Aura d’Italia

Ogni tanto, mi viene da scrivere una riflessione sperimentale, dove semplifico molto e compio sicuramente errori, ma mi serve per mettere in ordine esperienze e idee.

Quindi non prendete troppo alla lettera ogni parola, cercate di cogliere il senso generale.

Innanzitutto, la crisi sta cambiando il volto dell’economia italiana. Tra tante altre realtà, ha messo in crisi i pilastri della sinistra realmente esistente, istituzioni come la Coop e il Monte dei Paschi di Siena, con il loro contorno politico.

Contemporaneamente, diventa centrale la commercializzazione dell‘Aura d’Italia.

Aura di di Estrosi Creativi che Coniugano Modernità e Tradizione nel Solco tracciato da Leonardo e Michelangelo… con due aspetti paralleli e inseparabili: turismo e moda.

Il grosso ricade su tre luoghi-cartolina che tutto il mondo riconosce, cioè Venezia, Firenze e Roma.

Ma Roma è troppe cose insieme, Venezia è quasi disabitata; per cui nei fatti, questa Aura si concentra soprattutto a Firenze, che non è solo luogo turistico, ma centro simbolico del sistema-moda planetario (anche se i centri economici sono ben altri, da New York a Milano).

Questo fatto ci permette di capire come abbia fatto il sindaco di Firenze a scardinare in pochi anni l’intero sistema del PD e impadronirsene, per poi passare a diventare addirittura il politico-protagonista di tutta l’Italia.

Tenendo presente, però che il vero potere non ama mai farsi vedere, e quindi non bisogna insistere troppo sull’esuberante personalità dell’ex-sindaco.

L’industria dell’Aura è l’inevitabile accompagnamento dell’immensa divaricazione della ricchezza mondiale: il settore del lusso, ci dicono, è l’unico che non conosce crisi. E questa industria ha come base, non l’accumulazione di piaceri, ma una disperata gara di prestigio tra uomini che devono dimostrare la propria potenza attraverso una serie di gesti prefigurati di spreco su scala gigantesca.

Allo stesso tempo, il mercato dell’Aura riflette il generale narcisismo, la smaterializzazione e la finta intimità dell’era della Jeune Fille.

Non è altro che la pubblicità di se stessa, e come ogni pubblicità, è quindi giovane, bella, seducente, entusiasmante.

Il mercato della moda, a differenza di quello turistico, genera ben poco di ciò che una volta si chiamava “lavoro”: gli scaricatori stagionali a Pitti Moda, il designer di gioielli, la modella eccezionale, il buttafuori sono figure numericamente irrilevanti.

Ma questo mercato muove capitali enormi, in grado di condizionare la politica, la cultura, i media… Nulla può fermare le cifre che i signori del lusso sono in grado di schierare sul campo. Cifre che ovviamente non hanno nulla a che fare con “l’Italia” o con “Firenze”, visto che scorrono dentro il mondo parallelo del denaro virtuale planetario.

Il mercato dell’Aura genera e rimodella l’Aura stessa.

Decide, ad esempio, che il museo/monumento, invece di essere luogo in cui si può scoprire il proprio territorio, deve diventare sede di “eventi” mediatici, un continuo spettacolo a sostegno dell’industria dell’Aura (Pucci riveste il Battistero, Stefano Ricci decide l’illuminazione del Ponte Vecchio, Ferragamo prende in mano gli Uffizi…).

Il mercato dell’Aura deve vendere ciò che la gente già conosce, e quindi se riduce l’Italia a Firenze/Venezia/Roma, riduce a sua volta Firenze a due o tre monumenti facilmente riconoscibili in tutto il mondo. Il resto della città può fare da dormitorio, e i brandelli di centro non ancora distrutti possono diventare valvole di sfogo per la parte bassa dell’industria turistica.

Ecco che i punti chiave diventano modello di città, turismo, moda, gentrificazione, patrimonio, urbanistica, paesaggio.

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253 risposte a Aura d’Italia

  1. rossana scrive:

    Concordo sulla tua riflessione e su due punti in particolare che mi pare li riassuma tutti:
    1. “Il mercato dell’Aura genera e rimodella l’Aura stessa.”
    2. “Ecco che i punti chiave diventano modello di città, turismo, moda, gentrificazione, patrimonio, urbanistica, paesaggio.”
    E’ da tempo che giro intorno al pensiero che il territorio, inteso nel suo senso più dettagliato che comprende strade, verde, costruzioni, illuminazione, musei, opere d’arte, cultura (o non cultura), etc. riflette e plasma chi lo abita.
    Per questo chi difende (chi lotta) per il territorio difende non solo un’idea di mondo (tre quarti del quale è ormai ogm puro), ma un’idea di umanità.
    Che stiamo lasciando in mano ai costruttori dell’Aura i quali avanzano centimetro dopo centimetro mantreggiando che chi non vuole il cambiamento è un terrorista.
    Cioè, terrorizza i costruttori dell’Aura, che della vita reale non sanno che farsene: non vende e non incrementa i dividendi di Piazza Affari.

  2. Francesco scrive:

    >> Ma questo mercato muove capitali enormi, in grado di condizionare la politica, la cultura, i media…

    direi proprio di no, basta vedere i fatturati per capire che la moda muove cifre modeste

    forse devi cercare altrove i motivi per cui condiziona cultura e mass media

    la politica mi pare si muova su tutt’altri orizzonti, tolta Firenze ma lì la moda ha un peso spropositato rispetto alla città – già a Milano conta molto meno

    insomma, il particolare Firenze illustra se stesso e non molto d’altro

    ciao

  3. Z. scrive:

    Miguel, a me piacerebbe tanto che quella che tu chiami “aura” muovesse tutti quei capitali, in Italia. E ti dirò: non credo che in linea teorica sarebbe impossibile, anzi.

    Il problema è che secondo me ha ragione Francesco: ad oggi, purtroppo, non succede.

    Forse anche Oltrarno si è parlato della mostra dei fiamminghi che Roversi Monaco ha patrocinato a Bologna. Al di là delle polemiche che ha suscitato, resta un dato di fatto: l’indotto in termini di visitatori che la mostra ha apportato ai siti turistici bolognesi.

    http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cultura/2014/29-maggio-2014/ragazza-l-orecchino-perla-ha-portato-bologna-27-milioni-euro-223303392614.shtml

    La stima è riportata dallo stesso Roversi Monaco, e quindi in linea di principio può essere considerata di parte, ma ad oggi non mi risulta che nessuno abbia provato a smentirla. Inoltre, se anche l’indotto fosse – esageriamo? – dieci volte minore di quanto stimato dal celebre amministrativista, il successo in termini economici e culturali sarebbe comunque enorme.

    Da notare che tutto questo indotto si è generato quasi spontaneamente, nella quasi totale assenza di iniziative organizzate e concertate, volte a sfruttare la notevole esternalità positiva costituita dalla Ragazza con l’orecchino di perla.

    Bene: l’esternalità positiva, invece, non solo non è stata adeguatamente sfruttata. Non si è neppure tentato di internalizzarla. Il risultato è che l’organizzazione che ha messo in piedi un evento che ha portato (decine di) milioni di indotto in città ci ha rimesso 550 euro di tasca propria.

    Se questi sono i risultati che ottiene, cosa dovrebbe spingere un privato a investire?

    Detto questo, io spero che questa vicenda possa essere di lezione per Bologna e per la maggioranza che la governa: lavorando in modo intelligente e coordinato questo mercato potrebbe arricchirci tutti. E potrebbe insegnarci quanto si potrebbe arricchire questo paese sfruttando le sue risorse turistiche, che a differenza dei giacimenti – come osservò Francesco – non si esauriscono mai.

    Invece temo che la lezione sarà ignorata sia a livello locale sia a livello nazionale. Probabilmente continueremo a baloccarci tra riflessioni iperuraniche sul senso della vita e inutili sfilate di piazza per l’accanimento terapeutico verso fabbriche obsolete, mentre il mondo e la ricchezza si dirigono altrove. E giù a dare gli uni la colpa agli altri, ché è sempre una soddisfazione poterlo fare.

    • Z. scrive:

      errata corrige: ci ha rimesso 550 mila euro, non 550 euro!

    • Francesco scrive:

      concordo al 100% con Z

      noi italici si preferisce litigare, sfilare in piazza, stare attaccati al passato come a un salvagente di acciaio cromato, andare a fondo

      ma usare con intelligenza le risorse che abbiamo per arricchirsi, questo no, ci fa sinceramente orrore

      piuttosto che fare 100 milioni con i turisti stranieri che vengono in Puglia, ne spendo 10 per fare pubblicità in Italia

    • giovanni scrive:

      “potrebbe insegnarci quanto si potrebbe arricchire questo paese sfruttando le sue risorse turistiche, ”
      e come esempio citi una mostra….di pittura olandese. Finita in rosso.
      quanto al “nessuno ha smentito Roversi Monaco”, si vede che non conosci per niente Bologna. Se la conoscessi, sapresti benissimo perchè nessun bolognese lo farà mai, anche se dicesse che la Luna è fatta di formaggio.

      • Z. scrive:

        giovanni,

        — e come esempio citi una mostra….di pittura olandese. Finita in rosso. —

        No, cito l’indotto economico che la mostra ha apportato al resto della città. Il fatto che la mostra sia finita in rosso, inoltre, ci indica appunto che il privato fatica a sopperire all’inerzia del pubblico, dato che fatica a internalizzare l’esternalità.

        — quanto al “nessuno ha smentito Roversi Monaco”, si vede che non conosci per niente Bologna. —

        Può darsi che tu la conosca meglio di me, naturalmente. Però non esageriamo 🙂

        — Se la conoscessi, sapresti benissimo perchè nessun bolognese lo farà mai, anche se dicesse che la Luna è fatta di formaggio. —

        Scherzi? Certo ricorderai bene come Roversi Monaco sia stato bersagliato da accese polemiche per la decisione di organizzare la mostra, tanto da parte di specialisti del settore (locali e non), tra cui l’amico di Miguel Tomaso Montanari:

        http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/10/la-ragazza-con-lorecchino-di-perla-marketing-o-conoscenza/875749/

        quanto da parte dell’assessore alla Cultura di Bologna, Alberto Ronchi:

        http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/01/30/news/roversi_monaco_all_attacco_cosa_rester_della_mostra_pi_del_capodanno-77294977/

        Comunque, supponiamo pure che la cifra sia stata moltiplicata a dismisura, come i manifestanti moltiplicano a dismisura il numero dei partecipanti ai loro cortei. Come dicevo, se anche l’indotto per Bologna fosse un decimo di quello stimato, la mostra avrebbe arricchito la città per una cifra cinque volte superiore rispetto al passivo registrato dalla mostra.

        Insomma, Tremonti sosteneva che con la cultura non si mangia. Miguel, tutto sommato, sostiene più o meno la stessa cosa. Invece io penso che con la cultura potremmo mangiare tutti, e bene.

        • Francesco scrive:

          spero Tremonti intendesse con cultura il ciarpame prodotto oggi dalla compagnia di giro degli artisti impegnati e progressisti (da Dario Fo a Nanni Moretti giù giù fino alla Dandini), specialisti nel chiedere soldi allo Stato

          sennò avrebbe detto l’ennesima belinata

        • Z. scrive:

          Mica dibatteva di personaggi televisivi più o meno di sinistra. Parlava di governo, investimenti e finanze.

        • Francesco scrive:

          di solito quando si parla di investire sulla cultura si intende “regalare soldi ai cineasti di sinistra”

          però non ricordo quella discussione

        • Z. scrive:

          E’ ammirevole il tuo tentativo di difesa d’ufficio di Tremonti, quando non ha neppure provato a difendersi da solo. Si è limitato a dire che era stato male interpretato e blah 😀

        • PinoMamet scrive:

          ” di solito quando si parla di investire sulla cultura si intende “regalare soldi ai cineasti di sinistra””

          eh, passò quel tempo Enea…

        • Z. scrive:

          Ach so, aber forsan et haec olim meminisse iuvabit.

          😀

        • Francesco scrive:

          sei sicuro Pino? o sei tu che non sei più di sinistra?

          la Rohrwacher ha avuto i miei soldi per il suo filmetto?

          ciao

        • Z. scrive:

          La Rohrwacher non so.

          Ma i cinepanettoni sì, e Salvatores pure.

          E tra i due il meno peggio sono decisamente i cinepanettoni.

        • PinoMamet scrive:

          Vi aggiorno che hanno chiuso i cordoni della borsa…
          o perlomeno li hanno stretti molto.

          Naturalmente i soliti noti, “inseritissimi”, qualcosa riescono sempre ad avere, sempre più di me per esempio.
          Temo che se anche sventolassi il libretto rosso di Mao non servirebbe a niente 😉

          Io ne chiesi Tot Mila (mica per farci le vacanze, per pagare la gente… ma è una lunga storia) me ne concessero un quinto, erogarono due terzi del quinto e l’altro terzo “ricalcolarono” che avevo mandato tutti i rendiconti giusti, perciò se lo tenevano loro.
          Giuro, ho la lettera a due metri da me mentre scrivo. Non metto le cifre perché non si sa mai chi legga.

          Poi dopo un po’ mi scrissero che dovevo rimandargliene 1000 (arigiuro) perchè a loro risultava che me l’ero intascato io (balle, e poi che ci faccio, ci pago il bollo e l’assicurazione? se rubassi ruberei un po’ di più, non vi pare?)
          Il mio avvocato mi consigliò di sbattermene il cazzo, tanto farmi causa da Roma costava più di quanto avrebbero preso. 😉

  4. Miguel Martinez scrive:

    per Z

    “E potrebbe insegnarci quanto si potrebbe arricchire questo paese sfruttando le sue risorse turistiche, che a differenza dei giacimenti – come osservò Francesco – non si esauriscono mai.”

    non ho seguito la vicenda della mostra.

    Ho seguito invece, per strada, il secondo tentativo di sfrattare la famiglia di Chiara, una bambina etiope dai capelli incredibili, due genitori bravissimi.

    Eravamo abbastanza da impedire che l’ufficiale giudiziario (poveretta, una ragazza simpatica) potesse eseguire lo sfratto. E per fortuna, c’era anche un poliziotto molto ragionevole.

    Ora, perché il padrone di casa – un ragazzone che sembrava appena uscito dalla discoteca – voleva sfrattare gente che ha lavorato in nero per lui, e comunque riesce con sforzi pazzeschi a pagare l’affitto?

    Semplice: perché nei suoi occhi (abbastanza ributtanti, a guardarli…) vede luccicare i dollarini, immaginando di affittare il buco dove ha ficcato la negretta che ha lavorato per lui in nero, a turisti molto più danarosi, o come contorno per Eventi…

    • Z. scrive:

      Ecco un’altra caratteristica dell’italiano medio.

      Ci fanno osservare un lato della questione che non avevamo inteso considerare?

      Anziché discutere nel merito, rispondiamo parlando di sfrattati, padroni che sfruttano il lavoro nero, bambini gettati per strada; oppure, a seconda dell’orientamento politico e culturale, dei crimini del massoni, o dei politici ladri, o degli immigrati che rubano e stuprano.

      La regola d’oro è sempre la stessa:

      mai, assolutamente mai, restare in tema.

      Del resto, anche su questo blog, andiamo sempre fuori tema.

      Io per primo, ovviamente 😀

    • serse scrive:

      Miguel, Miguel, Miguel!
      A volte penso che faresti meglio a tornare ad addestrare chi sai tu, che qui è difficile farsi capire.
      Il caro (I care) abbronzato spende decine di miliardi di dollari per andare ad estrarre gas di scisto dall’Ucraina orientale mica per comprarsi Palazzo Pitti.

    • Francesco scrive:

      Miguel

      in effetti è difficile capire come una città più povera perchè NON ci sono turisti coi dollari (o i dinari o gli yuan) sia un posto migliore per le famiglie etiopi.

      Ma immagino sia colpa dei miei studi che mi hanno ottuso la mente, già limitata di suo.

      Francesco

  5. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Anziché discutere nel merito, rispondiamo parlando di sfrattati”

    No.

    E’ che Pitti Moda forse arricchirà il giovanotto che ha ereditato non so quante case, tra una sniffata di cocaina e l’altra.

    E danneggerà la mamma di Chiara.

    Quindi, ciò che oggettivamente arricchisce l’uno (e qui ti posso benissimo dare ragione) distrugge la vita dell’altra (e per questo ne parlo).

    • Z. scrive:

      Lo vedi che mi dai ragione, Miguel?

      Anziché rispondere nel merito – ossia, l’effettivo flusso di denaro dell’industria turistica, che in Italia mi sembra semplicemente ridicolo rispetto alle sue potenzialità – rispondi parlando di sfrattati.

      Ora, è quasi banale osservare che l’inadeguatezza delle politiche abitative del comune di Firenze (e non solo: anche qui non siamo messi bene) difficilmente possono essere imputate a questo signore che ti è tanto antipatico. Ma è forse altrettanto banale osservare come una buona politica per la casa potrebbe essere facilitata, e non certo danneggiata, da un maggior flusso di denaro attraverso le casse comunali.

      E se un aumento drammatico della ricchezza circolante in città – mettiamo pure che ci sia – non si traduce in un miglioramento del benessere degli strati sociali più deboli, di nuovo, di chi è la responsabilità? Degli immigrati, dei capitalisti, dei massoni?

      O forse del governo lcoale che non si attiva per redistribuire la ricchezza nella misura necessaria? oppure ancora, di coloro che tollerano un simile governo, e al contempo di tutti coloro che a un governo simile non riescono a proporre un’alternativa migliore e credibile, perché tanto il mondo è condannato e il male vincerà?

      • giovanni scrive:

        l’inadeguatezza delle politiche abitative del comune di Firenze (e non solo: anche qui non siamo messi bene) difficilmente possono essere imputate a questo signore ”
        beata ingenuità. Pensi che gente come Renzi si autofinanzi? E se la risposta è no, chi pensi che sarà il finanziatore, tra la mamma etiope e il rampollo degenere? E quel rampollo degenere perchè finanzia Renzi, per dare una casa a chi non ce l’ha (calmierando il mercato dell’affitto), o per non mettere bastoni tra le ruote a chi vuole sfrattare?

        • Z. scrive:

          Se sosteniamo che gli alloggi popolari fanno diminuire il prezzo degli affitti dobbiamo pure sostenere che la difficoltà di sfrattare li faccia aumentare (peraltro non in modo equanime: in misura massima per il piccolo proprietario e in misura minima per le società che gestiscono immobili su vasta scala).

          Ma il punto è che, nella sostanza, anche secondo il tuo ragionamento la responsabilità della carenza di alloggi è dell’amministrazione comunale.

  6. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Z

    L’errore sta infatti nel pensare che il fatto che “ci siano più soldi”, significhi che campino meglio le persone.

    Ma a questo aveva già risposto a suo tempo Trilussa, con la storia dei polli.

    • Z. scrive:

      Trilussa era un grande poeta, ma per fortuna c’è vita oltre i grandi poeti 🙂

    • Francesco scrive:

      persino De Crescenzo è riuscito a smentire a ragione Trilussa!

      Miguel, ti rimando a quella che per me è la prova più evidente che hai torto: mai come oggi al mondo ci sono tante persone.

      ciao

    • Francesco scrive:

      Miguel

      conosci ricchi che mangino 10 polli e se li cucinino da soli?

      sennò Trilussa ha torto marcio

      come infatti ha

  7. La fruizione oggettiva del simbolico, invece che l’attiva determinazione soggettiva nello spazio delle relazioni, è ciò che marca la modernità: tutto si spegne mentre tutto resta permanentemente acceso e accessibile. La dilatazione del tempo del simbolico, pari e contemporanea alla sua velocizzazione oltre i “comuni” flussi di razionalizzazione e di deposito culturale, sono rintracciabili nella disarticolazione del linguaggio quale “topoi” collettivo: il riverbero delle banalità, la nevrotica e narcisistica rincorsa alla comprensione e alla comprensibilità, la celebrazione necrofila nella più completa assenza di ulteriorità di senso che le umane tracce connotano l’operosità.
    Magari fosse marketing… è un funerale.
    Resta da mettere a fuoco di chi. N.O.I. non abbiamo dubbi: l’uomo vive di necessità, non di possibilità. L’uomo prospera nei limiti, non nel travalicamento. L’uomo evolve nelle contingenze, non nelle incongruità.

    • Moi scrive:

      Ma voialtri del N.O.I, usate ancora il termine “Uomo” per “Genere Umano” come negli Anni Cinquanta ?! MiSSOGGEniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ; -) : -)

      • Z. scrive:

        Psst… anche il codice penale lo fa. Non diciamolo troppo in giro, però, ché non vorrei assistere a falò di libri. Oltretutto molti hanno la copertina plastificata e la combustione sarebbe parecchio inquinante 😀

  8. Moi scrive:

    @ FRANCESCO

    A quale opera di Luciano De Crescenzo alludi ?

    @ MIGUEL

    Ti traduco Z : “A Firenze amministra il PD, perciò non facciamo Populismo e Demagogia ! Le storie di povere “Negrette” messe in difficoltà dai bagordi dei Cafoni Arricchiti, van tenute buone per i Comuni amministrati dalla DX !” … In quel caso lì sì che fan buon brodo !

    • mirkhond scrive:

      Mi hai tolto la parola di bocca!
      Devo dire che hai compreso alla perfezione il cinismo e la doppiezza del tuo connazionale e concittadino Zanardo! 🙂

    • Francesco scrive:

      non ne ho idea ma giustamente faceva notare che nessun ricco accumula una quantità tale di beni di consumo da giustificare le statistiche su, per esempio, la proprietà di automobili o di televisioni

      Z è stato serio e preciso: è demagogia sommare mele e pere e fingere rapporti causali tra eventi che non ne hanno. è moralismo rancido come i commenti contro i calciatori strapagati vs i problemi veri del paese – fortuna che poi quelli coi problemi fanculano i moralisti e vanno a tifare

    • Z. scrive:

      Ehm, capisco che il fanatismo politico sia spesso nemico del ragionamento equilibrato.

      E vi voglio bene lo stesso, ci mancherebbe.

      Però devo farvi notare che nella vostra foga grillina né tu né il Duca vi siete accorti che ho scritto esattamente il contrario!

      Ossia, che se Firenze difetta di politiche abitative eque ed efficienti allora la colpa è dell’amministrazione comunale (che mi risulta di maggioranza PD, mica M5S o FI), e non dell’industria turistica.

      Vi farei pure un disegnino, eh, ma non so disegnare 😀

  9. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    A livello filologico, non ti sembra che il Proustiano “Jeune Fille” soffra di una vaga ; -) obsolescenza terminologica ?

  10. mirkhond scrive:

    “è moralismo rancido”

    Come il tuo e del tuo sodale Zanardo.
    Mi chiedo con tali scienze, come mai perdiate il vostro preziosissimo tempo in questo blog di poeti, di sognatori e di frustrati, invece di affiancare renzy come ministri dell’economia.
    Così vediamo cosa siete capaci di fare.
    Moralisti rancidi da 4 soldi!

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Anziché rispondere nel merito – ossia, l’effettivo flusso di denaro dell’industria turistica, che in Italia mi sembra semplicemente ridicolo rispetto alle sue potenzialità – rispondi parlando di sfrattati.”

    Invece ti rispondo esattamente in merito, mi sembra.

    A me, intanto, non interessa “il flusso di denaro”, mi interessa la vita che fanno le persone, in particolare quelle che conosco io, nessuna delle quali è particolarmente “danarosa”.

    Io ti potrei citare cento casi per dimostrare quello che dico, e l’ho già fatto.

    Cosa significa il dato statistico che ci sono già circa 35 turisti l’anno per ogni fiorentino?

    Significa che la fornaia che riforniva il quartiere se n’è dovuta andare, perché la padrona le ha chiesto 5.000 euro al mese per il fondo.

    Il fondo resta attualmente sfitto, ma prima o poi arriverà qualcuno che dovrà mantenere un giro economico in quel fondo tale da poter pagare l’affitto; e questo si ottiene soltanto con alcol e musica fino alle 3 di notte.

    A quel punto, se ne andranno gli anziani e i residenti storici del quartiere, cacciati dagli schiamazzi incessanti e dalla pipì tutte le notti contro i loro portoni. Eppure gli affitti non diminuiranno, perché gli appartamenti verranno affittati agli studenti delle oltre 40 università americane a Firenze.

    Che, come gli extracomunitari, si possono ficcare in locali scomodi e dalle pareti scrostate, ma a differenza degli extracomunitari, possono pagare affitti alti.

    Quindi, la fornaia e gli anziani e la famiglia etiope se ne vanno.

    Dove vanno? In periferia, anzi nelle periferie: i primi nella periferia del ceto medio e bianco; etiopi e altri nella periferia dei “neri”, cioè nel quartiere dove gli affitti restano bassi perché la zona è “malfamata”.

    In questo modo, si distrugge il tessuto che permetteva alla famiglia etiope di vivere in una spontanea amicizia con persone molto diverse; e la bambina perde la possibilità di crescere a fianco di amiche che magari hanno tanti interessi anche culturali. Crescerà magari invece in un ambiente in cui è normale abbandonare la scuola appena possibile.

    Poi dopo ci si lamenta che in altre parti d’Europa ci sono i “ghetti” o le banlieues; ci si lamenta dei centri storici svuotati; ci si lamenta del traffico, perché le periferie sono lontane dai luoghi di lavoro; ci si lamenta dei quartieri aridi del ceto medio… E sono cose che hanno anche un costo economico.

    • Z. scrive:

      Forse sono io a non essermi spiegato, Miguel. Ci riprovo con un altro esempio.

      Bologna è una città universitaria, che secondo varie stime – a quanto leggo – ospita dai 90.000 ai 120.000 studenti l’anno.

      Non ti so dire quale sia la più precisa, fatto sta che Bologna non è certo una metropoli. Su una città di circa 380.000 abitanti, anche la stima più prudente implica un rapporto studente per abitante molto più elevato della media nazionale.

      Questo comporta effetti paragonabili a quelli da te descritti: in generale, il centro storico, nel corso degli anni, è diventato via via sempre meno a misura di residente e sempre più a misura di studente.

      A titolo esemplificativo e non esaustivo possiamo citare: alloggi non esattamente a norma di sicurezza affittati in nero a prezzi notevoli; disagi notturni per i residenti non-movidari; botteghe tradizionali rimpiazzati da pub e piccole rivendite di alimentari e alcolici; allentamento dei legami di comunità; peggioramento dell’igiene delle strade; furti di biciclette e mercato più o meno libero di biciclette ricettate [1].

      Giovanni, che conosce Bologna molto meglio di me, potrà certamente fornirti molti altri esempi dello stesso tipo. Ma direi che il punto è chiaro: si tratta di tutto quello a cui Moi si riferisce quando dice, tra il serio e il faceto, che quando visita il centro storico della sua città si sente come un forestiero nella propria città.

      Ora, la colpa di tutto questo è davvero dell’Ateneo? Dei professori, degli studenti, del personale amministrativo dell’Università? O del flusso di denaro che gira tra iscrizioni, finanziamenti e stipendi?

      Secondo me no. Credo che l’Università sia una grande risorsa per Bologna; al contrario, credo che il problema sia la cattiva politica in materia di università di cui sono responsabili le amministrazioni locali degli ultimi decenni.

      [1] Il che comporta, tra l’altro, un inutile intasamento della giustizia penale, visti i tempi biblici di prescrizione del reato di ricettazione. Anche quando il bene ricettato è di modesto valore, come una bicicletta scassata…

  12. Miguel Martinez scrive:

    Sempre sul flusso di denaro…

    Come vi ho già ampiamente raccontato, una parte dell’unica area per l’infanzia del nostro rione, è stata presa in mano da una “holding” il cui padrone sostiene che il futuro degli investimenti immobiliari è nei centri storici.

    Una parte di quella che era la ludoteca è stata venduta a caro prezzo a una misteriosa famiglia, con un bambino che tutti i giorni torna a casa da scuola con l’autista, su una macchina dai vetri affumicati.

    Queste persone sono state attratte dall’Aura Firenze, evidentemente.

    Certamente, il flusso di denaro è passato da zero che era ai tempi in cui c’era la ludoteca, a cifre molto elevate; cifre attratte proprio dall’Aura Firenze.

    Ma le famiglie di San Frediano, cosa ci hanno guadagnato?

  13. mirkhond scrive:

    Zanardo, al Golf Club di Ravenna :

    http://youtu.be/VfBNxeet6T4

  14. mirkhond scrive:

    “Bologna è una città universitaria, che secondo varie stime – a quanto leggo – ospita dai 90.000 ai 120.000 studenti l’anno.”

    Da dove provengono?

    • Z. scrive:

      Bella domanda. Posso dirti che buona parte degli studenti con cui ho avuto a che fare nel corso degli anni erano calabresi e pugliesi. Parecchi anche gli abruzzesi. Anche di siciliani ce ne sono, ma l’impressione è che siano meno dei loro colleghi peninsulari del Meridione. Qualche lucano, trentino o bolzanino; rari veneti, lombardi, laziali e liguri; rarissimi i toscani. Umbri o molisani non ne ricordo.

    • roberto scrive:

      per quanto mi riguarda (giurisprudenza, anni novanta dello scorso secolo), ho incontrato solo abruzzesi, pugliesi e calabresi, qualche raro veneto (in genere scappato da padova) e qualche marchigiano
      per napoletani e siciliani credo che giochi il fatto di avere in casa delle facoltà di diritto abbastanza prestigiose

    • izzaldin scrive:

      Calabresi e pugliesi al primo posto.
      Abruzzesi marchiciani al secondo.
      sardi siculi campani a seguire.
      buona percentuale di veneti e nordici

    • PinoMamet scrive:

      Secondo me chiedeva “da dove provengono i dati” 😉

      per il resto, si sa che la Puglia ha una riserva inesauribile di studenti 😀

    • PinoMamet scrive:

      Nel mio non-capoluogo, in numeri più modesti ma in proporzioni uguali, direi che al primo posto ci sono i pugliesi (salentini e foggiani soprattutto), siciliani, mantovani e bresciani, abbruzzesi, vari ed eventuali…
      poi ci sono “gli erasmus” (spagnoli e portoghesi, che ricambiano il favore degli studenti italiani per i loro paesi, britannici, qualche francese…)
      e gli studenti stranieri (greci e israeliani, per le loro politiche di numeri chiusi e servizi militari).

      Naturalmente, stime spannometriche! 🙂

  15. roberto scrive:

    allora su turismo, moda & città, sono a 100% d’accordo con z.

    e aggiungo per miguel che se il tizio che sfratta chiara e la sua famiglia è un bel pezzo di mota (cosa confermata dal fatto che faceva lavorare al nero la mamma di chiara), questo non è certo colpa del turismo o della moda, e puoi star sicuro che un altro pretesto per lo sfratto lo avrebbe trovato (forse per mettere nel tugurio 10 cinesi tutti disposti a lavorare per lui al nero e allo stesso stipendio della mamma di chiara).

    il problema non sono i turisti ma l’incapacità delle amministrazioni di gestire il tesoro che hanno facendone godere tutti, turisti e abitanti.

    se hai un pub che fa casino all’una di notte, che si chiuda, si stracci la licenza e la si dia a chi sa fare il suo lavoro in modo più rispettoso.
    se hai un tipo che affitta stanze in nero, gli si dia una multa mostruosa (e/o lo si rinchiuda a sollicciano)
    ecc.

    so di affrontare un tema sul quale non siamo d’accordo, ma se a firenze togli turismo e moda, come campate? orti nei giardini di boboli?

    e infine ricordo sempre che, quando eravamo a bologna, mia moglie ogni tanto traduceva prospetti per turisti tedeschi. senza turisti tedeschi niente soldi per mia moglie, che non avrebbe potuto comprare il pesce dal pescivendolo, che a sua volta non avrebbe potuto comprare il pesce dal pescatore, che a sua volta non avrebbe potuto far riparare il motore della barca dal suo meccanico che a sua volta….ad libitum
    (ok ok, questa è un po’ una macchietta, ma per far capire come un’attività dia da mangiare a persone lontanissime da quella attività)

    • Z. scrive:

      roberto,

      — il problema non sono i turisti ma l’incapacità delle amministrazioni di gestire il tesoro che hanno facendone godere tutti, turisti e abitanti. —

      Come sempre sei più sintetico di me e più bravo a farti capire. Ti invidio 😛

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “credo che il problema sia la cattiva politica in materia di università di cui sono responsabili le amministrazioni locali degli ultimi decenni.”

    Capisco fin qui il tuo ragionamento. Peraltro non ce l’ho né con l’università né tantomeno con gli studenti, americani o italiani, come non ce l’ho con i turisti.

    Premetto che siamo ancora in proporzione di uno studente ogni 3 bolognesi, non di 35 ogni fiorentino; e siccome tutto il turismo si concentra nel Centro Storico – il Quartiere 1 abitato da 67.000 persone – un rapporto di 180 ogni abitante…

    Ma quale sarebbe una corretta politica da parte delle amministrazioni locali, che eviterebbe una simile situazione?

    • Z. scrive:

      Miguel, i turisti restano qualche giorno. Poi se ne vanno.

      Gli studenti, se non mollano gli studi in anticipo, restano almeno cinque anni. Mediamente di più. Le loro esigenze non sono estemporanee, di una notte; sono esigenze quotidiane, e sono diverse da quelle dei residenti autoctoni.

      Peraltro, si concentrano quasi tutti non genericamente nel centro storico, ma in alcune aree del centro storico.

      Quindi non dobbiamo pensare che un rapporto 1 : 3, o 1 : 4, sia cosa da nulla.

    • Francesco scrive:

      Miguel

      mettiti dal punto di vista della zanzara: più turisti, più sangue!

      i turisti sono gente disposta a spendere, in più, non studenti senza soldi o profughi in misera

      non credo di dover aggiungere nulla, giusto?

      ciao

  17. roberto scrive:

    su una cosa invece do ragione a miguel, ovvero lo scandalo dell’asse venezia, firenze roma. ci sono miliardi di cose bellissime in italia, diffondere l’aura sarebe benefico per il terzetto infernale e per tutto il resto. ma mi sa che ci vorrebbe una qualche politica nazionale in materia di turismo…

    • Francesco scrive:

      vero, vero, verissimo

      io appaltarei a qualcuno di straniero la politica nazionale del turismo, non ha conflitti di interesse nè amici da favorire

      e noi italiani faremmo vagonate di soldi (e lo Stato di tasse)

  18. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “il problema non sono i turisti ma l’incapacità delle amministrazioni di gestire il tesoro che hanno facendone godere tutti, turisti e abitanti.”

    Ma qui sfondi una porta aperta, come a volte succede quando si dice che è tutta colpa del governo 🙂

    Il problema non sono i turisti, anche se – come ho appena scritto rispondendo a Z – 180 turisti per ogni abitante non sono pochi.

    E c’è qualcosa di strano se appunto ci sono 180 turisti per ogni residente, ma il 90% della gente che conosco non guadagna nulla dal turismo, e spesso ci rimette pesantemente.

    Non conosco albergatori, guide turistiche, gente che fa pulizie negli alberghi (tranne uno dello Sri Lanka che lavorava in uno degli alberghi più di lusso della città, talmente sfruttato che alla fine se ne è andato, e siccome era molto bravo, hanno dovuto assumere cinque indiani al posto suo).

    E questo già significherà qualcosa, se ci pensi.

    Poi è chiaro che esiste l’indotto dell’indotto che giustamente racconti, nessuno lo nega, che va comunque bilanciato con l’indotto negativo di cui parlo.

    Secondo, l’amministrazione ha deciso a tutti i costi di combattere il Degrado (cioè l’occasionale clochard o il tipo bizzarro) aprendo il Centro Storico alla “vita” e dicendo che non può fare nulla per impedire ai locali di fare ciò che vogliono.

    Il problema poi non sono le irregolarità, ma anche le regole: se il “mercato” dice che biosgna togliere ludoteche ai bambini e trasformarle in “residence” per miliardari, se il “mercato” dice che si guadagna di più vendendo alcol alle 3 di notte che facendo lavorare un panettiere, e se avvocati ben pagati riescono a dimostrare che tutto ciò è perfettamente regolare ai sensi e agli effetti del comma 22344…

    bene, il risultato comunque è un massacro, anche se in regola.

    E’ la creazione di ghetti, l’esproprio di vite intere. E la trasformazione di rioni un tempo vivi in deserti.

    • roberto scrive:

      “Il problema poi non sono le irregolarità, ma anche le regole”

      sfondi una porta aperta e rispondi a qualcuna delle tue domande qui sotto.

      vuoi lasciare la ludoteca con il parco pubblico? beh fai un piano regolatore che dice che lì non puoi costruire nulla e che il parco resta adibito a parco pubblico.

      il casino la notte da fastidio? fai un’ordinanza che obbliga a spegnere la musica ad una certa ora ammazza di multe chi non la rispetta

      c’è gente che affitta in nero a prezzi esorbitanti ai turisti? controlli a tappeto

      gli autobus nella stradina non ci passano?
      vietane il passaggio.

      insomma i modi ci sono, la volontà manifestamente no

  19. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “conosci ricchi che mangino 10 polli e se li cucinino da soli?”

    No, se li fanno cucinare, buttano la metà e ti pagano in pomodori marci.

    A parte gli scherzi, quando un miliardario saudita ha abbastanza soldi da farsi costruire un palazzo di cinque piani tutto in marmo di Carrara, è una montagna che se ne va.

    In cambio, una decina di operai a Carrara sicuramente lavorano, anche se due restano invalidi; e un imprenditore fa abbastanza soldi da portarseli alle isole Cayman e da pagarsi un commercialista che gli permette di non pagare le tasse.

    E un traduttore come me viene pagato un po’ meno di quello che guadagnano gli operai, per tradurre i contratti.

    • Francesco scrive:

      OK

      togli il saudita e cosa restano? 11 morti di fame, di cui due non invalidi

      un commercialista senza lavoro

      e un imprenditore che deve cercare altri affari

      senza parlare dei poveri caymani

      ciao

    • Francesco scrive:

      PS in tutto il mondo i ricchi pagano, tranne che a Miguelistan …. che sia colpa tua?

      😀

  20. Miguel Martinez scrive:

    Comunque, siccome siamo abituati a essere costruttivi, alla fine mi piacerebbe volgere in positivo tutta questa discussione.

    Quale sarebbe una politica da promuovere, che permetterebbe:

    – agli esercizi che servono i residenti di sopravvivere, pagando affitti ragionevoli
    – ai residenti a non pagare affitti esorbitanti
    – a dividere meglio tra i residenti i capitali che l’industria turistica indubbiamente muove
    – a non cacciare i residenti con la movida
    – a evitare la creazione di ghetti alla francese (mi dice un’amica urbanista, che in Francia hanno fatto una legge per cui il 3% delle case in ogni quartiere devono essere affittati a prezzi bassi, e quindi la Francia con tutte le sue banlieues infuocate ragiona comunque meglio di noi)
    – a preservare servizi pubblici diffusi sul territorio, a servizio dei residenti
    – a tutelare ogni bene comune e pubblico contro le privatizzazioni
    – a tutelare in maniera diffusa, quartiere per quartiere, i beni monumentali, anche se non ci capita mai un turista

    Poi premesso questo, possiamo anche pensare a come promuovere il turismo o la moda.

    • Z. scrive:

      Si tratta di questioni su cui è bene riflettere. Beninteso, secondo me alcune questioni così come le hai messe giù sono piuttosto opinabili, ma anche quelle sono comunque importanti e meritevoli di riflessione.

      Personalmente conosco meglio Bologna di Firenze, com’è ovvio, e credo che anche a Bologna sarebbe bene chiedersi se e come permettere:

      – agli esercizi che servono i residenti di sopravvivere, pagando affitti ragionevoli, quando i residenti che formulano la domanda di mercato sono sempre meno perché la composizione dei quartieri è cambiata
      – ai residenti a non pagare affitti esorbitanti, conseguenza della concorrenza nella domanda con gli studenti
      – a dividere meglio tra i residenti i capitali che l’università porta in città
      – a non cacciare i residenti con la movida, da tempo oggetto di rovente dibattito da queste parti

      e così via.

      Ad esempio, giusto per dirne una, secondo me si dovrebbe promuovere la creazione di un campus universitario fuori dal centro: un progetto che mi pare fosse contemplato da entrambe le coalizioni nel ’99 e che nessuno ha mai realizzato né allora né in seguito. Questo potrebbe contribuire ad affrontare i punti 1, 2 e 4 sopra citati.

      Bisogna naturalmente tenere conto che la società cambia. Non si può pretendere che una famiglia continui a produrre balestre sub specie aeternitatis se non c’è più una milizia cittadina dotata di balestrieri, decidendo – chessò – che il livello di governo competente sussidi la produzione di balestre. Però si può pretendere che il livello di governo competente si attivi per riqualificare gli armaioli. E’ quello che succede dove il collocamento al lavoro funziona bene, del resto.

    • Francesco scrive:

      non mi convinci

      tu vuoi conservare a prescindere, e pure facendolo pagare ad altri

      non può funzionare, purtroppo (lo sai che sono un reazionario e vivrei benissimo nel tuo mondo)

      ciao

  21. Pietro scrive:

    Solo a sentire parlare di crisi della sinistra italiana mi prudono le mani, sto stracciando i maroni ai lettori del mio blog con Renzi ed agli amici in Facebook con le frasi CARI AMICI DEL PD. 😀

  22. Peucezio scrive:

    A me sembra una discussione un po’ onirica, almeno nel senso in cui la impostano Z e Roberto, in perfetta buona fede, beninteso.
    Ma fuori dal mondo onirico c’è quello reale.
    In quello reale non ci sono amministrazioni e politiche che dovrebbero fare questa o quell’altra cosa, ma ci sono amministrazioni e scelte politica che si orientano in un certo modo, coerentemente con le pressioni di interessi economici immensi, molto più forti di tali amministrazioni, il compito delle quali di fatto, nel nostro tipo di società, è quello di assecondare tali interessi, mediando un minimo con gli interessi collettivi (ma non più di un minimo), ma fingendo di occuparsi solo di questi ultimi.
    In questo senso è ridicolo e irrealistico dire che la colpa è della politica (locale o nazionale che sia) e che la politica dovrebbe fare questo o quello. La colpa è di un modello di società in cui la politica non è autonoma ma risponde a grandi interessi economici internazionali.
    Finché abbiamo un fucile in mano a un pazzo assassino, non possiamo dire “quanto è cattivo il fucile, che spara e uccide gente innocente!”.
    Roberto vive in una realtà centro-europea in cui nelle cose piccole e minime le amministrazioni e lo stato fanno gli interessi del cittadino molto più che in Italia, mentre a livello dei grandi giochi, forse sono ancora più sottomesse al potere che in Italia, ma quest’ultimo aspetto non è visibile, perché non ha un impatto diretto sulla quotidianità, se non sul lungo periodo e comunque non nelle cose spiccciole, quindi chi ci vive non se ne può accorgere.
    Z. è del PD, quindi vive nel migliore dei mondi possibili; non so se ci crede veramente, ma vuole farlo credere agli altri.

    • Z. scrive:

      Ora, io capisco il vostro odio forsennato per il PD, e la conseguente rosicata per la doppia cifra col quattro davanti. Cioè, beninteso, lo capisco e non lo capisco, e ad essere onesti mi pare il risultato di vent’anni di propaganda Mediaset…

      Ma è molto in voga tra chi si ritiene un pensatore fuori dagli schemi, quindi vabbé, pace 😀

      Il punto è un altro: nessuno di voi – tranne Miguel, direi – si è accorto che io e Roberto abbiamo deto che, se la situazione è quella descritta da Miguel, allora le responsabilità vanno probabilmente ricercate non nel turismo o nella moda quali mali assoluti, bensì più concretamente nell’amministrazione della città: che è notoriamente a larga maggioranza PD.

      Insomma, leggere fuori dagli schemi è bellissimo, e siamo d’accordo. Solo che ha come prerequisito leggere 😀

      • Peucezio scrive:

        Z., non hai capito niente, io ho detto che sei del Pd, quindi vivi nel migliore dei mondi possibili, poi esiste il Pd contingente, criticabilissimo, ma il tuo Pd sub specie aeternitatis è un’altra cosa, è la democrazia libreale moderna, che in quanto tale è perfetta e se un Pd relativo e contingente sbaglia, lo si caccia a calci, in nome del Pd universale.

        Sulla propaganda Mediaset non so, prima guardavo Raitre, poi la Sette, Mediaset mi stava sulle palle (come anche i Milan) finché Berlusconi non è sceso in politica, e sono stato subito a favore suo perché fermava i comunisti (non sono diventato anticomunista perché i comunisti erano ostili a lui, infatti, prima della discesa in campo, non lo sopportavo), d’altronde mio nonno faceva a mazzate coi comunisti nel biennio rosso, quindi qualche anno prima di Berlusconi (anzi, che Berlusconi nascesse).

        Terzo punto: non ho rosicato affatto: Renzi antropologicamente non è Pd, quindi non mi ha fatto certo piacere, ma l’ho trovato un danno minore.
        Il Pd antropologico sei tu, è Mauricius, invece Renzi è un berluschino, di minore spessore, ma molto più giovane, quindi con tutta l’energia dell’età. E in più ha la legittimazione della sinistra, sia pure obtorto collo (in effetti il quaranta per cento ha roso molto più all’apparato del Pd che a me; secondo me ci sei rimasto molto peggio tu di me), cioè non ha lo stigma originario di non essere di sinistra (anche se in fondo non lo è).
        Con ciò non sto osannando Renzi, ma, ribadisco, è un male minore, perché conferma la costante antropologica degli italiani di votare il simpatico istrione.

        • Z. scrive:

          Cioè, vediamo se ho capito.

          Quello di cui siamo parte io e Mauricius – ma in fin dei conti direi anche Roberto – non è il PD che tutti conoscono, bensì il PD propriamente detto, il PD intelligibile, il PD in sé: das PiDing an sich.

          Quello di cui è segretario Renzi pro-tempore, invece, è una sorta di pseudo-PD, un ente sensibile: potremmo definirlo un’imperfetta manifestazione terrena di quello intelligibile.

          Sicché, mentre sia io che Mauricius fingiamo di essere ben contenti del risultato elettorale (e in apparenza ne avremmo entrambi qualche buona ragione ragione), in realtà mentiamo – magari anche a noi stessi – per mascherare la nostra delusione. Delusione essenzialmente dovuta allo scollamento tra il PD noumenico e il PD fenomenico.

          Tralasciando ogni ulteriore considerazione, devo ammettere che il mondo che descrivi e incaselli è decisamente più interessante di quello che vedo io, e immagino pure di quelli che vedono Roberto e Mauricius. E per questo un pochino ti invidio 🙂

        • Peucezio scrive:

          Non è una contrapposizione fra un Pd metafisico e uno contingente: anche quello di Renzi è un Pd metafisico, o, meglio, è un non-Pd metafisico.
          Il Pd contingente sono le varie manifestazioni locali e umane dello spirito del Pd, che possono essere singolarmente più o meno in consonanza con te( o con Mauricius o Roberto), ma si tratta comunque di compagni che sbagliano.
          Renzi è un’altra cosa: s’incontra col Pd per uno strano accidente storico, ma è espressione di altro, di una sorta di opportunismo italiano che si apparenta davvero poco alla tradizione della sinistra italiana di origine pciista, poiché questa è moralista, ha un fortissimo senso di partito e di apparato e ha una vocazione alla sofisticazione e alla complessità, mentre Renzi è estraneo al moralismo, aborre (giustamente) l’apparato come una palla al piede e ama la semplificazione, perché gli piace tagliare le cose con l’accetta, senza troppi complimenti.
          Inoltre, diversamente da te, non ha la visione messianica del liberalcapitalismo progressista come salvezza dei destini umani (anche se finge di averla), perché per lui è un mero strumento ideologico della sua ambizione personale, del tutto intercambiabile con qualunque altro.
          Poi tu puoi anche essere sinceramente contento dei suoi successi, come quello che crede che uno stia facendogli una carezza, e invece glie lo sta mettendo nel sedere.

        • Z. scrive:

          Peucezio,

          — Renzi è un’altra cosa: s’incontra col Pd per uno strano accidente storico —

          Peucè, se tu confondi il PD col PCI (e magari col PCUS) perché Berlusconi vi ha insegnato che chi non tifa per voi è un comunista, va benissimo. Voglio dire, siamo in un Paese pieno di gente che parla di giudici e processi senza aver mai visto né un giudice né un processo, sicché mica mi scandalizzo se qualcuno parla di un partico politico per sentito dire.

          Ma se poi la teoria va da una parte e la realtà dall’altra non puoi darne la colpa a Renzi 😉

          –Inoltre, diversamente da te, non ha la visione messianica del liberalcapitalismo progressista come salvezza dei destini umani —

          Ti confondi, Peucè. Sei tu ad avere idee sciechimiciste su oscuri complotti “economico-sociale-antropologici” (cit.), mica io.

          Solo perché tu credi all’esistenza di divinità malvage non significa che io creda all’esistenza di divinità buone 🙂

    • Z. scrive:

      (esattamente come la cattiva gestione del rapporto tra ateneo e città, a Bologna, è verosimilmente imputabile più alle amministrazioni comunali succedutesi negli anni – tutte di centrosinistra salvo una di centrodestra e un anno di commissariamento – che non a quelle fonti di ogni orrore che sono la Scienza e la Cultura.

      Mi raccomando, però, sentitevi liberissimi di scrivere che io sto difendendo il PD, e che Roberto sta difendendo l’euromassoneria 😀 )

    • Francesco scrive:

      >>> Roberto vive in una realtà centro-europea in cui nelle cose piccole e minime le amministrazioni e lo stato fanno gli interessi del cittadino molto più che in Italia,

      mi consenta, questo è quello che conta, tutto il resto è noia e paranoia

      e glielo dice un cattolico, abituato a misurare il mondo se non sub speciem aeternitatis almeno con 2.000 anni di esperienza e disillusione

      ciao

      • paniscus scrive:

        e glielo dice un cattolico, abituato a misurare il mondo se non sub speciem aeternitatis almeno con 2.000 anni di esperienza e disillusione

        Ma duemila anni DE CHE?????

        Tu sei abituato a misurare l’intero pianeta (e forse anche l’intero universo con pianeti assortiti) in base alla concezione politica e sociale diffusa in quota maggioritaria solo nella tua provincia e solo negli ultimi 20 anni, solo quello e nient’altro.

        Ma STUDIA un po’, e poi se ne riparla…

        L.

  23. Roberto scrive:

    Peucezio,

    “La colpa è di un modello di società in cui la politica non è autonoma ma risponde a grandi interessi economici internazionali.”

    Giusto per essere concreti, proviamo ad analizzare un problema che sta a cuore a miguel e pure a me : il casino notturno (per dire, io ho abbandonato il mio amato centro di Bologna perché era impossibile dormire)

    Quale cavolo di interesse economico internazionale chiede che il bar sotto casa di miguel debba far casino fino a notte fonda?
    Io vedo una micro lobby di proprietari di bar e un mare di gente a cui non gliene frega nulla del riposo altrui (gli stessi che immaginano giudicherebbero Lussemburgo “una città morta”) che renderebbe estremamente impopolare l’ipotetico sindaco roberto e la sua ordinanza anti rumore. Vedo quindi un banale problema di politica locale.
    Tu cosa ci vedi?

    • Peucezio scrive:

      Lo snaturamento dei centri storici e di ogni forma di aggregazione comunitaria, perseguito in modo scientifico da un potere e da un modello economico-sociale-antropologico che vuole che i luoghi diventino non-luoghi.
      Poi uno può anche pensare che il problema dell’inquinamento del pianeta sia dovuto al suo vicino di pianerottolo che scorreggia…

      • Z. scrive:

        Lo vedi? Io invece ci vedevo, molto banalmente, il fatto che molti ragazzi vogliono divertirsi e molti commercianti vogliono guadagnare sfruttando la cosa.

        Ed è una visione decisamente più noiosa.

        Peraltro, immagino che anche nei peti qualcuno potrebbe individuare non banalmente la mera fisiologia dell’apparato digerente bensì qualcosa di molto più complesso. Ad esempio, un’attività a livello globale di rigassificazione materiali organici finalizzata a favorire progressivamente l’abbattimento delle difese naturali del pianeta e la proliferazione di gas serra. E’ stato infatti stimato che un sesto dei gas serra del pianeta sarebbe frutto di emissioni di origine animale [1]: pertanto le lobby internazionali dell’alimentazione favoriscono il consumo di carne a scapito delle diete vegane. Per contro, le lobby ambientaliste ignorano a bella posta questo dato di fatto per poter attribuire l’inquinamento crescente alle fabbriche e alle automobili anziché alle vacche: se denunciassero il complotto vaccaro esso sarebbe sventato e l’inquinamento dell’aria sarebbe sensibilmente ridotto. E gli ambientalisti stessi perderebbero buona parte del loro supporto presso l’opinione pubblica.

        [1] http://www.aduc.it/articolo/effetto+serra+sesto+emissioni+bestiame+come+ridurle_21631.php

        • Peucezio scrive:

          “Lo vedi? Io invece ci vedevo, molto banalmente, il fatto che molti ragazzi vogliono divertirsi e molti commercianti vogliono guadagnare sfruttando la cosa.”

          E’ logico.
          Quando i centri storici erano ancora caratterizzati da forme di socialità tradizionale, di vicinato ecc., i ragazzi volevano annoiarsi.
          Chissà com’è saltato in mente ai ragazzi di oggi di voler divertirsi anziché annoiarsi.

        • Z. scrive:

          Peucezio,

          potrà sembrarti strano, ma le tensioni tra residenti e studenti fuorisede non sono esattamente iniziate “oggi”.

          I problemi erano simili: alloggi fatiscenti, affitti elevatissimi, studenti movidari che infastidivano la popolazione autoctona e così via.

          Questi problemi risultano attestati praticamente sin da quando esiste l’università, ossia da quasi mille anni, e dovevano essere tutt’altro che trascurabili dato che l’Imperatore fu costretto a intervenire.

          Certo, possiamo sempre pensare che l’istituzione dell’Università di Bologna (o di Napoli) non sia stata che una facciata per terrificanti complotti sotterranei tesi allo “snaturamento dei centri storici e di ogni forma di aggregazione comunitaria, perseguito in modo scientifico da un potere e da un modello economico-sociale-antropologico che vuole che i luoghi diventino non-luoghi“.

          Oppure – ben più noiosamente, lo ammetto – possiamo pensare che, nei luoghi che prima di altri hanno visto arrivare flussi considerevoli di forestieri, i problemi di integrazione tra forestieri e autoctoni abbiano iniziato a manifestarsi prima che altrove. Problemi che spetta alla politica affrontare, e che a volte siano stati affrontati in modo efficace mentre altre volte no.

          Certo, mi rendo conto che i complotti “economico-sociale-antropologici” sono molto più interessanti: Mediaset ci potrebbe fare una puntata con Adam Kadmon. Difficilmente, invece, assisteremo ad una puntata di Mistero sulle politiche imperiali di mille anni fa.

        • Peucezio scrive:

          Z., non ci capiamo.
          Io non sto parlando del conflitto, ma del contrario, dell’omologazione.
          La società medievale era una società pluralistica, quindi c’era spazio per gli studenti e per le comunità locali; quella moderna è omologante: nulla è radicato localmente e tutto è fungibile e intercambiabile e tende a diventare uguale in ogni angolo del mondo.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          La società medievale era estremamente omologante. Che poi ci fosse la Chiesa forza eversiva è un altro discorso.

        • Z. scrive:

          Peucezio, pure oggi c’è spazio per entrambi, anche se il numero di studenti è un pochino aumentato rispetto ad allora…

          Solo, siccome sono gruppi con interessi in conflitto tra loro, la loro coesistenza funziona bene fino a che chi governa si occupa di gestirne l’equilibrio.

  24. mirkhond scrive:

    Zanardo quando era un ragazzo VERAMENTE socialista, e non mischiato nelle derive liberali piddine :

    http://youtu.be/lpZmqGoZKgc

  25. mirkhond scrive:

    Qui invece, l’inizio della sua rovina idealistica, nell’incontro con la Ravenna-Bene… :

    http://youtu.be/oFPGwIRZKkU

  26. mirkhond scrive:

    E qui infine, al torneo della Coppa d’Este, gara dell’amicizia tra terre venete, lombarde e romagnole, dominate dalla celebre casata longobarda tra XII e XVI secolo.
    Torneo d’elite, in cui il nostro eroe fa un bel bagno nel Po, dopo che la pallina aveva varcato l’antico confine, giungendo fin quasi a Lendinara (Rovigo) :

    http://youtu.be/49Iq0qRCR0Y

    Vedere i minuti 14:55 – 15:03 e 16:14-16:40, durante i suoi bagnetti nel Po, tirato su da un’amorevole caddie maruchein du Maroc!

  27. mirkhond scrive:

    “invece Renzi è un berluschino”

    Piuttosto un democristiano, stando a Paolo Cirino Pomicino.

    • Z. scrive:

      Credo che Renzi sia figlio di entrambe le culture, e quindi per certi versi hanno ragione sia Pomicino sia Peucezio. Detto questo secondo me non dobbiamo dimenticare che c’è un po’ di berluschino, e pure po’ di democristiano, in quasi tutti noi.

      PS: non ho visto i filmati per intero, ma l’idea mi è piaciuta. Lo so che in fondo mi vuoi bene 😀

    • Francesco scrive:

      spero sia più berluschino che democristino

      che nel primo caso potrebbe portare a casa (nostra) qualche risultato, nel secondo sotto le chiacchiere ci sono solo gli accordi di conservazioni dello status quo

    • Peucezio scrive:

      Non sono moloto d’accordo.
      I democristiani avevano una connaturata vocazione alla mediazione e alla complessità, tratti del tutto estranei a Renzi, che è furbo, ma è un furbo schietto, irruento, non un furbo astuto, mediatore.
      In questo senso è più simile a Berlusconi.

      • Francesco scrive:

        davvero?

        a oggi è un mediatore, non ha cambiato nulla, sta solo eliminando i suoi avversari interni non riducibili alla ragione, ma al di fuori del “teatrino della politica” stiamo a zero

        forse ti sta fregando

      • Z. scrive:

        Senza dubbio Renzi sa essere schietto e irruento. Ma non dimenticare che è un politico di professione pressoché da sempre: se ha portato il PD a prendere più del 40% alle europee è appunto perché sa anche essere mediatore quando serve.

        • Francesco scrive:

          o quando non dovrebbe? perchè in Italia per non affondare (quasi) tutti occorre rompere molti equilibri marci

          Berlusconi all’idea è scappato, Renzi cosa farà?

        • Z. scrive:

          Berlusconi è riuscito a evitare il carcere per una serie di crimini, ha evitato il fallimento delle sue imprese e anzi le ha rilanciate, si è divertito giocando con il potere e tutto questo per una ventina d’anni.

          Trovo non abbia senso criticarne la politica e men che meno parlare di fallimento, di qualsiasi genere. Di rompere equilibri, modificare assetti, fare riforme e in ultima sintesi di fare qualsiasi tipo di politica a Berlusconi non è mai importato un tubo. Quel che voleva, poteva e doveva ottenere l’ha ottenuto, e alla grande. Che senso ha criticarlo?

          Sarebbe quasi come criticare Prost perché gioca male a pallamano 🙂

        • Peucezio scrive:

          Sì, saprà anche essere mediatore quando serve e non è uno sprovveduto. Ma non sta certo nella mediazione il suo punto di forza, ma nel carisma (cioè essenzialmente nel suo istrionismo).

        • Z. scrive:

          E’ sicuramente una persona che non teme di prendere posizione e non si spaventa di fronte alle polemiche, come molti dirigenti del precedente apparato.

          Ma penso che il suo punto di forza sia anzitutto nell’essere molto bravo a comunicare. In realtà “molto bravo” non rende l’idea: diciamo che gli altri lo seguono a diversi chilometri. L’unico che può competere con lui, sia pure in modo decisamente diverso, è Grillo.

        • Z. scrive:

          (nel senso che, invece, diversi dirigenti del precedente apparato avevano paura a prendere posizione su qualsiasi cosa, ed erano visibilmente spaventati dalle polemiche)

        • Francesco scrive:

          Z

          è ora troppo tarda per le barzellette di Cuore

          se il problema di Berlusconi fosse stato quello che dici tu, avrebbe appoggiato la sinistra postcomunista e sarebbe vissuto tranquillo e felice

          invece ha pensato di saper fare politica

          o vuoi insinuare che i rossi e i dc di sx erano carogne così incattivite che lui non l’avrebbero accolto a braccia aperte, con le sue TV pronte a spiegare quant’era bello Occhetto l’erede di Berlinguer?

          dai, siamo seri,

        • Z. scrive:

          Francesco,

          — se il problema di Berlusconi fosse stato quello che dici tu, avrebbe appoggiato la sinistra postcomunista e sarebbe vissuto tranquillo e felice —

          Quindi, fammi capire: stai dicendo che Berlusconi è entrato in politica per altre ragioni che non evitare il fallimento e la galera? ma che, davèro? e domani cercherai di convincermi dell’esistenza delle scie chimiche? 😀

        • Francesco scrive:

          io aderisco alla corrente della “megalomania patologica”, non a quella dell’affarismo senza scrupoli

          anche per schifio verso molti sostenitori di quest’ultima corrente

          e per la maggiore facilità ed economicità del salto della quaglia, rispetto all’avventura politica. fossi stato un affarista senza scrupoli, io avrei fatto così, non fondato un nuovo partito con esiti imprevedibili

        • Z. scrive:

          Francè, che Silvio sia entrato in politica per evitare il fallimento e la galera l’ha dichiarato persino Confalonieri. Direi che non è in discussione: casomai è in discussione se vi sia stato costretto dai giudici comunisti (come dicono i suoi) o dalle conseguenze dei propri misfatti (come dicono gli altri).

          Del resto, come ricorderai, non è che lui stesso smaniasse per entrare in politica: lo fece seguendo con molte perplessità – secondo tutti i presenti – il consiglio di Dell’Utri. E fece bene.

          Che sarebbe rimasto innamorato del potere, poi, era da dire: il potere ha ubriacato persone tendenzialmente molto più moderate di B, e che ne hanno avuto molto meno, e molto meno a lungo. Di Andreotti ce n’è uno su un milione!

        • Francesco scrive:

          fallimento? hai qualche fonte?

          non ricordo altro che titoli di Repubblica, cioè spazzatura

          grazie

  28. mirkhond scrive:

    Ma infatti Lotti è un eroe positivo, un bravo ragazzo di provincia, che non vede nel golf uno sport da fighetti ricchi-snob, ma solo un mezzo per sentirsi vincente.
    Bellissime le ultime tre puntate, dove Lotti/Zanardo viene amorevolmente assistito da una possente ragazzona maruchein du Maroc, come caddie! 🙂

  29. mirkhond scrive:

    A proposito dei caddies

    Pino, tu che ne capisci di cultura giapponese, guardando l’anime Lotti, e confrontandolo che immagini internet sul golf in Giappone, Vietnam, Taiwan ecc., ho notato che i caddies (da un termine scozzese di origine francese), e cioè gli assistenti di campo dei golfisti reggimazze e supporters psicologici, in Giappone e sude est asiatico sono donne, e vestono con una divisa simil-musulmana, portando una sorta di hijab sopra un cappellino a visiera.
    Quando vidi Lotti (Taiyo in Giapponese), per la prima volta, non riuscivo a capire quegli abbigliamenti femminili simil-musulmani, e non l’ho capito neanche ora.
    Sapresti spiegarmi il motivo di questa particolare divisa?
    Per me il fascino di questo anime, sta in queste figure femminili, dolci, forti e sensibili, dei veri supporti per questi sportivi!
    ciao!

    • PinoMamet scrive:

      Sai che non ne ho la minima idea? Ritengo che si tratti di un qualche modo per non prendere troppo sole e restare bianche.
      Il fatto che questi berretti scendano a coprire il collo non è difficile da spiegare, visto che il collo è un grande “attrattore erotico” nella percezione giapponese…

      e forse si tratta anche di qualche mania salutista nazionale, al pari della mascherina anti-smog.

      Esteticamente, so che esiste anche la tendenza contraria, cioè le ragazze super abbronzate, truccate pesantemente e coi capelli tinti di biondo (che poi una giapponese conciata così è di solito francamente orribile), credo sia comunque una cosa nata per reazione e come provocazione contro l’estetica tradizionale.

      • PinoMamet scrive:

        PS
        hai mai visto il “dorama” (si tratta, alla fine, di un telefilm, girato coi criteri giapponesi quindi… come un cartone animato 😉 ) “Bambino”?
        Su un ristorante di cucina italiana a Tokyo. Io l’ho visto sul tubo coi sottotitoli inglesi… mi faceva morire la pronuncia italiana dei camerieri e cuochi
        (“s- pagheti ala bolonyeese- üno! fettüccine alo s-colyo: üno!!” e la mitica cena di compleanno con canzone “tanti agürii sinyora Higarashii, tanti agürii a teee..”)
        😀

  30. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “In quello reale non ci sono amministrazioni e politiche che dovrebbero fare questa o quell’altra cosa, ma ci sono amministrazioni e scelte politica che si orientano in un certo modo, coerentemente con le pressioni di interessi economici immensi, molto più forti di tali amministrazioni, il compito delle quali di fatto, nel nostro tipo di società, è quello di assecondare tali interessi, mediando un minimo con gli interessi collettivi (ma non più di un minimo), ma fingendo di occuparsi solo di questi ultimi.”

    Credo che sia un’ottima descrizione della nostra esperienza quotidiana, con qualche precisazione: gli amministratori non vivono sotto un’unica pressione, ma sotto tante, che agiscono contemporaneamente su di loro.

    E magari (come ti risponde Roberto), le pressioni “piccole” si percepiscono di più di quelle grosse, nel senso che la Goldman Sachs non ha il fiato sul collo del neo-eletto al Consiglio del Quartiere 1, ma la lobby dei localari sì.

    Ciò che però sfugge a Roberto è che tutti i poteri tendono a evitare di farsi la guerra tra di loro, e quindi tendono a premere tutti nella stessa direzione, alla fine.

    Gira voce che il Comune voglia vendere direttamente la sede del Quartiere 1, un bel palazzo di fronte a Santa Croce che è una vergogna che sia un bene pubblico e non un albergo.

    E può darsi (da qui in poi invento) che la Goldman Sachs decida di acquistare quel palazzo. A quel punto, sicuramente la lobby dei localari non si metterà di traverso; anzi, fiutando il vento, cercheranno di mettersi al servizio del futuro albergo.

    I consiglieri di quartiere della maggioranza che avessero l’ardire di opporsi saranno liquidati con i metodi che ormai conosciamo bene. Mentre quelli di opposizione non verranno nemmeno toccati, tanto non contano nulla.

    • Francesco scrive:

      Miguel

      a me pare che i poteri si facciano eccome la guerra, se si sono le condizioni per cui potrebbero vincerla, non che siano in combutta ai danni di … il popolo? gli indigeni dello Yucatan? il proletariato?

      e che questo andazzo sia in corso almeno dai tempi di Roma antica, non una novità dell’era della Bella Figliuola

      pensa ai sindaci, sballottati tra le richieste di mille diversi gruppi, non ultimi quelli di elettori

    • Z. scrive:

      Miguel, per anni ci hai spiegato che il potere non è monolitico, bensì costituito da numerosi gruppi che colludono e collidono continuamente, senza sosta.

      Tanto che – ci hai detto – la tesi dell’autoattentato-complotto al WTC non è credibile: infatti, se qualcuno di essi organizzasse un finto attentato al WTC ce ne sarebbe qualche altro avrebbe interesse a rendere la cosa pubblica.

      Cosa ti ha fatto cambiare idea? l’attività quotidiana in Oltrarno?

  31. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Lo snaturamento dei centri storici e di ogni forma di aggregazione comunitaria, perseguito in modo scientifico da un potere e da un modello economico-sociale-antropologico che vuole che i luoghi diventino non-luoghi.”

    Poni – in maniera molto diversa da me – una questione interessante.

    Roberto dice che “invece” la colpa è di “ragazzi che si vogliono divertire”.

    Allo stesso modo, la colpa del traffico nel centro storico è di persone che vogliono parcheggiare sotto casa.

    Si tratta di cose sostanzialmente vere, ma apparentemente distinte tra di loro, e finché ragioniamo in questi termini, l’opposizione viene tutta giocata tra moralisti da una parte, che se la prendono con i “dissoluti” e i “pigri”, e tolleranti dall’altra.

    Ma il fatto che potremmo aggiungere ancora altre cause, oltre alla movida o al traffico, che però portano tutte allo stesso risultato, fa pensare che ci sia qualcos’altro a monte.

    Ora, ovunque si guardi, nella distruzione della vita comunitaria, troviamo un elemento comune: la presenza di investitori che hanno soldi da spendere, indifferentemente per aprire nuovi locali oppure per aprire nuovi parcheggi.

    Gli stessi investitori hanno i soldi per sostenere candidati alle elezioni, per pagare bravi avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri. E per fare in modo che nessun quotidiano locale abbia voglia di perdere la loro pubblicità, scrivendo cose poco gradevoli.

    Quindi siamo arrivati a una spiegazione apparentemente “materiale”.

    Solo che non esista nulla di così virtuale ed evanescente del denaro, che è una misteriosa convenzione mentale.

    E questa convenzione mentale, questo ente psichico collettivo, nel suo complesso ha questo effetto, che è la generazione di non-luoghi.

    • roberto scrive:

      una precisazione: quando scrivo che la movida va incontro ai desideri di “ragazzi che vogliono divertirsi” faccio una semplice costatazione senza nessun moralismo.

      è chiaro che per me il tizio che all’una di notte si mette a cantare a squarciagola “no woman no cry” e a suonare i suoi maledetti bonghi è un barbaro asociale che andrebbe mandato al confino in siberia.

      ciò detto se i barbari sono 100000 e se alla prima occasione anche tizio e caio e sempronio si trasformano in barbari “perché tanto lo fanno tutti” e se nessuno, a parte miguel, protesta perché francamente a tutti piace ogni tanto fare i barbari, non è più un problema di morale ma politico e di società (e io mi tengo stretto il mio lussemburgo dove se faccio un barbecue in giardino avverto prima i vicini ed in ogni caso alle 23.00 al massimo si smette di far casino. Pallosissimo per quelle due feste all’anno che organizzo io, benedetta pace negli altri 363 giorni in cui sono gli altri ad organizzare)

      • PinoMamet scrive:

        Notizie dal mio non-capoluogo.

        La “movida” si è ampliata, negli ultimi anni, da Via Fighetti (dove permane ancora) a Via Studenti Fuori Sede, che poi attraversa l’Oltretorrente.
        Casino, gente che vuole dormire, un accoltellamento nella ressa (che forse non ha troppo a che fare con la movida).
        Solito allarmismo dei giornali, “bisogna chiudere prima” “bisogna proibire le birre da asporto” ecc.
        i gestori dei locali che premono per non chiudere prima, ordinanze del sindaco grillino che funzionano da placebo
        (la destra “il sindaco grillino non fa nienteeee contro la movidaaa”; la sinistra “il sindaco grillino è un fascista e vuole impedire ai ragazzi di divertirsiii”).

        Nella stessa via c’è un palazzo porticato, ex ospedale dal Medioevo, che ospita adesso varie attività tra cui la cineteca comunale. Ci sono state, da parte della varie amministrazioni comunali, vari tentativ di privatizzarlo e trasformarlo, se non ricordo male, nel solito albergo o complesso di appartamenti;
        per fortuna tutti sventati.

        Sicuramente la sua trasformazione avrebbe fatto meno “casino” della movida, però avrebbe privato ulteriormente la città di un suo pezzo di storia, tra l’altro vivamente fruito dai cittadini anche se in forme diverse, a beneficio di pochissimi o nessuno.
        Il problema, insomma, non sono i marocchini che lasciano le bottiglie di birra vuote sotto il portico…

        nella cittadina dove risiedo (quella a fianco, in realtà, ma sono un complesso unico) c’era una bella villetta liberty, presso cui prendevo l’autobus quando andavo alle scuole medie.
        Un giorno passo in macchina, e non c’è più.

        Il solito palazzinaro amico dei politici l’aveva buttata giù per costruirci il solito palazzo anonimo-ma-con-vetrate-che-fanno-moderno, a uso appartamenti sfitti.
        Si era dimenticato di avvertire “le belle arti” (la villetta era storica) e credo gli sia stata fatta pagare una multa, ma intanto la villa non c’è più, un pezzettino, per carità piccolo, di storia locale neanche, e si costruiranno gli appartamenti sfitti.
        Però non lascia le birre sul marciapiede e credo che di notte dorma, quando non butta giù palazzi.

        • Francesco scrive:

          io questa cosa di costruire per lasciare sfitto non la capisco proprio

          e neppure che la roberto-Law non ci sia già

          certo che se quelli che si incazzano votano per Grillo e le scie chimiche …

      • roberto scrive:

        “Si era dimenticato di avvertire “le belle arti” (la villetta era storica) e credo gli sia stata fatta pagare una multa”

        vota per me, e questa dimenticanza verrà sanzionata con la distruzione dell’immobile a spese del palazzinaro.
        vediamo se la prossima volta si scorda….

    • Peucezio scrive:

      Certo Miguel.
      E’ ovvio che la gente ami svagarsi e non intristirsi, che potersi spostare nello spazio in modo comodo e veloce è preferibile per chiunque ecc.
      Il punto è come fai queste cose, sono i bisogni indotti.
      Una volta una comitiva bastava che aveva qualche soldo per comprare da bere e, se andava bene, un tetto e qualche sedia e tavolo dove farlo, altrimenti andava benissimo anche farlo all’aperto seduti su qualche pietra, e ci si divertiva un mondo.
      Oggi conta la cornice, più che la sostanza (cioè la compagnia), per cui ci vogliono i locali fatti in un certo modo.
      E la musica alta, perché guai a riuscire a parlare, c’è il rischio che si comunichi, che si interagisca fra le persone!
      E chiunque venga da realtà un po’ meno alienate della nostra, dice: “certo che gli italiani (e gli europei in genere), non sanno davvero divertirsi, sono capaci solo a stare in posti assordanti tutta una sera, magari con la faccia cupa e incazzata, mentre da noi si chiacchiera, si canta, si balla e si suona, ci si prende per il culo, si scherza, si ride e si fa gli scemi, si parla di tutto.”

      E così è per la macchina: se tutto quello che ti serve è in un ipermercato raggiungibile solo in auto, lo credo bene che non avere la macchina è una grande scomodità. Ma se hai la maggior parte di ciò che ti serve nel negozio sotto casa, la macchina hai bisogno di prenderla un decimo delle volte.

      • Z. scrive:

        Ti svelo un segreto, Peucè:

        oggi, esattamente come ieri, c’è gente che va in posti assordanti dove si ascolta musica assordante, e altra gente che preferisce altre attività: ad esempio, posti tranquilli dove bere in compagnia.

        Io faccio parte del secondo gruppo, ad esempio.

        Il mondo è sempre un po’ diverso, e forse un po’ più interessante, delle teorie che lo descrivono 🙂

        • Peucezio scrive:

          oggi, esattamente come ieri, c’è gente che va in posti “assordanti dove si ascolta musica assordante,”

          Senza andare tanto indietro, quando era giovane mia madre, posti dove andare ad ascoltare la musica assordate semplicemente non esistevano.

          ” e altra gente che preferisce altre attività: ad esempio, posti tranquilli dove bere in compagnia.
          Io faccio parte del secondo gruppo, ad esempio.”

          Già… quanti anni hai?

          “Il mondo è sempre un po’ diverso, e forse un po’ più interessante, delle teorie che lo descrivono”

          Hai scoperto l’acqua calda, Miguel e nel mio piccolo anch’io lo avremo detto un milione di volte. Ma da qui a cadere nell’indistinto per cui tutte le epoche e le realtà sono uguali, ci sono solo individui diversi fra loro che incontrano un mondo che risponde ai gusti di ognuno e ognuno si sceglie liberamente il suo stile di vita e le sue preferenze, perché nessuno è esposto a condizionamenti sociali e culturali e tutti sono consapevoli, maturi e liberi, ce ne passa.
          Se davvero credi a ciò che scrivi, vivi veramente nel mondo delle fiabe: sembri un manuale di educazione civica per la III elementare.

        • Z. scrive:

          Peucezio,

          — Senza andare tanto indietro, quando era giovane mia madre, posti dove andare ad ascoltare la musica assordate semplicemente non esistevano. —

          Non so quanti anni abbia tua mamma, né come fosse Bari all’epoca. Ma negli anni Sessanta, dalle mie parti, ce n’erano.

          — Già… quanti anni hai? —

          Molti di più di quelli che vorrei 🙁

          Comunque quasi certamente sono più giovane di tua mamma, e diversi dei miei compagni di classe del ginnasio frequentavano gli Inferni Pseudomusicali. Altri, come me, no. Peraltro, ci sono moltissimi ventenni anche oggi che preferiscono una bevuta tra amici alla discoteca. Anche a Milano, credimi.

          — Hai scoperto l’acqua calda, Miguel e nel mio piccolo anch’io lo avremo detto un milione di volte. —

          Ad essere sincero tu mi sembri, più spesso che no, colto dal profondo e veemente desiderio di teorizzare, classificare, suddividere e spesso incasellare la realtà. Non quanto Moi, naturalmente, ma certamente più di Miguel, e probabilmente anche più di quanto facessi io quando ero adolescente.

          — Ma da qui a cadere nell’indistinto per cui tutte le epoche e le realtà sono uguali… —

          Te l’ho detto, questa forse è l’idea che ti sei fatto di me ma non è molto precisa. E se nei tuoi manuali di educazione civica c’erano scritte fesserie mi spiace, ma ti assicuro che non le ho scritte io 😀

        • paniscus scrive:

          oggi, esattamente come ieri, c’è gente che va in posti assordanti dove si ascolta musica assordante, e altra gente che preferisce altre attività: ad esempio, posti tranquilli dove bere in compagnia.
          Io faccio parte del secondo gruppo, ad esempio.

          ——————————-

          Scusa un attimo: pure io farei parte del secondo gruppo (o almeno ne facevo parte in una incarnazione precedente, quando ero giovane, innocente e senza figli), però non mi pare realistico sostenere che le modalità diffuse NON siano cambiate.

          Se non altro, ad esempio, per gli orari.

          Quando ero ragazza io, tanto per fare la befana nostalgica, i gruppi di giovani che volevano farsi la serata fuori, uscivano intorno alle nove di sera, si incontravano prima delle dieci, andavano in qualche locale tra le dieci e le undici, ci stavano per un paio d’ore, all’una cominciavano a sbaraccare, e alle due erano a letto in casa.

          Adesso pare che sia scontato che a nessuno venga in mente di COMINCIARE la serata prima di mezzanotte, che nessun locale ci sia “vita” prima delle due, e che chi torna a casa prima dell’alba sia uno sfigato irrecuperabile.

          Questa non mi pare un’evoluzione spontanea delle abitudini degli avventori, ma una precisa scelta dei gestori dei locali…

          L.

        • Z. scrive:

          Lisa, a dire la verità a Bologna i locali del genere che io frequento (pub e simili) chiudono non più tardi di quanto non chiudessero vent’anni fa. E anzi, probabilmente per un decennio buono hanno chiuso in anticipo rispetto alla prima metà degli anni Novanta.

          Quanto alle disco, anche vent’anni fa si andava a ballare dopo mezzanotte, e immagino che sia vero anche per la Toscana.

          Comunque, conosco un certo numero di persone di età diverse, e quelle che iniziano la loro serata dopo mezzanotte non sono tantissime. Se non nessuna, diciamo pure una minoranza davvero sparuta, ecco.

          Il vero problema è che voi siete invecchiati, cari miei. E come spesso avviene state diventando sempre più misantropi 😀

        • Roberto scrive:

          Mah lisa,
          Delle forse 10 volte che sono andato in discoteca in vita mia, mi ricordo bene la prima (siamo verso la fine degli anni 80):
          Dopo una partita di basket, stravolto dalla stanchezza, mi portano intorno a mezzanotte, e non c’era *nessuno* che ballava. Alla mia curiosità sono stato preso per i fondelli perché “solo gli sfigati iniziano a ballare prima dell’una”
          Sono quasi svenuto al pensiero che non avrei visto il letto quella sera….

          No, direi che negli ultimi 25 anni non è cambiato molto da questo punto di vista…

      • roberto scrive:

        pure io faccio parte sostanzialmente del secondo gruppo (anche se adoro andare per concerti). però con gli amici non parliamo “di tutto”, ma solo di calcio donne e cibo
        🙂

        • Francesco scrive:

          cosa c’è d’altro?

          😀

        • Z. scrive:

          La politica, la musica e Diablo III.

        • Z. scrive:

          Dimenticavo, Robè…

          — con gli amici non parliamo “di tutto”, ma solo di calcio donne e cibo —

          sto scrivendo una mail a Frau Robelux.

          Non l’ho ancora inviata. Nel frattempo ti mando il mio IBAN. Fammi sapere.

          😀

        • Roberto scrive:

          Soccia lo Zanardo che imbranato che è!
          Ma quale tracciabilissimo IBAN, ti mando il solito spallone con la solita valigetta
          🙂

        • Z. scrive:

          Ma io ci pago sopra la ritenuta per la prestazione occasionale (“Attività estorsivo-ricattatorie”), eh.

          Mica voglio crearti guai col fisco o con le autorità comunitarie 😀

  32. roberto scrive:

    peucezio

    “Lo snaturamento dei centri storici e di ogni forma di aggregazione comunitaria, perseguito in modo scientifico da un potere e da un modello economico-sociale-antropologico che vuole che i luoghi diventino non-luoghi.”

    la domanda che sto per farti ti sembrerà sicuramente ingenua, ma devi tener conto quando parli con me che io sono un semplice scribacchino che si occupa di risolvere piccolissimi problemi pratici (insomma non un ingegnere ma un idraulico). non è un modo di dire, veramente la mia vita professionale si risolve in “trovare una soluzione oggi ad un problema ben definito”. credo che questo influenzi moltissimo il mio modo di pensare e che comunque rispecchi molto miei gusti (sennò restavo all’università a trovare una teoria per risolvere i problemi del mondo)

    Pronto? allora la sparo:

    *PERCHÉ?*

    perché a qualcuno dovrebbe mai fregargliene qualcosa di trasformare i luoghi in non luoghi?
    perché qualcuno dovrebbe essere contro le forme di aggregazione comunitaria (che in pratica vuol dire essere contro la natura umana, mica pizza e fichi)?

    ciao

    • Peucezio scrive:

      E’ semplice: perché chi ha il potere non è come te.
      Non è un tipo pratico, che pensa a risolvere problemi spiccioli ed è digiuno di massimi sistemi, ma è uno che ha una visione del mondo di amplissimo respiro (nel bene e nel male, e secondo me più nel male).
      Perché per gestire un piccolo ufficio dell’Unione Europea basta il tuo spirito pratico, ma per gestire il mondo ci vogliono menti come io e te ce le sognamo.

      • mirkhond scrive:

        Roberto è buono.
        E come tutte le persone VERAMENTE buone, fa difficoltà a vedere il male negli altri, soprattutto nel POTERE!
        Perciò ha già un posto in Paradiso! 😉 🙂

        • Francesco scrive:

          mah,. secondo certe correnti cielline questi poteri avrebbero interesse ad azzerare le relazioni “gratuite” – luoghi, comunità – a favore di quelle “prezzate” – non luoghi, centri commerciali

          non è che mi abbiamo mai convinto molto, anche perchè sono tesi non falsificabili (nel senso di Popper)

        • Peucezio scrive:

          Ah, beh, se non sono falsificabili…

        • Francesco scrive:

          se non sono falsificabili significa che sono affermazioni non scientifiche e forse non razionali

          fesserie, all’incirca

          e mica lo dico io, eh, che non sono nessuno

          ciao

  33. roberto scrive:

    continuo

    “La colpa è di un modello di società in cui la politica non è autonoma ma risponde a grandi interessi economici internazionali.”

    più che altro secondo me risponde ai bisogni della società in un certo posto in un certo periodo di tempo. certo potrai sempre dirmi che la società è artificialmente plasmata dai grandi interessi economici internazionali. sta di fatto che se ti metti a cantare in strada all’una di notte a madrid o a firenze nessuno ti dice niente, se lo fai ad amburgo o a groningen se ti va bene ti vuotano un pitale in testa, se ti va male chiamano la polizia che ti riempe di mazzate. ergo, a prescindere dai grandi interessi economici, certe cose rispecchiano sicuramente qualcosa di più intimo di certe società.

    • Peucezio scrive:

      Roberto, ancora per quanto?
      Pensi davvero che di qui a qualche generazione ci sarà ancora qualcosa che distingue Amburgo non da Madrid (che tra l’altro negli ultimi anni si è molto “amburghizzata”), ma da Calcutta o dai villaggi di capanne dell’Africa subsahariana?

      • Francesco scrive:

        ehm, e come facciamo a saperlo? non ci saremo

        in ogni caso, in ogni generazione c’è chi trova Alessandria d’Egitto molto esotica e chi trova che è una brutta copia di Parigi

        alla fine, siamo alle solite diatribe senza inizio nè fine nè sugo

  34. Miguel Martinez scrive:

    Per Roberto

    “perché a qualcuno dovrebbe mai fregargliene qualcosa di trasformare i luoghi in non luoghi?”

    Infatti, probabilmente questo distingue il mio modo di vedere la cosa da quello di Peucezio, anche se non sono sicuro.

    Anzi, penso che la bella spiaggia incontaminata attiri in quanto luogo, e attiri su di sé ciò che la fa diventare non luogo.

    Però credo che sia molto importante cercare di andare oltre il “singolo problema”. I singoli problemi esistono, ma sono tantissimi e tutti portano lo stesso risultato, che è sempre quello della diffusione del Grande Non Luogo.

    Altrimenti si fa la fine dei leghisti, che pensano che il problema della città siano “gli zingari che chiedono l’elemosina”, e li si manda via; e così arrivano “i cinesi che ci rubano il lavoro”, e li si manda via (se si riesce); e allora arrivano “i marocchini spacciatori”.

    Per questo bisogna risalire alle forze dietro le cose.

    Quando sento schiamazzi sotto casa, non ci penso nemmeno alla studentessa americana ubriaca che strilla. Penso agli investimenti che qualcuno ha fatto per trasformare il fondo della panettiera in una distributrice di alcol.

    Invece, nei commenti di Roberto, sento che l’enfasi ricade sul giovane, indubbiamente cretino o incivile.

    • Francesco scrive:

      ma quegli investimenti non saranno stati fatti PERCHE’ c’era una richiesta di alcool a poco prezzo disponibile di notte?

      che poi avrà attirato altra domanda

      mica mi pare un complotto contro il panettiere e la Comunità pre-monetaria

    • roberto scrive:

      in effetti mi dico che se la studentessa americana ubriaca non fosse là, il panettiere non avrebbe venduto il suo forno per farne un pub.

      però non ho niente contro l’alcol né l’ubriachezza e il panettiere ha tutto il diritto di far quel che gli pare se pensa di campare meglio con un pub.

      sono contrario agli schiamazzi notturni

  35. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “a me pare che i poteri si facciano eccome la guerra”

    Sì e no.

    Ho lavorato abbastanza a lungo facendo traduzioni di appalti per il terzo mondo, da seguire il modo in cui si fanno realmente la guerra aziende concorrenti italiane.

    Il referente sul posto (ho visto in particolare nell’Egitto) dice che sta per piovere dal cielo qualche miliardo della Banca Mondiale, e chiede come deve convincere i propri amici al ministero a costruire l’appalto, in modo che la “nostra” ditta lo vinca.

    La “nostra” ditta cerca di tenere la cosa nascosta alla concorrenza, ma quella viene a sapere. A quel punto, le due ditte si mettono d’accordo tra di loro – questo appalto lo vincerà la “nostra” ditta facendo il 5% di sconto, l’altra solo il 4%. In compenso, l’ “altra” ditta potrà vincere la prossima gara.

    Poi l’ “altra” ditta, che ha saputo così che la “nostra” intende fare il 5% di sconto, in realtà propone uno sconto del 5,1% e frega la “nostra”.

    In questo caso abbiamo certamente uno scontro; ma dall’agente in Egitto, ai funzionari del ministero, alle ditte italiane, è uno scontro complice.

    • Francesco scrive:

      hai presente la gara per la fornitura dell’elicottero da guerra alle FFAA indiane? quella vinta dagli italo-inglesi solo per vedersi arrestare da giudici italiani e quibdi girata dagli indiani (immagino gli stessi che presero le mazzette da noi) ai francesi?

      non ricordo che abbiano lasciato qualche briciola ai concorrenti

      di solito il mondo funziona così

  36. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “il panettiere non avrebbe venduto il suo forno per farne un pub.”

    Il panettiere era in affitto, come quasi tutti i fondi qui. Quindi ci ha rimesso e basta.

    • Francesco scrive:

      ma il mondo cambia e gli affitti aumentano (o diminuiscono)

      il modello di riferimento non è un villaggio contadino di 100 abitanti, collegato al resto del mondo da un sentiero fangoso bloccato per 9 mesi l’anno, i cui abitanti usano le tecniche dei loro progenitori del Tardo Neolitico o poco più

      ammesso che questo villaggio sia mai esistito

      ciao

  37. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “io questa cosa di costruire per lasciare sfitto non la capisco proprio”

    Qui più che costruire, che è difficile – c’è chi ha costruito tre palazzi nuovi nuovi nel nostro quartiere, ma era anche massone (nel senso letterale della parola) e monopolista dei restauri agli Uffizi -, si sfratta e si lascia sfitto, a volte per anni.

    Probabilmente credono che sia meglio prendere 5000 euro al mese tra quattro anni, che 500 euro al mese subito, ma non so bene la logica.

  38. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Roberto

    “in effetti mi dico che se la studentessa americana ubriaca non fosse là,”

    ma la studentessa americana non arriva a caso. Arriva perché oltre quaranta università private statunitensi trovano figo/auroso, e redditizio nel contesto della loro economia, aprire una succursale a Firenze.

    E questo è già una cosa che va oltre la povera oca in coma etilico.

    • Francesco scrive:

      beh no, la povera oca è l’oggetto di interesse delle 40 (?) università americane che aprono una filiale a Firenze

      o meglio, lo sono i genitori che pagano la retta

  39. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “pensa ai sindaci, sballottati tra le richieste di mille diversi gruppi, non ultimi quelli di elettori”

    torniamo all’argomento movida, che per me non è quello centrale, ma almeno ci si capisce.

    Di norma, chi ha investito in un locale non fa la guerra ad altri che hanno fatto investimenti analoghi; casomai si uniscono e chiedono tutti insieme qualcosa al Comune. Poi si fregheranno i clienti a vicenda in altro modo.

    Per “elettori”, presumo che tu intenda la piccola gente, quella che non ha interessi economico-politici rilevanti.

    E’ molto difficile che questi contino qualcosa, per una serie di motivi.

    Il primo è al posto di moventi economici, ci sono moventi psicologici. E quindi manca la disciplina che il denaro incute, e ognuno fa di testa sua.

    Il secondo è che fanno qualcosa nel proprio tempo libero, mentre i loro avversari lo fanno a tempo pieno: lo speculatore paga uno studio di avvocati per cercare negli archivi, la piccola commerciante che da noi si occupa di queste cose lo fa quando esce dal lavoro e prima di andare a prendere i figli a scuola, e non è nemmeno laureata.

    Il terzo è che la politica spettacolo non è giocata sui temi concreti, ma sull’immagine delle persone: in Oltrarno, Nardella ha preso meno voti che in qualsiasi altra parte di Firenze, ma si attesta sempre sul 50%.

    Il quarto è che gli elettori, come gli schiavi a Carnevale, contano solo per un breve periodo, in questo caso una volta ogni cinque anni.

    No, gli elettori non sono certamente un problema per i politici.

    • Francesco scrive:

      questo è un tuo assioma che, mi piace ricordatelo, non ha alcun fondamento

      😀

      PS o forse ce l’ha nella psicologia, per cui non puoi accettare che Nardella abbia preso tutti quei voti in Oltrarno, smentendo molta della tua narrazione di come si viva lì

      • Francesco scrive:

        PS a riprova della mia affermazione, prova a dire al PDL lombardo e milanese che gli elettori non sono un problema per i politici

        😀

  40. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “l modello di riferimento non è un villaggio contadino di 100 abitanti”

    Infatti, mi interessa un’area di circa 15.000 persone (e in particolare di una sotto-area di circa 5.000), dentro una delle città più cosmopolite del pianeta, dove tutti tranne me (vabbe’, anche alcuni altri) hanno la televisione in casa.

    Non so nulla di villaggi contadini.

    • Francesco scrive:

      a essere sincero, da 100 a 15.000 persone cambia poco

      solo che le 15.000 hanno certamente bisogno del denaro per organizzare la vita economica, direi

  41. mirkhond scrive:

    “dice: “certo che gli italiani (e gli europei in genere), non sanno davvero divertirsi, sono capaci solo a stare in posti assordanti tutta una sera, magari con la faccia cupa e incazzata, mentre da noi si chiacchiera, si canta, si balla e si suona, ci si prende per il culo, si scherza, si ride e si fa gli scemi, si parla di tutto.”

    Ad esempio, era ciò che mi dicevano alcuni studenti romei qui a Bari, parlando degli Italiani.
    Cioè di gente che, a detta loro pensa solo a lavorare (!?) e non sa divertirsi! 🙂
    Però non saprei se nella Rumeli ci sia molta meno alienazione che da noi.
    Gli studenti romei che ho conosciuto erano piuttosto cupi, con alcune eccezioni.
    Ma forse, cio’ è dovuto dalla lontananza da casa….

    • PinoMamet scrive:

      …secondo me so’ cupi e basta…

      un’amica greca mi conferma la mia impressione da viaggiatore in Grecia (e da conoscenti greci negli USA) cioè che tutto sommato non siano affatto, come si crede nella vulgata comune, “simili agli italiani specialmente i meridionali” e “una faccia una razza”.
      Lei stessa- che pure viene da una casinosa e mediterranea città portuale- mi dice che sono assai meno estroversi, espansivi, e propensi alle carinerie.

      Secondo me c’è un po’ di influenza slava, ma pssss, non dirglielo 😉

      • mirkhond scrive:

        Secondo me c’è un po’ di influenza slava, ma pssss, non dirglielo 😉

        Mi hai tolto la parola di bocca! 😉

      • mirkhond scrive:

        tutto sommato non siano affatto, come si crede nella vulgata comune, “simili agli italiani specialmente i meridionali” e “una faccia una razza”.

        Un amico romeo, da una vita residente a Bari dice:

        – Una faza, ALTRA raza! 🙂

  42. Peucezio scrive:

    Non escludo nemmeno che ci sia una forte componente spontanea, una “mano invisibile”, dietro ciò che accade, che trascenda le volontò individuali, la somma delle quali darebbe comunque questo risultato al di là delle singole intenzioni.
    Come dire che si tratta di un sistema che funziona in modo tale per cui la somma di atti neutri o comunque non scientemente orientati a creare dei non-luoghi, trasforma fatalmente il mondo in un insieme di non-luoghi.
    Tuttavia mi insospettisce il fatto che personaggi che hanno moltissimo potere e che non sono affatto sprovveduti certe cose le teorizzino e stigmatizzino il contrario.
    Gente come Soros teorizza esplicitamente l’ostilità contro ogni forma di società organica, chiusa, autosufficiente, non aperta alla Gesellschaft massificante e anonimizzante.

  43. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Ora, io capisco il vostro odio forsennato per il PD”

    Qui ci sono molte voci diverse, per cui non so se ti riferisci anche a me.

    Facendo quotidianamente, i fantasmi astratti, tipo “il PD”, assumono un’importanza relativa.

    Tra l’altro, credo di avervi già detto che la nostra vicepresidente non solo è ex-assessore al Comune e alla Provincia, ma è anche iscritta al PD, e la cosa non ha mai suscitato il minimo problema con nessuno.

    Anzi, ci dà una prospettiva più chiara sui meccanismi del Comune, che non guasta affatto.

    L’importante credo sia sempre ciò che siamo noi, non ciò che sono gli altri.

    • Z. scrive:

      Miguel,

      — Qui ci sono molte voci diverse, per cui non so se ti riferisci anche a me. —

      No. Infatti l’ho specificato 🙂

      Anzi, come già osservai tempo addietro, ho l’impressione che tu la politica italiana, e i partiti che se la contendono, fatichino addirittura catturare la tua interesse.

  44. mirkhond scrive:

    “diversamente da te, non ha la visione messianica del liberalcapitalismo progressista come salvezza dei destini umani”

    C’è stato un tempo in cui però, il nostro Zanardo non nutriva sogni di tali mostruosità ideologiche, ma era un ragazzo SOCIALISTA della Ravenna POVERA, ma RICCHISSIMO di sentimenti.
    Perciò il mio affettuoso 😉 paragonarlo al piccolo Lotti, calza alla perfezione, per indicare un ragazzo romagnolo che si è rovinato solo crescendo, e pur di restare di “sinistra” ha finito con lo sposare la DERIVA LIBERALE del fu pci, deriva profetizzata da Augusto del Noce, già nei lontani anni’70 ……
    Non è il golf 😉 che lo ha rovinato, ma le frequentazioni di certi papaveri del piddì, vedasi D’Alema, in quei circoli golfistici e poi nelle regate sull’Adriatico del moro di Venezia e di altri yacht, con passate di caviale e pesce spada!

  45. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Come dire che si tratta di un sistema che funziona in modo tale per cui la somma di atti neutri o comunque non scientemente orientati a creare dei non-luoghi, trasforma fatalmente il mondo in un insieme di non-luoghi.”

    ma infatti, trovo molto più condivisibili certe tesi cattoliche sull’Anticristo e sull’operato di Satana, che certe tesi “complottistiche” che elencano massoni, o ebrei oppure – visto che sono perfettamente intercambiabili – cattolici o fascisti.

    Poi è vero che esistono persone che effettivamente ce l’hanno con le “comunità organiche”, per una varietà di motivi.

    Spesso ce l’hanno con pseudocomunità, e qui fanno una gran confusione tra il “villaggio neolitico” e prodotti diretti della modernità come il nazionalismo poi diventato fascista, o peggio ancora, scarti industriali della modernità come gli skinhead, che già dal nome rivelano un’identità globalizzata.

    • Peucezio scrive:

      Il fatto è che anche lo stato moderno, che all’interno aveva un forte potere omologante, è un ostacolo all’omologazione planetaria e fa ancora più paura, perché compete con quest’ultima nella tendenza ad accentrare e a organizzare, mentre il villaggio tradizionale si sfalda da sé.
      Il punto non è colpire ciò che è tradizionale, ma semplicemente ciò che è altro, qualunque forma abbia.
      Ma non ti dico niente che tu già non sappia.

  46. Miguel Martinez scrive:

    Credo poi che in queste dispute, ci sia un errore di fondo, uno di quegli errori che crea campi predefiniti, in cui i discorsi vanno avanti in parallelo senza mai incontrarsi, perché non si mettono in discussione le fondamenta.

    Francesco ha espresso bene la premessa secondo me totalmente errata: che da una parte ci sia il

    “villaggio contadino di 100 abitanti, collegato al resto del mondo da un sentiero fangoso bloccato per 9 mesi l’anno, i cui abitanti usano le tecniche dei loro progenitori del Tardo Neolitico”

    Ecco, nel Neolitico toscano, importavano l’ambra dal Baltico e l’ossidiana da Lipari, e poco dopo il rame dalla Cornovaglia.

    A questa caricatura, si oppone un curioso prometeismo passivo, cioè l’idea che la travolgente violenza del “progresso” bisogna subirla senza mai reagire, perché è così la Volontà del Mercato; anzi, si cerca in ogni modo di ridicolizzare o di demonizzare chi agisce in maniera diversa.

    A entrambe queste immagini, io contrappongo qualcosa di più semplice.

    La sorprendente capacità degli esseri umani, in ogni epoca, di formare comunità basate sulla reciproca fiducia, su affetti a lungo termine, sullo scambio non sempre mediato dal denaro (e ci metto anche il panettiere che si fa pagare, ma se ti sei dimenticato il portafoglio a casa, ti dice di ricordarti tu di pagarlo la prossima volta).

    Questa capacità elementare è probabilmente antieconomica: non gode della forza dell’economia di grande scala, non riesce ad accumulare somme in grado di condizionare il mondo, non ha progetti violenti sul resto dell’umanità o della natura e muove pochi soldi, perché costa poco.

    Non so chi di voi abbia letto Shantiram. A parte le avventure del protagonista e il tocco esotico indiano, ciò che colpisce profondamente è la descrizione della vita dei famigerati slum di Bombay, che immaginiamo come il colmo del “degrado” da “riqualificare”.

    La fantastica capacità di persone al limite della sopravvivenza, provenienti da mille etnie diverse, musulmani e indù, di inventare una maniera spontanea di convivere che è molto più umana di quella in cui si vive nei quartieri “borghesi”.

    Ne so troppo poco, ma mi dicono che cose simili succedono anche in luoghi come Kinshasa, enorme metropoli senza servizi, senza Stato, senza risorse, senza lavoro… dove la gente vive molto meglio di quanto si potrebbe pensare.

    Queste comunità umane quindi non sono necessariamente figlie del “passato”, dinosauri resi estinti dal meraviglioso meteorite del turboprogresso.

    Sono una delle possibilità – precarie come tutte – della nostra esistenza. Non richiedono nostalgia, ma continua azione e difesa. Che non è una difesa astratta, perché vivere questa realtà è ciò che la tiene in piedi.

    Non so per quanto riguarda Kinshasa o Bombay, ma certamente da noi, tutto questo è strettamente legato a un territorio unico al mondo (come saranno unici al mondo almeno altri duemila borghi italiani).

    E il territorio, molto più del sangue, plasma le persone: queste pietre sono la nostra natura, quanto (ripeto luoghi comuni) la sabbia dei Tuareg o i ghiacci degli eschimesi 🙂

    Se riuscissimo a ragionare in questi termini, credo che gran parte della disputa tra “conservatori” e “progressisti” si dimostrerebbe semplicemente un inseguire fuochi fatui.

    • Francesco scrive:

      Miguel,

      secondo alcuni archeologi che conosco, la mobilità umana è stata altissima fino a un paio di secoli fa.

      Tutte le idee sul legame col territorio sono nate in questo breve lasso di tempo (e sono false, aggiungerei io).

      Ora, loro ne traggono conclusioni anti-leghiste ma a me pare una idea interessante.

      😀

      • PinoMamet scrive:

        ” Tutte le idee sul legame col territorio sono nate in questo breve lasso di tempo (e sono false, aggiungerei io).”

        OMDAF!

        Anche se non ho capito cosa c’entri, non ho seguito tutto il dibattito;
        ma fa piacere notare che anche gli archeologi, dopo qualche decennio, arrivano alle mie conclusioni 😀
        Basta dargli tempo… 😉

      • Peucezio scrive:

        Mah, sai, le idee nascono quando entrano in crisi le cose.
        Finché non c’erano gli OGM a nessuno saltava in mente di propagandare il no-OGM come fosse un valore.
        Che poi l’uomo si sia sempre mosso non c’è dubbio: è sempre una questione di proporzioni.
        Mio zio durante la guerra a Trani conobbe un figlio di contadino di Corato (15 km dalla costa) che a vent’anni vedeva il mare la prima volta in vita sua.
        Io ricordo un anziano commerciante di via Savona, a Milano (per chi non conosce Milano, zona P.ta Genova, non lontano dai Navigli, ormai pienamente inserita nell’area della moda e dei locali fighetti), ti parlo di una decina d’anni fa, che diceva che lui praticamente non si era mai mosso da lì in vita sua.
        Nel paese dell’alta Murgia barese di cui è originaria la mia famiglia in linea materna, ricordo una signora anziana, nonna di un mio amico, che, di fronte a delle domande su famiglie e strade del paese (circa diecimila abitanti) disse che lei ne sapeva poco, perché era sempre vissuta in quella via, quindi sapeva pochissimo degli altri quartieri e dei loro abitanti.
        Questa era la forsennata mobilità degli uomini del passato.
        Poi c’era gente che girava il mondo da un angolo all’altro. Ma quanti erano sul totale della popolazione?

        • mirkhond scrive:

          Mio nonno paterno, militare di professione è stato tra il Friuli e l’Abissinia.
          Un suo fratello invece, per tutta la sua vita non si spostò che tra Bitonto, Terlizzi e Bari, tranne una volta in cui si recò a Napoli, a visitare mio nonno li ricoverato!
          E si era a metà degli anni ’50!

        • Dif scrive:

          Credo che questa teoria sia da intendere diversamente, ovvero non erano le singole persone, ma intere popolazioni a spostarsi più di quanto facciano adesso. Spostamenti su larga scala come le invasioni barbariche, le migrazioni dei popoli nomadi delle steppe, ma anche i grandi imperi con le loro conseguenti deportazioni e migrazioni all’interno dei loro confini. Per non parlare poi della preistoria, quando quasi tutti gli uomini erano nomadi e si spostavano un po’ come gli pareva. Questa possibilità secondo me era dovuta anche al fatto che il mondo era molto meno popolato, e che c’erano a disposizione terre quasi vuote in cui insediarsi. Insomma, oggi è molto più raro trovare un contadino che non si sia mai spostato da casa, ma anche trovare interi popoli che si spostano in cerca di una nuova terra.

        • PinoMamet scrive:

          ” Questa era la forsennata mobilità degli uomini del passato.”

          Degli uomini di cinquant’anni fa, direi.

          Che mi permetto di prendere con le pinze, perché un negoziante che dice “non mi sono mai mosso di qua” ha un valore (commerciale 😉 ) e una donna che non conosce i nomi delle vie un altro, ma insomma, mi sembrano un po’ esempi del… metodo Mirkhond 😉 che visto che ha trovato due stronzi in treno e un conoscente che ha scoperto che gli italiani si frequentano tra gente che si conosce, ne dedusse che gli emilianiromagnoli sono in preda a un estremo razzismo 😉

          Forse adesso riusciremo a farlo ricredere 😀

          Voglio dire, manco io conosco i nomi delle vie del mio quartiere, in compenso non ho avuto problemi di orientamento ad Atene e a Marsiglia 😉

          e anche limitandosi a 50 anni fa, io trovo che tu abbia un certo gusto nel descrivere le Puglie come un luogo arcaico e primitivo, ma mi’ zia a 15 anni da F. andò a Milano da sola e ci rimase…

          e in realtà, è vero che la mia famiglia è un po’ particolare, ma insomma, a fare due ricerche risulta che veniamo da mezza Italia e dall’estero, anche da posti e origini un po’ strane (no, non quelle 😉 l’altra minoranza che sta antipatica a tutti).

          E in realtà tutti i miei amici che si sono presi la briga di fare davvero due ricerchine, hanno smentito clamorosamente il luogo comune per cui “la mia famiglia è sempre stata di qua “.

          Poi ci sarà anche chi invece ha una storia che lo conferma, non lo nego.

          In generale, se facciamo un discorso storico, mi pare che l’archeologia cominci a dimostrare la tesi della mobilità:
          i celti-umbro-liguri “di qua” avevano artigiani etruschi e importavano prodotti attici, ma in generale tutta la storia umana, e italiana in primis, è tutto un trasferimento, una migrazione, un’invasione e un “reliquato de guera der Cinquecento”, come il compianto Franco Lechner in arte Bombolo definiva il suo cognome…
          😉

        • PinoMamet scrive:

          “Credo che questa teoria sia da intendere diversamente, ovvero non erano le singole persone, ma intere popolazioni a spostarsi più di quanto facciano adesso. ”

          Concordo.

        • mirkhond scrive:

          “Mirkhond 😉 che visto che ha trovato due stronzi in treno e un conoscente che ha scoperto che gli italiani si frequentano tra gente che si conosce, ne dedusse che gli emilianiromagnoli sono in preda a un estremo razzismo ;)”

          Purtroppo non sono mie deduzioni….

        • PinoMamet scrive:

          Mi’, non vorrei finire a parlare sempre delle stesse cose, ma è recentemente scomparsa la nonna (sardissima) di una mia compagna di classe delle elementari e del liceo, mezza sarda…
          ho fatto le scuole con calabresi, siciliani, mezzi calabresi, campani, la mia ragazza era calabrese e un mio amico è albanese-siciliano…

          ora, non è che sono particolramente buono io (anche se ho sempre trovato più simpatici i meridionali, ma so’ gusti) e che ‘sto razzismo non esiste!

          rassègnati! 😀

        • mirkhond scrive:

          ” e che ‘sto razzismo non esiste!”

          A Bologna, purtroppo, sì!

        • mirkhond scrive:

          “anche se ho sempre trovato più simpatici i meridionali, ma so’ gusti)”

          Questo l’ho capito da subito, e perciò sei una FELICE anomalia.
          Ma QUANTI dei tuoi connazionali condividono tale simpatia? 😉

        • PinoMamet scrive:

          Scusami Mi’, ma se ti ho appena parlato di una mezza sarda… non ti viene in mente di chiederti da dove viene l’altra metà?
          😉

          Idem i mezzi calabresi, i mezzi napoletani che fanno i meccanici (e non sono esattamente due giovanotti) e che sono, come ti ho ripetuto mille volte, quasi più la regola che l’eccezione nelle nostre campagne… i miei ex vicini di casa (anche questi ripetuti allo sfinimento, e tutti ampiamente pensionati con nipoti…) mezzi siciliani-mezzi piacentini…
          😉

          cosa ti fa credere che io sia l’unico non razzista?? O che a Bologan, per qualche motivo assurdamente inspiegabile, regni invece l’aparthied?
          😉

        • Francesco scrive:

          premesso che parlo de relato

          la stanzialità pare essere una caratteristica recente, degli ultimi 2 secoli suppergiù

          prima ci si muoveva molto, sia come popolazioni (e Mirkhond ci ha raccontato mille storie di gente che si spostava di 1000 miglia perchè il Duca Pinco Pallino voleva ripopolare Roccacannetta) sia come persone

          quanti? che quota della popolazione? non lo so, però detto archeologo sostiene che il concetto di straniero (necessario per avere quello di patria) è una malattia greca, poi ripresa in Europa

          con esiti disastrosi, a sentir lui

          pure gli ebrei, tutto sommato, passavano più tempo a mescolarsi con i vicini che a incazzarsi per la perdita della purezza e tentare di scacciarli

        • PinoMamet scrive:

          Per quanto riguarda gli ebrei, la verità è che della purezza “razziale” non gliene è mai fregato niente.

          Si trattava semmai di un’ossessione dei loro nemici- anzi, praticamente solo degli spagnoli, prima di obbrobbri recenti- timorosi non tanto di una contaminazione “razziale” quanto di “quinte colonne” e “sette segrete”.

          Non solo i convertiti hanno un ruolo preminente nel Talmud, ma che gli ebrei di Europa, Nord Africa.. ecc. ecc. siano almeno in parte i discendenti delle popolazioni locali è il segreto di Pulcinella.
          Poi la storia ebraica, con le sue particolarità, è arrivata a ri-miscelare queste popolazioni tra loro (per cui non era impossibile e neppure rarissimo trovare sefarditi in territorio ashkenazita ecc., per non parlare dell’Italia che è sempre stata… un porto di mare 😉 )

        • Francesco scrive:

          Pino

          mi riferivo alla purezza religiosa, che in alcuni periodi (ritorno dall’esilio, farisei sono i primi che mi vengono in mente) fu molto importante

          le razze manco esistevano all’epoca, sono una idea moderna (idea, non fatto, mi raccomando)

          escluso il campo da basket, in cui esistono eccome (razza slava, razza Piave, eccetera)

        • Peucezio scrive:

          Interessanti le osservazionid i Dif.
          Io credo che il discrimine, in senso molto lato e flessibile, sia stata la rivoluzione neolitica, cioè l’agricoltura.
          Che però si è diffusa in ogni parte del mondo (dove si è diffusa) in tempi diversissimi.
          Per cui in certi casi non è nemmeno peregrino ciò che dice Francesco parlando degli ultimi due secoli.
          E’ vero comunque, da quello che ricordo di vecchie letture di Biasutti, ma anche di cose più recenti, che l’impressione generale è che le caratteristiche somatiche rilevabili dagli scheletri ecc. tendono tutto sommato ad essere molto stabili nei singoli luoghi, persino ad onta della storia e della linguistica (Biasutti notava come le colonie alloglotte italiane presentano tratti sostanzialmente identici a quelli della popolazione circostante e diversi da quelli della popolazione di origine: cioè i lucani albanesofoni, per dirne una, sono come gli altri lucani, non come gli albanesi, quasi ci fosse una forza del genius loci o i gruppi allofoni fossero di numero esiguo, fossero stati assorbiti dalla popolazione locale, ma questa ne avrebbe assorbito la lingua.
          Certo è che la storia dimostra che le lingue si spostano molto di più de(lla maggior parte de)gli uomini.

    • Peucezio scrive:

      Bisogna vedere cosa s’intende con conservazione e progresso.
      Se questi sono sovrapponibili alle categorie pluralismo/omologazione, dovremmo trovarci.
      O anche alle categorie valore intrinseco / valore virtuale, cioè valorizzazione delle cose (e delle persone) nella loro essenza o loro snaturamento in virtù di una valorizzazione fittizia e indistinta, e comunque estrinseca, convenzionale, per cui un oggetto non è migliore di un altro in sé, ma io lo rivesto di un valore simbolico inesistente, che però viene riconosciuto da tutti gli altri, tipo favola del re nudo, per cui tutti vedono che il re è nudo, ma tutti fingono di credere che sia vestito.

  47. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “questo è un tuo assioma che, mi piace ricordatelo, non ha alcun fondamento”

    Sei incorreggibile.

    Io scrivo una quantità mostruosa di righe in cui spiego il mio punto di vista, tu rispondi “non ha alcun fondamento”.

    Adesso ti stronco con il tuo metodo: “Ho sempre ragione io e Francesco ha sempre torto”.

    • roberto scrive:

      miguel,
      spiego io:

      non ha nessun fondamento perché l’obbiettivo primario dei politici è essere rieletti. per essere rieletto devi avere più elettori dei concorrenti.
      amen.

      un politico per il quale gli elettori “non sono un problema” è come un pescatore per il quale “il pesce non è un problema”.

      nella specie nardella ha preso più voti, ti devi arrendere all’idea che anche se
      – nardella sbaglia,
      – il PD è cattivo,
      – voi avete ragione,

      per quasi il 50% dei fiorentini i problemi di cui ci parli non sono poi così importanti.

      se in qualche modo, e ve lo auguro, riusciste a convincere la maggioranza dei fiorentini che i nidiaci sono una questione centrale, vedresti come immediatamente nardella si occuperebbe di voi e questa sarebbe una bella cartina al tornasole per valutare il teorema del “gli elettori non sono importanti”

      • Francesco scrive:

        grazie

        ma la certezza che la democrazia elettiva sia una buffonata è molto radicata (e in America Latina credo siano riusciti a renderla tale in alcuni periodi)

        per cui non credo che riusciremo a scalfire Miguel

        🙂

  48. mirkhond scrive:

    “Ecco, nel Neolitico toscano, importavano l’ambra dal Baltico e l’ossidiana da Lipari, e poco dopo il rame dalla Cornovaglia.

    A questa caricatura, si oppone un curioso prometeismo passivo, cioè l’idea che la travolgente violenza del “progresso” bisogna subirla senza mai reagire, perché è così la Volontà del Mercato; anzi, si cerca in ogni modo di ridicolizzare o di demonizzare chi agisce in maniera diversa.”

    Credo che le dinamiche umane nel passato come nel presente, siano molto più complesse dei nostri schemi, comodi ideologicamente, ma fuorvianti nella realtà!

    • Z. scrive:

      Sante parole.

    • Francesco scrive:

      concordo pienamente con tutti e tre

      a me va benissimo che ci si organizzi per vivere fuori dalle regole di mercato, ci si disinteressi dei soldi, si mettano al primo posto cose molto migliori, si butti la TV gìù dal quarto piano, eccetera

      mi piace meno quando lo si fa in casa d’altri, però

  49. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “non ha nessun fondamento perché l’obbiettivo primario dei politici è essere rieletti. per essere rieletto devi avere più elettori dei concorrenti.”

    Infatti, sono d’accordo. Il problema è se gli elettori si organizzano in modo continuativo, 1832,5 giorni ogni quinquennio, oppure no, come fanno gli interessi organizzati.

    I programmi di tutti i partiti parlavano infatti di cose come “conservare la residenza nel Centro Storico”, e in questo senso si preoccupano degli elettori.

    Al 50% che ha votato Nardella (60% a Firenze) aggiungerei anche il 5% che ha votato Forza Italia (il 10% a Firenze), se è per questo.

    Non abbiamo dato alcuna indicazione di voto, infatti. E non ho mai pensato che le cose che interessano a noi interessano la vasta popolazione che non ha figli, che non si incontra per strada, che ha comprato casa qui come la poteva comprare da qualsiasi altra parte, che lavora altrove e che di politica sa quello che sente in TV.

    Per non parlare anche di tante persone che conosco che hanno detto, “bisogna votare per il vincitore, perché l’opposizione non conta un tubo, mentre possiamo condizionare il vincitore votandolo”.

    Nardella è venuto al Bartlett-Nidiaci seguito da una ventina di candidati, e quindi ha preso sul serio la forza degli elettori. Ha ripetuto le promesse fatte da Renzi nel 2011. Da allora non l’abbiamo sentito.

    Bisogna vedere se nei cinque anni che ci separano dal prossimo Carnevale, avremo la forza, con i nostri 1000 euro, di fargli tradurre promesse in realtà.

    Il punto resta esattamente quello che ho detto: non è questione di questo o di quel candidato, ma della capacità dei cittadini, nel periodo tra un’elezione e l’altra, di organizzarsi e mantenere una pressione incessante sulle istituzioni, anche con continue minacce di ricorso alle vie legali.

    Non so nel Lussemburgo, ma in Italia sono poche le organizzazioni civiche che lo fanno. Talmente poche, da essere poco interessanti per i politici.

    • roberto scrive:

      al volo, poi ritorno su questa discussione che si sta sviluppando in modo molto interessante

      “Il punto resta esattamente quello che ho detto: non è questione di questo o di quel candidato, ma della capacità dei cittadini, nel periodo tra un’elezione e l’altra, di organizzarsi e mantenere una pressione incessante sulle istituzioni, anche con continue minacce di ricorso alle vie legali”

      questo è sicuramente importante, ma il vero punto cruciale è trovare altre x migliaia di persone che abbiano interessi comuni ai vostri.
      convincere gli abitanti di rifredi che il nidiaci serve non solo ai bambini di via pizzopapero ma anche a loro.
      convincere gli oltrarnini senza figli che il nidiaci non è solo una questione di mamme e papà e dei loro figli.
      convincere i fiorentini che il problema non è solo il sonno degli inquilini dei tre appartamenti sopra quel bar specifico o che la costruzione del parcheggio in tale piazza danneggia tutta firenze e non solo le 15 famiglie che si trovano senza posto auto.
      questo non è utopistico. un piano regolatore fatto in modo da rispettare le esigenze di tutti gli indigeni è sicuramente interesse di tutti.

      finché tutto il vostro mondo si concentra sui bisogni di un numero limitato di persone, temo che la vostra lotta sarà destinata ad appoggiarsi sulla buona volontà di tizio o caio, ed io nella buona volontà altrui non ho nessuna fiducia

  50. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “ma la certezza che la democrazia elettiva sia una buffonata è molto radicata “

    Si vede che la tua visione della politica, te la fai al telegiornale.

    Noi la nostra ce la facciamo andando continuamente al Comune, parlando con ogni singolo rappresentante eletto, scartabellandoci i documenti, andando per archivi, invitando gli eletti a venire a parlare con noi.

    Diciamo che ne sappiamo un po’ più di te, ovvìa 🙂

    • Z. scrive:

      Scusa Miguel,

      so che non era questo che volevi dire, ma da questa risposta pare di leggere che tu sai come gira il mondo perché da qualche mese fai attività per il tuo quartiere, mentre noialtri siamo tutti una manica di allocchi che vivono fuori dal tempo e dalla realtà 🙂

    • Francesco scrive:

      Miguel

      c’è solo un problema

      sono anni che non seguo un telegiornale

      nello scrivere quello che citi, pensavo alla propaganda nazi-fascista e comunista, alle elezioni in alcuni paesi dell’America Meridionale, al non voto negli Stati Uniti, ad alcune critiche reazionarie alla democrazia elettiva (mio nonno, per la precisione, uomo eccezionale), e altre cose del genere

      ciao

      PS dovreste fare una secessione, a occhio e croce, visto che non c’entrate con il resto dei fiorentini per le questioni importanti della vita quotidiana

  51. Moi scrive:

    @ TUTTI

    Z, molto probabilmente, fa ancora parte (probabilmente fra le “mascottes relative”, a livello anagrafico …) di quella generazione “nostrana” che ha subliminato (in senso criptopansessualista Freudiano, ma in un Sistema-Universo Simbolista Junghiano d’Inconscio Collettivo del Genius Loci Politicista Identitario !) secolarizzatamente la Chiesa nel Partito … chiedere a Z se il Partito possa essere corrotto, è difatti come chiedere ai Cattolici Tradizionali se la Chiesa possa essere peccatrice :

    Come singoli individui membri, sì. Come Corpus Mysticum / Saecolarizatum , no.

    Tuttavia, Z NON è di quei SedeVacantisti EmilianoRomagnoli Irriducibili che riconosceranno appieno (!) il PD soltanto quando Cuperlo (!) ne sarà Segretario. Pur auspicandolo …

    @ MIGUEL

    1

    “Il referente sul posto (ho visto in particolare nell’Egitto) dice che sta per piovere dal cielo qualche miliardo della Banca Mondiale, e chiede come deve convincere i propri amici al ministero a costruire l’appalto, in modo che la “nostra” ditta lo vinca.

    La “nostra” ditta cerca di tenere la cosa nascosta alla concorrenza, ma quella viene a sapere. A quel punto, le due ditte si mettono d’accordo tra di loro – questo appalto lo vincerà la “nostra” ditta facendo il 5% di sconto, l’altra solo il 4%. In compenso, l’ “altra” ditta potrà vincere la prossima gara.

    Poi l’ “altra” ditta, che ha saputo così che la “nostra” intende fare il 5% di sconto, in realtà propone uno sconto del 5,1% e frega la “nostra”.

    In questo caso abbiamo certamente uno scontro; ma dall’agente in Egitto, ai funzionari del ministero, alle ditte italiane, è uno scontro complice.”

    [cit.]

    Tipica realtà Levantina Islamo-Democristiana di Magna-Magna & AmiciDegliAmici, abbondantemente salita sopra all’ Appennino e sopra al Po … DarAlIslam “di Loro” ; -) o DarPerAver “di Noi” ; -) poco cambia !

    2

    “Non so chi di voi abbia letto Shantiram” […] “gli Slum,l’ India, Bombay”

    [cit.]

    No, ma da come ne parli mi ricorda Jorge Amado con le favelas (“preziosissimi” i glossarii dell’ autore stesso a fine libri … nonché le grafie “scritte a orecchio” dai poveri poco alfabetizzati, tipo “bensao” per “bênção” …”benedizione”) , il Brasile, Rio de Janeiro …

    @ TUTTI

    Voler dormire di notte nel Cuore Rinascimentale ; -) della Movida, gli è una roba da Fasci che vogliono i’ (c)Coprifuoho ; -) … ‘unn c’è storia punta : -) .

    Alzarsi presto la mattina dopo per dover andare a lavorare mantenendo Drogati & FanKazzisti Diurni che diventano poi Kasinari Notturni (tecnicamente “Studenti” ; -) ) NON è una scusa valida ; -) : -)

    • Z. scrive:

      Per dirla in modo più semplice, Cuperlo ha perso ed è giusto che il segretario sia Renzi. Comunque non mi intendo di criptopansessualità freudiana, qualsiasi cosa sia 😀

  52. mirkhond scrive:

    “Tuttavia, Z NON è di quei SedeVacantisti EmilianoRomagnoli Irriducibili che riconosceranno appieno (!) il PD soltanto quando Cuperlo (!) ne sarà Segretario. Pur auspicandolo …”

    Infatti ha seguito il “vaticanosecondismo” da papa Occhetto in poi…. 🙂

  53. Miguel Martinez scrive:

    Per Z e Francesco

    Se c’è una cosa che cerco di evitare è di arrabbiarmi quando si falsa ciò che dico, perché ciò che percepiamo come un dialogo tra individui è in realtà un dibattito pubblico scritto.

    Questa volta mi sono lasciato prendere sicuramente dalla rabbia per la scorrettezza di Francesco, peraltro confermata nel suo commento successivo.

    Io dico, infatti, che il problema è che le persone che non hanno potere economico non hanno i mezzi e l’organizzazione di chi tale potere ce l’ha… che comunque dovrebbero organizzarsi con enorme fatica per essere presenti in tutti e cinque anni in cui gli eletti non hanno alcun motivo per ascoltarli, e fare “politica” anche a prescindere dai partiti…

    E Francesco paragona questo ragionamento

    “alla propaganda nazi-fascista e comunista, alle elezioni in alcuni paesi dell’America Meridionale, al non voto negli Stati Uniti, ad alcune critiche reazionarie alla democrazia elettiva”

    So che su Internet dobbiamo avere una pazienza infinita, e sicuramente ho sbagliato a sbottare.

    • Francesco scrive:

      Miguel

      sarò sincero: ritengo quello che dici nel caso specifico una solenne fesseria

      il sindaco può avere tutti i soldi del mondo e controllare i giornali e le TV (ma che brutto posto Firenze) ma io cammino per strada tutti i giorni e le buche CI CADO DENTRO

      se mi ha promesso 5 anni fa di chiudere le buche, quando ci sono dentro coi pantaloni sporchi e il ritardo per dove dovevo andare, può infilarsi i soldi, gli amici e la stampa su per il …. che io so chi devo ringraziare

      e questa mi pare esperienze diretta e verificabile

      quello che dici può valere (forse) per i politici nazionali ma anche qui ci credo poco (il Pres degli USA si sbatte come un pazzo per tenere bassa la disoccupazione sennò perde le elezioni)

      ciao

      • Z. scrive:

        La differenza tra l’importanza della propaganda a livello locale e nazionale, almeno in Italia, mi pare di tutta evidenza. Il voto per le elezioni nazionali è tendenzialmente un voto ideologico e/o a contrario, il voto alle comunali spesso non lo è.

        Ci sono diversi esempi che ce lo indicano:

        – a livello nazionale Grillo prende tra il 20% e il 25%, mentre a livello locale prende circa lo stesso numero di sindaci di Fratelli d’Italia, che è un partito sotto al 4%, e forse meno sindaci di SEL, che probabilmente pesa ancor meno di FdI;
        – ci sono molti comuni che votano a sinistra alle elezioni locali e a destra alle elezioni nazionali, e ci sono moltissimi comuni che fanno l’esatto contrario;
        – banalmente, a livello comunale (specialmente, ma non solo, nei piccoli comuni) capita spesso di poter votare qualcuno che conosci o di cui hai sentito parlare da fonti dirette e affidabili…

        etc. etc.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Il voto alle comunali è il voto che premia dirigenti ATER e simili….

        • Z. scrive:

          Capisco cosa intendi: può capitare – e infatti capita – che a livello locale il maneggione venga eletto in quanto tale.

          Quando succede, però, non succede perché la gente è stata teleconvinta dalla propaganda, ma proprio perché la gente, appunto, voleva consapevolmente votare quel maneggione sapendolo tale.

          Questo è il punto: quando voti alle elezioni locali tendenzialmente sai per chi e per cosa stai votando, molto più che alle nazionali.

          Se poi una città si affida consapevolemente a persone disoneste e corrotte presto o tardi ne pagherà le conseguenze: ed è giusto che sia così.

        • Z. scrive:

          (ho invertito “molti” e “moltissimi”, ma il senso direi che non cambia)

  54. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Tipica realtà Levantina Islamo-Democristiana di Magna-Magna & AmiciDegliAmici, abbondantemente salita sopra all’ Appennino e sopra al Po … “

    Guarda che le ditte tedesche con cui ho avuto a che fare fanno la stessa identica cosa, con qualche rumorosa pacca sulle spalle in più.

  55. mirkhond scrive:

    Francesco non potrà mai capire la poesia di Martinez per questi motivi:

    http://youtu.be/kKldKpJn8Io

  56. Miguel Martinez scrive:

    per roberto

    “questo è sicuramente importante, ma il vero punto cruciale è trovare altre x migliaia di persone che abbiano interessi comuni ai vostri.”

    Roberto è una persona straordinaria.

    In apparenza, ci troviamo spesso molto lontani, ma sotto sotto lui ha un’autenticità profonda per cui so che ci capiremo sempre.

    Quello che dice è esattamente ciò che penso.

    Come unire tutte le mille realtà analoghe, tenerle insieme, far capire che sono di tutti, o comunque di quasi tutte le persone che può capitare normalmente di incontrare?

    E’ proprio lì tutto il problema. Come si fa a fare tutto ciò che dice Roberto, senza avere una leva, che so, un miliardo da dare in soldi per campagne elettorali, pubblicità sui giornali o altro.

    Ed è il motivo per cui comunque…

    … comunque mi sono alzato alle cinque, per dare una mano alla nostra F., che alle due di notte mi ha mandato un messaggio chiedendo aiuto per il bando che sta preparando da presentare alla Regione…

    … comunque a fare il genitore, a portare i bambini ai centri estivi, e cogliere al volo le firme dei genitori all’ingresso di scuola, che prendiamo la firma della mamma keniota, di quella albanese, di quella toscanaccia…

    … poi mi chiama il nonno sanfredianino che in casa costruisce barche di legno, ha l’Amerigo Vespucci che gli occupa mezza casa, e vuole raccogliere le firme di tutti i suoi amici…

    … a fare una traduzione al volo…

    … poi (se vorrà ve lo racconterà lui) incontro improbabilmente il commentatore Izzaldino…

    … comunque c’è la padrona del takeaway cinese che mi chiede i fogli da far firmare e distribuire anche al suo ristorante che davanti ha due lanterne rosse e l’improbabile dicitura, Rosticceria Casalinga.

    Non siamo in realtà noi ad avere bisogno di nulla, l’unica cosa di cui si abbia bisogno è che tante persone semplici e normali si diano una mano a vicenda.

    • roberto scrive:

      Miguel,
      troppo buono, ma se fossi una persona veramente straordinaria avrei le risposte alle tue domande.

      ho tendenza a pensarla come francesco e z nel senso che per le elezioni amministrative stampa e soldi non siano così decisive però, immagino che questa idea vada un po’ temperata dalle dimensioni del comune. per il sindaco di castelfranco è grave se un cittadino cade in una buca. per il sindaco di milano è grave se repubblica scrive che un cittadino è caduto in una buca.

      poi a parte la questione stampa e soldi, c’è evidentemente la questione tempo ed organizzazione e questi in effetti sono grossi problemi.

  57. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Francesco non potrà mai capire la poesia di Martinez per questi motivi:

    http://youtu.be/kKldKpJn8Io

    Ma è meraviglioso! Cosa ne sai di quelli che lo hanno fatto?

    Grazie!

    • Francesco scrive:

      😀

      vedo adesso il tuo commento

      direi che il Duca ci ha azzeccato in pieno!

      PS non è che ad essere in disaccordo con te ci sono solo “persone complicate e anormali” o che non ti conoscono, spero sarai d’accordo

      ciao

  58. mirkhond scrive:

    Ne so poco.
    Ascoltai i Quintorigo per la prima volta ad un’edizione di San Remo nel 1999 con la canzone “Rospo”.
    Sono un gruppo impegnato e a detta di molti commentatori you tube, la loro musica non poteva essere capita a San Remo, dove mi sembra furono classificati all’ultimo posto.
    Ma, ripeto, non ne so di più e questa canzone l’ho ascoltata poche ore fa, facendomi venire in mente proprio il pensiero del nostro Francesco…. 🙂

  59. mirkhond scrive:

    Qui una breve storia di questa band (che scopro essere connazionali dello Zanardo 😉 ) :

    http://it.wikipedia.org/wiki/Quintorigo

    • Z. scrive:

      Veramente no.

      Cioè, uno effettivamente è di Fusignano, d’accordo. Ma tutti gli altri sono cesenati. Si fa presto a dire “Romagna”, si fa 😀

      • mirkhond scrive:

        Certo che la tua Romagna praticamente si restringe solo a Ravenna, il suo forese e Traversara di Bagnacavallo! 🙂

        • Z. scrive:

          Il rischio è proprio questo: se incominciamo a considerare “connazionali” solo quelli della nostra regione, poi finiremo per limitare la nostra nazione a quelli della nostra provincia e infine a quelli del nostro quartiere.

          In altre parole io devo accettare di essere conterraneo di Luttazzi, e tu devi accettare di essere mio connazionale!

          😀

        • mirkhond scrive:

          Tu sei connazionale di Daniele Fabbri in arte Luttazzi.
          Io NON lo sono di entrambi! 🙂

  60. mirkhond scrive:

    E questo è il loro sito ufficiale:

    http://www.quintorigo.com/

  61. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “per il sindaco di castelfranco è grave se un cittadino cade in una buca. per il sindaco di milano è grave se repubblica scrive che un cittadino è caduto in una buca.”

    Certo.

    Poi qui, le buche le riparano, in gran parte almeno, nelle settimane prima delle elezioni, con tanto di visita lampo del sindaco a inaugurare le nuove fioriere.

    Gli impiegati comunali sono sotto pressione enorme, in quei giorni, per soddisfare le piccole richieste non problematiche dei cittadini.

    Ad esempio, appena prima delle elezioni, hanno stanziato 60.000 euro per sistemare il nostro giardino, promettendo di farlo entro giugno.

    Adesso (penultima settimana di giugno) abbiamo telefonato al Verde Pubblico, che ci ha risposto che un piano l’hanno fatto e consegnato, ma essendo stata cambiata tutta la dirigenza del Comune, non hanno la minima idea che fine abbia fatto il piano.

    Un altro fattore importantissimo qui, per quanto riguarda la politica locale, è l’idea che bisogna votare per chi si sa già vincerà le elezioni: ho assistito ad alcuni incontri surreali, in cui commercianti e altri piccoli poteri del quartiere si sono lamentati che durante i cinque anni di Renzi, il quartiere è stato totalmente abbandonato, e che quindi bisognava votare in massa per Nardella, per convincerlo a fare qualcosa.

    Insomma, le buche possono anche portare voti a chi le ha lasciate crescere.

  62. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Roberto

    Un’altra cosa importante è che non è facile rendersi conto del rapporto che esiste tra i problemi: chi vive per caso in un quartiere vede la buca, ma non sa certamente che i fondi che avrebbero dovuto investire per sistemare la buca da noi sono stati investiti (invento, ma non troppo) per fare un convegno su Moda e Michelangelo, curato da una ditta che contemporaneamente ha avuto la concessione per gestire tre musei e un appalto per la raccolta della spazzatura, il cui dirigente è anche direttore della principale banca della città…

    Insomma, la buca può sembrare una semplice “mancanza” di attenzione da parte dell’amministrazione, e non l’effetto diretto di un sistema di gestione.

    E giornali e televisione evitano attentamente di fare il collegamento, la notizia la puoi diffondere su piccole mailing list, magari attraverso un’interrogazione in Comune di un consigliere dell’opposizione di cui nessuno si accorgerà.

    Ma proprio per questo, non vogliamo assolutamente “metterci in politica”.

  63. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “Tutte le idee sul legame col territorio sono nate in questo breve lasso di tempo (e sono false, aggiungerei io).”

    Sì e no. Non stiamo parlando di sangue, stiamo parlando di rapporto con le cose che abbiamo attorno. Che nel corso di una vita possono anche variare, ma condizionano comunque tutti i nostri comportamenti.

    Pensa all’immenso condizionamento dei rapporti umani che è costituito da una strada in cui non ci si può fermare a parlare, perché si viene travolti dalle auto di passaggio, e dove tutta la nostra attenzione, ogni volta che usciamo di casa, deve essere concentrata sulla sopravvivenza fisica tra missili di metallo.

    Se la trincea ha segnato la vita di una generazione, il traffico automobilistico marca altrettanto la vita della nostra generazione.

  64. mirkhond scrive:

    “i gruppi allofoni fossero di numero esiguo, fossero stati assorbiti dalla popolazione locale, ma questa ne avrebbe assorbito la lingua.
    Certo è che la storia dimostra che le lingue si spostano molto di più de(lla maggior parte de)gli uomini.”

    Pare che ciò sia successo a Barile, sul Vulture, quando vi giunsero i primi Albanesi da Scutari nel 1478.
    Barile è documentato per la prima volta nel 1330 circa, ed era un casale latino.
    Quindi gli Albanesi Scutarini quando lo ripopolarono (seguiti da due ondate di Albanesi Coronei nel 1534 e 1597 e da Mainotti romei nel 1647 o 1675), vi trovassero i resti della popolazione latinofona originaria, seppur ridotta da guerre e pestilenze, e la assorbissero (come assorbiranno i Coronei toschi, e i Mainotti romei, che tutti nel XIX secolo parlavano un dialetto ghego più il vernacolo latino lucano del luogo).
    Rohlfs dice che accadde lo stesso nella Calabria centro-meridionale, con la grecizzazione degli osci Bruzi, attraverso la pratica delle transumanze dalla Sila alle coste magnogreche, ma anche delle popolazioni dell’Aspromonte, forse di ceppo ausonico, i Morgeti e gli Itali (forse un sottogruppo tribale degli stessi Morgeti)!

  65. mirkhond scrive:

    In Daunia e nella fascia adriatica tra Tronto ed Ofanto invece accadde il contrario, e cioè furono i nuclei di pastori osci ad imporre il loro linguaggio agli abitanti japudici della zona!
    Ciò spiegherebbe molto bene il carattere di transizione tra pugliese e napoletano, che presentano i dialetti e gli accenti di questa vasta area dell’ Italia meridionale.

  66. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Quando succede, però, non succede perché la gente è stata teleconvinta dalla propaganda, ma proprio perché la gente, appunto, voleva consapevolmente votare quel maneggione sapendolo tale. “

    In parte, sì, ma contano anche mille altri fattori.

    Ad esempio il sentirsi riconosciuti dal potere. Conosco anziani che sono devoti a “Matteo” perché ha stretto la loro mano ed è venuto una volta a inaugurare il circolo dove giocano a carte; o tutti i parenti del suo parrucchiere…

    Mentre se un altro politico lo avesse fatto, non sarebbe comunque stato il sindaco in persona.

    Infatti, nei primi due anni di governo, Renzi ha fatto un giro incredibile di strette di mano e di tagli di nastri in tutta la città – non mi ricordo quante volte avrà stretto le mani anche a me.

    Anche perché qualunque problema avessi, glielo potevi dire, “Matteo, ho il mal di testa!”, e lui, “Oggi stesso te lo faccio passare, giuro!”

    • Z. scrive:

      Non credo che questo aspetto sia assente dalle elezioni nazionali. Alla gente piace stringere la mano al sindaco, ma pure al presidente del Consiglio, al presidente della Repubblica, al ministro e al Papa.

      Anzi, alla gente tende a piacere molto il contatto con qualsiasi celebrità, anche se si tratta di individui privi di potere politico in senso stretto…

    • Francesco scrive:

      OK

      ma se dopo 3 anni ce l’hai ancora il mal di testa, che fai?

      voti ancora Renzi?

  67. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “non succede perché la gente è stata teleconvinta dalla propaganda”

    però non sottovalutare nemmeno la “propaganda”.

    La maggior parte della gente non si informa andando a curiosare tra i documenti del Comune o leggendosi le interrogazioni in consiglio.

    Si informa guardando distrattamente le televisioni locali, talvolta la pagina di cronaca locale dei quotidiani.

    Dove il quadro è assolutamente uniforme.

    Conosco due giornalisti di qualità altissima, gente capace in pochi minuti di capire una situazione in tutte le sue sfumature, e di descriverle con maestria, battendo velocemente sulla tastierina del telefonino. Persone di cui ho una profonda fiducia.

    Ma sono entrambi precari, e ciò che è permesso loro scrivere dipende esclusivamente dai mutevoli interessi politici degli editori.

    Mutevoli sui dettagli, ma con la ferma intenzione di non far mai passare nulla che possa dispiacere all’amministrazione.

    Capisco perfettamente quei giornalisti, che rischiano l’annientamento in ogni istante, e la mia stima per loro non cambia affatto quando mi confidano che non possono scrivere questo o quest’altro.

    • Z. scrive:

      Beh, io non credo che per il residente di un quartiere sia sempre necessario scartabellare tra atti e documenti del comune per capire il quartiere stesso dove vive, né per avere un idea su come migliorarlo.

      Certo, se ha progetti precisi probabilmente è bene che lo faccia, o che si affidi a chi è in grado di farlo.

      Ma comunque è in grado di rendersi conto, a grandi linee e a volte a linee più precise, dello stato in cui versano le strade, del livello di inquinamento, del disagio dei residenti, dell’agibilità dei servizi e altro ancora. Naturalmente la propaganda influenzerà il mio modo di pensare, ma difficilmente potrà sovvertire su larga scala ciò che i residenti vedono, sentono, toccano con mano.

      Se si parla non del mio quartiere, ma dell’Italia, allora invece non potrò che affidarmi a quello che sento dire da altri, non necessariamente più informati di me però magari più attivi, interessati e faziosi. Parlerò inevitabilmente di cose che non conosco, giudicherò per sentito dire, deciderò a contrario e comunque per ideologia e propaganda. L’esperienza diretta potrà giocare comunque un suo ruolo, ma finirà inevitabilmente per essere meno rilevante a quella che entra in gioco nella valutazione sulle politiche preferibili per il proprio quartiere.

      Il che spiega perché alle politiche il voto disgiunto (tra Camera e Senato) sia un’eccezione piuttosto rara, tipica soprattutto dell’elettorato più assiduamente interessato alla politica, mentre sia molto più comune alle elezioni locali (e ancora più comune è che si votino liste diverse alle elezioni locali e a quelle nazionali).

    • Francesco scrive:

      Miguel

      si informa di cosa? delle buche davanti a casa sua? dal traffico in cui è bloccato? del prezzo del biglietto del bus? dell’aliquota TASI?

      mi sembra che non abbia molto bisogno di chiedere ad altri per sapere queste cose, quelle in base a cui vota

      siamo concreti

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