Ci sono due tipi di letteratura che mi appassionano.
La prima, sono le scritte sui monumenti ai caduti della Prima guerra mondiale e sulle lapidi tombali in generale (e in particolare).
La seconda, sono le scritte sui muri, la forma più autentica e rappresentativa di letteratura popolare.
Questa scritta l’ho vista ieri a Roma. So che non è politicamente corretta, ma la trovo molto più sana delle lagne vittimistiche sulla sihurezza e i’ddegrado, che caratterizzano più o meno tutta l’Italia a nord di Roma.
Infatti, la scritta – che purtroppo si legge male – recita:
Rumeni attenti siamo tutti delinquenti ROMA REGNA
Mica i rumeni: siamo noi i delinquenti.
Se proprio abbiamo bisogno di xenofobi, preferisco quelli romani. Anche perché sospetto che un incontro tra l’autore di quella scritta e un vero gruppo di rumeni, finirebbe in un’allegra bevuta di birra. Che tra coatti, ci si capisce.
Anche a me piace leggere le scritte sui muri, anche se ovviamente non sono d’accordo sempre con quello che dicono (i temi poi nel mip paese sono sostanzialmente due: si augurano ogni sorta di malanno e calamità a quelli del paese vicino e ci sono messaggi amorosi del tipo “X TVTB x sempre si ‘a vita mia!” bell’incrocio tra substrato dialettale e nuovi sistemi di comunicazione)
Quanto al messaggio in sé, sono d’accordo che finirebbe con una bevuta, ma non so dire se gli inizi sarebbero pacifici.
Salutoni, Karakitap
1) è una forma di letteratura in gravissimo declino, una volta sui muri c’erano papironi politici, oggi un “Berluska boia” è già tanto
2) sei il solito razzista, che motivo hai di pensare ai romeni come dei coatti?
ciao
Per Francesco
Concordo al 100%. Da giovane vidi una scritta gigantesca sul muro dellUniversita’ di Padova:
”PER BENIGNO ZACCAGNINI TRALLALLERO TRALLALLA’ ”
Ciao!
Andrea Di Vita
Non so se fosse una femminista autocritica ante litteram, o un uomo che le faceva il verso, ma ricordo nei primi anni Ottanta un formidabile “Io sono mia perché Carmine non me se pija”.
Saluti da Marcello Teofilatto
Dalle mie parti si leggeva su un sacco di muri, e su qualcuno si legge ancora, un sibillino
“Folloni 13”;
c’è chi dice fosse un politico e il suo numero di lista, ma la cosa è ben lungi dall’essere decisa;
la scritta era incomprensibile ai più già quando ero bambino.
Io preferisco la tesi ufologica…
Per Pinomamet
Era il numero di lista di un candidato DC. Me lo ricordo anch’io, ma e’ roba di parecchi anni fa.
Ciao!
Andrea Di Vita
Il che rafforza il mio amore per le liste bloccate alla tedesca: decoro urbano salvo, inquinamento ridotto, stessi stronzi nelle assembleee!
Scritte sui muri:
preferisco di gran lunga le care, vecchie, scritte sui muri politiche, campanilistiche, amorose, calcistiche ecc. ecc.
alle “tags” e altre vere (e qualche volta non vere) opere d’arte dei “writerz” e compagnia.
Questione di gusto, per carità, non voglio entrare nel dibattito (magari neanche iniziarlo, se possibile) del proibire o non proibire, dove come quando.
concordo al 100%
Per Francesco
“2) sei il solito razzista, che motivo hai di pensare ai romeni come dei coatti?”
Che c’hai da ddi’ sui coatti?
😀
Maggior fascino acquisiscono poi le scritte murali che sopravvivono negli anni e testimoniano atti, atteggiamenti, situazioni ormai decadute. Dalle mie parti, sbiadita dal tempo, troneggia ancora una “sindacati reggimutande berlingueriani”, non più slogan, ma ormai pagina di storia contemporanea.
Ciao, Danilo.
Beh, è interessante notare la comunicazione paralinguistica tra energumeni indigeni ed immigrati nelle pizzerie di borgata a Roma, che tra un “ahò” ed altro finisce in risate e birra. Quindi confermo la teoria!
E poi, nun me fate sentì che tutti i romani so’ così, nun semo perle ma manco straccioni 🙂
Sì ma questa là scritto ‘n pischelletto de 15 anni…Me pare ‘npò ppoco pé facce sopra sto ricamino.
E li amichi tua invece, come la pensano?
Nun è probblema de com’è ‘r penziero. E’ popo l’esempio de’a foto che nun quaja…è robba de 40 anni fà che riciccia fori dall’ambiente ultrasse….oltre ar fatto aripeto che pare scritta da’n pischello de 15 anni.
Cioè la riflessione ce stà puro, epperò…
Per quanto riguarda i romani , lasciamoli perde che sò un mondo a parte poracci… 🙂
In Bosnia, subito dopo la guerra, comparvero scritte sui muri che adesso sono diventate parte della letteratura di guerra della nazione. Un esempio celebre: “Americani andate a casa… e portateci con voi!”