John David Lewis, la cultura americana dello sterminio

John David Lewis insegna, come visiting associate professor, alla Duke University, nella Carolina del Nord. Un’università ritenuta – normalmente – seria.

Il suo campo di specializzazione è la visione politica degli autori dell’antichità classica.

Scrive anche per la rivista Capitalism Magazine, un nome un programma. C’è pure un tasto Paypal sul sito della rivista, per poter contribuire caritatevolmente all’arricchimento dei ricchi e alla lotta contro il diritto all’assistenza medica.

Nel 2006, John David Lewis ha scritto un lungo articolo per The Objective Standard, il settimanale dei devoti di Ayn Rand: solo negli Stati Uniti poteva nascere una sorta di setta parareligiosa attorno all’adorazione del più forte nella lotta per la sopravvivenza.

Il titolo originale dell’articolo era, No Substitute for Victory – titolo, non a caso, di un vecchio documentario di John Wayne sul generale William Westmoreland, allora impegnato nel livellamento del Vietnam.

L’articolo di Lewis, assai diffuso in ambienti di destra, è poi diventato un libro, intitolato Nothing Less Than Victory. Sulla copertina, il libro riporta un disegno – peraltro ben fatto – di Teseo che uccide il Centauro, opera dell’allora giovanissimo William Tecumseh Sherman.

La scelta non è casuale: William T. Sherman è uno dei padri della guerra moderna, che tutti negli Stati Uniti ricordano per la sua March to the Sea, durante la Guerra di Secessione, una lunga sequela di atrocità intese a fiaccare lo spirito dei civili del Sud, e che culminò con la distruzione dell’intera città di Atlanta. Tra i tanti episodi, la misteriosa scomparsa di circa 500 operaie del mulino di Roswell, portate via dalle truppe di Sherman e mai più riapparse.

Ma torniamo all’articolo di John David Lewis.

Secondo John David Lewis, l’Iran minaccerebbe gli Stati Uniti. Il testo è assai confuso, comunque sembra che nessuno abbia ancora raccontato al nostro politologo che i jihadisti sunniti odiano gli sciiti – e quindi l’Iran – almeno quanto odiano gli Stati Uniti.

Comunque, il ragionamento di John David Lewis è semplice: se qualche gruppetto jihadista sunnita dovesse da qualche parte fare un attentato antiamericano, si può reagire in due modi.

Il primo consiste nel perdere tempo in chiacchiere, distinguere capziosamente tra nemico e nemico e così via.

Il secondo viene raccontato con questo scenario immaginario – lo scenario infatti, con il suo ritmo cinematografico, è un elemento fondamentale nella predicazione politica americana.

Ricordiamo che il nemico, per John David Lewis, è sempre l’Iran.

“Il Presidente si rivolge al popolo Americano, e identifica le nazioni nemiche implicate. Chiede al Congresso, e ne riceve l’autorizzazione, di dichiarare formalmente guerra. Si impegna di ottenere la vittoria nel minore tempo possibile, un obiettivo che definisce come “resa senza condizioni” dei regimi nemici e un totale rifiuto della guerra da parte delle potenze coinvolte.

Gli Americani procedono con una vigorosa offensiva contro il centro del potere nemico. Ondate di bombardieri radono al suolo dozzine di città nemiche. Le sue riserve di cibo ridotte, le sue forze armate decimate, le sue industrie bombardate, le sue navi affondate, i suoi porti minati – il suo popolo ridotto psicologicamente a pezzi. In una sola notte centomila civili muoiono in una tempesta di fuoco nella sua capitale. Gli Americani lanciano volantini annunciando alla popolazione nemica quali saranno le prossime città che potrebbero venire distrutte. I civili tuttavia vengono inondati dalla propaganda governativa che li assicura che stanno vincendo la guerra – mentre invece si nascondono senza difesa, mentre i bombardieri Americani distruggono le loro case.

Uno dei nostri generali esprime così il suo personale obiettivo: “uccidere quei bastardi“.

Battezziamo la nostra operazione finale contro il nemico: “Operazione Crollo” [Operation Downfall]. Una forza enorme si ammassa ai confini del nemico, mentre migliaia di bombardieri riducono in polvere le sue città. Il Presidente e due dei suoi alleati stranieri emettono un ultimatum che include queste parole:

La piena applicazione del nostro potenziale militare, sostenuto dalla nostra decisione, significherà la inevitabile e completa distruzione delle forze armate nemiche così come inevitabilmente anche l’assoluta devastazione della nazione nemica.. .

E’ giunto il momento, per la nazione nemica, di decidere se vuole continuare ad essere controllata da questi consiglieri militaristi ostinati, i cui stupidi calcoli li hanno portati al limite della completa distruzione, o se vuole seguire la via della ragione…..

Seguono le nostre condizioni. Non devieremo da queste. Non ci sono alternative. Non tollereremo alcun ritardo. . . .

Dovrà essere completamente eliminata ora e in futuro l’autorità e l’influenza di coloro che hanno ingannato e deviato il popolo coinvolgendolo nel tentativo di conquista del mondo, poiché siamo assolutamente sicuri che un nuovo ordine di pace e sicurezza sarà impossibile fino a quando il militarismo irresponsabile non sarà completamente eliminato dal mondo. . . .

Dovrà essere stabilita la libertà di parola, di religione e di pensiero così come il rispetto dei diritti umani fondamentali. . . .

Richiediamo al nemico di proclamare adesso la resa senza condizioni di tutte le forze armate e di fornire adeguate ed evidenti garanzie di buona fede in questa azione. L’unica alternativa è la immediata e completa distruzione.

Quando il nemico tergiversa di fronte all’ultimatum, bombe atomiche vengono sganciate sulle sue città. Il nemico si arrende, riconoscendo così la realtà della sua sconfitta e assumendo la decisione politica di cessare le ostilità. Ordina ai suoi militari recalcitranti di deporre le armi. L’esercito Americano occupa la nazione sconfitta. Imponiamo la censura ai mezzi di comunicazione di massa, imponiamo la riforma della scuola, smantelliamo i cartelli economici, eliminiamo la terminologia militaristica a tutti i livelli e scriviamo una Costituzione politica che sono obbligati ad accettare. Li informiamo, senza ambiguità e pubblicamente, che sono sconfitti e che non abbiamo alcun obbligo verso di loro. Quando cominceranno a sentire i morsi della fame,  ricorderemo loro che le cause dei loro problemi sono il frutto delle loro azioni. Li obblighiamo a pagare per tutti i costi dell’occupazione. Non arriva neppure una lira per aiuti, finché non dimostrano la loro resa totale, in parole e azioni, includendo il loro rifiuto della ideologia militarista che ha causato i loro attacchi.”

Esiste negli Stati Uniti un’intera letteratura di questo tipo, dove ricorrono sempre alcuni temi: tutti coloro che si trovano sulla strada della Repubblica, che siano nativi americani, vietnamiti, giapponesi o sovietici poco importa – dovranno essere puniti con l’annientamento. Che viene poi descritto con un godimento  tecnologico ma fortemente influenzato anche dalla Bibbia. Infatti, i genocidi e gli stermini di massa che questa letteratura da sempre esalta sono paradossalmente morali. Il Bene ha insieme il dovere e il piacevole diritto di bere il sangue del Malvagio.

Fu proprio William T. Sherman a dire:

“Il mio scopo era di frustare i ribelli, di umiliarne l’orgoglio, di seguirli nel più intimo recesso e di far sì che ci temessero e provassero orrore di noi. “Il timore del Signore è il principio della saggezza”.

Qualcuno avrà forse notato il piccolo, americanissimo dettaglio dell’ingiunzione al nemico a concedere  la “libertà di parola” ai propri cittadini; quando il nemico tergiversa, i cittadini in questione vengono vaporizzati.

Ed ecco un video per la vostra memoria storica.

Gli anglofoni ascoltino attentamente le parole del generale Curtis LeMay. Un ponte criminale attraverso le epoche, visto che da giovane, Curtis LeMay aveva partecipato all’organizzazione delle stragi di Hiroshima e Nagasaki.

Nota:

Non ho trovato il tempo per tradurre io il testo di John David Lewis, mi sono quindi affidato a quella di Paolo Valerio Mantellini. Paolo Valerio Mantellini accompagna la propria traduzione con una nota in cui dice che

“L’originalità dell’analisi mostra che le soluzioni scelte e proposte agli Stati Uniti sono valide anche in altri contesti (come Europa e Israele) specie se considerate nel quadro di una alleanza Occidentale.”

Da cui potete capire all’incirca che roba sia Paolo Valerio Mantellini.

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110 risposte a John David Lewis, la cultura americana dello sterminio

  1. Moi scrive:

    Penso istinitivamente che il principale discrimine fra l’ imperialismo USA e i precedenti (soprattutto nell’ Antichità, ma anche nell’ Ottocento) stia nel rispetto per i Vinti : agli USA manca la capacità di riconoscere e adottare le cose buone altrui … poi magari mi sbaglio.

    • Rock & Troll scrive:

      Hai mai letto come facevano guerra gli Assiri?
      E Cartagine, che fine ha fatto?
      eccetera eccetera

    • Francesco scrive:

      ti ricordo che gli USA sono una nazione di immigrati, e fieramente.

      la tua affermazione è quindi sicuramente da qualificare

      ciao

      • PinoMamet scrive:

        Questa della “nazione di immigrati”, Francesco, è una di quelle cose sempre ripetute che inizia a puzzare di parola d’ordine.

        Gli USA hanno una composizione etnica varia
        (ma alla fine neppure così tanto: ci sono sì persone di tutte le etnie, ma quelle principali sono tre, bianchi neri e “latini”; gli altri si adeguano e/o sono irrilevanti),

        ma hanno un’origine culturale ben precisa che serve tuttora come metro di definizione; hanno una loro concezione e una loro scala di valori, e hanno i loro pregiudizi, quanto e più di altre nazioni.

        Perciò, sventolare la loro origine coloniale (prima che di immigrati) come segno di una speciale tolleranza o curiosità, è anch’esso tutto da verificare…

        • Francesco scrive:

          sono tre gruppi???

          ti rendi conto che “bianchi” non significa nulla e “latinos” anche meno, che dimentichi qualche decina di milioni di asiatici?

          quello della nazione di immigrati è un dato di fatto, possiamo parlare del suo valore e delle sue conseguenze ma non contestarlo.

          ciao

          • PinoMamet scrive:

            Guarda Francesco

            “bianchi” e “neri” non significano niente per me e per te, ma nel discorso pubblico americano un senso ce l’hanno eccome. Tanto è vero che uno di questi gruppi, formato da persone che non hanno tra loro in comune niente di più di quello che lega me a un danese o a un basco, è stato attivamente discriminato in diversi Stati americani fino agli anni Sessanta.

            Vuoi metterci anche gli asiatici? E mettiamoceli, anche se non sono ancora tali da influenzare le scelte politiche americane come gruppo.

            Poi per carità, puoi trovare all’interno dei bianchi tutte le differenze che vuoi (all’interno dei neri molto meno: essendo perlopiù arrivati come schiavi, gli illuminati schiavisti anglosassoni hanno pensato bene di fargli perdere ogni cultura originaria) ma non è che poi conta davvero qualcosa se sei iscritto all’associazione svedese del Michigan o se affermi di avere un nonno cajun: sono cazzi tuoi, si tratta di cose appunto ininfluenti e di folklore locale. Tuttalpiù alcuni gruppi si sono organizzati come lobby, questo sì.

            invece che siano una “nazione di immigrati” lo contesto eccome, se con questo vuoi vendermi la fola della nazione fatta dalle cose migliori portate da ognuno, selezionate in regina di libera concorrenza.
            Palle, o meglio, è solo una parte della verità, e non la maggiore.

  2. PinoMamet scrive:

    Da notare che tutta la parte finale dell’analisi, scenario o sogno che sia del “visiting associate professor”, da “bombe atomiche vengono sganciate sulle sue città” a “eliminiamo la terminologia militaristica a tutti i livelli e scriviamo una Costituzione politica che sono obbligati ad accettare”, con annessi di sensi di colpa indotti ecc. ecc.,
    è ripresa pari pari da quello che gli USA hanno davvero fatto al Giappone.

    Anche notevole come a connotare negativamente il militarismo non siano gli effetti o le cause di questo in senso generale, ma unicamente il suo segno:
    militarismo degli americani=bene
    militarsimo degli altri=male.

    Consola che Deus amentat quem vult perdere.

  3. mirkhond scrive:

    Gente così attaccata alla Bibbia come gli americani, dovrebbe meditare su Babele e sulla confusione delle lingue, voluta da Dio stesso, secondo le Sacre Scritture, all’alba della storia.
    Il tenace e ostinato persistere nel sogno di unificare l’umanità sotto un unico governo e una sola lingua, non è uno dei segni dell’Anticristo?

  4. Francesco scrive:

    In effetti più che una visione è una lezione di storia

    Potrebbe essere interessante capire come mai nel caso giapponese (e tedesco?) abbia funzionato e altrove meno

    Io preferisco la versione alternativa: si lascia che i nemici si organizzino e si godano l’alternativa per il tempo necessario a capire che la via americana è meglio, e poi si accetta la LORO richiesta di entrare nella NATO

    E’ più divertente e funziona su ampia scala

  5. Mantellini?
    Ad occhio e croce deve aver tempo da buttar via, se si è scomodato a tradurre questa pezza da marchese.
    Nemmeno i mangiamaccheroni di FaithFreedom quando pianificavano il bombardamento nucleare di Medina arrivavano a tanto.
    Chi ha tanto tempo da buttar via potrebbe impiegarlo anche meglio, per esempio dedicandosi con continuità ad un’attività retribuita scelte tra quelle che sono solito proporre in simili casi…!

  6. …Mi accorgo di essere stato troppo drastico. Sul “sito” di quel tale, sicuramente progettato al tavolo di una spaghetteria tra un sartù e un casatiello, compare la frase che segue.

    “Purtroppo in Italiano il materiale disponibile è scarso rispetto alla abbondanza di quello in lingua Inglese. L’unico vantaggio forse è che in Inglese bisogna stare attenti a scegliere il buono dallo scadente, mentre noi, quando ci rivolgiamo alla compianta Oriana Fallaci, a Magdi Allam o a Carlo Panella, andiamo sul sicuro.”

    Almeno in questo, Mantellini ha ragione: si va proprio sul sicuro…!

  7. jam scrive:

    … Buon Anno!
    oggi inVietNam comincia il nuovo anno: quello del gatto!
    Ho ricevuto un mail da un’amica di Hanoi, che mi augura buon anno in un modo squisito!
    Loro per fare gli auguri compongono panieri che poi portano al tempio:
    Buddha con il suo volto ellenico-asiatico-viet-cong, ammira le offerte facendole diventare invisibili.
    Una volta diventate trasparenti inondano il mondo di prosperità.
    Anch’io di rimando riempiro’ un filo di conchiglie-perle-auguri, per il Nirvana….buon anno!
    ciao

  8. Claudio Martini scrive:

    La pudica wikipedia dice di Sherman: “Fu generale unionista nella Guerra di secessione americana (1861 – 1865) e la sua eccezionale visione di strategia militare, gli valse la fama di “primo generale moderno”. Complimenti.
    Una cosetta: è vero che ci sono tanti sunniti che odiano tanto gli sciiti, ma c’è anche qualche sciita che si dimostra cattivello nei confronti dei sunniti.
    http://www.uruknet.info/uruknet-images/drillers1.jpg
    http://www.uruknet.de/pic.php?f=11-sadr-with-his-drill.jpg

  9. mirkhond scrive:

    William Tecumseh Sherman….Tecumseh (c.1768-1813) , il nome del grande leader degli Shawnee che morì in battaglia contro i Wasp….
    E’ curioso che un Wasp (un cui figlio divenne un sacerdote gesuita che poi celebrò i funerali del padre), feroce sterminatore di Nativi, come già di Confederati, portasse il nome di un leader nativo…

    • Francesco scrive:

      Forse, a modo loro, anche gli Yankees riconoscono il valore dei nemici – dopo averli sterminati. Il generale Lee, comandante dei confederati, è studiato come un vero genio militare.

      Io sento puzza di Europa vecchia e minchiona nei nostri commenti, gente per cui la frase “la violenza è levatrice della storia” è una bestemmia, un orrore, una roba che implicherebbe di sporcarsi le mani, rischiare la pelle, insozzarsi la coscienza.

      Saluti

    • Rock & Troll scrive:

      Già, perché i nativi non erano feroci, ma buoni selvaggi che avevano accolto i bianchi pacificamente accontentandosi di perline e specchietti.

      • mirkhond scrive:

        I Nativi difendevano casa loro. I Wasp gliela toglievano, previo sterminio razziale naturalmente…

        • Francesco scrive:

          non si può fare la storia, nè capirla, frignando

          • mirkhond scrive:

            Dillo al tuo B16 con le sue frignate orientofobe!

          • PinoMamet scrive:

            Francè, e che palle!!

            Non è che tutte le volte che qualcuno sta dalla parte opposta alla tua allora “frigna”.
            Sennò possiamo dire tranquillamente che sta frignando questo Lewis, quando sogna che gli USA siano quelli del ’45 e che l’Iran sia altrettanto pirla del Giappone dell’epoca;
            il che, per ora, è solo wishful thinking.

            • Francesco scrive:

              la vita va affrontata con realismo.

              i missionari francescani che partivano dalle missioni per evangelizzare le tribù indiane finivano, di solito, al palo. lo sapevano e partivano lo stesso.

              non sto lodando lo sterminio degli indiani da parte dei bianchi, sto dicendo che non è con le geremiadi che si capisce.
              e un minimo di curiosità su un generale americano dell’800 che come secondo nome portava quello di un capo indiano mi pare doverosa, o avete già capito tutto?

              per Mirko: non è che a ripetere gli insulti al Papa ottieni ragione. invocare rispetto per i cristiani in Medio Oriente ribadisce un giusto principio; da parte loro starsene a casa in questo periodo sarà ingiusto ma credo sia consigliabile

        • Ritvan scrive:

          —-I Nativi difendevano casa loro. I Wasp gliela toglievano, previo sterminio razziale naturalmente…Mirkhond—

          Caro Mirkhond, mi spiace contraddirti ma una visione così “leghista” (sembra la didascalia del famigerato manifesto leghista col capo pellerossa:-) ) della storia non me l’aspettavo da te.
          I “nativi” pellerossa volevano tenere tutto il territorio come un’immensa riserva di caccia al bisonte, mentre altri “nativi” (qualche bianco sarà anche nato in Nord America, no?:-) ) volevano costruirci strade, ferrovie, città e altro. Dici che solo perché i “nativi” bianchi erano arrivati più tardi in quella “casa” rispetto ai nativi “rossi” i primi dovevano vivere in eterno cacciando bisonti e riparandosi nei tepee?:-)
          Fu una guerra civile, crudele e sanguinosa certo, in cui ognuna delle parti voleva imporre al paese il proprio “modello di vita”. E fu vinta dai bianchi. Punto.
          P.S. Sì, qualcuno – ogni riferimento agli “antimperialisti” è puramente casuale:-) – probabilmente sarebbe felice se al posto degli USA oggi ci fosse un immenso pascolo per bufali, cacciati dalla popolazione con archi e frecce:-), ma non credo che “sterminio razziale” sia il termine giusto, anche perché negli USA mi risulta ci viva tuttora un discreto numero di “nativi”.

          • Andrea Di Vita scrive:

            Per Ritvan

            Senti, capisco che chi ti tocca gli USA ti indispone -mi indisporrei anch’io, se fossi Albanese e ricordassi che gli USA hanno fermato i Serbi che massacravano i miei.

            Ma ridurre l’etnocidio del Far West a una ‘guerra civile’ è qualcosa che non era venuto in mente neanche ai più sciovinisti registi di Hollywood.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • mirkhond scrive:

              Concordo con Andrea.

            • Ritvan scrive:

              Caro ADV, la smetti per favore di fare il Peucezio-2 a proposito del Kosovo?:-) Quella “indiana” fu guerra civile, combattuta ferocemente da ambo le parti e vinta dalla parte più forte che impose le proprie regole…oppure il generale Custer morì di raffreddore?:-). E i vinti superstiti non furono mandati alle camere a gas:-) ma sistemati in riserve. E chi dei vinti rinunciava alla caccia al bisonte e voleva integrarsi nella società poteva farlo con assai più chances di un negro (a proposito, la mia riconoscenza verso gli amerikani non m’impedisce di riconoscere che verso i negri si comportarono in modo ignobile e razzista, almeno fino agli anni ’60 del secolo scorso).
              Ciao
              Ritvan

              • Francesco scrive:

                non sono d’accordo. le riserve indiane furono molto simili a dei campi di sterminio, con alcolismo e malattie al posto delle camere a gas.
                mi pare ci siano prove di quanto i bianchi impegnati nel liberare la terra dai nativi, a qualsiasi costo.
                un conto è riconoscere che quello scontro e quell’esito furono inevitabili, un altro negare la crudeltà dello sterminio.

                ciao

              • Ritvan scrive:

                Caro Francesco (ma sei sempre lo stesso??!!:-) ). Non mi risulta che i biekissimi wasp:-) versassero alcool in gola mediante imbuto ai nativi, né che li bombardassero con armi batteriologiche per farli ammalare. Last but not least, gli individui che volevano abbandonare la riserva per vivere nel mondo di fuori erano liberi di farlo. Pertanto, altro che campi di sterminio!

              • Francesco scrive:

                1) mi risulta rifornissero con abbondanza di alcool le riserve, sapendo che gli indiani, usi ad altri stupefacenti, ne schiattavano facilmente
                2) ho pure letto di diffusione voluta del vaiolo
                3) sì, sono sempre io
                4) si poteva uscire dalle riserve, sia pure solo singolarmente? come dire ad un albanese che poteva andare a vivere in Serbia, più o meno

                Ciao

              • Ritvan scrive:

                Beh, caro Francesco, se invece i biekissimi wasp (dì la verità, è quella “p” che ti fa incazzare, eh:-) ) avessero negato l’alcool ai nativi nelle riserve magari tu ti saresti incazzato per tale crudele oltraggio al “libero arbitrio”:-)
                La diffusione voluta del vaiolo non è stata provata e, comunque, gli episodi evocati si riferiscono al corso delle guerre indiane, non alle popolazioni nelle riserve.
                Infine, caro il mio Peucezio-3 :-), ti informo che gli albanesi del Kosovo non chiedevano mica di fare del Kosovo un pascolo per bisonti da cacciare.
                Ciao
                Ritvan

              • Andrea Di Vita scrive:

                Per Ritvan

                Se i Pellerossa fossero venuti in Europa ad ammazzare il nostro bestiame per far pascolare i loro bisonti li chiameremmo ‘barbari’. Ci vuol tanto ad ammettere che la conquista del West è stata l’equivalente di un’invasione barbarica? Il fatto che non sia stata la sola non cambia le cose.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

          • mirkhond scrive:

            Ritvan, anche i “Greci” e i Serbi vi considerano come i Wasp consideravano i Nativi e tu giustamente ce lo ricordi.
            In “Grecia” si offendono se ricordi loro che in molti li sono di origine slava e albanese…
            ciao

            • Ritvan scrive:

              Sì, Mirkhond, i greci e i serbi ci considerano “esseri inferiori”. Però, ti faccio poco umilmente:-) notare che nessun albanese ha mai preteso di voler cacciare bisonti sulle scalinate dell’Acropoli o nei cortili dei monasteri ortodossi:-). Detto in termini più seri, serbi, greci e albanesi potevano tranquillamente convivere nel rispetto reciproco, visto che tutti condividevano lo stesso “stile” di vita, se non ci fosse il razzismo dei primi due nei confronti dei terzi. Coloni europei e “nativi” no, i loro stili di vita erano incompatibili, pertanto lo scontro era inevitabile. La differenza sta tutta qui.

              • PinoMamet scrive:

                Ritvan

                mi viene però da dirti che le popolazioni americane facevano anche altro oltre a cacciare il bisonte, ecco.
                Anche limitandoci all’attuale territorio statunitense, c’erano parecchie civiltà stanziali, agricole, dotate di forme definite di organizzazione quasi statale, e ilcui stile di vita non era per niente diverso da quello dei primi coloni europei. Che infatti diverse volte, quando ce n’è stata la possibilità, si sono integrati con loro.
                Non solo le varie famiglie bianche (o nere) che sono entrate a far parte dei Cheroekke, Seminole ecc.;
                ma ci sono interi popoli nativi della costa est che (di solito previa accettazione della religione cristiana e protestante) hanno ottenuto la cittadinanza ddei singoli stati in tempi non sospetti, e sono poi (quasi tutti) spariti nell’amalgama americano lasciando poche tracce.

                Inoltre, i nativi americani erano in fondo così pochi che avrebbero potuto benissimo essere integrati senza mutare troppo stile di vita.
                Il gruppo popolosissimo degli Irochesi, una confederazione di sei popoli, non credo arrivasse, tutto insieme, a più di 30.000 persone. Altre popolazioni erano di molto inferiori, e l’America è bella grossina…

                ciao!!

              • Ritvan scrive:

                Caro Pino, concordo con quasi tutto ciò che scrivi. Solo una osservazione: il problema non era il numero dei nativi, il problema era l’immensa estensione di territorio che quel pur esiguo numero pretendeva di controllare e lasciare intatto. Da qui il conflitto.
                Ciao
                Ritvan

        • Rock & Troll scrive:

          I “wasp”, come tu simpaticamente li chiami, erano fuggiti alle persecuzioni religiose dei loro paesi, ai roghi delle inquisizioni europee contro gli eretici.
          Volevano un luogo dove vivere in pace la loro versione del cristianesimo, coltivando la terra e lavorando.

          Gli indigeni americani, che tanto indigeni non sono, visto che arrivavano anche loro dal continente eurasiatico, sai come “difendevano” casa loro?
          Ogni tribù, di volta in volta, si alleava con i migranti europei “wasp” per schiacciare le tribù nemiche, visto che i buoni indigeni da che era la notte dei tempi si massacravano tra di loro, tribù contro tribù.
          Se poi hanno fatto la fine che han fatto non hanno tanto da lamentarsi, chi è causa del suo mal pianga se stesso.

          • mirkhond scrive:

            Insomma i nazisti sono cattivi perchè hanno perso…i Wasp sono buoni perchè hanno vinto.
            Mi dispiace, ma i Wasp hanno invaso la casa ALTRUI e i brutti, sporchi e cattivi avevano il DIRITTO di difendersi, anche se a te non piacciono…
            Per piacere non venitemi a fare a morale su nazisti e inquisizione, perchè la pensate ESATTAMENTE come loro…

          • mirkhond scrive:

            I “wasp”, come tu simpaticamente li chiami, erano fuggiti alle persecuzioni religiose dei loro paesi, ai roghi delle inquisizioni europee contro gli eretici.
            Volevano un luogo dove vivere in pace la loro versione del cristianesimo, coltivando la terra e lavorando.

            Questo quindi da il diritto a RUBARE la terra ALTRUI?

            • mirkhond scrive:

              “Gli indigeni americani, che tanto indigeni non sono, visto che arrivavano anche loro dal continente eurasiatico”

              Gli indigeni che tu disprezzi così tanto, sono arrivati in nelle Americhe tra i 40000 e i 10000 a.C.,, i Wasp nel 1607 con la fondazione di Jamestown in Virginia, e nella Nuova Inghilterra nel 1620 con i Padri Pellegrini.
              Penso che qualche diritto di prelazione sui Wasp….ce lo avessero o no?

              • Francesco scrive:

                Prova a spiegarci come funziona questo diritto di prelazione storico … chè l’invasione “bianca” dell’America non è l’unica nella storia dell’umanità

                questo a mio modo di vedere è ridicolo moralismo

                Annibale invase l’Italia? o i Romani invasero l’Italia e poi Cartagine? o gli Etruschi,s e davvero vennero dall’Asia? e i Greci? e le colonie fenice?

                e le invasioni longobarde? quelle vihinghe? quelle arabe? i bizantini invasero o liberarono l’Italia?

              • PinoMamet scrive:

                Francesco

                come la fai complicata. Mettiamola così, se vieni a casa mia dicendo che devi averla perchè te l’ha data Dio, o perché sei il più forte, o perché sei il più bianco o perché fuggi dagli Unni o dagli anglicani…

                aspettati di essere ricevuto a fucilate.

                Altro che frignare.

              • Rock & Troll scrive:

                Certo, tanto quanto ce l’ha lo stato di Israele sulla terra santa. 😉

              • PinoMamet scrive:

                Ah davvero?
                Vuoi dire che i Sioux e gli Irochesi sono stati esiliati per duemila anni fuori dal continente americano, nel frattempo occupato da gli europei, e poi quando ci sono torbati, toh, c’era già un popolo bianco che viveva lì?
                Perché io la sapevo diversa.

            • I wasp volevano una terra in cui sfuggire ai roghi di eretici fatti dai cattolici e poter stare tranquilli a organizzare roghi di streghe. Su, dai, un po’ di comprensione 😛

            • Rock & Troll scrive:

              Rubare?
              Parola insensata.
              Sbaglio o il concetto di furto non esisteva presso i buoni indigeni?
              Non vorrete mica difendere la proprietà privata, adesso? 😉

              • PinoMamet scrive:

                Hai le idee parecchio confuse,
                sia sui popoli nativi americani, sia sul concetto di proprietà privata, sia sui frequentatori del blog.

  10. nic scrive:

    Interessante articolo di pornofantageopolitica, un genere che ancora non conoscevo. Il libro (v.m.18) con copertina in gomma lavabile si vende nei peep shop in un combo economico che include viagra, frustino, corona di spine e vibratore? Noto che John David Lewis usa già degli occhiali spessi ma se continua così resterà completamente cieco.

  11. Z. scrive:

    Secondo me non porta gli occhialoni perché si fracassa di pippe, ma si fracassa di pippe per via degli occhialoni.

    Voleva fare il laser ma poi si è spaventato, pensando a Goldfinger…

    Z.

  12. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=veYqJ1Zm3nY

    L’ Allievo Italiota dei Gringos, quello che si applica di più …

  13. p scrive:

    Tante parole per dire che la storia islamica e quella statunitense dimostrano che la violenza è la levatrice della storia. Cosa su cui concordo, ovviamente. Ma la propaganda, se per giunta deve vendere fumo per arrosto, ama le lungaggini invece delle scorciatoie.p

  14. Rock & Troll scrive:

    Be’, in un blog in cui si depreca tanto il “vittimismo” e l’inutilità delle manifestazioni pacifiche e si esalta la capacità di chi si fa guerriero e reagisce coi fatti, tanto pragmatismo bellico americano dovrebbe piacere, no?

    In fondo il manuale di John David Lewis lo applicherebbero ben volentieri anche tanti jihadisti, e l’unica differenza rispetto agli USA è che i secondi hanno i mezzi per farlo, i primi no (o non ancora).

  15. Miguel Martinez scrive:

    “Be’, in un blog in cui si depreca tanto il “vittimismo” e l’inutilità delle manifestazioni pacifiche”

    Beh, in genere qui si sostiene chi resiste.

    Non chi polverizza il prossimo perché ha nazionalizzato il petrolio (è uno dei capi d’accusa che John David Lewis fa all’Iran).

    • Francesco scrive:

      “resistere” è una categoria ideologica, caro Miguel

      basta un mediocre sofista e i resistenti diventano gli USA

      • PinoMamet scrive:

        Ma molto mediocre, però.

      • Andrea Di Vita scrive:

        Per Francesco

        ”mediocre”

        Qui hai assolutamente ragione.

        Il punto è che io da Italiano devo riconoscere che non mitrovo dei soldati Iraniani in casa, ma Statunitensi.

        E che soldati Italiani non muoiono in Afghanistan agli ordini di comandanti Iraniani, ma Statunitensi.

        E che quelli del Cermis non sono stati ammazzati da un tappeto volante.

        E che gli unici veri progressi civili di questo Paese -il divorzio e l’aborto- sono seguiti all’indebolimento di governi che appoggiavano gli USA all’epoca appena sconfitti in Vietnam, non Mossadegh.

        E che il trionfo mondiale del liberismo, la negazione dei diritti dei lavoratori, ecc, sono una conseguenza della sconfitta dei nemici degli USA quando crollo’ il Muro di Berlino, non della sconfitta dei nemici di Khomeini.

        E che i tentativi dei governi Italiani -anche di opposto colore politico- di garantirsi l’approvvigionamento autonomo di idrocarburi danno fastidio a Washington, non a Teheran.

        Allora egoisticamente, da Italiano, mi sembra lecito chiedermi:

        oggi, nel 2011, mi torna poi davvero utile che gli USA siano così strapotenti?

        O non è meglio che qualcuno li ridimensioni un poco?

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Rock & Troll scrive:

          — Allora egoisticamente, da Italiano, mi sembra lecito chiedermi:
          oggi, nel 2011, mi torna poi davvero utile che gli USA siano così strapotenti?
          O non è meglio che qualcuno li ridimensioni un poco? —

          Si poneva le stesse domande anche Mascellone, a proposito della perfida Albione.
          Interessante, comunque, che in questo tuo commento si intreccino istanze sia sociali che nazionali.

          • Andrea Di Vita scrive:

            Per Rock & Troll

            E difatti la forza del mascellone stava proprio nel partire da problemi reali, che la politica del suo tempo metteva sotto il tappeto. Un po’ come bin laden e bossi, oggi. Poi bisogna vedere se la risposta era giusta -il che è un altro paio di maniche. Ma il fatto stesso di porre la domanda giusta a molti sembra già un grosso passo avanti.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “Io sento puzza di Europa vecchia e minchiona nei nostri commenti, gente per cui la frase “la violenza è levatrice della storia” è una bestemmia, un orrore, una roba che implicherebbe di sporcarsi le mani, rischiare la pelle, insozzarsi la coscienza.”

    Infatti, l’importante non è scandalizzarsi. L’importante è difendersi.

  17. Ritvan scrive:

    —-Da cui potete capire all’incirca che roba sia Paolo Valerio Mantellini.—

    Paolo Valerio Mantellini è un medico in pensione, sedicente ateo e islamofobo in piena attività, indefesso traduttore in italiano di ogni robaccia islamofoba che gira in rete . Mi sono scontrato con lui in un blog senigalliese in cui, coi miei commenti, demolivo pezzo per pezzo le sue castronerie islamofobe gentilmente ospitate come post dai gestori del blog. Dopo un po’ è apparso il mio fetentissimo troglione ad personam sotto diversi nick con deliranti attacchi personali nei miei confronti e lasciato scorrazzare indisturbato dai gestori del blog – ottimi amici del sullodato Mantellini, naturalmente – io, pertanto, ho dovuto rispondere per le rime e naturalmente:-) sono stato bannato.
    http://scaloni.it/popinga/sul-dialogo-inter-religioso-con-i-musulmani/

  18. mirkhond scrive:

    “Ogni tribù, di volta in volta, si alleava con i migranti europei “wasp” per schiacciare le tribù nemiche, visto che i buoni indigeni da che era la notte dei tempi si massacravano tra di loro, tribù contro tribù.”

    Quindi per non farli massacrare tra di loro, bisognava che li massacrassero i piissimi e cristianissimi Wasp. Che umanesimo! Che nobili principi di civiltà!

    • Rock & Troll scrive:

      I migranti bianchi in terra d’America hanno “massacrato” ben poco.
      La popolazione indigena s’è ridotta a causa delle guerre interne tra i “buoni selvaggi” in cui questi ultimi ricorrevano spesso e volentieri alle armi ottenute dagli europei: chissà come mai i fucili, ai “buoni selvaggi” non facevano poi tanto schifo.
      E poi dalle malattie.

      Montezuma e il sanguinario impero Azteco è stato spazzato via dai nemici locali (mai sentiti nominare i Tlaxcala?) e dal vaiolo.
      Non certo dagli spagnoli, che erano dei conquistatori, non degli sterminatori (a differenza dei locali, che ai nemici vinti gli strappavano simpaticamente il cuore in cima alle piramidi).

  19. mirkhond scrive:

    “Se poi hanno fatto la fine che han fatto non hanno tanto da lamentarsi, chi è causa del suo mal pianga se stesso.”

    No, la causa del piangere è venuto da prepotenti tecnologici contro cui non si aveva che il proprio coraggio e tanta, tanta disperazione…..
    E purtroppo la storia non insegna niente, visto che, ma chi se lo aspettava?, è rispuntata nuovamente tutta intera l’arroganza dell’uomo bianco….
    Ma che cazzo le fanno a fare ste’ giornate della memoria, che s’insegna a fare la storia, se poi dobbiamo sentire questi discorsi…

    • Rock & Troll scrive:

      “L’arroganza dell’uomo bianco”?
      Perché, secondo te l’uomo bianco è forse naturalmente più arrogante di quello giallo, nero e rosso?
      E allora chi sarebbe il razzista?

      • PinoMamet scrive:

        Ti è rimasta fuori quella degli arabi che sono razzisti contro i neri, gli afghani che opprimono le donne e in fondo non è colpa nostra se avevamo le armi migliori.
        State diventando più noiosi degli “intelliggenti” della sinistra, e ce ne vuole.

  20. Mirkhond, pensi ancora che le giornate della memoria servano (cito una mia prof di liceo filoisraeliana) a trovare nella persecuzione degli ebrei nella storia un paradigma che poi si declina in tutte le altre persecuzioni, di ieri e di oggi, e in questo modo, conoscendo, poter evitare che il modello si ripeta sulle stesse o su altre vittime? Le giornate della memoria servono a selezionare un un’unica persecuzione “cattiva” nella storia per distinguerla dalle persecuzioni “naturali” e “levatrici della storia” e per dare una speciale patente alla categoria che quella persecuzione l’ha subita.

  21. mirkhond scrive:

    Per Mauricius Tarvisii

    Uno zio paterno, è morto per le conseguenze della detenzione in un campo di concentramento nazista.
    Detto questo, no, non credo che ricordare serva a qualcosa e concordo sul fatto che serva piuttosto ad un discorso attuale di difesa della politica israeliana.
    Credo che non serve a nulla, anche visti i pesi e le misure differenti che si usano nel ricordare questo o quello sterminio.
    Se lo sterminio avviene nella civilissima europa a danno di EUROPEI, allora, giustamente è da condannare nei secoli dei secoli, se invece, civilissimi e cristianissimi europei commettono genocidi e guerre di STERMINIO RAZZIALE a danni di popoli più arretrati, più selvaggi, più antipatici, allora, no…quella è MISSIONE DI CIVILTA’ e che diamine! Paragonare i cristianissimi&civilissimi a turpi nazisti? Eretico….
    Se io giustifico gli stermini del passato, vuol dire che sono pronto a farli anche oggi, domani…
    Inoltre come napoletano, so bene come altri invasori, i Francesi e poi i Piemontesi, autoinvestitisi del sacro fuoco della civiltà, hanno manifestato i loro civilissimi intenti nei nostri confronti.
    Nel 1807, sotto il regno dell’invasore Giuseppe Bonaparte, una carrozza stava per entrare ad Avellino, da un anno il nuovo capoluogo della provincia di Principato Ultra, capoluogo spostato da Montefusco, proprio dal nuovo sovrano.
    All’interno della carrozza c’erano una giovane donna e il suo bambino, un bambino molto precoce per i suoi 4-5 anni.
    All’entrata di Avellino, ai due lati della strada, due lunghe file di pali e in cima ai pali una sfilza di teste umane ancora sanguinanti.
    Il bambino osservò le teste ficcate sui pali.
    -Mamma chi sono quelli?
    -Sono briganti!-rispose la donna.
    -Mamma, noi che ci stiamo a fare qui?
    Siamo venuti a portare la civiltà ai Napoletani.- rispose sempre la donna
    -E i Napoletani CHE NE PENSANO?- chiese ancora il bambino.
    La carrozza si avviò verso l’intendenza (prefettura) di Avellino, perchè la donna e il bambino raggiungevano, provenienti dalla Francia, marito e padre, alto funzionario da poco nominato all’intendenza.
    Il bambino si chiamava Victor Hugo.

  22. Miguel Martinez scrive:

    Per Rock & Troll

    “I migranti bianchi in terra d’America hanno “massacrato” ben poco.”

    Confondi due fenomeni completamente diversi.

    1) gli anglosassoni hanno sempre cercato la soluzione finale all’esistenza dei nativi americani; e l’hanno ottenuta. Più spesso, certamente, attraverso l’espulsione che attraverso lo sterminio diretto. La cultura dell’eliminazione totale dell’ostacolo umano è fondamentale nella costruzione dell’America del Nord.

    2) gli spagnoli, al contrario, appena insediatisi in America, hanno cercato di campare alle spalle dei nativi americani, e quindi non erano per niente interessati allo sterminio.

    Ciò che gli spagnoli hanno introdotto di veramente rivoluzionario è stata la radicale trasformazione dell’economia: dai milpa, i campi multi-prodotto rivolti alla sopravvivenza familiare o di villaggio, alla produzione economica su scala industriale, che nessun azteco aveva mia sognato. Nonché le miniere, che richiedevano molta manodopera dedita solo a rifornire i minatori, almeno i pochi anni che campavano.

    E’ semplicistico sia parlare di “sterminio”, sia di “tutta colpa del vaiolo”.

    La morte di molto più della metà della popolazione è dovuta alla sovrapposizione tra malattie infettive – di cui ovviamente gli spagnoli non erano colpevoli – e distruzione di tutte le condizioni minime di vita.

    Tutto ciò è stato reso più complesso dalla presenza della religione, comunitaria tra gli anglosassoni, proselitista tra gli ispanici.

  23. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Il bambino si chiamava Victor Hugo.”

    Grazie, non conoscevo questa storia. Hai delle fonti?

  24. mirkhond scrive:

    “E allora chi sarebbe il razzista?”

    Chi SI SENTE superiore agli altri come quello stupido di Serre, che per poco non mi uccideva, quando ricordategli le multiformi radici etniche dei “Greci” soprattutto radici SLAVE e ALBANESI, mi rispose:
    Ma non puoi PARAGONARCI A QUELLE BESTIE!
    Ecco, tutto ciò mi fa schifo, chiamalo moralismo, chiamalo quel che ti pare.

  25. mirkhond scrive:

    Per Miguel Martinez

    Lo lessi molti anni fa in un libro, “La Storia di Frà Diavolo”, così si chiamava, edito dalla Piemme.

  26. mirkhond scrive:

    Più precisamente:

    Roberto Giardina, La leggenda di Fra Diavolo: l’avventurosa storia del brigante buono, Casale Monferrato, Piemme, 1995.

  27. mirkhond scrive:

    Per Pino Mamet

    Interressante e davvero poco conosciuta la vicenda dei nativi integratisi nelle 13 colonie anglosassoni.
    Stando alle tue conoscenze, approssimativamente quanti nativi c’erano negli attuali Usa e Canada, all’arrivo dei Wasp?
    In Canada il trattamento dei nativi è stato migliore rispetto agli Usa?
    ciao

  28. PinoMamet scrive:

    Più che migliore, direi che è stato diverso, considerando che il Canada ha un territorio vastissimo ma, per ragioni climatiche, meno appetibile per l’insediamento umano, almeno in vaste zone.
    ICi sono stati molti casi di “mescolamento” ai nativi, tanto che i Meticci (credo si facciano chiamare proprio così, Metis) sono riconosciuti come un’etnia a se stante.
    Sto ricercando il sito da cui ho tratto (stando largo) la stima sulla popolazione massima degli Irochesi, ma per ora non sono riuscito a ritrovarlo.
    Comunque, sì, le stime danno numeri piuttosto bassi; certo anche i coloni europei non dovevano essere tanti; comunque, insomma, ci sarebbe stato spazio per tutti.
    Ciao!

    • Francesco scrive:

      Non credo, l’economia nomade della maggioranza dei nativi richiedeva spazi enormi e liberi.

      Ho letto delle “tribù civili”, così gentilmente chiamate perchè dedite all’agricoltura, ma anche loro combattute ed eliminate.

      Però penserei come movente all’avidità più che ad un odio “ideologico”, roba da Intrinseca Malvagità dell’Uomo Biano (o Anglosassone o Cristiano, a secondo dell’occhio che guarda).

      • PinoMamet scrive:

        Non ho i dati sottomano, ripeto, ma dubito che le popolazioni nomadi fossero la maggioranza; è che te fanno vedè solo quelle, che è una cosa diversa…

        le ” 5 tribù civili” erano così gentilmente chiamate non perchè sapevano coltivare, come tutti i loro vicini, fagioli zucche e mais, ma perchè avevano buoni rapporti con i coloni (con alti e bassi) e scambiavano con loro idee, usi e costumi.
        Esistono ancora, quindi non direi affatto che sono state eliminate, ma sono state “ricollocate” piuttosto brutalmente.

  29. Canada quale? Perché inzialmente i francesi non erano abbastanza numerosi per premere sui nativi, con cui anzi la Francia cercò di intessere rapporti decenti per “usarli” contro i vicini coloni inglesi. Il Canada e la Regione dei Laghi francesi furono un fallimento dal punto di vista del popolamento e per migliaia di chilometri le colonie furono punti commerciali e fortilizi. Solo la valle del San Lorenzo e la costa acadiana conobbero insediamento massiccio di francesi, sull’ordine di grandezza delle decine di migliaia di abitanti, particolare che fa capire come mai nella Guerra dei Sette Anni gli inglesi trionfarono con straordinaria facilità e perché fuori dal Quebec la dominazione francese ha lasciato tracce solo nei toponimi.
    Quando arrivarono gli inglesi, poi, i francesi acadiani (New Brunswick e Nuova Scozia) subirono un trattamento molto “indiano”…

  30. mirkhond scrive:

    “gli spagnoli, al contrario, appena insediatisi in America, hanno cercato di campare alle spalle dei nativi americani, e quindi non erano per niente interessati allo sterminio.”

    Il diverso trattamento dei Nativi da parte degli Spagnoli, si deve anche all’universalismo cattolico?

  31. jam scrive:

    …erano indirettamente interessati allo sterminio, ma certamente ne erano interessati! Qualcuno che ti lascia vivere, ma distrugge culturalmente le tue origini, di fatto ti sta sterminando, anche se ti lascia vivere!

    E cominciavano con uno sterrminio ancora più grande e raffinato: STERMINARE L’ANIMA di intere popolazioni.
    Non a caso c’era fra i sapienti teologi l’edificante discussione : gli indigeni hanno o non hanno un ‘anima?
    Cioé sono uomini o animali?
    Sono terra nullius.
    Questo concetto di terra nullius cosi basilare x chi ha voluto innocentemente impossessarsi delle terre altrui!
    Dicasi lo stesso per la caccia al bisonte e le terre x il bisonte. Gli indiani d’america che parlavano di terre x i bisonti, utilizzavano una metafora: quello che volevano é che la loro cultura ed il loro modo di vita non andassero distrutti, rivendicavano la loro identità di popolo, il rispetto delle loro tradizioni!
    E Francesco si lamenta perché qualche francescano é finito al palo, ma non ci racconta quanti indiani sono finiti al palo, quanti villaggi sono finiti al palo, quanto più grave sia il tentativo di eliminare l’altro anche culturalmente: si é cercato di uccidere l’anima di un intero popolo con la pretesa di possedere una superiorità.
    Se questi wasp avessero veramente voluto vivere in pace coltivando e lavorando la terra, avrebbero potuto farlo, x’ era la stessa cosa che facevano i pellerossa, da secoli e secoli.
    Ma i nuovi arrivati volevano quacosa di più, volevano una supremazia ed imporre le loro leggi senza troppo dialogare con i nativi, e per fare questo era indispensabile raccontare che i pellerossa e la loro cultura erano inferiori….
    ciaobye

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per jam

      ‘terra nullius’

      Questo mi ricorda lo slogan ‘una terra senza un popolo per un popolo senza una terra’. Uno slogan sionista, credo.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  32. @Mirkhond: probabile, Cortez e Pizarro, ma anche Albuquerque (il vicerè delle Indie portoghese che conquistò Malacca), nelle orazioni che tenevano ai loro avventurieri (o, meglio, nelle orazioni che i cronisti mettono loro in bocca, per cui in guardia) facevano comunque riferimento, insieme all’oro e alle conquiste, anche alla necessità di portare ai conquistati il cristianesimo.
    Comunque insieme al dominio politico gli spagnoli cercavano contestualmente di portare la conversione religiosa: Pizarro chiese ad Atahualpa di convertirsi e di dichiararsi vassallo spagnolo, così come i re del Congo si fecero battezzare nella fine del XV secolo mentre entravano nell’orbita portoghese.
    Se la posizione di chi come Sepulveda definiva gli indios “omuncoli” fu presto perdente, la maggior parte degli autori era divisa tra due tesi per convertire i nativi: sottometterli per “educarli”, oppure (la minoranza di Las Casas) usare con loro il soft power. Certo è che l’attività missionaria fu intensissima fin dal primo atto della Conquista.
    Fu prestissimo che l’attivià missionaria portò anche dei frutti, come la Vergine di Guadalupe che accompagnò la storia del Messico fin dal primo momento. Nonostante la Madonna fosse apparsa a un indio convertito, il clero spagnolo accettò il fatto, dando se non altro prova di voler integrare gli indigeni convertiti all’interno della comunità cattolica. E apertura alle apparizioni agli indigeni significa anche apertura a forme di religiosità sbandanti verso il sincretico (almeno culturale), coniugazione del cattolicesimo nella cultura locale che ebbe un notevole sviluppo in America Latina (almeno fino alla “romanizzazione” dell’Ottocento).
    Tutto questo ha conseguenze molto importanti, perché, tradizionalmente, la Chiesa (almeno quella medievale che sbarcò con Colombo) da un lato non condannava in nessun modo esecuzioni sommarie, servaggio duro e conquiste cruente, ma dall’altro doveva (ipocritamente?) almeno porsi il problema della salvezza delle anime degli indios. L’istituzione dell’Inquisizione anche laggiù fu un modo (particolare) di dimostrare interessamento per le sorti degli americani.

  33. @jam: se la tesi degli omuncoli avesse avuto la meglio e gli indios non fossero stati considerati uomini, probabilmente la loro cultura sarebbe perfino rimasta intatta, visto che non sarebbe stato necessario convertirli al cristianesimo.
    Nel caso della conquista spagnola, in particolare, dobbiamo rovesciare le nostre prospettive per giudicare gli autori della distruzione culturale. Ai vicerè spagnoli, dal punto di vista economico, non gliene fregava niente della cultura degli indios: a loro bastava avere l’oro che chiedevano a Madrid per fare le guerre in Europa e basta. Non c’era il problema attuale dell’economia di mercato fondata sul consumo e sulla partecipazione, ma si aveva a che fare con una semplice economia di sfruttamento delle risorse naturali.
    Ai chierici spagnoli, invece, interessava della cultura india perché erano fermamente convinti che per il loro bene gli indios si sarebbero dovuti far battezzare: la guerra alla cultura locale fu fatta, agli occhi di chi la condusse, per il bene dei nativi, per estirpare loro le superstizioni in cui vivevano.
    Non lo facevano con cattiveria, ma solo ignorando o condannando i presupposti basilari del relativismo gnoseologico. Chi li giustifica in tutto e per tutto oggi dà prova di relativismo morale, invece.

  34. jam scrive:

    …una Chiesa dovrebbe conoscere il Vangelo, altrimenti che Chiesa é? Un vero Cristianesimo non lo si esporta in quel modo.
    Il fatto é che la Madonna appariva già da tempi immemorabili agli indios, anche prima di essere convertiti insoma….
    ciao

  35. jam scrive:

    ..insomma, ah

  36. Ma loro conoscevano il vangelo. Lo ritenevano più importante della cultura degli indios, così lo hanno imposto con tutti i mezzi, per quanto culturalmente distruttivi. Che poi per noi (me incluso) imporre un’idea passando sopra a una persona sia sbagliato, è un altro discorso come ho già detto.

  37. mirkhond scrive:

    Per Jam

    Proprio pensando all’Egitto, mi viene in mente un film a me molto caro, Sinuhe l’Egiziano, un vecchio film del 1954, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore finlandese Mika Waltari. Il romanzo, pur se in realtà si riferisce ai tormenti esistenziali dell’uomo moderno, come dicevo, è ambientato nell’antico Egitto, ai tempi del faraone Akhenaton (1377-1358 a.C. circa), il primo MONOTEISTA documentato della storia.
    Sinuhe, quasi al termine di una lunga e tormentata vicenda personale, in cui ha distrutto se stesso e tutti coloro che amava e che lo avevano amato, reincontra dopo tanti anni il faraone.
    Akhenaton, che nella versione romanzata, viene avvelenato per esigenze politiche, in punto di morte confessa a Sinuhe che quando in gioventù vide il disco del Sole dardeggiare in cielo, pensò che quello fosse Dio e che fosse UNICO, ma, al termine della sua vita, si era reso conto che il Sole in realtà era soltanto una METAFORA di una luce PIU’ GRANDE….
    Tutto ciò accadde nell’Egitto 14 secoli prima della venuta di Cristo.
    Hai ragione, Nostro Signore non ha bisogno delle crociate per manifestarsi….
    ciao

    • Francesco scrive:

      >> Tutto ciò accadde nell’Egitto 14 secoli prima della venuta di Cristo.

      a leggere te, neppure di Gesù Cristo aveva bisogno. questo dovrebbe farti venire qualche dubbio sulla tua posizione, credo – o tu o Lui vi sbagliate.

      • mirkhond scrive:

        Mi riferisco al messaggio di un film, il quale vede nel faraone Akhenaton una PREMESSA a Gesù.
        Del resto Waltari era protestante e il film è americano.
        ciao

        • Andrea Di Vita scrive:

          Per mirkhond

          Quando ce vo’ ce vo’. Ha ragione Francesco. E te lo dice uno cui ‘i vecchi film come si facevano una volta’ hanno arricchito la vita. A parte la pregevole interpretazione di Edmund Purdom (che poi sarebbe finito col fare il vampiro nella satira di Dracula fatta da Paolo Villaggio), ‘Sinuhe l’Egiziano’ è il classico polpettone hollywoodiano a sfondo biblico, fatto apposta per le platee della Bible Belt -nello stesso periodo in un periodo in cui un grandissimo Gregory Peck si riduceva a fare ‘Davide e Betsabea’- ma senza la grandiosità del kolossal. L’idea che Akhenaton fosse in qualche modo una prefigurazione della Rivelazione cristiana ricorda tanto la scuola domenicale del Tom Sawyer di Mark Twain. Una posticcia incongruenza. Un po’ come la quarantenne Deborah Kerr che fa la quattordicenne Licia del ‘Quo Vadis’ con Peter Ustinov, o l’orologio al polso delle comparse del nostro ‘Scipione l’Africano’.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • mirkhond scrive:

            Per Andrea Di Vita

            Pienamente d’accordo sul polpettone hollywoodiano, anche se pare, che ai botteghini americani non avesse avuto successo proprio per la Bible Belt che hai citato.
            Ai Wasp evidentemente, doveva sembrare “esotico” un film in cui NON ci fosse NEMMENO un personaggio della Bibbia.
            Chi era stò Akhenaton?- si saranno domandati i devoti protestanti che andavano a vedere il film.
            Inoltre il film si rifà ad un romanzo, in cui l’antico Egitto è solo un PRETESTO per parlare dei disagi e dei tormenti esistenziali dell’uomo moderno dell’epoca (il romanzo è del 1945).
            Lo stesso Waltari era un tormentato, soffriva di depressione, ed era figlio di un pastore luterano.
            Chiaro quindi che l’Akhenaton romanzesco-cinematografico avesse poco o nulla di quello vero, di cui sappiamo poco (anche per via della damnatio memoriae, seguita alla sua morte e alla restaurazione pagana).
            Così come Sinuhe, personaggio basato su un antichissimo e autentico romanzo egiziano, in cui il nostro protagonista è un cortigiano vissuto ai tempi del faraone Sesostri (1970-1930 a.C.) della XII dinastia, e quindi di 600 anni più antico di Akhenaton della XVIII dinastia.
            Il Sinuhe “vero” è alieno dai tormenti esistenziali del romanzo di Waltari e del polpettone hollywoodiano. Fugge dall’Egitto, perchè pensa, pur innocente, di essere coinvolto nelle accuse di omicidio del faraone, e si rifugia nella terra di Canaan, accolto da una tribù, il cui sceicco gli da in sposa sua figlia, e alla sua morte ne diventa il successore.
            Solo dopo molti anni, venendo a sapere che su di lui non c’erano sospetti, Sinuhe, molla famiglia e tribù cananea, e torna in Egitto, dove si gode la vecchiaia tra gli agi.
            A me il film piace, proprio perchè affronta tematiche esistenziali come il chiedersi il perchè di tutto, il senso della vita in un mondo segnato dal dolore…
            ciao

  38. mirkhond scrive:

    Nel XVII secolo, dei missionari cattolici provenienti dal Messico coloniale, s’imbatterono in tribù indiane dei territori dell’attuale West statunitense. Di solito finivano male, se catturati dai nativi d’oltre limes spagnolo.
    I missionari sovracitati in genere, scoprirono invece, che intere tribù native erano GIA’ cattoliche, tranne che nei sacramenti….
    Stupefatti chiesero a quegli indios CHI avesse portato loro la fede, ed essi con l’umiltà dei semplici parlarono di una signora vestita di blu che dal Cielo li aveva portati a Cristo…
    I missionari naturalmente pensarono alla Madonna, ma indagando meglio, scoprirono in realtà che si trattava di una monaca spagnola, Suor Maria de Agreda (1602-1665).
    Suor Maria, entrata a 12 anni in convento nella sua città ad Agreda, nel cuore della Castiglia, aveva sempre manifestato il desiderio di evangelizzare i nativi d’oltre frontiera messicana, ma alle monache allora, per ragioni di sicurezza, era proibito recarsi in missione. In questo bisognerà aspettare Padre Comboni nell’800.
    Per farla breve, Suor Maria, evangelizzò queste tribù in bilocazione, non essendo MAI uscita dal suo convento spagnolo, un pò come Padre Pio.
    Suor Maria per questo, venne continuamente tenuta sott’occhio dall’inquisizione, che, stando almeno a Vittorio Messori, da un cui articolo traggo questa storia, alla fine avrebbe constatato l’impossibilità di stabilire se la monaca era una posseduta…
    Insomma, dal 1671, è in corso la causa di beatificazione e nel 2003 una delegazione texana chiese allo stesso Messori di farsi portavoce presso il Vaticano per acclerare la causa.
    Ancora nel XIX secolo, queste tribù combatterono contro i Wasp al grido di Sor Maria de Agreda! Grido che, sempre secondo Messori, comparirebbe nei film western in lingua originale, ma poi tagliato nel doppiaggio in italiano, perchè incomprensibile ai nostri traduttori…

  39. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Il diverso trattamento dei Nativi da parte degli Spagnoli, si deve anche all’universalismo cattolico?”

    Una domanda estremamente interessante. Qualche riflessione veloce, riferita sostanzialmente al Messico, perché non so molto del resto delle Americhe:

    1) Tra gli anglosassoni, in linea di massima e con importanti eccezioni, comunità, fede e potere amministrativo coincidevano. Democrazia, insomma; e il demos voleva togliere di mezzo i nativi americani.

    2) Tra gli ispanici, c’erano tre poteri diversi: i conquistadores, il Re e la Chiesa, con interessi molto differenti.

    2) I conquistadores volevano, uno – braccia – e – due – donne. Desideri che portano in direzione opposta, a lungo andare.

    3) Il Re voleva sentirsi alla testa del primo impero mondiale dai tempi di quello romano (un modello sempre presente), esempio di perfetto governo universale, che fa il bene di tutti i propri sudditi; voleva tenere sotto controllo i pericolosi conquistadores; e allo stesso tempo voleva tanto argento e oro per pagare i suoi debiti. Desideri che portano in direzione opposta, a lungo andare.

    4) La Chiesa voleva cogliere l’occasione per creare il primo esempio concreto di Regno di Dio in terra, sul modello di Tommaso Moro (che ebbe grande importanza nell’ispirare coloro che andarono fino in Messico), voleva redimere l’Europa e poi Gerusalemme passando attraverso la mobilitazione di un continente fresco e non immerso nel peccato; voleva dimostrare che applicando la legge di Dio, anche l’indio credente può essere superiore moralmente al bianco dalla fede tiepida.

    La Chiesa si affermava, se i conquistadores lo volevano, era composta da bianchi e quindi usata dai bianchi per tenere sotto controllo gli indios.

    Desideri che portano in direzione opposta, a lungo andare.

    Da questo calderone, nasce il primo gigantesco esperimento di ingegneria ideologico-sociale della storia occidentale, il precursore di Stalin e di tutto il resto: le misiones in particolare francescane, con la costruzione di una generazione di giovani nativi radicalmente rieducati, capaci di denunciare i propri genitori perché possedevano un piccolo idolo (ricordiamo però che l’Inquisizione non si applicava agli indios) e di discutere di Cicerone. Almeno con un altro indio, vista la totale ignoranza dei conquistadores.

    E’ una storia tremenda e affascinante, che è bene ricordare a quei cattolici che credono che la loro religione sia necessariamente “conservatrice”.

    • Francesco scrive:

      Missioni francescane prima di quelle gesuitiche? Veramente affascinante.

      Mi pare che manchino completamente i coloni nel tuo quadro degli spagnoli invasori, non ce ne erano? Solo conquistadores a caccia di tesori?

      Ciao

  40. jam scrive:

    x Mauricius
    …loro conoscevano il Vangelo a modo loro, come più gli faceva comodo, non conoscevano il Vangelo cosi com’é, nel suo significato profondo. Gesù non avrebbe mai fatto quello che loro hanno fatto. La religione non la si impone mai, la si condivide. Gesù dicendo di andare a portare le sue parole, voleva dire andate e vivete l’Amore, spartite il messaggio della fratellanza fra gli uomini, rispettate gli uomini. Distruggere le radici culturali della gente non é rispetto!
    Pensa ad esempio alla frase: “lasciate che i fanciulli vengano a me” ed “é soltanto quando diventerete come fanciulli che entrerete nel regnodei cieli”. Chi sono i fanciulli? I bambini innocenti, ma allo stesso modo possono essere anche i popoli, che vivevano ancora strettamente a contatto con la natura come nella fanciullezza dell’umanità. Sono stati commessi crimini orrendi facendo finta di niente, per il potere temporale, ed adesso dovremmo pure far finta di niente? E dove lo mettiamo Gesù???
    ciao

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per jam

      ‘Gesù non avrebbe mai fatto quello che loro hanno fatto.’

      Non lo so. E chi è che ha detto allora: ‘sono venuto a portare la spada’?

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  41. Guarda che la penso come te, jam, solo che mi rendo conto che la visione dei missionari in America era diversa.

  42. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “Missioni francescane prima di quelle gesuitiche? Veramente affascinante.”

    Bene, hai imparato una cosa nuova, e mi fa piacere che ti affascini.

    I francescani sono arrivati nel 1524 (il primo, Francisco Quiñones, addirittura nel 1521), che i gesuiti non li avevano ancora fondati. I gesuiti in Messico arrivarno nel 1572.

    Avrei dovuto citare comunque anche i domenicani, che operarono in Messico a partire dal 1526, e gli agostiniani (1533).

    Probabilmente ti sei confuso con il fatto che molti beni dei gesuiti in Messico passarono ai francescani dopo la soppressione dell’ordine. Oppure semplicemente pensavi che San Francesco fosse nato dopo Ignazio di Loyola 🙂

    Mi pare che manchino completamente i coloni nel tuo quadro degli spagnoli invasori, non ce ne erano? Solo conquistadores a caccia di tesori?”

    No, non c’erano “coloni” nel senso che dici tu, almeno in Messico. C’erano casomai dei “bianchi poveri” che vivevano attorno ai bianchi più fortunati, al limite estremo come mendicanti.

    • Francesco scrive:

      senti, quale segno devo mettere per evidenziare una frase SERIA e priva di insinuazioni?

      io trovo veramente affascinante la storia della evangelizzazione dell’America, che cerco di vedere senza paraocchi contemporanei.

      e non sapevo che anche i francescani avessero fondato delle “comunità perfette” ben prima dei gesuiti

      ciao

      PS qualche vaga nozione di storia ce l’ho, caro mio. Francesco d’Assisi dopo Ignazio di Loyola NON lo pensavo

      • Alcune missioni francescane erano perfino ispirate all’idea di città perfetta di Gioacchino da Fiore, il monaco calabrese di fine XII secolo, una visione che precedette di secoli quella rinascimentale che fece presa sui gesuiti e che aveva fatto in tempo ad entrare nel “dna” dell’ordine.
        Il millenarismo tra i Frati Minori fu sempre vivo e l’idea della possibilità che nascesse un’età dello Spirito, magari in una terra che non avesse conosciuto la legge dell’età del Padre o l’istituzionalismo ecclesiastico dell’età del Figlio, non poteva non avere un certo ascendente sui missionari che si imbarcavano fin dal primo Cinquecento per le Americhe.

  43. Miguel Martinez scrive:

    Chiarisco, sempre per Francesco…

    C’era invece uno “Stato” spagnolo in Messico, come non c’era uno “Stato” inglese nel Nord America. Cioè, a tenere in parte a freno i conquistadores, c’erano funzionari spagnoli, c’erano amministratori legati alla Chiesa, c’erano tribunali, c’erano bravissimi artigiani – spesso fiamminghi – , c’erano uomini di grande cultura, c’erano soldati. Nulla però a che fare con l’idea del “mi faccio un futuro in un mondo nuovo, lavorando sodo e cacciando gli indigeni dalla terra che Dio mi ha dato”.

    • Francesco scrive:

      scusa Miguel

      contro chi avrebbero combattuto la guerra di secessione le 13 colonie allora?

      qualche forma di presenza della Corona doveva ben esserci!

      ciao

  44. mirkhond scrive:

    Per Miguel Martinez

    Gli Spagnoli, o comunque i gringos poveri non hanno mai solidarizzato con gli Indios poveri? Neanche nella COMUNE fede Cattolica all’ombra della Madonna di Guadalupe?
    Il meticciamento era incoraggiato dal potere politico o piuttosto tollerato?
    Vi sono stati meticci e Indios giunti ai vertici politici ed ecclesiastici nel Messico spagnolo?
    Padre Miguel Hidalgo era un indio?

  45. Ritvan scrive:

    Scusate ma qualche lacrimuccia per i poveri aborigeni trattati a pesci in faccia dai siempre biekissimi wasp in Australia la vogliamo versare? No, eh,…sarà forse perché gli australiani non sono biekamente imperialisti?:-)

    • Andrea Di Vita scrive:

      Per Ritvan

      E’ vero. Gli Australiani sono ben meno pericolosi degli Statunitensi, oggi.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

  46. jam scrive:

    …gli Aborigini Australiani
    ed il loro Sacro dream time,
    ed il loro Sacro monte Uluru,
    questo monolite che dialoga con il sole, cambiando colore ad ogni ora della giornata! Ed i bianchi vogliono scalarlo, contravvendo all’impossibilità per la cultura autoctona di pietinare-calpestare il suo suolo Sacro.
    Agli Aborigeni hanno regalato molto alcool, adesso ancora troppi si ubriacano per dimenticare la loro “schiavitù”, poi suanano il didgeridoo per dimenticare di essere ubriachi ed entrare nel dream time, mundus imaginalis hurqalyano dell’Angelo, la Madre Terra….
    Nel film Australia si vede benissimo come i bambini meticci venissero prelevati dagli ecclesiastici, affinché ricevessero un’educazione europea. Ed il piccolo si nascondeva quando vedeva da lontano arriare la machina dei bianchi. Poi andava dal vecchio saggio che gli insegnava a diventare invisibile, mentre le termiti mangiavano i tronchi di certi alberelli, e soltanto con i legni scavati dalle termiti si puo fare un vero didgeridoo, respiro contemporaneo di pittura musicale antica, sentiero. La via lattea sono le termiti che erano dentro al tronco ed l’avo, la’ntico aborigeno, soffiando, col suo respiro magico, le ha fatte partire in cielo tramutandole in stelle. Da termiti a stelle!
    ciao

  47. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “senti, quale segno devo mettere per evidenziare una frase SERIA e priva di insinuazioni?”

    Scusami, pensavo in effetti che fosse una presa in giro. Sulla storia della Chiesa in Messico, è difficile fregarmi 🙂

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