Contributi ematici

Oggi mi arriva la mail mensile:

Gentile Miguel Martinez,

la presente per confermarle la ricezione del pagamento per la fattura pro-forma #34812 creata il giorno 19/03/2015

Hosting LowCost – Personal 06 – kelebeklerblog.com (02/04/2015 – 01/05/2015) €8,00 EUR
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Quando l’ho raccontato un mese fa, qualcuno si era offerto anche di contribuire al salasso mensile, visto che qui c’è un vivace forum su cui ci si scambiano quotidianamente centinaia di messaggi, con un minimo contributo mio.

Forse però la cosa migliore sarebbe andare a cercare il pulsantino PayPal Donazione sul sito http://www.nidiaci.com. Da cui ovviamente io non ci ricavo niente, ma almeno mi conforterebbe pensare che i soldi che verso ogni mese per tenere in piedi questo sito servono poi anche alle cose per cui ci battiamo qui nel quartiere.

Ovviamente chi contribuisce potrà chiedere poi copia del bilancio dell’Associazione e ogni altra informazione utile per sapere come viene speso il suo contributo.

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561 risposte a Contributi ematici

  1. PinoMamet scrive:

    Per correttezza: quando hai posto il problema del pagamento la prima volta, subito (credo anche altri con me) avevo capito che si trattasse di euro 10 all’anno per cui il problema appariva un pro-forma.

    Chiarito che si trattava di circa euro 10 al mese, è stato fatto notare che in effetti la cosa cambia;
    ma non mi sono pronunciato a favore della chiusura del blog (nonostante da vario tempo- per motivi miei personali che non hanno nulla o poco a che fare con gli altri postatori, che stimo tutti uno per uno- stia tentanto di “disintossicarmi”)

    perché pensavo che il blog potesse essere un luogo di socializzazione utile alla vita privata di almeno di noi postatori, al quale sono affezionato (anche se ritiene che io non lo capisca 😉 )

    tutto sommato, devo riconsiderare anche questa posizione: visto che questa persona non posta da qualche giorno, e considerando lo stress che io stesso sento a volte in certe discussioni un po’ troppo accese, non è detto che una frequentazione telematica di questo tipo possa fare più male che bene, insomma,

    Chissà. Per cui, se volessi chiudere baracca e burattini, lo capirei e ti appoggerei in pieno.

    Senza nulla togliere alle persone conosciute te compreso (con molte delle quali posso comunque essere in contatto via mail o di altro tipo) e ovviamente alle donazioni per le vostra battaglie in Oltrarno.

    • PinoMamet scrive:

      Errata corrige:
      di almeno uno di noi postatori

      • Peucezio scrive:

        Pino, sai che mi dispiace molto sentire ‘sto discorso?
        Hai tutti i tuoi buoni motivi e ognuno ha i suoi problemi, le sue sensibilità e i suoi bisogni d’intossicazione.
        Però non solo sei una colonna portante, una risorsa preziosissima del blog (penso di poterlo dire anche a nome degli altri), ma sei anche uno con una funzione “rasserenante”, rispetto per esempio alle intemperate in buona fede del nostro ottimo Mirkhond, che in fondo ci vuole bene e cui noi tutti vogliamo molto bene, ma che s’incazza e tu riesci sempre a fare il pompiere.
        Ricordo quando già un’altra volta ti sei allontanato per un certo periodo dal blog e in effetti si sentiva la tua mancanza.
        Anch’io a volte scrivo molto poco (e comunque, fra gli assidui del blog sono uno di quelli che scrive meno), ma solo perché spesso non ne ho materialmente il tempo (se non distraendolo da cose molto importanti). Però posso accapigliarmi con chiunque qua dentro, ma non me ne frega niente: mi diverto lo stesso e in fondo per quello che mi riguarda siamo tutti amici, compresi un Z. o un Mauricius, su cui pure non siamo d’accordo quasi su nulla (ma che stimo).
        Boh… insomma, non ti disaffezionare a Kelebekler!

      • PinoMamet scrive:

        Ti ringrazio innanzitutto per quello che dici di me, ma temo un’altra cosa, che Miguel ha lasciato intuire più di una volta (o perlomeno, io l’ho capita così):

        che lui lasci vivere il blog sostanzialmente per noi.

        Non siamo più, insomma, lettori che si arricchiscono, o si arrabbiano, nel leggere gli articoli (“post” è in fondo una parola di cui farei volentieri a meno);
        non siamo neanche più i lettori curiosi che intervengono, e qualche volta arricchiscono il blog con le loro idee o esperienze;
        ma siamo, mi pare, quasi l’unica ragione di vita del blog, che “ha bisogno di noi”, altrimenti sarebbe chiuso.

        E mi chiedo, noi abbiamo davvero bisogno del blog?

        Non fraintendermi (tantomeno lo faccia Miguel!), non sto questionando del valore del blog, ma dell’impatto suo (o di qualunque altro) sulle nostre vite.

        Insomma, se Miguel ha deciso di chiuderlo, penso che potremmo sopravvivere comunque, non trovo giusto forzarlo a tenerlo aperto, considerando anche il lato economico.

  2. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “di almeno uno di noi postatori”

    Se ti riferisci a Mirkhond, ovviamente il mio invito è rivolto solo a chi ha qualche forma di reddito, chi non ce l’ha non si deve sentire minimamente tirato in causa.

  3. mirkhond scrive:

    Per Pino e Miguel

    Giusto perché chiamato in causa 😉 e per correttezza, chiarisco che se non ho scritto in questi giorni, è per motivi che ho già spiegato più volte: e cioé la constatazione, amara quanto si voglia (ma la verità è sempre amara) che non troverò MAI chi possa condividere la sua vita con me.
    Coniugare deriva da cum jugare, cioè mettersi sotto lo stesso giogo, il giogo della vita.
    Ora questa constatazione di essere condannato ad una vita di solitudine affettiva, per me viene prima di tutto….
    Anche delle nostre baruffe blogghettare, che hanno stressato e stancato anche me, che vorrei scrivere per sfogarmi e per rilassarmi, non per misurarmi in un continuo quanto sterile e ripetitivo campo di battaglia.
    Ognuno di noi ha le sue idee sull’italia, sulle donne, sull’Islam, Su Gesù, su Israele, sulla vita ecc. ecc. ed è giusto che sia così.
    In passato ho abbandonato siti neoborbonici perché non sopportavo le troppe risse, a volte giunte (in assenza di un moderatore) ad insulti, questi sì davvero sanguinosi con minacce addirittura di morte reciproche, sfide all’okay corral da strapazzo, e addirittura di stupro su mogli e figli del nemico telematico.
    Per non parlare dei troppi, per me odiosissimi antiborbonici 😉
    Ringrazio Pino e Miguel per le rinnovate attestazioni di amicizia che contraccambio, ma ripeto, quando si sta MALE per questioni del tutto personali, ritengo che sia giusto non appesantire questo spazio di libertà di parola UNICO, che Miguel fino ad ora ci ha concesso gratuitamente, con i miei piagnistei.
    Perché il primo a non sopportarlo sono io. 🙂
    Se Pino, si riferisce a qualche mancato mio intervento nelle ultime discussioni, non saprei che dire visto che me le sono perse per i motivi e i pensieri sovracitati….
    Questo, giusto per correttezza verso entrambi….
    Cordialmente

    • Francesco scrive:

      Caro Mirkhond,

      ti invito a scrivere per “sfogarti e rilassarti” che è sempre cosa buona e giusta e interessante per noi. Non quanto lo sarebbe per l’anima gemella che ti auguro di trovare ma insomma, temo che dovrai accontentarti di noi qui sul blog di Miguel.

      I tuoi interventi contro gli atei devoti e altri aspiranti cavalcatori della Fede cristiana pro domo loro mi sono stati utili, non ho nessun problema ad ammetterlo.

      Ciao

      Francesco

  4. Pierluigi Vernetto scrive:

    ho donato 20 euro…. resisti Miguel!

  5. Miguel Martinez scrive:

    Per Pierluigi

    “ho donato 20 euro…. resisti Miguel!”

    Visto! Ti nominiamo Calciante Onorario 🙂

  6. mirkhond scrive:

    “che lui lasci vivere il blog sostanzialmente per noi.”

    E’ la stessa sensazione che ho percepito io.
    Del resto la cosa è comprensibile.
    Miguel ha una sua vita famigliare e sociale che riempie le sue giornate, e lui stesso tempo fa ha detto che il blog è diventato marginale, lasciandolo in vita più per noi che per lui.
    A me da un lato dispiace, ma capisco che uno si puo’ anche stancare, in fondo il blog ha 10 anni, e lo stesso Miguel è profondamente cambiato passando da un impegno culturale a favore dell’immigrazione musulmana e dei rom, di immaginari mistificati e non, interessantissime lezioni magistrali sulle lingue turche e sul mondo ottomano e mediorientale in genere, al Caucaso, per finire gradualmente per concentrare quasi esclusivamente la sua attenzione sull’Oltrarno, ormai divenuta la sua ragione di vita (anche per questioni affettive, famigliari e personali).
    E dunque parlando di argomenti molto interessanti per lui, un po’ meno per noi che ci siamo in questi 10 anni accostati al blog per tutt’altri argomenti.
    Dunque anche se mi dispiace, perché ho una vita sociale ridotta al minimo, posso capire benissimo se Miguel decide di mollare….
    Un essere umano puo’ anche stancarsi, soprattutto se ha questioni per lui prioritarie rispetto a questo spazio di LIBERA discussione….
    Anch’io in questi anni ho stabilito dei contatti con alcuni commentatori di questo blog e con lo stesso Miguel, con cui mi sono sentito una volta anche telefonicamente. 🙂
    Certo non è la stessa cosa, anche perché spesso se scrivi una mail, ti viene data risposta anche molte ore dopo, o addirittura il giorno o giorni dopo, dato che le persone lavorano e hanno impegni ben più seri….
    Quindi che dire?
    Che, se per Miguel lo sforzo per mantenere in vita il blog è pesante, mi associo a quanto detto da Pino…

    • MOI scrive:

      Be’ … lo capisco, e mi pare che almeno una volta l’ abbia detto lui stesso : dopo anni e anni di intellettualismo contemplativo, Miguel può influire concretamente su di un piccolissimo “fazzoletto di terra” (avrebbe scritto Guareschi …) ; però è innegabile che parliamo dell’ incredibile concomitanza di un Osservatore Straordinario (che davvero ha visto l’Oceano da una goccia !) e dell’ Ascesa di Renzi (da Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi) in un contesto di “gentrification” e vertiginosi giri di denaro e speculazione … poteri istituzionali e poteri occulti indistinguibili.

  7. mirkhond scrive:

    Per quel che mi riguarda, la vita mi insegna che anche le esperienze e le persone, le amicizie più interessanti prima o poi mi lasciano, vanno via….
    E mi ritrovo sempre con l’unica compagnia che non mi molla mai: la solitudine…..
    Quante persone care, quanti amici che si sono persi lungo il cammino, per vari motivi….
    Ora è arrivato il turno di kelebek…
    Penso a Rutebeuf, poeta francese del XIII secolo, che ho scoperto a 16 anni, leggendo un romanzo, La Camera delle Signore, di Jeanne Bourin, in cui questo personaggio realmente esistito appare tra i protagonisti, per una sfortunata storia d’amore, causata da uno dei tanti, soliti equivoci che spesso accompagnano il nostro vivere, e i nostri sentimenti verso persone che crediamo che possano amarci e che invece si rivelano delle dolorosissime sole:

    Que sunt mi ami devenu
    Que j’avoie si pres tenu
    Et tant amei ?
    Je cuit qu’il sunt trop cleir semei ;
    Il ne furent pas bien femei,
    Si sunt failli.
    […] Se sont ami que vens enporte,
    Et il ventoit devant ma porte,
    Ces enporta »

    Che cos’è avvenuto dei miei amici
    che tanto mi erano vicini
    e tanto amavo?
    Credo che sono troppo sparsi;
    Non furono ben curati,
    e sono andati.
    […] Sono amici che il vento si porta,
    e c’era vento di fronte alla mia porta,
    li portò via »
    (Il compianto di Rutebeuf 110-115, 122-124)

  8. habsburgicus scrive:

    io notoriamente non sono super-ottimista :D, ma talvolta credo che l’ottimismo sarebbe ingenuo
    temo anch’io, che dopo molti anni, sia arrivata la fine di questo blog che fu (ma diciamo è, sino all’ultimo secondo di esistenza) senza dubbio il MIGLIORE per livello culturale che sia mai sorto in Italia (e forse nell’universo Orbe) per la qualità di certi interventi (un tempo anche il 90-95 %, ora molti di meno..ma la percentuale resta tale da far trasecolare tutti gli altri “concorrenti” :D)
    se aggiungiamo la libertà che sempre lasciò a tutti Miguel (e non solo oggi, allorché è evidente-e legittimo, non fraintendete-che non gli interessa più nulla, ma anche all’epoca in cui era altrettanto evidente che vi dedicava molto del suo tempo), la qualifica di UNICO non parrà una piaggeria
    qui ho avuto modo di “incontrare” molte persone interessanti (incluse alcune che ci hanno ormai abbandonato) e con le quali lo scambio è sempre stato appassionante di mutuo giovamento…
    senza dubbio, e non lo dico retoricamente, mi mancheranno
    tuto ha un inizio e tutto ha una fine
    e, purtroppo, in questo mondo, le cose belle hanno fine prima di quelle brutte !
    Un saluto affettuoso a tutti/e
    e un grazie sincero a Miguel…lui ha reso possibile ciò !

  9. Z. scrive:

    Credo che la decisione spetti a Miguel, e non mi permetto di intervenire.

    In compenso vi lascio un dono, risalente all’epoca in cui i giochi, talvolta, venivano ancora progettati e realizzati da uno o due capoccioni. Un dono gentilmente messo a disposizione dal programmatore medesimo:

    http://www.eastman.me.uk/conflict.htm

    La realtà raffigurata nel gioco, per certi versi, è piuttosto diversa da quella che conosciamo.

    Nel gioco (scritto nel 1990 e ambientato nel 1997) l’esercito israeliano fatica a difendersi da quello siriano ed è ampiamente surclassato da quello egiziano; gli Stati Uniti intervengono molto duramente contro Israele, talvolta addirittura costringendo i partner europei all’embargo; gli israeliani arrivano a far saltare in aria il loro premier senza troppi problemi, se giudicano la sua guida inaffidabile (peraltro, il premier israeliano assume questo ruolo a seguito dell’assassinio del suo predecessore); tutto il Medio Oriente – salvo Giordania e Libano – tende a pullulare di armi nucleari.

    Insomma, tutto è volutamente drammatizzato, salvo la questione palestinese (che invece può spesso essere risolta in modo incredibilmente immediato e indolore).

    Per altri versi, il mondo descritto secondo me assomiglia più al mondo di oggi che a quello degli anni Novanta, se non – appunto – per l’assassinio di Rabin (1995).

    Vi servirà un emulatore DOS – il mio consiglio è DOSBox, un grande classico:

    http://www.dosbox.com/download.php?main=1

    e per le spiegazioni minute – ma non credo servano: basta che vi ricordiate che gli elicotteri sono molto efficaci e i SAM non funzionano, il resto è facile scoprirlo da soli – c’è una voce di en.wiki esageratamente dettagliata

    http://en.wikipedia.org/wiki/Conflict:_Middle_East_Political_Simulator#cite_note-Eastman-1

    Il giocatore vince quando risultano neutralizzati i Paesi confinanti (Siria, Egitto, Libano e Giordania); ci sono quattro modi diversi per perdere, ma li lascio scoprire a voi.

    Mauricius e Francesco non potranno non apprezzare, ma lo consiglio vivamente a tutti!

    • MOI scrive:

      Mah … mi sembra una roba un po’ da AntiSionisti Frustrati.

      Chissà che ne pensa il Rabbi Ufficiale d’ i’ (b)blogghe 😉 ….

      • Z. scrive:

        Perché “da antisionisti frustrati”? oltre tutto, il giocatore impersona proprio il premier israeliano!

        Nell’attesa che Pino ci dica la sua, prova a giocarci e dicci se ti è piaciuto 🙂

  10. Grog scrive:

    ULTIME DA
    GROG’S NEWS
    Uno psichiatra crucco intervistato ammette di avere avuto in cura il pilota suicida e ingenuamente riferisce
    “SI TRATTAFA DI PRAVISSIMO RACAZZO MOLTO PENE EDUCATO UND EQUILIBRATO CON SOLA PICCOLA INNOCUA MANIA DI PORTARE FASCIA BIANCA CON SOL LEVANTEN SU SUO CRANIEN E DI STRILLARE OGNI TANTEN “PANZAI !” UND PICCOLA MANIA TRASCURABILE FORZE PIU’ PERICOLOSO LUI CONFONDEVA LUFTANSA CON LUTTWAFFE

    Grog! Grog! Grog!

  11. Miguel Martinez scrive:

    Ho visto che è arrivato un altro contributo, grazie Riccardo G.!

  12. Miguel Martinez scrive:

    E un contributo consistente del buon Roberto Eurocrate!

  13. Miguel Martinez scrive:

    Anche Peucezio!

    Siamo a 88 euro in tutto.

  14. Miguel Martinez scrive:

    Si è aggiunto anche Maurizio T.!

  15. Moi scrive:

    HALTERN – “All’ora di pranzo il sindaco, Bodo Klimpel, denuncia il tentativo di una troupe straniera di corrompere con i soldi alcuni ragazzini per convincerli a filmare di nascosto le scene di disperazione dentro la scuola” […]

    http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/alessandro-camilli-opinioni/germanwings-troupe-sciacalli-tv-soldi-ragazzi-film-dolore-classe-sparita-2142213/

  16. MOI scrive:

    Una Pop Starlet a cui piace “questo” nome ma NON è Turca :

    https://www.youtube.com/watch?v=ziQGd-LwpTo

  17. MOI scrive:

    German Wings Frau Dietlinde und Politically Korrekten 😉 …

    http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/otto-e-mezzo-27-03-2015-151036

    26:00 – 31:00

    Considerare la Sostanza più importante della Forma è _ sommo insulto _ una roba Cattolica e Italiana … Claudio Sabelli Fioretti se ne offende, almeno per la prima.

    • MOI scrive:

      La Francese (una “Ritale” ?) lo sa che quella roba lì del Politically Correct viene dagli USA, ove li considerano “Fuckin’ Bloody Frogs” che senza lo Sbarco in Normandia dell’ Esercio USA … parlerebbero Tedesco e il loro Paese si chiamerebbe “Atlantische Deutschland”?!

    • MOI scrive:

      Il suo ragionamento è proprio da cattolico…”. “A me cattolico non lo dice…”

      http://www.ilgiornale.it/news/politica/gruber-cattolico-diventa-insulto-1110798.html

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        È certamente meglio insultare che tirare un calcio negli stinchi.

      • Francesco scrive:

        chissà perchè non seguo quella trasmissione da quando c’erano Ferrara E Lerner

        Moi, siamo vicini alla Pasqua: vai a confessare che guardi ancora in talk show che è meglio 😀

    • Z. scrive:

      Parlare di sostanza più importante della forma secondo me tende a nascondere un tranello: il parlante ha già deciso che ciò che a lui interessa (o che gli torna utile) è sostanza e ciò che non gli interessa (o che non gli torna utile) è forma.

      Non dico che sia sempre vero, naturalmente. Però in molti casi dire “la sostanza è più importante della forma” significa “decido io cos’è sostanza e cosa no”.

      E’ una riflessione generale. Non ho guardato, e non guarderò, un video di mezz’ora 🙂

      • MOI scrive:

        Concentriamoci sulla categoria meno tutelata (persino gli Zingari ispirano alcune parole nuove rispettose, a differenza di loro !) dal Politically Correct : gli Obesi, e vediamo di renderle giustizia .

        Che neologismi proponete ?

        PS

        Ma perché il Politically Correct NON tutela gli Obesi ? Mai capito … teorie spiegazioniste ?

        • Z. scrive:

          Diversamente magro, naturalmente.

          Comunque credo che il termine più corrente per descrivere uno della mia stazza non sia “obeso” ma “panzone”.

          Quindi “obeso”, tutto sommato, è già abbastanza PC.

      • MOI scrive:

        Quindi i Borghesi che negli Anni Cinquanta si “épatavano” … avevano in realtà ragione ?! 😉

        https://www.youtube.com/watch?v=gqHN0zqgUNI

        “il Perbenismo Interessato, la Dignità Fatta di Vuoto” [cit.] … le credenziali-base per la Leopolda, o che ? 😉

        • Z scrive:

          Forse non sono riuscito a spiegarmi…

          Per essere ancora più espliciti: secondo me dire “la sostanza è più importante della forma”, semplicemente, equivale generalmente a dire “io ho ragione e tu hai torto”, e non molto altro.

          Prova a dare del “maomettano” a Ritvan, spiegandogli che non deve lamentarsi perché “la sostanza è più importante della forma”.

          E poi vedi come la prende 😉

        • MOI scrive:

          Ne ha già parlato a sufficienza 😉 con Peucezio …

        • MOI scrive:

          I Nazisti mi pare che si esprimessero in un buon Tedesco forbito … Hitler prendeva addirittura lezioni private di dizione.

          Insomma … Orwell non capiva un cazzo ?

        • Z scrive:

          Esatto. Come vedi, quel che per te è “forma”, per altri può essere “sostanza”.

          E viceversa 🙂

        • MOI scrive:

          Il problema è chi privilegia la forma … la privilegia troppo: lo fa riplasmando completamente il mondo. Se, ad esempio, diventa parola di uso comune “gender” … tutti i sistemi di pensiero religiosi o ideologici che non lo prevedono sono a rischio costante di reato di opinione per il solo fatto di esistere.

        • Z. scrive:

          Spiegati meglio, Muà…

          Perché l’uso corrente della parola “gender” renderebbe illegali alcune religioni? e in che modo c’entra col fatto che quel che per te conta è, per definizione, sostanza?

      • Peucezio scrive:

        Certo che è divertente vedere come quelli che quarant’anni fa ci hanno imposto il parlare sgrammaticato perché la grammatica è una forma di repressione borghese, i jeans e i capelli lunghi contro le cravatte, le parolacce, il tu e tutto il resto, ora sono diventati paladini della forma (alla rovescia però: cioè deve servire per difendere ricchioni, depravati, ecc.).

        • Francesco scrive:

          sarà che sono arrivati al potere?

          e le baionette sono scomode per sedercisi sopra, lo sapevano già secoli prima

          anche le baionette culturali, immagino

          x Moi: ci sono forme che si portano dietro un sacco di sostanza. per esempio, Negro, Fascio, Mangiatore di Bambini, Nano di Merda, Non evoluto (questo è per tifosi milanisti dissidenti), Borghese, Baciapile, Infedele, Zoccola, Papista …

          certo, ci vuole una dose di egemonia per riuscire nel giochetto. Dare a uno del comunista nel Winsconsin del 1950 non era come dare a uno del comunista nella Bologna del 1970

          ciao

        • roberto scrive:

          “quelli che quarant’anni fa ci hanno imposto il parlare sgrammaticato”

          è una battuta o c’è del vero?
          la domanda non è retorica, non ho mai sentito o letto un discorso di quel tipo, e sono curioso di sapere se è vero che qualcuno se l’è mai presa con la grammatica (mi sembra un’ubbia tipicamente femminista, non “sessantottina”)

        • Francesco scrive:

          che l’ortografia, la grammatica, la sintassi e la capacità di esprimersi fossero di destra, borghesi e repressive nei confronti dei proletari e dei ggiovani mi sa che l’ho sentito per davvero

        • roberto scrive:

          è che mi sembra un’idea talmente straordinaria da meritare qualcosa di più di un “ho sentito dire”.

          cavolo, capisco il discorso di “femminilizzare” la lingua, o di chiamare il munnezzaro “operatore ecologico” (sottolineo che lo capisco, non che lo condivido più di tanto), ma senza ortografia, sintassi e grammatica la comunicazione mi sembra un po’ difficile!

        • Z. scrive:

          Io una volta ho sentito dire che in Brasile si parla spagnolo…

        • Peucezio scrive:

          La prima citazione che mi viene in mente è da Marazzini, Da Dante alle lingue del Web, riferendosi a Don Milani e alla sua “Lettera a una professoressa”: dice (p. 233): “Don Milani arriva a mettere in discussione l’esistenza e la legittimità di qualunque norma linguistica o di qualunque forma “alta” di comunicazione, riconoscendovi un traboccheto repressivo ai danni degli umili, in base all’equivalenza elementare tra “lingua corretta” e classe borghese”.
          Non ho letto la “Lettera” di don Milani, perché ho di meglio da fare nella vita, ma Marazzini è uno studioso autorevole, che certo non s’inventa le cose.

          Comunque fare certe domande è come dire: “ma chi l’ha detto che i sessantottini criticavano l’autoritarismo, si contrapponevano ai padri, ai professori, al “nozionismo”, ecc.? Citami documenti precisi?”.

        • Peucezio scrive:

          Dallo stesso libro attingo una cosa non strettissimamente pertinente ma impagabile. Questo è Pier Vincenzo Mengaldo (citato a p. 237), che espone 7 punti programmatici. Alcuni sono anche condivisibili, ma sentite questo:
          “5. la correzione degli errori si deve ispirare a un concetto di “norma” non intimidatorio”.
          Mi sono sganasciato dalle risa.
          Che cazzo vuol dire: “concetto di norma non intimidatorio“??
          Dire che dispiacere regge il complemento di termine mentre stupire regge l’oggetto diretto è un’intimidazione??

        • Z. scrive:

          Peucezio,

          — Comunque fare certe domande è come dire: “ma chi l’ha detto che i sessantottini criticavano l’autoritarismo, si contrapponevano ai padri, ai professori, al “nozionismo”, ecc.? Citami documenti precisi?” —

          Dubito che qualcuno te lo chiederebbe, e proprio per il motivo che non servirebbe nemmeno andare in biblioteca. Credo che una googlata rapida sarebbe sufficiente 🙂

        • roberto scrive:

          “Comunque fare certe domande è come dire: “ma chi l’ha detto che i sessantottini criticavano l’autoritarismo, si contrapponevano ai padri, ai professori, al “nozionismo”, ecc.? Citami documenti precisi?”.”

          dai peucezio,
          mica ti ho chiesto i documenti precisi!
          il fatto è che quella che riporti, non solo non l’ho mai sentita prima, ma in più mi pare una tale enormità che semplicemente non ho capito se è la solita cannonata sparata così, giusto per fare ammuina contro i comunisti ed il 68, o è una cosa vera.
          prendo atto che don milani sosteneva enormità e la mia curiosità è soddisfatta.

          credo che tu ti renda conto da solo che chiedere “chi l’ha detto che i sessantottini criticavano l’autoritarismo?” e “chi l’ha detto che i sessantottini criticavano le regole della grammatica?” (e avevo pure messo in conto l’ubbia femminista) non sia proprio la stessa cosa…..

        • PinoMamet scrive:

          “Non ho letto la “Lettera” di don Milani, perché ho di meglio da fare nella vita, ma Marazzini è uno studioso autorevole, che certo non s’inventa le cose.”

          Hai ragione, ma non credo che si dovrebbe mettere in relazione quello che Don Milani diceva all’epoca, con l’idea di insegnamento (anche dell’italiano) che abbiamo noi.

          In effetti all’epoca l’uso della lingua “corretta” (faccio notare en passant il doppio significato che il termine, significativamente, ha in italiano: “giusto”, ma anche “sistemato, aggiustato, migliorato”, o addirittura “punito”) poteva essere davvero intimidatorio.

          Ricordiamoci che all’epoca c’erano operai, contadini, lavoratori appena scolarizzati, che magari padroneggiavano il dialetto fino alla poesia, ma a malapena sapevano spiccicare parola in italiano “corretto”, contrapposti non tanto ai “padroni”, ma ai loro avvocati freschi di liceo, che si dilettavano in un uso quasi sofistico della parola
          (il politico che “sa parlare così bene” anche perché “non si capisce un accidente di quello che dice” è una figura dell’epoca).

          In Emilia-Romagna credo che una dinamica legata a questo sia stata all’origine dell’abbandono in massa del dialetto, e della sua sostituzione con un “italiano regionale”:
          una certa vicinanza lavoratore-sindacato-scuola-imprenditore-partito

          l’imprenditore deve parlare italiano per vendere i suoi prodotti, ma deve capire il dialetto per essere vicino all’operaio (e anche perché spesso era un ex operaio…), e l’operaio deve parlare italiano per non essere da meno dell’imprenditore e far valere i suoi diritti…

          probabilmente altrove le cose hanno funzionato in maniera diversa.

        • roberto scrive:

          Pino,
          però una cosa è chiedere che la lingua assolva alla sua funzione principale ( = far passare un messaggio) e quindi stigmatizzare il padrone che parla per non farsi capire (anche se personalmente ed utopisticamente preferirei che lo sforzo fosse fatto nel mettere lo schiavo in condizione di capire il padrone), una cosa è dire che le regole di grammatica sono una forma di repressione borghese. mica l’hanno inventato i borghesi il periodo ipotetico, e non è colpa degli agnelli se “un altro” si scrive senza apostrofo.

        • PinoMamet scrive:

          “mica l’hanno inventato i borghesi il periodo ipotetico, e non è colpa degli agnelli se “un altro” si scrive senza apostrofo.”

          Ti dirò, non sono del tutto d’accordo.
          Molte regole mi sembrano del tutto arbitrarie e fatte, sostanzialmente, per scassare i maroni;
          per distinguere semplicemente “chi le sa” da “chi non le sa”.

          “Signora mia, al mercato ho trovato scritto ARANCIE, ma dove avranno studiato??”

          Lo stesso per l’anacoluto (cit. “I mostri” 😉 ) bestia nera della sintassi italiana, che però è accettatissimo in latre lingue, ed è usatissimo nel parlato, perché permette di mettere l’attenzione sull’elemento che si vuole, cosa che l’italiano, con la sua rigida struttura Soggetto- Verbo- Oggetto, non permette

          (il latino sì, perché aveva le declinazioni; e infatti l’anacoluto ricalca benissimo certe formazioni sintattiche latine, che invece rese “correttamente” in italiano- come si accorgono i liceali- obbligano a ristrutturare tutto il periodo, quando non a riscriverlo…)

          Ora, perchè non in italiano non posso dire “a me mi piace”, mentre in francese posso dire “me, io vorrei…”?

          Perché qualche “borghese” ha deciso che la regola dovesse essere la “sua”, o quella di suo gusto, semplicemente
          (un altro dei motivi per cui detesto Manzoni)…

        • Z. scrive:

          Cioè le regole grammaticali sarebbero state inventate per sfottere i poveri?

          bah 😀

        • PinoMamet scrive:

          Un po’ sì.

          Non dico mica tutte, e neanche che ci sia dietro una volontà precisa espressa da qualcuno;

          ma la tendenza della grammatica italiana (non saprei altrove) mi pare quella di una certa aulicità arcaizzante che alla fine serve, anche, da “marcatore sociale”.

          Un po’ come quello che Miguel diceva del greco del liceo classico…

        • PinoMamet scrive:

          Nell’inglese, che funziona diversamente, la stessa funzione la hanno gli accenti, come ognun sa…

        • Z. scrive:

          Pino, direi che le regole (ortografiche, grammaticali, sintattiche) esistono anche nelle altre lingue che mi è capitato di studiare. Peucezio mi correggerà, nel caso, ma ho impressionne che abbondino anche in quelle che non ho mai studiato.

          Regole diverse, certo, ma pur sempre arbitrarie.

          Perché il verbo al modo finito deve stare sempre al secondo posto e non si può mettere all’ultimo? perché la particella che integra la negazione semplice dev’essere obbligatoria? perché bisogna fare l’inversione nella domanda? e così via…

          Ora, possiamo pensare che tra gli scopi delle grammatiche del mondo intero vi sia quello di deridere e umiliare i poveri. Oppure, più semplicemente, che esistono – in Italia, ma presumo pure all’estero – persone spocchiose a cui piace farlo, servendosi (anche) della grammatica.

        • Z. scrive:

          (“impressionne” non è un refuso, naturalmente, ma un prezioso francesismo alla bolognese 😀 )

        • PinoMamet scrive:

          Naturalmente le regole (poi, ci sarebbe discutere su questo termine…) esistono necessariamente in tutte le lingue:

          una lingua è un codice e serve per capirsi, se viene meno la funzione di codice, se cioè ognuno parla completamente come gli pare, non ci si capisce più.

          Detto questo, alcune di queste regole mi paiono (in italiano; per altre lingue non ne so abbastanza) ancora più arbitrarie di quanto necessario.
          L’esempio di “arance” e “ciliegie” direi che rende perfettamente l’idea: non c’è alcun motivo fonetico, e nessuna necessità per la comprensione, perché il plurale di “arancia” e quello di “ciliegia” debbano essere scritti in modi diversi.

          La “regola” di scuola (“se c’è un’altra consonante prima, allora…”) è completamente arbitraria, è basata sul nulla.

          Ora, non credo certo che sia arrivata un borghese, coi baffi a manubrio, a dire:
          “adesso ci inventiamo questa regola, tanto per rompere le palle ai pezzenti che finiscono a malapena le elementari”.

          Come non è arrivato alcun borghese coi baffi a manubrio a dire “nel Liceo Classico insegneremo il greco, che non serve a nulla, così distingueremo i signori dai lavoratori…”

          ma neppure nessun borghese o aristocratico ha “imposto” per legge che l’accento della “received pronunciation” dovesse essere più prestigioso dello “scouse” dei portuali di Liverpool;

          però l’effetto è esattamente lo stesso…

  18. MOI scrive:

    E adesso, se siete dei Beceroni che usano ancora parole “inascettabbili” come “Cittadini”, o “fratellanza” … fate l’ “appdéit” e l’ “appgréid” :

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/governo-riscrive-litaliano-ora-vietato-dire-cittadini-1107961.html

    “Altre linee guida per la rieducazione linguistica. Evitare l’articolo davanti ai cognomi femminili (la Boschi), e usare il cognome e basta come si fa con i maschi. Altro principio codificato nei testi sulla parità di genere linguistica, quello di accordare il genere degli aggettivi con quello dei nomi in maggioranza («Anna, Giovanni e Chiara sono simpatiche», e non «simpatici») o in caso di parità con l’ultimo nome («Anna, Luca, Giovanni e Chiara sono simpatiche»). E poi si raccomanda di usare il femminile per i titoli professionali (chirurga, notaia, avvocata), mentre da aborrire sono forme in «essa» (avvocatessa, vigilessa), che ridicolizzano la donna e la discriminano. Sarà tutto più chiaro quando il Comitato di liberazione della grammatica avrà messo a punto le direttive da osservare in tutte gli uffici pubblici. Lenti e inefficienti, ma finalmente gender friendly .”

    [cit.]

    Tipo “everybody … have… their…” nella Lingua dei Padroni.

    PS

    Etimologicamente mi pare che “solidarietà” derivi da “essere soldati assieme” … ma un Paese che dice “Vegetali Esausti” merita questo e altro !

    • Z. scrive:

      In effetti, l’uso di evitare l’articolo davanti al cognome – proprio come davanti al nome – mi sembra buona norma, se non altro perché più rispettoso della lingua italiana.

      Il resto, francamente… c’è qualche donna che si sente discriminata perché la chiamano “vigilessa” o “avvocatessa”?

      A parte che nel mondo reale si dice quasi sempre avvocato, al maschile…

      • Peucezio scrive:

        Quale sarebbe la “lingua italiana” in cui i cognomi femminili non sono preceduti dall’articolo?
        Serianni scrive, nela grammatica che è divenuta una sorta di standard, “Con i cognomi femminili la norma tradizionale, cui è bene continuare ad attenersi, prescrive l’obbligo dell’articolo”, ma rileva la tendenza opposta, ma non ascrivendola al politicamente corretto, ma per esempio a usi dell’ambiente scolastico (riferiti alle alunne).
        Non mi è ben chiaro cosa intendi quando parli di “Lingua italiana”. Sul piano prescrittivo, una simile prescrizione grammaticale non so se sia mai esistita; sul piano dell’uso si sta diffondendo recentemente.
        In Toscana, se vogliamo parlare della fonte viva della lingua italiana, prima di ogni forma di disciplinamento grammaticale a posteriori, si mettono gli articoli anche davanti ai prenomi femminili.

    • PinoMamet scrive:

      Cito dal discorso della tizia:
      “Guardi, si tratta di superare i termini che non riconoscono le specificità di genere, come “onorevole” riferendosi ad una collega femmina”

      ma questa signora, chiamata a riscrivere l’italiano della pubblica amministrazione, conosce la lingua italiana?
      Nutro seri dubbi.

      • Francesco scrive:

        su questo ha ragione Moi: queste persone, come i Khmer Rossi, vogliono formattare e ripartire dalla tabula rasa, in virtù della propria superiorità intellettuale (e quindi morale)

        • Miguel Martinez scrive:

          Sulla grammatica e dintorni – noto un tipico moto autocontraddittorio di destra 🙂

          1) vi lamentate perché una commissione ordina alla gente come parlare

          2) vi lamentate perché qualcuno se la prende con “la grammatica”, cioè è contrario a commissioni, professori o altri che ordinano alla gente come parlare.

          In realtà, è ovvio – e dal momento in cui ve ne lamentate voi, è ovvio anche a voi – che un conto è il fatto di parlare e un altro conto sono persone in posizione di potere che dicono come parlare.

          E’ un fatto scientificamente accertato che gli unici a “parlare sgrammaticato” sono alcune, pochissime persone affette in genere da lesioni cerebrali, oppure persone “normali” quando parlano una seconda lingua.

          Altrimenti, la gente è sempre grammaticata, cioè segue con incredibile rigore le regole che ha appreso, in genere in famiglia.

          Che poi le regole della famiglia non siano quelle del governo è un problema del governo.

        • roberto scrive:

          non so gli altri, ma io effettivamente mi lamento del fatto che il governo pensi ad ordinare alla gente come parlare*

          per le commissioni di professori ecc. osservo invece che non ordinano niente a nessuno, ma si limitano a dire “questo è l’italiano corretto il 30 marzo 2015”. salvo poi aggiornare la loro posizione man mano che la lingua si evolve (almeno credo che funzioni così )

          *faccio comunque notare che il governo non dice “italiani dovete parlare così” ma “amministrazione devi scrivere così” che è una cosa ben diversa e non così bislacca

          • Miguel Martinez scrive:

            Capiamo il senso del mio intervento: mi riferisco al fatto che Francesco e mi sembra anche Moi abbiano messo nello stesso calderone una presunta “sgrammaticatura” e nuove imposizioni linguistiche.

            Il governo dice agli italiani come devono parlare, da quando esiste la scuola pubblica ed esiste una lingua ufficiale: si stima, se ben ricordo, che all’inizio del “risorgimento”, appena il 5% della popolazione parlasse qualcosa che assomigliava all'”italiano”.

            L’imposizione governativa esiste dal momento in cui un insegnante corregge (e magari punisce) l’allievo che usa articoli diversi davanti a sostantivi maschili e a sostantivi neutri http://www.culturaescuola.it/nomi_neutri_dialetto_gioia_sannitica.htm

            L’allievo evidentemente è tutt’altro che “sgrammaticato”, se appartiene a una famiglia che è riuscita a trasmettere per duemila anni questa distinzione andata persa nella sciatteria dell’italiano “ufficiale”.

            La distruzione dall’alto del neutro può anche essere positiva, per quello che ne so io; ma la sua sopravvivenza è prova di un altissimo spirito di precisione grammaticale.

        • PinoMamet scrive:

          “1) vi lamentate perché una commissione ordina alla gente come parlare

          2) vi lamentate perché qualcuno se la prende con “la grammatica”, cioè è contrario a commissioni, professori o altri che ordinano alla gente come parlare.”

          Non “ci” lamentiamo perché non c’è alcun “ci”, ci sono posizioni diverse espresse da persone diverse, quindi non c’è nessun “auto”contraddittorio.

          Detto questo, io mi lamento solo del fatto che una persona che a quanto pare non capisce come funzioni la lingua italiana
          (“onorevole”, come “presidente” o “docente”, sono invariabili al maschile e al femminile) sia a capo di una commissione di riforma della stessa.

        • Z. scrive:

          Pino, secondo me Miguel ha ragione. Nel senso che lo stesso articolo – il cui contenuto è condiviso almeno da Moi e da Francesco – si lamenta sia di quanto sub 1 sia di quanto sub 2 🙂

        • Francesco scrive:

          Miguel

          Peucezio ha notato come ieri “i sinistri” erano contro le regole grammaticali dell’italiano (e a favore della sciatteria, mica delle regole grammaticali del dialetto). oggi sono per le regole politiche (anche se anti-grammaticali) da imporre all’italiano e agli italiani.

          a me va benissimo una Commissione che spieghi, chiarisca e imponga (a cinghiate) la consecutio temportum e l’uso del congiuntivo

          faccio molto resistenza alla Commissione per la femministizzazione (e Ellegibitizzazione’) della lingua

          è la differenza tra grammatica e ideologia, che c’è

          ciao

        • Peucezio scrive:

          Miguel,
          per chiarire la mia posizione.
          La grammatica, non solo come indagine linguistica da parte degli specialisti (che si esercita anche su idiomi mai scritti né normati), ma anche come codificazione grammaticale colta e ufficiale, è sempre, o dovrebbe essere, a posteriori. In altre parole la grammatica è un processo induttivo.
          Che sia il linguista che indaga l’idioma dell’indiano nativo americano o del dialettofono del Sannio Beneventano o che sia il grammatico prescrittore che registra e ripropone la norma dei buoni scrittori (o, alla Manzoni, dei fiorentini colti quando parlano), è sempre un’operazione che trae la norma dall’uso, non viceversa.
          Che poi essa si ponga, e a mio avviso è giusto che lo faccia, come freno a derive ed evoluzioni successive, soprattutto se vanno nel senso della banalizzazione e dell’impoverimento, è un altro conto. Ma al massimo si impone un uso precedente, non un uso inventato a tavolino.
          Per contro la lingua a tavolino è un’aberrazione.
          Il politicamente corretto non ha nulla a che fare con Bembo o con i puristi, che imponevano una norma conservatrice basata sull’uso di secoli prima (la loro al massimo era una paleolingua): il politicamente corretto vuole una neolingua che non è mai esistita, non storico-naturale, ma artificiale.

        • Peucezio scrive:

          Va da sé che tale prescrittività doveva o dovrebbe servire a frenare le degenerazioni seriori nell’uso dell’italiano in chi lo usa, non imporlo ai dialettofoni: Bembo non credo abbia mai pensato a una scuola di massa o che i contadini della Sicilia dovessero parlare il fiorentino del Trecento.

          Miguel,
          da orgoglioso parlante un dialetto col neutro di materia (ma secondo Loporcaro molti dialetti meridionali hanno quattro generi, non tre), me lo tengo stretto contro ogni toscanizzazione.

        • PinoMamet scrive:

          “ma secondo Loporcaro molti dialetti meridionali hanno quattro generi, non tre”

          questo è interessante, me lo spieghi?

        • Peucezio scrive:

          Dunque,
          ti faccio un esempio di dialetto ideale della Peucezia occidentale, cioè a ovest di una linea ideale che da Bari va a Poggiorsini (dopo Gravina), perché lì è più chiaro.
          Quando parlo di metafonesi, intendo dove può esserci: la A per es. non metafonizza mai.
          Abbiamo:
          1) I normali maschili (metafonetici se sono della II declinazione, non metafonetici se della III, ma che metafonizzano al plurale).
          2) I femminili (mai metafonetici al singolare, che possono metafonizzare al plurale se della III e spesso anche della I, per analogia).
          3) I neutri (di materia o di quantità), privi di plurale, perché indicano entità non numerabili: re ssale, re ppane, re mmìire (“il vino”), ecc., metafonetici se della II, non metafonetici se della III (es. re mmèle “il miele”).
          4) Il quarto genere è analogo all’italiano “l’uovo”, “le uova”, cioè è maschile al singolare, ma femminile al plurale, solo che siccome in italiano è residuale e in questi dialetti è più ampio e un tempo è stato più produttivo, Loporcaro lo considera un genere a sé. In genere il plurale è in -ORA (analogico con TEMPUS, pl. TEMPORA), es. l’anìidde, r’anèddere (“anello”), l’ùucchie, redd’òcchiere (“occhio”), ecc.

        • Peucezio scrive:

          Ho dimenticato di dire che nel quarto genere succede il contrario che nei maschili e femminili della III: qui cioè è metafonetico il singolare, ma non il plurale.

        • PinoMamet scrive:

          Grazie!
          Davvero interessante!

  19. MOI scrive:

    Ingenuamente, credevo che l’articolo davanti al cognome nobilitasse (il Pascoli, il Machiavelli, il Parini, il Manzoni, il Petrarca …) e che usarlo per le sole donne fosse galante …

    • Z. scrive:

      Immagino che dipenda dalle circostanza. Riguardo a “il Petrarca” o “il Manzoni” non ci sono dubbi, ma quando nei verbali c’è scritto “il Rossi” o “il Neri”, per riferirsi all’indagato arrestato in flagranza per cessione di stupefacenti?

      Non sono sicuro che sia una una forma di nobilitazione che il verbalizzante adopera per galanteria, ecco 😉

      • MOI scrive:

        “il Rossi” o “la Neri”, mediante l’ articolo determinativo, fa risparmiare qualche 😉 carattere … specie se utilizziamo definizioni aggiornate tipo “Maschio CisGender” o “Femmina CisGender” …

  20. MOI scrive:

    Claudio Sabelli Fioretti (di Dx ?!) dice che il Politically Correct è una delle cose più odiosamente ipocrite …

    La cosa di non dire più robe tipo “uomo primitivo” ma “genti primitive” l’ avevo già sentita negli Anni Ottanta in “Denise”, lo spin-off de “I Robinson” in cui l’ omonima protagonista va in un College per soli “Blacks” … purché coi soldi. 😉

  21. MOI scrive:

    Zemmour – La réalité politiquement incorrecte ?

    https://www.youtube.com/watch?v=o2u1tOuwlK4

    Ne accennò una volta Jam un fracco di tempo fa, ma prima (!) che Zemmour diventasse famoso con “Le Suicide Français” … e quindi senza (!) versioni “diversamente campananti” 😉 !

    http://fr.wikipedia.org/wiki/Le_Suicide_fran%C3%A7ais

  22. MOI scrive:

    Madame Lévy dalla parte di Zemmour. Insomma, i Souchiens AntiSionisti aizzano Neri e Arabi contro gli Ebrei … interessante. 😉

    • MOI scrive:

      Pesissimo quando la Signora afferma _ irrefutabilmente_ che se lei dicesse da donna che la maggior parte di ‘sti spacciatori e delinquenti sono uomini maschi … NON verrebbe condannata per incitazione all’ odio, lei !

      Infatti Zemmour, e torniamo a Frau Dietlinde (Lilli) Praßeden 😉 Gruber , fu condannato per questioni di forma cazzosofistiche in Stile Zeta, NON per il contenuto e relativa informazione. Sulla base dell’ inveterata tendenza che almeno Habsburgicus sa da dove (!) viene di considerare il Popolo una massa di coglioni da educare e rieducare costantemente.

  23. PinoMamet scrive:

    Per quanto riguarda la riforma “antisessista” e i suoi promotori 😉 ciò che mi infastidisce è l’elemento reso evidente dall’esempio di “onorevole”;

    che è invariabile (“Cesare propose ai Galli una resa onorevole”), e nell’uso a cui si fa riferimento è utilizzato da decenni per donne, senza che nessuna/o vi abbia mai ravvisato qualcosa di discriminatorio;
    ma non va bene ugualmente.

    Perché? mi chiedo io.
    Ma semplicemente perché si usa. E visto che lo usiamo “noi” (un’altra bella parola che nella realtà non esiste, sul cui uso invito a riflettere) e visto che “noi” siamo “sessisti”, allora bisogna cambiarla.

    L’unico criterio insomma è fare il contrario di quanto si fa normalmente: per ripicca, suppongo.

    Allora se diciamo “presidentessa” non va bene, e bisogna usare l’invariabile “presidente”, ma l’invariabile “onorevole” non va bene, e visto che “onorevolessa” non ha senso… eccoci a “deputata”, che in realtà sarebbe (nella realtà) realmente discriminatorio: una deputata donna è forse meno “onorevole” di un deputato uomo?

    Ma credo che sostanzialmente, da quanto emerge da quello che si legge, il vero scopo non sia combattere il sessismo, ma rovesciarlo e poi sottolinearlo in rosso;
    non dire “donne e uomini hanno pari capacità”, ma “le donne sono più brave, pappapero”, o “visto? sono una donna ma sono anche una deputata, una presidente, un’avvocata…”

    Il “sessismo linguistico”, insomma, mi pare molto più nella testa di questi 😉 antisessisti che altrove.

    Ora, può darsi che sia un errore mio quello di puntualizzare su queste cose come se avessero un’importanza capitale
    (per inciso: puntualizzo molto di più sulla linguistica illirica o sull’uso dell’etnonimo “greci”, quindi non scassate) ma allora che dire di chi istituisce addirittura delle commisioni?
    Non prendiamoci in giro (sopratutto: non prendetemi in giro) sono altre le persone che “si lamentano” dell’uso della lingua, e si ostinano a rompere le palle.

    • Miguel Martinez scrive:

      Sui sostantivi in “e” sono pienamente d’accordo con Pino.

      Credo anche che dovrebbero essere declinati per genere i participi passati: deputato, deputata; avvocato, avvocata (anche se conosco una che preferisce essere chiamata “avvocato”).

      Il dubbio nasce con termini che sono sempre stati maschili, finiscono per “o” e non sono participi.

      Io dico “il vicesindaco di Firenze, Cristina Giachi”, ma lei preferisce essere chiamata “la vicesindaca”.

      Mi stona, ma non so se sia solo per l’abitudine di incontrare sindaci con i baffi.

      Per quanto riguarda la critica a “voi”, non si riferiva a te, ma a Francesco.

  24. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    ““Avvocata” stona circa quanto “vicesindaca”, però”

    Perché?

    eletto/eletta
    candidato/candidata
    imputato/imputata

    Mentre non riesco a costruire paralleli simili per una parola come “sindaco”.

    biblioteco/biblioteca
    sindaco/sindaca
    intonaco/intonaca
    tonaco/tonaca

    con l’eccezione in effetti di monaco/monaca, che credo però derivi da un aggettivo greco dalla desinenza variabile (Pino confermi o smentisca).

    • Z. scrive:

      Miguel, non discuto sulla grammatica, di cui me ne intendo ben poco (ad esempio, oggi ho messo una pezza alla mia ignoranza grazie al buon Peucezio).

      E’ una questione di suono: a me “avvocata” stona, né più né meno che “vicesindaca”. Mentre non mi stona “deputata”: forse perché è un termine che sento ancora come participio?

      • Francesco scrive:

        si usa ancora come aggettivo

        “la funzione a cui è deputata la commissione XXX”

      • Peucezio scrive:

        Non è una questione di suono in sé, secondo me, ma di uso.
        “Avvocatessa” è una parola consolidata dall’uso, almeno fino a che non si è arrivati al fanatismo di oggi, per cui “avvocata” suona strano (a me fa venire in mente il Salve Regina).
        “Sindaca” è ancora peggio, anche se “sindacessa” non avrebbe un bel suono… 🙂

        • Z. scrive:

          In realtà anche “avvocatessa” è molto poco utilizzato, e mai (o quasi mai) se seguito dal nome…

        • Peucezio scrive:

          Seguito dal nome mai, ma utilizzato lo è eccome (almeno a Milano: non so in Emilia).

        • PinoMamet scrive:

          “Avvocatessa” credo di averlo sentito pochissimo, “avvocata”, come Peucezio, solo nel Salve Regina.

        • Z. scrive:

          Per essere precisi, diciamo che “avvocatessa” qui viene utilizzata raramente dai babbani – non serve che dica come si pronuncia la parola, ormai lo sapete! – e non è usata affatto in ambito forense.

          “Avvocata” l’ho letto su una pagina di wiki e – mi pare – su qualche dichiarazione di ambito femminista o LGBT; inn una sola circostanza, se ricordo bene, l’ho letto su carta intestata. Può darsi che l’intento fosse porre l’accento sul genere della professionista in questione; tuttavia anche negli studi femminili che trattano in via prevalente o esclusiva di diritto di famiglia la prassi generalizzata mi sembra sia quella di riferirsi a sé come avvocato.

          Non è detto che le cose non cambino, naturalmente.

    • PinoMamet scrive:

      ” (Pino confermi o smentisca).”

      Confermo!!

  25. Francesco scrive:

    ops, forse participio …

    non ditelo a mia figlia, mi raccomando

  26. Z. scrive:

    OT,

    cade l’ultimo tabù: il FQ ha aperto anche ai sostenitori del GGG, il Grande Gombloddoh Giudiziario Procura-Kommunisti!

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/30/il-pdla-magistratura-ed-il-gioco-delle-tre-carte/1548023/

    L’importante – la sostanza, direbbe Moi – è dire peste e corna del PD. Su quello non si transige. Il resto, tutto il resto, è irrilevante 🙂

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “Peucezio ha notato come ieri “i sinistri” erano contro le regole grammaticali dell’italiano (e a favore della sciatteria, mica delle regole grammaticali del dialetto).”

    Io non capisco il significato di “sciatteria” (anche se l’ho usato provocatoriamente, quando ho detto che l’italiano era “sciatto” perché aveva perso il neutro).

    Sessantottinamente parlando, capisco:

    1) Operaio FIAT che usa il congiuntivo, perché in Sicilia si usa, ma non il condizionale

    2) Operaio veneto che usa il condizionale, ma non usa il congiuntivo

    3) Gente che dice che nessun prete e nessuna maestra può impedire loro di dire le parolacce o di bestemmiare (però la bestemmia o la parolaccia non sono “sciatte” da un punto di vista linguistico)

    4) Linguaggio ipnotico e ripetitivo che permette di fare lunghi discorsi senza pensare troppo (“e cioè compaaagni la lotta di claassee cioè che gli operaaai stanno portando avaaanti…”): però le concordanze ad esempio vengono rispettate rigorosamente, non dicono “gli lavoratori” o “i operai” o cose simili

    5) la tendenza a usare nello scritto espressioni che sono diffuse nel parlato

    6) lo “sdoganamento” di espressioni colloquiali nello scritto o in contesti di parlato formale

    In nessun caso, vedo qualcosa come “sciatteria” o rifiuto di sottostare a delle “regole” grammaticali.

    • Miguel Martinez scrive:

      Il cervello umano, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, trova facile seguire le regole grammaticali e difficile violarle: ecco perché non mi ritrovo con il termine “sciatteria”, che dà l’idea di pigrizia o di rilassatezza.

      Z diceva che “avvocata” gli stona. Ora, non sono sicuro del motivo, e sarebbe interessante cercare di capire quale sia; ma evidentemente il termine “avvocata” viola qualche regola invisibile, cui lui è abituato. E proprio per questo “stona”, diventa difficile per lui pronunciare la parola.

      Ora, pensate quanto sia faticoso violare le regole grammaticali.

      Provate a dire, “io dipingo di rosso il muro”.

      Poi provate a violare le regole della grammatica, dicendo:

      “me pittura per rossa la muri”.

      La pigrizia, la sciatteria se volete, vi porterà a usare la prima forma o la seconda?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Avvocata suona strano perché non si usa, semplicemente. Si dice “avvocato Tizia” o, nelle intestazioni, anche “sig.ra avvocato Tizia”

        • Z. scrive:

          Esatto, così come non si usa “vicesindaca”.

        • Miguel Martinez scrive:

          “Avvocata suona strano perché non si usa, semplicemente. “

          Non è così semplice.

          Probabilmente non ho mai sentito dire in vita mia, “la defrancesizzata”, eppure non mi suona più strano de “il defrancesizzato”.

          Non sto dicendo che tu abbia torto che “suoni strano”; casomai posso dire che non basta affermare che sia perché “non si usa”.

        • PinoMamet scrive:

          Credo infatti che non sia “stonata” perché non si usa, ma perché si usa normalmente l’altra forma…

          voglio dire, si sente usare pochissimo il verbo “defrancesizzare”, e perciò non mi suonerebbe strano sentire, ipoteticamente, di “una Polinesia defrancesizzata”, più di quanto mi suoni strano “Belgio defrancesizzato”;

          del resto si tratta di participi passati, in italiano ci si attende una forma femminile quanto una maschile.

          Invece “avvocato” si usa normalmente anche per le donne, e nessuno, credo, vi ravvisa un antico participio latino (che già in latino aveva finito per diventare sostantivo)…

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        ciò che dici vale per le lingue parlate, prive di tradizione scritta.
        Effettivamente lì non ha senso parlare di sciatteria: esiste la competenza e l’esecuzione, come dice Chomsky, la seconda si conforma alla prima e non c’è uno iato.
        Ma le lingue con tradizione letteraria hanno regole più complesse e un lessico più ricco, che richiede degli sforzi per essere appreso e una certa attenzione per essere essere utilizzato.
        Va bene che non hai la televisione, ma ti sarà capitato in qualche occasione di confrontare il linguaggio di un telegiornale attuale con uno (o un servizio televisivo: su Rai Storia se ne vedono a carrettate) di trenta o quarant’anni fa. La differenza, sia nel senso dell’impoverimento lessicale che della maggiore trascuratezza delle regole di sintassi, è evidentissima.
        Se non ti piace il termine “sciatteria”, usane un altro, ma il senso è quello e direi che è ben tangibile.

    • Miguel Martinez scrive:

      Aggiungo che nessuno scrive più “correttamente”, noiosamente e in maniera più incomprensibile di un intellettuale di sinistra, specie se postmoderno o artista o “creativo”.

      Ditemi cosa ci sarà di sciatto dentro questo sinistrio:

      “L’obiettivo generale del libro, infatti, è chiarire il significato della reificazione, depurarlo da letture fuorvianti e da incomprensioni che lo identificano con altri concetti – quali l’alienazione (altro termine centrale nel pensiero marxiano) e il feticismo (su cui la Scuola di Francoforte ha molto ragionato, specie per voce di Adorno e Horkheimer) –; inquadrare la dinamica reificante all’interno delle relazioni che l’uomo intrattiene con il mondo, precisando in modo quanto più intensivo possibile il campo d’interesse.”

      http://ilrasoiodioccam-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/01/14/sulla-reificazione-nuove-prospettive-teoriche/

    • PinoMamet scrive:

      Nel dialetto di qua si usano sia i congiuntivi che i condizionali…
      e parlando in italiano, si riesce a sbagliarli entrambi 😉

      (scherzo, in realtà a “sbagliare”- virgoletto perché sono contro l’uso poliziescamente normativo della lingua- sono quasi esclusivamente i più giovani, che il dialetto non lo parlano affatto…)

      • MOI scrive:

        Anche qui …anche se sono convinto che ci sia un Orgoglio Identitario degli Universitari Fuorisede nel parlare deliberatamente (!) “alla Checco Zalone” perfino se aspirano a laurearsi in Lettere !

    • Francesco scrive:

      Miguel

      potremmo prendere qualche articolo di giornale a caso e scommetto che di sciatteria ne troveremmo a tonnellate

    • Francesco scrive:

      cosa c’entrano gli operai col ’68?

      😀

  28. PinoMamet scrive:

    Cose che non c’entrano assolutamente niente:

    ho ripensato a una risposta di Peucezio sulla “celticità” della Spagna;
    mi faceva notare che l’area catalana, che a me “a orecchio” pare la più celtica (la più “francese” insomma) coincide in realtà quasi perfettamente con l’area iberica “pura”, non celtica o celtibera.

    Ora, a parte che a me, che linguisticamente sono un “lumper”, piace pensare che gli Iberi fossero poi parenti degli Aquitani (Baschi e antenati dei Guasconi, insomma, per capirci) e che come tali li “percepivano” gli autori antichi
    (ma credo che Peucezio sia uno “splitter”… 😉 )

    a parte questo, mi incuriosisce sapere come sia accaduto questo strano rovesciamento.
    Voglio dire, il castigliano ha qualcuno, ma non tutti, gli aspetti che fanno sì che le parlate nord-italiche siano chiamate “gallo-italiche”, mentre il catalano ne ha qualcuno in più (anche se di nuovo non tutti).

    Allora, o ci sbagliamo noi sulle parlate nord-italiche, e abbiamo preso un bel granchio sul sostrato
    (ma non credo: il Veneto per esempio non condivide molti fenomeni “gallici”, e infatti storicamente non è stato abitato dai Galli…) oppure il catalano deve essere stato “ri-celtizzato” da apporti francesi o provenzali…
    come la vedete?

    • PinoMamet scrive:

      Un altro indizio a favore del sostrato gallico nei dialetti piemontesi-lombardi-emilianoromagnoli:

      l’altro “sospetto” potrebbe essere il germanico, ma i Longobardi (da cui deriva la maggioranza degli apporti germanici in italiano) non hanno governato mai (se non brevissimamente) Bologna e la Romagna…

      mentre i “nostri” fenomeni di sostrato arrivano fino alle Marche settentrionali…

      la coincidenza insomma con l’area dei Galli cisalpini è troppo perfetta per essere ignorata, mentre altre ipotesi mi pare lascino il tempo che trovano.

      Ma, allora i catalani?

      (Ok, lo so che interessa solo a me).

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      C’è da dire che per secoli l’occitano fu lingua colta in Catalogna, quindi qualcosa potrebbe essere calato da lì nel linguaggio comune.

      • Peucezio scrive:

        Verissimo, ma il problema è che l’occitanità del catalano è strutturale, profonda, va molto al di là di qualche singolo prestito.

    • habsburgicus scrive:

      mi incuriosisce sapere come sia accaduto questo strano rovesciamento.

      credo basti una parola sola
      Carlo Magno, che prese Gerona in 785 d.C e Barcelona nell’802 d.C, separandole dalla Spagna islamica
      l’influenza franca (e sud-francese cioè “occitana”) fu fortissima sin verso 1200…non solo ebbe durevoli influenze su costumi, diritto, mentalità (solo lì ci fu un “vero” feudalesimo) ma evidentemente anche sulla lingua..pure in cronologia in Catalogna si introdusse l’Aera Christi mentre il resto della Spagna mantenne l’Aera Hispanica o semplicemente Aera* (749 E.Hisp=711 d.C basta aggiungere 388 alle nostre date) e in Portogallo financo ad inizio XV secolo ! [sino a 1180 però talora Aera Hispanica ancora usata in Catalunya]
      la Rconquista catalana del XII e soprattutto XIII secolo (sud Catalunya, Valencia, Baleari) spiega secondo me la catalanizzione linguistica di queste aree…che, loro sì, non conobbero mai Carlo Magno, giacché vi si recitava il Corano, quando Barcelona era cristiana !

      *talvolta certi storici hanno fatto curiosi errori, ignotando la differenza d’Era 😀
      ad esempio alcuni hanno ritenute coeve la presa di Lisboa (1147 d.C) con la morte di Alfonso VI (1109 d.C) !
      la presa di Lisboa, cui parteciparono dei Crociati, era ben nota da noi, dunque ANNO MCXLVII si trova in varie cronache europee che usano, naturalmente, l’Aera Christi dionisiana…
      la morte di Alfonso VI, invece si trova quasi solo in cronache ispaniche che la pongono giustamente AERA MCXLVII (1147 dell’Era..che però è 1109 d.C) !
      qualcuno vide MCXLVII e ritenne i due avvenimenti coevi 😀

    • PinoMamet scrive:

      Devo dire che le tesi di Habs e Mauricius sull’influenza carolingia/occitanica mi convincono 🙂

      e spiegano anche perché il catalano si avvicini maggiormente, rispetto al castigliano, ai fenomeni dell’area francese, e tuttavia foneticamente non “suona” altrettanto “francese” dei dialetti piemontesi, per dire, o emiliani…

  29. MOI scrive:

    Chissà cosa ne pensa la Madame Prassède dalla Gruber di una parola desueta-bannata (bannare il correttore automatico NON lo riconosce …) come … “Négresse” [sic] !

    La Vulgata Ufficiale dice che una parola simile riflette un passato senza cultura … poi arriva il KattiviSSimo 😉 Eric Zemmour a chiedere se qualcuno ha mai “comparato” 🙂 un quaderno di dodicenne odierno con quello di un suo “ex omologo” degli Anni Cinquanta e … rovina la Festa a tutt* ! 😉

  30. MOI scrive:

    Personalmente, l’ unica che spero che Leuropa 😉 non abbia a infliggerci siano … i femminili in “ora” da “ore”. Se si tratta di lingue/idiomi in cui è normale, così*, non ho nulla da ridire … ma l’ Italiano è l’ Italiano, “and what a dick” 😉 !

    *
    (Spagnolo, Portoghese … “Emiliano-Romagnolo”, come dice Wikipedia, anche se in Bolognese l’ alfacismo con l’ “accento mobile” complica un po’ le cose ma è lo stesso lessico. )

  31. mirkhond scrive:

    Quando pensiamo ai Celti preromani, dobbiamo considerare che spesso si trattava di popoli misti, essendosi sovrapposti, a volte solo in parte a popolazioni più antiche, sia indoeuropee, che preeindoeuropee.
    Popolazioni preindoeuropee che, in Spagna (intesa come penisola iberica in generale), non erano presenti solo sul lato orientale dai Pirenei a Gibilterra, ma anche sul lato atlantico tra Gibilterra e l’Algarve incluso, come i Tartessi e i loro discendenti Turdetani, e i Conii, questi ultimi forse, influenzati successivamente dai Celti, così come, forse i Conisci della Cantabria, ancora intorno al 200 a.C., agli inizi della conquista e penetrazione romana nell’area.
    In sostanza il popolamento etno-linguistico della Hispania nel III secolo a.C., doveva essere una specie di “melting pot” con ampie zone mestize e bilingui.
    Inoltre i Conii dell’Algarve, citati dagli storici antichi da Erodoto (V secolo a.C.) ad Avieno (IV secolo dopo Cristo), hanno un nome etnico che ha qualche strana rassomiglianza con i Coni dell’area italica ionica, tra Metaponto e Cirò, questi ultimi genericamente considerati un sottogruppo degli ausonici Enotri, o un gruppo illirico grecizzato di provenienza epirota (i Caoni).
    Mentre, stando ancora ad Erodoto, vi era anche un popolo anatolico della Caria, i Cauni, abitanti presso l’attuale città turca di Dalyan, che lo storico greco di Alicarnasso, descrive come diversi dai Cari (di ceppo luvita indoeuropeo).
    Questi Cauni, sempre stando a Erodoto, dichiaravano di essere di origine cretese, ma lo storico greco li considerava indigeni.
    Alcune loro iscrizioni, sono state redatte in un alfabeto di tipo cario, e probabilmente finirono prima luvizzati, e poi ellenizzati.
    Inoltre, il vuoto archeologico nella loro area tra Caria e Licia, fino al IX secolo a.C., puo’ far supporre che provenissero da qualche altra parte.
    Il linguista allo sbaraglio Stefano Leonardo Imperio 🙂 così caro a Peucezio :), li ricollegava alla Licaonia (forse dall’ittita Lukkawanna), e alla regione di Iconio, precisamente presso il sito di Selime tra Aksehir (la Filomelio greco-romano-bizantina) e Konya, l’antica Iconio.
    Per quante ricerche abbia fatto, non sono ancora riuscito ad identificare questo fantomatico sito protostorico anatolico, e l’unica Selime che trovo, è più ad est in Cappadocia, e presso la città di Aksaray.
    Insomma, troviamo tra Anatolia e Algarve, tre popolazioni antiche che hanno un nome etnico molto simile tra loro, ma di cui sappiamo pochissimo, ma il cui etnonimo sembra preindoeuropeo e (almeno per i Conii iberici) con qualche remoto collegamento col Basco….
    La stessa Coimbra in Portogallo, è l’erede di Conimbriga, città fondata dai Romani nel II secolo a.C., ma su un insediamento celtizzato (vedasi il toponimo briga), a sua volta sovrappostosi a quello più antico, forse preindoeuropeo dei Conii…..

  32. MOI scrive:

    @ Z

    Ti sembrerà strano, ma “Maomettani” non è mai stata una mia “parola di affezione” …

    Sapendo che nell’ Islam (e nell’ Ebraismo) Dio “resta nel Libro”, tale parola mi ha sempre saputo di forzatura da Crociati (in senso storico, e cioè anche l’ unico senso !) . Forse, se saltassero fuori testimonianze trascritte della giovinezza di Maometto, _ e cioè PRIMA della Prima Tradizionale Apparizione dell’ Arcangelo Gabriele e tutto il Resto _ parlare di insegnamenti “Maomettani” _ cioè insegnamenti strettamente personali_ NON sarebbe offensivo per nessuno. Forse.

    ………………….

    Per quanto riguarda “Negros” … con inaspettato (visti i tempi) realismo, nel film “Selma”, in V.O., i Neri si autodefiniscono così, e i razzisti del Dixieland li chiamano “Niggers”, che è un’ altra parola … che in Italiano NON ha equivalente.

    • PinoMamet scrive:

      Alcuni miei amici del paese-poco-simpatico 😉 si sono detti stupiti del fatto che in Italia “nero” sia il termine “corretto”, mentre “negro” sia un insulto.

      Non so se ho capito bene il loro ragionamento (non è che ne abbiamo parlato a lungo) ma credo che l’idea sia che definire una persona sulla base del “colore” sia sgradevole, mentre in fondo “negro” è un termine “etnico”.
      In effetti trovano sgradevole anche la dizione, superata, “di colore”.

      Credo che ci sia sotto anche l’influenza dell’yiddish “schvartze” che indica appunto i “neri” ed è utilizzato come offesa…

      • Z. scrive:

        Pino,

        — Alcuni miei amici del paese-poco-simpatico 😉 si sono detti stupiti del fatto che in Italia “nero” sia il termine “corretto”, mentre “negro” sia un insulto. —

        Ma come, non dici sempre che sono molto “americanizzati”? non funziona esattamente così anche negli States?

  33. MOI scrive:

    Attenzione : D’Alema alle strette, sarà scissione ?

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/30/arresto-sindaco-ischia-coop-finanziava-dalema-gli-comprava-libri-vino/1549223/

    Civati, assieme a ricordarsi di mettere avanti l’ orologio di un’ora, si è ricordato anche di ribadire che forse magari chissà potrebbe anche darsi che in futuro possa avere luogo la scissione.

    http://www.intelligonews.it/articoli/30-marzo-2015/24880/direzione-pd-civati-la-minoranza-non-si-fa-umiliare-regalo-a-renzi-il-100-e-gli-faccio-una-domanda

  34. MOI scrive:

    @ Z

    La “Questrice” [sic] … l’hèt mai sintóda ?!

  35. MOI scrive:

    @ PEUCEZIO

    Però vedi … Don Milani scrive la “Lettera a una Professoressa”, NON a una “Lettera a una Professora” ! … Piuttosto, meglio il pur sempre orrendo “Professrice” 😉

  36. MOI scrive:

    Una volta che feci notare a una Lettrice d’ Inglese Madrelingua fissata con il Politically Correct questa cosa che il femminile in “ora” è Spagnolo o Portoghese e NON Italiano … mi rispose con uno sprezzante “come on, who cares ?!”, degno di una Ladylike 😉 Elisa Dangering 😉 Vittoriana con un Aborigeno Australiano .

  37. MOI scrive:

    @ PEUCEZIO

    il politicamente corretto vuole una neolingua che non è mai esistita, non storico-naturale, ma artificiale.

    [cit.]

    ————–

    Per forza, vuol costruire a tavolino un Mondo (!) Nuovo, un’ Umanità Nuova mai esistit* 😉 prima. La cosa buffa è che i Liberals USA odierni sono molto (!) più arditi, hanno molta più “hybris”, sonomolto più “Prometeici” di Sovietici & Affini a loro tempo.

  38. Miguel Martinez scrive:

    Su tutta questa vicenda del gender/assessori/assessoresse/assessrici e quant’altro…

    Ma possibile che non si colga mai dove sta la fregatura, che non sta certo nel declassamento del sacro ruolo del maschio 🙂

    Partiamo sempre dalla nostra goccia d’acqua oltrarnina.

    Nei prossimi due o tre giorni, l’amministrazione di Firenze regalerà a un privato il diritto di fare ciò che vuole della “nostra” area.

    Quest’area è pubblica da oltre un secolo, e il privato se ne è impossessato in una maniera che, secondo avvocati e notai, potrebbe benissimo essere illegale.

    L’amministrazione ha deciso di fare questo rifiutandosi di ascoltare la popolazione, composta per circa metà da gente che ha votato proprio per questa amministrazione.

    Che sia per ignavia, per corruzione, per complicità che non conosciamo, è difficile dire.

    Ma scommetto che se qualche buontempone scrivesse, “gli oltrarnini puzzano”, la stessa amministrazione innalzerebbe uno scudo di Sacrosanto Sdegno contro il Pregiudizio Razzista.

    Perché opporsi agli speculatori può costare la carriera; opporsi ai “pregiudizi” costa zero, ma suscita facilmente passioni enormi e facili da manipolare.

    Crea i due campi opposti di un discorso – invece del conflitto tra istituzioni che svendono e privati che accaparrano, diventa un conflitto tra “antipatici odiatori dell’Oltrarno” e “antipatici oltrarnini con la puzza sotto il naso”.

    Ecco perché credo che l’antirazzismo (e ovviamente il razzismo), come tutti i fenomeni simili, sia il socialismo degli imbecilli.

    • PinoMamet scrive:

      Sono assolutamente d’accordo, ma per parlare dell’ “antisessismo”, non è forse la stessa cosa?

      Io non sono una persona particolarmente sveglia, mi distraggo e odio i linguaggi tecnici.
      Però insomma, una laurea sono riuscito a prenderla; è vero che ci sono riusciti tutti, persino alcuni politici, ma insomma, un minimo di distinzione bisogna pur farla
      (per esempio il tizio presso cui lavoravo, a Roma, si faceva chiamare “dottore” pur avendo un “titolo di studio”- io ritengo, sostanzialmente, comprato- in America, che in Italia era carta straccia).

      Voglio dire, capisco gli articoli con un inizio, un centro, e una fine, che sostengono una tesi, con la quale magari posso anche essere in disaccordo.

      Ma allora, perché non capivo un accidente degli articoli “femministi” sul manifesto (quotidiano comunista)?
      Ciuccio io (sicuramente, per carità) o un bel po’ fuffari anche loro?

      E questa fuffa, poi, ad analizzare obiettivamente, “marxianamente”, a cosa serviva?
      Il sospetto che servisse, per il rami, a metterla nel didietro ai lavoratori mi rimane.

      Insomma, come già scrissi molto tempo fa:
      se mi dite “la donna che lavora deve essere pagata come l’uomo”, “le possibilità di carriera devono essere uguali”, “non si può licenziare una donna sulla base del fatto che possa rimanere incinta”, beh, caspita, sarò sempre in prima linea con voi.
      E con me migliaia di lavoratori uomini.

      Se invece mi si facessero le pulci su “assessora” o “bersagliera”, e perché uno debba essere giusto e l’altro sbagliato (??), allora comincio a vederci qualcosa di inutile, e tutto ciò che non è utile è dannoso…

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      “Ma possibile che non si colga mai dove sta la fregatura, che non sta certo nel declassamento del sacro ruolo del maschio”

      Questo però io almeno non l’ho mai pensato.
      Anzi, ho sempre pensato il contrario, che a questo spirito rivoluzionario di rifare il mondo a tavolino fosse sottesa un’espressione massima della maschilità.

    • Peucezio scrive:

      Insomma, Miguel, ogni potere ha una sua ideologia, ha un suo sistema simbolico e un suo uso delle parole.
      Il poeter attuale, quello che vuole fottervi il Nidiaci, ha questo sistema verbale-simbolico.
      E’ ovvio che non è che il sistema simbolico è la causa di questo potere.
      Però non vedo perché si debba dare il proprio tributo a questo sistema simbolico (e quindi al potere che lo esprime), anziché prenderlo metaforicamente a calci nel sedere.
      Poi è ovvio che la priorità sono le questioni pratiche. Però non sottovaluterei l’importanza del linguaggio, perché il linguaggio splasma le strutture cognitive.

  39. mirkhond scrive:

    “la Rconquista catalana del XII e soprattutto XIII secolo (sud Catalunya, Valencia, Baleari) spiega secondo me la catalanizzione linguistica di queste aree…che, loro sì, non conobbero mai Carlo Magno, giacché vi si recitava il Corano, quando Barcelona era cristiana !”

    Non c’erano Mozarabi a sud di Barcellona tra IX e XIII secolo dopo Cristo?
    Erano tutti musulmani e/o arabofoni?

    • habsburgicus scrive:

      vabbè..qualcuno c’era 😀 (si pensa)
      era per accentuare più il contrasto fra la Spagna “franca” o Catalogna che ha avuto la NOSTRA stessa storia (tranne qualche decennio in VIII secolo d.C) e il resto della Spagna che è altro..e che è stata indelebilmente segnata dall’invasione e dominazione dei musulmani (per il male ? come si diceva un tempo..o per il bene ? come è di moda dire oggi..é irrilevante QUI)
      è altro pure nelle Asturie e nel Nord (che pure hanno avuto anch’essi pochissimo Islam, nelle Asturie forse neppure un decennio, in Galizia un venticinquennio, almeno al nord e all’est, non di più), un Cristianesimo che mantenne sino agli anni 1080′ specificità liturgiche e culturali

      • mirkhond scrive:

        Sì certamente.
        Però, sarebbe interessante capire tra VIII e XIII secolo dopo Cristo, quale fosse la percentuale dei musulmani in al-Andalus, e quanto e dove fosse più diffusa l’arabofonia, e se il bilinguismo latino-arabo fosse la norma, oppure vi fossero aree più arabofone ed altre più latinofone.
        Ed infine quale forma di latino volgare si parlasse in al-Andalus, se cioè fosse essenzialmente un castigliano-aragonese-estremegno, sia pure infarcito di arabismi, o questi linguaggi si siano estesi dalle aree settentrionali mai dominate, o dominate per pochissimi decenni dai musulmani, come hai giustamente ricordato.
        Quando un esperto di Spagna medievale come Richard Fletcher, nel suo El Cid, Garzanti Editore, dice che la popolazione musulmana nell’al-Andalus del X secolo era il 75% di tutta la popolazione dell’emirato poi califfato (dal 929 al 1031) Omayyade di Spagna (756-1031), vorrei capire come poi sarebbe avvenuta la ricattolicizzazione/rilatinizzazione di una Spagna musulmana che, nel X secolo comprendeva i 2/3 dell’intera penisola iberica….

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Magari rapidamente come era avvenuta l’islamizzazione. In più le monarchie cristiane potevano incentivarla con un massiccio trapianto di coloni settentrionali, contadini attratti da terre in cui non sarebbero stati sottoposti alle angherie feudali (mals usos, in catalano, aboliti dietro indennizzo anche nella Catalogna Vecchia nella seconda metà del ‘400 solo grazie ad una rivolta generale dei contadini mai realmente sedata dalle truppe dei Parlamenti).

        • mirkhond scrive:

          Questi trapianti che pur ci sono stati (vedasi Xeres de la Frontera, riconquistata dai castigliani nel 1255, e ripopolata nel 1262 con coloni del nord della Spagna, dopo la rivolta della locale popolazione musulmana, poi espulsa), devono esser stati massicci per demografia, da cancellare, sia pure in un paio di secoli, una popolazione musulmana arabofona o bilingue, o latinofona monoglotte, che nel X secolo era il 75% dell’intera popolazione dell’al-Andalus di ALLORA!
          C’è qualcosa che non mi torna in questa storia….

        • PinoMamet scrive:

          Ma no, perché?

          In realtà cambiare religione- anche se può sembrare strano alle persone sinceramente religiose come te- è molto più semplice che cambiare lingua, specialmente quando si parla di popoli.

          Come per convenienza si saranno convertiti all’Islam, per convenienza saranno tornati cristiani.

          Del resto c’è sempre, in queste cose, una percentuale di “convinti” o di “irriducibili”, ma è ovvio…

          pensa alla popolazione ebraica italiana nel Medioevo: con conversioni e proselitismo, da un piccolo gruppo di mercanti orientali nel 100 a.C. si era trasformata in una parte assai notevole della popolazione italiana;
          le accorte politiche della Chiesa, finiti i lunghi periodi di incertezza politiche, la hanno ridotta a un minimo, appunto, di “irriducibili”…

      • Dif scrive:

        Come al solito non posso che ammirare la tua immensa cultura, ma mi sfugge una cosa: dove sarebbe questa moda di dire che l’invasione islamica della Spagna fu un bene?

        • mirkhond scrive:

          Caro Dif

          E’ una vecchia polemica risalente, credo all’orientalistica del XIX secolo, che vede l’Islam tra IX e XIII secolo dopo Cristo, come un faro di civiltà (che fu) rispetto alle ombre dell’Europa occidentale franca, immersa nel buio del feudalesimo clericale.
          Insomma una polemica (non del tutto infondata) contro il Cristianesimo Cattolico dei secoli della Cristianità di massa e di potere…
          Negli ultimi decenni, questo Islam d’oro è stato esteso all’Impero Ottomano, e all’India Moghul dei secoli XVI-XVII (fino ad Aurangzeb 1658-1707, considerato, non a torto, un proto-talebbano; furono i suoi cannoni a distruggere parti dei Buddha di Bamiyan, i cui RESTI poi furono fatti saltare dai Talebani nel marzo 2001, dopo una lunga discussione al loro interno, iniziata nel 1997).
          Dunque Habsburgicus si riferisce a QUESTA polemica, che è stata utilizzata in senso anticattolico, più che anticristiano in genere…
          ciao!

        • mirkhond scrive:

          Riguardo alla Spagna inoltre, si sostiene che la reconquista cattolica tra XII e XV secolo, abbia impoverito la penisola iberica, soprattutto la Castiglia, privandola di manodopera agricola e artistica di prim’ordine, come molti moriscos delle huertas di Saragozza e di Valencia, e dell’Andalusia, di aver eliminato, tra conversioni forzate, espulsioni e autodafè inquisitorii, una presenza giudaica di validi capitalisti.
          Per non parlare dello spopolamento di vaste aree dell’Andalusia, Castiglia, Estremadura, Aragona, che nel 1609-1614, con la cacciata degli ultimi irriducibili criptomusulmani (circa 300.000 persone, probabilmente residuo di un popolamento in passato più vasto, poi ridotto per fughe, espulsioni, conversioni forzate al Cattolicesimo, massacri), verso il Maghreb e Istanbul (ancora oggi, pare che qualcosa come 5.000.000 di Marocchini, vantino ascendenze morische spagnole).
          Ora questa tesi, contiene del vero, soprattutto riguardo allo spopolamento, ma tende a venire ridimensionata da una storiografia, spagnola e non, specialmente cattolica, affermando che l’espulsione dei Moriscos non avrebbe poi provocato tutti questi danni all’agricoltura, in quanto al contrario, si sostiene che avrebbero piuttosto desertificato la Spagna con tagli indiscriminati di foreste, per costruire le navi con cui fare i pirati, incentivato l’accattonaggio e il parassitismo sociale.
          Lo stesso riguardo ai Giudei, visto che i re cattolici, dopo il 1492, si sarebbero serviti degli ingegni tedeschi e genovesi per creare e immettere capitali nell’economia spagnola.
          Come si puo’ vedere sono due tesi antitetiche, che riflettono due punti di vista pro o contro il Cattolicesimo, piuttosto che pro o contro l’Islam.
          La verità credo, stia in mezzo, perché è innegabile che certi vuoti demografici che ci sono stati, abbiano anche danneggiato l’agricoltura, soprattutto in Andalusia, dove la scomparsa dei contadini morischi (e l’assimilazione dei rimasti) ha distrutto colture tipiche del deserto, che i nuovi coloni della Galizia, immigrati tra tardo XVI e inizi XVII secolo, non padroneggiavano…
          Ancora nel XVIII secolo, Carlo III di Borbone (1759-1788, già VII di Napoli nel 1734-1759), dovette ripopolare vaste aree dell’Andalusia con coloni tedeschi….

        • habsburgicus scrive:

          sulla ricristianizzazione concordo con Mauricius e Pino…
          non c’è nulla di strano (con un potere deciso)
          pensiamo all’Inghilterra (anche se si lì si tratta di ambito inter-cristiano)…nel 1717 molti inglesi, a meno di 200 anni, probabilmente si sarebbero offesi se uno avesse chiamato 2cattolici” i loro padri 😀
          sulla lingua, forse l’ho già postatato
          qui alcune teorie post-1945, in modo schematico
          Sánchez-Albornoz 1946 nega l’arabizzazione linguistica
          Américo Castro 1956 la sostiene
          Wasserstein 1991 sostiene che nell’XI secolo gli andalusi erano quasi interamente monolingui in arabo e che il romanzo era sparito quasi totalmente
          Corriente 1992 ritiene che nel XIII secolo gli andalusi erano completamente monolingui in arabo

          a “occhio” credo che nel 1030 il romanzo fosse ancora più diffuso, per quanto a livello di mero vernacolo e MAI usato in tribunali, scuole, moschee, madrase e Corte califfale, di quanto alcuni pensano..
          certo, se la Spagna fosse rimasta musulmana, sarebbe scomparso..e oggi si parlerebbe un dialetto simil-amagrebino :F

  40. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Per forza, vuol costruire a tavolino un Mondo (!) Nuovo, un’ Umanità Nuova mai esistit* 😉 prima. “

    La mia lettura è esattamente al contrario.

    Non sono totalmente d’accordo con la critica che fai al “linguaggio gender”, ma poniamo che lo sia.

    Ecco, io sono convinto che assuma oggi tanta importanza perché non ha alcuna importanza.

    Perché maschera l’impotenza totale della politica dove conta.

    Perché hanno scoperto un meccanismo fantastico per far litigare la gente sulla fuffa, mentre la fregano sulla sostanza.

    Perché nessuno ha problemi se un tizio dalla pelle nera viene cacciato dal lavoro, se non può più mandare i figli a scuola perché le scuole chiudono, se perde la casa e poi viene punito perché ne ha occupata una…

    ma guai a chiamarlo negro.

    Ma anche chi insiste nel proprio Sacrosanto Diritto Millenario di chiamarlo “negro” sta giocando allo stesso gioco e lo alimenta.

    • Francesco scrive:

      insomma, non ci sono più i comunisti di una volta e i topi ballano?

      ma di quante centinaia di milioni di persone dovrà diminuire il numero degli affamati perchè si smetta di rimpiangere il comunismo?

      Mah

    • Peucezio scrive:

      “Perché nessuno ha problemi se un tizio dalla pelle nera viene cacciato dal lavoro, se non può più mandare i figli a scuola perché le scuole chiudono, se perde la casa e poi viene punito perché ne ha occupata una…

      ma guai a chiamarlo negro.

      Ma anche chi insiste nel proprio Sacrosanto Diritto Millenario di chiamarlo “negro” sta giocando allo stesso gioco e lo alimenta.”

      E’ qui che non siamo d’accordo.
      A loro non interessa far litigare proprio nessuno, interessa imporre un conformismo.
      Altrimenti non si straccerebbero le vesti ogni volta che uno dice “negro”.
      La contrapposizione fra destra e sinistra politiche, i falsi bipolarismi, Lupi che si è dimesso, D’Alema che è stato intercettato, questa sì è fuffa.
      Ma l’ideologia del potere cela meccanismi profondi, è un elemento chiave del potere, non è un accessorio o, peggio, un diversivo.

      • Miguel Martinez scrive:

        C’è del vero in entrambi i ragionamenti.

        Innanzitutto, il fatto che il sistema sia percepito come protettivo nei confronti dell'”onore” di persone che si sentono (a torto o a ragione) escluse, coopta queste persone; e c’è anche un elemento normale in questo, per evitare conflitti interni.

        C’è quello che dico io, cioè che costa meno prendersela con lo skinhead che dice “ehi, negrone!” che con lo speculatore che licenzia il “negro”.

        E c’è il fatto che questo meccanismo può essere messo in moto, solo se c’è uno skinhead che dice, “ehi, negrone!”

        Altro conto ovviamente è accettare questo meccanismo; ma dire “ehi, negrone!” non è un modo reale di rifiutare questo meccanismo.

        • Peucezio scrive:

          Non mi ritrovo.
          Secondo me non c’entra la cooptazione.
          Perché allora perché non cooptare i borghesi bianchi? E soprattutto gli eterosessuali, che sono molti di più degli omosessuali?
          E’ che il potere ha bisogno di un’ideologia alla rovescia, nichilista, che difenda i più deboli non in quanto più deboli (che sarebbe buon senso) ma in quanto portatori di alterità, eversori di uno schema.

          Mi meraviglio che proprio tu che indaghi l’immaginario poi riduca il meccanismo a un fatto pratico, di equilibri di forze, cooptazioni, di contrapposizione di interessi materiali.

          Poi ci sarebbe da fare un discorso su sfruttamento, nuove povertà, ecc., con calma poi butto giù due righe.
          Anticipo che non credo che il sistema abbia bisogno di poveri: i disoccupati senza diritti non sono un dato strutturale voluto, ma un incidente di percorso.

        • Francesco scrive:

          in effetti, i poveri non consumano e questo non va bene al sistema

          faccio fatica a pensare che li creino apposta

          piuttosto torno a Marx per cui il sistema era contraddittorio in sè e destinato a morire, però quanto è lento a crepare e con quanto impegno appare vitale

          😉

        • Z. scrive:

          Credo che Marx oggi direbbe (in primis ai suoi sacerdoti, quelli ancora rimasti):

          “giovani, io avevo ragione… e infatti vi siete resi conto di quante pezze ci hanno dovuto mettere? oh, mica stiamo più nell’Ottocento, il mondo da allora è cambiato! avete idea di come vivevano gli operai allora?”

          🙂

        • MOI scrive:

          Insomma … Marx Ospite d’ Onore alla Leopolda ?

        • Z. scrive:

          L’idea di Marx ospite d’onore alla Leopolda è molto interessante e non priva di sinistro fascino!

          Ma ce lo vedo più mentre scuote la testa alla fondazione del PCd’I, a dirla tutta 🙂

        • Francesco scrive:

          Z

          come tutti i rossi odierni, da una lettura di Marx riduttiva, a dir poco.

          Un pò come se non avessimo il Socrate di Platone ma solo quello di Senofonte.

          E’ che si sono troppo moderati e imborghesiti!

        • Z. scrive:

          Non ho afferrato, mi sa…

        • Francesco scrive:

          “giovani, io avevo ragione… e infatti vi siete resi conto di quante pezze ci hanno dovuto mettere? oh, mica stiamo più nell’Ottocento, il mondo da allora è cambiato! avete idea di come vivevano gli operai allora?”

          ecco, questo è un Marx minimo minimo

          ciao

        • Z. scrive:

          Veramente, quei pochi che ancora si definiscono “comunisti” tendono a dare di Marx un’interpretazione molto più letterale, direi quasi viscerale.

          Invece, io credo soprattutto che rimarrebbe molto colpito dalle molte cose – assai diverse tra loro, oltretutto – che sono state realizzate in suo nome.

  41. mirkhond scrive:

    “mentre la fregano sulla sostanza.”

    Tipo l’aumento di persone che non si curano il cancro e altre malattie, per via dei ticket elevati e carenza e/o inefficienza di servizi sanitari NON a pagamento.
    Però guai a legalizzare l’eutanasia!

  42. mirkhond scrive:

    Oppure intere aree d’Italia non raggiungibili se non si è automuniti, perché non più coperte da linee ferroviarie già esistenti (mica si vuole la tav, eh!), e con continui cambi tra treni e autobus!
    Insomma da scoraggiamento!

  43. mirkhond scrive:

    Se volessi recarmi in Calabria, dovrei sudarvi sette camicie, e chissà quanti giorni di viaggio!

  44. mirkhond scrive:

    Idem nell’interno della Basilicata!

  45. mirkhond scrive:

    Appunto arrivi a Matera e poi…ti arrangi! 🙂

  46. mirkhond scrive:

    Come per convenienza si saranno convertiti all’Islam, per convenienza saranno tornati cristiani.

    Sul primo punto sono d’accordo, visto che (a quel che mi hanno sempre ripetuto fior di islamisti), pare che sia più facile per un cristiano diventare musulmano che il contrario.
    E ciò ancora oggi.
    Certamente molti di quel 75% di musulmani spagnoli del X secolo (se la cifra di Fletcher è corretta; a me sembra eccessiva…) tornarono al Cristianesimo, che pur cattolico, era però molto differente da quello gotico-mozarabico dei loro lontani avi.
    Ma, credo che la cosa non sia stata indolore….
    Questo è sicuro tra 1566 e 1614, ma sono convinto che lo “stillicidio” religioso sia avvenuto fin dai tempi della reconquista di Toledo (1085), magari alternato a periodi di tolleranza, tipo re Ferdinando III il Santo (1217-1255), di Castiglia e Leon, che amava considerarsi re dei tre popoli religiosi del suo regno, Cattolici, Musulmani e Giudei.

  47. mirkhond scrive:

    “Sánchez-Albornoz 1946 nega l’arabizzazione linguistica
    Américo Castro 1956 la sostiene
    Wasserstein 1991 sostiene che nell’XI secolo gli andalusi erano quasi interamente monolingui in arabo e che il romanzo era sparito quasi totalmente
    Corriente 1992 ritiene che nel XIII secolo gli andalusi erano completamente monolingui in arabo

    a “occhio” credo che nel 1030 il romanzo fosse ancora più diffuso, per quanto a livello di mero vernacolo e MAI usato in tribunali, scuole, moschee, madrase e Corte califfale, di quanto alcuni pensano..
    certo, se la Spagna fosse rimasta musulmana, sarebbe scomparso..e oggi si parlerebbe un dialetto simil-amagrebino :F”

    Se per Andalusia, ritieni la regione spagnola da Almeria all’Algarve, credo che sia verosimile.
    Se invece si intende l’intera al-Andalus musulmana nell’area dei confini dei secoli X-XI (2/3 della Penisola Iberica), la cosa non mi pare credibile.
    Probabilmente al momento della reconquista tra 1060 e 1270, la maggioranza della popolazione dell’al-Andalus dei confini tra IX e XI secolo, doveva essere latinofona, sia pur con parlate infarcite di arabismi, mentre l’Arabo era la lingua ufficiale, anche per i non musulmani.
    Questo, a mio parere, spiegherebbe la relativamente rapida e “facile” rilatinizzazione della Spagna (incluso Portogallo) …….

  48. habsburgicus scrive:

    probabilmente, e non via visto come cinismo :D, ciò che avvenne in Spagna da seconda metà dell’XI secolo prova che l’Islam non è irreversibile…
    immaginiamo un attimo
    i musulmani si credono dei padreterni e chiamano gli altri dhimmi
    poi improvvisamente dhimmi diventano loro 😀 è uno shock !
    i convinti, i ricchi, i dotti fuggirono (in XI-XIII secolo poca strada è necessaria, da Toledo a Sevilla, da Tarragona a Valencia)
    gli altri sì, sono garantiti (sulla carta)
    MA..
    il clero latino potente ed ebbro di fiducia diventa arrogante
    le leggi islamiche non valgono più
    se una figlia di musulmani si innamora di un crstiamo, non vale più lo sharia 😀 )che lo vieta !)..anzi ota la figlia deve farsi cristiana…e se il padre protesta, si prende due belle bastonate..che le cronache non registrano 😀
    e poco per volta il numero diminuisce “normalmente”..e i cronisti manco ne parlano
    poi nel 1500-1502 i Re Cattolici in Castiglia
    nel 1525 Carlo I (V) in Aragona
    impongono la conversione..e di questo se ne parla (in Portogallo l’Islam è messo fuori legge nel 1497 insieme agli ebrei)
    poi fanno i furbi 😀
    succede quel che succede
    Alpujarras, 1568-1570-repressione e dispersione in Castiglia interna
    1609-1614: espulsione dalla Spagna
    e la Spagna, che nel 1000 d.C, era al 60-70 % islamica (contando anche il Nord solo cristiano) diventa 100 % cristiana
    sic transit gloria mundi

    in più ritemngo che la tolleranza da XI a XV secolo sia stata fonfiata fdala stuoriografia liberal-massonica per meglio porre un contrasto con l’ì”intoleranza” del periodo 1492-1609
    si, prima.., era dibersa
    ma non credo poi tanto
    allora si era nei chriatiamna tempora
    e te la facevano spurgare swe tu eri musulmano in tera cristiana !

  49. mirkhond scrive:

    Il senso però si è capito. 🙂
    Sulla “tolleranza” dei re come San Ferdinando III, sovracitato, credo anch’io che sia stata gonfiata, ma non solo dai liberl-massoni, ma anche da una certa storiografia cattolica “meievalista” alla Regine Pernoud, tutta tesa a dimostrare che la vera intolleranza cattolica sarebbe iniziata dal XV secolo, quando non si era più nel “medioevo” ! 🙂
    Inoltre, stando agli studi del Bennassar, dopo il 1571, la dispersione dei Moriscos granadini per tutta la Castiglia, fu assai meno massiccia di quanto si potesse immaginare, in quanto il grosso dei Moriscos granadini, restò in loco.
    Questo fino alle drastiche misure di espulsione di Filippo III (1598-1621) nel 1609-1614, su pressione della stessa gerarchia cattolica di fronte al FALLIMENTO nell’opera di “riconversione” di circa 300.000 irriducibili al Cattolicesimo.

  50. mirkhond scrive:

    medievalista

  51. mirkhond scrive:

    “ciò che avvenne in Spagna da seconda metà dell’XI secolo prova che l’Islam non è irreversibile…
    immaginiamo un attimo
    i musulmani si credono dei padreterni e chiamano gli altri dhimmi
    poi improvvisamente dhimmi diventano loro 😀 è uno shock !
    i convinti, i ricchi, i dotti fuggirono (in XI-XIII secolo poca strada è necessaria, da Toledo a Sevilla, da Tarragona a Valencia)
    gli altri sì, sono garantiti (sulla carta)
    MA..
    il clero latino potente ed ebbro di fiducia diventa arrogante
    le leggi islamiche non valgono più
    se una figlia di musulmani si innamora di un crstiamo, non vale più lo sharia 😀 )che lo vieta !)..anzi ota la figlia deve farsi cristiana…e se il padre protesta, si prende due belle bastonate..che le cronache non registrano 😀
    e poco per volta il numero diminuisce “normalmente”..e i cronisti manco ne parlano”

    In misura e in un tempo più breve, lo stesso avvenne in Sicilia tra 1060 e 1250.
    Nel 1300 ormai in Sicilia, gli unici musulmani, dovevano essere gli schiavi catturati sulle coste maghrebine o dell’Anatolia turca (i cosidetti Saraceni bianchi), dai pirati e trafficanti di schiavi, catalani.
    E, sia pur in misura moolto minore, in Serbia, Sangiaccato, Montenegro, Kosovo, Bulgaria e Rumeli tra 1804 e fine del XX secolo!
    Qui però, specialmente per Serbia, Kosovo, Bulgaria, abbiamo un discreto numero di fonti sulle porcherie fatte ai danni dei muSSulmani….. 🙂

    • habsburgicus scrive:

      sistema serbo-balcanico 😀

    • Z. scrive:

      habs,

      — il clero latino potente ed ebbro di fiducia diventa arrogante
      le leggi islamiche non valgono più
      se una figlia di musulmani si innamora di un crstiamo, non vale più lo sharia —

      Tutto passa e tutto se ne va, come cantavano i Gemelli DiVersi…

      Anche il genere grammaticale della Via Diritta, a quanto pare!

      😉

  52. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “cosa c’entrano gli operai col ’68?”

    Mai sentito parlare di autunno caldo?

    Mai sentito parlare della Fiat o dell’Alfa Romeo?

    Mai sentito parlare di Porto Marghera?

    Dello Statuto dei Lavoratori?

    Dai, Francesco!

    Non voglio dire che dobbiamo fare come gli operaisti che credevano per fede che tutto il Sessantotto fosse un unico “movimento operaio”, ma è altrettanto irreale sostenere il contrario.

    • Francesco scrive:

      OK scusa ho voluto provocarti.

      Ma quello fu l’inizio del ’68 e finì molto presto, travolto dal suo stesso non senso economico, dal tracollo del consenso keynesiano e dalla crisi delle economie “socialdemocratiche”, crisi che si sarebbe trascinata per tutti gli anni ’70 e avrebbe aperto il campo al neoliberismo.

      Quello che rimase da un lato fu lo Statuto dei Lavoratori, un dannoso feticcio buono per sindacalisti e lavativi. Come tutti i feticci, la vita se ne allontanò in fretta e proseguì nella misura in cui (!) ne era lontana.

      Dall’altro il Sessantottismo, roba da salotti e università. Questo invece è durato almeno fino a Renzi, come grumo di potere parassitario e molto attento alla propria conservazione, costi quel che costi.

      Anche se già le TV di Berlusconi lo avevano scalzato dall’immaginario del popolo.

      Ciao

      • roberto scrive:

        cosa è che non ti piace dello statuto dei lavoratori (a parte immagino l’articolo 18)?
        vorresti guardie armate a sorvegliare gli schiavi come nei campi di cotone del mississippi?
        niente permessi per i lavoratori studenti che devono fare gli esami?
        ovviamente niente sindacati ed in ogni caso il diritto del padrone di pagare di meno il lavoratore iscritto al sindacato?
        niente aspettativa pe ri lavoratori eletti a cariche pubbliche così riserviamo la politica alla sola aristocrazia di sangue?

        • Francesco scrive:

          l’ultima che hai detto di sicuro!

          la prima ha a che fare con gli schiavi e con la moderna agricoltura meridionale, non c’entra quindi

          la seconda mi intriga … toglie un incentivo a non assumere studenti

          sui sindacati il problema non è che esistano (sono assai favorevole) ma come funzionano e che i loro dirigenti NON sono lavoratori

          ciao

    • Francesco scrive:

      X Miguel

      cosa mi puoi raccontare dell’Alfa Romeo? quella che ho conosciuto io era semplicemente un’industria automobilistica gestita malissimo, decotta, con prodotti scadenti e che costava un occhio della testa ai contribuenti, con troppe fabbriche, anche in posto improponibili

      ma con ricordi di sindacalismo selvaggio e buffonesco, abituato a trionfare con la complicità dei politici

  53. Z. scrive:

    OT: Razzismo al Nord…

    http://www.reggionelweb.it/Default.aspx?Page=DET&ID=251455&title=%E2%80%9CDobbiamo_bruciare_gli_extracomunitari!!!%E2%80%9D_Video_dell%27aggressione_a_un_autista_Seta

    Urge un commento di fuoco della Premiata Ditta Moi su quanto sono cattivi i reggiani di sinistra, che fanno finta di essere accoglienti mentre sono peggio degli altri 😀

  54. roberto scrive:

    per una volta che a milano fanno una cosa fatta per bene, simpatica, gentile, diamogliene atto!

    https://www.piaceremilano.it/

    miguel,
    un’idea per l’oltrarno?

  55. Val scrive:

    Ohhh ma come cavolo funziona PayPal? Posso mandarti un sacchetto pieno di monete?
    🙂

    P.S. PayPal vs. Bitcoin: http://cavallette.noblogs.org/2013/07/8333
    Se a qualcuno interessa… A me sì, ma confesso che non ci ho capito molto.

  56. habsburgicus scrive:

    O.T
    31 marzo 1520
    Il grande Fernão de Magalhães arriva a Puerto San Julián, nella Patagonia argentina (provincia di Santa Cruz), ove si ferma sino al 24/8/1520 (inverno australe);
    il 2/4/1520 riuscì a sedare una pericolosa rivolta; durante la sosta perse una nave, la Santiago, durante una perlustrazione; le altre navi erano la Trinidad, la Victoria, la Concepción e la San Antonio, ma solo le prime 3 citate, alla ripresa del viaggio, superarono lo stretto che da allora ne rese immortale il ricordo ed entrarono nell’Oceano da lui detto Pacifico (28/11/1520); infatti la San Antonio disertò e tornò in Spagna, ove i suoi comandanti riuscirono a cavarsela

    • Roberto scrive:

      Grande habsburgicus!
      Non si sa che ne è stata della Santiago?
      Come venivano accolti i disertori al rientro a casa?

      • habsburgicus scrive:

        N° 1
        A quelli della Santiago finì bene….quella volta, almeno
        Naufragarono c.a 300 (?, boh) km più a sud, ma senza perdite..c’era un fiume difficile da passare..due ci riuscirono, poi andando a piedi a nord finalmente sfiniti trovarono il grosso (con Magellano) a San Julián; allora Magellano organizzò una spedizione di soccorso via terra, andò a riprenderli e finì tutto bene, anche se stanchi..erano uomini duri, quelli ! in quell’epoca videro i primi indios patagoni (ma lì non c’era il problema indio, a differenze delle giungle più a nord, erano pochissimi, ci misero 3 mesi per vederne uno e pacifici)
        N° 2
        Gli ammutinati raccontarono storie contro Magellano e in prigione ci finì il portoghese Álvaro de Mesquita (il capitano deposto), uomo fido di Magellano di cui era parente (anche se non aveva l’abilità marinaresca)
        Poi un anno dopo, con il ritorno dei pochi superstiti della Victoria (comandati però da Elcano che era stato anch’egli legato alla rivolta e poi perdonato da Magellano, dunque non infierì sui rivoltosi e, pare, diede una versione “democristiana” atta a contentare un po’ tutti) Mesquita fu liberato e, sdegnato, se tornò in Portogallo (uscendo dalla Storia) mentre in prigione ci finirono i capi degli ammutinati..ma per poco..poi venne il perdono reale
        ed uno dei capi degli ammutinati Estêvão Gomes (portoghese, ma invidioso di Magellano…non è proprio vero come spesso si ripete che la divisione fra magellanisti e anti-magellanista fosse nazionale, c’erano spagnoli fedelissimi e portoghesi infidi come il sopra-citato) nel 1525 ottenne il comando di una spedizione in Nord America (New England, giunse nel Maine), tanto che la mappa di Diego Ribero del 1529 chiama le terre da Terranova più o meno al Delaware “Tierra de Esteban Gomez” mente più a sud era la Tierra de Ayllon (dal nome di Ayllón che fece fare una spedizione in 1520 e nel 1526 andò lui stesso, pare in North Carolina o South Carolina, allora era tutto compreso sotto “Florida”, non ancora colonizzata..fu il primo tentativo, fallitissimo, di insediamento nei futuri USA nel cosiddetto “Chicora”)

  57. MOI scrive:

    SEGNALAZIONI

    1

    Se qualche Kafirro/a/* ; -) dubitasse ancora della Verità Rivelata e Rilevata (!) Veramente Vera _ e cioè che la Realtà supera sempre la più fervida Immaginazione e Honoré de Balzac è il Suo Profeta _ si cerchi “Brambilla” (nel senso della Passionaria di Dx Animalista Rossa di capelli ma Cougar MILF, Liberal e Lèdilàich almeno quanto la Renzina MILF Alessandra Moretti, del PD) unitamente alle “nutrie” e ai “conigli”, su Google … oggli lei-lì fa politica con incarichi importanti, ma ancora 15-20 anni fa Lady Red Bramby sarebbe stata ricoverata perché i vicini di casa le avrebbero premurosamente chiamato la Neuro (come nel caso di non pochi altri Attivisti Animalisti) !

    Giusto per rinverdire il “simpatico giochino” di come cambia in fretta il mondo …

    2

    Sessismo contro delle donne … ancora possibile ? Stessa procedura di cui sopra … ma con la Littizetto, le suore e Papa Francesco …

    3

    @ I CATALANOFILI (che qui ce ne son diversi …)

    http://www.tempi.it/non-finite-vi-prego-la-sagrada-familia

    [perché NON finirla … NON senza valide osservazioni]

    http://www.tempi.it/videogallery/come-sara-la-sagrada-familia-completata#.VRpnWDusW6E

    [progetto ultimato … c’è la crisi, qualche posto di lavoro ai muratori lo garantisce]

    @ Z

    Lo Sbalinato “Reggiano” ( Di che origine, poi ? Autoctona ? … Meridionale che “si rifà” sugli Extracomunitari ?) è roba “appaltata” ; -) a Mirkhond. A me “spettano” ; -) invece i Politicanti Inquisiti che si sono fregiati della Superiorità Morale del PD !

    *** PS ***

    Resta avvolto nel più fitto e indipanabile Mystero ; -) perché al PD Renzoide NON vada bene “coppie dello stesso sesso”, per sostituirlo con “coppie same-sex” [sic, con tanto di “hyphen”…]

  58. MOI scrive:

    * @ PINO / PEUCEZIO / TUTTI … Scuola & Grammatica *

    In realtà, almeno fino agli Anni Cinquanta, c’era stata un’ ulteriore complicazione etimologica (e, in effetti, collegare deliberatamente la normazione dell’ Italiano alla conoscenza del Latino … un po’ di quello “Snobismo Classista” alluso da Pino ne richiede !) … per cui il plurale di “arancia” era sì “arance”, ma quello di “provincia” era invece “provincie” [sic]. Tanto per …

    Sorvoliamo _ ma guardiamo fuori dal finestrino ; -) _ sulla questione della “j” / “i lunga” intervocalica o iniziovocalica che si trova tipicamente in Pirandello; e se qualche editore la normalizza, mi c’ incazzo … questione di rispetto per l’ Autore !

    La roba assurda è che una cosa utile come la distinzione tra “principi” e “principii” sia andata invece pressoché perduta.

    Va be’: era senz’altro una “gran maletta” ; -) la sottodistinzione Ottocentesca atona-tonica per cui _ ad esempio_ il plurale di “calpestìo vàrio” diventava “calpestî varj” (roba che mi ricorda dei Dialettofili dell’ Associazione “Ponte della Bionda” per il Bolognese …) che giustamente (!) è stata poi abbandonata . Così: con il circonflesso e quella “i lunga” che adesso tutti (o quasi) chiamano “gei”… probabilmente “grazie” al titolo della trasmissione DJ Television, su Italia1, negli Anni Ottanta ! … Sancendo poi la “j” all’ Inglese nella pronuncia Italiana con “Jovanotti”, nella “decade” (come si dice in Italiotese) successiva in maniera definitiva. Nondimeno, battutine a scuola tipo “Mar Gionio” e “Giugoslavia” …

    Però, ripeto, un distinguo netto e regolare fra il plurale di “principe” in “principi” e quello di “principio” in “principii” … utile e funzionale (!) lo sarebbe stato; roba semplice : una o due “i”. Perché non è stato conservato, nell’ insegnamento ? A volte si trova scritto “princìpi” [sic] … ma il più delle volte si lascia il senso al contesto, non di rado involontariamente comico nell’ ambiguità non voluta. Tipo: “D’Alema, Renzi e i Principi della Sinistra” ; -) .

    In ogni caso, ritengo che della “j” semiconsonantica, in Italiano, se ne possa fare tranquillamente a meno: anche perché in certe regioni/zone d’Italia è iperenfatizzata più che in Tedesco, in altre invece manca del tutto come in Portoghese !

    Penso difatti che debbano essere insegnate cose che abbiano senso e utilità. Né più né meno del necessario effettivo !

    • PinoMamet scrive:

      “roba che mi ricorda dei Dialettofili dell’ Associazione “Ponte della Bionda” per il Bolognese”

      Direi che il paragone è perfetto!!

    • Peucezio scrive:

      “Provincie” comunque non è sbagliato.
      Per il resto, io avrei mantenuto il circonflesso (varî): non lo faccio digitando perché è macchinoso, ma scrivendo a mano ce lo metto.
      Inoltre “j” per la “i” semiconsonante intervocalica secondo me non ci stava male.
      Tra l’altro, se la “j” s’insegnasse a scuola come tutte le altre lettere ci saremmo risparmiati quell’aberrazione, appunto, per cui il 99% degli italiani ormai, analfabeti di ritorno, la chiamano “gei”. Tra l’altro questa è una cosa stranissima: io ‘sto “gei” credo che non averlo mai sentito fino almeno agli anni ’90 (probabilmente è cominciato allora) se non nei corsi d’inglese. Poi a un certo punto è comparso dal nulla, suscitando in me il fortissimo desiderio di appiccicare uno schiaffo sulla faccia all’interlocutore che lo usa. Ma la cosa strana è che hanno cominciato a dirlo persone che avevano già allora cinquant’anni e se ti meravigli ti guardano come chi ritiene di stare facendo una cosa che faceva fin da bambino! E’ incredibile come per molte persone il (proprio, personale) passato sia una costruzione a posteriori, reinventata.

      • MOI scrive:

        Stessa roba anche con gente che dice “decade” per “decennio” o “visitare” per “incontrare / andare a trovare” et similia … e che non può avere cominciato prima dei 20 o 30 anni di età _ come minimo ! _ a parlar così !

      • MOI scrive:

        “Gei” per la “j” a Bologna, negli Anni Novanta, era già consolidato … comunque, fortunatamente, la “y” viene chiamata ancora “ipsilon” senza che nessuno la chiami “uài” (ciò mi sorprende in positivo) ; la “k” … “kappa” ; la “w” … “vu doppia” o “doppia vu” (detesto chi dice”vi” per “vu” !) ; la “x” … “ics”.

  59. MOI scrive:

    http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/asia/2015/03/31/iran-nucleare-oggi-stretta-finale_cf244122-e4ad-4bac-89da-35365023d9e2.html

    In teoria potrebbe essere un’ Occasione d’Oro per ripristinare sul Trono di Persia la Legittima Discendenza di Shah Reza Pahlavi … ma purtroppo mi sa che non se ne farà nulla, e detta occasione andrà sprecata.

    … Pazienza 😉

    • mirkhond scrive:

      I Pahlavi sono troppo americanizzati.
      Non vanno più bene alla guida di un popolo fiero come quello iraniano.
      L’Iran non merita di essere governato da simili ruffiani….

      • Francesco scrive:

        beh, dittatori sì ma ruffiani direi di no

        era un’altra strada per il nazionalismo persiano

        ed essendo americanizzata era molto migliore 😉

        PS ma quanti “partiti” sunniti ci sono in Medio Oriente?

        Al Qaida, ISIS, Fratelli Musulmani, Qatar (che finanzia ISIS?), Sauditi e amici vari (tra cui Al Sisi?)

  60. habsburgicus scrive:

    Legittima ….vabbè 😀
    qualora esistano discendenti dei Qajar (sul trono dal 1794 al 1925, anche se de facto esautorati dal 1921 con il golpe di Reza khan, poi Scià e padre di Mohammed Reza Shah) potrebbero non essere d’accordo 😀

  61. mirkhond scrive:

    “qualora esistano discendenti dei Qajar”

    Marjan Satrapì (per parte di madre) 🙂

    • PinoMamet scrive:

      Ti prego Mi’…
      salviamo l’Iran almeno da questo!!

      • mirkhond scrive:

        Da cosa?
        Io sto con gli Ayatollah! 🙂

        • Z. scrive:

          Da Marjane Satrapi, che immagino non sia molto simpatica al nostro Pino 🙂

        • mirkhond scrive:

          Come persona e per le sue vicende in occidente, dove a lungo fu SNOBBATA riducendosi ad una barbona, salvata in extremis, mi suscita simpatia.
          Per le sue idee da principessina ricca-figa-snob comunisteggiante (lo snobismo della PEGGIOR specie), concordo invece con Pino…. 😉

        • Z. scrive:

          Ecco, questa è una cosa che vi accomuna pressoché tutti quassù, da te a Pino passando per Moi e Peucezio.

          Cioè, sembrate molto più interessati a dare giudizi ideologico-moralistici sugli autori che dire la vostra sulle loro opere. Che si tratti di MS, di Lady Gaga o di chiunque altro…

          Da questo punto di vista devo dire che mi sento proprio su di un altro pianeta 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Non penso di aver parlato mai male delle MS (senza filtro), ma per quanto riguarda gli autori:

          c’è uno spazio per la critica letteraria, e uno per la simpatia/antipatia dei personaggi.

          Non vedo perché una persona debba starmi simpatica solo perché autore o autrice di qualcosa…
          o come il fatto di essere autore di qualcosa metta al di sopra di critiche personali.

          Rivendico caldamente il diritto a trovare antipatico chi voglio, senza “santini”.

        • Z. scrive:

          Ci mancherebbe, per carità. Capisco benissimo 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Peraltro Lady Gaga (che credo, a onor del vero, di aver difeso su questo blog, ma non ricordo di preciso) non mi sta particolarmente antipatica: perché dovrebbe?

          Fa la scema, ha “raschiato il fondo del pentolone” per fare scandalo, ma almeno ci prova, e fa il suo mestiere.

          So pochissimo della sua vita personale. Inoltre Madonna ha fatto una canzone apposta per insultarla e dire che copia (ma Weird Al ne ha fatta una molto migliore) nella quale non manca di autoesaltarsi e incensarsi (cosa che fa Weird Al non fa) e questo basta a farmi risalire di molto le quotazioni-simpatia di Lady Gaga…

        • Z. scrive:

          Infatti ne avevi parlato bene!

        • Peucezio scrive:

          Z.,
          “Ecco, questa è una cosa che vi accomuna pressoché tutti quassù, da te a Pino passando per Moi e Peucezio.

          Cioè, sembrate molto più interessati a dare giudizi ideologico-moralistici sugli autori che dire la vostra sulle loro opere. Che si tratti di MS, di Lady Gaga o di chiunque altro…”

          Ma io in cosa avrei manifestato questa tendenza?
          Ho non ammirazione, ma venerazione per i film di Fellini, che non era certo un uomo di destra. Ed è solo il primo che mi è venuto in mente.

        • Z. scrive:

          Tu non c’entri un tubero, hai ragione!

          Comunque non intendevo parlare di scarsa obiettività, quanto piuttosto di un interesse generalizzato dei lettori di K. per l’autore prima che per l’opera, quando si parla di opere recenti (i classici sono altra cosa).

        • Francesco scrive:

          Beh, questo non è un blog di critica letteraria ma di dietrologia ideologica

          Un pò come le pagine di cultura dei quotidiani italiani

          Ciò detto, Alejandro di Lady Gaga non era male ma lei è un cesso e non dovrebbe fare i suoi video, anzi neppure le canzoni

        • PinoMamet scrive:

          Mi si dice che in realtà sarebbe assai brava come interprete di brani “storici”, da crooner e simili;

          ma suppongo che questo non aiuti a vendere…

          A me non pare un cesso, ma so’ gusti, si licet dare un giudizio fisico, la preferisco alla platinata Katy Perry
          (che ha capito che, non avendo niente di nuovo da dire a livello di immagine, doveva accontentarsi di fare il verso alle vecchie dive/pin-up) e all’appendiabiti Rihanna, che da quando si è messa in testa di diventare “icona per gli stilisti” ha smesso di sorridere e sembra sempre alle prese con un tremendo mal di pancia.

        • Z. scrive:

          Ecco, intendevo precisamente questo 😀

          Tu confronti la loro immagine, la loro presentazione, chi è “moralmente” meglio o peggio, chi è o fa più il trasgressivo etc.

          A me interessa se mi piace o no la loro musica; al limite, ecco, osservo che una di queste sa cantare, un’altra meno e la terza, ecco, nzomm…

          Anche perché come sono davvero Stefani Germanotta, Robyn Fenty e Katheryn Hudson nessuno di noi lo sa davvero 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Ehmmm no;

          a dire il vero io ho parlato anche della musica, del lato tecnico, della Germanotta, dicendo che mi risulta che sappia essere una brava cantante.

          Per quanto riguarda la loro immagine, perché non dovrei parlarne?
          Non capisco davvero questa specie di censura mentale, per cui “conta solo l’opera”.

          Io posso dire che Benedetti Michelangeli era un pianista sublima, e posso anche dire (è un esempio inventato) “un mio conoscente lo ha incontrato ed era un gran pezzo di merda” oppure “era un simpaticone che mi ha fatto morire dal ridere in osteria”;

          oppure posso trovare moralmente discutibile il fatto che vivesse con due geisha giapponesi (a quanto si dice)…
          o lodarlo per questo…

          insomma, saremmo liberi di parlare o no??

        • PinoMamet scrive:

          Comunque il motivo per cui moltissimi autori stanno (e ripeto e confermo e sottolineo: legittimamente) sul cazzo, è questo, genialmente sintetizzato da un autore siciliano:

          https://www.youtube.com/watch?v=lW3Aqiw1EFE

          (Sì, Persepolis grida a ogni fotogramma “Io, Io, Iooooo…” ciononostante è anche un film di animazione gradevole…
          intendiamoci, lontano anni luce sia dalla poesia di Miyazaki che dalla visionarietà incredibile di Satoshi Kon, ma gradevole).

        • Francesco scrive:

          1) il musetto imbronciato di Rihanna mi fa morire, anche se è un pò mazza (cit.)

          2) chi è Satoshi Kon?

          3) ho già detto che anche Katy Perry non è male, pur essendo ancora più banale?

          4) LG è bassa e brutta, se devo essere sincero

          ciao

        • PinoMamet scrive:

          Satoshi Kon era (è morto giovane purtroppo) un regista di animazione assolutamente incredibile, un genio del montaggio, citatissimo (e scopiazzatissimo, a volte non si capisce) dal cinema ammeregano:

          Black Swan e Inception, per dire, sono in pratica dei rifacimenti non-detti dei lavori di Satoshi Kon, solo resi più banali e semplificati, anche se alcune immagini sono riprese praticamente alla lettera…

        • Z. scrive:

          Boh, io mi ricordo discorsi su chi è meglio o peggio perché meno ipocrita o più trasgressivo o cose così. Anche perché se avessi letto certe enormità – tipo che Lady Gaga canta meglio di Katy Perry – me le ricorderei 😀

          Comunque Pino puoi stare tranquillo: posso assicurarti che nessuno ti vuole impedire di dire o scrivere alcunché! dico davvero 🙂

        • PinoMamet scrive:

          In effetti credo che Lady Gaga, quando fa il suo repertorio naturale (che credo sia roba tipo Frank Sinatra…) canti meglio di Katy Perry.

          Ma non so se hai notato che non stiamo parlando di Montale o di Leopardi.

          E neanche di Beethoven o Stockhausen.

          Stiamo parlando, in questo caso, di persone che campano vendendo la loro immagine .

          Per cui parlare di questa, ecco, non mi sembra così campato per aria…

        • Z. scrive:

          A maggior ragione, se si tratta di un mero prodotto da vendere, mi sfugge il senso delle dissertazioni sociologico-morali…

          Comunque la varietà è mezza ricchezza, come l’altezza è mezza bellezza (peccato che l’altra metà non sia la panza)!

        • Z. scrive:

          A parte questo, dove hai letto che il repertorio naturale di LG sarebbe Frank Sinatra? A quanto leggo si è sempre esibita come cantante pop o giù di là…

        • PinoMamet scrive:

          //www.youtube.com/watch?v=ZPAmDULCVrU

          😉

        • PinoMamet scrive:

          Just add https 😉

        • roberto scrive:

          il video dell’autore siciliano è veramente geniale 🙂

          per il resto, a me basta ascoltare e fra tutte preferisco kate perry che è tanto caruccia (rihanna mi piaceva nella versione non incazzata di un paio di anni fa)
          😀

        • Z. scrive:

          Ma quello non è il repertorio naturale di LG!

          Non più di quanto il repertorio naturale di Kylie Minogue sia la canzone d’autore, ecco. Peraltro è una collaborazione che ha fatto, a quanto leggo, nel 2011, quando era già molto famosa da anni.

          Però questa esibizione non è male, in effetti!

          Z.

          PS: Mi meraviglio che Moi non abbia ancora detto che ti dovrebbe piacere di più Katy Perry perché condivide il tuo punto di vista su Israele 🙂

      • MOI scrive:

        Questo che ?

        … Dirai mica che per Israele i fumetti di Marjane Satrapi sono una minaccia peggiore degli Ayatollah e di Khatami, Ahmadinejad e Rouhani ?!

        • MOI scrive:

          Mrjane Satrapi è un po’ UAARoide, in effetti … ma vorrei vedere voi sotto quel Regime lì.

        • Z. scrive:

          Psst… io non voglio fare il portavoce non autorizzato di Pino, che spero mi perdonerà…

          Però non è che tutte le sue idee – inclusi i suoi gusti letterari e artistici – debbano dipendere necessariamente dall’interesse geopolitico di Israele!

          Ad esempio, io ho letto due opere di MS e mi sono piaciute, ma esattamente che c’entra Israele? 😀

        • mirkhond scrive:

          Effettivamente certe cure correzionali sarebbero più indicate in altre zone del mondo…. 😉

        • PinoMamet scrive:

          Io ho sentito un’intervista alla Satrapi e mi è stata antipatica, tutto qui.

          Inoltre nella sua opera, peraltro pregevole (almeno quella che ho letto/visto) mi pare di ravvisare tutti gli indizi di una… come dire… Boldrini!

          E ho detto tutto 😉

        • MOI scrive:

          Una Boldrini Iraniana ?!?! … Io direi tutt’al più una Sabina Guzzanti Iraniana !

        • PinoMamet scrive:

          Tu metti al governo Sabina Guzzanti, e otterrai una Boldrini.
          Prova!

        • MOI scrive:

          Questa è pesissima, Rabbi 😉 … ci rifletterò seriamente, dico davvero.

        • MOI scrive:

          Da qualche parte 🙂 disse di aver trovato l’ispirazione per Persepolis da Maus di Art Spiegelmann …

        • Z. scrive:

          E dunque… avete visto che ho ragione quando dico che vi interessano più gli autori delle opere?

          Del resto io ho sempre ragione 😀

        • PinoMamet scrive:

          Che tu abbia sempre ragione è indubbio: sei romagnolo, quindi perfetto per definizione 😉

          ma a parte questo, direi no, dai;
          se di un autore non so niente, non dico niente; e anche quelli di cui so qualcosa, nella maggior parte mi sono completamente indifferenti.

          Poi ce ne sono anche alcuni che trovo antipatici: succede, che ci vogliamo fare!
          🙂

  62. mirkhond scrive:

    I Qajar dopo il 1925:

    Qajar Royal Family

    The Qajar Imperial Family in exile is currently headed by the eldest descendant of Mohammad Ali Shah, Soltan Mohammad Ali Mirza Qajar, while the Heir Presumptive to the Qajar throne is Mohammad Hassan Mirza II, the grandson of Mohammad Hassan Mirza, Soltan Ahmad Shah’s brother and heir. Mohammad Hassan Mirza died in England in 1943, having proclaimed himself shah in exile in 1930 after the death of his brother in France.

    Today, the descendants of the Qajars often identify themselves as such and hold reunions to stay socially acquainted through the Kadjar Family Association.[21]
    Qajar dynasty since 1925

    Heads of the Qajar Imperial Family

    The headship of the Imperial Family is inherited by the eldest male descendant of Mohammad Ali Shah.

    Soltan Ahmad Shah Qajar (1925–1930)
    Fereydoun Mirza (1930–1975)
    Soltan Hamid Mirza (1975–1988)
    Soltan Mahmoud Mirza (1988)
    Soltan Ali Mirza Qajar (1988–2011)
    Soltan Mohammad Ali Mirza (2011–present)

    Heirs Presumptive of the Qajar dynasty

    The Heir Presumptive is the Qajar heir to the Persian throne.

    Soltan Ahmad Shah Qajar (1925–1930)
    Mohammad Hassan Mirza (1930–1943)
    Fereydoun Mirza (1943–1975)
    Soltan Hamid Mirza (1975–1988)
    Mohammad Hassan Mirza II (1988–present)

    Notable members of Qajar family
    Bahram Mirza

    Politics

    Prince Abdol Hossein Mirza Farmanfarma (1859-1939), prime minister of Iran
    Prince Firouz Mirza Nosrat-ed-Dowleh Farman Farmaian III (1889-1937), son of former, foreign minister of Iran
    Amir Abbas Hoveyda, Iranian economist and politician, prime minister of Iran from 1965 to 1977, a qajar descendant on his maternal side
    Ali Amini, prime minister of Iran
    Prince Iraj Eskandari, Iranian communist politician
    Princess Maryam Farman Farmaian (b. 1914-d. 2008) Iranian communist politician, founder of the women’s section of the Tudeh Party of Iran
    Ardeshir Zahedi (b. 1928–) Iranian diplomat, qajar descendant on his maternal side

    Social work

    Princess Sattareh Farmanfarmaian, Iranian Social work pioneer
    Prince Sabbar Farmanfarmaian, health minister in Mosaddeq cabinet

    Business

    Princess Fakhr-ol-dowleh
    Mariam Faroughy-Qajar, entrepreneur and linguist

    Women rights

    Princess Mohtaram Eskandari, intellectual and pioneering figures in Iranian women’s movement

    Literature

    Prince Iraj Mirza (b. 1874-d. 1926), Iranian poet and translator
    Princess Lobat Vala (b. 1930), Iranian poet and campaigner for the Women Liberation
    Nader Naderpour, Iranian poet, a Qajar descendant on his maternal side
    Shahrnush Parsipur, Iranian novelist, a Qajar descendant on her maternal side

    Music

    Gholam-Hossein Banan, Iranian musician and singer, Qajar descendant on his maternal side

    Popular culture

    Marjane Satrapi, Iranian graphic novelist, Qajar descendant on her maternal side

    Entertainment

    Princess Shireen Fathi, an American-Iranian performer, most notably as a dancer in the Persian Parade held annually in New York City, a Qajar descendant on her paternal side
    Sarah Shahi, an American actress, a Qajar descendant on her paternal side

    http://en.wikipedia.org/wiki/Qajar_dynasty

  63. MOI scrive:

    @ PEUCEZIO / PINO

    Ma il percorso etimologico arcaizzante che portava a distinguere “arance” [sic] da “provincie” [sic], lo sapete ?

    PS

    L’ opera ultimissima incompiuta (interrotta dalla famigerata Trilogia sull’ Islamizzazione) dell’ Oriana Furiosa _ che avrebbe dovuto essere una specie di Saga Familiare sull’ Epopea Toscana della Lotta di Classe _ s’ intitolava Un Cappello Pieno di Ciliege” [sic] …

    • MOI scrive:

      http://www.oriana-fallaci.com/img/albero.gif

      più o meno quello che ha fatto Frau Dietlinde “Lilli” Gruber per la propria (!) Famiglia … da Franz-Joseph / “Cecco-Beppe” [cit.] 😉 alla Resistenza & Costituzione Più Bella del Mondo !

      Attraverso la Maledizione del Nazismo, Stigma Indelebile per ogni Krukken 😉 !

    • Z. scrive:

      In realtà ho imparato che “ciliege” è forma corretta, e l’ho imparato proprio su questo blog!

      • MOI scrive:

        La Fallaci (l’ Oriana Furiosa non avrebbe mai accettato la Paturnia Targata Fornero !) era Fiorentina di Madrelingua … ma “ricercata”. Ad esempio usava verbi come “ustolare” o il da lei “resuscitato” 😉 famigerato “berciare” riferito a come suona l’ Arabo.

        Similmente, Elio Vittorini definiva “latrare” il Tedesco …

  64. mirkhond scrive:

    Molti nostalgici degli Asburgo, negli anni dal 1934 al 1945 erano sostenitori del nazismo, in cui vedevano una sorta di “vendicatore” sia pur pangermanista, dei torti subiti dal 1918 in poi, anche Hitler non provava nessuna nostalgia asburgica, e fino al 25 luglio 1943, nemmeno gli interessava del Sud Tirolo….

    • Z. scrive:

      Se non ricordo male Hitler ha abbandonato la rivendicazione per promuovere l’alleanza col Dusce. Una bella fregatura per i tedeschi altoatesini!

      • mirkhond scrive:

        Già…..
        Ma col 25 luglio 1943, i piani cambiarono, in quanto Hitler, dopo la disfatta di Russia e il crollo del fascismo, dette ascolto alla “lobby” austriaca facente capo al gaulaiter di Carinzia, Friedrich Rainer….

        • Dif scrive:

          Una domanda a proposito: le zone d’operazioni delle Prealpi e del Litorale Adriatico vennero direttamente annesse al Reich o erano solo zone d’occupazione?

        • habsburgicus scrive:

          solo zone di occupazione…
          Rainer tollerò addirittura le attività del PFR (Pavolini fece un famoso viaggio a Fiume ad inizio 1945..l’ultima autorità italiana a visitare quella città 1)
          Hofer no, almeno a Bolzano

        • mirkhond scrive:

          Ufficialmente erano solo zone d’occupazione, ma con l’intento non tanto velato di trasformarle in terre tedesche a guerra vittoriosa…
          In realtà Rainer, pensava anche al DOPO Hitler, cioé se non nel 1943, sicuramente nel 1944-45, si era reso conto che il reich sarebbe crollato, e tentò, tramite il Vaticano, di trattare con gli Alleati, per ricostruire sulle ceneri del reich nazista, una nuova Austria che comprendesse almeno la Slovenia, il Litorale Adriatico tra Trieste e Fiume con l’Istria, il Friuli, Belluno tutto il Tirolo e il Trentino.
          Al progetto, pare, che fosse interessato anche l’antinazista Otto d’Asburgo, erede dell’ex trono asburgico, e in esilio negli Usa dal 1940, quando i nazisti invasero la Francia, dove viveva dagli anni ’20, in esilio.
          Ed in effetti, nel 1945, l’arciduca comparve nel Tirolo al seguito delle truppe alleate.
          E la determinazione di questo nucleo nazista alla resistenza contro l’avanzata di Stalin e Tito, anche DOPO la capitolazione del reich, oltre al timore di dover subire le comprensibili vendette comuniste, nasceva proprio dalla speranza di una rinascita austriaca con l’appoggio alleato.
          Gli Usa però, tra aprile e maggio 1945, non poterono scontentare Stalin e Tito, che oggettivamente avevano sostenuto lo sforzo più duro contro il reich, ed inoltre trattarono con freddezza lo stesso (pur fieramente antinazista) Otto d’Asburgo.
          Avendo già distrutto l’Austria nel 1918, non avevano certo intenzione di ricostruirla nel 1945.
          Rainer, preso prigioniero dagli Alleati (che pare, gli dettero l’opprtunità di fuggire), nel 1947 venne consegnato alla Jugoslavia, dove fu processato sommariamente, anche per crimini di altri e di cui non era direttamente responsabile, e sbrigativamente giustiziato, portando nella tomba un testimone che avrebbe potuto rivelare gli interessanti retroscena di questo disegno geopolitico, inizialmente concepito solo come un’estensione meridionale del reich nazista, ma che, gradualmente, dopo Stalingrado e il crollo del Fascismo, e il ribaltone italiano dell’8 settembre 1943, prese sempre più il disegno di una restaurazione austriaca…..

        • mirkhond scrive:

          Rainer tollerò addirittura le attività del PFR (Pavolini fece un famoso viaggio a Fiume ad inizio 1945..l’ultima autorità italiana a visitare quella città 1)

          Tollerò per modo di dire, visto che DE FACTO le provincie italiane di Lubiana (dal 1941), di Fiume (estesasi con la spartizione della Jugoslavia nell’aprile-maggio 1941), Trieste, Pola, Gorizia e lo “stato” cuscinetto del Friuli, erano sottoposti alle leggi tedesche.
          Anche se furono permessi alcuni arruolamenti per la RSI, si trattò solo di contentini, in quanto anche i fascisti locali più sfegatati, de facto lavoravano per il reich (o meglio per Rainer) piuttosto che per la “Duce Italien” come a Trieste chiamavano, con ironico disprezzo, la RSI di Mussolini.
          Il grosso delle leve locali andarono alla TODT oppure direttamente nelle varie unità militari tedesche, soprattutto alle waffen ss, come i Cacciatori del Carso, reclutati fin dal novembre 1943 tra istriani, triestini, goriziani e friulani, oltreché a sloveni, sia pure sotto il comando di ufficiali tedeschi.
          Inoltre, nell’estate del 1944, furono stanziati in Carnia circa 40.000 Cosacchi, ex prigionieri di guerra sovietici o volontari passati al servizio del reich, composti da Russi, Ucraini, Georgiani, Azeri e Turchi dell’Asia Centrale, con l’intento di costruirvi un nuovo grenzraum.
          Pavolini stesso si lamentò che, durante il suo viaggio a Trieste era stato trattato come l’ultimo ministro albanese (nel senso che non contava un cazzo), e Rainer fece espellere dal Litorale il comandante Borghese con la sua Decima Mas.
          Il 1 ottobre 1943 fece saltare il monumento a Nazario Sauro, disertore asburgico istriano durante la prima guerra mondiale, e giustiziato nel 1916 per tradimento col passaggio all’Italia, e divenuto un simbolo dell’italianità pre e fascista di quelle terre…
          In sostanza Rainer preparava un’annessione di queste terre già asburgiche, che solo la sconfitta tedesca, e, soprattutto, la volontà statunitense, impedirono di veder realizzate…..

        • habsburgicus scrive:

          di cui non era direttamente responsabile, e sbrigativamente giustiziato

          questa è appunto la storia ..
          la leggenda, o forse solo UNA leggenda, vuole che sia stato incontrato in un campo di prigionia nel Kosovo nel dicembre 1953 😀

        • habsburgicus scrive:

          trattato come l’ultimo ministro albanese (nel senso che non contava un cazzo),

          se ci legge Ritvan 😀
          come minimo, una fatwa postuma contro Pavolini 😀

        • Ritvan scrive:

          —–trattato come l’ultimo ministro albanese (nel senso che non contava un cazzo),
          se ci legge Ritvan 😀
          come minimo, una fatwa postuma contro Pavolini 😀 habsburgicus—–

          Come mi conosci male:-)…Pavolini ha detto solo una spiacevole verita`.

  65. mirkhond scrive:

    anche se Hitler

  66. MOI scrive:

    Von der Etsch bis an den Belt

    [cit.]

    http://de.wikipedia.org/wiki/Lied_der_Deutschen

    1841 … sputtanatissimen 😉 un secolo dopo !

    https://www.youtube.com/watch?v=Jr5qd-DRFQI

  67. MOI scrive:

    @ Z

    A proposito dicevi che il Tedesco userebbe molto anche un lessico Latino e Greco … non mi pare tanto, però. Altrimenti, lo “Sturmtruppenese” 😉 sarebbe un’ InterLingua in grado di consentire la comunicazione 😉 …

    • MOI scrive:

      Ma forse intendevi qualcos’altro …

    • Z. scrive:

      Veramente di lessico greco non credo di aver proprio parlato. Se ben ricordo, dicevo che si usano sia parole latine sia parole di etimo latina…

      • MOI scrive:

        Eppure in Sturmtruppenese NON si comunica con loro … come mai ?

        • MOI scrive:

          … chiaro, no ?

        • Z. scrive:

          …non è chiarissimo ad essere sinceri… che cos’è lo Sturmtruppenese, ad esempio? 🙂

        • MOI scrive:

          Ma per favore … perché fingi di non saperlo ?!

          https://www.youtube.com/watch?v=PzA6DQydAYM

        • MOI scrive:

          Lo Sturmtruppenese è la celeberrima lingua “artificiosa” di Bonvi che ripresenta e ripropone il Tedesco “Ucronico” se avesse mantenuto struttura e fonetica Germaniche su lessico Latino. Lo “Schettinen” di Sallusti per Lubitz … da dove cazzo credi che venga ?!

          Sarebbe interessante sapere se qualche Linguista Tedesco abbia mai compiuto studi ucronico-linguistici sullo Sturmtruppenese …

        • Z. scrive:

          Ah, quello intendevi? perché se io mi metto a parlare come le Sturmtruppen i tedeschi non mi capiscono? e perché dovrebbero – solo perché usano anche parole provenienti dal latino?

          Scusa Moi, ma davvero non avevo capito, altrimenti ti avrei mandato subito a quel paese 😀 😀 😀

        • MOI scrive:

          http://www.youtube.com/watch?v=mP56uirmcSg

          Ergo hai sproloquiato sul lessico Latino in Tedesco con estrema superficialità nozionistica. Ràiga !

          Anzi: Reigen ! 😉

        • Z. scrive:

          Sproloché? ho solo detto che in tedesco si usano parole latine e parole che provengono dal latino. Mica questo implica che se parli come le Sturmtruppen ti capiscono. Secondo te se parli come Ollio ti capiscono a Londra? 😀

        • PinoMamet scrive:

          Beh, c’è una famosa barzelletta, che ho già postato…

          (a dire il vero, credo esista in tutte le lingue, io l’ho conosciuta nella versione parmense) 😉

          “..ma.. se lu l’è Gino d’Rossi, ad Medzàn (Medesano)…
          e mi a sum Rino d’Ferèri ad Nozè… parché seguitùmia a parlèr in inglez??”

        • MOI scrive:

          Alan Friedman è forse il primo madrelingua Inglese che sento parlare davvero (!) come Ollio … comunque in Inglese, rispetto al Tedesco, di lessico derivato dal Latino ce n’ è moltissimo di più ! Tipo paragonare l’ Arabo in versione Libica e la Lingua Maltese !

        • Z. scrive:

          Se per “latino” intendi anche il francese sì, Moi, ma questo non basterà a farti capire se parli come Ollio. Credimi 😀

  68. habsburgicus scrive:

    Salvini mitico !
    30 secondi fa
    ha detto banalità, chiaro
    ma contro le assurde stupidaggini (razziste* oltretutto verso milioni di persone) dell’interlocutrice, ci voleva !
    che ne pensate ?

    *, nel senso esteso che LORO sono i primi ad usare

    • Z. scrive:

      “Salvini” e “mitico” non possono stare nella stessa frase, a meno che “mitico” non sia il rafforzativo di uno dei tanti aggettivi che merita 🙂

      A parte questo, che ha detto?

      • habsburgicus scrive:

        alla solita che dava la colpa della corruzione dell’Italia alla chiesa cattolica,.
        ha risposto per le rime
        ricordando che c’è pure corruzione, e anche di più all’estero..e usando parole di “difesa” (e comprensione) per gli italiani cattolici !
        non se ne può più
        ci sono molte obiezioni SERIE al Cattolicesimo. (e anche alle altre religioni), io sono molto aperto in questo come sapete
        ma criticare per partito preso la NOSTRA STORIA E la nostra civiltà sempre, da persone spesso ignoranti e inutili, basta !
        bisognerebbe fare una legge per cui chi non sa, poniamo
        chi era Sancho II e quando visse
        in che anno Fl. Apion assunse il consolato
        chi era Gil Eanes
        NON POSSA più parlare di Chiesa cattolica, di Europa e soprattutto non possa dire che tutti i mali derivano dai cattolici 😀 :D:D

        • Z. scrive:

          Che ci sia più corruzione in alcuni Paesi all’estero immagino sia vero. Il problema è che ben pochi di questi si trovano in quello che Salvini chiamerebbe “Occidente”. Che si stia riscoprendo terzomondista? 😀

          Le polemiche sulla religione mi sembrano fuori luogo e su questo sono d’accordo con te.

          Comunque io non so chi siano né Sancho II, né Fl. Apion né Gil Eanes. Accetto di buon grado di non parlare di Chiesa cattolica (non mi costa fatica, tanto non ne parlo mai). In cambio, posso parlare di Europa, ogni tanto? 😀

        • habsburgicus scrive:

          certo 😀
          del resto ogni legge deve avere una deroga 😀

        • Peucezio scrive:

          “Il problema è che ben pochi di questi si trovano in quello che Salvini chiamerebbe “Occidente”.”

          Balle.
          Sanno solo nascondere meglio la corruzione.
          L’idea che francesi, spagnoli, inglesi ecc. siano meno corrotti degli italiani è pura mitologia.

        • Z. scrive:

          Forse c’è un equivoco: io non penso che “gli italiani siano corrotti”. Anzi, non penso neppure che siano meno onesti degli altri. E neppure che apprezzino il malfunzionamento delle istituzioni.

          Non è che si divertano ad allungare mazzette, ad avere a che fare con nepotismo e corruzione, a farsi trattare come sudditi anziché come cittadini fino nelle piccole cose (al di fuori dei Sacri Confini se un’azienda ha deciso di scartarti è regola comunicartelo: in Italia è un’eccezione rarissima), a vedere i propri processi durare anni se non decenni.

          Così come non si divertono a vivere in un Paese le cui istituzioni – al di fuori, quando va bene, della famiglia – non ti offrono nessuna garanzia concreta contro la disoccupazione e la miseria.

          Alcuni di loro ci guadagnano, certo, ma sono una minoranza; quelli che subiscono il sistema, e che avrebbero tutto da guadagnare se il sistema funzionasse in modo più corretto e trasparente, sono molti di più.

          E infatti, quanto capita loro di avere a che fare con i sistemi d’altri Paesi europei, di norma molto più corretti e trasparenti, apprezzano eccome. E nonostante la buona cucina, il buon vino e il buon clima – oddio, qua il clima veramente è pessimo, ma nelle vostre Puglie è tutt’altra cosa – di norma si guardano bene dal tornare a casa.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Sancho II di Castiglia, spero. In tal caso, Z, basta che ti ricordi della campagna del Cid dell’espansione di AoE2 😀

        • roberto scrive:

          Z,
          io vorrei avere la tua certezza sul fatto che “agli italiani non piace”. visto però fondamentalmente nulla cambia, ho sotto sotto il sospetto che agli italiani (e scusate la generalizzazione) “piace così”, perché fondamentalmente non gli piacciono le regole (per poterne approfittare quando può) e non gliene frega nulla della società in generale, ma gli interessano famiglia e amici

          Peucezio,
          per la spagna non so nulla, per francia ed inghilterra semplicemente la corruzione va di pari passo al rapporto che ha il cittadino con l’amministrazione.
          sei un suddito senza diritti? paghi la mazzetta per sopravvivere.
          sei un cittadino con diritti? non hai bisogno di pagare la mazzetta.

          basta un esempio di fantasia per capire.
          Mr Smith e il Sig. Esposito vogliono modificare la terrazza del loro giardino. presentano tutti e due un progetto all’aministrazione comunale e aspettano l’autorizzazione.
          per Smith: sa già prima di presentare il progetto che se rispetta tali distanze dal confine, o questa e quella regola, il progetto sarà approvato e se entro 90 giorni il comune non gli dice nulla può iniziare i lavori.
          per Esposito: non ha nessuna idea dei parametri che vengono utilizzati per approvare o no questi lavori, né dei tempi di risposta e non può iniziare finché non ha il nullaosta timbrato con ceralacca.
          chi dei due ha bisogno di ungere le ruote dell’amministrazione?

          se tieni presente questa premessa, ti accorgerai che non è affatto mitologia che francesi ed inglesi siano meno corrotti (e ovvviamente non voglio dire che la corruzione non esiste a nord delle alpi!)

        • Francesco scrive:

          da cattolico confermo che il livello di ignoranza che da diritto a sparare a zero minchiate sulla Chiesa cattolica è altissimo.

          e pure molto diffuso.

          ciononostante, Salvini è un tale stronzo che mi trovo in difficoltà a ringraziarlo.

          PS anche in Baviera sono corrottissimi? e in Austria?

        • Z. scrive:

          MT,
          ecco un’attenuante per la mia ignoranza: non avevo l’espansione. Un’attenuante da poco, ma ci si difende con quel che si ha in mano 🙂

          robéluxe,
          figurati, ho ben poche certezze e non voglio spacciarne a nessuno. Però di connazionali emigrati ne conosco, quasi tutti di idee carattere e orientamenti politici diversissimi tra loro: a tutti mancano cibo e vino italiani, ma a nessuno manca la corruzione e il nepotismo. Il che mi fa pensare che non esiste una correlazione tra essere italiani (o cattolici, se è per questo) e prediligere la corruzione. Esiste invece una correlazione tra sentirsi impotenti e rassegnarsi ad accettare la propria condizione di sudditi.

          Francesco,
          alla Baviera stavo giusto pensando anch’io, e ti ringrazio per aver aggiunto anche l’Austria.

        • Francesco scrive:

          peraltro devo venire nel carrugio di Z e chiedere: i mille milioni di italiani emigrati nel mondo, come se la cavano col fenomeno dell’aggiramento delle regole e dell’aiuto ad amici e parenti?

          1) benissimo, infatti hanno esportato la mafia ovunque
          2) benissimo, hanno smesso e si sono felicemente adeguati al buoncostume altrui
          3) benissimo, hanno imparato come si fa in quei paesi e continuano con l’andazzo solito in forme nuove
          4) malissimo, all’idea che il cugino Peppo non verrà assunto come uscere al Comune non dormono la notte

          qualcuno ha esperienze al riguardo?

        • Roberto scrive:

          2 per quel che mi riguarda

        • Z. scrive:

          Direi proprio 2), per tutti – ma proprio tutti – quelli che conosco io: cattolici e atei, di destra e di sinistra, del nord e del sud Italia…

          Ce n’era persino uno che aveva iniziato a fare la differenziata in Germania con tipo otto bidoni diversi, e a casa sua non l’aveva mai fatta 🙂

    • MOI scrive:

      La Professoressa (si dice ancora, eh …) Radical-Chic dal “birignao facile” che _ l’ ho già sentita altre volte_ ha detto che l’ Italia è corrotta perché Cattolica ?

      A la cgnoss ! Altre volte continuava con la lode sperticata per la Riforma Protestante … che “in Italia purtroppo ancora non arriva” [cit.] !

      • habsburgicus scrive:

        io gliela darei la Riforma..
        ma quella di Calvino
        poi vediamo se ride ancora.. e se continua ad auspicarla 😀

        • Peucezio scrive:

          Basta che va sotto l’ISIS. Che è esattamente ciò che furono i riformati rispetto alla Chiesa cattolica.
          Stessi identici temi e concezioni morali.

        • Z. scrive:

          Suppongo che il fatto che i calvinisti non siano soliti decapitare persone inermi o bruciare viva la gente come invece suole fare l’IS sia pressoché irrilevante, dal tuo punto di vista 😀

        • Francesco scrive:

          Z

          non dire bugie, è ben noto come si comportavano i calvinisti quando fecero la Riforma

          mica quelli ammorbiditi da secoli di potere

        • Z. scrive:

          Oh, era solo una domanda la mia. Se per voi le torce umane e le decapitazioni sono particolari trascurabili vorraà dire che la pensiamo diversamente 🙂

        • Francesco scrive:

          veramente è il contrario

          per noi sono importanti e inopportuni, anche se praticati dai calvinisti (o dai cattolici, per me)

          sei tu che, pare, vorresti negare alcuni fatti

          e anche la notazione culturale di Peucezio è del tutto legittima, io oserei osservare che la violenza non è solo dei riformatori convinti ma anche dei difensori convinti dello status quo

          ciao

        • Z. scrive:

          Oh, capiamoci, anch’io sono per tener fuori il discorso “religione” dal discorso “corruzione”. Il nesso è tutto da dimostrare e la polemica mi sembra utile solo ad agitare polveroni.

          Per lo stesso motivo eviterei di mischiare calvinismo e IS. I pastoni semplificatori mi lasciano sempre molto perplesso 🙂

        • habsburgicus scrive:

          bruciare viva la gente

          e Servet ?
          (è chiaro che intendevo il Calvino “vero”..non ceroi ‘sti smidollati dei calvinisti di oggi 😀
          il calvinismo puro è moribondo [l’ultimo esempio era fra i boeri sino a c.a 1980], come tutto il protestantesimo, almeno come religione
          è ben vivo, e in ascesa, il cosiddetto “evangelismo” (pentecostali et similia) che ha senza dubbio tratti calvinistici ma anche una tale rozzezza, una mancanza di cultura storica e teologica (ancorché eretica) ecc che avrebbe fatto inorridire non solo Giovanni di Noyon e i presbiteriani ed i congregazionalisti del New England seicentesco, ma financo l’élite puritana di Boston di inizio XIX secolo !

  69. mirkhond scrive:

    “Cioè, sembrate molto più interessati a dare giudizi ideologico-moralistici sugli autori che dire la vostra sulle loro opere. Che si tratti di MS, di Lady Gaga o di chiunque altro…”

    Che guarda caso, sono tali, solo se colpiscono i fighetti di sinistra…
    Zanardo, Zanardo….. 🙂

    • Z. scrive:

      Beh, no: sono tali anche se riguardano l’autore di Conflict: MEPS, Lady Gaga o Katy Perry, nel momento in cui si giudica – comunque la si giudichi – l’indole di una persona anziché la sua opera.

      Un po’ come se parlassimo della musica dei Deep Purple e io, anziché dire se mi piacciono o meno Child in Time o Black Night, rispondessi: “eh ma Ritchie Blackmore è di destra”…

      🙂

      • mirkhond scrive:

        Tutti giudichiamo e veniamo giudicati, per il solo fatto di vivere e fare delle scelte.
        E tu, rientri a pieno nella nostra categoria, anche se da un “partito” contrario….

        • Z. scrive:

          Ci mancherebbe, tutti giudichiamo e siamo giudicati. La cosa che vi accomuna è che in quasi tutti voi sembra prevalere l’interesse per il carattere e per le idee degli autori “moderni” (passami l’imprecisione) più che per le opere che scrivono.

          La mia non è una critica – MS non è mia parente, e neppure RB! – ma solo una presa d’atto…

  70. mirkhond scrive:

    Per quel che mi riguarda, posso apprezzare racconti come La Disubbidienza di Moravia, ma nello stesso tempo vedere il suo autore per quello che fu: un fighetto snob che si barcamenò tra fascismo e comunismo all’italiana, ma sempre ostentando uno snobismo annoiato da presunta superiorità morale….

  71. mirkhond scrive:

    E comunque non caro Traversara, i giudizi moralistici e pelosi, li dai anche tu, ogni volta che si osa criticare quel piddìnulla, i cui motivi sul perché ti stia tanto a cuore, restano ancora un mistero….
    Profondo mistero….

  72. mirkhond scrive:

    Quelli che perculano tutto e tutti coloro che osano criticare il tuo piddì e il tuo latifondista “rosso” del fu Ducato di Spoleto….
    Così, per fare un esempio a caso…. 🙂

  73. habsburgicus scrive:

    il Tipo scrive su twitter
    “Mosè-Gesù-Maometto, tre immigrati mediorientali che hanno ridotto la nostra bella Europa ad un deserto spirituale.”

    il bello (si fa per dire) è che NESSUNO dei tre era immigrato—
    Nostro Signore al massimo andò in Egitto oltre alla Palestina dell’epoca
    Mosé Egitto e limite della Palestina secondo la tradizione
    Maometto Penisola arabica
    nessuno dei tre mai si avvicinò all’Europa che io sappia neppure in testi apocrifi
    avesse almeno detto Pietro e Paolo 😀

  74. habsburgicus scrive:

    il sogno (segreto) di Z 😀
    una legge di questo tenore
    art 1, il PD è il partito unico della Repubblica italiana
    art 2, chi oserà fondare un altro partito (tranne SEL) sarà condannato a 10 anni di carcere, a meno che il fatto non costituisca più grave reato
    fatto a Marxopoli (olim Bologna), il decadì, giorno 6 del mese di Marcuse dell’anno XLVIII della Laicità

    • Z. scrive:

      Non ho capito il calendario, non ho mai letto niente di Marcuse, non sono laicista…

      Ma soprattutto non servono nuove leggi, habs: il PD è già il partito unico della Repubblica italiana, per certi versi, e questo è (buona) parte del problema!

      • habsburgicus scrive:

        calendario inventatissimo 😀
        ma 48 dell’Era sessantottina, fa appunto 2015/2016 (ponendo chessò l’inizio al 25 aprile 1968, l’anno 48 inizierebbe fra 24 giorni :D)
        ma era solo uno scherzo !

        • habsburgicus scrive:

          ivento i messi settantottini 😀
          1.Marcuse=25 apr-24 maggio
          2. Lenin=25 mag.25 giu
          3. Mao=26 giu-25 lug
          4. Adorno=26 lug-25 ago
          5.Prometeo=26 ago-25 sett
          6. Robespierre=26 sett-25 ott
          7. Helvetius=26 ott-25 nov
          8.Parvus=26 nov-25 dic
          9.Marat=26 dic-24 gen
          10.Giordano Bruno=25 gen-24 feb
          11. Femminismo=25 feb-25 marzo
          12.Guevara=26 marzo-24 aprile
          al posto della settimana il decadì oppure il pentadì
          scherzo, sia chiaro 😀 😀 😀

        • habsburgicus scrive:

          è laicismo al cubo !!!!
          pure l’UAAR non sarebbe giunta a tanto 😀

        • PinoMamet scrive:

          I mesi sessantottini sono genialità pura!
          😀

        • habsburgicus scrive:

          grazie 😀

        • Z. scrive:

          “Femminismo” è l’unico mese dedicato ad una corrente e non ad una celebrità dell’area politica…

          Ma soprattutto – un tocco di delicatezza d’altri tempi, rivelatore della tua passione per l’Antico regime più che per il Sessantotto – è mese di inizio primavera 🙂

        • habsburgicus scrive:

          😀

        • Francesco scrive:

          kompagno!!!

          minimo minimo, 6 mesi maschi e 6 femmina

          poi formiamo una Commissione per i mesi LGBT … anche se non ne basteranno 12

          Moi, le 52 settimane sono sufficienti secondo i Gender Studies?

        • Z. scrive:

          Francè, secondo me il punto è proprio quello.

          Per undici mesi troviamo alcuni grandi della storia, acclamanti come importanti pensatori e apripista.

          Tutti uomini.

          Un mese, e un mese soltanto, si chiama FEMMINISMO.

          Cioè, le donne e tutto ciò che riguarda le donne.

          Quasi un espediente per sistemarle una volta per tutte, in modo da evitare questioni o lamentele.

          Nello schema di habs – non so quanto volontariamente – il femminismo occupa lo spazio che in Hegel, secondo una classica interpretazione, occupa la natura: quello di pattumiera del sistema.

      • Francesco scrive:

        tocca dare ragione a Z

        il PD di Renzi è rimasto unico in piedi

        e non è bello

  75. Roberto scrive:

    Sulla satrapi, a parte persepolis, avete letto broderies? E poulet aux prunes?
    In particolare broderies è molto carino

  76. mirkhond scrive:

    Se lo fa a nord di Senigallia non me ne frega niente…. 🙂
    Se lo fa qui, riceverebbe l’accoglienza che merita…. 🙂

  77. mirkhond scrive:

    “milioni e milioni di italiani :D”

    Che, chissà per quale oskuro motifo 😉 non riescono proprio a vedere la luce nel latifondista di Otricoli…. 🙂

    • Z. scrive:

      Oh, guarda che io sono sostanzialmente d’accordo con loro, eh! Sei tu ad essere fermamente convinto del contrario 🙂

      • mirkhond scrive:

        Chissà chi mi avrebbe convinto del contrario (!?)…… 🙂

        • Z. scrive:

          Le luci si accendono e si spengono, Duca, e questo va accettato.

          Max è stato un ministro degli esteri competente, certo, ma politicamente è un bel po’ che non ne azzecca una. Ormai anche Fassina e Cuperlo lo contestano apertamente.

  78. mirkhond scrive:

    “La cosa che vi accomuna è che in quasi tutti voi sembra prevalere l’interesse per il carattere e per le idee degli autori “moderni” (passami l’imprecisione) più che per le opere che scrivono.”

    Sai, esistono quelle cose banalissime, che si chiamano simpatia e antipatia, che mostri di avere anche tu, seppure in “opposizione” al “nostro” comune antipiddismo…
    Sulla Satrapì ho detto cosa ne penso….
    Mi dispiace per le sue vicissitudini personali e famigliari, ma non condivido in nulla le sue idee….
    La morale “giacobbina” non mi piace….

  79. mirkhond scrive:

    Poi, conoscere la biografia e il pensiero di un autore, puo’ aiutare a capire meglio le sue opere (e ad amarle o detestarle)…..

    • roberto scrive:

      questo è vero,
      però ci sono vari livelli di “piacere” e secondo me il primo, il più basso, il più insignificante, cioè il mio :-), è quello di un piacere che prescinde dalla conoscenza dell’autore.
      persepolis è un buon esempio, l’ho letto senza sapere nulla della satrapi e l’ho adorato. poi ho visto spesso la satrapi in televisione e devo ammettere che la trovo abbastanza antipatica, però persepolis continua a piacermi.

    • Francesco scrive:

      la mia prof di italiano al liceo (peraltro comunista, un pò stronza, un pò brava) mi tolse la pelle per averlo detto

      e forse non posso darle torto: la prima volta meglio avere meno pregiudizi possibile, anche a costo di non cogliere qualcosa

      ciao

  80. Z. scrive:

    Vi ricordate del filmato che illustrava il corso in cui, a Bologna, si addestravano laici e religiosi a riconoscere i segni dell’indemoniamento?

    Bologna è da sempre all’avanguardia: ora i corsi si tengono anche a Roma.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/31/esorcismo-via-corso-aperto-laici-per-riconoscere-demonio/1553504/

    Il programma prevede un ciclo di incontri che, come spiegano gli organizzatori, si propone di fornire a sacerdoti, laici, medici, psicologi, insegnanti e operatori pastorali gli strumenti di formazione su un argomento a volte oscuro, quello dell’esorcismo, per imparare a gestire i casi di possessione demoniaca distinguendoli dai disagi di natura psichiatrica.

    Il corso si prefigge, tra gli altri, l’obiettivo di approfondire il rito e la parte liturgica della pratica esorcistica, la parte biblica, il dialogo con le altre scienze come la psicologia la giurisprudenza e la medicina (corsivo mio).

  81. mirkhond scrive:

    “la leggenda, o forse solo UNA leggenda, vuole che sia stato incontrato in un campo di prigionia nel Kosovo nel dicembre 1953 :D”

    Io so invece di un’altra leggenda, che lo vorrebbe ancora vivo nei pressi di Belgrado nel 1952, sempre in un campo di prigionia….

  82. MOI scrive:

    Quando Satana si manifesta nelle forme più mostruose è il momento in cui è più debole, non potendo più dissimulare la propria vera nayura !

    Perché … è notoriamente un umanista ! 😉

    https://www.youtube.com/watch?v=ZjFFspwuarQ

  83. MOI scrive:

    Ma “Signora Lingua”, che vuol dire ? … Esiste anche la “Sgualdrina Lingua” ? Tipo quale ? Perché ?

  84. PinoMamet scrive:

    Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

    https://vimeo.com/122331366

    (sulla crisi greca)

    Visto a metà, segnalo intanto che sono smascherati come miti:

    -che i greci lavorassero poco (in realtà lavoravano più del resto dell’area euro, quelli che lavorano meno ore sono i tedeschi)
    -che fossero sempre in vacanze (quelli che fanno più vacanze sono di nuovo i tedeschi…)
    -che fossero tutti baby pensionati e con pensioni d’oro (media delle pensioni, sui 700 euro mensili)
    -che i dipendenti pubblici fossero tutti privilegiati (un insegnante dopo 15 anni prendeva comunque il 40% in meno dell’omologo tedesco)

    anche il grande razzismo con cui la crisi greca è stata trattata nei mezzi di informazione, di nuovo, tedeschi…

    • roberto scrive:

      grazie,
      lo vedrò sicuramente stasera.

      però anticipami una cosa, parlano della storia delle piscine ad atene?

      “Using satellite images to locate country houses and properties, they have found out that the suburbanites own *16,974* swimming pools, a sight more than the *324* officially declared”

      http://www.voxeurop.eu/en/content/article/308121-great-tax-fraud-hunt-now

      devo ritrovare il post in cui raccontavo della mia visita alla corte dei conti greca, mica alla bundesbank…., e delle cose straordinarie che mi avevano raccontato su truffe imbrogli & raggiri

      scherzi a parte (ma fino ad un certo punto),
      credo che ognuno racconti solo una parte della verità.
      sicuramente non è vero che tutti i dipendenti pubblici greci sono dei privilegiati, ma sicuramente non è vero che tutti i problemi della grecia vengono dalla germania e dall’euro

    • Francesco scrive:

      ehm

      le ultime due confutazioni non valgono nulla, hai notato?

    • Z. scrive:

      Che io sappia, tra i problemi principali attribuiti alla Grecia figuravano corruzione, sistema fiscale e un’amministrazione pubblica ipertrofica (uhm, mi ricorda qualcosa).

      Non il fatto che “i greci lavorano poco” o che “fanno troppe vacanze”, cose di cui non avevo nemmeno sentito parlare…

      • Francesco scrive:

        saranno uscite sull’equivalente tedesco del Fatto Quotidiano

        😉

      • PinoMamet scrive:

        Noi leggiamo la stampa italiana, non quella tedesca…

        e comunque non credo che la colpa della crisi greca sia solo tedesca: è anche francese 😀

        scherzi a parte, l’amministrazione greca senza dubbio ha avuto le sue pecche, d’altra parte c’è stata da parte franco-tedesca la ferre volontà di non negoziare alcunché, ponendo condizioni insostenibili per una larga maggioranza della popolazione greca;

        in questo c’è stato innanzitutto il desiderio di farsi, cinicamente, i propri interessi nazionali innanzitutto;

        secondariamente, ma non troppo, mi pare che ci sia anche una certa volontà punitiva “adesso vi facciamo vedere noi chi comanda, brutti terroni fancazzisti”, motivata dai miti sopraddetti…

        • Z. scrive:

          Forse io non leggo a sufficienza neppure quella italiana, non so. Ma quelle accuse le leggo per la prima volta nel tuo commento…

        • PinoMamet scrive:

          Potresti rimediare: per esempio dando un’occhiata al documentario… 😉

        • Francesco scrive:

          brutti terroni fancazzisti temo sia molto poco mito

          almeno a guardare i conti della Grecia prima che venisse rasa al suolo dall’insipienza europea

          ciao

        • Z. scrive:

          Ah, un film di Bagnai. Interessante, ma prima devo assistere a un convegno di Vannoni e partecipare a una manifestazione antivaccinista 😀

        • PinoMamet scrive:

          Non so chi sia Bagnai, ma quello che mi interessa è:

          i dati sono autentici, o abbiamo già deciso che sono falsi perché “i greci sono fancazzisti” e “la Germania non è così male, dai” ?

        • Z. scrive:

          Peraltro mi sembra del tutto irrilevante: in questi casi, purtroppo, il razzismo non manca mai né in un verso (“terroni lavativi”) né nell’altro (“nazisti assetati di sangue”).

          Il fatto che ci sia chi dice stupidaggini sui greci non attenua eventuali responsabilità da parte greca, così come il fatto che ci sia chi dice stupidaggini sui tedeschi non attenua eventuali responsabilità da parte tedesca.

        • Francesco scrive:

          ancora una volta tocca concordare col compagno Z

          meno seghe mentali sul razzismo e più noioso lavoro sui numeri

          poi possiamo accapigliarci con profitto

          ma decidere sono più nazisti i tedeschi o italiani i greci non mi appassiona

  85. Francesco scrive:

    x Moi

    anche questa potrebbe piacerti

    http://www.monicacirinna.it/cms/biografia/mi-presento.html

    😉

  86. roberto scrive:

    “in questo c’è stato innanzitutto il desiderio di farsi, cinicamente, i propri interessi nazionali innanzitutto;”

    siccome per contratto matrimoniale sono obbligato a parlare bene dei tedeschi (che sono belli e potenti 🙂 ) o quanto meno a difenderli, vorrei precisare una cosa non secondaria.

    l’interesse nazionale c’entra sicuramente ma c’è una questione più diretta che è quella dell’interesse personale dei tedeschi (belli e potenti).

    mi spiego.

    quando da noi la boldrini va, lacrimuccia sul viso, in televisione a dire “salviamoli! catastrofe umanitaria! i bambini, almeno i bambini!”, noi appunto ci commoviamo e pensiamo “si, in effetti bisogna salvarli”. nessuno però pensa di essere lui personalmente a mettere mano al portafoglio.

    i crucchi (belli e potenti), ma anche i francesi, hanno fatto un discorso un filino più chiaro: “servono x fantastiliardi che sono (per dire) 100 euro a testa da pagare”
    al che, sono scomparse le lacrime di commozione ed è apparso il discorso “perché pagare per altri?” (poi si, ha ragione pino nel dire che pian piano il discorso si è spostato sul ben più antipatico “perché pagare per altri che si divertono mentre noi ci facciamo il mazzo?”)

    ora, so che i tedeschi son cattivi di natura (cavolo, ce li ho in casa) e gli italiani buoni e generosi, ma se venisse renzi a bussare a casa degli italiani e chiedere “50 euri per salvare la grecia”, quanti vaffanculo si prenderebbe?

    • Francesco scrive:

      ehm, se non sbaglio il governo italiano lo ha già fatto e per fortuna solo Lega e M5S hanno strillato

      certo, non è stato proprio prioprio a chiedercelo ma ha votato così in Europa

      PS per la cronaca, quelli che più di tutti hanno demolito la Grecia sono stati i banchieri tedeschi, che si erano ingozzati di titoli greci ad alto rendimento ma col cavolo si sono fatti carico del rischio

      è SEMPRE meglio il liberismo, alla fine delle lagrimucce

      • roberto scrive:

        “quelli che più di tutti hanno demolito la Grecia sono stati i banchieri tedeschi”

        approfitto della tua presenza per una curiosità.
        ho spesso letto e sentito da parte francese “le nostre banche sono molto più esposte delle tedesche”.
        Vero o semplice coccoricò dei galletti?

        • Francesco scrive:

          pare che anche le banche francesi fossero molto ricche di bond greci ma non sono in grado di fare un confronto con quelle tedesche

          io mi occupo di torni e presse per lavoro

          sorry

          ciao

    • PinoMamet scrive:

      Pensa Robè che invece facevamo proprio questo discorso tempo, quando si sentiva in televisione che “la Grecia deve all’italiana tot miliardi”;

      ora non ricordo la cifra, ma ricordo che, a conti fatti, se la Grecia (a costo di sacrifici immagino abbastanza duri) ripagasse improvvisamente tutto il debito con l’Italia, ogni cittadino italiano riceverebbe circa 150 euro.
      Una volta sola, e poi basta, fine, stop.

      Può essere che i conti siano un po’ diversi: da 50, a 250 euro, però, non di più.

      Non voglio dire che non ci farebbero comodo, ma il discorso che facevamo è:
      sì, vabbè, abbiamo campato senza questi 150 euro sino ad ora, non saranno certo questi a cambiarci la vita.

      Vale la pena rovinare quella dei greci per 150 euro?

      I cittadini italiani (quelli interpellati da me perlomeno) hanno risposto “No”, anzi “Okhi” 😉

      quelli tedeschi evidentemente “sì”…

      e lasciatemi essere orgoglioso di essere italiano, per una volta!
      😀

      • PinoMamet scrive:

        errata corrige:
        “deve all’Italia”

      • Francesco scrive:

        forse funzionerebbe così se le banche italiane potessero scaricare sulla collettività italiana i titoli che la Grecia non paga

        ammettiamo di farlo

        cosa impedirebbe alle banche tedesche e francesi di pensare che lo stesso possa succedere coi titoli italiani?

        e a quel punto le cifre sarebbero ben altre

        ciao

        • PinoMamet scrive:

          Infatti è un exemplum fictum.

          Se anche la Grecia pagasse tutto in una volonta i suoi debiti
          (che è impossibile; inoltre, perché solo la Grecia? Non è certo l’unico paese indebitato al mondo, né in Europa, però solo alla Grecia, mi pare, si applica tutta questa severità…)
          questi non verrebbero certo versati ai cittadini italiani o tedeschi o francesi,

          per cui, cosa gli cambia, ai cittadini tedeschi?

          Potrei capire questa intransigenza da parte dell’opinione pubblica italiana, che in genere non se la passa troppo bene;
          ma da parte tedesca, insomma, è davvero sgradevole.

        • PinoMamet scrive:

          E.C.:
          tutto in una volta

        • PinoMamet scrive:

          Per inciso: io non credo che alla Grecia debba essere cancellato il debito
          (anche se ritengo che a volte ci siano anche crediti inesigibili, richiedere il pagamento dei quali è puro sadismo)

          ritengo invece che debba essere modulato con cadenze sostenibili, che poi, insomma, è all’incirca quanto chiede Tsipras.

        • roberto scrive:

          però non è una questione di non rivedere dei soldi mai avuti in tasca, ma di cacciarne fuori dei nuovi (cioè la questione che si pone ogni volta che si discute di un nuovo prestito).

          poi son d’accordo con te che non è bello, ma temo che in italia ci sia un po’ la tendenza a fare i generosi con i soldi altrui

        • PinoMamet scrive:

          Beh, dal momento che la Grecia è indebitata anche con noi, sono anche soldi nostri, no?
          😉

          D’altra parte, l’Italia è pure indebitata…
          però l’Italia è anche uno dei paesi (è uno dei cavalli di battaglia di Renzi…) che in Europa, a conti fatti, sgancia più di quanto riceve…
          insomma, secondo me la situazione è abbastanza complessa da rendere difficile dire chi esattamente debba quanto a chi…
          😉

      • Z. scrive:

        Nessuno vuole toglierti l’orgoglio di essere italiano. Men che meno io, truce e spietato simpatizzante del Partito della Nazione. Ci mancherebbe altro 😀

        Peraltro penso che le istituzioni europee preposte abbiano quanto meno due responsabilità su cui meditare: la prima, di non aver fatto attenzione a come quel denaro veniva speso; la seconda, di non essere intervenuta prima, quando sarebbe stato meglio per tutti e sotto ogni punto di vista.

        Infine, messa in questi termini, ti direi di no pure io, e ti direi di no anche se fosse appurato che la responsabilità fossero tutte di Tsipras in persona personalmente. Come potrei risponderti che per cento o duecento euro ricevuti oggi sono disponibile a mandare un Paese in rovina domani?

        Ma ammettendo pure che la cosa stia nei termini di ricevere cento o duecento euro dai greci (e non si tratta di questo, credo) una domanda devo fartela:

        esattamente quanti italiani e quanti tedeschi hai interpellato? 🙂

  87. MOI scrive:

    @ TUTTI

    Sul serio … com’è possibile che gente come Michela Vittoria Brambilla e Monica Cirinnà non solo esista (va be’ … al mondo si sa che c’è di tutto, di più, di ogni) ma che addirittura venga scientemente promossa-incentivata-agevolata a rivestire cariche pubbliche importanti ?!

    Davvero … come ve lo spiegate ?!

    • MOI scrive:

      Mettere fuori legge la carne di coniglio perché è un animale d’affezione … ho il serio dubbio che costei non abbia mai visto un coniglio “classico” 😉 mangereccio , e che conosca solo la “razza nana” che effettivamente lo è diventata.

      L’altra che dice di voler fare politica a Sx per “gli Ultimi” e cioè gli animali … in Madre Patria Sovietica l’ avrebbero messa ad accudire bestie di grossa taglia e notevole fetore in campagna a fare la zdàura in un’ izbà ! E va’ là ch’ ai passaréss la vojja !

  88. MOI scrive:

    @ Z

    Al tempo : so benissimo che i Nomadi, Guccini, il Liga, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Zucchero, gli Skiantos, ecc … sono o sono stati tutti dei Radical-Chic ! Però … però nelle loro canzoni “ci sento” qualcosa in cui non posso non identificarmi, sembra che ci sia sempre sotto-sotto una nostalgia inconfessabile (!) per quello stesso Mondo Piccolo che per fare “i Ribelli Sboroni” hanno rinnegato; e del quale Guareschi rappresenta il proverbiale Canto del Cigno.

    • MOI scrive:

      Invece uno come Cesare Cremonini mi sta sul c…zzo e ràiga ! 😉

      • PinoMamet scrive:

        Raiga!!
        🙂

      • Z. scrive:

        Pinoooooo… io vorrei aver torto qualche volta, ma non mi riesce, è più forte di me 😀

        Z.

        PS: detto questo, non conosco bene i Nomadi, ma tra gli altri direi che nessuno di quelli che hai citato si avvicina ad essere “radical chic”: alcuni non sono per niente “radical”, altri non sono per niente “chic”. E direi che nessuno di loro ha mai “rinnegato” alcunché. Ecco, pensa che, ciò nonostante a diversi di quelli che hai citato io preferisco comunque Cesare Cremonini 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Boh, io messo “raiga” per l’affermazione su Cremonini: sta sul cazzo anche me!

          Gli altri in effetti non credo siano “radical”, e sicuramente non “chic”, però alcuni di loro sono stati idolatrati fuori tempo massimo (me teste) da studenti-di-sinistra-aspiranti-radical-chic
          (“ma non si può togliere Guccini e mettere qualcos’altro? Avrebbe un po’ rotto il cazzo, tutta la sera…”)
          ma a loro discolpa, erano fuori sede…

          (da pronunciare col tono, credo, che tu riservi ai “babbani”…)

        • Z. scrive:

          A ‘sto giro il “colpevole” era Muà, non tu!

          — però alcuni di loro sono stati idolatrati fuori tempo massimo (me teste) da studenti-di-sinistra-aspiranti-radical-chic —

          Non hai tutti i torti, ma chiamiamo le cose col loro nome, perbacco perbaccone: non “alcuni” ma “Guccini”! E pensa quanto non ne poteva più lui, dei fuorisede che gli andavano a suonare sotto casa. Infatti poi si è trasferito a Pavana 😀

          D’altronde, se metti il tuo indirizzo di casa in uno dei tuoi dischi, un po’ te la sei cercata…

          🙂

  89. MOI scrive:

    @ PINO

    In effetti, la descrizione della questione sui debiti fra Germania e Grecia sui media mainstream … m’è sempre parsa un corale libro di Luciano De Crescenzo ! 😉

  90. MOI scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=O8Vao8uDi7Y

    Testo di De Gregori … ma il Potere dell’ Emilianofonia lo riassume tutto semplicemente in “Delmo vin a cà” (che i Fuorisede fraintendono in “vieni qua” …anziché, “vieni a casa”) per il fatto stesso di essere in Dialetto.

  91. MOI scrive:

    D’altronde, in un’ Europa “così com’ è”, il Popolo nelle cui Vene Scorre QUESTO Sangue

    https://www.youtube.com/watch?v=O8Vao8uDi7Y

    non ci sta a dire un cazzo … purtroppo !

    😉

  92. MOI scrive:

    @ FRANCESCO

    1

    Ho una terribile notizia per te : l’ economia NON è una scienza ! Lascia stare che si usino formule matematiche : anche in astrologia usano la trigonometria ! MA in ambo i casi con premesse NON vere. Il Geocentrismo è sbagliato, e quella che chiami “Mano” Invisibile … in realtà è un “Dildo Atomico”.

    2

    C’è chi dice che i sei gender di base LGBTQU possano essere soggetti a varianza :

    http://en.wikipedia.org/wiki/Gender_variance

    del tipo :

    Agender
    Genderless
    Neutrois
    Androgyne
    Bigender
    Cisgender
    Cissexual
    Genderqueer
    Hijra
    Pangender
    Queer
    Heterosexuality
    Third Gender
    Third Sex
    Trans Man
    Trans Woman
    Trigender
    Two-Spirit

    … tutta roba che prima o poi reclamerà altrettante Normative UE: NON è questione di “Se” , ma di “Quando” ! Roberto … fatti criogenizzare per un paio di secoli o giù di lì, e quando ti scongeleranno vedrai il Mondo Nuovo Fuori dal Freezer !

    … Oppure ti ritroverai in un irriconoscibile Gran Sultanato di Luxemburghistan ! 😉

    Tertium non datur 🙂

    • MOI scrive:

      “Hijra” di cui sopra in senso Hindi-Urdu … NON in senso Arabo, eh !

    • Z. scrive:

      Erravis, Mihi, certe erravis: datur et tertium et quartum et quintum, mehercle!

    • Francesco scrive:

      Caro Moi

      dovresti cercare di cogliere le sfumature

      so benissimo che l’Economia è una scienza sociale e in quanto tale leggermente diversa dall’idea positivista di Scienza.

      ma l’esempio che fai è perfettamente sbagliato: la Mano Invisibile non solo esiste ma funziona per il Bene!

      direi è che una delle poche acquisizione certe di questi secoli di lavorio degli economisti

      ciao

    • Francesco scrive:

      scusa ma quale è la differenza delle prime tre categorie? non possiamo unificarli come “manichini della Standa”?

      e il Third Gender che roba è? il presuposto del Trigender? che dovrebbe essere il Pangender, però

      e uno vecchio stile come me dove si mette? Cisgender? Heterosexual?

      serve il bignami per queste monate, caro Moi

      • Z. scrive:

        Se ho capito quel che ho letto direi: sia cisgender (sei nato maschio e sei a tuo agio con la tua identità maschile) sia eterosessuale (provi attrazione sessuale per le donne e non la provi per gli uomini).

  93. Ritvan scrive:

    A proposito della diatriba sui debiti della Grecia, forse sarebbe utile parlare anche di COME la Grecia spende le palanche prese in prestito. Una voce di cui sono sicuro neanche Roberto l’Eurocrate:-) sa nulla e` quella che concerne l’assegnazione di pensioni di circa 300 euri a tutti i greci d’Albania e/o a tutti gli albanesi che si dichiarano greci, anche se non hanno mai messo piede in Grecia. 300 euri mensili saranno una miseria in Italia, ma in Albania fanno campare da signore chi li riceve.
    Spero, pertanto, che l’UE costringa i greci a sospendere la truffaldina erogazione finalizzata a demolire la nazionalita` albanese nel sud dell’Albania.

    • Roberto scrive:

      Confermo che non la conoscevo questa storia, ma tener dietro alle idiozie dei miei amici greci è impossibile.
      A proposito di pensione, tutti i medagliati olimpici sono assunti come funzionari pubblici, a far cosa non è dato sapere….
      Ciao

  94. habsburgicus scrive:

    www://blog.ilgiornale.it/foa/2015/04/02/i-morti-non-valgono-se-sono-cristiani/
    quanto ha ragione !

  95. Moi scrive:

    @ Z

    NON so se il Femminismo sia questione di Geschichtegeist o di Ruskenrestmüllabfalleimer 😀 … fatto gli è che ha ragione Blondet (quando ce l’ ha, ce l’ha) nel dire che pensare sé stessi come individui è pressoché esclusivo di Maschi-Bianchi-Occidentali; per questo la “Blanchité” tanto evocata nel chiagnefotti di cert* Banlieusard(e)s Beurs / Beurettes Parigini, per quanto indubbiamente suggestiva …

    https://www.youtube.com/watch?v=JCNO_ZAHfR8

    • Moi scrive:

      Tutte e 3 le robe assieme !

    • Z. scrive:

      Non ho capito assolutamente un tubo. Secondo me ti stai daoudizzando 😀

    • PinoMamet scrive:

      “per questo la “Blanchité” tanto evocata nel chiagnefotti di cert* Banlieusard(e)s Beurs / Beurettes Parigini, per quanto indubbiamente suggestiva …

      https://www.youtube.com/watch?v=JCNO_ZAHfR8

      su questa parte, che ho capito, concordo!

      Sul resto, il mio tedesco è troppo carente…

      • Z. scrive:

        Lo spiegheresti pure a me? così forse riesco a capire! 🙂

      • PinoMamet scrive:

        Copio e incollo dalla Sacra Wiki 😉

        “La blanchitude ou blanchité, voire Whiteness en anglais, est un concept des sciences humaines contemporaines qui permet de penser le blanc comme une couleur de peau qui produit les autres. Surtout utilisée par les cultural studies et la sociologie, ainsi que par l’anthropologie dans une moindre mesure, elle pose la question de la construction socioculturelle de ce qui n’était jusqu’ici pensé que comme une donnée naturelle évidente seulement déterminée par la biologie.

        Les « Whiteness Studies » se présentent comme un domaine intellectuel des années 1990 qui investit les raisons sociologique, historique et culturelle de l’identification de personnes comme « Blanc ». ”

        Ora, è in effetti interessante come un determinato gruppo di persone sia arrivato a definirsi “bianco”.

        D’altra parte, una volta stabilità l’arbitrarietà di questa definizione
        (e sospetto che molti autori siano arrivati a stabilirla anche in modo tortuoso o discutibile, ma non stiamo a guardà er capello: è arbitraria)
        l’idea che tutti i “bianchi”, per essere “bianchi”, siano comunque colpevoli di qualcosa, è davvero una logica altrettanto arbitraria e abbastanza all’insegna del “chiagni e fotti”, come dice il nostro Moi.

        Inoltre perpetua la stessa logica che si vorrebbe condannare: esiste una “bianchità” contrapposta a una “nigrizia”, solo che il “bianco” e “nero” sono rovesciati nella loro simbologia rispetto alla letteratura colonialista
        (perciò il bianco diventa intimamente malvagio e infido, e il nero puro e innocente).

        • Z. scrive:

          E la posizione degli arabi francesi al riguardo qual è?

        • PinoMamet scrive:

          Ehmmm… boh?

          è un caso interessante (che conferma per l’ennesima volta che, per alcuni aspetti, la Francia è gli USA d’Europa) di un gruppo che è sostanzialmente “bianco” per aspetto fisico (poi faccio una nota) ma “non bianco” per trattamento.

          Proprio come negli USA dove, come ebbi a scrivere, “black” e “white” non sono veramente due gruppi “razziali” (“etnici” non avrebbe senso, l’ethnos, il popolo, è un’altra cosa) ma di fatto due “caste”.

          La nota che dicevo:
          gli arabi sono la riprova evidente di quanto è recente, ed arbitraria, la classificazione “bianco/nero”.
          Di fatto all’interno del mondo arabo si passa dai sudanesi a quella bambina biondissima che inveiva contro i soldati israelini in un noto video, o a quella bimba siriana con i capelli castani e gli occhioni neri, che alza le mani in una foto tristissima che sta girando ora
          (e che assomiglia in modo incredibile a me alla sua età…)

        • Dif scrive:

          In Francia credo che la vera distinzione sia tra autoctoni e allogeni, con i secondi che rientrano nella categoria dei “neri”, anche se non lo sono esteticamente. Ricordiamo ai mondiali del 2010 la spaccatura nello spogliatoio francese tra queste due fazioni, con Ribèry, francese autoctono ma convertito all’Islam, che stava dalla parte dei “neri”.

  96. Dif scrive:

    Volevo fare un commento su quanto accaduto in Kenya, e mi accorgo che ha un po’ a che fare con l’articolo postato da Moi sulla “bianchitudine”.
    Lungi da me sostenere che i bianchi siano colpevoli di qualcosa, ma volevo solamente far notare come questi scontri religiosi quando avvengono in Africa sono doppiamente odiosi perché cristianesimo e islam ce li abbiamo portati noi (e con noi intendo europei ed arabi, abitanti della sfera “indomediterranea”). Sicuramente in Africa nera i massacri ci sono sempre stati anche per altri motivi, come ovunque nella storia dell’umanità, però che cavolo, vederli scannarsi tra di loro per cose che gli abbiamo inculcato noi mette amarezza.

    • habsburgicus scrive:

      bah, si potremmo discutere se “noi” include gli Arabi 😀
      o, meglio, se abbia un qualche senso parlare di un “noi” generico 😀
      comunque gli Arabi (e i musulmani) in Africa orientale ci sono da oltre un millennio…da secoli prima di Vasco da Gama (che giunse lì in 1498)..così come da secoli prima del 1498, e per quasi 4 secoli dopo, c’era lo schiavismo “arabo” dei neri, di cui non può parlare 😀 poiché, come è noto, gli schiavisti erano tutti europei, bianchi e soprattutto cattolici, ci mancherebbe 😀
      in Abissinia, il Cristianesimo c’è almeno da IV secolo d.C..
      dunque forse Cristianesimo e Islam qualche freccia al loro arco per non farsi considerare “estranei” in Africa (o almeno in tre quinti dell’Africa) ce l’hanno, no ?

      • Dif scrive:

        Nel “noi” ci metto chiaramente anche gli arabi e i musulmani in generale, altrimenti non avrebbe senso.
        Europei e arabi sono in Africa da secoli certo, tranne nel caso del cristianesimo etiope, mi risulta difficile considerare cristianesimo e islam come religioni “autoctone” africane, o per lo meno dell’Africa subsahariana (nel caso del Kenya siamo addirittura a sud del golfo di Guinea). Sarebbe come se fra qualche secolo ci scannassimo in nome di Buddha (che non è un dio ma vabbe) e Visnù.
        Poi non ho capito questa storia che secondo la vulgata gli schiavisti fossero tutti cattolici: che i campi di cotone del Sud degli USA fossero di proprietà dei Wasp penso che lo sappiano tutti.

        • habsburgicus scrive:

          mi riferivo soprattutto ai mercanti di schiavi, non agli “utilizzatori finali” per usare un termine che fu in voga 😀
          poi nel merito, hai non solo ragione ma stra-ragione…
          mai però porre limiti alle corbellerie “mediatiche” quando c’è (o ci potrebbe essere) di mezzo il Cattolicesimo 😀

        • Dif scrive:

          Vorrei fare un commento un po’ provocatorio: secondo me a volte “sopravvalutate” le conoscenze della maggior parte della gente. Ad esempio riguardo questo fatto degli schiavisti, secondo me la gente non è che pensa che fossero in maggioranza cattolici, secondo me pensa che erano bianchi e basta. Anche altre volte mi è sembrato che persone di una certa cultura si fossilizzassero su questioni che tutto sommato alla gente importano poco. Sarebbe come dire che il leghista medio ce l’ha principalmente con i marocchini quando in realtà, ad esempio, a commettere più crimini tra i nordafricani sono i tunisini. A noi può sembrare una scorrettezza, ma per lui “marocchini” sarà un termine generico per indicare i nordafricani. Allo stesso modo l’immagine stereotipata dell’inquisitore cattolico non nasce, sempre secondo me, da una particolare avversione nei confronti dei cattolici, ma semplicemente dal fatto che dalle nostre parti l’unico cristianesimo è quello cattolico e che viene naturale pensare che un cristiano sia anche cattolico.

        • PinoMamet scrive:

          ” Sarebbe come se fra qualche secolo ci scannassimo in nome di Buddha (che non è un dio ma vabbe) e Visnù.”

          Hai ragione, ma in effetti: quanti secoli ci abbiamo messo prima di scannarci in nome di Cristo?
          Mica poi tanti…

          e si trattava sempre di un culto straniero…

        • Peucezio scrive:

          “Allo stesso modo l’immagine stereotipata dell’inquisitore cattolico non nasce, sempre secondo me, da una particolare avversione nei confronti dei cattolici, ma semplicemente dal fatto che dalle nostre parti l’unico cristianesimo è quello cattolico e che viene naturale pensare che un cristiano sia anche cattolico.”

          Su questo ho qualche perplessità.
          C’è tutta una vulgata diffusissima per cui c’è il cattolico oscurantista e il protestante buono, amante della scienza, della ragione e della ricerca.
          Pensa che l’altro giorno sfogliavo un libro sulla letteratura spagnola del Novecento in cui si diceva che Michele Serveto era stato condannato a morte dall’Inquisizione (sic).

  97. habsburgicus scrive:

    c’è del vero in quanto dici…
    in molti casi è proprio così

  98. Mauricius Tarvisii scrive:

    Buona Pasqua a tutti!

  99. mirkhond scrive:

    Buona Pasqua anche da parte mia!

  100. mirkhond scrive:

    “gli arabi sono la riprova evidente di quanto è recente, ed arbitraria, la classificazione “bianco/nero”.
    Di fatto all’interno del mondo arabo si passa dai sudanesi a quella bambina biondissima che inveiva contro i soldati israelini in un noto video, o a quella bimba siriana con i capelli castani e gli occhioni neri, che alza le mani in una foto tristissima che sta girando ora
    (e che assomiglia in modo incredibile a me alla sua età…)”

    Gli Arabi, per certi versi mi ricordano i Latini, con la loro capacità, sia pure dopo un lungo percorso non sempre indolore, di assimilare allogeni di ogni tipo.
    Del resto, pensiamo a quanti schiavi sono giunti dalle sponde settentrionali a quelle meridionali del Mediterraneo tra VII e inizi XIX secolo dopo Cristo.
    E il contrario dall’epoca antica fino sempre al XIX secolo dopo Cristo.
    Ora ho davanti a me due foto di due donne arabe, una palestinese e l’altra nordafricana, egiziana o tunisina.
    Ebbene, pur co l’hijab mi ricordano una donna che mi ha spezzato il cuore, facendomi stare male per più di un mese…. 🙂
    Ma ne trovo altre di foto, sempre di arabe che assomigliano ad un’altra ragazza che mi è piaciuta e così come è apparsa, così è pure scomparsa….
    Sob!

    • Peucezio scrive:

      Ma ci sono arabi negroidi? O, meglio, negroidi arabofoni? A me risulta di no, ma posso sbagliare.

      • PinoMamet scrive:

        Peucè, credo che ci siano arabofoni neri dai tempi di Bilal, il primo muezzin 😉

        (anzi, sicuramente da prima)

        ma a parte la profonda penetrazione dell’ “arabità” in Africa (mi pare che nei territori degli Hausa, per esempio, ci sia anche una tradizionale minoranza araba, fisicamente indistinguibile dai vicini…), a parte tutti i neri finiti nel mondo arabo come schiavi e liberti, a parte il Sudan che è considerato paese arabo…
        direi che tutto il Nord-Africa è profondamente meticcio (e fisicamente spesso lontano dall’ “arabo classico”).

        Durante i Mondiali ti sarà capitato del resto di vedere qualche squadra dei paesi del Golfo:
        giocatori arabi quasi sempre “neri”, che fanno un contrasto notevole con i loro emiri o quel che l’è, che mi sembrano, sostanzialmente, dei “bianchi” mediterranei in tunica…

        • Dif scrive:

          Guarda per quanto riguarda i giocatori dei Paesi del golfo, quelli sono quasi tutti africani veri e propri, che vengono naturalizzati per avere squadre più competitive.

          Auguri a tutti 🙂

        • mirkhond scrive:

          Ma per essere naturalizzati come arabi, devono essere già musulmani, oppure debbono comunque convertirsi all’Islam sunnita dei sovrani del Golfo, dalla sponda araba?

        • Dif scrive:

          Diciamo che alcune federazioni di vari sport, soprattutto quelle del Qatar, si fanno pochi problemi a convocare atleti che non hanno alcun legame con il proprio Paese. Non credo quindi che l’essere musulmani sia determinante, considerando che la nazionale qatariota di pallamano, uno delle più scarse del mondo, riuscì ad arrivare seconda ai mondiali schierando esclusivamente giocatori europei naturalizzati.

        • mirkhond scrive:

          Ma questi giocatori, africani o europei, se non musulmani, debbono convertirsi alla Sunna, per ottenere la naturalizzazione qatariota?

        • Dif scrive:

          Non credo che sia richiesta una conversione all’Islam. I giocatori europei hanno mantenuto il loro none, mentre mi pare che in caso di conversione bisogna adottare un nome musulmano.

        • Peucezio scrive:

          “Durante i Mondiali ti sarà capitato del resto di vedere qualche squadra dei paesi del Golfo:”

          Non seguo le squadre di club, figurati i mondiali…
          La mia avversione per lo sport è attiva e passiva.

        • Z. scrive:

          Passiva nel senso che non te ne curi e attiva nel senso che picchi i tifosi? 😀

        • PinoMamet scrive:

          Una breve “google-immaginata” sugli arabi Baggara o Shuwa, un gruppo di popolazioni arabofone subsahariane (tra Nigeria-Niger-Chad-Sudan)

          https://www.google.it/search?q=baggara+arabs&biw=1280&bih=547&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=_2EhVc6XB4G7sgG4x4HgDQ&ved=0CAYQ_AUoAQ#imgdii=_

        • Peucezio scrive:

          “Passiva nel senso che non te ne curi e attiva nel senso che picchi i tifosi?”

          Sì, precisamente! 🙂

          Scherzi a parte, si dice che gli italiani sono sportivi da poltrona, pantofole e Gazzetta dello Sport (o frittatona di cipolle, birra gelata e rutto libero, se preferisci). Io manco quello.

  101. mirkhond scrive:

    “Pensa che l’altro giorno sfogliavo un libro sulla letteratura spagnola del Novecento in cui si diceva che Michele Serveto era stato condannato a morte dall’Inquisizione (sic).”

    Inquisizione sì, ma….calvinista! 🙂

    Per il resto concordo con Peucezio.
    Il mito della biekiSSima inquisizione solo ed esclusivamente kattolika, non è affatto innocente e in buona fede, ma si basa su un immaginario sapientemente costruito da almeno quattro o cinque secoli, in ambienti anticattolici, protestanti prima, illuministi poi…
    La buona fede di cui parla Dif, c’è nell’uomo della strada che sentendosi ripetere sempre la stessa solfa, finisce col crederci, non avendo i filtri critici dello studioso.
    Ma all’origine c’è una mitologia “nera” sapientemente costruita per scopi ben precisi….

    • habsburgicus scrive:

      Ma all’origine c’è una mitologia “nera” sapientemente costruita per scopi ben precisi….
      giustissimo, Mirkhond, non avrebbe potuto dirsi meglio !
      io aggiungerei che OGGI (in seguito a quel lavorio sotterraneo di tanti secoli e alla decadenza culturale) probabilmente anche diversi “studiosi”” ripetono ‘ste cose meccanicamente come un mantra, influenzati dall’ideologia egemone (e magari credendo di essere anticonformisti :D)

  102. mirkhond scrive:

    “a parte il Sudan che è considerato paese arabo…”

    Perché è in gran parte arabofono nella sua parte centro-settentrionale, in seguito ad un lungo processo iniziato nel XIII-XIV secolo, per la penetrazione di tribù provenienti dall’Egitto e dalla diffusione dell’Islam tra i regni e le popolazioni nubiane camitiche, in parte cristiane copte dall’epoca di Giustiniano I (527-565 d.C.).

  103. mirkhond scrive:

    (anzi, sicuramente da prima)

    Beh, la stessa Abissinia, pur a maggioranza cristiana copta, linguisticamente è semitofona, la cui lingua, l’Amarico, è derivata dal Geez, diffusosi dapprima in Eritrea ad Aksum (la “Kiev” abissina 🙂 ), e da lì gradualmente nell’altopiano etiopico, da genti yemenite, immigrate sull’opposta sponda africana, dal VI secolo a.C. ……

  104. mirkhond scrive:

    Errata corrige:

    Aksum è in Abissinia, sebbene vicinissima al confine eritreo.
    Però il Regno di Aksum, primo nucleo dell’Abissinia, in gran parte copriva territori dell’odierna Eritrea, affacciantesi sulla sponda africana meridionale del Mar Rosso di fronte alla penisola arabica.
    E dunque il paragone con la Rus’ kievana, è comunque azzeccatissimo…. 🙂

  105. habsburgicus scrive:

    http://www.ereticamente.net/2015/04/il-rispetto-per-lunita-passa-per-quello-della-diversita.html

    dice (anche) cose condivisibili
    certamente l’industrializzazione del sud (con annessi e connessi) nei ’50 e primi ’60 sarebbe stato meglio per tutti

    • mirkhond scrive:

      Il processo di industrializzazione delle Due Sicilie fu bloccato dalla conquista unitarista settentrionale.

    • PinoMamet scrive:

      In effetti dice anche cose condivisibili, anche se condite dalla sua solita fissazione per l’ “etnia”, che (come molti, del resto) mi pare confonda con qualcosa di “razziale”.

      • mirkhond scrive:

        Non è l’immigrazione ad essere un male in se, soprattutto se riempie vuoti demografici e lavorativi, quanto l’incapacità del popolo accogliente, di assimilare ed integrare i nuovi arrivati…..

        • habsburgicus scrive:

          beh, ma come dice il proverbio
          “il troppio stroppia” 😀

        • mirkhond scrive:

          Allora deve aver stroppiato anche tra II secolo a.C. e inizi II secolo dopo Cristo, vista la massiccia immissione in Italia di schiavi, provenienti da tutte le aree conquistate da Roma! 🙂
          All’epoca di Augusto (29 a.C.-14 d.C.) su 7.000.000 di abitanti d’Italia, 3.000.000 erano schiavi.

        • PinoMamet scrive:

          “Allora deve aver stroppiato anche tra II secolo a.C. e inizi II secolo dopo Cristo”

          Sicuramente (mutatis mutandis) solo che abbiamo pochissime fonti a parlarcene, perché la letteratura ufficiale parlava di altro (quasi sempre) e la storiografia dell’epoca raramente si abbassava a sentire i pareri e gli umori dell’ “umo della strada”…

        • mirkhond scrive:

          Penso di sì.
          Degli schiavi se ne parla, specialmente quando si ribellano, come a Sezze nel 199 a.C. (prigionieri di guerra punici), in Sicilia nel 136-131 a.C. e 104-101 a.C., e soprattutto con Spartaco nell’Italia meridionale nel 73-71 a.C.
          Spartaco fu seguito da 200.000 schiavi, e quando fu sconfitto e ucciso sul Sele, in Lucania, perirono insieme a lui circa 60.000 schiavi, più 6000 superstiti che Crasso e Pompeo fecero crocifiggere sulla via da Capua a Roma.
          Ed infine un ultimo “residuo” di 5.000 schiavi che si erano distaccati da Spartaco per fuggire al nord, e pure annientati nel 71 a.C.
          Sono cifre enormi, che rendono l’idea di quanto massiccia fosse la presenza servile nell’Italia tardo repubblicana, e poi primo imperiale.
          E vuoti così spaventosi, allora non si aveva difficoltà a colmarli in breve tempo, con nuove massiccie immissioni, visto che Roma era ancora in fase di espansione territoriale….

  106. mirkhond scrive:

    Sì, in gran parte non ha torto.
    Però gli spostamenti di masse di “allogeni” in Italia, non sono solo una caratteristica dell’industrializzazione del nord ovest degli anni ’50-’70 del secolo scorso.
    Pensiamo a cosa dovette comportare la massiccia immissione di elementi servili da parte di Roma nell’Italia tra II secolo a.C. e inizi II secolo dopo Cristo, in termini di “contaminazione” genetica.
    Per non parlare di immigrazioni successive, non sempre in forma di invasioni, tipo slavi balcanici soprattutto sulle coste adriatiche, albanesi e romei, tra XV e XVIII secolo.
    Oppure maghrebini portati in Sicilia e in Italia peninsulare, sempre come schiavi fino agli inizi del XIX secolo (in Sicilia la schiavitù fu abolita nel 1815 da Ferdinando III di Borbone, dal 1816 I delle Due Sicilie).

  107. mirkhond scrive:

    Invece vi è il rischio della ghettizzazione o autoghettizzazione dei nuovi immigrati, nel caso in cui fallisse l’assimilazione all’ethnos dominante/accogliente.
    Da qui la mia contrarietà alle varie “Cina town” e altri simil-ghetti, che trasformerebbero intere città italiane in grandi ghetti monoetnici coesistenti e separati nello stesso tempo, e col rischio di innescare guerre di bande giovanili tra gli opposti gruppi, come ad esempio negli USA…..
    Il segreto della grandezza di Roma, non è stato solo nelle sue conquiste, quanto piuttosto nella sua lenta, ma graduale assimilazione di gruppi non latinofoni in Italia e nelle provincie conquistate…
    Idem, gli stessi Arabi, in una fetta considerevole di dar-al-Islam….

    • habsburgicus scrive:

      graduale assimilazione di gruppi non latinofoni

      a proposizione di assimilazione.. (ve lo cito, solo per ridere :D)
      ieri mi è capitato di leggere un francese, tal Lefebvre, del 1892
      costui negava l’assimilazione di Roma, in ogni luogo !
      non solo negava la teoria neo-latina, ma sosteneva che il francese di oggi è derivato dal gallo (e non dal latino) e le somiglianze del francese (ma anche dello spagnolo e dell’italiano*) con il latino deriverebbero dalla parentela di gallo, italico, latino e lingua della Spagna [sì perché en passant osa pure sostenere questo 😀 nessuno gli ha spiegato, forse, che in buona parte della Spagna, l’iberico non era neppure indoeuropeo !] e non da altro
      in più, tenetevi forte :D, sosteneva che il gallo era greco 😀
      in pratica il greco si sarebbe diffuso in Ellade (greco d’Ellade), Gallia (greco di Gallia) +Lazio (greco di Roma o latino), Italia (greco d’Italia o italica) e, si presume, greco di Spagna [boh ?]..le ultime sono mie induzioni, non ce l’ho fatta a leggere più 😀 mi pare che facesse entrare i Pelasgi ! ma che gallo=greco, quello lo dice esplicitamente ! (fin lì sono riuscito a leggere 😀 è il dopo, che è stato difficile 😀 a riprova della quasi identità greco-gallo cita un prete, Espagnolle
      è notevole la sua acrimonia verso la scuola neo-latina
      anche un ciarlatano così è utile, però
      perché ci fa comprendere l’inizio della tendenza anti-romana e gallofila in Francia, poi popolarizzata da Asterix (e a livello academico da Jullian che attaccò con violenza estrema Cesare chiamandolo genocida o poco meno)
      ciò è interessante, perché per swecoli sino a Napoleone III l’élite francese si sentiva latina, anzi LA più latina (noi non ci contavano 😀 gli spagnoli erano disprezzati)
      molti giacobini ammiravano Roma, seppur quella repubblicana
      Napoleone I ammirava , è ovvio, l’Impero
      Napoleone III ammirava Cesare
      poi nasce una corrente anti-romana..questo Lefenvre mi pare uno dei primi, e dei più radicali
      che sia una conseguenza dell’unità d’Italia ? (cioè l’Italia venne ad essere vista come potenzialmente nemica, e tale fu da c.a 1880 a c.a 1900, e si provò ad espungere una traccia romana dalla Francia; è praticamente certo che dagli anni ’30 la nuova ondata anti-romana fu favorita dai massoni contro Mussolini)
      esiste tuttora anche un’altra Francia, oggi minoritaria, che ama-o rispetta-Roma
      è però notevole il cambio delle proporzioni..
      sino al 1870, quasi tuti i francesi importanti erano pro-Roma e pochissimi contro (“celtomani” ecc)
      oggi la maggioranza è contro-Roma e “gallista”, pur essendoci una minoranza pro-romana
      il cambio forse non iniziò all’epoca i ‘sto Lefebvre ?…o anche un po’ prima
      mi piacerebbe conoscere la vostra opinione

      *lui ritiene l’italiano non derivante direttamente dal latino

    • PinoMamet scrive:

      In forma mitigata, in effetti, e purgata dalle scemenze linguistiche, l’ideologia anti-romana è penetrata nell’identità culturale francese:

      qualunque manuale o atlante storico francese parla di “arte gallo-romana” e “cultura gallo-romana”, quando riferito all’arte, architettura, o archeologia del periodo romano in Francia, e addirittura di “autori gallo-romani”
      (che non vuol dire niente: allora Seneca è ispano-romano? e Ambrogio cosa è? e Agostino??)

      ricordo che mi capitò di leggiucchiarne uno dove addirittura Virgilio veniva “generosamente” catalogato come “autore gallo-romano”…
      😉

      • mirkhond scrive:

        Gallo-romano, così come ispano-romano o afro-romano, puo’ essere corretto solo se indica l’area geografica di appartenenza di un romano dell’epoca, non un ‘etnia, ormai dissoltasi nella comune romanitas, in questi casi anche latinitas linguistica, sia pur, verosimilmente con in nuce delle varianti di accento e pronuncia, da cui sarebbero derivate le lingue neolatine (l’Afariq purtroppo estinto, forse nel XII secolo dopo Cristo!).

      • Z. scrive:

        …e San Paolo, quindi, latino-ottomano 😀

  108. mirkhond scrive:

    La Le Pen e Sarkozy come si sentono?
    Galli (galline nel caso di madame Le Pen 🙂 ) oppure Latini?

    • PinoMamet scrive:

      Non saprei, e non credo che ci stiano a pensare più di tanto… 😉

      sicuramente fino all’Ottocento gli autori popolari, tipo Jules Verne per intenderci, dicevano chiaramente che i francesi erano “latini” (in paragone ai rivali inglesi, di solito), ma già mio nonno fumava le Gauloises, che non credo siano state chiamate così a caso… 😉

      (è vero che fumava anche le Gitanes 😉 )

  109. mirkhond scrive:

    “poi nasce una corrente anti-romana..questo Lefenvre mi pare uno dei primi, e dei più radicali
    che sia una conseguenza dell’unità d’Italia ? (cioè l’Italia venne ad essere vista come potenzialmente nemica, e tale fu da c.a 1880 a c.a 1900, e si provò ad espungere una traccia romana dalla Francia; è praticamente certo che dagli anni ’30 la nuova ondata anti-romana fu favorita dai massoni contro Mussolini)”

    Non saprei, ma non è improbabile visto che il presente condiziona sempre la rilettura e l’interpretazione del passato….

  110. mirkhond scrive:

    Curiosi stì Francesi.
    Cominciano a sentirsi “celti” quando poi hanno schiacciato e assimilato alla loro lingua LATINA gli unici celti veri rimasti nell’antica Gallia, e cioè i Bretoni (seppure celti reimpiantatisi dalla Britannia in Aremorica tra V e VIII secolo dopo Cristo)!

    • PinoMamet scrive:

      Beh in una prospettiva storica non credo che i francesi non possano rivendicare un’identità celtica.
      Per carità, se non sono “galli” loro, che abitano nell’antica Gallia, allora chi?

      Solo è un po’ strano, e sospetto, il loro minimizzare costantemente l’apporto latino. Sicuramente c’è sotto qualcosa, e ritengo abbia ragione Habs quando dice che ci sarà stato anche il risentimento per la nascita di uno stato italiano potenzialmente rivale.

      In Spagna, a paragone, non credo che ci sia niente del genere…

    • PinoMamet scrive:

      Tra l’altro credo che di tutti gli Stati nazionali quello che ha imitato di più la Francia (anche abbastanza ciecamente) sia stata proprio l’Italia: ma anche nei particolari!

      • mirkhond scrive:

        Infatti.
        Vedasi la guerra spietata ai dialetti iniziata fin dal 1862 e che raggiunse il suo culmine deficente col Fascismo (in Bovesia, i maestri punivano i bambini sorpresi a parlare in Griko!).
        Ancora mia madre, quando ero piccolo, non sopportava non solo il dialetto, ma addirittura la cadenza barese, rendendosi ridicola, quando una volta, a Napoli, in casa di parenti, fu scambiata per “milanese” e addirittura “svizzera” 🙂 da un’amica di questi parenti….

      • habsburgicus scrive:

        vero…
        e la causa ha un nome..Napoleone 😀
        poi il complesso di inferiorità e il provincialismo..all’epoca di Cavour, le élites guardavano solo alla Francia*, fra l’altro quasi del tutto ignari di ciò che stava accadendo in Germania
        chissà, una maggiore conoscenza del mondo tedesco e una meno pedissequa imitazione di Parigi, forse avrebbe dato al nostro risorgimento una tinta diversa (purtroppo Sédan è avvenuta nel 1870: fosse avvenuta nel 1858, forse tutta la storia d’Italia sarebbe andata diversamente :D)

        * anche l’Inghilterra, ma secondo me l’Inghilterra NON era conosciuta (neppure Cavour credo la conoscesse veramente) né, i generale, se ne conosceva la lingua; si esaltava l’Inghilterra perché era “cool” (influenze ,massoniche, anticattoliche, di moda) ma il mondo anglosassone VERO restava un libro chiuso..gli inglesi che Cavour conosceva erano nobili liberals con cui, presumo, parlasse in francese !
        l’Inghilterra e ancor più l’America vera rimaneva ignota financo alla classe dirigente italiana e tale rimase, tutto sommato (ancorché in misura necessariamente inferiore), sino al secondo dopoguerra !
        opinione mia, chiaro, che può essere errata

        • mirkhond scrive:

          Forse Mazzini e Garibaldi, un poco sì, visto che il primo in Inghilterra ci ha vissuto, mi pare tra il 1837 e il 1844, e poi alternandovi i soggiorni con la Svizzera.
          Garibaldi poi, visse negli USA nel 1849-1850 e 1853-1854, presso il fiorentino Antonio Meucci, nella cui fabbrica, pare, abbia anche lavorato…
          Idem alcuni esuli napoletani antiborbonici del 1821, e poi nel 1848-1860….
          Per non parlare del veneto Ugo Foscolo, morto in esilio in un sobborgo di Londra nel 1827.
          Però, sicuramente non erano numerosissimi….

        • Francesco scrive:

          Stavo dando ragione ad Hasburgicus quando Mirkhond mi ha giustamente corretto!

          Molti dei nostri sovversivi andarono in esilio a Londra, dove chi sovvertiva i paesi altrui era gradito (molto meno i sovversivi interni, fossero cartisti o filo-irlandesi o cattolici).
          Ma a livello culturale alto credo che fosse tutta Francia e solo Francia, poi sarebbe arrivato qualcosa di Germania (per via di filosofi e di ingegneri, sospetto).

          In tempi recenti, i resoconti degli emigrati e il cinema ci avrebbero portato l’America in casa! Con gran scorno dei “francesi” e dei “tedeschi” di casa nostra, tutta gente con la cittadinanza del cuore a Parigi o a Francoforte.

          😀

        • mirkhond scrive:

          Infatti! 🙂

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        “Tra l’altro credo che di tutti gli Stati nazionali quello che ha imitato di più la Francia (anche abbastanza ciecamente) sia stata proprio l’Italia: ma anche nei particolari!”

        Già, questo aspetto viene sottovalutato, ma è la chiave per capire tante contraddizioni e guasti di tutta la storia post-unitaria, fino a noi.
        La stessa iperburocratizzazione per assurdo viene interpretata come borbonica, quando è evidente che la pervasività dello stato ha una matrice francese e giacobina.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Perché i galli veri si romanizzarono.

      • mirkhond scrive:

        Infatti i Bretoni giunsero dalla Britannia, romanizzata solo in parte (purtroppo 🙂 ).
        Però sarebbe curioso capire se l’Aremorica nel V secolo dopo Cristo fosse divenuta latinofona monoglotte, oppure vi fosse sopravvissuto (magari in regime di bilinguismo) la parlata indigena gallica…..

        • habsburgicus scrive:

          fosse divenuta latinofona monoglotte,

          mi pare che l’abate Loth a fine XIX sostenesse di sì (era un fautore della teoria-oggi accettata da tutti-che i bretoni derivano dalle isole britanniche..teoria che NON fu sempre così accettata come oggi)
          alcun sostengono di no, di nuovo dai ’60 (soprattutto)..sempre per la solita ragione di rivendicare una “permanenza” celtica
          vabbè, poi secondo quel Lefebvre là, il gallico sarebbe rimasto dappertutto, anche a Marsiglia e a Digione, in saecula saeculorum 😀

  111. mirkhond scrive:

    Però è quantomeno curioso che chi si sente “gallo” (e magari per la maggiorparte dei casi, quella è l’origine), abbia nello stesso tempo imposto la sua lingua latina agli unici celtofoni presenti nell’antica Gallia, dal V secolo dopo Cristo in poi.
    Il Bretone oggi, credo che sia solo un dialetto parlato da alcuni vecchi e in via di prossima estinzione….

    • PinoMamet scrive:

      Ma no, ne abbiamo già parlato ricordi?
      Il bretone è parlato, leggo, da 200.000 persone; poche, e sicuramente ha perso molto spazio geografico (nella parte est della Bretagna si parla “gallò”, che è un dialetto francese) ma con un po’ di buona volontà è lontano dall’estinzione.

      Altre lingue celtiche se la passano a volte peggio (i gaelici) a volte meglio (il gallese)…

      Me so’ letto, non sapendo che fare, Kidnapped di Stevenson in inglese. Figo. Ci sono un sacco di termini dialettali scozzesi.

      Bene, in tutto il tragitto nelle Highlands il protagonista (la storia è ambientata al tempo dei “giacobiti”, la Scozia è occupata dagli inglesi che hanno proibito il tartan e cacciato i leader dei clan rivali, i poveracci delle Highlands devono pagare l’affitto agli inglesi, e il “pizzo” ai capoclan in esilio in Francia, che però vengono a arruolare truppe per la Francia…)

      il protagonista, dicevo, che è un ragazzo delle Lowlands, si trova a disagio parlando con montanari che capiscono solo il gaelico (o a volte, fingono di capire solo quello) e non lo “scozzese”, cioè il dialetto inglese che parla lui; e viene anche rimproverato da un capoclan, perchè non capisce neanche il significato del suo (del protagonista) cognome, che è di origine gaelica…

    • habsburgicus scrive:

      nel caso del bretone, forse, l’avrebbero anche protetto se non valesse l’ “ubi maius minor cessat”…
      i massoni della III Repubblica combatterono duramente il bretone, in quanto visto (e in gran parte a ragione) come baluardo degli allora cattolicissimi bretoni..
      de-bretonizzazione come repubblicanizzazione, quindi (c’est-à-dire, de-cattolicizzazione)…é quell’epoca (1890′ e 1900′-1910′) che risalgono le più brutali misure contro il bretone (paradossalmente proprio negli anni in cui inizia la de-romanizzazione* ..che come Pino giustamente rammenta, Verne non conosceva ancora)
      oggi che il problema non si pone più, a laicizzazione avvenuta, addirittura Hollande non ha più nulla contro il bretone (mentre l’italiano resta proscritto a Nizza e in Corsica..se non a scopo turistico, per spillar soldi e vendere appartamenti agli italici :D) ..
      il bretone ormai è ripreso e se continua a decadere, dubito che Parigi ne goda particolarmente
      del resto, e lìPino ha ragione, non sta poi così male
      certo, nella Bretagna bretonnante (la metà ovest) nel 1880, il 90 % era bretonofono e quasi sempre non sapeva il francese ! (lingua straniera, allora..ci sono aneddoti ancora durante la I GM, di soldati bretoni fucilati come spie perché sorpresi a parlare in uno strano gergo ed essendo stati incapaci di rispondere in francese :D)
      oggi il francese lo parla il 100 % e il bretone è un vezzo, oltretutto limitato agli anziani..ma a conoscerlo, da “bene” a così cosi” sono ancora molti

      *mi è venuta in mente un’altra ragione per l’intensificazione della de-romanizzazione e della celtizzazione in Francia
      l’ “Intesa Cordiale” del 1904, avvenimento capitale che spiega-anche se non da solo.il disastro del 1914
      è possibile che le due massonerie abbiano cercato nel (mitico) passato celtico un legame “storico” fra Parigi e Londra, per far dimenticare l’ostilità tradizionale sino ad allora fra inglesi e francesi [obiettivo raggiunto, in gran parte e sostituita dalla presunta ostilità storica con i tedeschi; in Francia nei ’60 De Gaulle però riavvivò l’anglofobia]
      i francesi, in questa ipotesi, la presero più a cuore e intensificarono la de-romanizzazione già esistente da alcuni anni, o decenni
      gli inglesi anche favorirono una de-germanizzazione ma con minor convinzione e l’identità celtica fallì nell’Inghlterra propria..l’inglese poté odiare i tedeschi ma continuò a sentirsi germanico

  112. mirkhond scrive:

    Il celtismo pataccaro però tira nel genere fantasy para-medievale hollywoodiano.
    Forse per via della forte componente scoto-irlandese presente nell’etnogenesi del gruppo wasp statunitense…

    • PinoMamet scrive:

      Il celtismo nostrano ci tira, sì, ma soprattutto perché per molti “celtari” l’immaginario è quello hollywoodiano…

      la rinascita celtica nel mondo anglosassone ha i suoi lati pataccari, ma è senza dubbio pù antica, come pataccheria 😉

      (subito dopo la loro momentanea proibizione, i tartan per esempio sono diventati una moda… con tanto di richieste ai clan perché fornissero i loro disegni tradizionali, tanto che alcuni clan, per non deludere nessuno, se li sono inventati)

  113. mirkhond scrive:

    (mentre l’italiano resta proscritto a Nizza e in Corsica..se non a scopo turistico, per spillar soldi e vendere appartamenti agli italici :D) ..

    L’Italiano però in queste terre era la lingua ufficiale, non parlata.
    Qui semmai bisognerebbe riferirsi al nizzardo, dialetto mezzano tra ligure e provenzale, e al corso…

  114. Roberto scrive:

    “mentre l’italiano resta proscritto a Nizza e in Corsica”

    In che senso?

    • habsburgicus scrive:

      prova a fondare una società culturale italiana a Nizza che studi la Storia pre-1860..e poi vedi 😀
      in Corsica, forse, è anche peggio
      mica è la Val d’Aosta lì…dove diamo tutti i diritti ad una lingua straniera 😀 (che poi non è neppure la loro..al limite, in un una cupidigia di masochismo :D, se proprio vogliamo attaccare la nostra lingua e cultura, potremmo favorire il franco-provenzale, favorendone la codificazione e l’uso, trasformando la Valle in un laboratorio culturale unico in Europa :D..
      e, magari, in un futuro non prossimo, far provare invidia ai savoiardi sottoposti al giogo parigino del “il faut parler français” !”

      • mirkhond scrive:

        A maggior ragione dovresti prendertela con Vittorio Emanuele II e Cavour, che barattarono terre avite della corona sabauda, ma economicamente povere e terre d’emigrazione, con le ben più potenzialmente ricche terre tosco-padane….. 🙂

      • Roberto scrive:

        E che ti succederà mai…..

        Comunque parlavi dell’italiano, della Corsica non so nulla (a parte che i pochi corsi che conosco parlano tutti italiano) ma a Nizza lo parlano tutti, si studia (c’è pure un dipartimento molto conosciuto a sophia antipolis), continuo a non capire cosa vuoi dire con “proscritto”

        Poi a Nizza dicono “né francesi, né italiani ma nizzardi”

        • mirkhond scrive:

          Interessante!
          Quindi se (soldi e salute permettendo ;)), mi venisse la stramba idea di recarmicisi, non troverei difficolta a parlare e a farmi capire in Italiano?

        • mirkhond scrive:

          difficoltà

        • Roberto scrive:

          Assolutamente no!

        • mirkhond scrive:

          Grazie per le preziose informazioni Ruperto! 🙂
          Mi sembra che a Nizza esista un movimento di tipo “leghista” chiamato Nissa Rebela o qualcosa del genere.
          Il quale alcuni anni fa, invitò il celebre esponente leghista piemontese Borghezio, ad un suo congresso….

        • Roberto scrive:

          Comunque se stai messo male a soldi, meglio la Grecia 🙂

        • mirkhond scrive:

          Purtroppo non padroneggio il Greco antico, pur mandato giù a forza al Liceo, figuriamoci il (pur per me più affascinante) Romaico.
          Motivo per cui mi laureai su una tesi medievale “latina” piuttosto che bizantina!
          Sob!

        • mirkhond scrive:

          con una tesi

        • mirkhond scrive:

          Attualmente desidererei tornare sul mio amatissimo Pollino, e visitare l’Area Lausberg da Maratea a Trebisacce.
          Purtroppo non essendo automunito e in assenza di una rete di trasporti pubblici decenti, temo che non se ne potrà far nulla…
          Purtroppo!

  115. mirkhond scrive:

    Credo che voglia dire che non è considerato più lingua ufficiale (a Nizza dal 1871, in Corsica dal 1859 se non erro), accanto al Francese, naturalmente….

    • PinoMamet scrive:

      Ma forse più semplicemente che il bretone non è più tabù, ma pienamente accettato come parte dell’identità francese, mentre a riconoscere l’italianità di Nizza non ci si pensa proprio…
      credo, perlomeno.

  116. mirkhond scrive:

    Però bisognerebbe aggiungere che la Corsica fu venduta alla Francia da Genova, nel 1768, per disperazione e incapacità di domare le continue insurrezioni indipendentiste corse, rivitalizzatesi dal 1729 (i Corsi giunsero persino a proclamarsi un re, nella figura dell’avventuriero tedesco, Teodoro di Neuhoff negli anni 1736-1743).
    Quanto a Nizza invece, sappiamo che fu ceduta dal Cavour alla Francia, come merce di scambio assieme alla Savoia, e con la sanzione di un plebiscito farlocco, il 15 aprile 1860 (a cui si aggiunse la cessione dell’alta sovranità sul Principato di Monaco, il 2 febbraio 1861).
    Scambio che fu vantaggioso per i Savoia, che perdevano sì delle terre avite (la Savoia era il nucleo originario dell’omonima dinastia borgognona), ma guadagnavano le (potenzialmente) ricche terre padane e la Toscana.
    Savoia e Nizza erano allora terre povere, di emigranti, e certamente neppure un volpone come Cavour avrebbe potuto immaginare che soltanto cento anni dopo, la cosiddetta Costa Azzurra con Montecarlo, sarebbero diventate una ricchissima attrazione per turisti facoltosi…. 🙂

  117. MOI scrive:

    Quando in Francia la lingua ufficiale sarà l’ Arabo (e cioè a breve) 😉 gli Idiomi Locali verranno riscoperti nella miglior Tradizione di Caravanserragli dei Sultani 😉 …

  118. mirkhond scrive:

    Se i Savoia tra XI e XIV secolo avessero rivolto tutti gli sforzi loro possibili, per giungere a Lione e ricostituire l’unità dell’antico Regno di Borgogna, di cui erano stati parte, sotto la loro casata, forse anche la storia di Nizza sarebbe stata molto diversa….
    E quasi certamente lo sarebbe stata anche quella dell’Italia…. 🙂

  119. MOI scrive:

    @ HABSBURGICUS

    In realtà per lo Strapotere delle Elites puoi essere buono _ anzi, devi !_ essere buono anche se Maschio(in senso sia di “sex” che di”gender”)-Bianco-Occodentale … ma a una condizione imprescindibile : essere assolutamente sradicato ! Tutti possono _ anzi, devono !_ promuovere Identità, Valori Forti, Comunitarismi (tutti maiuscoli) … tranne “te”, che se certe parole t’azzardi anche solo a pronunciarle sei ClericoFascista !

    Insomma, un’ Europa ormai come gli USA, con “Minoranze” suscettibilissime, sempre pronte a vedere chissà quale malizia in qualsiasi opera o parola o gesto o discorso “degli altri” … come previsto dal sociologo USA Robert Hughes.

  120. Roberto scrive:

    A proposito di Francia, cattolici e minoranze linguistiche, sono stato a vedere questa precessione a perpignan
    http://www.midilibre.fr/2015/04/05/perpignan-700-penitents-pour-la-traditionnel-procession-de-la-sanch,1146133.php
    Molto impressionante, soprattutto per il fervore con il quale è seguita, ed ho trovato difficile distinguere il fervore religioso da quello catanalista.
    Mi sa che ti sarebbe piaciuta habsb!

  121. Roberto scrive:

    Catalanista

  122. mirkhond scrive:

    Dallo stesso articolo, mi hanno colpito queste riflessioni :

    “Atmosfera che trapela anche dalla tesi del romanzo di Michel Houellebecq Soumission, a sua volta ritenuto da qualcuno probabile concausa scatenante degli attentati terroristici del 7, 8 e 9. Houellebecq, il cui romanzo è stato immediatamente tradotto anche in italiano, ipotizza che in una Francia del futuro molto prossimo – appena tra qualche anno – le elezioni portino alla guida della repubblica un presidente musulmano moderato e ragionevole, che dolcemente guida il paese verso un destino autoritario e patriarcale, rispetto al quale tanti cattolici – magari anche di destra – si trovano d’accordo con lui. Insomma, un ulteriore e sostanzioso passo verso quell’Eurabia da qualcuno temuta e che, alla prova dei fatti, potrebbe rivelarsi gradita da quegli stessi che si presentano come i suoi più acerrimi avversari.

    Ma la finzione narrativa di Houellebecq è l’altra faccia della medaglia di una situazione (questa sì reale) che ha assistito a un inedito ravvicinamento tra una certa sinistra – quella più dichiaratamente libertaria, quindi affezionata a «Charlie Hebdo» e che si sente da esso ben rappresentata – e una certa destra – quella antislamica per radicato e indiscriminato pregiudizio e al tempo stesso più conservatrice –, sulla base dell’ostilità altrettanto viva ancorché diversamente motivata nei confronti dell’Islam fondamentalista, considerato in ultima analisi l’estremo ma anche più autentico e profondo volto della fede musulmana.”

  123. habsburgicus scrive:

    @Mirkhond (e tutti)
    chi sai tu scrive su twitter
    “Israele dovrebbe essere uno stato americano (del resto, la maggior parte degli Ebrei abita negli $tates), non una spina nel fianco del MO.”

    mi pare che sia IL PRIMO finora a sostenere, più o meno, un’idea di cui tu sei l’alfiere, da almeno 2-3 anni..anche l’uso di $ è tutto tuo 😀 (tu però se non sbaglio ,o usi in U$A e non in $tates :D)
    se non fosse per le sue posizioni sui fenotipi e gli aplogruppi :D, forse voi due siete più vicino di quanto a prima vista si crederebbe 1

    • mirkhond scrive:

      Ma infatti!
      A parte le sue fissazioni razziali, trovo Sizzi un personaggio interessante, sia perché ragiona con la SUA testa, sia perché è stato perseguitato per delle…inezie!
      Come ben sa chi mi legge, non credo all’unità d’Italia da quando avevo 13-14 anni, ma le premesse c’erano già prima, sentendomi sempre vagamente “meridionale” e non affine agli italiani del Nord, e nemmeno coi Toscani.
      Al massimo italico, nel senso centro-meridionale antico pre e romano, ma non italiano come dallo scempio del 1859-1870.
      Quando sono stato nel Nord, non ho mai avuto problemi a parlare di questi argomenti con amici lombardi e piemontesi, perché lo studio della storia e la mia sensibilità personale, mi portavano su quella strada.
      Trovo inoltre interessante del Sizzi, quel suo amore “terramaricolo” per la natura, il suo desiderio di rivedere le architetture edilizie del Nord Italia, alla luce dei modelli delle vecchie cascine lombarde, e contro gli ecomostri edilizi, tipo quelli di Milano o la Tav.
      Idem il suo ricordarci che la cosiddetta Emilia tra Piacenza e il Panaro, in realtà per 13 secoli non fu altro che Lombardia cispadana.
      Lo stesso gran parte dell’attuale Piemonte.
      Non me la prendo affatto se mi disprezza in quanto “terrone” e borbonico, perché quando ne parla non da italianissimo, lo fa con una sua coerenza, così come Gilberto Oneto.
      Quelli con cui mi sono aspramente scontrato in questi anni sono i risorgimentalisti unitaristi (non gli indipendentisti siciliani anche anti-borbonici), sia del Nord, ma soprattutto quelli del “Sud” i più odiosi, perché accecati da una propaganda dura a morire e incapaci di vedere le rapine fatte dalla lobby tosco-padana ai nostri danni, e con l’abbondante concorso di molti ascari idioti nostrani, di ieri, e pure di oggi…
      Se oggi salvo l’unità italiana lo faccio solo perché temo il dominio della camorra, non per amore di qualcosa verso cui mi sento profondamente estraneo….. 🙂

  124. mirkhond scrive:

    Nissa Rebela

    Nissa Rebela (Nizza Ribelle), schierata su posizioni populiste di destra, si limita, a differenza dell’indipendentista LRLN, a rivendicare per Nizza un’ampia autonomia. La propria base elettorale è paragonabile, per consistenza, a quella della Ligue e nelle elezioni amministrative riesce generalmente a raccogliere fra il 2% e il 5% dei consensi. Il suo programma si richiama apertamente a quello della Lega Nord italiana[5] e si basa sui seguenti punti:

    Contenimento sia del centralismo parigino che di quello comunitario legato a Bruxelles, visti entrambi come elementi di disturbo e di freno allo sviluppo economico e sociale della città
    Lotta nei confronti dell’immigrazione illegale e contenimento di quella extra-comunitaria, in particolare di quella proveniente dai paesi in via di sviluppo e di fede non cristiana. A tale proposito Nissa Rebela si è sempre opposto fermamente alla costruzione di moschee e di altri edifici di culto non cristiani. Per molto tempo il suo lemma preferito è stato: si alla socca, no al kebab
    Insegnamento obbligatorio del nizzardo e difesa delle tradizioni cittadine. A tale proposito vengono organizzate annualmente marce in onore di Caterina Segurana, un’eroina nizzarda del XVI secolo e della Fierté niçoise (Fierezza nizzarda)

    Nel dicembre del 2007 il presidente del partito, Philippe Vardon, ha avuto problemi con la giustizia francese per aver ricostituito un movimento politico precedentemente disciolto dalle autorità.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Nazionalismo_nizzardo

  125. MOI scrive:

    Roma, Martin Lutero avrà una piazza a Colle Oppio
    La richiesta era stata avanzata sei anni fa dall’Unione delle chiese cristian avventiste del 7° giorno e arriva dopo 494 anni dalla bolla di scomunica emessa da Papa Leone X

    http://www.iltempo.it/cronache/2015/03/30/roma-martin-lutero-avra-una-piazza-a-colle-oppio-1.1398001

    … Almeno per Mauricius, un’ ottima notizia !

    • habsburgicus scrive:

      c’è un solo modo per evitarlo 😀
      chiamare un tale (il cui nome è l’opposto di “bellico” :D), e fargli vedere ciò che Lutero scriveva sui correligionari suoi e di Pino 😀
      successo assicurato 😀
      ubi maior minor cessat !
      e fra’ Martin è maior solo rispetto a noi 😀

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Hanno dedicato viali a neonazisti, a Roma, quindi diciamo che la cosa mi lascia abbastanza indifferente.

  126. mirkhond scrive:

    Ti fa venir voglia di restituire Roma al Papa…. 🙂

    • Francesco scrive:

      no dai, povero Papa, non se la merita Roma (anche se questo viene da Buenos Aires …) 😉

      pare che in almeno un caso alle Sentinelle in Piedi si siano aggregati dei musulmani conservatori, a comune difesa della famiglia naturale. l’ho scoperto grazie alle sdegnate reazioni trovate su FB! 😀

      • MOI scrive:

        @ FRANCESCO

        Sbaglio o gli AntiSentinellisti, quando han visto i Musulmani, se la sono fatta sotto battendo in ritirata preventiva ? 😉

        • Francesco scrive:

          non saccio, hai qualche fonte?

          devo decisarmi ad andare a sentinellare, pardon vigilare, pardon leggermi un libro in piedi

          🙂

    • Francesco scrive:

      non è che i greci stanno provando la mossa di un vecchio film cioè farsi invadere da qualcuno molto più ricco per poi spennarlo?

      nel film erano gli USA la vittima del trappolone, qui forse i tedeschi

      puntano alla ricostruzione? agli investimenti? sperano di essere la nuova Polonia?

      • roberto scrive:

        boh?
        sinceramente credo che syriza si stia dolorosamente scontrando con la differenza fra “fare delle promesse in campagna elettorale” e “mantenere le promesse”.
        me ne dispiace perché mi stanno simpatici e mi davano molte speranze….

        • Francesco scrive:

          chioserei “fare delle promesse sconsiderate in campagna elettorale” …

          il che spiega la difficoltà di mantenerle

          ciao

      • PinoMamet scrive:

        Bello come io e Francè la questione la vediamo potenzialmente uguale, ma da due punti di vista opposti:

        secondo me, se la Storia docet qualcosa, sono i tedeschi che sono portati, nel loro delirio di grandezza, a immaginarsi qualche azione militare (che naturalmente gli andrebbe male, alla lunga: non vedono l’ora) nel caso i greci proprio non volessero farsi rovinare completamente da loro.

        Non succederà nessuna azione del genere perché i tempi sono cambiati (però non dappertutto: vedasi Ucraina e Russia…)

        • Francesco scrive:

          guarda che i tedeschi non hanno più un Panzer perchè per risparmiare hanno messo tutto sotto naftalina, o lo hanno fuso per fare le VW e le Audi … altro che invadere la Grecia!

          😉

        • PinoMamet scrive:

          Ehm…
          su Wikipedia leggo che di carri armati Leopard 2 ne hanno 232 (pianificati 328), senza contare tutti gli altri tipi di corazzati, e sono l’ 8° forza armata del mondo…

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