Thor Steinar: fantasie del nazismo globale

Qui siamo affascinati dalla maniera in cui i conflitti di immagine mascherano quelli reali.

Viviamo infatti in una società di immagini, in cui i simboli diventano molto più visibili degli indecifrabili problemi reali.

Ci sono, per dire, persone che se la prendono con la catena McDonald’s, non a causa di ciò che questa azienda ha fatto all’umanità, ma perché, se rigiri il logo, trovi che somiglia a un numero “13”.

Questa scissione viene vissuta in maniera evidentissima in Germania.

In Germania, esistono piccoli ambienti di giovinastri che amano bere birra, portare i capelli corti, bofonchiare a proposito degli stranieri e rintronarsi con musica heavy metal. Di tanto in tanto, quando superano la soglia alcolica, si dedicano anche a risse e a pestaggi.

Il mitico Verfassungsschutz, l’ufficio per la difesa della costituzione sostiene che i “neonazisti”, di tutte le età, sarebbero complessivamente 5.600.  Appena la metà, ad esempio, degli 11.500 “estremisti curdi” sorvegliati sempre dal Verfassungsschutz in quanto militanti del PKK, un movimento fuorilegge in Germania.

Come succede nelle tribù adolescenziali, i giovinastri della destra radicale amano portare segni distintivi, tra cui i capi d’abbigliamento della Thor Steinar.

Thor Steinar  è un marchio di giacche, magliette, pantaloni e mutande con le solite scritte e figure incomprensibili, che derivano alla fine dall’americanissima commistione di ghetto nero, sport universitario, fumetti e produzione industriale rock.

I singoli capi portano nomi anglobali come Viking Reaction. Al nostro occhio inesperto, sembrano comunque piuttosto normali, e somigliano a quelli che vediamo indossare qui dai giovani di sinistra più impegnati.

Il logo della Thor Steinar è costituito dall’equivalente, nell’alfabeto runico, delle nostre “T” ed “S” intrecciate.

ThorSteinar-oldLe rune, ricordiamo, sono l’antica scrittura magico-alfabetica dei popoli germanici. In realtà, la prima lettera del nome dell’antica divinità che noi chiamiamo Thor non era affatto una “T”, ma un’altra lettera, che i dotti trascrivono come Þ e che si pronunciava come la “th” inglese attuale. Però questo non lo sanno né i produttori né i consumatori di questa merce.

Le rune c’entrano con il nazismo quanto Cicerone con Starace, ma si sa che le immagini spigolose, per qualche motivo, piacciono ai neofascisti, anche in Italia.

Ora, la Germania somiglia parecchio all’Arabia Saudita, dove – sostiene un amico libanese che ci ha lavorato – dovettero abbattere una volta un grattacielo, perché secondo qualcuno, somigliava vagamente a una croce cristiana.

Ci sono stati 250 (duecentocinquanta!) procedimenti penali in Germania per “proibire l’uso delle Rune come marchio commerciale”, perché “somiglianti” a “simboli anticostituzionali”. Tra processi, sequestri, perquisizioni e assoluzioni, però, la Thor Steinar è rimasta a galla. Anche se adesso, accanto al vecchio logo, ne usa un altro. Che è sempre una runa (la “g”), ma pare che non se ne sia (ancora) accorto nessuno:

TS-new-150x150Non che bandire queste merci servirebbe a molto: basta andare in Polonia.

Dove i locali si vendicano di cinque milioni di morti durante la guerra (non contando gli ebrei), spillando soldi dai crucchi in cambio di tutto ciò che un collezionista di nazikitsch possa sognare.

Ad esempio, capi Thor Steinar contraffatti, possiamo presumere in Bangladesh.

Oppure i DVD del complesso musicale i Landser, il cui leader, Michael Regener, è stato condannato in patria a tre anni e quattro mesi semplicemente in base alle parole che gracchiava su una base punk hardcore (tanto per restare in tema di nazionalismo). Siccome siamo politicamente poco corretti, esponiamo al giudizio del pubblico un tipico testo di questo difensore dell’identità germanica.

Si tratta di una canzone intitolata “Ancora nessun gol per Türkiyemspor“, la squadra di calcio degli immigrati turchi.

“Tutte quelle merde di Kanaken [stranieri] puzzano come la peste
e il resto lo vedi da come giocano a calcio
non sanno dare calci al pallone
quindi mangiano aglio e si f… gli asini”

Siamo ai livelli delle vignette danesi, solo che bisogna concedere ai Landser di darsi meno arie. In fondo, i Landser hanno fatto in tutta la loro carriera un solo concerto, pure mascherati.

E pensare che al sonoro imbecille, lo hanno condannato per “istigazione del popolo”, “diffusione di mezzi di propaganda di organizzazioni anticostituzionali” e “denigrazione dello Stato e dei suoi simboli“.

La campagna legale contro Thor Steinar si è accompagnata a una meno legale, con manifestazioni e talvolta attacchi fisici ai negozi, condotti dai piccoli gruppi di “autonomi”.

Thor Steinar insomma costituisce la merce perfetta, come spiega Naomi Klein in No Logo.

Un gruppo di individui si identifica volontariamente con il marchio, i media ne parlano gratuitamente. Persino, cosa fantastica per un prodotto rivolto ai giovani, è al limite della legalità. E quindi Thor Steinar diventa interessante sul mercato globale.

E così nel 2008, il marchio Thor Steinar è stato comprato da uno dei più grandi speculatori immobiliari e trafficante di auto di lusso di Dubai (la città delle immaginarie torri rotanti), Faysal Al Zarooni.

Avete capito bene, da tre anni c’è un arabo globale (è pure mezzo pakistano) dietro la merce-simbolo del neonazismo.

In quell’incredibile città globale di Dubai di cui ci siamo occupati più volte, Faysal Al Zarooni ha costruito una rete che ormai copre tutto il globo, dagli Stati Uniti al Pakistan.

Suo fratello Suhail Mohammad Al Zarooni è entrato nel Guinness dei Primati come il più grande collezionista al mondo di  “miniature cars” , che ha messe insieme in un apposito museo. Inoltre, il signor Suhail si vanta di possedere 60 automobili vere per uso personale (modestamente, lui stesso ricorda che il Sultano di Brunei ne possiede 2.000).

Suhail Al Zarooni ha anche lanciato un’iniziativa intitolata “Le frontiere non sono vincolanti“, dove – in abito tradizionale del Golfo – porta la pace su Facebook.

Tutto ciò mi sembra un motivo ben più serio per boicottare la Thor Steinar delle illazioni sul simbolismo delle rune.

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20 risposte a Thor Steinar: fantasie del nazismo globale

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  2. falecius scrive:

    Ma dai, Miguel, è chiaro: il beduino ha comprato l’azienda nazista per contribuire a diffondere nel mondo simboli dell’odio antisemita contro Israele. 😀

  3. PinoMamet scrive:

    Beh producono roba particolarmente brutta (di cose decenti ne avrò viste due o tre), ma non diversa in effetti da mille altre marche.

    Mi sa che i fasci italiani sono rimasti al “bomber”, una scelta altrettanto assurda dal punto di vista simbolico (dall’aviazione americana della guerra di Corea agli skinheads- non necessariamente fascisti come ognun sa- attraverso i fratelli pioù piccoli dei mods; chissà perché agli inglesi giovani piace creare codici sociali legati all’abbigliamento… è proprio una fissazione loro) ma probabilmente più economica 😉

    in una foto di Casa Pound postata credo su questo blog, notavo che praticamente tutti quelli in prima fila (e immagino molti dietro) erano vestiti in modo molto simile (giacca di pelle e jeans, mi pare) ma ne ignoro il simbolismo.

    PS
    Naturalmente ha ragione Falecius: vedrai che qualcuno “scoprirà” che Al Zarooni è parente del Muftì di Gerusalemme… 😉

  4. roberto scrive:

    “Di tanto in tanto, quando superano la soglia alcolica, si dedicano anche a risse e a pestaggi.”

    io non sarei così ottimista…

  5. Francesco scrive:

    Curioso, se io avessi l’età, il fisico, i soldi e mi vestissi così, la notizia mi spiegerebbe a preferire la marca invece che a evitarla!

    ciao

  6. Moi scrive:

    Le rune, ricordiamo, sono l’antica scrittura magico-alfabetica dei popoli germanici. In realtà, la prima lettera del nome dell’antica divinità che noi chiamiamo Thor non era affatto una “T”, ma un’altra lettera, che i dotti trascrivono come Þ e che si pronunciava come la “th” inglese attuale. Però questo non lo sanno né i produttori né i consumatori di questa merce.

    MIGUEL MARTINEZ
    __________

    Be’, intanto almeno in Islanda non importa essere glottologi di norrenistica, basta uno scolaro di scuola primaria:

    http://en.wikipedia.org/wiki/Icelandic_alphabet

    Dire “th” Inglese è ambiguo, v’ è una “sorda” come in “thing” e una “sonora” come in “father”. In Islandese almeno _ che cmq è considerata l’ idioma germanico più arcaizzante_ la prima è resa con una runa detta “thorn” sostanzialmente uguale fra maiuscolo e minuscolo, la seconda invece è resa con una “D” con trattino diacritico al centro della “stanghetta” al maiuscolo e con un’ altra runa detta “eth” al minuscolo.

    Passando dal globale al locale, la pronuncia più tipica bolognese di parole come “zàint” (gente) e “z’àint” (100) sarebbe proprio “ðàint” e “Þàint”.

    Non si sa bene se l’origine di questi fonemi , di fatto simpaticamente allofoni parlando in Italiano, sia celtica od etrusca …

    • Moi scrive:

      In pratica “thorn” e “eth” si fanno lingua fra i denti … e mi sembra molto simile a “z”o “c” + “e” o “i” in Castigliano o cmq “Spagnolo di Spagna”, mentre in MesoAmerica e SudAmerica c’ è che io sappia il “doppione fonetizzato” con /s/ .

  7. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    “io non sarei così ottimista…”

    Dubito che i tre che hanno fatto strage per la Germania andassero in giro con rune sui vestiti 🙂

    Probabilmente – come d’altronde i nostri brigatisti – cercavano di vestire in modo dimesso e poco visibile.

    E non andavano in giro per strada grugnendo i versi dei Landser.

  8. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=NpZBOH6cLQY

    Un simpatico energumeno che si fa chiamare Techno Viking …

  9. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=9FkbXTDzKBc

    Forse chi sa molto bene il Tedesco (proprio a livello glottologico) può trarne osservazioni interessanti ….

  10. mirkhond scrive:

    Conosci le lingue norrene?

    • Moi scrive:

      No, magari … se ci legge ancora, sarebbe senz’altro più interessante del mio un commento sulle rune da parte di Qur Tharkasdóttir, ove “(s)dóttir” è patronimico femminile islandese in opposizione al maschile “(s)son” … hanno un sistema anagrafico particolare, che probabilmente dà pochi problemi perché sono pochi, oltre la metà dei quali a Reykjavík.

      … Al nome proprio (!) del padre aggiungono il suffisso -(s)son per i figli oppure -(s)dóttir per le figlie. In un certo senso, sono tutti o “Eriksson” o “Eriksdóttir”, dal nome di Erik il Rosso considerato “Padre della Patria” di cui si trova il monumento davanti alla chiesa principale, Hallgrimskirkja.

  11. Peucezio scrive:

    “Tutto ciò mi sembra un motivo ben più serio per boicottare la Thor Steinar delle illazioni sul simbolismo delle rune.”

    Miguel, fai tanto il filoislamico poi vuoi affossare il povero Faysal…! 😀

  12. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Dire “th” Inglese è ambiguo, v’ è una “sorda” come in “thing” e una “sonora” come in “father”. “

    Lo so benissimo 🙂

    Volevo solo indicare che:

    1) questi qui hanno fatto un evidente acronimo di Thor Steinar, cioè TS

    2) ma la prima lettera di Thor non è affatto una “T”.

    • Moi scrive:

      @ Miguel

      __________________

      So benissimo che lo sai benissimo 🙂 , però ammetterai che aggiungere al periodo che citavo :

      ” Almeno in Islanda, non importa essere glottologi di norrenistica, basta uno scolaro di scuola primaria:

      http://en.wikipedia.org/wiki/Icelandic_alphabet

      … accrescerebbe non poco l’ effetto comico del periodo medesimo, no ? 😉

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Miguel, fai tanto il filoislamico poi vuoi affossare il povero Faysal…! “

    Beh, sono o no un Antisemita? Se non attacco almeno un semita al mese, mi tolgono la patente.

  14. Moi scrive:

    Si tratta di una canzone intitolata “Ancora nessun gol per Türkiyemspor“, la squadra di calcio degli immigrati turchi.

    _____

    Di canzonacce xenofobe calcistiche ce n’ è stata anche una contro l’ Italia … ma non poteva ritorcersi loro contro peggio, o meglio, a seconda.

    http://www.youtube.com/watch?v=w2JEpEj10a8

    🙂

  15. Moi scrive:

    Siamo ai livelli delle vignette danesi …

    ____

    Sì ma dociamolo una buona volta per tutte: il parametro che definisce il concetto di “blasfemia” è diversissimo fra Occidente Frangistano Dar-Al-Islam !

    E’ talmente autoevidente … e non occorre certo prendere estremi opposti come LaMecca e San Bonifacio (VR) !
    🙂

  16. necroclerico scrive:

    “Thor non era affatto una “T”, ma un’altra lettera, che i dotti trascrivono come Þ e che si pronunciava come la “th” inglese attuale. Però questo non lo sanno né i produttori né i consumatori di questa merce.”
    Falso.

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