Vittime e vittimi, animali e primati cliccanti

Stamattina, la prima notizia su Repubblica era la seguente:

Nell’ospedale dove lotta Caterina
I nazi-animalisti non mi fermano
la mia è una battaglia per la vita”
Sul suo account: riflettete prima di scrivere
Un video per rispondere agli auguri di morte che ha ricevuto su Facebook – guarda
dal nostro inviato LUIGI SPEZIA

Qualche ora dopo, Letta (cognome) ce l’ha fatta brevemente a cacciare in seconda posizione Caterina (nome). Per battere la ragazza, ha dovuto promettere di far calare le tasse a tutti gli italiani (comprese quelle che servono a finanziare la ricerca biomedica che interessa a Caterina-senza-cognome).

Poi qualche ora dopo, tale Fulvio Riccardo Platania (è un cattivo, quindi ha nome e cognome), di mestiere vigile urbano, scrive sempre su Facebook: “Cecile Kyenge? Una primate scroccona”. Che sia scroccona, non saprei dire, ma credo che la signora  sia un primate almeno quanto me.

Guardiamo un attimo sia i buoni sia i cattivi del cliccodramma per giornalisti pigri.

I buoni in realtà sono delle buone, che hanno come caratteristica principale quella di essere prive di qualunque importanza: da una parte un ministro che almeno a noi è noto unicamente perché ogni tanto viene deriso su Facebook, e una ragazza gravemente ammalata, che comunica con il mondo sempre “tramite Facebook o il telefono“.

Anche i mostri esposti al pubblico linciaggio sono privi di ogni importanza.

Fulvio Riccardo Platania, abbiamo detto, è un cattivo, solo che appare con una splendida foto sorridente: infatti, i giornalisti che campano copincollando post su Facebook sono costretti a pescare anche le foto da lì, e Facebook è una sorta di agenzia di pubbliche relazioni disponibile gratuitamente [1] anche all’ultimo cretino. E anche l’ultimo cretino si pettina bene prima di mettere in vetrina la propria Immagine.

Più difficile capire cosa abbiano scritto “gli animalisti”: viene citata una certa “Giovanna” che avrebbe scritto, “Per me puoi pure morire domani. Non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per un’egoista come te”. Che non sarà forse gentile, ma è quello che ti prendi se scrivi su un tema controverso. Non voglio entrare in merito alla questione della sperimentazione animale, ma è evidente che esiste chi considera che torturare a morte esseri viventi sia brutto, come c’è invece chi considera che per salvare alcuni esseri viventi, sia bene torturarne a morte altri.

Forse la risposta “giusta” non esiste, ma esiste comunque il dilemma, parola ignota ai giornalisti.

Insomma, una certa Giovanna, per il resto del tutto sconosciuta al mondo, trova egoista Caterina e invece di raccontarlo nel crocchio delle mamme all’uscita di scuola, come si usa in Oltrarno, lo scrive tra qualche miliardo di chiacchiere inutili che girano su Facebook.

Questo indica che Giovanna è darwinianamente perdente, avendo perso al primo clic la gara per la sopravvivenza virtuale. Diciamo che la ragazza non ha capito la morale della vecchia barzelletta sovietica:

“Un giudice esce dall’aula, piegato in due dalle risate. Un collega gli si avvicina e chiede perché ride. “Ho appena ascoltato la barzelletta più divertente del mondo!” “Forza, raccontamela!”, dice l’altro giudice. “Non posso – ho appena condannato qualcuno a dieci anni per averla raccontata!”

Anche gente pagata per sparare è pronta a fare la guerra contro Giovanna. Leggiamo infatti:

“E [messaggi] di speranza, persino da Herat, Afghanistan, da un italiano in missione: “Mi ha fatto male leggere della tua storia – scrive Giuseppe Sanna – e la cattiveria che ti è stata scaricata addosso… non ti vorrei lasciare, vorrei farti dimenticare quelle brutte parole, ma mi chiamano al dovere”.”

Da questa non notizia di incontinenza verbale, il titolista ricava la fantastica frase:

“I nazi-animalisti non mi fermano”

Per i meno informati, il nazismo o nazionalsocialismo fu un un regime con alle spalle uno dei più grandi dispositivi industriali del suo tempo e un esercito di notevole efficienza, e che aveva come priorità i presunti interessi del popolo tedesco.

Giovanna invece, tutt’al più, è Giovanna, probabilmente non si interessa al destino del popolo tedesco e dubitiamo che con un clic possa fermare Caterina, né tantomeno la sperimentazione animale.

E adesso andiamo sul personale. L’altro giorno un certo Alessio T. mi ha rivolto i seguenti complimenti tra i commenti a questo mio blog:

“A te le labbrate bisognava dartele da piccino, un tu na ma capito un cazzo e ora poi fra canne e psicofarmaci ti sei proprio bevuto il cervello. Sei diventato più infame degli antifa, altro che amici… quando vuoi ci si vede io e te.”

Se invece di scoppiare a ridere, mi fossi messi a chiamare la polizia postale, nonché i giornalisti, forse Miguel (nome) a quest’ora farebbe concorrenza a Letta (cognome) sulla prima pagina di Repubblica.

Invece ho semplicemente approvato il commento del buon Alessio T., rispondendo come segue:

“fra canne e psicofarmaci ti sei proprio bevuto il cervello”

Temo di non essere un esperto né delle une né degli altri.

Preferisco il rosso di San Casciano, se vuoi assaggiare, offro io e mi racconti i tuoi problemi.”

Nota:

[1] Gratuitamente per modo di dire, visto che il signor Fulvio Riccardo Platania, dopo aver regalato tutti i propri segreti più intimi al signor Zuckerberg, oggi rischia il licenziamento. I dispositivi elettronici di Facebook sicuramente si apprestano adesso a rivolgergli tutti i possibili inviti pubblicitari per lauti guadagni come venditore di pentole o vincitore di lotterie nigeriane.

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459 risposte a Vittime e vittimi, animali e primati cliccanti

  1. Moi scrive:

    Ma “Primate” non era anche un appellativo da Vescovo Ortodosso ?

  2. Tortuga scrive:

    Ridere! 😀
    Ho imparato anche io, ma solo di recente e troppo tardi 😉

  3. Mauricius Tarvisii scrive:

    Le frasi all’ammalata erano del tipo “e allora se tu sei malata era meglio far vivere i topi, che almeno erano sani” o auguri di morire presto e tra atroci sofferenze per la sua malattia. Insomma, onestamente se i simpatici autori di queste frasi sono finiti nel tritacarne mediatico è soltanto perché loro hanno voluto trollare un poco in una pagina di facebook altrui: mi dispiace solo che nessuno si sia scandalizzato prima quando gli stessi animalisti invocavano la sperimentazione dei farmaci sui detenuti e sui malati di mente (questa sì in stile Germania di quando c’era Lui).
    Piuttosto è bellissimo oggi vedere che tutti i politici che si erano persi il treno dgli anti-sperimentalisti (“viva i cagnolini” di vendoliana memoria) adesso salgono su quello dei filo-cateriniani (vedi Renzie). Naturalmente nessuna delle due fazioni politiche si abbassa a offendere delle persone concrete, solo impalpabili “ricercatori vivisezionisti”: il politico sa che si deve giocare solo coi buoni sentimenti.

    • Francesco scrive:

      mica vero che sono cose da nazisti

      erano praticate diffusamente negli anni 20 e 30 e sono state praticate fino ai 60 in vari paesi civilissimi del Nord Europa e America, se ben ricordo una serie di interessantissimi articoli dell’unico quotidiano italico degno di spesa

      • lanzo scrive:

        @ Francesco….
        Immagino nella mia fantasia ottimistica che nessuno sia al, c ei programmi di corrente dei programmi di sterilizzazioni di massa per ritartadi e compagnia bella.Pare che non ha funzionato o meglio i cuccioli dei politici hanno aperto le porte alla feccia araba, bengalina, musulmana – tanto loro stanno nei loro castelli…
        E la merda ce la mangiamo noi.

      • lanzo scrive:

        @ Francesco, con sollievo vedo che c’e; qualcun0 che 2 cosette le sa
        In Svezia ed America, Canada compreso come ovviamente sai, facevano le stesse cose poi demonizzate sucessivamente.
        Non faccio parte ne’ di albe dorate o case Pound.
        Purtroppo qui crolla tutto e non c’e’ piu’ un riferimentp politico, destra/snistra ( mi fa pensare a Gaber sesei di sinistra fai la doccia| sono inciuciati ed interessati solo a mantenere i loro privilegi, Tanto con quello che hanno rubato e rubano, staranno tranquilli per 7 generazioni, NOI pero’ siamo gia’alla fame.

  4. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius Tarvisii

    “Le frasi all’ammalata erano del tipo”

    Erano del tipo del 90% degli scambi polemici infantili su Internet. Identici qualunque sia l’argomento.

    L’azione criminale consiste nell’estendere questi singoli sfoghi personali a intere categorie.

    Dire che tutti quelli di destra sono mostri perché uno in un momento di imbecillità ha detto che lui i negri se li mangerebbe a cena;

    dire che l’antifascismo è criminale perché qualcuno scrive con un pennarello, “morte ai fasci”;

    dire che gli ebrei sono mostri perché qualcuno ha scritto che su Gaza ci vuole la bomba atomica;

    dire che i palestinesi sono orchi perché qualcuno ha detto che l’unico ebreo buono è quello morto.

    Il giornalista che estende lo sfogo cretino di una passionale amante degli animali all’animalismo in generale, è un criminale.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Non mi sembra che nessuno abbia detto che tutti gli animalisti sono criminali. Si è semplicemente detto che l’animalista che minaccia di morte un tizio è un criminale. Lo sarebbe anche se non fosse animalista, ma affiliato alla lega bocciofila.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Quello che cercavo di dire è che quello di Repubblica può anche essere del pessimo giornalismo, ma che chi si rivolge pubblicamente a sconosciuti deve sapere (se non ha 15 anni) che le sue parole possono avere delle conseguenze, anche uno sputtanamento pubblico. Essere cretini ha delle controindicazioni.

    • lanzo scrive:

      Premettendo che ho letto “Questo blog lo leggono solo una diecina di persone” Cosa che non sta ne’ in cielo ne’ in terra. Diciamo che i commentatori abituali sono una diecina, io seguo il blog da anni e solitamente non commento visto spesso la cultura dei partecipanti – molto superiore alla mia – e preferisco “abbeverarmi” e conoscere qualcosa- Ma sicuramente il blog e’ visionato da migliaia di utenti.

      Mi permetto, di fare questo copia/incolla di un articolo di Massimo Del Papa, che a mio parere dovrebbe far riflettere.

      Caterina malata, Caterina salvata (dalla sperimentazione animale), Caterina maledetta, Caterina epicizzata. Comincia già a stare stretta questa universitaria che soffre per la combinazione di alcune malattie rare, ma con la forza di intervenire sui media più di Renzi, che comunque le ha offerto un endorsement su Twitter, che probabilmente prelude a un imbarco nel PD. La faccenda, così in bilico tra le ragioni della salvezza umana e quelle del sacrificio animale, pareva fatta apposta per scaldare gli animi in questa fine d’anno, e ha acceso discussioni anche intorno a un mio breve pensiero su facebook. Non sono intervenuto perché i miei lettori sono meglio della media (infatti la discussione, dopo alcune scintille, ha preso subito una piega più che accettabile), e perché se c’era un caso davanti al quale arretrare, era proprio questo: non ho opinioni precise, solo dubbi: qualche anno fa scrissi, mi pare sul Mucchio, che la sperimentazione era forse un male, ma necessario; oggi scriverei che forse è necessaria, ma è un male. Però a questo punto non mi va più di tacere, perché non mi fido più di quello che vedo e che sento. Tanto per cominciare, torno a ragionare da giornalista consapevole che niente di quello che accade tra i media è per caso: salta fuori questa ragazza e fa un appello così e così. Come minimo, mi suona curioso. Dopodiché si scatena la prevedibile bufera, con la conseguenza di dimenticare un’altra notizia di cui nessuno parla: la recentissima raccolta di un milione di firme per vietare la sperimentazione a livello europeo, travolta dall’uscita di Caterina. Posso, da cronista, fidarmi di quello che constato, della sua “realità”? No, non mi fido, o almeno ne dubito: o questa è una bufala colossale quanto cinica, ma allora lo scopriremo presto; oppure, e mi pare malgrado tutto l’ipotesi più attendibile, questa ragazza è davvero quella che sembra ma è stata strumentalizzata, le hanno fatto dire qualcosa che volevano fosse detto. Perché uno col problema di sopravvivere, non si alza al mattino e registra un video in cui, con la mascherina e i tubicini che sporgono, interviene a favore della sperimentazione eccetera. Naturalmente, la discussione sortita dopo l’intervento della giovane sofferente, e soprattutto dopo la provocazione becera di ignoti animalisti che le augurano di morire, si è articolata sulle ragioni della ricerca, ovvero sul dilemma tra salvare un essere umano oppure un essere che umano non è. Mi pare fuorviante, e vado a tentare di spiegarlo.
      Anzitutto, l’uscita di Caterina è stata cavalcata da medici che sulla necessità della sperimentazione animale giurano; ma quelli che, viceversa, la rinnegano, definendola inutile, trovano poco o nessuno spazio. Eppure sono altrettanti. Questi sanitari (e anche qualche lettore) ricordano i casi di Sebin, di Pasteur, di Jenner, che, se mai, sperimentarono su loro stessi; restano comunque decisi nel definire inutili e crudeli gli esperimenti su animali. Qui nessuno è scenziato, e non prendiamo posizione: diamo semplicemente conto di altre voci, che non sono quelle di un biscazziere come quello del metodo Stamina, ma di elementi della medesima comunità scientifica che approva gli interventi sulle bestie. Comunità che, come minimo, appare discorde: non dovremmo tenerne conto? Si aggiunga, e davvero non si può trascurare, il sospetto circa gli interessi, colossali, delle multinazionali farmaceutiche. Qui io so, ed ho le prove, che questi non si fermano davanti a niente. In passato testavano direttamente sugli esseri umani, adesso, di fronte alla crescita delle istanze sociali e dei diritti sociali e individuali acquisiti, insomma dal garantismo umanitario recepito nelle legislazioni durante l’intero Novecento e soprattutto dopo il trauma dell’atomica, vengono buoni gli animali. Che non sono impiegati solo in medicina, ma anche per futili torture visto che quelle multinazionali mettono insieme aziende del farmaco e, per dirne una, della cosmesi: difatti, di prodotti marcati L’Oreal, Garnier e comunque Procter & Gamble, in casa mia non ne entrano più. Così come di capi di vestiario in pelle: non posso materialmente privarmi della roba vecchia che possiedo, tantopiù che il mio armadio è piuttosto sguarnito. Ma il discorso, per gli acquisiti che farò, è, per quanto mi riguarda, irreversibile. Circa l’alimentazione il discorso si complica ancora, non arrivo al vegetarianismo ossessivo ma in casa abbiamo ridotto drasticamente il consumo di alimenti animali: mi fermo qui.
      Ora, io avrei un modo semplice quanto efficace quanto, forse (non ne sono del tutto convinto) scorretto per spostare la discussione dove pare a me. Mi basterebbe pubblicare una foto, una sola foto, di un animale sottoposto a “sperimentazione”. E neppure delle più cruente, ma semplicemente delle più “umane”. Siccome quella foto è oltre l’atrocità, non lo faccio – e prego i lettori di astenersi allo stesso modo: fidiamoci sulla parola. Quella foto mi ricorda quello che i miei due gatti mi insegnano ogni momento: nei loro occhi c’è vita, c’è sofferenza e c’è un amore per me che non è fatto di puro istinto ma oscilla sul crinale della volontà. Essi vogliono amare, ogni animale vuole amare e in questo custodisce ben più che un embrione di Sé. Detto in parole filosofiche, Voltaire aveva torto e Schopenhauer aveva ragione. Da quando incrocio quegli occhi, le mie convinzioni circa la necessità della sperimentazione su altre forme di vita sono andate in frantumi. Mi sono sforzato di non personalizzare, anzi di non personalizzarmi, di non ricondurre un dilemma etico al mio caso privato. Mi sono imposto cinismo. Mi sono obbligato a ragionare nel modo più distaccato. Il risultato è che io non posso ignorare quegli occhi e i sentimenti che ne traboccano. Io oggi sono convinto che sugli animali sappiamo ancora molto poco. Non so se anche per loro possa ipotizzarsi quel salto evolutivo che si ha quando si accende in modo permanente, irreversibile, la scintilla che porta a intuire: io sono io, e allora niente è più come prima (nemmeno per noi bipedi che ci consideriamo in diritto di ucciderli): ma non mi sentirei di escluderlo a priori.
      Quanto ho scoperto sugli animali, o meglio quanto mi hanno lasciato scoprire su loro stessi, ho cercato di metterlo in un ebook. Ma a questo punto non posso più sottrarmi al dovere di riconsiderare certe prorità etiche. La stessa obiezione che mi porta idealmente a scegliere se salvare una persona cara, me stesso o semplicemente una persona, piuttosto che un animale, mi pare un tranello: oramai, i farmaci che usiamo sono già stati testati, hanno già imposto i loro sacrifici animali: il problema, se mai, è per quelli che verranno. E allora a questo punto mi sento in diritto, e in dovere, di proporre un compromesso: dimostrami che senza torturare un cane, uno scimpanzè o una cavia questo composto non potrà salvare un bambino. Dimostramelo senza margine di errore. Altrimenti non ci sto. Altrimenti ti dimostro io che un animale può salvare un umano anche senza soffrire: mia madre ha 81 anni, ha superato tre operazioni in due anni e vive per la gatta randagia che le abbiamo portato un giorno particolarmente cupo: all’inizio la odiava, oggi non può farne a meno. Non sarebbe qui, oggi, senza quella presenza che dorme con lei, che ogni mattina la va a svegliare, che l’ha aspettata per 40 giorni, in casa da sola, mentre lei era in ospedale.
      Vorrei dire, per riassumere, che anche la nostra pietà può essere ambigua e traditrice, così come l’odio imbecille (se non artefatto) di chi augura la morte a una ragazza che non ha mai vissuto. Nelle stesse ore in cui si discute di questo dilemma etico, un altro dramma non viene raccolto da nessuno: è quello della piccola Stella, la bambina di 9 anni investita a Santo Stefano da un rumeno ubriaco di 21 anni e deceduta due giorni dopo. Così si può morire, solo perché un bastardo sbronzo gioca alla roulette russa con un piccolo angelo. Così una famiglia può essere condannata a vivere la morte per tutto il tempo che resterà. Di Stella hanno donato gli organi, ed altre vite umane sono state salvate. Ma questa favola di Natale, straziante, terribile e commovente, non raggiunge nessuno, non merita il dolore di nessuno. A proposito, la risorsa romena è a piede libero e libera di guidare: il giudice non ha ritenuto di doverla fermare. Dove stanno, amici, la nostra indignazione e la nostra compassione?
      Cara Caterina, non so se augurarti di guarire perfettamente o di non essere mai stata malata. Ma so che a questo punto non vorrei più sentirti pontificare dal tuo letto d’ospedale: ogni nuova esternazione mi lascia dubitare un po’ di più sulle tue intenzioni. E comunque, mi perdonerai se, preda del mio dilemma, continuo a considerare disumano (oppure troppo umano) sacrificare una vita non umana per uno shampoo.
      Posted in Attualità, Diario
      I

      Anonimo30 dicembre 2013 14:31
      Mi permetto di farti un paio di correzioni.
      Jenner ha scoperto il vaccino del vaiolo, sperimentandolo direttamente su un bambino sano(cosa che oggi non sarebbe possibile), mentre Louis Pasteur ha sperimentato il vaccino della rabbia prima sui cani(ammazzandone qualche decina), e poi su un bambino malato, riuscendo a salvargli la vita. Senza la sperimentazione sui cani, avrebbe rischiato di ammazzare bambini!

      Rispondi

      A

      • Z. scrive:

        Lanzo, anche la mia cultura è rasoterra se confrontata con quella del partecipante medio. Partecipo anche per imparare qualcosa da loro.

        Detto questo, sia il blog sia stato davvero visionato durante il corso della sua esistenza da migliaia di utenti non saprei. Secondo me, se ogni giorno fosse visionato da decine e decine di persone già sarebbe un risultato niente male, visto che Miguel tratta spesso di argomenti non propriamente all’ultima moda, né ammiccanti alle più recenti novità di casa nostra, come si usa dire.

        • lanzo scrive:

          @ Z
          No. la tua cultura non e’ “rasoterra” E chiudo qui.

        • lanzo scrive:

          @ Z
          Guarda che io sono romano
          Emigrato all’estero da una vita.
          Eppure mi leggo Keleblek pur non essendo fiorentino e da romano non ho mai capito che cosa ci sia di speciale a Firenze, fiorentini piu’ sgradevoli dei romani ?
          Provenendo da Roma (che non amo) Firenze mi ha fatto semore l’impressione del paesino, cittadina – OK c’e; il David col pisellino, gli Uffizi – ma non e’ che puoi passare la giornata a vedere finte madonne e finti santi all’infinito.
          Almeno in Olanda hai questi capolavori che spaziano dai banchetti dei burini all’ usuraio che conta le monete ed alle scene oniriche/infernali dei vari -0Holbein vecchio/giovane non importa – NOI, solo santi e madonne, mai uno sprisso di creativita’ anche perche’ se ce lo avevi finivi sul rogo e non era piacevole, prima ti torturavano, gli americani manco se lo sognano, ti mettevano in bocca la “pera| per non sentire le urla di dolore, poi – ti portavano al rogo = Ma attenzione – Visto che i preti erano cosi’ “umani” la procedura era di fasciare la testa del candidato al rogo con pannicelli intrisi di acqua fredda, cosi’ il cervello rimaneva ancora integro mentre il corpo bruciava. Per questi criminali non c’e’ mai stao un processo di Norimberga.

        • lanzo scrive:

          Sicuramente Miguel sa quanti “hit” riceve il suo blog.
          Io non vivo neanche in Italia, essendo romano de Roma, per me Firenze e’ tipo una frazione di Roma, un paesetto, solo con un clima peggiore: gelata l’inverno e rovente d’estate. Almeno a Roma c’e’ il ponentino ed il mare – sia pure inquinato – e’ a pochi km – Ai tempi belli ci si faceva anche il bagno al Tevere, ma la leptospirosi ha scoraggiato tale pratica,,,
          Se vuoi sapere quello che penso di Roma, guardati il sito http.romafaschifo.com Estendibile a Miguel.

          Ho amato Roma – fino agli anni 80, poi il degrado e’ stato implacabile.

  5. Miguel Martinez scrive:

    per Mauricius

    “Non mi sembra che nessuno abbia detto che tutti gli animalisti sono criminali. Si è semplicemente detto che l’animalista che minaccia di morte un tizio è un criminale. “

    Uno, il titolista di Repubblica lo sottintende in modo palese.

    E infatti tutto il discorso è costruito sulla premessa dei “nazi-animalisti”.

    Secondo, se su Facebook qualcuno ha detto qualcosa di cretino nei riguardi di un altro utente di Facebook, dove sta la notizia? Milioni di persone scrivono cose sopra le righe, non dico ogni giorno, ma ogni ora su Facebook.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      A me l’estensione non è sembrata affatto scontata. E, se anche qualcuno dovesse mentalmente estendere a tutta la categoria la dicitura, questa è la conseguenza diretta del modo in cui gli animalisti hanno condotto la campagna contro la sperimentazione animale (ricercatori assassini, viva i cagnolini e altre insulse orge sentimentali), che ha trovato spazio anche su Repubblica. Solo perché adesso nel crogiolo umorale i kattivi non sono momentaneamente i ricercatori, ma gli animalisti, il gioco che gli animalisti stessi hanno iniziato non può diventare all’improvviso detestabile.

      E’ una non-notizia, infatti. Ma non per questo mi straccio le vesti per i poveri cretini che hanno pagato la propria idiozia con il diventare materiale di riempimento per la stampa.

    • Z. scrive:

      No Miguel, sei tu che lo sottintendi perché Repubblica per te ha torto a prescindere, anche se dice che la terra è sferica. E perché ogni tanto ti perdi in curiosi trip che non saprei meglio definire se non “turbo-animalisti”, che da parte di una persona della tua intelligenza mi lasciano estremamente perplesso.

      Poi, per carità, ognuno sventola le Vittime e i Vittimi che preferisce. Nel tuo caso, i Vittimi sono i fan degli animalini che sostengono che la vita di un topo è preziosa ed è meglio sacrificare quella di un malato grave. O di un carcerato, per chi proprio vuole mostrarsi favorevole alla ricerca scientifica.

      Z.

      PS: Parlo di trip perché è evidente che non credi davvero che esista un Grande Dilemma sul sacrificare un topo o un essere umano. Sono convinto che non esiteresti un secondo a salvare la vita non dico di un tuo familiare – sarebbe troppo facile – ma addirittura di una persona che detesti, se questo dovesse comportare la morte di un topo.

    • Peucezio scrive:

      Nel merito sono pienamente d’accordo con Mauricius.
      Ma il metodo con cui Miguel analizza i meccanismi mediatici mi pare, come al solito, ineccepibile, a qualunque questione si applichi.

      • Z. scrive:

        Se il metodo porta a conclusioni di merito traballanti, allora come metodo qualche buco ce lo avrà. A meno che non si voglia sostenere che la realtà dev’essere, uhm, “riformata” per consentire alla teoria di essere veritiera 😀

        Nel caso di specie, secondo me, le simpatie “animaliste” [1] di Miguel gli hanno fatto perdere il distacco necessario alla sua analisi.

        Z.

        [1] So che non è un gran termine, e me ne scuso, ma non me ne viene in mente uno migliore.

      • Peucezio scrive:

        E’ possibile.

        Mettiamola in quersto modo: è logico che se il metodo porta a conclusioni di merito sbagliate, il metodo non è valido.
        Ma in questo caso ci vedrei un esempio non dei migliori di un meccanismo che Miguel descrive molto bene.
        E comunque a volte il piano metodolofico è indipendente dal merito: io posso fare un’affermazione vera usando una dimostrazione piena di contraddizioni logiche e di passaggi forzati.
        E se sono un giornalista, posso per esempio sparare cazzate a raffica una dopo l’altra, e in mezzo a ‘ste cazzate dire, per pura casualità, una cosa giusta (perché statisticamente, se uno spara un sacco di affermazioni a vanvera, qualcuna sarà vera), ma non l’avrò fatto apposta e resto un giornalista cialtrone.

        • Z. scrive:

          Sì, ma questi sono esempi di metodi errati che portano ad una conclusione (almeno in parte) corretta, mica del contrario!

        • Peucezio scrive:

          Oh Madonna, come sei pedante…
          Mettiamo allora il caso dell’applicazione di un metodo giusto ma in cui sbaglio qualche passaggio e viene fuori una conclusione completamente errata. Il metodo è buono, ma l’ho applicato in modo imperfetto.

        • Z. scrive:

          Peucè, abbi pazienza…

          ma se sbaglio qualche passaggio in un’espressione – magari trasformando qualche più in altrettanti meno, come facevo io distrattamente quando facevo i compiti di matematica – allora il metodo non è giusto.

          Al contrario è un metodo di calcolare il risultato che con un eufemismo sfacciato potremmo definire “approssimativo e poco rigoroso”, e non è improbabile che la conclusione sia competamente errata.

          Infatti le espressioni mi riuscivano così spesso che anziché ad ingegneria mi sono dovuto iscrivere a giurisprudenza 😀

  6. Vecchia storia.
    Il potere non ha volto, la stupidità milioni di maschere.

  7. Miguel Martinez scrive:

    I vecchi frequentatori di questo blog conosceranno un’antologia che ho fatto, molti anni fa, e solo di una minima parte degli insulti e delle “minacce” che questo blog riceve.

    “Minacce” tra virgolette, perché non considero “minaccia” uno che scrive che vuole vederti morto, ma solo uno che fa il giro dei tuoi amici chiedendo loro il tuo indirizzo di casa perché ti vuole prendere a sprangate, come è successo nel caso del capo supremo di Casa Pound.

    Persino le minacce serie si sono dimostrate fuffa, figuriamoci quelle virtuali.

    Ecco a voi la piccola antologia che dovrebbe meritarmi tutta la prima pagina di Repubblica, mica solo il titolo più in vista:

    http://www.kelebekler.com/occ/moderati.htm

    Ora, siccome io faccio il banale traduttore di manuali tecnici, presumo che ci siano persone molto più importanti di me, che potrebbero pubblicare antologie molto più ricche.

    E calcolate che non ero (e non sono) su Facebook.

    Comunque, l’antologia a suo tempo la redassi per puro divertimento, e perché trovo qualcosa di splendido nella creatività di tutta questa gente che perde tempo a insultare in Internet.

    Non mi sarei mai sognato di rivolgermi con quella roba alla polizia postale; anzi con un paio di minacciatori particolarmente creativi, sono anche diventato quasi amico.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Non mi sarei mai sognato di rivolgermi con quella roba alla polizia postale; anzi con un paio di minacciatori particolarmente creativi, sono anche diventato quasi amico.”

      Ok, e allora?
      Esistono persone più pazienti e persone meno pazienti. Ed esistono persone che magari non hanno nessuna esperienza di discussioni pubbliche (la ragazza di cui parliamo non vive una vita normale: è affetta da immunodeficienza primitiva, quindi la sua vita è tutto fuorché normale e quindi è comprensibile che non sia così avvezza a queste situazioni), che non tengono un blog dove parlano di cose di cui in genere non si parla (la ragazza in questione ha solo postato una foto con un cartello per la pagina “a difesa della sperimentazione animale” prima di finire nell’occhio del ciclone) e che si ritrovano immersi in un dibattito senza esserne capaci (non tutti sanno discutere). Quindi che argomento è “io mi comporto diversamente”?
      Non vale il salvataggio in corner per cui staremmo parlando del giornalista che diffonde la notizia e non della denunciante: non mi risulta che sia stato un giornalista a convincere la ragazza a sporgere denuncia.

      Invece circa il pessimo giornalismo fatto da Repubblica, siamo d’accordo. Ma siamo anche consapevoli che non è stato il primo, nè sarà l’ultimo caso e che questa volta a finire nel tritacarne è gente che paga semplicemente il proprio essere cretina. Posso provare pena per il cretino che si lancia dalla rupe, ma di certo non mi indigno perché il comune non ha messo una balaustra più alta a prova di cretino.

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius Tarvisii

    “chi si rivolge pubblicamente a sconosciuti deve sapere (se non ha 15 anni) che le sue parole possono avere delle conseguenze, anche uno sputtanamento pubblico.”

    infatti, è il problema della democratizzazione dei media. Una volta, uno poteva dire quello che sentiva, di fronte a pochi amici, sapendo che non avrebbe mai avuto i soldi o il potere che ci vuole per farsi pubblicare.

    Oggi, tutti hanno la possibilità, e scoprono improvvisamente che dire cose che sarebbero normali tra amici, e che tutti dicono (e diciamo), ti può rovinare la vita; e che tu devi girare in ogni momento con tutto il codice penale a memoria in testa, più una perfetta conoscenza di qualunque cosa possa non piacere ad altri. E se ti distrai per un secondo, davanti alla tastiera, la tua vita può essere rovinata.

    E’ il sistema di censura più perfetto mai ideato, che si regge sulla partecipazione totale al carcere universale.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Veramente, soprattutto nelle città piccole, quello che si comporta da stronzo viene nel giro di poco ostracizzato dall’intera comunità. Su internet ci si comporta di più da stronzi proprio perché non si ha paura dell’ostracismo comunitario, che però è rimpiazzato dal rischio di diventare il caso mediatico del momento.
      Si può obiettare che non c’è accettazione del rischio, ma nemmeno quello che è indotto a provarci con l’amica col finto parente manesco ha in realtà accettato il rischio dello scherzo toscano, no?

  9. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “questa è la conseguenza diretta del modo in cui gli animalisti hanno condotto la campagna contro la sperimentazione animale “

    Esistono enormi dispositivi che si occupano di ricerca, che coincidono con il sistema universitario, con lo Stato, con le imprese farmaceutiche e ovviamente e giustamente anche con l’interesse di tante persone che soffrono realmente.

    Questo dispositivo sostiene la sperimentazione su esseri viventi.

    Ed è in grado di pagare dei professionisti per condurre campagne estremamente raffinate e accorte, dove la grafica, la scelta dei termini giusti, la diffusione mediatica, vengono curati in maniera ineccepibile.

    Dall’altra parte, ci sono individui, che hanno in media i mezzi che possono avere un pensionato, una casalinga, un impiegato del Comune, dopo aver pagato l’affitto di casa e qualcosa da mangiare per la famiglia.

    Queste persone non sono pagate o impiegate da nessuno, e quindi agiscono in totale, individuale libertà, raramente associandosi e senza alcun sistema di controllo reciproco.

    Si esprimono per quello che sentono.

    C’è la vecchietta che guarda il gatto con cui convive da quindici anni, e pensa che le dispiacerebbe vederlo squartato;

    c’è lo sfigato studioso di scimmie antropomorfe, che sa la vita che fanno le scimmie cavia; c’è quello che fa il vegano perché lo dicono gli UFO;

    c’è quello che ha costruito tutta una visione filosofica basata su Tolstoj, che gli altri suoi amici non sanno nemmeno chi sia;

    c’è l’operaia milanese che da sola toglie le trappole che i bracconieri bresciani mettono nei boschi.

    Non si può chiedere lo stesso stile ai due contendenti.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Vediamo questo potentissimo dispositivo.
      Ricercatori sottopagati. Ma loro alla fine sono solo il gradino più basso e quindi li ignoriamo.
      Università che subiscono di anno in anno tagli di bilancio e che di spese per campagne a difesa della sperimentazione animale non mi sembra ne stanzino.
      Qualche giornale scientifico (tipo Le Scienze ed altre pubblicazioni con tirature ridicole – senza offesa).
      Lo Stato che quest’estate ha approvato una legge che rende la vita difficile a chi sperimenta sugli animali.
      Le case farmaceutiche che… che dell’Italia se ne fregano e quindi non faranno proprio nulla per convincere l’italiano medio della bontà della sperimentazione animale.

      Sulla carta sembra l’armata Brancaleone. E non mi risulta che in concreto sia molto più efficiente: basti pensare che nel 2013 si parla di VIVISEZIONE e non di sperimentazione animale, visto che la vivisezione non è più praticata da un pezzo.
      Anzi, in concreto gli unici spot televisivi (con tanto di disegnino della scimmietta pucciosa) sono stati quelli di Almo, con tanto di raccolta firme nazionale.

      • Z. scrive:

        MT,

        — Lo Stato che quest’estate ha approvato una legge che rende la vita difficile a chi sperimenta sugli animali. —

        In compenso finanzia assegni di dottorato tipo “La decostruzione della mitopoiesi nella terza serie di Dr. House”.

        Forse ci meritiamo davvero di fallire.

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      al di là degli interessi e dei poteri esiste l’ideologia.
      E mi pare evidente che l’ideologia contemporanea vada nel senso di equiparare il valore di ogni essere senziente a quello degli uomini (non dico che sia approdata a questo, dico che questa è la direzione).
      E queste linee di tendenza ideologiche sono più profonde, temo, del gioco dei poteri e dei vari attori che li impersonano.

      • Francesco scrive:

        Concordo con Peucezio

        Al di là della nebbia degli interessi economici, oggi l’idea che un essere umano valga più di un bonobo, incommensurabilmente di più, è l’oggetto dell’attacco.

        Con motivazioni che mi sfuggono (sento puzza di zolfo ma non vedo il tramite fino all’animalista in carne e tastiera) e con conseguenze chiarissime: la svalutazione dell’umano.

        Non è che non si sperimenterà sugli animali, lo si farà anche sugli uomini, pacificamente.

  10. PinoMamet scrive:

    Che i giornalisti debbano, sfortunatamente, riempire la pagina, lo sappiamo tutti.

    Il problema è che i non giornalisti che usano il perfido social network, spesso lo usano come il cesso dell’Autogrill, senza rendersi conto che nel cesso dell’Autogrill non si firma con nome e cognome.

    Ma alla fine è solo questione di educazione all’uso del mezzo. Prima o poi ci si arriverà: copme in tutte le cose, non razionalmente, con calma, pensadoci prima, tutti buonini;
    ma di forza, per tentativi, prove ed errori e così via;
    e in questo senso, una denuncina può essere educativa, via.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per Pino Mamet

    “Ma alla fine è solo questione di educazione all’uso del mezzo.”

    Non lo so.

    Il problema è che la maggior parte della gente non può fare più un salto in Via del Leone per sfogarsi, magari in modo eccessivo, con il primo amico che incontra.

    E quindi fa la stessa, naturalissima, cosa, nell’unico ambiente che gli è rimasto: il cliccatoio.

    Quindi non si tratta di “educazione al mezzo”, perché la maggior parte della gente oggi non ha il mezzo che ho io.

    Si tratta di rieducazione di se stessi in funzione del mezzo..

    • Z. scrive:

      Ora Mirkhond mi darà del democristiano ma secondo me nella sostanza avete ragione entrambi.

      Hai ragione tu quando dici che il cliccatoio, per un certo numero di persone, è diventato il più pratico sfogatoio a portata di mano, e che queste persone si adattano di conseguenza.

      Però ha ragione anche Pino quando scrive che si tratta, in fondo, di comportarsi davanti al cliccatoio in modo simile a come ci si comporterebbe davanti ad un interlocutore in Via del Leone. E che il timore di diventare avventore abituale di uffici giudiziari aiuterebbe qualche impunito a diventare una persona più decente.

      Come dicesti tu tempo addietro, bisogna mettersi in testa che non dovremmo scrivere via mail nulla di ciò che non siamo disposti a strillare in piazza. Se questo è vero per la mail, che è privata, a maggior ragione può e deve esserlo per ciò che scrivi in pubblico, oltre tutto col tuo nome e cognome impresso.

      Io non sono iscritto a FB, ma se lo fossi prenderei seriamente in considerazione l’idea di farmi qualche vacanza a spese di altri utenti che si dimostrassero poco civili. Farei girare qualche soldino, farei aumentare il PIL, rieducherei qualche maleducato senza passare per Novosibirsk. Un’opera di bene, insomma.

      Ma non sono iscritto a FB, e forse non lo sarò mai. Il problema non si pone 😀

  12. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “Vediamo questo potentissimo dispositivo.”

    Capiamoci su due cose.

    Uno, non mi interessa entrare in merito alla questione della sperimentazione animale, su cui non prendo posizione.

    Due, hai perfettamente ragione sulla fragilità anche del dispositivo che promuove la sperimentazione animale.

    Resta il fatto che quel dispositivo ha alle spalle interessi concreti che si riassumono in stipendi; e gli stipendi si riassumono in un comportamento che mette in secondo piano le emozioni.

    E resta il fatto che dall’altra parte non c’è alcun interesse, se non di tipo emotivo/etico.

    E quindi l’espressione del punto di vista di questa parte non è organizzabile, non è controllabile dalle “persone più responsabili”, e si nutre spesso di affetti viscerali e di idee confuse.

    • Z. scrive:

      Miguel,

      — Uno, non mi interessa entrare in merito alla questione della sperimentazione animale, su cui non prendo posizione. —

      Falso. La posizione la prendi nel momento in cui metti uomini e topi sullo stesso piano. O meglio, la prendi a livello teorico e a mezzo tastiera: se nella vita utilizzi qualsiasi tipo di farmaco, o lo somministri a un tuo familiare, allora prendi posizione concretamente dal lato opposto. E siccome tu non sei uno sciagurato, sono certo che tu al momento giusto faresti la cosa giusta. Dalle tue parti mi pare si dicesse, un tempo, che le azioni parlano più forte delle parole. Solo, dovresti tenere presente che c’è sempre qualche persona poco ragionevole che potrebbe seguire le seconde anziché le prime.

      Ad esempio, nell’area anti-gombloddistica c’è chi sostiene che i figli non vanno vaccinati “perché potrebbero diventare omosessuali”…

      Inoltre gli interessi ci sono pure dall’altra parte. Certamente sono più debolmente difesi, come spesso (non sempre!) sono debolmente difesi gli interessi di fanatici, estremisti e oltranzisti. Il che non li rende più meritevoli, né rende più veri – o meno acefali – gli argomenti in questione.

      • Z. scrive:

        …e come ci ricorda MT, a volte gli interessi dall’altra parte sono così forti da far approvare leggi contro la sperimentazione medica.

        Forse quel tuo amico che è emigrato in Romania ci ha visto giusto.

    • Francesco scrive:

      >>> Resta il fatto che quel dispositivo ha alle spalle interessi concreti che si riassumono in stipendi; e gli stipendi si riassumono in un comportamento che mette in secondo piano le emozioni.

      E resta il fatto che dall’altra parte non c’è alcun interesse, se non di tipo emotivo

      ecco, di nuovo, hai spiegato benissimo a me le mie scelte!

      tra una scelta che ha dietro qualcosa di vero e reale come “degli stipendi” e una scelta che ha dietro delle “emozioni”, sarà sempre bene scegliere la prima – almeno in prima istanza

      ciao

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Nel tuo caso, i Vittimi sono i fan degli animalini che sostengono che la vita di un topo è preziosa ed è meglio sacrificare quella di un malato grave.”

    Veramente più che “Vittimi”, sono i “nazi-animalisti” di turno.

    Distinguiamo due questioni.

    Uno, Repubblica che annuncia al pianeta che Giovanna (senza cognome, non perché sia buona, ma proprio perché non si sa chi sia) dice che Caterina le fa un po’ schifo; e che decide che i sentimenti di Giovanna siano più importanti, che so, delle stragi in Siria. E contemporaneamente – siccome al mondo di Giovanna non gliene fregava niente prima e non gliene frega niente adesso – demonizza un’intera categoria di persone tramite le sue battute.

    Dico Repubblica, perché è l’unico quotidiano/sito che guardo ogni giorno, ma presumo che potrebbe anche essere Il Giornale o il Corriere della Sera.

    Due, la questione della sperimentazione animale, su cui non ho preso posizione.

    • Z. scrive:

      Intendo dire che nella tua narrazione – non in quella di Repubblica – i “nazi-animalisti” sono i Vittimi.

      Nota che anche la ragazza a cui numerosi animalisti hanno augurato la morte, peraltro, potrebbe essere definita “animalista”.

  14. Peucezio scrive:

    “se non di tipo emotivo/etico.”

    Ahimè, gli interessi di tipo emotivo/etico nella storia hanno smosso le montagne più dei soldi e più degli eserciti.
    Perché l’autogratificazione di avere ragione, di avere capito il mondo e di essere dalla parte del bene è spesso più forte della gratificazione dei soldi o del potere, perché in fin dei conti i soldi, a parte la nevrosi dell’accumulo, sono finalizzati al potere e il potere è una forma di narcisismo, è il mezzo cioè per riplasmare il mondo secondo la propria concezione. Quindi il narcisismo etico viene prima degli altri motori in quanto questi indirettamente lo presuppongono.

  15. Miguel Martinez scrive:

    Sulla questione della sperimentazione animale in sé.

    Io sono laureato in lingue orientali e non in medicina.

    Vengo pagato da ditte di prodotti meccanici, da imprese di turismo, da gente che fa prodotti per i capelli (non testati su animali!).

    Mi occupo in questo momento soprattutto dell’Oltrarno.

    Sono quindi in grado di dire una parola definitiva sull’utilità ai fini medici della sperimentazione sugli animali?

    Il problema però è che tutti coloro che hanno le carte in regola per farlo, hanno anche le mani in pasta. E questo è un grosso problema, raramente preso in considerazione.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma le mani in pasta in cosa?

      Io dico: per avere legname bisogna abbattere gli alberi. Ma non sono nè un falegname nè un boscaiolo, quindi non posso pronunciare la parola definitiva… ma tutti i falegnami ecc hanno le mani in pasta nel biekissimo business del legno, quindi la verità non la sapremo mai?

      Per fare causa ad un tizio serve una citazione. Ma io non sono un avvocato, quindi non posso esprimermi definitivamente… ma tutti gli avvocati hanno le mani in pasta nel biekissimo business delle citazioni e quindi la verità non la sapremo mai?

      Per testare un farmaco serve un essere vivente. Ma io non sono un chimico farmaceutico o un medico, quindi non posso esprimermi definitivamente… ma tutti i chimici farmaceutici e i medici hanno le mani in pasta nel biekissimo business dei farmaci e quindi la verità non la sapremo mai?

      E’ proprio perché le suddette categorie hanno le mani in pasta e vivono vendendoci quelle robe che noi possiamo fidarci se loro ci dicono che il modo migliore (o addirittura unico) per fare ottenere del legno, agire in giudizio e testare i farmaci è proprio quello lì. Dite che sono così stupidi da fare le cose nel modo sbagliato a detrimento del loro profitto?

    • Z. scrive:

      Io sono laureato in giurisprudenza e non in storia.

      Quindi, secondo il tuo ragionamento, per sapere se effettivamente sono esistiti i campi di sterminio dovrei chiedere una consulenza scritta a Mirkhond, e magari diffidare pure dell’obiettività della sua risposta, dato che “tutti abbiamo le mani in pasta”.

      Miguel, ma che dici! 😀

  16. mirkhond scrive:

    Si d’accordo

    Ma offendere una ragazza GRAVEMENTE MALATA soltanto perché sostiene di vivere GRAZIE alla sperimentazione sugli animali, dimostra le priorità di questa bella società in cui viviamo.
    In cui la vita di una BESTIA vale molto di più di quella umana.
    E questo commenta da solo, il grado di imbarbarimento culturale in cui è sprofondata la nostra società….
    Che poi i giornalisti-avvoltoi ci speculino è un’ altra questione.
    Miguel Martinez è persona sana ed in grado di rispondere con equilibrio e carità umana, davvero rarissima ed invidiabile a chi lo insulta.
    Altri invece, gravemente malati e/o senza questo DONO martineziano, no.
    E qui vedo un limite, alle pur ottime e spesso condivisibili riflessioni del Martinez….

    • paniscus scrive:

      Mirkhond:

      Ma offendere una ragazza GRAVEMENTE MALATA soltanto perché sostiene di vivere GRAZIE alla sperimentazione sugli animali, dimostra le priorità di questa bella società in cui viviamo.
      In cui la vita di una BESTIA vale molto di più di quella umana.

      prima osservazione: cosa ci sarebbe di tanto spregevole nel concetto di “bestia” che tu ti premuri di scrivere in maiuscolo?

      seconda osservazione: come fai a dire che “la nostra società”, in generale, attribuisca maggiore priorità alla vita di una “bestia” rispetto a quella di un umano… visto che i supermercati sono strapieni di carne animale, e i negozi di abbigliamento sono strapieni di pelli animali, considerate come semplice oggetto commerciale, e accettate come normalità dalla stragrande maggioranza della società umana comune, senza che nessuno abbia nulla da ridire, tranne una piccola minoranza considerata “estremista” e non presa sul serio da quasi nessun altro?

      L.

      • mirkhond scrive:

        Perché ho conosciuto persone che la pensano come i 500 insultanti quella ragazza.

        • mirkhond scrive:

          cosa ci sarebbe di tanto spregevole nel concetto di “bestia” che tu ti premuri di scrivere in maiuscolo?

          Nel considerare la vita di un animale PIU’ IMPORTANTE di quella umana.
          Compresa quella di Monna Lisa…..

        • paniscus scrive:

          Perché ho conosciuto persone che la pensano come i 500 insultanti quella ragazza.

          Appunto, e tu pensi che quella sia l’opinione comune della maggiranza della nostra società? Perché era quello che stavi affermando, eh.

          Tu prendi il tuo campione personale di una decina di persone, le associ ad altre 500 di cui hai sentito dire vagamente su internet, e dici che “la nostra società” è così.

          Quando la stragrande maggioranza della “nostra società” mangia carne tutti i giorni senza minimamente porsi il problema di come sia prodotta, e se ne strafrega di qualsiasi problematica sui diritti animali.

          L.

        • mirkhond scrive:

          Io di carne ne mangio poca.
          Però conosco gente che un gatto è meglio della propria moglie! 😉

        • Z. scrive:

          Dipende cosa intendiamo per “problematica sui diritti animali”.

          Se intendiamo coloro che rischiano il carcere per liberare le cavie da laboratorio, allora sono pochissimi.

          Se intendiamo coloro che sono favorevoli a leggi contro il maltrattamento degli animali, invece, sono moltissimi.

          Se invece la bandierina sta da qualche parte del mezzo, dobbiamo decidere anzitutto dove 🙂

        • paniscus scrive:

          Però conosco gente che un gatto è meglio della propria moglie!
          ——————–

          Sì, vabbè, e ripeto la domanda: questo secondo te è rappresentativo della mentalità maggioritaria nella “nostra società”, come volevi sostenere qualche messaggio prima????

          Perché era di questo che si stava parlando.

          Anch’io conosco gente che non vaccina i figli e che crede nelle scie chimiche, ma non vado a inventarmi la balla che quelli siano rappresentativi in massa delle tendenze collettive della maggioranza della nostra società…

          L.

        • PinoMamet scrive:

          Premesso che non sono né Mirkhond né l’ISTAT, secondo me la mentalità dominante è precisamente questa che vado a descrivere:

          -difendo a grandissime e cattivissime parole i diritti degli animali;
          -mangio lo stesso la fettina di carne “per questo, questo e quest’altro motivo”
          -nel caso scelga di non mangiare la fettina di carne, mi faccio in quattro per far sentire una merda chi lo fa.

        • Z. scrive:

          Lisa, qua nessuno inventa balle. Può darsi che capiti di interpretare frettolosamente la realtà, al massimo 🙂

        • mirkhond scrive:

          Non puoi negare l’esistenza di un pensiero animalista fanatico.
          Le “minoranze” a volte possono essere molto rumorose e minacciose.
          Specie se dietro internet.

        • paniscus scrive:

          Premesso che non sono né Mirkhond né l’ISTAT, secondo me la mentalità dominante è precisamente questa che vado a descrivere:

          -difendo a grandissime e cattivissime parole i diritti degli animali;
          -mangio lo stesso la fettina di carne “per questo, questo e quest’altro motivo”
          -nel caso scelga di non mangiare la fettina di carne, mi faccio in quattro per far sentire una merda chi lo fa.

          ——————-

          Ma DOMINANTE dove, quando, in che ambienti, in che circostanze???????

          La mentalità dominante, dell’80% delle persone, consiste nello strafregarsene in maniera assoluta di qualsiasi discussione del genere, e di disprezzarle e prenderle in giro ogni (rara) volta che si viene a contatto con qualcuno che le fa….

          L’80% della gente si compra normalmente la fettina al supermercato, senza nemmeno porsi il problema che possa esistere un pensiero critico sull’argomento, e semmai rimamendo incredula e schifata quando lo incrocia.

          Poi c’è un 5% che non la compra proprio, e un (forse) 15% che occasionalmente la compra lo stesso ma riconosce il problema, si sente un po’ in colpa, e si ripromette di ridurne il consumo.

          Di quel 5% che non la compra, c’è forse l’1% che non la compra in modo polemico e che denigra chi lo fa… mentre il restante 4% (che già comunque sono pochi) si limita a dire “io non la compro perché personalmente mi fa impressione, ma se gli altri vogliono farlo, affari loro”.

          Il restante 80% la compra come la cosa più naturale del mondo, e non gliene può fregare di meno dei diritti degli animali. Anzi, rientra a pieno titolo nella categoria di quelli che, se mai dovessero partecipare a una discussione del genere, si arroccherebbero dietro all’argomento che “gli animalisti sbagliano perché anche i macellai hanno diritto al loro posto di lavoro”.

          Come ACCIDENTI si fa a dire che quella descritta da te sia “la mentalità dominante”?????

          Lisa

        • PinoMamet scrive:

          Che ti devo dire, io ho impressioni opposte alle tue…

          non sono così preciso da mettermi a fare le percentuali come te, ma ribadisco: la mentalità in assoluto più diffusa mi pare essere quella che ho descritto sopra.

        • Peucezio scrive:

          Mirkhond e Lisa,

          secondo me Mirkhond ha intuito giustamente una tendenza, che però, per fortuna è ancora tale.
          Non credo che quelle persone che dicono di amare di più il gatto della moglie cambierebbero davvero l’una con l’altro (anche se su questo ci sarebbe da aprire un ulteriore discorso: l’animalismo si sposa perfettamente con l”individualismo contemporaneo, per il quale l’interazione con gli altri esseri umani e il farsene carico è troppo gravoso), tuttavia è quella la direzione in cui si va.
          Per cui ciò che Lisa respinge come qualcosa di completamente lontano dalla realtà, potrebbe diventare reale fra alcuni decenni.

          Poi ci sarebbe la questione dello sfruttamento sempre più massiccio della natura e degli animali negli allevamenti a causa della crescita del livello di vita nei paesi che ora si stanno sviluppando. Ma questo è il solito paradosso ipocrita del mondo contemporaneo: più le cose si fanno a livello industriale, in grande, più si deprecano. Il risultato sarà che nelle nostre città se investirai per sbaglio un piccione con l’auto o se schiaccerai una zanzara diventerai un mostro e ti sbatteranno pure dentro, ma intanto ci saranno mostruosi allevamenti ciclopici, ovviamente ben nascosti, per dare tonnellate di carne a miliardi di cinesi, indiani, brasiliani ecc.

        • Z. scrive:

          Lisa,

          la gran parte della gente con cui ho avuto a che fare si scandalizzerebbe assai di più a vedere un cane malmenato dal padrone che un marocchino malmenato dalla polizia.

          Naturalmente tutti abbiamo avuto esperienze diverse.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Ahimè, gli interessi di tipo emotivo/etico nella storia hanno smosso le montagne più dei soldi e più degli eserciti.”

    Tocchi un punto importante, su cui ho le idee tutt’altro che chiare.

    Non sottovaluto gli interessi di tipo emotivo/etico. Il problema è il passaggio all’organizzazione.

    Prendiamo sempre l’Oltrarno (ma va?!).

    Qui esiste una ditta che vuole realizzare un parcheggio interrato.

    Esiste un interesse “emotivo/etico” delle persone che non amano il pensiero di un quartiere invaso da SUV e temono di venire cacciati da un quartiere “gentrificato”.

    I primi ci credono forse fino a un certo punto; ma hanno ragionieri, commercialisti, consiglieri comunali, gente pagata per trovare le ragioni in qualunque archivio, architetti e ingegneri in grado di stilare documenti lunghissimi, periti in grado di rispondere (mentendo o meno) a qualunque domanda.

    Tutta gente tenuta insieme dalla neutrale forza del denaro, e quindi dotata di una certa tranquillità nei comportamenti, e capaci anche quindi di rispettare le forme che loro conoscono perfettamente.

    Dall’altra, abbiamo solo la persona di avere dei pensionati, cioè persone che non devono pensare alla sopravvivenza quotidiana; ma che faticano a spendere dieci euro, dove i primi invece possono spenderne diecimila senza nemmeno pensarci.

    E la mente migliore, che ha messo più sabbia negli ingranaggi nel nemico studiandosi ogni documento, ha la terza media.

    Con un enorme sforzo, questa opposizione potrebbe riuscire a racimolare qualche centinaio, forse qualche migliaio, di euro. Ma potrà mai fare qualcosa contro una schiera di persone regolarmente stipendiate, giorno dopo giorno?

    • Peucezio scrive:

      Secondo me occorre distinguere il microcosmo dal macrocosmo.
      A livello locale senz’altro chi ha i soldi decide e chi ha le idee, giuste o sbagliate che siano, non conta niente.
      Ma chi davvero ha cambiato le sorti del mondo nella storia, ha impresso le spinte decisive delle trasformazioni, non è detto che siano stati i ricchi o (nel passato) i detentori di armi e di cavalli.
      Voglio dire che se esistono le automobili, i parcheggi, le scavatrici, il cemento, l’architettura e l’urbanistica moderne, si deve alle menti di una serie di utopisti, inventori, scienziati, intellettuali, visionari, non dei ricchi, che di solito non sono né particolarmente creativi e innovatori, né originali, ma hanno i mezzi per finanziare quegli altri.
      Il paesaggio che ci circonda deve molto di più a Le Corbusier che agli imprenditori edili, cui non sarebbe mai venuto in mente di inventare nuove tecniche costruttive, ma avrebbero continuato a fare soldi applicando quelle vecchie.
      E nel caso in questione, dell’animalismo, è un argomento di carattere etico che ha implicazioni troppo grandi perché davvero i motori delle tendenze e delle scelte siano tecnici e speculatori che li finanziano: costoro possono influenzare decisioni contingenti, rallentare o accelerarde certi processi, ma non stabilirne la direzione e gli esiti.

  18. Da Mauricius
    mi dispiace solo che nessuno si sia scandalizzato prima quando gli stessi animalisti invocavano la sperimentazione dei farmaci sui detenuti e sui malati di mente (questa sì in stile Germania di quando c’era Lui).
    Questa mi mancava, ma non ne sarei sorpreso se fosse vero; mi dà da pensare un’altra cosa, a proposito della tal Giovanna auguratrice-di-morte: e se lei potesse salvare il suo pesciolino rosso tramite sperimentazione su uomo?

    A volte ciò che non si vede può essere la vera chiave di lettura.

    E poi: la tal Giovanna ha chiesto al pesce rosso se sia contento di essere posseduto?
    (sinceramente non so cosa augurarmi tra un sì e un no)

    Per tornare a facebook: situazioni come quella descritta servono al giornalismo cialtrone per evitare di essere considerato giustamente responsabile di ciò che genera; in tal senso il diritto di cronaca lo percepisce esattamente come un zombie percepisce un cervello umano.

    Non è una questione di pura apatia del giornalista, che comodo copia e incolla: è la sua malafede (per quanto non pienamente manifesta) nel sentirsi al riparo dall’ignominia perché tanto è scritto su facebook.
    Allora: va bene che, come dice Mauricius, non vada biasimato il comune per non aver alzato le barriere anti-cretini, ma un cartello “Buttarsi con cautela – Giornalista infame in agguato” non ci starebbe male.

  19. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Falso. La posizione la prendi nel momento in cui metti uomini e topi sullo stesso piano. “

    Non l’ho fatto, ma nemmeno lo nego.

    Sin da quando ero piccolo, ho sempre avuto la sensazione che tutti gli esseri facessero parte di un gioco più grande di loro.

    Il caso/karma mi ha fatto nascere umano, maschio, messicano, bianco e una serie di altre cose, ma so che lo stesso caso/karma avrebbe potuto farmi nascere grigio, gatto e femmina; e sarei sempre stato quella strana cosa che si chiama “io”: questa è una coscienza che ho sin dalla prima infanzia.

    Il mio carnivorismo critico si basa proprio su questa idea – siamo tutti mortali, finiamo tutti per divorarci.

    • Andrea scrive:

      “…finiamo tutti per divorarci.”

      Schopenhauer docet…

    • lanzo scrive:

      Assolutamente d’accordo e quello che hai detto mi fa strizzare il culo dalla paura, leggiti o sentiti su you tube “La vita dell’omo” di G.G. Belli, ma l’inferno non sara’ che ti ritrovi a vivere un’altra vita di merda, ma anche se sei ricco o privilegiato i dolori te li prendi sempre, vero, meglio piangere in una Rolls Royce che in una 500 – ma rimane il fatto della condizione umana. E il nostro IO magari – spero di no – va avanti forever senza naturalmente alcuna memoria delle vite passate ? Condannati a soffrire per l’eternita’ ? Naturalmente se uno e’ uno psicopatico magari, non soffre tanto… in questa vita, ma poi magari GW Bush verra’ reincarnato nel corpo di quella ragazzina di 15 anni del Bangladesh che per tirarla fuori dalle macerie gli hanno dovuto amputare le gambe, ma a parte Blair/Bush/Kissinger e pochi altri, siamo normali persone umane ed abbiamo empathy, pero’ alla fine ? Non si sa.

  20. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius Tarvisii

    “Ma le mani in pasta in cosa?”

    Tutti abbiamo le mani in pasta in qualcosa.

    Non chiedermi di parlare male delle agenzie di traduzioni per cui lavoro; sicuramente ti troverò delle giustificazioni per loro, e lo farò in perfetta buona fede.

    • Z. scrive:

      Appunto, Miguel. Tutti abbiamo le mani in pasta in qualcosa.

      Per cui si tratta di un argomento buono tutt’al più per un commentatore del Fatto Quotidiano online, non per un ragionamento serio tra persone serie.

  21. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Ma offendere una ragazza GRAVEMENTE MALATA soltanto perché sostiene di vivere GRAZIE alla sperimentazione sugli animali, dimostra le priorità di questa bella società in cui viviamo.”

    No, non dimostra nulla sulla società.

    Dimostra che Giovanna, che né tu né io conosciamo, vuole bene agli animali che vivono in casa sua. Che non è una notizia importante, credo.

    • mirkhond scrive:

      Si ma non è stata l’unica ad offendere la ragazza.
      Che ha ricevuto qualcosa come 500 insulti!
      Che rispecchiano un SENTIRE COMUNE a tanta gente oggi.
      Anche a me, anni fa, capitò di assistere ad una bagarre tra la padrona di un cane e un signore anziano, solo perché quest’ultimo di fronte ai soliti discorsi aminalistici coglioni, si era permesse di dire che lui NON è un cane.
      Come non lo sono io, e come non lo è lei, Martinez!

    • PinoMamet scrive:

      In questo devo dare ragione a Mirkhond.

      Noi parliamo di princìpi, e vabbè.
      Ma parlando di persone, quello che fa notare Mirkhond è un dato reale, concreto, che qualunque sondaggio confermerebbe in modo schiacciante: su Facebook l’animale regna.

      E Facebook ce l’hanno tutti , voglio dire, tranne te e Z. 😉

      La sensibilità che va per la maggiore è davvero questa: l’animale è sacro. Con varie gradazioni, naturalmente, ma quasi tutte, almeno a parole, estreme.
      A chi abbandona il cane, per non parlare di chi lo maltratta, di cacciatori e toreri e così via, è prassi augurare la morte tra le più atroci sofferenze.
      La sofferenza umana, di regola, commuove pochino: il solito ambiguo “mi piace” sulla foto del bambino morto di fame.
      La sofferenza animale, invece, deve essere placata (almeno a parole) con sacrifici umani, nientemeno.

      Anni di ecologismo (che credo sia il parente cattivo dell’ecologia, come il laicismo della laicità ecc.), di “vivere in armonia con la natura” eccetera, hanno portato prima al culto generico- ma ormai pienamente pagano- della Natura stessa, e poi a quello della sua personificazione più evidente, gli animali.

      A stare su Facebook (che ripeto, testimonia la sensibilità di milioni di persone) si direbbe che siamo tornati nell’Antico Egitto, e il proverbiale visitatore alieno non esiterebbe un attimo a credere che le nostre divinità sono gatti, cani e pappagallini.

      • PinoMamet scrive:

        Che poi molti di questi fanatici a parole mangino carne e vestano (questo meno di frquente, ma deve essere un problema di costi) di pelle, è semmai sintomo della loro ipocrisia;

        comunque non mancano tra i miei contatti del social network- sono anzi, direi, un buon numero- i vegetariani, tra cui quelli abbastanza fanatici che sembrano una caratteristica del mio non-capoluogo.

      • Andrea scrive:

        @ Pino

        “che credo sia il parente cattivo dell’ecologia, come il laicismo della laicità ecc.”.

        Riguardo a “laicismo/laicità” non sono assolutamente d’accordo:

        “Laicità” = condizione di chi è laico (e quindi, in ambito politico, dello Stato laico).

        “Laicismo” = tendenza/aspirazione alla laicità (e quindi, in ambito politico, riferibile ad ogni movimento che aspira alla realizzazione dello Stato laico).

        Io, personalmente, li intendo così…

      • Peucezio scrive:

        D’altronde è ovvio.
        Nessuno riesce più a mantenere in piedi un rapporto di coppia, perché adattarsi a un’altra persona comporta troppe limitazioni al proprio egoismo, alle amicizie si cerca di dedicare sempre meno spazio perché ognuno ha i cazzo propri, i genitori rompono, quindi si relegano in un ospizio (dei fratelli non parliamo: non ci si tratta perché se ci si trattasse l’esito sarebbe l’omicidio): sull’animale si riversano tutte le istanze affettive. E quindi guai a chi lo tocca.

        Miguel in questo senso non fa testo: uno come lui riuscirebbe a stabilire un rapporto di profonda intimità spirituale con tutta la gamma antropologica possibile dal paleolitico superiore ad oggi in ogni angolo del globo e in ogni ceto, uno così per forza che riesce a voler bene persino agli animali: è praticamente in comunione col creato.
        Ma il guaio è che gli animalisti medi, cioè il 99,9999% di loro, è l’antitesi assoluta di Miguel (e probabilmente di Lisa). E prima o poi passeranno alle piante, perché persino l’animale diventerà troppo impegnativo.

        • Z. scrive:

          Peucezio,

          — Nessuno riesce più a mantenere in piedi un rapporto di coppia —

          Beh, mica vero.

          Certo, quando la donna doveva servire e tacer, e il marito poteva esercitare su di lei lo ius corrigendi, era per molti versi più facile. Magari un pochino meno gradevole per lei, eh (che pretese che hanno, queste donne, non permettono più che le si prenda a botte!), però più facile…

          Ma ce la si fa anche adesso, se si trova la persona giusta. Certo serve tanta fortuna, ma una certa dose di umiltà aiuta 🙂

        • Peucezio scrive:

          Ovvio, dicevo per esagerare.

          Ma questa storia dell’imposizione ha rotto, è una mistificazione. Il senso del vincolo c’era e si esprimeva sia nelle istituzioni sociali e giuridiche, sia nel sentire delle persone. Ma quando sono venute meno le prime, il secondo ha tenuto per un po’: conosco tante coppie della vecchia generazione, vissute in un’epoca in cui non esisteva più nessuna forma di compressione della libertà individuale, che in tante occasioni avrebbero potuto mandarsi a fare in culo e non l’hanno mai fatto, perché erano radicate in sentimenti più saldi.
          Oggi questa è l’eccezione.

        • Z. scrive:

          Le istituzioni sociali e giuridiche mica sono venute meno. Si sono trasformate nel tempo, come del resto è naturale che avvenga, diventando più dinamiche – Miguel direbbe, non a torto secondo me, “più fluide” – assieme a tutto il resto della società.

        • Peucezio scrive:

          Beh, certo, intendevo quelle istituzioni giuridiche e sociali.
          Quelle di oggi comunque sono meno vincolanti, perché rifiutano programmaticamente di intervenire nelle scelte etiche e affettive dell’individuo.

        • Z. scrive:

          Rifiutano di entrare nelle scelte affettive, certo, e vorrei anche vedere. Del resto l’obbligo di provare affetto non mi risulta che sia mai stato giuridicamente attestato, né men che meno azionato 😀

          Quanto alle scelte etiche, direi che alcune sono sanzionate ed altre no. Ma “etiche” è un termine molto generico.

        • Peucezio scrive:

          “Rifiutano di entrare nelle scelte affettive, certo, e vorrei anche vedere. Del resto l’obbligo di provare affetto non mi risulta che sia mai stato giuridicamente attestato, né men che meno azionato ”

          “Prometto di amare, onorare…” ti ricorda qualcosa?
          E se non è un’istituzione il matrimonio… Pienamente giuridica peraltro: non è che il diritto canonico non è diritto, anche se non è laico.

        • Roberto scrive:

          Non mi ricordo di aver promesso all’ufficiale civile di amare mia moglie….

        • Z. scrive:

          “Prometto di onorare” direi che non riguarda gli affetti, ma i comportamenti.

          Quanto al presunto “obbligo di amare”, se ad “amare” diamo il significato corrente del termine, si tratta di una pretesa in alcun modo esigibile da alcun ordinamento, antico o moderno.

          In effetti, a quanto ne so, “ha violato l’obbligo di amarmi finché morte non ci separi” non è mai stata frase sufficiente a giustificare la rottura di un matrimonio di diritto canonico 😀

  22. Miguel
    Tutta gente tenuta insieme dalla neutrale forza del denaro, e quindi dotata di una certa tranquillità nei comportamenti, e capaci anche quindi di rispettare le forme che loro conoscono perfettamente.
    Non so cosa intendi per neutrale, però a occhio e croce non lo è.
    Il sistema monetario è a debito e la banconota che hai in mano oggi, domani varrà in cincinnino di meno; e così via progressivamente nel tempo.

    Ora… se tu sei frugale nei consumi te ne può fregare poco per molto tempo; se sei un mangione come alcuni costruttori di alto calibro, sai che i soldi non li puoi lasciare fermi perché la svalutazione su milioni di euro è più pesante da digerire di quella su 10€.
    Ergo, siccome hai accettato* un sistema monetario malato, invece di vederne l’intrinseco fallimento, fai di tutto per avere ragione: uno dei tanti modi per autoconvincersi è quello di costruire cose inutili a danno di tutti (anche loro, a lungo termine).
    Ergo: il mondo non è mosso dai soldi, ma da invidia e stupidità.

    * accettato un par di ciufoli, altrimenti non si chiamerebbe “corso forzoso della moneta”

  23. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Io sono laureato in giurisprudenza e non in storia.”

    E allora dovresti permettere anche a Giovanna, che magari ha fatto la scuola alberghiera, di dire che è contraria a torturare a morte animali, a prescindere dalla possibile utilità per terzi della cosa.

    • Z. scrive:

      Non mi risulta di aver impedito a questa Giovanna di dire la sua.

      Detto questo, il fatto che io sia laureato in legge e non in storia implica che per sapere se effettivamente sono esistiti i campi di sterminio dovrei chiedere una consulenza scritta a Mirkhond?

      E che magari dovrei diffidare pure dell’obiettività della sua risposta, dato che “tutti abbiamo le mani in pasta”?

  24. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Come non lo sono io, e come non lo è lei, Martinez!”

    No, non sono nato cane, non so bene perché.

    Corro male, sono pieno di diffidenze, non ho una coda e di odori non ci capisco niente.

  25. mirkhond
    Si ma non è stata l’unica ad offendere la ragazza.
    Che ha ricevuto qualcosa come 500 insulti!
    Che rispecchiano un SENTIRE COMUNE a tanta gente oggi.
    Anche a me, anni fa, capitò di assistere ad una bagarre tra la padrona di un cane e un signore anziano, solo perché quest’ultimo di fronte ai soliti discorsi aminalistici coglioni, si era permesse di dire che lui NON è un cane.
    Come non lo sono io, e come non lo è lei, Martinez!

    Esatto mirkhond, ma insisto nel dire che è più importante ciò che non si vede.
    Ovvero: possibile che non esista una cura per questa ragazza malata?
    Abbiamo la voglia di andare a sviscerare nel mondo medico e accademico, in quello farmaceutico e via dicendo?
    No?!
    Allora rimarremo bloccati tra animali torturati sì, oppure no.

    Il giornalista di Repub(bl)ica avrebbe fatto un vero servizio – in tutti i sensi – se avesse mosso il suo sedere per capire se nel mondo (a questo serve internet) c’è già un “pazzo eretico” con una cura pronta ed eticamente accettabile.

    Ma è più comodo grufolare nel fango umano che diventare umani.

    • Z. scrive:

      Sì, Riccardo, è possibile eccome che non ci sia una cura.

      E’ così per numerose malattie. Purtroppo.

      • Non distorcere le mie parole. 🙂
        Lo so che può non esserci una cura, ma ciò non richiede nessuna indagine; che invece potrebbe essere adoperata non solo in senso strettamente tecnico della cura in sé, ma anche in quello divulgativo.

        O vogliamo tenerci questa visione provinciale del “se non lo vedo, non esiste”?

        • Z. scrive:

          Non mi pare di aver distorto le tue parole.

          Forse, più banalmente, non ho capito cosa intendi.

          Ad esempio non capisco il discorso della cura in sé e del senso divulgativo…

        • Molto semplicemente… può darsi che esista una cura; nessuno di noi due, credo, ha il potere di confermare o smentire ciò.
          Per di più, non stiamo facendo nulla per risolvere questa incertezza: non tiriamo fuori delle cure, né ci premuriamo di andare anche fino in capo all’universo per sapere se esista già bella e pronta.

          Quello di cui davvero non si sente la mancanza è un giornalista che, invece di cogliere la palla al balzo per andare oltre la stupida diatriba, contribuisca a svilire ancora di più i rapporti umani.

          E noi qui stiamo a commentare ciò che si vede, invece di ciò che manca.

        • Z. scrive:

          E può darsi che ci sia un omino invisibile che svolazza dietro la tua schiena. Nessuno di noi due, credo, ha il potere di confermare o di smentire ciò.

          Comunque, se ti interessano le cure fanta-miracolose, puoi rivolgerti a Vannoni…

        • E tanto per smentire il tuo ragionamento, può darsi che l’omino sia invisibile per te ma non per me.
          Giusto per rimarcare la distanza tra un possibilista (me) e un assolutista (te). 😀

          Confermo pertanto che hai distorto le mie parole, ma peggio… il senso delle mie parole. 🙂

        • Z. scrive:

          Riccardo,

          –E tanto per smentire il tuo ragionamento, può darsi che l’omino sia invisibile per te ma non per me. —

          Sei tu che hai distorto il senso delle mie parole: l’omino invisibile l’ho inventato io e ho deciso che è democraticamente invisibile a tutti. Ah, ed è pure “invisibile” a qualsiasi altro senso. E passa attraverso gli oggetti 😀

  26. mirkhond scrive:

    Allora

    Io non sono un biologo, ne uno scienziato.
    Non so se questa ragazza sia arrivata a 25 anni grazie alla sperimentazione animale.
    Però lei ci crede.
    Sbaglia?
    Forse.
    Mentre invece, trovo DISGUSTOSI gli insulti fatti da 500 animalisti FANATICI!
    Avrebbero potuto rispondere in maniera più civile a questa ragazza.
    Perciò mi permetto di NON condividere questa volta, le osservazioni dell’ottimo Martinez.

    • paniscus scrive:

      E quindi, scusa, cosa ne deduci? Che se anche la ragazza sbagliasse, è comunque giustificata perchè è malata… mentre se sbagliano i suoi detrattori, allora sono comunque da condannare, perché invece loro stanno bene?

      Sia chiaro che non sto parlando degli INSULTI; sto parlando solo delle posizioni ideologiche in sé.

      L.

      • mirkhond scrive:

        Quindi NON ritengo giusto insultare una ragazza GRAVEMENTE MALATA solo perché NON condivide l’ideologia animalista così DOMINANTE, almeno in internet e/o su facebbok.
        Come testimoniato anche da Pino.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Visto che tutti o quasi i principi veri sono stati testati sugli animali e che la ragazza di farmaci ne assume in quantità industriali e molto diversificati (la malattia non la scopro adesso: fu portato alla mia scuola media per le periodiche giornate dello strazio e della sensibilizzazione il padre di una bambina immunodeficiente e in farmacia lui ci faceva shopping pesante), abbiamo ottime ragioni per escludere che lei si sbagli.

        Almeno, questo a sentire i chimici farmaceutici asserviti alle biekissime big pharma che spendono milioni per allevare animali da uccidere per puro sadismo, quando in realtà sarebbe tutto superfluo.

      • Peucezio scrive:

        “Sia chiaro che non sto parlando degli INSULTI; sto parlando solo delle posizioni ideologiche in sé.”

        Credo che tutto il rumore mediatico per cui ne stiamo parlando anche qui sia nato a causa degli insulti, non di una mera disquisizione sulle ragioni pro o contro la sperimentazione animale.

  27. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    Qualche statistica presa a caso su questa società così amante delle bestie (inutile mettere i vari link, tanto sono dati facili da reperire):

    Italia, 84.000 cavalli macellati in un anno (di cui la metà in Puglia, boh…)

    “In Italia si acquistano mediamente 92 chili di carne a testa ogni anno”

    1999, 13 milioni di suini macellati in Italia

    491 milioni di “capi avicoli” macellati nel 2010 in Italia

    28 milioni di tacchini ammazzati nel 2010 “per un peso morto pari a circa 280.000 tonnellate”

    • PinoMamet scrive:

      Ma sai, penso che, fatte le proporzioni, avremmo trovato dati simili anche nell’antico Egitto, dove imbalsavamo gatti e coccodrilli e gli accendevano l’incenso sugli altari.

      Ora, prova a scrivere su facebook non dico che hai picchiato un gatto, ma che ti stanno sulle balle i felini… 😉

    • Peucezio scrive:

      “(di cui la metà in Puglia, boh…)”

      Siamo (forse insieme ai veneti, ho sentito dire…) i maggiori consumatori di carne di cavallo d’Italia.
      La famosa braciola barese (che non è la braciola nel senso toscano, ma l’involtino di carne), con relativo ragù, tradizionalmente si fa con la carne di cavallo.
      Io personalmente ne sono ghiotto, è la carne che prediligo insieme a quella suina. Invece ho qualche problema a mangiare l’asino, mi dispiaccio per il povero ciuccio.

    • lanzo scrive:

      Caro Miguel.
      Approfitto di questo tuo commento per far sapere a te ed agli altri che la vigilia di Natale mi e’ morta una cagnolina a cui ero molto affezionato, “Cry me a river” I think I spent all of available my tears in 3 days and nights. Then I had to properly bury her (in a nice box, with a nice pillow) as she was starting to stink.
      Detto questo, sai che non commento quasi mai, purtroppo questo evento mi ha procurato insonnia, nervosismo e quindi…
      Ma il punto o questione morale e’ un’ altra – io vivo con 6 cani – hoops, ora 5 – 2 di questi sono rottweilers che non vanno ad azzannare bambini, anzi sono dolcissimi con i ragazzini, addirittura Zoom-Zoom the male. si e’ quasi innamorato di questo ragazzino – we live in a beach house and there is a lot of kids and other dogs walking by.
      Per cio’ che riguarda il bull terrier che ha attaccato il ragazzino, vado indietro con la memoria, io avro’ avuto 14 anni, luogo: ZOO di Roma, gabbia del leone, ragazzino di probabile etnia araba, grassoccio come tutti gli arabi ricchi, che si divertiva a tirare sassi contro il leone che era dietro le sbarre, sotto gli occhi compiaciuti dei genitori. Se quel leone avesse potuto uscire ? Quel pitt bull, siamo sicuri che non e’ stato tormentato da uno stronzetto che magari in futuro diventera’ un vivisettore o si arruolera’ nella polizia e godra’ a pestare qualche povero malcapitato privo di appoggi politici o mafiosi ? Ti risulta che i camorristi vengono menati ? Solo poveracci, mingherlini – flacos – come Cucchi o gli studentelli a Genova. Qui chiudo, ormai credo di essere ormai rassegnato alle perdita di quel piccolo angelo. Domani e’ un altrp giorno.

  28. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “Premesso che non sono né Mirkhond né l’ISTAT, secondo me la mentalità dominante è precisamente questa che vado a descrivere”

    Il problema è distinguere tra dominante e chiacchierante.

    Le persone che decidono la nostra realtà passano poco tempo su Facebook o tra i commenti a questo blog.

    Le persone che passano molto tempo su Facebook o tra i commenti a questo blog non decidono la nostra realtà.

  29. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “Visto che tutti o quasi i principi veri sono stati testati sugli animali […] abbiamo ottime ragioni per escludere che lei si sbagli.”

    Ma infatti non lo ponevo nemmeno come problema.

    Se proprio vogliamo, potremmo chiederci se ogni singolo animale torturato a morte abbia contribuito almeno un giorno in più di vita alla ragazza, visto anche che gli stessi farmaci debbono essere ritestati su animali in diversi paesi.

    Ma non è questo il punto.

    Il primo punto è, se uno scambio di insulti su Facebook costituisca l’evento più importante della nazione.

    Il secondo punto è, se possiamo liquidare come demoniaca la posizione di chi sostiene che torturare a morte degli esseri viventi sia criticabile anche quando serve a qualcosa per altri esseri viventi.

    Anche quando sostiene tale posizione senza l’aplomb del ricercatore scientifico stipendiato.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      1) No, è effettivamente pessimo giornalismo (ma vedi il corollario che ho scritto poco fa)

      2) In realtà si liquida come demoniaco al massimo chi insulta su facebook. Non considero questo il male del secolo, ma non ritengo nemmeno che insultare (soprattutto facendo riferimento a gravissimi problemi di salute reali dell’interlocutore) su internet sia roba da gentiluomini.

    • Peucezio scrive:

      “Il secondo punto è, se possiamo liquidare come demoniaca la posizione di chi sostiene che torturare a morte degli esseri viventi sia criticabile anche quando serve a qualcosa per altri esseri viventi.”

      Beh, ma questo credo che davvero non l’abbia sostenuto nessuno. Lo scandalo è nato per gli insulti, non per l’opinione in sé.

      (questa convergenza con Mauricius comincia a inquietarmi 🙂 )

  30. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “Ma sai, penso che, fatte le proporzioni, avremmo trovato dati simili anche nell’antico Egitto,”

    1) Non credo, mica per motivi animalisti, ma semplicemente perché la carne era una rarità all’epoca.

    2) Ma il punto non è il paragone con l’antico Egitto, bensì l’idea che oggi l’animalismo sia addirittura una “ideologia dominante”.

    Nei fatti, nessuna società nella storia umana ha mai fatto strage di animali come la nostra; e siccome questo è un fatto incontestabile, direi che l’ideologia implicita dietro questo fatto sia l’ideologia dominante.

    • PinoMamet scrive:

      Non so.
      Se si uccidono molti animali, è la prassi che lo fa, non l’ideologia.

      Io posso andare in giro a dire che sono comunista, e poi richiudermi nella villona in Costa Azzurra (c’è chi lo fa, e prima che mi diciate qualcosa: lo conosco di persona).

      L’ideologia professata sarà quella comunista, la pratica poi è un altro paio di maniche.

      Però, ripeto, mica tutti gli animalisti sono vegetariani. Moltissimi perderebbero volentieri due o tre ore del tempo loro, e tuo, per spiegarti come si può adorare il proprio gatto, e mangiare tranquilli una bella bistecca di manzo, o indossare quelle scarpe di Jimmy Choo così carine.
      E lo fanno, lo fanno.

      • paniscus scrive:

        Però, ripeto, mica tutti gli animalisti sono vegetariani. Moltissimi perderebbero volentieri due o tre ore del tempo loro, e tuo, per spiegarti come si può adorare il proprio gatto, e mangiare tranquilli una bella bistecca di manzo, o indossare quelle scarpe di Jimmy Choo così carine.
        E lo fanno, lo fanno.

        Ma quelli non sono animalisti, saranno vagamente ecologisti, vagamente zoofili, saranno gattari, quallo che si vuole, ma non sono “animalisti”, e gli animalisti dichiarati ci tengono moltissimo a prenderne le distanze…

        • Moi scrive:

          “Animalista”, ‘sa vol dir ? Che arriva un nugolo di “zinzelle tigri e “normali” / tafani / papatacci” e ci scopre le terga per sfamarle ?!

          Spero di NO.

    • Peucezio scrive:

      “Nei fatti, nessuna società nella storia umana ha mai fatto strage di animali come la nostra; e siccome questo è un fatto incontestabile, direi che l’ideologia implicita dietro questo fatto sia l’ideologia dominante.”

      Se è per questo, mai come dopo la II Guerra Mondiale ad oggi l’antirazzismo è stato un dogma fondamentale della società e mai come nello stesso lasso di tempo le disparità economiche fra popoli di razza bianca e altri popoli e lo sfruttamento dei primi nei confronti dei secondi è stato così massiccio.
      La logica dell’ideologia è proprio questa: rompere le palle sugli aspetti siombolici e sulla quotidianità delle persone comuni, mentre a livello dei grandi numeri, dei fenomeni di massa vale l’opposto.
      L’ideologia non serve a cambiare la realtà materiale, ma a corrompere le coscienze, a creare uomini nuovi incapaci di cogliere il reale ma portati a filtrare tutto con lenti astratte, ideologiche.

    • Peucezio scrive:

      Il che non significa che poi non cambi effettivamente, anzi, cambia eccome, ma non nella direzione esplicitata.

  31. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Quindi NON ritengo giusto insultare una ragazza GRAVEMENTE MALATA solo perché NON condivide l’ideologia animalista così DOMINANTE, almeno in internet e/o su facebbok.”

    Anch’io non condivido molte cose, compresi gli automobilisti prepotenti che invadono il nostro quartiere e ci minacciano quotidianamente di morte, in maniera assolutamente concreta.

    Semplicemente, non mi aspetto che diventino la prima notizia nazionale. E se lo diventassero, vorrei che i giornalisti ascoltassero anche la loro di campana.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Non sapevo che la ragazza in questione fosse la caporedattrice di Repubblica, che ha vietato di sentire cosa avessero da dire gli idrofobi che l’hanno riempita di complimenti.
      Ma sono sicuro che quelli di Repubblica non si lasceranno sfuggire l’opportunità di riempire un’uscita futura con un altro po’ di fuffa, ovvero la risposta dei denunciati. 😀

    • Z. scrive:

      Miguel, la campana degli idrofobi – come li chiama MT – è già stata sentita, direi. Con tanto di pagine video mostrate in TV.

      Ed è già stata sentita come e più di quanto loro stessi non desiderassero.

      Dubito che abbiano ansia di mostrarsi in pubblico per suonarla di nuovo…

  32. Moi scrive:

    @ PINO

    Dopo il frecciatone sull’ Antico Egitto, dovrebbero farti Rabbi direttamente !

  33. Moi scrive:

    Comunque neppure gli Animalisti “Hard” (va be’, l’ Onorevole Staller …) son tutti uguali:

    ci sono i “Brambilloidi” e i “Singeroidi”, con riferimento a Michela Vittoria Brambilla e a Peter Singer, che tutti oramai dovreste conoscere entrambi.

    I primi hanno emotività tendente a infinito e ragionamento tendente a zero; i secondi invece hanno ragionamento tendente a infinito ed emotività tendente a zero.

  34. Moi scrive:

    Be’fra il gatto e la moglie si può trovare un compromesso: metterla in cosplay da Basteth a fare “purrrrrfect” [cit.] !

  35. Moi scrive:

    Solo lui poteva …

    http://www.youtube.com/watch?v=bXGv5L96tPk

    “Gli animali [uccisi per le festività religiose] vanno in paradiso, ha ha !” [cit.]

  36. Miguel Martinez scrive:

    Per Pino Mamet

    “Io posso andare in giro a dire che sono comunista, e poi richiudermi nella villona in Costa Azzurra (c’è chi lo fa, e prima che mi diciate qualcosa: lo conosco di persona).”

    Non dubito che tu lo conosca.

    I comunisti che conosco io hanno mille difetti, che però sono perfettamente coerenti con uno stile generale di vita. E vanno a cena al Centro Popolare Autogestito a cinque euro.

    Questa caccia incessante al “prete che predica bene ma razzola male”, all’eccezione che fa scomparire la regola, ci solleva dalla responsabilità di fare una critica alle persone coerenti, che sono invece molto più numerose, nei limiti della varietà umana.

  37. Moi scrive:

    Esistono anche gli Animalisti Occasionali-Selettivi, quelli cioè che si preoccupano per gli animali solo in misura utile per dare addosso a un avversario umano … ad esempio, quando andava di moda il MuSSulmano KattivviSSimo c’era gente che diceva e scriveva tranquillamente che i raid aerei USA e Israeliani su Iraq, Afghanistan e Gaza ecc … fossero la “Giusta Punizione” per la sanguinarietà della Macellazione Halal !

    Anche se la Macellazione Kosher ha le stesse prescrizioni, gli Israeliani in ambienti IperOccidentalisti venivano e vengono sempre presentati e percepiti come “Laici” o comunque come se fossero “guariti” dalla propria religione.

    • Moi scrive:

      Il ché NONtoglie che quelli come ‘sta “Giovanna” lo pensassero e lo pensino in _ ahem … _ in “Buona Fede” (Animalista) …

  38. Miguel Martinez scrive:

    Io conosco animalisti militanti.

    Persone che fanno lavori semplici e che hanno rischiato il carcere per una cosa in cui credono.

    Che non indossano scarpe Jimmy Choo (che non so bene nemmeno cosa siano), e mangiano cibi vegetariani, senza rompere le scatole particolarmente agli altri.

    Fanno i ragionamenti che derivano dalla propria cultura – chi ha studiato biologia, li fa di un certo livello, chi ha la terza media li fa a un livello diverso.

    Probabilmente fanno come tutti – filtrano le informazioni che confermano le tesi in cui già credono, proprio come fanno gli antianimalisti che si segnano l’animalista su mille con le scarpe Jimmy Choo e ignorano tutti gli altri.

    Con i soldi che guadagnano facendo lavori banali e spesso precari, stampano a spese proprie volantini, spesso brutti e illeggibili.

    Hanno numerosi difetti, ma che li si accusi di quelli che hanno, non di quelli che non hanno.

    E questa elementare correttezza dovrebbe valere per tutti, indiscriminatamente.

    • PinoMamet scrive:

      Ma io infatti non ho criticato né animalisti né comunisti.

      Io risposto all’idea che un’ideologia, per essere ritenuta dominante, debba richiedere coerenza estrema da parte di tutti.

      Non lo credo possibile: esistono sicuramente persone coerenti, come ne esistono di incoerenti.
      A me non importa neanche dire particolarmente male di quelle incoerenti. un po’ lo siamo tutti, io per primo, e comunque sono fatti loro.

      Il fatto è che io credo che sì, sia molto più facile “dire bene degli animali” del contrario.
      Credo anche che un certo culto della natura, unito a una visione magari un po’ romantica della stessa, sia sotto gli occhi di tutti, indipendentemente da quanto lavorino i macelli.

  39. Moi scrive:

    @ PINO

    Ma chi l’è ‘sto Jimmy Choo … il Roberto Cavalli di Singapore ?!

  40. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Beh, ma questo credo che davvero non l’abbia sostenuto nessuno. Lo scandalo è nato per gli insulti, non per l’opinione in sé.”

    Dai, se per Repubblica, ogni volta che qualcuno insulta un altro su Facebook fosse uno scandalo, metterebbero tutti i giorni in prima pagina gli ultimi insulti contro il “nano fetente di Arcore”, o le minacce di morte contro i leghisti, che se ne trovano a bizzeffe su Internet, come se ne trovano ovviamente anche di segno opposto.

    Se tutto il dispositivo giornalistico – che è un apparato assai complesso – decide di sbattere in prima pagina un’eroina e un mostro, che rappresentano entrambi posizioni ideologiche, la motivazione è ideologica.

    • Z. scrive:

      Oppure, forse, l’aggressione di massa ad una ragazza attaccata a un respiratore perché si permette di essere viva a spese di poveri topolini indifesi appare tanto eccessiva da poter destare l’interesse del lettore medio?

      All’interno del Grande Complotto Dispositivico Universale delle Mani in Pasta – detto anche Dispositivo Masterchef – non vogliamo proprio considerarla, questa ipotesi così banale?

      😉

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      sì, questo lo davo per scontato.

  41. Miguel Martinez scrive:

    Se il problema per Repubblica fosse che in questo rissoso paese, qualcuno avesse insultato qualcun altro, bastava mettere in prima pagina il titolo:

    “GIOVANNA DICE, ‘CATERINA NON VALI IL MIO PESCIOLINO ROSSO'”.

    Il resto è costruzione politica.

  42. Moi scrive:

    Secondo gli Scientisti, l’ “anima” è il nome dato da un’antica superstizione alle funzioni cerebrali, banalmente biochimiche : riprova ne sia il fatto che per permettere a un moribondo a continuare a vivere in cyborg l’ unico organo fondamentale da espianto sarebbe il cervello con il sistema nervoso centrale.

    Questa premessa è in grado di mettere d’accordo i Pastafariani con i Singeriani.

    • Z. scrive:

      Se avessero giocato a Cyberpunk 2020, però, gli uni e gli altri saprebbero bene quali rischi comporta la Perdita di Umanità dovuta agli innesti cibernetici 😀

  43. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Ma il guaio è che gli animalisti medi, cioè il 99,9999% di loro, è l’antitesi assoluta di Miguel (e probabilmente di Lisa). E prima o poi passeranno alle piante, perché persino l’animale diventerà troppo impegnativo.”

    Credo che confondi l’animalismo con un altro fenomeno.

    La società moderna delega la violenza alla tecnica – “l’apparato” militare, con le sue macchine, l’apparato carcerario, i sistemi di sorveglianza, la macellazione industriale.

    Quindi tutta la normale violenza quotidiana che ha caratterizzato la vita umana finora, viene espulsa e demonizzata; e questa violenza si è esercitata in gran parte contro gli animali.

    Allo stesso tempo, esistono i mezzi economici per condividere qualcosa con gli esseri cui si è affezionati. Il padre padrone non deve più arraffare l’osso di pollo prima che ci arrivi la moglie; anzi può permettersi di essere generoso. E non c’è nulla di necessariamente falso in questa estensione di affetti.

    • Peucezio scrive:

      Non ho ben capito cosa vuoi dire.
      Io rilevo che l’affezione alla natura dell’uomo contemporaneo è intimamente connessa alla sua misantropia. E in questo c’entra non solo l’animalismo, ma lo stesso ecologismo. Cioè si cerca di stare in mezzo alla natura perché negli ambienti antropizzati ci sono appunto le persone.

  44. Moi scrive:

    Esiste anche il discorso animalista come estensione del “stare dalla parte dei più deboli” … che poi spesso è vero solo a livello di organizzazione della specie.

  45. Moi scrive:

    Anche se so che ancora negli anni ’50 chiunque lo avrebbe fatto con non-chalance … personalmente per tirare il collo a una gallina dovrei essere in condizione che altrimenti morirei di fame e di non poter delegare a nessun altro.

    Però confesso il piacere sadico del racchettone fulmina-mosche/zanzare ecc … :

    http://giardinaggio.bricoportale.it/wp-content/uploads/sites/3/2013/09/sandokan2.jpg

    … c’è poi quello grande che funge anche da torcia nel buio.

  46. paniscus scrive:

    Però, ripeto, mica tutti gli animalisti sono vegetariani. Moltissimi perderebbero volentieri due o tre ore del tempo loro, e tuo, per spiegarti come si può adorare il proprio gatto, e mangiare tranquilli una bella bistecca di manzo, o indossare quelle scarpe di Jimmy Choo così carine.
    E lo fanno, lo fanno.

    Ma quelli non sono animalisti, saranno vagamente ecologisti, vagamente zoofili, saranno gattari, quallo che si vuole, ma non sono \"animalisti\", e gli animalisti dichiarati ci tengono moltissimo a prenderne le distanze…

    • PinoMamet scrive:

      Benissimo, accolgo la distinzione.

      Allora, possiamo dire che la tizia di Facebook ha ricevuto insulti da un gruppo di generici ecologisti?

      Bada bene che io non mi sono ancora espresso- e neppure mi interessa farlo- pro o contro la tizia, o i suoi insultatori, o contro l’animalismo o l’ecologismo come idee più o meno valide, né contro o a favore della ricerca.

      Io ho solo sostenuto che abbia ragione Mirkhond a dire che un certo “amore per gli animali” che raggiunge spesso (e ho sottolineato dal principio: perlomeno a parole) toni livorosi, vada per la maggiore.

      E continuo a crederlo. Poi certo, e per fortuna, la gente ha anche altro per la testa, e parla anche di altro: ci mancherebbe.

      • paniscus scrive:

        Io ho solo sostenuto che abbia ragione Mirkhond a dire che un certo “amore per gli animali” che raggiunge spesso (e ho sottolineato dal principio: perlomeno a parole) toni livorosi, vada per la maggiore.

        Ma la domanda fondamentale è: ma se anche raggiunge toni livorosi, PERCHE’ MAI tanta di quella gente che non è né “animalista” né “antianimalista”, ossia sostanzialmente non gliene frega quasi nulla dell’argomento, né da una parte né dall’altra, deve prendersela così tanto come se gli avessero toccato qualche profondissima corda personale?

        Ma voglio dire, ragazzi miei: io sono vent’anni che mi becco gli anatemi di paranormalisti, ufologi, omeopataccari, newager, antivaccinisti, sciachimisti (ok, quelli sono recenti, devo ammettere che 20 anni fa non c’erano), negazionisti lunari, seguaci della pedagogia steineriana, e fuffologi vari, che mi accusano delle peggiori nefandezze, e che “cercano di farmi sentire in colpa” per le mie posizioni.

        Eppure, devo dire, in 20 anni, le occasioni in cui mi sia capitato di starci veramente male sul piano personale, o di nutrire un vero rancore profondo per i miei contestatori, saranno state due o tre in tutto: nella quasi totalità degli altri casi… o mi viene da ridere, oppure rispondo a tono senza scompormi più di tanto.

        Ma non è che vado a farmi tutti questi castelli di indignazione feroce su “come sia concepibile che si permettano di essere tanto insistenti”, o tantomeno vado a pensare che “rappresentino la mentalità dominante” (perché lo so benissimo, che sono quattro gatti e che non hanno alcun impatto concreto con la vita reale della società complessiva) e che mi vogliano accerchiare, o che mettano in pericolo i miei diritti.

        Per cui, proviamo a farci un po’ mente locale: per quale motivo le pressioni dell’animalista irritano così tanto, mentre quelle, che so, degli antivaccinisti, invece no? Tanto la probabilità di riuscire a fare un golpe e a imporre per legge il loro punto di vista a tutti, è nulla in entrambi i casi.

        L’eventualità che la lobby animalista riesca a impedire concretamente di mangiare carne o di vestirsi di pelle a chi vuole farlo, e l’eventualità che la lobby antivaccinista riesca a impedire agli altri di vaccinare i figli, è identica, e non è “prossima allo zero”, bensì è ESATTAMENTE zero (con la differenza che semmai la seconda rivedicazione è più pericolosa).

        Eppure tutte queste reazioni selvaggiamente difensive contro gli antivaccinisti, da parte di chi comunque può continuare a fare come gli pare, non le vedo…

        Mettiamo pure che sia vero, che l’animalista rompa le scatole insistentemente a qualsiasi interlocutore per “farlo sentire in colpa” di mangiare la carne, o comunque di non opporsi abbastanza allo sfruttamento di animali in generale.

        Bene, i casi sono due:

        – o l’interlocutore pensa che l’animalista dica scemenze e non condivide nulla delle sue affermazioni (e quindi se ne frega e continua a mangiare la carne come prima e a tenersi tutte le sue abitudini di prima che comportano lo sfruttamento di animali, senza che l’animalista possa fare niente per impedirglielo), e allora non vedo alcun motivo di covare tutto questo rancore;

        – oppure l’interlocutore pensava GIA’ che un po’ di ragione l’animalista ce l’avesse, si sentiva GIA’ un po’ in colpa a mangiare la carne, provava GIA’ l’esigenza etica di ridurne il consumo, ma allora è una riflessione che si era già fatto, e non è certo colpa dell’animalista di averglielo ricordato…

        Boh.

        L.

        • Andrea Di Vita scrive:

          per paniscus

          La superstizione è sempre un male. Forse è addirittura IL male. Poco conta quanto sia suscettibile di avere conseguenze pratiche.

          E arrivare anche solo a postare su facebook quello che a quanto pare è stato postato contro quella malata è un eccellente esempio di ‘perniciosa conseguenza della superstizione’.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        “PERCHE’ MAI tanta di quella gente che non è né “animalista” né “antianimalista”, ossia sostanzialmente non gliene frega quasi nulla dell’argomento, né da una parte né dall’altra, deve prendersela così tanto come se gli avessero toccato qualche profondissima corda personale?”

        Beh, nel caso della ragazza insultata mi pare siano state toccate due corde molto potenti.
        Due “vittime”, ognuna delle quali, già da sola, garantirebbe un buon dibattito infuocato, con la sua bella dose di indignazione:
        una ragazza malata ingiuriata da una serie di sconosciuti;
        e gli animali che, è giusto che soffrano per la ricerca?

        e qui, non bastasse, i due temi sono messi uno contro l’altro, in conflitto.

        va riconosciuto un certo fiuto al giornalista: chi si sarebbe scaldato per i miei battibecchi con Ritvan sulle etimologie dei nomi degli dèi?
        😉

        • Moi scrive:

          @ PINO

          Comunque un certo “Odium Sui” a livello di Specie Umana, nell’ Animalismo “da bordate mediatiche” spesso c’è …

      • Roberto scrive:

        “Ma la domanda fondamentale è: ma se anche raggiunge toni livorosi, PERCHE’ MAI tanta di quella gente che non è né “animalista” né “antianimalista”, ossia sostanzialmente non gliene frega quasi nulla dell’argomento, né da una parte né dall’altra, deve prendersela così tanto come se gli avessero toccato qualche profondissima corda personale?”

        Per una semplice questione di empatia.
        Ti seccherebbe vedere una ragazza malata insultata da 500 persone per strada?
        Ecco…..

      • Peucezio scrive:

        Lisa,
        perché gli anti-vaccinisti, filo-omeopati-naturopati ecc. ecc. non rompono le scatole a nessuno e non puntano l’indice con atteggiamento moralistico e indignato contro gli altri che usano i farmaci chimici. Al massimo li ritengono delle vittime, ma essenzialmente ciò che importa loro è poter continuare a seguire le loro scelte.
        Al massimo costoro se la prendono con le industrie farmaceutiche, che difficilmentesuscitano solidarietà e non giocherebbero bene la parte delle povere vittime, mentre gli animalisti se la prendono con le persone comuni, perché mangiano carne, usano la medicina ricavata dalle sperimentazioni animali, magari vanno a caccia ecc.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Be’, dai, gli antivaccinisti rischiano di provocare danni collettivi ben superiori della semplice rottura di scatole: c’è una percentuale della popolazione che non è vaccinabile e non si ammala solo perché tutti gli altri sono vaccinati e questo la ripara dal contagio. Ovviamente se gli altri smettono di vaccinarsi…

        • paniscus scrive:

          perché gli anti-vaccinisti, filo-omeopati-naturopati ecc. ecc. non rompono le scatole a nessuno e non puntano l’indice con atteggiamento moralistico e indignato contro gli altri che usano i farmaci chimici.

          Ah no?

          Se permetti, credo di avere un po’ più esperienza di te su questo genere di comunicazioni.

          ADDIRITTURA senza andare su facebook.

          L.

        • Z. scrive:

          Non rompono le scatole a nessuno, Peucè?

          Tra estremisti vegani, filo-omeopati e anti-vaccinisti si fa fatica a dire chi siano i più molesti.

          Dipende anche dai gusti: c’è chi preferisce le performance terroristiche a danno dei bambini dell’asilo per incutere loro il senso di colpa pei poveri manzi macellati e chi apprezza particolarmente le frasi tipo “sarai mica uno di quelli che prende antibiotici per qualsiasi cosa veh!”.

          E chi, come me, ha trovato particolarmente “interessante” la teoria di un anti-vaccinista grillino secondo cui i vaccini renderebbero i figli omosessuali…

        • PinoMamet scrive:

          da ‘ste parti, anti-vaccinisti e “steineriani” coincidono; non so se sia così ovunque o se sia un collegamento casuale.

          Mi immagino, in questo caso, che il collegamento finirà alla prima epidemia di varicella nell’asilo steineriano di cui vanno tanto orgogliosi…

          Che poi non ho capito bene cosa sia il metodo steineriano. Da quello che mi hanno detto, una specie di metodo “casa delle libertà”, nel senso che ognuno fa quel cazzo che gli pare, basta che stia fuori dalle balle per un po’.

        • Z. scrive:

          Pino, secondo me il problema è più delicato.

          Perché come dice giustamente MT all’aumentare della porzione di popolazione vaccinata il rischio diminuisce – naturalmente – per tutti. Sia per coloro che sono vaccinati (il vaccino non ti dà la certezza assoluta dell’immunità) sia per coloro che non sono vaccinati (se meno gente può ammalarsi allora meno gente può attaccarti il morbo).

          Ma se il numero di persone vaccinate sul totale della popolazione cala, le cose cambiano.

          Chi rifiuta il vaccino, insomma, è essenzialmente quello che qualche settimana fa chiamavamo free rider. Con la differenza che esigere il pagamento di un contributo in denaro è più semplice che esigere l’esecuzione di un trattamento medico su un soggetto che la rifiuta.

          Z.

          PS: Resta inteso che se negli anni Settanta avessero preso piede questi “anti-vaccinisti”, avremmo ancora gente che si ammala di vaiolo.

        • Peucezio scrive:

          Ma tutti voi li conoscete i fanatici?
          Si vede che nell’area tosco-emiliana sono tutti fanatici per tutto.
          Che vi devo dire… io a Milano e a Bari (ma anche a Madrid), che sono le realtà che conosco, di fanatici di naturopatia, omeopatia, anti-vaccino et similia non ho conosciuto neanche mezzo. Mentre ho conosciuto un sacco di gente che si cura con omeopatia e prodotti erboristici, salutisti, vegetariani, begani e altri personaggi simili, ma tutti tranquillissimi, che non pretendevano di imporre niente a nessuno.

        • Peucezio scrive:

          Comunque va da sé che, per quanto mi concerne, i fanatici della naturopatia ecc., che vogliono imporre le loro concezioni agli altri, vanno presi a calci nel sedere quanto gli animalisti fanatici.

        • Z. scrive:

          Peucè, mica abbiamo detto che conosciamo solo fanatici in quell’ambito. Alcuni di quelli che conosco io, ad esempio, sono persone tranquille ed equilibrate.

        • paniscus scrive:

          Che vi devo dire… io a Milano e a Bari (ma anche a Madrid), che sono le realtà che conosco, di fanatici di naturopatia, omeopatia, anti-vaccino et similia non ho conosciuto neanche mezzo. Mentre ho conosciuto un sacco di gente che si cura con omeopatia e prodotti erboristici, salutisti, vegetariani, begani e altri personaggi simili, ma tutti tranquillissimi, che non pretendevano di imporre niente a nessuno.

          Ma guarda che ANCHE la maggior parte dei difensori degli animali sono così. Poi, fra questi, ci sono anche i fanatici estremisti rompiscatole e molto visibili, esattamente come ci sono tra gli antivaccinisti e i naturopatici. Quello che contesto è che siano proprio gli animalisti, come categoria a parte, ad essere per natura più disturbatori e più invasivi degli altri, il che proprio non è vero…

  47. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Anche se so che ancora negli anni ’50 chiunque lo avrebbe fatto con non-chalance … personalmente per tirare il collo a una gallina dovrei essere in condizione che altrimenti morirei di fame e di non poter delegare a nessun altro.”

    Esatto, era proprio questo che volevo dire.

    Poi non è il mio caso personale, visto che provengo da una famiglia borghese e anglosassone, e lì c’è da molto tempo una sensibilità diversa, che sarebbe interessante esplorare.

    Però hai colto in pieno…

    Cinquant’anni fa, i ragazzi a Firenze si divertivano a prendersi a sassate tra rioni (e uno che è nato dalle parti di San Jacopino mi dice che da ragazzo, in Oltrarno non ci veniva per paura che lo riconoscessero come forestiero e lo trattassero come tale).

    Oggi si resta sconvolti quando il titolista di turno fa notare che Giovanna ha cliccato qualcosa di poco carino a proposito di Caterina.

    Abbiamo una trasformazione antropologica che rende un delitto nazionale il fatto che Giovanna ritenga il proprio pesciolino rosso superiore a Caterina, ma del tutto normale che un italiano addestrato per uccidere si aggiri nel profondo Afghanistan.

    E questa è la stessa trasformazione che crea quello che viene erroneamente chiamato “animalismo”, cioè il fatto che oggi molta gente trova inaccettabile prendere a calci un cane per strada, ma perfettamente lecita la macellazione industriale, purché fatta con tutti i permessi in regola.

    L’animalismo vero è una cosa completamente diversa, perché critica proprio ciò che non si vede ma ha i permessi in regola.

    • Z. scrive:

      E pensa, c’è gente che si scandalizza per la macellazione industriale e trova assolutamente normale – mio dio! – schiacciare le zanzare…

      E addirittura utilizzare medicine che sopprimono batteri nel nostro organismo. Batteri, dico, quindi forme di vita!

      Ma dico, che roba, dove andremo a finire?

      😀

    • Peucezio scrive:

      In effetti questo era fin dall’inizio il vero senso del tuo post ed è il motivo per cui in fondo lo condivido, al di là del merito sull’animalismo.
      Sono un po’ scettico sull’animalismo vero/i>: esisterà pure, ma probabilmente è marginale e irrilevante, come tutto ciò che si occupa di ciò che non si vede (che poi è ciò di cui ci si dovrebbe occupare davvero, ma, appunto, non lo fa praticamente nessuno).

    • Andrea Di Vita scrive:

      per martinez

      “oggi si resta sconvolti”

      Perchè oggi che finalmente non ci si scandalizza più per le offese a un presunto “Bene”, si reagisce alle offese a un convenzionale “Lecito”. Il che è condizione necessaria di una società compatibile col relativismo etico. Svirilizzando e depotenziando i conflitti si consente il rispetto del politically correct, che per quanto innegabilmente noioso, superficiale e modaiolo è sempre meglio dell’alternativa basata sulla sciagurata Difesa Dei Valori. Solo un mondo che si scandalizza per la sciagura di un animale puo’ accettare ad esempio i matrimon gay. Grande è il disordine sotto il cielo, la situazione è eccellente.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  48. Miguel Martinez scrive:

    per Z

    “All’interno del Grande Complotto Dispositivico Universale delle Mani in Pasta “

    Non dico affatto che il titolista di Repubblica abbia le mani in pasta.

    Era un discorso diverso: il problema oggettivo che sorge ogni volta che bisogna prendere posizione su un tema, quando le uniche persone che hanno il tempo e i mezzi per studiarle fino in fondo sono anche parte in causa.

    Luigi Spezia, sono sicuro, di sperimentazione animale ci capisce quanto ci capisce di politica indiana.

    • Z. scrive:

      Miguel, questa non è una storia di cialtroneria medica, è una storia di disumanità telematica.

      Simile ad altre, per alcuni versi; diversa per altri, perché la vittima è una ragazza giovane che deve attaccarsi a un respiratore per sopravvivere.

      Se fosse una storia di semplice cialtroneria animalistica i temi principali sarebbero altri e si dovrebbe discutere, ad es., di quanti si stracciano le vesti per la sperimentazione sugli animali ma non esitano a somministrare al proprio cane farmaci per animali, o di quanti parlano di vivisezione senza sapere che non viene più praticata da tempo.

      Qui invece il tema principale è solo quello di una ragazza aggredita telematicamente, da persone che – a mio personale avviso – non avrebbero tenuto lo stesso comportamento se l’avessero vista uno per volta, dal vivo. Anzi, credo che qualcuno di loro (non tutti, magari) avrebbero rivisto certe opinioni oltranziste e acefale.

    • Z. scrive:

      Per dirla in termini migueliani, è anche una questione di come si presenta la vittima dell’aggressione telematica.

      Se tutto il blog di un certo Miguel Martinez si mette a insultare tale Z., sarebbe a essere gentili una non-notizia. Questo blog viene letto forse da qualche decina di persone, i commentatori abituali saranno al più una dozzina, e questo Z. è uno come tanti di cui quasi nessuno – neppure qua dentro – conosce il nome di battesimo.

      Diverso è se su di un sito che pare diventato per quasi tutta la popolazione un mozzo insostituibile di comunicazione quotidiana, una persona che ha un nome e un cognome ed è affetta da rare e gravi malattie incurabili si difende con un video di quel tipo da insulti di quel genere. Si tratta di qualcosa che può interessare il lettore medio ben più, chessò, di Z. accusato da Q. di essersi venduto agli Stati Uniti o alla Russia o al Guatemala.

      Passato il breve clamore della vicenda, chi è a favore della sperimentazione animale continuerà ad esserlo, e chi è contrario continuerà a non documentarsi e a non rendersi conto che la tesi contraria alla sperimentazione è diffusa in letteratura quanto la tesi dell’inesistenza dello sterminio degli Amerindi (esistono, non è una battuta).

      • Peucezio scrive:

        Mah, non lo so, a parte che non riesco a capire, visto che su Facebook ciò che scrivi lo leggono solo i tuoi “amici” di Facebook, da dove è venuta questa aggressione. Però c’è stata. Ma in ogni caso può aver riguardato solo un numero limitato di persone (anche 500 persone non sono niente), perché se quello che io scrivo sulla mia bacheca di Facebook lo leggessero tutti gli iscritti a facebook del mondo, il sito stesso si intaserebbe e diverrebbe inservibile in poche frazioni di secondo.

        Il fatto è che ciò che un privato scrive su internet conta meno della scorreggia di una formica, perché su internet si sa che si perdono tutti i freni inibitori (perché sai che l’altro non è lì presente fisicamente pronto a spaccarti la faccia) e l’aggressività fino all’insulto più scomposto è la regola, non l’eccezione.
        Io trovo odiosi gli insulti di questa gentaglia e mi fa pure piacere che la cosa sia venuta fuori, perché non sopporto gli animalisti e questa è tutta propaganda contro di loro.
        Ma così facendo sono ben cosciente di allearmi cinicamente a un meccanismo mediatico profondamente in cattiva fede e mistificatore. Perché ciò che è avvenuto non è un caso nazionale, ma la solita scomposta rissa telematica come ce ne sono milioni ogni giorno nella rete.

      • paniscus scrive:

        Se tutto il blog di un certo Miguel Martinez si mette a insultare tale Z., sarebbe a essere gentili una non-notizia. Questo blog viene letto forse da qualche decina di persone, i commentatori abituali saranno al più una dozzina, e questo Z. è uno come tanti di cui quasi nessuno – neppure qua dentro – conosce il nome di battesimo.

        Diverso è se su di un sito che pare diventato per quasi tutta la popolazione un mozzo insostituibile di comunicazione quotidiana…

        Con tutto il rispetto, ma… BALLE.

        Questo blog, per quanto frequentato abitualmente da un gruppo di lettori abbastanza piccolo, è molto più accessibile rispetto a qualsiasi pagina di facebook (delle quali, la maggior parte sono chiuse in lettura)…

        …e quindi potrebbe con la massima facilità ritrovarsi bersagliato da migliaia e migliaia di commenti imprevedibili, se solo capitasse per caso che uno specifico messaggio apparso qui, che colpisce l’immaginario forte di un lettore casuale, venisse segnalato da tale lettore casuale nei circuiti “adeguati” (facebook compreso).

        A un mio caro amico, che ha un blog più o meno come il mio, ossia sostanzialmente generalista e poco assiduo, in cui scrive di argomenti vari (con una certa prevalenza scientifici, ma nemmeno sempre) e senza nessuna regolarità, e ha un piccolo gruppo di commentatori che ritornano occasionalmente… è successo tempo fa di mettere un post scettico contro i complottisti delle scie chimiche, e si è trovato inondato da centinaia e centinaia di messaggi incontrollabili, per la maggior parte di insultatori idrofobi, più qualcuno che cercava di calmare le acque, ma comunque da parte di lettori mai visti e mai conosciuti prima , che avevano semplicemente ricevuto una segnalazione altrove. E allo stesso modo ho in mente altri casi clamorosi perfettamente analoghi…

        L.

        • Z. scrive:

          Lisa, va bene che il sangue toscano ribolle per definizione, ma non serve agitarsi 🙂

          Peraltro, il punto non cambia. Zeta è un signor nessuno che scrive su di un blog poco frequentato, nel senso che i commentatori sono sempre gli stessi da anni e quasi nessuno di loro conosce il mio nome.

          La vicenda in questione evidentemente è diversa, tant’è che persino io – che non sono iscritto a FB – ne sono venuto a conoscenza molto prima che Repubblica o qualsiasi altro giornal pubblicasse articoli al riguardo.

          E, piaccia o non piaccia, riflette la stessa mentalità – in particolare, la stessa assenza di empatia verso le persone – che avevo già riscontrato in più di un animalista nel corso degli anni.

          Poi certamente ognuno di noi ha avuto esperienze diverse, come si diceva. Siamo qui anche per metterle a confronto.

  49. Moi scrive:

    “Disumanità”… è un concetto “specista” ?

  50. Moi scrive:

    La gran parte della gente con cui ho avuto a che fare si scandalizzerebbe assai di più a vedere un cane malmenato dal padrone che un marocchino malmenato dalla polizia.

    Z

    ————-

    Nonché quelli che se un pitbull viene “abbattuto” dopo aver sbranato un bambino … compiangono il pitbull e “del cinno se ne sbattono i maroni” .

    • Z. scrive:

      Che del bambino se ne sbattano mi sembra eccessivo.

      Diciamo, questo sì, che molti sarebbero più felici di vedere un marocchino abbattuto per lo stesso motivo.

      • Moi scrive:

        Marocchino che sbrana bambino ?!

        • Moi scrive:

          ?!?!

          Z … ‘sa dit ?! 😉

        • lanzo scrive:

          @ Z e Moi
          Non fate tanto gli spiritosi:
          Milano: Filippina massacrata (ed uccisa) a pugni per strada da pugile ucraino (assolto per infermita’ mentale).
          Milano: Picconatore ghanese ammazza 3 ignari passanti (assolto per infermita’ mentale)
          Londra, militare in borghese ammazzato e mutilato in pieno giorno a colpi di machete da due simpatici negretti jahdisti. Al pit bull i nessuno gli riconosce l’nfermita’ mentale e magari aveva reagito ad un comportamento errato da parte del ragazzino, che magari lo tormentava (ma sti’ pit bull, azzannano solo ragazzini ? Un pit bull e’ un gladiatore e – se provocato – azzannerebbe anche un grizzly o Mike Tyson senza pensarci 2 volte) x il pit bull, sentenza di morte immediata, ed immagino che il padrone del pit bull, giustamente dovra’ risarcire i danni.
          Per gli altri: Assoluzione e nessun risarcimento, mentre il risarcimento lo avrebbe dovuto pagare il Ministero dell’Interno che li ha lasciati entrare e gli ha anche dato il permesso di soggiorno.

        • Z. scrive:

          Non facciamo affatto gli spiritosi. Anzi, il tuo intervento dimostra che avevamo perfettamente ragione.

          E forse pure che il termine “nazi-animalisti”, certo approssimativo, non è poi così fuori luogo.

          Per inciso, il “picconatore ghanese” non è stato ancora giudicato, quindi difficilmente può essere stato “assolto”.

  51. Moi scrive:

    Cmq Peter Singer è “pesissimo” … oggi è stimato e apprezzato, ma negli Anni Cinquanta (già rievocati) sarebbe stato paradigmatico come “Mad Scientist” da “B-Movie” o “Z-Movie” 😉 … senza offesa per Z, eh.

  52. Moi scrive:

    Riguardo a Platania o come si chiama, ho un dubbio … e se semplicemente avesse voluto il suo proverbiale “Quarto d’ Ora di Celebrità” ? In fondo, l’ insulto razzista alla Kyenge sarà pure un mezzo becero, spregevole, meschino, abietto e tutto quel che volete ma … collaudatissimo !

  53. Moi scrive:

    “ci sono stati attacchi davvero violenti e assurdi. Inutile preoccuparsi per un pollo in batteria se poi non si prova empatia per una giovane che deve vivere attaccata a una macchina. Credo che queste persone tradiscano il senso dell’animalismo”.
    [cit.]

    Felice Cimatti … Traditore dell’ Animalismo ?!

    —————-

    http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/caterina-simonsen-attacchi-assurdi-1755115/

  54. Moi scrive:

    Poi non è il mio caso personale, visto che provengo da una famiglia borghese e anglosassone, e lì c’è da molto tempo una sensibilità diversa, che sarebbe interessante esplorare.

    [cit]

    Miguel

    ————————–

    Per me puoi pure approfondirlo 😉

    Fatto gli è che NON sarà il tuo caso familiare, ma … Borghese AngloSassone Anni ’50 mi fa pensare a gente che provava Empatia Zero per Aborigeni, Mahori, Poveri “Locali” …

    Ma poi cos’è tutta ‘sta Identità “AngloSassone” ?! Mica ti chiami “Michael Martins” ;), no ?

  55. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    T’inquietano di più i Brambilloidi o i Singeroidi ?

  56. Moi scrive:

    NON c’entrerà molto, ma …

    1

    Caterina Simonsen … “sen” dovrebbe essere indice d’ un cognome “Norreno”, Danese o giù di lì.

    2

    Come già è stato detto, “Primate” NON è di per sé offensivo … salvo allusioni a pollici non-opponibili 😉 che comunque NON ci sono state.

  57. Moi scrive:

    @ Z

    Mirkhond “ama indulgere a mode giacobine” [cit.] del “tu” con tutti fuorché con Miguel … prendine atto, anche se non sei Notaio. 😉

  58. Roberto scrive:

    “Insomma, una certa Giovanna, per il resto del tutto sconosciuta al mondo, trova egoista Caterina e invece di raccontarlo nel crocchio delle mamme all’uscita di scuola, come si usa in Oltrarno, lo scrive tra qualche miliardo di chiacchiere inutili che girano su Facebook.”

    Secondo me semplifichi troppo.
    Giovanna, insieme a un nutrito gruppo di teppistelli, non “trova egoista” Caterina, ma la insulta e le augura la morte.
    Per di più Giovanna lo fa in piazza.
    Fosse una piazza reale sarebbe stata presa a calci.
    Visto che è una piazza virtuale i calci sono virtuali, ma il meccanismo non cambia.

    Che questa non sia una notizia da prima pagina dell’edizione nazionale sono d’accordo, ma tutto era iniziato dalla pagina della cronaca bolognese e la cronaca locale mi sembra un posto adatto per una rissa in piazza

  59. Moi scrive:

    Provare più empatia per i topolini che NON per un altro essere umano credo che sia una di quelle robe che i 3 Monoteismi concordano a considerare “Satanica” … nel più teologico dei sensi, per quantoil concetto sputtanato dai Tamarroni da chitarre elettriche e voci ruttanti nei microfoni (“growling”, o una roba simile) o dal troieggiare di Ke$ha, che l’ Anselma di “Don Camillo e Don Chichì” avrebbe fatto diventare catechista in un unico “smataflone”. 😉

    [cit] :

    “Il suo nome è Anselma” spiegò Don Camillo alla Cat “ma tutti la chiamano El, diminutivo di Elefante. Ti consiglio di cominciare con l’allungarti di almeno mezzo metro la sottana !”…”Questo mai!” urlò rabbiosamente Cat.”Poco male” ridacchiò don Camillo. “Vuol dire che ti accorceremo di mezzo metro le gambe”.

    ——————–

  60. Moi scrive:

    Per chi non lo sapesse, la storia si svolge a Concilio Vaticano II [incarnato dal Pretino in clergyman Don Chichì che, per ordine del Vescovo, deve “aggiornare” il riluttante vecchio Pretone in tonaca Don Camillo, ndr] C.V. II _ dicevo_ appena concluso, nel 1966 : la Cat(erina) è la nipote “degenere” di Don Camillo” ; ma se Don Camillo piange, Peppone non ride: deve fare i conti con il Maoismo anti PCI del figlio Michele che si fa chiamare “Veleno” in una banda di motociclisti …

  61. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    Oggi un amico mi ha girato questo brano di Engels (“Lettera a J. Bloch” – 21 settembre 1890), che indica che il pensiero peuceziano ha illustri e barbuti antecedenti 🙂

    (…) Di più né io né Marx abbiamo mai affermato. Se ora qualcuno distorce quell’affermazione in modo che il momento economico risulti essere l’unico determinante, trasforma quel principio in una frase fatta insignificante, astratta e assurda. La situazione economica è la base, ma i diversi momenti della sovrastruttura – le forme politiche della lotta di classe e i risultati di questa – costituzioni stabilite dalla classe vittoriosa dopo una battaglia vinta, ecc. – le forme giuridiche, anzi persino i riflessi di tutte queste lotte reali nel cervello di coloro che vi prendono parte, le teorie politiche, giuridiche, filosofiche, le visioni religiose ed il loro successivo sviluppo in sistemi dogmatici, esercitano altresì la loro influenza sul decorso delle lotte storiche e in molti casi ne determinano in modo preponderante la forma.

    È un’azione reciproca tutti questi momenti, in cui alla fine il movimento economico si impone come fattore necessario attraverso un’enorme quantità di fatti casuali (cioè di cose e di eventi il cui interno nesso è così vago e così poco dimostrabile che noi possiamo fare come se non ci fosse e trascurarlo). In caso contrario, applicare la teoria a un qualsiasi periodo storico sarebbe certo più facile che risolvere una semplice equazione di primo grado.
    Ci facciamo da noi la nostra storia, ma, innanzitutto, a presupposti e condizioni assai precisi. Tra di essi quelli economici sono in fin dei conti decisivi. Ma anche quelli politici, ecc., anzi addirittura la tradizione che vive nelle teste degli uomini ha la sua importanza, anche se non decisiva. Lo Stato prussiano è nato e si è sviluppato anche per motivi storici, in ultima istanza economici. Ma sarebbe pressoché impossibile non cadere nella pedanteria affermando che tra i molti staterelli della Germania settentrionale proprio il Brandeburgo era destinato per una necessità economica e non anche per altri fattori (primo fra tutti il fatto di esser coinvolto, tramite il possesso della Prussia, con la Polonia e, attraverso questa, con tutta la situazione politica internazionale – la quale è certo decisiva anche nella formazione dei possedimenti privati della dinastia austriaca) a diventare quella grande potenza in cui si sarebbe incarnata la differenza economica, linguistica, e a partire dalla Riforma anche religiosa, tra nord e sud. Difficile sarebbe non rendersi ridicoli spiegando economicamente l’esistenza di ogni staterello tedesco del passato e del presente, o 1’origine della rotazione consonantica altotedesca, che ha fatto della barriera formata dalle montagne dai Sudeti al Tauno una vera e propria frattura che attraversa la Germania.
    Ma in secondo luogo la storia si fa in modo tale che il risultato finale scaturisce sempre dai conflitti di molte volontà singole, ognuna delle quali a sua volta è resa quel che è da una gran quantità di particolari condizioni di vita; sono perciò innumerevoli forze che si intersecano tra loro, un gruppo infinito di parallelogrammi di forze, da cui scaturisce una risultante – l’avvenimento storico – che a sua volta può esser considerata come il prodotto di una potenza che agisce come totalità, in modo non cosciente e non volontario. Infatti quel che ogni singolo vuole è ostacolato da ogni altro, e quel che ne viene fuori è qualcosa che nessuno ha voluto. Così la storia, quale è stata finora, si svolge a guisa di un processo naturale, ed essenzialmente è soggetta anche alle stesse leggi di movimento. Ma dal fatto che le singole volontà – ognuna delle quali vuole ciò a cui la spinge la sua costituzione fisica e le circostanze esterne, in ultima istanza economiche (le sue proprie personali o quelle generali e sociali) – non raggiungono ciò che vogliono, ma si fondono in una media complessiva, in una risultante comune, da questo fatto non si può comunque dedurre che esse vadano poste = 0. Al contrario, ognuna contribuisce alla risultante, e in questa misura è compresa in essa.
    (…)
    Del fatto che da parte dei più giovani si attribuisca talvolta al lato economico piú rilevanza di quanta convenga, siamo in parte responsabili anche Marx ed io. Di fronte agli avversari dovevamo accentuare il principio fondamentale, che essi negavano, e non sempre c’era il tempo, il luogo e l’occasione di riconoscere quel che spettava agli altri fattori che entrano nell’azione reciproca. Ma appena si arrivava alla descrizione di un periodo storico, e perciò a un’applicazione pratica, le cose cambiavano, e nessun errore era qui possibile. Ma purtroppo è fin troppo frequente che si creda di aver capito a fondo una nuova teoria e di poterne senz’altro fare uso non appena ci si sia impadroniti dei suoi principi fondamentali, e anche questo non sempre in modo corretto. E questo rimprovero non posso risparmiarlo neanche a qualcuno dei recenti “marxisti”, e ne è venuta fuori anche della roba incredibile. (…)”

    • Z. scrive:

      E’ sempre salutare ricordare che Marx è una cosa e il marxismo è una cosa diversa. Grazie 🙂

    • Peucezio scrive:

      Bontà loro…
      Una cosa ovvia, nel momento in cui si impone il dogmatismo opposto, diventa un’affermazione originale, quasi eretica.
      Il punto è che bisognerebbe capire qual è la struttura e quale la sovrastruttura, e se esiste una struttura e una sovrastruttura.
      Ciò non toglie che prima di loro si trascurava proprio l’importanza delle strutture economiche nei processi storici, ma per rimediare a questo bastava proporre nuovi modelli storiografici e sociologici, non c’era bisogno di elaborare un’ideologia politica e filosofica.

  62. Moi scrive:

    Un altro fenomeno antropologico di massa che, diciamo così, mi inquieta ma non mi sorprende è : empatia tendente a infinito, “brambilloide”- emotiva per gli animali “abbattuti” e … al tempo stesso, stessa gente, empatia tendente a zero, “singeroide”-speculativa per i feti abortiti !

    Ripeto: NON credo in Dio, eppur ci sento Puzza di Zolfo … e tanta !

  63. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “Veramente, soprattutto nelle città piccole, quello che si comporta da stronzo viene nel giro di poco ostracizzato dall’intera comunità.”

    La comunicazione umana non è fatta solo di tesi ragionate, come quelle che si espongono su questo blog. Da quando esiste la specie umana, la parola viene anche usata per esprimere degli affetti.

    Premesso che il fiato sul collo comunque non mi piace, c’è una bella differenza tra il controllo frammentato dei discorsi dei “tempi andati” e il controllo universale e capillare dei nostri tempi.

    E’ vero che nel paesino toscano, il maschio che non sparlava del prete e non bestemmiava veniva visto come poco maschio, e probabilmente faceva presto a capire l’antifona.

    Ed è vero che nello stesso paese, il confratello della Misericordia che sparlave del prete e bestemmiava imparava ugualmente presto a conformare.

    Ma dentro ciascuna sfera esisteva un’ampia libertà, anche per l’impossibilità fisica di alcun sistema di controllo trasversale: se il gruppo dei bestemmiatori era abbastanza solidale, il povero curato di campagna magari non veniva nemmeno a sapere degli sfoghi dei contadini contro di lui.

    E’ questo meccanismo che si è inceppato: abolita la comunicazione fisica/verbale tra esseri umani, al di fuori dell’Oltrarno :-), resta unicamente la comunicazione via tastiera.

    E in questa comunicazione, ogni essere umano deve controllare ogni singola espressione, cercando di capire dove soffia il vento del dominio planetario istante per istante, con infinite sottigliezze.

    In questo istante storico (che magari cambierà) si possono dire le cose spontanee che gli esseri umani da sempre dicono nei confronti dei comunisti, dei musulmani, dei fascisti, dei banchieri.

    Non si possono dire nei confronti degli omosessuali, dei ricercatori sugli animali (nuova categoria, scoperta solo adesso), dei ministri di pelle nera, degli ebrei.

    L’unico modo per sapere se puoi ancora dire qualcosa di spontaneo e viscerale – siamo mica tutti intellettuali – è provarci. O finisci con 50.000 “like” oppure licenziato.

    L’unica soluzione consiste nello sviluppare al massimo grado la sensibilità del servo, cioè saper intuire quali sono, momento per momento e in un clima in continuo mutamento, gli affetti che il dispositivo autorizza, anzi incoraggia.

    Dove il tuo censore non è più il contadino del podere accanto, ma persone potenti e lontane di cui devi intuire i desideri.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Siamo sicuri che esistesse questa “ampia libertà”?

      • Z. scrive:

        La libertà dei tempi antichi è come la beatitudine della povertà: la prima è lodata solo dai moderni, la seconda solo dai ricchi 😀

    • PinoMamet scrive:

      Sono d’accordo (mi sucso se intervengo io, anche se l’intervento è rivolto a Mauricius) tranne che per la frase finale.

      Il censore mi pare esattamente il contadino del podere vicino; cioè “l’amico” della pagina Facebook vicina.
      Se scrivi una cosa non controversa, avrai i “like”.
      Abbasso i tagli alla ricerca!! = like;
      Che bello il mio cane! = like;

      il problema è quando ci sono i cortocircuiti:
      Viva la ricerca, compresa la sperimentazione sugli animali!! = ehm…
      e qui cominciano gli insulti reciproci.

      ma tutti i rapporti umani sono così, in fondo. Certo, su FB non si può fare a botte.
      Ma come in tutti i rapporti umani, si finisce, di solito, per frequentare le persone con cui si va d’accordo.

      Capita di “aggiungere” anche persone che, si scopre, si trova odiose o sgradevoli; FB, previdente, offre una serie di opzioni (dal “blocco” totale fino al fatto, banale e comodissimo, di non ricevere i suoi aggiornamenti e non leggere perciò quello che scrive) per garantire la pacifica convivenza.
      In questo modo, cum grano salis, possono convivere, come tra i miei “amici”, vegani sfegatati e gente pronta a menare per difendere il diritto alla bistecca, iraniani atei e kurdi comunisti, fascistoni che amano Mattogno (uno) e riservisti dell’esercito israeliano, e così via.

      Certo, esistono le pagine pubbliche, come quella in cui ha postato la ragazza, e lì succede quello che succede nei posti pubblici.

      Di diverso da qualunque comunità umana, c’è il fatto che è più semplice “segnalare”, che è l’equivalente di “denunciare”: molto più facile, vero (trovo una pagina di gente che mi sta sul cazzo, che ne so, “picchiamo i negri”: la segnalo), ma è anche molto meno efficace (dopo tot segnalazioni, ai simpatici razzisti viene chiusa la pagina: ne aprono una nuova intitolata “meniamo i negracci”).

      Insomma, a parte le misteriose autorità di Facebook che accolgono e valutano le “segnalazioni”, che non ho capito bene chi siano, si tratta più che altro di controllo reciproco tra pari, esattamente come al tempo dei poderi.

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      “Non si possono dire nei confronti degli omosessuali, dei ricercatori sugli animali (nuova categoria, scoperta solo adesso), dei ministri di pelle nera, degli ebrei.”

      Pienamente d’accordo per il resto. La nuova categoria dei ricercatori sugli animali immagino sia uno scherzo. Ovviamente in questo caso ha giocato non la sperimentazione sugli animali in sé (la sensibilità mediatica va nel senso opposto), ma la malata cronica, cioè la “diversa”. Categoria che, al di là della sincera solidarietà che in questo caso tributo alla ragazza in questione, fa parte dell’albo ufficiale dei vittimi e delle vittime.

  64. Miguel Martinez scrive:

    Per chi dice che:

    1) io me la prendo solo con Repubblica

    2) i giornalisti se la prendono solo genericamente con “chi insulta”, non con gli animalisti…

    ecco il titolo sul Corriere della Sera:

    “Gli animalisti: «Puoi pure morire domani»

  65. Miguel Martinez scrive:

    Un esempio affascinante poi della logica dei nostri tempi.

    Almeno secondo i giornalisti (parole identiche su Corriere e Repubblica, alla faccia del “nostro inviato”):

    ” spiega la ragazza che con due video risponde a chi la attacca e lancia un appello a Partito animalista europeo, Lega antivivisezione (Lav) e Michela Vittoria Brambilla, affinché si dissocino dagli auguri di morte e prendano provvedimenti. “

    Cioè, il Partito animalista europeo (mai sentito), la storica Lav e Michela Vittoria Brambilla, che conosco vagamente come un’oca di Forza Italia, dovrebbero “prendere provvedimenti”.

    Cioè dall’alto del Posto di Commando dell’Organizzazione Animalista, i tre comandanti dovrebbero dire alla soldatessa/impiegata Giovanna che ha violato il suo contratto o il suo giuramente di fedeltà e quindi espellerla dall’animalismo.

    Come al solito, il problema non è la Caterina, di cui non so nulla, ma il mondo ideologico implicito nelle parole che i media le attribuiscono.

  66. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius Tarvisii

    “Siamo sicuri che esistesse questa “ampia libertà”?”

    Credo che la storia dell’Inquisizione, al di fuori dei casi di noti intellettuali, lo dimostri: l’enorme difficoltà che ha incontrato la Chiesa nel rendere performante il mondo contadino, nel riuscire a coglierne i sussurri, le voci e i segreti e instillare il terrore.

    In Messico, l’Inquisizione ci provò brevemente, e alla fine rinunciò, limitandosi a colpire bersagli più facili come le pubblicazioni clandestine protestanti o illuministe.

    Rendendosi anche abbastanza sgradito nel processo, a differenza di Mark Zuckerberg.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      L’Inquisizione non c’entra nulla con la morale collettiva: la Chiesa nella cosiddetta società cristiana era una forza che comunque cercava di introdurre principi, valori e comportamenti che NON appartenevano ai mores locali.
      Anni fa raccontavi la storia del paese messicano che aveva bandito i protestanti e avevi colto l’occasione per parlare delle decisioni all’unanimità. Ecco, l’esistenza dell’unanimità (che, nelle società avanzate, esiste solo in Corea del Nord…) è la prova dell’inesistenza della libertà di dire e fare ciò che ci pare: certo, si è liberi nel campo del lecito o del moralmente indifferente, ma quando si entra nel campo di ciò che non è gradito alla comunità, ecco che le libertà scompaiono e si è improvvisamente “unanimi”. Ovvero, censura/autocensura del pensiero divergente.

  67. Miguel Martinez scrive:

    Se vogliamo essere razzisti nei confronti dei “cretini” e augurarcene lo sterminio per licenziamento, diciamo che oggettivamente non stanno da una parte sola.

    Una persona che decide di fare un’affermazione polemica, peraltro non particolarmente ragionata, su un forum senza decidere di chiuderlo prima, e poi si rivolge alla polizia postale quando scopre che non tutti le fanno “I like”…

    Oltretutto in un momento poco indicato, se – come leggiamo –

    “A parlare è la madre: “E’ un momento difficile, abbiamo un sacco di cose da fare e certo questa vicenda non facilita le cose”. Ma la storia è ormai in prima pagina, e l’hashtag #iostoconcaterina è nei trending topics di twitter.”

    Noi non siamo “cretini”, cioè siamo persone che stanno attentissime a tutto ciò che scrivono e cercano di affilare i loro ragionamenti ben bene, esprimendo il minimo possibile di emozioni e fatti personali e calcolando le conseguenze potenziali delle nostre parole, per noi e per le generazioni future.

    Posso essere d’accordo che chi non fa così è un cretino.

    Ma in quel caso, i cretini non sono da una parte sola.

  68. Miguel Martinez scrive:

    Per Lanzo…

    riguardo ai casi che citi, intervengo solo in merito all’omicidio del militare britannico, invitandoti – se sei anglofono – a leggere questo articolo:

    http://www.theguardian.com/uk-news/2013/dec/05/woolwich-murder-trial-lee-rigby-target-adebolajo

    E’ tra l’altro un esempio della straordinaria differenza tra il giornalismo anglosassone e quello fognario italiano.

    • lanzo scrive:

      Caro Miguel, sono anglofono ed ho letto tutti quello che c’era da leggere e vedere.
      Qualcuno ha voluto “accoglierli” purtroppo chi ci va di mezzo e’ la persona normale, come le vittime del picconatpre ghanese o del pugile ucraino che ha massacrato questa povera filippina venuta in Italia per migliorare la sua situazione e non parliamo di quel simpatico assassino 3 omicidi, 3 donne sparate in faccia – uscito in licenzia premio ! In Messico o nelle Filippine (ove vivo da anni) la polizia lo avrebbe arrestato, detto che voleva levare la pistola al poliziotto e lo avrebbero fatto fuori per legittima difesa. Caso chiuso.

  69. Miguel Martinez scrive:

    Comunque, rilassatevi tutti…

    Il Dispositivo Mediatico ha deciso:

    Michael Schumacher, che tutti credevano ormai fuori gara, fa una rimonta incredibile e caccia Caterina e il pesciolino di Giovanna, assieme ovviamente a Letta (cognome), dalla pole position!

  70. paniscus scrive:

    Giusto per ridimensionare quanto c’entrino “gli animalisti” con gli urlatori da facebook denunciati in questa circostanza:

    http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2013/12/30/nazi-patacche-gli-insulti-a-caterina/

    L.

    • Z. scrive:

      Lisa, a me pare che questa toppa sia decisamente peggiore del buco, dato che fornisce discreti argomenti per sostenere che certi “ragionamenti” si estendano ben oltre i cinquecento simpaticoni citati nel famoso articolo.

      Per cominciare, mi risulta che la vivisezione in Italia non si pratichi più da molti anni. Mi pare anche che l’animalista-blogger, che non perde l’occasione per punzecchiare e provocare una persona malata vittima di una simpatica aggressione mediatica, non ne sia a conoscenza. La cosa mi stupisce, anche se non dovrebbe (non mi stupisce invece che una legge del genere, tesa a ostacolare la ricerca scientifica, sia uscita da un parlamento come quello italiano, perché ogni popolo ha la classe dirigente che merita).

      Poi il fatto che quattro di loro (su diverse centinaia) non abbiano collegamenti sulla propria pagina FB ad associazioni animaliste sarebbe una prova di qualcosa?

      Infine, l’immancabile “escludendo a priori che possa trattarsi di mestatori” mi ricorda le peggiori patacche del movimentismo italiano, dalle “Brigate sedicenti Rosse” ai “poliziotti travestiti da manifestanti che bruciano bandiere americane” ai “camerati travestiti da compagni”.

      Yawn.

      Z.

      • Z. scrive:

        NB: la legge a cui facevo (poco chiaramente) rierimento è quella citata nell’articolo di Margherita d’Amico, che dubito sarà di aiuto alla ricerca scientifica in Italia. Ben venga il suo stravolgimento.

  71. lanzo scrive:

    @ Z
    No. la tua cultura non e’ affatto, rasoterra E chiudo qui.

  72. Miguel Martinez scrive:

    Per Lanzo

    “i cuccioli dei politici hanno aperto le porte alla feccia araba, bengalina, musulmana – tanto loro stanno nei loro castelli…
    E la merda ce la mangiamo noi.”

    Qui esiste libertà di commenti sessisti, razzisti, di apologia del cannibalismo e di qualunque altra tesi, purché non noiosa.

    Però i sostenitori delle suddette tesi devono accettare che gli si risponda con argomenti.

    Ora, nel tuo commento vedo due cose che in sé non sono necessariamente coincidenti:

    1) un discorso critico sull’immigrazione

    2) un astio personale che emerge nei termini “feccia” e “merda”.

    Non abbiamo nulla contro l’astio, e nemmeno contro l’odio, che è una sana emozione umana. Il problema è che, quando c’è, oscura la comunicazione razionale, e quindi rende difficile discutere di quello che è apparentemente il punto vero del discorso.

    Vuoi che discutiamo, o vuoi semplicemente sfogarti e la chiudiamo lì?

    • Tortuga scrive:

      “Non abbiamo nulla contro l’astio, e nemmeno contro l’odio, che è una sana emozione umana.”

      Non so dove Miguel lo abbia imparato (e sono siempre molto curiosa dei suoi equilibri interni, di cui se potessi riuscirci farei un copia-incolla senza esitazioni), so che io li provo (astio, odio, e compagnie belle) ed allo stesso tempo provo astio e odio verso l’astio e l’odio (e compagnie belle).

      Volevo aggiungere qualcos’altro ma strada facendo me lo son scordato.

      • PinoMamet scrive:

        Tortu’, tra parentesi:

        va bene le mie curiosità e il mio percorso che, boh, ti terrò aggiornata 😉
        ma su queste cose (accettazione della propria natura umana, equilibri interni) il pensiero buddhista vince sempre 100 a zero, nun ce so’ cazzi 😉

        purché sia vero pensiero buddhista: perché se conoscodelle persone squilibrate e dalle idee malate, sono proprio quelle che frequentano quei gruppetti della soccagaccai o comese chiama 😉
        gente proprio strana forte, del tipo “se reciti la tal cosa davanti al tempietto portatile (non ricordo come si chiama) allora si avverano i tuoi desideri, tu per esempio cosa desideri?”
        “che muoia mio marito!”
        “ecco, allora dai, mettiti a recitare e vedrai che succede…”

      • Tortuga scrive:

        “ma su queste cose (accettazione della propria natura umana, equilibri interni) il pensiero buddhista vince sempre 100 a zero”

        Non lo so, non lo so, in fondo anche nel pensiero buddhista c’è che astio e odio conducono nei regni inferiori del samsara e le belle emozioni invece nelle meraviglie delle terre pure, o qualcosa giù di lì … insomma non è che un invito a reprimere non lo percepisco.

        Cmq sto in un periodo confuso e non c’ho le idee chiare su niente.

        • PinoMamet scrive:

          Io le ho sempre intese cose: astio e odio alla lunga ti fanno stare male, prenderla con calma ti fa stare meglio.

          Ma sono notoriamente un semplicione 🙂

        • Tortuga scrive:

          Tu sei un pacifico pacioso di natura.
          E’ come dici, ma questo prendersela con calma che fa stare meglio non è siempre così semplice da realizzare.
          Non è che uno astio e odio se li va a cercare, alle volte proprio ti invadono, oppure emergono dal profondo ma non è che quella mattina ti sei svegliato e ti sei detto “oh, che faccio oggi? mi intrattengo con un po’ di astio e odio, tanto per cambiare che sennò m’annoio” … e (scusate la battuta volgaruccia) sò cazzi!
          Quando provi affetti positivi li puoi esprimere, quando provi quelli negativi non puoi, il che ti fa incazzare ancora di più 😀

        • PinoMamet scrive:

          Ma sai che credo che tu sia la prima che mi trova pacifico di natura?
          😉

          Mi fa piacere, ma i miei amici potranno confermarti che l’odio e l’astio li esprimo, eccome se li esprimo… 😉

          è che ogni tanto vanno espressi, perché quanno ce vo’ ce vo’.
          Secondo me pure Buddha qualche urlaccio lo cacciava, ogni tanto.

        • Tortuga scrive:

          Mah, secondo me quando un po’ ti irriti però ti scindi, ovvero una parte di te guarda alla cosa come se l’altra recitasse.

          Del Buddha sai che c’era una pagina in cui uno aveva raccolto – tratte dal canone – una raccolta di sue espressioni di “disappunto” molto raffinate, colorite, ma affatto lievi 😉
          Peccato che non l’ho tenuta e mò vai a ritrovarla!

        • Z. scrive:

          Al fat l’è che l’oman
          l’a bsogn ed sfughès
          piotost che tnir dantar
          l’è mei scancarèr!

          – A. Mingardi, Socc’mel

        • Tortuga scrive:

          – va bene le mie curiosità e il mio percorso che, boh, ti terrò aggiornata 😉 – (Pino)

          Cmq sai che i tengo un equilibrio sul fil di lama fra la mie esigenze di non essere indiscreta e le mie (purtroppo intrusive) curiosità 😀
          (sgrunt! che stai combinando?!! 😉 )

      • Marcello Teofilatto scrive:

        “Vuoi prendere commiato dalla tua passione? Fallo pure, ma senz’odio per essa! Altrimenti hai una seconda passione” (Friedrich Nietzsche). 🙂
        Buon 2014 a tutti i lettori del blog.
        Marcello Teofilatto

    • lanzo scrive:

      No caro, quello andato in licenza premio e’ italianissimo ed ha sparato in faccia a 3 donne – for sure – magari pure qualcun’altra e non lo sappiamo. Non e’ feccia ?
      per il caso di Londra li hanno chiamati “hackers” cioe mutilatori, squartatori come ti pare, evitando di usare la parola poco P.C. che comincia con N, ma quando vai su you tube ti rendi conto che non sono finlandesi.
      Non faccio un discorso di colore di pelle, altrimenti non avrei menzionato l’ucraino probabilmente piu’ bianco di me e il criminale italiano.
      Poi se tu vuoi considerarli, NON feccia ma cosa allora ? – sei tu il padrone del blog e li puoi definire “risorse” come va di moda. La merda e’ riferita a chi poi se la deve mangiare, ripeto chi vive nei palazzi del potere , gira con la scorta manco se ne accorge, non verranno mai presi a picconate in testa dal ghanese o massacrati a pugni dal pazzo ucraino. Tutto qua.

  73. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Lisa, a me pare che questa toppa sia decisamente peggiore del buco, dato che fornisce discreti argomenti per sostenere che certi “ragionamenti” si estendano ben oltre i cinquecento simpaticoni citati nel famoso articolo.”

    Per nulla.

    Apre un nuovo fronte: quello dei troll.

    Un piccolo esempio, di cui ce ne saranno a decine di migliaia in rete.

    Io conosco un gruppo di persone che proviene dai newsgroup e agisce sui blog (non ho idea cosa facciano su Facebook), persone tutte laureate e con una discreta cultura informatica, il cui massimo divertimento consiste nel fare delle “gite” nei blog altrui, ovviamente anonimamente, riempiendo di insulti persone fragili – una malata terminale per loro sarebbe il massimo godimento.

    Questa gente ci lascia in pace qui, per il semplice motivo che io ne conosco nomi e cognomi; loro non sono il massimo dell’eroismo e io non sono sempre il massimo della bontà; ma giocano altrove, dove trovano una persona che risponde in maniera concitata e confusa.

    Lo stile di questo gruppo particolare di troll – che poi si moltiplicano inventando pseudonimi vari – è piuttosto intellettuale, e non credo che si tratti di loro, nel caso di Caterina.

    Ma all’estero ci sono stati numerosi casi in cui una ragazzina considerata un po’ oca è stata trollata, letteralmente, a morte. Le ragazzine in questione erano certamente delle “cretine” secondo i criteri di qualcuno, ma i loro troll non lo erano.

    E non vedo nulla di strano che un branco di gente simile si diverta tremendamente a prendersela con una malata terminale.

    Non sto dicendo che quelli che hanno litigato con Caterina siano troll; semplicemente, prima di scrivere “animalisti minacciano” ecc., i giornalisti (non certo la povera ragazza) avrebbero potuto controllare con chi avevano a che fare.

    • Z. scrive:

      Miguel, non metto in dubbio le tue esperienze. Come ho detto prima, ognuno di noi ha esperienze diverse e siamo qui anche per metterle a confronto.

      Ma sostenere che, dato che alcune di queste persone (quattro su diverse centinaia, se ho ben capito) non avessero messo collegamenti nella loro pagina personale a siti web di associazioni animaliste, allora si tratta di centinaia di troll – beh, è un ragionamento che prova troppo. Che ricorda quelli degli “infiltrati fascisti alle manifestazioni”, cui viene data la colpa di tutto quello che un “compagno” mai avrebbe osato fare.

      Peraltro neanche sui troll è bene generalizzare: noi abbiamo R&T, ad esempio, che si è sempre comportato in modo diverso.

      Infine la signora Margherita d’Amico, nobile scrittrice di nobile discendenza (fare sempre attenzione al “de” minuscolo: i nobili ci tengono molto), in quell’articolo davvero imbarazzante:

      1) diffonde – mi auguro in buona fede – notizie false, lasciando intendere che la vivisezione sia pratica attuale in Italia. Naturalmente si guarda bene dal fornire notizie su chi e dove praticherebbe la dissezione di animali vivi;
      2) tira fuori l’argomento “ma lei sacrifichierebbe il suo cagnolino?”, che è un argomento tanto cialtronesco – e per così tanti motivi diversi – che offenderei la tua intelligenza e la tua cultura a spiegare perché;
      3) fa propaganda ad una legge che è stata pensata per rincorrere l’emotività acefala dei più estremisti tra gli animalisti.

      Io non ci vedo molto da salvare, ma naturalmente ognuno la vede a modo suo.

      Z.

      PS: Per inciso, il termine “nazi-animalisti” sta proprio a significare che non si tratta di animalisti qualsiasi, ma di animalisti particolarmente esaltati ed estremisti. E’ impreciso? Può darsi. Ma io non sono uso bacchettare sulle dita chiunque si azzardi a dire “affitto” intendendo canone o locazione, e “affittuario” intendendo conduttore. Così come Ritvan non bastona chi chiama “mucca” l’animale correttamente definito vacca.

    • Z. scrive:

      Per capirsi,

      quello nel secondo paragrafo non è il tuo ragionamento, è quello della signora d’Amico.

  74. lanzo scrive:

    @ Francesco,
    con sollievo vedo che c\’e; qualcun0 che 2 cosette le sa
    In Svezia ed America, Canada compreso come ovviamente sai, facevano le stesse cose poi demonizzate sucessivamente perche fatte da altru fino a ieri amici e compagni di merenda.
    Non faccio parte ne\’ di albe dorate o case Pound.
    Purtroppo attualmente qui crolla tutto e non c\’e\’ piu\’ un riferimentp politico, se sono un “esodato” a chi mi devo rivolgere ? Il perseguitato da Equitalia ? Ma lo sai quanti pagano Equitalia balzell non dovuti ? E la Magistrartura fa finta di ninte.
    idestra/snistra ( mi fa pensare a Gaber se sei di sinistra fai la doccia| sono inciuciati ed interessati solo a mantenere i loro privilegi, Tanto con quello che hanno rubato e rubano, staranno tranquilli per 7 generazioni, NOI pero\’ siamo gia\’alla fame.

  75. Miguel Martinez scrive:

    Per Tortuga

    ” so che io li provo (astio, odio, e compagnie belle) ed allo stesso tempo provo astio e odio verso l’astio e l’odio (e compagnie belle)”

    Una sintesi meravigliosa, questa volta la condivido e la firmo io!

    Ai laic!

  76. Miguel Martinez scrive:

    Sempre per Tortuga

    “Non so dove Miguel lo abbia imparato”

    Da qualche parte in mezzo, tra Città del Messico e l’Oltrarno.

    In mezzo al mare, praticamente, dove di notte si vedono i pesci fosforescenti e si sente il sale sulle mani.

  77. Miguel Martinez scrive:

    Per Lanzo

    “Provenendo da Roma (che non amo) Firenze mi ha fatto semore l’impressione del paesino, cittadina”

    Anche a me, e questo è il motivo per cui ci sono affezionato.

    Non bisogna confondere i luoghi con le loro aure – e infatti, mentre sono ben cosciente di assillarvi in maniera noiosissiama a raccontarvi della gente che bazzica Via del Leone, non mi sembra di rompervi le scatole con Lorenzo il Magnifico.

    Però c’è qualcosa di molto bello nel fatto che il grande affresco di Bollo, pugile, comunista, tifoso della Lebowski che perde tutte le partite, amante di cani, sia così vicino al tabernacolo dipinto dal Giottino, che non era mica il Giotto, ma solo e forse e non si sa, il suo figliòlo bastardo.

    Le due immagini sono in qualche modo sullo stesso piano, per cui non si vedono tra di loro, ma li vede il vecchio Patriarca, seduto di diritto sulla sua sedia, che veglia non solo su entrambi, ma anche su tutti i piccoli drammi che avvengono in Piazza Tasso, che per me vale molto di più di altre piazze, assai più note.

    E’ lì che i secoli si possono capire, non nella cultura.

  78. Miguel Martinez scrive:

    Per Mauricius

    “Anni fa raccontavi la storia del paese messicano che aveva bandito i protestanti e avevi colto l’occasione per parlare delle decisioni all’unanimità. Ecco, l’esistenza dell’unanimità (che, nelle società avanzate, esiste solo in Corea del Nord…) è la prova dell’inesistenza della libertà di dire e fare ciò che ci pare”

    Uno, non nego affatto che anche nei villaggi messicani ci siano forme pesanti di conformismo. Il problema che ponevo era un altro: cioè che per la prima volta nella storia umana, abbiamo un conformismo funzionante imposto dall’alto, e quindi si realizza il sogno dell’Inquisizione.

    Due, l’unanimità lo pratichiamo anche noi nell’Oltrarno, proprio come nei villaggi messicani.

    Recentemente, abbiamo rinunciato a prendere posizione su una questione importantissima, perché non erano tutti d’accordo. E per arrivare al non accordo, ci abbiamo messo un sacco di giorno di discussioni.

    L’alternativa all’unanimità è il leninismo, il so tutto io con la barba a punta che decide chi espellere e chi salvare.

    Perché le decisioni sono sempre una scommessa, che può essere benissimo sbagliata; sappiamo invece che dovremo convivere, vita natural durante, con la persona con cui quella volta non eravamo d’accordo. E bruciarci un rapporto del genere, per una semplice scommessa, non vale la pena.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Che differenza c’è per me tra il conformismo che mi impone un’autorità superiore e quello che mi impongono dei miei pari? Direi nessuna, perché i miei pari di fatto costituiscono l’autorità superiore (la “comunità”) che mi detta la propria legge senza nessun limite.
      Questo ammesso e non concesso che gli internauti di cui parliamo abbiano violato una regola imposta da un’autorità superiore. Ma io non lo concedo: da almeno vent’anni (prima non ero cosciente) sono considerate cose molto sgradevoli augurare ad un ammalato grave la morte o insultarlo facendo riferimento alla sua malattia. E’ una regola di convivenza decisamente approvata dai consociati e non mi sembra che l’abbiano inventata l’altro giorno i giornalisti di Repubblica (che, anzi, questa volta vivono della suddetta regola: vendono la notizia proprio perché la regola sociale esiste).
      Questa volta parliamo proprio degli umori profondi della popolazione, conoscibili e conosciuti. Chi oggi sostiene di ignorare la loro esistenza affermata e la loro generale osservanza domani potrebbe stupirsi del biasimo sociale nei confronti di chi pesta le vecchiette.

  79. Miguel Martinez scrive:

    Per Tortuga

    “Oh cosa ci facevi tu in mezzo al mare di notte?!”

    beh, questa mi sembra mostruosamente ovvia, no?

    Viaggiavo da un continente all’altro su una nave merci.

    Vabbe’, ero piccolo e non ero mai salito su un aereo.

  80. Miguel Martinez scrive:

    Per Tortuga

    “Quando provi affetti positivi li puoi esprimere, quando provi quelli negativi non puoi, il che ti fa incazzare ancora di più”

    Esatto.

    Forse la soluzione consiste in questo: sapersi dire, “potrei spaccare il mondo dalla rabbia, non c’è niente di male, però fa un po’ ridere, vero?”

    • Tortuga scrive:

      Ci metto del tempo, non riesco ad andare in contemporanea.
      Per esempio oggi ripensavo a quando io e Ritvan ci siamo scazzati … etc. etc. … e sono scoppiata a ridere, soprattutto perché quando lo leggo, sono felice di vederlo, il che rende tutto ancora più ridicolo. Però è passato del tempo, adesso che mi ripenso ad allora mi dico “ma quanto ero scema!” e rido, ma a quel momento mica ridevo. Mi devo velocizzare 😉

    • Tortuga scrive:

      C’è poi questo aspetto singolare che ci si affeziona alle persone con cui si litiga molto, che è una meccanica su cui mi interrogo nelle relazioni fra nemici (parlo di grandi nemici in grandi conflitti). Chissà?! Boh!

      • Ritvan scrive:

        —–C’è poi questo aspetto singolare che ci si affeziona alle persone con cui si litiga molto, che è una meccanica su cui mi interrogo nelle relazioni fra nemici (parlo di grandi nemici in grandi conflitti). Chissà?! Boh! Tortuga—–

        Si chiama “sindrome di Stoccolma”…:-)

        Ciao e buon Anno Nuovo!

  81. lanzo scrive:

    Assolutamente d\’accordo e quello che hai detto mi fa strizzare il culo dalla paura, leggiti o sentiti su you tube La vita dell’omo\ di G.G. Belli, poi mori e vai all’inferno, ma l’inferno non sara\’ che ti ritrovi a vivere un\’altra vita di merda o meno ? , anche se sei ricco o privilegiato i dolori te li prendi sempre, vero, meglio piangere in una Rolls Royce che in una 500 – ma rimane il fatto della condizione umana. E il nostro IO, anima magari – spero di no – va avanti forever senza naturalmente alcuna memoria delle vite passate ? Condannati a soffrire per l’eternit\’ ? Naturalmente se uno e’ uno psicopatico magari, non soffre tanto… in questa vita, ma poi magari GW Bush verr\’ reincarnato nel corpo di quella ragazzina di 15 anni del Bangladesh che per tirarla fuori dalle macerie gli hanno dovuto amputare le gambe, ma a parte Blair/Bush/Kissinger e pochi altri, siamo normali persone umane ed abbiamo empathy, pero’ alla fine ? Non si sa che fine faremo.

  82. lanzo scrive:

    Agghiacciante, d’accordo e quello che hai detto mi fa strizzare il culo dalla paura, leggiti o sentiti su you tube La vita dell\’omo\\ di G.G. Belli, poi mori e vai all\’inferno, ma l\’inferno non sara\\\’ che ti ritrovi a vivere un\\\’altra vita di merda o meno ? , anche se sei ricco o privilegiato i dolori te li prendi sempre, vero, meglio piangere in una Rolls Royce che in una 500 – ma rimane il fatto della condizione umana. E il nostro IO, anima magari – spero di no – va avanti forever senza naturalmente alcuna memoria delle vite passate ? Condannati a soffrire per l\’eternit\\\’ ? Naturalmente se uno e\’ uno psicopatico magari, non soffre tanto… in questa vita, ma poi magari GW Bush verr\\\’ reincarnato nel corpo di quella ragazzina di 15 anni del Bangladesh che per tirarla fuori dalle macerie gli hanno dovuto amputare le gambe, ma a parte Blair/Bush/Kissinger e pochi altri, siamo normali persone umane ed abbiamo empathy, pero\’ alla fine ? Non si sa che fine faremo.

  83. PinoMamet scrive:

    “di quel simpatico assassino nostrano, albeit terrone”

    ma tu non eri romano?

  84. Miguel Martinez scrive:

    Per Lanzo

    Grazie per aver condiviso la storia del cane.

    Per quanto riguarda la “feccia” ecc., non avevo capito che ti riferivi solo ai tre casi particolari che avevi citato, pensavo che il riferimento fosse all’immigrazione di arabi, bengalesi e musulmani in generale. Ero stato tratto in inganno dal fatto che nessuno dei personaggi da te citato fosse arabo o bengalese.

  85. Guido scrive:

    Diciamoci la verità: la quasi totalità tra noi ha pochissima dimestichezza con quello che immaginiamo sia lo “stato di natura”: questo viene rappresentato di volta in volta come passato animalesco da cui fuggire orripilati o, al contrario, come bucolico paesaggio a cui romanticamente abbeverarsi, per poter successivamente tornare rinfrancati all’ordinaria routine da mansueti animali da batteria.

    Vorrei dire la mia sul cosiddetto “caso Caterina”: di questo ciò che mi incuriosisce maggiormente è quanto resta in ombra, nascosto dalla fuffa e dalla caciara che l’infosfera palesa sempre più frequentemente.

    Si tratta dell’ennesimo finto dibattito con cui si balocca e si intrattiene la nostra coscienza di addomesticati cittadini occidentali del XXI secolo. Sebbene qualcuno dia mostra di compiacersi nell’indossare panni da Rambo o da Peter Pan, la situazione in cui viviamo e che a me sembra evidente, se la si vuole vedere, è quella di polli d’allevamento che difficilmente potrebbero sopravvivere senza avere alle spalle un intero sistema centralizzato che li nutre, li cura e li intrattiene, formandoli così nel corpo e nello spirito. Le grida e le isterie che si levano da quelle arene fintamente interattive che sono gli open media e i social network sono dunque interessanti, non tanto per le presunte verità che vi sarebbero esposte, ma perché sono manifestazioni di un vero e proprio psicodramma che ci coinvolge un pò tutti e che ben si sintetizza nell’argomentazione risolutiva “cederebbe, Caterina, la sua Illy (la sua simpatica cavia da compagnia) alla vivisezione?”.
    (Vedi: http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2013/12/30/nazi-patacche-gli-insulti-a-caterina/)

    La risposta è implicita ed è quasi superfluo aggiungervi altro: non esiste un criterio oggettivo per decidere chi merita di vivere o di morire.
    Si tratta semplicemente di visioni dettate da una messa a distanza tra sé e l’altro da sé. C’è poco altro da dire: razzismi, specismi, sessismi e quant’altro trovano la proria scaturigine in questo dispositivo mentale dai molteplici, performanti e devastanti effetti

  86. Tortuga scrive:

    “solitamente non commento visto spesso la cultura dei partecipanti – molto superiore alla mia” (Lanzo)

    Ci vorrebbe uno smiles con l’occhio stralunato.
    Se questo dovrebbe essere il criterio allora io me ne dovrei proprio annà e nun ce dovrei mai stata èsse.
    Ogni byte e codicillo di questo blog conosce il mio grado di ignoranza (na cosa da paura) tutti gli amici qui m’hanno sgamato da un pezzo, e non parliamo di chi ci lurka 😀
    Questo è l’unico luogo telematico in cui non mi sento a disagio perché sono ignorante in mezzo in molti casi devo dire onestamente si, a persone colte.

    Purtroppo il problema delle relazioni web è questo:
    nella realtà si farebbero cose insieme, nel web si parla, e di cosa si parla? la cultura parlabile in una gran quantità di casi diventa indispensabile per relazionarsi … ma anche no … (non sono convinta del discorso che sto facendo e di dove va a parare, ci devo ripensare su 😉 )

  87. Moi scrive:

    @ GUIDO / LISA

    L’ empatia per chi è diverso, anche molto diverso, NON è certo da condannare … ma la norma (!) dell’ empatia, non dovrebbe essere per chi ci è simile ?!

  88. Tortuga scrive:

    Per gli amanti della linguistica e delle parole singolari:

    stranguglione
    pitizzare
    compicciare

  89. Moi scrive:

    Stano per scrivere che, in effetti, “stranguglione” mi sa di dialetto “nostrano” italianizzato,
    tipo “simitone” … conoscete, no ?

  90. Miguel Martinez scrive:

    Per Tortuga

    “pitizzare”

    Trasformare la farina in pita, cibo base dei Rom kosovari.

  91. Miguel Martinez scrive:

    Per Tortuga

    “Purtroppo il problema delle relazioni web è questo:
    nella realtà si farebbero cose insieme, nel web si parla, e di cosa si parla? la cultura parlabile in una gran quantità di casi diventa indispensabile per relazionarsi … ma anche no”

    Verissimo.

    Comunque ci sono due piani diversi di comunicazione “culturale”, entrambi perfettamente leciti su questo blog:

    1) il piano un po’ di gioco, dove si parla di qualcosa che magari pochi conoscono, perché finalmente si trova qualcuno con hobby simili: tipo, storia medievale della Moldavia oppure la differenza tra la pronuncia della “r” albanese e quella serba. Sono piccole nicchie di conoscenze che abbiamo, altri sapranno esattamente quale sia la stagione migliore per piantare le camelie. Magari le stesse persone non sanno nulla di storia medievale coreana, delle classificazioni delle lingue della Nuova Guinea o della stagione per piantar patate (quella la so io, almeno per quanto riguarda l’alta Val Marecchia!).

    2) il ragionare sui tempi che stiamo vivendo, che richiede in realtà più capacità di riflettere che “cultura” in senso scolastico. Mi sembra che tutte le diverse posizioni che sono emerse in questa discussione che abbiamo fatto in questo post (su Facebook, giornalisti, ecc.) siano perfettamente comprensibili a una “persona intelligente che ha solo il diploma di terza media”, per definire una categoria immaginaria.

    • Z. scrive:

      MM,

      — Mi sembra che tutte le diverse posizioni che sono emerse in questa discussione che abbiamo fatto in questo post (su Facebook, giornalisti, ecc.) siano perfettamente comprensibili a una “persona intelligente che ha solo il diploma di terza media”, per definire una categoria immaginaria. —

      Forse qualche anno fa avrei avuto un’opinione precisa in merito, ma se devo essere sincero ora non ne sarei più sicuro. Mi rendo conto ogni giorno di più che le persone sono troppo diverse e troppo complesse perché io le possa capire.

      Forse è solo che sto invecchiando, e com’è inevitabile sto perdendo colpi 😀

  92. Miguel Martinez scrive:

    Sempre sulla differenza tra relazioni visive/fisiche e relazioni virtuali…

    Oggi esco a prendere l’acqua al fontanello, e mi scambio gli auguri con:

    1) la cartolaia di Via Sant’Onofrio

    2) Nadia che sta ripulendo il passeggino dal vino Bolgheri che aveva comprato per festeggiare il Capodanno, solo che il passeggino si è ribaltato, mentre un bambino di passaggio mette il dito nella pozza di vino per terra e se lo lecca, e io approfitto di tutto ciò per darle la tessera dell’associazione (la n. 24 del 2014, che per il 31 dicembre dell’anno prima non è male)

    3) “Giulia” che sta pulendo la strada davanti alla Rosticceria Casalinga, come si chiama il takeaway cinese di “Giulia” che non si chiama affatto Giulia ma Yu

    4) le due incredibili e sempre sorridenti signore di una certa età che vivono in una specie di dormitorio e si tingono i capelli, l’una di verde e l’altra di rosso

    5) Maria, che magari ci rifarà gli auguri qui 🙂

    6) Chiara, età cinque anni, che ha una capigliatura più grossa di lei, con tutta la famiglia, vengono dall’Etiopia

    7) Il fruttivendolo che espone la bandiera dei Bianchi

    8 ) la mamma giapponese di cui mi dimentico sempre il nome, sposata con un italiano

    9) il babbo del Pignone che porta sempre in giro il ragazzino autistico figlio della geniale ragazza keniota, che ti fa piegare in due dalle risate quando racconta della sua infanzia in uno slum di Nairobi

    E tre o quattro altri, che nemmeno mi ricordo…

    Poi si torna a discutere qui, giustamente.

  93. Moi scrive:

    Dài, Miguel :

    senza (!) googlare, cosa saranno mai i “simitòn” /”simitoni” ?

    … Avrai mica più difficoltà con idiomi che stanno all’ opposto dell’ Appennino che non all’ opposto del Mediterraneo o dell’ Atlantico ?! 😉

  94. mirkhond scrive:

    “Giulia” che sta pulendo la strada davanti alla Rosticceria Casalinga, come si chiama il takeaway cinese di “Giulia” che non si chiama affatto Giulia ma Yu

    Questo è un aspetto interessante, che mi fece notare già molti anni fa un mio amico innamorato della Cina.
    E cioè l’italianizzazione dei propri nomi che i cinesi d’Italia fanno.
    Ma mi chiedo se i nomi italiani siano davvero l’equivalente cinese, o sono scelti così a caso, magari per qualche somiglianza fonetica tipo Yu/Giulia.
    Infine mi piacerebbe sapere se esiste un dizionario in cui siano spiegati i significati dei nomi giapponesi e coreani.
    Almeno di quelli degli eroi degli anime, che così capirei se gli equivalenti occidentalizzati coincidano con i nomi autentici, oppure sono messi a casaccio…..

    • Roberto scrive:

      I nomi giapponesi non hanno nulla a vedere con i nostri
      Chessò aiko viene da ai (amore) e ko (bambino) o hanako da hana (fiore) e ko.
      Sono due nomi femminili

      • mirkhond scrive:

        Cioè è impossibile italianizzarli?
        Dunque i nomi occidentalizzati dei protagonisti degli anime della nostra infanzia, sono stati messi a casaccio?
        Ad esempio Hikaru/Venusia, che lo letto non so dove che vorrebbe dire luce.
        Dunque Hikaru dovrebbe essere Lucia?

      • mirkhond scrive:

        Cioè dovrebbero corrispondere ad “Amoruccio” e “Fiorellina”, giusto Herr Ruprecht?

        • mirkhond scrive:

          Mi riferivo ai nomi giapponesi Aiko e Hanako.
          L’Aiko coprotagonista dell’anime Hello Spank, in Italiano veniva reso come Aika.

      • PinoMamet scrive:

        So che i cinesi provenienti dagli angoli del mondo cinese “anglobalizzato” (Hong Kong, Taiwan) hanno per prassi di adottare informalmente un nome “occidentale”, inglese per lo più, che assomiglia vagamente al loro o che semplicemenete gli piace.

        Quelli che vengono in Italia dalle (mi pare) due città cinesi da cui provengono quasi tutti gli immigrati cinesi, spesso fanno la stessa cosa con i nomi italiani, per semplicità.
        Così ho conosciuto una taiwanese “Joyce” e un cinese (“popolare”) “Giulio”.

        PS
        Per Moi
        Mi sono visto delle puntate di una specie di reality hong-konghese sul kung fu: alcuni atleti hong konghesi andavano in Cina “vera e propria”, ma anche Taiwan e persino Okinawa, alla ricerca del “vero” kung fu.

        la cosa interessante per me da notare è che molti usi esotici per noi, lo sono quasi altrettanto per i giovani hongkonghesi (dai nomi tipo “Wilson”, e “Kit”); che alcuni di loro, parlando di kung fu, lo studiano e conoscono quanto noi (pure meno…) e come noi, e ne pensano le stesse cose che se ne pensa in Occidente; e che insomma anche i cinesi, perlomeno “quei” cinesi, sono nella posizione di ri-scoprire il proprio passato.
        (Carino in una puntata vederne uno che se ne va in giro con una felpa con scritta ITALIA e tricolore sul retro…)

        E però, nonostante le barriere geografiche cadute, semi cadute o ancora in piedi, appena un cinese ne incontra un altro, so’ tutti cinesi, parlano e se capiscono (magari gli hong konghesi con qualche prestito inglese!) e sono subito orgogliosi di ri-scoprire la validità del proprio passato.
        (Che poi come facciano a capirsi come bene devo capirlo… il programma è in cantonese, però vanno in alcune zone dove sicuramente si parlano dialetti diversi).
        Un senso di “paesanità” internazionale tra cinesi che credo costituisca la loro forza.

  95. mirkhond scrive:

    Sul Tubo c’è la versione della Peppa Pig in Catanese, ed in cui è sottolineata la storica rivalità con Palermo (qui vista in chiave calcistica)…. 🙂

  96. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “E cioè l’italianizzazione dei propri nomi che i cinesi d’Italia fanno.”

    Il problema è che i nomi cinesi sono in realtà del tutto impronunciabili, nonostante le apparenze, perché il significato dipende dal tono. Sbagli tono e fai ridere.

    Quindi tanto vale cambiare totalmente il nome.

    Giulia probabilmente somiglia a “Yu”. Le sue figlie si chiamano, in Italia, “Susanna” e “Melissa”: il motivo del primo non lo so, il secondo è la traduzione del nome di una pianta.

    • mirkhond scrive:

      Martinez conosce il Cinese?
      E il Giapponese e il Coreano?
      Per gli ultimi due il cognome che si antepone al nome è dovuto all’influenza cinese o è una caratteristica indigena?
      E’ possibile una remotissima parentela di questi due ultimi idiomi tra di loro, e con le vicine lingue mongoliche manciù-tunguse?
      E col Turco degli Altai?

      • Peucezio scrive:

        Tra quali due idiomi?
        Il giapponese e il coreano pare siano imparentati sì con le lingue altaiche, quindi con le lingue mongoliche e turche. Ma è una cosa discussa, a quanto ne so.

        • mirkhond scrive:

          Buon Anno Peucezio!

          Mi riferivo al Coreano e al Giapponese.
          Comunque almeno il grosso delle popolazioni da cui presero origine i Giapponesi, provenivano proprio dalla Corea e dalle aree contigue….

  97. mirkhond scrive:

    Ruperto

    Approfitto della tua conoscenza della cultura giapponese, per porti una domanda finora rimasta insoluta.
    Perché i Giapponesi nei loro anime AMBIENTATI IN GIAPPONE e con personaggi GIAPPONESI, si raffigurano come EUROPOIDI?
    Idem per i Coreani (anche se qui, forse potrebbe valere l’esempio/influenza nipponica sulla locale animazione).

    • PinoMamet scrive:

      lessi su un saggio tempo fa, sugli anime/manga, che in realtà i giapponesi sono convintissimi di raffigurarsi come giapponesi!

      E in realtà, le espressioni facciali sono decisamente “loro”; i lineamenti del viso, a ben guardare, anche (un po’ idealizzati);
      ma occhi azzurri e capelli ricci e biondi… mah!
      Convinti loro…

    • Roberto scrive:

      Avevo anche io letto qualcosa del genere e che in più l’idea di partenza non era quella di “occhi occidentali” ma di “occhi più grandi possibile” per renderli più espressivi, su modello disneyano
      D’altro nemmeno noi occidentali abbiamo questi occhioni smisurati!
      Ci sono poi alcuni personaggi che se li guardi bene sembrano giapponesi con occhi smisurati, il primo che mi viene in mente è capitan harlock

      • mirkhond scrive:

        Sarà.
        Però l’aspetto che ne viene fuori è europoide.
        Al massimo possono sembrare gli antichi Tocari del Bacino del Tarim, quando sono abbigliati con i loro costumi nazionali….
        ciao!

        • PinoMamet scrive:

          Ti dirò, da quando mi hanno fatto notare questa cosa, non li trovo particolarmente europoidi come aspetto.
          Specialmente i personaggi femminili mi sembrano anzi chiaramente orientali, tolti appunto gli occhi (che però, alla fine, sono appunto semplicemente occhi “grandi”), e colore dei capelli
          (ma le giapponesi se li tingono di tutti i colori, mesciano, arricciano, allisciano…)

          in quelli maschili, una maggiore durezza dei tratti li rende forse più simili agli europei, ma a ben guardare anche a una pletora di persone giapponesissime.

          teniamo presente comunque che si tratta di disegni, e anche, in genere, molto più stilizzati delle controparti europee o americane (o meglio, diciamo stilizzati in modo tendenzialmentye più omogeneo, e con canoni molto precisi, ma diversi dai “nostri”).

        • PinoMamet scrive:

          Tra l’altro molti giapponesi sono, in effetti, più “europoidi” di altri asiatici.
          Non so a cosa sia dovuta questa somiglianza di tratti (mi pare maggiore nei maschi, anche tra le persone reali).
          Forse agli Ainu, anche loro superficialmente simili agli europei, forse a incroci lontani con popolazioni austronesiane (che hanno lasciato qualche raro caso di ricci naturali giapponesi), non saprei.

          Al contrario, se penso al coreano tipico mi vengono in mente i tratti tungusi di quella attrice di Grey’s Anatomy.

          Che poi anche loro hanno contribuito al singolare miscuglio all’origine del popolo giapponese, comunque.

        • mirkhond scrive:

          A parte gli antichi Tocari, poi assorbiti dai Turchi Uiguri (tra cui molti ancora oggi hanno fattezze mestize, di tipo “turanide” o “grande russo” o addirittura europoide), i Giapponesi (e i Coreani) degli anime, mi danno molto di Turchi Azeri e Anatolici e di Ungheresi, cioè di mongoli europizzati!
          ciao!

        • mirkhond scrive:

          L’origine dei popoli e delle civiltà tra Giappone, Corea e Bacino dell’Amur, ha qualcosa di affascinante, sia perché non è ancora stata chiarita l’origine di tali culture, ed anche perché, le recenti scoperte delle più antiche ceramiche e l’inizio della coltivazione del riso in queste aree, datano tra il 14.500 e il 10.000 a.C., quindi più antiche di oltre 2000 anni rispetto al Medio Oriente e agli altipiani armeno-iranici!
          Nel DNA di Giapponesi, Coreani e Tungusi, sarebbero state trovate affinità genetiche tra loro e con alcune popolazioni amerindie dell’America settentrionale e centrale, come i gruppi Na-Dene.
          Certo resta il mistero dell’improvvisa fioritura di una cultura protoneolitica tra genti viventi in climi così freddi.
          Cosa che, insieme all’affascinante scoperta del sito preistorico di Gobekli Tepe (11.000-8000 a.C. circa) presso Urfa, nell’attuale Turchia del sudest, ha scatenato la fantasia di romanzieri bislacchi come Tom Knox, che ritiene l’origine della civiltà e del “peccato originale” che avrebbe portato il male tra gli uomini, in un mostruoso incrocio genetico tra due razze ominidi, gli Uomini del Nord dell’Estremo Oriente, giganti alti 3 metri e dagli occhi a mandorla, e gli Armenoidi sapiens del Medio Oriente, alti 150 cm! 🙂

        • PinoMamet scrive:

          Che poi una cosa che mi affascina della cultura giapponese è proprio l’assoluta arcaicità di certe forme.
          Per certe cose, mi fanno pensare a come saremmo noi se avessimo mantenuto nomi, tradizioni e ma soprattutto modi di pensiero pre-classici, pre-romani.

          Comunque, capisco il tuo senso di straniamento che, vedendo i personaggi con “la faccia da europeo” e gli abiti orientali, ti fa pensare ai Tocari;

          perchè ho tra gli amici di Facebook una soprano giapponese, che ogni tanto vedo fotografata in abiti di scena (quindi quasi sempre roba europea ottocentesca) e ne ricevo una sensazione di straniamento esattamente speculare 🙂

        • Peucezio scrive:

          “Al contrario, se penso al coreano tipico mi vengono in mente i tratti tungusi di quella attrice di Grey’s Anatomy.”

          Chi, quella brutta come il culo (come si diceva una volta a Milano)?

        • Peucezio scrive:

          “le recenti scoperte delle più antiche ceramiche e l’inizio della coltivazione del riso in queste aree, datano tra il 14.500 e il 10.000 a.C., quindi più antiche di oltre 2000 anni rispetto al Medio Oriente e agli altipiani armeno-iranici!”

          Cavolo, questo non lo sapevo!
          Non è una cosa da poco, rivoluziona tutti i tradizionali schemi cronologici sulla rivoluzione neolitica e la diffusione dell’agricoltura.

        • PinoMamet scrive:

          “Chi, quella brutta come il culo (come si diceva una volta a Milano)?”

          Lei. Quella con quel faccione che non finisce mai.
          Mi dicono abbia i suoi estimatori…

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “coltivazione del riso in queste aree, datano tra il 14.500 e il 10.000 a.C.”
          Coltivazione del riso durante la glaciazione? Siamo sicuri? Io ho diversi campanelli che si sono messi a suonare nella mia testa: a meno che in Manciuria non aprissero i buchi nello stagno ghiacciato tipo pesca artica per coltivare, siamo sicuri sicuri che non siamo davanti al classico risultato del publish or perish?

          “Nel DNA di Giapponesi, Coreani e Tungusi, sarebbero state trovate affinità genetiche tra loro e con alcune popolazioni amerindie dell’America settentrionale e centrale, come i gruppi Na-Dene”

          Be’, sì: gli amerindi sono venuti da quelle parti lì.

  98. Tortuga scrive:

    I mie auguri per tutti per la fine e per l’inizio così
    http://www.youtube.com/watch?v=Ao8li5CgEnE

    .

  99. Moi scrive:

    Ideologicamente (!) di gente fossilizzata nel Novecento ce n’è parecchia in giro …

  100. Moi scrive:

    http://lastampa.it/2013/12/29/cronaca/un-quindicenne-sotto-la-valanga-corsa-contro-il-tempo-a-claviere-gax0hEVV3jtAk8viZPEXEL/pagina.html

    … e “el nadie” [cit.] che ha avuto sorte simile.

    PS

    Ma i fuoripista non sono illegali ?! … O semplicemente “la Direzione dell’ Impianto Sciistico NON si assume alcuna responsabilità nel caso in cui … ”

    Personalmente, mai fatti. Ho visto però da una seggiovia un pazzoide che faceva il fuoripista … a “spazzaneve” !

  101. mirkhond scrive:

    Auguri a tutti per il nuovo anno, in particolare a Jam che è sparita da mesi, sperando che stia bene da qualche parte del mondo…..

  102. Moi scrive:

    http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2013/12/30/1003213-schumacher-coma-auguri-twitter.shtml#1

    Il “Carabiniere di Castel de’ Britti” 😉 Alberto Tomba Voce della Saggezza … chi l’avrebbe mai detto ?

  103. Roberto scrive:

    Buon anno a tutti!

  104. Moi scrive:

    La scrittura Coreana HanGul è basata su criteri fonetici precisi sia vocalici che consonantici … solo che questi segni fonetizzati vengono disposti NON in successione come lettere di un alfabeto, ma come se fossero tratti d’ideogrammi.

    Esteticamente :

    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2d/NOoK-example.png

    …bellini.

  105. Moi scrive:

    Il pesonaggio di Go Nagai di Jun Hono, padre di Tokyo e madre di Nairobi, veniva resa come più alta e più imponente (ma ovviamente atletica, seppur tendente al prosperoso) rispetto alle Giapponesi e con una carnagione “caffé d’orzo” e un aspetto “da Brasiliana”.

    http://bookandnegative.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2010/10/jun-hono.jpg

  106. mirkhond scrive:

    Infatti in alcuni anime, le protagoniste femminili hanno davvero poco o nulla di esteticamente nipponico.
    Guardandomi l’anime corano Taekwon V, il primo del 1976 (e che sarebbe ispirato a Mazinga Z), i due protagonisti, la coppia di fidanzati-piloti del robot-lottatore di taekwon-do, Hoon (lui) e Yeong Hee (lei), hanno un aspetto vagamente “turanide”, cioè come veniva classificato nell’800 e prima metà del ‘900, un tipo antropologico dell’Asia Centrale, con aspetto europoide con occhi grandi ma leggermente obliqui…..
    Infatti in un blog un commentatore disse che i personaggi di questo anime avevano qualcosa di persiano (forse alludeva al Tagikistan)……

  107. mirkhond scrive:

    anime corEano

  108. Z. scrive:

    Buon anno carissimi.

    Devo dire di avere apprezzato molto il discorso di Grillo alla Nazione.

    http://www.repubblica.it/politica/2013/12/31/news/grillo_streaming_in_contemporanea_con_napolitano-74883028/

    Evitate facili ironie e non soffermatevi su quisquilie come la proposta di abolire la Corte costituzionale, o di sostituirla con persone qualunque prese a caso. E neppure sul finto impìccement contro il Presidente della Repubblica, o sulle accuse alla “massoneria”. Queste sono le leggende che i grandi uomini sanno di dover narrare alle masse per coinvolgerle ed emozionarle: come la “cura Stamina” di Vannoni o la vivisezione degli “animalini” tanto amati da Vendola, per capirsi.

    La cosa davvero importante è che finalmente qualcuno si è accorto che l’Italia “ha bisogno di piani quinquennali“.

    Proprio come la Patria di Tutti i Lavoratori.

    La pippoplutocrazia massonica sarà abbattuta, e – come amava dire Vyšinskij durante le sue celebri arringhe – sul nostro paese felice splenderà luminoso il sole.

    http://englishrussia.com/images/anti_usa/8.jpg

    Con zio Beppe, ora come allora, il socialismo trionferà!

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma come? Non era Bersani che tuonava a Ballarò dicendo che con Berlusconi l’Italia non aveva un piano industriale e che ci avrebbe pensato lui a guidare la Ricostruzione del Paese?
      Bisogna dire a Grillo di smettere di copiare il programma del Pd 😀

      • Z. scrive:

        Bersani chi? Il cantante a lungo mio concittadino? o intendi quel grigio politicante ormai dimenticato?

        Non ricordo bene quali banalità avesse scritto nel programma – i programmi elettorali sono buoni per incartare i polli, e quello del PD oltretutto era scritto così male che pareva quasi un articolo di Scanzi – ma di certo non si trattava di qualcosa di così grandiosamente sovietico come un piano quinquennale.

        “Together, your hand in my hand
        Together, we will make our plans”

        http://www.youtube.com/watch?v=LNBjMRvOB5M

  109. mirkhond scrive:

    Detto da un olim socialista come lo Zanardo……

  110. mirkhond scrive:

    “Che poi una cosa che mi affascina della cultura giapponese è proprio l’assoluta arcaicità di certe forme.
    Per certe cose, mi fanno pensare a come saremmo noi se avessimo mantenuto nomi, tradizioni e ma soprattutto modi di pensiero pre-classici, pre-romani.”

    Concordo, e penso agli Ausoni, gli Osco-Umbri, gli Japudi/Japigi…..

  111. mirkhond scrive:

    Zanardo

    Anch’io ho ascoltato il discorso del Grillo sul tubo, risparmiandomi le palle di napolitano.
    A parte le cazzate sulla corte costituzionale, mi è sembrata piuttosto la difesa dell’operato dei 5 stelle dalle elezioni di marzo scorso ad oggi, più la volontà di andare a Bruxelles…
    Utopie? Demagogia? Populismo d’accatto?
    Forse Zanardo, forse…
    Ma INTANTO CHI cerca poi di risolverli davvero i problemi?
    Renzy la checca?
    Chi, Zanardo?
    Il piddìmenoelle che potrai pure considerare il male “minore”, ma non potrai negare che è abbondantemente coinvolto nello sfascio di questi ultimi 20 anni, con la sua pseudo-opposizione unicamente berlusconocentrica……
    Zanardo, qual’è la TUA ricetta?

    • Andrea scrive:

      @ Mirkhond

      1. “Infatti sono giorni che sta rompendo i coglioni con la sua personalissima e discutibilissima idea di libertà, fondata sul NON rispetto e sul DISPREZZO di ciò in cui lui non crede…”

      2.”Renzy la checca?”

      Invece, se si critica un politico sulla base del (presunto) orientamento sessuale, anziché dell’agire e delle opinioni, si manifesta un grande rispetto nei riguardi delle persone omosessuali… E si badi bene che, in tal caso, si ha a che vedere con persone in carne ed ossa, non con divinità, astrazioni o “empietà” presunte…

      A me, francamente, suonano strane e singolari certe richieste “asimmetriche” di rispetto…

    • Z. scrive:

      La mia ricetta è quella ufficiale, da sempre.

      Anzitutto servono tre tipi diversi di insaccati: lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella di Bologna.

      A questi vanno aggiunti parmigiano reggiano, uova per legare il tutto e un pizzico di noce moscata.

      Se il ripieno è fatto diversamente – ad esempio manca il lombo – non è un tortellino, è un falso grossolano. Come al confine tra Romagna e Ferrarese, dove spesso l’unico insaccato presente nel ripieno è il prosciutto crudo; o come a Napoli, dove fanno il ripieno con gli spinaci.

      Avrei dovuto capire che Monti non meritava fiducia quando disse che a Natale avrebbe pranzato mangiando tortellini. Un varesino che mangia tortellini? A Roma, oltretutto? Ma dai!

      😀

      • PinoMamet scrive:

        😀

        • Z. scrive:

          Devo confessarti che faccio una una fatica boia a capire questo dialetto, Pino!

          Comunque una volta ho mangiato i cappelletti nel parmense e se mi ricordo sul menu c’era scritto proprio “cappelletti”.

          Decisamente diversi da quelli romagnoli, ma comunque molto buoni. Era molto più marcato il sapore di uovo, ad esempio. Gli altri a tavola dicevano che assomigliavano più ai tortellini che non ai cappelletti come li intendiamo noi in Romagna, ma a me sembrava proprio un gusto originale, nettamente diverso da entrambi.

          Ma che sto a dire a te, che hai abbracciato una religione con una rigida dieta alimentare pur di avere una scusa buona per rifiutarti di mangiare tutto il ben di Dio che la tua terra produce…

          😀

        • PinoMamet scrive:

          ” Devo confessarti che faccio una una fatica boia a capire questo dialetto, Pino!”

          Poco male: faccio fatica anche io!

          è la pronuncia peculiare dei parmigiani, credo (da distinguere accuratamente dai parmensi, che sono migliori da ogni punto di vista 😀 ) e anche alcune parole appunto peculiari dei parmigiani (tipo “bombèn” nel senso di “molto”, da un precedente mont-ben, a sua volta da molt-ben).

          Sui menù, non so che dirti: io quella pagina la volto direttamente 😀

      • mirkhond scrive:

        Zanardo

        Sul Tubo hanno postato uno sceneggiato sul celebre Passatore, uno sceneggiato del 1977.
        Parlano quasi sempre in Romagnolo, e io ci capisco si e no il 40% circa dei dialoghi.
        L’attore piemontese Luigi Diberti che lo interpreta sarà stato doppiato?
        Che ne pensate OGGI davvero del celebre brigante delle vostre terre?
        Era solo un volgare e feroce ladrone, oppure espressione di ambienti poveri dell’Esarcato/Romagna/Legazioni Pontificie?

        ps. Comunque NON hai risposto qual’è la tua idea di politica alternativa a quella di Grillo….

        • Z. scrive:

          Ho ascoltato qualche battuta dello sceneggiato, e così a occhio alcune delle voci hanno un accento quasi credibile, mentre altre – come avviene quasi sempre – recitano con accento bolognese (del resto nella Piovra i personaggi che si presumono trapanesi parlano con accento palermitano, mi dicono).

          Se il Passatore fosse stato compaesano di Vincenzo Monti e avessero cercato di riprodurre quel dialetto (che poi è anche il mio, salvo qualche inflessione ravennate) forse sarebbe stato ancora più ostico per uno spettatore barese. Dico “forse” perché in realtà avevo una collega lucana che capiva abbastanza bene quando parlavo in dialetto!

          Comunque effettivamente in Romagna il Passatore è tradizionalmente visto come una sorta di brigante-eroe. Per Pascoli, del resto, è “il Passator cortese”. Però non so se la figura del bandito venisse celebrata anche prima che Pascoli scrivesse quella poesia.

          Detto questo noi i forlivesi li guardiamo storto perché non sanno guidare, e quando diciamo “re della strada, re della foresta” ci riferiamo al fatto che stanno in mezzo alla carreggiata e bloccano il traffico 😀 😀 😀

          Z.

          PS: parlando di leader, a me pare che Grillo dica cose tutto sommato assai simili a quelle di Renzi, solo con molte più fandonie attorno e con un’agenda molto più confusa. Parlando di partito, il M5S non esiste e dal nuovo PD renziano non mi è chiaro cosa verrà fuori. Come sempre quasi tutti noi continueremo a guardare lo spettacolo con le mani rigorosamente unite dietro la schiena, scancherando ogni tre per due, e prenderndocela gli uni con gli altri come se cambiasse qualcosa. Alla fin fine mi son reso conto di essere diventato anch’io una macchietta, un cliché di quello stanco cosplay che è la politica italiana. Come Renzi e Grillo – si parva licet – sono parte del problema; il fatto che me ne renda conto non cambia proprio nulla.

  112. mirkhond scrive:

    Trollone, va a rompere il cazzo a qualcun altro!

  113. Moi scrive:

    Nel “Frangistan” secolarizzato contemporaneo “Sacro” è spesso divenuto un concetto alieno … diventa questione di simboli e abitudini il cui significato è andato completamente perduto; oppure non è più nulla. La blasfemia “colta” (esiste eccome !) si sente vindice metastorica dei (più o meno dimostrati e dimostrabili) soprusi passati in nome della religione.

    • Z. scrive:

      Cosa intendi esattamente per “blasfemia colta”? Tipo un accurato studio della retorica mosconiana? 😀

      Comunque qualche anno fa un professore del prestigioso ateneo locale teneva un corso monografico di storia della bestemmia (inteso come blasfemia, tipo porco qui e porco là, non come storia dell’eresia).

  114. Moi scrive:

    @ ANDREA

    Non tutti, non sempre, scientemente, pretendono rispetto senza darne … si viene al mondo con “gerarchie” filtrate dall’esterno, del tipo il detto “scherza coi santi ma lascia stare i fanti”, c’è chi lo prende sul serio, chi lo prende come viene,chi per ripicca si diverte a insultare i santi. Essere gli uni contro gli altri fa parte dell’ essere liberi. Solo nelle dittature nessuno ha mai nulla da ridire. Certo, esistono “rapporti di forza”basato sul passato (perciò NON sorprende che in Pakistan sia più tutelato l’ Islam dello Shinto …), il Diritto vi si adegua.

    Il cosiddetto”Occidente” ha il pregio o il difetto di rimettere costantemente in discussione sé stesso, fino a sovvertire i suoi stessi “valori”: riprova ne sia che in certi ambientini RadicalChic l’ Odium Sui, com’è universalmente noto, “fa fighissimo”.

    Soprattutto, mediante le sue stesse spietate autocritichela nostra società sotto perenne auto-vituperio consegna alle società ad esso alternative i migliori strumenti possibili; altrimenti inimmaginabili e di gran lunga i più efficaci.

    • Moi scrive:

      h,no la storia dei fanti e dei santi è il contrario … anche se l’ impressione può essere effettivamente quella di cui sopra. A volte.

      • Z. scrive:

        Esistono anche detti che vanno nella direzione del tuo lapsus, però.

        Tipo “nihil de principe, parum de Deo“.

        Comunque quello che tu chiami “odium sui” secondo me è semplice esterofilia, che è ed è stata una caratteristica di molte élite culturali, o di molti aggregati che amano o hanno amato considerarsi élite culturali.

  115. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    Stefano Pelloni ènoto folkloristicamente come una specie di “Ròbin Udd” 😉 … solo più simpatico con le signore e capace di apprezzare la buona tavola.

    😉

  116. Moi scrive:

    @ PINO

    A me sembra una specie di Modenese “imbastardito” col Mantovano … sànz’a ufàisa !

  117. Moi scrive:

    @ PINO

    … però con una “cadenza” già lombarda.

    • PinoMamet scrive:

      …sono parmigiani, niente che tu dica contro di loro (come dargli dei lombardi :D) mi tocca particolarmente!
      😉

  118. mirkhond scrive:

    “Non è una cosa da poco, rivoluziona tutti i tradizionali schemi cronologici sulla rivoluzione neolitica e la diffusione dell’agricoltura.”

    Infatti. E come già accennato, il mistero s’infittisce date le condizioni climatiche in cui si compie tale rivoluzione protoneolitica, in epoche ANCORA glaciali!
    Il romanziera britannico Tom Knox ritiene nel suo Il Segreto della Genesi, che la vita in climi così rigidi, comporti un progresso evolutivo nell’organizzarsi per sopravvivere a tali avversità.
    Questa teoria non mi convince, in quanto a parte l’area tra Estremo Oriente siberiano, Bacino dell’Amur, Corea e Giappone, non mi risultano altri esempi in analoghe condizioni climatiche, e le prime grandi civiltà sono nate tra Iran ed Egitto, non in Manciuria o in Alaska!
    Sta di fatto però che in quella determinata area, l’agricoltura e la produzione ceramica allo stato attuale delle nostre conoscenze, sarebbero avvenute ancora in epoca glaciale e precedentemente alle più calde aree mediorientali…
    Insomma il mistero rimane…..
    ciao!

  119. mirkhond scrive:

    “Ho ascoltato qualche battuta dello sceneggiato, e così a occhio alcune delle voci hanno un accento quasi credibile, mentre altre – come avviene quasi sempre – recitano con accento bolognese”

    Insomma il Bolognese sarebbe il Romagnolo standard del cinema italiano?

    Riguardo al Passatore (Stefano Pelloni, 1824-1851), fu una figura molto idealizzata, già dopo la sua morte (come per molti altri suoi “colleghi” briganti, anche del mio paese, naturalmente), sia perché essendo vittima della gendarmeria papalina con l’appoggio delle truppe austriache, si prestava ad essere “arruolato” tra i “patrioti” risorgimental-unitaristi, almeno nella versione repubblicana mazziniano-garibaldina violentemente anticlericale.
    E sia perché negli anni ’70, quando fu girato lo sceneggiato, al governo c’era il psi di Craxi, che si rifaceva al mito garibaldino come socialismo italiano alternativo al comunismo bolscevico, riletto in chiave del “secondo risorgimento” costituito dalla resistenza 1943-45 contro i nazifascisti che della consecutiva prima repubblica che a tale lotta si rifaceva per la sua autolegittimazione politica.
    Nello sceneggiato infatti i papalini appaiono un po’ un mix tra fascisti di Salò, succubi del potente alleato-padrone tedesco (e qui gli Austriaci giocano un ruolo di kattiviSSime SS antelitteram!) e democristiani, intesi a trarre il maggior profitto dal fognaio in cui sguazzano (vedi il cardinal legato che tra lussuosi appartamenti e ambienti, parla di “prudenza cattolica”).
    In sostanza un vecchio mito risorgimentalista, ricondito in salsa laicista socialista anni’70, attorno ad un personaggio ricco di zone d’ombra, e che se godette di indubbio prestigio in certi ambienti popolari della Romagna, fu però anche spietato e non alieno da violenze anche contro innocenti, come nel molto idealizzato Sacco di Forlimpopoli, del 25 gennaio 1851.

    • Z. scrive:

      Mirkhond,

      — Insomma il Bolognese sarebbe il Romagnolo standard del cinema italiano? —

      Già. Un esempio abbastanza tipico è il doppiaggio de Il grande dittatore di Chaplin: Napoloni, la caricatura di Mussolini, parla con accento bolognese.

      Per non parlare di film come “Sorbola che romagnola”, dove addirittura nel titolo si usa un’espressione bolognese per nulla diffusa in Romagna [1].

      Quanto al Passatore, direi che come culto è più diffuso nel Forlivese che non nel Ravennate.

      Z.

      [1] “Sorbole” infatti è una versione edulcorata di “socc’mel”, ossia “succhiamelo”; in Romagna si usa “os’scia” (talvolta edulcorato in “osto”), che significa letteralmente “ostia”. Vengono utilizzate per esprimere stupore ed incredulità, indifferentemente in senso medio, positivo o negativo.

      • PinoMamet scrive:

        Socc’mel si usava anche da queste parti, ma è una di quelle espressioni di cui si è persa memoria se non in qualche lontana e rara pubblicazione dialettale che esuli dalle solite poesiole nostalgiche e familiste della produzione parmigiana
        (ho già detto che i parmensi sono migliori da ogni punto di vista? 😀 ) o nel parlato di qualche persona non più giovanissima, come una signora che conosco io.

  120. mirkhond scrive:

    Un altro aspetto che mi ha molto colpito dello sceneggiato è una Romagna molto diversa dall’immaginario abituale moderno, fatto di sole e mare.
    Al contrario vi appaiono montagne, boschi e pianure uggiose e nebbiose.
    Un paesaggio nient’affatto brutto, ma climaticamente lugubre e spettrale, gelido come una terra norrena…..
    Belle molte delle comparse femminili, vestite con fogge di una cultura ancora cristiana, nonostante tutto….

    • Z. scrive:

      Beh, dipende anche dalla luce utilizzata per le riprese, e nel caso di specie credo che quello fosse proprio l’effetto desiderato.

      Ma non ci sono dubbi che la Romagna sia anche – ad esempio – pianura, umidità e nebbia. Ci sono immagini satellitari della Bassa Romagna utilizzate da Google dove si fatica a vedere il suolo per la nebbia che c’è.

      Ravenna, peraltro, è rimasta in larga parte estranea al turismo di massa di tipo riminese-riccionese fino ai primissimi 2000, quando ha cominciato a fare concorrenza a Milano Marittima sul terreno dei gitanti del weekend (feste in spiaggia, happy-hour e disco: la tua passione, insomma). Poi l’amministrazione è cambiata, e dopo qualche anno il sindaco locale ha intrapreso una politica turistica diversa, che – per farla breve – non ha dato gli esiti sperati. Ora il turismo extra-ravennate a Marina di Ravenna è decisamente in regresso.

      Per non parlare dell’appennino forlivese, che mi è in larga misura estraneo ma che è certamente un paesaggio non privo di fascino (e tra l’altro lassù ci sono posti dove si mangia davvero bene spendendo una cosa giusta).

      Z.

      • Moi scrive:

        Nei primissimi anni 2000 fu lanciata la moda che addirittura gente già in ferie a Rimini e Riccione faceva il Venerdì sera ai Lidi Ravennati, che furono “spianati” turisticamente” dai Polacchi (!) in termini di famiglie con bambini e adolescenti.

        PS

        Per Stefano Pelloni a sx, come per Benito Mussolini a dx, non è rarissimo trovare fra gli umarèll il “personaggione” che millanta, vantandosene, di esserne discendente illegittimo.

  121. mirkhond scrive:

    Sceneggiato girato proprio in Romagna.
    Almeno negli esterni.

  122. Moi scrive:

    Per chi volesse approfondire su Persepolis …

    http://www.youtube.com/watch?v=TUYV8OHx1OM

    … anche per (il citato) “Maus” di Art Spiegelmann si è parlato più volte di “animazione”, ma non se n’è mai fatto nulla.

    PS

    Credevo che Marjane Satrapi avesse un accento “Persiano” meno forte 😉 …

  123. Moi scrive:

    @ Z

    Come saprai, “Go West” dei Pet Shop Boys è una cover reinventata dei Village People, ove il “West” ove “go” era la California e San Francisco, 20 anni prima … o giù di lì.

    Ma questa “IUESSESSAR” 😉 non ti piace ?

    http://www.youtube.com/watch?v=x6JIGto-gNo

  124. Moi scrive:

    @ MIRKHOND

    La macchietta deve essere stereotipata, perciò è abbastanza normale identificare un “popolo regionale” nel suo capoluogo … tanto difficilmente la maggioranza del pubblico sarà composta di glottologi e dialettologi …

    • Moi scrive:

      Anzi, considerando la “romanocentricità” della RAI e di (‘na vorta) Cinecittà … paradossalmente è più facile che distinguano Romanesco e Ciociaro che NON Veneto e Ladino !

      • PinoMamet scrive:

        Verissimo.

        Che poi mi pare che attribuiscano indistintamente a tutte le località dell’Italia centrale, Toscana esclusa, lo stesso simil-dialetto, una varietà di romanesco pronunciata con una particolare intonazione “burina”.
        Dubito che parlino nello stesso modo a Gubbio e a Viterbo, per dire, ma si sa che fuori dal Raccordo Anulare, per registi e sceneggiatori (e temo anche per molti politici) sunt leones…

        • mirkhond scrive:

          Pino ha ragione.
          Quando andai ad Ascoli Piceno, parlando con gente del posto del film Serafino di Pietro Germi, girato ad Arquata del Tronto, mi dissero che gli attori venivano doppiati in un romanesco standard molto differente dal dialetto locale, che in effetti e di tipo abruzzese.
          Tra l’altro Celentano manco sapeva parlare il Romanesco che si sentiva da un miglio che parlava con accento milanese!

        • mirkhond scrive:

          in effetti è di tipo abruzzese.

        • PinoMamet scrive:

          Arquata del Tronto me lo ricordo come un bel paese…

          ci andai molto tempo fa a fare trekking nei Monti Sibillini, portatovi a viva forza da un amico, grande estimatore di quel film.

          Comunque sì, Celentano che parla romanesco è indigeribile!

        • PinoMamet scrive:

          Tra l’altro, mi convinse anche perchè un mio bisnonno fece l’alpino proprio da quelle parti…

        • Dif scrive:

          Verissimo, io sono ciociaro e il classico accento com cui fanno parlare i ciociari (per capirci quello utilizzato da De Sica in “Vacanze in America” nei panni di Don Buro, o quello con cui parla la Ferilli in molti film in cui interpreta una ciociara) non ha nulla a che vedere con il nostro vero accento, ma è in realtà un accento tipico della Sabinia e di Terni.

        • Peucezio scrive:

          Però c’è anche un’ampia zona, che arriva fino alle Marche comprese, dove effettivamente l’accento, per un non spoecialista, è indistinguibile da quello romanesco.

  125. Moi scrive:

    @ PINO

    Ma “Maus” di Art Spiegelmann l’hai letto ?

    • PinoMamet scrive:

      Beh sì certo, perché?

      • Moi scrive:

        Ti piace ? A me sì, anche se trovo “deludente” (ma si sà, mai idealizzare !) che il vecchio Vladek diffidi dello “Shvartser” …. e la nuora gli fa notare che dovrebbe essere l’ ultimo ad avere ancora pregiudizi “razziali”, proprio lui.

        PS

        Sì, “spianèr” nel senso di inauguare … il primo turismo di massa ai Lidi Ravennati è venuto dalla Polonia, e i Ravennati hanno trovato convenientissimo stare al giuoco dei “Fratelli Poveri” (leggi :”a buon mercato”) dei Riminesi, con i Polacchi “a contr’altare” dei Tedeschi.

        • Moi scrive:

          Fra l’altro la cultura cattolica dei Polacchi ha costituito anche un “target” per visitare i Luoghi Bizantini …

        • PinoMamet scrive:

          Sai, era giusto specificare per i non emilianofoni 😉

          comunque Maus mi era piaciuto, anche appunto per il realismo poco idealizzante.

          Mi è piaciuto anche Persepolis (fumetto, film non l’ho visto) anche se antropologicamente mi stanno un po’ sul cazzo
          (“che figa la mia famiglia borghese democratica che fa tutto lei, e io ribelle acuta cinica disincantata fin da piccola, costretta a vivere in un paese di selvaggi mussssssulmani”)

        • Moi scrive:

          Mah … forse in Iran quelli del Tudeh avrebbero dovuto leggersi un paragrafo in meno di Marx , sostituendolo con l’ antico aneddoto del Tiranno di Siracusa. 😉

        • Moi scrive:

          “sa” 😉

        • Z. scrive:

          Moi, a dire il vero non sono mica tanto sicuro che qua venissero polacchi a carrettate. Non dico che non ve ne fossero, naturalmente, solo che non mi pare che fossero così numerosi in tutti i lidi ravennati.

          Ad esempio, a Marina Romea e dintorni all’inizio venivano soprattutto i francesi. Ne venivano così tanti che il 14 era giorno di festa in paese, con lo spettacolino in piazza. Ancora diversi anni dopo, diciamo alla fine degli anni Ottanta se non addirittura nei primi Novanta, il principale bar del luogo distribuiva le coccarde tricolori ai clienti in occasione dell’anniversario della presa della Bastiglia.

          Col tempo il rapporto tra francesi e tedeschi si è via via modificato a favore degli ultimi, e dagli anni Novanta in poi sono arrivati pure numerosi turisti dall’Est Europa.

          Ma ogni lido fa storia a sé…

  126. Moi scrive:

    Altra cosa per “Noi” impercettibile (o quasi) ma NON per i Toscani : certi Accademici hanno trovato rasente il blasfemo e comunque indebito che Roberto Benigni legga Dante con le sue _ seppur “mitigate”_ inflessioni Aretine.

  127. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=vJXhDHaTtyI

    a proposito d’identità locali 😉

  128. mirkhond scrive:

    anche se antropologicamente mi stanno un po’ sul cazzo
    (“che figa la mia famiglia borghese democratica che fa tutto lei, e io ribelle acuta cinica disincantata fin da piccola, costretta a vivere in un paese di selvaggi mussssssulmani”)

    Concordo al 100%.
    La signora Satrapì e famiglia fanno proprio la parte degli aristocratici fighi-snob COMUNISTI (la madre della Satrapì discende dalla famiglia imperiale dei Qagiari), con tanto di puzza sotto al naso giacobina verso la plebaglia “sanfedista” muSSulmana….
    Il film è più bello del fumetto, e coglie anche le contraddizioni di un occidente che SE NE FREGA di una Marjan costretta a vivere come una barbona, ritrovata quasi mezza morta assiderata vicino ad un cassonetto di rifiuti, e che miracolosamente si risveglia in un ospedale….

    • Roberto scrive:

      Sai che questa cosa della contraddizione dell’occidente è proprio quello che mi fa preferire il fumetto, dove secondo me è colta molto meglio (o quanto meno è meno annegata in tante altre cose che nel cartone animato)?
      Magari è solo perché ho letto prima il fumetto…

      • mirkhond scrive:

        Anch’io ho letto sia il fumetto che visto il film.
        E ritengo che siano opere che forniscono quantomeno un rapporto contraddittorio nel vissuto dell’aristocratica Marjan Satrapì tra un Iran fondamentalista e un Frangistan menefreghista.
        Quest’ultimo aspetto di solito NON viene colto dal lettore/spettatore tutto concentrato nella denuncia al fondamentalismo muSSulmano…..

        • Moi scrive:

          Menefreghista o interessato solo superficialmente … senza rendersi conto di cosa significhi davvero una rivoluzione: ben altro che fantasticare del mondo perfetto passandosi le canne, parlando male di una bambagia borghese di cui si è i primi a beneficiare !

        • Moi scrive:

          Comunque la scelta oculata di una religione contemplando anche l’ opzione “nessuna” … non è certo alla portata di tutti neppure questo. Spesso si procede per imposizione esterna o per inserimento in un dispositivo di “Tradizione” di cui NON si è tenuti a essere degli ingranaggi pensanti.

        • mirkhond scrive:

          Intendevo menefreghista non nel senso di indifferente religiosamente, ma proprio indifferente nei rapporti umani…
          Come la stessa Satrapì sperimentò nel suo primo soggiorno frangistano (1984-1988).
          Nel film lei stessa dice che non sa se è meglio vivere in un paese fondamentalista o un paese in cui si è liberi di pensare, ma anche indifferenti se muori in mezzo alla strada…..

  129. mirkhond scrive:

    Arquata del Tronto me lo ricordo come un bel paese…

    Io ci sono andato apposta proprio per saperne di più sul film, e le persone gentilissime e davvero ospitali mi hanno spiegato in quali zone del paese il film è stato girato.
    Ho scoperto inooltre che in alcuni periodi storici, è stato soggetto alla Napolitania (infatti vi è la Rocca della Regina Giovanna II 1414-1435), in quel variare di striscie di terra di confine sul Tronto tra XI e XIX secolo…..
    Ho mangiato benissimo e ricordo anche il sorriso di una giovane cuoca al forestiero che sta scrivendo, appena giunto nel ristorante…. 🙂

  130. mirkhond scrive:

    “Coltivazione del riso durante la glaciazione? Siamo sicuri? Io ho diversi campanelli che si sono messi a suonare nella mia testa: a meno che in Manciuria non aprissero i buchi nello stagno ghiacciato tipo pesca artica per coltivare, siamo sicuri sicuri che non siamo davanti al classico risultato del publish or perish?”

    Dunque se tra Corea, Giappone e bacino dell’Amur, comincia ad esser prodotto vasellame in ceramica tra 14.500 a.C. e 10.000 a.C., ciò vuol dire quantomeno che abbiamo a che fare con comunità semisedentarie, visto che il vasellame ceramico è fragile e non si addice ai continui spostamenti dei cacciatori-raccoglitori nomadi.
    In Corea il riso comincia ad essere coltivato intorno al 13.000 a.C., in Giappone pare dal 10.000 a.C.
    Ora, a me risulta che l’ultima glaciazione terminasse intorno all’8000 a.C., e se quelle aree sono fredde ancor oggi (almeno in parte dell’anno), figuriamoci a quei tempi PRE 8000 a.C. !
    Comunque la tua obiezione è legittima in quanto nella stessa comunità scientifica, questi dati suscitano ancora oggi dibattiti proprio per una datazione così REMOTA delle basi della civiltà.
    ciao!

    ps. che vuol dire publish or perish?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Infatti per questo sento puzza o di errore nella datazione o addirittura di frode (voglio un lavoro che sia citato da tanti e falso i dati: succede).

      Publish or perish vuol dire che nel mondo accademico devi pubblicare, pena il perdere il posto. Ovviamente nella foga di pubblicare, si pubblica di tutto, anche cose false.

      http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/10/ricerca-scientifica-dati-falsificati-meritocrazia-e-competizione/772255/

      • mirkhond scrive:

        Maurizio

        Vedi se in internet riesci a scaricarti questo:

        Volume: 80 Number: 308 Page: 362–371

        Chronology of the earliest pottery in East Asia: progress and pitfalls

        Yaroslav V. Kuzmin*
        *Pacific Institute of Geography, Far Eastern Branch of the Russian Academy of Sciences, Radio St. 7, Vladivostok 690041, Russia (Email: ykuzmin@tig.dvo.ru)

        Io l’ho letto un paio d’anni fa, e mi sembra, insieme agli studi dell’archeologa giapponese Junko Habu, la miglior esposizione sull’argomento dell’origine della ceramica (e dell’agricoltura) nell’Estremo Oriente preistorico.
        Più in basso, sempre dallo stesso sito antiquity.ac.uk/ant080/ant0800362.htm
        leggo questo:

        The origin of pottery is among the most important questions in Old World archaeology. The author undertakes a critical review of radiocarbon dates associated with the earliest pottery-making and eliminates a number of them where the material or its context are unreliable. Using those that survive this process of ‘chronometric hygiene’, he proposes that food-containers made of burnt clay originated in East Asia in the Late Glacial, c. 13 700-13 300 BP, and appeared in three separate regions, in Japan, China and far eastern Russia, at about the same time.

        ciao!

        • mirkhond scrive:

          Per chi capisce l’inglese parlato

          C’è su you tube un video-intervista alla professoressa giapponese Junko Habu, dedicato proprio alla cultura Jomon del Giappone preistorico e legata a queste argomentazioni di cui abbiamo parlato.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Vol. 80 di che rivista/collana?

          C’è anche la questione che mentre in Medio Oriente delle civiltà stanziali dopo la nascita dell’agricoltura sono sorte, non mi risulta che gli Ainu abbiano realizzato niente di simile.

        • mirkhond scrive:

          Non mi sono spiegato.
          Non ho detto che gli Ainu o chi per essi siano i creatori della prima civiltà umana, ma solo che i dati archeologici daterebbero l’origine della ceramica e della coltura del riso, a date pre-8000 a.C.

        • mirkhond scrive:

          Vol.80 della rivista :
          Antiquity a quarterly review of world archaeology edited by chris scarre

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          I problemi sono collegati: coltivazione e stanzialità sono correlati, seguiti da sviluppo demografico e organizzazione sociale complessa. In Medio Oriente, in Egitto, in Cina e sull’Indo questo è successo, mentre in Manciuria e nel Giappone degli Ainu no: come mai?

  131. habsburgicus scrive:

    Auguri di Buon Anno a tutte/tutti, a cominciare dal “padrone del blog”
    P.S
    @Miguel
    Lo so che adesso sei occupato con l’Oltrarno e hai (giustamente) altre priorità, ma non privarci, fra qualche mese, di qualche tuo post (senza dubbio acuto, analitico e penetrante, come sempre in questi casi) sul centenario del 1914 😀
    perché in questo, credo, io, te e verosimilmente altri, concordiamo al 100 per 100…che il 1914 è la VERA DATA IMPORTANTE della storia (europea) novecentesca, da cui tutto discende….e io aggiungerei “nefasta”..la “madre di tutti massacri e di tutte le nefandezze”, per parafrasare un’espressione usata da Saddam 😀

    • Moi scrive:

      Ma non era il 1789 … o il 1939, o il 1989 ? Boh …

    • Z. scrive:

      Tra l’altro, come dice il Duca di Baionette Librarie – da non confondersi con S.E. Mirkhond, Duca d’Apulia – dopo il 1914 in Europa sono scomparse tutte le fatine.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        ?

        • Z. scrive:

          Qui il suo blog:

          http://www.steamfantasy.it/blog/

          Da notare uno degli ultimi post che inizia così:

          Come iniziare al meglio il nuovo anno, questo bel 1914 che si apre pieno di speranze di pace e progresso per il futuro?

          E qui l’Osservatorio Fatine:

          http://www.steamfantasy.it/blog/2010/11/01/inaugurazione-dellosservatorio-fatine/

          Mirabile la sua critica di D&D e, ad un tempo, di Licia Troisi. Ma quella se vi interessa ve la cercate da soli 😀

          Certo, da quel che scrive ho l’impressione che sugli RPG la sua sia più teoria che pratica: e noi agli accademici preferiamo gli Eroi che si formano nelle trincee, i Reduci torvi accostumati al caos e all’orrore. Ma è giusto sapersi accontentare.

          E la battuta sul fatto che anche i talebani amano gli RPG, naturalmente, è sua!

        • PinoMamet scrive:

          Non suoni come una critica, ma è un tipo di umanità con cui faccio fatica a rapportarmi: non ci capisco niente, tanto varrebbe mi parlassero in urdu.

          Lo steampunk è lontanissimo dai miei interessi, e questo è un elemento che già spiega un po’ della mia difficoltà, ma non basta:
          per esempio, leggo con piacere la sua analisi di cosa costituisca la steampunk e i suoi vari filoni,
          http://www.steamfantasy.it/blog/2011/05/30/breve-introduzione-allo-steampunk/
          con tanto di critica agli insopportabili clichè, ma mi arrendo all’umorismo sulle fatine, che proprio mi sfugge.

          Io sono uno da commedia all’italiana, quella bella (ma non rompete: anche da commedia americana, quella bella, e persino francese) a me fanno ridere le cose che fanno ridere….

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Io non ho capito se sia ironico o meno. Cioè, fino a un anno fa avrei creduto che fosse ironico, poi ho trovato una neopagana che alle fate ci crede davvero e ho perso ogni certezza.

  132. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “non privarci, fra qualche mese, di qualche tuo post (….) sul centenario del 1914 😀
    perché in questo, credo, io, te e verosimilmente altri, concordiamo al 100 per 100…che il 1914 è la VERA DATA IMPORTANTE della storia (europea) “

    Olà, siamo ancora vivi qui?

    Certo!

  133. mirkhond scrive:

    Concordo con Habsburgicus e con Moi

    Le date cardine sono il 1789, il 1859-1870 (per l’Italia), il 1914 e il 1939-1941…..
    Comunque Franco Cardini nel suo blog ha pubblicato un’interessante riflessione proprio sul centenario 1914-1918 – 2014-2018 (se ci arriviamo….), e sulla “guerra dei trent’anni 1914-1945!

  134. mirkhond scrive:

    “I problemi sono collegati: coltivazione e stanzialità sono correlati, seguiti da sviluppo demografico e organizzazione sociale complessa. In Medio Oriente, in Egitto, in Cina e sull’Indo questo è successo, mentre in Manciuria e nel Giappone degli Ainu no: come mai?”

    Non lo so. Se fossi un romanziere bislacco alla Tom Knox, ti risponderei, che, condizioni climatiche durissime, sviluppando nell’area intorno al Mar del Giappone, degli “input” base di una civiltà, come la ceramica e l’inizio della coltivazione, non riuscendo comunque a farcela più in tali condizioni climatiche, la parte più “evoluta” di tale cultura preistorica, sarebbe emigrata lontanissimo ad ovest, nel Medio Oriente.
    Dove, in condizioni climaticamente più favorevoli (vedasi Gobekli Tepe 11.000-8000 a.C.), dopo aver sottomesso e fusisi con i nativi, questi “uomini dell’Estremo Oriente settentrionale”, avrebbero potuto sviluppare meglio gli “input” appresi nell’urheimat originario, e dato così vita alle premesse della civiltà. Condizioni climatiche che invece non avrebbero potuto realizzarsi nella loro area originaria, proprio per via delle avversità climatiche sovracitate (in Corea e in Giappone, la civiltà non comincia prima del III-II secolo a.C., sotto la forte e decisiva influenza cinese, e dopo una lunghissima preistoria).
    E tralasciando mostrusi incroci genetici tra differenti razze ominidi e altre corbellerie indimostrabili :).
    Ma, appunto, non sono un romanziere e quindi mi fermo qui….
    ciao!

  135. mirkhond scrive:

    A proposito di (presunte) antiche razze ominidi giganti, ieri ho trovato questa chicca:

    Il Navigatore Curioso
    Viaggio di Confine tra scienza e mistero
    Il segreto dei diciotto scheletri giganti del Winsconsin
    Posted on 5 luglio 2013 by admin

    Ci sono scoperte, che per motivi non del tutto chiari, vengono archiviate nel dimenticatoio del sapere umano.

    Eppure, si tratta di ritrovamenti che potrebbero far luce sul passato remoto dell’umanità, ancora così avvolto nella nebbia e con non poche contraddizioni cronologiche.

    Abbiamo già parlato dei giganti in un articolo precedente [Leggi], ma la storia che vi raccontiamo sembra aggiungere un elemento importante alla teoria di coloro che credono che, in un tempo remoto, una razza di uomini giganti abbia abitato il pianeta Terra. E’ la storia dei diciotto scheletri giganti del Winsconsin.

    Si tratta di una storia curiosa avvenuta circa un secolo fa, una vicenda che da una parte confermerebbe l’esistenza dei giganti e che, dall’altra, corroderebbe la sensazione di molti, secondo la quale esisterebbe un’archeologia proibita nella quale archiviare scoperte scomode che potrebbero svelare all’umanità la vera storia della sua evoluzione.

    Nel maggio del 1912, un team di archeologi del Beloit College, in uno scavo realizzato presso il lago Delavan, nel Winsconsin, portò alla luce oltre duecento tumuli con effigie che furono considerate come esempio classico della cultura Woodland, una cultura preistorica americana che si crede risalga al primo millennio a.C.

    Ma ciò che stupì i ricercatori fu il ritrovamento di diciotto scheletri dalle dimensioni enormi e con i crani allungati, scoperta che non si adattava affatto alle nozioni classiche contenute nei libri di testo. Gli scheletri erano veramente enormi e, benchè avessero fattezze umane, non potevano appartenere a esseri umani normali.

    La notizia ebbe una grande eco e fece molto scalpore, tanto che il New York Times riportò la notizia tra le sue pagine. Forse, a quei tempi, c’era più libertà e meno paura rispetto alle scoperte che potevano cambiare le consolidate credenze scientifiche fondate solo su teorie. Così scrive l’articolista del New York Times nell’articolo pubblicato il 4 maggio 1912 [Vedi articolo originale]:

    “La scoperta di alcuni scheletri umani durante lo scavo di una collina presso il Lago Delevan indica che una razza finora sconosciuta di uomini una volta abitava il Wisconsin Meridionale. […]. Le teste, presumibilmente di uomini di sesso maschile, sono molto più grandi di quelle degli americani di oggi.

    Il cranio sembra tendere all’indietro immediatamente sopra le orbite degli occhi e le ossa nasali sporgono molto al di sopra degli zigomi. Le mascelle risultano essere lunghe e appuntite […].”

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    La descrizione dei crani fornita dal New York Times, ricorda molto la forma di quelli appartenenti agli scheletri scoperti recentemente in un’antica sepoltura in Messico [Sepoltura aliena di massa?], con la differenza che qui abbiamo a che fare con individui alti più di tre metri. Chi erano costoro, e perchè no vi è traccia nella cronologia ufficiale che ci hanno insegnato a scuola?

    Si tratta di umani giganti vissuti sul nostro pianeta, e comunque appartenenti alla razza umana? Potrebbe trattarsi di un antico insediamento di Antichi Umani, sopravvissuti alla tragedia di Atlantide? Oppure, si tratta di esseri provenienti da latri mondi, scoperta che corroderebbe la Teoria degli Antichi Astronauti? Difficile a dirsi.

    150 anni di scoperte

    Per quanto incredibile, gli scheletri dei giganti del Lago Delevan non furono una novità nel panorama archeologico americano. Scavando nei trafiletti dei giornali locali, risulta che il ritrovamento del Winsconsin è solo una delle decine e decine di scoperte simili riportate dai giornali locali. La prima notizia di archivio risale addirittura al 1856, riportata in un articolo datato 21 novembre dello stesso New York Times [Vedi articolo originale]:

    “Un paio di giorni fa, alcuni operai hanno scoperto nel sottosuolo della vigna dello sceriffo Wickan, a East Wheeling, Ohio, uno scheletro umano. Alquanto rovinato, è stato difficile identificarlo dalla posizione delle ossa, che sembrano non avere la lunghezza del normale corpo umano nella sua posizione originale. Ciò che ha impressionato lo sceriffo e il lavoratori sono state le dimensioni dello scheletro, pari a circa undici feet (tre metri e trenta)! La sua mascella e i denti sono grandi quasi quanto quelle di un cavallo.

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    12 anni dopo, nel 1868, nel giorno di Natale, è sempre il NYT a dare un’altra notizia di giganti [Vedi articolo originale]. Alcuni operai della compagnia Sank Rapid Water Power erano impegnati negli scavi per la costruzione di una diga per la creazione di energia idroelettrica lungo il fiume Mississippi. Durante i lavori, gli operai hanno rinvenuto i resti uno scheletro umano di dimensioni gigantesche incastonati nella roccia di granito:

    “La tomba era lunga circa sei metri, larga un metro e venti e profonda quasi un metro. I resti del gigantesco uomo sono completamente pietrificati. La testa enorme misura una circonferenza di 78 centimetri, ma con una fronte molto bassa e molto inclinata all’indietro. La statura complessiva del misterioso individuo è pari a circa tre metri e quaranta centimetri”.

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    L’8 settembre del 1871, il NYT riporta la notizia di altri scheletri giganti rinvenuti durante dei lavori di scavo a Petersburg, in Virginia [Vedi articolo originale]:

    “Gli operai impegnati nei lavori della ferrovia, si sono imbattuti in una sepoltura contenente gli scheletri di quelli che si pensano essere nativi americani di un’epoca remota e di una perduta e dimenticata razza umana. I corpi esaminati presentano una formazione molto strana e impressionante. […]. Il femore è molto più lungo di quello degli individui umani normali, tanto da far ipotizzare una statura di quasi tre metri”.

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    Il 10 agosto 1880, il NYT ribatte un articolo riportato dall’Harrisburg Telegraph, nel quale si riporta lo stralcio di un verbale redatto il 24 maggio 1798 dal giudice Atlee a seguito di una strana scoperta [Vedi articolo originale]:

    “In compagnia del procuratore capo McKean, del giudice Bryan, del sig. Burd e di altre rispettabili signori, ci siamo recati nella proprietà del sig. Neese, dove ci è stato mostrato il luogo nei pressi della sua abitazione dove diversi anni fa furono rinvenuti due scheletri umani. Gli scheletri misurano circa tre metri e trenta”.

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    Il 25 maggio 1882, il NYT riporta la notizia di un ritrovamento presso St. Paul, nel Minnesota [Vedi articolo originale]:

    “Uno scheletro di dimensioni eroiche e dalla singolare forma è stato scoperto durante i lavori di scavo di una collina presso la Red River Valley. [….]. Lo scheletro in questione era in perfetto stato di conservazione. L’uomo è stato identificato come “gigante”. Un’investigazione dello scavo e del suo contenuto è stato avviato dalla Historical Society”.

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    Il 20 dicembre 1897, il NYT riporta la prima scoperta di giganti avvenuta nel Winsconsin, nei pressi di Maple Creek. Vennero scoperte tre colline funerarie, una delle quali fu aperta rivelando il suo misterioso contenuto: lo scheletro di un uomo gigantesco. La statura dell’essere era quasi di tre metri, e il suo stato di conservazione pressoché perfetto [Vedi articolo originale].

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    L’11 febbraio 1902, viene riportata la notizia di una spedizione archeologica presso un sito del New Mexico, dove furono trovati alcuni scheletri umani giganteschi [Vedi articolo originale]:

    “Dopo la scoperta di resti di una razza di giganti a Guadalupe, New Mexico, gli archeologi si preparano per una spedizione nella regione […]. Luciana Quintana, la proprietaria del ranch nel quale sono collocate le antiche ossa, scoprì due pietre con delle curiose iscrizioni. Scavando al di sotto di esse, furono scoperte le ossa di scheletri appartenenti ad individui alti non meno di tre metri e sessanta […].

    Quintana, la quale ha poi scoperto molti altri siti simili, crede che gli scheletri sepolti di una perduta razza di giganti siamo migliaia. La supposizione si basa su una tradizione cominciata con le prime invasioni spagnole, secondo la quale un’antica razza di giganti un tempo remoto abitava la regione oggi nota come New Mexico orientale. Le leggende degli indiani d’America raccontano la stessa tradizione”.

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    Ma il New York Times non è l’unico giornale ad occuparsi di giganti. Anche alcuni giornali di inizio secolo riportano notizie di giganti, come il Sun del 1893, New Age Magazine del 1913, Popular Scienze del 1932, il San Antonio Express del 1940.

    James Vieira, un ricercatore indipendente, per quasi ventanni, e prima dell’avvento di internet, ha raccolto migliaia di riferimenti giornalistici sui ritrovamenti dei giganti, scavando negli archivi del New York Times, dello Smithsonian Ethnology Reports, dell’American Antiquarian, e della Scientific American, scoprendo che buona parte di queste scoperte è praticamente nascosta al grande pubblico.

    Tra le scoperte notevoli di Vieira, vi è una foto scovata negli archivi dello Smithsonian Ethnology Reports, scattata durante una lezione del prof. McGee (nella foto a sinistra), nel quale si vede uno scheletro gigante dalla statura di circa due metri e ottanta, poi venduto alla Smithsonian Institution per la cifra di 500$.

    Lo scheletro apparterebbe alla cosiddetta cultura dei Mounds Builders (letteralmente costruttori di tumuli), un’antica popolazione del Nord America vissuta circa 5 mila anni fa, in un periodo precedente alla storia dell’Antico Egitto e di tutte le sue dinastie.

    Secondo i teorici della cospirazione, la Smithsonian Institution acquisto lo scheletro con la volontà di sottrarlo alla conoscenza dell’opinione pubblica. Ma perchè? Perchè ci dovrebbe essere un gigantesco cover-up di tutte queste scoperte? E perchè in nessun museo del mondo sono mai stati esposti questu entusiasmanti, quanto enigmatici reperti?

    Secondo Vieira, la motivazione sarebbe molto semplici: il bisogno di conservare valida la Teoria dell’Evoluzione di Darwin, la quale spiega molto bene il normale percorso evolutivo di tutti gli esseri viventi, umani compresi, da forme semplici a forme più complesse.

    [Gigantopitechi e Megantropi: scimmie e uomini giganteschi nel nostro passato].

    Il problema è che questi scheletri, per quanto riguarda l’essere umano, sembrerebbero, invece, mostrare un involuzione, in quanto la complessità dei giganteschi fossili ritrovati è particolarmente evidente. Come collocare questi umani giganti nella scala evolutiva dell’uomo? Ma può bastare questa motivazione a eliminare dei reperti che potrebbero gettare luce sul passato remoto dell’uomo?

    Secondo i teorici degli Antichi Umani, gli abitanti della mitica Atlantide erano i famosi giganti citati anche dalla Bibbia. Alcuni sopravvissuti alla distruzione dell’antica civiltà atlantidea, avrebbero poi posto le basi per la creazione della nostra specie e della nostra civiltà. Forse è questa la storia che si vuole tenere nascosta? E perchè? Perchè l’evento catastrofico che ha distrutto Atlantide potrebbe distruggere, prima o poi, anche noi?

    In ultima analisi, c’è chi ipotizza che gli scheletri giganti non appartengano alla specie umana ma siano i corpi di Antichi Astronauti che un tempo hanno abitato il nostro pianeta. In questo senso, l’insabbiamento sarebbe da ricondurre alla strategia più vasta che vuole nascondere l’esistenza degli extraterrestri all’umanità. Ad ogni modo, quello dei giganti, come quello di Atlantide, per un motivo o per un altro, rimane argomento tabù per la comunità scientifica.

    ilnavigatorecurioso.myblog.it

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Il sito è di un complottardo che sostiene che veniamo da Marte e denuncia le bugie della scienza ufficiale che ci nasconde la verità (perché, poi?).
      Si tratta comunque di notizie ottocentesche, quando non esisteva la verifica dei fatti ed i giornali (soprattutto negli USA: il NY Times non era che un giornaletto postcoloniale…) non esitavano a pubblicare qualsiasi sciocchezza potesse far vendere copie.

      I giganti, comunque, esistono:
      http://it.wikipedia.org/wiki/Uomini_pi%C3%B9_alti_del_mondo#2.2C7_m

  136. mirkhond scrive:

    Che ne pensi dei Nefilim e degli Anakim biblici?
    Pura leggenda, o fondo storico (sia pur mitizzato) davanti a ritrovamenti fatti già in epoca preesilica, esilica, e postesilica, di ossa o interi scheletri di individui affetti da gigantismo?
    E i giganti che Magellano avrebbe incontrato in Patagonia nel 1520?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Secondo me sono semplicemente sciocchezze. E’ vero che spesso le leggende hanno un fondo di verità, ma talvolta sono leggende e basta.
      A volte, addirittura, l’elemento fantastico veniva volontariamente inserito dall’autore (addirittura per rendere il proprio racconto verosimile: Baudolino docet). Per esempio Adamo da Brema dice che oltre i monti che delimitano la penisola Scandinava (quali?) vivono ciclopi, amazzoni e compagnia cantando. Ora, Adamo da Brema scrive informazioni appena di seconda mano (sostiene di aver parlato con danesi per reperire le sue informazioni geografiche e in effetti è quasi sempre piuttosto accurato): c’è un fondo di verità nei centauri in Finlandia? Direi proprio di no.

  137. mirkhond scrive:

    I giganti, comunque, esistono

    Beh, pensiamo al nostro Roberto ;), uomo alto due metri!
    Pensa che impressione avrebbe fatto agli israeliti/samaritani e ai giudei biblici…. 🙂
    Che all’origine di tali leggende vi siano persone come herr Ruprecht? 😉

  138. mirkhond scrive:

    Con un elmo con nasale, forse te la saresti cavata…. 😉 🙂

  139. mirkhond scrive:

    La Carta dell’ammiraglio ottomano Piri Reis del 1513 è effettivamente impressionante nel mostrare le coste sudamericane e parte dell’Antartide, in un’epoca precedente al viaggio di Magellano (1519-1522) e alla scoperta della stessa Antartide nel XIX secolo.
    Finora non mi sembra che sia stato dimostrato essere un falso del XX secolo!
    Idem quei chiodi e quelle impronte di scarpe ritrovate in sedimenti dell’era primaria..
    Anche questi, falsi e sole ben congegnate?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      La mappa di Piri Reis è una carta scopiazzata da un originale portoghese non segreto. I portoghesi erano gelosissimi delle proprie carte geografiche vere, sapendo bene che erano quelle la chiave del proprio dominio oceanico: confidando nell’ignoranza delle proprie controparti, nelle mappe non segrete deformavano i contorni del Sud America in modo da farli ricadere nella propria area di “sfruttamento esclusivo”.
      E’ una carta imprecisa (oltre il Rio de la Plata è terra incognita), manca il Canale di Drake (ma pure il prima scoperto Stretto di Magellano) e si disegna una vaga Terra Incognita Australis, un must in tutte le cartine della prima età moderna (si doveva giustificare ciò che aveva scritto Tolomeo, ovvero che le terre emerse fossero più estese degli oceani). Insomma, nulla che non ci potesse già essere già più di dieci anni prima nelle cartine riportate a casa da Cabral.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Comunque ieri c’era una nuvola che sembrava un elefante: gli elefanti hanno il potere di ritrarsi in cielo usando il vapore? 😉

  140. mirkhond scrive:

    Avant’ieri leggendo un sito ebraico italkim in risposta all’ennesima ipotesi ufologica del controverso biblista Mauro Biglino, uno dei commentatori, esperto di Torah e Talmud dall’originale Ebraico, sosteneva che secondo la tradizione ebraica prima del Diluvio Universale sarebbe esistita una civiltà umana molto avanzata e con individui molto longevi per età.
    Tale cultura sarebbe stata poi sommersa dal Diluvio, e sempre secondo questa fonte, le scoperte e le tecnologie che ufologi come Biglino (o come Von Daniken, Compassi e il defunto Sitchin) attribuiscono ad alieni, sarebero state in realtà opere di questa civiltà primordiale terrestre antidiluviana.
    L’articolo postato da Ritvan, se si potesse dimostrare l’autenticità dei dati contenutivi, potrebbe portare argomenti a questa visione ebraica, di cui fino a due giorni fa non ne sapevo niente?
    Purtroppo ci manca il buon Pino 🙂 per erudirci in tal senso…..
    ciao!

  141. mirkhond scrive:

    sarebbero state

  142. mirkhond scrive:

    Maurizio che ne pensi di Atlantide?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      La stessa cosa che penso circa le terre beate della mitologia irlandese poste oltre il mare, circa il favoloso Oriente delle leggende bassomedievali, circa le terre degli antipodi su cui si è fantasticato in varie epoche. Il paese di Bengodi o della Cuccagna, il luogo di questo mondo dove gli uomini sono pari agli dei per beatitudine, è un topos costante della fantasia umana.
      Quindi no, non credo che ci fosse un continente oltre Gibilterra (geologicamente è impossibile) e non credo che in questo continente inesistente ci fosse una civiltà avanzatissima. E’ storicamente implausibile e idealmente mostruoso.

      Idealmente mostruoso perché ammettendo che 10 mila anni fa o che so io avevano le astronavi bisogna domandarsi come mai i popoli confinanti non le avessero, aprendo la strada a vario ciarpame razzista e a deliri su razze pure, dna esoterici e altre sciocchezze. Quindi se posso accettare una favola innocua, queste favole qui tanto innocue non lo sono.

      • Francesco scrive:

        mi sembra che il pericolo che descrivi sia del tutto fantasioso (o al massimo carburante inutile per stupidità razziste pre-esistenti)

        e poi così demolisci Martin Mystere!

        😀

  143. mirkhond scrive:

    Che ne pensi delle teorie che collegano il mito di Atlantide a qualche antica civiltà mediterranea come la Creta minoica e/o la Sardegna nuragica?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Che serve davvero? Se io fantastico su un paese beato lontano perché dovrei invece parlare di paesi ordinari vicini?
      Certo, l’origine della leggenda potrebbe essere legata ad una qualsiasi civiltà ricca d’oltremare, ma non credo che si possa parlare di un’identificazione particolare: parliamo di popolazioni arcaiche con concezioni geografiche decisamente approssimative, che quindi potevano benissimo confondere Egitto, Creta, le Cicladi e la Sardegna.
      Tizio racconta a Caio che Sempronio gli ha detto che il mercante Mevio gli ha parlato di un paese oltre il mare dove si sta tutti benissimo…

  144. Moi scrive:

    —————- ACCORPAMENTO A CAUSA DELLA DISPERSIVITA’

    (Motivo per cui si consiglia a Miguel una nuova “piattaforma” con “commentario a forum e relativo pannello di controllo con opzioni di editing”)

    —————

    ** @ TORTUGA **
    (2014 Mosque Collection) :

    ———-

    Transformatorweg, Amsterdam … zona industriale “urbanamente riqualificata”: ex capannone adattato (benissimo) a moschea; estetica che _ direi _ coniuga modernità e tradizione ; -) . In tono, per altro, con il contesto urbano.

    http://www.studiokoning.nl/Foto_24/Generatorweg_03022013_7876.jpg

    Stesso principio tecnico dei vecchi “ducatoni” fiat che, soprattutto negli Anni ’80, venivano adattati a camper:

    http://www.netmotorbase.com/images/fiat-ducato-camper_key_11.jpg

    … ma oserei affermare che il risultato, per la moschea, è migliore !

    PS

    A proposito di Olanda,

    In realtà, sotto-sotto, (mooolto sotto) quando Geert Wilders dice che il suo “Partij voor de Vrijheid” (PVV ) permette la “Libertà Di Poter Fare Coi Propri Soldi Quel Che Si Vuole” [sic]… dice una cosa che ha fatto per secoli dell’ Olanda uno dei Paesi più tolleranti (!) al mondo !

    Il discorso era del tipo: “Qua siam tutti ricchi, perciò godiamoci ciascuno i propri soldi senza rompere i maroni agli altri ! Anche se abbiamo religioni diverse con prescrizioni magari configgenti … lasciamo questi contrasti ai Poveri degli altri Paesi, che ci credono davvero !” Se, quindi, gli “Immigrati Islamici” fossero stati SuperSceicconi del Petrolio non ci sarebbero stati problemi. Anzi: magari gli Olandesi ci facevano una nuova isola tutta bordelli & alberghi-ristoranti ultra-lusso e piste per sgommare in Pagani-Zonda ! Per farla breve, il Liberismo-Liberalismo è il Vero Socialismo … almen con chi ha i soldi, e ne ha tanti ! … I Poveracci, invece, cazzi loro ! D’altronde NON esiste una Società Perfetta !

    ** @ Z

    ———-

    Il turismo di massa di Polacchi nel Ravennate mi risulta soprattutto fra la seconda metà Anni ’90 – Primi Anni “Zero”: da Lido di Dante a Lido Adriano / Punta Marina … D’altronde :

    a)

    A Rimini, Tedeschi e Russi “con rubli da spendere prima che si svalutassero del tutto”;

    b)

    Il fazzoletto di spiaggia del Forlivese da sempre “Ricovero Open Air On the Beach”; sì insomma: “Piazza Saffi in versione estiva” ; -) ;

    c)

    Lidi Ferraresi: tutto “villette al mare”; cementificati “a raglio” dall’ Agenzia Immobiliare della famosa profetica (!) televendita con “Dario e la Cosetta [sic : orrenda Italianizzazione letteraria, di “Cosette”, vedi “Les Misérables” di Victor Hugo. ndr] .

    Per un certo periodo, com’ è noto, Dario sparì dalle televendite … secondo i Maligni, ma ufficialmente non so nulla, Dario (cosa tutt’altro che inverosimile, in Italia) avrebbe avuto problemi per abusivismo edilizio. Diceva che “i soldi van messi nei muri e nei mattoni: mica nei materassi o, peggio ancora, nelle banche !”[cit.]”. Molti “EmilianoRomagnoli Continentali” ; -) compravano ‘ste case dei Lidi Ferraresi per affittarle, ma è sempre stato difficile a causa del problema “zinzelle”: roba da Contraerea ; -) !

    ** @ FRANCESCO

    —-

    Nella Costituzione USA, ti ricordo, NON è previsto il “Cry ‘n’ Fuck Menegàin Baüscia Style” di evadere impunemente le tasse quando l’Azienda va bene e invocare la Manna degli Inc€ntivi $tatali quando l’Azienda va invece male !

    PS

    Per “Comunità” cosa intendi ? … “Esotismo & Cosplay “ ?!

    ** @ PINO ( o @ chi ne faccia le veci) **

    ——-

    Come si stabilisce la Kasherut (o come si chiama) di quelle robe NON menzionate nella Torah perché allora e in quei luoghi sconosciute? Roba tipo tacchino, patate, pomodori ecc … ?

    Un’ interpretazione “alla Bektashi Albanese” / “ (concettualmente) liberal” con il Corano ci direbbe che se qualcosa non è espressamente (!) vietato, allora è permesso … ma ben sappiamo che questa è una tradizione limitata e circoscritta. Al contrario, è assai più diffusa nel mondo l’ interpretazione che, da un punto di vista “secolarizzato”, si compiace di essere “particolarista e retriva”.

    • Francesco scrive:

      x Moi

      è una delle cose che invidio al popolo americano: loro sembrano crederci davvero nel pagamento delle tasse, e questa è una delle cose in cui il crederci fa la differenza.

      Almeno fino a quando i grandi squali della finanza non si saranno mangiati tutto, come mi pare stiano facendo alla grande. Così in grande che non si vede (a modo loro una cosa geniale)

      Ciao

  145. mirkhond scrive:

    Moi

    Una triste notizia per te.
    Pino due giorni fa ha abbandonato il blog, per esaurimento nervoso dovuto ai CONTINUI scontri con gente con idee troppo distanti dalle sue.
    Se lo cerchi, vedi di farti dare la sua mail da Martinez o da qualcuno di noi.
    ciao!

  146. Moi scrive:

    esaurimento nervoso dovuto ai CONTINUI scontri con gente con idee troppo distanti dalle sue.

    —-

    “Esaurimento nervoso” ?!

  147. mirkhond scrive:

    Si, come mi ha confidato in privato….

    • Francesco scrive:

      Io confido che si riprenda e voglia tornare.

      Se ho capito, si era stufato dei contatti via Internet e della loro polemicità assurda e vuole concentrarsi su quelli “veri”.

      Mi spiace molto

      • mirkhond scrive:

        Pino ha il vantaggio di avere amicizie fuori da internet, e quindi puo’ permettersi di mollare un blog, senza timore di restare solo.
        Altri non hanno questa stessa possibilità, e nel comparire qui hanno modo almeno in parte di lenire la solitudine in cui vivono….
        Comunque spero anch’io che Pino ci ripensi e torni qui, che il vuoto si sente….
        ciao!

  148. Val scrive:

    Mi ero perso questo post. Ovviamente mi era giunta eco della polemica, ma intuendo l’inconsistenza della stessa, avevo lasciato perdere.

    Due osservazioni al volo.

    1. Miguel, noto che il più delle volte l’unica cosa che ti interessa è il meccanismo mediatico che si mette in moto attorno a questioni come “ricerca versus animalismo” con tutto il teatrino di ruoli sociali che ciascuno impersona. Insomma, più la forma che la sostanza, più il metodo che il merito. Sbaglio? C’è una ragione per questo? Non è che così si finisce a fare tutti – quasi non ce ne fossero abbastanza sfornati ogni anno dalle omonime pseudo-facoltà, gli scienziati della comunicazione?

    2. Sono un carnivoro senza troppi sensi di colpa. Ho quel minimo di sensibilità che mi fa preferire, quando tale informazione sia disponibile, carne di animali allevati e uccisi secondo certi criteri. In effetti il problema del trattamento degli animali da parte degli umani (io mentalmente non posso fare a meno di usare questa distinzione) me lo pongo abbastanza spesso, anche se in modo piuttosto astratto. E finora l’ho sempre risolto così: quando le mucche faranno la rivoluzione, ne riparleremo. Parto dal presupposto che i diritti (Francesco inorridirà) non sono scritti nelle stelle, ma conquistati. Magari sulla base di un presupposto ideale (uguaglianza degli uomini, sacralità della vita, diritto all’autodeterminazione ecc.), ma alla fine pur sempre, indefettibilmente, conquistati, discussi, negoziati. Non c’è un diritto naturale nemmeno per l’uomo, perché ci dovrebbe essere per gli animali? Se qualcuno vuole immaginarsi dei “diritti degli animali” (come fanno i vegetariani quando la loro scelta è ideologica e non dettata da egoistiche preoccupazioni dietetiche) va benissimo, ma finché non vedo lo sciopero generale delle mucche continuo a pensare che si tratti di una gentile e revocabilissima concessione.

    • Z. scrive:

      Era sostanzialmente quello che sentii dire molti anni fa ad un professore di filosofia del diritto, ossia qualcosa del tipo: quando sentirò degli animali rivendicare i loro diritti, parlare di “diritti degli animali” comincerà ad avere qualche senso.

      Da un lato ciò significa che, come scrivi tu, i “diritti degli animali” altro non sono che gentili e revocabili concessioni; dall’altro che, a conti fatti, ad essere tutelati in via diretta non sono gli animali ma solo la nostra sensibilità nei loro confronti.

  149. Moi scrive:

    *** @ FRANCESCO & MAURICIUS ***

    “Idiocracy” l’ ho visto qualche anno fa su DVD in V.O. …

    ** @ MIRKHOND **

    Pino fa benissimo a concentrarsi su contatti “disconnected” e reali … spero che torni e che , comunque, non sia più così apprensivo e suscettibile.

    ** @ VAL:

    A proposito di “Mucche”: un paio di brani guareschiani.**

    (Intro)

    Erano appunto quegli anni di cui sopra in cui chiunque avrebbe tirato il collo a una gallina (anche in città) ; nessun cacciatore sarebbe stato assimilato mai a un SS (mentre oggi ‘sta mentalità è la norma !) ; nessuno (!) si sarebbe mai sognato di pretendere da un animale l’ affettività (mancante da parte) di un altro essere umano… Tuttavia (almeno in città) era iniziata digià la pretesa assurda che un animale d’allevamento potesse avere la stessa “funzionalità e fruibilità” di un macchinario !
    .

    ———————
    […]

    “Il cittadino, nelle questioni sentimentali, è come una vacca nella melica. Questi cittadini che sono pieni fino agli occhi di porcherie morali, e poi chiamano “mucche” le vacche perché, secondo loro, chiamare vacca una vacca non è una cosa pulita. E chiamano toilette o water closet il cesso, ma lo tengono in casa mentre, alla Bassa, lo chiamano cesso ma ce l’hanno tutti ben lontano da casa, in fondo al cortile. Quello del water nella stanza vicina alla stanza dove dormi o mangi sarebbe il progresso e quella del cesso fuori da dove vivi sarebbe la civiltà. Cioè una cosa più scomoda, meno elegante, ma più pulita.”

    [cit.]

    —————————

    […]

    Allora Peppone disse che, fino a quando il Pasotti non avesse concesse le migliorie, i lavoratori della Grande si sarebbero astenuti da ogni lavoro.

    «Alle vostre cento vacche gli darete da mangiare voi!» concluse Peppone.

    «Bene» rispose il Pasotti. E chiusa la finestra andò a riprendere il sonno interrotto.

    Così cominciò lo sciopero alla Grande e fu una cosa organizzata personalmente da Peppone con squadre di sorveglianza, turni di guardia, staffette, posti di blocco. Le porte e le finestre della stalla vennero inchiodate e furono messi i suggelli.

    Il primo giorno le vacche muggirono perché non le avevano munte. Il secondo giorno muggirono perché non le avevano munte e perché avevano fame, e il terzo giorno si aggiunse al resto la sete, e i muggiti si udivano fino fuori Comune. Allora la vecchia serva del Pasotti uscì dalla porticina di servizio della Badia e agli uomini del posto di blocco spiegò che andava in paese alla farmacia a comprare della roba disinfettante.

    «Ha detto il padrone che lui non vuole prendere il colera per via del puzzo che faranno le vacche quando saranno morte di fame.»

    Questo fece scrollare il capo ai più vecchi famigli i quali da cinquant’anni lavoravano con Pasotti e sapevano che il Pasotti aveva una testa più dura della ghisa. Allora intervenne personalmente Peppone con lo stato maggiore e uomini suoi e disse che, se uno aveva il coraggio di avvicinarsi alla stalla, lo avrebbe trattato come un traditore della patria.

    Verso la sera del quarto giorno arrivò in canonica Giacomo, un vecchio vaccaro della Grande.

    «C’è una vacca che deve partorire e grida da spaccare il cuore e quella crepa di sicuro se non la vanno ad aiutare: ma se uno si avvicina alla stalla gli rompono le ossa.»

    Don Camillo andò ad aggrapparsi alla balaustra dell’altare. «Gesù» disse al Cristo Crocifisso «tenetemi o faccio la marcia su Roma!»

    «Calmati, don Camillo» lo ammonì dolcemente il Cristo. «Con la violenza non si può ottenere niente. Bisogna calmare la gente col ragionamento, non esasperarla con atti di violenza.»

    «Giusto» sospirò don Camillo. «Bisogna indurre la gente a ragionare. Peccato però che, mentre si induce la gente a ragionare, le vacche crepino.»

    Il Cristo sorrise:

    «Se, usando la violenza la quale chiama violenza, riusciremo a salvare cento bestie, ma perdiamo un uomo, e se, usando la persuasione, perdiamo cento bestie ma evitiamo la perdita di quell’uomo, secondo te è meglio la violenza o la persuasione?».

    Don Camillo, che non riusciva a rinunciare all’idea di fare la marcia su Roma tanto era indignato, scosse il capo.

    «Voi, Gesù, mi spostate i termini: qui non è questione di cento bestie. Qui si tratta di patrimonio pubblico. E la morte di cento bestie non rappresenta semplicemente un danno per quella testa di ghisa di Pasotti, rappresenta un danno per tutti, buoni e cattivi. E può avere ripercussioni tali da inasprire ancor più i dissidi esistenti e creare un conflitto nel quale, invece di uno, scappano fuori venti morti.»

    Il Cristo non era d’accordo.

    «Se col ragionamento eviti il morto oggi, perché col ragionamento non potresti evitare i morti di domani? Don Camillo, hai perso la tua fede?»

    Don Camillo uscì a camminare attraverso i campi perché era nervoso, e così a un tratto, guarda il caso, cominciò a udire vicini vicini i muggiti delle cento vacche della Grande. Poi sentì parlottare gli uomini del posto di blocco e, dopo dieci minuti, si trovò a strisciare dentro il grosso tubo di cemento del canale d’irrigazione che passava sotto la rete metallica e che, per fortuna, era in secca.

    “Adesso” pensò don Camillo “bisognerebbe che qualcuno fosse ad aspettarmi in fondo al tubo per pestarmi una botta in testa e saremmo a posto!”

    Invece non c’era nessuno e così don Camino poté incamminarsi cautamente dentro il canale, verso la fattoria.

    «Alto là» disse poco dopo una voce, e don Camillo con un balzo fu fuori del canale e si buttò dietro un grosso tronco.

    «Alto là o sparo!» disse ancora la voce che veniva ora da dietro un grosso tronco dall’altra parte del canale.

    Era la sera delle combinazioni, e don Camillo si trovò per caso un grosso affare d’acciaio tra le mani. E allora tirò indietro un certo arnese che si muoveva e rispose: «Attento, Peppone, perché sparo anch’io».

    «Ah» borbottò l’altro. «Volevo ben vedere che non mi capitasse fra i piedi anche in questo affare!»

    «Tregua di Dio» disse don Camillo. «Chi manca alla parola è carne del demonio. Adesso conto, e quando dico “tre” tutti e due saltiamo dentro il fosso.»

    «Non sareste neanche un prete se non foste così malfidente» rispose Peppone. E al tre saltò e si trovarono seduti sul fondo del canale.

    Giungeva dalla stalla l’infernale muggire delle vacche ed era una cosa da far venire il sudor freddo.

    «Chi sa come ti diverti con questa musica!» borbottò don Camillo. «Peccato che quando le vacche saranno morte la musica cesserà. Fate bene a tener duro. Anzi dovresti spiegare ai famigli di bruciare i granai, i fienili e anche le case dove abitano: pensa, che rabbia il povero Pasotti, costretto a rifugiarsi in un alberguccio svizzero e a spendere i pochi milioni che ha in deposito laggiù.»

    «Bisogna vedere se ci arriverà, in Svizzera!» rispose minaccioso Peppone.

    «Giusto!» esclamò don Camillo. «Hai ragione. È ora di piantarla con la vecchia storia del quinto comandamento che dice di non ammazzare. E quando poi uno si troverà davanti al Padreterno parlerà chiaro: “Poche storie, caro signor Padreterno, o Peppone dichiara lo sciopero generale e fa incrociare le braccia a tutti”. A proposito, come farai, Peppone, a far incrociare le braccia ai Cherubini? Ci hai pensato?»

    Peppone muggì peggio della vacca ché doveva avere il vitellino e che urlava da spaccare il cuore.

    «Voi non siete un prete!» disse a denti stretti. «Siete il comandante generale della Ghepeù!»

    «Della Gestapo» corresse don Camillo. «La Ghepeù è roba vostra.»

    «Voi girate di notte, in casa d’altri, con un mitra tra le zampe, come un bandito!»

    «E tu?» obiettò calmo don Camillo.

    «Io sono al servizio del popolo!»

    «E io sono al servizio di Dio!»

    Peppone diede un calcio a un sasso.

    «Non sí può parlare coi preti! Dopo due parole ecco che ti buttano subito la cosa in politica!»

    «Peppone» cominciò con dolcezza don Camillo. Ma l’altro non lo lasciò continuare.

    «Non venite a parlarmi di patrimonio nazionale e altre belle storie, o quanto è vero Dio vi sparo!» esclamò.

    Don Camillo scosse il capo.

    «Coi rossi non si può parlare. Dopo due parole, ecco che ti buttano subito la cosa in politica!»

    La vacca che doveva avere il vitellino fece udire alto il suo muggito.

    «Chi è là?» disse in quel momento qualcuno vicino al fosso. Ed erano il Brusco, il Magro e il Bigio.

    «Fate un giro lungo la strada del molino» ordinò Peppone. «Va bene» rispose il Brusco. «Con chi stai parlando?» «Con l’animaccia tua!» gridò Peppone imbestialito. «La vacca che deve avere il vitello grida» borbottò il Brusco. «Vallo a raccontare al prete!» urlò Peppone. «Lascia che si scanni! Io faccio gli interessi del popolo, non quelli delle vacche!»

    «Non t’arrabbiare, capo» balbettò il Brusco filando via con la squadra.

    «Bene, Peppone» sussurrò don Camillo. «Allora andiamo a fare gli interessi del popolo.»

    «Cosa avreste intenzioni di fare?»

    Don Camillo si incamminò tranquillo lungo il canale, verso la fattoria, e Peppone gli disse che si fermasse, o gli avrebbe sparata una scarica tra le spalle.

    «Peppone è una bestia cocciuta come un mulo» disse tranquillo don Camillo «ma non spara alle spalle dei poveri preti che stanno facendo quello che Dio comanda loro di fare.»

    Peppone bestemmiò e allora don Camillo si volse di scatto.

    «Tu piantala di comportarti come un cavallo, o io ti sparo sul muso un diretto come quello che ho sparato al tuo famoso campione federale…»

    «E inutile che me lo diciate: lo sapevo che non potevate essere stato che voi. Ma questo è tutto un altro fatto.»

    Don Camillo continuò tranquillo il suo cammino e l’altro dietro a borbottare e a minacciare scariche. Arrivati vicino alla stalla, una voce gridò l’alto là.

    «Va’ all’inferno!» rispose Peppone. «Qui adesso ci sono io. Voi andate al caseificio.»

    Don Camillo non degnò neppure di uno sguardo la porta della stalla coi suggelli. Salì per la scala a pioli nel fienile, sopra la stalla, e chiamò sottovoce: «Giacomo».

    Il vecchio vaccaro che poco prima era venuto in canonica a raccontargli la storia della vacca, sbucò dal fieno. Don Camillo accese una lampadina elettrica e, tolta via una balla di fieno dal pavimento, apparve una botola.

    «Va’ giù» disse don Camillo al vecchio.

    Il vecchio si calò nella botola e rimase giù un bel pezzo. «Si è liberata» sussurrò riapparendo. «Io ne ho fatto mille di queste operazioni e me ne intendo più di un veterinario.» «Adesso va’ in casa» ordinò don Camillo al vecchio, e il vecchio scomparve.

    Allora don Camillo rispalancò la botola e vi fece rotolare dentro una balla di fieno.

    «Cosa avete intenzione di fare?» disse Peppone che era stato nascosto fino a quel momento.

    «Aiutami a buttare giù balle e poi te lo dico.»

    Peppone mugugnando prese a buttar giù balle e balle e poi quando don Camillo si fu calato nella stalla lo seguì.

    Don Camillo portò una balla vicino alla mangiatola a destra, ruppe i due fili di ferro, sciolse il fieno e lo buttò davanti alle vacche.

    «Tu pensa alla mangiatoia di sinistra» disse a Peppone. «Neanche se mi scannate!» gridò Peppone prendendo una balla e portandola verso la mangiatoia di sinistra.

    Lavorarono come un esercito di bovari. Poi ci fu la faccenda del bere e, siccome si trattava di una stalla moderna con le mangiatoie ai lati del corridoio e le vasche dell’abbeverata sistemate lungo i muri, bisognò far fare un dietro front a cento vacche e poi rompersi le braccia a dar loro legnate sulle corna per toglierle dall’acqua se no sarebbero crepate.

    Quand’ebbero finito, nella stalla c’era sempre buio e questo dipendeva semplicemente dal fatto che lo sportello di legno di tutte le finestre era stato inchiodato dall’esterno.

    «Sono le tre del pomeriggio» disse don Camillo guardando l’orologio. «Per poter uscire dovremo aspettare fino a stasera!»

    Peppone cominciò a mordersi le mani per la rabbia. Ma poi dovette mettersi l’animo in pace.

    Alla sera, in un angolo della stalla, Peppone e don Camillo giocavano ancora a carte, al lume di una lucerna a petrolio.

    «Ho una fame che mangerei un vescovo di traverso!» esclamò Peppone con rabbia.

    «Roba dura da digerire, cittadino sindaco» rispose con calma don Camillo che però vedeva tutto verde per la fame e avrebbe mangiato un cardinale. «Per dire che hai fame aspetta a digiunare i giorni che hanno digiunato quelle bestie.»

    Prima di uscire buttarono ancora fieno in tutte le mangiatoie, e Peppone non voleva a nessun costo perché diceva che era un tradimento del popolo, ma don Camillo fu inflessibile.

    Così durante la notte ci fu silenzio di tomba nella stalla, e il vecchio Pasotti, non sentendo più muggire le vacche, si spaventò e pensò che quelle oramai dovevano essere agli estremi se non avevano neanche più la forza di gridare. E la mattina scese a parlamentare con Peppone e, mollando un po’ da tutt’e due le parti, la cosa tornò a funzionare.

    Nel pomeriggio Peppone arrivò in canonica.

    «Eh!» disse con voce dolcissima don Camillo: «voi rivoluzionari dovreste sempre dar retta ai consigli del vecchio arciprete. Proprio così, figlioli cari.»

    […] ;

    [cit.]

  150. Moi scrive:

    Idiocracy : INTRO

    http://www.youtube.com/watch?v=icmRCixQrx8

    —————————————————

    Idiocracy : Trailer

    http://www.youtube.com/watch?v=BBvIweCIgwk

  151. mirkhond scrive:

    “che , comunque, non sia più così apprensivo e suscettibile.”

    Questo dovresti chiederlo all’interessato. 🙂
    Non per fare il vice non autorizzato di Pino 😉 :), ma qui in quanto a suscettibilità siamo in molti ad non esserne immuni, io in primis ;), ma qualche volta anche tu… 🙂 eh!
    Solo Peucezio e Martinez hanno il dono davvero FRANCESCANO di NON prendersela mai, e mentre noi discettiamo su questo e quello, Martinez continua a sfornare articoli sul suo Oltrarno…che però restano privi di commenti! 🙂 🙂
    ciao!

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