“Le moschee trasformate in palestre, le madrase trasformate in asili nido. I patrioti razziali combatteranno una nuova Grande Guerra Patriottica, per difendere la propria patria, il grande continente eurasiatico, attraverso un’offensiva preventiva, attaccando le terre del falso profeta e spaccando le teste dei picchiasorelle indossatori di asciugamani, prima che quei topi del deserto possano infiltrare le terre della Grande Razza e colpirne i membri. E la pace arriverà per tutti, una pace eterna tra i figli di un Adamo dalle guance rosa. Le razze inferiori serviranno la razza superiore, la razza suprema, pagando il proprio tributo attraverso il servizio e il rispetto. Il buon comportamento delle razze inferiori sarà imposto attraverso le leggi della casta. Così tutto il mondo beneficierà del principio eurasiatico: chi comanda sarà in cima, chi serve in fondo.”
Così parlò, come vedremo, uno dei più esagitati sostenitori della nuova destra filoisraeliana.
I più importanti membri della delegazione di islamofobi in viaggio in Israele, che ha potuto godere anche di una speciale esibizione delle forze aeree israeliane, nonché di un incontro con il deputato del partito Shas, il rabbino sefardita Nissim Zeev, erano probabilmente quelli di lingua germanica, tedeschi e austriaci.[1]
E tra tutti, il più importante era il milionario svedese (ma di padre tedesco), Patrik Brinkmann, che ha messo tutta la propria potenza economica dietro la promozione dell’estrema destra germanofona.
Dicono, ma sono temi in cui le competenze di molti frequentatori del bar Sport superano le mie, che l’unità economica europea sia in crisi; e che la Germania si stia distaccando da un continente in crisi, proprio mentre diventa sempre più neoliberista.
Per quel che valgono i sondaggi, uno che ci sembra piuttosto serio, condotto dalla fondazione Friedrich Ebert (FES) rivela che un quarto dei tedeschi vuole un “partito forte” al governo; il 31,7% ritiene che quando i posti di lavoro si riducono, bisogna “mandare a casa gli stranieri“. Il 58% (il 75,7% nell’ex-Germania dell’Est) ritiene che occorre “limitare seriamente le pratiche religiose per i musulmani in Germania“. La xenofobia è trasversale tra i partiti, le generazioni e i gruppi religiosi.
Ne è nata una gara tra politici: il segretario generale del CSU – i potenti democristiani bavaresi – Alexander Dobrindt, ha dichiarato che la Germania “non è un paese di immigrazione“, mentre il capo del governo della Baviera, Ernst Seehofer, ha dichiarato che non “abbiamo bisogno di ulteriore immigrazione da altre aree culturali“, facendo riferimento esplicito alla Turchia e ai paesi arabi.
Christian Lindner, presidente dei liberali (FDP), un partito che partecipa alla coalizione governativa, propone di obbligare i bambini negli asili a parlare in tedesco anche mentre giocano tra di loro.
Heinz-Christian Strache è austriaco, non tedesco; ma il confine politico e culturale tra Austria e Germania non è mai netto.
Da giovane, Strache è stato membro della Burschenschaft Vandalia – una caratteristica organizzazione goliardica-nazionalista – e oggi è segretario generale del partito liberale austriaco, l‘FPÖ, che ha ricevuto il 17,5% del voto nazionale, e il 26,2% alle elezioni comunali di Vienna, con una campagna tutta concentrata sull’islamofobia.[2]
I Republikaner in Germania sono un piccolo partito, che potrebbe però occupare un’importante nicchia: rappresentano l’estrema destra borghese, interessata esclusivamente a combattere l’immigrazione, e quindi piuttosto lontani dagli altri due partiti di estrema destra, l’NPD (in cui è presente un forte elemento nazionalista, ma anche popolare e anticapitalista) e la DVU.
Lo scorso 7 dicembre, Strache,[3] Filip Dewinter (per il Vlaams Belang), Kent Ekeroth per i Democratici svedesi e il presidente federale dei Republikaner, Rolf Schlierer, tra gli altri, hanno firmato la Jerusalem Declaration, già lanciata da Eldad e Wilders nel 2008.
La Jerusalem Declaration è un documento di cruciale importanza perché costituisce il manifesto fondante della nuova destra paneuropea (anche se decisamente a guida nordica). Il testo, tutto giocato con il gergo dei “diritti umani”, parla di “eredità greco-romana“, di “valori culturali giudeocristiani, dell’umanesimo e dell’illuminismo” e pone i firmatari “in prima linea nel fronte della lotta per la comunità di valori occidentali e democratici” contro la “nuova minaccia totalitaria mondiale, il fondamentalismo islamico“. E proclama Israele “il nostro partner di dialogo più importante” nel Medio Oriente, sostenendo il suo “diritto a difendersi contro ogni aggressione“.
Ma torniamo all’eminenza grigia della delegazione, Patrik Brinkmann.
Patrik Brinkmann è un milionario svedese appena quarantenne, arricchitosi nel settore delle miniere d’oro [4] anche se qualcuno lo definisce uno speculatore in borsa, con legami russi poco chiari, che ha trasferito la sua residenza in Germania in seguito a condanne del fisco svedese e un fallimento da cui sembra sia uscito ricco più di prima.
Senza nessun passato politico noto, Brinkman è comparso improvvisamente sulla scena europea circa cinque anni fa, regalando somme di denaro ingenti in un ambiente di poveri disgraziati emarginati e leggermente fuori di testa, come sono quelli dei fissati con la Grande Germania.
Nel 2004 o 2006 (le fonti variano), ha costituito la Kontinent Europa-Stiftung (KES) (“Fondazione Continente Europa”), in collaborazione con Andreas Molau, dirigente per la Sassonia dell’NPD che si era laureato con una tesi su Alfred Rosenberg. Andreas Molau ha lavorato soprattutto come scrittore dei discorsi dell’autodidatta Brinkmann. La fondazione, che non ha indirizzo, ha finora solo pubblicato due libri; ma l’acquisto di una grande villa in un quartiere di lusso a Berlino da parte di Brinkmann fa pensare che potrebbe servire come sede internazionale per le sue iniziative.
Sulla carta, il direttore della fondazione era Pierre Vial, docente di storia medievale e identitaire francese.
Ancora pochi anni fa, Brinkmann parlava di indipendenza dell’Europa, unita attraverso la creazione di un’asse Berlino-Mosca, un “contrappeso agli Stati Uniti“. All’epoca, le radici dell’Europa erano, per lui, “celtiche e germaniche, romane e greche“, senza alcun riferimento ai “valori giudeocristiani“. Tutte cose dichiarate in un’intervista a Elemente, rivista metapolitica certamente non filoisraeliana o filoamericana.
Nel 2006, si era svolto a Mosca un grande raduno razzista internazionale sul tema “Il futuro del mondo bianco” [3], organizzato da Pavel Tulaev, secondo alcuni vicino a Brinkmann.
Uno dei relatori era Constantin von Hoffmeister, un divertente clone tedesco di Guillaume Faye e inventore del “futurismo nazionale” (“il nuovo principio guida è Sangue e Tecnologia“). Fatta la dovuta tara al mostruoso narcisismo dell’autore, i suoi deliri – dedicati esplicitamente a Faye – indicano alcune tendenze mobilitanti della nuova destra nordica, che aggiungono una carica di roboante entusiasmo giovanile al perbenismo impaurito borghese cui fa appello Geert Wilders.
Alla base, una concezione radicalmente materialista, che lo porta a condannare lo “spiritualismo” di Julius Evola:
“Julius Evola non è un modello per coloro che vogliono sul serio preservare la Razza Bianca. Se si vuole salvare la Razza Bianca, occorre adottare una prospettiva fortemente materialista. E’ solo applicando i principi materialisti che si può salvare l’Europa.”
E quindi:
“L’uomo fa parte della natura. L’uomo è superiore alla natura. L’uomo domina la natura. L’uomo distrugge la natura come vuole. L’uomo è in grado di regolare la natura. La natura si deve inchinare davanti alla divinità della Razza Dio”.
Una razza-dio che si afferma su quelle inferiori:
“Se guardiamo all’umanità come un agglomerato di diversi elementi razziali che a loro volta possono avere caratteristiche varie, diventa chiaro che – in maniera analoga alla nozione marxista di una società strutturata in classi – ciascuna razza può essere classificata come una classe in sé [..]. La classe ariana è l’unica in grado di creare in maniera originale. La creatività è uguale al lavoro. Quindi, i popoli d’Europa formano la vera aristocrazia proletaria della natura. Il genio europeo si basa sulla scoperta e l’invenzione. […]
Ciò significa che le altre razze (inferiori) potrebbero copiare le grandi realizzazioni ariane, ma resteranno sempre intrappolate nella bolla della loro dipendenza dal ciclo naturale. In contrasto, l’ariano è in grado di rompere con la sfera biologica, ponendosi fuori dalla natura stessa”.
L’imperialismo è l’essenza stessa della razza ariana, che non ha tempo da perdere con contadini, tradizioni e altre cose da terzomondiali:
“Il motivo dell’esistenza della Razza è chiaramente l’espansione. […] Il Nazional Futurismo si sforza di mantenere un alto livello di eccellenza nella scienza e nella tecnologia. Non ci servono più le fattorie. Ci servono dei super-raccolti geneticamente modificati prodotti in massa […]. Ci servono città più grandi e aeroporti più grandi. Dobbiamo rompere le barriere del tempo e dello spazio.”
Per affermarsi, la Razza Ariana deve procedere all’eliminazione dei musulmani:
“L’Islam è un nemico dell’Europa. Il Nord è nemico del Sud. C’è una nuova linea di battaglia. Nelle trincee del Nord, la Razza Bianca, dal volto severo e spietato, sta con le pistole cariche e i cannoni pronti. Le orde islamiche di subumani provenienti dal Sud avanzano verso la cittadella del Nord. Gli agenti dell’Islam nel Nord sono stati espulsi o messi a morte. Le truppe nazional futuriste della Federazione Eurosiberiane sono certi della vittoria. Una volta che le terre dei subumani sono state devastate, sorgerà l’alba di una nuova civiltà.
Prima di dire che ciò (ovviamente) somiglia al nazismo, occorre leggere tra le righe la forza vera di questo discorso: il “nazional futurista” non è più intrappolato nei ricordi di altre guerre, ma è impegnato in questa, nella guerra attuale degli Stati Uniti contro il mondo islamico:
L’attuale decadenza dell’Occidente svanirà quando gli aerei scaglieranno le loro bombe sui bersagli nelle giungle e nei deserti del mondo selvaggio. AmeriKa diventerà Vinland [4] e il suo efficiente apparato militare diventerà la principale garanzia del dominio mondiale eurosiberiano”.
Se siamo impegnati in questa guerra, dice von Hoffmeister, ci possiamo liberare dei fardelli di quella passata: via quindi revisionismo/negazionismo, e soprattutto antisemitismo. Con una mossa brillante, trasforma proprio la giudeofobia degli ambienti melaninodeficienti in motivo di sostegno al sionismo. Volete liberarvi degli ebrei? Esiste una discarica apposita… il movimento nazional futurista
“sostiene il sionismo antidiasporico. Vogliamo che tutti gli ebrei si convertano al sionismo, e vogliamo aderire strettamente alla dottrina sionista che dice che tutti i sionisti devono vivere in Israele. Ogni sionista che non vive in Israele è un traditore della razza ebraica”.
Anzi, una volta mandati tutti gli ebrei in Israele, occorre sostenerli:
“Mentre Israele guarda verso il futuro, i musulmani vogliono vivere nel passato. E poi è chiaro che Israele è un avamposto d’Europa sia culturalmente che almeno in parte razzialmente, mentre le nazioni musulmane nel Medio Oriente sono il nemico giurato dell’Europa.”
Una tesi ancora prematura: Hoffmeister è stato violentemente stroncato dall’americano David Duke, il cui razzismo altrettanto delirante lo porta soprattutto a combattere gli ebrei.
Però è probabile che il tentativo del discepolo di Guillaume Faye non sia stato una sortita individuale. Infatti, nel 2007, Guillaume Faye pubblicò il suo libro La nouvelle question juive, in cui definiva l’Islam come unico nemico dell’Europa e sottolineava l’affinità tra lo spirito greco e quello ebraico. Chi lo conosceva bene ha notato che durante la scrittura del libro, Guillaume Faye si incontrava quasi quotidianamente con Emmanuel Levi, un impiegato dell’ambasciata israeliana. Una cosa certamente nel suo diritto, ma che indica che forse non si trattava della semplice presa di posizione di un intellettuale eccentrico.
Due mesi dopo, la Fondazione Europa pubblicò il libro Feindliche Übernahme – Der Kampf des Islams um Europa (“Accoglienza nemica: la lotta dell’Islam per l’Europa”), scritto sotto lo pseudonimo Gideon Harvey. Il testo, radicalmente filoisraeliano e filostatunitense, provocò le dimissioni di Vial dalla direzione della fondazione. Non però da un certo ambiente, visto che Vial lo ritroveremo, anche se a una certa distanza, in alcune organizzazioni assieme a Brinkmann.
A sentire i dietrologi, tutti questi sforzi avrebbero sortito quasi subito un effetto: nell’ottobre del 2007, per la prima volta nella storia, un esponente dell’NPD, Udo Pastörs (capo dell’opposizione interna, più “occidentalista”) ha ricevuto un trattamento pacato alla televisione tedesca.
Nel gennaio del 2009, Brinkmann e Molau sono stati invitati dal FPÖ, assieme a vari esponenti della destra europea, a un incontro a Vienna con un inviato israeliano.
Un critico tedesco riassume così lo scambio deciso alla riunione:
1) I raggruppamenti o partiti nazionali devono dimostrare di distanziarsi dal Terzo Reich e dal revisionismo e di concentrarsi nella lotta contro l’islamizzazione dell’Europa
2) tali raggruppamento o partiti non devono criticare la politica israeliana.
3) in compenso, ricevono accesso ai mass media e le informazioni su di loro diventano più obiettive.
Traduzione: vuoi (a) continuare a cercare di fare saluti con il braccio in alto in cimiteri militari, rischiando anni di carcere oppure (b) vuoi diventare parlamentare con la pensione assicurata? Barrare la casella appropriata.
Nel 2009, Brinkmann e Molau, che accusano l’NPD di essere “in parte filoislamico e antieuropeo” e di perdere il proprio tempo dietro fantasie pagane, sono entrati brevemente nella DVU, l’altra principale formazione dell’estrema destra tedesca, Brinkmann e Molau posero il punto principale alla DVU:
“Oggi non esiste alcun antagonismo politico tra lo Judentum [la comunità ebraica] e l’Europa. L’Islam è il pericolo per la sopravvivenza della cultura europea”.
Nei fatti, Brinkmann diede appena 32.000 euro alla DVU, prima di uscirne e lanciarsi – all’inizio del 2010 – nella rete di movimenti cittadini denominata Bürgerbewegung pro Deutschland, una “destra moderna, democratica e senza antisemitismo“: e ovviamente islamofoba.
Nel gennaio del 2010, Brinkmann annunciò che avrebbe donato cinque milioni di euro a Pro NRW, la sezione di Colonia di Pro Deutschland, sorta per impedire la costruzione di una nuova moschea per la comunità turca.
Impediti dai militanti di estrema sinistra dal far propaganda a terra, Pro NRW ha così potuto condurre la campagna elettorale della primavera 2010 dall’aria.
Il 19 marzo del 2010, Patrik Brinkmann scrisse (o si fece scrivere da qualcuno) un articolo in cui sottolineava i pericoli del materialismo (evidentemente non quello di von Hoffmeister) e ricordava come gli ebrei avessero saputo conservare la propria identità – un esempio per gli europei, che dovranno anche loro riprendersi la loro patria, come se la sono ripresa gli ebrei. Noi cristiani dobbiamo quindi compiere un “pellegrinaggio in Terra Santa”, per poter riscoprire le nostre radici. Il Vero Israele e la Vera Germania si devono ritrovare. Ecco che occorre ritrovare i punti di contatto tra “l’idea prussiana” e il sionismo.
“Ho quindi deciso di organizzare un pellegrinaggio europeo (europäische Pilgerreise) in Israele. Credo che il ritorno alle radici della Terra Santa potrà costituire un’importante bussola politica” [..].
Nelle prossime settimane svilupperemo un programma che ci porterà nelle città sante. Per un’esperienza che ci dia la forza per condurre una crociata politica nella nostra stessa terra, senza la quale l’Occidente sarà abbattuto dall’Islam invasore.”
Il programma del pellegrinaggio-crociata combina abilmente visite a luoghi sacri cristiani e a posti presentati come avamposti della lotta contro l’Islam, al confine con Gaza e con il Libano.
Il pellegrinaggio, previsto per il 2011, probabilmente non coincide con il viaggio tutto politico che Brinkmann ha compiuto adesso assieme a Dewinter, Strache e gli altri.
Comunque, anche la Bürgerbewegung pro Deutschland ha firmato la Jerusalem Declaration. La Germania avrà, finalmente, una sua Destra, legittima, liberale e genocida.
Note:
[1] Qualcuno ci aiuti a capire chi erano i membri italiani della delegazione, cui fanno riferimento tutte le fonti, senza però citarne i nomi.
[2] Nella delirante guerra dei simboli che caratterizza i media dei nostri tempi, i media si sono eccitati per una foto in cui si vede Strache che fa un gesto con tre dita di una mano aperte. Il capo di un importante partito austriaco stava, forse, riprendendo un gesto inventato da Michael Kühnen, disgraziatissimo neonazista tedesco omosessuale, morto di AIDS? Strache sostiene invece che stava ordinando tre birre Krügerl. Noi sosteniamo che i giornalisti hanno tempo da perdere.
[3] Accompagnato da Andreas Mölzer, eurodeputato dell’FPÖ, di cui rappresenta l’ala pangermanista.
[4] Alla faccia dei nemici della globalizzazione, la International Gold Exploration (IGE) saccheggia non solo la Svezia, ma anche l’Angola, la Repubblica Democratica del Congo, il Kenya e il Sudafrica. L’altra azienda del gruppo, dal nome poco giudeocristiano di Wiking Mineral, è diretta da Claes Levin e Ivan Isaksson : quest’ultimo possiamo definire un concorrente di Hernán Cortés, perché si vanta di aver saccheggiato le risorse naturali della Svezia, della Spagna, del Cile, del Perù e delle Filippine. Mandiamo a casa loro gli svedesi!
Alcune note:
-“super-raccolti geneticamente modificati”: evidentemente a Von Nazistonen nessuno ha detto che ad oggi nessun OGM ha prodotto miglioramenti di resa; se un campo produceva tot quintali di grano “normale”, ne produrrà altrettanti di grano OGM.
-“Vinland”: la contrapposizione tra AmeriKa e Vinland vorrà dire qualcosa di preciso nel linguaggio cifrato e simbolico dei circoli a cui appartiene l’autore: boh? Comunque: aridaje con la storia dei Vichinghi che scoprono l’America…
-“la razza ariana l’unica in grado di creare in maniera originale”: oddio, i tedeschi non è che siano noti per la loro enorme creatività… ; casomai sono popolarmente inseriti proprio tra quelli che copiano e migliorano le intuizioni altrui;
-“Adamo dalle guance rosa” per un italiano (ossessionato dal maiale 🙂 ) è un’immagine particolarmente ridicola di antenato mitico; ve lo immaginate uno che proclama “i miei prodi antenati dalle guance rosa”??
-“Israele almeno in parte razzialmente europea” bontà sua, Von Nazi ammette che gli ebrei si sono mescolati con qualcuno dotato di guance più rosa; e perciò, immagino, avranno acquistato la tipica creatività tedesca….
Un appello a Israele: ma invece di rompere le palle ai palestinesi ai posti di blocco, non potreste dare un paio di manganellate a queste gente qui?
Caruccio questo Constantin! Un eurasiatista sionista. Niente male. E ora chi glielo spiega ai vari Lattanzio, Vernole, Graziani, Gaudenzi?
Speriamo che questi stron… volevo dire, intellettuali proseguano la loro marcia verso Gerusalemme. Desidero che tutta l’estrema destra abbandoni lo sterile anti-giudaismo e abbracci il vero e genuino anti-semitismo, l’odio per gli arabi. Così sarà fatta chiarezza. Nazisti di tutti i tempi, unitevi! Non avete da perdere che la vostra paccottiglia.
Il razzialbolscevismo mancava devo dire….
http://nationalfuturism.org/Images/lubitvas.jpg
Qualche citazione:
“Thor is dead, long live the Astronaut!”
“This individualist and egotist nature of the White man can be viewed as a positive trait “
Von Hoffmeister è un tizio molto guastato, che si annoia nella sua vita. E nato in una famiglia di nobili tedeschi (conti, credo), che possiedono vari castelli ed altre cose da cui traggono reddito. Vuol dire che ha soldi e non deve lavorare in tutta la sua vita. E questo, come noto, può causare una terribile noia. Ha studiato, credo, la lingua inglese e fa da insegnante di questa lingua in vari paesi non anglofoni. Per gusto, non per la sopravvivenza. Per il momento risiede nella Russia. Già da fanciullo era ossessionato dalla Guerra Civile americana. Mentre viveva, per un certo tempo, negli Stati Uniti (quando imparò inglese al livello della lingua materna), partecipava nelle “reenactments” (spettacoli) della guerra civile.
Non dico tutto questo per banalizzare tutta la cosa: è una figura, certamente, grottesca e marginale, ma le sue idee sono per nulla marginali. Si tratta di una gigantesca trasformazione culturale, tutt’un progetto. Si dovrebbe parlarne liberamente, senza temere l’accusa di dietrologia o complottismo. Il fatto è che non sono tutti i complotti cose da fantascienza: alcuni hanno base nella realtà, altri no. Andrebbe fatta una distinzione, con ogni caso esaminato individualmente.
E un fatto che l’atteggiamento verso la cosiddetta destra estrema nell’Europa è diventato più tollerante dalla parte del mainstream politico di oggi, paragonato con la situazione, diciamo, di dieci anni fa. Vuol dire che alcune idee provenienti da quegli ambienti sono entrate nel mainstream, sono diventate più “rispettabili” di quanto lo fossero prima. Anche alcuni gruppi e personaggi sono più accettabili per i media e per coloro che detengono il potere. Certamente, a patto che rinuncino l’antisemitismo e accettino un certo livello di neo-conservativismo e la filosofia di vita piccolo borghese del ceto medio generalizzato. Ed a patto che si orientino primariamente sull’islamofobia.
Interessante anche la crescente accettabilità dell’ideologia della melaninodeficienza (ovverossia, razzismo bianco, paneuropeo), che durante gli ultimi decenni era relagata alle margini, espulsa da ogni società rispettabile e colta. Da un lato, è facilmente coniugabile con l’islamofobia, poichè la maggior parte di musulmani proviene da paesi la cui popolazione è di media assai ricca di melanina. Dall’altro canto, però, è un fatto semplice che il mantenimento dell’impero dipende nella larga misura dalla contribuzione di varie persone delle razze “inferiori”. Troppi ariani onorevoli. Come camperebbe la gente come Magdi Allam, se il razzismo diventasse l’ideologia dominante ed obbligatoria? I “negri” ascari dell’impero (penso nel senso largo, non soltanto ai militari) non vogliono essere “offesi” per qualcosa che non possono in nessun modo cambiare, cioè, il loro patrimonio genetico con cui sono nati e con cui devono morire (i musulmani, invece, li si può e deve “offendere”, poichè sono il Nemico Assoluto e Metafisico). Perciò credo che l’ideologia dominante, in un futuro prevedibile, rimarrà fermamente anti-razzista (nonostante deliramenti di vari tizi caricaturali come von Hoffmeister), mentre il razzismo biologico sarà permesso (cioè, sarà permesso in una misura più larga di quanto lo sia stato finora) soltanto come qualche sfogo semi-ufficiale per la gente “bianca” dell’occidente.
Dio mio, siamo ritornati a Gobineau
Per Athanasius
Concordo quasi in pieno. Ci ho messo il “quasi” per precauzione, in realtà non mi viene in mente niente con cui non sia d’accordo. In particolare le tue riflessioni sul rapporto tra antirazzismo e melaninodeficienza ai tempi attuali.
Per Claudio
“Desidero che tutta l’estrema destra abbandoni lo sterile anti-giudaismo e abbracci il vero e genuino anti-semitismo, l’odio per gli arabi. Così sarà fatta chiarezza. Nazisti di tutti i tempi, unitevi! Non avete da perdere che la vostra paccottiglia.”
Credo che tu sia motivato dalla preocupazione che la tua critica a Israele venga confusa con quella di certi elementi di estrema destra; e che quindi anche tu venga giudicato di estrema destra e quindi escluso.
Ciò presuppone però tre cose:
1) che ci sia qualcuno con la forza politica o morale di giudicarti
2) che l’essere considerati di “estrema destra” costituisca un giudizio negativo
3) che basti cambiare i fatti per cambiare la percezione dei fatti
E qui sorgono i problemi:
1) chi ti dichiarerebbe, in questo caso, di “estrema destra”, sono o quattro gatti sfigatissimi di estrema sinistra, che la storia sta per scaricare, chi nel Tirreno e chi nell’Adriatico; oppure qualche giornalista in perfetta malafede. Io considero rumorose ma irrilevanti le opinioni di entrambi.
2) essere considerati di “destra” è indifferente all’80% della popolazione. La maggioranza della parte rimanente, invece, apprezza chi è bollato “di destra”, cioè uno un po’ tonto, xenofobo, che dice battutacce sui gay e non sopporta le femministe. Quindi o sarebbe un’etichetta irrilevante o sarebbe un complimento.
3) Poniamo che nel 2012, l’ultimo “destro” diventa sionista. Nel 2030, non cambierà nulla. Perché citeranno le cose che quel destro ha detto nel 2002, senza precisare l’anno. E’ così che funziona la malafede.
Insomma, ognuno si comporti e scelga come vuole. Siamo in un mondo plurale.
Certamente, sul piano umano, avrei più stima di quelle persone, se fossero più coerenti.
Se Forza Nuova facesse una netta scelta anche su Israele, in coerenza con la posizione che già ha sulle moschee, verrebbe un po’ derisa, ma avrebbe tutto da guadagnare.
Se al contrario decidesse di rinunciare all’islamofobia, in coerenza con la posizione che già ha su Israele, perderebbe il proprio principale strumento di mobilitazione e di legittimazione.
Quindi la coerenza, a livello di gruppo, può solo andare nel senso filoisraeliano.
Mentre ogni individuo non materialmente venduto può scegliere come vuole.
Non sono d’accordo che sia una scelta obbligata e neanche che sia in qualche modo più coerente. A parte l’irrilevanza di chi le esprime quella di FN rimane una scelta che non riflette gli schieramenti in campo per cui chi e’ contro Israele e’ per l’espansione dell’Islam.
Questa e’ la vera mentalità dominante che e’ pure un po’ manichea.
Un po’ per tutti….
Vi ha colpito von Hoffmeister, eh? 🙂
Athanasius ha ragione sia sulla sua marginalità personale (se lo filano soprattutto, pensate un p0′, su un forum che si intitola Viva Malta), sia sull’importanza dello spirito che propone: dico “spirito”, perché le idee sono assai confuso. Ad esempio, lui su questioni economiche, che deve capire pure meno di me, a volte esalta il capitalismo, a volte il comunismo.
Von Hoffmeister poi riflette molto bene lo spirito del suo maestro, Guillaume Faye; che è una persona molto meno marginale. Nel senso che Faye trova ascolto nell’estrema destra in tutta Europa, e l’estrema destra in questo momento sta diventando una realtà importante.
Nel discorso di von Hoffmeister, i singoli elementi sono solo immagini pittoresche, che fanno tutte però parte delle “glorie dell’Occidente” – quindi le cose che lui dice sul bolscevismo, ad esempio, lasciano il tempo che trovano e probabilmente sono dette per scioccare un ambiente di estrema destra. Lasciamo perdere pure le cose troppo “naziste” o belliciste, che rispecchiano solo il suo carattere.
Alla base del progetto di von Hoffmeister:
1) materialismo e culto della tecnologia
2) dominio dell’uomo occidentale (il colore della pelle è un pittoresco dettaglio di cui si compiace il poeta, ma è quasi irrilevante) sulla natura e sui suoi abitanti
3) la cultura dell’eterno rinnovamento-progresso
4) il bisogno di affermare continuamente il dominio attraverso la violenza
5) il tipo antropologico “faustiano”, dell’individuo avventuriero-distruttore-creatore, come modello ideale
E’ una definizione correttisima della civiltà occidentale, tolta la maschera di universalismo con cui si ammanta per meglio ingannare e cooptare.
E su questa definizione, direi che ognuno deve rispondere, da che parte sta? E’ infinitamente più importante della domanda, “sei di destra o di sinistra?”
Ben vengano persone come von Hoffmeister, che ti presentano le cose in maniera chiara e ti permettono di scegliere.
Trovo una evidente contraddizione tra il punto 2 e la conclusione.
Tolto il connotato etnico o razziale, l’uomo occidentale è evidentemente, necessariamente un ideal-tipo universale. Può essere del Kansas come di Hokkaido o degli Urali o di Mumbai o di Bejing.
E le fregnacce sul dominio delle “razze inferiori” un semplice rimasuglio ottocentesco, segno che il nostro pensatore è un pirla. E che non ha letto Adamo Smith e rimane ad una concezione “romana” dell’origine della ricchezza delle nazioni.
Romana??
E quando mai i Romani hanno parlato di razze?
parlavo delle abitudini predatorie e delle tesi obsolete sull’origine della ricchezza delle nazioni, caro Pino
non accusavo certo i nostri antenati di razzismo, sarebbe ridicolo come accusarli di eresia
ciao
“la maschera di universalismo con cui si ammanta per meglio ingannare e cooptare.”
Credo che per universalismo si intenda l’imporre a tutti il PROPRIO modello di civiltà.
Per Mirkhond
Certo, ma forse è più complicato.
Perché il capitalismo deve reggersi sui flussi – roba che viene incessantemente da là a qua.
Cosa che si ottiene, certo, saccheggiando in primo luogo le risorse naturali; ma anche creando situazioni di scambio non equo. E questo si chiama imperialismo.
A questo punto, una parte dell’umanità gode di condizioni piuttosto favorevoli; l’altra no. E quindi ogni retorica di uguaglianza resta solo tale.
Ma se resta tale, anche la cultura ne subisce l’influsso: la cultura dei dominati sarà sempre in turbolenta trasformazione.
>> Perché il capitalismo deve reggersi sui flussi – roba che viene incessantemente da là a qua.
OK
>> Cosa che si ottiene, certo, saccheggiando in primo luogo le risorse naturali; ma anche creando situazioni di scambio non equo. E questo si chiama imperialismo.
Ommamma, posso sapere chi sono i tuoi maestri di economia? Brasiliani e indiani e italiani?
Continuo a manifestare la mia grande ammirazione per Miguel, il quale si è addossato il gravoso compito di decostruire il meraviglioso mondo della retorica “noi-contro-loro” e in particolar modo quello occidentalista e islamofobo. Oltre che tempo e pazienza ci vuole uno stomaco di ferro…
Più che portare un contributo alla già valida collaborazione degli aficionados del blog, vorrei segnalare, a chi già non dovesse conoscerlo, un piccolo pamphlet uscito da noi qualche anno fa:
“Stronzate. Un saggio filosofico” del filosofo Harry Frankfurt. Da questo prezioso libello estraggo queste citazioni (che furbescamente copioincollo da wikipedia):
“Uno dei tratti salienti della nostra cultura è la quantità di stronzate in circolazione. Tutti lo sanno. Ciascuno di noi dà il proprio contributo. Tendiamo però a dare per scontata questa situazione. Gran parte delle persone confidano nella propria capacità di riconoscere le stronzate ed evitare di farsi fregare. Così il fenomeno non ha attirato molto interesse, né ha suscitato indagini approfondite. Di conseguenza, non abbiamo una chiara consapevolezza di cosa sono le stronzate, del perché ce ne siano così tante in giro”.
“Per alcuni è impossibile mentire senza pensare di conoscere la verità. Produrre stronzate non richiede una tale convinzione. Una persona che mente sta reagendo alla verità, e almeno in questo la rispetta. Quando una persona onesta parla, dice solo ciò che ritiene vero; e per un bugiardo è parimenti indispensabile sapere che le proprie affermazioni sono false. Il contaballe, per canto suo, non se ne interessa: non è né dalla parte della verità né da quello della menzogna. La sua attenzione non è rivolta ai fatti come lo è quella dell’onesto e del bugiardo, se non nella misura strettamente necessaria al suo scopo di far credere a ciò che dice. Non gli importa se le cose che racconta descrivano più o meno correttamente la realtà: si limita a sceglierle, o ad inventarle, per perseguire i propri scopi.”
Girolamo de Michele, a proposito di un articolo di Luisa Muraro, sostiene:
“Quel «disordine simbolico demoralizzante» che Muraro individua come effetto del linguaggio berlusconiano mi sembra sia l’effetto non tanto della negazione della verità, quanto dell’insignificanza di verità e falsità. Il “regime della stronzata”, contrapposto al “regime della verità” di foucaultiana memoria, è l’effetto dell’onda lunga della deresponsabilizzazione etica, dell’effetto sedativo della facoltà di giudizio critico riflessivo provocato da un uso accorto dei media e dal ventennale deperimento (dalla fine degli anni Settanta sino alla nuova stagione dei movimenti) delle forme di socializzazione e collettivizzazione dell’esperienza comune, di produzione dell’immaginario, di dismissione del lavoro sulla sfera del simbolico. Una caduta che ha avuto conseguenze verificabili anche sul linguaggio…”.
L’irrilevanza della verità è quanto ci lascia in eredità un dispositivo trasversale e bipartisan che ha all’origine la rimozione del CONFLITTO (di classe? Perché no?) e del suo surrogarsi in fittizie rappresentazioni ideologiche, attraverso categorie che non spiegano nulla: destra… sinistra…maddechè? direbbero a Roma. Giustamente si ricomincia a discutere di capitalismo e imperialismo, ma nel farlo dobbiamo dotarci di una critica al passo coi tempi che c’è dato di vivere.
Potrebbe sembrare inutile cercare di rinvenire una logica in discorsi che non hanno né capo né coda: sarebbe come voler afferrare del fumo. Giustissimo invece seguire il filo della compravendita di privilegi (è solo di ieri la simpatica sceneggiata parlamentare della fiducia…).
Sempre in tema di “stronzate” e dell’estrema destra, aggiungo che mi colpì molto un documentario del 2006 “Jesus Camp” che aveva come oggetto la potentissima lobby cristianista americana. Molto interessante. I nipotini del Ku Klux Klan sono cambiati: non sono più giudeofobi ma sempre più vicini al sionismo estremo. Inoltre la Missione Americana nel mondo è protetta dallo spirito santo e, dovere della nazione è insegnare ai bambini nelle apposite “madrasa” il destino che dio ha voluto per gli americani, a prescindere dal colore della pelle… So bene che Miguel si è già cimentato con queste tematiche.
http://www.megavideo.com/?v=T74Z1ST1
Per Miguel
credi male. Non ho alcuna paura che le mie posizioni mi portino ad essere accomunato agli estremisti di destra. Non me ne potrebbe importare di meno. Ci sono abituato, ad essere considerato destrorso. Ti ricordi il discorsino sulla Patria che tenni a Genova? puoi immaginare il tipo di etichetta che in genere mi appiccicano.
Il punto è un altro. Lasciando da parte le metafore spaziali destra-sinistra, quello di cui vorrei davvero liberarmi è un fenomeno abbastanza preciso: l’eurasiatismo. l’eurasiatismo deve esser costretto in qualche modo a traslocare dall’anticapitalismo alle posizioni di “destra moderna, democratica e liberale”. Perciò, fermo restando che sono favorevole al lancio di Hoffmeister su Damasco, saluto con piacere il nuovo, possibile corso ideologico dei melaninodeficienti europei.
e ricordate: il principio guida è Sangue e Tecnologia.
Mi chiedo come si pone questa gente rispetto alle urgenti questioni del nostro tempo. Voglio dire, ad esempio, credono che il successo della coalizione gaelica a Clontarf contro i Danesi sia un risultato positivo per l’Occidente nel suo insieme? Non dubito che approvino le attività dei razziatori norreni sulle coste degli emirati musulmani, ma cosa hanno da dire su Bisanzio? Siamo tutti preoccupati dal conflitto teologico che oppone il Vescovo di Roma e il Patriarca di Costantinopoli e delle sue ricadute sulla cristianizzazione delle nazioni slavoniche, ma questi sembrano non rendersene conto. Ammettono o no che la lingua dei Bulgari possa essere usata nell’officiare la liturgia? Come valutano il crescente afflusso di monaci greci nel paese del Kagan di Kiev, che pure è di stirpe svedese?
Come considerano il conflitto tra missionari tedeschi e seguaci di Odino nel regno di Norvegia? Sono favorevoli o contrari al consolidamento del potere della famiglia reale in Danimarca? Le investiture dei vescovi nel regno di Germania spettano al Papa o all’Imperatore, e se spettano all’Imperatore, questo vale anche per il principato boemo?
Il nostro credo occidentale deve contenere il Filioque?
Queste sono le risposte che mi aspetto da una destra veramente vikinga, occidentale e moderna. Mi rendo conto che gli eventi di Vinland attirano la loro attenzione e che occorre un posto dove trasferire tutti i Khazary adesso che il loro Khaganato è stato sottomesso da quello di Kiev. Ma credo che invece di concentrarsi sulla dinastia fatimide e i suoi possessi a Gerusalemme, occorre proccuparsi della crescita del potere dei Saffaridi in Persia. Inoltre, come si pongono davanti all’ipotesi di una invasione pecenega della Piccola Bulgaria?
Ecco, dovrebbero pensare di più alla geopolitica regionale, e offrire risposte concrete a chi si preoccupa anche dell’indebolimento del regno di Jorvik di fronte ai risorgenti Anglosassoni. Io credo seriamente che questo sia un problema per tutti i Vikinghi responsabili e loro lasciano stare, senza nemmeno spiegarci se il Wessex può essere seriamente considerato parte della civiltà occidentale.
I Vescovi li deve nominare sempre e solo il Papa, che cavolo!
Per il resto, auspico una piena riconciliazione tra Roma e le chiese autocefale d’Oriente.
E la riconquista dei Luoghi Santi mi pare urgente.
E pure la cacciata di Maramaldo Fini dallo scranno che occupa.
😀
Ciao
Riconquista dei luoghi santi. Vuoi bandire una crociata catto-ortodossa contro l’Entità Sionista? 😀
Sarebbe ora…
e contro gli Infedeli, naturalmente.
sono indeciso riguardo al ruolo degli eretici, potenzialmente utili alleati militari ma una vera spina nel fianco religioso …
😉
Ma fare un Paese Unico Palestisrael ove imporre a tutti quanti, Ebrei e Arabi senza distinguo, un sano Ateismo di Stato Sovietoide, no eh ? 😉
per Falecius
Bisanzio? Quegli invertebrati che non hanno saputo squartare gli eretici monofisiti che adesso hanno prodotto pure un Tarek Aziz? Meno male che ci hanno pensato i Veneziani.
Quante storie. E poi Odino, basta canonizzarlo come San Giorgio, no?
Ciao!
Andrea Di Vita
ai nazionalfuturisti dovrebbe piacere, c’è tutto
http://www.youtube.com/watch?v=uklVuYgiMSA
Solo una timida domanda: cosa diavolo è l’Eurosiberia?
A parte la posizione dominante nel giuoco da tavolo denominato Risiko (e sia maledetto chi preferisce le Americhe o la AfrIndiOceania, che i Dadi vi conducano a perdizione!)
PS mi sa che di questi quattro scemi non sentiremo parlare a lungo, Miguel, sono come il Duke razzista USA che finisce in Persia alla corte di Ahmadinejad per ristrappare un minuto di visibilità.
Oceania. A Risiko è la posizione strategica migliore.
troppo piccola, alla fine entrano e ti spazzano via
Ma ha un solo punto d’accesso. Se ti fortifichi bene nel Siam, è difficile entrare.
Alcuni dei suoi deliramenti possono ascoltarsi qui, in una intervista a qualche radio razzista statunitese:
http://reasonradionetwork.com/20101026/the-sunic-journal-interview-with-constantin-von-hoffmeister
“Il nostro credo occidentale”
Parla per te 😉
…dedicato agli islamofobi (that jealous spite-monger)
…from my sun to my full moon and from my full moon to my sun,
so that I might bring to light what lies hidden in night’s core.
From Persian to Arab, and from Arab to Pesian,
to explain the mysteries’ roots and express the realities’ enigmas.
From my principle to my consequence and from my consequence to my principle,
for the sake of a life that was buried in death, animate or inanimate.
Pay no heed, my soul, to the words of that jealous spite-monger,
or to the remarks of that ignorant presumer, oh mirtle of my soul!
How many ignoramuses have slandered us spiritual beings!
While my revelation descends from the Spirit of inspiration and sanctity,
he is like a man possessed by a demon whose touch make him tremble.
On the matter of spiritual realization mankind does not cease to err,
for God’s secret is poised between the shout and the whisper.
I seek help from God, He is my support and my assistance, glory be to Him!
ibn’Arabi (1165-1240)
[1] Qualcuno ci aiuti a capire chi erano i membri italiani della delegazione, cui fanno riferimento tutte le fonti, senza però citarne i nomi.
Forse questo può esserti utile:
http://www.fdesouche.com/155950-hc-strache-et-filip-dewinter-en-israel#more-155950
Des participants venus d’Allemagne, Autriche, Belgique, Pays-Bas, Suède et Danemark sont présents.
Non si parla mai di una presenza italiana.
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