A proposito d’Europa

In fondo a un vecchio scatolone di famiglia, trovo – ritagliata da un giornale – questa sintetica poesiola britannica, sull’unificazione europea.

Il ritaglio è senza fonti, per cui diciamo che è di autore anonimo. Deve risalire a prima del 1963, quando Konrad Adenauer perse l’incarico di cancelliere.

Credo che il testo, con le sue pungenti rime e quello sguardo molto britannico sul resto del mondo, perderebbe molto in traduzione, per cui lo lascio nell’originale.

You gave the world the guillotine
But still we don’t know why the heck,
You have to drop it on our neck.
We’re glad of what we did to you,
At Agincourt and Waterloo.
And now the Franco-Prussian War
Is something we are strongly for,
So damn your food and damn your wines,
Your twisted loaves and twisting vines,
Your table d’hôte, your à la carte,
Your land, your history, your art,
From now on you can keep the lot.
Take every single thing you’ve got,
Your land, your wealth, your men, your dames,
Your dreams of independent power,
And dear old Konrad Adenauer,
And stick them up your Eiffel Tower.

P.S. Un lettore ha scoperto il nome dell’autore della poesia: Antony Jay, ancora vivente e noto anche per altre sue frasi pungenti.

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29 risposte a A proposito d’Europa

  1. Moi scrive:

    Non riesco a trovare la citazione originale antibritannica di Disraeli e delle piramidi …

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per kelebek

      Un aneddoto personale. A Oxford vado in una pasticceria del centro per comprare dei cioccolatini per sdebitarmi di un invito a cena. Colloquio:

      IO (subdolo e cortesissimo): ‘Please, I’d like to buy two hectograms of chocolate.”
      LA COMMESSA: ‘What?’
      IO: ‘Two hectograms, please’
      LA COMMESSA (si gira verso la padrona): ‘What the hell are two hectograms?’
      LA PADRONA (rivolta a me, prende una manciata di cioccolatini fra le man e me li mostra): ‘Are they fine, sir?’
      UNA SIGNORA ANZIANA IN CODA DIETRO DI ME, SIMILE A MISS MARPLE: ‘Young man, here we’re used to buy pounds: one pounds is for hundred fifty three grams’
      IO (girato verso la signora): ‘SORRY, MADAM; IN EUROPE WE’RE NOT USED TO POUNDS’
      LA PADRONA: ‘You’re right, sir; we’re supposed to know…’

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        Di’ la verità, l’hai fatto apposta vero? 😉

        Comunque non ho mai capito perché alla Christie stesse antipatico il suo personaggio simpatico di Poirot, e le stesse simpatica l’insopportabile Miss Marple; o meglio, temo di capirlo.

      • Peucezio scrive:

        Sì, beh, bisogna anche dire che se io fossi un pasticcere in Italia e venisse uno a chiedermi le paste in libbre o in once so io dove lo manderei.

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per peucezio

          Un momento: la pasticceria era al centro di Oxford, quartiere che vive praticamente solo di negozi per turisti stranieri, al 70% Italiani. Inoltre per legge le misure del Sistema Internazionale sono valide in tutta l’UE: tant’e’ che quando una ditta Inglese ti fa un’offerta te la DEVE fare in chilogrammi, metri ecc.

          No, una volta sì ho fatto il disgraziato: ero vestito con impermeabile e (sì!) bombetta e copia del ‘Times’ sotto il braccio. Mi ferma una famigliola Romana e mi chiede la strada in un inglese da CEPU. Al che li guardo e rispondo loro in perfetto Shakespeare… 🙂

          Ciao!

          Andrea Di Vita

      • PinoMamet scrive:

        In effetti una delle cose simpatiche degli inglesi è l’attaccamento alle loro cazz… cioè, tradizioni 😉

        (vabbè Daouda, mo’ non intervenire: apposta ho scritto tradizioni con la minuscola, eddai, lassame perde 😉 )

        essendo roba autentica, e nel caso di pesi&misure fondamentalmente innocua, se a loro piace così, buon per loro; e continuino pure in eterno a rovinarsi la vita con i loro sistemi inutilmente complicati.

        La cosa che mi fa incazzare invece di noialtri italiani è che le tradizioni
        (bono Daouda, so’ sempre minuscole 😉 )
        nostre le buttiamo al cesso, e poi scopiazziamo quelle altrui, giusto perché sono “tradizionali”.

        Senza prendersela coi soliti leghisti in kilt (dai, sarebbe sparare sulla Croce Rossa), è di poco fa la notizia che i Bersaglieri avrebbero adottato, in aggiunta ai due copricapi tradizionali soliti (vaira e fez), un basco con pennacchietto copiato pari pari dal tam o’ shanter di certi reggimenti scozzesi, che con “noialtri” non c’azzecca proprio niente; lo scopo, neanche tanto recondito, è di far fuori col tempo proprio il fez, che qualche intelligentone avrà immaginato essere “robba islamica”
        (lo usavano già gli zuavi pontifici- e statunitensi- entrambi a imitazione di quelli francesi, e quest’ultimi in effetti a imitazione dei loro reggimenti berberi… ma si va indietro di due secoli buoni… e in fondo non è che un comune berretto da pescatore&contadino che si trova in tutto il mediterraneo isole comprese 😉 )

        vabbè, tutta roba che non c’entra

        ciao!

      • roberto scrive:

        “SORRY, MADAM; IN EUROPE WE’RE NOT USED TO POUNDS”

        caro andrea,
        non vorrei costruire una filosofia su un aneddotto, per altro gustoso, ma dai lo spunto ad una riflessione su “chi si deve adattare a cosa per una pacifica convivenza”.
        io resto dell’idea che la migliore soluzione sia “when in rome do as the romans do”

        • Moi scrive:

          @ ROBERTO

          Roma … an l’ è menga ‘na zitè inglàisa !

          PS

          Capisco che vuoi dire, ma … è un’ arma a doppio taglio, uno dei discorsi per antonomasia per dire che il “Migrante” non deve banalmente “integrarsi”, ma “assimilarsi”, direbbero i leghisti “civilizarsi” se non addirittura, come già disse Gentilini “bisogna addomesticare quelle bestie selvatiche” [sic] …

        • Roberto scrive:

          Guarda moi, io da immigrato secondo questo principio mi regolo. Poi sta ai sociologi dire se mi integro o mi assimilo, ma per dire qui è estremamente mal visto il casino notturno ergo se voglio fare una festa in giardino invito la folla ad un brunch piuttosto che per una serata. Cose così non credo che sia uno sforzo enorme

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per roberto

          Avresti ragione, ma gli Inglesi sono troppo spocchiosi.
          (‘Il Continente è isolato’, è il proverbiale titolo alla notizia dell’intyerrompersi del cavo telegrafico sotto la Manica). La BBC aveva la troupe fissa da Ottawa e e il corrispondente al telefono da Bruxelles. Gascoigne alla Lazio faceva titolare ‘Rome alone’ al ‘Sorrisi e canzoni’ locale.

          E soprattutto…

          Cena sociale del corso di fisica del plasma al St. Edmund College di Oxford (la sala da pranzo è quella della scena finale del primo Harry Potter, quella coi gufi postini). Alla mia destra un barone dell’Università, alla sinistra la moglie carampana, davanti a me un collega Italiano di corso, nel piatto un odioso bollito di cavolo senza sale: disgustoso anche per me che adoro i cavoli. Passa un dottorando Inglese con la cravatta regimental.

          Il mio collega (in Italiano): ‘Bella cravatta’
          Il prof (in Inglese): ‘Chissà perchè gli Italiani non portano cravatte all’Università’
          La moglie (in Inglese): ‘ Forse perchè non ce l’hanno’
          Io (in Inglese): ‘No, è che noi Italiani la portiamo in discoteca’

          Ciao!

          Andrea Di Vita

        • Roberto scrive:

          Inglesi spocchiosi? Solo perché non conosci i francesi 🙂

  2. Primadellesabbie scrive:

    L’autore dei versi si trova qui:
    http://www.justmystage.com/home/quotations/jayantony.html
    Cordiali saluti.

  3. mirkhond scrive:

    Allora a questo punto, mi piacerebbe il pickelhaube prussiano come elemetto per l’esercito, straniero per straniero….
    Gli Inglesi sono tradizionalisti solo per ciò che fa loro comodo….

    • mirkhond scrive:

      errata corrige: elmetto

      • Andrea Di Vita scrive:

        Per mirkhond

        L’ultimo giorno di mia permanenza nel laboratorio vicino Oxford lasciai un post-it appiccicato alla porta della mia stanza: W APPELIUS (il propagatore del fortunato slogan ‘Dio stramaledica gli Inglesi’…)

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  4. Miguel Martinez scrive:

    per Pino Mamet

    “Comunque non ho mai capito perché alla Christie stesse antipatico il suo personaggio simpatico di Poirot, e le stesse simpatica l’insopportabile Miss Marple; o meglio, temo di capirlo.”

    La migliore definizione della questione inglese che io abbia letto. Grazie!

  5. Claudio Martini scrive:

    E dire che l’istintivo anti-europeismo inglese avrebbe potuto salvarci, ma “qualcuno” si mise di mezzo…
    http://en.wikipedia.org/wiki/United_Kingdom_European_Communities_membership_referendum,_1975

  6. Francesco scrive:

    Un leghista inglese (o britannico che dir si voglia)

    Più colto, altrettanto sciovinista e stupido.

    Che tutto si può, e deve, dire dei francesi ma il vino e le donne …

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Francesco

      Ero da più di un anno a Oxford. Cenavo nel mio abituale ristorante indiano, mangiando il mio economicissimo e gustosissimo palak paneer (dadini di formaggio con spinaci) cucinato dall’eccellente cuoco/proprietario Sikh del locale.

      Stavo come al solito in mezzo a tavolate di Inglesi sciamannati e mezzo avvinazzati che quando non sbraitavano fra di loro se la prendevano col ‘paki’, cioè il proprietario.

      Vedo entrare una coppia, elegante, silienziosa, discreta. Ho pensato: ‘Questi o sono Italiani o sono Francesi’. Mi si siedono al tavolo dietro al mio, li sento parlare. Sono Francesi.

      Stavo per mettermi a canticchiare la Marsigliese…

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      P.S. Gli Inglesi sono l’unico popolo che rende simpatici i Francesi.

      • Francesco scrive:

        Insomma, parlando per pregiudizi, i francesi non li rende simpatici proprio nessuno.

        Fortuna che ci sono i tedeschi, gli austriaci e gli statunitensi. E anche gli spagnoli, direi.

        Ciao

  7. mirkhond scrive:

    Gli Inglesi sono l’unico popolo che rende simpatici i Francesi.

    E secondo Cardini, i guai dell’Europa sono iniziati quando re e aristocrazia anglonormanna furono espulsi dalla Francia, alla fine della guerra dei cent’anni, trasformando l’Inghilterra in un paese antieuropeo.
    Per non parlare del mancato compimento della francesizzazione linguistica dell’Isola…..
    Ecco perchè, malgrado tutto l’Inghilterra mi è sempre stata sul belino….
    ciao

    • Francesco scrive:

      Che belinata!

      Anche senza gli inglesi, l’ostilità tra le due parti dell’Impero carolingio avrebbe comunque caratterizzato la storia d’Europa, per non parlare del ruolo del Papato, del periodo di splendore spagnolo, dell’emergere dell’Austria …

      In base a cosa il Cardini lo afferma? al “Dio stramaledica gli inglesi”?

      🙁

      Ciao, questa volta non ce l’ho con te ma solo con lui.

      • mirkhond scrive:

        Cardini ritiene che un’ Inghilterra più continentale, più francese, sarebbe stata più europea, non sarebbe diventata protestante, anzi, a suo dire, sarebbe stata molto più cattolica della Francia capetingia.
        A proposito, cita il voto fatto in punto di morte da Enrico V d’Angio-Plantageneto del ramo Lancaster, re di Francia e d’Inghilterra, a Parigi nel 1422, che suo figlio Enrico, a breve Enrico VI, avrebbe guidato la crociata per liberare Costantinopoli dal blocco ottomano.
        Secondo Cardini, l’Anglo-Francia plantageneta sarebbe stato l’unico regno franco a poter compiere l’impresa, per estensione, potenza e risorse e competenze militari, che, ai tempi erano ritenute tra le migliori d’Europa…
        Inoltre, invece di tramare contro gli eredi di Carlomagno, l’Anglo-Francia ne sarebbe stata una delle componenti più salde ed essenziali, e, alla lunga, sempre secondo Cardini, ciò avrebbe facilitato la nascita di un consesso europeo unificato anche e soprattutto dal Cattolicesimo.
        Cardini, a differenza del sottoscritto, è un europeista convinto e sognatore. Ma a lui, e non solo a lui, qualche volta piace sognare un diverso corso della storia….
        Quanto scritto deriva da un suo articolo, comparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno, in occasione dell’uscita sull’ennesimo film su Giovanna d’Arco, interpretato da Milla Jovovich, oltre che da un suo libro, sempre dell’epoca sullo scontro/incontro tra Cristianità franca e Islam.
        ciao

        • I rapporti tra la corona inglese e la Chiesa sono sempre stati complicati e da sempre i sovrani normanni prima e plantageneti poi avevano cercati di mettere il clero sotto la propria tutela.
          Prendiamo gli esempi più famosi. Anselmo d’Aosta, arcivescovo di Canterbury, rimase per anni lontano dalla propria sede perché inviso al sovrano; il suo successore Tommaso Becket fu ucciso e Enrico Plantageneto minacciò ad un certo punto perfino di farsi musulmano in chiave antiecclesiastica. Furono i più delicati dominii francesi (da coccolare, perché i capetingi non avevano mai nascosto le proprie mire), però, a costringere i monarchi inglesi a rimanere sempre dentro l’alveo della cristianità: fu il clero francese a coprire le spalle ad Anselmo e fu l’arcivescovo di Sens a pronunciare l’interdetto su tutte le terre francesi di Enrico.
          Un sovrano plantageneto o Lancaster padrone anche della Francia avrebbe semmai accelerato lo scisma e anticipato un cesaropapismo anglogallicano.
          Anche la disposizione per la crociata (fatta in punto di morte, anche) era una clausola di stile nel Tardo Medioevo: da 150 anni tutti annunciavano un Passagium Ultramarinum che in realtà non avveniva mai, promettendo, rinviando e intanto incassando illegittimamente quote delle decime “per la preparazione”. Inoltre il piccolo Enrico V era in una posizione traballante e forse si voleva sfruttare quell’antico privilegio riconosciuto ai regnanti crucisegnati che vietava la loro deposizione a voto compiuto.

        • mirkhond scrive:

          Furono i più delicati dominii francesi (da coccolare, perché i capetingi non avevano mai nascosto le proprie mire), però, a costringere i monarchi inglesi a rimanere sempre dentro l’alveo della cristianità: fu il clero francese a coprire le spalle ad Anselmo e fu l’arcivescovo di Sens a pronunciare l’interdetto su tutte le terre francesi di Enrico.

          E ciò conferma, quanto fossero importanti quei dominii, in realtà nucleo fondante dell’Anglo-Francia, nel tenere i sovrani plantageneti nell’alveo cattolico, seppur tirati per il guinzaglio.

          Un sovrano plantageneto o Lancaster padrone anche della Francia avrebbe semmai accelerato lo scisma e anticipato un cesaropapismo anglogallicano.

          Non saprei, visto che parliamo di ipotesi che non si sono verificate.
          Innanzitutto i Plantageneti-Lancaster non furono mai padroni di tutta la Francia, quindi il punteruolo sul didietro ce l’avevano sempre.
          Seconda, l’Inghilterra solo insulare e scacciata dal continente diventò ugualmente protestante, e ciò favorito proprio dall’isolamento in cui si era venuta a trovare con la perdita delle terre francesi, come asseriscono gli storici BRITANNICI (vedasi Storia dell’Inghilterra a cura di Kenneth O. Morgan, Bompiani editore).
          Terzo, se la Francia capetingia non seguì l’ex nemico d’oltre manica, sulla via della perdiz….ehm, dello scisma gallicano, fu solo perchè DE FACTO la chiesa francese era GIA’ sotto controllo regio fin dai tempi di quel gaglioffo di Filippo IV il Bello (1285-1314), quello stesso cristianissimo che costrinse il Papato a trasferirsi ad Avignone, per poterlo controllare meglio, e insieme ai suoi successori, influenzando direttamente e indirettamente l’elezione di pontefici francesi e affini per 70 anni, oltre a provocare lo scisma d’Occidente (1378-1414), al termine del quale il prestigio papale era l’ombra di ciò che era stato tra XI e XIV secolo.
          Ma il re di Francia, controllava la sua chiesa anche DE JURE col concordato di Noyon del 1516, che gli confermava la nomina di SUOI uomini alla guida delle diocesi e delle abbazie, nominando una terna di candidati, tra i quali il papa poteva scegliere.
          Insomma, qualunque fosse stata la scelta, era sempre il re ad averla vinta.
          Ciò spiega il “miracolo” di una Francia rimasta cattolica, nonostante quasi la metà dei suoi abitanti fosse diventata ugonotta, e malgrado le tremende guerre di religione nel 1562-1598!
          ciao

        • Sì, non ebbe mai tutta la Francia, ma la Guerra dei 100 Anni rischiò di fargliela avere: la causa scatenante, non dimentichiamo, furono le pretese sulla corona dei Capetingi.
          Anche i monarchi inglesi facevano il bello e il cattivo tempo sulle faccende ecclesiastiche, eppure decisero di rompere con Roma. Probabilmente, con la maggioranza degli inglesi antiromani e una minoranza considerevole di francesi sulla stessa linea, lo scisma si sarebbe semplicemente esteso anche alla Francia. Con conseguenze ben più gravi, come un impegno più diretto dell’impero anglofrancese al fianco dei protestanti tedeschi contro gli Asburgo, un fronte ancora più caldo per la Spagna continentale e coloniale e il Midi bastione protestante indisturbato e favorito alle porte della Catalogna e della stessa Italia.
          Cosa sarebbe rimasto del cattolicesimo?

        • mirkhond scrive:

          Non mi sono spiegato.
          L’Anglo-Francia poteva funzionare in senso cattolico solo se il re e la corte RESTAVANO nella parte FRANCESE del loro stato, e a Londra ci andavano solo per farsi incoronare, come avvenne da Guglielmo il bastardo (1066-1087) a Giovanni senza terra (1199-1216), fino alla conquista capetingia della Normandia del 1204!
          Ancora Edoardo I (1272-1307), governava i suoi stati, con lunghi soggiorni a Bordeaux!

          “Probabilmente, con la maggioranza degli inglesi antiromani e una minoranza considerevole di francesi sulla stessa linea, lo scisma si sarebbe semplicemente esteso anche alla Francia.”

          Non ne sarei così sicuro, se pensiamo all’Irlanda e alla sua tenace resistenza cattolica. Gli inglesi hanno distrutto la lingua gaelica ma non l’anima celtica e cattolica.
          L’Inghilterra insulare, venne valorizzata dai suoi sovrani FRANCESI, solo a partire dalla perdita dell’avita Normandia, che li costrinse a lunghe residenze in quella merd….ehm in quella landa di brughiere da far venire la depressione.
          Con una storia diversa, oggi parleremmo di una piedigrotta londinese o yorkese, notando quanto di germanico fosse rimasto in quei vernacoli da birreria o da poesie e canzoni dialettali.
          Una regina Elisabetta e un parlamento con sede a Caen o a Bordeaux, credo che sarebbe stata a capo di un complesso statale cattolico e meno antiromano, casomai con uno strisciante gallicanesimo in competizione coi Capetingi o i loro eredi repubblicani di Parigi.
          Insomma un equilibrio di poteri incapaci di avere il sopravvento l’uno sull’altro, avrebbe potuto dare un corso diverso alla storia religiosa, linguistica e politica di queste terre…
          Ma naturalmente stiamo parlando di ucronie….
          ciao

  8. Già dopo il 1360, quando l’Inghilterra intascò 1/3 del territorio francese in cambio della rinuncia a tutte le pretese sulla corona che era stata dei capetingi, Edoardo III provvide all’inglesizzazione della propria corte. I sovrano “di Francia e d’Inghilterra” Lancaster erano ormai insulari e l’Inghilterra che combatté Giovanna d’Arco nel 1429 e quella cacciata dalla Francia nel 1453 non erano più quella francofona del 1337.

  9. mirkhond scrive:

    L’anglonormanno però è stato usato negli atti pubblici fino al XVII secolo, e ancora oggi, mi sembra che la regina apra i lavori del parlamento, pronunciando una frase in questa variante del francese, ultimissimo retaggio normanno.
    Del resto l’aristocrazia, la classe dirigente e la diplomazia britannica, utilizzavano il Francese per le relazioni con l’estero, ancora nel XIX secolo.
    Che, peccato quel mancato compimento linguistico….
    ciao

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