La crepa nel cemento dell’OttoNovecento e le Mamme con le Sciarpe

Uno dei nostri commentatori più interessanti è Davide. Confusionario, disortografico, criptico e offensivo, tanto che spesso mi chiedono di bandirlo, ma mai superficiale, e quindi sempre apprezzato.

Davide scrive:

“Io ho detto che per combattere il sistema bisogna o morire o farsi imprigionare o creare comunità davvero altre e non farlocche come Miguel spaccia. Comunità monasteriali mix stile Amish.”

E’ una critica che stimola molte riflessioni, e aiuta anche me ad avere idee più chiare. Per cui userò spesso il pronome io, ma per modestia, nel senso che sono cose che riguardano solo me. Poi spero che qualcuno si riconosca nel mio percorso.

Rifrullo tutto, vediamo cosa viene fuori.

Mi rendo conto che io non voglio combattere il sistema.

Il signor Mark David Chapman, attualmente ospite di una poco amena prigione statunitense, ha dedicato la propria vita a combattere John Lennon.

Per almeno un decennio, ha pensato solo a John Lennon.

Tanto l’ha combattuto che ha vinto, ammazzandolo.

E poi ha dedicato i successivi 27 anni a una lunga morte dentro la tomba dello stesso Lennon. Praticamente un matrimonio monogamico a vita, con John Lennon.

Il che mi fa pensare: chi combatte qualcosa è solo un riflesso di ciò che combatte.

Combattere John Lennon è stato facile, lo si riconosceva dagli occhialini.

Ma “combattere il sistema” richiede una definizione di cosa sia il “sistema”.

Ora, molti sono ancora legati a una pittoresca ideologia OttoNovecentesca, che sosteneva simultaneamente due cose:

1) tutti gli esseri umani sono buoni, occorre amarli tutti ugualmente e tutti devono stare ugualmente bene, grazie al Progresso Tecnologico e alla Ragione, anche quello più bizzarro è Uno di Noi

2) i suddetti esseri umani si dividono in Sfruttati e Sfruttatori, e la vita è una guerra all’ultimo sangue tra queste due specie.

Con varie riletture del concetto di Sfruttati e Sfruttatori, tipo, “democratici e fascisti, femministe e maschilisti, liberali e terroristi, razzisti e neri”. La definizione più chiara resta quella di Scientology che dice che il problema sono i Soppressivi:

“La Persona Soppressiva è anche conosciuta come la Personalità Antisociale. In questa categoria si trovano Napoleone, Hitler, l’assassino impenitente e il signore della droga. Ma se tali sono facilmente identificabili dai corpi che lasciano nella loro scia, Personalità Antisociali sono comunemente presenti nella vita corrente e spesso non vengono identificate.”

Se si crede alla Teoria delle Due Specie, il Sistema finisce per coincidere con gli Sfruttatori: scoprili, sparagli se puoi, se non ci riesci, fai grandi gesti teatrali per far vedere che non  appartieni alla loro razza.

Insomma, sterminiamo i fascisti, vivremo tutti felici.

Per me, il Sistema somiglia piuttosto al sole di luglio. Non possedendo razzi interplanetari, non mi viene in mente di combatterlo, mi viene in mente di ripararmi.

Se invece di ripararmi, decidessi di sfidare il sole di luglio, il risultato sarebbe scontato:

 indexIo diventerei più brutto e il Sole resterebbe tale e quale, e se ne sbatterebbe.

Che è più o meno quanto succede a tutti quelli che praticano troppo la Magia Deambulatoria (“cammiiiina in corteo per tutta la città, grida forte frasi ritmaaaaate, e il male scompariràààààà!“).

Centotrent’anni fa, Ouida – una scrittrice inglese con un cagnolino che capiì del nostro paese più di quanto avrebbero mai capito i suoi intellettuali – scrisse quattro righe sugli italiani:

ouida“La lingua italiana chiacchiera come quella di una gazza: se non si sfogassero così, sarebbero più difficili da dominare; ma nessun gran chiacchierone ha ancora realizzato nulla di grande, in questo mondo”.

Queste feroci parole, compaiono in realtà in uno dei più straordinari testi di amore per l’Italia vera, il romanzo A Village Commune, che è una sorta di anti Promessi Sposi. Uno dei testi più profondi e ricchi sull’Italia che il sistema Italia, imposto da quello stesso Risorgimento per cui Ouida all’inizio simpatizzava, stava sistematicamente uccidendo.

Le stesse riflessioni sull’inutilità di certe attività valgono per le sottoforme di Magia Deambulatoria tipo, “io faccio sculture che rappresentano la cacca per dire che il sistema fa schifo”, oppure “mi lancio con il camion in mezzo alla gente che cammina per strada”. Non vogliamo ovviamente mettere sullo stesso piano chi incassa un sacco di soldi per fare la cacca, con quello che invece ci rimette la vita.

Invece, io a luglio so che prima o poi arriva dicembre, e avremo problemi diversi. E magari rimpiangeremo luglio.

Saltiamo a piè pari le “comunità monasteriali tipo Amish” di cui parla Davide, contro cui ho nulla, ma di cui non faccio parte: l’importante è che non esistano solo per combattere il sistema.

E passiamo alle comunità farlocche come Miguel spaccia”.

Non mi offendo, è che credo sia sbagliato il ragionamento.

Una comunità, può essere pericolosa, odiosa, aliena; ma se è una comunità, non è farlocca.

L’OttoNovecento si basa su un’immensa illusione di progetto, di controllo e di progresso. La Mente dell’Uomo Geometra che domina su un Mondo tutto da domare.

Tecnici, legislatori, riformatori, assessori, innovatori, amministratori delegati, commissari politici, think tank, progettisti, creativi, CEO, psicoterapeuti, analisti, enciclopedisti, personal coach, dighe, illuministi, esperti, direttori didattici, argini, sorveglianti che hanno creato una situazione in cui sette miliardi di esseri umani stanno trasformando in un deserto surriscaldato di plastica un pianeta che quando era in buona salute, a stento bastava per un miliardo.

L’OttoNovecento è stato un mondo farlocco per definizione.

Invece, una Comunità è semplicemente, realmente quello che è.

L’altro giorno, c’era il nostro amico funzionario in pensione, trentasette anni dietro una scrivania e tanti tanti nel Partito, che cercava di impedirci di raccogliere le foglie che cadevano dagli alberi:

“questo è un compito che spetta al Comune! Noi paghiamo le tasse, hanno il dovere di farlo loro!”

Mi direte, non è un ragionamento del tutto sbagliato.

Soltanto che il Comune, le foglie non le raccoglie.

E se le raccoglie, le fa raccogliere da una cooperativa sottopagata che deve pulire dieci giardini ogni giardino con due addetti.

E se la cooperativa sottopagata le raccoglie, le sbatte dentro i rifiuti indifferenziati, poi  finiscono nell’inceneritore e ci avveleniamo pure con le foglie, come se la plastica non bastasse.

E se io protesto per tutto questo, e riesco a far togliere i soldi a un asilo nido per fare invece la raccolta delle foglie come si deve da noi, mi viene il fegato amaro da fare schifo: perché quando andiamo a litigare, i primi a stare male siamo sempre noi.

Mentre noi le foglie le raccogliamo, le trasformiamo in compost per le piante tra cui viviamo. Che vale molto, molto di più del principio astratto del dovere delle istituzioni.

foglie-butta

Queste sono le foglie nostre. Che sono assolutamente uniche al mondo, come lo è ogni singola altra foglia, ovunque cada.

Qui si sente il peso diverso della storia.

Mi dice l’amico Jacopo,

“ho lavorato con boscaioli italiani e con boscaioli romeni.

Quando c’era un problema, il boscaiolo italiano si chiedeva, che strumenti mi servono per risolverlo?

Mentre il boscaiolo romeno si chiedeva, come posso affrontare il problema con gli strumenti che ho?”

Il nostro funzionario in pensione è una brava persona: litiga pure con il Partito Unico per fedeltà al Partito Vecchio, si legge con maniacale attenzione gli statuti e i regolamenti (ma è stato pure, del tutto falsamente, arrestato una volta perché sospettato di non aver rispettato lui il comma virgola capoverso di qualcosa).

E il suo mondo è un sistema razionale: i privati saccheggiano il mondo per fare soldi, diano qualcosa di questi soldi per mantenere gli altri esseri umani che non ce la fanno, grazie a una serie di servizi elargiti da una grandiosa macchina burocratica.

Il punto è che il nostro funzionario non si capisce con gli altri, sopratutto gli stranieri.

Non perché il nostro funzionario sia italiano, anzi perché lui è il prodotto ultimo della anti-Italia descritta da Ouida.

Quando Messer Nellemane, il Don Rodrigo modernista, funzionario democratico e progressista del Comune scopre che è rimasto ancora un bosco nel vecchio convento degli olivetani, oggetto di speculazione e saccheggio, pensa:

ouida3

Che spreco dell’erario pubblico! E che provvigioni erano lì, che aspettavano qualcuno! Messer Nellemane, di tutte le cose che c’erano in questo mondo, amava soprattutto le opere [a job]. La mente ufficiale ama sempre le opere. Detestava, inoltre, gli alberi, proprio come detestava i cani. E come i cani si potevano sopportare solo se erano guinzaglio, per lui gli alberi erano tollerabili soltanto quando erano state segati in tavole ben piallate.

La mente ufficiale, con cui lui era stato creato, aborriva l’esistenza imministeriale e improvvida permessa a quel bosco un tempo sacro, mentre il convento che quel bosco circondava era stato trattato come il libero pensiero sa sempre trattare tali monumenti alla superstizione.”

La nostra A., combattiva mamma albanese, lancia un grido, “voglio una foto con le Mamme con le Sciarpe, voglio troppo bene a loro!” E scoppiamo in una grande risata per questa definizione.

Le Mamme con le Sciarpe sono le nostre musulmane con il hijab, sempre sorridenti e forti e pronte a fare qualcosa per il bene comune, che non capiscono nemmeno le obiezioni del funzionario in pensione, ma capiscono perfettamente la vita, il cibo, gli alberi, le risate, l’amicizia, la fiducia. E magari avranno anche cento difette e imperfezioni e contraddizioni anche loro, come tutte le creature della natura.

E abbiamo anche il diritto poco politicamente corretto, di esprimere allo stesso tempo il nostro affetto, la nostra ammirazione e dire, “ma guarda in che maniera strana e bella si vestono!”

Ecco, la Comunità è ciò che è.

E’ qualunque cosa nasca, in una crepa nel cemento. Potrebbe essere anche velenosa, ma è viva.

Proprio qualche ora fa, all’angolo puzzolente e inquinato tra Via de’ Serragli e Via di Sant’Agostino, nel punto in cui i camion si piazzano ogni giorno sulle strisce pedonali per scaricare bevande per i locali (e i vigili si sono arresi da anni), ti trovo questo:

crepaIo non sono sicuro che quella piantina sia bella.

Non credo che le sfiori nemmeno da lontano il pensiero di combattere il sistema.

Ma certo, farlocca non è.

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1.240 risposte a La crepa nel cemento dell’OttoNovecento e le Mamme con le Sciarpe

  1. mirkhond scrive:

    La comunità in cui vivi, composta da sradicati cosmopoliti ma radicatisi in un determinato territorio, può essere una risposta al problema della convivenza di una società multietnica quale ormai siamo e saremo sempre più.
    L’alternativa non è l’Europa immegratenfrei, ma un insieme di ghetti etnici l’un contro l’altro, come nelle grandi metropoli statunitensi.

    • Miguel Martinez scrive:

      Sempre per Mirkhond

      “La comunità in cui vivi, composta da sradicati cosmopoliti ma radicatisi in un determinato territorio, può essere una risposta al problema della convivenza di una società multietnica quale ormai siamo e saremo sempre più.”

      Calcola anche una differenza tra le generazioni.

      I primi immigrati in Italia sono stati, in gran parte la crema morale del proprio paese.

      In media quindi superiori agli italiani che sono appunto “medi” (poi ci sarebbe da chiederci cosa succede nel paese di origine, se la crema se ne va).

      Gente con grande coraggio, disposta a ingoiare molti rospi, che hanno dato la vita per i propri figli.

      Alcuni figli (non certo tutti), che godono dei tremendi sacrifici dei genitori, poi hanno lo smartphone, Facebook e scoprono il Politicamente Corretto che permette loro pure di fare le Vittime del Razzismo.

      L’altro giorno sono rimasto gelato ascoltando un bravissimo ma fragile quattordicenne nato in Marocco, che ha il babbo e la mamma migliori del mondo, dire a un amico italiano, “dai, non fare il razzista di merda!”

      In questo, non aiuta certamente tutta la cultura del rap e affini.

      • Giuliano scrive:

        Miguel:

        “I primi immigrati in Italia sono stati, in gran parte la crema morale del proprio paese.
        In media quindi superiori agli italiani che sono appunto “medi” […] Gente con grande coraggio, disposta a ingoiare molti rospi, che hanno dato la vita per i propri figli.”

        Un concetto espresso anche da Darwin nel libro “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale”: ” … i meravigliosi progressi degli Stati Uniti, e il carattere del popolo statunitense, siano il risultato della selezione naturale; infatti i più energici, irrequieti e coraggiosi uomini di tutte le parti d’Europa sono emigrati durante le ultime dieci o dodici generazioni in questo grande paese e vi hanno avuto il maggiore successo.”

    • PinoMamet scrive:

      “I primi immigrati in Italia sono stati, in gran parte la crema morale del proprio paese.”

      Mmmm
      ari
      Mmmm

      mi devo togliere un neo sulla schiena: il chirurgo è un signore sui 50 e rotti, con baffoni biondi, molto distinto ed educato, con nome arabo.

      Esperienza due:
      studentessa dell’Africa orientale, compagna di una mia amica (facoltà di medicina).
      Ha un fratello stronzo e gasatissimo, che tratta le sorelle (sono due) di merda, ma risulta molto popolare per due essenziali motivi:
      -è negro, quindi “poverino viene da un’altra cultura”
      -è negro, quindi “è creativo simpatico di compagnia e sa ballare”.

      Poi, dicono, “sai, è un po’ viziato, ma al suo paes è tipo un principe”…

      e vabbè, ma qui sei uno stronzo qualsiasi, quindi sta’ schiscio!

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Pino Mamet

        “e vabbè, ma qui sei uno stronzo qualsiasi, quindi sta’ schiscio!”

        Certo. Ma in linea di massima, i GENITORI stranieri che incontro io, sono in gamba: infatti parlo di genitori, quindi di persone che oltre a fare una scelta difficilissima, si sono presi anche la responsabilità di fare una famiglia.

        Per la maggior parte (e ci sono sicuramente eccezioni) sono quindi in media “migliori” degli italiani.

        I loro figli, non è detto che lo siano.

        • Francesco scrive:

          ma gli italiani non sono, appunto, quello che resta dopo che la crema è emigrata oltre-Oceano (e scegli tu l’Oceano)?

          siamo un pò i figli degli scarti, verrebbe da dire

  2. mirkhond scrive:

    immigratenfrei

  3. mirkhond scrive:

    Quanto al ragionamento di Daouda, in parte lo comprendo, e in questi giorni mi sono rivisto L’Albero degli Zoccoli, che rappresenta il Nord Italia che vorrei, dove l’uomo vive a contatto con la natura e non in orrende conurbazioni di cemento che diventano sempre più invadenti.

    • PinoMamet scrive:

      L’albero degli zoccoli, senza offesa, rappresenta proprio il Nord (Centro, Sud) Italia (e Mondo) che NON vorrei.

      Ma de gustibus…

      • mirkhond scrive:

        Sempre meglio di quelle orrende conurbazioni di cemento in cui ti senti solo e soffocato…..

        • Francesco scrive:

          veramente io mi sentivo solo e soffocato quando vivevo in Val Seriana e la gente era ancora “alberozoccolosa” e a Milano sto molto meglio!

          non hai idea di quanto cerchi di isolarti e schiacciarti il “piccolo paese a misura d’uomo” se decide di farlo

          mille volte meglio la libertà della città, cemento o meno

          ciao

      • PinoMamet scrive:

        Non discuto, però a me l’Albero degli zoccoli ricorda povertà, ignoranza e ingiutizia sociale.

        Non ho niente invece contro la vita semplice e a contatto con la natura, per chi vi si senta portato.

  4. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    L’immigrazione, per noi, in quel nostro specifico contesto non ricade sotto la voce “problemi”. Mentre a 500 metri di distanza, è un problema al parcheggio di Viale Ariosto dove ci sono dieci (!!) posteggiatori abusivi africani per poco più di 50 posti macchina.

    Questo fa capire come il vero problema riguardi i lavori inutili e parassitari, in tempi in cui i lavori necessari non si riescono a coprire.

    Per il resto, volevo sottolineare la fine di una visione OttoNovecentesca dello Stato. Una visione che è penetrata nel sangue di tanti bravissimi italiani (in Toscana, una larga maggioranza), e che invece risulta incomprensibile per gli “stranieri”.

  5. Roberto scrive:

    Una cosa a margine di questo post interessante.
    Adoro le piantine che sembrano nascere dal nulla e vivere con nulla, quindi si, quella piantina è bellissina

  6. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “Una cosa a margine di questo post interessante.
    Adoro le piantine che sembrano nascere dal nulla e vivere con nulla, quindi si, quella piantina è bellissina”

    Per me, il punto fondamentale è il contrasto tra la semplicità della costruzione umana (tubo, cemento, muratura) e la complessità della piantina.

    Non ci capisco molto, ma immaginati un confronto tra le formule chimiche di entrambe.

    E’ proprio questa la distinzione tra costruzione ideologica/istituzionale e comunità.

    • Roberto scrive:

      Io non metterei mai nella stessa frase “semplicità” e “costruzione umana”.
      Quante migliaia di anni sono servite prima che mettere un tubo su un muro dritto che appoggia sul cemento sia sembrato “facile”?

      Più che altro a me colpisce come la piantina nasca in un posto che sembra totalmente ostile alla vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Roberto

        “Io non metterei mai nella stessa frase “semplicità” e “costruzione umana”.”

        E’ una bella domanda.

        Da una parte, hai ragione; dall’altra, tutto ciò che è meccanico (e quindi frutto di difficili millenni di fatica umana) è “semplice” rispetto a una pianta.

      • rossana scrive:

        Link alla recensione di un libro che dice perché le piante non smettano di stupirci (e commuoverci) per la loro capacità di spuntare dove meno te le aspetti.
        Per me, quella piantina è la prova che le piante sono più determinate del cemento e che ci sopravviveranno, nonostante le colate di cemento che coliamo sopra ogni essere vegetale.
        Gli umani hanno imparato molto dalla natura, tranne che a rispettarla riconoscendone l’importanza per la propria stessa sopravvivenza.
        Impariamo dalle piante come si può vivere anche in ambiente ostile, hanno una “tecnica” davvero stupefacente…
        https://amedit.me/2017/06/21/plant-revolution-la-sorprendente-intelligenza-delle-piante-un-saggio-di-stefano-mancuso/

    • Z. scrive:

      Miguel,

      credo che troveresti molto interessante L’evoluzione creatrice di Bergson. In particolare, nella parte dove confronta organismi e manufatti.

      • Moi scrive:

        Bergson era un po’ Proto-Fricchettone … 😉

        Interessante a mio avviso soprattutto la questione dell’ empatia come “trend” connaturato al Progresso …

        … tant’è vero che l’ Occidente Culturalmente Egemone oggi è l’ unica parte di mondo a provare empatia per il Resto del Mondo ma paradossalmente anche l’unica sentirsi al tempo stesso in colpa di non provarne mai abbastanza; senza, però, mai pretendere che il Resto del Mondo ne provi: né verso di “noi” , né “tra di loro” del Resto del Mondo.

        Se calano i livelli d’ Empatia, è perché le sempre più sedicenti “Sx” hanno sostituito l’Escatologia Marxista con il Messianismo Liberista !

        • Moi scrive:

          con quel tipico Furor dei NeoConvertiti da Leopolda …

        • Z. scrive:

          Bergson era un piccolo industriale francese, snobbato dagli accademici, che scovò piccole perle di grande saggezza. In un epoca profondamente incisa dal positivismo, HB suggeriva uno sguardo diverso sul mondo.

          Lo consiglio a tutti, in particolare a Miguel e a te ma anche agli altri. Credo che lo trovereste interessante.

          • Peucezio scrive:

            E tu saresti quello incolto…
            Io non ho mai letto Bergson e non ho molto più che reminiscenze liceali (la storia del tempo, ecc.).
            Anzi, prendo nota del suggerimento (prima o poi…).

        • Peucezio scrive:

          Che poi è un’empatia che si esprime a forza di bombardamenti umanitari.
          L’empatia dell’Occidente è come per una donna essere così attraente da attirare l’attenzione di un serial killer.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Che poi è un’empatia che si esprime a forza di bombardamenti umanitari.”

            L’empatia è una questione complessa.

            1) esiste l’empatia del gatto che quando sente qualcuno piangere arriva, si mette a miagolare e ti fa le fusa. Quindi non è un’astrazione.

            2) Esiste l’empatia umana che consiste nel cercare di capire ciò che si vede e si incontra, tutto ciò con cui si interagisce. Come San Martino che vede il povero, ne percepisce il freddo e lo condivide, senza disprezzare e senza fare distinzioni:

            ” Illuminati dalla vera conoscenza, gli umili saggi vedono con occhio uguale il brahmana nobile ed erudito, la mucca, l’elefante, il cane e il mangiatore di cani “
            (Bhagavad Gita)

            3) Esiste l’empatia finta di chi vuole sentirsi bello dicendo che soffre per gente di cui non sa nulla; e magari compie azioni che peggiorano la situazione. Ma siccome l’Empatico Finto assume su di sé il monopolio della bontà, riesce a guardare tutti gli altri dall’alto in basso, al prezzo di qualche euro regalato a missioni laiche o cristiane.

            Come mi diceva un amico che negli anni Settanta ha lavorato su progetti di “aiuto” in Africa, la maggior parte dei disastri che ha visto erano dovuti ai tentativi di “aiutare” gli africani.

            Il grado di Empatia Finta dipende molto dal grado di benessere collettivo: meno si ha, più si diventa generosi autenticamente, cioè verso chi si conosce.

            • Peucezio scrive:

              “3) Esiste l’empatia finta di chi vuole sentirsi bello dicendo che soffre per gente di cui non sa nulla; e magari compie azioni che peggiorano la situazione. Ma siccome l’Empatico Finto assume su di sé il monopolio della bontà, riesce a guardare tutti gli altri dall’alto in basso, al prezzo di qualche euro regalato a missioni laiche o cristiane.”

              Eheh
              https://www.youtube.com/watch?v=BtNj1EaxiW4

              “Il grado di Empatia Finta dipende molto dal grado di benessere collettivo: meno si ha, più si diventa generosi autenticamente, cioè verso chi si conosce.”

              Verissimo.
              E’ lo stesso meccanismo per cui più si è poveri, più figli si fanni.
              Chi non ha non è attaccato alle cose.

            • PinoMamet scrive:

              Beh, dai, non penso che la vecchietta che prende la pianta di appartamento “a sostegno della missione in Africa” o “per l’Adozione a distanza” ecc. ecc. sia un’empatica finta, e non le darei neanche la colpa del fatto che le cose in Africa vaano male, dicendole “tienti il tuo euro che è meglio”…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “Beh, dai, non penso che la vecchietta che prende la pianta di appartamento “a sostegno della missione in Africa” o “per l’Adozione a distanza” ecc. ecc. sia un’empatica finta”

                Certo.

                Però noi siamo tutti molto, molto piccoli e fragili. Almeno duecento anni fa, avremmo potuto pavoneggiarci, e dire, “io valgo un miliardesimo!”.

                Oggi ci hanno divisi per sette, te come me.

                Quindi, nessuno di noi presuma di salvare il mondo.

                La vecchietta immagino che sia una persona perbene. Ma credo che compri la “piantina per l’Africa” (avendo solo la più vaga idea di dove si trovi tale continente) perché le ispira fiducia lo sguardo entusiasta del ragazzo (non africano) che gliela vende. E quindi siamo in un caso un po’ perverso di “aiuto le persone che conosco e di cui mi fido”.

                Certo, avrebbe fatto meglio a tenersi il suo euro: meglio per l’Africa, dico.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              avevo un amico che portava cibo in Bosnia, e ai bosniaci la cosa non dispiaceva.

              Non so se abbia contribuito a rovinare la Bosnia, ma sospetto di no, dai 🙂

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              in base a quello che hai scritto:
              1) lui portava cibo, non soldi,
              2) lo portava personalmente, per cui era certo che servisse a sfamare gente e non per esempio a foraggiare qualche gruppo che poi la gente magari la sgozzava.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              in effetti è proprio così, e anzi – non potendo distribuirlo lui personalmente – sceglieva coi compagni di spedizione a chi donarlo proprio per evitare discriminazioni (religiose, soprattutto).

              Però, come in tutte le donazioni, non puoi mai sapere come si comporterà il donatario, cosa farà grazie a te. Certo, facendo come Riccardo riduci il rischio, ma non lo elimini del tutto.

              Tutto sommato, a me non dispiacerebbe che un adottante a distanza mi finanziasse gli studi. Credo neppure a te.

            • paniscus scrive:

              per Peucezio:

              “E’ lo stesso meccanismo per cui più si è poveri, più figli si fanni.
              Chi non ha non è attaccato alle cose.”
              ——————————–
              Se i i poveri fanno più figli dei ricchi non è certo per altruismo, per generosità o per indifferenza ai vantaggi materiali, ma esattamente al contrario, perché in situazioni di miseria CONVIENE anche economicamente avere molti figli.

              Innanzi tutto perché non è scontato che sopravvivano tutti… poi perché allevarli costa poco e per pochissimi anni, dopo di che iniziano a lavorare precocemente, e diventano una risorsa per contribuire al miglioramento del benessere della famiglia, invece che un impegno economico gravoso.

              E soprattutto, in una società in cui non sono garantite né le pensioni né l’assistenza sanitaria di base, saranno direttamente i figli e i nipoti a doversi occupare dei genitori stessi quando saranno anziani e non più autonomi, quindi conviene averne parecchi, e conviene averli molto presto, in maniera che siano già pienamente adulti quando i genitori cominceranno a indebolirsi

              (e con quei chiari di luna, tra malattie infettive, parassitosi, incidenti di lavoro e lesioni curate male, si può essere vecchi e invalidi a 40 anni: se si hanno figli troppo piccoli, si è fregati tutti).

              Allevare figli è costosissimo nelle società in cui è considerato normale mantenerli nel massimo benessere possibile fino ad almeno 30 anni, compresi tutti gli sfizi e le comodità non necessarie, e senza aspettarsi da loro nessun contributo attivo all’andamento della famiglia.

              Nelle società in cui se ne possono far dormire 4 o 5 nella stessa stanza e li si può far lavorare anche a 10 anni (anche se non di lavoro salariato, ma facendoli sgobbare di faccende domestiche, lavoretti agricoli, cura degli animali allevati, trasporto di pesi, commissioni varie qua e là, e babysitteraggio dei fratelli più piccoli) , è normale che se ne facciano tanti.

              scusate la prolissità

            • PinoMamet scrive:

              Che poi…
              proprio ieri passo a Milano (Peucè e Francè, scusatemi, ero di fretta, vi romperò le balle le prossime volte)

              e vado a casa di quello che si definirebbe un ultra-ortodosso, per una padellata di fatti miei.

              Marmocchi dappertutto!
              Casa linda, non lussuosa ma dignitosissima, piena sostanzialmente di due cose: libri e bambini.

              Ecco, quella è una società in cui non li sa certo lavorare a 10 anni, ma di sicuro li si fa dormire in 4 in una stanza.

              Non sono stato a vedere, ma i bambini non erano esattamente vestiti all’ultima moda (neanche in stracci o in abiti del nonno, intendiamoci… abiti semplici da bambino, magari che avranno passato un paio di fratelli) e probabilmente mancava l’ultimo videogioco di grido o quello che ne ha preso il posto adesso.

              Che per un bambino che va alla scuola pubblica sono in effetti elementi essenziali di sopravvivenza, cioè di non-esclusione.

              Ma questi non vanno o andranno certo alla scuola pubblica, quindi…

              insomma, un po’ come i simil-Amish che piacerebbero a Daouda e credo a Mirkhond.
              Sono scelte.

            • paniscus scrive:

              “Che per un bambino che va alla scuola pubblica sono in effetti elementi essenziali di sopravvivenza, cioè di non-esclusione.”
              ———————

              E allora come hanno fatto i miei figli a sopravvivere alla scuola pubblica senza videogiochi o affini?

            • Roberto scrive:

              Giocando senza dirvelo con quelli dei loro compagni di classe
              🙂

            • Francesco scrive:

              sospetto che l’opzione Roberto sia possibile e che i pupi la tollerino meglio di quanto credano i giornalisti del Corsera

            • paniscus scrive:

              Ah, perché con i videogiochi ci si gioca IN CLASSE e diventano un fattore fondamentale di inclusione IN CLASSE? A me non risulta, francamente.

            • Francesco scrive:

              prof

              di cosa credi si parli in classe? da quel che mi dice mio figlio, di videogiochi, di calcio, di compiti

              crescendo, immagino la gnocca pretenderà la sua parte

            • roberto scrive:

              Lisa,

              perché IN CLASSE (urlato due volte in questo modo)?

              si parlava di scuola in generale, tu stessa scrivi “sopravvivere alla scuola pubblica”.

              ora, non devo certo dirti io che la scuola non è solamente la classe, e certamente non intesa come “tempo in cui c’è l’insegnante davanti a noi”.
              anzi, le questioni inclusione & sopravvivenza riguardano sostanzialmente il resto del tempo.

              al limite, sempre parlando di inclusione & sopravvivenza, la classe è un riflesso di quello che succede fuori (= passo il compito a tizio che è mio amico perché giochiamo insieme a pallone e non a caio con il quale in due anni non ho mai scambiato una parola)

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              non sono molto d’accordo.
              Ciò che dici non spiega perché in Italia gli immigrati di prima generazione, quelli cresciuti nei loro paesi d’origine per intenderci, fanno molti più figli degli italiani, benché le condizioni ambientali e sociali siano le stesse e non abbiano nulla a che fare con quelle delle economie di sussistenza cui ti riferisci.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Ciò che dici non spiega perché in Italia gli immigrati di prima generazione, quelli cresciuti nei loro paesi d’origine per intenderci, fanno molti più figli degli italiani, benché le condizioni ambientali e sociali siano le stesse e non abbiano nulla a che fare con quelle delle economie di sussistenza cui ti riferisci.”

                Non saprei.

                Penso a una famiglia moldava, una figlia; una famiglia albanese, un figlio; una famiglia egiziana, due figli; un tunisino sposato con un’italiana, due figli; una pittrice pugliese sposata con un gallerista pugliese, cinque figli 🙂

                Forse ci sono studi statistici in grado di smentirmi, ma nella mia esperienza immediata, non riscontro il fenomeno di cui parli.

            • Francesco scrive:

              Peucezio

              perchè la cultura ha una certa rigidità, non cambia da un giorno all’altro quanto da una generazione all’altra, spesso anche di più

              per fare un esempio, la tradizione di fare una vagonata di figli è andata perdendosi nel tempo, con molta calma, in modo disomogeneo per zone e per ceti

              ciao

            • paniscus scrive:

              “per fare un esempio, la tradizione di fare una vagonata di figli è andata perdendosi nel tempo, con molta calma, in modo disomogeneo per zone e per ceti”
              ———————-

              Francesco, scusa se mi ripeto: quella di fare una vagonata di figli non è mai stata una “tradizione”… ma si tratta:

              – o di un automatismo naturale e inevitabile dovuto alla mancanza di contraccettivi affidabili, e all’ignoranza sul funzionamento della fertilità,

              – oppure una strategia di sopravvivenza che viene seguita con ragione, perché nella società arcaica è conveniente e vincente.

              Non appena smette di diventare conveniente e vincente, e avere molti figli diventa un impegno gravoso invece che una risorsa vantaggiosa, tale abitudine viene persa molto più velocemente di quanto tu possa immaginare.

              A quanto mi consta, uno dei casi più clamorosi è quello dell’Iran, in cui si è passati bruscamente da una media di 6 figli per donna a una media di 2 figli per donna, nel giro di una sola generazione.

              Ma senza arrivare all’Iran, è successo anche a Tramarecchia.

              La mia bisnonna, tra il 1910 e il 1925, ebbe nove figli, uno dei quali perso subito alla nascita e un altro morto giovane, ma comunque sette arrivati all’età adulta, e tutti sposati; e famiglie di quelle dimensioni erano diffusissime nella sua generazione.

              Bene… trent’anni dopo, diciamo in un arco di tempo dal 1941 al 1958, TUTTI questi sette figli, tranne una, hanno avuto rigorosamente un solo figlio ciascuno.

              Ripeto, si tratta degli anni 40 e 50, quindi non credo che ci fosse ancora stata una rivoluzione radicale nella diffusione della pillola o nel cambiamento di stile di vita delle donne (mia nonna e tutte le mie prozie di quella mandata erano ancora quasi esclusivamente casalinghe).

              C’era stato, però, l’abbandono di massa della civiltà agricolo-patriarcale, e c’era stato il passaggio all’ambiente urbanizzato, al lavoro salariato individuale, e alla diffusione di beni di produzione industriale e di commercializzazione organizzata.

              In un ambiente in cui la famiglia, oltre che consumatrice, è anche produttrice diretta della maggior parte dei beni che poi consuma, conviene avere molti figli, perché più si è, più ci si aiuta, e perché le strategie di produzione e di conservazione delle risorse vengono adeguate via via alle necessità effettive.

              In una società in cui l’unico modo per mantenere i figli è quello di comprare quello che a loro serve, su un mercato estraneo, con i soldi guadagnati lavorando per un estraneo, e l’unico modo per aiutarli a farsi un futuro è quello di mettere da parte soldi per loro conto, per farli studiare, o per aiutarli a comprarsi la casa… mi pare abbastanza automatico che la maggior parte delle famiglie scelga di “investire” sulla strategia di fare pochi figli e di dedicare a loro maggiori risorse possibili.

              Mi pare che la tradizione c’entri abbastanza poco.

            • Francesco scrive:

              prof

              a lei gli estremisti mercatisti le fanno un baffo!

              ammetto di aver usato la parola tradizione mentre quella cultura sarebbe stata più appropriata ma noi esseri umani pretendiamo di dare un significato alle nostre azioni che vada oltre l’utilitarismo – è aperto il dibattito se sia solo cosmesi

              saluti

              PS nella mia esperienza familiare il salto è molto meno marcato

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Z

        “credo che troveresti molto interessante L’evoluzione creatrice di Bergson. In particolare, nella parte dove confronta organismi e manufatti.”

        Grazie, Bergson lo conosco soltanto per qualche critica molto accesa al suo pensiero: motivo in più per leggere l’originale.

        • Z. scrive:

          Critica molto accesa a Bergson? davvero? la cosa mi fa piacere, significa che qualcuno si è preso la briga di leggere HB approfonditamente!

          Ti ricordi di chi si trattava?

          Comunque sono sicuro che troveresti molto interessante il discrimine che traccia tra l’occhio (un organismo, qualcosa di organico e di organizzato “da dentro”) e il macchinario (qualcosa di fabbricato dall’uomo, pezzo dopo pezzo, in vista di uno scopo predeterminato).

          Visione tutt’altro che scontata, nella sua epoca, in cui si diffondeva l’idea del corpo umano come “macchina perfetta”.

          Sulla stessa scorta la distinzione che fa tra il tempo organico (fluido e quantitativo) e il tempo misurato dall’uomo (una successione di istantanee ferme). Forse è stato questo l’oggetto delle critiche feroci? In effetti posso immaginare cosa ne direbbe, ad es., Odifreddi…

  7. Davide Troiano aka daouda scrive:

    1 Devi combattere il sistema sennò non sei umano né giusto né solidale. La natura di questo combattere è una, ossia estraniarsene e non alimentarlo come fate voi credendovi esenti da carneficismi, connivenze o complicismi a seconda del caso. Quindi non c’entra nulla il caso di uno psicopatico e dannoso personaggio. C’entra semmai come una pseudo comunità rinfocoli il sistema proprio perché segue quelle 3 linee guida di comportamento dove il carneficismo è proprio il porsi contro giust’appunto…legittimandolo ed imitandolo quando ci si sostituisce ad esso. Il sistema si nutre dei suoi nemici giacché la sua aspirazione è “che i rivoluzionari siano agenti segreti e questi dei rivoluzionari” non intendevo dunque questo CONTRO ma l’attaccarne le basi…Attaccarne le basi essendo disposti a farsi stato a sé non a sostituirvisi nei propri sotterfugi,dove siano i rapporti tra uomini la risoluzione e non la mediazione burocratica del ruolo o l’opposizione ad essa. E non perché l’istituzione sia male ma semplicemente perché è la persona che deve con la sua autorevolezza incarnare la sua posizione ponendosi a servizio. E dunque già è e non si sostituisce affatto poiché esprime da sé che l’altro nello statuale sia un usurpatore e quello che gli si oppone un mero criminale.

    2 non è il chiacchierare ma , per chi inoltre crede in Dio, trovare l’unico luogo che resiste e si ripara e che fronteggia ossia il MONASTERO possibilmente od una comunità stile Amish. Il resto per noi tutti è non scegliere il gran passo perché il gioco della giustizia ci e troppo esoso. Me per primo.

    3 io ho detto farlocca proprio perché non la ritengo una comunità vera.

    4 la piantina non è farlocca ma dipende dove sia e perché sia lì. Si potrebbe pure sradicare e pulire se fosse urgente e necessario quindi non facciamo amorevolismo tanto per anche se è una bella conclusioneo

    P.s. non me ne frega niente a me delle albanesi e delle musulmane di chissà quale paese pur sè io sono contro l’immigrazionismo e contro l’Islamismo. Il punto è l’eterogenità rinsalfata dal nemico. Il punto è che hai intorno e tu stesso sei, semplicemente, un replicante di questo sistema qui oltre all’ultimo polmone di centro Firenze che ho sempre detto che vada protetto

  8. Davide Troiano aka daouda scrive:

    Spero di aver chiarito e risposto. Purtroppo i presupposti della mia visione sono tanti e non sviscerabili cosi su due piedi. Grazie dell’attenzione Miguel, pensavo non mi avessi letto.
    Scusate gli errori di battitura, non la disortografia parasintattica ajahahahjajs

    • paniscus scrive:

      “Spero di aver chiarito e risposto. ”
      ——————————-

      No, veramente è ancora MENO chiaro di prima.

      Assicuro che nella tua risposta non ci si capisce niente.

      • Davide Troiano aka daouda scrive:

        Sti cazzi se può ddi o debbo chiedé er permesso a te?

      • Davide Troiano aka daouda scrive:

        Devi combattere il sistema sennò non sei umano né giusto né solidale.

        La natura di questo combattere è una, ossia estraniarsene e non alimentarlo come fate voi credendovi esenti da carneficismi, connivenze o complicismi a seconda del caso.

        Quindi non c’entra nulla il caso di uno psicopatico e dannoso personaggio.

        C’entra semmai come una pseudo comunità rinfocoli il sistema proprio perché segue quelle 3 linee guida di comportamento dove il carneficismo è proprio il porsi contro giust’appunto…legittimandolo ed imitandolo.

        Attaccare le basi è il combattere essendo disposti a farsi stato a sé minando la distinzione burocratica tra dignità personale e autorità di ruolo ideando la condizione del servizio

        Ciò esprime da sé che l’altro nello statuale sia un usurpatore e quello che gli si oppone un mero criminale.

        per chi inoltre crede in Dio, ciò è trovare l’unico luogo che resiste e si ripara e che fronteggia ossia il MONASTERO possibilmente od una comunità stile Amish. Il resto per noi tutti è non scegliere il gran passo perché il gioco della giustizia ci e troppo esoso. Me per primo.

        Io ho detto farlocca proprio perché non la ritengo una comunità vera.

        la piantina non è farlocca ma dipende dove sia e perché sia lì. Si potrebbe pure sradicare e pulire se fosse urgente e buono e consono e necessario quindi non facciamo amorevolismo tanto per, anche se è una bella conclusione

        P.s. non me ne frega niente a me delle albanesi e delle musulmane di chissà quale paese pur sè io sono contro l’immigrazionismo e contro l’Islamismo. Il punto è l’eterogenità rinsaldata dal nemico. Il punto è che hai intorno e tu stesso sei, semplicemente, un replicante di questo sistema qui oltre all’ultimo polmone di centro Firenze che ho sempre detto che vada protetto

  9. ranieri scrive:

    Complimenti, esposizione chiarissima di idee confuse!!

  10. Alessandro Tosolini scrive:

    Noto un certo fastidio nei confronti del progresso… ora, lungi da me fare il positivista innamorato di un progresso indefinito e lineare, ma il vero responsabile della situazione attuale è il capitalismo, non il progresso. Di base se le risorse non fossero sfruttate dall’oligarchia mondialista a guida USA per il suo puro profitto, non ci sarebbero questi problemi ambientali o almeno non sarebbero di certo così gravi.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Alessandro Tosolini

      “Noto un certo fastidio nei confronti del progresso… ”

      Partiamo dalla constatazione, se vogliamo tragica, che la vita sul pianeta è legata all’equilibrio tra 1) le risorse che consumiamo, 2) i rifiuti che produciamo e 3) la capacità della natura di smaltire tali rifiuti.

      Ciò che chiamiamo Progresso è l’incredibile accelerazione di 1).

      La conseguenza indesiderata è l’uguale accelerazione di 2)

      e quindi la bancarotta di 3).

      Ora, ciò che ha permesso questa accelerazione è un particolare meccanismo che dipende dalla contabilità (numeri “arabi”),

      dalla possibilità di accumulazione offerta dal denaro,

      da una mentalità che dice che un tot di metri quadri in Oltrarno “valgono” quanto due terzi di un quadro di Gauguin o quanto centomila litri di benzina,

      dalla misurazione geometrica della terra negli Stati Uniti (e da qui il il domino USA)…

      Ora, se tu dici, “se le risorse non fossero sfruttate dall’oligarchia mondialista a guida USA per il suo puro profitto”, vuol dire che ti immagini che l’umanità avrebbe potuto imboccare, in tempo utile, una strada diversa.

      Quale sarebbe, secondo te?

    • Davide Troiano aka daouda scrive:

      Nessuno nega il progresso che è naturale ma l’ingiustizia he e diverso e rende l’evoluzione troppi rapida e disordinata

    • Francesco scrive:

      >> se le risorse non fossero sfruttate dall’oligarchia mondialista a guida USA per il suo puro profitto, non ci sarebbero questi problemi ambientali o almeno non sarebbero di certo così gravi.

      posso forse condividere la parola USA e giusto perchè stavo ripensando alle Olimpiadi del 1996 e all’Original Dream Team

      😀

  11. Miguel Martinez scrive:

    Nessuno ha commentato quello che a me sembra un punto importante.

    Esiste un’ideologia che è assolutamente dominante, anzi è l’unica legalmente ammessa.

    Sostiene che gli esseri umani sono, in breve, tutti uguali e buoni, e meritevoli degli stessi identici diritti, e che lo scopo di qualunque governo possa essere solo rendere ognuno di loro felice, come lui/lei meglio e individualmente desidera (degli altri esseri del pianeta, questa ideologia se ne frega).

    La stessa ideologia ha spesso una sorta di corollario, che non viene magari esplicitato, ma che è sempre presente: l’umanità si divide in Esseri Umani Buoni e in Mostri, tutti i problemi dei Buoni derivano dalla cattiveria dei Mostri e i Mostri vanno eliminati.

    Quali siano esattamente i Mostri dipende un po’ dalla causa che di volta in volta si adotta: sfruttatori, populisti, omofobi, fascisti, islamisti, reazionari, clericali, antidemocratici, feudatari, mafiosi, tifosi di calcio, padroni, maschilisti, antisemiti, ecc ecc. ecc.

    Tutte categorie molto diverse: il “padrone” chiaramente è ricco, il tifoso di calcio magari è un povero disgraziato, ma qui non stiamo parlando dell’oggetto dell’odio, bensì di chi odia.

    Non sto nemmeno dicendo che non esistano i problemi posti da queste categorie.

    Sto solo dicendo che le polemiche becere di Destra hanno un fondamento di verità innegabile: esiste davvero certa gente così carica di amorevole odio, che chiede dieci anni di galera per un facchino disoccupato che ha disegnato una svastica (e poi magari la stessa gente si scandalizza dieci anni dopo perché è stato scarcerato, e se lo rimandano in carcere, non gli basta nemmeno quello), ma considera che “dobbiamo amare tutta l’umanità“.

    • Davide Troiano aka daouda scrive:

      Io non ho mai fatto sto discorso per questo lo sirvolo bellamente d’altronde è talmente stupido giacché significherebbe estirpare l’umana stirpe damblé

    • Davide Troiano aka daouda scrive:

      Che poi è una secolarizzazione eretics del cristianesimo

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      “(degli altri esseri del pianeta, questa ideologia se ne frega).”

      Beh, anche gli altri esseri del pianeta se ne fregano di salvare l’umanità (poi ogni tanto salvano singoli esseri umani) 🙂

      Scherzi a parte, questa è un po’ come la questione del diritto: non si può invocare una titolarità di diritti per gli animali, perché questa presuppone una soggettività cosciente in gradi di elaborare il concetto di diritto: non posso disporre di ciò che non posso concepire.
      Quando si invocano diritti per gli animali, si sta in realtà invocando il diritto al riconoscimento della sensibilità di alcuni uomini nei confronti degli animali e si stanno quindi difendendo quegli uomini: se a nessun uomo importasse nulla degli animali, nessuno avrebbe mai posto la questione di una rilevanza giuridica del modo di trattare gli animali.
      Questo per l’ovvia ragione che il diritto è per sua natura un prodotto delle parti interessate a farlo valere, anche indirettamente o potenzialmente.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “Beh, anche gli altri esseri del pianeta se ne fregano di salvare l’umanità”

        Certo, e fanno benissimo a fregarsene.

        Però nessun tasso – albero o mammifero – ha mai preteso che l’intero pianeta esistesse unicamente in funzione sua.

        • Z. scrive:

          Oh, ci mancava la tirata animalista su quanto gli animali sono meglio!

          Miguel dai che ti voglio bene 🙂

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Z

            “Oh, ci mancava la tirata animalista su quanto gli animali sono meglio!”

            Taxus baccata è un animale?

            A parte gli scherzi, la questione è semplice. Per ovvio limiti di capacità di scrittura, nessun badger e nessun yew tree ha ancora scritto un testo in cui decide come devono essere le altre specie.

            Non saranno migliori, per fortuna sono più analfebeti di me o di te.

          • Z. scrive:

            Taxus baccata non so quanto sia meglio. Per certi versi è vagamente inquietante, e sospetto che la sua intenzione sia quella di conquistare il mondo!

        • Peucezio scrive:

          Miguel,
          però ogni specie è inserita nella catena alimentare e utilizza le altre specie solo ed esclusivamente in funzione propria.
          Non vedo in questo una distinzione sostanziale; anzi, semmai l’uomo è l’unico a preoccuparsi per le altre specie anche uscendo talvolta da questa logica.

          Poi io sono un antropocentrista radicale (anche se forse il termine è scelto male: non si tratta dell’uomo ma della cultura e la centralità dell’uomo è subordinata alla centralità di questa; nella misura in cui mammiferi evoluti manifestano forme di trasmissione culturale, in un certo qual modo partecipano, per quanto mi concerne, della stessa centralità), ma questa è un’altra questione.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Non vedo in questo una distinzione sostanziale; anzi, semmai l’uomo è l’unico a preoccuparsi per le altre specie anche uscendo talvolta da questa logica.”

            Certo, il punto non è morale.

            Il punto è che l’uomo ha quello strumento in più che gli permette pure di teorizzarlo. E sostenere che ogni cosa esiste soltanto in funzione dell’Uomo, cioè quella specie di divino ente collettivo fatto da Noi che siamo Bravi e dagli altri mostriciattoli orrendi (selvaggi, razzisti, drogati, ebrei, fascisti, musulmani, perditempo, padroni sfruttatori, a ognuno secondo i propri gusti).

            • Z. scrive:

              Sospetto che sia esattamente il modo con cui la vede qualsiasi animale, però.

              E che forse l’uomo è l’unico a porsi il problema di vederla diversamente.

              Animali che diventano vegetariani per scelta di vita, per dire, non ne conosco…

      • Z. scrive:

        Peucezio,

        il tuo ragionamento è interessante e valido, oltre che abbastanza diffuso nel magico mondo leguleico. Ma secondo me ha un punto debole, e sono i diritti dell’infanzia.

        Nessun bambino agisce in giudizio, né rivendica diritti. Possiamo concluderne che i diritti dei bambini sono solo diritti di adulti che empatizzano per i bambini?

        Si potrebbe dire: hanno diritti perché lo stabilisce la legge. Esattamente, e questo può valere per qualsiasi cosa – animali, alberi, androidi – purché così stabilisca la legge.

        Oggi, in effetti, le leggi che tutelano gli animali sono leggi a tutela del sentimento umano per gli animali. Ma le cose forse stanno già cambiando…

        • Peucezio scrive:

          Z.,
          “Nessun bambino agisce in giudizio, né rivendica diritti. Possiamo concluderne che i diritti dei bambini sono solo diritti di adulti che empatizzano per i bambini?”

          Assolutamente no.
          I diritti dei bambini sono legati al fatto di essere adulti in potenza.
          E’ vero che tali diritti si estendono anche a bambini malati terminali che non potranno mai diventare adulti, ma per il fatto che il bambino è fisiologicamente un adulto potenziale, anche nei rari casi in cui non potrà mai diventarlo: il principio vale per la categoria, quindi si estende anche alle eccezioni, per lo stesso motivo per cui ha pieni diritti un pazzo o uno in stato vegetativo.

          • PinoMamet scrive:

            Non so se sono d’accordo.

            I diritti dei bambini non mi sembrano dipendenti dal fatto che saranno o potrebbero essere adulti, ma al fatto che sono umani.

            A conti fatti, al fatto che sono esseri senzienti, in grado di provare emozioni e dolore fisico.

            Non siamo sicuri sulle emozioni, e non voglio entrare nella discussione, ma è un fatto che gli animali provino dolore fisico, quindi tutto sommato i diritti degli animali e quelli dei bambini non mi sembrano motivati da ragioni diverse.

            Sui vegetali, mi astengo 😉
            (quello in effetti credo sia il solo e vero caso di diritto garantito a non-umani sulla scorta unicamente dell’empatia umana).

            • Peucezio scrive:

              Sì, ma siamo sempre lì.
              Se i bambini rimanessero sempre tali e gli adulti nascessero già tali, come due categorie distinte di esseri, sarebbero gli adulti ad attribuire diritti ai bambini sulla base della tutela della loro sensibilità di adulti, poiché i bmbini (immaginiamo sempre bambini non abbastanza grandi da concepire l’idea di diritto e rivendicarla per sé) non sarebbero in grado di esigerli, né di comprenderli.
              Quindi sarebbe sempre un finto diritto, una proiezione, come quando pensiamo che un animale viene umiliato nel circo, come se davvero potesse sentire l’umiliazione.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per PinoMamet

              “A conti fatti, al fatto che sono esseri senzienti, in grado di provare emozioni e dolore fisico.”

              Certo, in genere anche gli animalisti la giocano su questo: “dopo il diritto del singolo uomo di fare il lavoro che vuole, dopo il diritto della singola donna a non essere tenuta chiusa in casa se non vuole, dopo il diritto del singolo bambino a non venire picchiato, vogliamo il diritto della singola vacca a non essere mangiata!”

              Notate che il riferimento è sempre individuale e soggettivo (riguarda cioè emozioni e dolore).

              Mentre le vere questioni sono di altro ordine.

              Il pescatore non si lamenta finché lo si paga, il proprietario della fabbrica non si lamenta finché può comprare il pesce, gli operai non si lamentano finché ciascuno di loro viene pagato, il cittadino non si lamenta se paga il giusto prezzo per il pesce.

              E intanto il lago viene svuotato di ogni forma di vita.

              Il problema non è se il singolo pesce soffre o no; e nemmeno che lungo la catena dei rapporti tra esseri umani, ogni singolo individuo si sia comportato secondo la legge.

              Il punto è l’insieme degli esseri umani di quel luogo – la comunità – nel rapporto con un altro luogo – il mare e le sue forme di vita (che potrebbe pure consistere in alghe insenzienti).

              Forse non esiste un termine giuridico per definirlo, eppure ci si gioca oggi la sopravvivenza dei nostri figli e dei figli – non ancora nati e quindi non ancora titolari di diritti – dei nostri figli.

            • PinoMamet scrive:

              Non so, a me pare che ci siano diverse leggi ispirate dal principio della tutela dell’ambiente.

              Che a ispirarle sia stata l’empatia umana, la personalizzazione della natura o altro a dire il vero mi pare poco rilevante, ma divertente come discussione 😉

            • Roberto scrive:

              Miguel,
              Hai visto Avatar recentemente?
              Mi stupirebbe, ma faccio la domanda perché parli come Mo’at!
              🙂

            • Roberto scrive:

              Comunque, più seriamente, io capisco e sono d’accordo su molte cose (non svuotare laghi e mari, non fare montagne di spazzatura eccetera), ma c’è sempre un quadro generale sul quale non ho le idee chiare.
              Il quadro è, come mi sembra sia la tua tesi, siamo sul Titanic che affonda? Ok allora tenderei a bermi l’ultimo bicchiere di champagne e mangiarmi un paio di tartine ascoltando l’orchestra perché tanto svuotare la stiva con i cucchiaini non ci serve a molto

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Roberto

                “Il quadro è, come mi sembra sia la tua tesi, siamo sul Titanic che affonda? Ok allora tenderei a bermi l’ultimo bicchiere di champagne e mangiarmi un paio di tartine ascoltando l’orchestra perché tanto svuotare la stiva con i cucchiaini non ci serve a molto”

                domande fondamentali!

                Intanto, io non so come sarà il futuro. Per quanto io parli di catastrofi incombenti 🙂 , evito sempre di dire cose tipo, “entro il 2093 la temperatura salirà di 7,5 gradi”.

                Perché sono il primo a non sapere che nel 2034, scoppierà un vulcano nel Lussemburgo, che annienterà tutta la civiltà planetaria, oscurerà il cielo e ridurrà le temperature di 20 gradi.

                Insomma, inutile fare i profeti.

                Più che dire che stiamo nella fase discendente, non mi permetto.

                Però sono convinto che l’unico a prendere sul serio la questione ambientale sia Trump. Che ha avuto il tuo stesso identico pensiero: ascoltarsi canzoncine americane anni Cinquanta e fregare l’ultimo bicchiere di champagne al resto del mondo 🙂

                Non voglio fare l’antitrump alla moda, mi limito a cercare di fare l’esatto contrario di Trump: cucire minuscoli paracadute, fatti di stoffa molto fragile, che aiutino alcune persone che conosco a fare un salto nell’ignoto.

                Non sembra un granché, ma tra queste persone ce ne sono anche alcune che mi sono molto care, e comunque non sono un pessimista di natura.

            • Roberto scrive:

              Mi domando inoltre se sia desiderabile vivere nel neolitico (un neolitico vegetariano per di più) per permettere ai nostri pronipoti di *sopravvivere* nel neolitico.
              Una bella estinzione organizzando una bella festa di addio all’umanità non è meglio?

            • PinoMamet scrive:

              Mi unisco alla mozione Roberto.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              “Il punto è l’insieme degli esseri umani di quel luogo – la comunità – nel rapporto con un altro luogo – il mare e le sue forme di vita (che potrebbe pure consistere in alghe insenzienti).

              Forse non esiste un termine giuridico per definirlo, eppure ci si gioca oggi la sopravvivenza dei nostri figli e dei figli – non ancora nati e quindi non ancora titolari di diritti – dei nostri figli.”

              Se la metti su questo piano, sono pienamente d’accordo (al di là delle discussioni di merito sull’entità del danno, ma il problema che poni è reale).

              Ma qui non c’entra il diritto: è una questione pratica.
              Se prendo un martello e mi do un colpo ben assestato sulle palle, sono un pirla, più che uno che viola i diritti dei propri coglioni.
              Se sono nel mio garage, chiuso e senza sbocchi o sfiatatoi, accendo il motore della mia macchina e lo tengo acceso a lungo, sono un imbecille, perché rischio di lasciarci la pelle nel giro di poco tempo.

            • Peucezio scrive:

              Pino
              “Che a ispirarle sia stata l’empatia umana, la personalizzazione della natura o altro a dire il vero mi pare poco rilevante, ma divertente come discussione ;)”

              Beh, no, direi che è fondamentale invece.
              Perché la Brambilla che vuole vietare la macellazione dei cavalli perché feriscono la sensibilità umana non contribuisce in nulla a difendere l’ambiente, mentre se si pongono limiti all’allevamento intensivo dei bovini, si contribuisce sì a salvare l’ambiente, visto l’impatto che ha.
              Non confondiamo la causa ecologista con quella animalista: la prima spesso è inefficace perché sceglie falsi obiettivi, ma nasce per un problema serio; la seconda è una scempiaggine totale.

            • Peucezio scrive:

              Robeto,
              “Una bella estinzione organizzando una bella festa di addio all’umanità non è meglio?”

              Proprio tu che eri ancora uno dei pochi uomini di buon senso del blog… 🙁
              Scherzi a parte, il neolitico è durato almeno il doppio delle epoche successive e non risultano suicidi di massa; il paleolotico è durato ordini di grandezza in più del neolitico (e, diversamente dal neolitico, in cui stavano più o meno tutti bene, sicuramente meglio di come sta mediamente oggi l’umanità, visto che era ignota la malnutrizione – nel paleolitico c’era davvero la precarietà di vita e la carenza di risorse) e nemmeno allora ci si è estinti.
              Vuoi farci estinguere ora, con la pancia piena e le tecnologie avanzate.
              Per fortuna poi quasi nessun uomo ragiona in questo modo (e secondo me nemmeno tu, che se ti trovassi nel neolitico impareresti presto a sopravvivere – d’altronde si tratterebbe solo di rinunciare alla televisione e al telefonino, mica al cibo – e dopo un po’, se ho capito un po’ come sei fatto, scommetto che ti troveresti pure perfettamente a tuo agio! 🙂 ).

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              roberto non so se sarebbe gaio e lieto nel neo-neolitico. Specie in assenza di basket, di apparecchi di buon livello per cucinare e di yacht massonici che frequenta abitualmente con Jean Claude 😀

              Io credo che durerei cinque minuti.

              Tu, forse venti secondi.

              Sicché, mi unisco al brindisi sul Titanic. Quanto a te, stammi a sentire, vieni ben a brindare con noi 😛

            • Peucezio scrive:

              Diciamo che avete un’immagine tutta vostra del neolitico.

              Per me l’unica difficoltà iniziale sarebbe abituarmi all’assenza del bidet, ma dopo due o tre giorni mi assuefarei.
              O, alla peggio alla peggio, non caco.

            • Peucezio scrive:

              Comunque, scusate la brutalità, meglio col culo sporco che morto 🙂

            • Z. scrive:

              Te al secondo giorno di fatica (cioè al secondo giorno) saresti da raccogliere col cucchiaino. Almeno io e robéluxe siamo due energumeni grandi e grossi…

              Valà che ti è andata di lusso 😀

              E comunque:

              Resources exist to be consumed. And consumed they will be, if not by this generation then by some future. By what right does this forgotten future seek to deny us our birthright? None I say! Let us take what is ours, chew and eat our fill.

              – N. Morgan, The Ethics of Greed

            • Roberto scrive:

              Peucezio

              “– e dopo un po’, se ho capito un po’ come sei fatto, scommetto che ti troveresti pure perfettamente a tuo agio! 🙂 ).”

              Proprio in questi giorni sto leggendo un libro sui vari modi di cottura “selvaggi” e su come costruirsi un forno interrato, o uno spiedo senza attrezzi o quasi 🙂

              Ma scherzi a parte, per me il punto è quale regressione è necessaria.
              Rinunciare a tante cose potrebbe essere fastidioso ma possibile. Vivere in un mondo dove passi a miglior vita se ti si infetta una scheggia che ti sei preso andando a far legna per riscaldarti la capanna, mi interesserebbe di meno.

              La difficoltà della discussione sta proprio nel capire astrattamente a cosa possiamo rinunciare (sempre che la rinuncia serva a qualcosa)

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              “Almeno io e robéluxe siamo due energumeni grandi e grossi…”

              Già, ogni tanto mi dimentico che tu, malgrado leggi Bergson, sei un ignorantone con le mani callose, pronto a zappare la terra all’occorrenza. 😀

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              “Ma scherzi a parte, per me il punto è quale regressione è necessaria.
              Rinunciare a tante cose potrebbe essere fastidioso ma possibile. Vivere in un mondo dove passi a miglior vita se ti si infetta una scheggia che ti sei preso andando a far legna per riscaldarti la capanna, mi interesserebbe di meno.”

              Qua però bisogna che ci capiamo.
              In pratica stai dicendo che preferiresti una morte certa piuttosto che vivere in un mondo hai più probabilità di ammalarti e morire rispetto a quanto non succeda a noi.
              Che peraltro abbiamo molte più probabilità, ma non certo la certezza di morire di vecchiaia e di non ammalarci prima: ognuno di noi nella migliore delle ipotesi ha sentito parlare di conoscenti o amici di amici morti di tumore, se non ha avuto invece la sfiga di averli fra i propri parenti o amici stretti.
              Quindi la sostanza della nostra condizione esistenziale non dico che sia uguale, ma non è radicalmente, totalmente diversa: il sentimento di precarietà dell’esistenza non lo tocchiamo con mano ogni giorno, se non siamo particolarmente sfortunati (e non è il caso di tutti qui dentro, come sai), ma, insomma, incombe anche su di noi.

              E quindi che dovremmo fare, brindare per questo al naufragio di tutta la baracca e alla nostra morte certa?

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              infatti resisterei poco più di te, perché HB non aiuta a procurarsi il cibo.

              E il vantaggio quale sarebbe? Che qualcun altro, che non ha deciso di rinunciare alle armi da fuoco, mi riduce in schiavitù? Che mi toccherebbe morire di fame, perché hai voglia a mantenere 7 miliardi di persone a suon di tecniche neolitiche? 🙂

              Fidati di Morgan. Mangiamo e beviamo a sazietà 🙂

            • roberto scrive:

              Peucezio

              “In pratica stai dicendo che preferiresti una morte certa piuttosto che vivere in un mondo hai più probabilità di ammalarti e morire rispetto a quanto non succeda a noi”

              non proprio.

              faccciamo un esempo concreto per capirci.

              oggi mi dicono che dobbiamo ridurre del x% l’uso del petrolio per arrivare al 2100 sperando che fin li si trovi un’alternativa.

              si decide quindi di vietare completamente le macchine a benzina/diesel => sacrificio che accetterei sperando che la società intorno a me si adatti (chessò, io potrei benissimo lavorare 3 giorni su 5 da casa, che mi farebbe risparmiare 120 km a settimana)

              si decide di scoraggiare pesantemente il trasporto di merci su strada a favore di treni => ok

              si decide che ogni essere umano ha diritto ad al massimo 2 viaggi in aereo all’anno => sigh! mi piange il cuore ma vabbé

              si decide di vietare qualsiasi tipo di circolazione (niente camion, niente treni, niente autobus, niente aerei) =>
              tenderei a dire “echissenefrega, io non voglio vivere di caccia e pesca”

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              ma infatti è il paragone iniziale col neolitico che non calza, solo che se uno mi dice “neolitico”, rispondo su “neolitico”.
              Una decrescita oggi, graduale o violenta, non avrebbe nemmeno una lontanissima parentela col neolitico.

              In realtà, poiché il problema è in grossa parte demografico e non è l’Occidente a stare esplodendo demograficamente, per conto mio la questione non sarebbe poi così complicata: bisognerebbe imporre la sterilizzazione di massa (salvando una piccola percentuale per perpetuare la popolazione, se no si estingue del tutto) a africani e molta parte degli asiatici (sono disposto anche a ignorare le riserve in merito legate alla dottrina cattolica, che, su questo punto, se applicate alla lettera, sono rovinose e comunque a che ci serve che miliardi di infedeli sfornino figli a carrettate?).
              Sembra una misura crudele, non ho idea di come si possa fareno pressioni per imporla, ma se l’alternativa è l’estinzione della specie umana, mi sembra l’idea meno peggiore.

            • Davide Troiano aka daouda scrive:

              Ma non c’erano per questo le guerre chimiche e climatixhe???

            • roberto scrive:

              “solo che se uno mi dice “neolitico”, rispondo su “neolitico”.”

              Maestro, l’arte di spararla grossissima io l’ho imparata da lei

              😉

            • Peucezio scrive:

              Ma io non le sparo grosse, dico quello che penso.

          • Z. scrive:

            Peucezio,

            un pazzo non ha necessariamente pieni diritti, o per meglio dire non ha piene capacità rispetto a te. Un bambino non ha mai capacità di agire, nemmeno se perfettamente consapevole di ciò che fa.

            E molti dei diritti che garantiamo ai bambini glieli garantiamo non perché diventeranno adulti. Glieli garantiamo invece proprio perché sono bambini e non adulti, e glieli garantiamo anche quando sappiamo che non diventeranno adulti. Questo li distingue ad es. dai diritti del nascituro, che sorgeranno soltanto se e quando il soggetto nascerà.

            Non è sempre stato così: ai bambini in quanto tali non è sempre stato riconosciuto il diritto allo studio, al gioco, a passare tempo coi nonni, a non dover lavorare in miniera.

            E nulla vieta che un domani, prossimo magari, siano estesi alcuni diritti agli animali in quanto tali. Mi sembra che ci si stia muovendo in quella direzione.

            • Peucezio scrive:

              Forse bisogna intendersi sul termine “diritto”.
              Se lo intendi semplicemente come “gli uomini adulti stabiliscono che qualcuno o qualcosa è intangibile e non gli si può fare questo o quell’altro, ma gli si deve assicurare questo o quell’altro” allora tutto può essere titolare di diritti, animali, piante, cose, concetti astratti.
              Io intendo la titolarità di diritto come propria di un soggetto e un soggetto è tale se è in grado di pensarsi come tale, di dire “io”.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Però c’è un particolare che non è quantitativo, ma qualitativo: l’animale è oggetto di diritto, non soggetto. L’incapace è rappresentato da un terzo, ma l’animale (o la sedia, la ghiaia, ecc.) è di proprietà di un terzo soggetto e non ha una propria sfera autonoma.
              Mi risponderai che nulla vieta di far diventare gli animali soggetti di diritto ed è vero. Ma prima va fatto quel salto, che per ora gli animalisti non chiedono (perché forse non sanno che esiste).

            • PinoMamet scrive:

              Se fosse così allora i pazzi e gli incapaci non sarebbero titolari di diritti.

              E in effetti non possono essere titolari di alcuni diritti:
              la tua definizione è cioè giusta, ma parziale.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ma gli incapaci possono essere titolari proprio di tutti tutti i diritti. Di quali non potrebbero essere titolari?
              Al massimo non possono compiere alcuni atti, nemmeno rappresentati (i c.d. atti personalissimi).

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              — Forse bisogna intendersi sul termine “diritto”. —

              In questa accezione (soggettiva), un diritto è una pretesa riconosciuta dalla legge.

              Giustamente puoi osservare che l’animale non ha “pretese” di questo tipo. Verissimo: non le ha neppure il bambino, però.

              Semplicemente, come dice MT, la legge non include gli animali tra i soggetti di diritto. Per ora. Ma quando si inizia a parlare di “avvocato dell’animale”, ecco, già ci si sta muovendo in quella direzione, secondo me.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Avvocato dell’animale?

            • Peucezio scrive:

              Certo.
              Firma il mandato con la zampa. 🙂

    • Francesco scrive:

      >>> degli altri esseri del pianeta, questa ideologia se ne frega

      orpo, sono ideologico pure io allora, agli altri esseri concede solo un ruolo di servizio (tranne i gatti, loro palesemente comandano)

      bello ma ottimista il ruolo dei governi da te pensato

    • kairobi scrive:

      Salve a tutti e @miguel ” Nessuno ha commentato quello che a me sembra un punto importante. ”

      Anche io trovo quello il punto importante. E direi che ci troviamo a vivere una fase del percorso a ostacoli che dall’Umanesimo (l’uomo è fondamentalmente buono) ha portato all’Illuminismo (basta sapere e la bontà fiorirà); salvo poi notare come cià non fosse sufficiente così la Luce della Ragione si è rivolta a se stessa distruggendo in un sol colpo le proprie fondamenta umanistiche, la Ragione stessa e i motivi del proprio sussistere, non avendo più nulla da illuminare: oscurantismo tecnico. (di qui a mio parere i comprensibili deliri del postmoderno o la schizofrenia diffusa o l’odio sotterraneo).

      Impossibile però in un quadro così dipinto evitare trovare nel male le ragioni del non bene, da curare con l’antibiotico o il ‘bombardamento etico’.

      Ma tutto questo non sarebbe drammatico se una tale ideologia non si fosse anche coagulata non solo in apparati burocratici, ma anche in dispositivi tecnici (quasi indistinguibili dagli apparati) che replicano il fantasioso ad un tale ritmo e con tale pervasività cellulare da renderlo solido. Il fiume è in piena.

  12. Miguel Martinez scrive:

    Questa bizzarra ideologia schizofrenica, da una parte, è l’ultimo rifugio di una sinistra annientata dal capitalismo.

    Dall’altra, la sua contraddizione di fondo è assolutamente palese: tanto che quando viene notata, questa ideologia sa invocare soltanto altra galera e altre punizioni.

    Ma proprio perché è così palesemente menzognera, permette a chi non ci crede di dire qualunque sciocchezza: perché ciò che dicono i “beceri di Destra” non verrà mai criticato per i contenuti, sarà unicamente un indizio in più da portare ai carabinieri.

    E così i “beceri di Destra” possono inventarsi i Muslimaniaci che Conquistano il Mondo o qualunque altra idiozia.

    Tanto quegli altri non ci staranno a riflettere, urleranno soltanto, “in galera! in galera!”

    • Peucezio scrive:

      Eppure non so se sia una novità.
      E’ il fanatismo tipico di tutte le ideologie rivoluzionarie.
      Ma in un certo senso potremmo dire che ragionare in termini di bene e male è di per sé stesso tipico dei malvagi, in quanto è il polo negativo a creare la polarità stessa.
      Adamo ed Eva hanno avuto bisogno di peccare per capire il bene e il male, mica di fare il bene.

      Quindi chi si ritiene buono è radicale e bigotto: non c’è virtualmente limite alle pene che potrebbe invocare per i reprobi.
      Ma d’altra parte è normale che i reprobi siano gli esponenti, riveduti e aggiornati, della normalità, delle cose che sono come sono perché sono più o meno sempre state così. Gli stessi islamisti mica vengono additati come mostri in quanto razionalizzatori iconoclasti nemici delle supersitizioni, ma perché vengono scambiati per residui del Medioevo, cioè di epoche in cui la gente viveva come poteva e non pretendeva di rifare il mondo a tavolino. Cioè vengono odiati in quanto compresi alla rovescia.
      I fascisti non sono odiati perché il fascismo rappresentò una svolta in senso modernizzatore violento e statalista, ma perché viene interpretato come un reazionarismo.

      In sostanza, in società di sussistenza il male era identificato col disordine (che provocava disgrazie, carestia, povertà, morte) ed era sentito come disfunzionale, quindi veniva relativizzato, non proiettato in una dimensione etica assoluta.
      Ma è proprio il sovvertitore, il portatore del caos, identificato dalle società normali come il male, a far irrompere la dimensione moralistica e, capovolgendo lo schema, a demonizzare la normalità in nome della sovversione permanente. Di qui il paradosso, per cui più uno difende le perversioni, più è bigotto; più è antinazista, più è violento e vuole l’ordine e la galera; più è anti-integralista, più è fanatico; più è libertario e anarcoide, più invoca la censura e il bavaglio.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “E’ il fanatismo tipico di tutte le ideologie rivoluzionarie.”

        Credo che dobbiamo cercare di studiare molto bene, insieme, questo meccanismo.

        Calcoliamo che stiamo vivendo l’esplosione isterica di idee, non del tutto sbagliate, nate mentre si saliva verso il picco: “urrà, abbiamo sempre più risorse, dobbiamo distribuirle a tutti!”

        Non è una cattiva idea, e non cadiamo anche noi “decrescisti” nella demonizzazione.

        Però quando si comincia a scendere lungo il lato destro del picco di Seneca, questa mentalità diventa suicida. Ma le persone prendono coscienza lentamente.

        E quindi succede che esattamente nel momento in cui dobbiamo trovare nuovi paradigmi, diventa legge assoluta il vecchio paradigma.

        • Peucezio scrive:

          Questa è una questione interessante.

          Io credo vi sia un arroccamento identitario degli ideologismi della modernità, in un momento in cui essa è o potrebbe essere messa in discussione.
          Cioè se si sta andando verso la frammentazione, quindi in senso inverso alle tendenze aggregatrici degli ultimi secoli, c’è anche il frammento costituito dai rottami della modernità aggregatrice, che da voler omologare tutto diventa una parte rabbiosa e identitaria. E ovviamente è forte in Occidente, perché di fronte all’arroccamento del mondo islamico sulla sua religione, della Cina sulla sua tradizione confuciana rivisitata marxisticamente e capitalisticamente, ecc., l’Occidente risponde con l’illuminismo, anch’esso molto rivisitato, che è la sua tradizione ideologica recente. Fosse per me risponderebbe con un cristianesimo medievaleggiante, ma forse per questo è troppo presto.

          Bisognerà vedere poi le tendenze a lungo termine: mentre noi in Occidente decresciamo gli altri crescono e i Cinesi mi sembrano troppo organizzati per lasciare che il mondo si impoveriscva: gente che riusciva a costringere le famiglie a fare un solo figlio e che è abituata a gestire centinaia di milioni di persone ci mette poco a risolvere in un botto problema demografico, scarsità delle risorse e quant’altro, anche in forme violente o ultra-autoritarie.

          • ruttone scrive:

            a me veramente sembra che la porzione di mondo che comanda (ormai diventata trasversale tra tutti gli esempi geografico/culturali che hai citato) abbia come base comune la tecnica, e di solito ha ben poco a che vedere, se non per coincidenza, con il retroterra culturale

            perché la tecnica funziona

            • Peucezio scrive:

              Ruttone,
              sono d’accordo solo in parte.
              La tecnologia è la stessa in tutto il mondo (non il livello, il tipo di tecnologia che si usa), ma è molto diverso il modo di usare la tecnica da russi o cinesi o invece da noi.
              Il capitalismo cinese o russo è un capitalismo fortemente controllato dallo stato, come sai, e questo fa moltissimo la differenza, rispetto al sistema di potere transnazionale che c’è in Occidente.

              Il marito di mia cugina grosso imprenditore spagnolo, economista che parla in televisione, ecc., cui ho accennato qui altre volte, mi spiegava che in Cina tu vai a trattare con un alto dirigente, il presidente o l’amministratore delegato di una grossa azienda e stabilisci un rapporto, degli accordi commerciali, ecc. Poi torni l’anno dopo, sperando di mantenere un rapporto continuativo, ma ti ritrovi al posto suo un altro tizio, perché il precedente è stato rimosso ex auctoritate dallo stato, per cui devi spiegargli tutto daccapo, prendere nuovi accordi, ecc., il che pare che renda i rapporti commerciali con le ditte cinesi estremamente frustranti.

            • Francesco scrive:

              Peucezio

              se lo facessero molto spesso e per motivi politici, le imprese cinesi produrrebbero ancora merda secca, come prima degli anni ’80

              tu soffri di statolatria acuta, ai livelli della gnoccolatria di altri frequentatori del blog 😉

          • Davide Troiano aka daouda scrive:

            Innanzi tutto Miguel dillo che sei un comunista di merda . Si discutono e si DEVONO discutere a prescindere i contenuti, mai perché siano ritenibili indiscussi, non per l’ovvietà ma proprio per il silenzio che vi ci cala, ossia nessun tema può essere proposto parlamentarmente ma solo popolarmente, dall’emergenza e la richiesta viscerale della gente che declara l’ambito da illuminare. Il Re deve guardare, non dico né vegliare e neanche fare il voluttuario…basta guardare. Avremo un popolo educato, ossia virtuoso dunque schietto. La sua forza propulsiva arriva dalle periferie collegate con il centro…è la pelle che sente ma è il braccio che segue. Mi spiace ma NON POTRAI MAI ESSERE UN POPULISTA caro Miguel, fattene una ragione visto che sei di sinistra.
            Esiste un’ unica politica. Centro e periferia son semplici convergenze al polo sud ed al polo nord. Saper riconoscere le spinte e le cadute tra i due poli è la politica, che può farsi solo al baricentro,e volendo, alla bisettrice angolare. Le dimensioni sono 6, 3 temporali e 3 territoriali.
            Che l’islam venga aiutato per impaurire il mondo secondo l’ambito che gli è più lecito e manovrabile, è comunque un dato di fatto che lo voglia fare. Quindi essendo una stronzata loro, è un’infamata nostra laddove si ceda perlomeno a giustificare tale posizione, e l’infame è la spia , non tanto il traditore. Il mondo moderno si è circondato di spie che siamo noi stessi, e questo mi ha stupito…che tu non ti renda conto di tale realtà in Oltrarno visto che ha anche fare col peccato originale presente nei non battezzati usati da incursori nel kosmo ( anche con i demoni che adorano ) e successivamente dall’eresia ma soprattutto dal tradimento di chi si è volto a Satana…dalla mancanza dei Santi , dall’indifferenza e l’affievolimento degli altri che è il primo passo per volgersi ai poli invece di centrarsi in sè stessi, e per
            loro di riparare e quelli a manipolare.
            Quindi non manipolano che dalle periferie. Ecco perché Satana non è un diavolo indipendente da Dio, seppur libero da Lui. Dio è troppo forte , è d’altronde un’incompetente che non sbaglia. Il peso gravitazionale và ai due poli perché è da valutare pure in espansione.
            E’ l’antipolica che è smembrata ma lavorano tutti laddietro , niente teoria complottarda ma stesso agitatore diversi impatti.
            Il mito della caduta nei paganesimi è naturale, non infrazione del divieto.
            Le periferie spingono in direzioni opposte per questo non c’è un sistema, ma un ballottolare. Satana ha una visione anch’esso centrale ma epicentrica dunque per forza di cose duale. E’ Lui che cerca lo scontro e si crea un alleato ossia la Natura, sottraendola alla sua vitalità, divenendo schiava.
            In Oltrarno la natura ora aventesi del quartiere per un medioevale sarebbe stata disgustosa…non dò una preferenza ai vecchi di per sè, anche se il periodo emigratorio è recente e se il parere di un’ottantenne varrebbe uguale, dico solo che vige il principio dell’antiquitas, ossia dell’autoconservazione. Ma è chiaro che per te gli scemi sono quelli che non usano il PC, o sbaglio caro lettore? Il nozionismo ci ha disturbato molto.

            Peucé il capitalismo è : usura – libertinismo ( ovviamente anche l’economia che è una psicologia sociale matematicizzata ) – attegiamento mafioso – repubbilicanismo a piedistallo – statualizzazione simil corporativistica .
            Nel cristianesimo medioevale sono le eredità , ma quale? Con Columba e Benedetto sì, ma già dallo scisma praticamente si può dire che si sia imboccata un’altra strada.
            Il tuo pezzo finale mi fa riflettere sul fatto che il paino kalergi lo possano appoggiare in fondo anche loro, usando quindi giust’appunto la friziosità del continente europeo.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Davide

              “Innanzi tutto Miguel dillo che sei un comunista di merda ”

              La prima frase è assai chiara, e te ne ringrazio.

              Per la parte che segue, mi servirebbe un traduttore, ne conosci uno adatto?

              Ho capito che stai dicendo qualcosa su Periferia e Centro, che a modo suo sarebbe un discorso interessante, ma purtroppo dovrebbe essere tradotto prima in italiano.

              Grazie!

            • mirkhond scrive:

              🙂

            • Davide Troiano aka daouda scrive:

              Se fumo non è colpa mia. Se leggi avrai capito giacché tradurre presume assenza di immaginazione eziologica. Basta quello

            • Z. scrive:

              Daouda,

              — Se fumo non è colpa mia —

              e di chi? del sistema?

              lo vedi che sei uno sbarbatello radicalscicche che vuole stare sotto il welfare socialista??

              😛 😛 😛

            • Davide Troiano aka daouda scrive:

              Certo che è responsabilità mia solo che certe uscite mi vengono fuori solo da fumato, in profondità e confusione annesse

            • ruttone scrive:

              nooo, questa enorme catasta di cazzate non può essere solo opera di uno stato alterato

            • Davide Troiano aka daouda scrive:

              Infatti è anche opera della mia malattia mentale ma non fa niente, non fuggo dalle mie responsabilità.

              DUSCIÈH

            • ruttone scrive:

              Bravo

            • Davide Troiano aka daouda scrive:

              Innanzi tutto Miguel dillo che sei un comunista di merda

              Nessun tema può essere proposto che solo popolarmente, dall’emergenza e la richiesta viscerale della gente che declara l’ambito da illuminare.
              Se avessimo un popolo educato, ossia virtuoso dunque schietto la sua forza propulsiva arrirebbe dalle periferie collegate con il centro come dalla pelle al cuore.

              Mi spiace ma NON POTRAI MAI ESSERE UN POPULISTA caro Miguel, fattene una ragione.

              Esiste un’ unica politica. Centro e periferia son semplici convergenze al polo sud ed al polo nord. Saper riconoscere le spinte e le cadute tra i due poli è la politica, che può farsi solo al baricentro,e volendo, alla bisettrice angolare. Le dimensioni sono 6, 3 temporali e 3 territoriali.

              Che l’islam venga aiutato per impaurire il mondo secondo l’ambito che gli è più lecito e manovrabile, è comunque un dato di fatto che lo desideri fare di per sè stesso. Quindi essendo una stronzata loro, è un’infamata nostra laddove si ceda perlomeno a giustificare tale posizione, e l’infame è la spia e traditore.

              Il mondo moderno si è circondato di spie e traditori che siamo noi stessi, e questo mi ha stupito…che tu non ti renda conto di tale realtà in Oltrarno ne è piena e ti faccia credere che ivi esista una comunità che non è.

              Quindi non manipolano che dalle periferie. Il peso gravitazionale và ai due poli perché è da valutare pure in espansione la gravitazione.
              E’ l’antipolica che è smembrata ma lavorano tutti laddietro , niente teoria complottarda ma stesso agitatore diversi impatti.

              Il mito della caduta nei paganesimi è naturale, non infrazione del divieto.
              Le periferie spingono in direzioni opposte per questo non c’è un sistema, ma un ballottolare. Satana ha una visione anch’esso centrale ma epicentrica dunque per forza di cose duale. E’ Lui che cerca lo scontro e si crea un alleato ossia la Natura, sottraendola alla sua vitalità, divenendo essa schiava.

              In Oltrarno la natura ora aventesi del quartiere per un uomo prenovecentesco sarebbe stata disgustosa…non dò una preferenza ai vecchi di per sè, anche se il periodo emigratorio è recente e se il parere di un’ottantenne varrebbe uguale a chi vive mmo, dico solo che vige il principio dell’antiquitas, ossia dell’autoconservazione. Ma è chiaro che per te gli scemi sono quelli che non usano il PC, o sbaglio caro lettore? Il nozionismo ci ha disturbato molto.

            • ruttone scrive:

              ribadisci concetti fondamentali

  13. Miguel Martinez scrive:

    OT per Pino Mamet

    Grazie a Dio, questo è uno spazio in cui si può giocare con le storie, senza scatenare follie…

    Vedo che l’avvelenatore al tallio voleva convertirsi al giudaismo :-). Che mi fa sorridere, ma non dubito che ci sia qualcuno nel manicomio che c’è lì fuori, pronto a dire che è colpa degli ebrei; e qualcun altro a chiedere GALERA SUBITO per chi l’ha notato.

    Ma io lo sapevo già chi era l’avvelenatore grazie al meraviglioso Theodore Dalrymple, che aveva scritto questo pezzo, e che io avevo letto poco prima:

    https://www.city-journal.org/html/sentimentalizing-serial-murder-13521.html

    Viva Theodore Dalrymple!

    • PinoMamet scrive:

      Beh di gente strana che si avvicina all’Ebraismo (che poi non esiste “l’Ebraismo”: diciamo che frequenta qualche comunità ebraica pensando di convertirsi) ne ho vista parecchia, ma così strana per fortuna no 😉

      devo dire che anzi mi stupisce quanto l’Ebraismo, che sicuramente è la più elusiva elitaria e respingente delle “religioni strane” presenti in Italia, riesca ad attirare comunque un certo numero di squilibrati ed individui problematici.
      Che poi di solito mette alla porta, più educatamente di come ho visto fare in un monastero buddhista (praticamente a calci in culo; ma c’è da dire che se lo meritavano) ma altrettanto efficacemente.

      Comunque, c’entra e non c’entra: qualche giorno fa voglio comprarmi un talled nuovo, e non c’ho voglia di andare fino a Milano: faccio una ricerca su internet, e scopro che esiste tutto un mercato di “messianic tallit” o “messianic prayer shawl”, fatti in Israele e rivolti al pubblico degli ebrei messianici (che credono in Gesù come Messia insomma) o dei cristiani giudaizzanti, che fa pressapoco lo stesso.

      E mi imbatto in una lunghissima e accesissima discussione su un forum americano (te pareva) tra una cristiana giudaizzante che dice che Gesù non ha mai indossato un tallit e un ebreo messianico che dice che invece sì e trovo modo di darle dell’antisemita…

      gente strana ce n’è!

      • PinoMamet scrive:

        Errata: trova.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “devo dire che anzi mi stupisce quanto l’Ebraismo, che sicuramente è la più elusiva elitaria e respingente delle “religioni strane” presenti in Italia, riesca ad attirare comunque un certo numero di squilibrati ed individui problematici.”

        Ma tutto sommato:

        1) centomila persona che in vita loro hanno avuto come peggiore esperienza quella di essere piantati dalla fidanzata, possono benissimo gridare “anch’io sono Anna Frank!”

        2) fare l’ebreo sul serio, lo trovo molto più interessante per un matto: gli ebrei non se li vanno a cercare, richiede strani comportamenti per cui i vicini ti riderebbero dietro, ti devi imparare una lingua non indoeuropeo, non puoi mangiare come tutti i parenti… sarei tentato anch’io, che non so bene cosa sia il tallio 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Io so che è un veleno perché un mio co-sceneggiatore lo ha ficcato in una ricetta di veleni… 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Però gli individui più divertenti (e di questi ne ho davvero visti tanti) sono quelli che vanno al monastero buddhista a spiegare al capo dei monaci che non ha capito niente del “vero” Buddhismo 😉

          (ovviamente il “vero” Buddhismo vuol dire voler tanto bene agli animali, credere di essere la reincarnazione di una nobildonna del Settecento e indossare maglioni arancioni, nel caso qualcuno avesse dei dubbi 😉 )

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        “Che poi di solito mette alla porta, più educatamente di come ho visto fare in un monastero buddhista (praticamente a calci in culo; ma c’è da dire che se lo meritavano) ma altrettanto efficacemente.”

        Non sottovalutare gli ortodossi.
        C’era un periodo in cui un mio amico voleva convertirsi all’ortodossia per lasciare la moglie (e perché ne era attratto, dall’ortodossia, non dalla moglie).
        Mi spiego meglio: erano divorziati da anni, ma lui voleva anche lo scioglimento, che per gli ortodossi è un po’ più facile. Certo, una chiesa ortodossa non avrebbe potuto sciogliere un matrimonio cattolico, ma a quel punto lui sarebbe diventato ortodosso, quindi non gli importava più il vincolo morale ancora vigente per la chiesa cattolica.
        Conoscemmo anche un prete siciliano (proveniente da un paese arbereshe di rito greco) della chiesa rumena, che fu molto cortese e una volta lo invitammo anche a cena fuori.

        Ma non dimenticherò mai il malmostosissimo prete greco con cui ebbi una breve conversazione telefonica: era seccatissimo; alla fine, proprio per farmi un favore, mi propose, con tono arrabbiato e scocciato un giorno e ora per andare a parlare con lui e si mostrò seccato di fronte alle mie esitazioni; alla fine lasciai stare: non invogliava proprio!
        Per la serie: “altro che proselitismo, perché ci venite a rompere i coglioni??” 🙂

        Per la cronaca, il mio amico è diventato un pagano radicale e ora sfoggia nella sua bella casa (è molto benestante) un bel busto dell’imperatore Giuliano in un’apposita nicchia.
        In casa sua credo esista tutto lo scibile il lingua italiana pubblicato su Giuliano.
        Il prete, quando andò a benedire casa sua e lui gli rivelò l’identità del personaggio ritratto dal busto rimase un po’ interdetto. 🙂

        • PinoMamet scrive:

          😀

          che personaggio, però, ‘sto prete!

          il tuo amico non ha pensato ai copti? Lì a Milano hanno anche la chiesa, mi pare ce ne siano diversi in zona Bande Nere (che peraltro è anche zona ebraica).

          • Peucezio scrive:

            Mah… ero io a ispirargli queste cose (venne anche alla messa tridentina dai sedevacantisti e inoltre conoscemmo insieme anche un vescovo ortodosso greco (ma toscano) veterocalendarista, che poi ho trovato essere conoscenza comune di un mio amico linguista) e in effetti non mi sono mai nemmeno venuti in mente i copti, forse perché sono un irriducibile calcedoniano e quindi, subliminalmente, li ho esclusi (benché li stimi, come tutte le chese antiche).

          • Peucezio scrive:

            Pensare che poi a Calcedonia (Kadıköy) ci ho pure dormito.

        • paniscus scrive:

          “un bel busto dell’imperatore Giuliano in un’apposita nicchia.
          In casa sua credo esista tutto lo scibile il lingua italiana pubblicato su Giuliano.
          Il prete, quando andò a benedire casa sua e lui gli rivelò l’identità del personaggio ritratto dal busto rimase un po’ interdetto. ”
          ———————

          E questo dettaglio come si spiega?

          Chi ha una simpatia irresistibile per la figura dell’imperatore Giuliano… mi aspetterei che il prete in casa per la benedizione non ce lo lasciasse neanche entrare 🙂

          • Moi scrive:

            Prof. , ho una terribile notiziona per Lei:

            laddove Piergiorgio Odifreddi ha miseramente fallito, sta ergendosi trionfante Mauro Biglino …
            va be’: forse dovevo mettere un Trigger Alert per Pino 😉 !

            • PinoMamet scrive:

              Moi,
              ho una terribile notiziona per te: nessuno qua dentro aveva sentito parlare di Biglino prima che lo andassi a scovare tu;
              e da breve ricerca, mi risulta pressoché sconosciuto anche alle mie conoscenze di fuori blog.

              Mi pare un po’ poco per i trionfalismi 😉

            • roberto scrive:

              pensavo di essere l’unico ignorante che non conosce biglino

            • paniscus scrive:

              Dall’alto della mia ultraventennale militanza come debunker, sgonfiapalloni e chaltron-buster, mi sento ragionevolmente di dire che Mauro Biglino è un cialtrone di livello troppo basso per meritare un briciolo dell’attenzione mia e di tutti gli altri scettici seri assortiti.

              Non è che non lo conosco: lo conosco ma non ritengo che valga la pena spenderci nemmeno due righe, in base al noto principio che, con certi personaggi, “se ci si abbassa a discuterci alla pari, poi chi assiste alla discussione potrebbe non capire più la differenza“.

            • Z. scrive:

              … e soprattutto, la vita è breve.

  14. Miguel Martinez scrive:

    OT

    Leggo che un piccolo partito italiano, che si chiama PD finalmente è riuscito nel suo intento: dare fastidio al Golia Forza Nuova!

    Su Twitter, un certo Matteo Renzi di Rignano sull’Arno scrive trionfante:

    ” Matteo Renzi‏Account verificato @matteorenzi
    1 h1 ora fa

    Per quelli di Forza Nuova, il Pd è il nemico. Ci odiano perché diamo fastidio, perché stiamo dalla parte della libertà e della democrazia, perché abbiamo valori diversi. Perché siamo dalla parte giusta della storia, noi. E non ci spostiamo. “

    • Miguel Martinez scrive:

      “Per quelli di Forza Nuova, il Pd è il nemico. Ci odiano perché diamo fastidio, perché stiamo dalla parte della libertà e della democrazia, perché abbiamo valori diversi. Perché siamo dalla parte giusta della storia, noi. E non ci spostiamo. “”

      Stiamo tutti lì a bocca aperta, a chiederci se la nuova pista per l’aeroporto di Firenze e l’appalto per l’inceneritore sarà concesso a:

      1) un amico di Roberto Fiore di Forza Nuova

      2) un amico di Matteo Renzi, esponente di un piccolo ma coraggioso partito che si chiama PD e che resiste a Roberto Fiore

      Voi cosa dite?

      • Miguel Martinez scrive:

        Storica vittoria dell’antifascismo!

        Il babbo di Matteo Renzi è riuscito a liberare il Teatro Comunale di Firenze dai fascisti!

        https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/16/tiziano-renzi-laffare-del-teatro-storico-di-firenze-comprato-dallamico-del-premier-in-cdp-e-rivenduto-ai-soliti-amici/2309962/

        Forza Nuova in fuga!

        Un esempio di antifascismo senza se e senza ma!

        “Los moros que trajo Franco
        en Madrid quieren entrar.
        Mientras queden milicianos
        los moros no pasarán.”

        • ruttone scrive:

          Orso Saggio

        • Peucezio scrive:

          Ma com’è ‘sta storia del patentino di antifascismo che Nardella vuole istituire per poter fare le manifestazioni pubbliche a Firenze?
          Ho capito male io?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Ma com’è ‘sta storia del patentino di antifascismo che Nardella vuole istituire per poter fare le manifestazioni pubbliche a Firenze?”

            Non ne so nulla.

            Certo, i fascisti a Firenze sono numerosi più o meno come gli scintoisti in Libia (e sospetto che nel resto d’Italia, non siano molti di più), quindi l’operazione è a costo zero.

            Comunque, il PD e Repubblica stanno lanciando una campagna enorme in base a tre o quattro fatti insignificanti di cronaca.

            Si tratta di quelli che io chiamo fatti irriducibili, cioè talmente minoritari, che nessuna campagna può servire a eliminarli; e quindi saranno sempre a disposizione per quelli che fanno campagne… per eliminarli.

            Ad esempio, una campagna per i diritti delle donne può avere grandi effetti su tante cose. Ma non potrà mai impedire che una volta al mese, un maschio su trenta milioni ammazzi di botte la propria compagna.

            La strategia del PD è speculare a quella di Salvini, che sa che prima o poi qualche giovane maschio immigrato sbandato – su centinaia di migliaia – commetterà uno stupro.

            Allo stesso modo, il PD può contare sul fatto che nell’arco di un mese, un italiano su 60 milioni farà un saluto romano, dirà al bar che Mussolini non era male o si farà scovare con una bandierina che potrebbe sembrare qualcosa di crucco.

            Mi sembra evidente che il PD abbia deciso quindi di copiare la campagna di Salvini, facendo leva sugli stessi istinti di isterismo identitario.

            E’ una campagna che non toglierà nemmeno un voto a Salvini, per cui lo scopo deve essere un altro.

            La mia ipotesi al momento è che Renzi dirà, “senza di me, tornano le camicie nere!”

            In questo modo svuoterà la sinistra di opposizione, parlando alle loro viscere (“meglio mille inceneritori e montideipaschi e banchetrurie e cementificazioni e licenziamenti, che un solo saluto romano!“) e riporterà con sé quei grillini che vengono da sinistra.

            Vuole uno scontro frontale con Salvini, insomma.

            Aspettiamoci una campagna elettorale in stile americano, di puro odio reciproco, costruito sul nulla.

            Se avete ipotesi migliori, fatemi sapere…

            • Peucezio scrive:

              Molto interessante.
              Non avevo pensato a un simile piano strategico, pensavo fosse il solito riflesso condizionato.
              E’ plausibile in effetti.
              Ma non so quanto funzionerà: radicalizzare lo scontro di solito porta acqua al mulino dei radicali, non dei moderati.
              Magari sbaglio, ma mi immagino già i sinistroidi col terrore del fascismo montante votare Grasso e compagnia dicendo: “ecco, con Renzi sono persino tornati i fascisti!”.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Magari sbaglio, ma mi immagino già i sinistroidi col terrore del fascismo montante votare Grasso e compagnia dicendo: “ecco, con Renzi sono persino tornati i fascisti”

                Parlando sempre per ipotesi… Non se il PD prende l’iniziativa, come sta facendo in questi giorni.

                Poi (ipotesi, ipotesi), può darsi che ricompattata la sinistra facendo l’estremista (ma sempre di tipo “umanitario” e solo sul “pericolo fascista”), Renzi faccia conto sul perbenismo e moderatismo italico perché tutti i bravi cattolici fermino quella testa calda di Salvini.

                Ripeto, è un’ipotesi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Certamente, in una campagna elettorale tra:

                “Un ghanese a Padova ha messo le mani addosso a una ragazza!”

                e

                “un tredicenne a Molfetta aveva una croce celtica al collo e c’è pure la foto!”

                i grillini sono spacciati, perché non sono marcatamente anti-immigrazionisti né marcatamente antifascisti.

            • Z. scrive:

              A me i grillini non sembrano esattamente “spacciati”. Sbaglierò io 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “A me i grillini non sembrano esattamente “spacciati””

                Infatti, la mia è solo un’ipotesi.

                Se la discussione fosse, “basta politici corrotti” contro “l’Italia ha bisogno di un governo serio”, il match sarebbe tra Grillo e Renzi.

                Ma anche se fosse su questioni tipo, “grandi opere di cui l’Italia ha bisogno” contro “basta devastazione dell’ambiente”.

                O ancora, “serve flessibilità per rendere competitiva l’Italia” contro “basta licenziamenti” (che poi qui Renzi avrebbe anche problemi alla propria sinistra).

                Se si riesce a spostare l’attenzione su “basta ghanesi palpeggiatori” contro “basta fascisti”, Grillo è fuori.

            • roberto scrive:

              miguel,
              alla tua campagna elettorale i pentastellati risponderanno con un “non ha lo scontrino, morte a tutti i politici! se siete stufi mandiamoli tutti a casa”

              1-1 palla al centro.

              (sono pessimista come Z)

            • roberto scrive:

              “basta ghanesi palpeggiatori” -> cosa hanno fatto i politici? niente, favorito l’immigrazione, leggi troppo molli e si sono mangiati tutto e ora la polizia non ha nemmeno i soldi per riparare le macchine -> sei stufo? M5S!

              “ci sono i fascisti” -> embeh? pure loro hanno mangiato come tutti -> sei stufo? vota M5S!

              mi sto convincendo, forse li voto anch’io!

            • PinoMamet scrive:

              In effetti i grillini faranno campagna elettorale su “usano negri e fascisti per distrarvi mentre vi borseggiano!” e come dice Roberto, palla al centro.

              Io, voterei Berlusconi (e sottolineo il condizionale) per le seguenti valide ragioni:

              -la soddisfazione di farlo una volta nella vita
              -premiare il prodotto originale anziché le imitazioni
              -ha dato grande spettacolo in passato, merita un riconoscimento alla carriera
              -fa promesse in grande stile, mica 80 euro
              -andrebbe d’accordissimo con Trump
              -sto dalla sua parte nella querelle matrimoniale con Veronica Lario

              purtroppo temo una sua svolta buonisentimentista-animalista: io lo voglio gaudente puttaniere!

            • roberto scrive:

              Pino

              “-sto dalla sua parte nella querelle matrimoniale con Veronica Lario”

              su questo sono d’accordo, ma è l’unico punto e non abbastanza per votarlo.

            • Francesco scrive:

              la tua analisi, caro Miguel, non tiene conto della – data per scontata – alleanza tra Salvini/Meloni e Grillo in nome del “mangia come parli, rutto libero, abbasso la UE”. già oggi valgono un 40% molto abbondante, contro il 25% del PD (che arriva al 30-32% coi rossi-rossi)

              non credo che una narrativa anti-fascista (che pure a questo giro sarebbe giusta) possa cambiare la scena.

              ci sono quelli che votano Berlusconi, i cattolici che cercano di capire dove è il male minore, bastano giusto per un 20% di voti mi pare

              io, da infame, tifo per la Troika (con Robeluxe vicerè spedito dal Lussemburgo con pieni poteri!)

              ciao

            • ruttone scrive:

              vorrei umilmente ricordare orso saggio

            • ruttone scrive:

              i grillini sono spacciati, perché non sono marcatamente anti-immigrazionisti né marcatamente antifascisti.

              mi associo al gruppo dei commentatori etichettati come “liberali” spesso non da sé stessi.

              I grillini stai tranquillo che raccolgono la feccia da dovunque cola

              Sanno fare bene tutti i ruoli dove è necessario strillare, fare le vittime, e in più sanno usare internet

              L’ex marito di virginia raggi che riscrive l’inno d’italia

  15. mirkhond scrive:

    “cristiani giudaizzanti”

    Appartengono a qualche setta della galassia protestante?
    Sono presenti anche in Italia?
    Credono che Gesù sia solo un uomo, seppure inviato da Dio?

    • PinoMamet scrive:

      Non escludo che ce ne sia qualcuno anche in Italia, ma probabilmente si conteranno sulle dita di una mano; mi sembra un fenomeno di origine protestante e statunitense, perlopiù.

      In cosa credano di preciso, non ho idea, ma devono essere abbastanza da farci sopra un business 😉

      • Davide Troiano aka daouda scrive:

        Non credo che riconoscano Cristo come Dio è qui la differenza. A meno che non siano ebrei cristiani ossia osservanti l’halakah ma credenti in Gesù Dio e questi di solito sono cattolici

      • PinoMamet scrive:

        Beh se sono cattolici non dovrebbero osservare la halakhà sia perché le tendenze giudaizzanti sono state condannate da non ricordo quale Concilio, sia perché gran parte della halakhà è di formulazione posteriore all’epoca di Gesù.

        PS
        comunque sì, indubbiamente Gesù indossava un mantello con tasselli agli angoli, ovverosia un tallit, anche se probabilmente non lo chiamava così perché il termine è post-biblico.
        Lo dicono i Vangeli stessi quando parlano della donna che gli afferra un “kraspedon”, ossia uno tzitzit (o sisit per chi vuol fare il figo: credo sia una “s enfatica”).

        Da notare che, al contrario di quanto sosteneva la cristiana giudaizzante che riteneva il tallit un “prayer shawl” inventato dai rabbini, cioè in pratica un paramento liturgico, i rabbini intervengono sì per definire come deve essere fatto, ma proprio allo scopo di NON farlo diventare un “paramento liturgico” o uno “scialle da preghiera” ma permettere che resti un vero e proprio indumento da indossare:
        ha una misura minima, deve essere indossato avvolgendolo come un vero indumento (“all’uso degli arabi”, dice la halakhà, che probabilmente in quel momento storico lo usavano ancora quotidianamente) almeno per un certo tempo, ecc. ecc.

        • Davide Troiano aka daouda scrive:

          Seguono un’halakah priva di ritualità giudaiche ed epurata da certe nozioni del kosher. Osservano le altre mizvòt quindi sono cristiani giudeo-grechi.
          Credo siano i veri cristiani e difatti il monastero esegue come questi gruppi tali canoni.

        • PinoMamet scrive:

          In effetti credo non ci sia niente di sbagliato per un cattolico nell’osservare le mitzvot “de-oraita”, cioè quelle della Torah, mentre non credo possano/debbano seguire quelle rabbiniche.

          Ciao!

  16. Moi scrive:

    l’animale è oggetto di diritto, non soggetto. […] nulla vieta di far diventare gli animali soggetti di diritto ed è vero. Ma prima va fatto quel salto, che per ora gli animalisti non chiedono (perché forse non sanno che esiste).

    [cit.]
    Mauricius Tarvisii

    —————————————-

    Restringendo il campo, al solo scopo di evitare di perderci (anche se “il naufragar c’è dolce in questo mare” per dirla con il Gobbo Sfigatissimo Fatto a Scuola 😉 …) , all’ Animalismo …

    Breve: penso che Mauricius abbia pienamente ragione. Gli Animalisti parlano in effetti sempre di Diritti degli Animali che sono stati violati … come si può dire a uno Show TV dei Bambini del Bangladesh costretti a cucire i palloni; solo che agli Animalisti dispiace per i Nimaléin molto di più e molto più sinceramente che non invece ai Filantropi per altri Esseri Umani … e chiunque abbia avuto a che fare con gli Animalisti sa che non esagero affatto !

  17. Moi scrive:

    Che io sappia, lo “stereotipo positivo” _ di cui sopra_ del “tutti genietti in matematica” è detenuto non tanto dagli Arabi, quanto dagli Indiani … ma forse ha influito Apu dei Simpsons, segnando l’ Immaginario USA e di conseguenza anche nostro.

    • Moi scrive:

      Ad esempio, in USA adesso “tira” molto la “Matematica Vedica” [sic] per dei “tricks” di calcolo mentale veloce e/o mnemotecniche delle “Costanti” …

    • paniscus scrive:

      Credo che il luogo comune sui geni matematici indiani sia stato ulteriormente sorpassato da quello sui cinesi, vietnamiti, coreani e sud-est asiatico vario.

      Incidentalmente, il vincitore assoluto delle finali nazionali italiane delle olimpiadi di matematica, è stato un certo Jacopo Guo Hi Chen : -)

  18. Moi scrive:

    per come la vedo io, almeno il Sapere Esatto, base delle Scienze … è per definizione da “fare a scuola” il meno peggio possibile nonché senza (!) aggettivi ! 😉

    • Moi scrive:

      proprio in virtù della sua universalità … per cui formula o teorema di Euclide, di Gauss o di Bramagupta ci può stare, ma non è che l’esattezza si pieghi a “consuetudini culturali” da relativismo d’accatto …

    • paniscus scrive:

      Eh già, come no?

      Solo che nel caso dell’insegnamento del “sapere esatto”, è abbastanza difficile poi rimaneggiare a piacimento le evidenze dei risultati e adoperare trucchetti per dare 6 a chi avrebbe 3 o per dare 8 a chi avrebbe il 6 preciso preciso, che è quello che l’utenza vuole, che i dirigenti scolastici vogliono e che vuole la cultura dominante del coccolamento a tutti i costi.

      Dialogo vissuto personalmente (rimaneggiato abbastanza per non essere reso troppo riconoscibile, comunque realistico, con collega di materia umanistica:

      – “Ma non ti dico che rabbia mi ha fatto la Serena Gallinella! Dopo due settimane che avevamo stabilito l’inizio delle interrogazioni, e due settimane che ricordavo tutti i giorni quali fossero gli argomenti da ripassare, l’ho interrogata e mi ha fatto quasi scena muta! Ma dico, quasi MUTA! Ha spiccicato qualche frasetta stentata, improvvisata in maniera penosa, tirando a indovinare… ma che delusione, da lei davvero non me l’aspettavo!”

      – “E quanto le hai messo?”

      – “Le ho messo 6, ma proprio non se lo meritava!”

      – “E allora perché le hai messo 6? Io, se uno mi fa scena muta gli do 2, o se spiccica solo qualche frasetta stentata gli do 3, altro che 6!”

      – (sospirone) “…eh, ma si sa che voi di matematica non potete capire!…”

  19. Zhong scrive:

    Non se e’ stata gia’ discussa, ma questa mi sembra proprio una notizia per Kelebek:

    http://theconversation.com/why-trumps-evangelical-supporters-welcome-his-move-on-jerusalem-88775

    In breve: Trump dichiara che la nuova capitale di Israele e’ Gerusalemme, per compiacere i cristiani evangelici che credono che la “rupture” sarà’ preceduta proprio da questo evento!

    • Peucezio scrive:

      Miguel, già che siamo in tema, mi consigli un libro sul cristianesimo americano (le varie congregazioni evangeliche, ecc.)?
      Se non sbaglio don Giussani anni fa ne scrisse uno. Lo conosci per caso? Sai se è fatto bene?

  20. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Il punto è che _ eccezion fatta isolata per Massimo Cacciari _ nessuno della Classe Dirigente/Culturale prende atto del fatto che se nelle Periferie Disastrate diventa la “Spes Desperantium Secolarizzata” ciò che per la Nostra Co-Sti-Tu-Zio-Ne è il Male Assoluto … allora è la suddetta Classe Dirigente/Culturale ad aver fallito, anche e soprattutto nelle Istituzioni.

    Invece, sui Media Main Stream : bocche a cul di gallina, indici puntati al cielo evocando La Legge Punitiva con un’invettiva a voce stridula nasalizzata querula con accento RomaBBBène (o imitato se si è di altrove) e … se non fosse per certa Plebaglia, vivremmo in un Mondo Perfetto !

  21. Moi scrive:

    Undici Rituali di Magia Deambulatoria (come dice Miguel …) in programma in Toscana …

    http://www.controradio.it/fiore-manifestazioni-fascismo-undici-citta-toscane/

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Undici Rituali di Magia Deambulatoria (come dice Miguel …) in programma in Toscana …”

      La cosa interessante è che partono tutti dal Partito Unico, non dai ragazzotti identitari, un po’ vivaci ma tutto sommato simpatici, che in genere fanno i cortei contro Casa Pound (ma anche contro Renzi).

      Insomma, è una strategia (pre)elettorale precisa.

      Che è anche l’opposto del solito: il Partito Unico ha trattato in maniera infame l’ANPI (che aveva osato difendere la costituzione contro la riforma di Renzi), ha sempre deriso tutto ciò che fosse “ideologico” come dicono loro, ha sempre cercato di apparire più pragmatico che idealista, proprio per attirare gli elettori “moderati”.

      Questo fa capire i limiti della “politica”: non stiamo parlando di gente malvagia (non condivido affatto l’antipatia di Moi per gli esponenti del Partito Unico, ne conosco troppi); è che per sopravvivere, tocca evidentemente anche fare questo.

      • Z. scrive:

        Miguel,

        — il Partito Unico ha trattato in maniera infame l’ANPI —

        Urca! E’ successo qualcosa di particolare dalle tue parti?

        Alla Festa de l’Unità di Bologna c’era il banchetto ANPI e faceva propaganda per il NO. Mentre diversi tra i tesserati PD che hanno osato esprimersi per il SI – non certo ad eventi dell’ANPI, ma più banalmente in parlamento – sono stati estromessi dall’ANPI.

        Non tutti, eh: ad esempio, non hanno avuto il coraggio di espellere Anderlini, se non altro. Ma neppure di richiamare all’ordine il dirigente ANPI locale che si è divertito a dichiarare che Renzi è peggio di Mussolini. Che, ammettiamolo, detta da un dirigente dell’associazione dei partigiani d’Italia non è una frase particolarmente felice.

        Questa campagna di assalto frontale dell’ANPI personalmente mi ha stupito: non tanto per il merito del referendum (che ha visto molti professori, come lo stesso Smuraglia, schierati anche sul fronte del NO) ma per il modo con cui è stata condotta.

        Sicché, più che definire “infame” (quid pluris!) il comportamento di Renzi, francamente mi è parso piuttosto fuori luogo quello dell’ANPI.

        Che in altre circostanze capisco, anche quando mi sembra eccessivo: ad es., l’opposizione (che non condivido) all’istituendo museo di Predappio che sarà diretto da Flores.

        Ma in quel caso…boh.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Z

          “Urca! E’ successo qualcosa di particolare dalle tue parti?”

          Qui durante la campagna del referendum, il Comune negava persino le sale pubbliche all’ANPI.

          • Francesco scrive:

            ma come fa a esistere ancora l’ANPI dopo tutti questi anni? è diventata una roba ereditaria? siamo ai figli dei figli che mandano avanti la baracca?

            sono queste cose che rischiano di farmi tornare a votare, giuro, altrimenti non ci penserei neppure.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Francesco

              “ma come fa a esistere ancora l’ANPI dopo tutti questi anni?”

              Calcola che esiste persino la Chiesa cattolica, ancora.

              Magari tra tremila anni i sopravvissuti staranno nelle loro piccole capsule di metallo a girare attorno ai resti della Terra, a sospettarsi a vicenda di essere fascisti.

            • Moi scrive:

              … Stupenda risposta, Miguel ! 😉

            • Francesco scrive:

              figa, non vorrei sconvolgerti ma il NOSTRO fondatore è risorto dalla morte e sta benissimo (posso dire “se la passa da Dio”?) … per quelli dell’ANPI non mi pare

              senza contare che la nostra dovrebbe essere una religione, quella dell’ANPI no

              😀

            • Moi scrive:

              @ FRANCESCO

              Ti cito Mauro Biglino che cita Napoleone Bonaparte 🙂 :

              “L’ Umanità può anche vivere senza un
              dio, ma NON può vivere senza una religione” …

            • Francesco scrive:

              grazie Moi

              da indegno rappresentante di una religione vera e propria non posso che compatire chi cerca di soddisfarsi con questi succedanei

              segaioli che non sanno cosa si perdono!

              😉

            • Francesco scrive:

              PS a questo punto, il PD faceva benissimo a mettere i bastoni tra le ruote alla propaganda dell’ANPI

              un’associazione pseudo-religiosa non merita lo stesso rispetto dei reduci di una vera guerra

            • Z. scrive:

              L’ANPI ormai ha talmente pochi reduci che non lo è nemmeno la sua nuova presidente.

              Del resto ben pochi, a quell’età, possono avere la lucidità e la presenza di spirito del professor Smuraglia, che a mio avviso avrebbe peraltro meritato maggior attenzione nei primi anni Duemila (ma questo è un altro discorso).

              Poi un’associazione può nascere con uno scopo e proseguire con uno scopo (neppure del tutto) diverso, sicché immagino che l’ANPI continuerà ad esistere come associazione storico-culturale quando l’ultimo dei reduci se ne sarà andato.

              Detto questo, se il comune di Firenze avesse negato una sala all’ANPI per ragioni di partigianeria di partito lo troverei una cosa davvero ingiusta… davvero è andata così?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Detto questo, se il comune di Firenze avesse negato una sala all’ANPI per ragioni di partigianeria di partito lo troverei una cosa davvero ingiusta… davvero è andata così?”

                Infatti. E la cosa colpisce è che sia stato il Comune stesso, non – che so – il festival del PD.

                Hanno provato anche a sfrattare l’ANPI dalla sua sede. La fonte fa ridere (il sito del PMLI), ma so da fonti dirette che le cose sono andate come esposte qui:

                http://www.pmli.it/articoli/2016/20160302_10j_anpi%20oltrarno.html

                “Il congresso [dell’ANPI] ha segnato anche una bella vittoria nel braccio di ferro col Comune di Firenze sull’uso gratuito della sede ANPI. Una questione che si trascina da anni. Dopo aver concesso la sede in uso gratuito in via Sant’Agostino, il Comune, più di tre anni fa, ha deciso di fare cassa chiedendo affitti esosi alle associazioni ospitate in vari immobili di proprietà del Comune; alla Sezione “Oltrarno” per due stanze senza servizi sono stati chiesti 550 euro mensili, più le spese ordinarie e straordinarie per la manutenzione dell’edificio. Lo sfratto esecutivo era già stato intimato dagli uffici tecnici del Comune per i primi di marzo ma gli attivisti della Sezione hanno messo in chiaro che avrebbero sgomberato solo costretti dalla forza pubblica; a questo punto è stata la giunta del renziano Dario Nardella a cedere e inviare in tutta fretta al congresso la consigliera comunale Stefania Collesei (PD), a nome del Consiglio comunale e dell’assessore Federico Gianassi, con la comunicazione che la sede verrà assegnata alla Sezione a titolo gratuito, senza richieste per le mensilità pregresse.”

          • PinoMamet scrive:

            “ma come fa a esistere ancora l’ANPI dopo tutti questi anni? ”

            è semplice, ti ci iscrivi 😉

            a parte tutto, in effetti fa pensare abbastanza anche me, mi dà un po’ l’idea di trovarmi di fronte all’Associazione Veterani di Napoleone o Reduci delle Guerre Puniche

            • Moi scrive:

              … Be’: sai benissimo però, Pino, che per queste tue “battutine” ti rinfaccerebbero subito di essere in Debito Eterno nei loro confronti per quanto concerne la tua Libertà d’ Espressione ! 🙂

  22. Miguel Martinez scrive:

    Interessante, vedo che Zizek dice qualcosa di molto simile a ciò che ho detto io. Leggetevi l’originale, anche se in inglese

    http://www.independent.co.uk/voices/antifa-populism-white-nationalism-populism-brexit-donald-trump-alt-right-racism-a8097376.html

    Dico leggetevi l’originale, perché il suo ragionamento è stato storpiato in modo tremendo a sinistra (The Guardian) e a destra (Dagospia).

    Lui parte dalla vittoria di Macron in Francia: e Renzi sicuramente vorrebbe copiare proprio quella vittoria.

    “Fascism itself is immanently fetishist: it needs a figure like that of a Jew, elevated into the external cause of our troubles – such a figure enables us to obfuscate the real antagonisms which cut across our societies.

    Exactly the same holds for the figure of “fascist” in today’s liberal imagination: it enables people to obfuscate deadlocks which lie at the root of our crisis.

    When, in the last elections in France, every leftist scepticism about Macron was immediately denounced as a support for le Pen, the elimination of the left was the true aim of the operation, and the demonised enemy was a convenient prop to sustain this elimination.

    The sad prospect that awaits us is that of a future in which, every four years, we will be thrown into a panic, scared by some form of “neo-fascist danger,” and in this way blackmailed into casting our vote for the “civilised” candidate in meaningless elections lacking any positive vision.

    In between, we’ll be able to sleep in the safe embrace of global capitalism with a human face. The obscenity of the situation is breath-taking: global capitalism is now presenting itself as the last protection against fascism, and if you try to point this out you are accused of complicity with fascism.

    Today’s panicky anti-fascism doesn’t bring hope, it kills hope – the hope that we’ll really get rid of the threat of racist populism.”

    • roberto scrive:

      Miguel

      “When, in the last elections in France, every leftist scepticism about Macron was immediately denounced as a support for le Pen, ”

      zizek, come tanti altri, non ha capito una cosa e cioè che al secondo turno delle presidenziali c’è una scelta tra tizio e caio, punto e basta. effettivamente si, ogni supporto tolto a tizio è dato a caio e viceversa. Melenchon che dice “non voto macron”, di fatto toglie un voto al nemico di lepen.
      è proprio una logica di matematica elementare.

      poi ci sono le legislative, ilsistema è diverso ed effettivamente lì Zizek ha ragione

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        ” al secondo turno delle presidenziali c’è una scelta tra tizio e caio, punto e basta.”

        Certo, è un’alternativa molto più secca in Francia.

        Ma anche in Italia, chi vota Grasso sarà accusato di sabotare chi difende l’Italia dal Vero Pericolo.

        So che l’attuale legge elettorale è praticamente incomprensibile, ma penso che anche tecnicamente sia così – non essendoci più il proporzionale puro, un voto a Grasso indebolisce Renzi, senza rafforzare altrettanto Grasso stesso.

        Ma al di là della questione tecnica, il punto è come si imposta il gioco.

        Se io riuscissi a trasformare il dibattito elettorale attorno a un unica questione, “promoviamo il calcio o promoviamo il basket?”, e mi ponessi a capo del partito del calcio, vincerei le elezioni, alla faccia di tutte le altre possibili divisioni.

        • Francesco scrive:

          scusa chi ti ha detto che non c’è il proporzionale puro? siamo avvelenati da una quota di proporzionale che ucciderebbe democrazie molto più forti della nostra e tu ti lamenti?

          😀

          anzi

          🙁

    • Francesco scrive:

      >> global capitalism is now presenting itself as the last protection against fascism, and if you try to point this out you are accused of complicity with fascism.

      beh, esattamente cosa ci sarebbe di erroneo in questa presentazione? che abbia la faccia di Salvini, Le Pen, Maduro, Erdogan, a me pare evidente che si tratti sempre di regimi oppressivi e inefficienti, in lotta verbale contro il capitalismo globale e molto peggiori dello stesso

      se poi fosse il CG che, in modo geniale, riesce ad avere come unica alternativa il BVF in varie mascherature, tanto di cappello mi verrebbe da dire

      ciao

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        Erdogan? Che ha messo sossopra la Turchia, ha creato il boom delle speculazioni immobiliari, ha distrutto lo statalismo kemalista, ha lanciato la Turchia nel mercato mondiale… boh, non mi sembra proprio il regime “inefficiente”, né credo che abbia mai detto una parola contro il “capitalismo globale”.

        • Francesco scrive:

          mmmm

          un nazionalista religioso che non ce l’ha con il mondialismo? va bene che il principio di non contraddizione vale solo per noi intellettuali borghesi ma scommetto “da prima” che ha pronunciato Parole di Fuoco contro le interferenze straniere e i valori estranei alla Tradizione

          giusto?

          PS pure la buonanima ha prosciugato le Paludi pontine, se è per quello

  23. Moi scrive:

    Alcuni minuti paradigmatici dell’ Inconcludenza della Politica Italiana :

    la Ducina che tergiversa in continuazione su ciò che nel cognome suo e di suo nonno sta “riemergendo” dal Passato, e qui _ lo ripeto _ la Storia NON ripete … al massimo ricicla ! 😉

    I “de Sinistra” del tutto incapaci di ragionare oltre (!) i simboli poiché non possono esimersi dal difendere senza se e senza ma … il Moloch del Libero Mercato Assoluto, con il Furor dei NeoConvertiti post 1989. Come se non fossero da ricercarsi in esso Libero Mercato Assoluto le cause E del Rigurgitare dei Simboli NaziFascsti E del Riversarsi, dalle Ex Colonie Africane e AfroAsiatiche dei “Negri Affamati di Figa Bianca 😉 [cit.] & Arabazzi Indemoniati dal Corano 😉 ” in Europa …

  24. Moi scrive:

    Scusate, qui :

    https://www.youtube.com/watch?v=ZsL00kTMLTI

    Quasi 33 minuti di discorsi senza (!) che avvenga una “comunicazione”, però molto emblematici e interessanti per il “come” avviene la “non-comunicazione” … e per cone il Nulla diventi una materia molto sostanziosa, per la quale si deve essere prontissimi a insulti a distanza e a botte di persona !

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Quasi 33 minuti di discorsi senza (!) che avvenga una “comunicazione”, però molto emblematici e interessanti per il “come” avviene la “non-comunicazione” … ”

      🙂

      • Miguel Martinez scrive:

        Il video segnalato da Moi merita di essere visto: una sorta di “intervista” di un programma RaiTre a vari esponenti politici, tra cui spicca Alessandra Mussolini, riguardo a ciò che è successo a Como.

        Provate ad astrarre da ogni simpatia o antipatia, o dal merito dei fatti di cui si parla: ecco cosa succede appena si scende al livello simbolico-viscerale-identitario della “politica”.

        Ogni desiderio di capire o di comunicare si spegne, esiste solo il desiderio – anche se in forma salottiera – di vedere annientato l’altro.

        E’ una droga potentissima e micidiale.

        La cosa più terrificante è come fatterelli puramente simbolici, quasi ridicoli, assumano un’importanza in grado di oscurare qualunque altra cosa.

        D’altronde, sono cose che vediamo succedere spesso nel mondo islamico (sul tipo, “tizio linciato perché sospettato di aver parlato male del quarto califfo”), solo che ci sembrano surreali perché non condividiamo le loro chiavi simboliche.

        Che Dio ci salvi dalla “politica”, e dalla sua arma finale, il simbolismo identitario.

  25. Moi scrive:

    Intanto, i Problemi Veri del Paese sono Maschilismo e Omofobia “con una sprussatina di” [cit.] Razzismo al Grande Fratello VIP … finché non giunge l’ Intellettuale con aria compassata e sguardo sornione di chi la sa lunga a Illuminare Tutti che il GF VIP è Specchio del Paese !

  26. Moi scrive:

    Pesaro, svastica davanti alla scuola Anna Frank. Renzi:
    “Combattiamo lo schifo”

    http://www.repubblica.it/cronaca/2017/11/19/news/svastica_scuola_anna_frank_pesaro-181537309/

    devo dire che “Make War Not Love” non l’avevo ancora visto, sui muri … l’Inversione esatta (!) degli Anni Sessanta, però solo resta invariato che sono ci sono dei Giovani disadattati in un Mondo creato dai Vecchi.

    —————————————————————–

    Forse, anche questo “analogicamente” ci aiuta a spiegare apparentemente insondabili “mysteri” 😉 del tipo :

    “Com’è possibile che nella Banlieue di Parigi o di Marsiglia ci siano Settantenni Tunisini che si sentono molto più “Enfants de la République” dei loro nipotini Ventenni ?!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Pesaro, svastica davanti alla scuola Anna Frank. Renzi:
      “Combattiamo lo schifo””

      Esiste una distinzione fondamentale tra episodi di cronaca legati a fatti culturali, ed episodi incomprimibili.

      Un esempio è la violenza fisica legata alla politica in Italia: negli Anni Settanta, ci si picchiava da Tarvisio a Trapani, tutti i santi giorni; e ogni notte, c’erano due o tre attentati, magari insignificanti in sé (tipo “molotov contro sede DC, saracinesca bruciacchiati”).

      Questo è un esempio di un fatto culturale; oggi la cultura è cambiata, e quindi gli episodi analoghi sono pochi.

      Invece, prendi il ragazzo che ha avvelenato mezza famiglia con il tallio, e che voleva convertirsi al giudaismo.

      E’ colpa della mancanza di educazione chimica nelle scuole? E’ perché non ci sono più i sani valori di una volta? I rabbini di oggi si ricordano sempre di insegnare che nel vero giudaismo non si avvelenano i parenti? O è il giudaismo che insegna ad avvelenare i gentili? E’ colpa del parroco che non ha saputo salvare il suo parrocchiano in tempo? E’ colpa della chiesa cattolica che…

      Certo, ognuna di queste piste ci permetterebbe di fare polemiche infinite, accusando la scuola, gli ebrei, i laici, i cattolici o i chimici. E gridando a ciascuno, “Forza, abbi il coraggio di condannare!”

      Ma sarebbe più onesto dire semplicemente che si tratta di un episodio incomprimibile. E che altri strani episodi del genere succederanno di nuovo, perché siamo in sette miliardi sul pianeta e mica tutti, tutti tanto normali.

      • paniscus scrive:

        “Invece, prendi il ragazzo che ha avvelenato mezza famiglia con il tallio, e che voleva convertirsi al giudaismo.
        E’ colpa della mancanza di educazione chimica nelle scuole? ”
        ——————————

        Citofonare Flavia De Luce, protagonista di una spassosissima serie di gialli ambientati nell’Inghilterra degli anni cinquanta.

        E’ una ragazzina di 11 anni (all’inizio della saga, forse alla fine ne ha circa 14), erede di una famiglia illustrissima ma economicamente decaduta, che vive in un enorme maniero ormai cascante per mancanza di fondi per i restauri, e del quale sono quindi abitate pochissime stanze, e nessuno si cura delle altre.

        La fanciulla, mai stata a scuola, ed educata in casa da istitutrici noiose fissate solo con il ricamo, il pianoforte e le buone maniere da signorina per bene, ha scoperto in casa una ricchissima raccolta di libri e di strumenti scientifici messi insieme da un prozio morto decenni prima e considerato pecora nera della famiglia, e si è attrezzata un laboratorio di chimica strepitoso.

        Poi non è che lei ammazzi la gente, anzi, i delitti li risolve con la sua intelligenza acuta e anche con le sue analisi di laboratorio autogestite… però le pozioni tossiche, urticanti, coloranti, per fare scherzi pesanti alle due insopportabili sorelle maggiori o ai vicini pettegoli, le prepara di continuo : – )

  27. izzaldin scrive:

    La lingua italiana chiacchiera come quella di una gazza: se non si sfogassero così, sarebbero più difficili da dominare; ma nessun gran chiacchierone ha ancora realizzato nulla di grande, in questo mondo”.

    verissimo, e mi fa impressione l’aver sentito un amico inglese esprimere lo stesso identico concetto in altra forma:
    lui sostiene che gli italiani in situazioni di tensione cominciano a discutere animatamente, alzando la voce, ma raramente arrivano alle mani; al contrario, gli inglesi non parlano e cominciano immediatamente a picchiarsi. poi gli inglesi fanno subito pace, ancora sanguinanti magari, mentre per gli italiani una discussione può durare anni e anni.
    “insomma, voi italiani parlate troppo, noi inglesi parliamo troppo poco! “:)

    • Davide Troiano aka daouda scrive:

      Si in effetti Spada ci ha messo troppo a dajè na testata

      • Francesco scrive:

        e ancora di più a essere messo al gabbio!

        giusto?

      • izzaldin scrive:

        Spada è stato inseguito per più di un giorno da quel giornalista, mica gliel’ha data subito la testata, anzi gliel’ha data dopo una lunga discussione.
        Ma poi voi romani siete il popolo più chiacchierone d’Italia, siete proprio lo specimen perfetto di questo ragionamento

        • Davide Troiano aka daouda scrive:

          Veramente semo bona lingua e mejo mano quindi nun semo coniji come l’imglesi

          • izzaldin scrive:

            sì ma parlate troppo
            e poi scusa Roma-Liverpool i coniji furono i vostri che si rifiutarono di tirare i rigori mica gli inglesi che vi alzarono la coppa in faccia LOL

            • Davide Troiano aka daouda scrive:

              Ma i giocatori mica so romani…che parlamio troppo è risaputo. Semo ciarlieri ma poi menamo pure bbene. Anzi a Roma se dice che funge così : prima te dò na pizza e poi te dico che te la ddò…

            • izzaldin scrive:

              er parlamento ndo se chiacchiera chiacchiera solo a Roma poteva sta’.
              te saluto

            • PinoMamet scrive:

              Mi pare che tutto sommato le uniche parti d’Italia dove avvengano risse e picchiature con una certa regolarità siano il Veneto e la Toscana.

              Gli emiliani-romagnoli sdrammatizzano, quanto a Roma, quando ci ho vissuto ricordo solo una specie di finta aggressività verbale che poi si risolveva in battute, e l’idea stranissima che essere popolani fosse una cosa figa.
              Se c’erano risse e menamenti erano in zone lontanissime da me.

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              “l’idea stranissima che essere popolani fosse una cosa figa.”

              Che cosa meravigliosa! E’ il motivo per cui non si possono non amare i romani. Più sono burini e più se ne compiacciono. Ragazze comprese.

            • Francesco scrive:

              Peucè

              è il motivo per cui a Roma si può andare solo per brevi periodi, poi vuoi tornare a stare tra esseri umani

              😉

            • PinoMamet scrive:

              La vedo come Francesco.

              La sapienza popolare
              riconosce che i romani sono simpaticissimi: i primi cinque minuti.

              Peggio dei romani ci sono solo i “comici romani”, che poi sono persone che dicono le stesse identiche battute dei romani, solo che lo fanno per un pubblico che paga per sentirsele ripetere da uno famoso (a Roma).

            • Francesco scrive:

              Pino

              sarò generoso: famo ‘na settimana

              poi torno nell’unica città civile d’Italia – o in alta montagna, se riesco a convincere la moglie

              🙂

            • Daouda scrive:

              Izzaldin i parlamentari sò de fora Roma si o no? Allora che cazzo voi? Se sò mai menati pè la bandiera? Se portano appresso la zaccagna? Allora nun so romani. Nun scassà er cazzo

  28. Peucezio scrive:

    Roberto,
    ““basta ghanesi palpeggiatori” -> cosa hanno fatto i politici? niente, favorito l’immigrazione, leggi troppo molli e si sono mangiati tutto e ora la polizia non ha nemmeno i soldi per riparare le macchine -> sei stufo? M5S!

    “ci sono i fascisti” -> embeh? pure loro hanno mangiato come tutti -> sei stufo? vota M5S!

    mi sto convincendo, forse li voto anch’io!

    Secondo me ci prendi.

    Miguel,
    tu parli di polarizzazioni dialettiche (slegate da ogni sostanza reale) e le attribuisci giustamente al dibattito politico.
    Ma non vedo il nesso col consenso popolare: la gente, per quanto ingenua, non credo viva in funzione di queste polarizzazioni fittizie. Un po’ se ne fa condizionare, è inevitabile, ma da come ne parli tu sembra che il consenso si giochi solo su quello.
    In questo senso il discorso di Roberto secondo me è giusto: molta gente dice: “gli altri ci hanno preso per il culo, schierandosi di volta in volta contro o a favore dell’immigrazione, contro i neofascisti o in qualche modo giustificandoli, ma sono chiacchiere, non ha fatto nulla per risolvere i problemi davvero”.
    E quindi, nell’ingenua convinzione che i grillini li risolveranno (dovuta al fatto che non hanno mai governato a livello nazionale e quindi almeno non c’è la riprova contraria), molti li voteranno.
    E ho la netta impressione che queste manovre di Renzi e compagni – restando nella tua ipotesi, che prudentemente hai presentato come tale – saranno controproducenti e contribuiranno ad affossare il Pd, mentre tutt’al più, come ho detto più sopra, tireranno l’acqua al mulino della “cosa rossa”, perché nella misura in cui si polarizza, l’elettorato italiano è identitario, non strategico.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “E quindi, nell’ingenua convinzione che i grillini li risolveranno (dovuta al fatto che non hanno mai governato a livello nazionale e quindi almeno non c’è la riprova contraria), molti li voteranno.”

      Vediamo come se la giocheranno.

      Se sapranno dire abbastanza forte ““gli altri ci hanno preso per il culo, schierandosi di volta in volta contro o a favore dell’immigrazione, contro i neofascisti o in qualche modo giustificandoli, ma sono chiacchiere, non ha fatto nulla per risolvere i problemi davvero”.”

      Ma è anche vero che saranno massacrati dal PD (“Grillini, avete condannato quanto noi il disoccupato di Catania che su Facebook ha scritto che il Duce non aveva tutti i torti? Eh? Avanti, voglio sentirvi che lo gridate forte quanto noi, altrimenti non ci crediamo!”) e da destra (“e la shariah, come la mettiamo con la shariah? Come possiamo essere sicuri che Grillo arrivato al potere non ci imporrà la legge islamica? Avanti, ditelo che siete contro l’Islam! E se non lo dite forte quanto noi, vuol dire che siete complici!”).

      E’ una partita aperta, certamente. Ma pensiamo a quanto sarà squallida!

  29. Peucezio scrive:

    Insomma, l’antifascismo non si mangia.
    Negli anni ’70 – e ancora fino a pochi anni fa – lo stomaco era pieno quindi ci si poteva consentire la contrapposizione ideologica.
    Oggi la gente comincia a non avere il pane, quindi secondo me se ne fotte abbastanza del riemergere del neofascismo e del neonazismo che stanno per rifare la marcia su Roma e del fatto che fra un po’ muore di nuovo Hindenburg e il Führer prende i pieni poteri.
    Mi sembra che il Pd stia giocando questa carta fuori tempo massimo. Almeno spero, perché se non è così vuol dire che gli italiani sono talmente decerebrati che vivono in un mondo completamente virtuale anche quando non riescono più a mettere insieme il pranzo con la cena.

    • MOI scrive:

      @ PPEUCEZIO

      Hai ragione, almeno in parte. Ma, ancora una volta, i Politici del PD NON hanno contezza dell’ Impauperimento del ceto medio; hanno tuttavia un indefinito sentore (!) della vistosa falla elettorale che rischia di affondarli … allora la buttano in Simbolismi da “Bella Ciao” come Extrema Ratio contenitiva del danno.

    • roberto scrive:

      rincaro la dose.

      non solo la gente se ne fotte, ma c’è sempre in giro questo fantasma del periodo meraviglioso in cui l’italia era ricca e prospera, felice nel suo isolamento. i criminali severamente puniti, quindi le strade sicure. i treni arrivavano in orario.
      come non avere nostalgia di questo momento d’oro della nostra storia?

      cosa abbiamo avuto dopo? 60 anni di ladri, il PD che ha le banche, l’euro che ci impoverisce, la sinistra che impone tasse e regala posti di lavoro ai parassiti statali, i giornalisti che ci nascondono la verità.

      la carta antifascismo è proprio inutile

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        ” ma c’è sempre in giro questo fantasma del periodo meraviglioso ”

        Infatti erano discorso che sentivo spesso quando ero ragazzo a Roma, dagli anziani di ogni ceto sociale.

        Credo che la loro memoria però sia ormai scomparsa, la gente sa vaghissimamente che ci sono dei cattivi nei film che torturano la gente, poi vengono fatti fuori con il lanciafiamme dagli americani, e che bisogna fare gite divertentissime all’estero in posti noiosi e brutti.

        Roba abbastanza irrilevante, e su questo sono d’accordo con te e con Peucezio.

        Però se la partita è quella, tocca pure tifare per una delle due squadre.

        E lì prevale anche il perbenismo di quelli che bisogna sposarsi in chiesa anche se non si crede a Dio, e bisogna essere pubblicamente contro il fascismo anche se non te ne frega proprio niente.

        Inoltre, se Salvini sventola, l’immigrazione, se ne può discutere: sì, no.

        Se Renzi sventola il fascismo, non se ne può discutere: è vietato.

        E magari il giorno prima delle elezioni, si può organizzare in tutte le scuole d’Italia una super-Giornata della Memoria, tanto mica c’entra con le elezioni.

        Comunque sono tutte ipotesi; quello che resta è il fatto – sappiamo che gente che fino a qualche settimana fa parlava del fascismo giusto quando dovevano portare la corona d’allora al monumento ai partigiani, adesso dichiara che è il primo problema nazionale.

        E se sono ministri, sindaci, assessori ecc. vuol dire che non sono cretini.

        • Moi scrive:

          corona di “alloro” suppongo 😉 … cmq, sì: è chiarissimo, consideriamo inoltre che abbiamo tanti anziani, e se Silvio dice “sono uno di voi” arrendendosi al metabolismo 😉 … cosa si può controbattere se non sfruculiando il Passato Eterno del II Dopoguerra quando _ nel Grande Mythos Fondante & Fondativo _ il Bene Assoluto si erse trionfante sul Male Assoluto come mai prima nella Storia ?!

        • roberto scrive:

          “E se sono ministri, sindaci, assessori ecc. vuol dire che non sono cretini.”

          ah, beata gioventù!

          • Francesco scrive:

            a me paiono disperati, invece, oltre che cretini

            mentre il fascismo è una marea montante, sperano di vincere il mini-derby di sinistra cavalcando il ronzino dell’antifascismo storico

            del resto, Miguel, tutti quelli finiti ghigliottinati o fucilati dalla rivoluzione erano sicuri di essere furbissimi

            ciao

            • roberto scrive:

              accordo totale !

              il giovane ingenuo è Miguel 🙂

            • Z. scrive:

              Che ci sia una marea montante di estrema destra, qualsivogliamente etichettata o etichettanda (non mi interesso di découpage) è ormai difficile da negare.

              Del resto c’è in tutta Europa, e l’Italia mica sta in Oceania.

              Mi sembra sano che tutti i partiti di sinistra, dalla più trasparente alla più accesa, prendano posizione al riguardo.

              In termini elettorali non credo cambierà granché (per usare un eufemismo), ma probabilmente qualche esaltato sarà indotto a tirare il freno per non correre troppi rischi.

              Sono tempi bigi e ci si accontenta del beige.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Che ci sia una marea montante di estrema destra, qualsivogliamente etichettata o etichettanda (non mi interesso di découpage) è ormai difficile da negare.”

                Che ci siano ormai tante, tante persone anziane, sole, impaurite, che temono di essere scippate, che sanno che i loro nipoti non hanno futuro, che si sentono “invase” da giovani maschi stranieri dall’aria aggressiva, è verissimo. E succede perché ci sono più anziani che in tutta la storia dell’umanità, e più solitudine e meno legami tra le persone.

                Vogliamo chiamare questa paura e questa solitudine una “marea montante”?

                Non saprei.

                Penso al comizio di Salvini a Firenze, con gente che veniva soprattutto dalla provincia. Il più giovane aveva ancora i capelli bianchi, gli altri li avevano già persi 🙂

                Mentre il corteo che li minacciava era composto tutto da giovani, al massimo trentenni.

                Il fascismo è stato esattamente il contrario: “giovinezza primavera di bellezza”, ragazzotti usciti freschi freschi dalla trincea che volevano spazzare via il “vecchiume.”

                Poi numericamente è vero, gli anziani spaventati sono molti e saranno sempre di più.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              le persone anziane che citi mica sono tutti estremisti di destra. Per contro, ci sono molti giovani che votano Lega.

              Valutare un elettorato dai quattro gatti che vanno in piazza, poi, mi sembra a dir poco antistorico. Non parlo dei comizi di Civati. Prendi il M5S; fatica ormai a radunare dieci persone intorno ad una bancarella, e pare che sia il primo partito. Di certo è tra i primi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “le persone anziane che citi mica sono tutti estremisti di destra.”

                Non lo so, sei tu che parlavi di “marea montante”.

                Di elettori di destra sotto i sessant’anni, devo ancora vederne uno, poi immagino che esistano.

                Ma anche se qualche giovane votasse a destra nel segreto delle urne, resta sempre la differenza radicale con il fascismo storico: dove la militanza non si esauriva affatto “nel segreto delle urne”.

                Oggi, in piazza, vedo solo giovani di estrema sinistra. Non sono numerosissimi, sono molto di meno che negli Anni Settanta, ma sono gli unici pronti a battersi per qualcosa, nel bene o nel male.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              che ci sia una marea montante di destra sempre più radicale è evidente a chiunque abbia seguito le elezioni nei Paesi europei degli ultimi anni.

              Sostenere che non si possa parlare di “estrema destra” perché le piazze suano sempre più vuote (anche a sinistra, veh) o perché i simboli sono cambiati, francamente, boh.

              Comunque, siccome non ho aspirazioni da etichettatore, possiamo parlare non di estrema destra ma di “banana”.

              E a questo proposito, credo che sia bene che la politica si occupi di questa banana. Cercando di capire come nasce, grazie a chi o a che cosa cresce e prospera e così via.

              Trovo che sia una banana pericolosa, capace di influenzare persone ingenue con la sua propaganda, mentre i dotti e saggi disquisiscono amabilmente di come ogni banana è diversa dall’altra.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Comunque, siccome non ho aspirazioni da etichettatore, possiamo parlare non di estrema destra ma di “banana”.”

                E’ il termine “marea” che mi sembra fuorviante, più che il termine “estrema destra” o “banana”.

                Esiste un’immensa, diffusa paura, in un mondo di individui isolati e sempre più anziani.

                Aumenta di sicuro, solo mi fa pensare alla bassa marea, molto più che a quella alta.

                L’Europa sta invecchiando anagraficamente (vedere differenza tra rivoluzione catalana del 1936 e quella del 2017);

                l’urbanistica all’americana assieme alla chiusura delle fabbriche ha distrutto tutte le forme di aggregazione tra le persone;

                i giovani aggressivi, con alti livelli di testosterone, hanno facce strane;

                i risparmi di una vita se ne stanno andando in fumo;

                la gente sente nelle ossa che ormai siamo arrivati alla frutta.

                Sono cose che si vivono, non c’è bisogno di “propaganda” per diffonderle.

                Tutta questa paura e debolezza vogliamo chiamarla “marea”?

            • Z. scrive:

              Miguel,

              occhio però.

              “Siamo messi male” è un discorso, “mandiamo al governo l’estrema destra” è quanto meno un passaggio successivo.

              Ci sono differenze tra il 1936 e il 2017? Certo, e mi stupirei parecchio se non ce ne fossero. Ad esempio – ed è solo una differenza su migliaia, immagino – una propaganda antigovernativa così pervasiva e invisibile nel 1936 non era nemmeno possibile immaginarla. Del resto la stessa propaganda governativa, oggi, è molto più forte di quanto fosse la miglior propaganda governativa nel 1936.

              La banana, però, nelle sue mutevoli forme, resta una forte tentazione semplificatoria in tutti i momenti di crisi, di paura e debolezza per dirla con parole tue. Senza paura e debolezza non ci sarebbe stata nessuna banana nemmeno negli anni Trenta, in un contesto per molti versi diverso da quello di oggi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Ci sono differenze tra il 1936 e il 2017? ”

                Ma non sono differenze qualunque.

                Nella storia del fascismo, il 1936 mi sembra sia contraddistinto da:

                – nazionalizzazione della Banca d’Italia
                – secondo anno della guerra d’Etiopia per permettere ai contadini italiani di emigrare lì anziché negli Stati Uniti e perché l’Italia voleva sembrare “uguale” a Francia e Inghilterra
                – l’ingresso nella guerra in Spagna contro un governo che stava facendo la riforma della proprietà fondiaria e concedendo autonomia alle regioni
                – l’autarchia

                Ora i primi punti non mi sembrano somigliare a nulla di grillino o di salviniano.

                L’autarchia qualche somiglianza potrebbe averla, ma era legata al fatto contingente delle sanzioni che l’Italia fascista si era tirata addosso da sola: il fascismo non nasce autarchico, anzi era prima liberista e poi dirigista, ma con rapporti sempre aperti con il resto del mondo.

                In effetti, all’epoca la propaganda antigovernativa non era per nulla pervasiva 🙂

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              “Di elettori di destra sotto i sessant’anni, devo ancora vederne uno, poi immagino che esistano.”

              Pensare che nei primi anni ’90 era l’esatto opposto.

            • Z. scrive:

              Se la cosa può rassicurarvi, vi rassicuro: ce ne sono a iosa…

            • Francesco scrive:

              Miguel,

              con molto affetto devo farti un forte rimprovero metodologico: il fatto che non incrociamo mai un fenomeno nel nostro camminare per le strade del quartiere non significa proprio niente.

              Io non conosco nessuno che mostri il minimo apprezzamento per Salvini, eppure nella mia regione credo prenda il 20% almeno. Non conosco nessuno che consideri la Meloni, neppure per sputarci sopra, eppure prende il suo 5%.

              Insomma, ogni tanto dovresti prendere in considerazione il fatto che il nostro quartiere non è una Minitalia ma un posto con le sue stramberie statistiche, prima di fare induzioni che ti fanno prendere cantonate gigantesche.

              Ciao!

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “Io non conosco nessuno che mostri il minimo apprezzamento per Salvini, eppure nella mia regione credo prenda il 20% almeno. Non conosco nessuno che consideri la Meloni, neppure per sputarci sopra, eppure prende il suo 5%.”

                Ma infatti quello che dico non contraddice minimamente l’esistenza di un 25% di popolazione che non riesce a trovare un posto nella rete. O perché non ha nulla da perdere, o perché fa un lavoro molto anonimo: immagino che un postino potrebbe benissimo fregarsene se la “rete” si incrina, e votare quindi Grillo, ad esempio.

                Persino a Firenze, il 40% vota per l’opposizione; e conosco anche qualche individuo che vota per Grillo; e ci sarà un 10-15% di misteriosi voti per Salvini o la Melloni anche nel nostro quartiere, quindi non tantissimi di meno rispetto a Milano.

                Possiamo perciò parlare di una “marea” che si alza, confondendo voti di gente isolata, una svastica sul muro, un braccio alzato a una partita di calcio di infima serie?

            • Francesco scrive:

              Miguel

              conosci Message in a bottle dei Police? perchè quando la gente isolata diventa tanta, è oggettivamente una marea

              se poi qualche politico riesce a farli votare per lui, è pure una marea montante

              PS il 60% non credo lo abbia mai preso neppure Formigoni al suo meglio, ripeto che siete strani forte lì a Firenze

        • PinoMamet scrive:

          “E magari il giorno prima delle elezioni, si può organizzare in tutte le scuole d’Italia una super-Giornata della Memoria, tanto mica c’entra con le elezioni.”

          Spero per loro non siano così autolesionisti da farlo.

        • Peucezio scrive:

          Miguel,
          “E lì prevale anche il perbenismo di quelli che bisogna sposarsi in chiesa anche se non si crede a Dio, e bisogna essere pubblicamente contro il fascismo anche se non te ne frega proprio niente.”

          Ma non si vota pubblicamente, grazie a Dio.

          • Z. scrive:

            A volte vorrei che si votasse pubblicamente. Tutti dovrebbero assumersi la responsabilità di ciò che votano davanti ai consociati.

            Certo, mi rendo conto che non è fattibile.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Z

              “A volte vorrei che si votasse pubblicamente.”

              Con il nostro caro sindaco che passa dal 60% al 90% dei voti in un colpo solo 🙂

              Mentre la cosa veramente interessante sarebbe se le preferenze di lista fossero pubbliche: non so come funzionano nel nuovo sistema elettorale, ma nelle elezioni a sindaco, mi ricordo di alcuni candidati del Partito Unico rispettatissimi, con un passato comunista, persone eccellenti, che dopo una vita di politica attiva, anche con incarichi significativi, si trovavano con 200 preferenze, mentre qualche ventenne di cui nessuno sapeva nulla, ne prendeva 1500.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Già, pubblicamente in modo che sia qualcun altro (datore di lavoro, famiglia, creditori…) finalmente a poter decidere chi devi votare. E’ tempo che ciascuno possa finalmente subire pressioni anche nell’esercizio della sovranità 😀

            • Francesco scrive:

              invece Z non ha tutti i torti, sarebbe bello che le scelte politiche fossero ostentato con coraggio ma anche una responsabilità da sopportare

              solo che finirebbe come dice MT o anche peggio, il che è rimane una delle più importanti ragioni per combattere le preferenze

      • Lucia scrive:

        No aspetta, c’è gente che pensa davvero che l’Italia fascista fosse più prospera di quella odierna? Qui siamo a livelli di analfabetismo, però.

        • Lucia scrive:

          (mi riferivo ai commenti di Roberto sul “periodo meraviglioso in cui l’italia era ricca e prospera”, e poi Miguel)

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Lucia

          “No aspetta, c’è gente che pensa davvero che l’Italia fascista fosse più prospera di quella odierna? Qui siamo a livelli di analfabetismo, però.”

          Non lo so se ce ne sono ancora: erano i discorsi che facevano tanti anziani negli Anni Settanta a Roma, non credo che li abbiano fatti più nemmeno i loro figli. E certamente non è quello che si insegna a scuola.

        • Roberto scrive:

          Assolutamente si (e ne conosco personalmente, miei coetanei o più giovani)

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “Assolutamente si (e ne conosco personalmente, miei coetanei o più giovani)”

            E come fanno?

            Quelli che conoscevo io, ti tiravano per il braccio e ti dicevano, “guarda non credere a tutto il male che si dice del fascismo, io c’ero e mi ricordo che…”, e giù a raccontarti la loro autobiografia, come amano fare certi anziani.

            E di solito finivano per dire che il fascismo sarebbe stato il governo migliore del mondo, se Mussolini non fosse stato così ingenuo da seguire quel pazzo di Hitler, maledetto, che ha rovinato tutto.

            Questi giovani che dicono?

            • Roberto scrive:

              Come fanno a fare cosa?

            • Z. scrive:

              Dicono più o meno la stessa cosa: “peccato che si sia alleato con Hitler”.

              C’è anche la variante “era costretto ad allearsi con Hitler”.

            • Moi scrive:

              Terza Variante: senza Hitler, Mussolini avrebbe garantito ordine pubblico, pace, onestà al governo, prosperità e benessere, spegnendosi serenamente di vecchiaia al potere … tipo Franco in Spagna.

            • Roberto scrive:

              Miguel

              “Questi giovani che dicono?”

              Quello che dicevo prima. C’è stato un periodo in cui l’Italia era un posto dove la vecchietta poteva uscire di casa senza paura di essere derubata, in cui tutti vivevano dignitosamente del loro lavoro, senza sindacati, giornalisti, parassiti a far fastidio

              Poi ovviamente ci sono gradazioni, chi le dice tutte insieme, chi ha un pallino preciso

              Ma veramente non hai mai sentito discorsi del genere? A me è capitato pure recentissimamente chiamando un amico d’infanzia a Bologna per augurarci buone feste….

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Ma veramente non hai mai sentito discorsi del genere? A me è capitato pure recentissimamente chiamando un amico d’infanzia a Bologna per augurarci buone feste….”

                Certo che ho sentito discorsi del genere, e molto spesso; ma solo da chi aveva vissuto il fascismo. Ma questi si sono registrati i discorsi dei nonni?

            • Z. scrive:

              Comunque, dalle parti di Lucia, una celebre parodia ironizzava sul peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita da quando si cantava “Giovinezza” anziché “Bandiera Rossa”.

            • Francesco scrive:

              Miguel,

              ma tu sei arrivato in Italia ieri? 😀

              davvero non sai che il discorso dell’Italia fascista onesta, coi treni in orario e un posto per ognuno, è la versione italiana di un topos che esiste in ogni paese europeo che abbia conosciuto una dittatura?

              l’ho sentita direttamente per Spagna e Cecoslovacchia, per via indiretta per tutti i paesi comunisti e per la Germania nazista

              non è un ricordo diretto di gioventù, è più una figura retorica (hai presente tu quando parli dei Rom nella Romania comunista?) 😉

              ciao

  30. Moi scrive:

    Cmq i Personaggioni NON caricaturizzabili* dalla Satira sono tutti di Dx … a parte forse Diego Fusaro, che però è di una Sx troppo Marxistamente Eterodossa nel Paradossale Presente !

    ——————–

    *tipo, visto che siamo Sotto-Natale _ Trigger Alert _ il vecchio presunto trailer parodistico dei Cinepanettoni di Maccio Capatonda, di fatto un bignamino di quelli veri …cosa che quest’anno ha fatto sul serio Paolo Ruffini, tirandosela da Storico del Cinema !

    https://www.youtube.com/watch?v=glDlBbACGbw

    • Moi scrive:

      Trigger del Trigger 😉 Alert :

      https://www.youtube.com/watch?v=ecrj20h61uM

      Paolo Ruffini su Super Vacanze di Natale:

      “Sono un nerd, fan dei cinepanettoni e me ne vanto”

      • izzaldin scrive:

        a proposito di trigger alert, l’altra volta ti ho pensato!

        ho visto una conferenza con un prof. newyorkese che doveva mostrare alcune diapositive che contenevano corpi nudi. questa la sua introduzione, cito letteralmente.
        “and now some pics showing nudity.. if I was in the U.S. I would have alerted the audience with a trigger alert, but we are in Europe and here I think you can handle it”
        🙂
        incredibile, ne sono coscienti loro stessi di quanto sono ridicoli e una volta in europa l’incantesimo si spezza!

        • Moi scrive:

          diapositive che contenevano corpi nudi.

          —————

          Sì, ma … in che contesto ?

          In teoria dovrebbe esistere ancora la “con-text-ualization” delle immagini … se non è troppo Novecentesca. 🙂

          • izzaldin scrive:

            quali convegni scientifici possono comportare la presenza di un powerpoint che contiene immagini corpi nudi?
            a me vengono in mente:

            medicina
            antropologia
            semiotica
            letteratura comparata.

            più difficilmente diritto o ingegneria 🙂

            era uno di quelli sopra elencati cmq

          • PinoMamet scrive:

            Beh anche Storia dell’arte non scherza 😉

        • roberto scrive:

          Izz,

          bellissimo aneddoto!

  31. izzaldin scrive:

    @Moi
    Hai ragione, almeno in parte. Ma, ancora una volta, i Politici del PD NON hanno contezza dell’ Impauperimento del ceto medio; hanno tuttavia un indefinito sentore (!) della vistosa falla elettorale che rischia di affondarli … allora la buttano in Simbolismi da “Bella Ciao” come Extrema Ratio contenitiva del danno.

    d’accordo al 100%

    • roberto scrive:

      Izz

      “i Politici del PD NON hanno contezza dell’ Impauperimento del ceto medio”

      secondo me l’hanno colto in pieno (e sarebbe impossibile il contrario!) solo che non sanno letteralmente che pesci pigliare. su questo sono esattamente come tutti gli altri, ma hanno un’arma in meno, non possono dire “torniamo a mascellone quando si stava tanto bene”, “affondiamo i barconi”, “mandiamoli tutti a casa”.
      sull’ultimo slogan, renzi ci ha provato con la sua (insulsa, offensiva, becera, dannosa, inutile e meschina) campagna sulla “rottamazione degli ultraquarantenni”, senza convincere nessuno, anche per la manifesta nullità degli under 40 che ha infilato al posto dei rottamati

      “hanno tuttavia un indefinito sentore (!) della vistosa falla elettorale che rischia di affondarli ”
      su questo invece non ci giurerei….

      • Moi scrive:

        … cioè ?

        … che ne abbiano sentore ? … che rischino di perder voti ? … entrambe le cose ?

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “sull’ultimo slogan, renzi ci ha provato con la sua (insulsa, offensiva, becera, dannosa, inutile e meschina) campagna sulla “rottamazione degli ultraquarantenni”, senza convincere nessuno, anche per la manifesta nullità degli under 40 che ha infilato al posto dei rottamati”

        segnalo un feroce (e probabilmente eccessivo e calunnioso) articolo di Dagospia sul sindaco di Mantova

        http://m.dagospia.com/weinstein-alla-mantovana-il-caso-del-sindaco-palazzi-tra-streghe-massoni-sesso-e-foto-di-cazzi-162640

        Astraete dalla massa di probabili calunnie che ci sono in mezzo, è fantastico il ritratto del nuovo politico piddino: sembra di vedere l’intero corpo degli assessori e dei consiglieri del Partito Unico di Firenze, già nella foto.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “secondo me l’hanno colto in pieno (e sarebbe impossibile il contrario!) solo che non sanno letteralmente che pesci pigliare. su questo sono esattamente come tutti gli altri, ma hanno un’arma in meno, ”

        Questo è vero, e non è detto che la carta antifascista sia vincente.

        Però può darsi che stando vicino, io abbia una percezione diversa di come funzionano le elezioni. Parlo solo a livello locale, ovviamente, ma non credo che sia molto diverso a livello nazionale: il sindaco da noi viene scelto dal consiglio di amministrazione di due grandi banche, dagli investitori dell’aeroporto, dai dirigenti della Confcommercio e della Confesercenti, da un gruppo di famiglie nobili che sono abituate dal 1300 a comandare.

        Nel quartiere nostro, comanda ad esempio un mite signore che proviene dalla destra ma è passato al Partito Unico e che ha un negozio di dolciumi, e tutti noi esagitati di cui vi parlo così spesso, rispetto a lui, non contiamo niente.

        I voti seguono automaticamente (il 60% al Partito Unico, nel caso di Firenze).

        Se questo Consiglio di Gestione della Città decidesse di sostenere un altro partito, cambierebbe tutto, ovviamente. Potrebbero farlo, ma non mi sembra per ora che abbiano intenzione di cambiare cavallo (anche se ho visto che in Via Tornabuoni hanno votato contro il referendum di Renzi, a causa di promesse fiscali non mantenute).

        • Miguel Martinez scrive:

          Come Stalin, mi chiedo, non quante divisioni abbia il Papa, ma quante banche, quante partecipate, quanti appalti abbiano Grillo e Salvini.

          E’ tutta lì la differenza tra chi chiacchiera e chi comanda.

          • Z. scrive:

            Ogni tanto mi cadi nel marxismo più puro e schietto. Così puro e schietto che per un attimo resto interdetto, e solo dopo qualche secondo mi ricordo che è il non-marxismo quello che da sempre mi attrae del tuo blog 🙂

            Per vincere le elezioni bastano i voti, Miguel. Cosa ne fai dopo si vedrà, ma non è detto che sia un problema così importante: se Salvini governerà lo farà con Berlusconi; Grillo non ha nessuna intenzione di governare.

          • Peucezio scrive:

            Miguel,
            mi convince solo in parte il discorso.
            C’è stata anche tantentopoli. Io ero a Milano e mi ricordo benissimo che il giorno prima i socialisti avevano in mano letteralmente tutto e il giorno dopo erano col culo per terra.
            Nelle regioni rosse tale ricambio non c’è stato (o c’era stato decenni prima), donde forse la percezione di immobilità assoluta.
            Poi, certo, se Grillo o la Lega andassero al potere a livello nazionale, sicuramente tutto l’apparato di potere economico passerebbe dalla loro. Ma dovrebbe scenderci un minimo a compromessi, perché se ha interesse a sfruttarli, anche loro hanno interesse a sfruttare lui, quindi, se non c’è vantaggio reciproco, non funziona.

            • Francesco scrive:

              non solo erano col culo per terra.

              non erano più esseri umani, non avevano diritto di parlare nè c’era bisogno di confutare quello che dicevano: insulti, sberleffi e violenza erano adeguati.

              c’era urgenza assoluta di qualcosa di Nuovo, qualsiasi cosa fosse. per demolire un avversario, bastava collegarlo al Vecchio in qualsiasi modo, tutto il Vecchio era Male assoluto e per opposizione tutto il Nuovo era Bene assoluto.

              una piccola era di bestialità

          • Francesco scrive:

            Stalin? quello che alla fine ha perso contro il Papa e contro i supermercati?

            scelta infelice, come tuo Virgilio negli inferni della politica

        • Z. scrive:

          Il sindaco da noi lo scelgono gli elettori, anche se pure qui è pieno di gente che sta a casa perché tanto è inutile.

          Memorabile la vittoria di GG del ’99, infatti, e lo squagliarsi verticale del suo consenso 10 anni dopo.

          Di più: se la Lega non avesse espulso un promettente candidato sindaco per poi proporne uno che nessuno voleva, bissare il 1999 sarebbe stato molto più facile. Ci sono quasi riusciti comunque.

          Ogni cittadinanza, del resto, ha la città che merita 😉

          • Z. scrive:

            (oh, “perché tanto è inutile” era chiaramente tra virgolette. Lo dico perché poi altrimenti il buon Peucezio mi dà del qualunquista 🙂 )

        • Roberto scrive:

          Caro miguel,
          Fai bene a sottolineare “da noi”, perché nel resto d’Italia non funziona così.
          Gli esempi di Bologna e Milano, opportunamente ricordati, sono chiarissimi.
          Ci avrebbe mai potuto immaginare la destra vincere a Bologna?

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        “secondo me l’hanno colto in pieno (e sarebbe impossibile il contrario!) solo che non sanno letteralmente che pesci pigliare.”

        Non sarà che semplicemente non glie ne frega niente, perché gli interessa rappresentare politicamente la parte economicamente avvantaggiata della società?
        Parlo dei più avvertiti, gli altri pensano e agiscono per inerzia, credendo che siamo negli anni ’70 e che Salvini in fondo, sotto sotto, è espressione dei padroni contro il proletariato.

        • Roberto scrive:

          Può essere, ma io parto dall’idea che l’unica cosa che gli interessi veramente sia mantenere la poltrona. Ora quale modo migliore per raggiungere lo scopo che fare contento il maggior numero possibile di persone?
          Solo che non ci riescono (e onestamente non credo che nessuno abbia la bacchetta magica che è l’unica cosa necessaria)

          • Peucezio scrive:

            La poltrona è un mezzo, non un fine.
            Serve, come dice il buon Miguel, a distribuire favori, che poi dovranno essere ricambiati.
            E i favori li fa chi conta, non l’ultimo povero cristo.

            Poi credo anch’io che il suffragio universale sia un piccolo, modesto argine a questo strapotere di casta, non per niente cominciano a criticarlo, perché non obbedisce più pedissequamente come un tempo.

            • Z. scrive:

              Peucè,

              per certi versi non hai torto, ma credo che dovresti rovesciare la questione.

              Ossia, ora anche molti liberali cominciano a porsi dubbi che la destra ha sempre avuto, e continua ad avere, sull’importanza della politica partecipata e democratica.

              Z.

              PS: come vedi sono passato sopra la parola “casta”, che come “allogeno” vizia tendenzialmente tutto il ragionamento che la contiene. E per una ragione per certi versi simile: “casta” è sempre quella altrui 😉

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “. E per una ragione per certi versi simile: “casta” è sempre quella altrui ”

                Totalmente d’accordo.

                Infatti: “casta” vuol dire un gruppo esclusivo, distinto dal resto.

                E invece io vedo una rete, che alla fine coinvolge più o meno tutti.

                Prendiamo la Signora Marchese, che – come sussurra il suo vicino – “è come il presidente degli Stati Uniti, ha il dito sul pulsante dell’atomica”. E possiede innumerevoli ettari di terreno a vigna e palazzi a non finire, e suo fratello è presidente di una grossa banca, che nomina più o meno direttamente i politici.

                Più “casta” di così…

                Però la marchese fa una festa per i suoi simili, fa affittando un locale che appartiene a qualcuno che a sua volta ha mille altre connessioni, e i camerieri che servono dipendono anche loro dalla rete, come i fornitori, come l’assessore che deve autorizzare un parcheggio davanti al locale, come gli operai che poi faranno i lavori, e così via.

                Siamo tutti dentro la “rete”… fuoricasta compresi.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              “Ossia, ora anche molti liberali cominciano a porsi dubbi che la destra ha sempre avuto, e continua ad avere, sull’importanza della politica partecipata e democratica.”

              Infatti c’è stata un’inversione.
              Una destra borghese bene o male, in qualche fase storica, c’è stata (penso soprattutto all’Ottocento), così come c’è stato per molti decenni un comunismo operaio, mentre oggi la destra è popolare e la sinistra è borghese.

              Z. e Miguel,
              su “casta”, d’accordo.

              Su “allogeno” non riesco a vedere il problema. Come chiami uno che è nato altrove o che discende da genitori nati altrove?

            • roberto scrive:

              peucezio

              “Poi credo anch’io che il suffragio universale sia un piccolo, modesto argine a questo strapotere di casta, non per niente cominciano a criticarlo, perché non obbedisce più pedissequamente come un tempo.”

              questa è un’osservazione interessante!

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              al di là della supposta inversione, la destra non credeva ieri nel suffragio universale e non ci crede oggi. Non è una notizia. La notizia è che stanno smettendo di crederci i liberali.

              “Allogeno” è un termine che compare quasi esclusivamente in discorsi a pera, come “radical chic”, “buonismo”, “saperi” e “casta”. Non sono in grado di stabilire rapporti di causa-effetto, però 🙂

          • Miguel Martinez scrive:

            per roberto

            “Caro miguel,
            Fai bene a sottolineare “da noi”, perché nel resto d’Italia non funziona così.”

            Evidentemente a Bologna

            non opera l’AICS, cui sono affiliati innumerevoli “circoli culturali e ricreativi”, cioè bar, localini e affini che risparmiano sulle tasse facendo attività riservate ai “soci” che vengono tesserati lì per lì per somme risibili;

            non ci sono scuole calcio e club sportivi di ogni sorta che coinvolgono ciascuno centinaia e centinaia di famiglie, e le cui fortune dipendono dalle concessioni di spazi da parte del Comune, mentre i loro fondi dipendono dalle donazioni degli imprenditori (con regolare restituzione della metà della cifra sottobanco);

            non ci sono ristoranti con tanti clienti e fornitori e dipendenti che dipendono dalle concessioni di dehors;

            non ci sono cooperative con migliaia di sfigati, la cui sopravvivenza dipende dagli appalti;

            il Comune non finanzia con 500 euro l’anno il Circolo per lo Studio Storico del Pallavolo o l’Associazione No Razzismo o il Club dei Buontemponi;

            il Comune non dà 3000 euro l’anno alla psicologa trentenne che di solito fa la babysitter, per farle fare prediche edificanti nelle scuole contro il bullismo omofobo;

            non ci sono gruppi scout o parrocchie;

            non esiste un rapporto tra la concessione di crediti a un’impresa e i rapporti che l’imprenditore ha con le banche;

            i negozi non hanno vetrine che si affacciano su strade dove i lavori pubblici possono essere più o meno veloci, o dove i politici possono decidere se pedonalizzare o meno, se farci la fermata dell’autobus oppure no;

            non ci sono cene riservate dove gli imprenditori, i politici e i dirigenti dei commercianti si incontrano tra di loro.

            Queste cose esistono solo a Firenze.

            Però a questo punto qualcuno dovrebbe spiegare perché il resto del mondo è diverso.

            • Miguel Martinez scrive:

              Poi se mi dite che a Roma e forse anche Milano, questi micro-rapporti incidono di meno e le emozioni e le paure sono meno controllabili, è sicuramente vero.

              Ma l’Italia non è Roma o Milano: il 90% dell’Italia è piccola.

            • Miguel Martinez scrive:

              Aggiungiamo a questa rete di rapporti, che comunque già coinvolge decine di migliaia di persone, tutti coloro che vorrebbero accedere alla stessa rete.

              Per ogni psicologa sfigata che riesce a prendere 3.000 euro, ce ne sono dieci che la imitano. E ogni psicologa sfigata ha una mamma ansiosa.

              Poi magari ci sono persone che non hanno nulla da perdere, nemmeno la speranza, e votano con le emozioni, certo. Ma proprio perché non contano nulla.

            • roberto scrive:

              Miguel,
              non ho assoutamente capito che cosa c’entrano tutte queste cose con

              “il sindaco da noi viene scelto dal consiglio di amministrazione di due grandi banche, dagli investitori dell’aeroporto, dai dirigenti della Confcommercio e della Confesercenti, da un gruppo di famiglie nobili che sono abituate dal 1300 a comandare”

              e ribadisco un punto. A bologna il sindaco lo eleggono gli elettori, tant’é che nonostante sia terra PCI-PDS-PD dagli anni 40 almeno, siamo riusciti ad avere un sindaco forzitaliuto, certamente inviso a una buona parte di quelle forze che sarebbero l’equivalente del vostro partito unico

              per il resto si, ci sono squadre di calcio (e soprattutto basket), scout, associazioni varie, ci sono sicuramente mafiosi e voti di scambio, soldi regalati agli amici e negati ai nemici (in fin dei conti si è sempre in italia…) ma, ribadisco, il sindaco viene eletto in modo diverso

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “non ho assoutamente capito che cosa c’entrano tutte queste cose con

                “il sindaco da noi viene scelto dal consiglio di amministrazione di due grandi banche, dagli investitori dell’aeroporto, dai dirigenti della Confcommercio e della Confesercenti, da un gruppo di famiglie nobili che sono abituate dal 1300 a comandare””

                Perché tutto questo costituisce un’unica rete.

                Per dire, il maggiore investitore dell’aeroporto (assieme alle due banche, una delle quali in mano al fratello della Marchese), è anche presidente della principale partecipata del Comune, nonché presidente dell’associazione dei commercianti.

                E ogni volta che uno scontrino ti esce dalla macchinetta di un negozio c’è stampato dietro il suo nome, perché anche i registratori di cassa qui li fa lui.

                Oppure pensiamo che la partecipata comunale dello stesso signore subappalta a decine di cooperative diverse, che hanno tutte gli stessi interessi.

                E il nobile del Trecento che con il suo vino che esporta negli Stati Uniti e che quindi fa figo, con il giro di distributori, di ristoranti di lusso amici, di associazioni tra produttori, di fiere, con tutto l’indotto delle fiere, con l’alleanza con quelli che invece vendono il “made in Tuscany” di ogni sorta…

                Il candidato a sindaco (che non è affatto un mafioso, e non è nemmeno una persona importante o potente o malvagia) viene scelto nel punto di convergenza di tutti questi interessi.

                Ora, poniamo che uno qualunque di questi sostenitori del candidato a sindaco decida di sponsorizzare la squadretta di calcio di quartiere, la stessa squadretta cui un assessore ha da poco concesso l’uso di uno stadio.

                Alle ultime elezioni, il povero candidato a sindaco doveva correre tutti i giorni da un campo sportivo all’altro, dare pacche sulle spalle ai giovani atleti radunati per l’occasione e salutare le mamme e i babbi.

                La squadra di basket qui ha convocato i ragazzini ad applaudire il candidato una settimana prima delle elezioni, con preavviso di 24 ore 🙂

                I comizi non decidono certo le sorti delle elezioni, ma è divertente notare che hanno permesso solo al candidato del Partito Unico di fare un comizio in Piazza della Signoria, luogo vietato a qualunque altra manifestazione. In perfetta legalità, lo ha votato il consiglio comunale a maggioranza.

                Poi è vero, è la gente che decide se votare questo candidato – e ci sono molti, molti ragionevoli motivi per farlo – oppure sfogarsi a fare i dispetti nelle urne, sapendo che il proprio voto è comunque sprecato.

                E infatti, nemmeno le opposizioni si sprecano: il candidato a sindaco della destra evita di “fare politica”, anche perché ha una serie di interessi economici convergenti con il Partito Unico.

                Quindi preciso: il sindaco viene scelto come dicevo; e viene eletto liberamente dal popolo, che non viene in alcun modo intimidito o costretto.

                Ripeto, non capisco perché dovrebbe essere diverso altrove.

                Certamente a Bologna, è stato eletto per un periodo un candidato che non apparteneva al Partito Unico. Ma non so nulla dei suoi rapporti con gli interessi bolognesi, e nemmeno quali siano gli interessi determinanti a Bologna: ci ho messo anni a capire come funziona la città in cui vivo, non pretendo di comprendere le reti di una città che conosco molto poco.

            • Francesco scrive:

              Miguel,

              la concordia che tu dici regnare a Firenze mi lascia stupefatto, non conosco nessun caso di cosche tanto pacifiche al loro interno, in cui si decide d’amore e d’accordo, non ci sono lotte al coltello nè liti nè scissioni nè tradimenti

              o almeno mai abbastanza gravi da mettere a rischio la “rete”

              o voi fiorentini siete il popolo dell’Ammmmore, o tu ti sbagli

              ciao

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “a concordia che tu dici regnare a Firenze mi lascia stupefatto, non conosco nessun caso di cosche tanto pacifiche al loro interno, in cui si decide d’amore e d’accordo, non ci sono lotte al coltello nè liti nè scissioni nè tradimenti”

                Sai che è la prima risposta alla che sento alla mia domanda, “ma perché Firenze dovrebbe essere diversa?”

                L’unica risposta che mi viene in mente è che:

                1) Firenze è pienissimo di conflitti, comitati, gente che protesta per questo o per quello, ma non conta nulla

                2) non ho presente invece conflitti significativi all’interno della Rete, come presumo ci siano stati a Bologna

            • roberto scrive:

              Miguel

              “Ma non so nulla dei suoi rapporti con gli interessi bolognesi,”

              guazza era il candidato della confcommercio e della cassa di risparmio di bologna, non certo dell’Unipol e del PD.

              con questo voglio dire che a Bologna, come penso d’appertutto, ci sono vari interessi, che a volte sono in accordo, più spesso in conflitto fra loro. mi stupirebbe se non fosse così dappertutto

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “guazza era il candidato della confcommercio e della cassa di risparmio di bologna,”

                Ah, ecco.

                Qui in effetti non ci sono queste divisioni: se ci fossero, i risultati sarebbero interessanti.

                Ma non diciamo che Guazza sia stato scelto liberamente dal popolo.

            • roberto scrive:

              “Ma non diciamo che Guazza sia stato scelto liberamente dal popolo”

              ma perché?
              vuoi dire che guazza non era un quisque de populo?
              d’accordo, ma a me pare evidente che per diventare sindaco di una città di mezzo milione di abitanti devi coalizzare un certo numero di interessi che nella specie potevano essere quelli dei commercianti, quelli di una certa area politica, quelli dei semplici scontenti, fino ad arrivare ad una maggioranza

              non riesco proprio a metter a fuoco il tuo discorso.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “non riesco proprio a metter a fuoco il tuo discorso.”

                E’ molto semplice.

                A decidere le elezioni nei posti normali, tipo Firenze, sono gli interessi.

                Più sono grossi, in genere, più decidono.

                Quando i grossi interessi sono uniti, costituiscono un fronte impenetrabile.

                Capita a volte che i grossi interessi si scontrino tra di loro: tu mi dici che è quello che è successo a Bologna, io non ne so nulla, ma mi fido.

                A Firenze, gli interessi non mostrano alcuna crepa a me nota; e quindi non c’è trippa per Grillo, Salvini o Grasso. C’è il Partito Unico (e non sto parlando di “eredi del vecchio PCI”, qui il PCI non ha mai contato più di tanto).

                Io non escludo poi che un giorno la Cassa di Risparmio decida di fare le scarpe alla Toscana Aeroporti S.p.A., o che la Marchesa M. possa litigare con il Conte F. per il controllo della Fiera del Vino Made in Italy.

                In un momento del genere, può succedere di tutto, anche che Salvini in persona diventi il prossimo sindaco di Firenze.

                Ma non ci arriverà certo perché “la gente abbocca alla propaganda estremista” o perché “si diffonde la xenofobia” o perché uno storico ha osato dire che la legge fascista del 1926 che regola la vendita di libri usati sia stata una legge saggia (questa me la sono inventata).

                Sono cose che contano molto poco, rispetto alla rete di interessi di cui ho parlato fin qui.

            • Francesco scrive:

              Miguel

              ti ritengo troppo anziano e saggio per cadermi in una deriva maoista-grillina del tipo “Guazzaloca non è stato scelto liberamente dal popolo”

              anche perchè tu sai, e io so che tu sai, e tu sai che io so che tu sai, che nè Mao nè Grillo hanno mai permesso a chicchessia di scegliere liberamente

              in ogni gruppo umano di più di due persone ci sono sotto-gruppi con interessi particolari, che operano per quegli interessi. in alcuni tristi casi gli individui sono proprietà di quei gruppi (ie sono definiti in toto dalla appartenenza da quel gruppo), di solito ogni persona ha molti cappelli in testa (negro ateo eterosessuale senza auto con un reddito medio) per cui i gruppi – i capi dei gruppi – devono battersi per avere il suo appoggio in una specifica causa

              già questo dovrebbe spazzare via quel tipo di analisi

              per cui la pianto subito, che sono nei casini

              ciao

            • Z. scrive:

              Miguel,

              se intendi sotto il profilo filosofico sono d’accordo: il libero arbitrio non esiste.

              Altrimenti non capisco.

            • Francesco scrive:

              Z

              cosa esiste allora? chi decide per me?

              grazie

            • Z. scrive:

              Chi decide per te, Francesco?

              Che domande.

              Berlusconi.

              😛

            • Francesco scrive:

              Berlusconi è un ente filosofico? me ne stupirei

  32. Moi scrive:

    @ IZZALDIN

    Un po’ come nell’ Inferno di Dan Brown :

    “Professor, you’re in Italy. You don’t need to say ‘niece.’”

    la cosa, a differenza di tanta altra gente del Paese (la parola più patriottica che la Cultura Alta ci concede …), non mi offende affatto … anzi ! 😉

  33. Moi scrive:

    Augh ! Orso Saggio mai predere posto di Orso In Piedi … Augh !

    http://www.youanimal.it/wp-content/uploads/2013/12/7238_10152894710965398_700350072_n.jpg

    Una delle sue frasi più apprezzate nel contesto cosplayeristico Felsineo ! 😉

  34. Z. scrive:

    Restano ancora gli animali da stalla e da cortile, che ci garantiranno succulente gtigliate sugli yott dove robéluxe mi invita a cena con Mario, Jean-Claude, Christine e Gino Strada (quest’ultimo per confondere le acque).

  35. Moi scrive:

    … e gli imminenti insetti, che non capisco come non ti triggherino ! 😉

    • Z. scrive:

      Vorrai scherzare. Noi sugli yott a Port Berlaymont, Bruxelles, consumiamo solo carne di prima qualità.

      Nei periodi di salutismo più spinto Christine predilige la quinoa, ma a Jean-Claude birra e salsicce non le toglie nessuno.

  36. Moi scrive:

    @ PINO

    Blondet lo dà per negativo, perché è Blondet 😉 …

    https://www.maurizioblondet.it/un-enorme-passo-avanti-verso-terzo-tempio/

    “Un enorme passo avanti verso il Terzo Tempio”

    • izzaldin scrive:

      pensa Moi che i rabbini israeliani hanno fatto un comunicato di sostegno per Trump dicendogli di andare avanti perché “sta realizzando le profezie”

      https://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-5053366,00.html

      Pino sicuramente noterà che la lettera è stata scritta dal rabbino di Safed, un luogo altamente simbolico per l’ebraismo..

      • PinoMamet scrive:

        250 sono tanti; non stupisce neanche l’atteggiamento cauto degli haredim di Satmar, di tendenza antisionista.

        Il mondo ebraico italiano mi pare molto diviso sull’opportunità della dichiarazione di Trump.

  37. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    In Emilia Romagna, Essere Città Medaglia d’Oro della Resistenza è “Sacro e Inviolabile” … nessuna Masnada di Massoncelli oserebbe mai fare come a Firenze !

  38. Miguel Martinez scrive:

    Comincio a capire perché spesso ho una lettura così diversa del fascismo da quella di alcuni commentatori.

    Cerco di spiegare: esiste la “Rete”, che non è una “casta”.

    Questa Rete esisteva nell’Italia prerisorgimentale, in quella risorgimentale, in quella mussoliniana ed esiste oggi. Con tante piccole modifiche quotidiane, ma la modalità di fondo è immutata.

    Questa Rete nel 1922 si è sentita minacciata dalla grande rivolta contadina e operaia, che minacciava per la prima volta di rompere proprio il tessuto a rete.

    La Rete ha quindi deciso di rivolgersi a un piccolo manipolo di pittoreschi e giovani teste calde, uscite dalle trincee e cariche di testosterone e di idee e poesie risorgimentali, spesso massoni e per la maggior parte di “buona famiglia”, per rimettere in riga contadini e operai.

    Ma se è la Rete che ha fatto il fascismo (e se ne è liberata, con una certa difficoltà, il 25 luglio del 1943), è al comportamente della Rete che bisogna guardare, perché senza la di lei non si è mai deciso nulla in Italia.

    Esistono segni che la Rete oggi viva talmente nella paura di contadini e di operai, da chiamare dei matti a manganellarli?

    Se sentite che Farinetti o Amazon chiama i leghisti per picchiare i dipendenti quando minacciano di scioperare, fatemi un fischio; dirò anch’io che il fascismo è alle porte.

    • Davide Troiano aka daouda scrive:

      Rete è un termine più vago di sistema

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Davide

        “Rete è un termine più vago di sistema”

        Infatti. Un “sistema” fa pensare a una macchina, a qualcosa di deliberato. La rete si forma in maniera naturale.

        • Davide Troiano aka daouda scrive:

          Si ma è unnmistificare giacché tra centralismo e retr c’è l’ambito federativo ossia è esso che comanda la rete è un’illusione

    • Miguel Martinez scrive:

      autocito:

      “Questa Rete nel 1922 si è sentita minacciata dalla grande rivolta contadina e operaia, che minacciava per la prima volta di rompere proprio il tessuto a rete.”

      Prima che mi si accusi di essere marxista, non credo che la lotta di classe sia il motore della storia.

      Semplicemente, è stato un fattore decisivo negli anni dopo la prima guerra mondiale.

      Oggi, non mi sembra un fattore fondamentale.

      Anche perché la lotta di classe ha bisogno dell’esperienza fisica contadina: “io zappo la terra, lui passa con la bella macchina e mi chiede l’affitto”. Nella fluidità moderna, non esiste un’esperienza così immediata dei ruoli.

      • Francesco scrive:

        non esiste???

        Mig, ogni tanto penso che tu ci sfotta

        “io fatico ad arrivare a fine mese, lui mi passa davanti col nuovo SUV, la nuova modella russa, il nuovo cazzillo elettronico che costa come tre mesi di mie entrate e il cane con l’esperto di nutrizione al seguito” è esperienza di ogni giorno, che poi non sia lui di persona a chiedermi l’affitto cambia poco direi

        magari è quello che mi ha commissionato la traduzione pagandomi pochissimo

        F o’perplesso

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Francesco
          ““io fatico ad arrivare a fine mese,”Questa è lagna di classe, non lotta di classe.

          La lotta di classe si aveva quando i mezzadri decidevano se accettare o no di contribuire a pagare le modifiche che il padrone imponeva ai sistemi di coltivazione per restare competitivi con le esportazioni americane o argentine.

          La lotta di classe si aveva quando gli operai occupavano le fabbriche e provavano a gestirle da soli.

          La lotta di classe si aveva quando i soldati sparavano sugli ufficiali invece che sul nemico.

          Era per combattere quello che è nato il fascismo..-.

          • Miguel Martinez scrive:

            Comunque è chiaro che il risentimento per i ricchi oziosi esiste anche oggi, e il tuo esempio è giusto.

            Ma il contadino aveva l’esperienza di dover dividere le olive che lui aveva raccolto, in due ceste: una per sé e una per il padrone.

            Il punto è: il fascismo nasce per schiacciare la lotta di classe. Oggi esiste lotta di classe? I cosiddetti fascisti si occupano di schiacciare operai e contadini?

            • Francesco scrive:

              ehm, Miguel, non capisco perchè tu riduca la lotta di classe alla fase militare dell’offensiva dei lavoratori

              premesso che io sono di un’altra sponda, quando i padroni lo mettono nel culo ai lavoratori, tra di loro divisi e deboli, è già lotta di classe!

              quando il tasso di sfruttamento aumenta senza che i lavoratori abbiano mezzi e organizzazione per resistere, è già lotta di classe

              che poi è fatta da capitalisti, non da parassiti! ristudia Marx! vergogna!

              😀

              PS senza la guida del Partito, i lavoratori sfruttati non sanno compiere un’analisi adeguata della situazione e possono cadere nelle trappole dei fascisti, prendendosela con gente che non c’entra (credo sia Lenin questo)

              😀

              PPS dovevo nascere comunista, dovevo

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “ristudia Marx! vergogna!”

                1) Mai studiato, ci sono cose più interessanti da studiare nella vita.

                2) Certo, se vogliamo ridurre tutto alla lotta di classe, la lotta di classe avviene in due versi.

                3) Passiamo a questioni più serie: il fascismo non ha reagito al “partito”, che stava appena nascendo. Il fascismo ha reagito innanzitutto contro le “pretese” dei mezzadri, in Emilia Romagna e in Toscana; e poi contro quella degli operai delle grandi industrie, spesso autorganizzati o legati ai sindacati socialisti.

                Non considero fascismo e nazismo sinonimi, ma c’è della bella letteratura tedesca scritta negli anni Venti, da entrambe le parti, sullo scontro tra i giovani “perbene”, cresciuti in scuole rigorissime ed educati al culto dello Stato e dell’esercito, contro le misteriose masse dei quartieri operai, i casermoni, le fabbriche fumanti nella neve.

                Ma ci sono anche storie autobiografiche dei fascisti, cresciuti nella trincea, nelle lezioni di latino e nei bordelli, esaltati dalle novità meccaniche, che raccontano di quanto fosse divertente entrare in un antico villaggio di contadini e picchiarli tutti.

                Se togli questo, di cosa si parla quando si dice “fascismo”?

            • Francesco scrive:

              >>> Se togli questo, di cosa si parla quando si dice “fascismo”?

              bella domanda, prova chiederlo all’ANPI, almeno quello lo sapranno fare spero!

              fascismo: fiducia nella violenza, agita in proprio o dallo Stato, contro i Nemici del Bene Comune.
              sfiducia nella politica, nella convivenza tra persone che la pensano in modo diverso, spesso nel pensiero stesso.
              riconoscimento della necessità di irregimentare la società, l’economia, i costumi, per il Bene Superiore (che è la versione fascista del Bene comune).
              ignoranza, paura, odio, nei confronti di chi viene da fuori, che prescinde da chi effettivamente è questo tizio. la cui estraneità è tale che non valgono per lui le usuali regole di comportamento tra umani.
              sotto sotto, certezza che è tutto un complotto esterno (con agganci interni) contro cui serve riunirsi a coorte (di cuori e di menti) senza spazio per obiezioni o discussioni e far menare le mani ai nostri ragazzi.
              odio per la matematica e la logica.

              ecco, potrei azzardare questi come elementi del Fascismo contemporaneo

            • Z. scrive:

              Francè…

              il tuo identikit, magari con un po’ meno violenza e un po’ meno xenofobia, mi sembra che tenga abbastanza bene per molti europei.

              Questa, grosso modo, è la tendenza che mi spaventa. Quella tendenza che, quando assisto a una delle sue forme di manifestazione, mi fa pensare che gira troppa cocaina.

              Mi sta benissimo chiamarla con qualsiasi termine.

            • Francesco scrive:

              Tovarish

              vedo che su questo siamo d’accordo, mi stupisco di come MM invece snobbi completamente il fenomeno

              forse lo da per “già al potere” con questi politici, come se il Salvini di turno non potesse fare anche peggio

              ciao

    • Francesco scrive:

      Mig

      è che anche i dipendenti sono molto più deboli, per lottare contro di loro non ci vuole più la mano pesante dei picchiatori

      poi oggi la rete è anti-fascista, sono i prolet a votare Salvini o Grillo o Le Pel o AFD o Brexit

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      non condivido molto la tua interpretazione del fascismo.

      Da una parte sottolinei la ridicolaggine degli accostamenti attuali e contestualizzi il fascismo storicamente, respingendo quello sub specie aeternitatis ripropostoci ossessivamente dai media, e in questo fai un’operazione critica molto penetrante e smonti giustamente una serie di luoghi comuni.

      Ma d’altra parte sembra che tu riduca il fascismo a una fase di violenta reazione della classe padronale, con l’aiuto del reducismo e di un certo tipo di gioventù dell’epoca, e lo appiattisci su quello dei primi anni, prima e durante la presa del potere. E’ un po’ lo schema di una certa sinistra: il fascismo come momento violento e autoritario del capitalismo (poi la tua contestualizzazione è più articolata, d’accordo).
      Ma tutti gli aspetti “socialistici” e nazionali del fascismo? Cioè la sintesi di mercato e stato sociale, il superamento di capitalismo e comunismo in un’ottica nazionalista e corporativa? Puoi dirmi che è stato attuato in parte, ma non che tutto ciò non ci sia.
      Come, mutatis mutandis c’è stato nel nazionalsocialismo tedesco, in Salazar, nella Falange delle origini (quella di José Antonio, di Ledesma Ramos, dello stesso Perales), nel peronismo, ecc.
      Un discorso a parte merita il regime di Franco: quello era davvero un regime di classe: clero, nobiltà e borghesia, cementate dal nazionalismo e dal cattolicesimo.

      • Francesco scrive:

        concordo con Peucezio: esiste una parte dell’ideologia fascista che è anti-capitalista, anti-commercio internazionale, anti-bancaria, che vorrebbe un “vero socialismo” opposto al bolscevismo

        tipo i 5 Stelle oggi, per dire

        all’epoca con fortissime coloriture nazionaliste – ma anche oggi cosa è la polemica anti-UE e anti-Soros tutto sommato?

        🙂

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Ma tutti gli aspetti “socialistici” e nazionali del fascismo? Cioè la sintesi di mercato e stato sociale, il superamento di capitalismo e comunismo in un’ottica nazionalista e corporativa? Ma tutti gli aspetti “socialistici” e nazionali del fascismo? Cioè la sintesi di mercato e stato sociale, il superamento di capitalismo e comunismo in un’ottica nazionalista e corporativa?

        Che è un gigantesco fraintendimento. Il fascismo ha sciolto i sindacati (creando un unico sindacato fantoccio fascista), ma non Confindustria (che esisteva prima, è esistita durante e sarebbe esistita dopo): il corporativismo non era altro che un imbrigliare lo scontro sociale in un canale istituzionalizzato e controllato direttamente o indirettamente dallo Stato. E, poiché lo scontro sociale era lo scontro dei salariati che rivendicavano diritti, imbrigliarlo significava soltanto disarmare i salariati e garantire i datori di lavoro.
        E quanto alle misure “sociali” del fascismo, quando vi raccontano cagate, tipo il Ducie che inventa le pensioni, sono tutte cagate: le casse previdenziali esistevano già prima, funzionavano con un sistema a capitalizzazione praticamente identico a quello delle marchette generalizzato dal Ducie e l’unica cosa che ha fatto il Ducie è stato mettere tutto sotto il controllo dello Stato (cioè suo e dei suoi sodali).
        Confondere poi il consociativismo, in cui lo Stato, pappa e ciccia con la grande industria, interviene nell’economia a sostegno della grande industria, con il socialismo mi pare una lettura degna soltanto della propaganda fascista (e padronale).

        • Francesco scrive:

          a lei Stalin non avrebbe saputo dare consigli, è già perfetto così!

          segnaliamo il nostro sodale a Ciccio Kim, è molto meglio di Razzi

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Mi puoi citare le inesattezze staliniste che avrei snocciolato o le omissioni maoiste di cui sono responsabile?

            • Francesco scrive:

              Ogni parola dopo il primo paragrafo.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Certo che sei veramente curioso 😀
              Qualche settimana fa prendevi a craniate il concetto di rappresentanza acting for perché secondo te era una comunistata illiberale, mentre oggi prendi a craniate una critica al corporativismo, cioè a un sistema che mette al centro dei rapporti politici proprio la rappresentanza acting for. Ovviamente anche la critica a questo per te è una comunistata 😀
              E’ vero che sia ora che allora i tuoi rilievi erano dei “comunista” inanellati senza ulteriori spiegazioni, ma facci il piacere di spiegarci se secondo te ‘sto benedetto modello di rappresentanza è comunista oppure se è comunista chi non lo vuole eleggere a cardine del sistema politico.

            • Francesco scrive:

              1) “acting for” va preso a craniate perchè implica una minorità di chi non sa agire direttamente per i propri interessi (e apre spazi illimitati di manovra per chi generosamente agisce per questi minorati)

              2) il corporativismo va preso a craniate perchè sostituisce alla dialettica la collaborazione, mentre la teoria del mercato spiega bene come funzioni molto meglio la dialettica – soprattutto nel tempo

              3) le tue critiche al corporativismo vanno prese a craniate perchè semplice propaganda bolscevica degli anni ’40, che banalizza i fatti in chiave elettorale

              adesso basta che ho un’emicrania terribile!

              😀

              ciao

        • Peucezio scrive:

          Non entro nel merito delle singole cose, perché bisognerebbe andare a vedere punto per punto e documentarle singolarmente: non lo hai fatto tu (forse perché non ne hai voglia) e non lo farò io (perché non ho i dati e non ho nessuna voglia di mettermi a fare una ricerca apposita per trovarli).

          Diciamo che tu, per definirlo sociale, avresti voluto una sorta di bolscevismo appena temperato.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            A me bastano poche cose, tipo la libertà sindacale, il diritto di scioperare se il padrone ti mette i piedi in testa e la possibilità di non accettare determinate condizioni di lavoro. Tutta roba che non esiste in un sistema corporativo.

            • Francesco scrive:

              Premesso che io sono per il capitalismo e il libero mercato, certo che non ci sono in un sistema corportativo! E’ il motivo per cui lo hanno pensato, sostituire la lotta di classe con la cooperazione, se prevedesse gli strumenti tipici della lotta di classe sarebbe una ridicola contraddizione.

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              non ho capito allora se stai dicendo che il fascismo è un sistema corporativo e per questo non ti piace, o se NON è un sistema corporativo (benché nemmeno quelli ti piacciano), ma una specie di capitalismo puro, garantito però con la violenza di stato.

            • Peucezio scrive:

              Quanto a me, per me l’importante è la centralità del principio nazionale e il resto va in subordine.
              Mi sento a mio agio in una società più egualitaria o sociale piuttosto che in una basata sul privilegio o su forti ingiustizie distributive, ma preferisco senz’altro una società nazionalista, protezionista e poco egualitaria a una molto egualitaria basata su una sorta di socialismo internazionalista senza confini.

            • Francesco scrive:

              potreste prima fare il socialismo reale in Italia, bello autoritario ed egalitario, poi litigare se fare una unione di stati socialisti o solo una confederazione di stati socialisti indipendenti!

              😀

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              non ho capito allora se stai dicendo che il fascismo è un sistema corporativo e per questo non ti piace, o se NON è un sistema corporativo (benché nemmeno quelli ti piacciano), ma una specie di capitalismo puro, garantito però con la violenza di stato.

              Io non sono a priori contro il corporativismo: sono contro il corporativismo utilizzato come strumento per garantire gli interessi padronali. Il fascismo era corporativo ed utilizzava il corporativismo per garantire i ceti dirigenti contro le rivendicazioni sociali, tanto è vero che le associazioni colpite (e sciolte) sono state quelle sindacali, non quelle datoriali. Questo dato mi sembra che sia semplicissimo da verificare, se lo desideri.
              E sì, l’interesse nazionale era in testa a tutto, perché l’interesse nazionale era fatto coincidere con l’interesse padronale. Se io fossi al governo e decidesse che da domani l’interesse nazionale italiano sarà pisciare per strada, più cafoni ci saranno in giro e più l’interesse nazionale sarà perseguito.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Peucezio

        “non condivido molto la tua interpretazione del fascismo.”

        uno spunto interessante.

        Ci sono di mezzo terrificanti problemi psichiatrici, più che storici, nel riflettere su queste vicende.

        Esistono oggi milioni di persone che ritengono che sia mostruoso chiunque abbia una mente così perversa da ritenere che la piccola Aisha, quando rimase indietro quella fatidica notte nel deserto, abbia combinato chissa cosa con il suo libidinoso mentore, Safwan bin Mu`attal.

        Altri ritengono che in quella fatidica notte che spaccò in due l’Islam, il poeta Hasan ibn Thabit avesse pienamente ragione a mettere in guardia il Profeta (e forse commuove pensare che la giovanissima Aisha abbia poi perdonato il poeta).

        Per questo sospetto, oggi, muore molta più gente che per storie associate al Fascismo e all’Antifascismo, perché se per alcuni il mondo si rivela nel 1945, per altri si rivela in altri momenti.

        Quando si associa il Male a un qualunque gruppo di esseri umani, come se fosse una caratteristica intrinseca, succedono orrori senza fine. Se non ci liberiamo di questa voglia di attribuire a “quelli là” la malvagità che magari cova dentro di noi, non capiremo nulla né della vita né di noi stessi.

        Questo il primo spunto per qualunque riflessione sui fascisti, sui ghibellini, sui raafidah, sui giudei o sui comunisti.

        • Z. scrive:

          Miguel,

          — Se non ci liberiamo di questa voglia di attribuire a “quelli là” la malvagità che magari cova dentro di noi, non capiremo nulla né della vita né di noi stessi. —

          D’accordo, e mi sta anche bene che sia il primo punto. Non tanto perché abbia la presunzione di capire qualcosa della vita, ma perché è sempre troppo comodo dare agli altri la colpa del male che cova dentro di noi.

          Però, ecco, non mi sembra che la malvagità – o comunque vogliamo chiamarla – sia proprio proprio equidistribuita tra le categorie umane.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Z

            “Però, ecco, non mi sembra che la malvagità – o comunque vogliamo chiamarla – sia proprio proprio equidistribuita tra le categorie umane.”

            E’ esattamente quello che mi viene in mente, quando penso ai veneti.

            • Francesco scrive:

              cioè tu vedi una distribuzione GEOGRAFICA della malvagità?

              :O

            • PinoMamet scrive:

              La malvagità non saprei, ma il sacco della scontrosità si è di sicuro aperto sopra la Liguria, mentre la litigiosità immotivata per qualche motivo deve essere finita tutta in Toscana.

              Un po’ come nell’URSS, dove le scarpe chiare finivano tutte in una città, quelle scure nell’altra, perché? perché sì.

        • Davide Troiano aka daouda scrive:

          Ma questa è una visione patetica ed alla tiziano terzani che dell’umano non capisce un cazzo. Non solo la categorizzazione è necessaria ma il combattimento lo è allo stesso modo. Il cristisnesimo sublima questa guerra interiore ed esteriore nella più pura spiritualità , di teoretica e di comportamento.
          La teoria del malicidio è ovvia e scontata, soprattutto verso quello che ci pervade da dentro.

          • Francesco scrive:

            il malicidio non è aspirazione eccessiva e tutto sommato blasfema?

          • Davide Troiano aka daouda scrive:

            San Bernardo ti sembra maligno? Il cristiano è un malicida nelle aazioni e opere e per farlo deve applicare la stessa logica che motiva una guerra ossia la difesa dei deboli e della Fede altrui. Non la propria difesa dalle angherie su cuindeve abbozzzà

        • Davide Troiano aka daouda scrive:

          Non perché sia comodo dunque giacché gli altri rivelano noi giustappunto. Allora mettere ordine ed armonia fuori è farlo anche dentro e viceversa. La prima fonte di carità è impedire il male poi viene la propositività, anche verso innemici ovviamnete

        • Francesco scrive:

          Per curiosità, in che modo quella notte ha spaccato l’Islam?

          • Davide Troiano aka daouda scrive:

            Ossia?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “Per curiosità, in che modo quella notte ha spaccato l’Islam?”

            Qui hai una spiegazione che per passione di parte, non ha nulla da invidiare alle discussioni italiche sul fascismo:

            http://islamicweb.com/beliefs/cults/shia_answering.htm

            In particolare il paragrafo:

            Why Shia curse the wives of the prophet and his companions?

            che spiega in modo assai lineare perché lo sciismo dovrebbe essere reato.

            • Francesco scrive:

              diciamo che una tua spiegazione sarebbe più chiara

              molto vetero-clericale il modo di argomentare, questi sono para-tomisti o sbaglio?

            • Francesco scrive:

              Miguel,

              provo un certo disgusto per l’adorazione della forza che promana da quella pagina, mentre di converso gli Sciiti risultano simpatici.

              Non è che sia questo il trait-d’union tra Statunitensi e Sunniti, l’adorazione del successo?

    • Z. scrive:

      Miguel,

      se la tua perplessità è linguistica, la superiamo agilmente usando il termine “banana” al posto del termine “fascismo”.

      Se invece intendi dire che la marea di estrema destra che sta prendendo piede in Europa non deve preoccuparci perché non esistono più alberghi diurni e calessi, allora la pensiamo diversamente.

      • Z. scrive:

        Mi spiego meglio, presumendo che la questione non sia meramente linguistica (altrimenti vedi sopra).

        I fascisti in passato esistevano negli anni Venti, negli anni Trenta, negli anni Sessanta e Settanta.

        A seconda dei periodi facevano i sicari al soldo dei privati; deportavano gli ebrei per ordine del governo (italiano o tedesco); sparavano per strada e mettevano bombe alla stazione.

        Gli anni Settanta sono stati certamente molto diversi dagli anni Trenta, ma i morti ammazzati dai fascisti negli anni Settanta non sono stati per questo meno morti, o meno ammazzati. A Bologna non è difficile ricordarlo.

        Oggi viviamo in tempi diversi, per molti versi meno violenti. Non so che forma prenderà l’estrema destra che va diffondendosi nell’Europa dell’Est e dell’Ovest, non so come deciderà di manifestarsi e non so come cambierà la società, ma non posso dire che la prospettiva mi piaccia.

        • Peucezio scrive:

          Z.,
          guarda però che se il discrimine è la violenza e i morti ammazzati, le democrazie liberali e i marxismi sono messi molto ma molto peggio dei fascismi, III Reich e dittature sudamericane compresi.

  39. Miguel Martinez scrive:

    Tra l’altro, Trump mi sembra più fascista di Salvini, figuriamoci di Grillo.

    Con le due incommensurabili differenze – base demografica e assenza di lotta di classe – qualche somiglianza nei modi di fondo c’è: l’idea di mettere insieme le grandi corporation a fare una politica di industria pesante accompagnata da avventure militari minacciate ma non sempre realizzate, con una politica liberale interna, ricorda molto il fascismo dei primi anni.

    • Francesco scrive:

      1) Trump per fortuna non fa una politica liberale all’interno, è asservito a noi della destra religiosa più bigotta e oscurantista

      2) anche a politica industriale siamo più alle chiacchiere che altro, per fortuna del mondo intero – già la riforma fiscale che propone è iper-liberista e non statalista, non gli restano i soldi nè per fare cannoni nè per rifare i ponti

      3) le cagate sugli immigrati sono uguali uguali a Salvini e Grillo, invece

  40. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    Io ho sempre conosciuto l’ “allogeno” come “alloctono” … boh !

    Tu dici anche “autogeno” o invece “autoctono” … ti ricordo che la simmetria dicotomica implica che cambi il prefisso ma resti invariato il suffisso.

  41. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    Va’ là che fai tanto il Meneghìn Baüscia ma poi, in realtà, sei il più Kalergista di tutti ! 😉

    • Francesco scrive:

      Io sono pre-Kalergi.

      una sola Europa, cristiana cattolica e imperiale! e magari un pò romana, già che ci siamo

      🙂

  42. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Penso che tu ti stia dando le risposte giuste … ma che ti stia ponendo le domande sbagliate ! NON chiederti come fece Giorgio Guazzaloca a vincere … chiediti come fece Silvia Bartolini a perdere, piuttosto ! 😉

    • Moi scrive:

      … Fra l’altro, una Giornalista #Capra! 😉 del Tg1 la chiamò “Silvana Bartoli” [sic], senza neppure accorgersi dell’ errore !

  43. Moi scrive:

    Secondo me, a un certo punto Silvia Bartolini si scordò del fatto che Fuorisede e Cosplayers NON votavano … difatti, si interessava soltanto a costoro; della Bolognesitudine 😉 in generale e degli Umarèll & Zdàure in particolare NON è che “se ne fotteva” … “se ne stra-fotteva” !

    Giunta così _ … against all odds ! 😉 _ al II Turno Silvia Bartolini, un’ occasione unica e irripetibile si presentò a Umarèll & Zdàure: fare la Taqiya 😉 dei “Finti Bacucchi” 😉 con conseguente Diserzione delle Urne al II Turno senza (!) tornare momentaneamente a casa dalla “villeggiatura” [sic] al mare ! … Buttandola in “Eh, va’ be’, dài mò … mo tant a vénz’àn l’ istàss !”

  44. Moi scrive:

    E difatti, la frase che andava per la maggiore era: “Soc’c’mel ech piò fata salè ch’ a avàn ciapè, a ‘ste gir ! Parò, dài mò: anca li-lé … ragaz’ù: ech piò fat lavurir !”

    In verità, Il-Sindacato tentò di organizzare un’ epocale Carovana di Pullman da Esodo Biblico Laico, dall’ Adriatico a Bologna per il Grande Esodo Elettorale … ma in uno strano, giammai provato prima nonché irripetibile, Mix di Panico e di brama di “Dare la Colpa a Qualcuno Se Perdiamo” delle varie Correnti e SottoCorrenti nelle Faide e SottoFaide … NON se ne fece nulla !

  45. Moi scrive:

    Un _ against all odds ! 😉 _ simile credevo che non si sarebbe mai più ripetuto … finché il Katéchon Uomo del Popolo Donald Trump non sconfisse la Radical-Chic dell’ Establishment, Hillary Clinton.

  46. Moi scrive:

    Questo dovrebbe togliere ogni dubbio … almeno ad Habsburgicus ! 😉

    https://www.bloomberg.com/features/2016-trump-family-fortune/

    Trump’s Family Fortune Originated in a Canadian Gold-Rush Brothel

  47. Moi scrive:

    President Trump tweets video of him bodyslamming CNN

    https://www.youtube.com/watch?v=C9OAKWHTG1U

    è dall’ Asinata nel Wrestling VS Vince McMahon che deriva il famoso video “gone viral” VS la CNN …

  48. Moi scrive:

    gli USA NON sono il Canada, che in fatto di “tasse e servizi e serietà” è una specie di Scandinavia NordAmericana … in MesoAmerica (NON ho inventato io l’espressione) e SudAmerica invece funzia più o meno come in Marucònia 😉 e sempre più a Roma, solo con i Narcos al posto di Mafia/Camorra/Ndrangheta/SacraCoronaUnita ecc …

  49. Moi scrive:

    @ Zeta e Roberto

    … Voi come ricostruite la Sconfitta di Silvia Bartolini ? … Perché fu lei che riuscì a perdere … insisto: NON Giorgio Guazzaloca che riuscì a vincere ! Anzi, lui all’ indomani della Vittoria rispose “Sì ce li ho tutti giù in cantina !” [sic … altro che affissione !] quando i giornalisti gli chiesero se davvero Berlusconi avesse prodotto manifesti elettorali con il suo faccione sorridente che invitava a votare Guazzaloca !

    • Z. scrive:

      Su questo argomento consiglio un libro di Rudi Ghedini (no, non è parente di quel Ghedini, che io sappia):

      https://www.ibs.it/bye-bye-bologna-cronaca-irriguardosa-libro-generic-contributors/e/9788883510229

      Molto brevemente:

      – Guazzaloca era popolare a Bologna anche oltre il centrodestra, e ha giocato un’ottima campagna elettorale;
      – Baraldini è stata scelta per non dispiacere a nessuno, è apparsa pressoché a tutti come paracadutata dall’alto e ha fatto una campagna elettorale a dir poco sottotono;
      – il centrosinistra locale ha subito i riflessi di una perdita di consenso a livello nazionale (non a caso D’Alema fece pressoché finta di niente dopo la sconfitta bolognese);
      – il PRC veniva da una sconfitta recente sul referendum contro la privatizzazione delle farmacie comunali, era in polemica con D’Alema (accusato più o meno di essere il responsabile, in persona personalmente, della guerra in Kosovo) e aveva subito da poco la scissione dal PDCI;
      – molti davano comunque per scontata la vittoria del centrosinistra, e sono stati a casa.

      Bada che il tutto culminò, peraltro, in una sconfitta estremamente ridotta – zero virgola zero qualcosa.

      Lèggitelo quel libretto, però. Ti piacerebbe.

      • Moi scrive:

        … “Baraldini” ?!?!

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Z

        “Su questo argomento consiglio un libro di Rudi Ghedini”

        Interessante.

        Qualcosa di analogo è successo a Sesto Fiorentino, che però è molto diverso da Firenze: è un luogo dove i socialisti già nell’Ottocento stravincevano, poi totalmente comunista nel dopoguerra.

        Incredibilmente, pazzescamente, il PD ha perso alle ultime elezioni per sindaco: ha stravinto un candidato uscito a sinistra dal PD, contrario alle “grandi opere”.

        Ora, qui credo che ci siano state diversi fattori:

        1) la mancanza di un tessuto di potere paragonabile a quello fiorentino

        2) un vero, gigantesco problema sentito da tutti, quello dell’inceneritore/aeroporto/terza corsia dell’autostrada

        3) il fatto che Sesto si sia sentito (assolutamente a ragione) colonizzato da Firenze, dove il Partito Unico ha calato anche il candidato a sindaco

        4) il fatto che da noi il Partito Unico ha pochi legami con il vecchio PCI, amatissimo invece a Sesto

        E questo mi fa un po’ rivedere la tesi di prima.

        Forse al di sotto di un certo livello, contano davvero le opinioni degli elettori, che non sono vincolati a grandi appalti, non sanno nemmeno cosa sia un turista, non hanno alcuna pretesa di entrare nel mercato mondiale dell’immagine.

        Ci devo riflettere, grazie dello spunto.

        • Francesco scrive:

          secondo me si potrebbe dire che “al di fuori di Firenze” le opinioni degli elettori contano eccome, come conta l’appoggio dei poteri costituiti, che “al di fuori di Firenze” non sono confluiti in un fascio unitissimo ma si combattono tra loro

          🙂

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “come conta l’appoggio dei poteri costituiti, che “al di fuori di Firenze” non sono confluiti in un fascio unitissimo ma si combattono tra loro”

            Non lo so. Può darsi che sia così, ma bisognerebbe analizzare caso per caso.

            Chiaramente stiamo anche parlando di una città tutto sommato vivibile, non un mostro in inevitabile decomposizione come Roma, che non ha alcuna speranza di salvezza: non mi sorprende che prima di morire, faccia sussulti molto bizzarri.

            Ma l’importante credo che sia identificare le linee di forza: dove vanno gli appalti, a cosa sono sensibili le persone che sanno fiutare il vento, a chi vengono concessi i permessi per gli impianti sportivi e a chi no, quali sono gli “esperti” che vengono chiamati ovunque per consulenze, i mestieri di provenienza degli eletti nella maggioranza, a quali convegni partecipano gli esponenti dei commercianti.

            Quali sono i progetti che le banche finanziano senza preoccuparsi troppo di rimetterci economicamente, oppure quelli in cui rischiano di rimetterci, se non si prendono certe decisioni politiche.

            E soprattutto a chi va l’appalto più importante di tutti, quello che riassume tutti i prodotti del nostro “sistema”: la raccolta dei rifiuti.

            Ora, in questo ci possono essere conflitti?

            Immagino che ci sia un continuo spingere e tirare di qua e di là, ma normalmente tutti hanno troppo bisogno dell’altro per scatenare la guerra.

            Quindi, se c’è una guerra interna, deve esserci una situazione veramente critica (come in Italia nel 1921), oppure un attore totalmente nuovo che è arrivato sulla scena.

            Ma i conflitti non possono durare a lungo, questa gente qui ha bisogno di pace per prosperare. Sono mica dei postatori litigiosi su Facebook.

            • Miguel Martinez scrive:

              Mi rendo conto di aver semplificato.

              Esiste in Toscana un conflitto importante tra interessi, di cui si sentono spesso effetti e tremori, anche se non lo capisco in pieno: quello tra Renzi e Rossi.

              Quest’ultimo, a quanto mi è dato capire, rappresenta interessi fortissimi concentrati nel nord-ovest, cioè nell’area della Lucchesia e della speculazione immobiliare verso la Versilia. Quindi non mi sembra che sia una spaccatura dentro Firenze (dove peraltro Rossi ha sempre sostenuto la cordata dell’aeroporto).

              Adesso questo conflitto è diventato palese. Però onestamente non riesco a decifrarlo in pieno (basti sapere che gente che non ama affatto Renzi mi dice che chi ne esce più pulito comunque è Renzi).

              Ma, ripeto, vai a capire… E non escludo che a un certo punto le parti in conflitto decidano che è meglio tornare a fare affari in pace.

            • Francesco scrive:

              Miguel

              negli ultimi anni, il sindaco di Milano da socialista-comunista è diventato di centrodestra e adesso di centrosinistra-comunista

              le città piccole, da DC sono diventate leghiste o di centrosinistra o di centrodestra, ed è normale che cambino i partiti ogni 10 anni circa

              nei paesi, alla vecchia rete DC-consociata col PCI si è sostituita la Lega, che spesso è in crisi e perde contro il PD e liste locali “di sinistra”

              ciao

    • Roberto scrive:

      La Bartolini è stata un gesto di grandissima strafottenza del Pd (pds-ds o come cavo si chiamavano), a dire “vinciamo anche se candidiamo un criceto”.
      Con questa premessa sono d’accordo con moi che fu più lei, e chi l’aveva messa lì a perdere che guazza a vincere.

      Ps ma ricordo male o comunque guazza non aveva più voti della Bartolini?

  50. Moi scrive:

    Cmq, tornando a Peucezio …

    SE “alloctono” ha il simmetrico in “autoctono” ma “allogeno” NON ha il simmetrico in “autogeno” … allora “autoctono” è più scientifico, anzi: para-scientifico poiché è tutta roba di cui si può discutere senza sapere un cazzo di Genetica … proprio come Sizzi, che crede che il massimo della Scienza per la Genetica delle Popolazioni sia un compasso ricurvo per il cranio ! 😉

  51. Moi scrive:

    “autogeno” per esistere, esiste … ma significa primo tutt’altro, secondo in tutt’altro àmbito ! 😉

  52. Moi scrive:

    A proposito … per i “Razzialisti” :

    https://www.youtube.com/watch?v=TV52HEUuDBg

    Anni Trenta: prima di diventare i Simpatici Ometti di Babbo Natale (che fra meno di due settimane ci siamo !), i Sami …

    • Moi scrive:

      … in Svezia (cmq loro da Nomadi facevano e fanno la transumanza delle renne tra le coste Norvegesi a quelle Russe) ; l’ ho visto per intero, mi limito a dire che quando gli Svedesi all’ inizio (giorni nostri, con la tipa vecchissima ma ancora lucida che deve ancora iniziare a ricordare) parlano dei Sami sembra di sentir parlare di “Zingari” in Italia ! … “Sono sporchi, puzzano, rubano, ci minacciano ma fanno sempre loro (!) le vittime !” [cit.]

  53. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    Quel che intendi tu con “Allogeno”, dovrebbe essere ciò che viene comunemente definito “Oriundo” … che NON è un termine politically correct recente, altrimenti sarebbe in Inglese e suonerebbe idiota ! 😉

  54. Moi scrive:

    i due significati base di “autogeno” … il primo rientra nel campo difficilmente sondabile degli psicologismi … il secondo è un fatto scientifico metallurgico.

    http://dizionari.repubblica.it/Italiano/A/autogeno.php

  55. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto, Z, Francesco…

    A scanso di equivoci, vorrei che fosse chiaro che le mie riflessioni sulla “Rete” a Firenze sono antropologiche e non polemiche.

    Per capirci: non ce l’ho con la Marchesa, che saluto regolarmente quando la vedo (e sono anche amico di diversi suoi amici).

    Del Conte (che poi è quello che ha fatto sindaco Renzi), chi lo conosce di persona mi dice che è una persona meravigliosa e mi fido.

    Non ho nulla contro l’attuale sindaco, figlio peraltro di un eccellente sanscritista, e non penso che un altro ci starebbe meglio.

    So poi che il Partito Unico ha la grande capacità di incassare in silenzio, non conserva rancori quando non gli conviene, cerca sempre di vedere in che modo ti può recuperare o utilizzare, quando ti vuole stroncare non usa alcuna forma di violenza, semplicemente ti rimanda all’infinito.

    E ti dà sempre del “tu”, il che non dispiace.

    Semplicemente, constato il funzionamento di un sistema, che trovo molto interessante.

    • Francesco scrive:

      io mi scuso, sono polemico perchè qui posso esserlo senza rovinare la vita nè a voi nè a me e mi diverto

      una volta facevo a mazzate sotto canestro ma ormai non posso più!

      di certo il sistema fiorentino che descrivi sembra una grandissima anomalia e se il suo frutto da esportazione è Renzi anche una mezza ciofeca

      ciao

    • roberto scrive:

      Miguel,

      a parte che nessuno vuole essere polemico,

      “Semplicemente, constato il funzionamento di un sistema, che trovo molto interessante.”

      quello che stiamo cercando di dirti è che è appunto *un* sistema e che non tutte le gocec d’acqua sono uguali.

      per dire, io mi ritrovo abbastanza nelle cose che dici…..per il lussemburgo! ed effettivamente questo è un paese di 500.000 abitanti con 200.000 stanieri che non votano. hai quindi un gruppetto, a spanne, di 200.000 persone che possono votare ed essere eletti. e questi 200.000, beh si conoscono tutti, sono tutti parenti, sono una rete strettissima proprio perché famiglia. poi è ovvio che come in tutte le famiglie si litiga, ma la rete resta. e qui veramente quando voti hai la scelta tra tizio, suo cugino, il suo amico d’infanzia ed il suo inquilino.

      mentre invece, firenze mi sembra letteralmente un altro pianeta rispetto a bologna

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        Interessante il parallelo con il Lussemburgo: in effetti, sembra la descrizione di Firenze. Dove è tutto un, “ma a te ti ho visto da qualche parte… ah, ma pensa, allora sei amico del XXX (soprannome)!” E giù a scambiarsi aneddoti sul XXX, interrompendoti solo per dire, “oh, ma guarda lì chi c’è!”.

        “mentre invece, firenze mi sembra letteralmente un altro pianeta rispetto a bologna”

        Credo di aver speso parecchia energia a spiegare come funziona Firenze.

        Come funziona Bologna?

        • Roberto scrive:

          Te l’ho detto.

          Vari interessi che a volte si scontrano a volte si incontrano.
          pensa già che abbiamo don Camillo e Peppone, la doppia anima chiesa/partito è chiaramente presente

  56. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    In ogni caso, “Oriundo” è una parola che ha anche implicazioni culturali umane, mentre per “Allogeno” e”Alloctono” sembra che si parli di zootecnica e razze da allevamento … esseri viventi privi d’identità culturali. Mentre fra gli Esseri Umani un Toni Iwobi può venire dalla Nigeria con il suo aspetto “Negroide” e fare politica con la Lega dicendoti che sei un “Terrone” 😉 😉 !

    https://static.fanpage.it/socialmediafanpage/wp-content/uploads/2014/10/tony-iwobi-300×225.jpg

  57. Giuliano scrive:

    Miguel:

    “La mia ipotesi al momento è che Renzi dirà, “senza di me, tornano le camicie nere!”

    Sul portale di Tiscali c’è un’intervista al giudice Guido Salvini (che si è occupato di stragismo) intitolata: “L’allarme sul presunto ritorno del fascismo è un grande errore. Vi spiego perché”

    http://notizie.tiscali.it/interviste/articoli/allarme-fascismo-bufala/

    • Roberto scrive:

      Leggo

      “«Intendiamoci su cosa è il fascismo. È abolizione del sistema parlamentare, dei sindacati liberi, delle libertà di espressione. È anche aggressione verso paesi stranieri provocando guerre. Solo a questo fascismo storico si riferiscono le leggi che parlano di fascismo e che prevedono sanzioni penali».”

      Lo trovo riduttivo, che il parlamento dia inutile lo sentiamo dai tempi del primo berlusconi, i sindacati dannosi ormai è quasi un luogo comune. Due su quattro sono ampiamente sdoganati…..

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Intendiamoci su cosa è il fascismo.”

        Finalmente qualcuno che dà almeno una definizione di “fascismo”.

        Non importa se sia o meno esatta, ma almeno lui ci prova.

        Probabilmente la più precisa definizione di “fascismo” sarebbe un’altra: una serie molto variegata di esperimenti – anche con rovesciamenti repentini di percorso – con cui Benito Mussolini cercò di guidare l’Italia tra il 1922 e il 1945.

        Altre due definizioni possibili.

        Se i fenomeni sono allo stato puro alla loro origine (tipo, “il vero cristianesimo era quello di Gesù”), il fascismo è sostanzialmente la borghesia che si rivolge a un manipolo di giovani usciti dalle trincee per riportare alla “ragione” i contadini e (secondariamente) gli operai italiani.

        Se invece vogliamo dire che i fenomeni sono allo stato puro nel loro massimo vigore, il fascismo è semplicemente la normalità italiana: un vortice incessante di piccoli interessi, nati molto prima di Mussolini, che si contendono appalti, il controllo di banche, si fanno belli alle inaugurazioni e si fanno i dispetti dietro le quinte. Un mondo su cui lo stesso Mussolini aveva ben poco controllo.

        • roberto scrive:

          quindi nessuno degli elementi indicati dal tizio (abolizione del sistema parlamentare, dei sindacati liberi, e della libertà di espressione e aggressività esterna) ti sembra tipico del fascismo?

          • Francesco scrive:

            credo il nostro sottovaluti la democrazia liberale, a differenza degli aspiranti dittatori che sanno bene di doverla far fuori per governare

            tra correttezza politica e lotta alle fake news direi che stiamo lavorando anche al terzo punto

            • roberto scrive:

              “tra correttezza politica e lotta alle fake news direi che stiamo lavorando anche al terzo punto”

              non volevo dirlo per non dare soddisfazione ai miei avversari da tastiera 🙂 ma sono d’accordo

        • Peucezio scrive:

          A me la questione sembra più banale di quanto la facciate.
          Se parliamo del fascismo italiano, è un fenomeno storico, quindi non ha senso definirlo: è il regime che ha governato l’Italia dal 1922 al ’43-’45.

          Se ci riferiamo alla sua dottrina, quindi non solo storicamente, allora valgono solo le autodefinizioni e bisogna soltanto andare a rileggersi quelle di Gentile.

          Se il punto è “chi è fascista oggi per la legge?”, si potrebbe dire banalmente: chi si definisce tale.

          Se invece – e solo in questo senso ci si può porre, a mio avviso, il problema di una definizione – ci riferiamo all’elemento che accomuna i “fascismi”, quindi III Reich, Franco, Salazar, Codreanu e via discorrendo, allora la questione è meno banale (anche se comunque, io credo, di relativamente facile soluzione):
          fascismo è un sistema politico di tipo novecentesco, che si innesta sul liberal-capitalismo mantenendo la proprietà privata, temperando e limitando le libertà politiche e civili e sottomettendo il capitale all’interesse nazionale, che viene posto al vertice dell’azione politica, coerentemente con una visione e una retorica fortemente nazionalista e legata ai valori della tradizione nazionale, ovunque venga più o meno fondatamente identificata (ho usato derivati di “nazione” tre volte, ma perché alla fine è questa la parola chiave).

          Da questo punto di vista sarebbero “fascisti” anche l’attuale sistema politico russo e cinese, se non fosse che sotto il fascismo non si vota (se non elezioni farsa; in Russia si può dire quello che si vuole, ma le elezioni ci sono davvero; poi ai liberali estremi dà fastidio che uno vinca troppo: preferiscono che ci sia mezza popolazione scontenta anziché il 4% e soprattutto applicano il criterio “il popolo ha ragione finché vota come dico io, altrimenti ha torto”).
          La Corea del Nord, allora sarebbe forse più simile a un fascismo, se non fosse che il fascismo non crea un’economia di stato senza iniziativa privata.
          Inoltre i fascismi (e ciò farebbe includere la Russia putiniana, ma non la Cina né la Corea) tutelano o, quantomeno, non reprimono la religione tradizionale e non si pongono come coloro che illuministicamente (il marxismo è una forma di illuminismo) riscattano i popoli da secoli di oscurantismo feudale, ma hanno un certo culto della storia, sia pure un po’ retorico e mitizzato.

          • Francesco scrive:

            1) la Cina è sicuramente un regime fascista nel senso che intendi tu, il migliore mai visto e il primo che riesce a far prevalere il Partito sul Duce, dal punto di vista religioso ha recuperato il confucianesimo

            2) la Russia lo è, un pò troppo all’italiana a livello politico ma la sostanza è quella, con gravi problemi in economia per mancanza di mercato e imprenditori – due lasciti del comunismo sovietico

            3) la Turchia lo sta diventando, ahimè e ahiloro, pur soffrendo di troppa dipendenza dalla figura di Erdogan – e quando Lui non ci sarà più?

            4) il Venezuela non merita tale titolo, più che di economia lì si può parlare di semplice caos e totale incapacità

            5) l’Iran mi pare troppo democratico per essere definito un fascismo, lì si vota per davvero anche se tra diverse cordate di preti

            i fascismi europei riscattano i popoli dal materialismo dei liberali e dei socialisti, senza chiedere ai popoli cose ne pensino

            ciao

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              concorderei abbastanza sulla Turchia.
              Negli altri casi c’è molto di vero nella sostanza, ma mancano i requisiti che ho detto più sopra (anche se non vi piace, vi dovete fare capaci che Putin viene eletto e che ciò accade perché la gente lo preferisce, non perché per ogni elettore c’è un altro signore che gli punta un fuclie alla schiena e lo accompagna, sempre col fucile puntato, fin nella cabina elettorale).

            • Francesco scrive:

              Peucezio

              dovresti ricordare cosa hanno sempre detto i liberali sulle elezioni e notare che sono stati almeno in parte ascoltati

              poi discutiamo di come mai Putin sia l’unico candidato votabile a ogni elezioni in Russia da decenni, che è altra interessante faccenda

              🙂

        • Peucezio scrive:

          Se poi la questione è: chi è fascista oggi in Italia, o torniamo all’autodefinizione o, se il problema è banalmente di ordine pubblico, chi vorrebbe abrogare le elezioni e la sovranità popolare e istituire una dittatura.
          Se poi la questione è il razzismo, che è la vera ossessione d’oggi, con tutta la buona o cattiva volontà, il fascismo c’entra molto relativamente: il fascismo italiano è stato nazionalista dall’inizio, ma non è stato razzista biologico fino ai secondo anni Trenta; il fascismo spagnolo era sostanzialmente nazional-religioso e, nei fatti, fortemente classista. L’unico “fascismo” originariamente razzista direi che è quello nazionalsocialista.

  58. Moi scrive:

    @ LUCIA

    Chi vota, di gnorantezza 😉 può averne finché vuole … tanto per il Suffragio Universale è ininfluente ! 😉

  59. Moi scrive:

    @ Lisa Paniscus / Pino Mamet

    Tre nomi, tre garanzie 😉 da syoutubare :

    Pietro Buffa

    (Biologo Molecolare specializzato in Bioinformatica. Svolge attività di ricerca in genomica umana e nella progettazione computer assistita di nuovi farmaci anticancro “Molecular Targhet Terapy” [sic]. In pratica, Darwin ha avuto ragione fino all’ Erectus o giù di lì … poi bona lé: quella che chiamiamo “Mitologia SumeroAccadica” è invece la testimonianza di un’ Ingegneria Genetica avanzatissima NON Umana, capace di Ibridi Fecondi InterSpecie già Sboranta 🙂 Secoli Avanti Cristo !)

    Stefania Tosi

    (Quella convintissima che il Giovin Anunnaki Sociopatico Yahweh sia caduto in battaglia Vs il Generalissimo di Nibiru, Marduk, mentre gli Umani combattevano con armi primitive in Terra e gli Elohim si abbattevano a vicenda i Kavod, a colpi di Ruach nei Cieli … e gli Ebrei odierni, pur sapendolo benissimo, farebbero finta di niente per farsi Israele da soli: visto che il Giovane Guerrafondaio Yahweh ha fallito, quando le Autorità di Nibiru presenti sulla Terra perdettero la pazienza con lui !)

    Giuliano Di Benedetti

    (Quello che _ interpretando alla lettera il Testo in Toscano Arcaico_ Beatrice era una Femmina Anunnaki che portò Dante Alighieri su Nibiru a bordo di un Kavod … la Divina Commedia che tutti noi bisogna “Fare a Scuola” è un Complotto Negazionista !)

    • PinoMamet scrive:

      Beh, che dire…

      visto che ce li fai conoscere, per me vince Di Benedetti, che senz’altro è il più originale!

      complimenti, o meglio… kol ha kavod! 😀

  60. Z. scrive:

    Sarebbe interessante leggere gli atti del fascicolo…

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/13/bologna-14enne-rasata-perche-non-voleva-indossare-il-velo-8-mesi-alla-madre/4036619/

    …per com’è descritta la vicenda nell’articolo, la violenza privata fatico a vedercela. Ma senza conoscere il fascicolo è difficile dirlo

    • Moi scrive:

      … In che senso, NON vedi violenza privata ?!

      … Standav’d Educativi da Cultuv’a Altv’a ?!?!

      • Z. scrive:

        Ti taglio i capelli così gli estranei non possono guardarteli – è violenza privata? Non ne sono così sicuro. Se avesse deciso di comprare solo pantaloni lunghi alla figlia perché nessuno le guardasse le gambe?

        Ma ripeto, un articolo di giornale – anche se descrive fedelmente i fatti – non è certo sufficiente per farsi un’idea seria di un processo penale.

  61. Moi scrive:

    DIEGO FUSARO e NICOLA PORRO:

    https://www.youtube.com/watch?v=xsmrnILYjJw

    Su fascismo e antifascismo oggi [Radio 105]

    • Peucezio scrive:

      La cosa grave è l’astrazione, l’egualitarismo aprioristico.
      Le donne non sono uguali agli uomini, come gli italiani non sono uguali ai francesi, come io non sono uguale a te. La parità di diritti è un’idiozia.

      • Francesco scrive:

        guarda che da 1 non discende 2, dovresti cambiare le parole

        perchè io a 1 ci credo totalmente ma anche a 2, quindi abbiamo un problema

        😉

      • roberto scrive:

        inizi bene ma finisci male!
        certo che io e te non siamo uguali, ma certo anche che abbiamo stessi diritti!

        • Peucezio scrive:

          Questo è uno dei limiti gravi dell’idea liberale.
          Se metti un delinquente di quartiere in carcere per sei mesi, si fa una risata e si gode sei mesi di pane franco.
          Se ci metti un colletto bianco, dopo tre giorni si suicida.
          Quindi il colletto bianco ha diritto a pene alternative, perché è diverso dal delinquente di periferia.

          Perché per esempio un fumatore, se si ammala ai polmoni, deve avere lo stesso diritto all’assistenza sanitaria gratuita cui ho diritto io che non ho mai fumato?

          I diritti dovrebbero essere tarati sulle persone e sulle loro caratteristiche.

          • PinoMamet scrive:

            In teoria bellissimo, in pratica va a finire che Lapo Elkann e Gianluca Vacchi stabiliscono che loro sono belli bravi e buoni e hanno diritto a tutto, e tu a un cazzo.

            Grazie, mi tengo il sistema che abbiamo 😉

          • PinoMamet scrive:

            C’è anche un altro elemento, molto più pratico, da considerare.

            Non esiste “il” colletto bianco e “il” delinquente di periferia.
            C’è il delinquente di periferia che dopo tre giorni di carcere si suicida, o che so, si converte;
            e c’è il colletto bianco che in carcere ci prospera, e magari si fa una rete d’affari.

            E soprattutto, c’è sempre il dubbio su chi decide a quale categoria appartieni;
            oltre al fatto che dividere le persone in categorie, è proprio bruttino.

            Io sono per le cose semplici.
            Vuoi fare l’incursore di Marina?
            Bene, devi nuotare 100 metri in tot secondi, saper fare tot flessioni, sollevare un peso di tot chilogrammi.
            Sei donna? Nero, giallo, omosessuale? Non cambia niente.

            • Peucezio scrive:

              Ma questo crea palesi ingiustizie.
              Dai, è difficilmente negabile che per un borghese il carcere è enormemente più afflittivo che per un camorrista di Scampia.
              Tu dici: ma come facciamo a porre un discrimine netto?
              Ma questo vale per tutto: in tante situazioni già lo stato deve prendere decisioni nette su questioni sfumate. Qual è il criterio oggettivo e netto per stabilire a chi devono essere affidati i figli dopo una separazione? Non è una scelta meccanica, ma ha dei margini di discrezionalità. Fra il colletto bianco e il delinquente di periferia è pure più facile.

            • Francesco scrive:

              anche io avrei una preferenza per criteri oggettivi e non per categorie astratte e sociologiche

              magari un serio esame psicologico per valutare il tipo di pena più adeguato al singolo individuo, nel caso proposto da Peucezio

              quindi NON uniformità ma aderenza alla situazione effettiva

              ciao

            • Peucezio scrive:

              Ecco, questa è una possibile soluzione.

            • Francesco scrive:

              sì ma che non finisca come il tribunale ecclesiastico sulla nullità dei matrimoni!

            • PinoMamet scrive:

              Sono d’accordo: criteri il più possibile oggettivi.
              Naturalmente la perfezione non è di questo mondo, ma, se è giusto tener conto delle diversità di ognuno, nei limiti del possibile, è anche indispensabile porre un limite all’arbitrio di chi deve giudicare.

            • Z. scrive:

              Allora meglio l’idea utopistica di Nice: il condannato che stabilisce da solo la sua pena.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              certo che sei proprio un liberale giustizialista! 🙂
              E poi t’incazzi se uno ti dà del travaglista 😛

            • Z. scrive:

              Scusa, eh, ma più garantismo che stabilire da sé il quantum della pena…

              anzi, aggiungiamoci pure l’an!

    • Francesco scrive:

      e Margareth Thatcher? e Golda Meir? e Elisabetta I?

      insomma, Fini, da lei mi aspetto di meglio

      • ruttone scrive:

        Telefonagli france’, che te le mette tra parentesi come le Amazzoni

      • PinoMamet scrive:

        Non mi risulta che la Tatcher sia mai andata personalmente in guerra (non giurerei sulle altre due…)

        il discorso di Fini comunque quando si allarga diventa nebuloso… l’Ape Regina, il fuco, la Madre Terra. Boh.

        Ma nella sostanza ha ragione, la nostra società è femminile senza essere femminea.

        Condivisibile anche il discorso sulle SAS inglesi: se per fare la “forza speciale” maschio è assolutamente indispensabile saper fare 50 flessioni e 100 piegamenti, non si capisce perché per la “forza speciale” femmina vadano bene anche 40 flessioni e 80 piegamenti.
        O meglio, lo si capisce benissimo: altrimenti si sarebbero dovute lasciar fuori tutte le candidate donne e ci si sarebbe dovuti difendere dalla terribile accusa di sessismo, che è un po’ come essere accusati di omosessualità nell’Inghilterra vittoriana.

        • Francesco scrive:

          per me la nostra società è piena di mostri senza pisello e privi di qualsiasi caratteristica positiva associata alla femminilità nella storia, vagamente simili ai peggiori esemplari maschili della specie

          e di mostriciattoli col pisello ma simili a una caricatura derisoria delle debolezze femminile

          siamo effeminati senza femminilità direi

          ciao

        • PinoMamet scrive:

          OMDAF

          (anche per il chinotto, più sotto 😉 )

        • roberto scrive:

          “Condivisibile anche il discorso sulle SAS inglesi: se per fare la “forza speciale” maschio è assolutamente indispensabile saper fare 50 flessioni e 100 piegamenti, non si capisce perché per la “forza speciale” femmina vadano bene anche 40 flessioni e 80 piegamenti.”

          certo!
          è che non esiste il diritto di chiunque ad entrare nelle forze speciali, bensì il diritto di chiunque sappia fare 50 flessioni e blablabla ad entrarvi.
          le femmine non ce la fanno?
          beh pazienza, se i requisiti delle 50 flessioni e blablabla hanno un senso, allora si rassegnino.

          altra cosa sarebbe un requisito insensato: si può diventare magistrati solo se si è più alti di 1.85.

          (è una griglia di lettura che suggerisco a fini e alle femministe, non a pino che non ne ha bisogno)

    • ruttone scrive:

      La donna (a parte rare, rarissime eccezioni, le Amazzoni) non ha mai amato la guerra, anzi l’ha sempre detestata. Poiché è colei che dà la vita questa carneficina le è sempre, e giustamente, parsa insensata. Per il maschio la cosa è diversa.

      Chiacchiere al bar

      • Francesco scrive:

        per me un chinotto, freddo ma non ghiacciato

        e noccioline a volontà

        🙂

      • roberto scrive:

        caffé e una fettina di torta per me

        • Francesco scrive:

          femminuccia!

        • Moi scrive:

          @ ROBERTO

          Gentile Signore, grazie alla UE 😉 , se lei ripassasse di qui, da Gennaio di “staltranno” la Casa sarà lieta di poterle far assaggiare anche Beveroni da Starbàcchs 😉 nonché il nostro attesissimo e prelibatissimo Burdigonenstrudel 😉 ! 🙂

          • roberto scrive:

            starbucks esiste già a prescindere dalla UE….per me va nella stessa categoria dei bacherozzi fritti, all’eccezione dei muffin che sono veramente buoni.

            devo però dare atto che da quando hanno iniziato a servire il caffé in tazze normali, puoi bere delle cose migliori del vomitevole caffé francese o americano, quindi inizia ad essere una scialuppa di salvataggio una volta superate le alpi

          • PinoMamet scrive:

            Starbucks insomma;
            invece ho un ricordo terribile di una cosa radioattiva presa in America da Dunkin Donuts alla quale avevano affibbiato l’ineffabile nome di “dunkaccino”.

            Credo che se ne sia interssata la Food and Drug Administration: li avrebbero mandati tutti a Guantanamo, ma si è intromessa la camorra e ora stanno seppelliti nella Terra dei Fuochi.

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              “li avrebbero mandati tutti a Guantanamo, ma si è intromessa la camorra e ora stanno seppelliti nella Terra dei Fuochi.”

              I “dunkaccini” o i cristiani che li hanno inventati e prodotti?

            • roberto scrive:

              non possono essere cristiani quelli che hanno inventato il dunkaccino…

          • roberto scrive:

            il dunkaccino!!!

            una delle più grosse stronzate che ho mai fatto in vita mia!
            (ma i donuts non sono malaccio, via)

    • Lucia scrive:

      Ma dai, se uno mette in un discorso che gli esseri umani di sesso maschile hanno inventato “l’arte, la letteratura, [e] il gioco”, tutto il discorso perde ogni credibilità. Posso pure tentare una sospensione dell’incredulità sul fatto che alle donne in quanto tali dispiaccia la guerra, ma sul racconto e il gioco tout court come prerogative maschili non si può che pernacchiare

  62. Peucezio scrive:

    Fini ha detto cose tutte praticamente vere, al di là di qualche schematismo.
    E’ che all’uomo comtemporaneo ripugna talmente ogni idea che metta in discussione il mito per cui tutto è uguale a tutto e il mondo è un nulla indistinto su cui non si può affermare nulla, che anche affermazioni abbastanza trite e lapalissiane suscitano perplessità.
    E’ un vero peccato per la mentalità contemporanea che esista il sistema metrico decimale e gli strumenti di misurazione lineare, che consentono di rilevare che la statura media delle donne in ogni popolazione del mondo, indipendentemente da fattori ambientali o culturali è diversa, perché se non ci fosse un riscontro così incontestabile, negherebbe anche quello, liquidandolo come luogo comune della passata oppressione patriarcale.

    • PinoMamet scrive:

      In effetti se fossero completamente equivalenti, verrebbe da chiedersi perché esistano due sessi.

    • Lucia scrive:

      Secondo me non si tratta di negare ogni differenza, bensì quelle legate all’attitudine e alla sensibilità di ogni persona. Queste a mio parere si basano molto più su variabili geografiche e di conformazione socio-economica. Le uniche variabili su cui il genere ha un peso determinante sono quelle fisiche, ma anche qui mi spiace contraddirti è un discorso relativo: siamo sicuri che in media un maschio thailandese è più forte di una donna olandese? Quindi anche lì ci si deve mantenere all’analisi di singoli gruppi geografici, e sappiamo che con la globalizzazione anche questi tratti si attenuano (può piacere o no, io qui lo pongo come dato neutro). Il resto sono sentimentalismi quando non supercazzole. Spiegatemi altrimenti che vuol dire che il gioco, il GIOCO santiddio, l’hanno inventato i maschi.

      • Francesco scrive:

        hai mai provato a giocare a Risiko o a Monopoly con delle femmine???

        • Peucezio scrive:

          Francesco,
          come si vede che non vivi a Bari.
          Avresti una moglie che impiega più pomeriggi alla settimana a giocare a burraco con le amiche.
          Non sto dicendo sia il mio caso… Ma ti assicuro che è così.

          • Francesco scrive:

            ma quello è un altro modo di giocare! nulla a che vedere con la virile disfida maschile per il possesso del Kamchatka, in cui nessun mezzo viene risparmiato

            lì è tutta una scusa per intessere relazioni, alleanze, scontri, odi, rivalità, amicizie, in un delirio pluridimensionale di seghe mentali che varrebbe a un uomo l’internamento a vita

            🙂

      • Peucezio scrive:

        Mah,
        io invece ho l’impressione che l’unico motivo per cui la diversità fisica non viene negata è che si vede, mentre siccome le differenze psicologiche sono molto meno definibili e misurabili, vengono negate.
        Poi, certo, è molto difficile stabilire quali di queste differenze siano genetiche e quali culturali, anche perché i due piani interagiscono.
        Non c’è dubbio che molte caratteristiche delle donne italiane che le rendono, nel bene e nel male, molto “femminili” (poca aggressività, tendenza a una maggiore inettitudine, asperità caratteriale, infantilismo, tendenza ad avere mille preclusioni, passività, scarsissima vitalità) siano in realtà culturali, perché basta andare all’estero e spariscono come d’incanto: le donne sono molto più attive, vivaci, libere, aperte, meno nevrotiche.
        Però, insomma, anche lì non arrivano al tasso di aggressività degli uomini (tra l’altro appena esci d’Italia gli uomini sono tutti ubriaconi e rissosi; in Italia sono maschili in un altro senso: hanno scarso interesse all’interazione con gli altri maschi, che sia amichevole o aggressiva – l’amore e l’odio si sa che sono parenti – e vivono invece in funzione delle donne, mentre all’estero le cagano a spruzzo).

        Su Fini e il gioco: non per volerlo difendere a ogni costo (non scrive nemmeno cose tanto originali) non prenderei però ogni parola alla lettera.

        • PinoMamet scrive:

          In effetti prendere tutto alla lettera è il modo migliore per “demolire” a priori qualunque cosa.

          A parte questo, sono d’accordo con te sull’immagine del maschio italiano vs quelli “esteri”
          (con la differenza che io apprezzo il modo di fare del maschio italiano!)

          ma per quanto riguarda l’aggressività femminile, boh.
          Non hai mai avuto una professoressa di inglese? 😉

          Guarda, io ho dei colleghi ottimi, di entrambi i sessi, e non mi lamento.
          Ma alle Maturità, se un collega caga il cazzo e rende la vita difficile agli esaminandi, di solito è una donna.

          Dice, ma perché è più precisa nel suo lavoro. Ma non è mica vero, la precisione è uguale, se uno non sa niente lo vedi dopo tre domande come dopo trecento.
          Allora, perché fargliene trecento?

          No, guarda, la Thatcher (o la ancora non nominata Boldrini 😉 se è per questo) possono essere aggressive quanto e più di un uomo.

          Voglio sbilanciarmi e dire che uno dei motivi che consiglierebbero di non utilizzare troppo le donne nelle forze armate è proprio l’eccessiva aggressività.

          Del resto, quel re africano, non so di dove, si circondava di amazzoni (non Gheddafi, un vero re, storico) perché più aggressive degli uomini;
          e da articoli e testimonianze, pare che le bambine soldato siano più feroci e senza scrupoli dei bambini.

          Perché? boh, non so perché.

          Ma credo sia uno dei motivi (e sottolineo uno, e probabilmente non il maggiore) per cui la maggioranza delle società tradizionali lasciava che la guerra fosse uno sport per maschi, e non una strage per femmine.

      • PinoMamet scrive:

        ” siamo sicuri che in media un maschio thailandese è più forte di una donna olandese?”

        Forse non hai ben presenti i thailandesi, che sono noti per passare il tempo in carcere a prendere a calci i muri per irrobustire le tibie 😉

        a parte questo, per quanto mi riguarda la donna olandese è liberissima di arruolarsi nell’esercito thailandese 😉

        ripeto, io sono per criteri oggettivi.

        Riesci a superare la tal prova fisica, psicologica o culturale? Bene, il posto tuo.

        Non vedo l’utilità, né per la società in generale né pr la categoria interessata, di abbassare il livello delle prove;
        col bel risultato di abbassare anche l’immagine della categoria interessata, che diventa quella dei “protetti”.

        • Z. scrive:

          Direi ineccepibile.

          • Lucia scrive:

            Ragionamento ineccepibile proprio perché fatto prescindendo da qualunque diversità innata tra maschi e femmine 😀

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Lucia

              “Ragionamento ineccepibile proprio perché fatto prescindendo da qualunque diversità innata tra maschi e femmine”

              Noi abbiamo tolto dal nostro statuto un riferimento alla “parità di genere” perché non eravamo in grado di trovare maschi volenterosi.

              Qualcosa come l’ottanta percento delle persone che si impegnano da noi sono donne, a livello adulto, quindi di controllo, decisione, “potere”. Da maschio, non mi sento certo discriminato, le donne che comandano sono rispettosissime nei miei confronti, ma a volte il vuoto di maschi che si vogliono impegnare mi fa paura.

              A livello infantile, abbiamo il problema contrario: l’ottanta percento di quelli che seguono il calcio, sono maschi, nonostante la nostra squadra cerchi in tutti i modi di creare una parità tra maschi e femmine.

              A un terzo livello, tutto personale, mi incuriosisce il fatto che tu ormai sia l’unica, preziosa commentatrice tra tanti maschi.

              Questi tre fatti hanno sicuramente una spiegazione:

              1) perché le donne sono le uniche in grado di organizzare un movimento comunitario?

              2) perché il pallone è roba da maschi?

              3) perché sono quasi solo maschi che commentano qui?

              Siccome ognuna delle singole cellule che ci compongono è radicalmente diversa tra maschi e femmine, non mi scandalizzo se ci sono differenze.

              Ma credo che dovremmo sempre cercare di capire quali sono davvero, senza alcun pregiudizio.

            • PinoMamet scrive:

              “nonostante la nostra squadra cerchi in tutti i modi di creare una parità tra maschi e femmine”

              e perché?

              scusa, ma perché avere dei maschi in ruoli dirigenziali tra voi non è così importante da giusitificare un riferimento alla parità di genere, comunque non raggiunta con buona pace di tutti;

              mentre occorre impegnarsi così tanto a che le fanciulle giochino al pallone, che evidentemente le interessa poco?

              Ma poi, chi l’ha detto che alle fanciulle debba interessare il pallone?
              Per cosa? per essere “pari ai maschi”?

              boh, c’è qualcosa che mi sfugge.

              Mi pare che non è che si vogliano (non è una critica a voi, parlo della società in generale) “cancellare” i ruoli di genere;

              ma, un po’ a tutti i costi, se ne vogliano riscrivere di nuovi, ma altrettanto ferrei dei precedenti, che prevedono questa dichiarazione:

              “bambine! potete fare tutto! tale e quale ai maschi”
              e fin qui…
              “maschi! potete… beh… ma chissenefrega”.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              mi gioco tre risposte, le prime che mi vengono in mente. Non prendermi troppo sul serio.

              1) perché sono più interessate al futuro dei loro figli;

              2) per ragioni di attitudini logistico-spaziali, e perché le bambine a cui piacerebbe si vergognano;

              3) perché qui si discute di cose noiose che piacciono solo agli uomini, meglio se hanno male investito cinque anni di adolescenza tra ginnasio e liceo 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                per Z

                “1) perché sono più interessate al futuro dei loro figli;

                2) per ragioni di attitudini logistico-spaziali, e perché le bambine a cui piacerebbe si vergognano;

                3) perché qui si discute di cose noiose che piacciono solo agli uomini, meglio se hanno male investito cinque anni di adolescenza tra ginnasio e liceo ”

                Belle risposte, pensiamoci.

                1) Non lo so se sia vero che le donne si interessino di più ai figli. Le vedo più presenti, ma spesso dipende dal fatto che – se lavorano – fanno lavori che permette loro una maggiore presenza. E proprio mentre sto per attribuire tutto al Complotto Maschilista che Fa Faticare il Maschio e Paga le Donne Mantenute, penso a maschi che non organizzano le loro vite attorno ai figlioli. Poi penso a donne ossessive che lo fanno fin troppo. Però – anche se facciamo un giardino “per bambini” – c’è anche un altro elemento: le donne davvero si impegnano di più, riflettono di più, sono più disponibili a fare tante cose, anche quando lavorano.

                2) Calcio… però basta che si faccia il pallavolo, e partono le femmine. L’altra sera ho assistito a un indimenticabile spettacolo di danza, in cui quasi tutte le persone coinvolte erano donne, ma c’era anche un uomo fantastico, straordinario, ecc. (aggiungete gli aggettivi che volete, se li merita tutti). Che poi fuori dal palcoscenico, è un tizio mite, timido, con una vocina di quelle che fanno prendere in giro gli “effeminati”. Eppure quando faceva salti incredibili, pure con una costola incrinata che riusciva a nascondere, aveva qualcosa di divino come “attitudini logistico-spaziali”.

                3) su ginnasio e liceo, almeno ai tempi miei, erano scuole da donne.

                Calcola che ti ho contestato su tutto, ma senza la minima intenzione di contraddirti. Sento che c’è qualcosa di vero in quello che dici, come c’è qualcosa di vero nelle mie contestazioni. Ma che cosa?

            • Z. scrive:

              Pino,

              — “bambine! potete fare tutto! tale e quale ai maschi” —

              …e se non volete farlo, sia ben chiaro: è colpa loro!

              😀

            • Roberto scrive:

              1) come al solito universalizzi la goccia
              2) idem. Cavolo poi, sei americano! Da voi il soccer è lo sport femminile per eccellenza!
              3) boh, ma immagino che ci siano altri blog dove partecipano solo donne

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “1) come al solito universalizzi la goccia
                2) idem. Cavolo poi, sei americano! Da voi il soccer è lo sport femminile per eccellenza!
                3) boh, ma immagino che ci siano altri blog dove partecipano solo donne”

                1) Può darsi. Tieni presente però che non sto parlando solo della donna che porta il bambino al giardino; sto parlando della donna che trova il modo più astuto di rispondere all’assessore, alla donna che trova il modo di organizzare una festa in cui tutti abbiano un ruolo, che trova il modo di coinvolgere il tizio che ha il naso tutto spiaccicato dalle risse che ha fatto, e dargli un ruolo significativo.

                2) non ne so nulla; so solo che è un problema enorme, non riuscire a trovare cose da far fare alle bambine.

                3) boh, certo, ma allora?

            • PinoMamet scrive:

              Concordando con gli interventi degli illuminati Roberto e Z., mi permetto di aggiungere:

              “1) perché le donne sono le uniche in grado di organizzare un movimento comunitario?”
              Parla per voi!

              “2) perché il pallone è roba da maschi?”
              Lo è in Italia, perché in Italia è stato uno dei primi sport di massa, e all’epoca a fare sport erano soprattutto i maschi. Per cui è servito per cementare amicizie perlopiù maschili.
              Quando si sono accorti che anche le donne potevano riempire i posti vuoti negli stadi e comprare abbonamenti TV, hanno cominciato a calcare su aspetti gossippari, a mettere “la donna che è bona (per il pubblico maschile) ma anche esperta di calcio” e così via;
              e poi c’è il grosso business delle scuole di calcio
              (che credano abbiano contribuito a distruggere il calcio italiano) e quelle hanno bisogno di iscritti/e.

              “3) perché sono quasi solo maschi che commentano qui?”
              Le uniche risposte possibili sono politicamente scorrette, quindi non le darò, ma lo sono perché lo è la domanda 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Pino Mamet

                sul punto 2

                “Lo è in Italia, perché in Italia è stato uno dei primi sport di massa, ”

                Stiamo parlando di bambini di cinque, sei anni. Può darsi che il punto di vista dei genitori influisca. Però abbiamo una squadra con diverse allenatrici donne, dove le bambine ricevono (giustamente) un’attenzione impari.

                Volendo contraddire quanto ho appena detto sulle “donne comunitarie”, forse le donne hanno più problemi con attività “di squadra”. Non lo so, è una sensazione, e come dicevo è anche contraddittoria.

            • Moi scrive:

              @ LUCIA

              Gino Strada testimonia, nei primi Anni Novanta, di una donna “Yugoslava” che faceva la Cecchina con estrema non-chalance nel fare secchi i bambini maschi “Yugoslavi” … asserendo che, altrimenti, nel giro di dieci anni sarebbero cresciuti abbastanza da riuscire a stuprarla.

              PS

              Se non altro, Gino Strada ci risparmia la solfa ripetuta come un mantra fra Umarèll e Zdàure che “D’ Alema ha portato la Pace in Yugoslavia !” [sic]

            • PinoMamet scrive:

              Anche nel libro che ha ispirato L’uomo che fissava le capre (forse aveva lo stesso titolo, non ricordo), molto più serio del film e pieno di dati interessanti, si riferiva (poi ne lfilm il discorso lo riporta uno dei personaggi e pare perciò finto, sceneggiato, mentre credo sia un episodio vero) di una cecchina vietnamita che ha ucciso tipo tutto un plotone di soldati americani appena sbarcati, per il semplice motivo che loro sparavno un po’ alla cazzo, perché nessuno di loro voleva veramente uccidere il nemico, ognuno sperava che in fondo fosse la pallottola dell’altro a prenderlo.

              E chiunque abbia sentito da nonni e affini racconti di guerra saprà che questa era un po’ la regola di tutti i soldati: sparo tanto per, speriamo di non essere uccisi, speriamo che il nemico se ne vada, speriamo che qualche pallottola di qualcun altro, se proprio necessario, lo uccida; ma proprio ucciderlo io, non mi sento.

            • Z. scrive:

              In effetti leggevo che il calcio negli Stati Uniti, fino a qualche tempo fa, era considerato uno sport da donne. Forse perché là si presume che i masculi giochino al più masculo gioco del futbol ammeregano? Non saprei.

              Comunque mi hai preso sul serio, Miguel. Mi ero raccomandato di non farlo!

              Z.

              PS: salvo che per una cosa. Tra le persone che ho conosciuto durante tutta la vita, davvero erano soprattutto i ragazzi e poi gli uomini a interessarsi di storia, di politica e di religione (e nemmeno tanto loro, a dirla tutta). Non che le mie conoscenze femminili non abbiano interessi umanistici, anzi al contrario: solo, sembrano prediligere altre discipline, come l’arte e la letteratura.

            • Z. scrive:

              (Moi, scusa, ti spiacerebbe presentarmi UNA persona che sostenga che D’Alema abbia portato la pace in Jugoslavia? In cambio te ne indico un milione che sostengono che la guerra in Jugoslavia fosse colpa di D’Alema! Poi basta farmi difendere gli avversari del PD, miseria!)

            • Roberto scrive:

              Z,
              Effettivamente parlando con i miei amici usani, la spiegazione è quella: se sei un vero maschio giochi a football. Se hai paura di farti male, o se la mamma ha paura che tu ti faccia male, soccer. (Parliamo di sport outdoor)

              Devo dire che la cosa mi convince il giusto, visto che hanno pure il baseball che non mi sembra il massimo dell’aggressività….

              Comunque grazie ai latinos il soccer inizia a prendere piede, ma è veramente curioso vedere tutti i campi da calcio sempre pieni di ragazzine

              La cosa che mi sembra veramente trasversale (maschi, femmine, bianchi, neri e ispanici tutti insieme) è il baseball

            • Roberto scrive:

              Moi

              “D’ Alema ha portato la Pace in Yugoslavia !” ”

              Sul serio conosci qualcuno che ha detto una cosa simile? Secondo me manco la mamma di D’Alema lo direbbe….

            • Francesco scrive:

              beh, che la guerra civile jugoslava sia andata in pausa perchè i bombardamenti NATO hanno offerto a tutti l’occasione per tirare il fiato senza perdere la faccia mi sembra talmente banale che non è necessario dirlo

              e che non sia ripresa perchè ci sono ancora i nostri soldati là, che permettono agli slavi di evolvere verso altre attività, è quello che mi risulta

              hai da erudirmi in merito?

            • paniscus scrive:

              per Pino:

              “Quando si sono accorti che anche le donne potevano riempire i posti vuoti negli stadi e comprare abbonamenti TV,
              (….)
              e poi c’è il grosso business delle scuole di calcio
              (che credano abbiano contribuito a distruggere il calcio italiano) e quelle hanno bisogno di iscritti/e.”

              ——————–

              E normalmente la partecipazione dei bambini alle scuole di calcio, dal punto di vista pratico, è gestita dalle mamme. E quindi, per aumentare le iscrizioni, hanno dovuto fare opera di diplomazia e di pubblicità soprattutto tra le donne, e cominciare a presentare il mondo del calcio come una cosa simpatica e accattivante anche per le donne.

          • PinoMamet scrive:

            Ma no: secondo me le femmine e i maschi sono parecchio diversi. Spero non ci sia bisogno di fare un disegno.

            Però molti lavori possono farli bene uguale, a parità di capacità: io chiedo si giudichino quelle.

            Poi, prescindendo invece dall’occupazione, se mi chiedi se uomo e donna sono uguali, no, non credo affatto che lo siano, altrimenti la natura avrebbe creato due esseri identici e speculari.

            • Z. scrive:

              Pino,

              — Ma no: secondo me le femmine e i maschi sono parecchio diversi. Spero non ci sia bisogno di fare un disegno. —

              Spezzo un’arancia a favore di Lucia.

              Dalle sue parti, in questa stagione, c’è così tanta nebbia che non è facile affatto distinguere un uomo da una donna.

              😛

              A parte questo, se fare 100 flessioni è un requisito importante, chiunque fa domanda dovrebbe esserne in grado.

              Se non lo è, non c’è motivo per richiederlo neppure agli uomini.

              Se una donna fosse esclusa sulla sola base del suo genere, ecco, allora sarei d’accordo a dire che si tra di una discriminazione ingiusta.

              Dai Lù, su questo puoi essere d’accordo anche nonostante il nebbione!

            • Lucia scrive:

              Ma infatti, sono d’accordo sulla questione delle flessioni. Il problema potrebbe esserci se a scuola facessero fare educazione fisica solo ai maschi e i circoli sportivi ammettessero solo maschi perché per le donne lo sport non va bene, a quel punto ci sarebbe un problema. Ma se un lavoro richiede cento flessioni, è possibile che fisicamente i maschi siano favoriti e che quindi tolti gli ostacoli sociali/culturali comunque la razio sarà 70 a 30. Bene, non c’è problema. Come anche il fatto che le madri modellino più il lavoro attorno all’accudimento dei figli: essendo quelle che li ‘scodellano’ e che li allattano, probabile che in linea di massima si prendano maternità, l’attaccamento sia diverso,… Va bene SE permetti alle donne di avere dignità sociale e civile anche se non fanno figli, e ad una coppia dove lui ha attitudini più “materne” di lavorare in part time e prendersi mesi di paternità mentre lei appena può torna a farsi nove ore al giorno. Probabilmente le madri che si occupano dei figli più dei padri saranno comiqmure più del contrario o di una ripartizione perfettamente equa, però non le hai costrette a fare ciò, è questo che m’interessa.

            • paniscus scrive:

              per Lucia:

              personalmente, pur essendo stata una mamma “biologica al 100%” nelle prime fasi di vita dei miei figli, avendoli allattati a lungo, ed essendomi presa tutti i permessi di maternità possibili quando erano molto piccoli…

              …non sono mai riuscita a capire in base a quale principio questo dovrebbe espandersi indefinitamente per tutta la durata della crescita dei figli, e magari anche esteso a tutte le altre esigenze di vita familiare, all’infinito.

              Cioè, dove sta scritto che la specificità biologica del legame fisico tra madre e figlio debba essere riproposta pari pari anche quando la fase (bellissima, importantissima e innegabile) di simbiosi fisica è passata da un pezzo?

              Possiamo essere d’accordo tutti che l’accudimento di un bambino di cinque, sei, sette, o dieci anni, sia affrontabile allo stesso identico modo da madre e padre, senza più bisogno di fare riferimento alla gravidanza, al parto e all’allattamento, che sono passati da un bel po’?

              Ossia, che se il bambino di sette o otto anni è malato e non può andare a scuola e ha bisogno di un genitore che rimanga a casa con lui, possono farlo indifferentemente tutti e due, magari una volta per ciascuno?

              Dove sta scritto che debba essere sempre compito della madre, per il solo fatto che sette anni fa è stata lei ad allattarlo, e quindi è “più adatta” anche adesso?

              Dove sta scritto che la responsabilità di andare a colloquio con gli insegnanti del figlio già iscritto alle medie debba spettare sempre preferenzialmente alla madre, solo perché 12 anni fa l’ha allattato lei?

              Io sono convinta che la maggior parte dei casi di discriminazione sul lavoro verso le donne non sia dovuta strettamente ai potenziali periodi di congedo per maternità (che sono piuttosto limitati nel tempo, e una volta finiti non ci sono più)…

              … ma alla convinzione che la donna, una volta che abbia avuto figli, sia da considerare meno produttiva SEMPRE, per tutta la vita, perché avrà sempre infinite responsabilità familiari e infinite necessità di stare a casa più dei maschi, anche quando i figli sono grandi, e quando l’epoca della maternità e dell’allattamento è finita da decenni.

              Ossia, quando non c’è più nessun automatismo di legame biologico, e quindi le responsabilità familiari potrebbero tranquillamente essere suddivise alla pari.

              (… e lasciamo perdere tutto il discorso analogo che insorge dopo la mezza età, cioè quando i figli sono autonomi ma c’è da assistere i genitori anziani. Questione che finora era stata sottovalutata, ma che sta diventando la nuova frontiera della presunta “inaffidabilità” delle donne sul lavoro…)

            • Roberto scrive:

              Totalmente d’accordo con Lisa.

    • ruttone</