Adama Kebè e le sue loquaci amiche italiane

Alcuni mesi fa, andava di moda firmare l’appello per Adama Kebè, una signora senegalese, immigrata in Italia, che ha accusato il proprio compagno – sempre senegalese – di ripetute violenze. Il Resto del Carlino afferma con perentoria certezza che l’uomo l’avrebbederubata, picchiata, stuprata e ferita alla gola con un coltello” [1]

Tanto, s’è mai visto un senegalese che denuncia il Resto del Carlino?

Non è chiara la sequenza dei fatti, ma secondo i suoi difensori, la signora Kebè sarebbe stata rinchiusa in un CIE in quanto clandestina proprio dai carabinieri presso cui si era recata per denunciare i fatti.

In modo misterioso, un gruppo di italiani benintenzionati, la “rete Migranda“, sarebbe venuto a conoscenza del caso e avrebbe lanciato una rumorosa campagna a sostegno di Adama Kebè, che ha coinvolto molti: la signora Kebè è diventata così “Adama” e basta, come succede ai Buoni delle cronache, soprattutto se donne.

Alla fine, il ministro dell’Interno ha fatto ottenere ad Adama Kebè detta Adama un permesso di soggiorno lampo per “motivi di protezione sociale”.

Tutti felici fino a ieri, quando leggiamo sui giornali che la Procura di Forlì ha archiviato la denuncia della signora Adama Kebè contro il proprio compagno e ha anzi accusato lei di “duplice calunnia, sostituzione di persona, truffa e una serie di falsi“.

“Molte realtà cittadine si erano mobilitate per aiutarla dopo che la rete Migranda aveva raccontato la sua storia, che si fonderebbe su molte bugie raccontate dalla donna. Si erano spese per garantire un futuro migliore alla donna africana. La quale, per la Procura di Forlì – che ha archiviato il fascicolo contro il presunto stupratore – si sarebbe inventata tutto. Avrebbe anche prodotto falsi documenti di un matrimonio, avrebbe chiesto un ricongiungimento famigliare facendosi assumere da una grande azienda salvo poi denunciare che l’amministratore delegato era a conoscenza del suo status di clandestina (le indagini hanno rivelato invece che l’uomo era stato ingannato dai falsi documenti presentati).”

I tribunali non sono infallibili, Adama Kebè è probabilmente una povera disgraziata che ha cercato di cavarsela con qualche astuzia in un mondo difficile, e comunque ci interessa relativamente. Uomini, donne, europei, africani, autoctoni e migranti possono essere più o meno tutti ugualmente cialtroni oppure sprovveduti.

Molto più interessante è capire la mobilitazione umanitaria-mediatica, esplosa attraverso tutto un sistema di autonominati infermieri dell’umanità che è particolarmente diffuso proprio in Emilia Romagna e dintorni. Una regione in cui le associazioni, l’ARCI, l’Unipol, il sindaco, le cooperative industriali e le cooperative di sfruttamento del lavoro precario agiscono spesso tutti insieme.

Questa mobilitazione deve aver avuto qualche effetto proprio sul linguaggio della stessa signora Kebè, la clandestina senegalese scriveva infatti lettere aperte che si aprono con il saluto “Care donne, cari uomini” e conclude con le parole,

Ringrazio tutte e tutti, anche coloro che oggi stanno manifestando contro il razzismo che ha ucciso i ragazzi di Firenze. E spero che questa partecipazione vada avanti, finché i CIE non saranno chiusi e tutti i migranti liberati dalla legge Bossi-Fini.”

Bisogna aver cominciato a quindici anni a giocare a Dibattito-di-Sinistra per scrivere così.

Google ci racconta poco sulla Rete Migranda, a parte gli appelli per “Adama”. C’è comunque un sito, che all’inizio fa sorgere qualche dubbio perché almeno a un’occhiata veloce, non compare il nome di un solo referente umano e neppure un indirizzo o un numero di telefono.

Però gli articoli trasudano buona fede, e quindi non abbiamo dubbi che l’associazione esista. Lo stile non è assolutamente quello della one man association che bluffa per diventare famoso.

Il problema è un altro, ed emerge chiaramente quando sul loro sito spiegano di essere un gruppo di “diverse donne, migranti e italiane“:

“La condizione delle donne migranti pone questioni dirimenti al dibattito femminista e mostra che non è più possibile un antirazzismo neutro, né accettare il linguaggio politicamente corretto di un multiculturalismo che giustifica le aggressioni contro le donne che accadono all’interno delle comunità e delle famiglie. Criticare questa realtà non vuol dire fare una crociata razzista, colpendo indiscriminatamente tutte le comunità migranti, ma denunciare le pratiche patriarcali esercitate dagli uomini, riaffermando una battaglia per la libertà delle donne, migranti e italiane. Noi crediamo che le migrazioni delle donne mettano in discussione le strutture sociali e patriarcali sia nei paesi di partenza sia in quelli di arrivo. Da questa potenza, andando oltre le reali difficoltà, vogliamo muovere il passo insieme verso una reale presenza politica.”

Ora, di “donne migranti” che parlino in questo modo abbiamo conosciuto solo qualche intellettuale francese.

Per cui è piuttosto evidente che si tratta di donne italiane che parlano a donne migranti, le quali ascoltano. La sinistra italiana possiede il brevetto mondiale per il monologo alla pari.

Tanto le parlanti italiane hanno già “messo in discussione” le proprie “strutture patriarcali”, altrimenti mica parlerebbero così; e quindi non hanno proprio niente da imparare dalle loro compagne e sorelle variamente colorate. Anche se promettono, excusatio non petita, di non condurre proprio delle “crociate razziste” per salvarle dalle loro culture.

Quando le donne migranti parlano, parlano invece di fatti concreti, anche perché ne hanno tanti da raccontare.

Le donne italiane ascoltano quel tanto che basta per trovare quei fatti che rientrino negli schemi in cui già credono.

E quando una donna migrante se ne esce con una storia, vera o falsa non importa, che coincide in pieno con la narrazione preimpostate dalle parlanti italiane, scattano tutte le lucine e le sirene.

 Nulla di nuovo, ho conosciuto missionari in palese buona fede che tra le zanzare dell’Amazzonia, trovavano in ogni cosa che gli indigeni raccontavano loro, la perfetta dimostrazione delle parabole evangeliche.

Nota:

[1] Merita un’occhiata la foto che accompagna quell’articolo: esiste un intero genere artistico di foto-repertorio-per-stupri: donna giovane e bellissima, il volto nascosto e i vestiti – sempre modaioli e succinti – strappati.

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138 risposte a Adama Kebè e le sue loquaci amiche italiane

  1. Peucezio scrive:

    Splendido post.

  2. PinoMamet scrive:

    ” Bisogna aver cominciato a quindici anni a giocare a Dibattito-di-Sinistra per scrivere così.”

    Applausi!

    Avendo sott’occhio queste associazioni, davvero bene intenzionate verso gli immigrati (tanto quanto sono spesso incapaci di capirli davvero, visto che li leggono con l’ottica dello scontro tra destra e sinistra italiane), non fatico a immaginarmi la scena della preparazione delle lettere- scritte in buon italiano senza neanche un errore, perchè chi le scrive davvero, per formazione, ritiene che un errore sintattico sia grave quasi quanto aver votato per Berlusconi, anzi, sia il primo passo verso il voto a Berlusconi, sommo male- che poi vengono lette “insieme” alla “migrante”, la quale, essendo intelligente e donna e migrante, “non può che essere d’accordo” con il contenuto.

    Una specialità di queste associazioni, perlomeno nella mia città, è proprio l’insegnamento della lingua italiana ai “migranti”; che assomma i pregi di richiedere poca organizzazione, di non rompere il cazzo a nessuno (tantomeno agli sfruttatori) e di impiegare attivamente schiere di neolaureati (spesso, a esperienza mia, neolaureate) che in effetti non saprebbero molto altro, di utile agli immigrati; in realtà si tratta di volontariato a favore degli immigrati, ma anche di volontariato a favore dei neolaureati, che almeno fanno qualcosa e si mettono anche la coscienza a posto.

    Non voglio parlare male di queste associazioni, che almeno esistono; che sono fondamentalmente oneste; e che fanno quello che possono.

    Solo che quello che possono è abbastanza poco, e abbastanza autoreferenziale;
    infinitamente meglio, comunque, delle “one man association”, che sono invece fondamentalmente disoneste, ancora meno concrete e ancora più autoreferenziali
    (ma che da noi non hanno attecchito tanto, mi sa).

    • Peucezio scrive:

      “one man association”

      Di che si tratta?

      • PinoMamet scrive:

        Segui il link relativo nel post di Miguel:
        vedrai che ti porterà a un esempio clamoroso di queste associazioni/società/gruppi, di solito formati da pochissime persone di ambito “creativo” che si citano e supportano e soprattutto pubblicizzano a vicenda (dandosi del “genio” l’uno con l’altro), e il cui scopo è semplicemente quello di fare più rumore possibile per ottenere più visibilità mediatica.

        • Peucezio scrive:

          Aaaaaah, ho capito!
          Miguel ne parla spessissimo: in pratica è come se io creo un’associazione che in pratica coincide con la mia persona, però altri mi citano, io cito loro, millanto mille attività e iniziative e la gente crede si tratti di una grande e importante associazione, con tanti iscritti.

          Non avevo associato il nome alla cosa…

        • PinoMamet scrive:

          Tu crea l’associazione, intanto, e io penso a candidarti per il Nobel 🙂
          poi tu scrivi un comunicato stampa dove dici quanto sono bravo, e io un altro dove dico che ho ricevuto l’appoggio del dott. Peucezio, candidato al premio Nobel…
          😉

        • Peucezio scrive:

          Veramente non sono dottore (non ancora almeno), però per la candidatura al Nobel sono ottimista…

          A proposito, tu che sei un ottimo neo-grecista, oltre che un grecista tout court, volevo chiederti una cosa.
          Da qualche parte ho letto che la II Sofistica avrebbe determinato già dal II secolo d.C. un abbandono della koiné in favore del recupero di un greco classico puro modellato sull’attico del V secolo e che tale lingua sarebbe rimasta l’unica lingua scritta fino alla nascita della katharevousa all’inizio dell”800, che avrebbe fatto solo delle lievi modifiche (come l’abolizione del duale). In pratica cioè i greci avrebbero scritto nel greco dell’Atene di Pericle dall’età imperiale inoltrata, per sedici secoli, attraverso Bisanzio e i turchi, fino a duecento anni fa. Ti risulta?

        • PinoMamet scrive:

          Mmm
          non direi, nel senso che l’educazione scolastica nella Grecia della “Turcocrazia” era delegata al clero ortodosso, e il greco del Nuovo Testamento non è certamente l’attico di Platone; del resto, da un lato le differenze tra koinè a base ionico-attica, e attico “puro”, sono talmente lievi che sfuggono tranquillamente ai non puristi;
          dall’altro, la letteratura bizantina che mi è capitato di leggere, anche quando volutamente arcaizzante nel lessico, lascia comunque trasparire le tendenze innovative della lingua (ad es. diminituvi in -i anzichè in -ion ecc.), senza contare tutta la letteratura di tendenza popolare che imita e riporta una lingua assai più vicina al parlato
          (alcune opere di Teodoro Prodromo, lo “Ptocoprodrmo”, oppure le prime redazioni dei romanzi del ciclo degli akriti per esempio).

          In ogni caso, non è neppure del tutto giusto dire che la katharevousa sia identica a un qualunque “greco antico”;
          inanzitutto, la vera differenza nel greco non è tanto diacronica quanto “diastratica”
          (sono attestate, sia in epigrafi sia come “forme sbagliate” presso i lessicografi o presso gli atticisti come Frinico, diverse parole che sono normalmente ritenute “moderne”);
          e poi la katharevousa è appunto un tentativo di arcaizzare e “correggere” una lingua che comunque era evoluta (anche se sorprendentemente poco), non un semplice calco del greco antico.

          Ciao!

    • roseau scrive:

      Non voglio parlare male di queste associazioni, che almeno esistono; che sono fondamentalmente oneste; e che fanno quello che possono.

      oneste, un cazzo, caro Pino. Quella che non divenne mai la mia datrice di lavoro, mi disse “eh, ma che ti serve sapere l’arabo o il rumeno…basta che loro imparino…SONO LORO CHE DEVONO IMPARARE DA TE, NON TU DA LORO. Quindi imparano meglio a parlargli subito in italiano…”
      L’unica relativamente onesta è la “Perché no?”, che si riunisce nei locali di San Rocco. Tutti volontari non pagati, con livelli di competenza molto, molto, molto variabile…
      (fonte: esperienza personale)

      • PinoMamet scrive:

        Perchè no? in effetti è la prima che mi è venuta in mente (ma ci sono altre realtà…) però, lo sai, si trovano in Italia (e mi è capitato di averci a che fare) situazioni ben più disoneste di quella (comunque istruttiva!) che mi hai descritto…

      • falecius scrive:

        Quella però non è una “associazione”. Mi pare di capire che abbia scopo di lucro…

        • roseau scrive:

          è complicato, falecius. E’un’associazione, la prima, tipo quella dei nostri amici mestrini. diritto privato, ma un po’ di “lucro”, ben dissimulato, ci sarebbe. al contrario di quanto fecero i ns. amici, tutto fin troppo alla luce del sole.

  3. Rock & Troll scrive:

    Nel frattempo, mentre c’è chi gioca da anni al dibattito-antimperialista-filoislamico, in Africa oggi come sempre, dei Cristiani “colpevoli” solo della loro fede vengono barbaramente trucidati… si parla di femminicidio ma nessuno riconosce il CRISTIANICIDIO ormai in atto da anni e anni nell’indifferenza generale.
    Vergogna.

    • PinoMamet scrive:

      Persone più informate di te mi dicono che le cose sono assai più complesse, ma… chi sono io per non darti ragione, o detentore della Verità?

      Beh, sei ancora qui? Non sei corso in Africa ad aiutare quei poveri cristiani? Fammi capire, il tuo modo per renderti utile è quello di uno stupido dibattito anti-islamico e filo-imperialista?
      VERGOGNA!!

      • Rock & Troll scrive:

        L’aiuto andrebbe fatto con interventi delle nostre autorità, possibilmente anche militari, specie presso quei popoli che ancora mostrano di non sapersi autogovernare, e cadono facili prede del peggior integralismo islamico.
        La verità è che oggi in molti paesi gli ultimi, gli oppressi, le vere vittime della violenza globale e del “dominio”, sono i cristiani.
        Lo sono in Europa, dove il laicismo e il relativismo intollerante cercano di spegnere e cancellare la religione, lo sono fuori dall’Europa, dove il solo testimoniare la Croce è garanzia di disprezzo, persecuzione e morte.

        • Roberto scrive:

          “presso quei popoli che ancora mostrano di non sapersi autogovernare”

          …come gli italiani

        • Peucezio scrive:

          E quali autorità dovrebbero farlo? Gli ex bombardatori di Belgrado, inventori di un inesistente genocidio di islamici?

        • PinoMamet scrive:

          A forza di semplificazioni urlate e di “vergogna”, sono riusciti anche a creare il misterioso Sud Sudan, dove i famigerati “cristiani sterminati dall’Islam” pare si stiano finalmente sterminando tra loro…

          il che NON dimostra, come piacerebbe immagino al nostro razzistuccio Rocc&Troll, che “non sanno governarsi tra loro”, ma che la faccenda che fosse l’Islam a sterminarli era una “pia” balla.

        • Peucezio scrive:

          Comunque nel fatto che oggi la violenza religiosa venga più dal mondo islamico che da quello cristiano un po’ di verità c’è.
          L’Occidente “cristiano” poi è violentissimo, non foss’altro perché ha mezzi incommensurabilmente maggiori e più distruttivi, ma non uccide per motivi religiosi.
          Chi se lo piglia nel secchio sono le minoranze cristiane di questi sciagurati paesi, che non contano niente perché non condividono nulla della potenza dell’Occidente e nello stesso tempo sono vittime dei loro connazionali non cristiani.

        • daouda scrive:

          L’occidente cristiano, appunto, dov’è di grazia?

          i protestanti, gli anglicani ed i calvinisti non sono cristiani.

        • Purtroppo le nostre curiosità in merito all’attività retribuita svolta da Rock and Troll per supplire alle più elementari necessità della vita quotidiana sono a tutt’oggi rimaste prive di risposta.
          A nostro avviso, l’idea di affidargli l’esecuzione del servizio pulitura scale nel più modesto dei condomini sarebbe già un azzardo su cui riflettere con una certa attenzione.

        • Ritvan scrive:

          —E quali autorità dovrebbero farlo? Gli ex bombardatori di Belgrado, inventori di un inesistente genocidio di islamici? Peucezio—

          Peuce’ ti informo – e vai a fartela confermare da Wiki se non ci credi – che un 5-7% degli albanesi del Kosovo erano e sono di religione cattolica. Dici che la teppaglia di Belgrado, mandata in Kosovo nel ’99 sotto la protezione dei carrarmati dell’esercito di Belgrado a uccidere, stuprare, incendiare ecc., ecc. prima di fare agli albanesi la “cura” di cui sopra richiedeva loro l’eventuale certificato di battesimo?
          Leggi qui o Glorioso Paladino Della Fede Cattolica, Apostolica nonché Romana:
          http://www.gfbv.it/2c-stampa/1-99/1-6-it.html#r3
          da cui ti cito:
          “..I centri storici di Pec e Gjakove/Djakovica sono stati distrutti quasi completamente (dai serbi-ndr.). Anche moschee e chiese cattoliche e l’edificio della Conferenza di Prizren del 1871, sacro a tutti gli albanesi e protetto dalla UNESCO…”.
          Hai capito cosa hanno fatto alle Tue Care (suppongo) Chiese Cattoliche Albanesi i tuoi carissimi Fratelli In Cristo di Belgrado? Beh, se non l’hai capito dimmelo che ti faccio un disegnino a fumetti…

    • Come sempre più spesso si sente dire e si legge: “E’ molto facile fare il frocio col culo degli altri”.
      E perdonatemi il francesismo.

  4. Z. scrive:

    Miguel,

    dal mio punto di vista è anche interessante l’incrocio tra due fenomeni assai comuni, coi quali gli addetti ai lavori hanno ampia familiarità.

    Da un lato, il tentativo di sottrarsi al CIE con ogni mezzo. In sede di convalida del trattenimento è peraltro abbastanza comune, tra i cittadini nigeriani, dichiararsi perseguitati per la propria religione cristiana. Non ho mai visto un giudice non convalidare il trattenimento per questa ragione, peraltro (tant’è che, a quanto ho capito, anche nel caso di specie è dovuto intervenire il ministro degli Interni).

    Ma del resto, chi ha visto un CIE anche una sola volta non può stupirsi che gli ospiti del centro non siano disposti a tutto, ma veramente a tutto, pur di riconquistare la loro precaria libertà.

    Ancora più interessante, a mio avviso, la falsa denuncia di violenza sessuale, che garantisce alla denunciante il sostegno e il supporto incondizionato dell’opinione pubblica – talvolta anche dopo il proscioglimento del soggetto calunniato. Il proscioglimento, peraltro, è tutt’altro che scontato: la donna che denuncia di aver subito una violenza sessuale è, per definizione, la Vittima allo stato puro.

    E questo finisce per riflettersi anche sul procedimento penale: improvvisamente, la procedura penale diventa fluida. Il concetto di flagranza diventa evanescente; i gravi indizi di colpevolezza consistono nell’esistenza di una denuncia; le esigenze cautelari, nella mera gravità del fatto di cui si è accusati; la prova richiesta per una condanna a molti anni di carcere, nelle dichiarazioni della denunciante, per quanto contraddittorie.

    Quali conseguenze avrà la vicenda di Adama Kebè, ultimi sviluppi inclusi, proprio non saprei dire. Probabilmente nessuna, ma certamente posso sbagliarmi.

    Z.

    • daouda scrive:

      Sono “ogni mezzo” e “falsa” , nelle frasi in grassetto, che dovrebbero fare rabbrividire e non scalpitare con moti di solidarietà idioti ma soprattutto mal riposti, perloneo quando si parla di neri che sono veramente maestri della simulazione fin quando si rimane su di un livello dilettantistico o semi-professionistico.

  5. La sinistra italiana possiede il brevetto mondiale per il monologo alla pari

    Altri applausi!

    Aggiungerei che la commissione esaminatrice del brevetto è composta dalla sinistra stessa: in fondo anche i sentimenti possono essere oggetto di commercio.
    Come farebbero queste persone se non ci fosse il dolore! questo è il segno – per me – che si tratti di un movimento religioso.
    N.B.: dove religioso va inteso nel peggior senso possibile.

  6. Bisogna aver cominciato a quindici anni a giocare a Dibattito-di-Sinistra per scrivere così.

    Oppure, ma è solo un’illazione sulla base del vocabolario utilizzato da questi signori, militare in Socialismo Rivoluzionario.

    • Z. scrive:

      Allora è proprio vero, SR esiste e resiste ancora! incredibbole!

      Sigh, è come tornare indietro a quanto ero ragazzino… quelli erano tempi!

      😀

      Z.

      PS: Però dai, come si fa a prendersela con SR? E’ come sparare su uno che caga… è un atto di viltà! 😀

  7. daouda scrive:

    ” Nulla di nuovo, ho conosciuto missionari in palese buona fede che tra le zanzare dell’Amazzonia, trovavano in ogni cosa che gli indigeni raccontavano loro, la perfetta dimostrazione delle parabole evangeliche.”

    Ce la devi sempre mette la stoccata eh? Che poi a proposito di femmine, si sà che la cosa più importante la scrivono sempre alla fine…

    Comunque sia tutta sta pappa Miguel…non ti starai appiattendo un po’ troppo? Che ce vole a scrive che quella è na donna de merda, lei e quelle che la hanno aiutata? E tutti quanti quelli che se lo meritano?
    A furia di Nelli Reghi non è che fai arrivà il discorso alla gente eh, che tendenzialmente se ne sbatte sempre almeno qua in Itali-a.

  8. GroG! scrive:

    Prima di andar con Adama Kebè sincerarsi che abbia fatto il bidè.
    Con Adama Kebè è meglio solo prendere una tazza di thè.
    Oppure farsi il bidè con un infuso di thè

  9. roseau scrive:

    nemmeno un commento di una donna? strano…
    comunque il mito dell’immigrato stupratore è molto resistente. e lorella zanardo, che dice che se fosse buttato giù da un ponte un immigrato dopo essere stato picchiato si mobiliterebbe l’opinione pubblica e la notizia non sarebbe più solo una notizia, mentre per una donna non si farebbe altrettanto, stabilisce classifiche odiose, aumenta il clustering e non fa che fomentare questa leggenda odiosa.
    aspetto con ansia (spero che la stampa anzi ne dia notizia) l’esito di quell’accusa di stupro di una trentunenne modenese sul bologna milano dopo aver partecipato ad un provino. gli autori sarebbero un marocchino e un macedone. io non so come si sono svolti i fatti, so per certo che c’è una mia coetanea modenese -non saprò mai se è la stessa persona- letteralmente OSSESSIONATA dalla possibilità di essere stuprata in treno. una volta mi ha persino chiesto di accompagnarla in bagno. al mio rifiuto, s’è accigliata e mi ha detto, seria seria: “potrebbe capitare anche a te…”
    […]

    non so cosa rispondere. perché lo stupro -mentale- di certe donne, e tempo di molti uomini, è già avvenuto.

    • PinoMamet scrive:

      Anch’io ho un’amica che diversi anni fa sosteneva che “ormai non si può più andare in giro di notte” nella normalissima, tranquillissima cittadina di 25.000 abitanti dove risiedeva, perchè “questi extracomunitari” non vedrebbero l’ora di stuprarla.

      Sulle classifiche della Zanardo: il suo mi sembra un modo di confondere le carte in tavola.
      Di solito, è naso, è proprio la violenza sulle donne che ottiene la maggiore visibilità, per motivi comprensibilissimi; dopotutto, “siamo andati in Afghanistan” per togliere il burka alle afghane, degli afghani maschi ce ne frega molto meno…

      però se si trovasse il cadavere di una donna immigrata che ha subito violenze, senza altre spiegazioni, è probabile che in moltissimi casi (ma neanche tutti) polizia, giornalisti ecc. penserebbero a una prostituta, e la notizia sarebbe rubricata sotto la categoria “crimine”, e non la più rumorosa- per la sinistra- categoria “scandalo razzista”.

      Del resto, questo dimostra anche che il discorso della Zanardo è puramente interno alla sinistra: ciò che sta fuori, non esiste o non conta…

  10. daouda scrive:

    Forse perché l’immigrato essendo al di fuori della propria realtà ( con tutti gli annessi e connessi )è più portato a tale situazione?

    • daouda scrive:

      difatti la maggior parte degli stupri avvengono autoctoni avvengono tra marito e moglie, dicono. Ma tecnicamente nel matrimonio NON PUO’ ESISTERE STUPRO.

      • Roberto scrive:

        Non diciamo fesserie!!! Tecnicamente uno stupro fra marito e moglie è assolutamente possibile. Magari filosoficamente moralmente religiosamente (tenendo presente la TUA deprecabile filosofia-religione-morale) non è possibile, ma tecnicamente certo che si

        • daouda scrive:

          No. Lo stupro all’interno del matrimonio è impossibile in sé.
          Ciò non significa che fare violenza sia legittimo, ma non è stupro.

        • Roberto scrive:

          Cassazione Sentenza 15 luglio – 1° agosto 2011, n. 30364

          Buona lettura

        • daouda scrive:

          Ma che cazzo me frega a me della cassazione?

          Io ti sto parlando secondo la dottrina cristiana , islamica o qualsivoglia.
          E non sto giustificando la violenza domestica, ma faccio presente un’impossibilità logico-tecnica relativa alla definizione stupro.
          Non c’è stupro nel matrimonio.

        • Roberto scrive:

          E figurati che cazzo me ne frega a me della TUA dottrina cristiana

        • daouda scrive:

          Beh non può essere mia. Il fatto che non te ne freghi nulla significa semplicemente che non ti interessa la Giustizia; non è un dramma d’altronde.

          “Se infatti la moglie si nega al marito cosa succede?Succede che egli forse sarà spinto da ciò verso il libertinaggio, forse verso l’adulterio,ad ogni modo ne subirà turbamento,avrà i sensi infuocati,si lamenterà, susciterà mille problemi a sua moglie” Giovanni Crisostomo In epistolam I ad Corithios

          ” i coniugi hanno anche l’OBBLIGO di darsi reciprocamente sostegnonella debolezza della carne, per evitare adultèri” Agostino, De bono coniugii

          “Se mio marito – dirai – non riesce a contenersi ed io voglio astenermi? Sei obbligata ad assecondarlo poiché la donna che si astiene senza il consenso del marito non solo perde ogni premio per la sua castità, ma diventa anche responabile dell’eventuale adulterio di lui, ed anzi sarà più colpevole lei di lui riguardo le sue impudiche condotte! Perché lo ha spinto nel burrone del peccatto privandolo della LEGITTIMA unione carnale” Giovanni Crisostomo De Verginitate

          “La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; ugualmente anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie” Paolo , Lettera I ai Corinzi

          “Anche alla moglie , invero, appartiene la facoltà di dare consigli, ma la decisione finale spetta al marito” Gregorio Nazianzeno, Poemata

          “Mogli, siate sottomesse ai mariti come al Signore” Paolo, Lettera agli Efesini

          Ora non venirmi a scrivere stronzate, che la Chiesa prevede il ripudio se ci sono casi di violenza gravi, di cui il sesso chiaramente non è previsto per quel che sò, GIUSTAMENTE.

        • Roberto scrive:

          Non sono San Francesco, quindi lascio perdere

        • daouda scrive:

          Mio unico interesse era edulcorarti al riguardo. Possiamo lasciar perdere entrambi…

        • roberto scrive:

          e invece di edulcorarmi mi hai inacidito

        • daouda scrive:

          Ti ho edotto e per quanto riguarda la mia persona , solo il mio “modo di fare” può averti urtato, il resto lo ha fatto la Verità che non accogli e che non rispetti.
          D’altronde il diritto laico è la parodia del diritto, sappisci anche questo!

          Ad ogni modo , ti inacidisci solo perché qualcuno afferma cose diverse rispetto a quel che vige e dominate già?
          Cavolo non siete mai contenti eh?

        • Caro douda, dove sta scritto che se il marito si prende a viva forza la moglie non commette violenza carnale? Mi sembra che in tutti i bei testi da te citati non sia enunciato questo Verissimo e Sempre Valido principio di Santa Giustizia.

          Insomma, è vietato rubare, ma non è che se dopo aver beccato il ladro per strada qualche giorno dopo lo pesto a sangue per riprendermi ciò che è mio io non commetto reato 😉

        • daouda scrive:

          ancora?
          Io non ho scritto che ciò sia giustificabile ma semplicemente non costituisce stupro e non è penale.

          Poi dipende chiaramente dal tipo di gravità, ma la violenza non è affatto nell’atto sessuale in sé, giust’appunto.

          Poi se vuoi ignorare i Padri e seguire la mentalità del mondo fai pure.

        • roberto scrive:

          “Io non ho scritto che ciò sia giustificabile ma semplicemente non costituisce stupro e non è penale.”

          il tuo problema è che usi le parole a vanvera:
          per vedere se “è penale o no” non devi leggere le scritture dei padri ma il codice penale, sul quale è scritto “chiunque con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni”. non ci piove, fine della discussione.

          poi puoi dirmi che moralmente, filosoficamente, spiritualmente, quelchevuoiente la violenza del marito sulla moglie non è stupro perché è stato scritto dai padri. questo è un altro discorso che si puo’ affrontare (nonostante, come scrivevo, a ma non interessa minimamente ma puoi farlo con altri interlocutori).

          puoi anche contestarmi la logica del codice penale, e questo già sarebbe più interessante ma non saresti certo il primo (se tu fossi un po’ meno intellettualmente pigro avresti letto la sentenza che ti indicavo e avresti scoperto che appunto non sei solo).

          quello che non puoi fare è sostenere che il codice penale dice bianco quando dice nero.

        • daouda scrive:

          Ma che me frega a me de sto codice penale illegittimo?
          Se dice cose sbagliate , toppa.
          E’ una deviazione del diritto poiché tutte le scienze sono interdipenti.

          Ma comunque buon per voi. O no?

        • Io ti ho chiesto:
          “Caro douda, dove sta scritto che se il marito si prende a viva forza la moglie non commette violenza carnale?”

          E ora ti chiedo anche una definizione di “penale”, visto che rifiuti quella corrente.

        • daouda scrive:

          Apparte che le cose che ho riportato sono abbastanza chiare…ad ogni modo cosa intendi per viva?

          Secondo quel che credi quando il padre usa il bastone con il figlio ( purtroppo ci siamo ridotti alle madri colla cucchiarella…) si deve chiamare il telefono azzurro…

        • Armando scrive:

          Sono d’accordo la violenza carnale c’è anche con il diritto-dovere del rapporto coniugale (che viene negato dalle sentenze di Cassazione) in una coppia perchè il modo in cui aviene va contro la dignità del coniuge. Che non sia la stessa cosa rispetto ad uno stupro qualsiasi penso che è chiaro

        • Ritvan scrive:

          —E ora ti chiedo anche una definizione di “penale”, visto che rifiuti quella corrente. (M. Tarvisii a daouda)–

          Da Portavoce Non Autorizzato Della Vera Chiesa Cristiana Di Rito Daoudiano:-) ti dico che è “penale” solo ciò che è espressamente previsto che lo sia nel Codice Penale dell’Imperatore Giustiniano, poiché i codici penali attualmente in uso sono chiaramente:-) illegittimi, perché non sono stati emanati da Autorità Legittime Agli Occhi Di Dio, tipo l’Imperatore Giustiniano p.es.
          Ma è tanto difficile da capire, cribbio?!:-):-)

        • daouda scrive:

          Perfetto, concordo anche io, ma quel che sto dicendo su di un piano logico è che all’interno del matrimonio il concetto di “violenza carnale” non ha senso.

        • daouda scrive:

          Cavolo Ritvan…fosse così…ad oggi potrei derubare ed uccidere senza problema? O no?

          Interpretami che ho un dubbio!

        • Ritvan scrive:

          —Cavolo Ritvan…fosse così…ad oggi potrei derubare ed uccidere senza problema? O no? Interpretami che ho un dubbio! daouda—

          Eh, quello non ti converrebbe, poiché magari i giudici al tuo declamare “l’illegittimità” dei loro codici biekamente:-) repubblicani rispetto al Glorioso Codice Penale Giustinianeo potrebbero prenderti in parola e applicarti le pene previste dal sullodato Tuo Amato&Legittimo Codice…o dici che nel sullodato Codice per furto e assassinio la condanna prevista era solo un breve periodo di affidamento ai servizi sociali?:-):-)

    • roseau scrive:

      Mah, io parlerei di cortocircuiti. Stimoli sessuali che reagiscono con una cultura di base sessualmente repressiva. Io per metà sono napoletana. Reality bites: nessuna donna di buonsenso girerebbe in minigonna e scarpe con plateau e tacco dodici per la periferia di Ponticelli.
      Al Cairo un tassista s’è masturbato in presenza di una mia amica, evidentemente “occidentale” e con le méchès.
      A New York mi dicono che ad Harlem una donna giovane e di bell’aspetto possa essere “verbally assaulted” solo per il fatto di essere giovane e di bell’aspetto.
      Dire “una donna DEVE avere il diritto di vestirsi come le pare in qualsiasi contesto” è una bellissima petizione di principio, ma una cazzata nella pratica.
      Ci vogliono anni e anni di educazione -che non è il politicamente corretto di certe realtà nordeuropee, che si basa su molti rimossi inconsciamente razzisti e che cambia il nome del problema senza tentare di risolverlo- e la FINE, immediata, dei processi di vittimizzazione/allarmismo mediatico, perché le cose cambino realmente.

      • daouda scrive:

        può darsi ma non è sicuramente la sola componente di tali cortocircuiti.
        Ci sono homini ( don e donne ) più prettamente materiali in sé oltre che per via di determinazioni ad essi esterne.

        • roseau scrive:

          Daouda: “Ora non venirmi a scrivere stronzate, che la Chiesa prevede il ripudio se ci sono casi di violenza gravi, di cui il sesso chiaramente non è previsto per quel che sò, GIUSTAMENTE”.

          Beh, no, non parlerei di ripudio, ma di annullamento del vincolo coniugale. I casi di ripudio invece prevedono proprio motivazioni che avevano a che fare con il sesso. San Gerolamo prevedeva il ripudio, ma non l’annullamento del vincolo nel caso di porneia di uno dei coniugi.

          C’è secondo il diritto canonico il caso in cui la “prima copula”, sia estorta con violenza, e non “humano modo” (can. 1061) Sì, proprio quella in cui -secondo la tua dottrina cattolica ortodossa- i due coniugi arrivano ad essere UNA CARO , simboleggiando l’unione di Cristo con la sua chiesa. In quel caso, e ne sono sicura, con un metus così estremo “verrebbero a mancare gli elementi volitivi e intellettivi necessari e sufficienti per la prima copula posta validamente”. Perché non concubitus, sed consensus facit nuptias.
          Nell’atto di donazione reciproca dei due coniugi, essi significano la donazione totale di Cristo e della Chiesa e la comunione di vita che contraddistingue il consortium totius vitae instauratosi col matrimonio. Se un coniuge fa violenza sessuale, ciò viene meno e il sacramento è nullo. MAI ESISTITO.

        • daouda scrive:

          Prima cosa.
          Il matrimonio è un sacramento, nella dottrina cristiana, celebrato dal sacerdote e non certo dagli sposi.
          Qui l’occidente cristiano, come in varie altre cose, sbaglia.

          Il problema nel matrimonio non è la violenza sessuale ma la violenza usata per esigere i DOVERI matrimoniali che comporta la coartazione della volontà.

          Nello stupro invece c’è anche violenza di tipo sessuale per il semplice fatto che la sessualità è , come in ogni fornicazione tra l’altro, illegittima ed estorta ( quantunque non ricordo se Giustiniano avesse fatto qualche diversa concessione al concubinato e se il rito del fidanzamento possa entrarci qualche cosa, ma non credo ) ed a cui si aggiunge la violenza.

          E ritorniamo sulla questione penale , che non può riguardare la sessualità all’interno del matrimonio, ma la violenza usata , se e solo se tra l’altro ce ne è motivo poiché può darsi che il rifiuto e la resistenza di uno dei due coniugi al sesso sia immotivato.
          Ripicche o “non mi và” non dovrebbero costituire affatto giustificazioni motivate.

          Comunque…anche non eiaculando in vagina non si fà “humano modo”.
          Quindi de che stamo a parlà?
          Mmo secondo te il sacramento sarebbe nullo? No in entrambi in casi è valido.
          Semplicemente non è consumato.
          NON CI PROVA’.

          Mettiamoci pure che i santi padri sono a favore del matrimonio combinato, dove chiaramente la volontà dei figli si presuppone sia simbiotica ad essi ( altrimenti ci potrebbe impugnare l’annullamento/scioglimento ).
          D’altronde la tradizione ha variabili fonti, ed è giusto così.

        • roseau scrive:

          >E ritorniamo sulla questione penale , che non può riguardare la sessualità all’interno del matrimonio, ma la violenza usata , se e solo se tra l’altro ce ne è motivo poiché può darsi che il rifiuto e la resistenza di uno dei due coniugi al sesso sia immotivato.
          Ripicche o “non mi và” non dovrebbero costituire affatto giustificazioni motivate.

          Ma senti senti! Tu citi sempre “i padri, i padri”. E’ la situazione attorno all’anno Mille che descrivi, non quella dei primi secoli del Cristianesimo. Con la riforma dell’XI secolo, si diffuse effettivamente una trattatistica atta a lodare i “matrimoni spirituali”. Sto parlando della Vita Herlucae, di Paul Benried, che descrive in termini entusiastici i matrimoni spirituali iniziati da donne, proposti, poi condivisi dal coniuge. Ma, contemporaneamente, con la riforma gregoriana, come fa notare giustamente Dyan Elliott, si diffuse l’idea che la donna fosse rubricata nella categoria delle “cose impure”. Non è un caso il fatto che molti autori di questo secolo si affannarono a specificare che il consenso nel matrimonio significasse acconsentire ad avere rapporti sessuali. La Elliott illustra come questi autori, concentrandosi con dettagli sempre più puntuali sulla consumazione e sulla modalità di essa, resero i corpi delle donne sempre più disponibili per i loro consorti, ad un punto tale che per una donna, per tutto l’xI secolo, diventò quasi impossibile sottrarsi al dovere coniugale. Poi, nei 2 secc. successivi, col diffondersi di una nuova dottrina della penitenza,che distingueva più attentamente la sessualità vera e propria da quella che tu chiami “ogni fornicazione illegittima estorta”, ci sono stati casi in cui il “non mi và”, come scrivi tu, fu considerato più che fondato. Ti invito a rileggerti Gilberto di Tournai, che distingue due tipi di amore coniugale: quello carnale e quello sociale. Il primo, se espresso con eccesso di lussuria, è assimilabile all’adulterio. E allora sì, la donna avrebbe ogni buona ragione di sottrarvicisi. (Gilberto, Sermo, II, Ad coniugatas).
          Si veda anche : Dyan Elliott, Spiritual Marriage: Sexual Abstinence in Medieval Wedlock (Princeton: Princeton University Press, 1993)

        • daouda scrive:

          io sarò una testa di cazzo confusionaria ma non mischio le cose. A stasera.

        • paniscus scrive:

          “Prima cosa.
          Il matrimonio è un sacramento, nella dottrina cristiana, celebrato dal sacerdote e non certo dagli sposi.”

          —————–

          E ti pareva che non dovessi essere io, notoriamente non cattolica e non sposata in chiesa, a dover spiegare pazientemente a un credente l’ennesimo fondamento della sua stessa religione, che egli ignora allegramente?

          Lo sa anche il muro, che (almeno in ambito cattolico, in altre confessioni cristiane non sono sicura) i ministri del sacramento matrimoniale sono gli sposi e non il prete.

          Su questa più di due righe non ci spendo. Ci risentiamo quando si dovrà rispiegare a un cattolico (allibito, perché non lo sapeva) che l’Immacolata Concezione non ha niente a che fare con la verginità della Madonna, o amenità del genere.

          Lisa

        • daouda scrive:

          Se è per questo il sacrificio eucaristico è incruento ma per via della transustansazione è…cruento!
          D’altronde da noi ci siamo inventati…il battesimo del desiderio, ahaha !

          In Oriente il sacerdote celebra il matrimonio poiché solo il sacerdote può amministrare i sacramenti.
          La prassi occidentale e la sua teorizzazione è contraddittoria.

          Se vuoi possiamo passare direttamente al filioque, al purgatorio od alla disputa Barlaam vs Palamas…

          Edulcorami, ti pregooooooooo!

        • Armando scrive:

          Ha ragione paniscus

        • Armando scrive:

          ruseau delle 11.03 afferma giustamente se si intende ripudio come separazione e non come divorzio.

        • Ritvan scrive:

          —-Edulcorami, ti pregooooooooo! (daouda a Lisa)—

          Dal Sacro:-) Sabatini Coletti online:

          “edulcorare[e-dul-co-rà-re] v.tr.
          1 Rendere dolce un alimento. SIN dolcificare: (e. una bevanda).
          2 fig. Presentare qlco. come meno grave o sgradevole di quanto sia effettivamente SIN mitigare: (e. i fatti).”

          Cosa avrà voluto chiedere in realtà il buon daouda con quel suo disperato appello? Si accettano scommesse:-).

      • falecius scrive:

        “Al Cairo un tassista s’è masturbato in presenza di una mia amica, evidentemente “occidentale” e con le méchès.”
        Precisazione.
        Erano due donne, entrambe amiche mie (Roseau ne conosce una sola). Senza velo sui capelli, ma per il resto coperte.

  11. Pietro scrive:

    Questo post e’ da standing ovation!

  12. Guido scrive:

    Per roseau

    “Ci vogliono anni e anni di educazione -che non è il politicamente corretto di certe realtà nordeuropee, che si basa su molti rimossi inconsciamente razzisti e che cambia il nome del problema senza tentare di risolverlo- e la FINE, immediata, dei processi di vittimizzazione/allarmismo mediatico, perché le cose cambino realmente.”

    Bravissima. E in tutto ciò la parte più pericolosa, da evitare come la peste, è il solito cascare dentro il gioco di specchi e contrapposizioni che uccide sul nascere qualsiasi possibilità di rivoluzionare l’esistente, zavorrandolo con il già noto e uccidendo qualsiasi affermazione creativa. Sottrarsi dunque al gioco buonisti vs cattivisti, maschi vs femmine, bianchi vs neri, islamici vs cristiani non certamente per cadere in una ancor più mistificante uniformità priva di storia, ma semmai per fare esplodere ancor più quelle differenze che si celano dietro tutte le rassicuranti etichette che mettiamo sugli eventi.

    • daouda scrive:

      anche io faccio questo plauso, con convinzione, tranne quanto la suddetta esonda in campi illegittimi come ha dismostrato scendendo nello specifico.

  13. maria scrive:

    Dire “una donna DEVE avere il diritto di vestirsi come le pare in qualsiasi contesto” è una bellissima petizione di principio, ma una cazzata nella pratica.

    maria
    sono molto d’accordo , ma non è l’abbigliamento e basta che fa scattare i corto circuiti di cui parli, si può essere molestate anche se vestite come una suora.
    L’enfasi mediatica, hai ragione, è del tutto inutile se non dannosa, rimane il fatto di come far conoscere questi episodi che inevitabilmente sono fraintesi, distorti, censurati o minimizzati a seconda della cultura e delle idee politiche di chi ne parla.

    .

  14. roseau scrive:

    >sono molto d’accordo , ma non è l’abbigliamento e basta che fa scattare i corto circuiti di cui parli, si può essere molestate anche se vestite come una suora.

    Assolutamente sì. Prova ne è che la maggior parte degli stupri -mi scusino quelli che dicono che nel matrimonio lo stupro sia tecnicamente impossibile- avviene tra le mura domestiche, dove la cura per il proprio abbigliamento non è esattamente la priorità.
    Oltretutto, le violenze domestiche sono spesso il sintomo di catene di oppressioni difficilmente interrompibili: pensiamo al caso di una madre che viene maltrattata (sessualmente o no) dal padre dei suoi figli, vittime anch’essi della violenza domestica.
    Spesso queste donne si trovano in zone grige di omertà e di paura, in cui la loro denuncia può essere la soluzione del problema come l’episodio che porta all’escalation della violenza e alla tragedia.
    E’ un argomento delicato, e mi scuso con tutti per averne trattato a partire dal dato più superficiale, ossia a partire dall’abbigliamento.
    Però l’abbigliamento, come si può notare dalle ultime righe del post di Miguel, gioca un ruolo importantissimo nell’IMMAGINARIO dello stupro.
    Credo che sia necessario distinguere l’immaginario dal reale.
    Avrete certamente presente i romanzi di Carolina Invernizio, se non altro per l’ironia di cui sono stati oggetto nei manuali scolastici: ebbene, di solito la fanciulla, topicamente bellissima e ingenua, ma magari imprudente o “perduta”, o se non imprudente o perduta, troppo buona, è preda del bruto di turno, solitamente “torvo” (se non di pelle scura: i romanzi scritti sotto la guerra di Libia dell’11 -millenovecento- sono molto istruttivi a riguardo) e preda dei suoi bassi istinti sessuali. La Carolina ha quel tipico positivismo da belle époque: il bruto è necessariamente preda dei suoi bassi istinti sessuali, perché povero, brutto, sporco e cattivo. Oppure ricco, magari figlio di nobili, e talmente tanto degenerato che persino la famiglia ha opportunamente preso le distanze da lui.
    Il meccanismo proiettivo è interessante. Probabilmente, la Carolina Invernizio aveva normalissimi desideri sessuali, che, data l’educazione repressiva, moralistica più che morale che riceveva una fanciulla della media borghesia piemontese alla fine dell’Ottocento, venivano censurati e repressi. L’autocensura sarà stata così tanto interiorizzata dalla scrittrice che la poverina trovava una tortuosa autoassoluzione soltanto immaginando lubriche scene di sesso il più possibile distanti dalla sua piatta quotidianità di “moglie&madre esemplare”. Il sesso che andava al di là del proprio “dovere coniugale” era ipsofacto sporco: roba da puttane, da donne perdute destinate allo stupro e da sventatelle. L’assennata signora NON poteva assolutamente incappare in cotanto destino. Almeno nelle pagine di un libro.
    A distanza di un secolo, le cose non sono cambiate più di tanto. L’immagine citata da Miguel è sintomatica di almeno tre atteggiamenti, che stanno a monte del suo utilizzo mediatico (mi scuserete per la semplificazione)

    “Ah troia, con queste autoreggenti e questo vestitino sexy, te lo sei proprio andato a cercare…”

    “Poverina, questa giovine&bella ragazza elegante, chissà quale bruto l’avrà conciata così, magari uno straniero o un terrone”

    “Sì, è vestita così ed è questo il prezzo che ha pagato per la sua AUTODETERMINAZIONE”.
    Ecco bell’e servita la Vittima Eroina, una sorta di Maria Goretti Laica (TM). Rileggersi in ginocchio : povera santa, povero assassino, di Giordano Bruno Guerri, personaggio opinabile lui, gran libro il suo.

    A volte questi atteggiamenti finiscono per sovrapporsi, inducendo quegli atteggiamenti così efficacemente descritti nel post.

    Lo stupro reale, invece, è colonizzazione del corpo altrui. Non solo ti invado, sembra dire lo stupratore, anzi, spesso non è manco necessario, ma ti sottometto, ti assoggetto completamente, ti sfrutto nella tua subalternità e ti esproprio della tua parte più intima e delicata. Le cose si complicano enormemente quando alla subalternità di chi subisce lo stupro corrisponde una “supremazia” effettiva, nel contesto sociale. E allora ci sono meccanismi di rivalsa, eccetera. Su cui spesso si proiettano i desideri sessuali repressi di chi lo stupro si limita ad immaginarselo, ad esorcizzarlo, a paventarlo ogni volta che prende il treno. Mi piacerebbe chiedere a questa mia coetanea se sia sessualmente serena. Ma temo di essere presa a schiaffi per l’indelicatezza.

    Letture:Date Rape: Feminism, Philosophy, and the Law, di Leslie Francis

    Exotic Parodies: Subjectivity in Adorno, Said, and Spivak, di Asha Varadharajan (sull’esotico stupratore)

    e qui (opinabile, ma interessante):

    http://www.amptoons.com/blog/2009/03/12/rape-and-the-colonized-mind/

    • daouda scrive:

      NON ESISTONO STUPRI NELLE MURA DOMESTICHE.

      non c’è niente da scusare, tranne l’ignoranza.

      • daouda scrive:

        il contesto sociale?
        Bene bene.
        Hai scritto tutto quel che dovevi scrivere. Un CARO , (per i larinofoni ) saluto, e non tanto perché mentisci, ma perché persegui nella tua deviazione.

        A casa mia gli stupratori vengono ammazzati. A casa mia i ladri gli tagliano le mani ed i mentitori in processo vengono amputati del naso.
        A casa mia c ‘è giustizia, a casa tua c’è retorica che approfitta degli errori dell’epoca per deligittimare ogni cosa.
        SVEGLIATI, senza esclamativo, che è una speranza.

  15. PinoMamet scrive:

    ” “Ah troia, con queste autoreggenti e questo vestitino sexy, te lo sei proprio andato a cercare…”

    “Poverina, questa giovine&bella ragazza elegante, chissà quale bruto l’avrà conciata così, magari uno straniero o un terrone”

    “Sì, è vestita così ed è questo il prezzo che ha pagato per la sua AUTODETERMINAZIONE”. ”

    Devo complimentarmi con Roseau:
    è da stamattima che penso a come mettere giù i diversi immaginari suscitati dalla “foto standard da articolo sullo stupro”;
    immaginari all’apparenza opposti ma che fondamentalmente si rafforzano a vicenda;
    e Roseau secondo me ci è riuscita con grande sintesi.

    PS
    Anche il “nostro” fogliaccio locale ha la sua bella foto standard da stupro, con giovine&bella ragazza a terra in un angolo, gambe nude in evidenza e testa dai fluenti capelli nascosta tra le braccia che allacciano sensualmente le ginocchia…

    la si è vista talmente tante volte, che anche i più anziani membri della mia famiglia anni fa cominciavano a dire “sarìss ora ad cambièla, c’la fotografia chì…”

  16. lello scrive:

    a daouda e falla finiscila de scrive stupidaggini…non continuo solo per rispetto del blog de mig che ha un suo stile, fuori dalle discussioni banali, ma te scrivi popo na massa de scemenze

    • daouda scrive:

      E se io ricambiassi…mi sapresti specificare chi avrebbe ragione tra me e te se l’un l’altro ci neghiamo e sconfessiamo a vicenda?
      Secondo quale criterio riuscire a dirimere la questione?

      Attendo, io davvero sono pronto ad emendarmi!

  17. lello scrive:

    “a casa mia i ladri gli tagliano le mani” aahhahahahahah ma ndo vivi ao

    • daouda scrive:

      Effettivamente vivo in un’epoca che non mi si confà, ma evidentemente la sostanza era abbastanza scarsa per potersi definire prima.

      Ad ogni modo non ho scritto che la violenza domestica sia buona. Ho scritto che il matrimonio prevede l’accondiscendenza sessuale, soprattutto per la donna verso il marito essendo che si devono rispettare le gerarchie funzionali e naturali, e che quindi non può esserci stupro al suo interno. Rifiutarsi sessualmente ha la sua gravità anch’esso, non è cosa neutra, anche se ciò ovviamente non giustifica un atto violento, quantunque NON PUO’ essere stupro indi per cui non può determinare conseguenze penali.

      • daouda scrive:

        atto violento di tipo sessuale, dove l’atto violento non è il sesso in sé chiaramente ma la coercitività disposta sulla volontà e la presa violenta della propria moglie.
        Potrebbe accadere anche a parti inverse, perché no?

  18. maria scrive:

    Lo stupro reale, invece, è colonizzazione del corpo altrui. Non solo ti invado, sembra dire lo stupratore, anzi, spesso non è manco necessario, ma ti sottometto, ti assoggetto completamente, ti sfrutto nella tua subalternità e ti esproprio della tua parte più intima e delicata.

    maria
    verissimo, lo stupro è oltraggio estremo, ‘annientamento completo del corpo sganciato da qualsiasi eros, infatti si stuprano in certe circostanze , guerra, carcere, anche gli uomini.

    Nel caso della donna si collega però agli immaginari che hai saputo descrivere così bene, ne aggiungerei però un altro a cui sono collegati, l’immagine della donna che deve essere sempre bella in ogni circostanza, ecco allora le foto taroccate delle stuprate , false, e non certo solo per motivi di ovvia riservatezza, come false risultano le ricostruzioni di storie vere dell’osceno programma televisivo, Amore criminale, programma che dovrebbe essere duramente criticato da lorella zanardo al pari di altre immagini televisive.

  19. Valerio Mele scrive:

    C’è da dire che l’ideologia femminista occidentale è un fenomeno che comunque si innesta su una realtà trasversale alle culture… cioè su un dato “antropologico” o di economia-politica (la macchina culturale capitalista non è così ingenua… se manipola strategicamente concetti e conflitti in senso colonialista, si sceglie quelli che hanno maggiore pervasività e trasversalità… Questo non vuol dire che il sostrato su cui si monta tale macchina non esprima una conflittualità reale che solca le relazioni di genere in “Oriente” come in “Occidente”). Per questo è fuorviante opporre la ragione patriarcale di qualunque provenienza (disciplina dei corpi e abbigliamento inclusi… che non mi pare c’entri molto con la faccenda in questione) o l’incultura della senegalese imbeccata da perfide femministe anonime (complottanti con la militanza dogmatica di associazioni e cooperative emiliane) ad un tentativo di sottrarsi alla violenza reale dell’Occidente (del capitalismo blindato della “fortezza Europa” in questo caso). Il prototipo della “donna bugiarda che accusa ingiustamente un uomo” inoltre, credo sia comunque molto facile e tendenzioso da sventolare… Personalmente, comprendo decisamente le ragioni di Adama Kebè, anche nel caso in cui abbia raccontato le peggiori bugie ai carabinieri, accusando un innocente… e non le darei della cialtrona solo perché le si è mobilitata intorno una rete di solidarietà che, data l’aria mefitica che respiriamo, trascina con sé maleodoranti strumentalizzazioni ideologiche identitariste contro gli stranieri… (non è diretta emanazione della solidarietà, credo, la logica razzista). Trovo semmai ipocrita accusare la loro assistita di aver mentito… Ricorda un po’ la stizza di Pannella quando difendeva Toni Negri che fuggì poi in Francia… (la donna senegalese mi sa che non ha amicizie abbastanza influenti da potersi sottrarre al fuoco incrociato, evidentemente).
    Altra questione è, che essendo io convintamente anti-identitario, non ritengo sia importante smascherare chi opera dietro un blog… considero il mio stesso nome un’impostura, figuriamoci… “Metterci la faccia” è qualcosa che dovrebbe interessare solo Palo Alto e la questura…
    Detto questo, è evidente infine che operazioni come SNOQ (Zanardo, pattuglioni della buoncostume, Comencini ed altre opportuniste) sono la caricatura grottesca delle tematiche femministe… e che stanno squalificando del tutto il potenziale di quelle teorie e delle contraddizioni interne alla riproduzione capitalista e non solo (che evidentemente continua a passare per le donne…).

    • daouda scrive:

      Chiaramente il conflitto CAPITALE vs LAVORO ( che un’illogicità essendo il lavoro capitale umano per ovvietà ) e di CLASSE non sono stati sfruttati ed alimentati dal capitalismo…inoltre il femminismo stesso in sé è chiaramente esente da tale manipolazione, no?
      La motivazioni risiedono nella giustezza morla e scientifica di tali “lotte” chiaramente.Quel che vi differenzia dai liberisti puri ( anarco-capitalisti oppure anarco-oggettivisti ) o dai razzisti – per citare altre due realtà di cui sò – cos’è allora ?
      Perché voi dite il vero?
      Dai fate i seri, smettetela di raccontare barzellette! E STUDIATE VERA-MENTE!

      “anche nel caso in cui abbia raccontato le peggiori bugie ai carabinieri, accusando un innocente”

      Sei proprio ganzo! BRAVOOOOOOOOOOOOO

    • Valerio Mele scrive:

      (Ciò non toglie che l’ipocrisia occidentale possa far sì che la sua parte “progressista”, associazioni e cooperative, si interessi ad integrare la manovalanza straniera nel perverso meccanismo del precariato, nel migliore dei casi, traendone dei vantaggi economici… Non era mia intenzione difendere i presidi territoriali di nessuno…).

      • daouda scrive:

        apparte la schifezza di quella frase, mi spieghi come puoi intepretare l’oggi se non sai la Verità e brancoli tra mille teorizzazioni?

        Il conflitto di classe quale dignità ha rispetto a tutti gli altri conflitti se non il fatto che allieta il tuo ego?

        Poi te lo ribadisco, il conflitto capitale vs lavoro potrà anche aver senso marxianamente, ma è una stronzata perché sono la medesima cosa!
        Difatti la struttura di quel che chiamiamo capitalismo non ha una correlazione univoca con l’accumulazione di capitali, ma poi cincischiamo e cincischiamo e basta.

        • daouda scrive:

          io pensavo era crepato Giuliano Ferrara…

        • daouda scrive:

          comunque sia io me faccio le pippe e non sò sposato.

        • Roberto scrive:

          Orrore spargi il seme? A casa mia gli tagliano il pisello a quelli come te

        • daouda scrive:

          Robé apparte quello o le mignotte tendenzialmente IL SESSO in realtà è pé la donna non tanto pé l’omo.
          Penso soprattutto all’usi taoisti come anche alla concezione ebraica della sessualità, ci sarebbero interessanti sviluppi al riguardo al cattivo uso del seme…il che aprirebbe una concezione del tutto diversa anche di quel che stiamo scrivendo io e Roseau, non tanto tecnicamente sul piano giuridico e gerarchico all’interno della coppia, ma sui doveri matrimoniali e l’importanza del sesso.

          Comunque: wuanno scrivo a casa mia, dico dove se applicava la shariah od il codice giustinianeo. Io sto cò la civiltà, te invece coi barbari…tié, stacce!

        • Ritvan scrive:

          —-Orrore spargi il seme? A casa mia gli tagliano il pisello a quelli come te. (Roberto a daouda)—-

          Roberto, brutto calvinista, anabattista, luterano&avventista-del-14°-giorno:-) (e chi più ne ha più ne metta:-) ) che non sei altro:-), queste orribili cose le fate voialtri barbari anticristo:-). Nella Nostra Gloriosa Chiesa Cristiana Tradizionalista Di Rito Daoudiano:-) non c’è alcun pericolo di questo genere: basta infilarsi in un apposito chiosco chiamato “confessionale” e raccontare tutto al prete, poi dirgli che ti sei pentito e non lo farai più e così te la cavi col recitare qualche “Ave” e “Gloria” e l’immondo peccato è cancellato…naturalmente:-) poi lo rifai, rientri al confessionale, ti ripenti e così via, fino al Giorno del Giudizio….:-):-)

          La pace sia con te
          Rev. Ritvan Portavoce (ovviamente Non Autorizzato) Della Vera Chiesa Cristiana Di Rito Daoudiano:-)

    • Z. scrive:

      Valerio Mele,

      — Personalmente, comprendo decisamente le ragioni di Adama Kebè, anche nel caso in cui abbia raccontato le peggiori bugie ai carabinieri, accusando un innocente… —

      Mi pare giusto. Tanto mica sei tu, l’innocente in questione. Cazzi suoi.

      😀

      Z.

      • Valerio Mele scrive:

        Ho detto “comprendo”… non “giustifico” (è chiaro che umanamente è un gesto discutibile… ma non tutti sono belli, bravi e buoni…). O gli stranieri piacciono solo se “politicamente corretti”, predisposti e ammansiti per una corretta “integrazione”? Se infrangono la legge, per sottrarsi ad una legge razzista non vanno più bene? Dobbiamo per forza tenerci per mano, bianchi e neri e cantare felici che siamo tutti buoni e onesti lavoratori… perché paghiamo tasse per occupare militarmente gli stati da cui provengono i profughi e paghiamo le bollette per permettere, per esempio, all’ENI di incenerire per sbaglio i villaggi del delta del Niger? Beh… io non voglio appartenere a questa “comunità”… (nazionale, europea e psichiatrica…).
        Certo, poi è giusto far notare il tanto carcere preventivo che viene invocato per ogni tipo di reato e ad ogni piè sospinto (purché non si usi questa critica strumentalmente, e in ogni caso, contro quella che hai definito la “Vittima allo stato puro” – cioè una donna violentata, che si suppone preventivamente bugiarda e che sarebbe presumibilmente il cavallo di Troia per tutt’altro – approfittandone per squalificare, in perfetto stile machista, il femminismo in toto… compresa la lotta alla riproduzione capitalista, che non può che passare anche per le donne, per la rottura dei meccanismi di assoggettamento del lavoro di cura, ecc…)… Magari, più direttamente, si potrebbe anche far notare come il carcere preventivo sia già (e di nuovo) una realtà per molti compagni et similia (come sta accadendo ufficialmente con le leggi speciali spagnole)… Una volta si parlava di questo, non si dava addosso alle femministe… giudicate all’ingrosso per essere state prese a pretesto (a ruota della farsa dei diritti umani universali) per giustificare presso l’opinione pubblica aggressioni strumentali contro stati e individui aventi culture difformi… (penso all’educazione delle bambine in Afghanistan, la questione del velo, ecc…).

        • Z. scrive:

          Valerio Mele,

          — Ho detto “comprendo”… non “giustifico” (è chiaro che umanamente è un gesto discutibile… ma non tutti sono belli, bravi e buoni…) —

          Accusare una persona innocente di aver commesso una violenza sessuale non è solo un gesto discutibile. E’ uno dei crimini più vigliacchi che si possano immaginare.

          — O gli stranieri piacciono solo se “politicamente corretti”, predisposti e ammansiti per una corretta “integrazione”? Se infrangono la legge, per sottrarsi ad una legge razzista non vanno più bene? —

          Forse non ci siamo intesi bene. Il problema non è infrangere la legge, e neppure essere o meno stranieri.

          Il problema è accusare di stupro – non di un reato qualsiasi ma di stupro: un delitto gravissimo, odioso e infamante – una persona innocente.

          Si tratta di una falsa accusa molto comune, e purtroppo fin troppo efficace sia nelle aule giudiziarie sia di fronte all’opinione pubblica. Una falsa accusa che ha davvero poco a che fare con l’essere italiani o stranieri.

          — purché non si usi questa critica (contro l’abuso del carcere preventivo, n.d.r.) strumentalmente, e in ogni caso, contro quella che hai definito la “Vittima allo stato puro” —

          Non intenevo parlare di abuso del carcere preventivo in generale, per quanto sia certamente un discorso interessante e non banale.

          Intendevo osservare come, in presenza di una denuncia per violenza sessuale, le garanzie che la legge dovrebbe assicurare all’indagato tendano a dissolversi, e la presunzione di non colpevolezza dell’imputato tenda a svanire del tutto.

          E ciò col beneplacito tanto della destra quanto della sinistra, per diverse ragioni ma in eguale misura.

          Z.

  20. roseau scrive:

    Daouda: sei simpatico. Da certi “clic” linguistici non ho capito chi tu sia realmente, perché tanto non mi dicesti mai il tuo nome, ma sono sicura di averti già incontrato su un social network. Come si sta a inebriarti di trollate roboanti coi tuoi amici? Ti diverti?
    Lo spero per te.
    Tutti: trolleggia. Si diverte così. E’innocuo.

    • daouda scrive:

      bah. Io non ho sogial netuorch, mi spiace.

      Per quanto riguarda quel che ho scritto, così dicono i Padri. I sapienti musulmani ti risponderanno lo stesso. Mi sembra di aver portato anche qualche esempio comunque. Non è colpa mia se la chiesa di oggi ha un’altra voce…io posso permettermi di ribadire il giusto, oggi la Chiesa non può farlo più per garantire almeno il minimo indispensabile di Grazia divina…ma cesserà anche quella!

      Ad ogni modo non ho detto che la violenza sia giustificabile e buona, affatto. Ho lasciato intendere che innazitutto rifiutarsi al proprio marito/moglie è un atto molto molto grave, in secondo luogo che l’insubordinazione della moglie al marito è anch’essa grave essendo lui che comanda, in terzo luogo che non essendoci stupro non è penale.
      Per quanto mi riguarda la nullità del matrimonio e le pene per uno dei coniugi in vari casi tra cui la violenza sono previste dal diritto canonico. In Oriente lo chiamano scioglimento, in Occidente annullamento del matrimonio, ma il concetto è il medesimo e se giusto, è chiaramente necessario come anche le punizioni che possono anche essere penali d’altronde ( dipendendo dalla gravità dell’atto e dalla sua modulazione).

      Lò scritto varie volte, io mi chiamo Davide e Daouda è la traduzione in wolof del mio nome. Non sò se esistesse da prima dell’islamizzazione tale nome, sinceramente…

      Poi visto che dici che sò simpatico evidentemente non hai capito il senso del messaggio ma ti sei fissata sulle battute .
      Spiego: voi riducete tutto a contesto sociale e manfrine umaniste. Il ché è una stronzata. Il pedofilo od il serial killer sono molto migliori di voi sul piano della logica e pure sul piano applicativo della stessa ( se però si accorgessero di essere dei deviati non và bene ai fini del mio esempio ) perché fanno quello che vogliono e ciò è giusto o sbagliato essendo loro i loro arbitri. Sono più comprensibili nella loro deviazione.
      Le vostre convenzioni umane “universalizzate” invece fanno semplicemente ridere, come anche il vostro voler a tutti costi salvare l’homo, giustificarlo sempre e comunque, cosa che ovviamente utilizzate solo come grimaldello sovversivo giacché gi altri, una volta che sarete voi al comando, devono solo adeguarsi o sparire e d’altronde non sia mai che non si abbia una categoria da odiare, dal borghese a chicchesia. Ipocrisie che fanno tristezza visto come trattate le altrui coscienze, e con questo ce lò anche con Miguel.
      Mmo spero tu non sia talmente lugubre da considerarmi come un sostenitore di tali obbrobri e che tale messaggio non sia troppo personalizzato, che come leggi non sto scrivendo solo a te.
      Già ti avevo scritto che ridurre tutto alle sovrastrutture cattive è riduttivo OLTRE CHE FURBO.Capita invece che la natura umana sia semplicemente gretta, o peggio, volontariamente criminale ( ma in quel caso si scriveva giust’appunto di stupri ).

      • PinoMamet scrive:

        Vabbè, sei uno di quegli dello StrumoundDrango o come si chiama?
        ciao.

      • roseau scrive:

        senti caro, non è che ti aiuti l’inserire sgrammaticature a bella posta. c’hai una laurea e cazzo di specializzazioni. non incanti nessuno.
        e anche lo straussianesimo “integro” in sedicesima che professi è vecchiotto. aggiornati.

        • daouda scrive:

          Miguel credo potrebbe rispondere, domandate a lui o ad Armando se volete, o passate da Carlo. Secondo me avete più paranoie di me comunque…non andate dagli psichiatri però, a meno che non sia necessario, ahinoi.

          p.s. io che leggo Rothbard ed Hoppe , accostato a quella congrega di Friedmaniani?
          Veramente credete che io sia un cripto-comunista neo-conservatore?
          Accolajeli a Rock & Troll e a tutti i cristiano sionisti come lui, quegli atei miscredenti anti islamici tra l’altro.
          Se cerchi una persona a cui è capitato che mi identificassero e che ammiro , cerca Steppenwolf su politicainrete.it , il grande Stefano Orlandi, infaticabile traduttore di articoli di Rothbard tra l’altro, e uno dei pochi libertarian senza paraocchi o meglio senza etichette, e difatti, non è libertarian!
          Lo scrivo perché non sono io e voglio rendergli un omaggio. Io sò Davide, di più nin zò.

          Oppure chiedete agli appizzati…quelli controllano tutto!

          p.p.s le lettere dei Padri non si cancellano!

        • daouda scrive:

          http://www.quadranteuropa.it/articolo.asp?idarticolo=5352

          cioè voi accollate a me i VOSTRI BENIAMINI? La strategia dell’inversione tipica dei sovversivi ha raggiunto livelli evidentemente giganteschi oltre che pervasivi, tanto da giungere fino a questo blog che comunque sia la applica con mestizia, và pur scritto.
          No Miguel ? 😉

        • PinoMamet scrive:

          “cerca Steppenwolf su politicainrete.it ”

          dal nome si direbbe un gran pirlone.

        • daouda scrive:

          E’ un grande! Quello sì che te fà tajà dalle risate!

        • PinoMamet scrive:

          Non me ne frega niente di andare su Politicainrete, francamente.

        • daouda scrive:

          obbedisci, cribbio! 😀

        • Armando scrive:

          Davide sei meglio di come appari quì…

      • roseau scrive:

        >Il pedofilo od il serial killer sono molto migliori di voi sul piano della logica e pure sul piano applicativo della stessa ( se però si accorgessero di essere dei deviati non và bene ai fini del mio esempio ) perché fanno quello che vogliono e ciò è giusto o sbagliato essendo loro i loro arbitri. Sono più comprensibili nella loro deviazione.

        BUM. E allora?

        • roseau scrive:

          p.p.s le lettere dei Padri non si cancellano!

          e le colpe dei figli ricadono sui padri. le mamme invecchiano e le figlie imbiancano. e ‘sticazzi li vuoi mettere?

        • daouda scrive:

          se dice: e sti cazzi CE LO vuoi metté perché non si intendono i cazzi ma lo sticazzi come espressione. Almeno a Roma.

          Quelli sono onesti e non si inventano etiche fittizie basantesi sul nulla, come tutto ciò che non ha collegamento con i principi.
          Per questo citavo i Padri.

          Ad ogni modo oggi non è così. Perché vi rode? Un giorno farete una legge per internare chi proferisce di tali sconcezze? O vi sentite già superiori nel vostro foro interno.
          Auguri, ne avete bisogno!

        • daouda scrive:

          ” e sti cazzi nun ce lo metti?”

        • Ritvan scrive:

          —se dice: e sti cazzi CE LO vuoi metté perché non si intendono i cazzi ma lo “sticazzi” come espressione. daouda—

          Miraculuuuuuuu!!!!:-) Daouda che corregge la grammatica altrui…e c’ha pure ragione!

          P.S. Poi, però, mi cade sull’ elisione del verbo “mettere”, scrivendo “metté” (o che per caso l’accento si sposta dalla prima “e” alla seconda??!!:-) ) invece di “mette’ “.

        • daouda scrive:

          è che ormai me sò abbituato a scrive ngni vorta perché giaccché dacché co sta cazzo de é e me scappato pure là.

          Comunque avevo sbajato perché è giust’appunto e sti cazzi nun ce lo metti/voi mette?

  21. maria scrive:

    (Ciò non toglie che l’ipocrisia occidentale possa far sì che la sua parte “progressista”, associazioni e cooperative, si interessi ad integrare la manovalanza straniera nel perverso meccanismo del precariato, nel migliore dei casi, traendone dei vantaggi economici…

    maria
    ah ecco, ai lavoratori di origine straniera cui viene offerta una possibilità sia pure precaria come ai coetanei italiani sarebbe meglio allora un bel calcio in culo, al fine di evitare l’ipocrisia che denunci.

    Mi piacerebbe sentire il parere di quei giovani neri che ogni mattina puliscono insieme a dei bianchi la piazza dove abito io e per l’appunto proprio grazie a una cooperativa, che, orrore, dovrà pure avere un saldo in attivo per continuare ad esistere! Non so se siano dei precari o meno ma scommetto che a te non interessa comunque, avresti da ridire sicuramente su qualche altro aspetto!

    • Valerio Mele scrive:

      Lungi da me dare calci nel culo a chi vorrebbe lavorare in Italia (già di mio cerco di sottrarmi ai calci in culo costantemente e non ne darei mai per così poco… e ad ogni modo ci sarebbero prima tanti “onesti lavoratori” italiani cui dare calci in culo… decisamente poi la disciplina del Lavoro resta un elemento quasi religioso nella società italiana e non solo… sembra che tutti debbano avere diritto alla loro porzione di schiavitù)… Comunque, critiche del Lavoro a parte, penso che lavorare insieme a stranieri sia una cosa normale e sottrae spazi a schieramenti pretestuosi (non mi mettere in bocca cose che non dico)… Io semplicemente non riconosco logiche di schieramento nette (specie se basate su presupposti razzisti, nazionalisti, religiosi, identitari, territoriali, ecc.)… è tutto molto complicato e intricato di questi tempi… come la fai la sbagli… Credo che sia il contenitore ad essere fatto apposta perché ogni cosa sia complicata ab origine, divenga contraddittoria, disinnescando i conflitti reali, annacquando strategie, ecc…

      • maria scrive:

        @valerio mele
        hai scritto che certi progressisti si darebbero daffare per immettere la manovalanza straniera nel perverso meccanismo del precariato “traendone dei vantaggi economici”e io ti ho risposto che , a differenza di te, mi pare cosa buona, non il precariato, ma la possibilità di lavorare come tutti gli altri ,senza per questo santificare il lavoro che pure ci vuole per campare, no?:-)poi certo esistono per loro logiche che non ci sono per gli altri …su questo hai ragione, ma lo davo per scontato…

    • Valerio Mele scrive:

      Anzi non è neanche tanto “normale” lavorare accanto a stranieri, dato che loro sono ai lavori forzati (…essendo sotto il ricatto della reclusione nei CIE, nel caso non avessero regolare contratto), mentre io, se voglio e posso, potrei pure non fare un cazzo, senza per questo essere recluso (almeno per ora…).
      Forse sarebbe il caso di aiutare italiani e stranieri a fuggire dall’Italia… (anche se è molto difficile definire una destinazione decente di questi tempi).

  22. daouda scrive:

    Evenu shalom alejem.
    Evenu shalom alejem.
    Evenu shalom alejem.

    Evenu shalom shalom shalom alejem.
    E sia la pace con noi. (3 volte)

    Evenu shalom shalom shalom alejem.
    Et la paix soi avec nous. (3 volte)

    Evenu shalom shalom shalom alejem.
    Und sei der Friede mit uns. (3 volte)

    Evenu shalom shalom shalom alejem.
    Y sea la paz con nosotros. (3 volte)

    Evenu shalom shalom shalom alejem.
    Sige la pau con nosoltres. (3 volte)

    Evenu shalom shalom shalom alejem.
    the peace be with us. (3 volte)

    Evenu shalom shalom shalom alejem.
    Diciamo pace al mondo,
    cantiamo pace al mondo,
    la tua vita sia gioiosa,
    e il mio saluto -pace- giunga fino a voi.

    !

  23. roseau scrive:

    abbiamo un imitatore del catechista-tipo. wow.

  24. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “E questo finisce per riflettersi anche sul procedimento penale: improvvisamente, la procedura penale diventa fluida. Il concetto di flagranza diventa evanescente; i gravi indizi di colpevolezza consistono nell’esistenza di una denuncia; le esigenze cautelari, nella mera gravità del fatto di cui si è accusati; la prova richiesta per una condanna a molti anni di carcere, nelle dichiarazioni della denunciante, per quanto contraddittorie.”

    Grazie, è un tema importantissimo.

  25. Miguel Martinez scrive:

    Per Lello

    “a daouda e falla finiscila de scrive stupidaggini…non continuo solo per rispetto del blog de mig che ha un suo stile, fuori dalle discussioni banali, ma te scrivi popo na massa de scemenze”

    non è quello il problema. Daouda scrive diverse cose interessanti, perché fuoriescono dai luoghi comuni e dagli schemi – vedi la lista interessante di citazioni dei padri della Chiesa sui coniugi, che in effetti creerà parecchi problemi ai buonisti cattolici; o quando distingue tra “cristianesimo” e “calvinismo”.

    Il guaio è che lo dice insultando e sparando un commento dopo l’altro. Senza il minimo autocontrollo o la minima riflessione.

    E quindi si rende inutilmente ridicolo.

    Credo che dovrebbe scrivere un commento al giorno, dopo lunga riflessione, e allora sarebbe anche interessante.

  26. daouda scrive:

    A parte che io non ritratto nulla, ad ogni modo si me devo autocontrollà. Però il fatto è proprio che io comunico così cioè non si dovrebbe pijallà troppo per quel che appare…sarà che sò de Roma non lo sò…poi sarò pure un po’ strano io…me dispiace se ho arrecato fastidio, ma penzate pure a quanto ne dà questo tipo di strisciante “razzismo intellettualoide” di cui la sinistra socialdemocratica è premio Nobel.
    Uno poi schioppetta e magari ce pijà gusto, perché lo sò che sò na testa de cazzo.

    I’m sorry…

  27. lello scrive:

    a daouda sei un trollazzo e provi a “scrivere” in romano ma si capisce bene che non sei di quelle parti. E il pensiero colto-libbbberal catto cristiano che sprizzi da tutti i pori è credibile come na moneta da 3 euri.
    saluti a te e pure a rock&troll e pure steppenwolf.
    PS: ma oltre che scrivere frescaccie su questo (serio ed interessante) spazio praticamente 24\7, hai ancora qualche sorta di contatto con il mondo reale?

    • daouda scrive:

      a zi falti!

      Io sò bruzzese-molisano de Roma. Metto l’accenti sulle urtime perché me piace e me sembra mejo perché me rode er culo leggere da proposizione e da verbo allo stesso modo, come me dà fastidio legge ambito od ambito senza accenti specifici. Scrivo a cazzo a de cane pé sbajà apposta oppuramente pé mischia la robba dialettamente.
      Ora se a Roma , ahinoi, se scrive artri invece che antri, superiore invece de supriore, pia invece de pijà, e scalogna nun se dice più, nun è corpa mia.
      Ma sti cazzi ad ognE modE.

      Venimme al sodo:
      scrivi catto e io no ( rifacendomi alla tradizione indivisa della Chiesa );
      scrivi libberal e io no ( liberal è termine sinonimo di progressista in America statunitense mentre se intese in termini liberali europei, ciò per qualsivoglia credente è inammisibile , se invece lo intendi solo economicamente seguendo Croce riguardo il liberismo, sicuramente sì ma riconosco la statualità se legittima e non sono a favore dell’usura come rigetto determinati commerci turpi che i liberisti devono includere nel loro sistema);

      Ora che tu saluti una persona che io non sono e qui scrive, se ti vuol salutare ti saluterà, se tu saluti una persona di cui neanche sà che ne stai parlando, non ti saluterà.
      Quanno ciài sti dubbi multipli, te, che se legge da subbito che sei poco predisposto, la devi sparà non solo grossa MA LA DEVI SPARA’ SOPRA.
      Quanno io scrivo che Miguel è qualsivoglia cosa io abbia scritto su di lui, sono certo che sia così, e non grazie alle prove corporee.
      Visto che tu non sei in grado di salire…e a me de chiamà in causa er Troll che rispetto quanno scrive il vero perquanto sia un cripto-communista, me ne sbatto .
      Poi nun te crede che tu dica qualcosa che io già non dico : a me la divagazione mentale è proprio n’obby , e tutto quello che te puoi arivà a dì io già me lo so magnato e ricacato. Su sto piano, sinceramente, non è che ciài tante speranze, anche perché a tené 3 stili de personalità così diverse e perdece cos’ tanto tempo, beh, ne sarebbe una chiara manifestazione di cui tu saresti il risultante poiché credi davvero che la tua banalità non sia prevista?

      Mmo stai a ride? Bravo. Perché tutto sommato sti cazzi, ner senso apposito. Più me giro attorno e più ce stanno onanisti mentali.
      Bevemo e nun ce penzamo, e se c’è un coglione da pijà per culo, aò, mejo me sento!!!

      • daouda scrive:

        sì non ho il senso dell’umorismo lo sò…

      • daouda scrive:

        ah comunque no chiaramente non ho un contatto col mondo reale. Contento?

        Anche se tecnicamente anche questo è reale, ed a rigore, il piano archetipale è molto più reale della materialità, persino quella capra di Hegel lo ha detto, credo, da qualche parte. Ma era così tanto per perder altro tempo che ho a disposizione su questa stupida associazione reale=materiale. Se vuoi te lo venno il tempo mio…

  28. lello scrive:

    PPS: “uno ce pijà” non esiste. semmai è “uno ce PIA gusto”, anche se il romano non è definibile come dialetto e quindi non deve sottostare a regole di scrittura come, chessò, il napoletano o il romagnolo (tanto per citarne 2 a caso).
    se sentimo

  29. lello scrive:

    per miguel : tra le foto repertorio-stupro vorrei citare anche la classica ragazza che piange seduta all’angolo della stanza in ombra con le mani che coprono il volto; e mi scuso per lo sfogo e la caduta di stile contro il povero daouda, ma a volte non riesco proprio a sopportare i suoi scritti.
    saluti a tutti

  30. lello scrive:

    Una delle cose sulle quali mi trovo d’accordo con daouda per esempio, è la poca simpatia per i radical-chic. 🙂
    daje che piano piano voi vede che me diventi pure simpatico eheheheh.
    ” ce lo vuoi mettè” (cit.)…dato che sssei de roma come te vanti, me devi spiegà perche metti l’accento praticamente sul finale de tutte le parole. bai bai!

    • daouda scrive:

      Un romano vero , che io non sono, saprebbe che la s.s. ladzie ( dal 1900 t’allenavi a scappà ) è l’ottava squadra della Capitale.

      Preferisco Luca Abort a tutta la marmaglia sinistroide. Ma Stirner fu un bravo ragasso, Kirillov l’esempio da seguire.
      Ringraziando Dio non sono così puerile però…

  31. daouda scrive:

    Ri-iniziamo da capo:

    “Se infatti la moglie si nega al marito cosa succede?Succede che egli forse sarà spinto da ciò verso il libertinaggio, forse verso l’adulterio,ad ogni modo ne subirà turbamento,avrà i sensi infuocati,si lamenterà, susciterà mille problemi a sua moglie” Giovanni Crisostomo In epistolam I ad Corithios

    “i coniugi hanno anche l’OBBLIGO di darsi reciprocamente sostegnonella debolezza della carne, per evitare adultèri” Agostino, De bono coniugii

    “Se mio marito – dirai – non riesce a contenersi ed io voglio astenermi? Sei obbligata ad assecondarlo poiché la donna che si astiene senza il consenso del marito non solo perde ogni premio per la sua castità, ma diventa anche responabile dell’eventuale adulterio di lui, ed anzi sarà più colpevole lei di lui riguardo le sue impudiche condotte! Perché lo ha spinto nel burrone del peccatto privandolo della LEGITTIMA unione carnale” Giovanni Crisostomo De Verginitate

    “La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; ugualmente anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie” Paolo , Lettera I ai Corinzi

    “Anche alla moglie , invero, appartiene la facoltà di dare consigli, ma la decisione finale spetta al marito” Gregorio Nazianzeno, Poemata

    “Mogli, siate sottomesse ai mariti come al Signore” Paolo, Lettera agli Efesini

    AGGIUNGO

    “Vuoi che tua moglie ti obbedisca come la Chiesa a Cristo?Curati anche tu di lei come Cristo della Chiesa” Giovanni Crisostomo, In Epistolam ad Ephenios

    “Chi vuole che gli sia sottomessa colei che gli è inferiore, deve sottomettersi a Colui che gli è superiore…Servi tu Colui che ti ha creato, cosicché ti servira colei che è stata creata per te” Agostino, Enarrationes in Pslamos

    “L’uomo ( il maschio ) è a capo della donna, di sua moglie, là dove la moglie si comporta meglio del marito la famiglia è come capovolta a testa in giù.Se l’uomo è il capo è lui che deve comportarsi meglio e precedere sua moglie in ogni azione buona, cosicché essa lo imiti e lo segua” Agostino, Sermones

    “Se le mogli peccano è perché i mariti non le hanno educate come dovevano” Sesto, sentenziae

    “Se in casa si verifica qualche inconveniente provocato da lei, tu consolala e non affligerla ulteriormente. Qualunque colpa abbia commesso, nessuna è così grave che tu muova guerra a tua moglie.Se si comporta da sciocca, ha la lingua lunga, beve o si irrita facilmente,non prendere occasione per farle del male, ma cerca piuttosto di guidarla con ordine: ella è parte di te, siete una sola carne. Per queste cose difatti dovresti dolerti non adirarti, e dovresti rivolgerti a Dio con la preghiera e dare a lei consigli ed incoraggiarla, dar l’esemoio e fare di tutto perché cessi dal suo vizio.se invece la maltratti non solo non curerai il suo male, ma anzi lo aumenterai” Giovanni Crisostomo , In Ephistolam I ad Corithios

    “Per questo Dio ha voluto che la donna ti fosse sottomessa, perché tu l’amassi di più, e per questo ha voluto che tu fossi da lui amata, per sostenere meglio il peso della sottomissione” Giovanni Crisostomo, In Ephistolam ad Colossenses

    “Se tratterai tuo marito come padrone, egli ti amerà e ti tratterà da sorella.Stà duque di fronte a lui come difronte ad un re e servilo; fatti sua schiava ed egli in tal modo diventerà quasi tuo servo e ti onorerà come sua signora.Ma se ti atteggierai con arroganza verso di lui, egli ritorcerà contro di te la sua forza e ti tratterà con durezza e da serva” Rabbi Isaac Abuhad, Menorat ha-Ma’Or (ebreo)

    “Anche le donne pagane sono sottomesse ai loro mariti in virtù della comune legge di natura” Girolamo, In Epistolam ad Titum

    Altre notazioni:

    -l’anello al dito è un pegno dato dal marito alla sposa ed indica che egli l’acquista e che ella gli sarà legata dal vincolo dell’obbedienza.
    Anticamente l’uomo non aveva anello. Si usa oggi averlo, ma chiaramente quello maschile deve essere d’oro e quello della moglie d’argento.

    -l’adulterio femminile è molto più grave e nefando di quello maschile, ma considerando che il maschio è superiore alla femmina, poiché più forte e più razionale, la punizione dovrebbe essere più grave per lui che dovrebbe essere da esempio.
    Leone III Isaurico prescrisse il taglio del naso per gli adulteri oppure la reclusione in monastero. E’ stata valutata opportuna anche la pena di morte.

    Tutto ciò scritto IL MARITO HA IL DIRITTO DI CORREGGERE LA MOGLIE ED IL DOVERE DI INFLIGGERE PENE MEDICINALi come le chiamano i padri , poiché non serve a nulla dare una legge se non ci sono delle sanzioni.

    “I difetti della moglie vanno aboliti o sopportati. Chi li abolisce rende migliore la moglie e più trattabile, chi li sopporta rende sé stesso migliore purché però possa farlo senza perdere l’onore” parole di Varrore in Aulo Gellio, Noctes Atticae

    Ora…

    -Costringere la propria moglie al sesso se ella ha rifiuti illegittimi od il marito esigenze improrogabili od anche sciogliendo sui voti presi insensatamente senza il suo consenso non è affatto male.

    -Se tale atto è estorto brutalmente e senza motivo reale NON SI POTRA’ MAI CHIAMARE STUPRO essendo che lo stupro avviene solo al di fuori dell’obbligatorietà matrimoniale ( anche l’eccessiva lussuria ).

    ( ripeto non sò come sia stato regolato qualche caso di concessione al concubinato da Giustiniano )

    -Se un tale atto sessuale avviene esso rientra nei casi di un atto sessuale illegittimo ( assieme al sesso anale od al sesso in periodi vietati od a determinati usi sessuali ), poiché non comporta consumazione, ma non significa per nulla che ciò comporti lo scigolimento/annullamento.

    Poi:

    Paragonare un atto sessuale illegittimo all’adulterio è idiota. Semmai intendeva stupro per l’appunto, in chiave esortativa , pedagogica e meditativa, e faceva bene…

    Quindi torniamo da capo da dodici perché il matrimonio per essere tale deve implicare una corretta liturgia ( legittima ) e deve essere consesuale ( legittimamente) ed esso comporta degli obblighi tra cui la sessualità, oltre chiaramente all’accettazione dell’autorità del marito da parte della moglie.

    Per quanto mi riguarda alcune delle menate occidentali sulla concessione dello scioglimento del matrimonio sono del tutto idiote, come anche ritenere che il matrimonio sia celebrato dagli sposi.

    In cosa io parlarei dei Padri per poi rifarmi al medioevo , ciò mi è ignoto.

    p.s ripudio è separazione, divorzio è scioglimento/annullamento. Non c’è alcuna parità nella regolazione di entrambi i casi tra maschi e femmine.

  32. Mondo cane scrive:

    Vediamo, questa adama si reca il 26 agosto (?) dai carabinieri per sporgere denuncia contro il suo compagno, quindi non marito, per una serie di violenze ripetute nel tempo e cui solo l’ultima l’ha fatta decidere a compiere il passo. Denuncia che le ha aperto la porta del cie. Effettivamente, data la situazione di questi ultimi, come hanno fatto a sapere tutto cio? Boh. Dopo tre mesi la notizia giunge all’orecchio della ministra. Tre mesi, 90 giorni. Breve indagine (?) e permesso di soggiorno.
    Dopo la denuncia, è stata portata in ospedale? Violenza sessuale, percosse, taglio alla gola, come minimo ci deve essere un referto, o la denuncia per simulazione di reato seduta stante, non dopo quattro mesi, è andata dai carabinieri, mica al prontosoccorso. E in ingresso ai cie, vengono fatte visite mediche o stilati referti in caso di ferite?
    Per il resto che dire, c’è sempre chi cerca di speculare con le disgrazie altrui. C’è da dire però che questa storia ha avuto meno eco di quella di kate omoregbe, e della quale abbiamo saputo molto. Nonostante fosse un pò più certa la scaltrezza, date le premesse. Ma se togliamo le fantomatiche sorelle di rete migranda, cosa resta? Una disgraziata pasticciona che si è data un gran daffare, sbagliando a più non posso, per ricongiungersi con chi? Per un paese come il senegal , che sia una donna sola a fare un viaggio così, sopratutto se ha dovuto lasciare dei figli, lascia intuire un bel pò di disperazione. Ragazza madre? Vedova? Forse in cerca di una marito disposto ad adottare i figli? Però, anche se disperata, per cinque anni è rimasta una sconosciuta. Come ora.

    • Z. scrive:

      Mondo Cane,

      — Dopo la denuncia, è stata portata in ospedale? Violenza sessuale, percosse, taglio alla gola, come minimo ci deve essere un referto, o la denuncia per simulazione di reato seduta stante, non dopo quattro mesi, è andata dai carabinieri, mica al prontosoccorso. —

      E’ opinione comune che un procedimento per violenza sessuale debba includere necessariamente referti medici come fonti di prova. Ma non è così. Non sono necessari, né per la carcerazione preventiva, né per la condanna.

      Del resto, la querela può essere presentata anche a distanza di sei mesi dalla violenza, e dopo così tanto tempo non sempre un referto medico può essere di aiuto. Senza contare, poi, che la legge punisce chi “costringe taluno a compiere o subire atti sessuali”, da intendersi nel senso più ampio del termine: e non tutti gli atti sessuali lasciano tracce refertabili.

      Z.

      • Mondo cane scrive:

        Vuoi dire che se una donna andasse dai carabinieri a denunciare una persona, accusandola di averla picchiata, ferita con un coltello e violentata, ma non mesi prima, solo ore, senza che, visibilmente, sia riscotrabile la minima traccia di ciò che asserisce, questi accolgono la denuncia, tanto sarà il denunciato a fare querela?
        A quel punto, i carabinieri, in mancanza di un referto, possono essere chiamati a testimoniare sullo stato fisico della presunta vittima al momento della denuncia?

        Per non trovare bisogna cercare.

        • Z. scrive:

          MC,

          — Vuoi dire che se una donna andasse dai carabinieri a denunciare una persona, accusandola di averla picchiata, ferita con un coltello e violentata, ma non mesi prima, solo ore, senza che, visibilmente, sia riscotrabile la minima traccia di ciò che asserisce, questi accolgono la denuncia, tanto sarà il denunciato a fare querela? —

          Oddio… se una donna denuncia di essere stata presa a coltellate, da qualche parte ‘ste coltellate dovranno pur saltare fuori. Così come a volte saltano fuori balle di altro genere (1).

          Ma se invece dice “mi hanno violentata” oppure “mi hanno palpeggiato il fondoschiena”, non possono stabilire a priori che sta dicendo il falso e denunciarla per calunnia.

          Detto questo, i CC possono certamente essere citati come testi, con o senza referto. Se il giudice li ammette, ovviamente.

          Z.

          (1) Ad esempio, anni fa una ragazzina dichiarò di essere stata violentata dentro una grossa automobile dai vetri oscurati in una strada di gran passaggio, a mezzogiorno. Quando gli agenti, poco convinti, le hanno chiesto come mai a mezzogiorno non si trovava a scuola, è saltato fuori che non c’era stata nessuna violenza. A sua discolpa va detto che era, appunto, una ragazzina: altrimenti non si sarebbe fatta cogliere impreparata di fronte ad una domanda che certamente le sarebbe stata fatta…

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