“Ma tu ci sai trasiri ntu cumpiuter?”, mi chiede, mordicchiando il suo sigaro spento.
“Perché io sono qui, e mi affatico, no, non è che lavoro, penso; e vurria scrivere un libro, ce l’ho qui in testa, per parlare di psicologia, di antropologia, di sociologia, di egittologia e di religione e di storia, che queste cose ce le ho nel DNA. E vurria parlare di Gesù, che ca’ si dice comunismo, e fascismo, ma il regno di Gesù è perfetto, non ci sono né latri né carrabbinèri, che se ho due pezzi di pane, uno me lo mangio io e uno lo dò a te.
La Sicilia mi stava stretta, mo’ patri m’ha rinnegato, ci ho lasciato due figli, è bello avere i figli, ci parli, ma di loro non so più niente da tredici anni. E sto scoppiando, mi nni vulissi ghiri, via di qui, lavoro non ne trovo, che io ho lavorato nei mercati generali, ho lavorato in fabbrica, ho fatto di tutto, quando lavoro ce n’era.
Però ho la salute e il cervello, e vurria trasiri ntu computer e scrivere tutte le cose che penso, ma non una cosa così, un vero libro voglio scrivere, forse tu mi aiuti a capire come funziona ‘u cumpiuter”.
E’ successa una cosa orribile, ieri notte. Orribile e profondamente ingiusta.
Invece di sbaraccare centri sociali e campi nomadi, la gendarmeria di stanza a Firenze ha fatto un bel pulito di ricchi.
Si vede che nel buco nero dell’occidente, come la chiamava Tortoli ai tempi in cui non si facevano le campagne elettorali coi pallonieri ma semplicemente offendendo la parte avversa, la lotta al degrado la intendono in una maniera un po’ originale!
bel post!