E’ biondo o beve il caffè?

Uno degli aspetti più interessanti dell’assassinio di Firenze è il dilemma, a proposito dell’omicida – è razzista o è matto?

Come dire, è biondo o beve il caffè?, visto che l’intersezione tra le due diversissime categorie non è necessariamente vuota. Ma è proprio quando vengono fatte domande così bizzarre, che le cose si fanno interessanti.

Abbiamo pochi dati per giudicare il motivo per cui ha sparato al senegalese. Sappiamo (da due righe di fonte imprecisata nella stampa) che lui ha detto che aveva soltanto intenzione di uccidere “la prima persona che incontrava per strada”, ma sappiamo che il senegalese non è stata la prima: un attimo prima, aveva incrociato una mamma (italiana) con suo figlio, e non aveva sparato a loro.

Certo, non è facilissimo entrare dentro il cervello di una persona che non conosci e immaginarsela mentre fa una scelta del genere, ma possiamo ipotizzare varie cose: che si fosse trattenuto perché voleva uccidere una sola persona, oppure non voleva ammazzare una donna, oppure avrebbe ammazzato un bambino ma poi gli dispiaceva per la mamma, o viceversa. Le combinazioni possibili sono tante.

Oppure perché gli dava più soddisfazione uccidere un nero, cosa che lui stesso nega.

Non darei troppo peso nemmeno alla sua testimonianza. Quando prendiamo decisioni velocissime e drastiche, non ci ispiriamo quasi mai a cose che possiamo spiegare a parole, mentre quando veniamo interrogati dalla polizia, tutto è a parole. Infatti si parla di “verbali“, con le scripta (debitamente ritradotte in burocratese) che manent.

Però il riferimento al “razzismo” è fondamentale, perché permette di creare una serie di associazioni mentali, che riportano a quella che chiamano  “politica” e suscitano quindi emozioni di gruppo: se avesse sparato alla mamma e al bambino, la cosa non avrebbe interessato praticamente nessuno, fuori dai conoscenti delle vittime.

Proprio come l’omicidio di una tossicodipendente a Macerata un po’ di tempo fa non avrebbe interessato quasi nessuno, se a ucciderla, o comunque a smembrarne il cadavere, non fosse stato un immigrato clandestino.

Meglio così: quando riusciamo a fare questi agganci simbolici, le vittime e i loro familiari ricevono una solidarietà e un affetto che altrimenti non ci sarebbero.

Ma perché la secca alternativa, o razzista  o matto?

Il matto è innanzitutto il contrario della persona normale.

Il Normale è il cittadino maggiorenne, che sceglie lucidamente e in maniera razionale come promuovere il proprio interesse (e si spera anche quello degli altri), votando in modo calcolato alle elezioni, e scegliendo il miglior rapporto qualità-prezzo a ogni acquisto che fa sul mercato.

A questo si aggiunge un importante elemento, di derivazione cristiana, che viene spiegato  nell’attuale Catechismo della Chiesa Cattolica:

“La coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l’uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto.”

Solo il fatto che tutte le persone normali avrebbero un innato senso del bene e del male (sempre uguale), permette di dividere i santi dai peccatori.

Quindi, la ragione è uguale per tutti e la coscienza pure, grazie al Grande Stampino Universale.

I soggetti che non funzionano così vanno compatiti e curati, e quindi non possono essere oggetto di odio, disprezzo o punizione. Sono infatti vittimi e vittime, di una malattia (le malattie sono per definizione colpe dello Stato che non stanzia abbastanza fondi per la ricerca), di un padre picchiatore, della droga, degli Insegnanti che Non Hanno Alzato un Dito per Salvarlo e tante altre cose.

E’ un criterio che a volte regge.

Un mafioso che spara a un proprio debitore insolvente, per dare una lezione a tutti gli altri, e ha la ragionevole certezza di non venire mai arrestato, è chiaramente un normale, che cerca di massimizzare il proprio profitto; e – se è vero (ma è tutto da dimostrare) che abbiamo un innato senso morale – è un normale che sa di fare del male, e quindi merita odio, disprezzo e punizione (anche se è molto più probabile che otterrà complicità se non ammirazione).

Ma data questa definizione, uno che invece spara a un passante, senza guadagnarci nulla e anzi rovinandosi la vita, si può definire una persona normale, a prescindere se sia razzista, ufologo o terrapiattista?

Evidentemente no. Ora, prendercela con un anormale diventa un po’ come prendercela con un ragazzino con la sindrome di Down che fa fatica a risolvere equazioni di secondo grado, o almeno come prendercela con i lupi perché mangiano le pecore. Insomma, ci sarebbe poca trippa per manifestanti: ecco perché l’alternativa deve essere secca, o è matto o è razzista. Cosa che capisce perfettamente anche l’avvocato dell’omicida, che dice che il suo assistito “esclude categoricamente il movente razziale.”

Ma la contrapposizione tra normali e matti, che sta alla base della democrazia rappresentativa capitalistica, si scontra con il fatto che – tranne pochi casi psichiatrici molto evidenti – la maggior parte di noi oscilla costantemente tra i due poli di razionalità calcolatrice e un profondo, misterioso mondo altro, dove vivono esseri di ogni sorta: l’idea medicalizzante e paternalistica (o maternalistica) della follia è un’invenzione recente. Altri tempi hanno avuto altri sguardi, e ne avranno ancora in futuro.

L’assassino di Firenze ha commesso un’azione sicuramente da matti, eppure ha  una sessantina d’anni. Per sei decenni, ha fatto il tipografo, non l’ergastolano o il degente di un ospedale psichiatrico; il che vuol dire che per sei decenni si è tenuto ancorato alla terraferma, magari per un filo sottilissimo, che poi in un attimo si è spezzato. E magari mille altre volte, si era spezzato, in una discussione concitata, in un’affermazione sopra le righe, in qualche fantasia bizzarra, in sogno.

O anche in un momento di innamoramento, e questo potrebbe aprire un altro discorso interessante.

Ma ciò che colpisce è come in tutte le vicende di cronaca oggi, prevalga la questione del giudizio morale.

Io sono buono, e lo affermo ogni volta che condanno qualcun altro, che è quindi cattivo.

Questa esigenza moralistica è diventata talmente soverchiante, da aver fatto sparire ogni altro criterio, di cui ne esistono invece in altre culture.

Probabilmente perché in tempi con meno grasso superfluo in giro dei nostri, la cosa più importante non era sentirsi più buoni del prossimo, ma semplicemente riportare un equilibrio, e quello si faceva guardando il fatto oggettivo in sé: queste le pene per un omicidio, queste per un furto, queste per aver omesso il rito alla fonte sacra.

Tanto il vero problema è che c’è un morto ammazzato, una vacca sparita o una ninfa molto, molto arrabbiata. Poi le motivazioni interiori, le sa solo Iddio: il colpevole stesso, spesso no.

Per questo, la poesia preislamica parlava (come abbiamo già detto) della, hâmah, il barbagianni che esce dal corpo dell’uomo che è stato ucciso, e sorvola il luogo della morte gridando, “dissetatemi!”

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177 risposte a E’ biondo o beve il caffè?

  1. Mauricius Tarvisii scrive:

    Sei un marxista nel senso peggiore! 😀

    Secondo me non è questione di grasso superfluo: la giustizia medievale era profondamente incentrata sull’elemento soggettivo del crimine e l’ampio uso della grazia serviva proprio a supplire alla rozzezza degli strumenti giuridici “ordinari” nel tenerne conto. Tanto che sappiamo da fonti letterarie che gli avvocati già ci provavano con la carta dell’infermità mentale 😀
    Deve essere più un discorso di evoluzione del pensiero, per cui anticamente rilevava solo il lato satisfattorio della pena, mentre successivamente si è cominciato a pensare anche alla posizione del reo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “: la giustizia medievale era profondamente incentrata sull’elemento soggettivo del crimine e l’ampio uso della grazia serviva proprio a supplire alla rozzezza degli strumenti giuridici “ordinari” nel tenerne conto.”

      Sicuramente avrai ragione, ma io non parlo del sistema giuridico.

      Parlo del “giudizio comune”, della persona che manifesta in piazza, del negoziante che commenta il delitto e così via.

      Certo, sono cose più difficili da documentare in altre epoche.

      Poi non sto parlando esattamente dell’infermità mentale, che dovrebbe essere una categoria abbastanza precisa.

      Sto parlando di quello che “dà di matto”, che è un fatto assai comune e che non riguarda certamente solo i “casi psichiatrici”.

      • lanzo scrive:

        Penso a “Falling down” con Michael Douglas….

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Però il fare cose terribili per aver perso il senno è roba comune, per esempio, nei romanzi cortesi. E la perdita del senno assolve sempre il protagonista da qualsiasi colpa, quindi immagino che i lettori condividessero questo modo di pensare.

    • Peucezio scrive:

      Mi chiedo se qui non c’entri di nuovo il vecchio discorso che si faceva col mio amico medievista, circa il ruolo del male e del peccato (a proposito, Muguel, ma fino alla fine l’hai letta la sua controreplica che postai qui dentro?)

      Quello che vedo di doverso oggi rispetto a una società premoderna in genere (medievale o anche pagana) è che lì contava l’equilibrio, come dice giustamente Miguel, qui si ragiona in modo manicheo.
      Cioè quello che è venuto a mancare è il ruolo del peccato e del peccatore nell’economia del mondo.
      Cioè non vige più il principio per cui io cerco di salvare la mia anima, poi, se riesco a salvarne anche altre tanto di guadagnato, ma ci sarà sempre quacluno che si dannerà e Amen… non sta a me salvare l’umanità intera (o uccidere tutti i peccatori in modo che il mondo materiale sia puro).
      Semplicemente il peccato e il peccatore non devono esistere e, di fronte alla controprova (i peccatori esistono e peccano), scatta l’isteria.

      E’ naturale che la follia, come ogni forma di male inconsapevole, non sia contemplata o sia relegata su un piano di alterità assoluta: nel mondo non c’è spazio per l’imperfezione e, laddove essa si manifesti, essa è espressione di malvagità deliberata e, come tale, va colpita e distrutta.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Cioè quello che è venuto a mancare è il ruolo del peccato e del peccatore nell’economia del mondo.

        Diciamo che questa è più la tua idea che quella dei medievali.

        • Peucezio scrive:

          Non ho capito, io avrei attribuito ai medievali l’idea per cui nel XXI secolo sarebbe mancato il ruolo del peccato nell’economia del mondo?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            No, la tua idea di un “equilibrio” tra peccato e bene è più tua che dei medievali. I medievali avevano invece formulato la dottrina del male minore, che è radicalmente opposta, dal punto di vista concettuale, all’equilibrismo (usiamo questo termine orrendo).

            • Peucezio scrive:

              Non ho mai parlato di equilibrio fra male e bene.
              Dico semmai che il male crea uno squilibrio (o forse è lo squilibrio) e si cerca di compensarlo.
              Ma non di farlo sparire dalla faccia della Terra.
              Non voglio dire che i medievali fossero felici che ci fosse il male e se lo tenessero caro.
              Dico che davano per assunto che ci fosse e si attrezzavano per contenerne le conseguenze.
              Non c’era l’idea che lo si dovesse nascondere e/o annientare.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Che dovesse essere annientato è teologia cattolica: al massimo c’era rassegnazione sulla possibilità di annientarlo nel breve periodo.

              • Francesco scrive:

                “nel breve periodo” e “fino all’Apocalisse” sono sinonimi?

                mai sentito un cattolico così folle da pensare di poter eliminare il male dal mondo post-peccato originale

      • lanzo scrive:

        Mettiamola cosi’ – un Uomo dopo una vita di lavoro onesto si trova alla fame e percepisce i negri come fancazzisti che stanno meglio di lui che ha pagato le tasse per una vita, alloggiati in alberghi, soldini a josa e lui magari fa la fame – io mi incazzerei e se non ho niente da perdere il gesto estremo non lo escludo. Voi vari commentatori, si capisce che avete il culo al caldo, non avete il problema di finire in mezzo ad una strada

        • PinoMamet scrive:

          A quanto pare lui non la pensava così.
          Ma magari glielo potresti suggerire tu, se vuoi fargli fare un po’ di galera in più con l’aggravante dell’odio razziale.

          Ma del resto che ne sai, si capisce che hai il culo al caldo.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Lanzo

          “Mettiamola cosi’ – un Uomo dopo una vita di lavoro onesto si trova alla fame e percepisce i negri come fancazzisti che stanno meglio di lui che ha pagato le tasse per una vita, alloggiati in alberghi, soldini a josa e lui magari fa la fame ”

          Non hai tutti i torti sulla percezione soggettiva.

          Poi i senegalesi non fanno i profughi – veri o finti -, non hanno accesso ad alberghi e lavorano.

          In Toscana, tantissimi sono operai, meccanici e altro, mentre un certo numero vende finte borse Gucci e simili, prodotte nelle fabbriche del napoletano (dando lavoro a molte famiglie meridionali e togliendo lavoro ai poveri cinesi che fanno il Gucci Vero in Cina).

          Con questo, non intendo affatto darti torto: credo che molti ragionino, in perfetta buona fede, come dici tu. Anche perché non tutti hanno voglia o tempo di studiare la sociologia delle migrazioni.

  2. MOI scrive:

    Forse sto per dire una cazzata, non è la prima e suppongo non sarà neanche l’ ultima 😉

    Orbene:

    La psichiatrizzazione dell’ omicidio mi pare che sia iniziata non a caso almeno un 20 anni dopo la II Guerra Mondiale, proprio in quella parte di Mondo detta “Occidente” che incessantemente da allora si ritiene in Pace Perpetua. Prima, più o meno ogni 20 anni c’era invece una guerra istituzionalizzata in cui “mors tua vita mea” … quindi non c’era “civile” adulto in vita con almeno un morto sulla coscienza.

    Certo, c’era una contestualizzazione dell’ individuo che gli permetteva di “sentirsi meno cattivi” rispetto al “delinquente” in tempo di pace.

    Bisognerebbe indagare meglio quel mondo (facilmente banalizzabile per motivi estetici di dubbio gusto ….) di Figli dei Fiori, Pacifisti, ecc … da cui poi è sorta l’ odierna Classe Dirigente Planetaria “Liberal”, che ha sostituito la Guerra con il Libero Mercato. Solo che il Libero Mercato NON sembra avere “Convenzioni di Ginevra” … non ancora ?!

    • MOI scrive:

      Scusate :

      “non c’era “civile” adulto in vita senza almeno un morto sulla coscienza.”

      e.c,

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Le donne…

        • MOI scrive:

          Fino al primo Novecento o anche metà Novecento, che la partecipazione alla vita politica e istituzionale (a iniziare dal Suffragio Universale) avesse da essere esclusivamente maschile era praticamente sottinteso per l’ovvietà.

          A parte ovviamente Suffragette dell’ Alta Società e Intellettuali “strambi”, che venivano visti più o meno come oggi quelli che è giusto dare a ogni “newborn” la “U” di “undetermined” per quanto concerne il “gender” finché non se lo scelgono (uno dei due, entrambi o nessuno dei due) in età adulta dopo ponderata decisione.

          • MOI scrive:

            Per quanto riguarda la guerra … è paradossalmente diventato “privilegio” (?!) maschile anche di essere “the expendable gender” !

            A meno che le Ufficialesse (divenute tali per via quotarosacea senza saper neppure tenere una pistola in mano, che tanto c’è il bodyguard) non mandino i Maschietti a morire per poi sognare ad occhi aperti di essere Wonder Woman o Black Widow in un “Cinecomic” ! 😉

            • MOI scrive:

              c’è un aneddoto sul vecchio “Fantaghirò” (raccontato da una ragazza Conferenziera da Cameretta della Youtube University) televisivo che Lamberto Bava voleva “più realismo” nel duello fra Alessandra Martinez e Kim Rossi Stuart ! Allora, incalzandoli, successe che lui involontariamente mandò lei in ospedale direttamente dal set.

              Ma nella fiction chissà chi vince 🙂 …

              • PinoMamet scrive:

                Lì l’errore era del regista:

                se voleva più realismo in una scena di lotta non doveva mettere meno coreografia, ma più coreografia o una coreografia diversa.
                non più spontaneità, ma più prove.

                Però Fantaghirò la ricordo con piacere come uno dei, per così dire, sex symbol pre-adolescenziali o di inizio adolescenza 😀

              • Peucezio scrive:

                Moi,
                “Alessandra Martinez”

                Parente del nostro anfitrione? 🙂

                Scherzo ovviamente: si sa che nel mondo ispanofono ci sono cinque o sei cognomi che ha più o meno il 60% della popolazione.

              • PinoMamet scrive:

                Però era Martines con la s;

                Io l’ho sempre pensata pugliese (per via di una mia professoressa delle medie pugliese che aveva dei parenti Lopez, ci diceva)
                Ma su Wikipedia la dicono romana.

              • Peucezio scrive:

                Lopez è un nome pugliese. E’ l’unico cognome pugliese (almeno per Bari e dintorni) di origine palesemente spagnola che conosca.

                Ma non c’è solo in Puglia. Conobbi una ragazza fiorentina che si chiamava così, che non credo avesse origini apule.

              • paniscus scrive:

                Anche in Sicilia è pieno di Lopez, di Martinez e quant’altro. In qualche caso, anche scritti con la S.

                Questo è stato uno dei miei maestri accademici (peraltro molto simpatico) dei miei tempi *solari* (letteralmente):

                http://cerere.astropa.unipa.it/~peres/

    • PinoMamet scrive:

      Stavolta penso che in quello che dici ci sia molto su cui riflettere…

  3. MOI scrive:

    Io la faccenda la sapevo così:

    Roberto Pirrone, “microborghese”, cade in disgrazia economica (dopo oltre sei anni ininterrotti di sedicente Sx al Governo !) e medita di suicidarsi gettandosi in Arno e sparandosi in bocca a mezz’aria.

    NON se la sente,ci ripensa : meglio ammazzare la prima persona che passa, così che in galera sarà mantenuto “a sbafo” vita natural durante. Passa una bambina Italiana coi genitori … pareva brutto ! E dopo “sarebbe stato sbattuto in Prima Pagina un Mostro” che più “Mostro” la ‘UNN si pòle ! Passa “un Negro Solitario” relativamente (!) anziano (per esser migrante) … be’, dài: o adesso o mai più !

    Bang ! (x 6, scaricando l’arma di tutti i colpi in canna) Non si sa mai che il Pirrone abbia una mira scarsa come il Traini (che cmq sparò stando in movimento su bersagli in movimento … NON è come la situazione statica di un poligono di tiro) e … il Senegalese cade a terra, forse già morto al primo colpo.

    La Comunità Senegalese è letteralmente e comprensibilmente “incazzata nera” 😉 e pianta un gran casino in piena Bomboniera Turistica (ove resiste la Lobby Finanziatrice del Partito Unico) ! A questo, punto entra in scena il Sindaco Dario Nardella … che, forte di una Retorica dell’ “Accoiènza” [cit.] tenta la frase paracula classica del “Contro Ogni Violenza”. Nel farlo, peggiora le cose … mettendo sullo stesso piano un “Negro sparato” e un po’ di Proprietà Privata danneggiata !

    DN si ritrova così fra i proverbiali Due Fuochi, ma … come dice Miguel, egli sa bene quale dei due può bruciargli la Carriera Politica !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Io la faccenda la sapevo così:”

      OMDAM (occasione mensile di accordo con Moi), a parte i superpoteri che attribuisci alla Sinistra.

      Aggiungo… un italiano ha sputato in faccia a DN; Libero ha intitolato, “senegalesi sputano su DN”.

      In tutta questa vicenda, i senegalesi sono stati corretti, attenti, organizzati e maturi.

      In genere, gli africani sono più precisi e organizzati ad esempio dei maghrebini, ma credo che in Senegal questo spirito sia particolarmente marcato.

  4. Peucezio scrive:

    Miguel,
    “Ma ciò che colpisce è come in tutte le vicende di cronaca oggi, prevalga la questione del giudizio morale.

    Io sono buono, e lo affermo ogni volta che condanno qualcun altro, che è quindi cattivo.

    Questa esigenza moralistica è diventata talmente soverchiante, da aver fatto sparire ogni altro criterio, di cui ne esistono invece in altre culture.”

    Direi che hai colto davvero l’essenza.

  5. Carlo scrive:

    Secondo il Corriere della Sera del 6 marzo Pirrone era un collezionista, oltre che di armi, anche di cimeli dell’Armata Rossa, cosa che secondo me indebolisce un po’ la tesi dell'”assassino razzista” indipendentemente dalla sanità mentale del soggetto in questione.

    • Peucezio scrive:

      Massì, era uno di sinistra, ma il punto è che se un bianco uccide un nero, lo fa ipso facto per razzismo: non conta l’intenzione, è l’oggettività dell’atto.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Carlo

      “Secondo il Corriere della Sera del 6 marzo Pirrone era un collezionista, oltre che di armi, anche di cimeli dell’Armata Rossa”

      Mi è sfuggito, ma in Oltrarno mi sembra una cosa abbastanza plausibile.

    • paniscus scrive:

      “di cimeli dell’Armata Rossa, cosa che secondo me indebolisce un po’ la tesi dell’”assassino razzista” ”
      ————————————
      Perché, il razzista deve per forza essere un estremista di destra, e semmai un collezionista di cimeli di Predappio o del Terzo Reich?

      • MOI scrive:

        be’, in teoria sì !

        • MOI scrive:

          il Bolscevismo faceva perno su di un’ Idea Universale, NON sulla “razza” come intesa allora … come invece il Nazismo. Il Fascismo, per come lo vedo io, almeno fino al 1938 per presunta “convenienza politica”, si è sempre barcamenato fra i due.

      • Carlo scrive:

        Per rispondere alla tua domanda: no, un razzista può anche essere un antifascista estimatore dell’esercito americano che detesta Hitler in quanto nemico dell’America, ma mi riesce un po’ difficile immaginarlo come ammiratore dell’Armata Rossa comunista, cioè di un esercito che combatteva in nome di un’ideologia dell’uguaglianza senza distinzione di razza.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Carlo

          “immaginarlo come ammiratore dell’Armata Rossa comunista, cioè di un esercito che combatteva in nome di un’ideologia dell’uguaglianza senza distinzione di razza.”

          La gente è complessa.

          Posso immaginare i un vecchio comunista oltrarnino (categoria un tempo molto vasta, e legata al rifiuto degli artigiani di inserirsi nei “tempi industriali” del fascismo), che fa una testa così sulle glorie dell’armata sovietica a suo figlio.

          E il figlio che conserva questo nel suo cuore, e poi prova fastidio per il numero di nigeriani che mendicano davanti ai negozi (e che non sono senegalesi, ma siamo mica tutti geografi), e magari prova anche paura e rabbia verso maghrebini o zingari.

          E’ un’ipotesi comunque, non conosco ancora nessuno che abbia conosciuto l’assassino.

        • MOI scrive:

          @ CARLO

          Ma infatti _ lo dico senza ironia _ il Socialismo Reale è stato ed è tutt’ora (laddove continui a esistere) del tutto alieno al Razzismo … se anche deporta o riduce ai minimi termini intere popolazioni, lo fa perché esse “non stanno ai detti” , mica perché “sono di un’altra razza !”.

          Ripeto, a “necroragioneria” i numeri sono stati e sono impressionanti … ma NON c’è movente razziale !

          Insomma: una coscienza antirazzista può sostenere il Socialismo Reale (il “Comunismo” se vogliamo) indipendentemente da quante potenze di dieci nelle cifre di necrostatistica e necroragioneria ! In termini logici è “coerente”.

          • MOI scrive:

            Anche l’ ISIS ragiona NON in termini di “Kurdi” o “Jezidi” in quanto tali ma di “chi sta ai detti e chi no”, a prescindere dalle potenze di dieci necroragionieristiche.

  6. Mario scrive:

    Ma, insomma, a me la questione sembra facile: se non è matto, è un criminale.

    • paniscus scrive:

      Ma, insomma, a me la questione sembra facile: se non è matto, è un criminale.
      ————————-

      Ma non può essere entrambe le cose?
      L’insieme intersezione non è vuoto!

      (ho provato a scriverlo direttamente in simboli matematici, ma questa casella di scrittura non li supporta!)

      • Francesco scrive:

        se è matto, è irresponsabile e tecnicamente non è un criminale

        ci sono i matti

        i sani di mente criminali

        i sani di mente onesti

        direi che funziona così

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “ci sono i matti
          i sani di mente criminali
          i sani di mente onesti”

          E quelli come me, dove stanno? Non fare il buonista mettendomi tra i “sani di mente onesti”, per favore, giusto perché hai paura che se non lo fai, ti potrei censurare i commenti.

          • Francesco scrive:

            caro Miguel

            secondo me tu sei molto borderline tra la prima e l’ultima categoria

            il che fa di te una persona quasi pericolosa, a dirla tutta, oltre che affascinante

            😀

  7. MOI scrive:

    @ MIGUEL

    Sulle ricostruzioni giornalistiche, un minimo di sospetto è d’obbligo … poi non tutti sono come il Bigiottiere Tuttologo Amico di Zeta ! 😉

  8. MOI scrive:

    sul razzismo in Italia …

    http://www.gazzettadiparma.it/video/gallery/499328/mica-sono-negri-bufera-a-c-e-posta-per-te.html

    … in questo caso, se il vecchio avesse detto “Neri senza la g” 🙂 credo cambierebbe poco.

    • MOI scrive:

      Non so il nome, si fa chiamare “Maicolengel” e gli viene attribuita una bigiotteria da qualche parte a Bologna Centro : se non erro, in quella “Via Riva di Reno” che tutti chiamiam “Rivareno” 😉 … di più non so.

      … Chiaro chi è , no ?

  9. MOI scrive:

    @ LISA

    Io cmq ho la mia teoria, condivisa da Habsburgicus, che il vero “Razzista” (cfr. con il post su Idy Diene) non è tanto chi “aggredisce un negro” (ci possono essere circostanziali) ma chi “non si chiaverebbe mai una negra” … almeno per l’ Italia, ne sono convinto.

  10. MOI scrive:

    Nuova immaginifica trovata giornalistica :

    https://secolo-trentino.com/attualita/79083/

    M5S … Balena Gialla (I Millennials cerchino “Balena Bianca” in senso Democristiano TardoNovecentesco …)

  11. MOI scrive:

    Per chi invece volesse dilettarsi con un bel “Triggherone Simbolista”

    http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2018/3/7/Oliviero-Toscani-contro-Matteo-Salvini-Attacco-al-leader-della-Lega-E-un-ritardato-/810190/

    tra termini Napoletani ed Ebraici, urina, Fort Alamo, Neandertaliani (che da quando han perso l’ acca sarebbero passati dallo scimmione depilato al figaccione nordico, mah !) e tanto altro !

  12. Francesco scrive:

    Miguel

    il tuo post è palesemente apologetico a favore dei cattolici, giusto? ho capito bene?

    grazie!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “il tuo post è palesemente apologetico a favore dei cattolici, giusto? ho capito bene?

      grazie!”

      Perché no?

      Credo che in questa poesia ci siano molti elementi convergenti: un senso di “cristianità” che certamente ha qualcosa di cattolico; un senso di “conversione interiore” e dello “straniero” molto protestante; un tipico elemento di antimodernismo anglosassone, la famosa tradizione luddista (sento molto di Blake poi in queste parole).

      • Francesco scrive:

        io parlavo del tuo scoprire che il giudizio morale (ma non moralistico) è quello che genera un surplus di umanità rispetto ad arcaici modelli riparatori, che sono meramente efficentistici

  13. roberto scrive:

    ot sul sessismo

    la frase “Non ti mando aff… perché sei donna e carina” detta da Sarri ad una giornalista, è sessista?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “la frase “Non ti mando aff… perché sei donna e carina” detta da Sarri ad una giornalista, è sessista?”

      Infatti, avrebbe dovuto limitarsi a dire un politicamente corretto “mavaff… pezzo di m…!”

      • PinoMamet scrive:

        Principianti!

        La Boschi ci insegna che qualunque offesa, anzi, qualunque accusa o constatazione mossa a una donna è “sessismo”

        😉

        • Peucezio scrive:

          Se ci fosse un po’ di spirito di iniziativa da parte di chi non aderisce alle cazzate femministe e simili, noi maschietti lanceremmo la moda di mandare affanculo le donne senza motivo come espressione di omaggio alla loro emancipazione (se sei emancipata non c’è donna e carina che tenga: un bel vaffanculo te lo prendi).

          • Lucia scrive:

            E mandare affanculo quando una persona sembra meritarselo, invece? Mi rendo conto che ragionare sul contenuto anziché sul “contenitore” è difficile.
            Poi mi si dirà che il medium è il messaggio etc etc 😛

            • Roberto scrive:

              Ma io sono d’accordo con te, sono per il vaffanculo non discriminatorio.
              Mi aveva lasciato interdetto un articolo in cui ci si chiedeva se la frase di sarri era sessista o no

  14. MOI scrive:

    Un articolo “emblematico” di Michele Serra su come i “RadicalChic” (come lui stesso si autoidentifica) abbiano reso …

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/01/05/caro-tom-wolfe-ma-quali-radical-chic35.html

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Un articolo “emblematico” di Michele Serra su come i “RadicalChic” (come lui stesso si autoidentifica) abbiano reso … ”

      Non è male, quello che scrive Michele Serra.

      Concordo con Wolfe, sul fatto che la sinistra sia ampiamente farlocca.

      Ma Serra ha totalmente ragione nel dire che la Destra non è meglio.

      Anche perché Sinistra vuol dire, ridistribuire “energy slaves”, Destra vuol dire tenerseli per pochi.

      Ma quando arriviamo al picco, e gli Energy Slaves si ribellano, che si fa?

    • PinoMamet scrive:

      Ma dov’è che Serra si definisce radical chic?

    • Peucezio scrive:

      Mah…
      Io in quest’idea che aiutare significa cambiare le persone ci trovo un’arroganza infinita e un disprezzo per l’umanità. Non per l’umanità concreta, ma anche proprio per l’idea stessa che gli uomini, come categoria, abbiano una dignità intrinseca che si esprime anche nel fatto stesso di essere come sono e come vogliono essere.
      Serra ragiona come gli evangelizzatori che vogliono convertire i pagani in giro per il mondo, per riscattarli dalla loro oscura idolatria (e intanto ci riescono in quanto hanno i cavalli e i cannoni, mentre quegli altri hanno solo le spade).
      Qui non si tratta di distribuire soldi: se uno mi venisse a dire che vuole rendere ricco il bifolco dell’Ohio sarei volentierissimo dalla sua.
      No, qui si tratta di trasformarlo nell’Uomo Nuovo. E chi autorizza il trasformatore a imporre modelli e a disprezzare il bifolco dell’Ohio così com’è?
      In base a cosa lui sarebbe meglio? C’è qualcosa di diabolico ed empio nell’uomo che si crede migliore dell’altro uomo, lo disprezza e vuole che lo prenda a modello: come dire: posso riconoscerti una dignità se ti rinneghi e diventi come voglio io.

      • Peucezio scrive:

        Per inciso, questa utopia che si pretende redistributiva e non lo fa (perché Serra omette di dire che c’è una discontinuità netta fra i comunisti vecchio stampo e questi qua, che semplicemente vorrebbero sterminare i bifolchi dell’Ohio, come chiunque non risponda al loro ideale antropologico; questi non sono Gramsci, questi sono Clinton e Blair) si costruisce sul sangue. Ma non il sangue dei ricchi, il sangue dei più sfigati e imbelli. Quanti morti hanno fatto soldati e droni americani nel mondo sotto le amministrazioni Clinton e Obama?
        Si ricordano ora della redistribuzione di ricchezza e del riscatto dei ceti poveri? Ora che hanno immiserito popoli interi e fatto sì che il figlio del piccolo borghese sia diventato anche lui come il bifolco dell’Ohio? E hanno il coraggio di dire che loro erano quelli che volevano riscattarlo? Riscattarlo significa che anche i figli dei professionisti e degli impiegati devono distribuire le pizze a un euro all’ora? Cioè il progetto è quello di rendere tutti poveri per abolire la lotta di classe? Meraviglioso…

        • Z. scrive:

          Mamma che flusso di coscienza. Un consiglio: cerca di passare oltre a quando eri ragazzo e i compagni ti soffiavano tutte le belle figliole 😛

          • Peucezio scrive:

            Veramente non ce n’erano di molto desiderabili…

            Senti, ma almeno una volta ogni dieci sei capace di rispondere ad argumentum o proprio non fa parte delle tue strutture cognitive? 🙂

          • PinoMamet scrive:

            Una volta credevo di aver fatto la scuola in un’epoca sfortunata, in cui le belle figliole scarseggiavano: adesso nelle classi abbondano, o semplicemente si vestono e curano meglio, che è la stessa cosa.

            Poi ho fatto delle supplenze al Liceo classico, e ho capito che è rimasto tutto uguale 😀

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Io in quest’idea che aiutare significa cambiare le persone ci trovo un’arroganza infinita e un disprezzo per l’umanità. Non per l’umanità concreta, ma anche proprio per l’idea stessa che gli uomini, come categoria, abbiano una dignità intrinseca che si esprime anche nel fatto stesso di essere come sono e come vogliono essere.”

        In linea di principio, sono ovviamente d’accordo con te.

        Quello che sfugge però forse sia a te che a Serra, è il fatto che quella gente è già stata cambiata: non è che siano contadini dell’Appalachia che pregano tenendo i serpenti in mano.

        E’ gente che passa gran parte della propria vita chiusa in scatole mobili di metallo per recarsi a lavorare in scatole prefabbricate fisse di metallo, e il resto del tempo stanno dentro scatole di legno prodotte in serie (le casette americane) a guardare la televisione e mangiare cibo prodotto da macchine.

        Stiamo parlando infatti in massima parte di classe operaia, non di contadini.

        • Roberto scrive:

          D’accordo con miguel fino all’ultimo paragrafo. In effetti non c’è nessuna differenza fra l’operaio ed il contadino, alleccezione del fatto che l’operaio lavora al chiuso ed il contadino all’aperto (esposto alle intemperie). Forse l’operaio ha ferie e week end, cosa che il contadino non ha.
          Immagino che per “contadini” non intendi né il padrone di terreni né chi coltiva un orto per hobby.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “Immagino che per “contadini” non intendi né il padrone di terreni né chi coltiva un orto per hobby.”

            Negli Stati Uniti, quasi tutti erano piccoli proprietari terrieri; e la proprietà privata della terra era assai diffusa in Inghilterra. E comunque i contadini come tali sono oggi praticamente estinti negli Stati Uniti.

            Ma in molti luoghi, ci sono state situazioni in cui i contadini anche se non formalmente proprietari della terra, avevano ottime possibilità di autorganizzazione: pensiamo anche ai mezzadri toscani.

            Autorganizzazione vuol dire cultura e quindi non “grado zero” dell’umanità.

            Quando invece il tuo tempo è interamente scandito dall’arbitrio dell’impresa, e la casa è ciò che Le Corbusier chiamava una “macchina per abitare”, tocchi il grado zero di umanità.

            C’è chi giustamente critica certi stereotipi (leggete http://www.academia.edu/31611242/Owen_Jones_-_Chavs._Grezzi._La_demonizzazione_della_classe_operaia_nella_Gran_Bretagna_del_XXI_secolo ); ma comunque la ex-classe operaia inglese e americana è una classe culturalmente espropriata.

            • Francesco scrive:

              cosa vuole dire culturalmente espropriata?

              a me sembra un’evoluzione del concetto marxiano di lumpenproletariat, che serviva a Carlo a giustificare che i proletari erano diversi da come li voleva lui, mica era vera analisi!

              riprendendo Serra, è proprio che la sinistra non riesce a resistere alla tentazione di dire al resto del mondo come deve comportarsi e di giudicarlo in base a quanto obbediscano

              ciao

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “cosa vuole dire culturalmente espropriata? ”

                Molti hanno ancora una qualche forma di cultura, soprattutto negli Stati Uniti: la caccia ad esempio, e quindi il mondo delle armi, la chiesa, elementi di vita militare… (cose ormai scomparse in Inghilterra).

                Ma per il resto, tutto proviene dall’industria culturale esterna.

              • Francesco scrive:

                non è che ho capito tanto … IO per esempio che cosa non sono che provenga dall’industria culturale esterna?

                e un redneck, che odia film e libri e giornali, cosa prende dall’industria culturale?

                ciao

              • PinoMamet scrive:

                Quei redneck lì saranno esistiti forse ancora negli anni Sessanta.

                Quelli di oggi prendono quanto te e me da libri e film: solo che sono libri e film brutti.

                Forse meno brutti di quelli dei rapper, però.

                E non scherzo: secondo me attualmente il discrimine è estetico più che culturale, e piuissimo che economico.

              • Francesco scrive:

                scusa Pino ma quanti libri “alt_right” ci sono? due mi pare (Miguel aiuto!)

                e quanto a film … parliamo dei film di Steven Seagal? o di Clint Eastwood?

                perchè il resto mi pare al 100% liberal (ammetto che ho appena visto la forma dell’acqua e ho le palle girate)

              • PinoMamet scrive:

                Ma i redneck mica leggono i libri della “alt_right”.

                Steven Seagal, magari, sì, lo guardano;
                o quei programmi che a volte sbarcano anche da noi, mangia tanti paninazzi, trucca il camioncino, sposati da tamarro e così via…

              • Francesco scrive:

                “Quelli di oggi prendono quanto te e me da libri e film: solo che sono libri e film brutti.”

                e quali libri sono allora? Hustler?

                😀

        • Peucezio scrive:

          Miguel (e Roberto),
          ma io mica parlo di modelli culturali tradizionali, organici, ecc.
          Io parlo semplicemente del fatto che un ceto, come una singola persona, ha delle sensibilità, degli orientamenti, una sua visione della società e del mondo.
          Noio intellettuali mettiamo delle etichette e sono il primo a ritenere che corrispondano a dei dati di realtà.
          Indubbiamente una società organica di tipo comunitario ha un’identità più forte e meno alienante del sottoproletariato di una società industriale.
          Ma questo non ci dà il diritto, non dico di squalificare la seconda a scapito della prima (possiamo anche formulare dei giudizi di valore, che comunque sono sempre relativi alla nostra sensibilità), ma di erigerci a giudici di cosa è giusto e cosa no e quindi di stabilire che loro pensano e vivono male e dobbiamo riplasmarli e insegnare loro a pensare e a vivere.
          Noi, se ne abbiamo i mezzi, abbiamo il dovere di rimuovere gli ostacoli che li tengono assoggettati a uno stato di necessità; e se non ne abbiamo i mezzi, di proclamarlo come intento e di esigerlo da chi ce li ha.
          Ma chi stabilisce che siccome io o Miguel o Roberto, siccome abbiamo letto molto di più, dobbiamo prendere l’americano degradato della working class, ignorante, drogato, violento con la moglie, razzista, ubriacone finché cacchio volete, e volerlo riscattare secondo il nostro modello?
          E chi stabilisce che noi abbiamo il diritto di farlo, mentre se lui pensa che noi siamo degli sfaccendati segaioli che dicono cose inutili e incomprensibili e ci vuole mandare a zappare la terra o a scaricare i pesi nei magazzini, abbia torto?
          Che titolo morale avremmo noi per ritenere che dobbiamo insegnare loro a vivere e non viceversa?
          Perché diamine le nostre raffinate analisi antropologiche ci darebbero questo diritto di forgiare l’uomo nuovo? L’antropologia e la sociologia sono solo mezzi per tentare di decodificare le società umane, per avere degli strumenti minimi con cui orientarci. Ma non possono essere dei dogmi, che fondano il nostro diritto di superuomini di plasmare l’Uomo Nuovo.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Ma chi stabilisce che siccome io o Miguel o Roberto, siccome abbiamo letto molto di più, dobbiamo prendere l’americano degradato della working class, ignorante, drogato, violento con la moglie, razzista, ubriacone finché cacchio volete, e volerlo riscattare secondo il nostro modello?”

            Siamo sostanzialmente d’accordo, ma vorrei affinare un po’ il ragionamento.

            Innanzitutto, in realtà il Serra (per dire un tipo umano, non necessariamente lui di persona) sotto sotto non vorrebbe redimere il proletario americano medio: è “lo stronzo” di cui si ragionava in un post precedente, va discriminato.

            Altrimenti cercherebbe di vederne tutti i lati positivi, e costruire su quelli. Gli andrebbe incontro come certi fricchettoni negli anni Sessanta, con i fiori.

            Ma questo rientra in un non detto, anzi un indicibile: ecco perché la semplice domanda, “ma come si diventa stronzi?” non può trovare risposta.

            • Francesco scrive:

              orpo

              mi obblighi a difendere Serra

              non lo faccio così cattivo, alla fine anche gli elettori di Trump e Salvini per lui sono compagni che sbagliano

              • Peucezio scrive:

                Guarda che ha ragione Miguel.
                Serra ha con quella gente lo stesso rapporto che Himmler aveva con gli ebrei che aveva messo nei lager.
                L’unica differenza è che Serra non ne fa un fatto genetico, quindi forse il paragone è con gli omosessuali: se si curano e diventano etero, sono redenti e li riammettiamo nel consesso umano.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “L’unica differenza è che Serra non ne fa un fatto genetico, quindi forse il paragone è con gli omosessuali: se si curano e diventano etero, sono redenti e li riammettiamo nel consesso umano.”

                Giustamente, Francesco invita a non accanirsi troppo personalmente nei confronti di Serra: in effetti, ho mischiato diverse cose.

                Fatto sta che in linea di massima, a sinistra di Serra non si pensa proprio a redimere gli stronzi: anzi, se si avvicinano, vuol dire che sono “infiltrati” e se qualcuno li tratta come meno che mostri, è un traditore.

                Vi immaginate una lista di sinistra che candida un ex-leghista, presentandolo al mondo come un esempio di razzista redento?

                L’equivalente, insomma, del nigeriano ministro leghista.

                Non parlo ovviamente del PD, dove gli assessori di Forza Italia che cambiano schieramento vengono subito premiati con un assessorato, ma è un meccanismo diverso.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “non lo faccio così cattivo, alla fine anche gli elettori di Trump e Salvini per lui sono compagni che sbagliano”

                Ho parlato di una categoria; Serra, per quel poco che lo conosco, è sicuramente abbastanza umano rispetto a tanti altri.

              • Z. scrive:

                Alé, Serra Exterminator!

                Secondo me aspira anche a cibarsi dei loro cadaveri…

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                “Fatto sta che in linea di massima, a sinistra di Serra non si pensa proprio a redimere gli stronzi: anzi, se si avvicinano, vuol dire che sono “infiltrati” e se qualcuno li tratta come meno che mostri, è un traditore.

                Vi immaginate una lista di sinistra che candida un ex-leghista, presentandolo al mondo come un esempio di razzista redento? ”

                Una sorta di stigma eterno, insomma.
                In effetti è vero…
                Peggio ancora, comunque: una teologia spietata, in cui non solo c’è la dannazione eterna, ma non è contemplato nemmeno il perdono in vita. Basta che sbagli una volta e sei fottuto per sempre.

          • Peucezio scrive:

            Sì, d’accordo, ma non ci vedo differenza sostanziale.
            Se vedo certi uomini come scarafaggi, mi è abbastanza indifferente sterminarli con il DDT o trasformarli in principi con un incantesimo.

          • Z. scrive:

            Perché siamo uomini, mio buon Peucezio.

            Il confronto e persino il proselitismo – religioso e non – conseguono alla nostra capacità di argomentare: una delle poche che ci distinguono dalle bestie.

            Vale in ambo le direzioni. Se l’americano di cui parli pensa di avere qualcosa da insegnarti, infatti, faresti senz’altro bene ad ascoltarlo. Tu hai certamente da imparare da lui, così come lui da te.

            Poi c’è chi vuole che il debole resti debole e incapace di difendere se stesso. Ma non dovresti lasciare che l’odio per gli intellettuali di sinistra offuschi il tuo giudizio.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              D’accordo.

              “Poi c’è chi vuole che il debole resti debole e incapace di difendere se stesso.”

              Sarà forse il caso di qualche liberale liberista. Non certo il mio (e voglio presumere non volessi attribuirmelo).

              “Ma non dovresti lasciare che l’odio per gli intellettuali di sinistra offuschi il tuo giudizio.”

              Non li odio, però mi fanno schifo.
              Non tollero l’arroganza.

              • Z. scrive:

                Peucezio,

                — (e voglio presumere non volessi attribuirmelo) —

                Certo che no. Solo è bene ricordare che, a fronte del politico che si fa accompagnare dalle telecamere a donare il sangue, c’è tanta gente che lo fa, più banalmente, perché tanta altra gente ne ha bisogno.

        • Peucezio scrive:

          E comunque non capisco come non cogliate la mistificazione che c’è dietro discorsi come quello di Serra.

          Io posso avere rispetto per un comunista dell’Ottocento o degli anni ’50, perché aveva quell’arroganza di fare l’Uomo Nuovo e di insegnare all’operaio qual era il suo interesse, ma almeno ci credeva e lo faceva davvero.
          Ma l’uomo di sinistra di oggi non ha nessun titolo per venire a parlare di riscatto delle classi povere, visto che ha fatto per decenni l’ideologo di un sistema economico-sociale che le ha ridotte quasi alla fame. Ne avrebbe diritto solo se si fosse opposto dall’inizio e senza compromessi alla globalizzazione e alla liberalizzazione selvaggia dei commerci. Invece mi pare abbia fatto l’esatto opposto e ora bolla come pericolosi reazionari quei ceti che, avendone subito il contraccolpo nella carne, gli stanno togliendo il mandato politico.
          E quindi, siccome cominciano a recalcitrare, gli stessi che li hanno ridotti alla fame gli cominciano a dire che votano male e che è meglio se loro gli insegnano a votare bene, così possono continuare a metterglielo nel didietro.
          Non sto dicendo che il nuovo medico guarirà sicuramente la malattia. Ma che se il vecchio medico, per negligenza e cattiva fede, mi ha quasi fatto morire, se anziché nascondersi prima che lo ammazzi di botte viene pure a dirmi di non cercarne un altro e di affidarmi ancora a lui, lo prendo a calci nel culo.
          Sarà l’ultima persona da cui vorrò consigli per la scelta di un nuovo medico o di una nuova terapia.

          • PinoMamet scrive:

            “Ma l’uomo di sinistra di oggi non ha nessun titolo per venire a parlare di riscatto delle classi povere, visto che ha fatto per decenni l’ideologo di un sistema economico-sociale che le ha ridotte quasi alla fame. ”

            Questo è vero.

            Ma infatti per me questa non è manco sinistra: è, come dice Miguel, “il partito unico”.

          • Francesco scrive:

            non capisco questa ostinazione a tessere lodi a una sinistra che non lo merita per nulla.

            la globalizzazione e il libero commercio, le forze che hanno tirato FUORI dalla miseria centinaia di milioni di esseri umani, sono farina del secco della destra, a cui la sinistra si è accodata poco e tardi e obtorto collo.

            legata a vecchie ideologie, si è rifiutata di vedere i benefici del nuovo sistema economico-sociale per decenni.

            è ben vero che alcune parti delle società occidentali devono adattarsi al nuovo sistema e recalcitrano e seguono qualsiasi caprone che neghi l’evidente realtà – incamminandosi verso un glorioso futuro di miseria e guerre, invece che riallocandosi in altre attività.

            e che i caproni spesso usano temi e toni del fascismo anni ’30.

            ma la globalizzazione non è un merito di Blair e Clinton, poffarre!

            F o’ reaganiano

            • PinoMamet scrive:

              “la globalizzazione e il libero commercio, le forze che hanno tirato FUORI dalla miseria centinaia di milioni di esseri umani, sono farina del secco della destra”

              Mi sa di no…

              la globalizzazione è una forza del tutto indifferente a destra e sinistra, e se ha creato benessere da una parte ha creato miseria dall’altra, senza che la destra facesse niente per migliorare la situazione
              (e tanto per peggiorarla).

              Quanto al libero commercio, non mi risulta che sinistra lo abbia mai vietato in Italia
              (e del resto attualmente è Trump il protezionista, non certo un esemplare di sinistra…)

              • Francesco scrive:

                Pino

                per una volta, fidati: il libero commercio è di destra, la pianificazione è di sinistra.

                la fiducia è di destra, la paura è di sinistra.

                la globalizzazione è di destra, il sovranismo e la difesi dei posti di lavoro sono fascisti e di sinistra.

                Trump è dirigista, quindi fascista, quindi in economia è di sinistra

                un pochino di economia ne so

                ciao

              • PinoMamet scrive:

                Posso essere d’accordo sul punto primo.

                Il resto, che dire, grazie per il tentativo di indottrinamento: ne facevo a meno, ricevo già abbastanza propaganda giornalieramente, e questa minchiata di “comunque il fascismo è di sinistra” me la propinano dai tempi delle elementari.

                E Gesù è morto di freddo, naturalmente.

              • Francesco scrive:

                il fascismo, in economia, è prettamente di sinistra: mica per nulla non ha prodotto quasi nulla di buono in 20 anni (e sì che io gli concedo le attenuanti della più grave crisi economica nota)

                ti propongo la seguente dicotomia ECONOMICA:

                dirigismo=sinistra
                laisser faire=destra

                ciao

              • Z. scrive:

                Segnare un rigore è di destra, sbagliarlo è di sinistra.

                Le persone oneste sono di destra, i delinquenti di sinistra.

                Le penne che scrivono bene sono di destra, quelle che scrivono male sono di sinistra.

                E così via 😀

              • Francesco scrive:

                no Z

                nonostante i vostri ottusi pregiudizi, ritengo utile la presenza della sinistra, persino in economia

                con parsimonia ma ha una sua ragione di esistere

                🙂

              • PinoMamet scrive:

                “il fascismo, in economia, è prettamente di sinistra: mica per nulla non ha prodotto quasi nulla di buono in 20 anni ”

                basta questa frase a mostrare la fallacia del tuo ragionamento, ben indicata da Z.

              • Francesco scrive:

                Pino

                20 anni di dirigismo sono una ricetta quasi certa per il fallimento di qualsiasi governo dell’economia.

                al contrario di quello che pensa Peucezio, il governo NON sa cosa devono fare le aziende.

                e Peucezio non è di sinistra …

                🙂

              • Z. scrive:

                …e quindi, “sinistra” non significa “dirigismo” più di quanto non significhi “Peucezio”.

                😀

              • Peucezio scrive:

                Francesco, tu parli di una sinistra di mezzo secolo fa…

                Se invece pensiamo a una sorta di destra e sinistra metafisiche:

                destra:
                ordine
                tradizione
                gerarchia
                famiglia, patria, religione
                conservazione e continuità.

                La libertà è un valore della sinistra, non certo della destra, la destra è per l’ordine.
                La libertà è giacobina e rivoluzionaria.
                Nel mondo d’Ancien Régime la libertà era uno status giuridico e sociale e un privilegio, non certo un diritto. Tantomeno un sistema ideologico.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Se invece pensiamo a una sorta di destra e sinistra metafisiche:”

                Manca qualche piccolo dettaglio, che non riesco a inquadrare ben bene nella dialettica tra destri e sinistri.

                Tipo, crescita economica, capitalismo, proprietà privata, trasporti, energia, debito, organizzazione burocratica, istituzioni, leggi, simultaneità della comunicazione, funzionari, appalti, telecamere, grande distribuzione, petrolio, aumento della popolazione, inquinamento delle acque, fine della cultura dei libri, notai, nuovo canale di Panama, fracking, produzione infinita di rifiuti, miniaturizzazione, controllo bancario del denaro, facebook, cambiamento climatico, soldati robot, distruzione della biosfera, agricoltura industriale, droni, sterminio delle specie, cementificazione, controllo cibernetico, intelligenza artificiale, creazione di quartieri ghetto 🙂

              • Peucezio scrive:

                In ogni caso oggi la destra è sovranista e la sinistra cosmompolita, fanaticamente antirazzista e per la globalizzazione, il liberismo e la finanza.

                E in fondo è un ristabilirsi dell’ordine normale delle cose: la destra per la patria, la sinistra per gli Stati Uniti del Mondo.

              • Peucezio scrive:

                Quindi tu, Francesco, sei un boscevico! 😛

              • Francesco scrive:

                Peucezio

                potrei ben dire che tu fai riferimento a una destra di 100 anni fa!

                come sai, io mi rifaccio alla destra di Churchill, non a quella di Mussolini. Ho “qualche” elemento cattolico ma facendo attenzione a non cadere nella trappola “Trono&Altare”, che a farlo oggi bisogna essere un pò fessi 🙂

                La sinistra ha smesso di essere per la libertà con Rousseau direi e la sua volontà generale. Su questo punto, dovremmo essere entrambi inglesi e anti-francesi!

                Ciao

              • Francesco scrive:

                per farti un esempio: io sono per gli Stati Uniti del Mondo sul modello del lasco federalismo USA dei primi decenni, non certo sul modello della Republique!

                tu invece pari essere per il Balletto della Morte di cui canta Miguel ogni tanto, con le Nazioni impegnate a scannarsi per gusto del sangue.

                Altro che bolscevico, sei azteco!

                😀

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                niente di più falso.

                Io sono o per tante nazioni isolate che non comunicano fra loro se non in misura minimale (ci risparmieremmo guerre e mille altre brutture), oppure per gli Stati Uniti del Mondo, solo se egemonizzati da noi italiani, cioè in sostanza per un nuovo universalismo romano.

              • Peucezio scrive:

                Miguel,
                si potrebbe dire che tutto ciò di cui parli in un certo senso è di “sinistra”, perché è figlio delle rivoluzioni, del capitalismo, della libertà…

                Ma rischiamo di aprire la nostra infinita querelle sul protestantesimo, perché poi sempre lì andrei a finire.

                In ogni caso la perdita della centralità del cattolicesimo romano ha aperto il vaso di Pandora: quello era davvero il katechon.
                E ora ce lo pigliamo nel secchio e rischiamo di fotterci il pianeta.

              • PinoMamet scrive:

                Io ‘na via de mezzo:

                tanti Stati uniti da Federazioni elastiche e non-esclusive, tipo gli Stati italiani prima dell’unità…

                e con l’Italia a far da guida morale e tecnologica, ovviamente.

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                “tanti Stati uniti da Federazioni elastiche e non-esclusive, tipo gli Stati italiani prima dell’unità…

                e con l’Italia a far da guida morale e tecnologica, ovviamente.”

                Ci potrebbe anche stare!

                Se fondiamo insieme un partito, ti lascio volentieri la tessera numero 1, visto che hai redatto un primo abbozzo di programma 🙂
                Io prendo la 2 e faccio il presidente onorario (così non m’impegno troppo, che voglio avere tempo per continuare a occuparmi di linguistica).

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              La cosa divertente è che ci credi davvero a tutte queste stronzate, no?

              • Francesco scrive:

                compagnetto della parrocchiuccia, qui si usa insultare DOPO aver argomentato, non AL POSTO di argomentare

                anche perchè manco si capisce chi stai insultando, se non citi

              • Peucezio scrive:

                Qui ha ragione Francesco però.
                Se non sul merito, sul metodo!

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Hai fatto una sfilza di affermazioni non argomentate e fondate su luoghi comuni, che ti sono state più volte contestate reiteratamente in passato e sulle quali abbiamo scritto per anni. Spero che non ti dispiaccia se ti ripeto ancora una volta che per me sono stronzate.

                La più macroscopica e offensiva per l’umana intelligenza è che l’abbondanza di risorse sia dovuta all’attuale sistema economico e non ad uno sviluppo scientifico-tecnologico iniziato un bel po’ prima che la nostra società prendesse la sua forma attuale. Quindi da qui discende che sono tutte stronzate a cascata, stronzate autoevidenti, tra l’altro, tipo quella per cui il capitalismo si configuererebbe come alternativo alle guerre, contraddetta da – tipo, giusto per fare un esempio a caso – l’ultimo mezzo secolo di storia USA. Un periodo di tempo minimale e relativo ad una nazioncina marginale: assolutamente comprensibile che sia completamente sfuggito a Francesco.

                Adesso vi va meglio? 😀

              • Peucezio scrive:

                Beh, vabbè, Mauricius, che l’accumulazione capitalistica abbia avuto un ruolo non marginale anche nell’evoluzione scientifica (non parlo dei presupposti epistemologici o delle rivoluzioni scientifiche sei-settecentesche, ma della diffusione e del ruolo della scienza e della tecnologia nella società attuale) mi pare difficilmente contestabile.
                E non toglie nulla al fatto che tutto ciò, oltre che tantissimo benessere, abbia creato anche tantissimi guasti e che, oltretutto, oggi abbia assunto forme disfunzionali, per cui se andiamo avanti così, le università e i centri di ricerca chiuderanno direttamente i battenti.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “Il capitalismo è il motore del progresso” mi suona come la versione 2.0 di “la guerra è il motore del progresso”. Ammettere entrambe significa entrare in contraddizione con il precedente assunto per cui “l’alternativa al capitalismo è la guerra”.

              • Francesco scrive:

                MT

                in effetti la mia opinione sulle tue critiche è identica alle tue critiche … dura discutere in questa situazione

                la tua fiducia nel progresso scientifico “spontaneo” è più debole della mia tesi sulla pacificità del capitalismo

                anzi, lo sarebbe se io non avessi parlato di “libero commercio” come alternativa alla guerra, mentre il capitalismo può essere nazionale e guerrafondaio senza alcun dubbio

                la mia tesi è che non si spara ai propri clienti e fornitori, per cui è evidente che commercio e guerra (nel mondo moderno) sono poco compatibili; ai tempi dei Vichinghi era diverso

                🙂

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Appunto, non si spara a clienti e fornitori. Ma se sparando ottengo clienti e fornitori…
                Ricordi la Guerra dell’Oppio? E la guerra in Iraq?

              • Francesco scrive:

                la guerra dell’oppio servì, in effetti, a fare dei cinesi dei clienti dell’oppio inglese

                un mercato che oggi varrebbe un centesimo del mercato cinese

                la guerra in Iraq arricchì i fornitori della FFAA USA a spese dei contribuenti e il saldo mi pare nettamente negativo

                gli Stati fanno molti più soldi senza le guerre

    • Roberto scrive:

      Per una volta un articolo di serra che condivido pienamente

      • Francesco scrive:

        Ne approfitto per dire che sono in totale disaccordo: Serra ha torto marcio nel voler cambiare il mondo e anche di più nel dire che sindacati e cooperative e quanto altro ha AGITO nella storia lo ha fatto per cambiare il mondo.

        Quell’idea è una sega mentale di persone malate di protagonismo.

        I sindacati hanno cambiato il mondo perchè volevano meno ore di lavoro, meno rischi, più salario eccetera eccetera. Nell’istante in cui hanno iniziato a pensare in grande, hanno tradito. Questo il crimine di Marx, aver inquinato la lotta di classe con l’utopia comunista. E naturalmente fottuto gli operai a prescindere dalla vittoria o meno del comunismo.

        Se avessi più tempo, mi diletterei a cucinare Serra rigo per rigo ma Peucezio ha colto la fallacia sottostante ai singoli errori del nostro.

        Considerare il bifolco dell’Ohio che non segue le idee della sinistra il “grado zero dell’umanità”, da rieducare e redimere … ma vaffanculo dai.

        • Roberto scrive:

          Serra non vuole cambiare il mondo però.

          Sui sindacati & co mi sa che giochi un po’ con le parole,
          Trasformare la condizione di semi schiavi in quella di lavoratori è effettivamente cambiare il mondo, esattamente come insegnare a leggere e scrivere a tutti.

          • Francesco scrive:

            dipende da un elemento fondamentale: insegni a leggere e scrivere a uomini che poi faranno quello che credono BENE, che poi faranno quello che tu già hai capito essere la cosa giusta MALE

            e non è un gioco di parole, è una differenza fondamentale

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco

          “Serra ha torto marcio nel voler cambiare il mondo e anche di più nel dire che sindacati e cooperative e quanto altro ha AGITO nella storia lo ha fatto per cambiare il mondo.”

          Il vecchio Partito Trinariciuto, con le sue emanazioni in stile sovietico, la sua rigorosa gerarchia democratica, ha trasformato la vita di tante persone nell’Italia centrasle.

          Insistendo giorno dopo giorno per far leggere libri, far capire come si legge una busta paga, denunciando gli incidenti sul lavoro, educando a una sorta di austera cultura di mutuo soccorso e sostanziale onestà, ottenendo asili nido per le operaie e gestendo centinaia di comuni secondo i valori dell’epoca, facendo fare sport a una generazione di persone che altrimenti non ne avrebbero avuto la possibilità.

          Insomma, gli “educati” – molti dei quali erano loro stessi “educatori” – non si lamentano: questa eredità ha anzi creato una inossidabile fedeltà a chiunque si spacci per erede del Partito Trinariciuto.

          Poi oggi a distanza, ci rendiamo conto quanto i valori di quegli anni fossero sbagliati, o comunque parte della causa del disastro attuale. Però non possiamo valutare le persone secondo i valori di tempi diversi dal loro.

          • Peucezio scrive:

            Miguel,
            questo dà la misura della distanza siderale fra il comunismo di quel tipo e l’intellettualità di sinistra di cui gente come Michele Serra è espressione, che è simile a quegli altri come la Maria Antonietta dell’aneddoto delle brioche è simile a Peppino Di Vittorio.

          • Peucezio scrive:

            Per chiarire meglio,
            quando condanno l’arroganza del comunismo, mi riferisco in generale al comunismo come ideologia e quindi a tutti quei borghesi utopisti che inventavano a tavolino ricette per i poveri e gli sfruttati del mondo.
            Secondo me c’è una profonda distanza fra gli utopisti ebrei dell’Ottocento e il comunismo storico italiano di cui parli, che ha l’etichetta di comunismo, ma raccoglie elementi che vengono da forme comunitarie medievali (ma forse molto più antiche, italiche o etrusche, se non precedenti), innestate su una modernità che, per decenni quel tipo di umanità con un retaggio culturale così forte ha saputo declinare in forme equilibrate, nei limiti del possibile, e a loro modo funzionali.

            Ma lì appunto manca quell’elemento di arroganza dall’alto, di estraneità e disprezzo che io rimprovero alla gentaglia come Serra e tutti gli intellettuali di sinistra di oggi.
            Non è un caso che i ceti subalterni a quelli li seguivano (anzi, come tu stesso hai spiegato bene, era spesso difficile distinguere il seguace dal seguito: avevano un ruolo attivo, era roba loro) mentre a questi ormai li prendono a pernacchie (e le ultime elezioni ne sono una riprova lampante).

            E’ interessante comunque, dal punto di vista storico, il fatto che questo comunismo “popoare” sia stato una parentesi: in qualche modo le élite progressiste attuali sembrano riproporre la stessa distanza dai ceti popolari che avevano gli intellettuali marxisti dell’Ottocento o i vari nichilisti e anarchici russi.
            E forse è stata una parentesi soprattutto italiana (ma su questo non ne so abbastanza: non conosco la situazione degli altri paesi).

          • Francesco scrive:

            Miguel

            ma quel Partito lì di comunista aveva solo il nome e credeva alla rivoluzione (alla GRP!) meno di quanto certi cardinali andreottiani credano alla Verginità di Maria o al Giudizio Universale

            quella roba lì è ottima e abbondante ed è un gran bene che battagli contro i padroni

            è quando si passa alla Rivoluzione che vedo l’arrivo del Male – mica per nulla il primo nemico del rivoluzionario è il riformista

            • werner scrive:

              In pratica una sorta di partito social democratico post terza via che si preoccupi principalmente di redistribuzione e di diritti dei lavoratori, lasciando in secondo piano le questioni identitarie care alla sinistra “radical chic”.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            comunque parte della causa del disastro attuale

            In che senso leggere libri, capire quando il padrone ti frega soldi in busta paga e ridurre gli incidenti del lavoro sarebbero parte del disastro attuale? A me sembrano cose che andrebbero bene anche nel più sostenibile dei sistemi economici…

          • Roberto scrive:

            Miguel,
            In tutta sincerità, non capisco proprio come leggere libri o una busta paga, o gli asili nidi per le operaie possano essere “valori sbagliati”

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “In tutta sincerità, non capisco proprio come leggere libri o una busta paga, o gli asili nidi per le operaie possano essere “valori sbagliati””

              Certo, intendo dire che non dobbiamo condannare tutta l’impostazione del Novecento, in base ai disastri in cui ha in parte portato.

              Nessun secolo deve essere condannato in base a valori di altri secoli.

            • Peucezio scrive:

              Credo Miguel fosse critico sulle costruzioni ideologiche prodotte o abbracciate da quel mondo, non sulla prassi e sui risultati concreti.

  15. PinoMamet scrive:

    Per la cosa era la sinistra nell’Italia del Centro Nord, vorrei esporre la figura di mio zio R., carrozziere rifinito, poi, per varie vicissitudini, spazzino comunale (con divisa fighissima), giudice di gara di atletica, licenza media, frequentatore di riunioni del PCI da cui tornava a casa con corposi saggi di Lukacs.

    • Francesco scrive:

      ma li leggeva davvero? perchè nel caso il PCI perde molti punti ai miei occhi

    • PinoMamet scrive:

      Li leggeva? qualcosa sì, di sicuro.

      Ma il punto è: cosa è rimasto dopo il PCI? Niente.

      Allora nella mia cittadina, l’unico luogo di aggregazione giovanile e contemporaneamente di elevazione culturale giovanile e non-più-giovanile, è rimasto la Chiesa.
      Più propriamente, i vituperati (giustamente 😀 ) da me CL.

      Ma non ti illudere: mica da soli. Da me sono molto più radicati e più tradizionali i buddhisti zen, e non lo dico per scherzo o per boutade.
      Anche più simpatici, devo dire.
      Però i buddhisti zen stanno lavorando in questi ambiti in una strana collaborazione con la Chiesa locale, che capisco benissimo da parte loro e un po’ meno bene da parte cattolica… ma è così.

      Non solo Università della terza età e corsi vari, ma anche, per dire, assistenza a famiglie problematiche o altri ambiti sociali

      (non dico per sentito dire: una famiglia di miei vicini di casa ha una figlio disabile, e capita di vedere da loro in visita insieme un frate, un monaco buddhista e una tizia laica…)

      Comunque: il mio zio è attualmente pensionato, per esempio, ed è impegnatissimo ad aiutare una parrocchia.
      Ogni tanto gli scappa una bestemmiuccia, ma le suore (che si autodefiniscono “buonasera, siamo le suore di R.”… zio, da mangiapreti che eri ti hanno addirittura dedicato un ordine religioso!) lo sanno e non ci fanno caso.

      • Francesco scrive:

        Allora, da noi so che ci sono ancora le parrocchie. Più o meno, visto che preti ce ne sono pochissime e suore non lo so. Un pò forse da fuori (ma molto fuori, tipo India).

        Ci sono un pò di associazioni cattoliche, lo so perchè spesso litigano tra loro … CL ha resistito in decenni di regno martiniano, in cui cattolico e progressista minacciavano di diventare sinonimi. Hanno una rete di iniziative caritative vecchie di secoli direi. O anche nuove.

        Ci sono i centri sociali, qualche gruppuscolo comunista o anarchico.

        Ci deve essere qualche fascista da qualche parte.

        Una miriade di gruppi spontanei di tipo “culturale”. I corsi del Comune.

        Se un giovane ha un qualche interesse, trova pane per i suoi denti.

      • PinoMamet scrive:

        Vabbè, stessa roba anche qui.

        Ma parlo di gruppi che hanno presa vasta sul pubblico, in cui gran parte della popolazione, in qualche modo, si riconosce “identitariamente”.

        Finito il PC, rimane la Chiesa… e Buddha 😉

        • Francesco scrive:

          siamo a Milano, non credo che ci siano dei gruppi così condivisi

          la Chiesa lo era ancora ai tempi delle BR, che per arrendersi scelsero l’arcivescovo … oggi forse, non lo so più

          ci sono il Milan e l’Inter …. l’Esselunga … altri simboli di Milano? altri luoghi comuni?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Che arcivescovo era quello a cui si arresero? Quello contro il quale CL costituiva la resistenza, secondo quanto scrivi sopra 😀

            • Francesco scrive:

              esatto: il fatto che i BR lo sentissero il loro arcivescovo mi deve far pensare male secondo te?

              😀

            • Francesco scrive:

              PS tu sei mai stato a Milano nell’epoca di Martini? nella Chiesa vigeva un breznevismo impressionante, si poteva pensare in un solo modo, le realtà eretiche erano tollerate con un fastidio evidente e solo se troppo grosse e vitali per abbatterle

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                si poteva pensare in un solo modo, le realtà eretiche erano tollerate con un fastidio evidente e solo se troppo grosse e vitali per abbatterle

                Malissimo: sono sempre stato invece per la consegna degli eretici al braccio secolare!

              • Francesco scrive:

                è che Craxi non era molto ligio all’estrema sinistra clericale e avrebbe traccheggiato prima di bruciarli in piazza

                tempi duri per i Puri e Duri

  16. Peucezio scrive:

    Comunque più ripenso all’articolo di Serra (anche grazie all’ultimo post di Miguel), più mi rendo conto di quante castronerie ha detto.

    Vorrei capire quando mai ai liberal americani glie n’è fottuto quacosa dei poveri.
    Quella è una società fortissimamente competitiva, in cui la sinistra pensa ai froci e al fatto che non si deve dire “negro” (ma dei negri in carne e ossa non glie ne fotte un cazzo) e la destra pensa che ci debba essere una sorta di anarchia aggressiva basata sulla legge del più forte. E tra l’altro è una finta contrapposizione, visto che nessuna delle due mette in discussione l’assunto dell’altra (politicamente corretto e competizione anarcoide).
    Trump, da destra, supera un po’ questo schema, perché a una logica liberista e quindi di deregolamentazione sostituisce un’idea protezionista. Il populismo è una cosa molto diversa dal repubblicanesimo neoliberista alla Reagan.

    Serra applica alla cazzo categorie italiane di cinquant’anni fa agli Stati Uniti di oggi.

    • Francesco scrive:

      beh, i liberal hanno alzato la paga minima

      ti basta come gesto di buona volontà di sinistra?

      • Peucezio scrive:

        No.

        • werner scrive:

          È cosa basterebbe?

          • Peucezio scrive:

            Un vero stato sociale.
            Che da quelle parti è una bestemmia.

            • Francesco scrive:

              Comunista!

              diciamo che mi accontenterei, per dire che si sono spostati sufficientemente a sinistra, di un vero servizio sanitario pubblico a copertura universale

              sul modello lombardo, nonostante le piccole pecche mostrate negli ultimi anni di regno del Celeste

            • werner scrive:

              Da quanto ricordo l’Obamacare andava (va? È ancora attivo?) molto timidamente in tale direzione, e Trump fece il possibile per smantellarlo.

              • Francesco scrive:

                confermo, il voto dei poveri USA contro il loro sistema sanitario è così folle che penso ci sia un errore di noi europei nel capirlo

                anche se tra Brexit e 5Stelle escludere la semplice coglioneria sarebbe scorretto

              • Peucezio scrive:

                Sì, appunto, molto timidamente.
                Palliativi.
                A quel punto meno tasse per il ceto medio, che deve comunque pagarsi assicurazioni sanitarie costosissime, mi pare un bene).
                Tanto un minimo di sanità (ahimè molto limitata qualitativamente) per i ceti veramente privi di risorse, c’è ed è gratuita.

                Uno stato in cui i poverissimi hanno delle tutele minime, ma il ceto medio rischia continuamente di finire in povertà, non è uno stato sociale sano.

  17. habsburgicus scrive:

    OT (per tutti)
    Tillerson out…
    pensate che la politica estera USA cambi molto e torni al neo-conservatorismo ?
    oppure, incredibile dictu [nonostante la storia personale dell’omonimo del privatus che divenne console (I volta) in 70 a.C con Crasso, suo collega anche nel II consolato in 55 a.C (nel III e ultimo in 52 a.C fu, all’inizio almeno, sine collega)], che sia una precondizione per il ritorno al trumpismo ?
    a me sembra, ma son solo impressioni che saranno magari presto smentite, che ciò sancisca quanto già evidente: c’é stato, o ci sarebbe stato, un deal; Trump potrà fare la “sua” politica economica e la “sua” politica interna, ma in politica estera dovrà accettare l’hillarismo moderato, cioé il neconservatorismo
    dunque possibile un SI alla ripresa della campagna contro Assad, un SI ad un (eventuale) attacco all’Iran ed un peggioramento con Mosca, a meno che il Cremlino ceda in Medio Oriente..non impossibile un nuovo golpe in Turchia, serio stavolta e SENZA SBAGLI, che “risolva” il problema RTE..
    possibile anche “nuovi ordini”sul nostro nuovo governo 😀 ma contiamo poco, non siamo alta priorità 😀

    • Francesco scrive:

      guarda che Tillerson, in quanto big business, era nella quota “moderati, internazionalisti, ragionevoli”

      io vedo un pericolo di ritorno al trumpismo, che in politica estera è un mix tra Salvini e Berlusconi … appena meno pericoloso di Hillary Clinton

      il mio dispiacere è che gli spazi lasciati vacanti dagli USA sono preda di Cina Russia e altri distinti gentiluomini con forti principi morali e saldo pacifismo

      • Peucezio scrive:

        Quella della sostituzione di Tillerson è una cosa che ancora devo capire. Era contrario ai dazi comunque, il che già mi fa gioire del suo siluramento.
        Ho letto opinioni contrastanti e non è ancora uscito un articolo di Limes (tra l’altro ora non si riescono più a leggere per intero gli articoli, neanche con il NoScript; mi ci dovrò abbonare mi sa…).

        Nel frattempo vi riporto cosa dice un tizio su fb, che scrive tutto d’un fiato, ha l’aria di essere informato ma un po’ complottista, ma dice cose troppo belle per essere vere. Prendetelo come un parere fra i tanti:

        “Difficile giudicare cosa accade realmente. Seguo quotidianamente Pieczenik, i post di Q anon, che sembra davvero essere uno dell’entourage di Tump, conosco l’interpretazione storica di Magaldi e CArpeoro (Grande Oriente Democratico), ma di certo Trump non è classificabile e comunque sapremo qualcosa solo a cose fatte. Per ora Trump ha portato a casa la pace in nord Corea con l’inizio di un dialogo impensabile, e l’utilizzo di una diplomazia bismarckiana eccellente, come spiegato da Pieczenik. E’ del tutto probabile che si stia liberando pezzo a pezzo dell Deep State e anche di personaggi inutili come figlia e genero. Bannon forse non è stato davvero cacciato ma agisce sotto altre spoglie (mica è venuto a Roma e al congresso della Le PEn per turismo) . La situazione è chiaramente delicatissima viste le indagini in corso sulla Clinton Foundation e sullo scandalo uranium one: se Q anon è legit come penso vi saranno arresti eccellenti, probabilmente la Clinton e Obama, anche in relazione al traffico di bambini con Haiti, altra inchiesta in corso. Pieczenik appoggia Pompeo e ha chirito esplicitamente che Trump è stato scelto tra una dozzina di candidati a rappresentare la ribellione dell’Esercito e della parte sana dei Servizi, e, secondo Magaldi, della Massoneria che lui definisce progressista contro quella cd reazionaria dei Bush (Loggia Hathor Pentalpha ad es di natura controiniziatica ossia molto tra virgolette, satanica). Interessanti anche i video di Zagami al proposito, che combaciano, e non a caso Zagami è contributore di infowars, media alternativo creato da Pieczenik per il soft regime change che dovrebbe distruggere il Deep State costituito da CIA/FBI, Soros/Rotschild, clan Bush e CLinton, Obama (CIA). Molto interessanti le analisi di Corsi su Infowars su Q (o un generale di Trump o Trump stesso) e ora Infowars impiega anche Tommy Robinsonp er l’Europa. Non farsi ingannare dal tono ruspante di Infowars, è studiato da Pieczenik, esperto di guerra psicologica con laure al MIT e pubblicazioni di alto livello, e attore di regime change quali quello sovietico, per adattarsi all’americano medio. Suggerisco http://www.stevepieczenik.com

    • Z. scrive:

      Habs, si è poi scoperto in che ruolo giocava Crasso? Era tornante o centrattacco?

  18. Francesco scrive:

    Comunista!

    diciamo che mi accontenterei, per dire che si sono spostati sufficientemente a sinistra, di un vero servizio sanitario pubblico a copertura universale

    sul modello lombardo, nonostante le piccole pecche mostrate negli ultimi anni di regno del Celeste

    🙂

  19. mirkhond scrive:

    “(tra l’altro ora non si riescono più a leggere per intero gli articoli, neanche con il NoScript; mi ci dovrò abbonare mi sa…).”

    Ho fatto bene ad acquistare l’ultimo numero, che parla dei rapporti tra Islam e Europa.

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