          1) vedo che i dati della media pre-2020 sono molto più alti il 1 gennaio che a fine anno. Non ho idea perché, ma se prendi il primo pallino blu a sinistra, e lo metti a destra, cambia molto il divario tra mortalità pre-Covid a Capodanno e quella attuale. Se si guarda bene, mancano i dati di dicembre 2020, evidentemente nella media 2015-2019 c’è un’impennata forte a dicembre, che nel 2020 è stata anticipata, o perché il Covid è più letale, o perché la stagione è stata peggiore del solito (aneddoticamente, mi sembra in effetti, almeno a Firenze, un inverno molto più umido del solito).

          2) Il sud sembra decisamente nella media, salvo a fine anno, ma vedi il punto sopra.

          3) Il nord, e in misura minore il centro, mostrano in primavera un forte aumento della mortalità, in autunno anche togliendo il fattore 1), è comunque alta anche a fine anno.

          Per il punto 3) credo che dovremmo prendere in considerazione i fattori inquinamento/urbanizzazione/pendolarismo/microparticelle e anche clima, che però non è così drammaticamente diverso tra nord, centro e sud.

          Credo che possiamo trascurare l’effetto di eventuali diversità di misure restrittive.

          • Miguel Martinez scrive:

            Sarebbe interessante capire se ci sono differenze significative, in generale, tra nord e sud, in termini di aspettativa di vita, salute, fragilità.

            A guardare i dati, sembra che i meridionali siano parecchio piu “resistenti”, pur avendo, presumo, un sistema sanitario meno efficiente.

  2. Antonino scrive:

    Qualche morale:
    – Momo è europeista; stiamola a sentire, anche se facendo gli scongiuri
    – la questione della Morte è una Storia Infinita, chi sono i suoi gendarmi che ci vengono a prendere? Fermiamoli, anche o soprattutto con l’ingenuità dei bambini
    – i grafici, se andassero indietro nel tempo, sarebbero simili anche nel 33 dC, con tanto di picchi invernali; dunque anche Gesù morì di freddo, e solo quest’anno c’è qualche povero Cristo in più
    – quel che non si mostra apertamente (e nei giorni scorsi è pure emerso tra le righe in qualche telegiornale) è che in vari casi è diminuita la mortalità sotto una certa mezza età; in Italia, nel 2020 è calata sotto i 50 anni; oggi Gesù verrebbe lasciato a bagnoMaria, con tutto il fiele da sorbirsi tutto il tempo
    – è meglio star tranquilli, non imbufalirsi, chè poi arriva il castigamatti… che non è la Livella ma lo Sbufalatore Autorizzato

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per Werner

    i dati del Financial Times sono molto chiari, ti ringrazio!

    Metto a confronto i morti per centomila abitanti di Italia, Svezia e Messico.

    • Miguel Martinez scrive:

      da profano, li leggo così…

      1) Italia e Svezia hanno preso misure molto diverse, ma seguono la stessa curva

      2) la curva svedese cala però meno di quella italiana a partire da metà aprile, cioè dall’inizio di ciò che chiamiano la “bella stagione”. In Svezia non ci sono mai stato, ma nel nord della Germania sì, e mi ricordo i maglioni in pieno agosto, per cui immagino che sia semplicemente mancato l’effetto “bella stagione”. Poi dal 1 settembre, la Svezia cala moltissimo, e oggi è appena sotto l’Italia.

      3) Il Messico è un paese disastrato come sistema sanitario; non so che misure abbiano preso, ma sospetto che siano state infinitamente meno efficaci che in Italia (ma magari anche più vessatorie) e non puoi certo mandare su Zoom i milioni e milioni di messicani che vendono cibo o altro per strada. Il Messico ha un clima subtropicale, anche se molto vario; e infatti d’estate supera tutti, ma il tasso non cambia con l’inverno, e oggi è come l’Italia e la Svezia.

      Insomma, e sempre da profano, mi sembra che siano significativi solo due fattori: quello stagionale, e il fatto che la “seconda ondata” è molto, molto meno letale della prima.

      • werner scrive:

        1) il problema è che la Svezia ha dati simili a quelli Italiani con 23 abitanti per kmq (l’Italia ne ha 200).

        2) Aggiungerei che in Italia abbiamo passato due mesi quasi chiusi in casa. Probabilmente hanno influito.

        Sulle conclusioni… La seconda ondata non è ancora finita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Werner

          “) il problema è che la Svezia ha dati simili a quelli Italiani con 23 abitanti per kmq (l’Italia ne ha 200).”

          bisognerebbe vedere i dati provincia per provincia. A occhio e croce, sospetto che la densità nelle città, o nelle singole fabbriche, sia più o meno simile.

          Conosco abbastanza bene Bergamo, non mi sembra un affollatoio tipo Hong Kong, dove peraltro mi sembra che il Covid non abbia fatto grandi disastri.

          Prendila solo come una dimostrazione della natura difficilmente afferrabile di ciò che sta succedendo, non come un “ma no, hai torto!”.

          • werner scrive:

            Honk Kong fa parte della Cina. In Cina sappiamo che approccio hanno seguito.

            Albino, Nembro e Alzano hanno densità molto inferiori a Milano, ma nella prima ondata hanno avuto molti più morti.

            A questo punto non pretendo di afferrare tutti i risvolti della questione… ma almeno qualche punto fermo possiamo metterlo. Tipo: più il lockdown è stringente e precoce meno si diffonde la malattia.

  4. Mauricius Tarvisii scrive:

    A me la gente così fa abbastanza paura.
    Ne sa più di me, perché è un medico, per cui può informarmi facilmente. Per difendermi devo usare le poche cose che so in quanto ormai di dominio pubblico, che mi permettono di capire se la fonte è affidabile o meno
    Bene, uno che tira fuori “io so di non sapere” davanti alla bufala del laboratorio non è attendibile. Inoltre ho alcuni dubbi circa la lettura dei grafici che fa: il grafico svedese mostra un’impennata di morti, ma lui lo francobollizza giocando con le scale e dissimula il dato altrimenti evidente.

    • Z. scrive:

      Ho conosciuto storici che non sapevano la data di Hastings. Non mi stupisco più di niente.

    • roberto scrive:

      ho conosciuto un avvocato ed un giudice che sostengono che una disposizione del trattato FUE è illegale perché contraria ad una direttiva.

      in una intervista martin castrogiovanni (storico pilone della nazionale italiana di rugby, 120 partite in maglia azzurra) non sapeva spiegare la regola del fuorigioco

      ho avuto per casa un architetto che ha scambiato un tubo per l’areazione per un tubo dal quale dovevano passare le acque di scarico di un bagno, devastandomi la casa

      si, sono d’accordo con mauricius e pure con Z

      • Z. scrive:

        E qui ha ragione Eco, secondo me. Una volta, questi personaggi non erano presi granché sul serio, mentre oggi è pieno di gente che va loro appresso.

        Come scrive l’autore de “Le menzogne del web” (una traduzione discutibile; credo che il titolo originale fosse più simile a “Irrealtà virtuale”) il web ha innanzitutto dato un pubblico a tantissima gente, come un immenso angolo di Hyde Park.

        https://www.illibraio.it/libri/charles-seife-le-menzogne-del-web-9788833929255/

      • paniscus scrive:

        “n una intervista martin castrogiovanni (storico pilone della nazionale italiana di rugby, 120 partite in maglia azzurra)”—

        Unico campione di rugby che non può brindare con la birra perché è intollerante al glutine dei cereali (non so con precisione se sia celiaco o allergico, ma comunque ha problemi col glutine davvero)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “Bene, uno che tira fuori “io so di non sapere” davanti alla bufala del laboratorio non è attendibile. ”

      Attenzione, un conto è dire che “so che un untore ha deliberatamente diffuso il virus nel mondo per vendere piu mascherine”.

      Un altro è dire che non sa se un virus potrebbe essere scappato o no da un laboratorio, senza alcuna intenzionalità umana: ho letto di casi precedenti, in cui è successo.

      Un altro ancora è un profano, che ammette come me di sapere “poche cose”, ma sa che la possibilità della fuga di un virus sia una “bufala”.

      Al costo di farti paura, mi aggiungo alla schiera di quelli che non sanno se un virus sia sfuggito 😉

      • PinoMamet scrive:

        Ora, un complottista è uno che si immagina un complotto senza averne prove, e spesso senza alcuna parvenza di credibilità.

        Io non mi sto immaginando nessun complotto.

        A me sembra che l’ipotesi che il virus possa essere “scappato dalla gabbietta” di un laboratorio rientra nel numero di quelle non irragionevoli.

        Non trovo che sia da escludere a priori- i laboratori che si occupano di queste cose esistono, le armi chimiche, batteriologiche ecc. esistono (persino l’esercito italiano ha un “Nucleo di difesa NBC- nucleare, chimico, batteriologico”), esistono laboratori di ricerca civili che, beh, fanno ricerca.

        Non so se sia l’ipotesi più probabile- forse no- ma non credo che sia tanto assurda.

  5. roberto scrive:

    senti Miguel,

    ma in conclusione tu che idea ti sei fatto?

    non mi dire “sono un povero traduttore non ne capisco niente”
    è un po’ di settimane che posti post che vanno più o meno nella stessa direzione, quindi un’idea tua ce l’hai di sicuro.

    qual è?

    torniamo a vivere senza distanziazione sociale e senza mascherine perché è tutta una esagerazione?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “ma in conclusione tu che idea ti sei fatto?”

      Domanda validissima.

      Ho cominciato a scrivere una risposta lunga, poi mi sono reso conto che era troppo lunga per un commento, magari ci faccio un post.

  6. Moi scrive:

    … Peggio ancora di “History” che secondo certo Femminismo sarebbe crasi di “His Story” , ch’è tutto dire ! 😉

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    Comunque, in attesa di trovare il tempo per ragionamenti più lunghi…

    Innanzitutto, non pretendo di dire nulla sull’aspetto scientifico/epidemiologico, perché sono incompetente.

    Da quel poco che ci capisco, il coronavirus mi sembra un brutto guaio. Quindi non sono di quelli che ne negano l’esistenza.

    Mi sembra di capire che agisca in modi misteriosi: colpisce e sparisce, attacca i bergamaschi a marzo, gli svizzeri a dicembre, infetta a maggio, infetta moltissimo a novembre, ma uccide a maggio e non a dicembre; fa cose strane a prescindere se ci sia o no il lockdown, uccide bergamaschi, risparmia calabresi, tratta i bravi italiani tutti chiusi in casa più o meno come tratta i libertini svedesi…

    Mi sembra di capire che il danno del coronavirus sia strettamente legato a due fattori molto più significativi: le stagioni, e il grado di inquinamento in senso ampio.

    Ma non sono certo io che posso dire all’Italia “cosa deve fare”.

  8. Moi scrive:

    Ma in Svezia, NON c’era il Glòbal U’òrmingh , con la Gretina che si lamenta perché a Stoccolma sembra di stare a Bergamo ?! [cit.]

    Ahem …. Bergamo !!!

    • PinoMamet scrive:

      Lascia perdere.

      Quando andavo alle medie, ha smesso di nevicare. Mi hanno detto che è per colpa del riscaldamento globale.
      Quest’anno, qua, è caduta un sacco di neve.
      Mi hanno detto che è per colpa del riscaldamento globale.

      C’era quel vecchio comico, no? “Non capisco, ma mi adeguo”.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “Quando andavo alle medie, ha smesso di nevicare. Mi hanno detto che è per colpa del riscaldamento globale.”

        Emmenomale che c’è qualcuno che l’ha capito!

        il riscaldamento globale è una media su migliaia di conti, in migliaia di posti, e in ogni singolo posto, succede di tutto.

        Esiste un cambiamento climatico, legato anche al CO2, che però è solo il sintomo delle trasformazioni che l’umanità sta imponendo all’ambiente.

        Se ci fissiamo sul CO2, ci illudiamo che basti qualche gioco di prestigio per ridurre il CO2 e tutto andrà bene.

        Non giudico certo Greta, ma il terribile pericolo del gretismo è questo: che si faranno un po’ di trucchi contabili, e si farà finto che va tutto bene.

  9. Moi scrive:

    Proviamo ad applicare la Storiella del Vecchio Contadino Cinese al Covid :

    Pare che il Lockdown abbia triplicato i Femminicidii …

    Un ponte è crollato in Lunigiana (o giù di lì) la scorsa primavera … zero morti e zero feriti perché , in pieno Lockdown, nessuno ci è passato sopra.

    Botti di Capodanno : gli anni passati morivano a decine e decine, quest’ anno uno solo.

    Violenza negli Stadi : azzerata !

    Droga , Bullismo , Stupri, e Violenza e/o Incidenti Mortali in automobile da Discoteca : purtroppo riprese (v.di Willy e i Fratelli Bianchi), ma appunto perché si è riaperto !

  10. Moi scrive:

    Renzi sa che in caso di nuove Elezioni sparirebbe … ma confida sicurissimo che tanto NON ci saranno ! Ma … perché proprio Franceschini ? Ma soprattutto … perché un altro diverso da Conte, già così tanto controverso di suo come Incarico ?!

    • Moi scrive:

      Come prevedibile, Renzi pare che già stia abbassando il tiro … un rimpasto-ricatto con più Italia Viva potrebbe bastargli !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Renzi sa che in caso di nuove Elezioni sparirebbe”

      anch’io direi così, però nei fatti vedo tanta gente furbissima a Firenze, comprese persone che conosco bene, che stanno passando dal PD a Renzi.

  11. Moi scrive:

    Mi pare cmq che a Helsinki l’ ultima volta invernale che si è ghiacciato il porto da poterlo percorrere in automobile con le gomme chiodate … è stato negli Anni Settanta ! … E anche l’ ultima volta invernale che in Olanda la gente avrebbe pattinato sul ghiaccio dei canali, fra i mulini !

    • PinoMamet scrive:

      E adesso non ci pattinano più, o hanno ricominciato? Non ho mica capito.
      Ho scoperto l’altro giorno che la tizia americana che ha scritto quella cosa dei Pattini d’argento lo ha fatto prima di mettere piede in Olanda. E in effetti i personaggi hanno nomi tedeschi, o inventati, e in Olanda li hanno ri-tradotti in olandese.

    • roberto scrive:

      Per l’Olanda parli della “corsa delle 11 città?”

      L’ultima volta l’hanno fatta negli anni 90 (dopo il 94 sicuramente)

  12. Moi scrive:

    Anche in Italia c’era un lago (Misurina ?) che fino agli Anni Novanta ci si passava sopra in sci … mi pare.

  13. Moi scrive:

    Adesso la nuova parola d’ ordine è “Vaccini a Rilento” … tra burocrazia demenziale e personale sanitario in ferie !

    • Moi scrive:

      … ma non dovevamo fare i Padiglioni con le primule (o le petunie, o le azalee o quel cazzo che erano …) e la musica classica rilassante ?

      • PinoMamet scrive:

        ..e la marmotta che confezionava il cioccolato 😉

        leggevo l’altro ieri l’intervista sul giornale locale “siamo la provincia più a rilento dell’Emilia Romagna, ma da lunedì cominceremo a pieno regime!”

        cioè, quando tornano dalle ferie, ho detto io che sono maligno.
        Noo, ma cosa dici, cosa vai a pensare dei nostri Eroi.

        Poi salta fuori il tizio della Lombardia a dire “io non li richiamo dalle ferie, gli Eroi!”

        grande scandalo.

        Probabilmente ha solo detto quello che veramente sta succedendo.

        Nel frattempo, nel Paese Poco Popolare, sono già a un milione di vaccinati.
        Dice, eh ma loro c’hanno l’esercito ecc. ecc.
        Mi sono informato: no, vanno a fare l’iniezione all’USL o come si chiama là. Non ci vuole un genio della logistica…

        • giovanni scrive:

          “Probabilmente ha solo detto quello che veramente sta succedendo”
          No, quel criminale contro l’umanità sta mentendo a sangue, come sempre. I medici in Lombardia per vaccinare NON CI SONO PROPRIO, non sono in ferie, perchè quei criminali hanno distrutto la medicina di base a favore del privato. E quindi finchè non si permetterà alla sanità privata di vaccinare (ovviamente a lauto pagamento), in Lombardia non vaccinano, punt.

          • firmato winston diaz scrive:

            Un medico privato, dopo tutto quello che ha ricevuto praticamente gratis in termini di formazione, non puo’ vaccinare in un’emergenza come questa? Trovo in rete che in italia ci sono ben 400.000 medici iscritti all’albo…
            Somministrando tre miseri vaccini all’uno al giorno, fanno quasi 30 milioni di vaccinati in un mese.
            E anche senza scomodare l’altrettanto se non piu’ numeroso personale infermieristico, che se non altro in confronto al medico guadagna poco (il nostro e’ da sempre il paese dove ci sono piu’ generali che soldati semplici, tanto validi per il ruolo che poi pero’ il paese non funziona cosi’ peggio scambiando i ruoli, come la cronaca politica dell’uno vale uno tutto sommato tristemente evidenzia).

            • roberto scrive:

              sono d’accordo sullo stupore

              leggo che fino al 31 dicembre sono state consegnate 470.000 dosi e 5 giorni dopo fatte 180.000 vaccinazioni e mi chiedo di questo passo quanti anni ci vorranno….risposta 5, ma se iniziamo a togliere sabati domeniche e festivi, 7….buon divertimento

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “leggo che fino al 31 dicembre sono state consegnate 470.000 dosi e 5 giorni dopo fatte 180.000 vaccinazioni e mi chiedo di questo passo quanti anni ci vorranno…”

                non so esattamente come funzioni, ma credo che ci siano tre appuntamenti in tutto da prendere per ogni vaccinazione, per chi se la vuole fare ovviamente.

              • roberto scrive:

                direi due, ma appunto non capisco perché non fare subito le prime dosi e poi il richiamo

                devo dire che nel “non capisco” c’è una critica: non si capisce una sega perché non è spiegato per nulla come si procede, nella più classica tradizione di questo governo che si contraddistingue per incapacità a comunicare (e personalmente sospetto che chi non sa comunicare non ha le idee chiare, ma sono io sospettoso)

      • PinoMamet scrive:

        Tra l’altro temo che il loro lunedì prossimo, quando si comincerà a pieno regime, sia come la prossima domenica di Poltrone e Sofà…

  14. Peucezio scrive:

    Comunque un tizio che dice che non bisogna fare test già mi pare poco attendibile.
    Se in Cina avessero seguito il suo criterio, a quest’ora avrebbero avuto milioni di morti.

  15. PinoMamet scrive:

    Fuori Tema totale

    Il musical “Grease” sotto accusa perché “sessista” (? c’è una storia d’amore tra due ragazzi… significa essere sessisti?? le “pink ladies” aggressive e disinibite sono uno stereotipo sessista?) e “omofobo” (leggo che il presentatore della scena della gara di ballo pronuncia una frase in cui invita i partecipanti a non formare coppie dello stesso sesso… da notare che il musical è ambientato negli anni Cinquanta).

    Il musical, in formato scolastico realizzato da una compagnia inglese, fu proposto alle classi della nostra provincia l’altr’anno.
    Fui tra gli accompagnatori- la messa in scena era passabile, ma due dei ragazzi della scuola (del tipo sveglio ma polemico- una ragazza e un ragazzo, della stessa classe) parlando con me fecero più o meno le stesse critiche che leggo oggi riportate dal Corriere.

    Deve essere un fatto generazionale. ( a dire il vero tutti gli altri ragazzi non fregava nulla di misoginia e omofobia e non credo ci fecero minimamente caso).

    Comunque anche la giornalista del Corriere segnala la china pericolosa verso la censura, elencando un numero di opere Disney completamente innocue a cui la Disney si sente in dovere di premettere che contengono “stereotipi sbagliati”, tipo un gatto siamese disegnato come orientale o i corvi di Dumbo che parlano con accento afro-americano…
    cose pericolosissime, non c’è che dire 😉

    Mi pare giusto che il problema sia quello, e non la polizia che ti spara alla schiena senza motivo…

    • Moi scrive:

      Anche tu vi hai messo del sessismo di tuo :

      ” a due dei ragazzi della scuola (del tipo sveglio ma polemico- una ragazza e un ragazzo, della stessa classe) ”

      [cit.]

      con il maschile plurale “neutro” … quando , volendo, avevi a disposizione le desinenze meno “di Dx” 🙂 (in prospettiva sincronica) o meno “da Boomer” 😉 (in prospettiva diacronica) in asterisco, o in “U”, o in “schwa”, eccetera !

      😀

      • Moi scrive:

        Ai SJWs fregcazzi del “setting” spazio-temporale … tutto va interpretato come se fosse contemporaneo !

        le accuse, a quanto ho visto, sono di “Normatività EteroCis con l’ aggravante Bianca”, ergo “Razzismo per Omissione di Diversity” … ah, è stato bollato anche come “rapey” o “Rape Culture”, ossia “sdoganamento d’ istigazione allo stupro” la famigerata strofa sessista-machista :

        “Tell me more [x 3] … did she put up a fight ?!”

        • Moi scrive:

          un gatto siamese disegnato come orientale

          ———–

          Mmmhh … in Lilly & Il Vagabondo (“Lady & the Tramp”) , del 1955 (!) ma già “datato” all’epoca, c’ è una famigerata scena dei gatti gemelli dalla Thailandia Si e Am (= “Siam”…) stereotipati … che forse era già un po’ un “cringe” nel 1955 digià ! Però, SE c’è qualcuno che se ne frega , in USA, sono proprio gli “(Eastern) Asians” !

        • Moi scrive:

          E anche la scena di un ragazzo che “sluma” 🙂 sotto le gonne delle ragazze è stata messa alla gogna … Reificazione del Corpo Femminile che avrebbe fatto insorgere il #MìTù 😉 !

    • Moi scrive:

      i corvi di Dumbo che parlano con accento afro-americano…

      ————

      Questa è un po’ più delicata per ovvi motivi … cmq Dumbo è del 1941 (!), magari avessero avuto ALL’EPOCA (!) soltanto quei problemi lì, gli “AfroAmericani” che andava già (contestualmente !) buona se definiti “Negroes” !

      NON so (… qui ci vuol Miguel !) SE è esistito “crow” come racial slur, forse sì !
      Ma era molto peggio “coon” o “spook” o “sambo” [sic, cosa che ha fralaltro causato problemi in USA al simil-Judo Russo … davvero] !

      • Moi scrive:

        САМозащита Без Оружия … САМБО

        The word “SAMBO” is an acronym for SAMozashchita Bez Oruzhiya, which literally translates as “self-defense without weapons”.

        https://military.wikia.org/wiki/Sambo_(martial_art)#Name_controversy

        […]

        Although Sambo is a Russian acronym, exponents of the sport in the English-speaking world have faced problems concerning the word’s (linguistically unrelated) racial overtone. Sambo representatives were forced to choose the “politically correct” spelling “Sombo” [sic, ndr] . […]

        [quot.]

  16. massimo scrive:

    Posso buttare li una semplice e sicuramente banalissima ideuccia ? Ma se smettessimo per un po’ di tirare fuori bollettini , grafici , statistiche e compagnia cantante , suonante e danzante , non e’ che forse la salute mentale (che alla fine poi parte tutto o quasi da lì ) ne gioverebbe ? Anche perche ‘ , per esempio , a forza di farci vedere come si fa il vaccino oltre a farti passare anche una percentuale di voglia di fartelo alla fine sono diventato virologo e me lo sparo in vena da solo ! ( Poi anche su questo argomento e non solo riferito a questo siero specifico sarebbe da aprire un dibattito interessante e che forse non finirebbe piu’ … )

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “me lo sparo in vena da solo”

      Fossi in te lo farei inframuscolo 😉

      Però Zaia voleva farci fare anche i tamponi da soli…

  17. massimo scrive:

    pensavo in infuso stile camomilla … No tranquillo mene staro’ buono !! Va be’ Zaia e i presidenti di regione dell’arco alpino volevano riaprire le stazioni sciistiche , per poi chiudere le scuole per ancora un bel po’ . Vedo in giro molto coerenza e comunque se a livello centrale da destra a sinistra il caos non manca , in questa annata e non solo le regioni piu’ o meno tutte hanno dato il meglio ( o il peggio )

  18. mirko scrive:

    Peucezio, a proposito di questioni dogmatiche cristiane:

    Domenica 3 gennaio 2021, VIII di San Giovanni Evangelista

    MEZZO MILLENNIO DOPO LUTERO

    E SE, CINQUECENTO ANNI DOPO LA BOLLA DECET ROMANUM PONTIFICEM (3 GENNAIO 1521) CHIUDESSIMO LA PARTITA?
    Nel 2017 convegni e pubblicazioni hanno ricordato l’anniversario dell’affissione delle 95 tesi di Lutero sul portone della chiesa di Ognissanti del castello di Wittenberg, il 31 ottobre 1517. Senonché, come già ricordava Adriano Prosperi (Lutero. Gli anni della fede, Mondadori), in base a un dibattito sulla vicenda già in atto da tempo, è probabile che questo “atto fondatore” non sia nemmeno mai avvenuto.
    Le tesi avrebbero avuto una circolazione inizialmente meno spettacolare, all’insegna della ricerca di un accordo, cosa peraltro in linea con la personalità di Martin Lutero. Come scrive Silvana Nitti “non è da escludere la possibilità che le tesi siano state effettivamente affisse al portale della chiesa che era, in quanto chiesa della residenza ufficiale dell’Elettore, fondatore e patrono dell’università, normalmente usata per gli avvisi o per il materiale didattico; una specie di bacheca dell’ateneo, insomma. Ma è certo che la critica al mito del 31 ottobre 1517 (…) resta pienamente valida proprio in quanto si tratta di un gesto niente affatto sconvolgente” (Lutero, Salerno Editrice, p. 107). È da tempo, peraltro, che la rivoluzione del luteranesimo viene riconsiderata alla luce del contesto e del fatto che la cultura del fondatore fosse in realtà ancorata nella tradizione precedente, quella che siamo soliti chiamare “medievale”. La causa immediata della rivolta fu la stanchezza per la riscossione delle tasse ecclesiastiche (“decime”). Martin Lutero insorse contro la corrotta Chiesa di Roma nel nome della libertà di coscienza, dell’annullamento della separazione tra chierici e laici (“sacerdozio universale”), del libero esame delle Scritture contro l’autorità gerarchica ecclesiale, del valore simbolico (e non reale) dell’eucarestia.
    Proprio a cavallo tra 2020 e 2021 ricorre un nuovo anniversario, ossia quello della scomunica. Il 15 giugno 1520 Leone X emanò la bolla Exsurge Domine in risposta alle 95 tesi. Sebbene la bolla non criticasse tutti i punti toccati da Lutero, essa vietava la stampa, la vendita e la lettura di qualsiasi libro contenente gli errori contenuti negli scritti luterani; si richiedeva inoltre alle autorità secolari di far rispettare la bolla nei loro domini. La diffusione prese alcuni mesi; sessanta giorni dopo averne ricevuto copia, il 10 dicembre 1520, Lutero la bruciò pubblicamente sulla piazza di Wittenberg insieme a volumi di diritto canonico, altri documenti pontifici e testi di scolastica. Si può dire dunque che in questo momento, più che nel 1517, si consumò la rottura definitiva con Roma: poiché il 3 gennaio de 1521, l’anno dopo, Martin Lutero venne scomunicato, con la bolla Decet Romanum Pontificem.
    La “fede riformata” di Lutero si precisò nel 1530 alla dieta di Augusta, nella quale, su richiesta di Carlo V, che voleva aver chiari i limiti della Riforma, il teologo Filippo Melantone presentò un documento, la Confessio Augustana, in 28 punti. Il disaccordo tra l’imperatore e i principi che avevano aderito alla Riforma si precisò nella dieta di Smalcalda, nella quale essi presentarono una loro “protesta” formale contro il sovrano.
    Nel frattempo, dopo la scomunica evidentemente priva degli esiti sperati, la Chiesa cattolica rispose convocando un concilio voluto da papa Paolo III che si articolò in tre sessioni fra 1545 e 1563. Si fronteggiavano due tendenze: quella che intendeva rispondere alla Riforma rendendo più rigorosi i costumi della Chiesa cattolica e al tempo stesso dando alle Chiese riformate segni di apertura; e quella che proponeva invece un rafforzamento della disciplina ecclesiastica e un rilancio della predicazione popolare al fine di contrastare l’apostolato protestante. Si potrebbe definire la prima una tendenza “cattolico-riformista”, la seconda “controriformistica”. Ma inizialmente le posizioni non erano sembrate così definite. Nel dibattito sviluppatosi in seno alla Chiesa di Roma sembrò per alcuni decenni esserci davvero spazio per una mediazione.
    In Germania, dopo un periodo di scontri militari e di trattative, si giunse alla pace di Augusta del 1555, nella quale si stabilì il principio cuius regio, eius religio: i territori avrebbero dovuto seguire la religione del loro rispettivo principe. Alcuni principi tedeschi accettarono infatti la Riforma proposta da Lutero, almeno in parte per incamerare i beni della Chiesa. Ma repressero con durezza i movimenti religioso-popolari e contadini (come gli anabattisti di Thomas Müntzer) che avrebbero voluto “l’avvento del Regno dei Cieli sulla terra”, cioè inaugurando un nuovo ordine evangelico ed egalitario.
    La Riforma di Martin Lutero si sviluppò dunque, rispetto ai tentativi del passato (come quelli guidati da John Wycliff in Inghilterra e da Jan Hus in Boemia), appoggiandosi agli stati e ai poteri costituiti: ma essa inaugurava anche in periodo per l’Europa fatto di guerre e crisi profonde che proseguì fino alla metà del Seicento, coinvolgendo nelle guerre di religione buona parte dell’Europa.
    Si dice di solito che le scoperte geografiche e lo scisma luterano hanno cambiato il mondo e hanno inaugurato l’Età Moderna. Per la verità, le periodizzazioni storiche sono qualcosa di largamente convenzionale. Comunque, ci potremmo anche stare. Semmai, da cristiani, si potrebbero obiettare alcune cosette. Per esempio, è un fatto che Lutero avesse molte ragioni dal punto di vista della critica all’immoralità delle gerarchie ecclesiastiche e al misto d’ipocrisia e di avidità che le invadeva. Certo, non avrebbe agito se – da quel buon politico che era – non avesse capito che quello era il momento buono per chi avesse voluto infrangere l’unità disciplinare ecclesiastica a vantaggio di qualche “potere forte”. Lacerò la Tunica Inconsutile del Cristo. Un grande peccato.
    Ma il resto? Sul “Libero Esame”, in realtà, la sua critica era debole. Guglielmo d’Ockham, Gerolamo da Praga, Nicola Cusano, Erasmo da Rotterdam, Gerolamo Savonarola, erano stati più duri e più radicali: ma nessuno di loro aveva provocato una reazione pontificia tanto dura: salvo il Savonarola, che però era politicamente un isolato. Sulle questione eucaristica, si era semplicemente messo tutto a tacere C’erano voluti tutta l’autorità di Tommaso d’Aquino e l’imponente dispiegamento di miracoli eucaristici per sistemare l’unica questione ch’era quella che contava, e sulla quale in fondo era scivolato anche il povero Jan Hus, tradito dai padri conciliari di Costanza nonostante il salvacondotto imperiale (una cosa che, un secolo circa prima con Carlo IV e un secolo circa dopo con Carlo V, non sarebbe mai successa). In ballo c’era il potere di “trasmutare le specie” affidato d’autorità ai soli membri del clero con una mutilazione bella e buona di una parte del Corpo Mistico del Cristo, che è la Chiesa nel suo complesso, e con tutta la difficoltà dell’accettare la teoria del miracolo ex opere operato, questione sulla quale le cose più profonde erano state dette da Guglielmo d’Ockham: solo che il francescano di Oxford aveva avuto il torto di difendere la tesi della rigorosa povertà francescana, secondo la volontà del Povero d’Assisi, contro il corrotto Giovanni XXII, avversario anche del grande Meister Eckhardt, alcune delle proposizioni del quale furono pretestuosamente condannate come eretiche. Ockham fuggì presso l’imperatore Ludovico IV, che lo protesse, ma la questione eucaristica rimase sospesa per cui Lutero aveva il diritto di riprendere il discorso. A favore della teoria della transubstanziazione si è espresso di nuovo (quindi molto dopo Lutero) solo il concilio di Trento con una definizione dogmatica della XIII sessione dell’11 ottobre 1551. Risulta mancante una legittimazione ex cathedra Petri: ciò è sufficiente per garantire l’infallibilità? Qualche dubbio doveva avere ancora Pio VI nel 1794 allorché nella costituzione apostolica Auctorem Fidei parlava delle transubstanziazione come di un “articolo di fede”. Tutto ciò è sufficiente sotto il profilo della teologia dogmatica?
    Insomma: Lutero fu un po’ come Colombo. Cambiò il mondo non tanto per quel che fece, quanto perché il suo atto giunse in un momento ch’era obiettivamente quello giusto, in un tempo ch’era maturo.
    Colombo. Da oltre due secoli si tentava l’alea della navigazione oceanica d’alto mare: i genovesi fratelli Vivaldi sono del Duecento. Mancava però l’incentivo-base, in quanto i trasporti eurasiatici su un sistema misto terra-mare funzionavano (la Via della Seta e i traffici sull’Oceano indiano), il che non aveva spronato gli europei a puntare granché sulle tecnologie nautiche. Però nel Quattrocento il nuovo impero ottomano sembrò chiudere del tutto la via dell’Asia agli Europei: se si voleva arrivare in Cina e alle Indie, si doveva andarci per via oceanica. E gli europei inventarono le vele mobili, che consentivano di navigare a vela anche controvento. Da qui l’avvìo dell’economia-mondo.
    Lutero. Per tutto il medioevo il papato, piegato l’impero romanogermanico, non aveva avuto più concorrenti egemonici diretti: i regni e le repubbliche cristiane avevano trovato conveniente assecondarlo compartecipando agli utili economici della raccolta delle decime e a quelli politici della gestione dell’inquisizione (ch’era più faccenda locale, stato per stato, che generale). Ma Lutero arrivò in un momento nel quale il Santo Impero, rifondato dalla saggia diplomazia matrimoniale asburgica, aveva troppo da fare nel Nuovo Mondo e i poteri europei (principi tedeschi, regno di Francia, regno d’Inghilterra) si erano talmente rafforzati che ritenevano giunto il momento di poter gestire direttamente le loro risorse economico-finanziarie (le decime) e teologico-giuridiche (l’inquisizione). Da qui l’avvìo della secolarizzazione.
    Ora siamo in una nuova fase. Al “libero esame delle Scritture” aveva già dato impulso l’umanesimo: tecnicamente e metodologicamente, quella rivoluzione l’ha attuata Lorenzo Valla, non Martin Lutero. Sul significato della Bibbia si polemizzava da tempo nelle università; di nuovo c’era solo la diffusione dei testi: questione gutenberghiana, non luterana. E allora, che cosa resta? In fondo, l’unica questione teologicamente grave che Lutero aveva sollevato era quella eucaristica, “congelata” dall’autorità d’Innocenzo III con il Concilio lateranense IV nel 1215. Ma la questione del residuum stercorarium delle specie materiali restava aperta. Oggi, attraverso le moderne tecniche di ricerca scientifica, forse la consubstanziazione si rivelerebbe più sostenibile della transubstanziazione. Teniamo presente che il miracolo stesso è al di sopra della scienza, non è contro la scienza. E allora, caro Santo Padre, che cos’aspettiamo a fare un altro passo sulla via dell’Ut unum sint? Le risoluzioni conciliare del 1582 e pontificia del 1794 sono dogmaticamente sufficienti a chiudere la questione? La teologia e la dogmatica sono discipline dinamiche: e lo hanno più volte dimostrato, specie dal I concilio Vaticano ad oggi? Solo in fatto di teologia eucaristica, e a proposito di un argomento che investe così da vicino la fisiologia con tutto quel che frattanto è stato scoperto, siamo inchiodati a due risoluzioni vecchie di secoli e per giunta entrambe parziali? Io non sono un teologo, ignoro come si muova lo Spirito Santo. Rivolgiamoci ai teologi veri e parliamone (ma per piacere i teologi della domenica e quelli da tastiera lasciamoli da parte).

    https://www.francocardini.it/minima-cardiniana-308-3/#more-2453

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      La questione della salvezza è quella fondamentale. Subito dopo, la questione del ruolo della Scrittura.
      Poi c’è la questione del culto dei santi e dell’intercessione per i morti, che ha perso importanza col tempo. La società del 1517 era una società dove vivi e morti non si sentivano separati: i vivi pregavano per i morti che non potevano e i morti che potevano (i santi) pregavano per i vivi. Mi sembra che oggi il problema di questo tipo di solidarietà intergenerazionale non sia realmente più sentito da nessuno, in nessuno dei due campi.

  19. Moi scrive:

    Disney si sente in dovere di premettere che contengono “stereotipi sbagliati”,

    ——–

    NON solo Disney, ma … questo dimostra un’ abissale ignoranza di massa in materia di Storia , nonostante tutti i “Social Studies”. O chissà … forse proprio a causa del loro pessimo insegnamento.

  20. Moi scrive:

    … “spontaneo” , eh !

    ————————

    Nasce il ‘Movimento Spontaneo Cittadini per Draghi Presidente’

    https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2021/01/04/nasce-movimento-spontaneo-cittadini-per-draghi-presidente_4JK9BFfUzanozCYAocVCnK.html

    —————–

    … ma come riescono a dirlo / scriverlo e restare seri ?! 😀

  21. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Adesso si chiamano “NeoPronouns” :

    https://www.youtube.com/watch?v=OwfzKPza_fE

    Neopronouns: What they are, why they’re legitimate, and how to get used to them

    Timestamps next to each question show you where in the video I answer that question.

    – (0:00-3:40)
    What are neopronouns?

    – (3:41-5:45)

    Is there a “canon” of neopronouns? And is it open or closed?

    – (5:46-13:26)

    Can you share some of the reasons nonbinary folk might use neopronouns over “they/them”?

    – (13:27-17:14)

    Is there a link, in your research or experience, between the use of neopronouns and cultural acceptance of or resistance against “they/them” as third-person gender neutral pronouns?

    – (17:15 – end [ 23:33 ])

    I need videos/podcasts that will let me hear neopronouns’ pronounciations and in context. Most of the folks I know that like neopronouns are also ok with they/he/she etc, I shy away from neopronouns because I haven’t heard them used very much and have a disproportionate level of anxiety about mispronouncing/misusing them.

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