Il Privante, il Passapacchi, il Tabaccaio, il Lungimirante e la Rana

“Il mercato siamo noi”, dicono.

Mercato” in effetti fa pensare proprio a “noi”, o almeno al fruttivendolo tifoso dei Bianchi o al fornaio Giuseppe da cui ho comprato il pane stamattina, o magari la contadina universale sulla sua stuoietta.

Così li contrasti con lo Stato, e sappiamo tutti per chi tifare.

In questo modo, ci fanno sostenere cose che distruggono alla fine il fruttivendolo, il fornaio e la contadina sulla stuoietta.

La parola “Mercato” evidentemente contiene un trucco semantico. Proviamo a usare perciò termini che spieghino in modo più preciso la cosa.

In genere, ciò che sentite chiamare “il mercato” non è costituito dal Fruttivendolo, il Fornaio e la Contadina, ma da alcuni signori che chiameremo il Privante, il Passapacchi,  il Tabaccaio, il Lungimirante e la Rana.

Non sono difficili da capire.

Il Privante è quello che è più stonato di me, ma a te, ti porta in tribunale se canti con gli amici una canzone di un autore morto meno di ottant’anni fa senza passargli una bella fetta di soldi; ed  è quello che caccia i bambini da un giardino e lo trasforma in un parcheggio in vendita a 50.000 euro a posto macchina. In parole ovvie, il Privante è quello che priva tutti gli altri di qualcosa.

Il Passapacchi, come ricorderete, è la pizzeria a Santo Spirito che produce pochi rifiuti, per i quali paga sicuramente tutte le dovute tasse. Solo che vende a ogni turista la pizza in scatola, e poi il turista deve arrangiarsi per dove buttarla. Cioè in mezzo alla strada. Che è esattamente la chiave che permette di fare profitti crescenti in un mondo a risorse decrescenti.

Il Tabaccaio è il tizio creativo che ha un’idea originale e di successo. Prendi un ragazzino, fallo fumare e non solo ti sei fatto un cliente, hai aperto orizzonti nuovi.

Il Lungimirante è un signore pieno di senso di responsabilità sociale (spesso è pure ecosostenibile e democratico). Tanto che  contribuisce a fondo perduto alle campagne elettorali di giovani meritevoli e onesti e poi suggerisce a quei giovani, non appena eletti, di costruire un’autostrada che porti direttamente ai suoi magazzini, favorendo così la Crescita dei Posti di Lavoro. Poi volendo, c’è anche l’insuperabile incrocio tra il Tabaccaio e il Lungimirante che è la base dell’economia militare statunitense.

La Rana, infine è quella che quando respira, non è che faccia entrare la stessa quantità di aria che ha appena fatto uscire. No, a ogni respiro, deve prenderne un po’ di più.

Sempre meglio il botto che il ristagno.

 

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23 risposte a Il Privante, il Passapacchi, il Tabaccaio, il Lungimirante e la Rana

  1. Peucezio scrive:

    Fantastico il disegno della rana!
    Dove l’hai preso?

    Comunque hai scritto un trattato sociologico in mezza pagina!

  2. Z. scrive:

    Il mercato, in effetti, siamo proprio noi. Non è una cosa che qualcuno ha inventato, come la ruota o il fosbury.

    E “noi” non siamo tutti altrettanto capaci, ricchi, potenti o avvantaggiati. Spesso non siamo neppure particolarmente restii ad approfittarci dei nostri vantaggi.

    Non ci vedo trucchi semantici. Quali trucchi?

    Caso mai è discutibile l’idea che qualcosa dovrebbe essere meravigliosa solo perché tutti ne siamo parte.

    • Peucezio scrive:

      E’ come dire che la NATO siamo io e te, perché contribuiamo a eleggere dei governi, che a loro volta ne fanno parte.
      Esiste un salto qualitativo, sostanziale, quando le scelte individuali sono così diluite da essere irrilevanti.

      Io ritengo sbagliato non votare, perché se posso indirizzare le scelte anche in misura infinitesimale, meglio che niente. Ma non è che ognuno di noi le influenza nella stessa misura e il risultato è la somma di tante piccole scelte.
      C’è gente che le influenza in modo decisivo e noi spostiamo il tutto di qualche millesimo di millimetro.
      E così è il mercato. Che infatti è una finzione, perché se anche tutti volessero una cosa, ma chi dovrebbe produrla decidesse, per motivi suoi, di non farlo, ci attaccheremmo tutti al cazzo. Si sa che le produzioni più strategiche a livello mondiale operano in un regime di oligopolio di fatto.
      Ecco perché dico che il libero mercato è una forma di sovietismo mascherato: decidono comunque in pochi, pianificando, anche se non in modo così meccanico come nei sistemi socialisti.

      Il resto è metafisica, sono frasi retoriche come quando un giudice prununcia una sentenza o un presidente di commissione conferisce una laurea “in nome del popolo italiano”: capirai che cazzo glie ne fotte al popolo italiano di dare pezzi di carta straccia in giro, per garantire la disoccupazione permanente.

      • Z. scrive:

        Peucè,

        — E’ come dire che la NATO siamo io e te, perché contribuiamo a eleggere dei governi, che a loro volta ne fanno parte. —

        No, perché noi non siamo dei governi.

        Mentre siamo tutti operatori di due, tre, molti Viet… ehm, molti mercati 🙂

        — Ma non è che ognuno di noi le influenza nella stessa misura e il risultato è la somma di tante piccole scelte.
        C’è gente che le influenza in modo decisivo e noi spostiamo il tutto di qualche millesimo di millimetro. —

        Certo… e infatti io che ho scritto, compagno?

        Quel che chiamiamo “mercato” è in fin dei conti un settore dei rapporti umani. Che semplicemente sono, come la vita per il vostro amico Santex. Quello che confondeva, requiescat in pace, teoremi e assiomi 🙂

        • Peucezio scrive:

          Non ho capito niente di quello che vuoi dire.

          Poi sono io l’oscuro… 🙂

        • Z. scrive:

          Peucè,

          l’autore francese del Piccolo Principe non scriveva che la vita non è buona né cattiva, semplicemente è?

          Ecco. Il mercato, lo scambio di beni e servizi, non è né buono né cattivo, non è qualcosa che qualcuno ha inventato. È un settore dei rapporti umani. Semplicemente esiste, da quando esiste l’uomo.

          Ne siamo parte io e te che contiamo ben poco, e c’è chi invece conta molto più di noi, come individuo o come collettivo.

          Non c’è un trucco semantico, secondo me: caso mai sono certe espressioni critiche come “logica di mercato” ad essere ambigue.

          • Peucezio scrive:

            Ecco, questa metafisica dell’eternità immutabile delle cose umane.
            Non potete dire che Android e il Samsung Galaxy ci sono sempre stati, perché lì c’è la controprova, se no lo fareste.

            Al massimo c’è lo scambio da quando esiste l’uomo (ammesso sia dimostrabile; sicuramente comunque esiste da molti molti millenni).
            Poi c’è il mercato.
            E poi c’è il Mercato, nel senso in cui viene magicamente evocato oggi, che è una cosa legata alla moda del neoliberismo (negli anni ’70 nessuno si riempiva la bocca col Mercato).

            • Francesco scrive:

              >>> Al massimo c’è lo scambio da quando esiste l’uomo

              mi basta, caro Peucezio, come bastava ad Adam Smith (non a Tremonti)

              il resto è metafisica e metà noiosa retorica

              😀

            • Z. scrive:

              Peucè,

              ma il mercato quello è, lo scambio.

              • Francesco scrive:

                in effetti non capisco come si possa non capire una cosa così evidente

                sì che lo scambio mica ha da essere visto bene, fin dall’inizio c’è il rischio del “patto leonino”, per cui sono obbligato a scambiare molto con poco da uno grande grosso e cattivo (Roberto?)

                mah

  3. Francesco scrive:

    Io lo conosco il Privante. Ieri al mercato ha comprato una patata e ne ha privato gli altri 7 miliardi di persone.

    Poi è andato sotto il ponte, ha acceso un fuoco con due vecchie cassette, privando i solti 7 miliardi di combustibile e pure inquinando da Passapacchi (ma lui dice che la combustione è così non per colpa sua e che le patate crude non riesce a mangiarle), si è arrostito la patata e la ha mangiata.

    Se trovate la differenza tra lui e Guglielmo Cancelli scrivetemela, io non la vedo.

    Ciao

    • Peucezio scrive:

      Beh, quello della patata, la patata se l’è goduta.
      Guglielmo Cancelli mica ha miliardi di computer che utilizza personalmente.

  4. mirkhond scrive:

    Chi sarebbe Guglielmo Cancelli?

  5. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    *** Zone Grigie tra Immaginario e Realtà : Effetto Kekistan … e relative conseguenze: Nerd Age ***

    …………………..

    La burla dei finti neonazisti che ha messo in ridicolo “Repubblica” e sinistra chic
    La bandiera del Kekistan è una beffa ma manda in tilt i progressisti: «Ecco gli amici neri di Salvini»

    Paolo Bracalini –

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/burla-dei-finti-neonazisti-che-ha-messo-ridicolo-repubblica-1499318.html

    ———————————————

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/kekistan-ecco-chi-ragazzo-che-finta-bandiera-neonazista-1500007.html

    Kekistan, ecco chi è il ragazzo che con la finta bandiera neonazista ha mandato in tilt la sinistra

    Studente di Scienze Politiche di 19 anni, lucchese, è iscritto alla Lega e dà una mano al partito di Salvini sui social. Innamorato di Trump si definisce un “troll”. Con la bandiera del Kekistan ha scatenato un putiferio

  6. Moi scrive:

    Su Bello Figo Gu

    https://www.ilfoglio.it/politica/2017/01/20/news/bello-figo-rapper-renzi-cazzullo-corriere-lettere-116086/

    Per Aldo Cazzullo Bello Figo è stato decisivo per far perdere il referendum a Renzi

    Con “Non pago affitto” il rapper ha danneggiato l’ex premier più degli appelli di Zagrebelsky, dice l’editorialista del Corriere nella rubrica delle lettere

    ————-

    … BFG che non passa mai OT 😉 nella sua “trasversalità” !

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