“(AGENPARL) – Roma, 22 nov – Mercoledì 24 novembre, alle ore 15, presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio, verrà presentato il libro “Ben Gurion e la nascita dello Stato di Israele” di Giancarlo Elia Valori, prefazione di Shimon Peres. Interverrà il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. Oltre all’autore, parteciperanno Gianni De Michelis, Lamberto Dini, Renzo Gattegna , Alessandro Ruben.
L’evento sarà trasmesso in diretta sulla webtv della Camera dei deputati (http://webtv.camera.it).”
Si tratta in tutta evidenza di un libro che nessuno leggerà, su un argomento che non è di particolare interesse e scritto da una persona che ha molte capacità (un suo ammiratore parla del “fantastico Cavlier ELIA VALORI, Uomo sapiente” ) , ma non nel campo letterario.
Eppure viene presentato in una simile sede e alla presenza di tali personalità. Un evento tipicamente italiano, pieno di messaggi trasversali di non facile lettura.
Passa qualche ora, ed ecco che salta sul carro-Valori pure Nicola Zingaretti, che ci dicono sia “il più amato del centrosinistra” assieme a Nichi Vendola:
“Ore 15 – Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti partecipa alla presentazione del libro di Giancarlo Elia Valori.
L’evento si svolge presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio.”
Giancarlo Elia Valori è un personaggio di cui abbiamo parlato a lungo sul nostro vecchio blog, raccontando l’incredibile e misteriosa carriera di questo signore che secondo il magistrato De Magistris sarebbe ai “vertici attuali” della nuova P2 , acceso sostenitore dei massacri di Gaza e ammiratore di Magdi Allam.
Lo scorso febbraio, Giancarlo Elia Valori aveva presentato un altro libro. Un articolo straordinariamente italico su Comunicare Italia ci dà tutta la misura di cosa significhi questo rituale.
Il titolo del libro di Giancarlo Elia Valori era Il futuro è già qui.
Lo scenario del rito era il Palazzo della Cancelleria a Roma.
Ecco gli officianti che hanno avuto diritto alla pubblicazione del proprio nome:
“Tra i numerosissimi intervenuti nella cornice della sala cinquecentesca di palazzo della Cancelleria il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, l’amministratore delegato di Telecom Italia Franco Bernabè, il presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, il finanziere Roman Zaleski, il presidente e proprietario del Gruppo Gmc-Adnkronos il Cavaliere del Lavoro Giuseppe Marra, monsignor Natalino Zagotto, direttore dell’Ufficio per la Vita Consacrata, Vicario Episcopale per la Vita Consacrata e Priore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme – Sezione di Roma, il dottor Andrea Monorchio, già Ragioniere Generale dello Stato e presidente della Commissione del Controllo Autorità Lavori Pubblici, il dottor Piero Gnudi presidente dell’ENEL, il dottor Andrea Mondello presidente dell’Unioncamere Lazio, il dottor Luigi Giampaolino, presidente dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture, il generale Giorgio Piccirillo dell’Agenzia informazioni per la sicurezza interna (AISI, ex SISDE); Gaetano Gifuni già Segretario Generale del Senato della Repubblica Italiana; il dottor Giovanni Sapia, già direttore generale di INPDAI, I-Post e oggi presidente del Collegio Sindacale della Camera di Commercio di Roma.”
Siccome Giancarlo Elia Valori arriva a minacciare dei semplici blogger, e ha mezzi un po’ più efficaci dei nostri, diciamo che questo elenco non ci sembra affatto quello dei membri di una nuova P2, ma una normale congrega di appassionati lettori di libri.
Chi ha ricevuto le più poderose ventate di incenso dall’anonimo scriba dell’articolo di Comunicare Italia era però la direttrice stessa di Comunicare Italia. Annusate:
“Presente anche la dottoressa Viviana Normando, profonda assertrice della centralità dello Stato in rappresentanza dei due gioielli della Fondazione Paolo di Tarso, la Fondazione della Chiesa di Stato: il Gruppo Editoriale in rete Comunicare Italia.it, di cui è direttore responsabile, giovane Gruppo indipendente che ama lo Stato e Italia Excelsa.com, la prima piattaforma di bandiera del Turismo Italiano, a breve on line ed a cui stanno aderendo tantissimi operatori italiani. Progetti ideati da Fabio Gallo, supportati da consulenti di grande profilo etico e spirituale, ispirati da valori cattolici, che rievocano nei settori in cui operano – comunicazione, cultura e turismo – uno spiccato senso di ritorno allo Stato, una partecipazione ed una centralità della gente, delle aziende e delle famiglie a favore della forza reale dell’autonomia della cultura, per rappresentare e rinvigorire esclusivamente i valori e le tradizioni della nostra nazione, il Brand Italia e made in Italy in rete, e poterli tradurre in economia e lavoro. Temi più che pertinenti in una giornata che con la presentazione di un volume ha immortalato i saperi e le evoluzioni dello scenario nazionale ed internazionale alla presenza anche di chi ha saputo capovolgere il mondo del turismo e dell’economia.”
Poi parlano male dei Borbone.
P.S. Potete anche leggere un curioso commento su Giancarlo Elia Valori e i suoi amici, a firma di Gioele Magaldi del Grande Oriente Democratico.
PP.SS. Proprio mentre Gianfranco Fini, Nicola Zingaretti e Giancarlo Elia Valori si dedicavano alle loro attività bibliofile, l’esercito israeliano radeva al suolo il villaggio di Abu al-Ajaj, nei territori palestinesi occupati.
Mig
Mig
Mig
che sassi d’inciampo!
tutto il post reggerebbe se, e non è poco, non ci fosse quell’inciso traditore “argomento che non è di particolare interesse”
ciao
Annusiamo.
Per Francesco
E invece sono convinto che l’opinione di uno scrittore di non elevato spessore, un economista che non fa lo storico e presumibilmente non conosce l’ebraico, riguardo alla storia di Israele di sessant’anni fa, non sia un argomento di enorme interesse.
Se mi regalassero un simile libro, probabilmente non lo leggerei nemmeno. E lo dico io, che sono notoriamente interessato alle questioni mediorientali.
tsk tsk tsk
tu non hai scritto che il libro di Valori è poco interessante (cosa su cui concordo)
hai scritto che l’argomento è di poco interesse
e questo è molto rivelatore, perchè a te interessa moltissimo ma solo dall’altro lato della barricata, cioè da quello palestinese
ciao
PS interessante la citazione di Ben Gurion, quando e dove lo ha detto? e poi, perchè mai gli arabi sarebbero l’unico popolo della storia che non può accettare una sconfitta? o la colpa degli ebrei è di avere lasciato dei nemici vivi, mentre sarebbe stato opportuno sterminarli tutti per fare piazza pulita (mi pare lo facessero i Mongoli, dove riuscivano)?
Per Francesco
“tu non hai scritto che il libro di Valori è poco interessante (cosa su cui concordo)
hai scritto che l’argomento è di poco interesse”
Argomento e libro in questo caso coincidono.
Ripeto, l’argomento – “ancora chiacchiere non originali su un politico israeliano di mezzo secolo fa, da parte di un non esperto che non ha nulla da contribuire” – è privo di grande interesse.
Esattamente come lo sarebbe una biografia superficiale e agiografica, che so, di Nasser.
Che poi una prospettiva del tutto nuova, rivoluzionaria, sulle origini di Israele o sulla carriera di Nasser, potrebbe essere interessante, per me o per (alcuni) altri, è un altro paio di maniche.
Poi dicono che ha fatto male Ciarrapico a dire che quelli di Futuro e Libertà volevano ordinare le kippah.
E’ vero che nessun politico italiano ormai osa non dichiararsi filo-israeliano, ma essere costantemente il portavoce di Israele e degli ebrei e fare di questo l’unica cifra significativa della propria politica è un’altra cosa.
MIG toscano e non sovietico Ciao. Ma sai che lo stesso Ben Gurion disse;
Perché gli Arabi dovrebbero fare la pace? Se fossi un dirigente Arabo non firmerei mai (la pace ) con Israele. E normale: abbiamo preso il loro paese. Certo, Dio ce lo ha promesso , ma in cosa gli può interessare ciò? Il nostro Dio non è il loro. E vero che siamo originari di Israele, ma la cosa risale a duemila anni fa: in che cosa gli riguarda? Ci sono stati L’antisemitismo, i nazisti , Hitler, Auschwitz, ma è stata colpa loro? Loro vedono una cosa sola: siamo venuti e abbiamo rubato il loro Paese. Perché dovrebbero accettare questo fatto? (David ben Gurion)
Sai qual’è il lato “ironico” di questa tristissima vicenda?
Che un professore israeliano, Shlomo Sand, in un suo studio recente afferma che i Palestinesi sono in buona parte, i VERI DISCENDENTI degli antichi israeliti e giudei, e ha confermato che gli Ebrei attuali discendono da una miriade di popolazioni tra le quali si diffuse il Giudaismo, di cui uno dei gruppi più consistenti furono i Khazari, antenati di gran parte degli Ashkhenaziti.
Quindi i “discendenti” che sono “tornati” in Israele, in realtà lo sono solo per RELIGIONE.
ciao
Sì, fa piacere che dica queste cose, perché è un ebreo israeliano, figlio di deportato ad Auschwitz, che in pratica smentisce il fondamento stesso della legittimità dello stato di Israele, quindi non solo Sand è in perfetta buona fede, ma è anche molto coraggioso.
Ciò non toglie che la tesi cazara sia una corbelleria priva di qualunque fondamento scientifico serio.
Il che non significa nulla ai fini dei diritti dei Palestinesi: gli ebrei “israeliani”, da dovunque vengano, non è che dopo duemila anni hanno diritto di andare dove c’è un altro popolo, insediarsi con la prepotenza e cacciarlo di là.
Peucezio: esistono pubblicazioni serie che smentiscano la tesi cazara? Non che io vi aderisca, ma dalle cose che ho letto sembra perlomeno plausibile (lo dico da non esperto della faccenda, anche se me ne sono interessato).
Chiaramente la risposta definitiva in merito credo possa venire soprattutto da lavori seri ed accurati di genetica della popolazione, e non sono al corrente di lavori del genere.
I lavori di genetica la smentiscono, anche se non in modo assoluto e incontrovertibile: la genetica da sola non ci può dire tutto, anche perché possiamo sapere il DNA degli attuali abitanti dell’ex Cazaria o di popoli ritenuti con essi imparentati, ma non degli antichi cazari (anche se poi magari vengono fuori resti analizzabili geneticamente).
Ma il punto non sono le pubblicazioni che non smentiscono. Credo non esistano neanche pubblicazioni serie che smentiscano le tesi di icke sui rettiliani. La tesi cazara è meno fantascientifica, ma il punto è che non c’è nessuna pubblicazione seria che la AFFERMI.
Sand, cui va tutta la mia stima e simpatia per l’intento che c’è dietro la sua tesi e per la sua buona fede, non è uno storico di quel periodo ma si occupa di tutt’altro.
Questi lavori di genetica da chi sono eseguiti e finanziati?
Ma credi DAVVERO che gli Ebrei Ashkenaziti e Sefarditi siano i discendenti BIOLOGICI di quelli antichi e mediorientali?
Per Mirkhond
Non saprei rispondere alla tua domanda. Ho letto pero’ di recentre che ci sono pure dei genetisti Indiani che hanno beccato finanziamenti Israeliani per verificare tramite analisi a tappero del DNA se i Pashtun non siano per caso i discendenti di antiche comunità Ebraiche stanziatesi da quelle parti più o menoai tempi di Alessando Magno. Sarebbe buffo se si dimostrasse che il mullah Omar è un Ebreo…:-)
Ciao!
Andrea Di Vita
Per Andrea Di Vita
Ne ho accennato io stesso in un “fuori programma” durante la discussione sulla protesta degli studenti inglesi.
ciao
Gli unici studi di genetica di cui ho letto (ma che personalmente non ho letto, anche perché non è il mio campo e dubito che ci capirei più di tanto) affermavano che gli ebrei sefarditi sono “parenti” delle popolazioni vicino-orientali, e quelli ashkenaziti pure ma un po’ meno.
Ignoro riguardo gli italiani; so che altri gruppi hanno invece origine soprattutto non palestinese (in senso geografico), cioè gli ebrei olandesi, quelli indiani e soprattutto quelli etiopi.
Mentre gli arabi palestinesi, in effetti, sarebbero parenti degli ebrei.
Quasi tutti i miei conoscenti israeliani aderiscono all’idea (una di quelle cose di cui non si può discutere) “siamo sempre stati qui”, anche se poi uno ha i genitori algerini, uno francesi , uno russi e così via…
Resto comunque dell’idea che la genetica (come altri metodi più fuori moda di indagine “razziale”) debba essere tenuta fuori dalla politica.
Tanto più che, rispetto ad altri metodi, appare ancora di più come una cosa quasi “esoterica”, con un lessico e una metodologia che escludono i non iniziati e perciò si prestano altamente alle ultra-semplificazioni, falsificazioni ecc. ecc.
Tra l’altro, in tutte le indagini compiute, mi pare che conti moltissimo il campione scelto come rappresentativo, quindi c’è sempre un certo margine di arbitrarietà:
un giorno i toscani discendono dagli etruschi, quello appresso non c’entrano niente ecc.
Ancora più importante, è che storicamente il dato genetico è forse il meno indicativo nel definire l’ “identità” di un popolo.
Ciao!
Concordo con Pino Mamet e Falecius.
Non sono un genetista, ma già ne parlammo quest’estate, basta osservare le fattezze di molti Ashkenaziti per rendersi conto della loro origine NON semitica e/o mediorientale.
E concordo pure con Sand. Riguardo alle fattezze dei Khazari, si dà per scontato che essendo un popolo turcofono, o meglio un mix guidato da una classe dirigente turcofona, avessero tutti o quasi fattezze ALTAICHE, il che è tutt’altro che certo.
Non dimentichiamoci che la sede del khanato khazaro era nel Daghestan, luogo in lui molta gente indigena presenta fattezze ARMENOIDI, a cominciare proprio dall’annosa e noiosa questione dei “nasuti”.
ciao
Sì, ma insomma, com’è che nessuno, quando si discute di ‘sta faccenda, presenta mai uno straccio di bibliografia seria?
Il cronista Ibn Said al-Maghribi, afferma riguardo ai Khazari: “hanno carnagione bianca, occhi azzurri, capelli fluenti e prevalentemente rossastri, corporatura robusta e temperamento freddo.”
Ibn Said al-Maghribi. Manoscritto della Bodleian Library, citato da D.M. Dunlop nel suo The History of the Jewish Khazars, Princeton University Press, Princeton 1954, pp.IX-X.
ciao
Allora: la genetica delle popolazioni è un utile strumento per lo storico, al pare di altre discipline esoteriche quali la dendrocronologia o la palinologia.
Tuttavia, il diritto di un singolo individuo ebreo nato in Israele a stare in Israele non dovrebbe avere a che vedere con la sua semiticità o cazarità, e certamente l’esistenza o non esistenza di Israele non è minimamente scalfita da nessun fatto riguardante aplogruppi di nessun tipo.
Beh, in generale è vero, però se davvero si scoprisse che gli ebrei attuali non c’entrano niente con quelli che abitavano in Palestina prima della diaspora, quella sia pure minima, a mio avviso del tutto insufficiente e inadeguata, giustificazione storica all’occupazione di quelle terre e all’espulsione dei Palestinesi, verrebbe meno anch’essa.
Mmmm
Peucezio
però l’Italia è il paese degli italiani, non il paese di quelli che avevano i loro antenati qua mille, duemila o tremila anni fa…
Israele, piaccia o meno, è stato fondato come paese degli ebrei, non come paese di quelli con l’aplotipo Y sottogruppo tal dei tali con lo scappellamento a destra…
Ciao!
Mah, le due cose finora più o meno coincidono, malgrado i vari apporti, in realtà molto sottovalutati.
Quanto agli ebrei, al di là di tutto sono loro che hanno creato tutta questa mitologia.
Ti faccio presente che in Italia ci sono gli Italiani, una volta si sarebbe parlato di Italici, senza contare Etruschi, Galli ecc. ecc., in Francia ci sono stati Franchi, Galli ecc., ma prima che che tutti questi esistessero, ai tempi degli Assiri e degli Egizi c’erano gli ebrei, che sono passati attraverso Persiani, Greci, Romani, Goti, Franchi e poi Francesi, Italiani, Tedeschi, Russi, Americani…
Cioè è una sorta di popolo fossile, che passa attraverso i millenni di storia, forse anche cambiando, ma tenendoci a continuare a considerarsi e farsi chiamare ebreo, a leggere la Torah, a rispettare il sabato e via discorrendo.
Se quindi i nomi hanno un senso e se fosse vera la teoria cazara (che secondo me è fanta-storia pura), cosa c’entrerebbero questi con gli ebrei? Gli ebrei si sarebbero estinti o forse rimarrebbe qualche residuo in Palestina, mescolatosi con altri. Ammenoché non pensiamo che “ebreo” sia un nome che possiamo applicare a tutto ciò che ci gira, a nostro piacimento.
Le origini dello stato d’Israele infatti affondano nella legittima necessità di dare un rifugio agli Ashkenaziti sudditi della Russia zarista e pesantemente vessati da questa.
Poi il Nazismo ha aggravato la situazione.
Ciò non toglie che tutto ciò è stato ed è tutt’ora pagato pesantemente dai Palestinesi.
Ah, se il khanato khazaro fosse sopravvissuto alle incursioni dei Rus’ e dei Mongoli!
Oggi gli Ebrei avrebbero un paese loro e i Palestinesi pure.
ciao
Giocando con la genetica, per ciò che vale…
L’ipotesi che mi piace di più – parliamo di gusti, non di certezze scientifiche – è quella che vede nei palestinesi attuali i discendenti degli ebrei convertiti al cristianesimo e poi in massima parte all’Islam, che non si sono mai allontanati.
Di conseguenza, i “veri ebrei” cui sarebbe stata promessa la Terra Santa 🙂
Non concordo.
Trascurando il periodo attuale, l’essere ebrei è stato prima di tutto un dato religioso, per cui chi da ebreo diventa cristiano o islamico o ateo perdeva l’appartenenza al popolo.
Chiaro che un tempo, quando si nasceva entro una comunità, le mattane in età adulta non cambiavano l’origine. Uno era un “ebreo convertito” o “ebreo miscredente”.
Peraltro, credo che la storia fornisca esempi di “punizioni” di ebrei idolatri ad opera di ebrei fedeli, per cui non vedo la significatività dell’eventuale scoperta archeo-biologica.
E’ un pò come se Maroni scoprisse che il suo vero padre è un calabrese: l’appartenenza alla Lega non è biologica, è economico-ideologica.
Ciao
Per Francesco
”punizioni”
Al Liceo mi hanno insegnato che Spinoza fu pubblicamente coperto di sputi in Sinagoga dopo aver sinceramente dichiarato di abbandonare la Torah per abbracciare le proprie idee panteiste.
Ciao!
Andrea Di Vita
è un motivo per cui diffido moltissimo di Spinoza, credo di aver iniziato ad apprezzare l’ancien regime studiando questo episiodo al liceo
Per Mirkhond
ma è proprio necessario che a ogni identità nezionale, etnica o religiosa debba per forza corrispondere uno specifico stato? Non lo trovo giusto in linea di principio. E non lo trovo giusto a maggior ragione proprio adesso che gli stati sono esautorati di fatto da ogni residuo di sovranità da parte di un capitalismo finanziario e globalizzatore, conservando semmai solo le funzioni di polizia imperiale.
Lasciamo perdere poi che ogni “identità” esiste solo come frutto di una serie di eventi storici e/o manipolazioni artificiose.
Per Guido
Il problema è la coesistenza nel reciproco rispetto. Se ciò purtroppo non è possibile, come insegna la storia recente, purtroppo la soluzione dello stato nazionale per quanto misera e riduttiva non può essere scartata a priori, purtroppo…
Per il resto sono d’accordo con te.
ciao
” Allora: la genetica delle popolazioni è un utile strumento per lo storico, al pare di altre discipline esoteriche quali la dendrocronologia o la palinologia.”
Su questo non c’è dubbio, il problema è quando si chiede a una disciplina di fare il lavoro dell’altra, o se ne sputtanano i risultati per portare avanti la propria “agenda”.
Ciao!
PS
L’idea degli israeliani “siamo sempre stati qua”, anche se va contro l’apparenza, un suo minimo fondamento ce l’ha: una popolazione che ha mantenuto la religione ebraica è sempre vissuta in territorio palestinese (sempre in senso geografico);
giova ricordarlo, anche perché nessuno lo fa mai (se non nei siti strettamente proIsraele, dove però ci si dimentica di dire che il resto della popolazione si era convertito al cristianesimo prima, e all’Islam poi).
Affascinante, comunque, che siano sempre esistiti degli “ebrei palestinesi”: l’esempio migliore che la convivenza è possibile.
>Affascinante, comunque, che siano sempre esistiti degli “ebrei palestinesi”: l’esempio migliore che la convivenza è possibile.
Di uno, in particolare, si continua a parlare da duemila anni :-).
Saluti da Marcello Teofilatto
Sì, grazie, di quelli di quell’epoca lì credo siano informati tutti, mentre non credo che tutti sappiano del concilio di Yavne, di Bar Kokhba o della rivolta contro Eraclio
😉
Chi vuole, può sempre fare un salto da queste parti 🙂 M.T.
Nazareth, il villaggio di Gesù, iniziò ad essere cristianizzato A FORZA all’epoca di Costantino. All’epoca di Eraclio, intorno al 630 d.C., venne ultimata l’opera di cristianizzazione forzata della sua popolazione giudaica, e tutto ciò alla vigilia della conquista araba islamica del 636-638 d.C.
ciao
“Ma credi DAVVERO che gli Ebrei Ashkenaziti e Sefarditi siano i discendenti BIOLOGICI di quelli antichi e mediorientali?”
Rispondo a Mirkhond:
beh, sì, abbastanza, specialmente per i Sefarditi;
si tratta dopo tutto di comunità piuttosto chiuse ed endogamiche; inoltre ci sono stati pochi casi in cui “diventare ebreo” sia stato socialmente desiderabile (uno era quello dei Khazari, in effetti) per il resto è sempre stato più facile fare la scelta opposta, quindi vedo più probabile, per dire, che un italiano cristiano sia “geneticamente ebreo” piuttosto che un ebreo italiano sia “geneticamente osco” o “celta”.
Ma poi, ripeto, non è certo la genetica che deve dirci chi può stare in un posto o nell’altro;
altrimenti mi sa che dovrei smammare da qua!! 🙂
Sui Sefarditi sono sostanzialmente d’accordo con te. Tieni presente però che gli Ebrei già all’epoca di Gesù pare che fossero diversi MILIONI sparsi in un ‘area dall’India alla Spagna. E’ dubbio che tutti costoro fossero i discendenti biologici della piccola popolazione cananea meridionale dei Giudei.
Shlomo Sand infatti afferma che i Sefarditi spagnoli siano in parte almeno, discendenti dei berberi magrebini convertitisi al Giudaismo PRIMA della conquista arabo-islamica del 670-710 d.C. e che molti di essi seguirono i nuovi signori arabi in Spagna, dove si unirono agli Ebrei spagnoli già residenti.
ciao
Sempre per Andrea Di Vita
Quanto alle origini ebraiche dei Pashtun, bisogna sottolineare che la documentazione a riguardo è di epoca musulmana.
Gli scavi archeologici fatti negli anni ’40-’60 del XX secolo, hanno portato alla luce un’area cimiteriale ebraica nel Ghor risalente al 750-1250 d.C.
Abbiamo inoltre il Hudud al-Alam, opera di un ignoto autore iranico orientale e risalente al 982 d.C., che cita un villaggio chiamato SAUL, sulle montagne ad est di Ghazni.
Sempre in epoca ghaznavide abbiamo testimonianze più dettagliate ad opera dei viaggiatori ebrei spagnoli Musa ibn Ezra nel 1080 e Beniamino di Tudela nel 1160-70, il quali affermano che sempre sulle montagne ad est di Ghazni vi era una popolazione di 80000 Ebrei, una cifra notevole per la demografia dei tempi.
Ed infine il Makhzan-e-Afghani (Storia degli Afghani), scritto negli anni 1613-1630 a Delhi, da un certo Nimat Allah al-Harawi per conto di un generale pashtun al servizio dell’imperatore Moghul Jahangir (1605-1627).
In questo testo si afferma esplicitamente l’origine ebraica dei Pashtun, sebbene attraverso una bizzarra genealogia che si farebbe risalire ad una mitica Afghana, figlia del re Saul, la quale avrebbe condotto e regnato sulle dieci tribù perdute deportate dagli Assiri nel…Pashtunistan!
Questa storia bislacca ovviamente non è presa sul serio da nessun studioso, ma è certo che a partire da quella data, anche in seguito ai viaggi di esploratori-spie britanniche nei secoli XIX-XX, questa leggenda ha trovato dei supporters.
C’è un fondo di verità in queste leggende?
Bisogna aggiungere che prima della conquista musulmana dell’Iran orientale nei secoli VII-XI, l’unica fonte che accenni ad una presenza ebraica ad EST di Rayy (Teheran), è il Contra Apionem di Giuseppe Flavio (37-104 d.C.), il quale rifacendosi ad un’opera perduta di Ecateo di Abdera (IV sec. a.C.), afferma che lo Shah achemenide Artaserse III Oco (358-338 a.C.), avrebbe deportato in Ircania (attuali Mazandaran e Golestan iraniani), sulla sponda sud-orientale del Caspio, dei Giudei catturati dopo la riconquista persiana dell’Egitto nel 343 a.C., notizia poi ripresa dallo scrittore cristiano Giulio Africano (160/170-240 d.C.), quest’ultimo originario di Gerusalemme e forse di origine ebraica.
Si potrebbe affermare, ma ripeto, mancano prove certe, che gruppi di Giudei provenienti dall’Ircania possano essere all’origine delle comunità del Ghor e del Pashtunistan, comunità che poi si islamizzarono.
E’ possibile che queste comunità fossero indigeni iranici del Ghor e Pashtun convertiti al Giudaismo da questi missionari dell’Ircania o dell’Iran occidentale, oppure come ritiene Vittorio Messori, parte dei Khazari che dopo un primo attacco dei Rus’ al loro impero nel X-XI secolo, si sarebbero volti ad est e a sud dell’Amu Darya, stabilendosi tra i Pashtun e venendone assimilati e in seguito islamizzati.
Quest’ultima tesi però, mi sembra la meno probabile. A quanto mi risulta, non vi sono accenni ad una migrazione khazara sotto il regno di Mahmud di Ghazni (997-1030), sultano della dinastia mamelucca turca iranizzata dei Ghaznavidi (962-1186), e signore di vasti territori tra Iran e India, anche se le testimonianze sovracitate risalgono proprio all’epoca ghaznavide.
A mio modesto parere, resto dell’idea che una parte dei Pashtun abbia abbracciato il Giudaismo in un’epoca tra l’VIII e XI secolo dopo Cristo, prima di essere per la stragrande maggioranza islamizzata in seguito, e ciò, elaborato in una confusa memoria popolare orale, abbia costituito la base di tale leggenda.
Per ultimo bisogna considerare il ruolo emergente dei Pashtun nel XVII-XVIII secolo, tra i due grandi imperi islamici dei Safawidi dell’Iran e dei Moghul dell’India, ruolo che, dopo un effimero tentativo di restaurazione sunnita nell’Iran condotto dai Pashtun nel 1722-29, avrebbe poi portato costoro a rompere definitivamente con l’Iran e a costituire il loro stato nel 1747 con Ahmad Shah Durrani a Qandahar.
In questo frangente, per i rozzi e selvaggi Pashtun, rivendicare un’antichissima radice ebraica preislamica, significava attribuirsi un blasone d’antica nobiltà che li mettesse alla pari con i due grandi e raffinati imperi contigui, e li sdoganasse dal ruolo di bassa manovalanza dell’uno e dell’altro, come quasi sempre fino ad allora.
ciao
Per mirkhond
Grazie di queste abbondanti e interessantissime notizie!
Mi chiedo quanto tutto questo rimescolarsi di popoli abbia alla fine contribuito al diffondersi della leggenda della Decima Tribù Perduta…
Ciao!
Andrea Di Vita
“Ti faccio presente che in Italia ci sono gli Italiani, una volta si sarebbe parlato di Italici, senza contare Etruschi, Galli ecc. ecc., […] ma prima che che tutti questi esistessero, ai tempi degli Assiri e degli Egizi c’erano gli ebrei [… ]
Cioè è una sorta di popolo fossile, che passa attraverso i millenni di storia, forse anche cambiando, ma tenendoci a continuare a considerarsi e farsi chiamare ebreo, a leggere la Torah, a rispettare il sabato e via discorrendo.
Se quindi i nomi hanno un senso e se fosse vera la teoria cazara (che secondo me è fanta-storia pura), cosa c’entrerebbero questi con gli ebrei? Gli ebrei si sarebbero estinti o forse rimarrebbe qualche residuo in Palestina, mescolatosi con altri. Ammenoché non pensiamo che “ebreo” sia un nome che possiamo applicare a tutto ciò che ci gira, a nostro piacimento. ”
Peucezio
no, non la penso così.
Non è che gli italiani sono “gli italici”, cioè che tu o io abbiamo la cittadinanza italiana, o ci consideriamo appartenenti al popolo italiano, perchè i nostri antenati erano Oschi anzichè Liguri (o Peucezi 🙂 );
a dire il vero, non ho la minima idea di chi fossero i miei antenati di duemila anni fa!
Ma chi se ne frega, poi?
e perché mai per gli ebrei dovrebbe essere diverso?
Come dici tu, sono ebrei perchè si riconoscono come tali, rispettano (o meno) il sabato, la Torah ecc. ecc.;
mica perché hanno un aplotipo anziché un altro!
Altrimenti va a finire che facciamo gli stati basandoci sulla genetica, e di stati legittimi non ne resta in piedi manco uno, perché i popoli “puri”, semplicemente, non sono mai esistiti.
Ciao!
Però c’è un’ambiguità di fondo:
l’Italia è il paese dei cittadini italiani, non degli italiani “etnici” (che possono benissimo essere australiani o canadesi o chi se ne frega);
invece Israele ha scelto di definirsi come “stato ebraico”, vale a dire paese (principalmente) degli ebrei “etnici”, compiendo così da solo l’occasione per essere criticato come, appunto, stato “etnico”.
Ora, per quanto la genetica conta sempre fino a lì nella definizione di un ethnos, Israele insomma se le è andata un po’ a cercare, queste capillosità sui Khazari e mica i Khazari.
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