Le intifada arabe, il dio della Mano Invisibile e altre mistificazioni

Uno dei blog che seguo con più interesse è Salamelik di Sherif el-Sebaie, un giovane egiziano che abita a Torino. Il blog è una fonte importante per capire le grandi questioni delle migrazioni dei nostri tempi, e anche per cogliere certi aspetti del Medio Oriente.

A giorni alterni, mi trovo molto d’accordo e molto in disaccordo con quanto Sherif scrive – comunque i suoi articoli non lasciano mai indifferenti.

Quella di Sherif è una delle poche voci critiche sull’entusiasmo con cui un certo Occidente accoglie le grandi (e diversissime) intifada in corso nel mondo arabo.

Semplificando, direi che il nostro dissenso fondamentale consiste in questo.

Lui nota che per ora le intifada stanno soltanto aggravando le condizioni di una parte del mondo che è già messa assai male; io penso che solo se le intifada si pongono una prospettiva più grande, potranno liberare il mondo arabo proprio dallo stato di sudditanza che lo ha ridotto così male.

Da questa sudditanza, si potrà uscire unicamente attraverso una grande alleanza, e una grande area di scambio, come quella che Hugo Chávez sta cercando di costruire in America Latina. Qualcosa che unisca, ad esempio, i tanti abitanti dell’Egitto al tanto petrolio della Libia.

Solo allora si potrebbero affrontare con dignità le interferenze statunitensi, israeliane o europee.

Una simile alleanza potrebbe ricalcare qualche linea storica – tra paesi islamici; o tra paesi arabofoni; oppure tra paesi ottomani. Non lo so, chiaramente la storia la faranno, nel bene o nel male, gli stessi popoli e non qualche grillo parlante occidentale come me.

Ma questa alleanza potrà nascere solo se prima cadono i vari regimi attuali, in primis quello saudita.

Però io non sono arabo, e Sherif lo è. E quindi è difficile dargli torto, quando lui critica chi vorrebbe giocare a fare la rivoluzione “con il culo al caldo”, a spese dei suoi parenti, amici e connazionali.

Il grande merito di Sherif consiste nel fare una diagnosi di ciò che avviene nei paesi arabi, e in particolare in Egitto, che va oltre i sintomi esteriori. Certo che il Medio Oriente è pieno di dittatori; ma è pieno di dittatori, perché ci sono problemi giganteschi, che i dittatori cercano di tenere sotto controllo, ma che non hanno creato.

Dove sono d’accordo con Sherif, e dove mi separo decisamente dagli entusiasti occidentali, è che non trovo nulla di sacro nel fatto che le folle scendano in piazza.

Nel 1969, la squadra di calcio dell’Honduras battè quella di El Salvador; e subito dopo, una ragazza salvadoregna si suicidò per disperazione, diventando una martire nazionale; quando poi El Salvador vinse contro Honduras, le opposte tifoserie si scontrarono violentemente. Il popolo del Salvador insorse, e l’esercito salvadoregno invase l’Honduras: nella breve guerra che ne seguì, morirono oltre 3.000 persone, per la maggior parte civili, e ci furono 300.000 profughi.

Fu una guerra cretina, brutta e molto popolare.

Altre volte, le sommosse popolari possono essere positive: pensiamo alle folle che riportarono al governo Hugo Chávez dopo il golpe di Pedro Carmona nel 2002. Ma non è nemmeno necessario che siano le masse ad agire: ricordiamo il colpo di stato militare del 1974 che rovesciò il regime portoghese.

Ciò che conta, insomma, è dove porta una rivolta, non la rivolta in sé. E le rivolte arabe sono un calderone, in cui si agita di tutto.

Invece, molti in Occidente guardano alle rivolte arabe in chiave estetica. E il segreto di questa estetica l’abbiamo vista proprio ieri, su questo blog, in una frase di Carlo Formenti, che riguarda un contesto nemmeno troppo diverso, quello del cosiddetto Web 2.0, il Libro dei Ceffi e dei Cinguettatori insomma:[1]

“I profeti del Web 2.0 […] hanno costruito il mito della democratizzazione sfruttando tre ingredienti ideologici: l’antiautoritarismo delle controculture degli anni Sessanta, il liberismo economico degli anni Ottanta e le infatuazioni tecnomistiche degli anni Novanta.”

L’antiautoritarismo insiste sui cosiddetti diritti individuali.

E’ un discorso in apparenza ineccepibile: sei favorevole o contrario a un poliziotto che picchia la gente a un posto di blocco per rubare i loro orologi? Avanti, dimmi?

Ma i discorsi ovvi spesso nascondono insidie.

Il problema infatti è come collegare i “diritti individuali” alla totalità della nostra vita.

Ora, le discussioni sulla “vera natura umana” somigliano molto a quelle sul tema, l’uovo-o-la-gallina?

Però una cosa dovrebbe essere ovvia: che i diritti individuali li esercitiamo usando una lingua che abbiamo imparato da altri, le esperienze che abbiamo vissuto con altri. E aggiungerei con tutto il mondo nel suo complesso, non solo con gli altri esseri umani. Società ed ecosistema sono inseparabili.

Quando esercitiamo il nostro diritto individuale di viaggiare, dipendiamo dal lavoro di chi ha costruito le strade, da una terra che ci ha regalato la benzina e da un’aria in cui possiamo lasciar andare i nostri gas di scarico.

E ancora di più nelle lunghe fasi di aperta dipendenza, che si tratti dell’infanzia, della malattia o della vecchiaia.

Ora, la cultura che afferma solo i diritti individuali, ignora totalmente la sfera sociale ed ecologica. Tale cultura è enormemente agevolata dal fatto di vivere sempre di più in una bolla di immagini senza contesto, dove le cose non hanno più cause, ma sono solo traumi e miracoli.

Il problema però è che la sfera eco-sociale in realtà non può essere ignorata: può solo essere solo delegata.

E qui arriviamo al secondo punto del “mito della democratizzazione”: il liberismo economico. Cioè la credenza che la parte extra-individuale di noi stessi sia qualcosa di diverso da noi. Certo, dicono, l’individuo che è in noi può prendere dal mondo ciò che vuole, pagando secondo contratto; ma per il resto, il mondo si autoregola, perché non dobbiamo pensarlo in maniera sociale o ecologica.

Ma questo meccanismo che si autoregola, in cui tutto va per il meglio, in cui i nostri problemi sono solo colpa della nostra mancanza di intraprendenza, è un meccanismo teologico. Si chiama, Culto del Dio della Mano Invisibile. Con questo ente misterioso, l’unico rapporto consiste nel rito contrattuale: se il contratto tra due individui è tecnicamente in regola, cioè rispetta alcuni diritti individuali, non si può avere nulla da eccepire – da qui la mistica del Diritto, intesa come legge impersonale; dei Trattati eternamente vincolanti; delle Direttive Europee, o delle Sovrane Decisioni della Comunità Internazionale. L’ONU ha parlato.

In realtà, non si delega ad alcun dio dalla Mano Invisibile. Si delega, semplicemente, a chi ha la forza di imporre gli ineccepibili contratti che vuole lui. Tutta la sfera della nostra vita socio-ecologica è così esclusa dalla “politica”, cioè dalle cose per cui dobbiamo allearci, lottare e combattere.

Ecco che l’affermazione, che pare così rivoluzionaria, dei diritti umani, diventa il proprio contrario: un’accettazione supina, senza precedenti, del nostro isolamento e della nostra impotenza.

Siccome intuiamo che c’è un’enorme menzogna in tutto ciò, ecco che subentra il terzo elemento: “l’infatuazione tecnomistica“. Cioè l’idea che in qualche modo i problemi sociali ed ecologici saranno risolti dallo “sviluppo” e dalla “inventiva”, che invece di conflitti tra esseri umani, ci sia semplicemente una “mancanza di progresso” che spiegherebbe tutto.

Ora, questi tre punti – diritti individuali, liberismo e tecnomistica – costituiscono una potente ideologia, che ha anche un suo fascino.

Gioca flessibilmente (avverbio assai adatto ai tempi) sulla doppia identificazione che abbiamo tutti, come vittime e come imprenditori/protagonisti. E ci dice che l’unico problema di un mondo meraviglioso è costituito da alcuni matti che violano i diritti individuali altrui per sadismo: la mancanza di ogni contesto e di ogni riflessione storica lascia il male senza altra spiegazione. Possiamo quindi amare l’umanità tutta, mentre sognamo la meritata punizione di coloro che hanno scelto di essere malvagi. Ed ecco la ferocia con cui questa ideologia si esprime nei fatti, combinando demonizzazioni mediatiche e bombardamenti fisici.

Questa ideologia – costruita nei laboratori dei neocon – oggi costituisce un’àncora di salvezza per molti che si ritengono di sinistra. Non per tutta la sinistra. Però chi ha gli anticorpi, sapendo che un certo Karl Marx aveva smascherato tante mistificazioni un secolo e mezzo fa, è di solito talmente attaccato a vecchie forme da risultare incapace di comunicare con il mondo attuale.

Molti di sinistra evitano di pensare le cose logicamente: non si vantano di trascurare le ricadute sociali o la storia, semplicemente fanno come se non ci fossero.

E c0sì, quando parlano di Medio Oriente, cadono con estrema facilità in una maniera esaltata e confusionaria di guardare le cose.

Non esistono cause, non esiste uno scambio ineguale, non esiste imperialismo.

Non esiste l’immensa varietà di motivi concreti che induce persone di ogni sorta a ribellarsi, trovandosi casualmente vicine a persone con cui litigheranno un attimo dopo (ma qualche rivoluzione vera, questi qui, l’hanno mai studiata?).

Interi popoli vengono rappresentati da un eccentrico frequentatore di un Internet Point, che conosce a memoria i nomi di tutti i rockstar di moda negli Stati Uniti. Uno come noi, insomma: come mi disse tanti anni fa un tale a proposito di un cane, “gli manca solo la parola, per essere un cristiano”.

E contro l’Internettaro Individuale, c’è solo il Dittatore che nasconde i soldi sotto il materasso. Quindi, una volta che il cattivo è stato mandato via dal popolo anglofono della Facebook universale, regnerà la felicità promessa dal dio della Mano Invisibile.

Il tutto, tecnomisticamente, incarnato dai Nuovi Mezzi di Comunicazione – i rozzi trattori dei sovietici non vanno più di moda.

Note:

[1] Facebook e Twitter.

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54 risposte a Le intifada arabe, il dio della Mano Invisibile e altre mistificazioni

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  2. Claudio Martini scrive:

    “Da questa sudditanza, si potrà uscire unicamente attraverso una grande alleanza, e una grande area di scambio, come quella che Hugo Chávez sta cercando di costruire in America Latina. Qualcosa che unisca, ad esempio, i tanti abitanti dell’Egitto al tanto petrolio della Libia.

    Solo allora si potrebbero affrontare con dignità le interferenze statunitensi, israeliane o europee.”

    QUE VIVA MIGUEL MARTINEZ!

  3. Andrea Di Vita scrive:

    Per Martinez

    Beh, per quanto riguarda l’Italia quella che descrivi tu è la sinistra alla veltroni, quella che riesce contemporaneamente ad essere per i Diritti Umani e per Obama, che mette ‘I care’ come insegna del congresso del proprio partito e che appena puo’ compra casa a Manhattan e fa eleggere il callearo che prima vuole l’abolizione del’articolo 18 poi passa agli avversari. Questa sinistra, grazie a Voltaire, è vecchia senza essere mai stata giovane, e non è maggioritaria in questo paese (su questo concordiamo entusiasti Francesco ed io). Esiste da noi solo in funzione antiberlusconiana, nè puo’ governare senza qualche robusta iniezione di cultura azionista e senza alleanze coi preti. Insomma, fa danni tutto sommato limitati. Come gli ignavi di Dante, dispiace al cielo ”ed a’ nimici sui”. La lezione etica di Berlinguer non ce la si puo’ ritrovare: semmai, pur con alcune ambiguità quella eredità sta dalle parti di Vendola (che non a caso ai berluschini fa molta più paura di veltroni). Non a caso Sherif scrive sul Manifesto, da sempre critico coi compagni di merende del veltroni nazionale.

    Passando ad un contesto più generale di quello Italiano, la debolezza della sinistra radicalmente alternativa sta proprio nella nozione di imperialismo. Da un lato (penso, per chiarirmi, al Campo Antimperialista) si nega all’Impero la fuinzione catartica che gli riconosce Negri. Dall’altro, è l’Impero stesso che vacilla. Di fronte all’indebolirsi USA (ri)sorgono potenze regionali- i BRIC e non solo. Ora, nella versione marxista tipica di certa sinistra alternativa l’imprialismo assume scala globale, mentre qui la storia va nella frantumazione dell’imeprialismo globale verso tanti imperialismi locali solo deolmente connessi.

    Lo spazio di manovra di chi difende i propri di diritti sulla propria pelle si va improvvisamente ampliando -e alcuni politici veri, più lungimiranti degli altri, se ne stanno accorgendo (penso ad Erdogan e al suo progetto di un’area Schengen per il Vicino Oriente islamico, non limitato ai soli sunniti; penso a Prodi e alla sua idea dei ‘paesi amici’ della sponda Sud del Mediterraneo).

    Ma sottolineo quello che per me oggi è il punto più importante. La cosa importante è che lo stesso soft power ‘Coca-Cola + Diritti dell’Uomo + Liberazione Sessuale Della Donna’ che i neocon ancora pochi anni fa gabellavano come grimaldello della ‘esportazione della democrazia’ marca USA sta diventando oggi una koiné intelligibile da Marrakech a Damasco all’Asia Centrale senza bisogno che ci siano dietro le basi USA e le filiali di Guantànamo.

    Si sta cioè generando un ambito culturale in cui l’Immaginario non è più solo sede della terza Guerra Mondiale che tu, Miguel, hai descritto nei tuoi blog negli anni successibvi all’11 settembre 2001: diventa anche la sede della nascita di culture ibride, che prendono dall’Islam, dali USA e (perchè no) anche dall’Europa di sarkozy e berlusconi. Cio’ e’ mediato dalla Rete nello stesso modo -elitario, distorto madominante- in cui la cultura degli amanuensi prima e quella di Gutenberg poi ha mediato la formazione delle culture Europee dopo la fine dell’Impero Romano e prima della Rivoluzione Francese. Se anche fra cento o duecento anni l’Impero USA come lo conosciamo oggi non esisterà più, i giovani del Cairo sono fra i progenitori di quello che verrà dopo, proprio come i regni romano-barbarici ereditarono il mito di Roma fino alla nascita di Carlo Magno e oltre.

    Non mi si tacci di eccessivo ottimismo. E’ ovvio che queste rivolte, così come sono, abortiranno o degraderanno in altrettanto squallidi Termidoro. La Santa Alleanza Per Israele E Contro Il Terrorismo Islamico rimane in pedi, come nell’Otocento la Santa Alleanza Contro I Liberali (e il Nuovo Spettro che Si Aggirava Per L’Europa, il Comunismo). Ma anche nel 1849, l’anno successivo alla Primavera dei Popoli dl 1848, a governare in Europa erano pur sempre quasi ovunque i vecchi monarchi assoluti. Cio’ non toglie che nella stessa Europa le stesse idee abbiano fatto germogliare, fra guerre e rivoluzoni infinite, il concetto di ‘diritti umani’, lo stato sociale, e l’uguaglianza dei sessi nemmeno un secolo più tardi.

    Miguel, ormai noi due siamo storia… 🙂

    OT Pr chi fosse interessato alla sanguinosa guerricciola Honduras-ElSalvador raccomando ‘La prima guerra del football’ di Ryszard Kapuscinski.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Francesco scrive:

      Vendola non ci fa paura.

      Se dovessimo temere il comunismo nel XXI secolo, ci suicideremmo per la vergogna.

      A me fa più paura la qualità del personale politico che il CDX mi propone.

  4. Miguel Martinez scrive:

    OT (o quasi), ma è bella:

    Gli Usa bombarderanno la Libia servendosi di un piccolo mezzo senza pilota: l’Italia.

    da http://www.spinoza.it

  5. Miguel Martinez scrive:

    per Andrea

    “Beh, per quanto riguarda l’Italia quella che descrivi tu è la sinistra alla veltroni,[…] Questa sinistra, grazie a Voltaire, è vecchia senza essere mai stata giovane, e non è maggioritaria in questo paese”

    Sono in parte d’accordo: non è la sinistra né “antagonista”, né quella sindacale, ad esempio.

    Però è una sinistra molto forte nel mondo dei media virtuali; ed è in grado di condizionare molti discorsi a sinistra – ad esempio, quando i neocon dicevano, “Saddam uguale Hitler”, tanti, ma tanti si sono squagliati in distinguo di tutti i tipi.

    E’ una sinistra del tutto inconciliabile con il marxismo, che cercava di capire il senso sociale di ciò che succede, e non limitarsi ai semplici “valori umani”; ma il marxismo non è più il punto di riferimento della sinistra.

    E credo che questa sinistra alla neocon – analoga agli Antideutsche tedeschi di cui abbiamo parlato qui – abbia comunque idee forti, a differenza delle sinistra maggioritarie; e quindi abbia una forza di attrazione notevole in un momento come questo.

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Miguel Martinez

      Concordo sul fatto che questa ‘sinistra’ sia inconciliabile con il marxismo e sia di fatto una versione dei teocon nella sua idolatria per gli USA (o almeno per il mito kennedyano). Ma non credo che sia molto forte. Non facciamo l’errore di confondere il livello culturale di alcuni interventi su ‘Repubblica’ con l’effettiva diffusione dei seguaci dello ‘I care’ in Italia. Cio’ che tiene insieme parte delle numerose sinistre di questo Paese è l’antiberlusconismo. Il berlusca è il magnete che tiene insieme i tanti spilli e le poche grosse viti della sinistra. Poi ci sono opposizioni amagnetiche come i grillini e i finiani, che sono tanto antiberlusca quanto antisinistra (qualunque cosa si intenda con la parola ‘sinistra’). Per finire ci sono pochissime persone alternative a tutto e a tutti (come Badiale e il gruppetto di Alternativa, il Campo Antimperialista ecc.) Personalmente, come sai, ritengo valida la distinzione di Norberto Bobbio fra la destra che pone al centro di ogni discorso l’Io e la sinistra che pone al centro di ogni discorso il Noi. ma questa non è certo la distinzione che impedisce a veltroni di mettere in lista callearo. Santo cielo, pur di mandare via il berlusca sosterrei anche Topo Gigio: ma non mi illudo che veltroni da solo sia maggioranza (e meno male). Se il berlusca cade sarà grazie o a bossi o a qualche inedita riedizione dell’Ulivo che vincerà per la delusione di parte dell’attuale elettorato berlousconiano. Ma non sopravvaluterei la forza di quella ‘sinistra’…:-)

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Moi scrive:

        Lo sai perché Bobbio non mi convince ? … Perché non tiene conto di quel “Familismo Amorale”, che in Italia è assolutamente “trasversale” …

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per Moi

          Il familismo amorale è precisamente il regno dell’Io (allargata appunto auna famiglia, che è un intorno del nostro Io, un Io allargato). Da qui la natura intrinsecamente mafiosa -o criminale, se preferisci- del fascismo. Come tutta l’umanità, l’Italia progredisce appunto passando dalla fase del familismo amorale alla fase della civiltà, dalla fase dell’Io alla fase del Noi, dalla fase dei Valori alla fase delle Regole, dalla destra alla Sinistra.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

        • Moi scrive:

          Un po’ metastorico, ma interessante … tuttavia è la metastoria in quanto tale a convincermi ben poco !

    • Moi scrive:

      A titolo d’ esempio, uno che voglia sistemare sé stesso e la propria “cerchia”, se nasce a Bologna, a Milano o a Palermo è già … “preimpostato”.

      Per non parlare poi di quando fino al 1989 i “Compagni” del resto d’ Italia facevano un vero e proprio “Hajj Politico” a Bologna, come ricorda Diego Novelli che in un suo libro espressamente parla di Bologna che era per lui, Sindaco “Rosso” di Torino, come una “Mecca Politica”…

  6. Daouda scrive:

    a) “grande alleanza , grande area di scambio” : ma come, prima il mercato fa schifo , poi è necessario?

    b) “diritti individuali” : tocca ancora far notare che D-I-R-I-T-T-O significa conforme alla legge e non concessione o rivendicazione?
    Diritto individuale consisterebbe nel dovere che ogni individuo dovrebbe agli altri per non nuocergli, quindi esso non può essere affatto positivo ma restrittivo.
    Veniamo poi alle cose più fantasiose come ad esempio il diritto individuale a viaggiare. Se uno vuole e ne ha la possibilità allora viaggerrà, sottostando alle regole che incontra strada facendo.
    E’ molto più serio e ragionavole ritornare a questa visione piuttosto che ai giochetti delle tre carte di cui siete vittime, ma alquanto compiaciute di esserlo…

    c) “ignora totalmente la sfera sociale ed ecologica” : ciò è chiaramente falso dacché la Legge non può ignorare alcunché.
    E’ evidente che se ci basiamo sulla legge esteriore e modernista ciò ha un senso e tali preoccupazioni sono ben reali. Ad ogni modo
    rimanenendo negli schematismi vigenti rimane la confusione e di conseguenza le proprie proposte ed azioni, proprio perché ignoranti
    quel che già ho provato ad illustrare, non favoriranno alcuna soluzione risolutrice.

    d)”questione ecologica delegata” : (oltre la critica ) Effettivamente questo è punto da approfondire. Le mafie ne sono un esempio.

    e) “liberismo ed autoregolazione” innazi tutto il liberismo è una teoria usurocratica che ignora oltremodo vari altri divieti per via del suo virus intriseco che è il liberalismo, figlio del comunitarismo ( molto importante capire questo ).

    Ad ogni modo, una volta che la Legge è seguita l’autoregolazione è scontata e favorisce un circolo virtuoso.
    Difatti la vera politica sà che ogni azione individuale ha ripercussioni sul sociale ed ogni azione sociale ricade sull’individuale.
    Non si ha quindi alcun bisogno, IN SE’, di entità esterne impositorie. Basta stare attenti e vigilanti…

    Per il resto, definire l’economia attuale , pregna di corporativismo oligarchico e socialismo lasalliano , IN VARIE MISURE , è buffo per non scrivere altro.

    • Moi scrive:

      @ Daouda / Tutti :

      Notare che con il Politically Correct si vogliono buonisticamente legare “le Religioni” (e va da sé che i “Tre Monoteismi” spianano la strada a tutti con il Cattolicesimo “postconciliare” a capolista) ai Diritti Umani … eppure di per sé la religione richiede dei “Doveri Umani”, altro che concedere “Diritti Umani”
      😉 , soprattutto quelle religioni il cui Dio (sempre scritto maiuscolo e he non ha “nome proprio” come potrebbe averlo un essere umano) “si rivela” in poderosi tomi di Testi Sacri !

      • Daouda scrive:

        Faccio presente che ogni tradizione ha i suoi tomi di riferimento.
        Gli induisti affermano che quel che non può essere ricondotto ai Veda non è possibile che sia hindù.
        I cinesi hanno i loro testi nelle rivelazioni di Fo-Hi, i romani avevano i libri sibillini e così via.

        I santi testi, assieme agli insegnamenti magisteriali ed al dato esempio di determinate figure sono ninet’altro che RIVELAZIONI DIVINE.
        Ogni religione ha la sua rivelazione, dal buddismo allo shintoismo al zoroastrismo et cetera.

        Nessuno afferma che l’homo non possa essere allegro o che questo non abbia varia gamma di possibilità di scelta poiché la tradizione non è mortificante e robotizzante.
        E’ vita e nella vita c’è il tempo adatto per ogni cosa , IN BASE A CHI SI E’ .

        Ribadisco.
        I diritti non esistono poiché il diritto è fare le cose secondo la legge ergo è rispettare la legge.
        La legge è e non può essere altro che negativa e non positiva poiché non si deve nuocere agli altri ed il resto và bene ( ” Ama e fà ciò che vuoi” di sant’ Agostino ) ed è ovvio che no si sta intendendo la Legge nella sua sola dimensione giuridica.

        Indossare il velo per una donna ad esempio è atto d’adesione alla religione positivo o negativo, impositorio o liberatorio?
        La risposta è semplice per chi sà i crimini procedono dai vizi ed il mondo corporeo dal mondo psichico e che la libertà si ottiene non dalla dispersione nel molteplice ma dalla maggiore concentrazione in sé stessi ( “il Regno dei Cieli è dentro di voi” ).
        Non tutti siamo chiamati a risanare e purificare totalmente l’anima, avendo donato virtù al corpo.
        Molti combattono già semplicemente per mantenere il corpo in virtù ( e quindi anche parzialmente la propria anima, ovvio ).

        p.s. l’individualismo sia nemico del comunitarismo , questi è un ignorante e può spesso tramutarsi in un avversario.

        • Daouda scrive:

          p.s. chi è distratto considera l ‘individualismo come nemico del comunitarismo , questi è un ignorante e può spesso tramutarsi in un avversario poiché è semmai vero che l’individualismo procede dal comunitarismo essendo questo una forma.

          E’ lo stesso motivo per cui IL SOCIALISMO, intendendolo filosoficamente , è in realtà precedente al capitalismo , non successivo.
          Per questo stridono ma non si combattono, poiché l’uno alimenta l’altro.

          Ciò torna più chiaro quando si vede che in una dittatura collettivista l’individualismo non sparisce ma cambia forma , costantemente alimentato per fondare un’uniformità riconoscente all’ideologia , una socialità mediata.
          Ciò proprio perché non essendo a briglia sciolta , determinate visioni ed energie e comportamenti sono incanalati in qualcos’altro , ma il germe egoistico non svanisce ma anzi si riproduce esponenzialmentein un conglomerato artificale.

    • Ritvan scrive:

      —“grande alleanza , grande area di scambio” : ma come, prima il mercato fa schifo , poi è necessario? Daouda—
      Daouda, Daouda, ma non capisci che a Miguel fa schifo solo il mercato “dominato” dai biechissimi kapitalisti usani? Un mercato “equo&solidale” fra arabi, invece, sarebbe una panacea: ecco, p.es. pensa te quanto potrebbe essere utile alla causa un mercato libero di missili moderni o quasi (quei Qassam artigianali fanno proprio pena) di provenienza siriana/iraniana che sbarcano in Egitto e poi transitano LIBERAMENTE per il varco di Refah con destinazione finale….Gaza.

      • Claudio Martini scrive:

        Veramente la destinazione finale sarebbe Tel Aviv.

        • Daouda scrive:

          Capisco invece, però mi batto affinché i termini siano precisi, ossia affinché il “me cojoni” alla romana venga tradotto con “sti cazzi” alla norditaliana; perché se rimanesse alla medio et sud italiana “versione” avrebbe tutt’ altro senso, non sò se mi sono spiegato…

          Inoltre la buona vecchia volpe di Miguel non può giungere a tanto poiché è progressista.
          E’ per questo che gli Uni cercano gli Altri – alle volte è successo viceversa – nei “meandri dei colori”…ma putroppo gli Altri sono sia PIU’ stupidi sia meno infami, seppur comunque vili…dacché la viltà è cosa conglomerata ovunque in quest’epoca e fattelo scrivé , io non pozzo esimermi da ciò.

          Quindi, allora… W l’insurti a Miguel ( che beve e brinda a ciò e allora beve e se non beve s’abbevera avvedendo l’abbeverazione che ha dato ed ha prodotto questo darsi ; SHALOM! )

        • Daouda scrive:

          Lode alla tua conciliante ironia Ritvan…l’ho notata solo ora!!!

        • Ritvan scrive:

          —Veramente la destinazione finale sarebbe Tel Aviv. Claudio Martini—
          Come, solo Tel Aviv? E gli altri agglomerati di perfidi giudei:-) nell’ “entità sionista” li vogliamo lasciare tranquilli?:-)
          P.S. (serio) Veramente io stavo parlando della destinazione finale delle armi in quanto “merci”…poi, dove sarà la “destinazione finale” di proiettili/razzi sparati da quelle armi questa è faccenda che riguarda i cari “resistenti”, no?

        • Ritvan scrive:

          —-Lode alla tua conciliante ironia Ritvan…l’ho notata solo ora!!! Daouda—
          Grazie! Ma si ride per non piangere, eh….

  7. Daouda scrive:

    Per il resto, definire l’economia attuale COME UN’ECONOMIA LIBERISTA , pregna di corporativismo oligarchico e socialismo lasalliano ( in varie misure ), è buffo per non scrivere altro.

  8. Pierluigi scrive:

    Miguel, io ti voglio molto bene e leggo tutti i tuoi posts, pero’ alle volte faccio davvero fatica a leggere fino in fondo… potresti cercare di essere un pochino piu sintetico e fattuale? Abbi pazienza per la critica, e’ certamente costruttiva…

  9. Peucezio scrive:

    Miguel, che dire, superbo “post”!
    Complimenti.

    • Daouda scrive:

      Con gli errori che commette e le allusioni che compie fai di questi complimenti?

      Vorrei un Miguel più serio di quel che è, dacché le qualità ce le ha…

      • Peucezio scrive:

        E’ che tu sei troppo pignolo.

        • Daouda scrive:

          A Péucé…e lo stabilisci tu?

          “Italia! Soldati molto buoni quando motivati oltre i loro sospetti e regionalismi, ma ufficiali comunque inetti o venduti…”

          Non è possibile che si pensi ortodossa o possibilmente tradizionale o benevola l’azione di hezbollah, hamas o l’Iran attuale come – IN SE’ STESSA ( ed è qui sia l’inganno sia l’ipocrisia! ) – risposta all’ N.W.O. , al mondialismo, alla globalizzazione.Ugualmente non è possibile, stando ai termini, reputare quest’epoca liberistica.

          Così è e ti dico non solo grazie a Dio, ma per fortuna.
          A buon intenditor…

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  11. Moi scrive:

    “dio della Mano Invisibile” [sic]

    _________________________

    Miguel, da quel “dio” scritto minuscolo dobbiamo dedurre che lo ritieni un idolo pagano di ritorno, tipo il celeberrimo “Vitello d’ Oro” ?

  12. Moi scrive:

    ah, no va bene … riscusate

  13. Moi scrive:

    A proposito di Arabi e di Tecnomistica … l’ avevate mai sentita quella che siccome scrivono da dx a sx e da giù a su, a causa della loro stessa lingua, non riescono a capire il concetto di “pro-gresso” … che richiede appunto di “andare avanti” ?

    Anzi, sarebbe per questo che psicolinguisticamente certi popoli “re-grediscono”, ovvero “tornano indietro” restaurando nel futuro le cose del passato !

    • Peucezio scrive:

      Ma in che senso il verso giù-su (a proposito, ma l’arabo si scrive dal basso in alto?) e quello destra-sinistra sono legati al concetto di progresso?
      La destra e la sinistra sono indifferenti e semmai è l’andare verso giù che collega alle radici. Semmai direi che il progresso è legato al verso dietro-avanti, poiché si cammina verso avanti, quindi l’avanti è appunto il pro-gredior, il futuro 8anche se anche questo è opinabile: esistono culture che identificano l’avanti col passato e l’indietro col futuro, perché l’avanti, come il passato, si vede, lo si conosce già), ma questo non so come possa esprimersi nella scrittura.
      Si potrebbe dire che se uno scrive per terra o comunque su una superficie orizzontale avanti a sé (come si è fatto per secoli, anche se noi, grazie ai monitor dei computer, pensiamo ormai alla pagina come a una cosa verticale), la parte alta dello scritto è più davanti di quella bassa, ma allora siamo noi a puntare all’indietro, non gli arabi.
      In ogni caso sollevi una questione interessante.
      Comunque si potrebbe dire che

    • Peucezio scrive:

      Scusa i refusi.

  14. Miguel Martinez scrive:

    Per Moi

    “Miguel, da quel “dio” scritto minuscolo dobbiamo dedurre che lo ritieni un idolo pagano di ritorno, tipo il celeberrimo “Vitello d’ Oro” ?”

    Questo è un discorso che sento spesso fare in ambienti di atei militanti, che confondono le questioni ortografiche con i giudizi morali e teologici: ci sono tanti dell’UAAR che scrivono “dio” con la minuscola, apposta.

    Ora, per me le cose stanno così: in italiano, si usano le maiuscole per i nomi propri, a prescindere dalla loro reale esistenza o qualità morali. Il buonista-democratico scrive “Madre Teresa di Calcutta” e “Adolf Hitler” allo stesso modo; come il cattolico scrive “Gesù” e “Satana”.

    E si usano le maiuscole sia per personalità realmente esistenti, che per i personaggi dei romanzi.

    Ora, nella tradizione cristiana, “Dio” è una persona, unica, che si chiama proprio così (eccetto che per i Testimoni di Geova).

    La minuscola fa riferimento invece a una classe intera, quella dei tanti “dèi”: il dio Giove, ma anche il dio Geova.

    La “Mano Invisibile” è invece un nome proprio, di un ente unico..

    • Moi scrive:

      Poverini, quelli della UAAR fanno quasi tenerezza :

      … speravano che il punto di riferimento, la Stella Polare delle masse stanche delle ingerenze teonomiche del Vaticano potesse essere Umberto Eco e invece (suo involontario malgrado !) è arrivato Germano Mosconi ! 🙂 😉 🙂 😉

  15. Grazia scrive:

    Grandissimo post

  16. Tommy scrive:

    Io ti leggo sempre con piacere, ma a volte mi chiedo perché anche tu ragioni come se fossimo nella prima metà dell’800.

    La Mano Invisibile è una teoria vecchia di quasi 200 anni, nessuna persona che parli di economia in maniera concreta e sensata usa la mano invisibile come modello. Così come Marx, pur essendo stato un importante filosofo, non lo usa più nessuno per capire il mondo. Non perché i cattivi abbiano vinto, ma perché Marx aveva torto.

    Marx diceva che il mondo sarebbe diventato così e invece il mondo è diventato cosà. Ha sbagliato. Succede, nessuno è perfetto. Anche Aristotele e Platone avevano torto e nessuno toglie loro i meriti.

    Solo che a sinistra hanno smesso di usare il marxismo senza nemmeno aspettare che finisse il secolo in cui è stato pubblicato il Capitale, perché già 10/15 di marxismo avevano dimostrato che la teoria non spiegava i fatti e che era necessario cambiare la teoria.

    [che poi tra l’altro Marx non esisterebbe nemmeno senza gli scritti di quello della mano invisibile]

    • Claudio Martini scrive:

      “La Mano Invisibile è una teoria vecchia di quasi 200 anni, nessuna persona che parli di economia in maniera concreta e sensata usa la mano invisibile come modello.”

      Va bene, però qui non si parla della Mano Invisibile in quanto teoria, ma in quanto culto e/o falsa coscienza. E Marx è utile proprio perché, pur riconoscendo il grande valore di Smith (grande punto di distinzione con i reazionari, che invece lo disprezzano), ne smaschera i topoi ideologici.

      • Daouda scrive:

        Il problema è che la teoria del lavoro di Smith , ergo plus-lavoro di MArx, è FALSA!

        sulla mano invisibile : E’ UNA TEORIA CHE E’ CORRETTISSIMA.
        Il problema è che essa può aversi solo e soltanto :

        a) senza usura
        b) senza liberalismo etico-culturale
        c) senza socialismo

        Clacolando che il mondo attuale ha ATTUALMENTE IN OGNI DOVE tutti e tre , essa è esattamente quel che descritto Miguel.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per Pierluigi

    “Miguel, io ti voglio molto bene e leggo tutti i tuoi posts, pero’ alle volte faccio davvero fatica a leggere fino in fondo… potresti cercare di essere un pochino piu sintetico e fattuale? Abbi pazienza per la critica, e’ certamente costruttiva…”

    Scusami il ritardo con cui ti rispondo.

    Dici una cosa assolutamente vera, e certamente costruttiva.

    Io sono il primo a rendermi conto che:

    1) scrivo in rete

    2) la rete esige strutturalmente testi brevissimi

    3) io scrivo testi lunghissimo.

    Ma il problema è che io non riesco a scrivere testi brevi.

    Cerco di essere chiaro, cerco di essere sintetico, ma non riesco a essere breve, perché per fare un determinato ragionamento, ci vogliono non due, ma venti passaggi. E siccome i singoli passaggi non sono sempre chiari, ci vuole almeno un esempio ogni due passaggi.

    Cerco continuamente di abbreviare, di togliere, ma non posso togliere i passaggi necessari.

    • Peucezio scrive:

      Miguel, Pierluigi fa bene a fare i suoi appunti, perché esprime la sua percezione del tuo scrivere, ma secondo me chi legge un articolo di Martínez sa o dovrebbe sapere di leggere qualcosa di impegnativo. Chiaro, non astruso, non ermetico, anzi, direi lineare e limpido, ma comunque impegnativo, non banale, che richiede un minimo di concentrazione.
      D’altronde la flessibilità del web è anche questa: ci sono contenuti di tutti i tipi, dalle sciocchezze più potabili, che vanno giù in un sorso come l’acqua, ma non sanno di niente, fino a queste isole di lucidità.
      Anche tutta questa lunghezza francamente non la vedo: sui temi che tratta Miguel si potrebbero scrivere enciclopedie. Lui invece in due o tre pagine te l’ha bell’e sintetizzato.
      Potreste dirmi che lo per difendere me stesso, perché sono prolisso (io sì, non lui), perché scrivo commenti torrenziali. E avreste ragione.
      Ma la strumentalità della mia difesa non toglie la sua validità.

  18. Miguel Martinez scrive:

    Per Tommy

    “La Mano Invisibile è una teoria vecchia di quasi 200 anni, nessuna persona che parli di economia in maniera concreta e sensata usa la mano invisibile come modello. “

    Certo, hai ragione. Ma non stiamo parlando di persone che “parlano di economia in maniera concreta e sensata”.

    Stiamo parlano della visione del mondo di blogger che magari di mestiere fanno i tecnici dei computer o gli insegnanti di lettere alle medie.

    O del modo di ragionare che sottosta a ciò che scrivono gli editorialisti (non necessariamente economisti) della stampa o della televisione.

    Quando scrivono che il Mercato esige, vuole, ha bisogno di…

    • Tommy scrive:

      Ah ok, pensavo ti riferissi alle elite con poteri decisionali o quantomeno a chi per loro scrive e formula teorie. Se invece parliamo dei blogger amatoriali, allora concordo con te al 100%.

      Tra l’altro è abbastanza significativo che la maggior parte dei “liberisti” sia gente che riceve lo stipendio a vario titolo dallo Stato, mentre credo che i più acerrimi nemici del libero mercato siano gli imprenditori (e i traduttori chiaramente: non ti invidio per niente la professione…)

  19. Roberto Bellon scrive:

    E’ possibile un’interpretazione del genere del post? Sostituiamo il lato sociale dell’umano, ossia cio’ che sta al di la’ dei diritti (o esaltati privilegi) individuali, con la privatizzazione di qualsiasi servizio sociale – che verra’ erogato tramite contratto economico-legale. E per recuperare un po’ la parvenza di societa’, ci dedichiamo ai cellulari, internet, etc. Insomma acceleriamo il processo di burocratizzazione del mondo (vedi Weber) e dunque la profezia di ‘1984’.

  20. Pingback: L’egitto, il turismo d’avventura e il dolore indigeno

  21. Moi scrive:

    Va be’, post ormai vecchissimo … ma il tempo purtroppo sembra dare sempre più ragione a El Sebaie.

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