Dopo la scuola

Il commentatore Moi scrive:

“… con lo stipendio mensile di un solo insegnante umano, quanti tablet durevoli per decenni contenenti pressocché tutto lo scibile umano può comprare lo Stato, a prezzi di fabbrica ?”

Qualcuno potrà obiettare che in Italia i tablet rifilati alle scuole si scassano subito e che le cooperative di informatici sfigati che vincono gli appalti non sanno gestire l’elettronica scolastica.

Ma la domanda di Moi fa riflettere anche su qualcosa di più importante.

Una volta, l’essere umano aveva consistenza fisica.

Cioè fino a un secolo fa circa, la gente usava una parte molto elevata del proprio potenziale fisico – agilità, forza, prontezza, vista, coordinamento muscolare, abilità a imparare con la pratica senza troppe parole.

Questo uso del proprio corpo implicava fame, fatica, freddo, caldo, monotonia e molte altre cose sgradevoli, per cui l’arrivo della bolla energetica ha permesso a tanti di “vivere meglio”: cioè di utilizzare protesi tecnologiche al posto del proprio corpo.

La bolla energetica mentre aumenta il nostro potere sul mondo, atrofizza il nostro corpo.

Oggi il ceto medio ha come quasi unico sfogo fisico un’attività artificiale, chiamata sport; infatti la società energivora esalta l’uso dell’intelletto. Fare il musicista, lo scienziato, l’ingegnere non è solo meno massacrante che fare il contadino; è anche meglio.

Attorno a questo concetto, è nato tutto il sistema scolastico, che mira a promuovere una mens sana in un corpore seduto a leggere e scrivere.

Il dispostivo scolastico, con i suoi valori e l’enorme parte di spesa pubblica che consuma, è il cuore del sistema del Novecento, nelle sue varianti marxiste, liberali o fasciste, poco importa.

A questo punto interviene però un’altra rivoluzione: quella informatica.

Come quella energetica, sembra far aumentare qualcosa – ci illudiamo di diventare più intelligenti. Mentre in realtà costituisce una nuova protesi: le macchine hanno sostituito e atrofizzato i nostri corpi, i tablet stanno sostituendo e atrofizzando i nostri intelletti. In un ambiente di giorno in giorno più user-friendly, cioè che richiede sempre meno sforzo mentale.

Solo le dita continuano a muoversi. Per ora.

E questo rende inutili scuole e insegnanti, per lo stesso motivo per cui cent’anni fa sono diventati inutili cavalli e stalle.

L’era della fatica esaltava buona vista, mani agili e gambe instancabili;

l’era della scuola esaltava la “ragione”, l’applicazione, l’accumulo di conoscenze;

l’era del tablet (o di ciò che sostituirà il tablet tra un anno o due) per una minoranza di programmatori (in senso ampio) significa straordinari sforzi logici; ma alla massa, richiede qualità che non hanno nulla di intellettuale: una certa abilità nel correre velocemente da una cosa all’altra, spirito di istantaneità, simpatia, gusto del gioco e del divertimento, la battuta di spirito, la capacità di inventarsi una personalità gradita agli altri e di recitarla incessantemente, capacità di immedesimarsi nella moda e nel gusto collettivo del momento.

Chi proviene dall’ormai antico mondo dei blog trova che pochissimi sono in grado oggi di seguire un ragionamento, di cogliere sfumature: ognuno deve semplicemente affermare un’emozione nel minor numero possibile di battute.

Tutte cose che a scuola non si imparano.

hijab-girl

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597 risposte a Dopo la scuola

  1. Grog scrive:

    Viva la figa ed il cielo sereno, il buco del culo e l’arcobaleno.
    Grog! Grog! Grog!

  2. Zhong scrive:

    E’ tutto vero, pero’ sarebbe interessante sapere se il rapporto tra la “minoranza di programmatori in senso ampio” e la “massa” sta aumentando o diminuendo!

    Zhong

    • Miguel Martinez scrive:

      “il rapporto tra la “minoranza di programmatori in senso ampio” e la “massa””

      Credo che le persone sul pianeta (lasciamo stare situazioni particolari tipo Milano) che devono pensare quando usano un computer/smartphone oggi siano tante, decine di milioni; ma sono una percentuale trascurabile sulla totalità della popolazione.

      Io vedo la maggior parte della gente che sta tutto il tempo al telefonino, chiacchierando o digitando su Whatsapp e Faceook; che non sa che esistono virus e malware, che non hanno idea cosa siano html o php.

      Un effetto interessante è la perdita di valore dei motori di ricerca: pochi sanno affrontare quella sfida intellettuale che è Google, e sul telefonino fanno fatica anche a visualizzare i risultati. Una cosa anche positiva, perché solo pochissimi oggi fanno ciò che qualche anno fa era normale, andare a fare le pulci all’infinito alle persone per tutto ciò che potevano rintracciare del loro passato.

      Inoltre, penso per via delle dimensioni dello schermo del telefonino, un concetto non può superare poche decine di parole.

      Questo significa la morte della dialettica.

    • izzaldin scrive:

      Bifo Berardi qualche anno fa scrisse un libro chiamato La fabbrica dell’Infelicità in cui inventa il termine “Cognitariato” per definire il “proletariato tecnologico”.
      Ora, so già che Z e Moi derideranno qualsiasi cosa provenga da un settantasettino come Bifo, ma secondo me ci azzecca: un tempo la Fiat produceva tot miliardi di fatturato e impiegava seicentomila operai; oggi instagram fattura tot miliardi di fatturato con trentacinque dipendenti. coloro che hanno costruito le fondamenta tecnologiche, il cognitariato appunto, i cosiddetti “code monkeys”, hano creato plusvalore per i CEO della silicon Valley senza di contro ottenere che le briciole.
      e se prima per creare il plusvalore servivano milioni di operai (sfruttati ma che sfamavano milioni di famiglie) oggi bastano una decina di nerd per creare un impero economico basata sul digitale

      • Moi scrive:

        No, no : temo che Bifo abbia ragione, e anzi siamo già oltre … se ancora non siamo al Luddismo Elettronico è solo perché mentre i “zanettoni a vapore” 😉 erano solo strumenti di sfruttamento delle risorse, i “zavaglini elettronici” sono anche e soprattutto strumenti prodighi di cazzate tanto divertenti, o comunque molto diffusamente percepite come tali …

        • Z. scrive:

          Credo che Bifo sappia che la soluzione non è distruggere i tablet ma redistribuire il reddito. Del resto a quello serve lo stato, a spendere. Francesco mi perdonerà ma Ricardo oggi mi darebbe ragione.

          E infatti, in linea di principio sul reddito di base o simili sono d’accordo pure io.

          • Francesco scrive:

            ho dei dubbi teologico-metafisici molto più forti di quelli economici

            cosa è un uomo pagato per consumare senza che debba nè possa lavorare, cioè essere utile agli altri e quindi dare un senso alla sua vita?

            è meno di uno schiavo, che lavorava, sia pure in condizioni degradanti

            ah, non credo che i 35 dipendenti di Instagram siano pagati meno che benissimo

            mi fanno più problema i soldi dei CEO di banche che perdono decine di miliardi e che cascano in piedi o il potere incredibile nelle mani di un Bill Gates, maggiore di quello che aveano i robber barons ai tempi

            • Z. scrive:

              Infatti il problema esiste Francè, non lo nego. Temo dovremo ridefinire una serie di concetti, da lavorare a rendersi utili agli altri.

              Rassegnamoci, ormai l’unica cosa rimasta del Novecento e del suo spirito è Civilization (di cui sta per uscire il VI).

            • Miguel Martinez scrive:

              “cosa è un uomo pagato per consumare senza che debba nè possa lavorare, cioè essere utile agli altri e quindi dare un senso alla sua vita?”

              Anch’io ho questo dubbio, infatti – a pelle – non mi piacciono i discorsi sul reddito garantito per tutti.

              Il problema casomai è trovare un modo per far lavorare tutti, a prescindere dalla “redditività” del loro lavoro.

            • Z. scrive:

              Non piacciono neanche a me, credetemi. Anzi, sono d’accordo con tutto quello che dite: dal punto di vista economico, filosofico, umano, morale persino. Comunque la si guardi è qualcosa di antipatico.

              Però, se la ricchezza si concentra sempre più e i lavoratori necessari sono sempre meno, a fronte di una popolazione che continua ad aumentare, come ne usciamo?

              Del resto, “trovare un modo per fare lavorare tutti a prescindere dalla redditività” credo abbia sempre significato la stessa cosa: pagare Tizio perché tagli il fosso e Caio perché lo richiuda. Che alla fine non è meno umiliante o più sensato di un sussidio di disoccupazione.

              Z.

              PS: ADV suggerirebbe di costruire Fortezze Galleggianti e distruggercele a vicenda 😀

            • Francesco scrive:

              cazzo Miguel!

              si chiama pagare Francesco perchè scavi un buco e Roberto perchè lo riempia!

              è forse una presa per il culo anche peggiore di dare a entrambi un sussidio perchè ci sono

              c’è una piccolissima possibilità che veramente robot flessibili, computer potenti, reti onnipresenti e software intelligenti eliminino molta necessità di lavorare ma non mi sembra così possibile e sarebbe una vera rivoluzione

              nel caso, Duca, preparati a tornare a insegnare storia al sottoscritto!

              • Miguel Martinez scrive:

                “si chiama pagare Francesco perchè scavi un buco e Roberto perchè lo riempia!”

                Lo so, infatti. Non credo che la soluzione sia a livello statale.

                Ma esiste un immenso mondo di rapporti tra individui squattrinati, in cui ognuno dà una mano utile all’altro.

                Penso alla nostra insegnante squattrinata di inglese, che fa lezioni gratuite al figlio della mamma Sikh squattrinata anche lei, e in cambio la mamma Sikh le cucina e regala cibo.

                E’ un mondo intero di scambi possibili, al di fuori del denaro, delle tasse, delle banche e dello stato.

                E poi vedo che navighiamo fino al collo nel superfluo: l’unica cosa che lo stato forse dovrebbe garantire a tutti non è uno stipendio, ma un tetto. Almeno qui a Firenze, potrebbero campare a decine o forse centinaia di migliaia con tutti i vestiti che la gente butta, e con tutto il cibo che avanza ai ristoranti.

                Solo la casa è un vero, mostruoso problema.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Sì, Francesco indica l’unica soluzione “umana”: che le macchine ci liberino del tutto dal bisono di lavorare e che soddisfino tutti i nostri bisogni.
              A quel punto si nazionalizzano le macchine e si vive tutti serviti.

            • Francesco scrive:

              ma che vita sarebbe? già ce lo insegnava Hegel, che il futuro appartiene al servo

              e credo siamo più hegeliani che ateniesi, che campavano benissimo facendo lavorare gli schiavi

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Francesco, ma tu ti lavi i vestiti a mano perché non vuoi essere servito dalla lavatrice? E fai i conti a penna perché non vuoi essere servito dalla calcolatrice? E fai dieci copie a mano di quello che scrivi perché non vuoi essere servito dalla stampante?
              Eppure io non mi sento di appartenere a nessuno di questi tre “servi”, visto che non sono persone, ma oggetti.
              E invece regna l’idea che io debba servire il mio datore di lavoro perché la mia vita sia degna di essere vissuta.
              Il problema di questa concezione è che il pensionato diventa un essere umano a metà: il lavoro è stato così totalizzante nella sua vita che una volta che non ce l’ha più non è più nessuno.

            • Roberto scrive:

              Είμαι αθηναίος

            • Z. scrive:

              Da notare l’Asse del Male Francesco-Z.

              Abbiamo scritto la stessa cosa (quasi identica) allo stesso tempo!

              Vabbè, un minuto di distanza…

            • Z. scrive:

              Miguel,

              se ci si aiuta a vicenda è ottima cosa, certo, ma il problema si pone soprattutto per chi non ha nessuno che lo aiuti.

            • Francesco scrive:

              >> E’ un mondo intero di scambi possibili, al di fuori del denaro, delle tasse, delle banche e dello stato.

              >> E invece regna l’idea che io debba servire il mio datore di lavoro perché la mia vita sia degna di essere vissuta. (beh, questa è una versione fantozziana-CGIL del lavorismo)

              vorrei avere le vostre speranze

              ciao

              PS verissmo quello che dice MT dei pensionati

            • Peucezio scrive:

              Secondo me chi difende l’idea del lavoro parte dall’ingenuo presupposto che il lavoro stimolante, gratificante, qualificato e bello sia la regola e il lavoro abbrutente sia l’eccezione, quando sappiamo tutti che è l’esatto contrario.
              D’altronde in quasi tutte le lingue la parola che indica il lavoro ha in origine una connotazione negativissima: solo nel nostro mondo alla rovescia la semantica si capovolge e la merda diventa oro.

              Il medico che fa il brillante ricercatore in qualche istituto grazie al cazzo che considera il lavoro una cosa gratificante. Ma quanti sono rispetto al magazziniere o a quello del Call Center o anche all’impegato di banca stra-garantito?
              Quello del medico brillante rcercatore in fondo non è un lavoro (o se preferite, lo è e quello degli altri è schiavitù, ma allora dobbiamo dire che siamo in un mondo di molti schiavi e pochi lavoratori).

              Io, se fossi miliardario, finanzierei la creazione di un grande atlante linguistico apulo-barese (e magari in prospettiva italiano), coi miei soldi manderei un po’ di ragazzi a fare le indagini sul campo (non posso arrivare dappertutto), ma poi dovrei coordinare il lavoro, interpretare i dati, redigere l’atlante, scrivere monografie sulle singole parlate, organizzare convegni, ecc., come fa la Del Puente in Lucania (non è miliardaria, è un professore associato, ma grazie a Dio la sua idea finora è stata finanziata), quindi sarei comunque impegnatissimo. Ma mi divertirei un mondo e, soprattutto, farei ciò che meglio sfrutta le mie capacità, le cose che so fare meglio, perché mi appassionano.

              Insomma, se nessuno fosse spinto dalla necessità economica, farebbe le cose che sa fare meglio e per cui è più inclinato.
              Dice: ma moltissime persone non sono inclinate a nulla e non farebbero niente, al massimo andrebbero a bere la birra al bar con gli amici. E credete che lavorando queste persone facciano qualcosa di buono? Non è che magari la società va male proprio perché persone così lavorano, essendo incapaci, approssimative, svogliate?

            • Peucezio scrive:

              Mauricius:
              “Francesco, ma tu ti lavi i vestiti a mano perché non vuoi essere servito dalla lavatrice?” […]

              OADAM
              (“A” sta per “annuale”)
              La cosa comincia a farsi inquietante…

            • Francesco scrive:

              x MT: veramente le macchine che citi aiutano a fare il lavoro di cura della famiglia, non lo eliminano. in questo caso non vedo il problema.

              x Peucezio: vedi solo la superficie (modernissima, decisamente 68ina) della questione. il minatore faceva un lavoro durissimo e pericoloso ma questo RAFFORZAVA la coscienza di chi era e di quale era il suo contributo. idem l’operaio dell’acciaieria.

              già io faccio più un lavoro del cazzo che spesso mi chiedo se serva o sia solo per fare ammuina.

              ma non credo proprio che la fatica sia un’obiezione decisiva

              ciao

            • roberto scrive:

              io sono completamente d’accordo con peucezio, ma non mi spiego perché nell’altro thread non era d’accordo con il mio ” la maggiorparte delle persone hanno preoccupazioni più materiali” che alla fine ci porta allo stesso punto. (se tu non avessi bisogno di soldi, o ne avessi così tanti da poter spendere come ti pare, faresti l’atlante dei tuoi sogni)

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              perché l’ideologia non è antilavorativa, è moralista, valutativa, quindi persegue l’etica del lavoro.
              Sono i contadini, quelli che sono a contatto con la materia, a disprezzare il lavoro e a considerarlo servile, non i borghesi. I borghesi appunti abbracciano l’etica del lavoro.

              L’ideale probabilmente sarebbe un’umanità sollevata dal bisogno ma che al tempo stesso non perde il conttto con la manualità, ma per soddisfazione personale, non per necessità e in cui chi se ne sente inclinato persegue anche interessi intellettuali.

            • Francesco scrive:

              >> un’umanità sollevata dal bisogno ma che al tempo stesso non perde il conttto con la manualità, ma per soddisfazione personale, non per necessità

              un mondo di segaioli, in sintesi estrema?

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ peucezio

            “L’ideale probabilmente sarebbe un’umanità sollevata dal bisogno ma che al tempo stesso non perde il conttto con la manualità, ma per soddisfazione personale, non per necessità e in cui chi se ne sente inclinato persegue anche interessi intellettuali.”

            Benvenuto nel club.

            “da ciascuno secondo i suoi bisogni, a ciascuno secondo le sue capacità”

            Karl Marx, ‘Critica del programma di Gotha’

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              Anzi, più in dettaglio:

              “In una fase piú elevata della società comunista, dopo che è scomparsa la subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche il contrasto fra lavoro intellettuale e fisico; dopo che il lavoro non è divenuto soltanto mezzo di vita, ma anche il primo bisogno della vita; dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l’angusto orizzonte giuridico borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere: Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!”

              K. Marx- F. Engels, Opere scelte, Editori Riuniti, Roma, 19692, pag. 962

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                ” dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva scorrono in tutta la loro pienezza”

                mai ottimismo capitalista, illusione energivora, individualismo e fantasia del dominio dell’Uomo con la Maiuscola sul mondo con la minuscola, furono espressi in maniera più gioiosa.

                E’ lì il terrificante errore di Marx. Che gli perdoniamo visto tante altre cose su cui ci ha azzeccato, ma che oggi rende inutile il marxismo per comprendere il mondo in cui viviamo.

            • Peucezio scrive:

              Sì, beh, è una cosa nota ed è talmente di buon senso da sembrare banale (forse quando è stata detta non lo era).

              Le mie riverve verso Marx consistno nell’aver messo nella sovastruttura cose che fanno parte della struttura elementare, perché sono universali antropologici, quali la famiglia, la religione, lo stato, se lo intendiamo come proiezione identitaria della comunità.
              E il problema è che questo non è un aspetto di dettaglio, ma l’essenza. E’ come se dici: io miglioro le tue condizioni di vita, ma prima ti taglio un braccio e una gamba, perché il braccio e la gamba sono sovrastrutture borghesi e ti sono d’impaccio.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Le mie riverve verso Marx consistno nell’aver messo nella sovastruttura cose che fanno parte della struttura elementare”

                Sono in parte d’accordo, poi alcuni di questi universali bisognerebbe rifletterci.

                Ma certamente, come sottolinea Dumont, Marx era un individualista.

            • Moi scrive:

              Marx sarà stato tantissime cose … ma di certo NON “Marxista” 😉 .

            • Francesco scrive:

              Allora, che io sia un marxiano, oltre che uno stalinista, lo sospettavo

              Ma che lui fosse un individualista! mi tocca rivalutarlo veramente?

              Lui che recupera l’individuo alla fine di tutto, dopo averlo annichilito?

              MM, non ti seguo, scusa, prova a spiegare.

      • Moi scrive:

        @ IZZALDIN , DIF, MAURICIUS, ecc …

        Ripeto che penso che voi “Digital Natives” siate stati profetizzati nel “remotissimo” 😉 1983 Alberto Camerini

        https://www.youtube.com/watch?v=lqK8j9WrFZE

      • Z. scrive:

        Era una delle argomentazioni dei trivellini: il solare è preferibile al petrolio perché è più inefficiente.

        A parte il petrolio (le piattaforme al largo, in maggioranza al largo della Romagna, sono quasi tutte estrattive di gas. Magari avessimo il petrolio) non è da ieri che viene usata, ma non è mai stata convincente. Né al tempo dei Celti, né al tempo di Ludd né oggi.

        Spero che Franco non l’abbia fatta propria!

  3. mirkhond scrive:

    Ma la ragazza (carina) della foto ha la mano screpolata o un tatuaggio?

    • PinoMamet scrive:

      Direi decorazione con l’hennè (o come si scrive)

      • Moi scrive:

        Anche perché tradizionalmente nel Monoteismo il tatuaggio è malvisto come roba da pagani … anche se poi qualcosa qualcuno qualchevolta ottiene è sempre prima vagliato e ponderato dalle Autorità Religiose, più o meno ufficiali ma conunque carismatiche.

      • PinoMamet scrive:

        Mah…
        nell’Ebraismo il tatuaggio è proibito, ufficialmente (ma molto praticato, e senza chiedere permessi a nessuno…)

        non mi risultano invece proibizioni religiose del tatuaggio nel Cristianesimo e nell’Islam
        (credo anzi che presso alcune comunità il tatuaggio- a volte con simboli religiosi- sia tradizionale)

        • Moi scrive:

          la “matrice” (scusa per il termine molto usato dagli UAARini, ma in questo caso mi sembra azzeccato) è la stessa …

  4. Francesco scrive:

    secondo me il buon Moi ha ridotto selvaggiamente il ruolo e il compito dell’insegnante, che non è così facilmente sostituibile con Wikipedia – il tablet è solo il medium

    mentre una zappatrice era in grado di fare quasi tutto il lavoro di uno stuolo di zappatori e un tornio a controllo numerico fa cose che nessun operaio umano potrebbe fare o far fare a un tornio a controllo umano

    Miguel, ma la gente di cui parli, non credi abbia anche una vita vera in cui fa qualcosa che è capace di fare? una volta messo giù il cell, saranno infermieri, operatori ecologici, ragionieri, violinisti, addestratori di paramilitari, avvocati, fornai …..

    • Miguel Martinez scrive:

      “una volta messo giù il cell, saranno infermieri, operatori ecologici, ragionieri, violinisti, addestratori di paramilitari, avvocati, fornai”

      Sì e no.

      Intanto preciso sempre che non sto difendendo il vecchio mondo, ne sto solo constatando la morte.

      Tutti i mestieri di cui parli, richiedono un precedente addestramento, tranne forse l’operatore ecologico che richiede soltanto che ci si faccia sfruttare fino al midollo.

      Quella formazione passa attraverso un dispositivo costituito dalla faticosa acquisizione di conoscenze, e quella formazione si sta disintegrando vistosamente: gli insegnanti che si lamentano del collasso del sistema educativo hanno pienamente ragione, poi uno può anche pensare che non sia tutta ‘sta gran perdita.

      Ma che laurearsi oggi sia infinitamente più facile di quanto fosse dieci o quindici anni fa, è un fatto oggettivo.

      Aneddoto da goccia d’acqua: due ragazzi hanno fatto delle tesi sul nostro giardino, ragazzi in gamba ed intelligentissimi, solo che ogni volta che proponevo nuove piste di ricerca, mi dicevano che i loro professori non erano in grado di accettare tesi così approfondite e fatte così bene.

      • roberto scrive:

        “non erano in grado di accettare tesi così approfondite e fatte così bene.”

        non per mettere in dubbio, ma che problema c’è ad accettare una tesi approfondita e fatta bene? richiede al professore 0 minuti di lavoro (mentre mettere mani ad un pastrocchio è come pulire le stalle di augia)

        • Miguel Martinez scrive:

          “ma che problema c’è ad accettare una tesi approfondita e fatta bene?”

          me lo sono chiesto anch’io.

          Forse un pastrocchio sarebbe stato più difficile da sistemare, ma l’ideale probabilmente oggi è una tesina molto breve, molto banale, scritto in un italiano vagamente accettabile (il mio tesando confondeva Napoleone I con Napoleone III, ma pare la cosa abbia creato più problemi per me che per il professore).

          • izzaldin scrive:

            il problema di accettare una tesi approfondita e fatta bene può essere
            “questa è una tesi di triennale, quello che mi proponi tu va bene per una specialista”
            “questa è una tesi di specialistica, mica è un master!”
            “questa cosa la potresti sviluppare con un dottorato, intanto vedi di volare basso”
            “per fare questa ricerca ci vorrebbero anni! fai qualcosa di più focused”
            “si potrebber oscrivere un enciclopedia su questo argomento! tieniti più basso”
            tutte obiezioni sentite personalmente o da persone vicine.
            anche semplicemente allargare il campo di ricerca è visto di cattivo occhio.
            non per fare l’esterofilo, ma nell’ambito della ricerca nei paesi anglosassoni hanno molte meno fisime ad abbattere gli steccati fra le varie discipline

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ martinez

            Alle medie, la professoressa di matematica di mia figlia toglieva un voto a ogni esercizio in più -rispetto al minimo ridicolo assegnato per compito- che l’alunno faceva di sua iniziativa per capire meglio, perché -parole testuali- ogni esercizio in più era lavoro di correzione in più e non pagato.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Beh, in molte università per le tesi triennali mettono un limite di pagine, tipo 60.
            Fra un po’ le tesi si tweetteranno direttamente.

            • Z. scrive:

              Sessanta pagine per una triennale secondo me è tanta roba. Qua secondo me non ci arrivano.

              Anzi, se ben ricordo in alcuni corsi di studio a Lettere pensavano addirittura di sopprimere la discussione delle lauree triennali.

              O temporali o frutti di bosco. O lampi o lamponi. Eccetera 😀

            • Peucezio scrive:

              “Sessanta pagine per una triennale secondo me è tanta roba. Qua secondo me non ci arrivano.”

              Sì, ma è il limite massimo che è un controsenso.

              “Anzi, se ben ricordo in alcuni corsi di studio a Lettere pensavano addirittura di sopprimere la discussione delle lauree triennali.”

              Infatti per esempio a Milano in Bicocca non c’è (ma in Statale sì).

      • Francesco scrive:

        veramente a me non risulta che infermieri, notai, addestratori di milizie, fornai e violinisti siano meno formati oggi di 10 o 100 anni fa

        ho avuto esperienza di pessimi idraulici e falegnami ma anche di ottimi idraulici e falegnami (e solo i secondi si facevano pagare un sacco)

        se devo pensare a categorie le cui capacità mi sembrano in caduta libera penso ai giornalisti e ai parlamentari – e forse le attrici porno

        ah, qualche dubbio sui soldati ma veramente li conosco troppo poco, quelli di oggi e quelli di ieri

        ciao

      • paniscus scrive:

        “una volta messo giù il cell, saranno infermieri, operatori ecologici, ragionieri, violinisti, addestratori di paramilitari, avvocati, fornai”
        —————–
        Sì e no.

        ———————————

        http://www.repubblica.it/cronaca/2016/09/28/news/smartphone_auto-148666277/

    • PinoMamet scrive:

      “mentre una zappatrice era in grado di fare quasi tutto il lavoro di uno stuolo di zappatori ”

      (Se per zappatrice intendi la macchina 😉 )
      sì, ma solo quello.

      Mentre ogni agricoltore che ho conosciuto sapeva:
      -zappare;
      -arare;
      -erpicare
      -concimare
      -seminare
      e un’altra decina di lavori;

      moltiplicata per due, cioè con i buoi o i cavalli, e con il trattore.

      Inoltre sapeva sellare il cavallo/mulo e aggiustare il motore del trattore e fare da falegname e da fabbro e da maniscalco e spesso anche da veterinario almeno a livelli medi (lo specialista venendo chiamato solo per casi seri o serissimi).
      Sua moglie, in aggiunta sapeva fare anche la curatrice, la cuoca, la sarta e non di rado la levatrice.

      Non parlo di persone mitologiche, Ettori e Achilli; parlo di persone che ho conosciuto e visto all’opera, e che adesso, ahimè, sono quasi tutti estinti quanto i dinosauri.

      • Moi scrive:

        Ma infatti Francesco parla di gente giovane di adesso … no ?

        • Francesco scrive:

          no, parlavo di zappare

          se ci fosse un robot in grado di fare veramente il contadino, sarei più che preoccupato per il MIO lavoro

          😀

          PS le macchine di solito sanno fare una sola cosa ma molto “meglio” delle persone. che in cambio sanno mille altre cose, sanno affrontare gli imprevisti e sanno il perchè una cosa si fa

          • Z. scrive:

            Dipende da cosa… alcune cose la macchina non le sa fare proprio!

            Immagina come sarebbe giocare a Civ 5 a livello Prince, ossia a parità di mezzi e di risorse contro gli avversari CPU. Non ho mai provato ma credo sarebbe difficile perdere anche a farlo apposta 😀

    • giovanni scrive:

      in Italia, quelli che sono cresciuti con internet al 50% sono disoccupati. E l’altro 50% accetta di lavorare con stipendi così bassi che i loro padri avrebbero preso a mazzate il datore di lavoro senza problemi se provava a offrire una simile miseria.

      • Francesco scrive:

        1) la disoccupazione giovanile è al 50?

        2) gli stipendi dei giovani occupati sono tutti così bassi?

        3) sarebbe interessante capire quali erano i lavori ben pagati che oggi non ci sono più e perchè, dato che i padroni erano carogne ieri come oggi

        ciao

  5. PinoMamet scrive:

    L’anno scorso degli studenti, sapendo del mio altro (e vero 😉 ) lavoro, mi hanno mostrato dei filmatini che facevano ridere loro.

    Che dire… il compianto Bombolo e Alvaro Vitali al confronto raggiungevano vette elevatissime di raffinatezza;
    ma non parlo, attenzione, di volgarità. La volgarità fa parte dell’umorismo; ci sta. Parlo di senso compiuto delle azioni.
    Non c’era una trana, non un tormentone, non una battuta, non una gag fisica: niente.
    Solo insulti a un tizio, anzi, UN singolo insulto a un tizio, a me E A LORO sconosciuto, ripetuto un centinaio di volte da persone diverse.

    Devo aggiungere altro?

    • roberto scrive:

      bocciali tutti

    • Z. scrive:

      Beh, il tormentone c’era allora!

      Seriamente, ho notato che le cose che divertono le persone cambiano molto nel tempo.

      • PinoMamet scrive:

        Verissimo, e credo sarebbe un bell’argomento di studio.

        Ma quello, credimi, era veramente indescrivibile.

        Per fortuna non ridono solo con cose come quella, ma anche con battute, gag ecc. assolutamente “normali”, anche se, ahimè, i film e le battute che facevano ridere noi sono ormai, per molti, storia antica…
        d’altro canto, bisogna forse stupirsi della loro lunga durata.

        Certo che quel filmatino era davvero orribile, comunque!

  6. Moi scrive:

    “Erpicare” …

    Quindi “Den Harrow” significa(va) “erpicare la tana” 😉 ?!

    Nell’ unico anno (1984) in cui vendette dischi arrivò primo, lasciando secondo nientemeno che Michael Jackson …

    https://www.youtube.com/watch?v=HBjpVDG81Qg

    poi si è ridotto così 🙂 :

    https://www.youtube.com/watch?v=APZz156G5LE

  7. Moi scrive:

    Comunque sempre a proposito di scuola … la famosa frase (che pare sia stata formulata per primo da Celeste Negraville, ma è stata portata avanti e fatta propria da Gian Carlo Pajetta) su istruzione obbligatoria vs ignoranza facoltativa è incredibilmente più attuale nel 2016 (ma già 2006) che NON nel 1956 o addirittura nel 1946 !

    • Z. scrive:

      Non storpiare il nome dei Maestri, tanghero! 🙂

      Tra l’altro era un collega di Pino, se ricordo bene.

    • Moi scrive:

      ah … “Negarville” e.c.

      • Moi scrive:

        comunque “Pajetta” l’ ho sempre visto scritto con quella lettera oggi orridamente “spellingata gèi” !

        • Z. scrive:

          Coming out: io talvolta la chiamo gèi, da decenni.

          A volte la y l’ho chiamata uài: meno spesso ma è capitato.

          Chissà che direbbero Pajetta e Negarville.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            gèi va bene (è più breve di “i lunga”), lo dico anch’io, ma uài… fa strano, ecco.

            • Peucezio scrive:

              Ma vergognatevi!
              Io imporrei la fustigazione obbligatoria per chi dice [ˈdʒɛi̯] (oggi mi sento in modalità Grog e mi piacciono le immagini forti; e gli eventi che rappresentano).
              Io le prime volte che l’ho sentito (tra l’altro da gente più grande di me) ho pensato: ma chi sono ‘sti rimbambiti, come parlano, da dove cacchio saltano fuori?? Alcuni neanche sapevano l’inglese tra l’altro, quindi lo dicevano proprio a cazzo di cane, per pura ignoranza.
              Poi alla fine mi sono accorto che ormai la società è talmente analfabetizzata che lo fanno tutti: c’è il rischio che se dici “i lunga” manco ti capiscono.
              A me non è mai saltato in mente, l’ho sempre chiamata o “i lunga”, o, un po’ ibericamente, “iota”.

            • Z. scrive:

              Non lo faccio più, giuro. Non la chiamo uài. Però una o due volte, moltissimi anni fa, mi è capitato!

              Quando alla gèi… ehm, alla “i lunga”, Peucè, io la chiamo arcaicamente “iota” quando recito mentalmente all’alfabeto: effe gi acca i iota kappa elle etc.

              A dire il vero non mi sembra meglio che dire “gèi”, ma spero che mi salvi ugualmente dalla fustigazione 😀

            • roberto scrive:

              io l’ho sempre chiamate i lunga (j) e i greca (y)

            • Peucezio scrive:

              … ti salva.

              Un bravo a Roberto!!

              🙂 🙂

  8. Moi scrive:

    oggi bastano una decina di nerd per creare un impero economico basata sul digitale

    [cit.]

    Qui credo che il Karlone 😉 in persona non avrebbe nulla da ridire … 😉

  9. Moi scrive:

    https://en.wikipedia.org/wiki/Religious_perspectives_on_tattooing

    Religious perspectives on tattooing

    ————

    Più o meno è come mi aspettavo e non mi sorprende che la Persianoide Shi’ia (o come si scrive) sia più “tattoo friendly” della Levantinoide Sunna … né che il Cristianesimo “faccia dei distinguo” per non far ricadere nel Paganesimo i “Frangistani” … che oggi, comunque, ci sono ricascati in pieno in parecchi ! 😉

    Io comunque personalmente NON ho tatuaggi né altre “body modification” … non so come dire, ma mi fa un ribrezzo simile a quello che mi avrebbero fatto le parruccone bianche impomatate nel Settecento !

    • Moi scrive:

      Famous Jewish American NFL player Igor Olshansky has many tattoos, including two Stars of David on his neck .

      [cit.]

    • Z. scrive:

      Ci sono due cose che trovo antipatiche:

      – quelli che si scocciano se glielo guardi: ti fai disegnare sulla schiena per cosa, per non passare inosservato?
      – quelli che se lo fanno cancellare, magari perché non è più di moda.

  10. Moi scrive:

    tenendo conto dell’ evoluzione del tatuaggio in Occidente “da Reietti a Fighetti” 😉 !

  11. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Ma come, non hai foto di “(Islamic) Life Hacks” (come si dice adesso) per far diventare mediante hijab ogni “telefonino” (scusate il termine generico e obsolescente) un bluetooth a zero euri e zero centesimi ?!

    http://i.imgur.com/ncxxd.jpg

    http://img.stanleylieber.com/src/17999/img/1458610999.jpg

    https://unveiledthought.files.wordpress.com/2014/03/amne-arabian-bluetooth.png

    a Bologna di queste “Hijab LifeHacks” ne ho viste di “live” per strada …

  12. Moi scrive:

    SUL CURIOSO NOME …

    The name Bluetooth is an Anglicised version of the Scandinavian Blåtand/Blåtann (Old Norse blátǫnn), the epithet of the tenth-century king Harald Bluetooth who united dissonant Danish tribes into a single kingdom and, according to legend, introduced Christianity as well. The idea of this name was proposed in 1997 by Jim Kardach who developed a system that would allow mobile phones to communicate with computers. At the time of this proposal he was reading Frans G. Bengtsson’s historical novel The Long Ships about Vikings and King Harald Bluetooth. The implication is that Bluetooth does the same with communications protocols, uniting them into one universal standard.

    The Bluetooth logo is a bind rune merging the Younger Futhark runes Runic letter ior.svg (Hagall) (ᚼ) and Runic letter berkanan.svg (Bjarkan) (ᛒ), Harald’s initials.

    [cit.]

    https://en.wikipedia.org/wiki/Bluetooth

    • Z. scrive:

      Sai che non avevo mai associato il Bluetooth a Harald, nonostante le rune? Un pochino come Starbucks, ma lì non ho mai letto il libro 🙂

  13. Moi scrive:

    e poi l’ henné ha il vantaggio che se una persona si stufa è più facile da rimuovere … 😉

    • PinoMamet scrive:

      Beh l’hennè è temporaneo.

      Solo che è un temporaneo che dura un bel po’ 😉 e amiche che si sono fatte “tatuare” con l’hennè in Marocco e in India hanno mantenuto per diversi giorni, al rientro, delle mani con uno sgradevole “effetto sporco”.

  14. mirkhond scrive:

    “Io comunque personalmente NON ho tatuaggi né altre “body modification” … non so come dire, ma mi fa un ribrezzo simile a quello che mi avrebbero fatto le parruccone bianche impomatate nel Settecento !”

    Concordo al miliardo%! 🙂

    • Francesco scrive:

      idem

    • Peucezio scrive:

      Mi associo.

      E comincia a diventare sempre più un problema quando cominciano a farti schifo le ragazze (magari anche molto belle) tatuate in giro per il corpo, con queste deturpanti chiazze verdognole, perché ce ne sono sempre di più.

    • PinoMamet scrive:

      A me dei portatori di tatuaggi dà fastidio una cosa sola:

      che credono che i non tatuaggiati li “guardino male”, li considerino “ribelli” o addirittura “poco raccomandabili”.

      Mi fanno lo stesso effetto che mi farebbe un ciclista che si vantasse del suo velocipede e di come chi viaggia in calesse lo guardi male…

      • Peucezio scrive:

        “che credono che i non tatuaggiati li “guardino male”, li considerino “ribelli” o addirittura “poco raccomandabili”.”

        Beh, nel mio caso hanno un po’ ragione 🙂 anche se ho diversi cari amici tatuati (anche pesantemente).

        Ma che effetto ti fanno le ragazze tatuate (sul piano erotico intendo)? Se lo vuoi dire…

        • PinoMamet scrive:

          Conosco molti che ne sono attratti, a me invece i tatuaggi diciamo che non disturbano su una ragazza molto attraente, se non troppo invasivi;

          mentre li trovo abbastanza imbruttenti su persone meno che perfette
          (a meno che non siano davvero piccoli e delicati, allora vabbè, ormai non ci si fa nemmeno caso).

          Comunque sono talmente comuni che mi stupisce ci sia ancora qualcuno che creda siano una cosa “contro”!

        • PinoMamet scrive:

          Comunque noto che ultimamente sono attratto da ragazze dall’aria “per bene”;
          non demodè o santarelline, ma proprio, come dire, a posto.

          Non come il libertino, per il gusto della profanazione;
          le trovo semplicemente più gradevoli.

          • Peucezio scrive:

            Comunque voi in Emilia siete messi meglio di qua (non parlo dei tatuaggi).
            Negli ultimi tempi mi è capitato di conoscere almeno un paio di ragazze emiliane (tra l’altro splendide entrambe) e sono molto più estroverse e simpatiche delle milanesi medie.

          • Peucezio scrive:

            Per inciso, parlo proprio della tua zona, Emilia occidentale, Parma e Piacenza.

          • PinoMamet scrive:

            Beh, rispetto alle milanesi medie credo che chiunque farebbe bella figura 😉

            in compenso siamo messi male in Italia rispetto al resto del mondo, sotto questo aspetto!

  15. mirkhond scrive:

    (credo anzi che presso alcune comunità il tatuaggio- a volte con simboli religiosi- sia tradizionale)

    Lo era in Bosnia e nel nord dell’Albania, ancora un secolo fa, presente sulle braccia delle donne, e rapprsentante a seconda del credo religioso delle interessate, la Croce e/o la Mezzaluna.
    Pare che fosse un retaggio illirico preromano.

  16. Moi scrive:

    Solo le dita continuano a muoversi. Per ora.

    —————

    Michio Kaku

    http://www.sciencechannel.com/tv-shows/futurescape/videos/connecting-the-mind-to-the-internet/

    Connecting the Mind to the Internet

    ————————-

    già …

  17. Moi scrive:

    Ma infatti spesso è qualcosa di pre-Islamico o pre-Cristiano “normato” e tollerato anche dopo … “da Noi” 😉 comunque si è passati mediante la Secolarizzazione dallo stigma dell’ Atavismo Culturale di Lombroso alla semplice moda (e pochi pugnatt) in tempi Storicamente (!) rapidissimi !

  18. daouda scrive:

    La telepatia sarà il prossimo step dell’inversione giacché quando il “tablet” si impianterà nel corpo umano avremo la completa parodia dei poteri che godevamo nell’Eden

  19. mirkhond scrive:

    Minima Cardiniana 141
    Pubblicato il 25 settembre 2016

    Domenica 25 settembre 2016 – XXVI Domenica del Tempo Ordinario

    EURABIA

    Decisamente, la disinformazione è una delle piaghe del nostro tempo. Forse la peggiore. Pensate solo alla Grande Menzogna che ormai da circa un quarto di secolo ci sta assediando. I mali di questo mondo sono molti: ma ce n’è uno che li sovrasta e che, combinato con altri minori ma a loro volta molto gravi, rischia davvero di condurci verso il peggio.

    Questo male è il crescente squilibrio del pianeta assediato dal degrado ambientale, dall’inquinamento e soprattutto dallo sfruttamento intensivo delle sue risorse ch’è strettamente legato a un’iniqua, insostenibile ingiustizia nella distribuzione di ricchezze e di risorse. Di recente è brevemente tornata in primo piano – per scomparire immediatamente, inghiottita da altre notizie che (sulla base del noto principio “chiodo scaccia chiodo”) le si sono precipitosamente accumulate sopra fino a coprirla e a obliterarla – la faccenda delle sementi sterili e del business di associazioni a delinquere quali la lobby multinazionale Monsanto. Siamo dinanzi a vere e proprie forme di terrorismo economico-tecnologico gestite da Rispettabili Signori in doppiopetto, soci in affari di altri Rispettabili Signori (alcuni in doppiopetto, altri in candida galabiyah) che dominano le banche e il petrolio e che stanno progressivamente attuando una spaventosa concentrazione progressiva della ricchezza del mondo in poche mani e la conseguente riduzione di tutti i governi del mondo al rango di “comitati d’affari”, poiché ormai è palese quanto e fino a quale punto la politica sia subordinata all’economia e alla finanza. Da ciò discendono il malgoverno mondiale di ricchezze e di risorse, la desertificazione di buona parte dei continenti africano e latinoamericano, la sottrazione a popoli interi della sovranità alimentare ch’essi detenevano fino ad alcuni decenni fa, lo sconvolgimento delle loro tradizioni e del loro tenore di vita. La gente sta scappando per questo dall’Africa: e, prendendocela con i poveri migranti anziché con i Rispettabili Signori che li costringono a migrare in quanto la loro presenza come forza-lavoro in loco non è più remunerativa e le terre ch’essi abitavano vanno riconvertite ad altri usi, noi agiamo come lo stupido cane che, bastonato, azzanna rabbioso il bastone e quindi lambisce con la lingua la mano del padrone anziché saltargli alla gola. Queste cose le stanno denunziando da tempo, con forza e addirittura con rabbia, non il solito Chomsky e le solite Vandhana Shiva, ma personaggi come Stiglitz, Rifkin e perfino Luttvak, che non sono esattamente dei “comunisti”. Se i nostri mass media c’informassero di tutto ciò con un minimo di scrupolo, le nostre reazioni sarebbero forse diverse. Invece, silenzio o quasi. Quante puntate dei Talk shows più seguiti dalle nostre TV hanno dedicato attenzione a tutto ciò?

    Eppure si profilava lontanamente possibile, tempo fa, che quelle denunzie riuscissero anche solo in parte a colpire il segno e a risvegliare sia pur minimamente la coscienza dell’opinione pubblica occidentale. Ormai, dopo il dissolvimento dell’URSS, non c’era più il “Nemico Metafisico”, il Mostro da Sbattere in Prima Pagina e da denunziare come responsabile di tutti i mali del mondo. Il nazismo era stato battuto, il comunismo volatilizzato. Un po’ troppa gente cominciava a chiedersi perché, ora che il bene aveva definitivamente trionfato, le cose stessero andando peggio di prima. Il Re rischiava sul serio di restare Nudo. Qualcuno avrebbe addirittura potuto cominciar a chiamare cose e persone con il loro vero nome, a denunziare mandanti ed esecutori del massacro del genere umano, del totalitarismo turbocapitalista. Bisognava correre ai ripari.

    Et voilà. Magari con la volenterosa collaborazione di qualche emiro del Golfo di quelli che da una parte sono ormai dagli Anni Venti sicuri partners economico-finanziati dell’Occidente e dall’altra spargono i semi di un “Islam mutante” fautore della fitna, della discordia civile e politico-religiosa nel mondo musulmano che tende a tracimare nell’Occidente e sconvolgere anch’esso, si è montato il Teatrino dello “Scontro di Civiltà”, il Grand Guignol del “Pericolo Islamico” sapientemente sviluppato a partire dal best seller del professor Huntington, proseguito con alcuni spettacolari attentati dei quali si sono precipitosamente identificati i responsabili passando tranquillamente sopra l’inquinamento e l’occultamento delle prove e sigillato da tre spettacolari aggressioni – all’Afghanistan nel 2001, all’Iraq nel 2003, alla Libia nel 2011 – che hanno molto giovato al mercato della produzione e della vendita delle armi (delle quali l’Arabia saudita, nostra sicura alleata, è la massima importatrice del mondo), mentre le varie prefiche dell’ideologia fallaciana starnazzavano facendo un baccano dell’altro mondo sull’Islam che, unito misteriosamente in un blocco compatto che unisce tutti i musulmani (“radicali” o “moderati” che siano), starebbe preparandosi ad assalire l’Occidente e a soggiogarlo, addirittura obbligandolo a convertirsi. Avete mai sentito parlare dell’Eurabia? E’ quella che si starebbe preparando e della quale i migranti sarebbero la massa di manovra. Strano che tutti i denunziatori del “pericolo eurabico”, pronti a scorgerlo dietro tutti i centri d’accoglienza di disperati che vengono dall’Africa o dalla Siria, quelli che si scandalizzano per il bombardamento “russo-assadista” di Aleppo mentre da circa un quarto di secolo non hanno né battuto ciglio né speso una parola per fermare i raids quotidiani della NATO & Co. (con buon supporto egiziano-saudita) che quotidianamente colpivano e ancora colpiscono Libano, Balcani, Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, Yemen e vari obiettivi africani, tacciano poi distratti o rassicurati, se non addirittura compiaciuti, quando ogni domenica sui nostri campi sportivi leggono l’invito Fly Emirates! sulle magliette di tutte le nostre squadre di calcio; quando vengono casualmente a sapere che fior di emiri magari di quelli che al loro paese tagliano teste e mani ai condannati e che impediscono alle donne di andare a scuola e di guidare l’auto ci stanno dappertutto comprando aeroporti, compagnie aeree di bandiera, banche, alberghi, installazioni turistiche e perfino universitarie e sanitarie. Gente che denunzia l’Eurabia ogni volta che un pugno di poveracci tenta di aprire una moschea ricavata da un garage in periferia, trova poi del tutto normale il peraltro redditizio sostegno nei confronti di alcuni emiri-playboys i quali al loro paese mozzano le mani e sostengono l’Islam wahhabita che sta alla base delle neoideologie jihadiste-terroriste mentre da noi popolano i porti della Costa Azzurra con le loro “barche” principesche e ci comprano banche ed aerei. Ciò appare del tutto ovvio e normale ai vari orfanelli di Oriana. Bravi, continuiamo così, continuiamo a farci del male…

    FC

  20. Grog scrive:

    NOTIZIA DESTINATA A RIVOLUZIONARE IL CONCETTO DI ISLAM
    Ricercatori presso il maggior centro di pensiero islamico, l’Università di Al Azar al Cairo, hanno stabilito che
    ALLAH AKBAR significa ALLAH è ANDATO AL BAR CON MAOMETTO ed insieme si stanno facendo due bianchetti parlando di figa e di culo!
    Grande la disapprovazione per i due malandrini soltanto che nessuno osa dire alcunché.
    Grog! Grog! Grog!

  21. Moi scrive:

    Ci sono due cose che trovo antipatiche:

    1

    – quelli che si scocciano se [il tatuaggio] glielo guardi: ti fai disegnare sulla schiena per cosa, per (non) passare inosservato?

    2

    – quelli che [il tatuaggio] se lo fanno cancellare, magari perché non è più di moda.

    Z

    —————————–

    1 – Icché cambia rispetto alla ragazza che si mette tacchi vertiginosi, minigonna inguinale / shorts intergluteali, scollature sopra con imbottitura sotto, trucco ai limiti della teatrante … e poi esige che nessuno osi neppure guardarla invocando reati da Sharia FemiNazi tipo “staring” da assimilare allo stupro ? (Con il bel risultato che chi è timido neppure osa guardarla davvero, chi è delinquente abituale pensa che visto che il rischio legale è uguale … anziché guardare tanto vale stuprare !) O che è normale da parte dei “maschietti” (testa da dodicenni in fisiconi superpalestrati ipertestosteronici) compiacere scatenando il rissone in discoteca ?

    2 – Se la moda è moda …

    PS

    La Scuola Massonico-Comunista di Francoforte se lo prefissò espressamente di distruggere la Logica Aristotelico-Tomistica dalla Forma Mentis dell’ Occidente. Il resto ne risulta meramente conseguente. Superfluo indicare come oggi si erga trionfante … nevvero, Habs ? 😉

    • Grog scrive:

      Una volta i maschi seri seduti sul muretto dicevano
      VARDA CHE TROIA!
      OSTARIA SE VEDE LA MONA CHE LA SAPRA’ DE SOGLIOLA!
      Grog! Grog! Grog!

  22. mirkhond scrive:

    Come non ariconcordare con Moi?

  23. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    Una buona e una cattiva notizia sulla “gei” 😉 :

    … la buona è che “c’ho i colpevoli” :

    https://www.youtube.com/watch?v=BmITrSuOUIw

    nonché

    https://www.youtube.com/watch?v=vsdylIsoVVw

    … la cattiva è che NON sussistono reati effettivi per i quali incriminarli, e anche se ci fossero … oramai in Italiotland 🙂 sarebbero prescritti ! 😉

  24. Moi scrive:

    ma se proprio-proprio si deve continuare ad avere una scuola che rifila a dei “Digital Natives” quei robi cartacei novecentosi 😉 in giù … perché non adottare direttamente i “Bignamini” (o simili) come libri di testo 😉 ?

    https://en.wikipedia.org/wiki/Digital_native

    The term digital native was coined and popularized by education consultant [Prensky] in his 2001 article entitled Digital Natives, Digital Immigrants, in which he relates the contemporary decline in American education to educators’ failure to understand the needs of modern students. […]

    • paniscus scrive:

      E ti pareva che non fosse colpa degli insegnanti?

      Se i risultati di apprendimento degli studenti peggiorano quando questi si rincoglioniscono di tablet, videogiochi, social network e cellulari studiando di meno e concentrandosi di meno, il motivo non è mica che studiano meno e si concentrano meno, ma no… il motivo è che gli insegnanti non sono stati abbastanza bravi a capire e assecondare i loro nuovi bisogni educativi!

  25. Mauricius Tarvisii scrive:
    • Peucezio scrive:

      Infatti la magistratura ha perseguitato Prodi…

      • Francesco scrive:

        credevo Prodi si fosse perseguitato da solo, arruffando un’allenza di millemila partitucoli e facendo finta di aver vinto le elezioni

        mi sarò sbagliato?

        PS quell’acquisto di senatori, prima comprati da Prodi con prebende a spese dello Stato, rimane una delle Grandi Imprese di Silvio.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Veramente quei senatori erano stati eletti con l’Unione. Oppure l’elezione è una prebenda se avviene con Prodi, mentre diventa un’unzione sacra se avviene con Silvio? 😀

          • Francesco scrive:

            Unione? nonc’erano anche un bel pò di raccattati in giro dal Prodi disperato?

            ripeto che la prima colpa di Prodi è quella di aver fatto un’ammucchiata di partitucoli inaffidabili, che al confronto le cene eleganti di Berlusconi erano … eleganti

            🙂

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              No, nessun raccattato: la maggioranza nasceva con quei 3 voti di vantaggio ed è morta quando li ha persi. Forse ti riferisci ai senatori a vita, che però non rispondono alla tua descrizione.

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, se uno si poggia un un bastone fràcito per forza che poi cade.

            • Z. scrive:

              Peucè,

              io capisco che per i berlusconiani tutto è lecito, però ci dovrebbe essere un limite anche al mirror-climbing 😀

            • Francesco scrive:

              allora, la maggioranza era oscenamente raccogliticcia, al confronto le ragazze di Silvio erano fiori di campo

              quando Prodi perse il suo ampio vantaggio e alle elezioni la spuntò per un pelo, era politicamente morto ma fece finta di nulla

              sbaglio o c’era Mastella nell’ammucchiata?

            • Z. scrive:

              Vero, il governo Prodi era nato abbastanza invalido.

              E tu stai dcendo che non c’è niente di male a rapinare un invalido: tanto, se non lo rapino, io prima o poi lo rapinerà qualcun altro.

              Non fa una piega 😀

            • Francesco scrive:

              Mica glielo ha detto il dottore di provare a fare il centravanti con quel fisichino rachitico. Quando ha comunque deciso di scendere in campo lo stesso, stupidamente, ha preso un sacco di mazzate – che un centravanti vero avrebbe assorbito bene.

              Non posso fare nè l’elogio nè l’apologia della coglioneria in politica, ce lo ha insegnato Machiavelli!

              Sennò dovrei scusare pure Berlusconi, che è molto più simpatico e modesto di Prodi.

            • Z. scrive:

              Allora avevo capito bene: non c’è niente di male a rapinare persone anziane e invalide. Tanto, se non lo fai tu, verosimilmente ci proverà qualcun altro.

              Oh, che ti devo dire, abbiamo due visioni differenti della politica 🙂

            • Peucezio scrive:

              Siamo sempre lì: il peccato grave è l’illegalità formale, non sostanziale: d’altra parte è giusto: se sei così forte che hai la magistratura, il presidente della repubblica, la stampa, le varie autorità di garanzia che ti difendono, ti imponi, mentre se non conti niente, sei costretto a usare mezzi illegali più scopertamente, perché la legge la fa il tuo nemico, non per giustizia, ma contro di te. Guai ai deboli.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              — Siamo sempre lì: il peccato grave è l’illegalità formale, non sostanziale —

              Ah, rapinare un invalido è “illegalità formale”. Sarebbe una bella cosa da farsi, peccato che la legge lo proibisca, insomma. Sorbolacci e sorboloni!

              Il resto è complottismo piagnone berlusconista, che trovo sensato solo dietro lauta retribuzione. Chi paga per farlo, che dire…

              😀

            • Z. scrive:

              Comunque è curioso che dopo anni ci sia ancora gente che, se mai vedesse Berlusconi stuprare un bambino di quattro anni, direbbe:

              – che sicuramente è un’illusione ottica;
              – che il bambino se l’era cercata perché aveva uno zio comunista;
              – che in ogni caso è solo un peccato veniale, mica come la sinistra che ha fatto le foibe e Telecom Serbia.

              E poi vuoi farmi credere che l’uomo non vive di reazioni? Oddio, magari non tutti al tuo livello, ma molti sì 🙂

  26. Moi scrive:

    Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!

    ———-

    Bene, se uno non sa fare nulla (capacità) ma è un sessuomane (bisogno) compulsivo … come la mettiamo ?

    😉

  27. Moi scrive:

    DOPO LA LEGGE CIRINNÀ

    Isabel e Federica, le due ex suore che si sposeranno in Comune a Pinerolo
    Le due donne si sono conosciute mentre erano missionarie. Per sposarsi hanno lasciato il velo. L’unione civile verrà celebrata dal sindaco del Movimento 5 stelle Luca Salvai

    http://www.corriere.it/cronache/16_settembre_28/isabel-federica-due-ex-suore-che-si-sposeranno-comune-pinerolo-d45626e2-854f-11e6-be66-7ada332d8493.shtml

    Magari se ci sarà un Concilio Vaticano III … altre potranno inter-sposarsi (anche a 5 o 6 per volta …) restando suore 😉

  28. Moi scrive:

    Il problema del Reddito di Cittadinanza è che sarebbe sostitutivo di uno stipendio minimo poco più consistente … e allora chi preferirebbe spaccarsi la schiena a 100 euri al mese in più anziché restare a casa a 100 in meno ? Se invece fosse una cifra minima garantita anche restando deliberatamente a grattarsi il derma della sacca scrotale in casa 😉 e poi, lavorando, si aggiungono altri soldi … avrebbe già più senso !

    • Z. scrive:

      A dire il vero il reddito di cittadinanza, propriamente inteso, dovrebbe essere qualcosa come quella che piacerebbe a te. Quello che i grillini chiamano “reddito di cittadinanza” è in effetti più simile ad un assegno di disoccupazione.

  29. PinoMamet scrive:

    “Neri” vs “Femministe bianche”; segnaliamo all’attenzione di Moi:

    http://everydayfeminism.com/2015/09/white-feminists-anti-racism/?utm_content=bufferf870f&utm_medium=social&utm_source=facebook.com&utm_campaign=buffer

    faccio outing: secondo i tizi dei fumetti che dicono le frasi “sbagliate” (in sintesi “non è colpa mia se sei donna/nero, e non c’è motivo di essere aggressivi verso di me”) dicono la pura e semplice banale e chiarissima verità, mentre i “buoni” rispondono con contorti giri di parole

    Bellissimo quello in cui un uomo costretto sulla difensiva (!) e (!!) per aver detto che preferisce le donne con i capelli lunghi, viene paragonato a una donna bianca che si deve giustificare per aver detto che “ogni vita conta”, anziché lo slogan degli attivisti neri “la vita nera conta”.

    No, ma in America hanno seri problemi…

    • PinoMamet scrive:

      Aggiungo un altro elemento, tanto per inquadrare il livello del femminismo americano.

      Da un link di quello che Z. definisce “videogioco”, cioè Facebook, vengo indirizzato a un articolo (credo di Huffington Post ma non ricordo) che parla del sessismo dei media alle Olimpiadi.
      Credo si tratti del caso delle “cicciotte”, e gli do un’occhiata: no, è un articolo tradotto da una tizia americana e parla di robe statunitensi.

      Insomma, secondo la giornalista, i media americani sarebbe stati estremamente sessisti per aver detto robe tipo:
      -la tal nuotatrice va così forte che supererebbe diversi atleti maschi;
      -la tal sportiva è fidanzata con il tal altro sportivo
      e un paio di altre robe del genere, che ho scordato perché totalmente insignificanti.

      Alcuni commentatori, ahiloro, osano far notare che si tratta di un’accusa incosistente e decisamente esagerata, e vengono sommersi dalle critiche di alcune (una soprattutto) commentatri aggressive che li offendono palesemente, in quanto uomini e perciò stupidi.
      Italiani, in questo caso, commentatori e commentatrici.

      • Z. scrive:

        Zeta ha sempre ragione, come il DVSCE, e un giorno tutti vi accorgerete che con quei social-videogame state rendendo il mondo peggiore un commento alla volta 😀

        Comunque, io vivo in Italia e non negli Stati Uniti, quindi non so come funzioni laggiù e quale sia l’eredità – effettiva o percepita – di fenomeni come lo schiavismo e la segregazione razziale. Immagino che qualche peso ce l’abbia.

        Posso dire che qui in Italia essere donna è uno svantaggio sotto alcuni aspetti e in certi casi mentre è un vantaggio sotto altri aspetti e in altri casi.

        • Peucezio scrive:

          Non c’entrano nulla schiavismo e segregazione razziale (sempre ‘sta storia che il mondo funziona per reazione), o, meglio c’entrano, ma nel senso opposto, dell’aggressività che gli americani mettono in tutto.

          • Z. scrive:

            Beh sì, il mondo funziona in buona parte per reazione. Sotto numerosissimi aspetti, politica in primis.

            Tu stesso ne sei un esempio vivido 🙂

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, su ‘sta cosa non saremo mai d’accordo, ma dovresti almeno basarti su fatti concreti.

              Quanto a me, sì: io sarei cresciuto in un ambiente di progressisti…

            • Z. scrive:

              Oddio… magari per “reazione” intendiamo due cose differenti?

            • Peucezio scrive:

              Mah, ne abbiamo già parlato diffusamente, mi sembra.
              Io sostengo che quando si impone una tendenza nella storia, è perché asseconda lo Zeitgeist, è perché èil riflesso o la conferma o l’intensificazione di una tendenza generale già in atto.
              Cioè io credo che se ne mondo dei rapporti individuali, almeno in astratto, se tu mi presti 100 euro, dopo io devo restituirti 100 euro, nel mondo reale, se io ti do 100 euro, stai tranquillo che fra un po’ te ne darò altri 100 o magari 1000.

            • Z. scrive:

              Nel mondo reale se tu mi presti 100 euro io te ne renderò 110, a dirla tutta. Dovrò pure ripagarti la disponibilità pronta cassa e il rischio dell’insoluto, no?

              A parte questo, quasi tutte le ideologie della storia si sono imposte per reazione a situazioni dell’epoca e/o ad altre ideologie. La stessa evoluzione della specie, così come conveniamo di chiamarla, è determinata – su scala diacronica – da una reazione ai pericoli di un dato ambiente. Se gli inglesi hanno devastato Dresda è per via di Coventry. E se gli afroamericani hanno potuto rivendicare quote, affirmative action e cose simili, come sappiamo, è proprio per la storia di schiavitù e segregazione.

              Non dico che debba piacere, ma è così che va, e lo sappiamo tutti…

      • PinoMamet scrive:

        Ma guarda, direi che sono d’accordo con tutte le tue considerazioni;

        direi anzi che qualunque persona civile non possa che essere d’accordo con le tue considerazioni;

        siamo tutti quanti dalla parte dei diritti delle donne e dei neri;

        però… non basta!!
        è proprio questo il punto: non basta mai, e non si capisce fino a che punto di autodeprecazione, masochismo e autolesionismo si debba spingersi per far contenti gli esponenti più esagitati (ma forse, la maggioranza degli esponenti) delle “minoranze”.

        Vai alle manifestazione dei neri:
        “le vite nere contano!”
        “cazzo sì!” rilanci tu “ tutte le vita contano!”
        “eh no, scusa, stiamo parlando solo di neri, qua, i cinesi gli afghani e i bianchi non interessano, non capisci il male che ci ha fatto la schiavitù nell’Ottocento?”

        Fai il tifo per l’atleta:
        “Bravissima! faglielo vedere! che capacità atletica, in realtà supera anche molti maschi…”
        “Sessista! vuoi forse implicare che in genere il sesso maschile è più forte fisicamente? non capisci che questo implica il bla bla dell’arcifuffa che mi sto inventando adesso? soprattutto, non capisci che sei uomo e quindi devi stare zitto perché sei stupido, e questo non è sessismo perché lo dico io??”

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “vuoi forse implicare che in genere il sesso maschile è più forte fisicamente?”

          Parlando di media? Sì…

        • Z. scrive:

          Secondo me la simpatia di cui gode accidentalmente Trump dipende anche da questo clima giudicatorio, da ditino puntato, che sembra ormai parte irrinunciabile della società civile.

          Alla faccia che il mondo non vive di reazioni, Peucè! 🙂

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Parli di questo articolo del Fuffington Post?

        http://www.huffingtonpost.it/2016/08/11/sessismo-olimpiadi-di-rio-201_n_11447908.html

        (allucinante, pur essendo tratto da una testata e non dal noto videogame)

        • PinoMamet scrive:

          Proprio quello!

        • Z. scrive:

          Sulla stessa testata ho letto un articolo di uno che voleva proibire il tiro al piattello poiché sparare brutto.

          E ho pensato: se si eliminassero tutti i giochi che simulano o derivano in qualche modo da guerre, scontri o battaglie, quanti ne resterebbero?

          Forse non proprio zero, ma nzomm, mica tanti.

          Z.

          PS: questo risponde anche a “nei videogiochi americani si ammazza la gente” 🙂

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Immagino che abbiano cambiato la regola del calcio di inizio proprio per sganciarsi dalle origini guerresche 😀

        • PinoMamet scrive:

          Se è per questo ho anche letto un articolo dove una tizia diceva peste e corna di ragazzi che giocavano a softair nei boschi e provvedeva ad informarne la Guardia Forestale, che, orrore, diceva di non saperne niente (e perché avrebbe dovuto?)…

          grave colpa dei ragazzi, “mimare la guerra che è una roba brutta”.
          Bah!

          • PinoMamet scrive:

            La tizia diceva che le veniva voglia di cantare a tutta forza la canzone Il disertore di Boris Vian, citando il verso “…se vengono a cercarmi, che io armi non ne ho”.

            Peccato che il testo originale (e più bello, diGiamolo 😉 ) dica invece, tradotto:
            “se mi ricercate, avvertite i vostri gendarmi, che io sarò in armi, e che so sparare”.

            Ora, siamo tutti d’accordo che prendersela col “buonismo” è brutto, ed è anche una bella scusa per il “bastardismo”.
            E la traduzione della canzone è di molto antecedente alla nascita del termine “buonismo”.

            Tuttavia, tuttavia… a volte un orologio rotto segna l’ora giusta, e a volte l’accusa di buonismo è giusta.
            Come nel caso di questa traduzione addomesticata!
            (O nei bambini che cantano “siam pronti alla vita”, renzianamente).

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ pinomamet

              Della serie: ‘imparate a sparare, chè puo’ sempre tornare utile’ (altro che Clint Eastwood).

              Comunque Umberto Eco in ‘Diario minimo’ diceva che bisognava che i ragazzi giocassero alla guerra. Che si sfogassero da piccoli, prima di diventare degli Eichmann da grandi.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

            • Miguel Martinez scrive:

              “La tizia diceva che le veniva voglia di cantare a tutta forza la canzone Il disertore di Boris Vian, citando il verso “…se vengono a cercarmi, che io armi non ne ho”.”

              E’ interessante.

              Come al solito, mi piace portare chiarezza nelle mistificazioni che nascono dalla mistificazione.

              Il “disertore” vero usa la propria forza, contro la forza molto maggiore delle istituzioni.

              La “disertrice” 🙂 finta, rinuncia a usare la propria forza, contro la forza delle istituzioni.

              E’ la stessa logica, peraltro, con cui si perseguitano gli ultrà.

            • Z. scrive:

              Pino, ho letto anch’io l’articolo. Che vuoi farci, il web serve a mettersi in mostra e oggidì per mettersi in mostra bisogna spararla sempre più grossa…

              Miguel, chi è che a tuo avviso perseguita gli ultrà? e come?

          • roberto scrive:

            faccio outing

            gioco a soft air e mi diverto pure tanto (ma meglio ancora a laser game)

            • PinoMamet scrive:

              Per un video musicale ho conosciuto degli appassionati di softair e mi sono sembrati dei bravi ragazzi, normalissimi, simpatici.

              Non esaltati guerrafondai e neanche gli sfigati wannabe-soldati “che non conoscono l’orrore della gueeeeerraaa” della giornalista.

              Al laser game sono andato un paio di volte e mi son sempre divertito, anche se, mi dicono, è in effetti molto diverso dallo sparare dal vero, come tattica di gioco… ma chissenefrega, io ero lì per divertirmi con gli amici, mica per imparare qualcosa, tantomeno a sparare o a fare la guerra!

            • Peucezio scrive:

              Mah, a me pare che qualunque attività all’aria aperta che si fa con altra gente sia sana di per sé.

            • PinoMamet scrive:

              Concordo!

            • Moi scrive:

              al tempo: anche organizzare con le spranghe la caccia al negro/frocio/fascio/rosso o chi vi pare … rientra nel suddetto parametro !

            • Roberto scrive:

              Concordo con moi

        • roberto scrive:

          cazzarola mi sono perso la cerimonia di apertura!!!

        • Moi scrive:

          L’ Elettore Medio di Donnie in USA, leggendone una traduzione in English, penserebbe “she’s gotta be dick-starved !” 😉

  30. Z. scrive:

    Un dubbio.

    Come mai il politico italiano medio è convinto che chiedere scusa, davanti a un errore rivelatosi grossolano e/o a una condotta accettabile, farebbe crollare i suoi consensi?

    Succede solo in Italia o anche all’estero?

    • roberto scrive:

      in francia a chiedere scusa non ci pensa mai nessuno, ma loro sono francesi, non sbagliano mai

      • Grog scrive:

        I Francesi sono zozzi sulla persona(*), tolta la “grand cuisine” cucinano da schifo ed in moto monotono, i loro formaggi puzzano e non stanno sicuramente alla pari con quelli italiani, mediamente sono culattoni e coprofagi, per il resto come gran merdosi non sono neanche male.
        Grog! Grog! Grog!
        (*) unico lato positivo che la FIGA FRANCESE SA DI FIGA E NON DI SAPONE CAMAY

        • roberto scrive:

          non sono d’accordo sulla prima parte del post!

          la “grande cuisine” è pura fuffa al 90% mentre la cucina popolare francese è molto valida (certo non può tenere il confronto con quella italiana, è ovvio). non puoi seriamente non trovare della felicità fra andouilletes, cassoulet, tartare, blanquette, bouillabaisse e via dicendo!

          idem per i formaggi, è chiaro che rispetto ad una mozzarella o ad un parmigiano non c’è nulla che tenga, ma nel loro piccolo fanno ottime cose

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Mi pare che succeda anche all’estero: ammettere l’errore è visto come un segno di debolezza e apre le porte ad attacchi ad oltranza degli avversari.
      Ma poi chi stabilisce cosa è o meno un errore? Quasi nessuna scelta è negativa proprio per tutti, visto che dalla disgrazia di uno può nascere la fortuna di un altro.

      • Z. scrive:

        Pensavo a cose tipo Rosi Bindi su De Luca dichiarato impresentabile a poche ore dal voto.

        Più in generale, e al di là dello spunto, a tutte le situazioni in cui si sostengono tesi rivelatesi poi parecchio infondate. Tipo le bufale di Salvini sul noto social videogame.

        Violante sul G8, a ben pensare, si scusò. Tornò a Genova a prendersi i fischi e a chiedere scusa. Ma non ricordo altri casi.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “Rosi Bindi su De Luca dichiarato impresentabile a poche ore dal voto”

          Credo che sia un ottimo esempio di ciò che dicevo. A prescindere dalle valutazioni su De Luca (a te piace, a me per niente, ma non ci interessa adesso), abbiamo un politico (la Bindi) che ritiene che la propria parte abbia commesso un errore (a torto o a ragione, non ce ne importa nulla) e lo dichiara.
          Le giova questa ammissione di colpa? No. I suoi avversari non voteranno per lei e la elogeranno soltanto perché porta acqua al loro mulino. I suoi alleati invece saranno stati danneggiati dal “fuoco amico” e proveranno rancore. Lei stessa fa la figura di chi non è riuscita ad impedire qualcosa che lei considera sbagliato, ovvero dell’inetta/inutile. Perché quindi ammettere una presunta colpa?
          L’unica ragione per farlo potrebbe essere quella che a spinto Violante a farlo: devi compiacere qualcuno che desidera che tu ti scusi perché hai la speranza concreta di avere il suo voto o il suo appoggio. Ma anche qui è un azzardo, visto che quel qualcuno potrebbe benissimo decidere di sfruttare l’occasione per attaccarti facendoti perdere credibilità.

          • Z. scrive:

            RB potrebbe sempre dire di avere comunque agito correttamente, in effetti, esprimendosi in base ai procedimenti in corso. Resta il problema tempistica e anche quello forse potrebbe essere difeso. Forse.

            Ma sarebbe così esiziale dire “nzomm, qualcosa ho sbagliato”? è meglio dire “non so leggere le mail” o far finta di niente?

            Dopotutto a Violante mica ha portato guai aver chiesto scusa. Magari neanche voti, non so, ma io avevo amici a Genova (da ambo le parti)…

            • Moi scrive:

              Fatela ‘sta cazzo di scissione, se avete le palle : fatela ! Il vostro psicodramma autoreferenziale NON rappresenta i problemi reali del Paese !

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Il partito della Bindi fa una scelta.
              La Bindi dichiara che questa scelta per lei è un errore.
              Risultato: gli avversari del partito della Bindi vanno a nozze con le dichiarazioni della Bindi, mentre i sostenitori del partito della Bindi pretenderanno anche a distanza di anni un’ammissione di colpa per quell’ammissione di colpa.

              Certo, se ci fosse una sorte di giudizio universale in cui siamo io o in alternativa tu a decidere giusto e sbagliato sarebbe anche razionale fare un’ammissione di colpa per allinearsi al pensiero di questo Supremo Arbitro, ma finché a giudicare è un pubblico eterogeneo no.
              E credo che la presente discussione ne sia una prova provata: io non voterò la Bindi pur considerando la sua ammissione di colpa di allora sacrosanta, mentre Z, elettore potenziale della Bindi, è stato reso scontento da quella ammissione di colpa. Che ci ha guadagnato la Bindi all’epoca?
              E non è che se oggi accontentasse Z le andrebbe molto meglio: lui in cuor suo non dimenticherà il “tradimento”, anche se lo perdonerà, mentre io non le perdonerò la marcia indietro.
              E’ desolante? Sì. E’ purtroppo vero? Sì.

            • Z. scrive:

              Mah, non sono molto d’accordo sulla dinamica dei casi concreti. Però il ragionamento sul principio fila, in effetti.

              Solo che oggi il mondo è sempre più difficile, gli errori sono sempre più facili da scovare e il mito del politico infallibile (ma anche del giornalista infallibile, etc.) è difficile da sostenere.

              Ma ammetto che nella mia opinione gioca molto la mia stima, effttivamente umana più che politica, per chi ammette pubblicamente i propri errori.

      • Z. scrive:

        Poi chiaramente non pretendo che si ammetta che la riforma del titolo V è venuta su peggio di Rome II Total War, da parte di chi l’ha promossa…

  31. roberto scrive:

    OT
    tags: le nostre tradizioni, i valori cristiani, destra e sinistra sono uguali (ma non ugualissime)

    il sindaco front national di un paesello qui vicino toglie il locale al secours populaire perché osa dar da mangiare agli affamati con il colore della pelle sbagliato

    http://www.wort.lu/fr/international/juge-trop-pro-migrants-la-mairie-de-hayange-prive-de-local-le-secours-populaire-57ee0603ac730ff4e7f672e4#

    • Grog scrive:

      Il sindaco è UN GROSSO STRONZO, se gli affamati hanno colore sbagliato non è con la dieta che cambieranno colore, VANNO RIDIPINTI.
      Grog! Grog! Grog!

    • Moi scrive:

      Che sfiga hanno avuto quei (presunti) “Profughi” … con tutte le Caritas CattoComuniste e le ONG “senza passare dal Catto” ove gli è la popolazione Europea bianca autoctona _ Kalergicamente impauperita dai BanK$t€r$ $trozzini _ che deve darsi il lucido da scarpe in faccia appunto alla “Soul Man” per sperare in un tozzo di pane ! … Anche perché chi aiuta “quegli altri”, se lo sogna il Ferrarino da BBSN (Bianchi Buoni Salva-Negri) Business come l’ Amicone Conterròneo 😉 di Mastella !

      • Moi scrive:

        @ PINO

        Ci sono dei “Blacks” (e non solo) in USA convinti davvero (!) che Soul Man sia stato più razzista quello nel 1986 di Der Ewige Jude nel 1940 … E quasi tutti non han visto che entrambi i trailer, oppure neanche quelli: si basano sul sentito dire da parte dello Youtuber Hipster-Nerd Fissatone Preferito !

  32. Miguel Martinez scrive:

    Leggo:

    “Nel 1990 le tre compagnie automobilistiche americane occupavano 1,2 milioni di persone, nel 2014 le tre compagnie digitali della Silicon Valley, con una capitalizzazione tripla di quella delle vecchie star automobilistiche, occupavano soltanto 137 mila.”

    http://tysm.org/delle-api-delle-locuste/

    Mi sembra colga l’essenza della situazione attuale, dove reddito e lavoro vanno per due strade diverse.

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ martinez

      La questione mi interessa da vicino, per un motivi che spero sarà chiaro alla fine di questo mio post.

      Le api cooperano fra loro. Le locuste campano predandole. Per predare le api, le locuste si mettono in competizione: non solo e non tanto fra di loro, ma anche e soprattutto con api che di per sé non penserebbero mai spontaneamente a competere, quanto appunto a cooperare.

      Detta così, è un’applicazione del principio di Pareto
      https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Pareto

      Ma questa è macroeconomia, o sociologia: in ogni caso, qualcosa che fa riferimento a una proprietà della collettività degli esseri umani.

      Per quanto riguarda l’impatto sulla vita quotidiana delle singole persone che incontriamo -che a quanto capisco è ciò che in fondo più ti interessa, Miguel- vale forse la pena ripetere la vecchia storiella (che mi dicono essere Cinese in origine) fra paradiso e inferno.

      “L’inferno è un posto dove le persone possono mangiare tutte da una sola grande ciotola, e per farlo possono usare solo bacchette lunghe quattro metri.

      Il paradiso è un posto dove le persone possono mangiare tutte da una sola grande ciotola, e per farlo possono usare solo bacchette lunghe quattro metri.

      Ma in paradiso le persone si aiutano l’un l’altra.”

      In altre parole, il paradiso è una società di api, all’inferno ci sono le locuste.

      Per usare un linguaggio da fisici, miguel, quello che dice il tuo post è che a differenza del paradiso l’inferno è stabile. Bastano poche locuste a far precipitare il paradiso in un inferno, anche se tutti gli altri individui sono api.

      Ora, il mio secondo lavoro (il primo è quello che faccio per sfamare la famiglia) è studiare la stabilità di insiemi composti da grandi numeri di individui, come il paradiso e l’inferno della storiella, o la “situazione attuale” descritta nel tuo post.

      Siccome la sfiga, notoriamente, ci vede benissimo mentre la fortuna è cieca, nella società delle api ogni individuo ha più o meno le stesse risorse, con una minoranza di sfigati meno dotati e di fortunelli più dotati. In gergo, si dice che la popolazione dei simpatici insetti è Gaussiana.

      Invece la società con le locuste è chiaramente dominata dalla diseguaglianza, e la sua popolazione si dice, non sorprendentemente, Paretiana.

      Il massimo dell’eguaglianza cui si può ambire in un sistema Paretiano è l’uguaglianza della probabilità che ogni singola ape ha di diventare locusta: probabilità uguale per tutte le api e diversa da zero in un ideale regime democratico di massima uguaglianza, uguale a zero in un regime completamente privo di uguaglianza.

      In questo senso gli Anarchici hanno ragione: lo Stato è sempre legato all’esercizio della violenza anche quando è democratico. E veramente “il peggior nemico del popolo è la maggioranza”, come dice Ibsen: ciascun individuo membro del popolo è comunque soggetto all’onnipresente tirannia della maggioranza che cerca di impedirgli di sovrastarla primeggiando, magari ricorrendo al kerosene dei pompieri di Fahrenheit 451.

      Ora, una conseguenza dell’ormai famigerato (almeno in questo blog 🙂 ) Secondo Principio è che ogni sistema stabile isolato è Gaussiano. (Per ‘isolato’ intendo che non scambia nulla con l’esterno). Qua e là, si possono pure creare disuguaglianze, rilevanti, ma sul lungo termine le differenza si compensano: per ciascuna delle api, se si chiude una porta si apre un portone. Ogni crisi è allora davvero un’opportunità, come disse Kennedy.

      Ma noi -tu, io, l’autore del tuo post…- vediamo che il sistema dove viviamo è stabilmente Paretiana. Ed è stabile al punto che ogni tentativo di eliminare le disuguaglianze, come la Rivoluzione d’Ottobre (ma non solo) immancabilmente, dopo un po’, riproduce le disuguaglianze che inizialmente era intenzionata a debellare. Stabile “come un giroscopio”, secondo l’espressione a me cara di Orwell.

      Ma se il sistema in cui viviamo è stabilmente Paretiana, allora il Secondo Principio ci dice allora che non è isolato: per esistere, pur con tutte le sue disuguaglianze, deve scambiare qualcosa con l’esterno. Non è però vero che scambi con l’esterno impediscano necessariamente a un sistema di essere Gaussiano: se fosse così, il termometro non potrebbe misurare la temperatura dei nostri bambini quando hanno la febbre, perché la temperatura che misurano diventa uguale a quella del piccolo paziente proprio quando il termometro diventa Gaussiano.

      Bella scoperta, mi potresti rispondere: il solo fatto di cacciare prede coltivare la terra e procacciarsi così il cibo è uno scambio, non fosse che di energia. Allora persino un sistema completamente privo di contatti con individui esterni ad essa è condannato a diventare Paretiana: è la tesi suggerita dal “Signore delle Mosche” di Golding.

      Ma certe tribù ad ordinamento egualitario della giungla Amazzonica o Filippina sembrano stabilire dei controesempi, tanto da suggerire a Bachofen la teoria del matriarcato primordiale e a Costanzo Preve l’idea che l’umanità sia vissuta in modo sostanzialmente ugualitario almeno fino alla rivoluzione Neolitica, per diventare stabilmente Paretiana solo dopo.

      L’affermazione di Preve si basava sullo studio della storia. Ma ha un senso fisico (dopotutto, il giroscopio è un sistema fisico ben noto): con lo sviluppo della tecnologia (che convenzionalmente chiamerò “progresso”, nonostante i brividi che il termini produce nella schiena dei tradizionalisti del blog 🙂 ) aumentano gli scambi con l’esterno. Si sfrutta meglio l’energia dell’acqua, degli animali, del vento (e poi anche degli schiavi), si raggiungono terre più lontane aumentando i traffici ecc.

      A un certo punto la configurazione Gaussiana -cioè egualitaria- della società, stabile finchè piccola e isolata, perde stabilità e diventa Paretiana: si creano gli Stati, le polizie, le caste, le burocrazie.

      Sembra Marx, perché è una visione del mondo materialista, ma non lo è, perché è dialettica. La mia speranza è di darne almeno un inizio di trattazione termodinamica. Lo scopo è di rispondere alla domanda: in corrispondenza di quale livello di scambi con l’esterno un sistema cessa di essere stabilmente Gaussiano e diventa stabilmente Paretiano?

      Questo post è servito per chiarirmi meglio le idee, almeno a me. Se scrivero’ mai un articolo, penso che lo chiamero’ “il giroscopio di Orwell”.. 🙂

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Z. scrive:

        Quindi il paradiso è un posto dove le locuste ti mangiano? E l’inferno è un posto dove tu sei quello forte e mangi carne?

        Per fortuna non sono battezzato 🙂

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Z

          No, in paradiso le locuste non ci sono proprio, sono tutte api. All’inferno, secondo Pareto è molto più facile che tu sia un’ape potenziale preda di locuste che non una locusta, ma comunque le locuste competono l’una con l’altra per le api. Nella società di questo mondo, poi, le locuste devono sempre guardarsi le spalle per paura di essere spodestate.

          In ogni caso, citando (credo) Mark Twain, posso scegliere di preferire il paradiso per il clima e l’inferno per la compagnia 🙂

          Ciao!

          Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      A occhio, confrontare così semplicisticamente delle imprese metalmeccaniche e e delle imprese di informatica ha senso quanto rilevare che Rosi Bindi suscita meno interesse sessuale di Monica Bellucci.

      Ma adesso leggerò l’articolo.

      Ciao

  33. Miguel Martinez scrive:

    Sul reddito, di cittadinanza o quel che sia…

    Ci sono diversi fattori: il denaro, i bisogni, il contributo alla società che le persone possono dare.

    Noi abbiamo sempre confuso queste cose: l’operaio che lavora in fabbrica contribuisce automobili alla società e quindi viene pagato con denaro che gli permette di soddisfare i propri bisogni.

    Ma queste cose non stanno affatto tutte insieme.

    Oggi:

    1) il denaro va in pochissime mani

    2) L’operaio non lavora più

    3) la gente ha dei bisogni che nessuno soddisfa

    4) la maggior parte di ciò che si produce è dannoso

    Distribuire denaro, in una situazione simile, non ha molto senso.

    • PinoMamet scrive:

      …non capisco la conclusione.

      Voglio dire, se c’è meno necessità di lavoro fisico, con la conseguenza di un crescente numero di persone “a spasso” senza stipendio;
      e se il denaro va (ma forse è sempre andato) in maniera spoporzionata nelle tasche di pochi;

      la soluzione dovrebbe essere proprio quella di distribuirlo più equamente, anche a persone che non lavorano, no?

      Come se l’umanità, lentamente, si stesse allontanando dalla necessità della fatica fisica.
      Il che può avere moltissime implicazioni, siamo d’accordo; ma riguardo al denaro, direi che la soluzione dovrebbe essere questa, no?

      A meno di ipotizzare una società che faccia a meno del denaro, ma attualmente mi sembra molto utopica, tra duecento anni non so…

      • PinoMamet scrive:

        C’è una cosa che mi spaventa di una società senza denaro.

        Cioè che i miei bisogni possano essere definiti da qualcun altro, magari con lungimiranza e benevolenza (ma chi me lo garantisce?) ma comunque, qualcun altro e non io.

        Il denaro, a ben vedere, è anche garanzia di autonomia.

        • Miguel Martinez scrive:

          “Il denaro, a ben vedere, è anche garanzia di autonomia.”

          E’ vero.

          Ma i bisogni dovrebbero essere definiti e negoziati insieme, quartiere per quartiere.

          Come facciamo noi, sapendo che a volte si rimane male perché le coperte son corte, ma non deve essere lo stato a decidere di cosa ho bisogno io.

          Lo stato può porre dei grandi limiti: tutti i genitori hanno bisogni di pannolini; i pannolini come son fatti oggi, sono degli ecomostri; quindi lo stato devo massacrare di divieti e di tasse tutti i produttori incapaci di inventare dei pannolini facilmente compostabili.

          • Z. scrive:

            Eh, ma se poi i pannolinari si trasferiscono in Svizzera e i loro ecomostri aumentano pure di prezzo?

            È difficile…

          • Francesco scrive:

            >> Ma i bisogni dovrebbero essere definiti e negoziati insieme, quartiere per quartiere.

            anche no, eh! se proprio devo vivere, male, in uno Stato totalitario, almeno dammi la grandezza di Hitler e Stalin!

            ci sono ALCUNI bisogni per cui ha senso quello che hai detto (strade, ponti, aereoporti, stazioni, fogne, centrali elettriche) ma MOLTI altri per cui non sento alcun bisogno di nessun altro!!!

            Ciao Miguel, ogni tanto le nostre infinite distanze si palesano

            • Francesco scrive:

              PS quando pensi ai tuoi Soviet di quartiere, hai dei riferimenti storici, medievali immaginerei, o è tutto farina del tuo sacco?

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ francesco e martinez

              Credo che abbiate ragione entrambi.

              Francesco a difendere la propria libertà di tenere in casa tendine fuchsia piuttosto che tendine lillà, Martinez a proporre che gli abitanti di uno stesso quartiere si consocino per spuntare tariffe più convenienti per gas e acqua.

              Date al privato ciò che è privato, insomma, e al pubblico ciò che è pubblico

              I servizi vanno gestiti più efficacemente dalla collettività in modo da non lasciare sola la vecchietta che vive sola contro le multi-utilities che vanno di moda oggi e che hanno preso il posto delle vecchie municipalizzate

              I prodotti vanno lasciati al gusto individuale di decorare la propria vita come più ci garba.

              Socialità e privacy possono benissimo andare d’accordo, non c’è bisogno nè di gentrification degli spazi urbani nè di condomini nordcoreani.

              Così, uno può avere benissimo la libertà di scegliersi il sarto; ma se l’intero quartiere si scalda d’inverno col teleriscaldamento si riduce l’inquinamento dell’aria che respiriamo tutti.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Miguel Martinez scrive:

                “Così, uno può avere benissimo la libertà di scegliersi il sarto; ma se l’intero quartiere si scalda d’inverno col teleriscaldamento si riduce l’inquinamento dell’aria che respiriamo tutti.”

                Hai capito perfettamente il concetto. E il motivo per cui non accetto l’antitesi “stato/privato”.

            • Z. scrive:

              ADV e Miguel,

              posso essere d’accordo SE definiamo prima quanto spazio deve essere riservato alla collettività.

              Perché negoziare tariffe migliori per le utenze va benissimo, ma se poi la collettività decide che non ho diritto ad aprire un’attività di un certo tipo? che non mi è permesso affittare a un ristoratore anziché a un calzonaio? che gli inquilini hanno tutto il diritto di occuparmi abusivamente l’immobile e/o non pagarmi la pigione e tanto peggio per me?

              Tra l’altro, non tutte le comunità sono uguali. Dalle mie parti, un tizio è diventato consigliere comunale fomentando odio razziale nella sua comunità, con una campagna di bufale e odio contro un cittadino che aveva la grave colpa di essere straniero.

              Se dobbiamo limitare la libertà individuale alla musica che si ascolta a casa propria o al colore dei fiori che si mettono in terrazza, mi tengo il mondo di oggi non mille ma diecimila volte.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Perché negoziare tariffe migliori per le utenze va benissimo, ma se poi la collettività decide che non ho diritto ad aprire un’attività di un certo tipo?”

                Provo una straordinaria difficoltà a chiamare “libertà” il contrario.

                Cioè la situazione in cui la polizia arriva e mi butta fuori di casa, perché è arrivata una società anonima con sede a Panama City che si è comprata tutto il palazzo.

                In cui sono costretto a farmi cinque chilometri in macchina per fare la spesa, perché il fruttivendolo sotto casa è stato trasformato in una discoteca.

                In cui sono costretto a tenere chiuse le finestre tutta l’estate (spendendo magari un capitale poi per mettere un inquinante sistema di aria condizionata) per gli schiamazzi dei frequentatori della discoteca.

                In cui non posso trovare posto per la mia macchina (così faccio contenti gli automobilofili del blog 🙂 ) perché tutta la zona è stata aperta al traffico e al parcheggio “libero” per favorire la movida notturna.

                Questa “libertà” sta ormai distruggendo città intere, da Londra alla Mecca, per citare due casi assai diversi; e costringe alla fuga involontaria milioni e milioni di persone in tutto il mondo, non diversamente da una pulizia etnica.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “Questa “libertà” sta ormai distruggendo città intere, da Londra alla Mecca, per citare due casi assai diversi”

              E’ proprio questa la libertà, il poter perseguire il proprio interesse prescindendo da quello altrui.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              effettivamente è libertà, comunque la si guardi. Non è detto che la libertà sia sempre cosa buona, naturalmente: possiamo discutere se sia giusto o no che esista, ad esempio, la libertà di essere proprietari di immobili.

              Ma una comunità che mi costringa a tollerare inquilini non paganti mi sta inducendo, nei fatti, a svendere ad un immobiliarista con sede a Panama. Che farà molta meno fatica di me a liberare l’immobile: da un lato spende meno, dall’altro sopporta più facilmente i costi.

              Inoltre, con lo stesso criterio, perché la stessa comunità non dovrebbe ordinare a Tizio di pagare Caio anche se Caio non lavora più? perché non dovrebbe ordinare a Sempronio di tollerare che Mevio faccia acquisti nel suo negozio senza pagare?

              Non parliamo poi di cosa succede se alla comunità non piace che un marocchino gestisca un albergo, che un musulmano apra una macelleria halal, che un bengalese apra un minimarket – tanto per citare casi concreti e verificatisi.

              Insomma, io ci andrei piano con il collettivismo…

              • Miguel Martinez scrive:

                “Insomma, io ci andrei piano con il collettivismo…”

                I mille esempi che si possono trovare in un senso o nell’altro, non ci devono far perdere di vista la questione di fondo.

                Esistono due approcci fondamentali a queste cose:

                1) si decidono le sorti dei viventi e dei luoghi in base all’interesse presente e futuro della comunità in cui si vive, con la forza quindi della comunità.

                2) si decidono le sorti dei viventi e dei luoghi con la forza del denaro che un individuo o un gruppo di individui possiede, per soddisfare gli interessi di quell’individuo in quel momento.

                Lo scontro tra queste due forze (kratos) struttura la vita umana da tempo immemorabile; ed è l’essenza del conflitto tra demo-krateia e olig-archia.

            • Z. scrive:

              Condivido anch’io la definizione di MT.

              Personalmente la definirei “poter fare quel che mi pare”, ma il senso non cambia.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              il problema di una concezione della libertà come la tua (estremizzo, non dico che tu voglia questo, ma d’altronde se poni la questione in termini di libertà, diventa una scelta di principio, quindi è lecito immaginarne le estreme conseguenze) è che un handicappato o un anziano senza mezzi economici sono spacciati, insomma, che non c’è possibilità di sopravvivenza per i più deboli, perché con che diritto obblighi gli altri a farsene carico?
              Per questo si deve contemperare la libertà con il benessere collettivo: se tu consenti alla società con sede a Panam City di comprare gli immobili a costo di desertificare un territorio ed espellerne i residenti, distruggendone il tessuto sociale e produttivo, stai anteponendo una libertà giuridica di principio, una srta di legge della giungla, a un principio di contemperamento. Chi mi vieta a questo punto di comprarmi tutta una regione, inquinarne le falde acquifere con scorie industriali e renderla inabitabile? Peggio per chi non aveva i mezzi per comprarla o tenersela: dal punto di vista del diritto sto inquinando il mio giardino, per quanto grande, quindi sono affari miei.

              Poi io non nego, col mio peculiare tipo di comunitarismo, di andare oltre questo contemperamento con l’interesse collettivo, ma questa è un’altra questione.

            • Z. scrive:

              Peucezio, non ci capiamo.

              Io sto dicendo che le persone senza tetto devono essere a carico di tutta la collettività, e precisamente a carico di ciascuno a seconda delle tue possibilità.

              Tu invece stai dicendo che devono restare a carico del solo proprietario a cui non pagano l’affitto, altrimenti è la legge della giungla.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              una comunità che autorizza e incoraggia gli occupanti del mio immobile a non pagarmi la pigione, e dunque mi induce a vendere a un immobiliarista di Panama, sta facendo gli interessi dell’oligarchia o della democrazia?

              Una comunità che prova a impedirmi di aprire una macelleria halal, o di gestire un’attività perché sono straniero, sta facendo gli interessi dell’oligarchia o della democrazia?

              Caliamo i principi nel concreto, così ci capiamo…

              • Miguel Martinez scrive:

                “una comunità che autorizza e incoraggia gli occupanti del mio immobile a non pagarmi la pigione”

                Io capisco che questa storia della pigione non pagata deve toccare qualche nervo scoperto; siccome esistono alcune persone in Italia che non pagano l’affitto – per motivi molto vari, giustificati e non – tu sostieni che l’espulsione di milioni di persone dalle loro case, dai loro quartieri, dalle loro relazioni sociali, dal loro lavoro sia una cosa positiva.

                Francamente, non so cosa sceglierei nel caso che qualcuno volesse ammazzare capre e agnelli per strada nel mio quartiere, facendoli morire dissanguati, e appenderne i resti in vetrina: probabilmente sarei alla fine favorevole, nel senso che è bene che tutti sappiano come si produce la carne, e alla fine non è che sia peggio di quello che avviene nelle macellerie “industriali”.

                Comunque sono entrambi falsi problemi. Le case sfitte potrebbero essere date a prezzi ragionevoli, o in cambio di forme non monetarie di scambio (tipo scec) a chi non ha casa; le piccole attività (macelleria halal, prostituzione, quello che ti pare) potrebbero essere ammesse per chi abita nel quartiere, ad esempio.

                Sai benissimo quale è il vero problema, che non sono quelli che citi tu.

            • Peucezio scrive:

              No, per la verità non ho mai detto questo.
              Io dico semmai che non ci devono essere eccessive concentrazioni di ricchezza, soprattutto se hanno una ricaduta sui territori e sul loro tessuto sociale.
              Cioè che non ci dev’essere la società che compra mille appartamenti e se lo fa glie li esproprio.

            • Peucezio scrive:

              Miguel e Z.,
              per me la distinzione fondamentale resta quella fra ciò che puoi usare per te e ciò che non puoi.
              Se la pigione di un appartamento mi serve ad arrotondare uno stipendiuccio e potermi permettere un viaggio in più all’anno o un ristorante in più al mese, è giusto che nessun inquilino, per quanto indigente, possa stabilirvisi senza pagare o pagando meno del pattuito: della sua indigenza è giusto si occupi lo stato, finanziato anche dalle mie tasse.
              Ma, siamo sempre lì, sarà pure la mia ossessione, nessuno può spendere per i proprio sfizi personali, per quanto costosi, la somma delle pigioni di interi quartieri o città.

              • Miguel Martinez scrive:

                “per me la distinzione fondamentale resta quella fra ciò che puoi usare per te e ciò che non puoi.”

                Condivido in pieno.

                Giochiamo con questa idea… X è un pensionato senza altre risorse, a parte un appartamento che ha affittato a Y.

                Y è un pensionato anche lui, senza altre risorse punto; e l’affitto è pari alla sua pensione.

                Y non ha alcuna possibilità di reperire soldi da altre parti, ma è sveglio, capace e ha una vita di esperienza alle spalle come artigiano.

                E così viene al nostro giardino, dove ci aiuta a tenere aperto, e insegna ai ragazzi come si fa artigianato.

                Anche noi siamo senza soldi, ma possiamo dargli degli Scec, con cui lui paga il padrone di casa.

                Il quale poi può andare dal nostro amico il fornaio, che gli fa lo sconto del 50% (e risparmia così anche sulle tasse);

                può dare i suoi scec alla nostra amica immigrata clandestina, che gli farà le pulizie in casa, in cambio lei li gira alla nostra amica che si prende cura dei suoi figli mentre lavora;

                può farsi cucinare tutti i giorni da un’altra nostra amica…

                Insomma, alla fine, Y può stare bene, frequentare persone, restare nel proprio quartiere e far stare bene anche X, senza bisogno che girino soldi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Sempre per Peucezio

                ““per me la distinzione fondamentale resta quella fra ciò che puoi usare per te e ciò che non puoi.””

                Senza volermi accanire contro Z, ma è interessante come la critica a tesi come quella che sostengo io venga sempre girata su alcune piccole questioni marginali (tipo “il poveraccio che ha solo un appartamento e non gli pagano l’affitto” oppure “l’immigrato che vuole aprire una macelleria”), invece che sulle questioni fondamentali.

                Le vere domande dovrebbero essere sul tipo:

                1) Un mio cugino di Napoli mi ha affidato sei milioni di euro in biglietti da 20 euro, e devo trovare il modo di trasformarli in soldi puliti aprendo un locale in centro a Firenze, Bangkok o Los Angeles non importa…

                2) Possiedo la più grande fabbrica di armi del mondo, per farmi il quinto campo da golf privato dove gioco solo io, il mio commercialista mi ha suggerito di creare una società con sede nelle Bahamas per acquistare tremila appartamenti nel centro di Parigi, cacciarne gli abitanti e rivenderli tra cinque anni, e c’è questo comitato di rompipalle che si è messo di traverso…

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              il tipo di economia di semi-baratto che proponi la vedo come un punto di arrivo ideale: una sorta di comunità quasi autosufficiente basata su rapporti personali.
              Ma per ora mi accontenterei che lo stato reprimesse comportamenti come quelli del cugino napoletano o del fabbricante d’armi.
              Poi ben venga ogni tipo di esperimento a livello locale.

            • Roberto scrive:

              Miguel
              “piccole questioni marginali”

              Non per difendere il pessimo Z, ma quelle che pone non sono questioni né piccole né marginali

              Per il micro proprietario, l’inquilino che non paga è una catastrofe (questione non piccola), e di piccoli proprietari ce ne sono molti, anzi tanti che il risultato di un sistema che scarica su di loro la responsabilità di aiutare gli inquilini morosi è proprio quello che indica Z (svendo alla multinazionale con sede alle Bahamas = questione non marginale)

            • Francesco scrive:

              beh, ragazzi, la buona notizia è che la Corea del Nord sta aprendo le porte all’immigrazione

              quella cattiva è che non c’è abbastanza da mangiare neppure per loro

              fate voi 2+2

              😉

            • Roberto scrive:

              Più che alla Corea del Nord (anzi agli antipodi della Corea del Nord) mi viene da pensare alle comunità di coloni del west e ai mini paesi lontani da tutto e da tutti

            • Z. scrive:

              Miguel,

              non solo tu pensi che il proprietario abbia una specie di dovere morale di tollerare un occupante moroso standosene buono e zitto (e dileggiandolo quando si altera, come hai fatto col padrone di casa di Renzino, non certo un palazzinaro. Non è una critica, davvero, ma ma mi è rimasto impresso).

              Al più, può accettare una specie di improbabile baratto di servizi non richiesti, sempre senza alzare la voce. Ora, al di là del fatto che tutto questo mi suona un pochino sgradevole, francamente non si capisce perché non dovrebbe svendere ad un immobiliarista.

              Non solo. Sei anche convinto che i piccoli proprietari in questa condizione siano pochissimi, tanto di parlare di “condizione marginale”, in un Paese dove la piccola proprietà immobiliare è la norma. Qui non siamo nel campo dell’etica, ma dell’ errore sui fatti.

              Ancora, non ti rendi conto che l’assenza di rimedi rapidi all’insolvenza è un regalo agli immobiliaristi e una bastonata agli inquilini adempienti: i primi possono assorbire il colpo, a differenza del piccolo proprietario, e alzare la pigione ai secondi. E così gli inquilini adempienti pagano il conto degli altri, come chi paga le tasse lo fa anche per gli evasori.

              Io capisco che tu voglia buttarla sul personale, cosicché io divento il cattivone che difende i cattivoni. Mi fa sorridere, ma non me la prendo: ci sono abituato, a difendere soggetti impopolari, e capisco che tu stesso viva personalmente la questione e ne veda un soprattutto un lato. Ci sta.

              Però, finché non torneremo ad uno stadio pre-fenicio con l’abolizione del denaro, io credo che sia lo Stato (il Comune), ossia tutti i cittadini, e non il proprietario di immobili in particolare a doversi occupare dei senzatetto. Anche perché ti sembra ragionevole che gli occupanti pesino su chi ha speso centomila euri per comprare un immobile e non su chi ha speso la stessa cifra per acquistare fondi speculativi o che so io?

              Capisco che tu mi parli di un problema reale, ma sarebbe bene tentare di vedere la situazione nel suo insieme, se vogliamo immaginare soluzioni realistiche.

              • Miguel Martinez scrive:

                “non solo tu pensi che il proprietario abbia una specie di dovere morale di tollerare un occupante moroso standosene buono e zitto”

                Certo che sei strano forte.

                Io questa volta non ho detto nulla su come si deve comportare un piccolo proprietario.

                Molto tempo fa, avevo raccontato la storia di un anziano poverissimo cacciato di casa da un altro anziano di poco più benestante: una storia, che se tu la conosci, è grazie alla mia obiettività nel racontarla.

                Posso anche accettare la tua idea che l’ottantenne squattrinato dovrebbe espiare la sua colpa di squattrinaggine dormendo sotto il Ponte alla Carraia, ma qui stavo parlando di un’altra cosa.

                Di processi che stanno distruggendo la vita umana collettiva sul pianeta terra.

                E’ come se tu mi dicessi che fanno schifo tutte le cure mediche del mondo, perché è inaccettabile che le ambulanze ti sveglino la notte portando la gente in ospedale.

                Ora, anch’io posso valutare la questione del tuo diritto di non venire svegliato alle 3.20 da un’ambulanza che passa a sirene spiegate per una strada del tutto deserta, ma non per questo considero nemici tutti i malati del pianeta.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              se ho ben capito tu metteresti un’asticella al di sopra della quale confischeresti tutto?

            • PinoMamet scrive:

              Non ho letto tutta la discussione, ma…

              buona idea 😀

              – scherzo, sarebbe una buona idea se avessimo tutti la vocazione dell’Amish.

              La vertià è che gli Amish sono un po’ come il lavoro:
              “non c’è nessuno che apprezzi il lavoro più di me: potrei stare ore a guardarlo” 😉
              (cit.)

            • Z. scrive:

              Miguel,

              scusa, ma non ti ho scritto più volte che tutti dobbiamo farci carico mediante lo Stato (il Comune, direi) delle persone senza casa – ciascuno secondo il proprio reddito – e non solo i piccoli proprietari che affittano casa?

              Ecco, magari è un’idea sbagliata: non capisco perché ma chissà, può darsi. Ma tu prima ci leggi un’esortazione a far morire i poveri per strada (!) e poi mi dici che sono strano…

              A me più che strano pare di essere noioso e banale.

              • Miguel Martinez scrive:

                “scusa, ma non ti ho scritto più volte che tutti dobbiamo farci carico mediante lo Stato (il Comune, direi) delle persone senza casa – ciascuno secondo il proprio reddito – e non solo i piccoli proprietari che affittano casa?”

                Allora, cerchiamo di capirci:

                1) Io dico (ma lo dicono tutti gli urbanisti, è una banalità) che è in corso una crisi mondiale della vita urbana, indotta da livelli di speculazione immobiliare e di gentrificazione senza precedenti nella storia, mossa dall’enorme bisogno di investimento sia di capitali speculativi sia di capitali di origine criminale, e che questo tsunami sta portando all’espulsione di centinaia di milioni di persone dalle loro case, dalle loro comunità, dalle loro fonti di reddito.

                2) Tu dici che questa catastrofe va benissimo, perché:

                2a) l’alternativa consiste nel vietare la macellazione halal e nel non pagare l’affitto ai piccoli proprietari

                2b) comunque basta che i comuni, con i loro notoriamente inesauribili fondi, “provvedano” ai senza tetto e non c’è più alcun problema (non sto dicendo che sono contrario, ma ti faccio notare che tu vorresti che i guadagni della grande devastazione andassero illimitatamente agli speculatori e i costi fossero sostenuti tutti dalla collettività)

                3) Io ti faccio notare che non stavo parlando né di macellazione halal né di gente che non paga l’affitto ai piccoli proprietari, ma comunque anche queste questioni si potrebbero risolvere in maniera creativa, ho persino detto che non sono contrario in principio alla macellazione “privata”

                4) tu riassumi tutta la discussione con questa affermazione: “tu pensi che il proprietario abbia una specie di dovere morale di tollerare un occupante moroso standosene buono e zitto”. Boh…

              • Miguel Martinez scrive:

                Aggiungo riguardo alla macelleria halal, perché è un esempio interessante.

                Immagino che i fattori che muovono il macellaio siano i seguenti:

                1) competenza professionale, magari ereditata

                2) abita nelle vicinanze

                3) si stabilisce dove esiste una clientela, quindi si può presumere che nel quartiere ci sia già un discreto numero di musulmani.

                Invece immaginati il consiglio d’amministrazione della Singapore-Dubai Investors Ltd, con sede nell’Isola di Cayman, che si riunisce a Mosca, per decidere cosa fare con dieci miliardi di dollari:

                1) acquistare un pezzo dell’Arkansas per risucchiarne l’acqua e venderla all’Arabia Saudita

                2) acquistare il 49% di una fabbrica di armi nell’Oklahoma

                3) comprarsi l’Oltrarno, “pittoresco quartiere nel magico cuore del Rinascimento”, per rivenderlo al doppio del prezzo alla moglie dello sceicco del Qatar.

                Francamente, non credo che queste due diverse forme di acquisizione immobiliare siano confrontabili.

            • Peucezio scrive:

              Mi sembra che ormai stia diventando un surreale dialogo fra sordi.
              – Z., io non ho ancora capito se stai sostenendo che la proprietà e il diritto di ridsporne liberamente sono sacri indipendentemente dalle dimensioni, quindi che il dirito dell’ultramiliardario di Dubai di comprarsi l’Oltrarno intero va tutelato quanto quello dell’anziano piccolo proprietario che campa con l’affitto dell’appartamentino o se accetti l’idea che lo stato temperi i guasti prodotti dalla concentrazione di ricchezza e dal disporre liberamente di quartieri con una loro fisionomia storica e sociale.
              -Miguel, ma tu riconosci il diritto incondizionato del piccolo proprietario, quello per il quale l’affitto diventa determinante per mantenere il suo livello di vita, di disporre del suo appartamento come vuole, senza limiti (salvi gli obblighi contrattuali liberamente assunti: firmo che se ti voglio caciare ti devo avvertire due mesi prima: non ti posso cacciare di punto in bianco)?
              Lo dico perché per i più deboli la legge e certe garanzie sui propri beni sono vitali e in questo devo spezzare una lancia in favore del buon Z.: la stessa legge che garantisce il miliardario di Dubai, garantisce anche il povero cristo (poi contro il povero cristo è più facile eluderla, ma comunque il fatto che ci sia uno straccio di stato di diritto fa sì che non siamo al punto che ci sono gli squadroni della morte che vanno in giro negli appartamenti ad uccidere i proprietari per espropriare loro la casa e darla al mafioso della situazione). E’ il motivo per cui la legge è uguale per tutti è un po’ una sciocchezza e ci vogliono due leggi diverse, una per il miliardario di Dubai e una per il povero cristo.
              Però quello che a noi pare da parte di Z. un eccesso legalistico mi chiedo se non sia ispirato dalla sua preoccupazione per il fatto che quando salta il diritto saltano le garanzie prima di tutto per i più deboli, quindi, quando si vuole difendere dei diritti sostanziali contro dei diritto formali, va fatto con molta cautela, per non ottenere l’effetto opposto, poiché dove ci sono poche regole labili e flessibili il forte prospera più del debole.

              • Miguel Martinez scrive:

                “-Miguel, ma tu riconosci il diritto incondizionato del piccolo proprietario, quello per il quale l’affitto diventa determinante per mantenere il suo livello di vita, di disporre del suo appartamento come vuole, senza limiti ”

                1) Non è di questo di cui stavo parlando (ripeto), qualcuno si è confuso con un post di mesi fa in cui raccontavo la vicenda di un anziano sfrattato da un altro anziano appena “meno debole” di lui

                2) Non sono un magistrato

                3) Premesso questo, direi, no. Costituzione italiana:

                “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”

                Una proprietà immobiliare ha una funzione sociale difficilmente negabile, perché si inserisce in un territorio e in un contesto.

            • Roberto scrive:

              “quando salta il diritto saltano le garanzie prima di tutto per i più deboli, ”

              Ullalà peucezio fulminato sulla via del palazzo di giustizia!
              Sono anni che io e Z cerchiamo di spiegare questa cosa banalissima sentendoci rispondere che idolatriamo il diritto!

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              infatti è così, lo idolatrate sbagliando 😛
              Perché lo seguite anche quando è contro la giustizia sostanziale.
              Solo che ci tenevo a dire che siete in buona fede (non lo idolatrate per andare in quel posto alle vittime, ma perché credete di difenderle) e che avete la vostra parte di ragione 😛

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              se e quanto ne hai voglia, mi fai un esempio concreto, spiegato chiaramente, della mia “idolatria”?

              Perché stavo iniziando a rispondere ma poi ho pensato che forse sono io a non aver capito cosa intendi, e poi magari finiamo a parlare di due cose diverse!

            • Peucezio scrive:

              Beh, sei tu che sostieni che la legge debba valere anche contro le ragioni di sostanza.
              Se ho capito male correggimi.

              Mi viene in mente l’esempio di Berlusconi, anche se è un esempio poco adatto, perché secondo me lì nella maggior partre dei casi lui è stato corretot anche dal punto di vista del diritto formale, mentre tu lo riterrai, immagino, criticabile anche sul piano sostanziale, quindi la questione non si pone neppure.

            • Z. scrive:

              Peucè, fammi un esempio concreto!

              Chessò, ci provo: penso che il personaggio di Tognazzi ne “In nome del popolo italiano” sia nel giusto? no, penso che stia facendo qualcosa di profondamente ingiusto.

              Se intendi altro allora, beh, rinnovo la richiesta di esempi 😀

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              al di là che io l’antiformalismo lo intendo soprattutto in senso garantista, ma in ogni caso lì io sono di parte, non faccio testo: in quel film per le mie categorie Gassman rappresenta il bene e Tognazzi il male.
              Ma a ruoli invertiti probabilmente sì.

              Poi non è che io pensi che una società normalmente dovrebbe funzionare eludendo le leggi scritte in nome della giustizia sostanziale, ma che bisognerebbe cambiare le leggi.
              Ma in ogni caso
              1) anche avendo leggi perfette sulla carta la vita è molto complessa e piena di eventi talmente vari che nemmeno la legislazione più perfetta può prevedere esattamente, quindi deve entrare in gioco il buon senso di chi deve applicarla.
              2) Finché non abbiamo cambiato le legig che facciamo? Tolleriamo ogni sorta di ingiustizie di fatto in nome della norma positiva?

            • Peucezio scrive:

              E comunque, visto che vuoi gli esempi, ti rifaccio il solito esempio (che non si potrebbe applicare a me, ma a te sì, visto che non sei un nazista): tu ti trovi sotto il Terzo Reich e devi applicare una legge discriminatoria verso gli ebrei. Metti che disattendendola non rischi niente (sei un funzionario, si tratta di una piccola pratica burocratica di cui non si accorgerebbe nessuno). Cosa fai?

            • Peucezio scrive:

              Comunque, Z., sei un bel rompipalle 😛 ho pure riconosciuto che dietro il tuo legalismo c’è una sincera preoccupazione per i deboli, che altro vuoi! 🙂

            • Roberto scrive:

              Peucezio,
              Stasera ti vedo pronto a fare un ulteriore passo in avanti nella comprensione del pianeta Z-robelux

              “Tolleriamo ogni sorta di ingiustizie di fatto in nome della norma positiva?”

              Cosa è l’ingiustizia di fatto? Chi lo decide?
              Senza tornare al terzo Reich: il proprietario di una casa sfratta il vecchietto che non paga e che finisce in mezzo alla strada.
              È un’ingiustizia di fatto?
              Ed è un’ingiustizia di fatto anche se l’affitto è l’unica fonte di reddito del proprietario che rischia a sua volta di finire in mezzo ad una strada se il vecchietto non paga?

              • Miguel Martinez scrive:

                “il proprietario di una casa sfratta il vecchietto che non paga e che finisce in mezzo alla strada.”

                Mi affascina il fatto che Z, Peucezio e Roberto ritornino sempre su quest’unica questione di cui non ho parlato.

                Io dico, c’è una bolla speculativa planetaria, finanziata da una quantità di denaro che probabilmente potrebbe comprare il pianeta intero un paio di volte, che sta devastando le città ovunque.

                Mi aspetto una risposta tipo, “non è vero”, oppure “è vero e fanno bene, dopo sarà un mondo migliore” o qualcosa del genere.

                E invece mi sento dire, “eh no, un vecchietto deve sempre poter sfrattare un altro vecchietto!”

                Io cerco di riportare il discorso al punto di partenza due, tre, cinque volte, niente.

                Non so se capite perché questa discussione mi sembra surreale.

            • Roberto scrive:

              Miguel
              “Mi affascina il fatto che Z, Peucezio e Roberto ritornino sempre su quest’unica questione di cui non ho parlato.”

              In uno dei 1000 rivoli del fiume di pensieri di questo blog, stiamo riflettendo su giustizia di fatto vs giustizia formale, e quell’esempio mi sembra 1000 volte più significativi di quello del terzo Reich.
              siamo buoni tutti a dire “nasconderei l’ebreo” o “farei scappare lo schiavo dalla piantagione”, cerco qualcosa di più vicino a noi.

              • Miguel Martinez scrive:

                “In uno dei 1000 rivoli del fiume di pensieri di questo blog, stiamo riflettendo su giustizia di fatto vs giustizia formale, e quell’esempio mi sembra 1000 volte più significativi di quello del terzo Reich.”

                Va benissimo come oggetto di riflessioni, insieme a mille altri.

                Ma mi pare – e non è la prima volta – che ogni volta che io dico che esiste una questione urbana (gentrificazione, divisione a settori funzionali collegati da piste auto, svuotamente dei centri storici, mercificazione della “immagine”, creazione di ghetti, ecc. ecc.) suscito in alcune persone un’unica reazione: “Miguel non vuole che si paghi l’affitto ai piccoli proprietari!”

                Qui gli OT vanno benissimo: basta dirlo, tipo, “voglio parlare di una questione diversa, che Miguel non ha posto – la questione di quelli che non pagano gli affitti ai piccoli proprietari”.

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, Miguel, è evidente che sulla questione di fondo la penso esattamente come te (dissento circa la piccola proprietà, che per me è sacra e inviolabile sempre, comunque e a ogni costo e secondo me è proprio la sua violabilità col pretesto dell’utilità sociale che apre la strada agli abusi delle multinazionali, ma è una questione di dettaglio).

              Il punto è che per Z. e Roberto è una questione importante, quindi ci tenevo a non tralasciarla.
              Ma ho capito benissimo che non stai parlando di questo.

              Però, nel sostanziale accordo con te, credo di aver capito il senso delle obiezioni di Z. e Roberto e riconosco che sono ispirate a un’esigenza fondata, anche se non condivido gli esiti (o una parte degli esiti) cui loro approdano.

            • Peucezio scrive:

              Roberto,
              “Cosa è l’ingiustizia di fatto? Chi lo decide?
              Senza tornare al terzo Reich: il proprietario di una casa sfratta il vecchietto che non paga e che finisce in mezzo alla strada.
              È un’ingiustizia di fatto?
              Ed è un’ingiustizia di fatto anche se l’affitto è l’unica fonte di reddito del proprietario che rischia a sua volta di finire in mezzo ad una strada se il vecchietto non paga?”

              Mi meraviglio che tu dica questo.
              Mi sembrava così chiaro che la mia critica al diritto formale a tutti i costi era contro la grossa finanziaria, la società con sede a Dubai proprietaria di mille immobili, ecc., non certo al caso del piccolo proprietario, il cui diritto, mi sembra di aver detto chiaramente, considero, al contrario di Miguel, inviolabile, come tutti i diritti e i beni degli individui, delle famiglie, insoma, dei piccoli, di chi sta in basso, di chi usa le cose per sé, non per specularci.

              E inoltre, scusami, che vuol dire “senza tornare al Terzo Reich”?
              Se uno applica una logica di diritto sostanziale, di giustizia in sé, distingue caso per caso, secondo il momento storico, ecc., ma se uno ne fa una questione di diritto positivo, se uno afferma che comunque la legge scritta ha sempre ragione e semmai la si deve cambiare, ma finché è in vigore va rispettata, questo vale sempre e comunque, anche perché allora dov’è il confine, qual è il criterio in base al quale 99 volte su cento va bene, ma quell’unica volta su cento no?

              Magari tu non pensi questo, non ritieni che si debba comunque sempre rispettare la legge in vigore anche quando palesemente ingiusta, ma allora devi dire questo, non dire che non torni al Terzo Reich, che, consentimi, non vuol dir nulla, perché è un esempio per mettere alla prova la validità del principio.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ peucezio

              ” in quel film per le mie categorie Gassman rappresenta il bene e Tognazzi il male.”

              Per me è esattamente il contrario. Ero ancora un ragazzo, ma proprio quel film -col bel monologo finale di Gassmann- mi ha fatto capire come tutti i bei discorsi sulla giustizia e sulla libertà non siano altro che un paravento, una sovrastruttura dei rapporti di classe. Ho sempre sognato di essere quel tale con le mostrine azzurre che punta la pistola alla nuca del personaggio interpretato da Gassmann.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

          • Peucezio scrive:

            Z.,
            sì, ma sarebbe un’asticella molto molto alta.
            Diciamo che finché si tratta di quello che ti serve a poterti permettere un aereo personale per ciascun membro della famiglia, ci stai dentro. Anche due o tre. Non cento però.
            In ogni caso si deve dimostrare che li spendi, non che fai speculazione pura, a vuoto.

            Io istituirei un meccanismo analogo ma opposto a quello che si usa per combattere l’evasione fiscale: quanto più alti, in proporzione a ciò che guadagni, sono il tuo livello di vita e i tuoi consumi, tanto più vieni premiato.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ma l’aliquota sulle rendite finanziarie (= frutti del risparmio) è già più elevata di quella ordinaria dell’IVA. Ma poi siamo davvero sicuri che se io risparmio per comprarmi qualcosa domani allora mi si debba trattare peggio di quando mi indebito per comprare la stessa cosa oggi? E, soprattutto, non è pericoloso per il sistema economico favorire l’indebitamento dei privati (penso alla crisi dei mutui subprime, ecc.)?

            • Francesco scrive:

              >> si deve dimostrare che li spendi, non che fai speculazione

              veramente la teoria economica tenderebbe a preferire chi investe (=specula) rispetto a chi consuma e spende

              forse gli islamici hanno trovato un modo di distinguere investimenti da speculazione, ma dico forse

              di solito si butta lì una regola arbitraria per far finta di aver fatto qualcosa

              ciao

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              una volta tanto lo dico io, invece del buon Z.: non ho capito nulla.
              Che c’entra con quello che ho detto io?
              Io mica dico che uno nella vita non debba risparmiare, io ho detto che nessuno, né persona fisica né tantomeno giuridica, dovrebbe poter possedere più immobili di quanti è in grado di sfruttarne, direttamente o per la rendica che producono, per i suoi consumi e lussi personali.

            • Francesco scrive:

              Peucezio,

              mentre il consumo individuale è (in teoria e molto vagamente) stimabile come ammontare massimo annuo (mica vero, guarda i video dei minkia-rich-kids e vedrai quanti spendono), l’ammontare di INVESTIMENTI utili per l’economia in generale della singola persona è praticamente infinito.

              Quanti soldi poteva investire Caprotti in nuovi supermercati e in migliorie ai supermercati? è possibile immaginare un limite? e la Boeing, quanto può investire per migliorare aerei da guerra, droni armati, missili balistici e altre cose buone e utili?

              riesci a pensare come fissare un limite?

              ciao

            • Peucezio scrive:

              Francesco,
              d’accordo, è giusto quello che dici.
              Diciamo allora che la concentrazione è lesiva se ha conseguenze lesive sul territorio, se snatura i quartieri.
              L’investimento di per sé non è sbagliato, ma non deve andare a discapito di altre priorità, non deve creare i deserti al posto dei luoghi vissuti.

      • Miguel Martinez scrive:

        “Voglio dire, se c’è meno necessità di lavoro fisico, con la conseguenza di un crescente numero di persone “a spasso” senza stipendio;”

        No, c’è bisogno di una quantità incredibile di lavoro fisico. Semplicemente, i lavori fisici che servono, non sono finanziariamente utili.

        Goccia d’acqua: al nostro giardino, che è il cuore di un quartiere di alcune migliaia di persone, servirebbero tante competenze diverse.

        Non avendo soldi, le cerchiamo gratuitamente: ci serve un esperto di camelie, qualcuno in grado di badare a cinque bambini piccolissimi, un muratore, un idraulico, uno storico, un diplomatico, un esperto di terreni, un istruttore di calcio, un artigiano costruttore di giochi, un gioielliere… e potrei andare avanti per ore; e tutta questa gente potrebbe fare un’infinità di cose interessanti e utili.

        Ma guardiamo nella cassa, e ci troviamo qualche centinaio di euro. Che non bastano nemmeno per pagare il commercialista che la legge ci obbliga ad assumere, per poter pagare qualcuno di questi personaggi.

        • Z. scrive:

          In che senso i lavori che servono non sono finanziariamente utili?

        • Roberto scrive:

          Credo che miguel voglia dire che l’allenatore di calcio è utile ma nessuno pagherebbe un allenatore (a livelli bassissimi)….tranne ovviamente in Lussemburgo dove ad esempio il mio comune ha assunto un coach per la squadra di basket che allena tutte le giovanili (dai pulcini agli under 18). 🙂

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            So che le società sportive amatoriali pagano (un poco) gli istruttori delle loro scuole.

            • Roberto scrive:

              Certo, anche io ero pagato per allenare i microbi (100.000 lire al mese o ogni due mesi non mi ricordo) ma il nostro coach è proprio assunto come ” ouvrier communal” e ci campa (un ex yugoslavo, credo serbo, molto molto bravo)

          • Miguel Martinez scrive:

            “Credo che miguel voglia dire che l’allenatore di calcio è utile ma nessuno pagherebbe un allenatore (a livelli bassissimi)”

            Sì, ma aggiungo che la “paga” (quantità di soldi) non è il problema principale: l’allenatore ha bisogno innanzitutto di un tetto vicino al luogo dove lavora; e poi di cibo, vestiti eccetera, roba di cui comunque ne gira talmente tanta che non è un problema.

            I soldi gli serviranno per gli extra.

            • Roberto scrive:

              E con i soldi non può comprare/affittare un tetto?

              Non capisco il discorso.

              • Miguel Martinez scrive:

                “E con i soldi non può comprare/affittare un tetto?”

                In tanti, tanti casi che conosco io, no.

              • Miguel Martinez scrive:

                Aggiungo che nessun uomo è un’isola, come diceva il poeta.

                Noi siamo un insieme molto fluido di relazioni, con luoghi, con pietre, con alberi, con amici, senza i quali la nostra vita sarebbe uguale all’isolamento in carcere.

                E’ una roba che si riconosce anche a un cane, quando si dice che stare con “l’umano di riferimento” è diverso dallo stare in una gabbia in un canile a duecento chilometri di distanza, anche se si viene nutriti ugualmente.

                Il “tetto” comprende anche questo, che è uno dei diritti fondamentali dell’essere umano.

            • Francesco scrive:

              Miguel

              hai appena teorizzato un inconcepibile immobilismo geografico che mi pare privo di senso

              perchè se io voglio andarmene dall’Oltrarno ma priverei voi di una parte delle relazioni bla bla bla, allora sarebbe giusto impedirmi di andarmene, no?

              è come se la tua battaglia ti stesse impedendo di ragionare, al di là del pensiero tattico necessario a combattere giorno per giorno

              ciao

              • Miguel Martinez scrive:

                “hai appena teorizzato un inconcepibile immobilismo geografico che mi pare privo di senso”

                E’ incredibile come si riesca a stravolgere – in perfetta buona fede – ciò che qualcuno sostiene.

                Io dico, “occhio, non dimentichiamoci che esistono delle relazioni, che hanno una grande importanza.”

                Tu salti a un’interpretazione assolutamente estrema di ciò che ho detto.

                Ovviamente, io potrei risponderti “allora tu vorresti che per legge la gente venisse buttata fuori di casa, separata dalla famiglia e dai propri affetti ogni tre anni e dovesse ricominciare tutto daccapo in un casermone di cemento all’altro capo del pianeta?” e concludessi che “la tua battaglia ti stesse impedendo di ragionare”.

            • Peucezio scrive:

              Cosa mai ci sarà di sbagliato nell’immoblismo geografico…
              Gli uomini dovrebbero essere come gli alberi. 😛

            • Roberto scrive:

              Peucezio,
              Sii coerente e torna dove hai le radici
              😉

              Scherzi a parte un po’ però l’elogio dell’imobilismo geografico è curiosa da parte di chi come Miguel ha vissuto in mille posti diversi

              • Miguel Martinez scrive:

                “Scherzi a parte un po’ però l’elogio dell’imobilismo geografico è curiosa da parte di chi come Miguel ha vissuto in mille posti diversi”

                Anche qui, evidentemente non riesco a spiegarmi.

                Io credo di avere il “diritto” di mettermi un maglione quando fa freddo, perché ripararsi dal freddo è un diffuso bisogno umano.

                Poi se preferisco andare in giro come un architetto napoletano con tre figli che conosco qui nel quartiere – maniche lunghe e scarpe pesanti d’estate, magliettina a maniche corte, pantaloncini e piedi nudi d’inverno – va benissimo.

                Io dico che per il benessere e la salute mentale dell’Animale da Polis, i rapporti “politici” sono di solito un elemento fondamentale.

            • Peucezio scrive:

              Robè, tempo al tempo, non è uno scenario improbabile.

            • Z. scrive:

              Forse questa fermezza di Miguel nel teorizzare l’immobilismo – direi un immobilismo topografico, più che geografico – deriva proprio da questo.

              Dopo tanto peregrinare, ha trovato un posto in cui mettere radici, in cui essere parte di una foresta; la cosa l’ha reso felice, e ritiene che sia una cosa importante, che vada comunicata agli altri, perché lo siano anche loro.

            • Francesco scrive:

              Miguel,

              in effetti tanto sono moderato nella vita reale quanto sono estremista quando cerco di pensare: è uno dei miei limiti più gravi, anche se a volte da esiti divertenti.

              Però a me piace cercare di capire cosa significa una affermazione proprio portandola alle estreme conseguenze. Sarà la formazione religiosa, che parte dalla Parola di Dio, che è assoluta per definizione, boh.

              Diciamo che mi manca il criterio per “quantificare” l’immobilismo positivo di cui parli. Quanto valgono i rapporti personali di una vita? storicamente non hanno mai avuto una quantificazione economica, che io sappia. Si stava lì fin che si poteva, poi si bruciava (se si era alberi) o ci si muoveva (se si era persone). Di solito le occasioni in cui si era costretti a muoversi erano poco frequenti. Mica sempre, sennò America e Australia non esisterebbero, e neppure il “mondo arabo” esteso fino al Marocco

              Concordi fin qui?

              • Miguel Martinez scrive:

                “Quanto valgono i rapporti personali di una vita?”

                Ma l’essere umano contiene in sé cose molto diverse: da una parte ci si fa una casa, dall’altra “esce di casa e va nel mondo”. Spesso – tra animali umani e non – c’è una distinzione in base al sesso, su chi “resta” e chi “va fuori”; comunque è chiaro che l’essere umano è sempre in relazione con un mondo intero, anche quando “va fuori”.

                I rapporti personali valgono quanto vale stare per nove mesi nella pancia della mamma, o apprendere una lingua, o innamorarsi, o avere persone che ti stanno vicine; ma le relazioni intense sono anche con i luoghi, e questo lo noti soprattutto in chi sta in certi posti: per molti invece, si tratta di sensazioni mai provate per mancanza di opportunità.

                Non so perché dovrebbero avere delle quantificazioni economiche, ma immagino che si potrebbero valutare attraverso analisi dello stress, la suscettibilità alle malattie, la morte prematura e così via in caso di sradicamento forzoso.

                Chiaramente, la perdita di fisicità, di cui si è parlato più volte qui, smorza anche queste sensibilità, ci rende diciamo più daltonici.

            • roberto scrive:

              “storicamente non hanno mai avuto una quantificazione economica, ”

              sono curioso di sapere dove vuoi andare a parare, percé non vedo proprio come quantificare queste cose ma soprattutto perché quantificarle

            • Francesco scrive:

              roberto, la mia idea di “quantificare” queste cose è un modo per “deassolutizzarle”.

              Affermare un diritto assoluto a vivere in Oltrarno perchè “sono nato e sempre vissuto qui”, “sono nato qui”, “vivo qui da quando avevo 5 anni”, eccetera eccetera mi pare leggermente difficile.

              Tutto qui.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              “I rapporti personali valgono quanto vale stare per nove mesi nella pancia della mamma, o apprendere una lingua, o innamorarsi, o avere persone che ti stanno vicine; ma le relazioni intense sono anche con i luoghi, e questo lo noti soprattutto in chi sta in certi posti: per molti invece, si tratta di sensazioni mai provate per mancanza di opportunità.”

              Splendido intervento.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ martinez

          “finanziariamente utili”

          No.

          Non sono BUROCRATICAMENTE utili.

          Se voi vi assumete impunemente un muratore da soli che vi ripara ad es. il muretto del psto dove giocano i vostri bambini, l’Ufficio Arredo Urbano dell’Assessorato alle Varie ed Eventuali come fa a giustificare le sue cinque segretarie che si colorano le unghie (visto personalmente in una segreteria Universitaria)?

          E’ il motivo per cui quando alcuni Milanesi hanno deciso, dopo mille solleciti al Comune, di piantare dei fiori in un’aiuola semi-abbandonata in periferia, i vigili urbani hanno immediatamente elevato contravvenzione per occupazione abusiva di suolo pubblico e hanno chiamato la ruspa perchè sradicasse le tenere e abusive piantine.

          (Una cosa simile c’è in “Falling Down” di Michael Douglas).

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Miguel Martinez scrive:

            “Se voi vi assumete impunemente un muratore da soli che vi ripara ad es. il muretto del psto dove giocano i vostri bambini, l’Ufficio Arredo Urbano dell’Assessorato alle Varie ed Eventuali come fa a giustificare le sue cinque segretarie che si colorano le unghie (visto personalmente in una segreteria Universitaria)? ”

            Infatti. Sia chiaro che non ce l’ho con “gli impiegati statali” come categoria, mica credo che “il privato” sia meglio. Ma funziona esattamente come dici tu.

            Però c’è anche lo scontro diretto tra la legge di Parkinson sulla moltiplicazione dei funzionari e la reale mancanza di fondi; per cui in questo periodo, lo Stato è costretto non solo a vendere il vendibile agli speculatori, ma persino a concedere qualche giardino ai privati.

            E’ la grande questione che sta ponendo Labsus, di cui vi ho parlato più volte.

        • Moi scrive:

          Scusa, Miguel … ma perché “metter su” la ONLUS ? Quali vantaggi concreti ? … Ocio perché, da come la metti, NON vorrei che “si offrise” 🙂 di aiutarvi qualche Professionista del Fare Cooperativa con Pedigree di Sx Istituzionale … già sai.

          • Moi scrive:

            Per il Nidiaci sarebbe il classico Abbraccio Motrtale : un Renziano Boldrinista, Inganno Satanico di Aiutare i Profughi per far Crescere la vistra ONLUS, che “si evolve” in una ONG prima e in una Cooperativa poi … inglobamente delle Cooperative “a Matrjoska” , necessità di Dirigenti (Amici degli Amici di Marco Carrai) che saranno i Trombati del PD … Conti che NON tornano, Torni che NON contano 😉 … alla fine purtroppo fallisce tutto, ma il Professionista del Fare Cooperativa con Pedigree di Sx Istituzionale vi saluta saltando al volante del Ferrarino, con due Escort Lituane … anzi, stando ai precedenti è più facile due Transoni 😉 (diversamente 😉 ) trapana-culi !

            • Moi scrive:

              Mortale

              vostra

            • Miguel Martinez scrive:

              “Per il Nidiaci sarebbe il classico Abbraccio Motrtale : un Renziano Boldrinista, Inganno Satanico di Aiutare i Profughi per far Crescere la vistra ONLUS, che “si evolve” in una ONG prima e in una Cooperativa poi”

              Non hai per niente torto, anzi ti ascolto attentamente. Per tre anni, siamo stati umiliati da tutti; siccome abbiamo retto senza mollare (tre anni sono il 60% della carriera che deve fare un politico prima di vedere i Primi Veri Soldi), improvvisamente succede il contrario: ci vengono a cercare loro.

              Ma proprio perché ci vengono a cercare loro, possiamo dettare le nostre condizioni, tra cui la prima: lasciateci liberi!

          • Roberto scrive:

            5permille

          • Miguel Martinez scrive:

            “Scusa, Miguel … ma perché “metter su” la ONLUS ? Quali vantaggi concreti ? ”

            Bella domanda, risposta semplice.

            L’Amministrazione Comunale (AC con le maiuscole) dice che è disposta a cedere la gestione di un giardino a un Robo Legalmente Esistente.

            Quindi se vogliamo gestire il giardino, e non solo sfondare il cancello per farci cacciare dai vigili, dobbiamo costituire un’Associazione, con Statuto e soprattutto un Presidente che si possa mandare in galera appena viola la legge XYz45gghs$$$%.

            L’esistenza come Onlus, oltre a far rischiare la galera al Presidente, alla Vicepresidente e alla Segretaria, permette anche di aprire un conto su cui alcuni commentatori di questo blog possono versare delle graditissime donazioni.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ martinez

              Concordo.

              Non esiste l’individuo fisico, esiste l’Ente.

              Non esiste la goccia di latte, esiste l’Ente per la protezione della goccia di latte.

              Non esiste la sicurezza sul lavoro, esiste l’INAIL.

              Non esiste Oltrarno, esiste(rà?) l’UproBeCo, ossia l’Unione Oltrarnina Protezione Beni Comuni.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

  34. Moi scrive:

    ATTENZIONE

    Cercatevi :

    ” Malena la Pugliese ”

    … no spoiler 😉 ! … Fidatevi ! 😉

    • Moi scrive:

      Ah, “Jeune-Fille” ormai lo dicono e lo scrivono solo Docent* e Student* di Letteratura Francese su Marcel Proust e … Miguel Martinez ! 😉

  35. Moi scrive:

    Onorevole Grog, può prendere la parola … ne ha facoltà 😉 😀

  36. Miguel Martinez scrive:

    Per quanto riguarda il dibattito su “politicamente corretto”, “donne”, “negri” e quant’altro…

    Credo che ci sia il solito problema della bicicletta: se non corre, cade.

    La gente che non ha un tubo da fare collettivamente (individualmente staranno a lavorare dalla mattina alla sera e oltre) finisce SEMPRE per incaprettarsi in questi discorsi, dove nessuno alla fine ha ragione – come si fa a dire che sia giusto dare a un tizio di pelle nera del mangiabanane, mentre in realtà le banane gli fanno schifo?

    Come si fa a negare che l’insegnante sia obiettivamente carina, oltre che intelligente?

    Come si fa a negare che chi dice che l’insegnante sia carina abbia pensato più al suo aspetto che alla sua intelligenza?

    Come si fa a negare che chi dice che sia sessista chi ha detto che l’insegnante sia carina, sia in realtà fissata?

    Questi arrotolamenti intellettuali ce li lasciamo alle spalle, solo nel momento in cui ci mettiamo in moto, cercando di costruire un piccolo mondo.

    Oggi pomeriggio c’era una nostra fantastica amica, che porta allegria, intelligenza e un senso geniale di umorismo alla Woody Allen ovunque vada: era da tempo che non la vedevamo, e le siamo praticamente saltati addosso in tanto ad abbracciarla, in particolare le mamme sanfredianine doc che non sanno nemmen cosa sia il politicamente corretto.

    Ora, questa nostra amica è nata in un bidonville di Nairobi (quindi per chi è fissato con queste cose, è “negra”, ma chi se ne accorge?).

    Sposatasi con un italiano bonaccione ma certo non all’altezza intellettuale di lei, ha avuto un figlio con una magnifica capigliatura afro.

    Questo bambino appartiene a quella categoria che oggi chiamiamo “autistico”, che non vuol dire niente.

    Il ragazzo abita su un altro pianeta, e non mi fa pena per nulla, visto che sa arrampicarsi con un’agilità che lascia tutti di stucco, è sempre pieno di una strana gioia e appena tocca uno strumento musicale, crea armonie che per uno musicalmente sfigato come me sono inconcepibili.

    Poi è strano forte, non fa male a nessuno, ma caccia certi urli misteriosi.

    Il problema di queste tre bellissime persone – la mamma negra, il babbo semplicione, il negretto autistico che farebbe la tetra allegria di tanti intellettuali – non è certo il “sessismo”, il “razzismo” o roba del genere, ma semplicemente, il fatto che nessuno di questi tre è nato squalo.

  37. Grog scrive:

    Come sono TENERI I BIMBETTI NEGRI !
    Hanno il CULETTO MORBIDO !
    Bisogna cambiare i nomi
    non più … ASILO D’INFANZIA ma …AL PARADISO DEL PEDOFILO
    non più … SCUOLA MEDIA … ma … TROIETTE/I IN CERCA DI VESTITINI FIRMATI
    non più … SCUOLA ELEMENTARE…ma…CENTRO ALLENAMENTO PORCONI
    Grog! Grog! Grog!

  38. Grog scrive:

    Ma dico i creativi italiani non riescono a scrivere la BOLDRINEIDE e nemmeno la GRASSEIDE e nemmeno la MATTERELMAFIOSEIDE e nemmeno la RENZCAZZEIDE?
    Oh Padre Dante! Hai abbassato le sarrande?!
    Oh Grande Petrarca! Sei fuggito su una bisarca?!
    Oh Infinito Boccaccio! Sei stato l’unico tipaccio?!
    Oh grande redattore di “IFIGONIA IN CULIDE” ti sei perso nelle pieghe della storia?!
    Grog! Grog! Grog!

  39. mirkhond scrive:

    “Se gli inglesi hanno devastato Dresda è per via di Coventry.”

    Tempo fa, Habsburgicus affermò che Coventry venne DOPO il bombardamento inglese in Germania, intorno al maggio 1940, se non vado errato….

    • habsburgicus scrive:

      lo affermò, vantandosene, pure Spaight, generale britannico, in un libro del 1944 😀

      • habsburgicus scrive:

        “Se gli inglesi hanno devastato Dresda è per via di Coventry.”

        quando uno sente tali stupidaggini [se proprio vogliamo, Lubecca 1942 aveva già abbondantemente pareggiato i conti !…e molte altre, dopo]
        1.perde la residue fiducia nell’intelligenza, nell’obiettività e nella bontà umana [sia chiaro, io non son “moralista”, e comprenderei uno che dicesse “erano più forti, volevano vincere e piegare per sempre la Germania, terrorizzandola per i secoli futuri e dunque l’hanno fatto”..”comprenderei”, diciamo così, anche se mi farebbe orrore !]
        2.si rende conto che l’unico obiettivo della vita avrebbe dovuto essere sin dalla gioventù quello di raggranellare un numero sufficiente di palanche (al limite, restando semi-analfabeta..e che importa, di questi nefasti tempi ?) e poi spenderli tutti in orge, con strafighe 😀 perché è chiaro che non ci sono né ci potranno essere altri obiettivi degni di questo nome in vita, è un mondo ormai troppo degradato 😀

        • Z. scrive:

          Habs, magari sono ignorante io, eh. Non serve prendersela con tutto il mondo!

          Che poi non stavo facendo discorsi su chi ha iniziato: le radici datano almeno dalla I guerra dove hanno iniziato più o meno tutti allo stesso modo. Era un discorso più banale, sull’ odio che chiama odio, come reazione…

          • habsburgicus scrive:

            ho solo letto la citazione di Mirkhond, non ho neppure trovato l’originale (neppure cercato molto, vero :D)
            anzi, non sapevo neppure fossi tu..anche se, lo ammetto :D, ho pensato immediatamente a te ! e non mi sono sbagliato ! [avrebbe però anche potuto essere, chessò, Mauricius, o financo AdV, o qualcuno nuovo]

            • Francesco scrive:

              visto che siamo in tema: PRIMA della guerra, i bombardieri pesanti c’erano già? quale era l’utilizzo previsto? perchè quel pirla di AH non costruì mai?

              ciao e grazie

            • PinoMamet scrive:

              Non credo che sia così semplice;

              bisogna anche tener presente gli sviluppi della tecnologia, per rispondere alla tua domanda, oltre che teorie strategiche.

              i bombardamenti aerei sono stati sperimentati e utilizzati da ben prima della II guerra, quelli che potremmo definire “pesanti” sono stati utilizzati nella guerra di Spagna come ognun sa, da italiani e tedeschi quindi…

              gli italiani restarono a lungo ancorati a bombardieri multuiruolo come lo SM79, nato negli anni Trenta e ormai ampiamente superato tecnicamente nel corso della II guerra, ma preferito dagli equipaggi a modelli più recenti ma meno affidabili
              (poi l’aviazione cobelligeante usò poi gli aerei americani e inglesi…)
              c’erano comunque anche bombardieri “pesanti” analoghi a quelli Alleati, come il quadirmotore Piaggio P108.

              Anche i tedeschi svilupparono bombarideri pesanti (mo’ non chiedermi i modelli, è mio fratello l’appassionato di aviazione, in casa abbiamo ereditato un po’ di pubblicazioni da un prozio aviatore…) ma probabilmente preferirono altre strade, anche in relazione agli sviluppi della guerra…

            • Francesco scrive:

              che io sappia, i bombardieri pesanti tedeschi non andarono mai oltre il prototipo

              non so con quali conseguenze militari per la guerra in oriente … avrebbero potuto piallare l’industria bellica sovietica invece di doverne affrontare i prodotti sul campo di battaglia?

              vorrei una laurea in logistica militare per studiare il 1942-43 su quel fronte

              Hasburgicus, tu mica ce l’hai?

              ciao

  40. Moi scrive:

    Le “minoranze” in teoria dovrebbero dovrebbero essere un punto di partenza per arrivare a un’ empatia universale, la capacità di rivedere sé stessi negli altri, nonostante diversità più formali che sostanziali … chi avrebbe da ridire ?

    Però in realtà NON è così, vengono lottizzati dei sentimenti che in teoria dovrebbero essere universali , scatta una gara a chi è più suscettibile non di rado mettendo “malizia” negli altri

    (ad esempio, se dico “quel pugile è gay ma picchia come un fabbro sappiate …” delle due vado contro lo stereotipo, lo supero … mica lo confermo, no ?!) … addirittura a scoppio ritardato di decenni per un film, o una canzone, o un romanzo, o un videogioco, o una pubblicità … di cui magari nessuno aveva mai pensato o di cui nessuno si ricordava più, finché il Nerd “Impegnato” di turno no l’ha riesumata da una cineteca e messa su Youtube “riattualizzandola decontestualizzata” e quindi “spopolando” in visualizzazioni.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Però in realtà NON è così, vengono lottizzati dei sentimenti che in teoria dovrebbero essere universali”

      Verissimo.

      Però il fattore decisivo è che nel mondo elettronico, tutti comunicano con tutti.

      Nel mondo reale, al nostro giardino, ci troviamo tra di noi; e diciamo una battutaccia alla Grog su un certo politico. Poi quando lo incontriamo di persona, lo trattiamo con cortesia, perché il contesto cambia completamente. Non è ipocrisia; è che i codici sono diversi in diverse circostanze.

      Oggi, nell'”acquario di Facebook” dove ci vedono tutti, anche gli sconosciuti, esiste un unico rigidissimo codice che ci vieta di offendere chiunque, tranne alcune piccole categorie di capri espiatori (tipo i pedofili, gli ultrà, ecc.).

      • werner scrive:

        Credo che facebook, invece, sia uno dei posti dove lo scontro/incontro tra i pasdaran del “politicamente corretto”, i “liberali volteriani”, i battutisti da bar, e gli approfittatori appare più chiaramente.

        • habsburgicus scrive:

          ci sono isole (abbastanza) felici,dove si fa anche cultura…
          però il rischio c’è
          proprio l’altro giunto, sulla bacheca di una mia amica [si parlava di Sudafrica e boeri, argomento “caldo” anche qui !] ho assistito a un “bannamento” in diretta 😀 inevitabile, il tipo era trasceso i insulti di una volgarità e di un cattivo gusto vergognosi non contro di lei, ma contro alcuni suoi amici pro-boeri..il tipo, ho poi visto altrove, non è nuovo a tali scopi d’ira..abbastanza equanima, veso i destri e verso i sinistri 😀 dal poco ce ho capito ha idee

          • habsburgicus scrive:

            quasi mirkhondiano..ma è molto più confuso di Mirkhond (che ha invece ha posizione chiarissima, che la si accetti o no) in quanto esalta l’Unità d’Italia, esalta pure Garibaldi e si dichiara cattolico [ma ostile ai tradizionalisti], è per Castro ma pure per Franco ! accostamento finora inedito, mi pare :D..odia boeri, americani e protestanti con toni da Mirkhond adirato 😀
            e poi dite che fb non è interessante 😀

          • Miguel Martinez scrive:

            “sulla bacheca di una mia amica il tipo era trasceso i insulti di una volgarità e di un cattivo gusto vergognosi non contro di lei, ma contro alcuni suoi amici pro-boeri.”

            In mezzo allo squallore del Libro di Montezucchero, mi chiedo comunque se non sia positivo proprio questo: il fatto che si faccia strage di gente che ci va ma non sa contare fino a dieci, prima di sfogarsi.

            Senza rendersi conto di trovarsi in un rarefatto ambiente, dove ogni minima deviazione dall’etiquette verrà punita in eterno e su tutto il pianeta.

            • Z. scrive:

              Credo che questo sia effettivamente vero per alcuni personaggi pubblici.

              Tutti gli altri possono continuare a rendere il mondo un pochino peggiore un commento alla volta, senza risentirne particolarmente.

    • habsburgicus scrive:

      @Miguel
      e i boerofili (e le loro amiche)
      vedi supra

      *PS, non interessa nulla, prima ho detto “bannamento in diretta”, in realtà é lui che dopo gli insulti ha bannato lei 😀

  41. Moi scrive:

    un “tréiner” 😉 è più facile che lo finanzino a fare della PNL a dei Quadri d’ Azienda che NON dello sport a dei ragazzini in un quartiere “difficile” … ed è qui che c’è qualcosa che NON funzia !

  42. PinoMamet scrive:

    Una cosa sul noto social network del signor Montezucchero:

    è vero, è un videogioco come dice Z., e non ci si capisce sempre e non tutti lo sanno usare;
    non vale quanto un contatto umano concreto;
    ma…

    è pur sempre un contatto, e ci fa capire molte più cose, a volte, del semplice contatto sul blog.

    E si scoprono così aspetti umani degli amici di blog che ce li rendono ancora più simpatici e vicini.
    Niente, così, mi andava di dirlo (e sì mi riferisco in questo caso a Habs 🙂 )

  43. Moi scrive:

    Sempre dal “Fuffington” 🙂 :

    http://www.huffingtonpost.it/2015/07/21/alessandra-moretti-_n_7841738.html

    Ladylike … e, in sintesi, il Burqa da Tranviere 😉

  44. Grog scrive:

    Cosa fare dei PIDDINI?
    Ammazzarli tutti è TROPPO POCO ? (si visti i danni che stanno facendo è poco)
    Impalarne uno PER LAMPIONE ? (che vista orribile, poi sono capaci di perdere feci dal sedere)
    Annegarli nel FIUME PO? ( orribile e inquinante, i pesci siluri tornerebbero ad Est )
    Ammazzare solo i PIDDINI TOSCANI ? ( con la bomba “N” che lascia pressoché intatte le strutture )
    Insegnare NELLA BUONA SCUOLA COME SI ACCOPPA UN PIDDINO CON MEZZI DI FORTUNA, BASTONATE, PIETRE, SCHIACCIAMENTO CON RUSPA ( chiedere a Salvini ) insomma datevi da fare!
    Grog! Grog! Grog!

  45. Grog scrive:

    Il nuovo magazine sarà l’evoluzione di “Playboy” e si chiamerà “Playtroia” tenendo conto di diversi fattori
    – Bunga bunga berlusconiano (padre di tutte le troiaggini);
    – troia troia bancario abbiamo una banca! (fassiniana memoria) *;
    – troia troia bancario etrusco lucumone (Boschi & partner grembiulinati);
    – troia troia bancario senese (lancio dell’amministratore dalla finestra e magistrati vigliacchi o collusi);
    – troia troia quirinale ( con schifosi vecchiacci che si rifiutano di morire e insistono nel far danni).
    – troia troia islamico ( con zoccole si in burka ma con il CULO NUDO che allietano porci sauditi).
    Grog! Grog! Grog!
    * notizie credibili dicono che Fassino sia in una SEGRETA PIDDINA con la bocca tappata da un TAPPO DI DAMIGIANA SPORCO DI MERDA per tema che si lasci sfuggire altri TERRIBILI E SFIGATISSIMI PRESAGI sul tipo dei vaticini verso Grillo ed Appendino

  46. Moi scrive:

    Credo che l’unico rischio ad aprire la Macelleria Halal siano le Fatw’e da Feisbuch dei Veganimalisti Minkiakids, per i quali quando Israele rade al suolo Gaza vendica gli animalini innocenti; e si festeggiano (!) i cacciatori “sparati” 😉 fra di loro, o i domatori da circo accoppati da elefanti, tigri, leoni, ecc …

    • PinoMamet scrive:

      “, per i quali quando Israele rade al suolo Gaza vendica gli animalini innocenti”

      Eh????
      scusa, aggiungo:
      ???????????????????????????

      Davvero, Moi, questa cosa non sta né in cielo né in terra, non ha senso da nessuna parte la si guardi
      (cosa c’entra Israele e Gaza con i vegani? perchè gli abitanti di Gaza dovrebbero avercela con gli animali? perché i vegani dovrebbero trovare particolarmente simpatico Israele? se per “animalini” intendi, come spesso tu, i maiali, poi, che vuol dire?? né gli ebrei né i musulmani li mangiano…)

      e soprattutto non l’ho mai sentita dire, vista scritta, apparsa come nuvoletta di fumetto, graffita nelle grotte di Lascaux, comparsa nella sfera di cristallo…

      niente, nada, zero!

      Moi, a volte tu anticipi la realtà, quindi chissà. Ma a volte credo che dovresti tenere distinti i fatti dalle tue arizogogolate fantasie di scontri tra categorie… 😉

      • Z. scrive:

        Io a Muà ho imparato a leggerGLI tra le righe (un tentativo che spesso il suo ermetismo rende necessario).

        E tra le righe io ci leggo questo:

        “io ce l’ho con gli arabi e tifo per Israele, ma ce l’ho con gli animalisti ancor più che con gli arabi!”

        A parte questo, c’è stata un’animalista che ha espresso soddisfazione per il terremoto in Nepal per ragioni analoghe.

    • PinoMamet scrive:

      Invece è verissima la cosa (basta consultare il videogioco del signor Montezucchero) degli animalisti che festeggiano cacciatori impallinati, toreri incornati (meglio se morti) e così via…

      • Z. scrive:

        Beh, ho conosciuto parecchi che lo fanno, magari non in pubblico, al di fuori del Tomo de’ Ceffi.

        Peraltro, quasi tutti quelli che conosco se assistessero a una corrida tiferebbero toro. Forse anche gli juventini!

      • PinoMamet scrive:

        Io non ho mai assistito a una corrida e come dire, non ce l’ho in programma.

        Nonostante tutto, mi verrebbe molto difficile tifare per il toro, e ammetto che stento a capire chi lo fa.
        Prima di tutto, nessuno è obbligato ad assistervi: se lo spettacolo non piace, basta non entrare.
        Se si è convinti che sia sbagliato, si può benissimo boicottarlo, in tanti modi, e diffondere le proprie idee in merito.

        Ma tifare per la morte, o il ferimento, di un uomo, per antipatico che ci sia, che non ci ha fatto nulla di personale… mah!

        Mi si potrebbe dire:
        e allora gli appassionati di corride? non tifano forse per la morte del toro?
        E credo proprio che la risposta sia no.
        Non credo esista una persona che va a vedere le corride per sadismo.
        Magari noi possiamo ritenere lo spettacolo intrinsecamente sadico; ma l’appassionato ci dirà di no, che non è vero, che la lotta è equilibrata e che comunque per il toro questa è morte più nobile che quella dei macelli.

        Naturalmente può avere ragione, o torto;
        fatto sta che non sta tifando contro il toro
        (anzi, direi che in molti casi, stando alla letteratura sull’argomento, prenda per così dire le difese o le parti del toro coraggioso, così come fischi quello non bravo o “scorretto”… esattamento come fa col torero)

        tutto questo per dire che boh, vedere qualcuno che esulta per un torero incornato o un cacciatore impallinato, mi lascia molto molto perplesso.

        • PinoMamet scrive:

          Togliamo di mezzo gli animali dalla discussione, per essere più chiari.

          Prendiamo uno (e ne esistono) che giudichi la boxe uno sport stupido e violento:
          che ne diresti se esultasse alla notizia di un pugile morto sul ring?

          • Z. scrive:

            Scusami, non avevo visto la domanda. Non conosco nessuno che esulterebbe alla morte di un pugile sul ring, neppure quelli che la giudicano uno sport stupido e violento.

        • Z. scrive:

          Beh, se Tizio pensa che la corrida sia un passatempo crudele e sadico, in cui un uomo si diverte a uccidere una creatura innocente, trovo comprensibile che Tizio tifi toro.

          Poi non tutti lo fanno, e non tutti quelli che tifano toro vogliono necessariamente vedere il torero massacrato. Ma l’unico che conosco di cui sono certissimo che non tiferebbe toro è un madrelingua castigliano!

          Trovo anche comprensibile che un appassionato di corride la veda diversamente, ovvio.

        • Roberto scrive:

          Vabbè Pino, ma di jene ne trovi finché vuoi.
          Io mi ricordo quando è morto taricone, commenti sul corriere (mica il libro dei ceffi) tipo “sbruffone se l’è cercata”
          L’umanità ha una percentuale insopprimibile di minchioni, bisogna arrendersi all’idea (e internet da una buona visione su questa minchioneria che prima evitavi facilmente….e qui citerei eco)

          • Miguel Martinez scrive:

            “L’umanità ha una percentuale insopprimibile di minchioni,”

            Infatti.

            La combinazione tra questa banale verità e il fatto che siamo tutti interconnessi crea dei fantastici cortocircuiti continui.

            Ci sarà sempre il miltante omosessuale, il prete, il musulmano, il vegano, il sionista, il filoamericano, il nero, il neonazista, il liberista, l’anarchico, lo juventino che dirà una cavolata; quella cavolata arriverà istantaneamente sullo schermo del suo avversario, che avrà così la conferma della pericolosità dei propri avversari e la prova che fa bene a combatterli.

            • Z. scrive:

              Tutto vero, e infatti non accetterei mai di essere associato a Travaglio solo perché abbiamo tifato per la stessa squadra 😀

              Però questo non significa che esaltati e facinorosi e altri siano sempre equidistribuiti.

              Del resto, sarebbe difficile sostenere che lo sciachimicista e l’antivaccinista medio – quello che ci crede, dico, non il furbino – sia mediamente istruito e formato quanto l’astronomo o l’immunologo medio.

        • PinoMamet scrive:

          Sono d’accordo con Roberto…

          ma per rispondere a Z.:

          non saprei. Io trovo che esistano sicuramente persone sadiche; e ciò nonostante, non esulterei per la loro morte, e mi rattrista chi lo fa;
          perché come combattere il sadismo col sadismo, anzi, è come dire “il mio sadismo è buono”;
          che è proprio l’apice del sadismo.

          • Z. scrive:

            Mah, devo dire che il tifo per il toro lo trovo comprensibile, oltre che diffusissimo.

            Semplificando, quello che quasi tutti gli italiani vedono nella corrida è una crudeltà deliberata e gratuita: un animale condannato a morte in modo sadico, che alcuni uomini uccidono e che altri uomini si divertono a guardare mentre viene ucciso.

            Magari è un punto di vista sbagliato, e immagino che in Spagna la vedano diversamente. Ma dato questo punto di vista, tifare toro non mi sembra qualcosa di peregrino.

            Il nesso con Taricone, onestamente, non lo vedo.

          • Moi scrive:

            Pino: il solito Buonismo Talmudico 😉 🙂 …

            —-

            come disse il Giurista Kenshiro di Hokuto 😉 , l’ unica vera ingiustizia nel dare lunga morte atroce a un Malvagio consiste nel fatto che gliela si può infliggere una sola volta in tutto ! … Senza riportarlo in vita e fargliela riprovare tante volte quante sono le vittime innocenti (altri Malvagi uccisi per Faida Territoriale, evidentemente si abbonano …) che ha causato !

  47. Moi scrive:

    A proposito di Comunitarismo Concreto in stile Oltrarno …

    oggi è la Festa dei Nonni.

    http://www.airemsea.it/deserto/?tag=festa-dei-nonni

    Finché la società era immutabile o mutava poco, erano la voce comunitaria della saggezza esperienziale … poi sono diventati del disadattamento, di chi “non sta al passo” con i tempi.

  48. Z. scrive:

    Miguel,

    (scusa, ti rispondo qui perché la colonnina mi snerva 🙂 )

    Io non mi intendo di grandi rivoluzioni, urbanistiche e non. Immagino ce ne siano, di questi tempi in cui tutto cambia così in fretta, ed è per questo che il sindaco di una cittadina lombarda ha deciso di vietare, nel suo centro storico:

    – kebab e alimentari che vendono cibo non tradizionale;
    – lavanderie a gettone e bar automatici;
    – sale slot, sale bingo e affini;
    – compro oro e altri esercizi ancora.

    Ora, io sono qui perché cerco sempre – magari senza riuscirci – di capire le ragioni degli altri, di capire perché – sbagliando! – la pensino diversamente da me 😀

    E capisco le ragioni del sindaco, il suo desiderio – immagino sincero – di difendere il suo paese da tutto ciò che è nuovo e crea disagio. Laundromatic e autobar, locali non presidiati; sale da gioco, dove effettivamente ciondola gente davvero inguardabile; compro oro, e non credo serva specificare perché; esercizi dove si radunano quasi solo stranieri, che probabilmente vengono – certo impropriamente – associati al resto delle novità.

    A fortiori puoi dunque figurarti se non capisco le tue, di ragioni, quando tenti di difendere la tua comunità da attività speculative verosimilmente ben più intense, per qualità e quantità, di quelle che verosimilmente investono una piccola cittadina di provincia di cui nemmeno ricordo il nome. E non sei neppure leghista: il che per me, lo ammetto, è un grosso plus.

    Fatta questa premessa, che spero aiuti a capire il mio punto di vista, i miei punti sono essenzialmente due:

    1) travolgere i piccoli proprietari (cioè gran parte dei proprietari di immobili in Italia) non è una soluzione, e
    2) più in generale, un problema che caratterizza un’epoca dev’essere affrontato dall’intera società.

    E dev’essere affrontato non a colpi di decreti velleitari, ma ragionando sulle conseguenze. I miei amici che si sono trovati, da squattrinati, ad abitare in Francia, mi hanno raccontato dei guai che passano gli inquilini per via della loro brillante legislazione sugli sfratti: affitti stellari, fideiussioni impossibili, parecchi mesi di caparra e cauzione e obbligo di fatto di garanzia da parte dei genitori per i trentenni.

    Però, anzitutto, cerchiamo di capirci tra noi 🙂

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Z

      “Io non mi intendo di grandi rivoluzioni, urbanistiche e non. Immagino ce ne siano, di questi tempi in cui tutto cambia così in fretta”

      In un certo senso, il tuo discorso non fa una grinza e la condivido pure io, ma non è quello di cui stavo parlando io: appunto, “cerchiamo di capirci tra di noi”.

      Non voglio “travolgere i piccoli proprietari”, e concordo che “un problema che caratterizza un’epoca dev’essere affrontato dall’intera società.”

      Però:

      1) tu stesso ammetti che ti sfuggono le dimensioni della questione: io dico che c’è un’inondazione che sta sommergendo tutta la città (senza peraltro parlare di cosa deve fare il sindaco) e tu mi rispondi che un sindaco non si deve permettere di fare ordinanze che vietino la sosta sugli argini del fiume.

      2) I piccoli proprietari che non vorresti vedere “travolti” ovviamente si arricchiscono incommensurabilmente quando affittano i propri locali per 30.000 euro al mese (come fanno certi in centro a Firenze, che poi tanto piccoli non sono visti i cognomi aristocratici) a mescite alcoliche che cacciano tutti gli altri residenti; ma sono travolti loro stessi, quando vendono tutto alla grande immobiliare. Però ripeto, non è di questo che stavo parlando.

      3) Certo che il problema va affrontato dall’intera società. Ma non nel solito senso per cui i costi dei profitti privati vanno scaricati sulla collettività: non mi va bene che una persona venga espulsa dal proprio quartiere per fare il profitto della finanziaria di Dubai (come succede soprattutto a Londra) e poi risistemata se va bene, e a costo del Comune, in un ospizio all’altro capo della città.

      • Z. scrive:

        Allora, forse cominciamo a capirci. Quanto meno ci sto provando, e spero apprezzerai lo sforzo 🙂

        Proviamo a isolare i problemi uno alla volta.

        Ad esempio: perché assieme a Z. e a robéluxe insisto sul piccolo proprietario?

        Perché sono un rottame del Novecento cui Togliatti ha insegnato che si fa politica a partire da una situazione data, ossia dalla realtà. La realtà londinese non la conosco, ma nella realtà italiana il tipico proprietario di immobili in buona parte dei casi è proprio un piccolo proprietario: un privato con uno o più immobili frutto di piccoli investimenti privati o di lasciti ereditari. Molto al di sotto non solo di una multinazionale panamense, ma anche del proprietario di jet privato a cui Peucezio metterebbe l’asticella.

        Quindi la questione del piccolo proprietario non è marginale e periferica: è centrale. Stabilito questo, mettiamo pure che il destino del privato Tizio non ci interessi.

        Se Tizio sa che c’è una discreta probabilità che Caio decida di:

        1) non pagare più la pigione;
        2) barricarsi in casa, e
        3) dopo uno sfratto lungo e costoso, rubargli il rubabile e devastargli il devastabile

        allora può fare diverse cose, ad esempio:

        1) lasciare la casa sfitta (per evitare rischi);
        2) affittare a un prezzo più alto (per ammortarli);
        3) svenderla a un soggetto con le spalle più larghe, tipo un’immobiliare, per una frazione del suo valore originario.

        Il tutto mentre noi ci poniamo il problema delle case sfitte, del caro-affitti e dello strapotere delle immobiliari.

        Nel frattempo, Sempronio – che ha assistito a tutta la scena – decide che investire in una palazzina è una pessima idea, e anzi vende subito la casa ereditata dal padre per non svenderla dopo. Quei soldini anziché in un immobile li mette in Borsa – chissà, magari in titoli minerari, o nei titoli di un’immobiliarista.

        Se lo sfratto da lungo e difficile diventa proprio impossibile o quasi, le conseguenze si aggravano ulteriormente, in proporzione.

        Se poi decidiamo che anche Tizio è meritevole di tutela, le cose si complicano ancora di più. Ma come vedi si complicano lo stesso.

        Insomma, la questione a mio avviso è centrale, e un’analisi della situazione ne deve tenere conto.

        Poi giustamente potresti dirmi, e anzi me lo dico da solo, che mica basta dire ciò che non siamo e ciò che non vogliamo. Se siamo davanti a un problema reale bisognerà pure provare a pensare a un possibile approccio, se non proprio a una soluzione.

        Una cosa alla volta, però, ché ora debbo scappare 🙂

        • Miguel Martinez scrive:

          “Quindi la questione del piccolo proprietario non è marginale e periferica: è centrale.”

          Bene, ti presento due altri casi, riguardanti piccoli proprietari.

          1) La fornaia sotto casa, che la pigione la pagava regolarmente a una signora che possiede soltanto una decina di appartamenti.

          Un giorno, la proprietaria chiede la somma di 5000 euro al mese per l’affitto del fondo. La fornaia quindi chiude, il fondo rimane sfitto per tre anni. Adesso ci hanno fatto (indovinato!) un ristorantino, che non sappiamo nemmeno a chi appartenga, con un’aria giovanil-musicale-alternativa decisamente aliena al quartiere.

          Ora, la “funzione sociale” di tale proprietà è meglio esplicitata, con un forno per il pane dei residenti; lasciando il locale chiuso a prendere la muffa; o portandoci gente che schiamazza la notte e fa pipì sui muri?

          2) Un giovane signore, di mestiere nullafacente, per un paio di anni ha affittato un piccolo appartamento a una famiglia etiope. In cambio, la signora etiope doveva pulirgli casa in nero e gratuitamente e anche integrare con una somma in contanti, sempre in nero.

          A un certo punto lui si stufa, e li fa sfrattare, ovviamente affermando che non gli pagavano l’affitto, e infatti è difficile dargli torto.

          La famiglia ha trovato rifugio presso parenti a Milano, la bambina ovviamente è stata tolta da scuola e da tutti gli amici che si era fatta.

          Con questo non abbiamo detto nulla sulla categoria in generale dei “piccoli proprietari”; semplicemente, ne esistono di vario tipo, no?

          • Z. scrive:

            Miguel, ci avevi già parlato di entrambe le vicende, se ben ricordi.

            E certo esistono proprietari e proprietari: non credo che questo sia in discussione. Tra l’altro anche i due casi che hai citato sono diversi tra loro.

            Nei casi da te citati, per farla brevissima:

            1) il primo ha deciso di non rinnovare il contratto alla scadenza, con le conseguenze che hai descritto per la fornaia e per il locale sgomberato;

            2) l’altra vicenda è differente, e ti rimando il link che se ben ricordo già ti mandai allora, nel caso possa esservi utile un domani:

            http://www.leggioggi.it/2015/12/29/casa-affitti-in-nero-nuove-norme-tutelano-linquilino-come-difendersi/

            Stabilito che esistono molti tipi di proprietari, così come molti tipi di inquilini, che fare?

            Non dico nel secondo caso: nel secondo caso, infatti, l’inquilino sta commettendo un delitto, direi neppure troppo difficile da accertare. Purché l’inquilino sia informato dei propri diritti, oggi dovrebbe essere possibile difendersi. La cosa difficile, semmai, è rendere consapevole ciascuno delle possibilità che ha per tutelarsi.

            Nel primo, la vedo bigia. Non ci sono dubbi che a tutta la vostra comunità (e non solo ai clienti della fornaia) sia più utile un forno che un locale chiassoso che nessuno di voi frequenta. Ma costringere qualcuno a sottoscrivere un contratto con una terza persona contro la propria volontà, beh, la vedo molto difficile.

            Tu che a differenza di me conosci la comunità e il quartiere, che idea hai al riguardo?

            • Miguel Martinez scrive:

              “Tu che a differenza di me conosci la comunità e il quartiere, che idea hai al riguardo?”

              Nella mia Democrazia Totale in cui io sono il Popolo in Persona 🙂 potrei fare così…

              Tizio decide che vuole aumentare l’affitto alla fornaia.

              Assemblea del quartiere, dove si invitano anche le varie minoranze di residenti a esprimersi…

              “quali sono gli usi socialmente più sensati per quello spazio?”

              Una buona parte del quartiere decide, il forno; ma ci sono anche i musulmani che chiedono che si faccia una moschea; e c’è un gruppo cattolico che dice che sarebbe utile una dispensa pubblica per distribuire cibo ai bisognosi.

              Per cui il proprietario viene autorizzato ad affitare al prezzo che vuole e a chi vuole (con diritto di prelazione ai residenti del quartiere) per uno di questi tre usi, e se no tiene sfitto il locale.

              Basta, ho smesso di fare il Piccolo Popolo e me ne torno a tradurre.

            • Z. scrive:

              (ovviamente nel secondo caso è il padrone di casa che sta commettendo un delitto e non certo l’inquilino! Grazie robè per la segnalazione)

            • Francesco scrive:

              Miguel

              ti capisco ma quello spazio è MIO e ci faccio quello che voglio IO.

              ecchecavolo, meno di così e tocca salire in montagna e bandiera rossa e scarpe rotte e tutta quella menata. però alla bisogna lo si fa, eh, sia chiaro

              ciao

              F o’ fanfarone

              • Miguel Martinez scrive:

                “ti capisco ma quello spazio è MIO e ci faccio quello che voglio IO.”

                Certo, tu sì. A porte chiuse, però, e da solo.

                Per me, puoi anche invitare un amico a sniffare coca insieme, basta che non rompete le scatole dopo quando uscite.

            • Francesco scrive:

              Miguel

              si questo siamo d’accordo.

              ogni forma di “esternalità” deve essere regolata dalle leggi e ispirata al sacro brocardo “non rompete i coglioni”.

              infatti il punto debole della tua lotta è non riuscire a usare la legge quando l’avreste a disposizione!

              ciao

            • Francesco scrive:

              però … come facciamo a essere d’accordo?

              per me chiudere l’ultima panetteria per aprire la 120esima bettola va benissimo, finchè i clienti della bettola NON hanno diritto a posteggiare dove vogliono nè a schiamazzare/spisciazzare ubriachi in giro per strada.

              alla peggio, si aprirà una nuova panetteria dietro l’angolo, se ci sono molti affamati.

              ma tu pensi il contrario e vorresti regole urbanistiche che decidano cosa può essere aperto in ogni quartiere, se ho capito

              ciao

          • roberto scrive:

            “nel secondo caso, infatti, l’inquilino sta commettendo un delitto,”

            subendo?

  49. Mauricius Tarvisii scrive:

    Eugenio Scalfari, nella consueta lettera d’amore a Renzi della domenica, oggi ci insegna che “l’oligarchia è la sola forma di democrazia, altre non ce ne sono”. Così ci dimostra di aderire in toto all’imbarbarimento e di avallare il passaggio (molto facile, a dire il vero) dalla democrazia rappresentativa (un’assemblea eletta periodicamente rappresenta istanze diffuse nella popolazione) all’oligarchia (un’assemblea che rappresenta istanze avulse da quelle degli elettori si presenta periodicamente alla Nazione per trarvi legittimazione).

    http://www.repubblica.it/politica/2016/10/02/news/zagrebelsky_renzi_scalfari-148925679/

    • Moi scrive:

      se è demo ma non è <oligo poi va a finire che diventa oclo e oramai dovreste sapercelo 😉

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Il problema è quando è oligo e non aristo: significa che partiamo già da una forma degenerata.

        • Moi scrive:

          Il TardoGiacobinismo dei “Repubblicones” (come li chiama Francesco) sostiene da sempre apertis verbis che “aristo” NON viene dal sangue … bensì dal Saper Fare Cultura !

          😉

        • Z. scrive:

          Anche la democrazia è una forma di governo degenerata. Meno classici, più mate:-)

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Per Polibio no.

            • Z. scrive:

              Per Aristotele sì, e Ari mi sembra leggermente più importante come pensatore di Paul 🙂

              La cosa curiosa è che ho trovato parecchi classicisti, inclusi professori, che non lo sapevano.

              Uno se l’è anche preso a morte quando gliel’ho fatto notare 😀

            • Z. scrive:

              (in ogni caso, la mia professoressa di greco mi fece tradurre “demagogia”, e non “democrazia”, quando trovai scritto demokratìan. L’idea che “democrazia” non indichi per necessità er mejo è inaccettabile, forse…

              Sì, lo so, l’accento è sbagliato 😀 )

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Moi parlava di oclocrazia e oclocrazia in Polibio è la forma degenerata della democrazia (in Aristotele è più complicato, perché lui individua diversi tipi di democrazia. Però quando).
              Invece l’oligarchia è la forma degenerata dell’aristocrazia (anche in Aristotele).

            • Z. scrive:

              Sì, e oltretutto è chiaro che nell’articolo Scalfari lo usa intendendo “aristocrazia”.

              Comunque, basta rifarsi a pensatori di millemila anni fa. Affidiamoci alla saggezza popolare:

              https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20071128115702AAktmlX

              😀

            • Z. scrive:

              Comunque, cosa intendi per “diversi tipi di democrazia”?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Avevo letto che Aristotele classificava le democrazie a seconda della composizione sociale (popolazioni marinare o agricole, ecc.) del popolo che si autogovernava. Secondo lui alcuni tipi di masse popolari si autogovernano peggio di altri.

            • PinoMamet scrive:

              Il problema comunque è a monte, nel senso che si dà alla parola demos, positivo o negativo (già in greco… chi ha tradotto una versione di greco conosce la fantastica ambiguità di questa lingua);

              Polibio, semplicemente, opta per una terminologia meno ambigua.

              Invece in Tucidide la parola “demos” è negativa, e la costituzione ateniese viene citata come esempio di costituzione “mista” o temperata.

              Ma a ben vedere, è temperata esattamente quanto lo sono tutte le democrazie 😉 cioè nel senso che ha un “monarca” (presidente, arconte, chiamatelo come vi pare), degli “aristocratici” (senatori, la boulè…) e il voto popolare…

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              @ Pino

              “… la fantastica ambiguità di questa lingua …”.

              Pienamente d’accordo.

              @ Z, Mauricius, Roberto

              Ricordo di avere letto che l’Ayatollah Khomeyni prese a riferimento ” La Repubblica” di Platone nella formulazione del sistema giuridico della Repubblica islamica dell’Iran… In effetti, la figura della Guida suprema della Rivoluzione, scelta nell’ambito del clero intellettuale dello Sciismo, ricorda molto quella del Filosofo a capo della “Politeia”. Voi, da esperti di sistemi giuridici, potrete senz’altro dire molto di più.

              P.S. Va riconosciuto che Khomeyni, soprattutto da giovane, era un uomo di bellezza non comune, almeno a giudicare dalle immagini… 🙂 🙂 🙂

            • Z. scrive:

              ADV,

              ti ringrazio, ma definire me “esperto di sistemi giuridici” suona quasi come una presa pei fondelli 😛

              Senza contare che della Repubblica di Platone ho solo sbiaditi ricordi liceali, e che so poco o nulla di Khomeini – e “poco o” sono probabilmente di troppo 🙂

            • mirkhond scrive:

              Zanardo

              Andrea al Jabbar non è Di Vita.

            • Z. scrive:

              Giusto, chiedo venia a entrambi 😮

            • Roberto scrive:

              Pure io non so nulla dell’Iran, ma avevo letto anche io la storia dell’ispirazione platonica di khomeini

            • Moi scrive:

              dopo Karl Popper, a Platone si può far dire qualsiasi cosa … 😉

            • Francesco scrive:

              A scuola mi hanno insegnato che la Repubblica di Platone è l’arci-esempio di perchè i filosofi, anche grandissimi, NON sono adatti a guidare una società e perchè sono molto meglio i politici.

              😀

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              @ Z.

              Non volevo prendere in giro nessuno. Ho “parlato” seriamente fino al “P.S.”, a valle del quale sono stato ” semi-serio”. 🙂 🙂

              @ Moi

              Be’, no. Un sistema elitista e, sostanzialmente, corporativo, con a capo un’oligarchia di filosofi convinti di essere l’unico tramite definitivo e completo tra il mondo sensibile ed il mondo intelligibile mi sembra molto più prossimo al Platonismo di tanti altri sistemi “reali” nell’ambito della modernità e della contemporaneità.

              @ Francesco

              Temo che tu abbia proprio ragione…

            • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

              Me ne accorgo solo adesso. Ovviamente ha ragione Mirkhond: io non c’entro con Andrea Di Vita. Ho cambiato “nickname” proprio per questo motivo. Adesso, che altro devo fare? 🙂

            • Francesco scrive:

              occhialoni e gancio cielo, naturalmente!

              😀

    • Z. scrive:

      Devo dire che questi articoli, in cui si fluttua tra parole greche alla deriva, mi danno sempre una sensazione simile al mal di mare.

      Per me la questione è semplice, direi banale.

      Se gli elettori votano in prevalenza un dato partito, accade perché è il partito che meglio degli altri – o meno peggio degli altri, che è la stessa cosa – rappresenta le loro istanze. E se c’è ampia parte dell’elettorato che non si sente adeguatamente rappresentata? allora c’è spazio per un partito nuovo, e col M5S in Italia è successo esattamente questo.

      C’è solo un giudice titolato per dire se Virgy a Bologna e Virgy a Roma e tutti i loro colleghi hanno portato avanti o tradito le istanze del corpo elettorale. Non è né un collegio di professori, né un congresso di partito né altro: è appunto, il corpo elettorale. Convenzionalmente si chiama questa cosa “democrazia”. Se la parola non piace la si può chiamare “banana”, come faceva il celebre economista americano – basta che famo a capisse 😀

      Il resto sono argomentazioni che stento a capire. Da parte di Zagrebelsky, che non mi sembra adatto ai confronti TV (perché 50 è più grande di 60? perché chiamarlo “professore” sarebbe offensivo? perché è scorretto studiare i testi di un costituzionalista del suo calibro?); da parte di Scalfari che dice che Renzi non è oligarchico perché “[S]ta ancora nel cerchio magico dei suoi più stretti collaboratori”, che mi sembra una definizione eccellente – forse la migliore possibile – di oligarchia!

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        ” Da parte di Zagrebelsky, che non mi sembra adatto ai confronti TV”

        Non è che il suo avversario ne sia uscito troppo meglio: Zagrebelsky non è stato ascoltato perché faceva discorsi lunghi, complicati e noiosi, mentre Renzi non è stato ascoltato perché non ha praticamente detto nulla. E in ogni caso stavano tutti guardando Carlo Conti 😀

        • Z. scrive:

          Massì, poi il venerdì sera molti escono. E i pochi che guardavano il confronto (o i molti, a sentire Mentana), probabilmente, già avevano un’idea.

          Ma a prescindere dal merito e dai gusti, Zagreb mi ha messo tristezza. Cassese e Onida mica ci vanno, ai confronti TV, e non dovrebbe farlo nemmeno lui. Non è il suo ambiente, è giusto che non lo sia…

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Non eravate stanchi di Dibba e non volevate competenza? Serviti 😀

            • Z. scrive:

              Più che altro è GZ ad essere stanco di Dibba, secondo me. Altrimenti venerdì avrebbe fatto altro…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Aspetto allora che qualcuno si stanchi di Renzi.

            • Z. scrive:

              Vuoi vedere Cassese in TV a fare la figura di Zagrebelsky? questo si chiama essere sadici!

              Se invece vuoi solo che Renzi lasci la presidenza del consiglio e vedere cosa esce dal mazzo rimescolato, Renzi stesso ha suggerito come fare 🙂

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Sadico? Al massimo apparirebbe come una persona noiosa, ma la competenza è proprio questo: sfinire il prossimo con discorsi complicati e noiosi.

            • Francesco scrive:

              Ah beh, se la scelta è tra la stolta competenza degli Onida e Zagreb e la stupida arroganza dei grillioti, allora invidio gli elettori statunitensi che devono scegliere tra Hillary e Donald.

              Dove sono andate le persone decenti?

  50. PinoMamet scrive:

    E dopo aver parlato bene del noto social network, per pareggiare i conti…

    noto dai contatti una pagina di anticlericali che posta una frase attribuita a Loene XII con la quale proibirebbe la vaccinazione perché la malattia sarebbe un castigo voluto da Dio.
    Ovviamente questo non rispecchia per niente la mentaltità Nè tantomeno la dottrina cattolica, la frase è inventata di sana pianta, e tutta la faccenda è una bufala.

    Ora, capisco anche quelli che ignorano i commenti (più di uno) “guardate che è una bufala, leviamola oppure perdiamo credibilità”: mica si possono leggere tutti i commenti.

    Ma che dire di quelli che “anche se è una bufala ci sono lo stesso persone che lo pensano”????

    che è come dire “è falso, ma è vero lo stesso perché mi piace che lo sia”.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Salva l’immagine e girala a pagine tipo “abolizione del suffragio universale” o “adotta anche tu un analfabeta funzionale” 😀

      • Z. scrive:

        Non istigare il Pino a peggiorare un pochino il nostro mondo, miseriaccia. E’ già una brutta persona così com’è!

        😛

      • PinoMamet scrive:

        Grazie Z. per il “brutta persona”: sai che ci tengo 🙂 🙂

        a parte questo, sono troppo pigro per fare una cosa del genere.

        Sbaglio io, che leggo i commenti. Si sa che i commenti di internet (tolti pochi luoghi illuminati, come alcuni blog… per esempio questo e… no, non me ne viene in mente nessun altro 😉 )

        andrebbero saltati a pie’ pari, come quel personaggio di Boccaccio, citato da Calvino come esempio di leggerezza, saltava le tombe.

        • Z. scrive:

          Infatti non lo penso, l’ho detto solo perché so che ci tieni 😀

          Sui commenti non hai torto, ma è umano cascarci e ricascarci, e quando leggo testate online capita anche a me di passare a leggerli.

          La cosa curiosa, poi, è che quando non ci sono commenti mi sento sollevato 🙂

  51. Moi scrive:

    Cmq , Mauricius : che gli uomini siano mediamente più forti delle donne va ricordato solo per lavoracci usuranti e leva obbligatoria per la guerra … , mica quando c’è di mezzo la gloriadello sport o _ più che mai_ un action movie “All American Hero(ine)s Kickin’ Asses & Takin’ Names” … sennò sei un “sessista” e, con questo epiteto, ti è revocato il diritto di replica 😉 .

  52. Moi scrive:

    Se si parla in Italiano, “oclo” è negativo e “demo” positivo … perché così Hanno Camminato le Idee sulle Gambe dei Milioni” : per dirla con Mario Capanna che da giovane, ospite di Red Ronnie, intendeva i Proletari Democratici e da vecchio, ospite di Gian Luigi Paragone, intende gli euri !

  53. Moi scrive:

    * Sarà un fake dei Sionisti per sputtanare la Resistenza Palestinese ? *

    http://www.restiamoanimali.it/blog/2016/essere-animalisti-nella-palestina-occupata-il-tour-italiano-di-ahmad-safi/

    Palestinian Animal League (PAL), il primo gruppo per la protezione degli animali che opera nei territori occupati. Con il motto “Aiutare gli animali, dare valore alle persone”, Ahmad e il suo team iniziarono a provare a rompere il “ciclo della violenza”. Lavorando con i giovani per mostrare loro che possono fare la differenza per la vita degli animali mettendo in atto empatia e gentilezza anziché rabbia e violenza

  54. Moi scrive:

    Abbiamo scelto il titolo “Restiamo animali” pensando a Vittorio Arrigoni e alle sue corrispondenze da Gaza, che si chiudevano con l’esortazione “Restiamo umani”. Siamo persuasi che il modo migliore per restare davvero umani sia quello di riconoscere la nostra animalità e di sviluppare un senso di rispetto e di solidarietà con le altre specie.

    http://www.restiamoanimali.it/blog/perche-restiamo-animali/

  55. Moi scrive:

    Da qualcheparte l’avevo visto, un commento a una festa con “ecatombe halal” da parte di una Animalista Bimbaminkia con avatar “kawai” puccettoso … che invocava le bombe Americane o Israeliane come “vindici” dei Nimaléin 😉 …

    FORSE addirittura il “setting” era Milano …

    http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/festa-sacrificio-islamici-1.2507349

    qualche anno fa

  56. Moi scrive:

    Da qualche parte c’era anche un Bimbominkia NaziLeghista che proponeva ogni 7 Dicembre i Sacrifici Umani degli “Indesiderabili” a Sant’Ambrogio.

  57. Moi scrive:

    Comunque la vivida truculenza “da internet” sembra “compensare” un eccesso di virtualità su degli schermi …

  58. Moi scrive:

    @ PINO

    SE ti credevi al sicuro in quanto Appassionato (Ex ?) di Pésca

    http://video.corriere.it/animalisti-contro-pescatori-tra-cui-bambino-riva-fiume-assassini/e7b97d96-51c5-11e6-a1bb-4fa8da21b0a1

    Animalisti contro pescatori (tra cui un bambino) in riva la fiume: «Assassini»
    È successo a Quarona, in provincia di Vercelli.

    • PinoMamet scrive:

      Beh, oggi ho mangiato un branzino.
      Se essere pescatore significa essere assassino, immagino che l’atto di oggi mi qualifichi come cannibale 😉

    • Roberto scrive:

      Grazie a dio non ho mai incontrato dei simili totali assoluti siderali coglioni cagacazzi, sennò facevano la fine del bigatto (ed io finivo in prigione che il crimine non è il mio mestiere). Che gli vadano le carote di traverso (solo un po’ eh, che sennò sembro quello che fa il tifo per il toro)!

      • Z. scrive:

        Smascheriamo l’ipocrisia eurocratica:

        non solo tu fai il tifo per il toro – e non solo alla corrida, ma anche a Pamplona – ma vai in missione per contro dei massoni dello Yacht Club di Bruxelles a rapire e seviziare i picadores!

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Moi

      Io ho un collega vegano. Se lo incontro nella fila per la mensa, alle addette della stessa mi faccio premura di chiedere appositamente in sua presenza ad alta voce se la salsiccia nel piatto è stata ottenuta macellando il maiale nel modo più doloroso, prolungato e sanguinolento possibile, in modo che lo stress degli ultimi istanti di vita abbia migliorato il gusto della carne.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  59. Moi scrive:

    http://www.youreporter.it/foto_100_ANIMALISTI_BLITZ_CONTRO_LA_FIERA_DELLA_CACCIA_1

    Bassano Del Grappa (Vicenza) – 5 Gennaio 2011
    100%animalisti Blitz Contro La Fiera Della Caccia

  60. Moi scrive:

    a proposito di “solo le dita, per ora, continuano a muoversi …”

    https://www.youtube.com/watch?v=qgX6jq0KTsU

    Lo and Behold – Internet: il futuro è oggi di Werner Herzog | Trailer italiano ufficiale

    I Wonder Pictures

  61. Moi scrive:

    … e Roberto Benigni ? … La Più Bella Del Mondo può “rifarsi” ?!

    http://www.repubblica.it/politica/2016/06/02/news/_la_nostra_costituzione_e_la_piu_bella_del_mondo_ma_si_puo_cambiare_per_avere_le_riforme_-141117894/

    Benigni: “La nostra Costituzione è la più bella del mondo, ma si può cambiare per avere le riforme”

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Vedi che bravo il Partito? E’ riuscito è scrivere una costituzione persino più bella di quella più bella del mondo.
      L’efficacia della terza narice è formidabile.

      • Francesco scrive:

        “persino”

        non è che fosse molto difficile, anzi diciamoci pure che fare peggio dei Padri Costituenti è quasi impossibile!

        il problema è farlo mantenendo in vita la fuffa della “più bella del mondo”

  62. Moi scrive:

    @ PINO

    Nell’ ultimo film di Woody Allen Café Society si dice che l’ Ebraismo NON ha un Aldilà … ma de che, da quando ?!

    • mirkhond scrive:

      Il Giudaismo più antico non aveva una dimensione ultraterrena, ma solo lo Sheòl, una specie di fossa oscura eterna, in cui vagavano le anime dei morti, sia buoni che cattivi.
      Sheòl di probabile influenza dall’Abzu (da cui il nostro Abisso) sumero-babilonese.
      Per cui la prospettiva escatologica del Giudaismo più antico era tutta terrena.
      Solo più tardi, sotto l’influenza dello Zoroastrismo Iranico, il Giudaismo cominciò a credere nell’Aldilà con premi e castighi eterni, e dal 150 a.C. circa, anche nella resurrezione della carne.

  63. mirkhond scrive:

    “Peucezio,
    Sii coerente e torna dove hai le radici
    ;-)”

    Se lo vedessi di persona, penseresti che le sue radici siano proprio milanesi.

    • Peucezio scrive:

      Comunque dovete tenere conto che a Bari (e nel sud in genere) basta che uno parli in dizione (e non è il mio caso) per essere sambiato per milanese (come se i milanesi, che sbagliano tutte le chiuse e le aperte, parlassero in dizione!!!!).

      Un’amica di mia madre è nata nelle case popolari dietro il Redentore, quindi a pochi isolati da Mirkhond, ma da giovane ha fatto un corso di dizione, per cui parla in un perfetto toscano senza accento, tipo doppiatore, e quando va al mercato a Bari la scambiano per milanese (sic). Poi mena la battuta in dialetto e si meravigliano (“ah, è di Bari!”).

      • Francesco scrive:

        😀

      • mirkhond scrive:

        Concordo, ma nel tuo caso, l’azzento 😉 milanese si sente eccome.
        Proprio ieri mia sorella, confermava la sua prima impressione di quando ti abbiamo conosciuto di persona, e cioè che sembri un milanese, per i tratti somatici! 🙂

        • Francesco scrive:

          io un inglese, pare, se stavo zitto

          😀

        • PinoMamet scrive:

          Scusami Mirkhond ma quella che i milanesi, il popolo più misto d’Italia, ovvero del mondo, abbiano dei tratti somatici, è troppo bella 😉

          in effetti quando vedi uno che dici to’, questo ha da essere milanese, salta fuori che è Peucezio 😉

          • mirkhond scrive:

            Milanese, nel senso generico di lombardo, di settentrionale.
            Ma perché quando parlo di Nord, intervieni sempre tu, anche quando NON si parla dell'”Emilia”? 😉

        • Peucezio scrive:

          l'”azzento” poi.
          E’ bella ‘sta cosa: tu prendi una caratteristica di qualche plaga del nord (in questo caos il Veneto) e la attribuisci a tutto il nord indistintamente (e persino a me).

          • mirkhond scrive:

            L’accento milanese, però z’è l’hai! 😉

            • Miguel Martinez scrive:

              “L’accento milanese, però z’è l’hai! ”

              Ma come si fa a insegnare ai milanesi a pronunciare la “c” come “z”?

            • mirkhond scrive:

              La pronunciano così.
              Bisognerebbe chiederlo ai linguisti.

            • Peucezio scrive:

              Infatti non è vero.
              Non ho mai sentito un solo milanese realizzare l’affricata postalveolare come alveolare.

            • Francesco scrive:

              in effetti una bella “c” calcata del tipo “ma te ce l’hai il SUV?” potrebbe diventare un “c’è” come pronuncia, non un”ze”

              a orecchio, non sono certo un esperto

              • Miguel Martinez scrive:

                “in effetti una bella “c” calcata”

                Secondo me tra i milanesi è calcata (all’esatto opposto dei veneti) ma leggermente palatalizzata.

                Però sentiamo Peucezio, che è il massimo esperto planetario in materia.

            • Peucezio scrive:

              Oddio, mi metti in difficoltà.

              Mentre ho sempre avuto percezione chiarissima che un po’ in tutta l’Italia settentrionale vi è, ove più ove meno, secondo i luoghi, le generazioni, i parlanti, una realizzazione più arretrata di /s/, non ho mai notato in giro per l’Italia, tranne appunto in area veneta e tutt’al più emiliana (ma lì mi sembra riguardi solo la fricativa, non anche l’affricata) una realizzazione diversa (in questo caso più avanzata) di /tʃ/.

              E’ vero che a [tʃ] toscano e meridionale corrisponde, nella maggior parte dei dialetti settentrionali, un suono alveolare, di solito [s] (ma anche [θ] In molte zone del Veneto, [h] in molte aree lombarde orientali), quindi più avanzato. Ma in Lombardia occidentale [tʃ] si è ripristinato grazie all’influenza toscana nella maggior parte delle parole, per cui si dice cent, ma dusent (la s di dusent) è sonora. Ma [tʃ] faceva comunque già parte dell’inventario fonematico, in quanto esito della palatalizzazione di nessi come -CT- o-CL- (mil. oeucc, pron. [ˈœttʃ] ‘occhio’) di tutta l’area galloitalica, quindi riterrei improbabile un atteggiamento articolatorio poco propenso alle affricato postalveolari.
              Peraltro in Veneto mi sa che la realizzazione avanzata riguarda solo la sonora (ma dovrei verificare). D’altronde la cosa sarebbe logica: [dʒ] [ estraneo all’inventario fonematico dei dialetti veneti, mentre non lo è a quello dei diall. lombardi (almeno occidentali) perché -CL- intervocalico in milanese sonorizza, per cui abbiamo ugiai ‘occhiali’, mentre in Veneto abbiamo qualcosa tipo uciai.

      • mirkhond scrive:

        Mia madre a Napoli, era presa per milanese o addirittura svizzera! 🙂

  64. Moi scrive:

    A proposito di Café Society … polemiche politically correct sul culo di Blake Lively (cul-tural 😉 appropriation) e sul fatto che di “Blacks” se ne vedono un paio per pochi minuti a suonare in un Jazz Club …

  65. Miguel Martinez scrive:

    Sulla questione dello sradicamento forzato…

    Il mezzo attraverso cui comunichiamo, vi fa pensare che state parlando con me; mentre state parlando in realtà anche con le mie relazioni.

    In questo caso, sto cercando di comunicare le due preoccupazioni fondamentali dei tanti che vengono cacciati di casa (e non sto parlando solo di sfratti, per cui non torniamo sul solito vicolo cieco del “povero padrone di casa”, per favore).

    La prima riguarda l’istituzionalizzazione, cioè il passare dall’avere uno spazio proprio, per quanto angusto e umido e buio, a vivere in uno stanzone con altri cinque rottami umani, tra cui qualcuno che ruba regolarmente i pochi averi agli altri: insomma di finire, come si augura qualcuno, “a carico della collettività”.

    La seconda riguarda la cacciata dal quartiere: una eventuale casa popolare (ma i bandi non si fanno da anni, a Firenze) all’altro capo della città distruggerebbe in un attimo le cose più importanti nella vita di quella persona – gli amici anziani con cui ha lavorato sin da quando erano ragazzi, il tabernacolo all’angolo, il bar dove prende un caffè, le persone che si preoccupano di lui quando si ammala.

    Lo sradicamento ha un effetto diretto, sicuramente misurabile dagli esperti, sulla salute mentale delle persone.

    Se poi qualcuno pensa che chi resiste a farsi cacciare dal proprio quartiere sia un “immobilista” che “non ragiona” e non apprezza il fatto di venire deportato per far guadagnare una fraccata di soldi a un camorrista che deve aprire una discoteca…

    • roberto scrive:

      “La prima riguarda l’istituzionalizzazione, cioè il passare dall’avere uno spazio proprio, per quanto angusto e umido e buio, a vivere in uno stanzone con altri cinque rottami umani, tra cui qualcuno che ruba regolarmente i pochi averi agli altri: insomma di finire, come si augura qualcuno, “a carico della collettività”.”

      ma perché finire “a carico della collettività” deve essere per forza vivere in uno stanzone con altri cinque rottami umani?
      è questo che non riesco proprio a capire.

      tu prendi la situazione di firenze che è, da quello che dici, il comune peggio amministrato d’italia e ne fai un paradigma ineluttabile. sarà per forza così. TINA.

      a bologna, che certo non è il paradiso, anzi, che ha mille problemi, che negli ultimi vent’anni è stata amministrata uno schifo, il comune aveva appartamenti in pieno centro (ne sono sicuro, ho abitato in uno di questi appartamenti, cioè un palazzo di tre piani, sei monolocali, uno di proprietà privata dove vivevo io in affitto e 5 del comune, piccoli certo, ma carini, a parte uno dove l’inquilina era una zozzona e lo teneva in maniera vergognosa). le cose saranno sicuramente cambiate, ma un altro mondo è chiaramente possibile, e a 100 km da voi appena 15 anni fa.

      non vuoi la discoteca o benetton in oltrarno?
      benissimo, sono assolutamente d’accordo.
      ci vuole una forza politica che faccia un piano regolatore che impedisca cambi di destinazione d’uso dei locali, e magari che impedisca le modificazioni estetiche. impossibile? certo, a firenze è impossibile, ma dove vivo io, in un paesino sperduto nella campagna, in un quartiere residenziale costruito negli anni settanta, con interesse storico uguale a meno di zero, beh se voglio tinteggiare la casa posso scegliere solo tra alcuni colori previsti dal comune (per armonia con i colori, grigio deprimente, delle altre case) e non posso aprirmi una finestra sul tetto (per non modificare l’estetica, orrenda, della strada). e acnhe qui non è il paradiso, ricordo la storia dei nostri poveri alberi (salvati nel frattempo).

      mio fratello negli stati uniti, patria del turbocapitalismo, ha comprato una casa di valore, ehm “storico” (costruita nel 1901, il valore è dato dal fatto che è la prima casa dello stato comprata da una donna). non può cambiare assolutamente *nulla* della parte esteriore. per riparare due gradini di legno all’ingresso è diventato pazzo e ha dovuto farli rifare esattamente identici all’originale spendendo una fortuna.
      perché non dovrebbe essere possibile impedire a pizza hut o a mc donald di comprarsi dieci bottegucce in oltrarno e trasformarla in uno dei loro mostruosi locali?

      adesso mi dirai che non capisco e che tu parli di tutt’altro, ma ti invito a riflettere sulla questione della tua goccia. non esiste solo la tua goccia e non è detto che la tua goccia sia l’unico mondo possibile

      • Miguel Martinez scrive:

        “adesso mi dirai che non capisco e che tu parli di tutt’altro, ma ti invito a riflettere sulla questione della tua goccia. ”

        No, affatto, trovo pertinenti le tue riflessioni: stavo parlando anch’io adesso di “piccoli sfratti”.

        Io non credo che Firenze sia il comune peggio amministrato d’Italia, anzi. Penso che ci sia un abisso incolmabile, ad esempio, tra Firenze e Roma. Ci sono molti funzionari perbene, non conosco casi clamorosi di corruzione documentabile 🙂 Conoscendo ormai di persona la maggior parte dei gestori politici di questo villaggio, posso dire che non si tratta di mostri.

        Le case popolari, quando ci sono, sono discrete, anche se lontane dal centro.

        Il fatto è che si agisce con alcuni vincoli.

        Innanzitutto il potere non è da paese piccolo: ci sono banche enormi, che hanno interessi in tutti gli appalti e le partecipate; c’è il business della moda; c’è “l’immagine Firenze” che attira tutti dal Qatar all’India alla Cina; ci sono famiglie radicate da sette secoli e che possiedono terre e case a non finire (a proposito di “piccoli proprietari”); ci sono le assicurazioni e le immobiliari che si sono impossessate di tanti edifici; e infine, a livello più basso, ci sono i ristoratori e affini.

        E Firenze è uno dei nodi mondiali di quel traffico di esseri umani che si chiama turismo.

        Questo fa sì che la spesa pubblica, sempre più ristretta, sia particolarmente sbilanciata dalla parte dei ricchi.

        Ora, la crisi avanza (presumo anche a Bologna, ma non lo so) a grandi passi giorno per giorno. Colpisce tutto insieme, per cui mentre il Comune ha sempre meno fondi, ci sono sempre più sfratti, sempre più “grandi opere” che succhiano il sangue, sempre più inquinamento, sempre più investimenti immobiliari e turistici, sempre più occasioni per speculare sugli immobili.

        E quindi è normale che a un certo punto anche l’Albergo Popolare debba chiudere le proprie porte ai disperati.

        Anche a Firenze, ci sono un sacco di vincoli: un gruppo di piccoli produttori agricoli che conosciamo ha chiesto di poter fare un mercatino dei loro prodotti l’altra domenica in piazza, ma la richiesta è stata respinta, perché il centro storico è sottoposto a vincolo Unesco.

        • Z. scrive:

          A Bologna la crisi c’è eccome, la carenza di alloggi anche, e se è vero che il Comune sa gestire bene le emergenze, non so invece come sia messo a livello di progettazione.

          Forse sarò in grado di dirvi qualcosa a breve.

  66. Miguel Martinez scrive:

    “Beh, oggi ho mangiato un branzino.
    Se essere pescatore significa essere assassino, immagino che l’atto di oggi mi qualifichi come cannibale ;)”

    Faccio sempre fatica a guardare queste cose in maniera diciamo “non sistemica”.

    Il consumo di carne da allevamento pone problemi di enorme importanza.

    E’ un’industria che consuma quantità immense di terreno (e se aggiungiamo l’impatto dei biocarburanti, possiamo immaginare l’effetto sulle coltivazioni); consuma quantità immense di acqua fresca non facilmente rigenerabile; richiede quantità devastanti di prodotti chimici; crea un grosso carico al sistema dei trasporti.

    Per questo, io non me la sento di prendere in giro i vegetariani; anche perché – come ha detto Robelux – nel Tomo dei Ceffi, si può trovare qualcuno che sostiene in maniera cretina una causa.

    Poi, non ho i dati per giudicare chi pesca il pesce nei fiumi del Veneto (ma poi se lo mangia, con il Pfas http://www.blitzquotidiano.it/ambiente/pfas-uva-pere-e-mele-del-veneto-sono-avvelenate-cosa-sono-le-pfas-e-quali-sono-le-zone-a-rischio-2556605/ e tutto?)

    • Z. scrive:

      Miguel, aspetta… il branzino mica è carne da allevamento!

      Sì, insomma: è carne nel senso che è un animale, ed è da allevamento nel senso che i branzini che mangiamo vengono soprattutto da allevamenti, a quanto ne so. Ma mica pone lo stesso problema degli allevamenti di bovini!

    • Francesco scrive:

      >> E’ un’industria che consuma quantità immense di terreno
      molta meno di quella degli allevamenti naturali, è nata anche per questo!

      >> consuma quantità immense di acqua fresca non facilmente rigenerabile;
      beh, mi sembra difficile che una mucca di allevamento beva più di una allo stato “semilibero”

      >> richiede quantità devastanti di prodotti chimici
      non capisco

      >> crea un grosso carico al sistema dei trasporti.
      forse meno che a fare mille piccoli trasporti da mille piccoli allevamenti, però

      a meno che tu non dia per scontato che l’alternativa all’allevamento industriale sia avere molta meno carne da mangiare, nel qual caso il crollo della quantità può compensare il crollo delle economie di scala e della efficienza.

      ciao

      • Miguel Martinez scrive:

        “a meno che tu non dia per scontato che l’alternativa all’allevamento industriale sia avere molta meno carne da mangiare”

        Infatti.

        E’ un dato di fatto, che prescinde da noi:

        http://shrinkthatfootprint.com/food-carbon-footprint-diet

        Per quanto riguarda la scala, è proprio l’efficienza dell’industria di cui giustamente parli, che ha fatto alzare a livelli insostenibili il consumo di carne nel mondo.

        • Francesco scrive:

          Beh, dobbiamo inventare allevamenti migliori, no?

          😀

          Scherzo perchè i vincoli “naturali” a un allevamento efficiente non mi sembrano aggirabili. Anche se stanno lavorando a bistecche sintetiche ottenute con Tecnologie Additive, senza la rottura delle mucche

          • Z. scrive:

            Credo che nel futuro ci toccherà di mangiare maiale, e soprattutto pollo. Pollo pollo pollo.

            • Francesco scrive:

              pollo?

              alghe alghe alghe e soia soia soia

              almeno ci saranno dei seri incentivi a diventare ricchi, sotto forma di accesso alla bisteccona alta due dita!

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Z

              Insetti, Z, insetti. Grilli, locuste, cavallette.

              E artropodi, millepiedi, scolopendre.

              Quello è il futuro.

              (Magari anche solo come farina alimentare per il bestiame)

              Ciao!

              Andrea Di Vita

  67. Moi scrive:

    Omofobia, Sessismo …

    https://www.youtube.com/watch?v=D6WfWj3iToY

    “Culattoni” e “Gallinelle” nella stessa scena … fallo adesso, in un film comico ! 😉

  68. Moi scrive:

    @ HABS

    Come interpreti il mancato Quorum al Referendum sul Piano Kalergi 😉 in Ungheria ?

    E come pensi che la interpreti chi di dovere 😉 ?

    • habsburgicus scrive:

      ne ho parlato ieri tanto in fb su una bacheca e in pvt con due donne 😀
      per non ripetermi, troppo 😀 ti dico in breve
      1.ciò dimostra l’irresponsabilità della gente….in Ungheria son TUTTI contro, ma i più se ne sono fregati, rendendo così possibile agli eurocrati e ai media di battere sul quorum e stupidate varie, eliminando quasi tutto l’effetto politico…bravi magiari, complimenti per la sagacia !…bastava un 8 % di votanti in più e tutto era risolto…
      2.oggettivamente Orban non fa una grande figura
      3.altrettanto oggettivamente, il 95 % c’ è e dunque dipenderà dall’uso che Orban vorrà, e potrà, farne
      4.in Grecia Tsipras fu plebiscitato e tradì il popolo greco 😀 magari Orban farà gli interessi dell’Ungheria bene, pur con questo problema :D..gli ungheresi hannomancato di senso politico questo sì..avevano l’opportunità di votare (cosa che noi NON abbiamo) e se ne sono stati a casa ! donde al più una vittoria dimezzata (o dimezzabile, dai grandi media) mentre poteva essere un colpo durissimo all’UE..vabbè, prendiamo quel che c’é

      • Moi scrive:

        O forse si sono spaventati quando Juncker l’ ha buttata in “Niente negri, niente soldi !” … traducendo al volo dal PoliticallyCorrect per “economia comunicativa” ! 😉

        … Può essere ?

      • Z. scrive:

        La storia di quel referendum greco rimane uno di quei misteri che la mente umana non sarà mai in grado di spiegare appieno.

        Boh!

      • Francesco scrive:

        o forse il problema rappresentato da meno di 2.000 immigrati è talmente piccolo che solo chi è fanatizzato al punto da ignorare la realtà si sente spinto a fare qualcosa

        il che mi rende molto preoccupato per l’alta partecipazione al voto

        PS essere nella UE significa qualcosa, in termini di obblighi, ditecelo a Orban. mica è come prendere la tessera della COOP solo per avere gli sconti!

        • Miguel Martinez scrive:

          “o forse il problema rappresentato da meno di 2.000 immigrati è talmente piccolo che solo chi è fanatizzato al punto da ignorare la realtà si sente spinto a fare qualcosa”

          Scusami, si può pensare quello che si vuole del referendum; ma non sono certo in ballo “2.000 immigrati”.

          Come ho detto più volte, e come sa chiunque ci sia stato, c’è almeno mezza popolazione dell’Africa, per non parlare di altri continenti, che se vedesse un varco, vorrebbe venire in Europa. E già quelli più coraggiosi rischiano la vita a migliaia ogni giorno per farlo, figuriamoci se fosse facile.

          Sono in 2000 perché l’Europa è entrata in panico e ha chiuso sostanzialmente le frontiere.

          • habsburgicus scrive:

            Miguel ovviamente ha capito quale è il problema !
            Francesco no ! (non mi stancherò mai ripetere..conta la questione politica, i fatti sono spesso irrilevanti !)
            e la maggioranza degli ungheresi neppure !
            piangeranno poi 😀
            ma non dicano, a differenza di noi poveri servi italici (che possiamo votare solo per astruserie che non interessano a nessuno..o meglio interessano ai renziani per confermare il loro Capo e ai non-renziani per tentare di abbatterlo :D..ma non nel merito, di quello nessuno sa nulla e chiunque se ne frega !), che non hanno potuto fare nulla…
            hanno avuto l’occasione e l’hanno sprecata !
            e ci rimetteremo noi, per primi ! perché è chiaro che a noi dell’Ungheria non può interessare meno, ma POLITICAMENTE sarebbe stata possibile, in caso di quorum, una spallata agli eurocrati..dopo la brexit e in attesa, forse, dell’Austria)

            • habsburgicus scrive:

              se poi, come ho letto immaginate dove :D, il quorum non è stato raggiunto per l’astensione di Jobbik, ostile a Orban per questioni sue
              beh, ciò solo dimostra che l’estrema dx è una sciagura e non ha alcuna ragione di esistere ! Nobel all’Imbecillità per Jobbik !

              P.S
              Orban è il miglior leader di tutto il mondo euro-americano..batte di gran lunga quel Putin che ci si ostina a santificare a dx e il polacco
              certo l’Ungheria è piccola, e conta poco
              Orban ha
              1.governato con discreta efficienza
              2.fatto più o meno gli interessi ungheresi
              3.riabilitato tutto il riabilitabile incluso Horthy (e tranne, naturalmente, Szalasi che invece et pour cause è stato trasformato in “uomo nero”) !
              4.presenzia a commemorazioni di battaglie della II GM e soprattutto della I GM, tenendo discorsi patriottici, duri, esaltando l’Honvéd e l’Ungheria eterna degli anni anteriori al Trianon (4/6/1920)..adesso celebrerà i 100 anni della morte di Francesco Giuseppe (21 novembre 1916), il che forse sarà ignorato nella più degradata Austria, tranne in Tirolo e nel quasi austriaco Alto Adige ma a livello “privato” [in Italia con l’appoggio del PD perché basta andare contro al nazionalismo italiano..per quanto il PD preferisca gli infoibatori slavi :D]
              è contro il gender
              ha inserito vaghi riferimenti al Cristianesimo e sarebbe stato per le radici cristiane
              (lui è calvinista ovviamente come chiunque nella gentry magiara, almeno all’Est..ma là Calvino-Horthy docet-può andar d’accordo con Roma !)
              uno così gli italiani se lo sognano !

              e ‘sti fessacchiotti di Jobbik in nome della “purezza” fanno il gioco della sinistra europea e locale !
              eh sì in ‘sto pazzo mondo di serio resta solo la f…
              😀

            • habsburgicus scrive:

              ricordiamoci che Calvino, che resta il più grande criminale della Storia, ha prodotto effetti diversi a Ovest e a Est
              1.in Francia, con l’ugonottismo, ha preparato la rivoluzione bleah
              2.nell’Angloamerica tramite John Knox ha dato il puritanesimo, vera sciagura per l’umanità, se preso in senso lato [ma i puritani in senso stretto quelli del New England, amando la cultura, hanno, in parte, la mia simpatia..almeno da c.a 1800 a c.a 1920]
              3.in Ungheria però ha dato tutt’altro..molti grandi ungheresi sono stati calvinisti
              4.in Lituania è stato sovversivo ma è stato riassorbito
              dunque il Calvino dell’Est è molto meno deleterio del Calvino dell’Ovest 😀

            • Z. scrive:

              Miseriaccia, per un attimo ho pensato che ce l’avessi con Italo Calvino e mi chiedevo: che gli ha fatto, il povero Calvino, a Habs??

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              ma là Calvino-Horthy docet-può andar d’accordo con Roma

              Infatti Orban oltretevere piace tantissimo, no?

            • roberto scrive:

              “Orban è il miglior leader di tutto il mondo euro-americano”

              sei un bravo guaglione ma hai dei gusti orrendi….

            • roberto scrive:

              “sarebbe stato per le radici cristiane”

              tipo dai mangiare agli affamati?

              io ero un po’ ciuccio a catechismo, ma non mi ricordo di aver mai letto cose del tipo “date da mangiare agli affamati purché siano in misura di pagare il conto”

            • Francesco scrive:

              OAAR!

          • Francesco scrive:

            Miguel

            tu l’hai affermato più volte.

            ma nessuna volta mi hai convinto.

            in più, il referendum ungherese era su QUEI 2.000 immigrati, non sui massimi sistemi.

            ciao

        • Roberto scrive:

          Scusa miguel, ma il referendum era esattamente sulla solidarietà fra Stati membri.
          La domanda era: accettate che vengano in Ungheria dei rifugiati che si sono spiaggiati in Grecia e Italia?
          Il tutto in un paese che appena 50 anni fa ha largamente beneficiato della solidarietà e dell’accoglienza dei suoi vicini

          • Moi scrive:

            Dài, NON mettiamo Eva Henger o Ilona Staller sullo stesso piano … 😉

          • Francesco scrive:

            accoglienza che sostituì l’aiuto militare richiesto dagli ungheresi.

            a dar retta a Miguel, avremmo potuto sconfiggere quel povero paese del terzo mondo già nel 1956 e il mondo sarebbe ora un posto molto migliore!

            o del tutto desertificato dal turbocapitalismo …

            😀

          • Miguel Martinez scrive:

            “Scusa miguel, ma il referendum era esattamente sulla solidarietà fra Stati membri.”

            Mi sembra ovvio che il senso del referendum sia,

            – se si decide di aprire le frontiere a tutti coloro che vogliono venire in Europa, l’Ungheria è obbligata ad accettare quella parte degli immigrati che l’Unione Europea assegnerà loro?

            Si può benissimo accettare l’idea che le frontiere debbano essere aperte, io sono il primo a dire che il casino l’ha creato l’Europa con il colonialismo e non vedo perché non debba riparare. E non è detto nemmeno che sarebbe una catastrofe; e sicuramente è solo un sintomo di un’altra catastrofe, ben più seria.

            Ma dire che il problema siano poche migliaia di persone è francamente una mistificazione. Se passano poche migliaia, passeranno tanti, tanti milioni.

            • Francesco scrive:

              orbanista!

            • Z. scrive:

              Scusa, Miguel, non si votava per un piano per accoglierne 2000?

              Non è che quando in Italia si votò per l’abolizione dell’ergastolo c’era lo scopo recondito di abrogare l’intero codice penale e magari quello civile 😀

              • Miguel Martinez scrive:

                “Non è che quando in Italia si votò per l’abolizione dell’ergastolo c’era lo scopo recondito di abrogare l’intero codice penale e magari quello civile ”

                Non ho detto che c’è uno scopo recondito.

                Come faccio a far capire un concetto molto semplice?

                Ci sono (poniamo) un miliardo di giovani, molto più poliglotti di noi, che ogni giorno vanno su Facebook per vedere il bollettino meteo degli umori europei.

                Leggono che cento afghani ce l’hanno fatta a sbarcare a Lesbo? Ed ecco che si mettono in moto mille sudanesi, che parlano l’inglese meglio dell’italiano medio.

                Leggono che mille siriani sono riusciti a farsi accogliere in Germania?

                Ecco che partono due milioni di presunti siriani da mezzo mondo, e un milione ce la fa a entrare in Germania.

                E siccome conoscono la geografia meglio degli europei, stanno attentissimi anche a tutti i riflessi e sommovimenti dentro l’Europa.

                Se iniziano a bloccarsi i paesi su cui la Germania vuole scaricare il proprio eccesso di migranti (poche centinaia di tutti quelli accolti hanno trovato lavoro, e quindi non servono nemmeno per deprezzare il mercato di lavoro), finirà per bloccarsi anche la Germania.

                Legalmente il referendum ungherese significa certamente un piano per ricevere 2000 migranti; ma mediaticamente e soprattutto su Facebook, ha tutt’altro significato, per un miliardo di giovani.

                Ma sono cose talmente ovvie per chiunque conosca minimamente il cosiddetto Terzo Mondo, che mi meraviglio di doverle dire.

                Non è una “invasione”, non c’entra nulla l’Islam Che Vuole Conquistare il Mondo, è solo un effetto naturale: chi ha messo in moto tutto il meccanismo è l’Europa – dalle conquiste coloniali alla Guerra dell’Oppio al Trattato di Sèvres all’outsourcing alla distruzione climatica al turismo puttaniere in Tailandia all’invasione dell’Iraq ai rifiuti tossici regalati all’Africa alla scolarizzazione paternalista di massa – e, come diceva Malcolm X, “the chicken have come to roost”.

            • Z. scrive:

              Ehhh come la fai difficile, pure le guerre dell’oppio!

              Miguel, qua si tratta di accogliere duemila persone o di non farlo. Se l’Ungheria non le vuole, saranno redistribuite altrove (poi magari l’Ungheria subirà ritorsioni e magari no, cosa che non vedo perché dovrebbe interessare ai migranti).

              Mi pare molto improbabile che delle persone in Afghanistan o in Nigeria decidano di mettersi in viaggio in base all’esito di questo referendum.

              Se invece la tesi è che questo referendum potrebbe provocare qualcosa tipo un effetto domino, boh, non saprei.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Se invece la tesi è che questo referendum potrebbe provocare qualcosa tipo un effetto domino, boh, non saprei.”

                Certo, anche questo.

                Ma il punto che mi sembra cruciale è la determinazione, la cultura occidentale, l’informazione istantanea che possiedono innumerevoli milioni di giovani, soprattutto maschi, del “Terzo Mondo”.

                Che hanno passato gli anni della loro formazione a studiare, magari in classi di cinquanta persone, mentre i loro coetanei italiani facevano “laboratori” e “sport”.

                E hanno chiaro che vogliono un Nuovo Occidente subito e per se stessi; leggete Aravind Adiga, La tigre bianca.

                Con la stessa ottusità autoreferenziale con cui gli europei non vedevano ciò che distruggevano, gli europei vedono oggi in questo evento storico un “piccolo gruppo di poveri profughi”, oppure “un gruppo di scrocconi musulmani che non si lavano”.

          • roberto scrive:

            gli storici dovrebbero ricordare che fra il 4 novembre 1956 e la fine del mese di novembre 1956 120.000 ungheresi sono scappati in austria. alla fine i rifugiati ungheresi in austria saranno 180.000 (CENTOTTANTAMILA), più altri 20.000 in austria.
            quattromila verranno accolti in italia (il doppio di quelli che si chiede a budapest di accollarsi ora)

            e si parla del 1956, appena un decennio dopo la fine della guerra, con l’europa ancora semidistrutta. chissà se anche all’epoca ci si chiedeva “saranno troppi?” “è la fine della nostra cultura?” “e se tutti i russi decidono di abbandonare l’Urss, dove li mettiamo?”

            appena sessant’anni dopo, gli ungheresi fanno un referendum per sapere se possono accogliere 2000 rifugiati atterrati in grecia ed italia. che vadano rispettosamente a fanculo e ogni giorno che passa prima che seguano gli amici inglesi è in ogni caso un giorno di troppo ed ogni centesimo di fondi europei versato a quei vampiri è un centesimo di troppo

            • Moi scrive:

              Ma si era fra Europei “Bianchi” Secolarizzati … non c’erano stronzate tribali da Sabbie dei Deserti di Levante 😉 rivendicate come diritti inalienabili.

            • Moi scrive:

              Scusate lo sfogo ma è inevitabile a fronte del Politically Correct per cui ogni identità va rispettata … tranne la “nostra” che non èche un’ accozzaglia d’inutili se non sgradevoli orpelli.

              Poi NON mi sorprende :

              SOLVE ET COAGULA

              ORDO AB CHAO

              saran tre secoli che “la fanno girare”, ‘sta formula !

            • roberto scrive:

              a proposito di identità io vorrei che venissero scoperte le nostre radici cristiane, con i valori di carità, di amore verso il prossimo, eccetera.

              adesso sembra invece che la nostra identità sia mangiare il maiale a scuola, andare con le poppe fuori in spiaggia e costruire muri alla frontiera.
              un po’ deludente come identità….

            • Moi scrive:

              Si va nella direzione del Liberismo Spietato voluta dai BanK$t€rs $trozzini … quando saremo al deserto post atomico, almeno, non ci saranno più ipocriti !

            • Moi scrive:

              Si va nella direzione di chi ha sostituito la Fede con l’ Ideologia, la Religione con la Politica, di chi ha voluto sradicare e piallare a tabula rasa il Passato dell’ Occidente per costruirvi la Futura Umanità ! [cit.]

              Avete stra-vinto … di cosa vi lamentate ?!

            • roberto scrive:

              avete chi?

              io manco a basket non ho mai vinto un bel niente….

            • Moi scrive:

              No, davvero: l’ idea era anche buona MA con un SuperStato basato sui Quattrini e sul Liberismo della Finanza Apolide OmniMercificante … cosa si credeva di raccogliere, con una simile semina ?!?!

            • Miguel Martinez scrive:

              “li storici dovrebbero ricordare che fra il 4 novembre 1956 e la fine del mese di novembre 1956 120.000 ungheresi sono scappati in austria. alla fine i rifugiati ungheresi in austria saranno 180.000 (CENTOTTANTAMILA), più altri 20.000 in austria.”

              E infatti, all’epoca le industrie occidentali erano affamate di manodopera, e c’era il mito di Salvare le Vittime del Comunismo.

              Non capisco cosa ci sia di strano.

              Hitler gli immigrati li faceva rastrellare, pur di portarli in Germania, nel 1956 arrivavano gratis.

            • Peucezio scrive:

              Io non ho mai capito perché mai chi resta deve essere considerato responsabile per chi se n’è andato.
              Come quelli che dicono che gli italiani sono stati un popoli di migranti. Come se noi discendessimo da quei migranti.

              Dalle mie parti si dice: “u cazze pissce u lìitte e u cule iàve mazzàte”.

            • Francesco scrive:

              Peucezio,

              il fratello di mio nonno, che emigrò raggiungendo lo zio in California, dove riparavano organi nelle chiese, è di famiglia.

              Non abbiamo emesso fatwe contro chi è emigrato, anzi mio padre ancora ricorda i regali che arrivavano dall’America dopo la guerra. E mio nonno, fascista di regime, tenne i contatti epistolari coi parenti americani per tutta la vita, perchè erano di famiglia.

              Quindi l’emigrare è parte della mia storia di famiglia, senza scampo.

              Ciao

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, resta il fatto che tu sei nato, vissuto e vivi tuttora in Italia.
              Sarebbe come dire – non sto paragonando moralmente i due comportamenti, non fraintendermi – che se tuo nonno avesse commesso un furto e tu fossi in stretti rapporti con lui, saresti un ladro pure tu.

      • Moi scrive:

        Adesso per la UE gli astenuti in Ungheria varranno come Boldrinisti 😉 …

    • Peucezio scrive:

      Due cose:
      1) https://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_sull%27integrazione_europea
      Andate a guardare sotto la voce “Ungheria”.
      2) Quando mai si è sentito che i referendum consultivi hanno il quorum?
      Il quorum è un meccanismo di alcuni referendum giuridicamente vincolanti, in base al quale se votano meno della metà più uno degli aventi diritto, il referendum è nullo giuridicamente. Ma laddove non è già vincolante di suo, non vedo il quorum cosa cambi. E se avessero votato il 51% e avesse votato sì solo il 51% di questo 51%? Avremmo un quarto di elettori favorevoli al sì. Sarebbe stato più vincolante del 98% del 46%, che è circa il 45%?

      • Peucezio scrive:

        Tutto questo fa capire che razza di mentecatti mistificatori da quattro soldi sono i media italiani (e sicuramente non solo).

        • habsburgicus scrive:

          ok, Peucezio..tutto giusto
          ma vi è il SENSO politico di cui gli ungheresi hanno mostrato essere carenti !
          si sapeva già che i media avrebbero fatto questo (e faranno altro)
          e allora, perché non andare a votare un po’ di più, e togliere loro quest’arma importante ? tanto più che i non-votanti erano anch’essi, con poche eccezioni, CONTRO l’immigrazione..tanto più se molti votanti erano di Jobbik !!!!
          nel mondo conta la percezione, in un certo senso tutto è propaganda
          la realtà effettiva e tecnica è secondaria
          e gli ungheresi si son fatti sfuggire un’ottima occasione..nulla di perduto, chiaro..Orban può andare avanti lo stesso..ma riconosciamo i fatti !

          • habsburgicus scrive:

            molti non votanti..Jobbik

          • Peucezio scrive:

            Vabbè, se ci si deve preoccupare del vaniloquio dei media mondiali anziché della realtà, stiamo freschi.
            Loro vanno avanti per la loro strada e giustamente se ne fregano di quello che dice Repubblica.

            Il sì è passato, c’è un governo nazionalista e un popolo ancora più nazionalista, faranno leggi sempre più restrittive sull’immigrazione e meno europeiste e tanto basta.

  69. Moi scrive:

    Cortocircuito Femminista :

    http://tg24.sky.it/tg24/spettacolo/2016/09/28/katy-perry-madonna-nude-hillary-clinton-usa-2016.html

    Katy Perry (con la consueta vena autoironica) e Madonna (che poi ha rimosso dal social videogame) nude per sostenere Hillary Clinton

  70. Moi scrive:

    Devo dire che Zagrebelsky mi ha deluso, penso abbia infilato deigran “autogol” … ha fatto il gioco di Renzi: il Professorone spocchioso, ritroso a entrare nel merito (come se non ci fosse un Suffragio Universale) tecnico abbassandosi ai livelli di chi “non è del ramo” e parlando di politica come in un talk-show, quando invece era proprio entrando nel merito tecnico che avrebbe dovuto “umiliare” Renzi.

    • Francesco scrive:

      Difficile farlo, se entrare nel merito significa difendere la Costituzione del 1948, il CNEL, il bicameralismo perfetto, un federalismo senza responsabilità, in sintesi un sistema istituzionale pensato per NON funzionare

      Ah, io aspetto sempre con fiducia la troika, un bavarese, un finlandese e un australiano. Più un nord coreano per trattare con la resistenza.
      😉

      • Moi scrive:

        Francesco, non hai sentito la Lilli ? 😉

        … la Troika viene dopo il Baratro, che a sua volta viene se casca Renzi … già lo diceva per Monti e Letta !

        • Z. scrive:

          Mi metto nella testa di Francesco:

          “Insomma, ci liberiamo di Renzi. Quanto al baratro, ci siamo già. Mi sembra tutto regolare, dov’è la fregatura? dove si firma per la Troika qui ed ora?”

  71. Francesco scrive:

    Miguel,

    il tuo blog è veramente incredibile! nelle more di lunghissime e interessanti discussioni sugli sfratti, hai chiarito a me stesso perchè diffido profondissimamente della Costituzione italiana!

    🙂

  72. Moi scrive:

    Altro che Calimero …Spot razzista (possono dei “Gialli” essere razzisti ?) Cinese odierno (!) sempre sul “lavaggio”

    http://video.huffingtonpost.it/culture/questo-e-lo-spot-piu-razzista-di-sempre/8716/8703

    … pensate il putiferio, a farlo in “Occidente” !

    • Francesco scrive:

      Beh, anche a leggere quel materiale propagandistico, è chiaro che siamo a metà strada tra Nusco e il C.S. Leoncavallo!

      Gli stipendi identici per tutti mi ricordano i primissimi tempi della Rivoluzione d’Ottobre, mi pare furono abbandonati prima ancora della NEP.

      Comunque quegli sporchi rossi li fermeremo noi, bloccando le importazioni di olio dalla Spagna!

    • Francesco scrive:

      Insomma, un paradiso ridicolo in cui vivrei volentieri per due settimane all’anno.

      Però obbligherei MT a starci almeno il doppio e ascoltando la radio-televisione locale!

      😀

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        E che giovamento trarrei da questa esperienza che mi consigli?

        • Francesco scrive:

          Tu nessuna ma il cattivo sono io!

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Allora evito, ché a zappare non sono bravo 😀

            • Francesco scrive:

              Non pensavo a zappare, attività che per brevi periodi credo possa dare soddisfazione.

              Era l’idea di rinchiuderti in un soviet dei più fanatici, ammodernato con tocchi di anti-globalismo e ammorbato da estenuanti riunioni dei Collettivi, a solleticare il mio sadismo

              😉

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Non mi sembra che in Spagna qualcuno sia costretto a partecipare a riunioni di qualche tipo se non ne ha voglia. Ma poi il marxista sei tu: io sono figlio della post-società liquido-digitale che non sa che farsene di dibattiti e riunioni 😀

            • Francesco scrive:

              davvero? ti vedevo nei Popoli di Genova e dei Social Forum, tutto “dibbattitti e cucco selvaggio”

              😀

  73. mirkhond scrive:

    “è la fine della nostra cultura?”

    Beh no, se riferito all’Austria, visto che tra 1526 e soprattutto dopo il 1683-1718 fino al 1918, l’Ungheria condivideva la stessa dinastia regnante e la medesima cultura….

  74. Moi scrive:

    Saranno le coneguenze della Storia (specie egli ultimi due secoli) e della Politica, ma … il più grande paradosso dell’ AntiRazzismo è cheproprio chi è più “geneticamente recessivo” d’aspetto è chi più di tutti, se non l’unico che “se ne deve fregare perché tanto siamo tutti esseri umani !” … e lo dico senza (!) essere fra i più recessivi geneticamente.

    Questo però, a dire il vero, mi pare che almeno nei Paesi a identità di “Ethos” come l’ Italia (una penisola proprio al centro del mare più trafficato da popoli nella Storia, prima di spostarsi dai mari agli oceani !) sia in verità molto opprimente in termini culturali, che sono anche quelli a cui resto più sensibile !

  75. Moi scrive:

    scusate i refusi

  76. Moi scrive:

    Altrimenti detto, per i “rigurgiti” (come dicono i media mainstream) di Nazionalismo Egoistico che addiritura riscopre il razzismo “bio” 😉 … la UE è il virus convinto di essere il vaccino, il malanno convinto di essere la cura !

    • roberto scrive:

      addirittura!

      mi sembra che di razzismi bio & nazionalismi egoistici se ne sia visto qualcuno pure prima dell’UE, e pure con effetti vagamente seccanti….

      semmai c’è da chiedersi se c’è un vago effetto dell’UE e (CEE prima) sul fatto che incredibilmente gli europei hanno deciso di non scannarsi per qualche decennio (no non mi parlare della jugoslavia, e sai pure perché), dimenticando per un attimo i nazionalismi egoistici. ma mi sembra che a questa dimenticanza si stia rapidamente rimediando, per la gioia di tutti quelli che i nazionalismi egoistici li adorano

      • Moi scrive:

        Creando un’immensa massa di neo-poveri dopo un benessere individualista atomizzante sradicante, che dopo essere stata sradicata mai guai con il radicamento degli ultimi arrivati; un’immensa massa di neo-poveri poi senza più remore metafisiche morali … come credevate che potessero reagire ?!

        Il Mondo Reale è ben diverso dalle Teorizzazioni da Salotto …

        • Z. scrive:

          In che modo la UE, o la CEE, avrebbero creato un’immensa massa di neo-poveri? e a partire da quando?

          • Francesco scrive:

            In effetti, l’istituzione più socialista al mondo che crea una massa di neo-poveri suscita qualche perplessità.

            Sullo sradicamento, mi sa che in posti non UE come Svizzera, USA, Canada, Australia, la musica non cambi … dal che deduco che la UE non c’entra una cippa.

          • Moi scrive:

            in che modo sei sovrappeso ? a partire da quando ?

            😉

      • Moi scrive:

        Possono essere già un inizio le iper-reazioni a Bastian Contrario compensatorie … la gente, cioè, senza più identità né benessere inizia a ragionare che tutto ciò che le élites culturalmente egemoni nonché responsabili del disastro indicano come male sia bene, e viceversa.

  77. Z. scrive:

    Per Moi, e per tutti i delusi dal confronto Renzi-Zagrebelsky – ecco un regalino per consolarvi!

    https://youtu.be/Xevo3V7_paA?t=5962

    Sembra il confronto che avete già visto. Ma solo per i primi secondi.

    Poi arriva la sorpresa 😀

  78. mirkhond scrive:

    “i milanesi, il popolo più misto d’Italia, ovvero del mondo”

    E Napoli e Palermo allora? 😉

    • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

      @ Mirkhond

      In effetti, è una bella gara… 🙂 🙂 🙂

    • PinoMamet scrive:

      Il fatto è che Milano è piena anche di napoletani e palermitani (e loro discendenti variamente miscelati)
      mentre i lombardi a Palermo sono molto meno (oggi).

  79. mirkhond scrive:

    Sempre sui tratti somatici.

    Quando nel 1915, il futuro Ignazio Silone, conobbe don Orione (1872-1940), lo scambiò per sardo, visti i tratti moreschi-mediterranei del buon sacerdote, inconsueti in Piemonte.
    Lo scrittore Sebastiano Vassalli, nel suo romanzo La Chimera, ambientato in una Novara ancora lombarda e sotto il dominio asburgico-spagnolo, descrive la sfortunata protagonista della storia, Antonia Spagnolini, con fattezze moresche.
    Fattezze che le avrebbero dato il cognome, ad opera delle suore che l’avevano accolta neonata nella ruota dei trovatelli, ma anche il suo triste destino che la portò sul rogo come strega.
    In un’area dove, evidentemente doveva prevalere un tipo biondo e slavato.
    Peucezio infine, appare come il contrario di don Orione, un meridionale che sembra un settentrionale. 🙂

  80. mirkhond scrive:

    E con quest’ultima verità, mi sono giocato l’amicizia di Peucezio……..

  81. mirkhond scrive:

    No, non è biondo, ma è molto chiaro di carnagione e l’aspetto è quello di un settentrionale.
    Ci sono problemi con tua moglie?

    • Francesco scrive:

      la salute è molto lontana da quella ideale, anche da quella accettabile direi

      ma la vita è quello che è e non quello che vogliamo quindi si tiene duro

      grazie

      ciao

  82. mirkhond scrive:

    “Infatti non è vero.
    Non ho mai sentito un solo milanese realizzare l’affricata postalveolare come alveolare.”

    Sarà.
    Però a sentirti, così come per altri settentrionali, la vostra c suona come una z dolce.

  83. mirkhond scrive:

    “e io che pensavo di essere un colonialista!
    milanese cioè lombardo cioè settentrionale

    rob de matt”

    Non sei tu ad essere un colonialista, ma Pino ad essere un lombardo.
    Che ama il suo Nord Italia così tanto, anche se vuol far vedere di essere un mediterraneo.
    L’amore quando è vero, può camuffarsi fino ad un certo punto.
    Anzi, fino ad un zerto punto…… 🙂

  84. mirkhond scrive:

    Oggi, al telegiornale, riguardo alla vicenda Pizzarotti, osservando il centro storico di Parma, vi ho notato le tipiche architetture dei centri storici della Lombardia e del Piemonte che fu Lombardia.
    Tant’è vero che, inizialmente, avevo scambiato Parma per una città piemontese.

    • Moi scrive:

      io invece, quando vidi il film su Tanzi, quegli “stradellozzi” del centro porticati a tinte gialle o arancione o rossastro mi han fatto molto “èria ed cà” ! 😉

      • Moi scrive:

        e a dire il vero, quell’ aria di casa la ritrovo anche a Mantova, o Pavia, o Lodi … non sensibilmente diversa da Forlì, o Cesena o Rimini.

  85. Moi scrive:

    AntiBrexit alla Severgini :

    https://i.sli.mg/soXeGo.jpg

    … di madre lingua ! 😉

  86. Moi scrive:

    @ i Fissatoni dei tratti somatici :

    http://www.independent.co.uk/news/science/gay-and-straight-men-may-have-different-facial-shapes-new-study-suggests-8928519.html

    Gay and straight men may have different facial shapes, new study suggests
    Researchers have found that homosexual and heterosexual men have distinguishable facial shapes.

    ——-

    ma penso che

    https://www.youtube.com/watch?v=JCNO_ZAHfR8

    😉

  87. Moi scrive:

    @ Izzaldin, Andrea (no Di Vita, l’altro), ecc …

    Roberto Vecchioni (no, NON è un omonimo Leghista …) :
    “Sicilia sei un’isola di merda”. Sindaco Orlando gli dà ragione

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/04/roberto-vecchioni-sicilia-sei-unisola-di-merda-polemiche-sul-cantautore/2277235/

    • Abd al-Jabbar Ibn Hamdis (già "Andrea") scrive:

      @ Moi

      E’ superfluo ribadire che non esistono “razze” più o meno intelligenti di altre, per il semplice fatto che non esistono “razze”
      Detto questo, non si può certo dare torto al Cantautore sul resto: in particolare, sul fatto che, non solo la Sicilia, ma l’Italia tutta, meriterebbe molto, ma molto, di più di ciò che ha e di ciò che è oggi.

  88. Moi scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=ABXJT02HodI

    Il popolare cantautore è intervenuto per una lectio magistralis alla facoltà di Ingegneria sul tema “Educare oggi”, ma oltre a parlare del suo libro che racconta il rapporto tra padre e figlio ha commentato, con parole durissime, lo stato attuale di Palermo e della Sicilia, suscitando la reazione polemica del pubblico

  89. mirkhond scrive:

    “E soprattutto…
    come è fatto un settentrionale???”

    In media dovrebbe essere slavato, e con lo sguardo di chi è poco soggetto alla luce del sole.
    Non sempre biondo.
    E quando parla pronuncia la c come una z dolce…… 🙂

  90. mirkhond scrive:

    Sempre sul Nord

    Da ciò che scrivo appare il mio non amore per l’Italia a nord del Vallo linguistico Sarzana-Senigallia, mentre invece mi sento attratto da luoghi come il Piemonte, verso cui provo un sentimento di amore-odio.
    Il Piemonte ha dei luoghi bellissimi, alcuni visitati di persona, troppo pochi purtroppo, e tanti altri, Langhe, Monferrato, Mondovì, Chiusa di Pesio, il Lago d’Orta, Vercelli, che non ho mai visitato.
    E ha una storia ricca di eventi e molto affascinante, non solo sabauda.
    Gli stessi Savoia fino al XVII-XIX secolo, non mi suscitano l’avversione legata ad eventi più vicini cronologicamente di cui si è parlato tante volte.
    Se penso che il termine stesso Piemonte, compare intorno al 1260, al seguito delle conquiste di Carlo d’Angiò, che poi divenne anche re di Sicilia e Puglia, provo un desiderio di vedere luoghi che hanno fatto parte anche della mia storia di meridionale, di napoletano.

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