Il Numerante Supremo e la Notte dei Fuochi

“Si è perciò coniata anche la parola ‘mammonismo‘ , ma certo solo pochi si sono resi conto che questo Mammona è un essere reale che s’impadronisce dell’umanità come di uno strumento per annientare la vita della terra”.

Ludwig Klages

Qui sul blog, il commentatore Peucezio spiega cosa intende quando se la prende con il “materialismo“:

“il materialismo è la reificazione quantitativa e utilitaristica della natura, quel regno guénoniano della quantità che tanto, giustamente, deprechi.

Per un materialista il fiume serve solo per ricavarci elettricità, la montagna per cavarci materie prime e si può violentare e distruggere tutto.”

Peucezio definisce molto bene l’approccio all’esistente che invece Ludwig Klages, 111 anni fa, chiamò mammonismo.

Ludwig Klages

Non capisco perché chiamare questo approccio al mondo “materialismo“: sono molto ignorante in storia della filosofia, ma mi sembra di ricordare che questo termine venisse usato in polemica sia con la teologia cristiana, sia poi con le fantasie “idealiste“, che per me sono l’altra faccia della medaglia: o a decidere dell’universo ci sono gli atomi che interagiscono tra di loro, o ci sono le mefitiche fantasie di dominio degli esseri umani.

Ma la cosa che Peucezio chiama “materialismo”, il mammonismo di Ludwig Klages, esiste eccome, e contiene diversi livelli.

Innanzitutto, l’istinto animale di ‘divorare‘.

Poi l’istinto umano di organizzarsi insieme, con l’aiuto del linguaggio, per ‘divorare‘.

Poi l’elemento culturale che ritroviamo nell’Ulisse dantesco.

Dante aveva un'incredibile empatia per tutte le persone che incontrava, ma aveva ben chiaro che il posto di colui che aveva superato le Colonne d'Ercole poteva solo essere l'Inferno. E la cosa interessante è che a qualsiasi studente di liceo oggi insegnano che Ulisse era dalla parte giusta. Un diabolico modello, insomma. Commuove pensare che Dante avesse potuto intuire il male del dominio planetario statunitense tanti secoli prima...

Questa avidità però venne magicamente trasformata da un piccolo marinaio toscano astuto, altroché Ulisse: Leonardo Fibonacci, quando ci diede lo strumento per rendere qualunque cosa equivalente a qualunque altra cosa: i numeri cosiddetti arabi, che poi sono indiani, solo che né gli indiani né gli arabi avevano capito la loro potenza distruttiva.

Ora, se tutto è numerabile, l’unica cosa che conta è il possesso del Numerante Supremo, il Denaro.

“Venne infatti un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato”.

Karl Marx, Miseria della filosofia, 1847

Ma questa è la morte della Materia, altroché materialismo: il criterio di ogni cosa diventa l’astrazione suprema e l’idealismo supremo – la credenza universalmente condivisa nel valore assoluto del Denaro.

Posso credere o no alla Trinità senza che nessuno oggi mi rompa le scatole, ma finisco in guai interminabili se non credo e non adeguo i miei comportamenti al dogma almeno altrettanto immaginario che 100 dollari facciano 92 euro al cambio di oggi.

A possedere un tot di quattrini, c’è un Individuo, che senza quei quattrini è solo, appunto un Individuo, un atomo che non può essere ulteriormente spezzato.

Si crea allora la fede in due astrazioni immateriali: l’Individuo e il Denaro. Nient’altro esiste, e tutte le leggi ci obbligano a crederci.

A denunciare questo, molti intellettuali inglesi, qualche intellettuale statunitense, il chimico tedesco Ludwig Klages e l’anarchico tedesco ebreo, Gustav Landauer; l’Italia brilla per un’assenza quasi totale (tranne qualche teorico di strapaese toscano forse, durante il fascismo, e poi isolati contadini ai tempi nostri).

Ma chi forse riuscì meglio a cogliere l’essenza di alcuni meccanismi fu Karl Marx. Nessuno è perfetto, Marx era contraddittorio e oggi è ovviamente superatissimo. Ma è incredibile quanta prescienza ci fosse nei suoi manoscritti del 1844, dove in mondo ancora poco più che neolitico, descriveva i tempi che stiamo vivendo quasi due secoli dopo.

Il mammonismo ha reso possibile la Rivoluzione Industriale, il colonialismo, l’espansione degli Stati Uniti e tutto il resto, e ha precipitato il mondo in una guerra da cui per un caso è emersa l’Unione Sovietica, che a parole faceva vagamente riferimento a Marx.

I dirigenti dell’Unione Sovietica la pensavano esattamente come i dirigenti di tutti gli altri paesi dell’epoca: “il fiume serve solo per ricavarci elettricità“.

Questo riferimento di Peucezio mi ha colpito particolarmente, perché fu il motivo della Feuernacht, la mitica Notte dei Fuochi, 11/12 giugno 1961, in cui i contadini, gli osti, gli artigiani, della resistenza sudtirolese colpirono tralicci e centrali elettriche, con una tremenda attenzione a non colpire vite umane. Tralicci e centrali elettriche con cui alle spese delle piogge e delle nevi e delle montagne, si mantenevano le industrie della Pianura Padana.

Uno dei 37 tralicci colpiti la notte del 12 giugno, 1961

Ecco Graun im Vintschgau (cui il fascismo ha inventato un nome italico che vi censuro, ma che i nostri antifascisti contemporaneo continuano a usare come se nulla fosse), dove il campanile della chiesa del 1140 è stato annegato.

Tutto parte in pieno fascismo, anno 1939, nell”interesse nazionale per rafforzare l’industria nazionale”; e tutto si realizza dieci anni dopo, in pieno antifascismo, per elettrificare Milano (Lenin: “Il socialismo è uguale ai soviet più l’elettrificazione”).

Ogni giudizio su bolscevismo, fascismo, nazismo deve partire dalla premessa: furono tutte note a piè di pagina alla Grande Strage (1914-1918), che non fu voluta da fanatici estremisti, ma da sovrani, diplomatici, politici, intellettuali, imprenditori. La grande menzogna su cui si reggono tutti i miti del ventunesimo secolo, da Destra a Sinistra, consiste nel demonizzare le inevitabili conseguenze, e non interrogarsi mai sulle cause.

Se furono fucilati gli Zar, sotto di loro furono fucilati innumerevoli contadini russi che non volevano sparare su adolescenti tedeschi. Se adolescenti italiani andavano in giro a distruggere le Case del Popolo in Italia, è perché il governo italiano aveva insegnato loro che era bello e doveroso ammazzare adolescenti austriaci. 

Il regime sovietico guardava il mondo con lo stesso occhio avido dei capitalisti: “la reificazione quantitativa e utilitaristica della natura” era l’essenza di tutta un’epoca.

Gaia Baracetti mi ha insegnato a guardare sempre indietro nel tempo: immaginatevi come dovevano essere la terra, il mare e il cielo respirabile - la biosfera - dell'anno 1913, rispetto a oggi. 

Pensate per un attimo a qualunque posto, 

che fosse l'aria che respirava la vecchietta che metteva la sedia fuori qui, in Via del Leone, dove oggi ci passano solo le macchine, 

che fosse la spiaggia frequentata da quattro pescatori, fatta di dune, dove tartarughe e strani uccelli facevano i nidi,

o che fosse il luogo nel mare dove le balene divoravano i pesci e non sapevano ancora cosa fossero i sacchetti di plastica, 

o semplicemente il villaggio dove la notte si potevano vedere le stelle come oggi li possono vedere solo gli astronauti.

Anno 1913, Ludwig Klages diceva:

“Cost resta a noi, per esempio, del regno animale della Germania? Orso e lupo, lince e gatto selvatico, bisonte, alce e uro, aquila e avvoltoio, gru e falco, cigno e gufo, si erano trasformati in favola, prima che cominciasse la moderna opera di annientamento. Questa li ha davvero fatti scomparire del tutto”.

Centodieci anni fa, il nostro era un pianeta ancora devastabile, saccheggiabile all’infinito.

In questo, la visione sovietica e la visione capitalista, ma anche quella fascista, erano uguali.

I sovietici dicevano,

“ma se organizziamo la rapina razionalmente, invece che permettere a ognuno di rubare ciò che vuole, faremo un mondo migliore”.

Teoricamente ci sta.

Ma in questo hanno dimostrato di avere ragione gli economicisti, i liberisti:

per trasformare le risorse accumulate in miliardi di anni, su un piccolo pianeta dove la biosfera è di poche centinaia di metri in su e in giù, prima in prodotti e poi in rifiuti… il capitalismo è strutturalmente più capace di qualunque programmazione statalista, perché trasforma ogni singolo individuo in predone e preda contemporaneamente.

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315 risposte a Il Numerante Supremo e la Notte dei Fuochi

  1. tomar scrive:

    “lo strumento per rendere qualunque cosa equivalente a qualunque altra cosa: i numeri cosiddetti arabi, che poi sono indiani, solo che né gli indiani né gli arabi avevano capito la loro potenza distruttiva.”

    Ho la sensazione che questa potenza creativa/distruttiva l’umanità sia riuscita coglierla fino in fondo solo negli ultimi 60/70 anni, dopo lo sposalizio dei numeri con l’elettronica e l’inizio della digitalizzazione integrale del mondo.
    Il digitale “è” il Demonio, lo dico da suo agognato succube.

  2. Andrea Di Vita scrive:

    @ Martinez

    “rendere qualunque cosa equivalente a qualunque altra cosa”

    Non l’ha mica reso lui così. In ultima analisi, anzi, è esattamente così, altrimenti il mondo non sarebbe comprensibile e saremmo tutti ancora a ballare la danza della primavera alla Stravinski.

    Ricorda Democrito: ‘Null’altro esiste se non atomi e vuoto’,

    E Galileo intuisce che il libro della natura è scritto nella lingua della matematica, i cui caratteri sono triangoli, cerchi e figure geometriche: così afferma ne ‘Il Saggiatore’, precisando che, a motivo di ciò, tale libro può essere letto solo da coloro che ne conoscono il linguaggio.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

    • Miguel Martinez scrive:

      “In ultima analisi, anzi, è esattamente così, altrimenti il mondo non sarebbe comprensibile”

      Non “è” così.

      E’ leggibile anche così, da menti umane.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “leggibile”

        Possiamo parlare solo di ciò che e’ leggibile da menti umane, altrimenti finiamo dritti nel noumeno. E di ciò di cui non si può parlare si deve tacere, altrimenti finiamo dritti da Wanna Marchi.

        Poi certo possiamo metterci a danzare e cantare; è bellissimo. Ma in tal caso -appunto- usciamo dall’ambito del discorso e finiamo nel mondo del sogno, come gli aborigeni.

        Ciao!

        • Francesco scrive:

          1) Democrito sbagliava, perchè la vita non rientra nel suo regno di atomi e vuoto. E quando il materialista nega la realtà della vita per restare fedele alla sua visione, cade nel fanatismo e, aggiungo io, nel ridicolo.

          2) Possiamo parlare solo di ciò che è leggibile da menti umane, hai ragione. Ma dove è scritto che è sempre completamente e perfettamente leggibile? nella miope visione del tizio di cui sopra, incapace di distinguere Agostino e Mohammed da Wanna Marchi.

          3) danzare e cantare non è una forma di discorso? ma ti rendi conto di quello che scrivi? 😀

          Baci e saluti

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Insco

      “Uno scritto sulla Feuernacht e altre cose in tema.”

      Bellissimo, grazie!

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ io non sto con oriana

      “Feuernacht”

      Un mio collega fu commilitone di Postal. Salta agli occhi nell’articolo l’omissione che i nazisti eliminati in via Rasella erano appunto altoatesini. Non stupisce che sia dai conventi di quelle parti che i nazisti in fuga abbiano raggiunto l’Argentina.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Miguel Martinez scrive:

        Per ADV

        ““Feuernacht”

        Ricordo che Hitler che si prodigava per i tedeschi di Danzica, quando il suo tanto ammirato Mussolini cercò di operare la pulizia etnica dei germanofoni in Sudtirolo, non battè ciglio.

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Martinez

          “germanofoni”

          Nemmeno il più accanito antifascista ha mai paragonato l’italianizzazione mussoliniana dell’Alto Adige a una pulizia etnica, che io sappia. Semmai a questo dubbio onore possono aspirare gli Sloveni al confine orientale. E poi Hitler doveva pagare lo scotto dell’assenso Italiano all’Anschluss.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            L’Opzione era pulizia etnica a tutti gli effetti…

          • Miguel Martinez scrive:

            Per ADV

            “Nemmeno il più accanito antifascista ha mai paragonato l’italianizzazione mussoliniana dell’Alto Adige a una pulizia etnica, che io sappia.”

            Cioè ordinare a contadini che vivevano in un luogo da oltre mille anni a smettere di parlare la lingua dei loro antenati pena la galera, a cambiare i nomi dei loro avi sulle tombe, oppure andarsene, non sarebbe “pulizia etnica”?

            Dai, prima parlavo di ADV leghista, adesso scopro ADV fascista!

            Detto con affetto.

            • Andrea Di Vita scrive:

              @ Martinez

              “pulizia etnica”

              No che non lo è.

              Pulizia etnica è mandare di notte squadre di gente armata con le scuri a dare fuoco alle case e tagliare a pezzi vivi quelli che si gettano fuori dalla finestra.

              Poi quando si sparge la voce e i sopravvissuti scappano li fermi ai posti di blocco e prima di lasciarli andare via sequestro loro tutti i documenti, pesti gli uomini e violenti le donne.

              Tipo Serbi nel Kosovo o Ucraini in Volinia.

              Attenzione a inflazionare le parole. Poi perdono di significato, come le accuse di “fascista” e “antisemita”.

              Ciao!

              Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Se io organizzo l’esodo ordinato di buona parte della popolazione autoctona, sempre pulizia etnica è.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Mauricius tarvisii

                “pulizia etnica”

                ‘Pulizia etnica: Programma di eliminazione delle minoranze, realizzato attraverso il loro allontanamento coatto o ricorrendo ad atti di aggressione militare e di violenza, per salvaguardare l’identità e la purezza di un gruppo etnico.’

                https://www.treccani.it/enciclopedia/pulizia-etnica/

                Dove la vedi l’eliminazione delle minoranze sotto Mussolini in Alto Adige?

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                saresti quasi credibile, peccato ti sia speso per sostenere le tesi genocide in Palestina e quelle del massacro in Ucraina

                insomma, sei serio a momenti alterni

          • paniscus scrive:

            “Nemmeno il più accanito antifascista ha mai paragonato l’italianizzazione mussoliniana dell’Alto Adige a una pulizia etnica, che io sappia.”
            —-

            Ho conosciuto abbastanza da vicino una persona che si ritrovò in quella situazione da neonato, senza nemmeno saperlo.

            Nato nel 1932 in un paesello delle colline pistoiesi, da genitori entrambi insegnanti

            (probabilmente padre professore di materie scientifiche alle medie, e mamma maestra elementare, ma i dettagli non li so),

            che pur non essendo aderenti ideologicamente al fascismo, si lasciarono convincere a trasferirsi a lavorare per qualche anno nel Sud Tirolo (cioè, nelle scuole dedite alla missione di “italianizzare” gli altoatesini) perché c’erano incentivi per cui li pagavano di più, e in quel periodo l’attrazione era forte, per la coppietta di sposi istruiti e con con figlio di pochi mesi.

            La trasferta durò qualche anno, e poi la famigliola tornò in Toscana, diciamo intorno al 1938, avendo avuto poi altri figli di cui non so quasi niente.

            Il personaggio in questione teneva molto a scherzare, dicendo di aver avuto il suo primo articolo pubblicato all’età di 8 anni, in un bollettino locale in cui si descriveva una sagra paesana con evidenti influenze fasciste, anche se lui e i suoi familiari non lo erano. Evidentemente il temino era stato scritto così bene, e con argomentazioni tanto mirate da non aver dato fastidio ai censori, da essere accettato.

            In seguito, il soggetto diventò un astrofisico, specializzato nello studio del Sole.

            Personalmente lo ricordo come una colonna portante della mia formazione scientifica, oltre che una figura umanamente molto amichevole, nonostante la forte differenza di età (tanto è vero che non aveva problemi a raccontarmi dettagli di tutte le storie di cui sopra).

            Se n’è andato a quasi 88 anni, alla fine di gennaio del 2020.

            Ho fatto in tempo ad andare al suo funerale per puro caso, perché poche settimane dopo sarebbe scoppiato il primo lockdown.

  3. Moi scrive:

    Il Capolavoro del Capitalismo è stato di spacciarsi per fenomeno
    naturale:

    sostituendo le classi sociali con generazioni, “genders”, diversità etnoculturali (spesso più estetiche che etiche) n contesto da “villaggio globale” …

  4. Miguel Martinez scrive:

    Per MT

    “Così, però, sembra che ci sia un disegno consapevole. Che non c’è.”

    beh, il “disegno” l’ha spiegato perfettamente Roberto in un commento a un altro post:

    “Salvare l’ambiente, qualunque cosa questa frase voglia dire e sempre che sia possibile, richiede uno sforzo al di fuori della portata di vannacci, e anzi sono certo che qualsiasi iniziativa sarà tacciata come dannosa e controproducente, o quanto meno inutile…quindi perché sbattersi?

    Smettere di insultare egonou o gli omosessuali richiede zero sforzi, giusto un briciolo di empatia ed il risultato positivo è immediato ed evidente.”

    • Miguel Martinez scrive:

      “spiegato perfettamente Roberto ”

      Cioè, poiché il capitalismo non può prescindere dal saccheggio e dalla distruzione dell’esistente, attività su cui Destra e Sinistra sono praticamente concordi,

      per mantenere una parvenza di dialettica e di discussione,

      non resta che insultare la Egonu, o insultare chi insulta la Egonu, o difendere chi è stato insultato perché ha insultato la Egonu.

      E Roberto giustamente dice che è una scelta, cioè una cosa che si fa apposta.

      • Roberto scrive:

        Ti ringrazio con il perfettamente ma non ho minimamente capito cosa c’entra la cosa che ho detto con il gender di cui parla moi

        È un periodo in cui capisco più o meno il 15% delle discussioni qui…

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “Ti ringrazio con il perfettamente ma non ho minimamente capito cosa c’entra la cosa che ho detto con il gender di cui parla moi”

          Ci provo…

          1) L’umanità sta distruggendo, a velocità sempre crescente, la stessa biosfera, di cui vive. Possiamo usare in questo caso, in maniera abbastanza corretta, l’abusatissima espressione “in maniera esponenziale”.

          2) Non riesco a immaginare una questione più importante per l’umanità stessa.

          3) Su questo tema, la “politica” non può dire quasi nulla: destra e sinistra, nei fatti, ad esempio, concordano nel distruggere le Alpi Apuane, o nel fare la mega-pista da sci all’Abetone, perché se no perdono voti e soldi.

          4) Ma Destra e Sinistra, per esistere, devono avere un nemico cattivissimo da accusare di qualcosa.

          5) Ecco che Vannacci se la prende (in un libretto pubblicato a proprie spese, solo che per incredibile fortuna dell’autore, l’ha comprato anche un giornalista di Repubblica, mandando così l’autore addirittura al Parlamento europeo) con il fatto che si dà troppa importanza nei media ai gay;

          e il giornalista di Repubblica lo massacra perché ce l’ha con i gay;

          e quelli che non hanno mai letto il libro dicono, “ecco finalmente qualcuno che gliela canta chiaro a quei presuntuosi di Repubblica”.

          6) E così, mentre le montagne collassano e i fiumi si avvelenano, e il cielo si surriscalda, e muoiono i viventi del mare, tutti stanno a parlare di quell’insieme che possiamo chiamare “lgbtqia+, gender” ecc. come se fosse la cosa più importante del mondo.

          Come le brioche della povera Maria Antonietta.

          Spero di essermi spiegato.

          • Roberto scrive:

            Ok, ma a parte la voglia di citarmi, della quale ti ringrazio, continua a sfuggirmi il nesso fra quello che dicevo io e il piano del capitalismo invocato da moi e mirante a sostituire “le classi sociali con generazioni, “genders”, diversità etnoculturali (spesso più estetiche che etiche) n contesto da “villaggio globale””…

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              ” continua a sfuggirmi il nesso fra quello che dicevo io e il piano del capitalismo invocato da moi e mirante a sostituire”

              Ma non è un “Piano del capitalismo”. E’ la necessità di trasformare i conflitti profondi in conflitti superficiali. Meglio fare del cazzeggio sui bagni inclusivi, che sulla perdita di lavoro dovuto all’intelligenza artificiale; meglio discutere se un palestinese si sente nero, piuttosto che discutere sull’industria degli armamenti.

          • Roberto scrive:

            Sul tuo punto 3 dissento fortemente a meno che per te “fare qualcosa” non sia solo ed esclusivamente tornare ad una civiltà preindustriale…in effetti questo non lo può proporre nessuno in una società dove misure banalissime come vietare i sacchetti di plastica suscitano odi profondi

            • Miguel Martinez scrive:

              “Sul tuo punto 3 dissento fortemente a meno che per te “fare qualcosa” non sia solo ed esclusivamente tornare ad una civiltà preindustriale…”

              Lasciamo perdere le possibili “soluzioni”.

              Mi interessa capire se condividi il “problema”.

              Siamo d’accordo o no che:

              1) L’industria (uso questo termine per capirci) consiste nella trasformazione delle risorse del pianeta in prodotti accompagnati da scarti, e poi alla fine di tutto in scarti?

              2) Che il pianeta su cui viviamo non è un sistema del tutto chiuso (grazie, sole!), ma per rinnovarsi, richiede i tempi che ci vogliono per far ricrescere, ad esempio, le montagne?

              3) Che la biosfera sia una striscia sottilissima, profonda sotto di noi di pochi metri?

              4) Che il processo di distruzione sia aumentato negli ultimi decenni in “maniera esponenziale” – frase giornalistica, ma corretta se pensiamo all’ultimo secolo e mezzo – e che ha già distrutto la maggior parte della vita sul pianeta?

              Poi su eventuali “soluzioni” possiamo discutere dopo, ma secondo te questa premessa (molto generica) è giusta o sbagliata?

              • Roberto scrive:

                Miguel

                Ok, sono d’accordo con la premessa

                Soluzioni?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Ok, sono d’accordo con la premessa”

                Che bello! E’ il punto indispensabile per ogni comunicazione.

                Per quanto riguarda le “soluzioni”, c’è sempre l’unica alla nostra portata – fare la nostra piccola parte.

                Esiste il Problema del Razzismo nel Mondo? Io lo “risolvo” astenendomi dall’insultare la Egonu (che conosco sostanzialmente per via del caso Vannacci, non sono un teledipendente come lui).

                Esiste il Problema di Salvare l’Ambiente? Io lo “risolvo” riducendo i miei consumi personali, e cercando di fare il possibile per ridurre i consumi altrui; e questo si fa agendo in piccolo, i famosi “comitatini” che sabotano le “grandi opere”: sostengo per dire l’associazione che vuole salvare i crinali dei monti dalle pale eoliche, la gente che a Venezia si batte contro le navi da crociera che attraccano a San Marco; il comitato che si batte contro l’espansione dell’aeroporto; quelli che vogliono salvare le Alpi Apuane, e così via.

              • Miguel Martinez scrive:

                ” “soluzioni”

                Tra l’altro, credo che la prima “soluzione” sia opporsi alla spesa pubblica per distruggere l’ambiente.

                E’ una soluzione teoricamente di “destra”, poi in pratica vedi che sono sempre quelli di Destra che urlano di più per spendere i soldi dei contribuenti.

                All’Abetone, la Regione Toscana (in mano al PD) vuole spendere una cifra stratosferica per espandere le piste da sci e potenziare le funivie in mancanza climatica di neve.

                Ecco due anni fa come battevano cassa i privati chiedendo soldi pubblici per ammazzare e poi tenere in vita artificialmente la loro gallina dalle uova d’oro:

                “Pistoia, 31 agosto 2022 – I rincari in bolletta pesano anche sull’economia della Montagna e sulla gestione degli impianti. “Possiamo vincere le battaglie che ci è dato combattere – esordisce Rolando Galli, presidente della Società Abetone Funivie –. Ad esempio, se manca la neve possiamo ’fabbricarla’, se mancano gli sciatori perché i rincari dell’energia, del carburante e del riscaldamento han prosciugato la busta paga, possiamo offrire loro promozioni e cercare di contenere i costi… però con questa situazione le entrate vengono prosciugate anche a noi. Come sono manutenute le piste lo sanno bene i nostri clienti, abituati a trovarle sempre al meglio. Certo è che di fronte all’enorme aumento dei costi di energia e carburante qualche soluzione vada trovata. La Saf è sana, grazie alla gestione oculata di questi anni, cerchiamo di mantenerla tale. Siamo tutti sottoposti a questa, per certi versi inspiegabile, situazione di mercato, credo sia necessario che anche la politica, oltre a occuparsi di campagne elettorali, metta l’occhio sui problemi delle aziende: gli impianti generano indotto, ad esempio per alberghi e ristoranti, che a loro volta generano indotto ai fornitori, e via elencando. Se non c’è lavoro il problema è quello della tenuta dell’intero territorio. La crisi energetica con i costi che ha prodotto, siano reali o speculativi, rischia di far saltare l’equilibrio dell’intero comprensorio”.

                A Giampiero Danti, che della Saf è il direttore, viene naturale affrontare il problema sul terreno dei numeri: “Ci sono cinque battipista che lavorano almeno quattro ore al giorno ciascuno, consumando mille litri di gasolio ogni giorno. Stimando un aumento rispetto al 2021 di almeno 50 centesimi al litro, ogni mese se ne vanno altri 15mila euro, circa cinquecento euro in più al giorno, la corrente elettrica incideva per 64mila euro al mese, comprendenti i quattro rifugi, Ovovia, Pulicchio e skilift, se Enel non ci conferma le condizioni del contratto che scade adesso, andremo a pagarne 300mila euro al mese. Beh, la situazione più di qualche preoccupazioni la induce. Credo che avremo un quadro più chiaro dopo le elezioni, sperando che il nuovo Governo prenda provvedimenti a tutela delle realtà imprenditoriali che rischiano ripercussioni non gestibili. Finora la Regione Toscana una certa presenza l’ha garantita, ora c’è bisogno di qualcosa di più. Fino a dopo il 25 settembre penso sia inutile aspettarsi provvedimenti decisivi. La stagione invernale si avvicina, bisogna che tutti i soggetti si attivino per tempo”.

                L’analisi di Andrea Formento, dalla Val di Luce, non si discosta da quella dei colleghi dell’Abetone. “La situazione rischia di degenerare: chi andrà a governare deve intervenire in modo strutturale e serio – dice –. Per quanto riguarda i possibili interventi per calmierare gli aumenti, dobbiamo rilevare che non è possibile continuare ad intervenire senza prendere in considerazione le esigenze dell’economia montana. Se non verrà attuata una forma di controllo specifica dei costi di energia elettrica, gas e carburanti, la prima ad essere a rischio è la tenuta sociale del territorio montano. Le problematiche degli aumenti tariffari colpiscono l’intera filiera economica ma anche quella sociale della Montagna. A partire dagli impianti di risalita per passare alle attività economiche classiche per arrivare alla popolazione montana: qui riscaldarsi non è una scelta ma una necessità. Ci pare che manchi consapevolezza delle difficoltà di chi vive sulla montagna ed in particolare su quella appenninica: non siamo cittadini di serie B”.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “Io lo “risolvo” riducendo i miei consumi personali, e cercando di fare il possibile per ridurre i consumi altrui;”

                Mi sembra ottimo.

                Siamo d’accordo sul fatto che puoi probabilmente *ridurre* i tuoi consumi e influenzare sulla riduzione dei consumi altrui ma non puoi *eliminare* i consumi?

                In fin dei conti scriviamo da un computer (tu) o da un cellulare (io) che sono scatoloni/scatolini di plastica che funzionano a elettricità

                Ed in fin dei conti, tutti e due odiamo le navi da crociera ma tra un po’ ce ne andremo in vacanza prendendo comunque un mezzo di trasporto che funziona con energia (treno/bus tu, macchina/aereo io)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “In fin dei conti scriviamo da un computer (tu) o da un cellulare (io) che sono scatoloni/scatolini di plastica che funzionano a elettricità ”

                Infatti. Credo che sia una perdita di tempo fare le gare su queste cose: ciascuno di noi sa dove e come e quanto ridurre, facendo mille compromessi. E’ il verso che conta.

              • Miguel Martinez scrive:

                “E’ il verso che conta”

                E secondo me, anche il semplice prendere coscienza.

                Andando dal dentista qualche mese fa, mi sono reso conto che è qualcosa di devastante: il costo degli impianti, i prodotti tutti usa-e-getta, i costi di smaltimento.

                Io so che grazie a questo impatto, ho potuto permettermi qualcosa che in passato non c’è mai stato; che oggi è possibile per pochi; e che domani non sarà più possibile per nessuno.

                E mi sono goduto un’attenta cura, un po’ come il miliardario si gode le trasferte su un elicottero privato.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                Poi c’è la solita questione che è importante almeno tanto quanto la premessa

                Cosa vuoi ottenere?
                Qual è lo scopo che l’umanità deve perseguire?

                Perché se siamo d’accordo con la premessa, dobbiamo metterci d’accordo anche su quale è il fine da perseguire per poter capire se le varie azioni hanno un senso

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Qual è lo scopo che l’umanità deve perseguire?”

                Per l’umanità, non ho idea.

                Per quanto riguarda me, io sono egoista e voglio pagare meno tasse.

                Quindi, non voglio dare i miei soldi di contribuente non sciatore, per permettere alla Società Abetone Funivia di arricchirsi sfasciando ciò che resta di montagne che ci hanno messo innumerevoli milioni di anni per crescere, abbattendo boschi che assorbono l’acqua che altrimenti scenderà giù in periodiche esplosioni sulla pianura, così cementificata che non può assorbirla.

                Anche al costo di privare mio figlio del divertimento di andare a spalare il fango a Campi, come è successo questo inverno.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Per quanto riguarda me, io non voglio dare i miei soldi di contribuenti non sciatore, ”

                Che poi se ci pensi, sarebbe una bella Politica di Destra: chiudere i rubinetti dei soldi pubblici.

                Alle funivie, all’espansione delle autostrade, ai ponti sullo Stretto, agli aeroporti, alle spese militari, ai parcheggi, al Tav, a costruire un sistema fognario per 10.000 persone in un paese di 1.000 abitanti, perché ci vanno i turisti qualche settimana d’estate…

                Finalmente vedremmo calare le tasse, senza nulla togliere alla sanità o alla scuola o alle pensioni.

                E invece la Destra ti fa il Ponte sullo Stretto…

              • Miguel Martinez scrive:

                Leggo che “Per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è necessario un investimento di quasi 12 miliardi di euro (11,6 di preciso), su una legge di bilancio che consta complessivamente di 24 miliardi di euro.” https://www.money.it/ponte-stretto-quanto-costa-chi-paga

                Ecco, questa è l’ultima tappa di una Lega che era nata gridando, non del tutto a torto, “basta con Roma Ladrona!”

                Lo scandalo non è quello che Vannacci pensa di Egonu, ma che si sia candidato con il Partito del Ponte sullo Stretto.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “Per l’umanità, non ho idea.”

                Capisco.

                Qui divergiamo

                proprio il non avere idea dello scopo è la ragione per la quale ogni misura “ecologica” è di per se intrinsecamente sbagliata o inutile o controproducente perché non potrà mai raggiungere lo scopo che non abbiamo chiaro

                Faccio un esempio concreto.
                L’Europa vieta l’uso delle buste di plastica.

                Ci saranno dei Miguel che diranno
                – ma è una misura inutile perché le buste di plastica rappresentano una frazione infinitesimale del problema generale
                – è inutile perché le buste di plastica europee sono neanche il 2% delle buste di plastica mondiali

                Poi ci sono i cospirazionisti
                – l’unico che produce buste non di plastica è un cugino di renzi, sarà un caso?
                – noncielodicono
                – ho letto su tiktok uno studio che dice che le buste di tela sono piene di grafene e di kryptonite, ma non mi fregano!

                Gli euroscettici
                – ma l’Europa deve occuparsi di queste fesserie, con la gente che muore di fame nelle strade!?!
                – la nuova follia di Bruxelles, obblighiamo la vecchietta a usare il cestino di vimini invece della comoda plastica che puoi riutilizzare mille volte

                I fondamentalisti
                – altri che bustine di plastica, bisognerebbe chiudere i supermercati e fare la spesa dai contadini

                I superfondanentalisti
                – io ho 3 ettari di terra e non compro niente, che mi frega delle buste

                -L gli industriali del petrolio:
                – questa nuova follia europea ci costerà 30.000 posti di lavoro

                il tizio che lavora nella fabbrica di buste di plastica
                – Occazzo e mo’ io perdo il lavoro! Morte all’Europa e agli ecologisti fighetti gretini

                …e alla fine *tutti* hanno ragione dal loro punto di vista, perché non è chiaro qual è il punto di arrivo

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “…e alla fine *tutti* hanno ragione dal loro punto di vista, perché non è chiaro qual è il punto di arrivo”

                Capisco, e descrivi molto bene il processo.

                Per me il criterio fondamentale è la riduzione.

                Al contradio di quello che pensi tu, una legge che dice, “no alle buste di plastica” mi piace: infatti io giro sempre con una borsa di stoffa, prendo la frutta con le mani e senza i guantacci di plastica, cerco quando è possibile di mettere la mefitica etichetta direttamente sulle bucce delle banane, senza prendere una bustina di plastica.

                Una norma che dice, “nella Ztl possono parcheggiare solo i residenti” mi piace, perché riduce il numero di viaggi in auto e basta.

                Una norma che dice, “per evitare l’inquinamento, devi rottamare la tua auto vecchia e comprarne una nuova, e ti diamo pure un po’ di soldi pubblici per farlo”, beh, la trovo molto sospetta e potrei essere anche contrario.

                Insomma, distinguerei la riduzione dalla sostituzione, che è sempre a rischio.

              • Miguel Martinez scrive:

                Altri esempi.

                Produzione e consumo di energia elettrica.

                Due approcci diversi:

                1) devastare e cementificare il crinale degli Appennini mettendoci gigantesche pale eoliche che servono solo per aumentare la produzione complessiva di energia elettrica (non è che sostituiscono gas e petrolio…)

                2) ordinare ai negozi che tengono le vetrine illuminate tutta la notte a spegnerle; vietare il costume di sparare l’aria condizionata nei negozi lasciando contemporaneamente aperta la porta d’ingresso.

                La prima, che oltre tutto costa un sacco di soldi ai contribuenti e quindi anche a me, la trovo discutibile.

                Per la seconda, non trovo controindicazioni. E quindi per me si potrebbe e si dovrebbe fare.

              • Roberto scrive:

                Miguel

                “sarebbe una bella Politica di Destra: chiudere i rubinetti dei soldi pubblici.”

                Infatti non è che abbia una gran simpatia per questa idea (si autostrade, ponti e treni veloci mi piacciono…aeroporti un po’ meno…piste da sci per niente)

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Infatti non è che abbia una gran simpatia per questa idea (si autostrade, ponti e treni veloci mi piacciono…aeroporti un po’ meno…piste da sci per niente)”

                Bene, chi li vuole, se li paghi da sé, non con i soldi miei.

              • Roberto scrive:

                No mi dispiace, sono opere pubbliche finanziate da tutti e per tutti

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “No mi dispiace, sono opere pubbliche finanziate da tutti e per tutti”

                Esatto.

                Sono opere pubbliche pagate da tutti due volte: quando mi chiedono le tasse per fare i grandi piazzali di cemento, e quando di conseguenza mi si allaga casa, come è successo a Campi.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “beh, il “disegno” ”

        Mi sembra che siano due cose distinte:
        – il disegno del capitalismo di spacciarsi come naturale
        – la volontà dei soggetti attivi in politica di concentrare il dibattito su temi come razzismo e sessualità

        Non c’è né identità di soggetti né identità di oggetti. Io contesto, poi, che il capitalismo sia un soggetto che funziona come un essere umano e che quindi sia in grado di compiere scelte deliberate. Contrariamente ai politici.

        • Miguel Martinez scrive:

          per MT

          “Io contesto, poi, che il capitalismo sia un soggetto che funziona come un essere umano e che quindi sia in grado di compiere scelte deliberate. ”

          Concordo. Voglio dire che i singoli esseri umani, i singoli politici, i singoli imprenditori, che vivono il capitalismo, tendono a ragionare in un certo modo.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        ” il capitalismo non può prescindere dal saccheggio e dalla distruzione dell’esistente, attività su cui Destra e Sinistra sono praticamente concordi”

        Aridaje! 🙂

        Non ‘il capitalismo’, ma ‘la vita umana’.

        Un saggio contadino Ligure formulò una volta un’eterna verità:

        ‘la natura ci fornisce tutto, solo che ce lo fornisce in basso: bisogna sollevarlo per poterlo usare’.

        Non è solamente una metafora filosofica sul senso dell’esistenza: è vero alla lettera. E’ una osservazione fondamentale di biomeccanica.

        La vita sulla Terra si è sviluppata perfezionando all’inverosimile l’efficienza negli scambi di energia fra gli organismi (archea, plancton, uccelli, meduse…) e i sistemi di organismi (gli olobionti, le comunità di microorganismi, il wood wide web, gli ecosistemi in genere) che vi contribuiscono.

        Osserviamo tuttavia una cosa nella ‘natura non umana’: in un certo intervallo di tempo abbastanza lungo la componente meccanica di questa energia, quella cioè legata al moto e al sollevamento di corpi macroscopici, è una porzione minuscola dell’energia totale scambiata.

        In parole meno specialistiche: gli esseri viventi – in stragrande maggioranza – o non sono proprio dei motori oppure sono motori molto, molto inefficienti. Le piante stanno ferme. Una quercia solleva l’acqua dalle radici alle foglie a grande altezza, è vero: ma con una lentezza esasperante (un particolare colto bene dagli Ent de ‘Le due Torri’ di Tolkien). La maggior parte del plancton, dei batteri e simili si lascia trascinare dalla corrente. La spaventosa efficienza delle formiche, delle api e delle termiti si basa su un’eccellente cooperazione fra i membri della comunità più che sulla forza dei singoli. Anche gli animali eccezionalmente forti (nel senso di Maciste, come lo scarabeo stercorario e il coccodrillo) o veloci (come il ghepardo) sviluppano una grande potenza meccanica (intesa proprio come prodotto di forza per velocità) per brevi istanti quando serve, poi stanno fermi per giornate intere. Animali che sviluppano grande potenza per periodi prolungati (il colibrì) hanno aspettative di vita brevi.

        Insomma: la frazione di energia solare catturata dalla funzione clorofilliana e trasformata in energia legata al movimento (e che a sua volta ridiventa calore) è piccolissima. Tutto il resto diventa energia chimica, accumulata nell’adenosintrifosfato delle cellule. (Considerazioni simili valgono per le sorgenti idrosulfuree sottomarine, nella vicinanza dei quali la specie dominante sono vermi fissili).

        La specie che viola questa regola universale è l’homo sapiens.

        Già i cacciatori della preistoria erano in grado di prendere le antilopi per stanchezza. E’ vero che un ghepardo e un orso corre più veloce di un uomo. Ma nessuno batte l’uomo nella maratona. Gruppi di cacciatori allenati potevano inseguire prede di grandi dimensioni fino allo sfinimento – delle prede, non dei cacciatori. E’ così che gli aborigeni Australiani hanno cancellato la megafauna preistorica del loro continente, secondo Jared Diamond – e senza bisogno di Capitalismo. 🙂

        E anche per mare: è vero che l’airone attraversa il Pacifico dallo stretto di Behring all’isola di Pasqua, ma una scialuppa ha portato il capitano del Bounty da Pitcairn alla Nuova Caledonia, e molto prima i Paleo-polinesiani hanno raggiunto la Polinesia da Taiwan.

        La sua eccezionale resistenza fisica e la sua relativa longevità hanno consentito all’uomo di trasmettere alle generazioni successive le informazioni e le scoperte accumulate. Di recente si è dimostrato con prove archeologiche che una popolazione Aborigena Australiana ha mantenuto lo stesso rituale propiziatorio -identico fin nei dettagli – per dodicimila anni.

        Così la leva, la ruota e il fuoco hanno portato alle prime macchine: i piani inclinati e i trabucchi hanno consentito di conquistare le città e di costruire imperi che finanziassero flotte. Al Colosseo furono estinte intere specie di felini nordafricani nei giochi del Circo, massacrate a decine di migliaia – e senza bisogno del Capitalismo 🙂

        Le macchine hanno cominciato a trasformare l’energia solare (sotto forma di energia dell’acqua che scende dai monti, del vento che soffia dalle regioni calde a quelle fredde ecc.) in energia meccanica: per la prima volta nella storia della vita sulla Terra la frazione di energia solare trasformata in energia meccanica ha cominciato a salire.

        Ora, questa trasformazione – come tutte – obbedisce al Secondo Principio. Dunque l’ottenimento di una data quantità di energia meccanica (per azionare la turbina che ci dà la corrente elettrica, ad es,), si accompagna sempre a uno spreco di energia che aumenta il disordine nell’ambiente: più rifiuti, più caos, più inquinamento termico.

        Non c’entra il sistema economico. Non c’entra il fatto di essere Capitalisti, Comunisti, Oltrarnini o Anarchici.

        Se vogliamo ridurre la distruzione dell’ambiente o riduciamo la quantità di energia meccanica (AKA torniamo alla preistoria, tesi che difficilmente riscuoterà molto consenso) o riduciamo la quota di spreco per unità di energia meccanica prodotta.

        Il problema è di tecnologia, prima che di politica.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Ros scrive:

          Andrea Di Vita:
          “…Già i cacciatori della preistoria erano in grado di prendere le antilopi per stanchezza. E’ vero che un ghepardo e un orso corre più veloce di un uomo. Ma nessuno batte l’uomo nella maratona. Gruppi di cacciatori allenati potevano inseguire prede di grandi dimensioni fino allo sfinimento…”

          potevano, e parrebbe pure che ancora possono;
          in special modo nel Mexico di Miguel, Antonin Artaud e Speedy Gonzales.

          A Chihuahua i Tarahumara:

          “…I Tarahumara-Raràmuri
          (fatti per la corsa)
          sono, infatti, dei corridori da fondo e endurance incredibili.

          Arrivano senza difficoltà a distanze superiori ai 300 km in una sola sessione, in due giorni, scalzi come carmelitani e attraverso sentieri inpietrati e impervi.

          In questa tribù i bambini, vecchi rimbambiti, uomini, donne e indecisi un po’ confusi corrono con prestazioni che farebbero invidia al più allenato dei runner…”

          https://www.gazzetta.it/running/news/22-05-2017/maria-lorena-la-tarahumara-che-batte-gli-atleti-pro-28817.shtml

          Bevono pure come nonno Trinchetto e Jack Kerouac on the road

          “…Tarahumara bevono come spugne come se non ci fosse un domani,
          la loro dieta è a base di una specie di poltiglia di mais malfermentata
          – il Tesgüino –
          e vivono in perpetua pace e tranquillità mai lavorando e sempre scialando
          (lo considerano vergogna e peccato mortale il lavoro, loro) …”

          “alcuni ritengono che sia la birra di mais a tutte le ore pure mentre corrono a garantire ai Tarahumara la forza necessaria per coprire la distanza di 700 chilometri
          (435 miglia) in soli due giorni consecutivi …
          altri ritengono sia il peyote, tortillas birrazza calda, e peyote…”

          https://www.correrenaturale.com/blog/tarahumara-correre-oltre-300-km/

          “Al paese dei Tarahumara” l’adelphiana razza degli uomini perduti di Chihuahua i cacciatori sono assai abili con tutto quello che gli capita a tiro

          “i Tarahumara fanno letteralmente correre gli uccelli fino alla morte in quella che viene definita caccia perseverante.

          Costretto a una rapida serie di decolli, senza sufficienti periodi di riposo tra loro, l’uccello
          (ma anche cervi, nemici, antipatici, tacchini selvatici e turisti)
          arriva a non avere più la forza di volare e scappare dal cacciatore Tarahumara.”

          Leggenda narra la palla che invitati a partecipare a una competizione internazionale di maratona mandarono delle ragazzine di sei anni dicendo che queste bastavano e avanzano.

          Per discriminazione sessoagerazzista non furono poi accettate☹️

          ps

          interessantissimo commento il tuo Andrea 😃

          St’entropia è una camurria 🤔

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Ros

            “interessantissimo commento il tuo Andrea”

            Grazie!

            “St’entropia è una camurria”

            E pensare che ci abbiamo a che fare fin da piccoli, molto prima che si impari che cosa sono l’energia e la temperatura (ammesso che ci si arrivi, ad impararlo 😉 ).

            La mamma, stufa di mettere a posto i giocattoli lasciati in giro dai figli, li chiude nella loro cameretta e dice loro che non vedranno i cartoni animati/non giocheranno alla play/non andranno al luna park… finché la camera non sarà stata rimessa in ordine, coi giocattoli a posto. I bambini sbuffano, ma alla fine ubbidiscono.

            Perché sbuffano? Perché:

            ridurre il disordine in una cameretta chiusa richiede fatica.

            QUESTA è la legge centrale dell’Universo, a quanto ne sappiamo. (In realtà è più che altro una meta-legge: è una legge che deve essere soddisfatta da tutte le altre, un po’ come la Costituzione deve essere rispettata da tutte le leggi)

            La sua formulazione astratta, in termini di entropia, è il Secondo Principio: ma il suo significato fisico è solo questo, ed è talmente universale che lo capiscono letteralmente anche i bambini.

            Se mettessimo la cameretta su una nave in mezzo al mare, per riordinare la cameretta i bambini dovrebbero comunque fare fatica.

            Se mettessimo la cameretta nella navicella del film ‘Core’ che raggiunge il centro della Terra i bambini dovrebbero comunque fare fatica.

            Se spostassimo i bambini sull’astronave di Interstellar e facessimo orbitare quest’ultima intorno a un buco nero, allora per rimettere a posto i giocattoli in una cameretta chiusa dovrebbero comunque fare fatica.

            In particolare, ammettiamo che io trasformi energia distribuita, sparpagliata in giro (come quella che trovo nell’ambiente) in energia concentrata (come quella che mi serve per azionare una turbina, la dinamo di una bicicletta, la gru di un porto o di un cantiere). In tal caso io metto ordine nel mondo. DUNQUE faccio fatica, già solo per il fatto di mettere ordine.

            Ma fare fatica significa spendere energia, giusto?

            Siccome però alla fine voglio che tutto ritorni come prima (la gru mica la uso una volta sola, voglio utilizzarla di nuovo, e ancora, e ancora, quindi la devo riportare ogni volta nella configurazione di partenza per poterla riutilizzare quando mi serve – cioè, in modo ordinato) l’energia che ho speso deve pur finire da qualche parte (‘nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’: questo è il Primo principio).

            Se non resta nella mia gru (che deve tornare allo stato di partenza, ricordiamolo) l’energia che ho speso finirà nell’ambiente.

            Ma non in forma ordinata (l’ordine l’ho già creato facendo sollevare in modo ordinato il peso alla gru, peso che non si è sparpagliato in giro ma è andato dove volevo io).

            Allora lo sarà in forma disordinata: il suo gettarsi nell’ambiente vi porterà dunque del disordine.

            Naturalmente il diavolo sta nei dettagli. Non posso evitare di sporcare l’ambiente buttandovi disordine ogni volta che sfrutto una fonte di energia per ottenere ad esempio elettricità? Va bene, ma posso provare a ridurre il disordine buttato nell’ambiente per unità di energia prodotta. In altre parole, posso cercare fonti di energia ad alta efficienza.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Ros scrive:

              Andrea:
              “…stufa di mettere a posto i giocattoli lasciati in giro dai figli, li chiude nella loro cameretta e dice loro che non vedranno i cartoni animati/non giocheranno alla play/non andranno al luna park… finché la camera non sarà stata rimessa in ordine” …
              “…Se spostassimo i bambini sull’astronave di Interstellar e facessimo orbitare quest’ultima intorno a un buco nero, allora per rimettere a posto i giocattoli in una cameretta chiusa dovrebbero comunque fare fatica…”

              e quindi entropiare incasinando tutto il creato per ordinare.
              Come pure anche il provare a ridurre il disordine buttato nell’ambiente per unità di energia prodotta cercando fonti di energia ad alta efficienza;

              che poi magari il pezo el tacón del buso☹️
              costando la cosa più incommensurabile fatica di quella dell’incasinare a pasticciaccio brutto l’universo mondo per ordinare la cameretta dei bambini.

              Ora, fermo restando che la colpa a monte è della mamma; e su questo, almeno, siamo tutti d’accordo che non ci piove.

              Solo l’accidia, l’estatica canázza,
              e la depressione maggiore ci libereranno dal vizio originale di entropia con il volere e il fare.
              Solo la celletta monacale dei padri del deserto di continuata quaresima:
              “Per me io preferisco il Vuoto eterno”

              Solo Ivan Aleksandrovič Oblomov Gončarov e il suo martirio: “All’attimo direi, sei così bello, fermati!”

              O, come dici tu, un miracolo scienziatico d’alta efficienza a freddo fatto da Simone ,Fausto, mago☢️

              ” la lotta tra Dio e il Demonio è la battaglia dei vizi e delle virtudi.
              Questa è la base della leggenda del Dottore Fausto che vendé l’anima al diavolo”.

              “volgere le spalle al dolce sole della terra, e avvelenarsi sudando per la scienza:
              “Eritis sicut Deus, scientes bonum et malum”😩

              Devi capire!
              Da Uno fai Dieci, il Due lascialo andare, il Tre prendilo subito, così sei ricco.
              Il Quattro lascialo perdere!
              Poi con il Cinque e il Sei, dice la strega, fai Sette e Otto, così è perfetto.
              Il Nove è Uno, il Dieci è nessuno.
              E questa è la filastrocca delle streghe”

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Ros

                “Per me io preferisco il Vuoto eterno”

                Il guaio è che, essendo anche noi umani organismi viventi, come tutti gli altri viviamo perché buttiamo continuamente entropia all’esterno.

                Vivendo, se ne produce continuamente (la digestione è spontanea? Produce entropia. La defecazione? Pure. Ecc. ecc.). E siccome per vivere non possiamo accumulare disordine (infatti le cellule cancerose, indifferenziate come sono, corrispondono esattamente all’aumento del disordine nel nostro corpo e alla lunga lo uccidono) dobbiamo buttarlo fuori.

                Dove?

                Ma nell’ambiente, naturalmente.

                E’ un po’ come in Alice del Paese delle Meraviglie la corsa della Regina Rossa, che deve correre il più possibile per restare dov’è.

                E’ precisamente lo sforzo oblomoviano di produrre meno scarmazzo possibile all’origine di tutti i problemi!

                Faccio sempre l’esempio dei capelli.

                Io, che sono pigro e pure sanamente attento al portafoglio, vado dal barbiere il meno possibile. Quindi i miei capelli crescono con regolarità, da quando esco dalla bottega del barbiere nei mesi successivi. Col passar del tempo diventano così lunghi da diventare fastidiosi. Alla fine, mi trovo costretto a tornate dal barbiere per farmeli sfoltire. E il ciclo si richiude.

                Si ottiene dunque che la lunghezza media dei miei capelli ha un andamento regolare, anche se certamente non banale, nel tempo. Questo comportamento complesso è conseguenza della mia oblomoviana pigrizia. Se per assurdo fossi un azzimato gagà che bada ossessivamente l suo aspetto e torna dal barbiere ogni dieci giorni la loro lunghezza media sarebbe molto più costante nel tempo.

                Il consumo di elettricità nel phon e nel rasoio elettrico del barbiere è molto più discontinuo – dunque più inefficiente, come chiunque guida un’automobile sa bene – nel caso mio che nel caso del gagà.

                Non è vero che Oblomov inquina meno. Anzi, spesso è il contrario.

                In altre parole: non solo non esiste un pranzo gratis, ma il digiuno non è un’opzione.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Ros scrive:

                Andrea: “Non è vero che Oblomov inquina meno. Anzi, spesso è il contrario”

                M’hai distrutto un mito!
                Mito che mi mitopoiesàva quasi come la bêtise di Bouvard et Pécuchet.
                Quasi😒

                E pure i santi scanazzàti ce li siamo giocati, che addirittura pure la cariatide del gruppo T.N.T. del divano nel salotto russo ci fa venire il cancro pure lui che pareva un pezzo di pane.

                Il canchero!!! La miseria porca.
                …e c’era già la fila di cose che ce lo fanno venire dice.
                Vivere compreso☹️

  5. Ros scrive:

    Miguel: “…Ora, se tutto è numerabile, l’unica cosa che conta è il possesso del Numerante Supremo, il Denaro.

    “Venne infatti un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato”.

    Karl Marx, Miseria della filosofia, 1847

    Ma questa è la morte della Materia, altroché materialismo: il criterio di ogni cosa diventa l’astrazione suprema e l’idealismo supremo – la credenza universalmente condivisa nel valore assoluto del Denaro.”

    Il denaro non è affatto roba materiale è metafisica divina se pur ctonia.
    Solvente universale
    “tutto spirito” , “spirito universale”.

    “…Come ogni figlio viene al mondo da colei che lo partorisce, anche il denaro ha una propria madre.
    In questo caso è la madre di tutti gli dei:
    Juno Moneta.

    La dea Giunone, genitrice divina che dà il nome moneta al primo denaro coniato nella zecca della Repubblica di Roma, presso il colle ove sorgeva il tempio a lei dedicato.

    La dea Moneta (colei che ammonisce) era anche chiamata dai latini Lucina
    (colei che protegge le partorienti e i bambini), Pronuba (quando presiedeva alle nozze), Interduca (per condurre la sposa alla nuova casa).

    Come Regina costituiva con Giove e Minerva la Triade venerata nel tempio sul Campidoglio.

    “Denaro e psiche. Valori e significati psicosociali nelle relazioni di scambio”
    Massimo Bustreo, Alberto Zatti, 2007 FrancoAngeli.

    “Tra tutti i simboli che sono stati costruiti e che accompagnano le culture umane, il denaro sembra essere l’unico – o il più efficace tra i pochissimi – ad essere stato capace di divenire lo scambiatore universale.

    Un’essenza totalmente ideale che in ragione di questa sua propria immaterialità si è fatta convertitore di tutti i valori materiali.

    Desiderio del desiderio dell’altro.

    Significante di tutti i significati.

    Potere di un segno che rimanda a tutte – non solo ad una – a tutte le cose il cui valore è la cifra inscritta.

    Il denaro è qui considerato quindi come simbolo, dal greco symbállein, parola composta da sym “insieme” e bállein “mettere”, e quindi “ricongiungere”, “mettere assieme”…”

    Massimo Bustreo “La terza faccia della moneta” 2018 FrancoAngeli

    ‘‘Ciò che mediante il denaro è a mia disposizione, ciò che io posso pagare, ciò che il denaro può comprare, quello sono io stesso, il possessore del denaro medesimo.

    Quanto grande è il potere del denaro, tanto grande è il mio potere.

    Le caratteristiche del denaro sono le mie stesse caratteristiche e le mie forze essenziali, cioè sono le caratteristiche e le forze essenziali del suo possessore.

    Ciò che io sono e posso non è quindi affatto determinato dalla mia individualità.

    E se il denaro è il vincolo che mi unisce alla vita umana, che mi unisce alla società,
    che mi collega con la natura e gli uomini, non è il denaro forse il vincolo di tutti i vincoli,
    il vero cemento, la forza galvano-chimica della società?’’

    Karl Marx “Manoscritti economico-filosofici” 1844.

    ‘‘È facile deridere l’imprenditore o l’uomo d’affari, che da mane a sera si consuma in un lavoro senza tregua, accumulando ricchezze che non ha tempo né voglia di godere;

    è facile accusarlo di mancare di spiritualità.
    Ma intanto egli genera vita a torrenti intorno a sé;
    ma intanto egli gusta a volte la gioia divina del creatore e sempre, o quasi, la calma fresca e profonda delle energie disciplinate.

    Adriano Tilgher “Homo Faber”

    “…In realtà, si potrebbe dire che ciò che fa di un uomo un essere spirituale,
    inteso come non egoista e privo dei sensi di colpa legati al guadagno,
    è l’intenzione che esercita sull’azione che svolge.

    Nel momento in cui i soldi vengono concepiti come un flusso, e non come dei pezzi di carta finalizzati al consumo e/o all’arricchimento, ecco che la prospettiva cambia.

    Il flusso implica un continuo ciclo in cui il denaro circola in maniera continua, un po’ come il nostro respiro fa fluire l’ossigeno all’interno del nostro corpo.

    Il denaro ANIMA di il creato dagli inferi di Plutone-Ade

    “Il sogno e il mondo infero”
    James Hillman, 2003, Adelphi.

    Denaro e spiritualità si intendono, copulano e si uniscono nel momento in cui il primo non viene demonizzato come oggetto ‘del male’ dell’uomo, ma come aria che circola, come circola la stessa energia divina o universale che l’ascetico avverte nel mondo.

    Come ciò che anima. Soffio vitale, Pneuma.
    L’Élan vital di Bergson.

    “Il denaro è il segno visibile di una forza universale che, nella sua manifestazione sulla terra, opera sui piani vitale e fisico ed è indispensabile alla pienezza della vita esteriore.

    Nella sua origine e nella sua azione vera, essa appartiene al Divino.”

    Sri Aurobindo

    “il denaro è il mezzo assoluto che proprio per questa ragione acquisisce il significato psicologico di fine assoluto.
    Assume una funzione privilegiata nella descrizione della realtà perché è per suo mezzo che uomini e cose entrano in rapporto tra loro.

    Il tema principale della Filosofia del denaro è però il predominio dello spirito oggettivo su quello soggettivo…”

    Georg Simmel “La filosofia del denaro”

    Il denaro, quindi, non è affatto la vile terragna materia opposta al cielo spirituale come pregiudizio vuole, ma è l’Alkaest.

    Ovvero il Solvente universale
    – dal tedesco al geest (all geist) – cioé “tutto spirito”
    “spirito universale”.

    Alkaest: il fuoco creatore di cui risulta composta la stessa pietra filosofale.

    La forza corrosiva del fegato che fitra bruciando il flusso.
    Paracelso “De viribus membrorum”

    Prometeo, il Cristo, viene sottoposto al supplizio del fegato, divorato dall’aquila ogni giorno per poi ricrescere ogni notte.
    Che nel fegato vi sia la “Forza Vitale” basti vedere l’inglese Liver (fegato),
    vivente (to live).

    • Agni, “il fuoco che brucia sull’altare dei sacrifici”

    • Moloch e il suo culto epatico-olocaustico nella Geenna.

    “Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte:
    ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte”

    “Cantico delle creature”

    Michela Pereira “Arcana sapienza. L’Alchimia dalle origini a Jung”

    https://iniziazioneantica.altervista.org/moderni/pereira/Arcana_Sapienza-pdf.pdf

    Miguel:
    “Questa avidità però venne magicamente trasformata da un piccolo marinaio toscano astuto, altroché Ulisse: Leonardo Fibonacci, quando ci diede lo strumento per rendere qualunque cosa equivalente a qualunque altra cosa: i numeri cosiddetti arabi, che poi sono indiani, solo che né gli indiani né gli arabi avevano capito la loro potenza distruttiva”

    su Fibonacci è esauriente:
    William Goetzmann “Denaro”2017, Il Saggiatore:
    capitolo 13 “Fibonacci e la finanza”
    Liber Abaci «Libro di calcolo».

    “…un libro che ha avviato l’Occidente a una diffusa confidenza con i numeri arabi, un libro reso celebre per l’onnipresente progressione geometrica, un libro che contiene una miniera inesauribile di informazioni sul commercio nel Mediterraneo durante il XIII° secolo, abbia avuto la sua prima pubblicazione moderna in una lingua che non fosse l’italiano soltanto nel 2002 – 800 anni dopo la sua stesura.

    Anche se frammenti ed estratti di quelle pagine avevano trovato precedentemente una traduzione, fino a pochi anni fa è stato molto difficile per tantissimi studiosi apprezzare l’architettura generale del testo e riconoscerne la portata.

    Per me, l’esperienza di lettura della traduzione inglese del Liber Abaci, pubblicata nel 2002 e curata di Larry Sigler, è stata qualcosa di straordinario….”

    https://www.ibs.it/denaro-come-finanza-ha-reso-libro-william-goetzmann/e/9788842823759

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ Ros

      “denaro”

      ‘Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
      ma non avessi il denaro,
      sarei un bronzo risonante o un cembalo che tintinna.

      Se avessi il dono della profezia
      e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
      e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne,
      ma non avessi il denaro,
      non sarei nulla.

      Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
      se dessi il mio corpo per essere arso,
      e non avessi il denaro,
      non mi gioverebbe a nulla.

      Il denaro è paziente,
      è benigno il denaro;

      il denaro non invidia, non si vanta,
      non si gonfia, non manca di rispetto,
      non cerca il proprio interesse, non si adira,
      non tiene conto del male ricevuto,
      ma si compiace della verità;

      tutto tollera, tutto crede,
      tutto spera, tutto sopporta.

      Il denaro non verrà mai meno.

      Le profezie scompariranno;
      il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà;
      conosciamo infatti imperfettamente,
      e imperfettamente profetizziamo;
      ma quando verrà la perfezione, sparirà ciò che è imperfetto.

      Quando ero bambino, parlavo da bambino,
      pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
      Da quando sono diventato uomo,
      ho smesso le cose da bambino.

      Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro;
      ma allora vedremo faccia a faccia.
      Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente,
      come perfettamente sono conosciuto.

      Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e il denaro;
      ma la più grande di esse è il denaro.’

      George Orwell, “Fiorirà l’aspidistra”, prefazione tratta dalla prima lettera ai Corinzi di S. Paolo, adattata.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Ros scrive:

        @Andrea Di Vita: “…Fiorirà l’aspidistra…

        …“Videmus nunc per speculum et in enigmate, tunc autem facie ad faciem”

        Eric Arthur Blair – come anche pure, e curiosamente allo stesso coincidente tempo l’Horwell – deve avere maturato quest’innamorata, trobadorica cortese di “bellezze ornata” a fin’amor visione della pecunia all’Arnaut Daniel e zio Paperone dopo l’esperienza formativa di “Senza un soldo a Parigi e a Londra”.

        Senza un soldo sull’orma di John Barleycorn Jack London del “Popolo dell’abisso”. Poi poscia verrà Henry Miller al “Tropico del Cancro”. La bohème della generazione perduta sempre costantemente in “Festa mobile” e ancora dopo ancora “An American in Paris” più allegrotto con Gene Kelly, Leslie Caron ballerini – I Got Rhythm, e Gershwin per adesso a terminare

        https://www.youtube.com/watch?v=WfRRbTFymDI

        “Guiderdone aspetto avere
        da voi, donna, cui servire
        no m’enoia;
        ancor che mi siate altera
        sempre spero avere intera
        d’amor gioia”

        che

        “Meravigliosa – mente
        un amor mi distringe
        e mi tene ad ogn’ora.
        Com’om che pone mente
        in altro exemplo pinge
        la simile pintura,
        così, bella, facc’eo,
        che ’nfra lo core meo
        porto la tua figura”

        “Perché i vagabondi sono così detestati? ”
        (scrive senza un soldo il nostro mister 1984 a venire)

        “Credo che dipenda dalla semplice ragione che non riescono a guadagnarsi da vivere.
        In pratica, a nessuno importa che un lavoro sia utile o meno, produttivo o da parassita;

        la sola cosa che conta è che sia redditizio.

        “Fai i soldi, falli legalmente, e fanne tanti”.

        Il denaro è diventato la grande prova della virtù
        (la calvinianesca puritana Grazia)
        in cortese, lentiniana, fin’amor canzon sestina sesta rima cara d’Oc:

        “Lo ferm voler qu’el cor m’intra
        no’m pot ges becs escoissendre ni ongla
        de lauzengier qui pert per mal dir s’arma;
        e pus no l’aus batr’ab ram ni verja,
        sivals a frau, lai on non aurai oncle,
        jauzirai joi, en vergier o dins cambra…”

        E’, il danaro bello, fonte di celeste gioia della vergine madonna santa immacolata concezione, che il suo amor sempre ci affina:

        “In forma dunque di candida rosa
        mi si mostrava la milizia santa
        che nel suo sangue Cristo fece sposa…”

        La sua mancanza in ta’ saccoccia nostra al verde è fonte di tristezza, di rimpianto, poiché vengono a mancare tutte le sue qualità divine che il poeta Paperone spera le siano rimaste anche nel suo deposito in paradiso:

        “che tutto ‘l ciel move
        non moto, con amore e disio”

        “e s’io avessi in dir tanta divizia
        quanta ad imaginar, non ardirei
        lo minimo tentar di sua delizia…”

        https://www.youtube.com/watch?v=VAuTouBhN5k

        a tasche vuote per peccato si finisce in Dante canto XIII° dell’Inferno come Pier delle Vigne senza l’uva e il vino.
        Senza la Gratia appunto

        “Ma
        (sempre senza un soldo da Parigi a Londra)
        i barboni, i pezzentoni, non superano quest’ordalia rovente prova d’esame di Vera Fede – “l’oro si prova col fuoco” –
        ed è per questo che vengono – giustamente – vessati e emarginati.

        Se si potessero guadagnare, mendicando, anche solo dieci sterline a settimana, diventerebbe immediatamente una professione decorosa.”

        “O devastante peccaminoso male, stato di povertà!”
        Chaucer.

        https://ia902209.us.archive.org/17/items/Orwell1933SenzaUnSoldoAParigiEALondra/Orwell%20-%201933%20-%20Senza%20un%20soldo%20a%20Parigi%20e%20a%20Londra.pdf

  6. Ros scrive:

    “La nave dei folli”

    Stralci dell’ultimo capitolo del Manifesto di quel tale professore che passò al bosco del trattato del ribelle parendo quasi quasi che avesse già capito – bene o male – tutto.

    Tutto quello di cui farnetichiamo or ora😏

    https://www.lindipendente.online/2023/06/11/la-societa-industriale-e-il-suo-futuro-il-manifesto-di-unabomber-e-ancora-attuale/

    “… «È davvero
    terribile che il cane venga calciato per aver rubato un po’ di pane e che le
    donne non abbiano abbastanza coperte e che l’abile marinaio si congeli le
    dita e non vedo perché gli omosessuali non dovrebbero succhiare cazzi se
    ne hanno voglia. Ma guardate che grossi che sono gli iceberg adesso e
    come il vento soffia forte! Dobbiamo girare la nave verso sud, perché se
    continuiamo verso nord naufragheremo e annegheremo!».
    «Già», disse l’omosessuale, «è terribile che continuiamo a dirigerci a nord.
    Ma perché dovrei continuare a succhiare cazzi di nascosto? Perché devo
    essere chiamato frocetto? Non valgo come tutti gli altri?».
    «Navigare a nord è una cosa terribile», disse la passeggera, «ma non vedi?
    Questa è proprio la ragione perché le donne hanno bisogno di più coperte
    per scaldarsi. Esigo un numero equo di coperte per le donne ora!».
    «È verissimo», disse il professore, «che navigare a nord è causa di grandi
    difficoltà per noi tutti. Ma dirigere la rotta a sud non sarebbe realistico.
    Non si possono portare le lancette indietro. Dobbiamo trovare un modo
    maturo per affrontare la situazione».
    «Guardate», disse il mozzo, «se lasciamo mano libera a quei pazzi a
    poppa affogheremo tutti. Se riusciremo a salvare la nave, allora potremo
    preoccuparci delle condizioni di lavoro, delle coperte per le donne e del
    diritto di succhiare cazzi. Ma prima dobbiamo girare il vascello. Se alcuni
    di noi si uniscono, elaborano un piano e si fanno coraggio riusciremo a
    salvarci. Non ci vorrebbero molti di noi – sei o otto basterebbero. Potremo
    assaltare la poppa, rovesciare quei folli fuori bordo e girare la nave verso
    sud!».
    …che si sta dirigendo sempre più a nord e che annegheremo. Se
    solamente alcuni di voi rinvenissero e si unissero e assaltassero la cabina
    potremo girare la nave e salvarci. Ma non fate che lamentarvi di inutili
    dettagli come le condizioni di lavoro e giochi d’azzardo e il diritto a
    succhiare cazzi».
    I passeggeri e i marinai s’infuriarono: «Inutili?!», urlò il messicano, «Pensi
    sia una cosa ragionevole che io riceva un salario che è tre quarti quello
    degli inglesi? Questo è irrilevante?»
    «Come puoi definire i miei problemi triviali?», urlò l’omosessuale, «Non
    capisci quanto sia umiliante sentirsi chiamare frocetto?»
    «Calciare il cane non è un “inutile dettaglio”!», urlò l’amante degli
    animali, «è brutale e crudele!».
    «D’accordo allora», rispose il mozzo. «Questi problemi non sono inutili o
    triviali. È crudele e brutale calciare il cane ed è umiliante essere chiamato
    “frocetto”. Ma se paragonato al vero problema – il fatto che la nave è
    ancora diretta a nord – i vostri problemi sono cosucce triviali, perché se
    non giriamo la nave in tempo annegheremo tutti!».
    «Fascista!» urlò il professore.
    «Controrivoluzionario!» urlò la passeggera. E tutti i passeggeri e i marinai,
    uno dopo l’altro, si misero a chiamare il mozzo “fascista” e
    “controrivoluzionario”. Lo spinsero via e tornarono a lamentarsi dei salari,
    delle coperte per le donne, del diritto di succhiare cazzi e del modo in cui il
    cane veniva trattato. La nave continuò a dirigersi a nord e dopo un po’ fu schiacciata tra due iceberg e tutti annegarono.”

  7. Peucezio scrive:

    Comunque lasciatemi dire che anche se io sono scettico sull’entità del problema ambientale, sono molto meno scettico sul principio per cui esistono gerarchie di rilevanza e che queste, da parte del giornalismo e del dibattito pubblico, sono invertite: più una cosa è una cazzata, più se ne parla.
    In questo Miguel ha non ragionissima. Di più.

  8. Peucezio scrive:

    Circa il materialismo,
    è l’atteggiamento per cui l’approccio al mondo non consiste nel cogliervi il sacro e il numinoso che lo pervade, ma nell’osservarlo e misurarlo con tutta una serie di strumenti.

    Dal punto di vista della scienza moderna un tramonto è una cosa banale e non è più nobile di una colata di cemento.

    Poi si può anche scegliere di dire che se colgo il sacro e numinoso nella materia, la valorizzo. Io direi il contrario, cioè che la materia è ciò che resta quando togli il sacro, che è la parte misurabile, cruda, fredda, i numeri, i calcoli, le formule.
    Ma è una questione di scelte terminologiche.

    Ma il materialismo è una cosa molto precisa. Il materialismo non è l’immanentismo, è la riconduzione del mondo a principio delle scienze osservative naturali moderne, che non studiano il mondo sul piano del simbolico e del sacro.

    Che poi ci sia una spinta ascetica dietro la modernità che riduce la materia a cosa sfruttabile è un’altra questione.

    Possiamo anche decidere di chiamare spiritualismo la modernità scientista e reificante e materialismo il sentimento del sacro delle culture tradizionali, ma secondo me è meno pratico, perché cozza con convenzioni consolidate e col senso comune.

  9. Ros scrive:

    ot
    d’intermezzo comico per la merenda alla ricreazione, che la situazione e flaianamente tragica ma mai seria

    https://www.nbcnews.com/politics/2024-election/live-blog/trump-biden-rnc-election-live-updates-rcna161404

  10. Peucezio scrive:

    Intanto però è morto un tizio.

    • Ros scrive:

      Peucezio: “Intanto però è morto un tizio”

      ma però, pur se di sguìncio, s’è salvato caio,
      e sempronio era partito già per le vacanze ammàre e quindi illeso.

      Il bicchiere va soppressato (di suino tondo e saporito🐷) sempre come mezzo pieno;
      e maimai come mezzo vuoto.

      E’ importante ‘sta cosa😒! E’ il fondamento della civiltà e civilizzazione.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Roberto scrive che certe opere pubbliche sono “finanziate da tutti e sono per tutti”.

    Prendiamo un caso concreto.

    Il Comune ha deciso di costruire un parcheggio interrato a circa 50 metri da casa mia. Quindi prenderà i soldi miei e li userà per qualcosa di cui teoricamente potrei usufruire anch’io.

    1) Non lo ha chiesto prima ai residenti, che sono quasi tutti contrari.

    2) Per farlo spenderà uno stonfo di soldi, mentre non riesce a pagare le insegnanti delle scuole d’infanzia e non ha i soldi per rimettere apposto le case popolari, che quindi rimangono vuote

    3) Per fare il parcheggio sotterraneo (a pagamento) toglierà i posti auto (gratuiti) per i residenti in superficie

    4) Attualmente i non residenti non potrebbero parcheggiare nella Ztl, mentre il progetto del parcheggio prevede che gli esercizi commerciali potranno acquistare posti auto nel parcheggio per i loro clienti: ecco che al posto dei residenti, ci saranno folle di frequentatori di ristoranti e di alberghi.

    Ora, tutto questo si poteva evitare, semplicemente NON spendendo i nostri soldi per fare male a noi.

    Bastava NON fare qualcosa.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Ora, tutto questo si poteva evitare, semplicemente NON spendendo i nostri soldi per fare male a noi. ”

      Tra l’altro, amici geologi ci dicono che sarà difficilissimo realizzare effettivamente l’opera, visto che sta a pochi metri dall’Arno, in terreno argilloso: già un altro parcheggio simile è stato costruito a valle e abbandonato perché allagato.

      Ma sarà comunque possibile spendere tanti soldi in appalti preparatori e sondaggi e progetti e controprogetti che dureranno moltissimi anni, e quando dovranno rinunciare a tutto, gli attuali politici non ci saranno più. Come con tante opere pubbliche italiane (il TAV Lione-Torino va avanti dal 1990…).

      • Roberto scrive:

        Miguel

        “Tra l’altro, amici geologi ci dicono che sarà difficilissimo realizzare effettivamente l’opera”

        Scusa ma io non posso fare a meno di notare che l’Italia è il paese dove tutto è impossibile…ponti, parcheggi e treni veloci esistono dappertutto, ma da noi c’è sempre una difficoltà tecnica insormontabile…

    • Roberto scrive:

      Miguel

      Non entrò nella discussione di ogni singola opera pubblica, non so niente del tuo parcheggio

      Nella mia visione di società, strade, autostrade, Ferrovie, ponti, infrastrutture…sono opere per la collettività (come scuole ospedali, rete elettrica,…)

      Possiamo discutere su ogni opera (noto che tutte quelle che sono vicine a casa tua sono devastazione & tragedia…) ma il principio per me quello è

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Roberto

        “Nella mia visione di società, strade, autostrade, Ferrovie, ponti, infrastrutture…sono opere per la collettività (come scuole ospedali, rete elettrica,…)”

        Ma sono sicuro che alcune opere pubbliche siano “per” la collettività: vi avevo già segnalato lo splendido spazio che abbiamo in gestione, messa in piedi con 250.000 euro da un architetto; mentre nell’edificio accanto, sono stati spesi 307.000 per fare solo un impianto di climatizzazione.

        C’è anche un’altra opera controversa, che è la nuova linea del tram: sono tendenzialmente favorevole, ma credo che ci siano elementi criticabili, e si sarebbe potuto fare in maniera più leggera, e anche più economica. Però sospendo il giudizio, è un’opera che è stata realizzata e che probabilmente alleggerisce il traffico automobilistico: è una sostituzione, non una riduzione, ma tutto sommato positiva.

        Insomma, credo che bisogna valutare caso per caso.

        Tutte le “opere pubbliche” trasferiscono soldi pubblici a privati. Privati che vanno dal custode della scuola elementare al grande speculatore mafioso, ma il verso di trasferimento è quello.

        Ci sono opere pubbliche che fanno solo bene, e che spesso costano poco; ci sono opere pubbliche di ordinaria amministrazione, in cui possiamo constatare forme di spreco paurose, ma che comunque “servono” (scuole, ospedali, ecc.); ci sono opere ambigue (che impatto complessivo avrà alla fine il tram a Firenze?); ci sono opere pubbliche devastanti nell’impatto complessivo (come quelli che ho raccontato io); ci sono opere pubbliche che non hanno nemmeno un impatto, perché il loro unico scopo è operare il trasferimento di soldi pubblici a privati.

        Ad esempio, c’è un famoso teatro a Firenze, che riceve finanziamenti pubblici doppi, perché gestisce anche un secondo teatro, che però apre un paio di volte l’anno per far finta che sia in funzione. Ora, questo secondo teatro è di proprietà pubblica, ma almeno i gestori curano un po’ la manutenzione, per cui immagino che non sia un male.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          “è una sostituzione, non una riduzione”

          Invece è proprio una riduzione, qualunque cosa stiamo calcolando: numero di veicoli privati per km, numero di veicoli tout court per km, emissioni di gas serra, occupazione di posti auto in prossimità delle destinazioni…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Non entrò nella discussione di ogni singola opera pubblica, non so niente del tuo parcheggio”

        Ma ogni opera è così: non sono mai astrazioni, sono azioni su un luogo e su persone, che hanno conseguenze imprevedibili.

    • Roberto scrive:

      La strada è di tutti, il fatto di avere casa in centro non garantisce il diritto al parcheggio sotto casa (so di cosa parlo, ho vissuto per anni in centro a Bologna parcheggiando a volte a distanze tali da dover prendere il bus…ma abitando in centro usavo la macchina pochissimo)

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “La strada è di tutti, il fatto di avere casa in centro non garantisce il diritto al parcheggio sotto casa”

        Ora, la nostra strada risale al 1200 circa, ed è circondata da palazzi sostanzialmente trecenteschi.

        La strada è di tutti, e infatti ci passavano centinaia di mezzi pesanti al giorno.

        Che spaccavano il fragile manto stradale, che franava nell’antica fogna sottostante, che quindi allagava le cantine dei palazzi confinanti; a ogni buca, aumentavano le vibrazioni indotte dai mezzi pesanti, che quindi creavano crepe nei muri dei palazzi confinanti.

        La strada è di tutti, le case sono dei privati. Il Comune ripara i danni alla strada (cioè versa di tanto in tanto un po’ di asfalto nelle buche, che si riformano subito dopo); i privati hanno il dovere di provvedere alla manutenzione delle proprie case.

        Per quanto riguarda l’impatto delle vibrazioni, il Comune si occupa solo di misurare quello sulla strada, che è di tutti; non misura l’impatto sulle case, che sono private.

        • Miguel Martinez scrive:

          “La strada è di tutti, e infatti ci passavano centinaia di mezzi pesanti al giorno.”

          Ora, io parlo al passato, perché quando c’è stato l’ennesimo allagamento, una vicina di casa ci ha mobilitati tutti, e il Comune ha messo un cartello che vieta il transito a veicolo sopra un certo peso.

          Il motivo per cui hanno messo il cartello, non lo hanno spiegato, perché non sarebbe giustificabile: bisogna dimostrare che esiste un pericolo reale, e se il Comune ammettesse di aver messo realmente in pericolo per anni i palazzi circostanti, nonostante innumerevoli segnalazioni cestinate, si metterebbe nei guai da solo; inoltre, visto che il Comune non può misurare l’impatto sulle case, il danno è impossibile da dimostrare.

          Ma ecco che con la modica spesa di un paio di cartelli, il Comune ha effettivamente fatto una cosa buona.

        • Roberto scrive:

          “nostra strada”

          Nel senso “strada dove abitiamo”….non l’avete costruita voi, non l’avete comprata

          Per il resto, capisco

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “Nel senso “strada dove abitiamo”….non l’avete costruita voi, non l’avete comprata”

            E’ una strada di transito, che dal 1200 porta il traffico da Pisa a Firenze. Ma è anche una strada che fino all’automobilizzazione degli ultimi decenni era realmente “nostra”, nel senso che era uno spazio dove gli artigiani lavoravano davanti alle loro botteghe, ci mettevano le seggiole, i bambini giocavano a pallone.

            E dove la sera accendevano i lumi davanti ai Tabernacoli.

            La strada non l’ha costruita l’industria automobilistica che oggi pretende di averne il monopolio, relegando gli esseri viventi su marciapiedi sconnessi larghi da 20 a 50 centimetri e impedendo loro di comunicare tra di loro.

            Ah, una cosa non è “nostra” se “l’abbiamo costruita o comprata”. Lo è, se l’abbiamo vissuta e curata.

  12. Moi scrive:

    Avete sentito del
    “Tentato Attentato” a Donald Trump ?! 😳😳😳

    • Miguel Martinez scrive:

      Caitlin Johnstone
      @caitoz
      That was a close one, America almost had two presidential candidates with no brain.
      12:24 AM · Jul 14, 2024

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Trump”

      Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow
      Creeps in this petty pace from day to day
      To the last syllable of recorded time.
      And all our yesterdays have lighted fools
      The way to dusty death. Out, out, brief candle.
      Life’s but a walking shadow, a poor player
      That struts and frets his hour upon the stage,
      And then is heard no more. It is a tale
      Told by an idiot, full of sound and fury,
      Signifying nothing.

  13. Miguel Martinez scrive:

    Per roberto

    Sul posto auto sotto casa come diritto…

    1) io non lo rivendico ovviamente per me

    2) certamente, se abiti nei grandi vialoni delle periferie, dove la gente va SOLO perché ci abita, di fatto hai questo diritto

    3) se abiti nelle stradine dell’Oltrarno, ci sono forse 1000 posti auto (stima mia, da correggere). E ci sono anche circa 1000 residenti automuniti.

    Ma se si lasciano quei 1000 posti alla libera concorrenza tra i 1000 residenti e (poniamo) 100.000 persone che vogliono parcheggiarci giorno e soprattutto notte, ne conseguono due cose:

    1) che i residenti saranno spazzati via

    2) che 99.000 “forestieri” su 100.000 non troveranno comunque posto nelle “strade che sono di tutti”. Discriminazione!

    Ora, un “Comune” non deve solo tutelare astratti individui; deve tutelare anche le relazioni tra esseri umani, e quindi la “residenzialità”;

    che è anche fondamentale dal punto di vista ambientale, perché gli spostamenti generano un danno ambientale enorme. Ecco tutta l’idea della “Città a quindici minuti”.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Sul posto auto sotto casa come diritto…”

      Poi so che c’è un vasto mondo di complottisti urlanti “NO ZTL”, che fanno la guerra alla Città dei 15 minuti, alle pedonalizzazioni, gente che dice che Soros ci vuole tutti prigionieri e senza auto, e che spaccano le telecamere sostenendo che l’Automobilista ha Diritto a Tutto, e che il limite di velocità a 30 kmh sia un delitto.

      Non sono del tutto stupide, e certe cose che tirano fuori sui controlli elettronici non sono da scartare, ma assieme all’acqua sporca buttano anche il bambino.

      • Miguel Martinez scrive:

        Sull’idea che “la strada è di tutti”, credo che abbiamo una visione molto diversa del “pubblico”.

        Per te, il pubblico deve fare ciò che desiderano gli individui.

        In Italia, ci sono 663 automobilisti per 1000 abitanti, infanti compresi. E questi vogliono un posto auto sotto casa e un altro ovunque vadano. E siccome pagano le tasse, lo Stato glieli dovrebbe fornire.

        Per me, lo Stato dovrebbe valutare invece l’impatto della cementificazione (vedi alluvione Campi); l’impatto sulla vita sociale; l’impatto sulla salute e quindi anche sulla spesa pubblica per servizi medici. E per farlo può anche mettere dei divieti. Che costano sempre meno delle opere pubbliche.

        E valutare anche l’impatto sulla biosfera, anche se non vota.

        • Roberto scrive:

          “E questi vogliono un posto auto sotto casa e un altro ovunque vadano. E siccome pagano le tasse, lo Stato glieli dovrebbe fornire.”

          Al contrario, se fosse per me le stradine del 1200 sarebbero zona ZTL totale….nessuna macchina, a nessun orario, nessun parcheggio. Non credo nel diritto di parcheggio o di passaggio dove lo spazio non c’è

          • Miguel Martinez scrive:

            Per roberto

            “Al contrario, se fosse per me le stradine del 1200 sarebbero zona ZTL totale….nessuna macchina, a nessun orario, nessun parcheggio. ”

            Sì (lo sai come la penso sulle auto) e no (lo sai come la pensano gli italiani sulle auto).

            Le zone radicalmente pedonalizzate sono diventate invivibili. I residenti (auto-fissati) sono scappati, e sono rimasti solo i localini e gli avventori urlanti e piscianti. I mezzi sono ammessi solo per rifornire i negozi, non per metterci i figlioli o portare la spesa a casa.

            Vogliamo sterminare la vita umana nei centri storici, e ridurlo a pura merce per le imprese di chi non vi abita?

            Io no. Voglio che nel Giardino, ci possano venire ancora bambini a giocarci.

            • Roberto scrive:

              Guarda, sono rimasto molto colpito dal fatto che in Giappone non puoi parcheggiare la macchina per strada, né nei paesini né nelle megalopoli. Devi per forza usare dei parcheggi.
              Pensa un po’ una megalopoli di 20 milioni di abitanti senza macchine per strada….insomma non sono sicurissimo che vietare al traffico qualche strada porti inesorabilmente alla scomparsa di una città

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Pensa un po’ una megalopoli di 20 milioni di abitanti senza macchine per strada….insomma non sono sicurissimo che vietare al traffico qualche strada porti inesorabilmente alla scomparsa di una città”

                Credo che ogni città e ogni situazione sia diversa. E se non guardi la situazione reale, il posto in cui sei, finisce per far come Mao che si alzava la mattina e decideva come doveva essere la Cina. Magari l’idea in astratto era giusta, poi morivano dieci milioni di persone.

                Allora, noi (non io, “noi”, al plurale, gente che insieme ci riflette da tanti anni, e che ne sa più di me), si pone la domanda principale, che non è “cosa è giusto” in astratto, ma “come fare sì che questo rione in cui siamo capitati sia vivibile, nel suo complesso”.

                Il complesso è un delicatissimo composto di prezzi delle case, di presenza di servizi, di spazi comunitari e sì, anche di qualche limitato posto auto.

                E di molte altre cose, per cui ci battiamo tutti i giorni.

                In altri rioni di Firenze, le esigenze saranno molto diverse, ma cerchiamo di fare in modo che anche quei rioni siano vivibili: così vivibili che non debbano sempre venire qui, e quindi è anche importante evitare che nascano attrattori di traffico, come appunto i parcheggi.

                La soluzione più razionale per tutti è ovviamente la Ztl 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana; e una flotta di bussini anche la notte che colleghino centro e periferia.

                La pedonalizzazione – cioè l’invasione delle strade da parte dei dehors dei bar – no.

              • Miguel Martinez scrive:

                “La pedonalizzazione – cioè l’invasione delle strade da parte dei dehors dei bar – no.”

                Poi ovviamente sono d’accordo con te, che lo scopo finale deve essere l’abolizione delle auto private.

              • Roberto scrive:

                Da dove hai dedotto che voglio abolire le macchine private?

                Vorrei solo che non passassero in strade pensate per i pedoni o al massimo i cavalli, e che i proprietari di macchina non considerassero un diritto parcheggiarsi sotto casa o davanti alla loro meta

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                “ma cerchiamo di fare in modo che anche quei rioni siano vivibili: così vivibili che non debbano sempre venire qui”

                Il vostro rione, però, non è stato paracadutato da Marte: si trova nel centro storico di un capoluogo che è una delle mete primarie del turismo globale. Ed esiste come lo conoscete proprio per questo motivo, perché può contare delle ricadute di questo duplice indotto (amministrazione e turismo). E quindi il risultato è quell’economia di servizi in cui mi sembra sia coinvolta l’umanità che spesso ci descrivi.
                Togli quel rapporto con flusso globale e l’Oltrarno cessa di essere quello che conosci. Così come l’Alto Adige e cessa di esistere saltato il patto fiscale che esiste con l’Italia e gli zingari devono rivedere il modo di vivere o andarsene da un’altra parte se gli chiudi i rubinetti pubblici e cambi l’approccio del nostro sistema penale ai fenomeni di microcriminalità.

                Ignorare le cause profonde significa fare come Mao.

    • Miguel Martinez scrive:

      “2) che 99.000 “forestieri” su 100.000 non troveranno posto nelle “strade che sono di tutti”. Discriminazione!”

      La risposta della Sinistra Realmente Esistente, il PD, consiste proprio nella creazione di nuovi parcheggi: ne ho descritto uno, ma loro vogliono imporci ben 15 nel Centro Storico.

      Il PD vuole imporre quindi il Diritto di Ogni Individuo a possedere un posto macchina sotto casa e un posto macchina pure in centro, a spese del pubblico.

      Per fortuna tutti nel PD non la pensano così, ma chi comanda, sì.

    • Roberto scrive:

      Miguel

      “3) se abiti nelle stradine dell’Oltrarno, ci sono forse 1000 posti auto (stima mia, da correggere). E ci sono anche circa 1000 residenti automuniti”

      Non so come hai fatto i calcoli.
      La strada dove abitavo io a Bologna era lunga 230 metri. Ci stanno 46 macchine (calcolo 5 metri) in un solo lato (il secondo lato era vietato alla sosta)

      Ci sono 51 numeri civici, con in media, diciamo 4 appartamenti…dunque una macchina per famiglia 200 macchine.
      Perché lo dico? Perché di partenza se decidi di vivere in quella strada sai che non avrai diritto ad un posto macchina sotto casa

      In fin dei conti si tratta di strade del 1200, non adatte a circolazione di macchine e parcheggi…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Roberto

        “Non so come hai fatto i calcoli.”

        Non lo so nemmeno io 🙂

        Mi baso sul fatto che l’assessore alla mobilità ha detto che il numero di posti macchina e il numero di residenti con auto in zona più o meno si equivalevano.

        Ho fatto una vaga stima di quanti residenti effettivi ci potessero essere, ho applicato il conto per cui “i due terzi degli italiani hanno l’auto”, e mi sono inventato la cifra di 1000 posti auto.

        Ho sbagliato a scrivere “Oltarno”, intendevo il rione di Santo Spirito/San Frediano di cui facciamo parte, non tutto l’Oltrarno. Sarebbe comunque interessante fare un calcolo, bisognerebbe misurare i metri di tutte le strade su cui è permessa la sosta, calcolare poi in Piazza del Cestello quante auto ci possono stare…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Perché di partenza se decidi di vivere in quella strada sai che non avrai diritto ad un posto macchina sotto casa”

        Infatti, non ho l’auto.

        La domanda è un’altra: perché chiunque arriva da fuori avrebbe diritto ai pochi posti auto che ci sono?

        • Roberto scrive:

          Miguel,
          ma chi parla di diritto al posto auto a parte te?
          Per me la questione è molto semplice: la strada è di tutti, chi primo arriva si parcheggia. Nessuno ha diritto a nulla

          Poi se proprio dovessi decidere io, metterei proprio un divieto di parcheggio

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Roberto

        “Ci sono 51 numeri civici, con in media, diciamo 4 appartamenti…dunque una macchina per famiglia 200 macchine.”

        Io ho calcolato comunque anche la desertificazione. La mia strada ha circa 90 numeri civici, con in media penso 8 appartamenti, farebbero 700 (circa), ma di questi la metà saranno ormai B&B. Probabilmente una parte dei proprietari per vari motivi fa finta di mantenerci la residenza, per cui calcolo 300 famiglie o meno. Mi hai incuriosito sul numero di posti auto, devo fare un calcolo, grazie della dritta!

  14. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Era prevedibile :

    https://www.newsweek.com/donald-trump-shooting-conspiracy-theories-erupt-staged-1924904

    Complottisti del Tutto “staged” …

  15. Miguel Martinez scrive:

    La Madonna Antifascista!

    La Comunità di San Leolino annuncia:

    Omelia XV Domenica Tempo ordinario
    per San Leolino, Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
    14 luglio 2024
    “Donna, ecco tuo figlio, ecco tua madre”

    Ave Maria!

    Oggi la Chiesa ci permette di poter fare memoria, in questa Domenica, della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo a motivo, particolarmente, della tradizione di questo luogo di San Leolino, legato proprio alla protezione accordata da Maria alla popolazione durante l’ultima guerra (1939-1945). Infatti, durante il passaggio drammatico e sanguinoso dell’esercito tedesco che, in questi luoghi, fece molte vittime innocenti. La statua della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, venerata a San Leolino, fu posta dal parroco di allora al centro della chiesa e impedì, per un fatto strano e misterioso, ai soldati tedeschi di entrare in chiesa dove, nelle sue cantine, si era rifugiata tanta gente. Maria così impedì che qui si fossero compiuti deportazioni e anche stragi di innocenti, quali avvennero in altri luoghi del Chianti. Ci sono documentazioni precise, circa questi eventi, che ben testimoniano l’efficacia della protezione di Maria, come, ad esempio, le lettere scritte al Vescovo di Fiesole dei parroci di quel tempo.

  16. habsburgicus scrive:

    alcune considerazioni, nell’eventualità (ormai quasi certa) di un ritorno di Trump alla presidenza;
    diciamo subito quel che NON sarà:
    1.non sarà l’ariete che darà il colpo all’establishment in quanto, tornato alla Casa Bianca, si ricorderà che dell’establishment fa parte pure lui 😀
    2.non farà nulla di serio a favore dei rednecks (la cui sorte è purtroppo quella di essere sodomizzati di continuo :D) tranne qualche parola (e manco troppe)
    3.non farà nulla di serio contro l’ideologia liberal e a favore dei “valori tradizionali”
    farà invece cambiamenti in politica estera
    4.l’appoggio a Netanyahu diverrà assoluto e N. potrebbe tentare il “gran colpo” (difficilmente avrà mai più un’occasione simile, anche se ignoro se la ritenga auspicabile) ovvero espellere manu militari i milioni di palestinesi verso gli Stati arabi, che sarebbero tenuti a bada dalle minacce di Trump unite a lusinghe (in dollari)
    5.come corollario, gli ayatollah saranno con la forza rovesciati (a favore dei Pahlavi ? il guaio è che nessuno li vuole !)..e un paese con i suoi difetti ma che tutto sommato funzionava (settembre 2023) sarà gettato nel caos..salvo poi piangere dopo con lacrime di coccodrillo
    6.la politica verso Putin sarà cambiata e l’Ucraina sacrificata (molto dipenderà da Putin..se volesse troppo, Trump da “true American” potrebbe all’improvviso diventare il peggiore nemico di Putin !)..se Putin invece si “accontentasse” di Crimea, Donbas e Kherson-Zaporizzhya (insomma l’annessione del 21/3/2014 e quelle del 30/9/2022) il “deal” si farà e l’Ucraina -con le buone ma anche se necessario con le cattive (minaccia di strangolamento economico; improvvisa “comparsa” di un documento più o meno “autentico” sulle atrocità di Bandera non verso i polacchi -di quelli non frega nulla a nessuno :D- bensì verso i correligionari di Jacob Frank prima della “conversione” :D; magari, chissà :D, qualcuno al New York Times si ricorderà che Zelens’kyj non è più legalmente presidente da maggio 😀 :D) sarà forzata ad accettarla
    7.l’atteggiamento verso la UE diverrà più duro e meno amichevole..non che Trump sciolga la NATO (mai !) ma di sicuro il rapporto con gli europei diverrà più conflittuale..ciò potrebbe essere un bene per noi se ci spingesse a unirci di più
    8.verso la Cina Trump sarebbe verosimilmente più ostile di Biden e il suo obiettivo sarebbe unire USA, Russia e India contro la Cina..al che i cinesi forse risponderebbero aprendo a noi europei..e dovremo essere attenti a non lasciar cadere le avances di Xi
    insomma “grande è la confusione sotto il Cielo, la situazione è eccellente” [cit. Mao]

    • Ros scrive:

      @habsburgicus: “alcune considerazioni, nell’eventualità (ormai quasi certa) di un ritorno di Trump alla presidenza”

      notevole habs, grazie😃

      ora, taliate sotto e poi dicetemi voi

      https://image.tmdb.org/t/p/original/hS8ydBynxGB9F8QKnv9KeR1jbOj.jpg

      e

      https://www.linkiesta.it/wp-content/uploads/2024/07/22431403-large.jpg

      cioè, voglio dire … giusto la spada 🙄
      (ma c’è pur sempre l’asta della bandiera fianco pugno chiuso che ne fa le subliminali arrabattate veci)

      Deus lo volt !!!! 🇺🇸 ✊ ♂️

      https://wallup.net/wp-content/uploads/2019/10/742417-confederate-flag-usa-america-united-states-csa-civil-war-rebel-dixie-military-poster-skull.jpg

      santa crociata dei pezzenti ultimi addiventare i primi e poi di nuovo l’ultimi eppòi di nuovo i primi:
      “White Trash. Storia segreta delle classi sociali in America”

      https://www.ibs.it/white-trash-storia-segreta-delle-ebook-nancy-isenberg/e/9788833892801

      ce l’ha mandato il Signore! non c’è dubbio!

      A dirìmere giustiziandoci i torti e torcere aggrizzandoci ulteriormente i dritti dei plastico-maxillofaccial-cosmetici diritti storti

      • Ros scrive:

        “ce l’ha mandato il Signore! non c’è dubbio!”

        perché se no come spiegarci razionalmente il culo a la playa brasileira in tanga per il carnevale di Rio de Janeiro ballando scosciatamente la samba che ci ha avuto?

        il culo non solo d’essersela scapolata di un centimetro di sguincio, ma del tondo doni terga di tutta la faccenda.

        A essere puntigliosamente scassacugghiuni, col Signore delle chiappe capesante di sant’jago pellegrino a Finisterre galego La Coruña, fosse stato meglio se avvenuto giusto un poco più avanti e più vicino al finale di stagione
        (novembre è lontano, tutto può succedere nell’ordito e trama del telefilm)

        ma a caval donaldo non si guarda mica in bocca;

        sarebbe maleducazione.

        Io, che – annoiandomi taedium vitae – non me ne fotteva niente fino a ieri,
        al Truman show Debord mi ci sto appassionando🤗

        https://images.app.goo.gl/Ron8faKWzQfNRvYRA

    • Andrea Di Vita scrive:

      @ habsburgicus

      “Netanyahu”

      Se hai ragione, allora Trump si ficcherà con tutte le scarpe nel trappolone che il tentennante Biden ha evitato.

      Obbligare l’Egitto ad accettare due milioni di Palestinesi vuol dire creare praterie alla penetrazione Russa (militare) e Cinese
      (economica) su Suez. Già il Cairo appoggia in Libia il campione dei Russi Haftar, e c’è tutta una tradizione di equilibrismo Egiziano fra Mosca e Washington che risale ai tempi di Sadat. I denari atti a neutralizzare eventuali ricatti USA ce li mette benissimo Pechino, per loro sono spiccioli. E già oggi Russi e Cinesi sono gli unici che passano impunemente per il Canale, sorvegliato dagli Houthi. Questi infierirebbe ulteriormente ci tro un Uccidente impotente a difendere gli armatori proIsraele.

      E voglio vedere se gli USA di Trump metterebbero in atto la minaccia di non difendere più gli Europei morosi della NATO, col rischio di neutralizzare le loro numerose basi qui da noi.

      Alla lunga, se Trump esagera col suo MAGA rischia di dimostrare quello che è: chiacchiere e distintivo.

      Ciao!

      Andrea Di Vita

      • Andrea Di Vita scrive:

        ci tro=contro

      • Andrea Di Vita scrive:

        @habsburgicus

        “5.”

        E per quanto riguarda l’Iran

        https://www.limesonline.com/rivista/russia-e-iran-piu-vicini-che-mai-16155023/

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          come diceva qualcuno, un conto sono le chiacchiere dei politici, un conto la rivalità economica di due paesi che campano vendendo petrolio all’estero 😉

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “petrolio”

            Avresti ragione se a Mosca ragionassero come a Washington. La Russia ha dimostrato coi fatti di essere disponibilissima a mandare a donne di facili costumi le proprie esportazioni se questo le serve a mantenere un vantaggio militare. Mosca ha scatenato una guerra per non avere un governo filoUSA in Ucraina; vuoi che sia da meno per evitare un governo filoUSA in Iran, quando le basta rifilare un po’ di collaudati ipersonici agli ayatollah? Adesso sembra che ce li abbiano pure gli Houthi. Chi gliel’avrà dati?

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              😀

              le Wundewaffen di voi nemici della democrazia e della libertà!

              e il pozzo di San Patrizio dei soldi con cui Putin finanzia la sua scriteriata politica neoimperialista: sono crollati imperi molto più ricchi del suo.

              PS non capisco la tua confessione “Mosca ha scatenato una guerra per non avere un governo filoUSA in Ucraina” è quello che ripeto io da due anni!

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ francesco

                “Wundewaffen”

                Veramente le WundeRwaffen le hanno tirate sempre fuori quelli che dicevano che avrebbero sconfitto Putin coi Javelin, poi cogli HIMARS, poi cogli ATACS, poi cogli Abrams, adesso cogli F16…

                Ah, e guarda che dopo le provette di Colin Powell alle bufale di “libertà e democrazia” ci credono sempre in meno.

                Puoi prendere per i fondelli uno per tutta la vita e tutti per un po’, ma non tutti per tutta la vita.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                1) Powell non ha intaccato le credenziali democratiche degli USA, ha sacrificato la sua carriera per un obiettivo strategico. Mai chiarito, visto il casino fatto dagli USA in Iraq.

                2) è un gioco che fanno in due, i filo-ucraini faciloni e il putinismo unanime. A volte è bello capire qualcosa di un argomento e vedere i trucchetti squallidi

      • Ros scrive:

        Andrea Di Vita: “Alla lunga, se Trump esagera col suo MAGA rischia di dimostrare quello che è: chiacchiere e distintivo”

        chiacchiere e distintivo, e CULO.

        ps
        ma la MAGA è Amelia la strega che ammalia?

        Pure a lei si è fatto nientemeno?

        Più professione buttaniere
        – e non è poco! –
        di Johnny Fitzgerald il roscio, figlio di papà hustler, come lui se pur con l’asinello e non l’elefantino:
        happy birthday mr president con l’ l’impasticcata e sfatta blondie marilina già al conto alla rovescia.

        https://images.app.goo.gl/yDW259fks71j8ACs8

        • Andrea Di Vita scrive:

          @ Ros

          “sfatta”

          Più che al puttaniere Kennedy Trump mi fa venire in mente il nostro storico puttaniere calvo d’anteguerra.

          Anche lui ebbe a subire un fallito attentato prima di arrivare al potere assoluto.

          https://it.wikipedia.org/wiki/Anteo_Zamboni

          E siccome la Storia si ripete, ma la prima volta è una tragedia e la seconda una farsa, ciò fa ben sperare sul destino degli USA.

          Ciao!

          Andrea Di Vita

          • Ros scrive:

            @Andrea Di Vita: Anteo Zamboni

            “Carlo Alberto Pasolini comandava una delle compagnie che facevano da protezione al Duce, nell’ambito delle misure di sicurezza organizzate in occasione della manifestazione per l’inaugurazione, a Bologna, dello stadio Littoriale.

            A Pasolini era stato affidato il compito di gestire il servizio d’ordine all’inizio di Via dell’Indipendenza, dove sarebbe passata l’automobile che accompagnava Mussolini alla stazione, al termine delle celebrazioni.

            Fu proprio lui il primo ad individuare e bloccare il quindicenne attentatore, che sarà poi linciato a calci e coltellate dalla scorta fascista”

            Idroscalo di Ostia viene cinquant’anni tondi tondi dopo che “le colpe dei padri ricadono sui figli” a sentire l’Esodo 20:5-6

            «Degli attentati da me subiti, quello di Bologna non fu mai completamente chiarito.
            Certo che me la cavai per miracolo.

            L’esecutore, o presunto tale, fu invece linciato dalla folla.

            Con questo atto barbarico, che deprecai, l’Italia non dette certo prova di civiltà.»

            il patata quindicenne:

            https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/6a/Corpse_of_Anteo_Zamboni.jpg

            Che poi a uno gli venisse da dire che l’unico decente in questa storia pare essere stato proprio lo zio Benito;
            troppo buon’uomo pure a parere di Stalin

            https://ilpensierostorico.com/mussolini-e-stalin/

    • Roberto scrive:

      Habsb

      Sono d’accordo su tutto….forse sulla NATO davvero Trump potrebbe far sul serio, magari non scioglierla ma trasformarla in una conchiglia vuota

    • Miguel Martinez scrive:

      Per habs

      “alcune considerazioni, nell’eventualità (ormai quasi certa) di un ritorno di Trump alla presidenza;
      diciamo subito quel che NON sarà:”

      Mi sembra molto plausibile.

    • Francesco scrive:

      1) ca va san dire
      2) in verità è da Obama che il governo USA fa del protezionismo-statalismo pro industria manifatturiera abbastanza serio
      3) credo che in questo campo, invece, abbia capito di potersi guadagnare molti consensi
      4) pare di sì in termini di appoggio maggiore a Bibi, però secondo me neppure Bibi sa cosa vuole fare. Certo, secondo l’analisi di Miguel, spostare i palestinesi fuori dal Grandino Israele (in stile Stalin) risolverebbe il problema.
      5) ho più di qualche dubbio che il regime degli Ayatollah possa essere rovesciato dall’esterno, mentre mi pare evidente che si debba lavorare per un suo crollo spontaneo: ci sono meno islamisti in Iran che comunisti in Italia
      6) concordo
      7) tranne la Meloni, tutti nella NATO hanno capito che è tempo di fabbricare spade e addestrarsi all’arte della guerra
      8) il contenimento USA nei confronti della Cina è di lunga data, ormai, e non cambia a seconda del presidente. con Putin in mano alla Cina, l’Europa non ha nulla da guadagnare dalla Cina, che ha i casini suoi da gestire

      Saluti

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “ci sono meno islamisti in Iran che comunisti in Italia”

        I principalisti avranno anche perso le elezioni, ma non di così tanto.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “1)”

        1) concordo

        2) concordo (v. punto 8) più sotto)

        3) concordo. La polarizzazione degli USA da questo punto di vista è difficilmente ricomponibile in tempi brevi. Sembrano la Polonia. Al confronto da noi renziani e grillini si amano.

        4) Il giorno che smette di assassinare bambini Bibi finisce dritto sotto processo – ma mica all’Aja, a Tel Aviv – per le accuse che pendevano su di lui precedentemente al 7 ottobre. E gli ortodossi del suo governo verranno cacciati da chi non ama i disertori, dato che il militare gli ortodossi non lo fanno. A differenza di Zelensky, Netanyahu non ha ricchi oligarchi alle spalle che gli possono assicurare un esilio dorato in Uccidente. Come lui non ha un piano B, non può permettersi di perdere o di trattare, anche se dopo otto mesi di genocidio la Resistenza continua a fargli saltare per aria i suoi marmittoni. Vale per lui e per l’attore NATO quello che Shakespeare mette in bocca a Macbeth: ‘Mi sono inoltrato nel sangue fino a tal punto che, se non dovessi spingermi oltre a guado, il tornare indietro mi sarebbe tanto pericoloso quanto l’andare avanti’. E l’espulsione di due milioni di Palestinesi in Egitto e di un milione in Giordania, Siria e Libano offre enormi margini di manovra a Cinesi, Russi e Iraniani – non so se gli USA possono consentirglielo.

        5) No. Sono ottantun anni che si aspetta il crollo spontaneo del regime di Cuba. E sicuramente i legami dei Cubani cogli USA sono molto più forti di quelli degli Iraniani. E’ precisamente l’ostilità Statunitense che cementa il regime Cubano nel suo patriottismo; figuriamoci nel caso di Teheran.

        6) concordo

        7) No. L’idea che i membri Europei della NATO senza gli USA
        possano arrivare in un futuro ragionevole a costruire un deterrente convenzionale credibile nei confronti della Russia è tanto realistica quanto trent’anni fa lo sarebbe stata – se qualcuno fosse stato tanto avventato da formularla – l’idea che i membri del patto di Varsavia senza la Russia potessero arrivare a costruire un deterrente convenzionale credibile nei confronti della NATO. Messi insieme, infatti, tutti gli effettivi che gli eserciti Europei della NATO possono arrivare a mobilitare in un futuro prevedibile arrivano sì e no a un terzo di quello che già oggi la Russia è in grado di mobilitare senza neppure arrivare alla mobilitazione generale. Nella ‘operazione speciale’ sono stati coinvolti più effettivi di quanti ne possano mettere in campo gli eserciti Francese, Tedesco e Italiano messi insieme. Quanto ai carri armati, sulla carta oggi Mosca ne ha 12500, gli USA 6612 e la NATO nel suo insieme 12500, per cui gli Europei senza la NATO dispongono di 12500-6612=5888, cioè poco meno della metà di Mosca. Solo che Mosca l’industria militare ce l’ha in piena attività adesso, da noi ci sono giusto Rheinmetall (ex Krupp), Oto Melara e poco più. E riavviare un programma serio di riarmo senza usare metodi nazisti è questione di decenni.

        https://lospiegone.com/2024/03/27/nato-e-russia-a-confronto/

        https://it.wikipedia.org/wiki/United_States_Armed_Forces

        8) E’ vero che gli USA cercano comunque di contenere la Cina (senza riuscirci granché, a quanto sembra). Ma è anche vero che a differenza degli USA la Cina non fa protezionismo a nostro danno e non ci chiede sanzioni cretine che ci danneggiano. Via gli USA, ridiventeremmo il cliente naturale del gas Russo e della manifattura a basso costo, e Mosca e Pechino i nostri ovvi fornitori. Ma a quel punto gli USA le armi a chi le vendono? E il gas liquefatto? Sarem(m)o gli ultimi a entrare nei BRICS, ma i primi ad avvantaggiarcene.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Andrea

          sei sempre meglio di Grillo! come comico, beninteso

          8) la Cina non fa protezionismo a nostro danno? e Trump ha in testa i suoi capelli al naturale, immagino. Beh, anche oggi il protezionismo cinese è mitico – e molto invidiato da un sacco di padroncini. Il che non toglie che nei BRICS ci staremmo nella posizione preferita da Mastelloni! PS noto che insisti a non leggere nulla di dati economici nè di economia
          7) qualche decennio mi pare una previsione pessimistica. e non tieni conto di un periodo di transizione mentre gli USA si ritirano. la NATO europea ha mezzi militare migliori della Russia in quasi tutti i campi e ha più abitanti. senza bisogno di contare la Turchia.
          5) dopo aver visto il crollo di tutto il Socialismo Reale europeo, nutro molta fiducia nella volontà dei popoli di liberarsi dalle dittature. resta essenziale togliere ai regimi l’arma del nazionalismo.
          4) la tua fiducia nella capacità di Russia Cina e Iran di muoversi e di farlo in sintonia è commovente. sembri spinto da un fanatico afflato anti-USA e anti-Israele.
          E ricrei l’Asse del Male come la peggiore propaganda USA!

          🙂

          • PinoMamet scrive:

            “Il che non toglie che nei BRICS ci staremmo nella posizione preferita da Mastelloni!”

            😀

            • Francesco scrive:

              chiedo scusa per la volgarità omofoba ma rendeva molto bene l’idea

              come Italiani abbiamo avuto molti padroni e direi che siamo in grado di valutarli, nei demeriti e nei meriti

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ francesco

            Innanzitutto, per dimostrarti quanto ti voglio bene, ti regalo l’appena uscito articolo su Foreign Affairs dell’ex consigliere di Trump prr la difesa, l’architetto della denuncia unilaterale del trattato antieuromissili sotto la presidenza del biondone. Apprezzerai il riferimento alla necessità di esperimenti nucleari militari nuovi “nel mondo reale, non al computer”. Io ho sghignazzato leggendo gli elogi a Duda.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

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            The Return of Peace Through Strength
            Making the Case for Trump’s Foreign Policy
            By Robert C. O’Brien
            July/August 2024
            Published on June 18, 2024
            U.S. President Donald Trump with Chinese President Xi Jinping in Beijing, November 2017
            U.S. President Donald Trump with Chinese President Xi Jinping in Beijing, November 2017
            Damir Sagolj / Reuters
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            Si vis pacem, para bellum is a Latin phrase that emerged in the fourth century that means “If you want peace, prepare for war.” The concept’s origin dates back even further, to the second-century Roman emperor Hadrian, to whom is attributed the axiom, “Peace through strength—or, failing that, peace through threat.”

            U.S. President George Washington understood this well. “If we desire to secure peace, one of the most powerful instruments of our rising prosperity, it must be known, that we are at all times ready for war,” he told Congress in 1793. The idea was echoed in President Theodore Roosevelt’s famous dictum: “Speak softly, and carry a big stick.” And as a candidate for president, Ronald Reagan borrowed directly from Hadrian when he promised to achieve “peace through strength”—and later delivered on that promise.

            In 2017, President Donald Trump brought this ethos back to the White House after the Obama era, during which the United States had a president who felt it necessary to apologize for the alleged sins of American foreign policy and sapped the strength of the U.S. military. That ended when Trump took office. As he proclaimed to the UN General Assembly in September 2020, the United States was “fulfilling its destiny as peacemaker, but it is peace through strength.”

            Stay informed.
            In-depth analysis delivered weekly.
            And Trump was a peacemaker—a fact obscured by false portrayals of him but perfectly clear when one looks at the record. Just in the final 16 months of his administration, the United States facilitated the Abraham Accords, bringing peace to Israel and three of its neighbors in the Middle East plus Sudan; Serbia and Kosovo agreed to U.S.-brokered economic normalization; Washington successfully pushed Egypt and key Gulf states to settle their rift with Qatar and end their blockade of the emirate; and the United States entered into an agreement with the Taliban that prevented any American combat deaths in Afghanistan for nearly the entire final year of the Trump administration.

            Trump was determined to avoid new wars and endless counterinsurgency operations, and his presidency was the first since that of Jimmy Carter in which the United States did not enter a new war or expand an existing conflict. Trump also ended one war with a rare U.S. victory, wiping out the Islamic State (also known as ISIS) as an organized military force and eliminating its leader, Abu Bakr al-Baghdadi.

            But unlike during Carter’s term, under Trump, U.S. adversaries did not exploit Americans’ preference for peace. In the Trump years, Russia did not press further forward after its 2014 invasion of Ukraine, Iran did not dare to directly attack Israel, and North Korea stopped testing nuclear weapons after a combination of diplomatic outreach and a U.S. military show of force. And although China maintained an aggressive posture during Trump’s time in office, its leadership surely noted Trump’s determination to enforce redlines when, for example, he ordered a limited but effective air attack on Syria in 2017, after Bashar al-Assad’s regime used chemical weapons against its own people.

            A second Trump term would see the return of realism with a Jacksonian flavor.
            Trump has never aspired to promulgate a “Trump Doctrine” for the benefit of the Washington foreign policy establishment. He adheres not to dogma but to his own instincts and to traditional American principles that run deeper than the globalist orthodoxies of recent decades. “America first is not America alone” is a mantra often repeated by Trump administration officials, and for good reason: Trump recognizes that a successful foreign policy requires joining forces with friendly governments and people elsewhere. The fact that Trump took a new look at which countries and groups were most pertinent does not make him purely transactional or an isolationist hostile to alliances, as his critics claim. NATO and U.S. cooperation with Japan, Israel, and the Arab Gulf states were all militarily strengthened when Trump was president.

            Trump’s foreign policy and trade policy can be accurately understood as a reaction to the shortcomings of neoliberal internationalism, or globalism, as practiced from the early 1990s until 2017. Like many American voters, Trump grasped that “free trade” has been nothing of the sort in practice and in many instances involved foreign governments using high tariffs, barriers to trade, and the theft of intellectual property to harm U.S. economic and security interests. And despite hefty military spending, Washington’s national security apparatus enjoyed few victories after the 1991 Gulf War while suffering a number of notable failures in places such as Iraq, Libya, and Syria.

            Trump thinks highly of his predecessor Andrew Jackson and Jackson’s approach to foreign policy: be focused and forceful when compelled to action but wary of overreach. A second Trump term would see the return of realism with a Jacksonian flavor. Washington’s friends would be more secure and more self-reliant, and its foes would once again fear American power. The United States would be strong, and there would be peace.

            WHAT HAPPENED?
            In the early 1990s, the world seemed to be on the cusp of a second “American century.” The Iron Curtain had fallen, and the countries of Eastern Europe had cashiered communism and abandoned the Warsaw Pact, lining up to join Western Europe and the rest of the free world. The Soviet Union passed into history in 1991. Holdouts to the tide of freedom, such as China, seemed set to liberalize, at least economically, and posed no imminent threat to the United States. The Gulf War vindicated the previous decade’s U.S. military buildup and helped confirm that the world had just one superpower.

            Contrast that situation to today. China has become a formidable military and economic adversary. It routinely threatens democratic Taiwan. Its coast guard and de facto maritime militia are in a prolonged state of low-intensity conflict with the Philippines, a treaty ally of the United States, which could spark a wider war in the South China Sea. Beijing is now Washington’s foremost foe in cyberspace, regularly attacking U.S. business and government networks. China’s unfair trade and business practices have harmed the American economy and made the United States dependent on China for manufactured goods and even some essential pharmaceuticals. And although China’s model has nothing like the ideological appeal to Third World revolutionaries and Western radicals that Soviet communism held in the mid-twentieth century, China’s political leadership under Xi Jinping nonetheless has had enough confidence to reverse economic reforms, crush freedom in Hong Kong, and pick fights with Washington and many of its partners. Xi is China’s most dangerous leader since the murderous Mao Zedong. And China has yet to be held to account for the COVID-19 pandemic, which originated in Wuhan.

            China now has a committed and useful junior partner in Moscow, as well. In 2018, a year after leaving office as vice president, Joe Biden co-authored an article in these pages titled “How to Stand Up to the Kremlin.” But Russia’s full-scale invasion of Ukraine in 2022 demonstrated that Moscow was hardly deterred by his tough talk. The war has also exposed the shameful truth that NATO’s European members are unprepared for a new combat environment that combines innovative technologies such as artificial intelligence with low-tech but lethal drones and century-old artillery.

            Joining China and Russia in an emerging axis of anti-American autocracies is Iran. Like the regimes in Beijing and Moscow, the theocracy in Tehran has grown bolder. With seeming impunity, its leaders frequently threaten the United States and its allies. Iran has now amassed enough enriched uranium to build a basic nuclear weapon in less than two weeks, if it chose to do so, according to the most authoritative estimates. Iran’s proxies, including Hamas, kidnap and kill Americans. And in April, for the first time, Iran attacked Washington’s closest ally in the Middle East, Israel, directly from Iranian territory, firing hundreds of drones and missiles.

            The picture closer to home is hardly any better. In Mexico, drug cartels form a parallel government in some areas and traffic people and illegal drugs into the United States. Venezuela is a belligerent basket case. And the Biden administration’s inability to secure the southern U.S. border is perhaps its biggest and most embarrassing failure.

            CLARITY ON CHINA
            This morass of American weakness and failure cries out for a Trumpian restoration of peace through strength. Nowhere is that need more urgent than in the contest with China.

            From the beginning of his presidential term, Biden has sent mixed messages about the threat posed by Beijing. Although Biden has retained tariffs and export controls enacted by Trump, he has also sent cabinet-level officials on a series of visits to Beijing, where they have delivered firm warnings about trade and security but also extended an olive branch, promising to restore some forms of the cooperation with China that existed before the Trump administration. This is a policy of pageantry over substance. Meetings and summits are activities, not achievements.

            Meanwhile, Beijing pays close attention to what the president and his top advisers say in public. Biden has referred to China’s economy as a “ticking time bomb” but also stated plainly, “I don’t want to contain China” and “We’re not looking to hurt China—sincerely. We’re all better off if China does well.” To believe such pablum is to believe that China is not truly an adversary.

            The Chinese Communist Party seeks to expand its power and security by supplanting the United States as the global leader in technological development and innovation in critical areas such as electric vehicles, solar power, artificial intelligence, and quantum computing. To do so, Beijing relies on enormous subsidies, intellectual property theft, and unfair trade practices. In the automotive industry, for example, Beijing has backed national champions such as BYD, which it has showered with subsidies and encouraged to dump millions of cheap electric vehicles into markets in the United States and allied countries, with the goal of bankrupting automakers from Seoul to Tokyo to Detroit to Bavaria.

            Trump and other G-20 leaders in Hamburg, Germany, July 2017
            Trump and other G-20 leaders in Hamburg, Germany, July 2017
            Carlos Barria / Reuters
            To maintain its competitive edge in the face of this onslaught, the United States must remain the best place in the world to invest, innovate, and do business. But the increasing authority of the U.S. regulatory state, including overaggressive antitrust enforcement, threatens to destroy the American system of free enterprise. Even as Chinese companies receive unfair support from Beijing to put American companies out of business, the governments of the United States and its European allies are making it harder for those same American companies to compete. This is a recipe for national decline; Western governments should abandon these unnecessary regulations.

            As China seeks to undermine American economic and military strength, Washington should return the favor—just as it did during the Cold War, when it worked to weaken the Soviet economy. Treasury Secretary Janet Yellen has said that a “full economic separation [from China] is neither practical nor desirable” and that the United States “reject[s] the idea that we should decouple our economy from China.” But Washington should, in fact, seek to decouple its economy from China’s. Without describing it as such, Trump began a de facto policy of decoupling by enacting higher tariffs on about half of Chinese exports to America, leaving Beijing the option to resume normal trade if it changed its conduct—an opportunity it did not take. Now is the time to press even further, with a 60 percent tariff on Chinese goods, as Trump has advocated, and tougher export controls on any technology that might be of use to China.

            Of course, Washington should keep open lines of communication with Beijing, but the United States should focus its Pacific diplomacy on allies such as Australia, Japan, the Philippines, and South Korea, traditional partners such as Singapore, and emerging ones such as Indonesia and Vietnam. Critics suggest that Trump’s calls for U.S. allies in Asia to contribute more to their own defense might worry them. On the contrary: my discussions with officials in the region have revealed that they would welcome more of Trump’s plain talk about the need for alliances to be two-way relationships and that they believe his approach would enhance security.

            The true source of tumult in the Middle East is Iran’s theocratic regime.
            Joint military exercises with such countries are essential. Trump disinvited China from the annual Rim of the Pacific war games in 2018: a good defensive team does not invite its most likely opponent to witness planning and practice. (China, naturally, sent spy ships to observe.) Congress indicated in 2022 that the United States should invite Taiwan to join the exercises. But Biden has refused to do so—a mistake that must be remedied.

            Taiwan spends around $19 billion annually on its defense, which amounts to just under three percent of its annual economic output. Although that is better than most U.S. allies and partners, it is still too little. Other countries in this increasingly dangerous region also need to spend more. And Taiwan’s shortcoming is not solely its own fault: past U.S. administrations have sent mixed signals about Washington’s willingness to supply Taiwan with arms and help defend it. The next administration should make clear that along with a continued U.S. commitment comes an expectation that Taiwan spend more on defense and take other steps, as well, such as expanding military conscription.

            Meanwhile, Congress should help build up the armed forces of Indonesia, the Philippines, and Vietnam by extending to them the kinds of grants, loans, and weapons transfers that the United States has long offered Israel. The Philippines, in particular, needs rapid support in its standoff with Chinese forces in the South China Sea. The navy should undertake a crash program to refurbish decommissioned ships and then donate them to the Philippines, including frigates and amphibious assault ships sitting in reserve in Philadelphia and Hawaii.

            The navy should also move one of its aircraft carriers from the Atlantic to the Pacific, and the Pentagon should consider deploying the entire Marine Corps to the Pacific, relieving it in particular of missions in the Middle East and North Africa. U.S. bases in the Pacific often lack adequate missile defenses and fighter jet protection—a scandalous deficiency that the Defense Department should fix by quickly shifting resources from elsewhere.

            THE RETURN OF MAXIMUM PRESSURE
            Another region where the Biden administration has demonstrated little strength and thus brought little peace is the Middle East. Biden entered office determined to ostracize Saudi Arabia for human rights violations—but also to resume the Obama-era policy of negotiating with Iran, a far worse violator of human rights. This approach alienated Saudi Arabia, an important partner and energy exporter, and did nothing to tame Iran, which has become demonstrably more violent in the past four years. Allies in the Middle East and beyond saw these actions as evidence of American weakness and unreliability and have pursued foreign policies more independent of Washington. Iran itself has felt free to attack Israel, U.S. forces, and American partners through proxies and directly.

            In contrast, the Trump administration carried out a campaign of maximum pressure on Iran, including by insisting that European countries comply with U.S. and UN sanctions on the Islamic Republic. This show of resolve rallied important U.S. partners such as Saudi Arabia and the United Arab Emirates and paved the way for the Abraham Accords. When U.S. allies see renewed American determination to contain the Islamist regime in Tehran, they will join with Washington and help bring peace to a region that is crucial to energy markets and global capital markets.

            Unfortunately, the opposite has occurred during the Biden administration, which has failed to enforce existing sanctions on Iranian oil exports. In recent months, those exports reached a six-year high, exceeding 1.5 million barrels per day. The easing of sanctions enforcement has been a bonanza for Iran’s government and its military, netting them tens of billions of dollars a year. Restoring the Trump crackdown will curtail Iran’s ability to fund terrorist proxy forces in the Middle East and beyond.

            Trump and Xi at a G-20 leaders summit in Osaka, Japan, June 2019
            Trump and Xi at a G-20 leaders summit in Osaka, Japan, June 2019
            Kevin Lamarque / Reuters
            Biden’s problems began in the Middle East when he tried to reenter the Obama-era Iran nuclear deal that Trump pulled out of in 2018, having recognized it as a failure. Far from eliminating or even freezing Iran’s nuclear program, the deal had sanctified it, allowing Iran to retain centrifuges that it has used to amass nearly enough uranium for a bomb. A return to Trump’s policy of maximum pressure would include the full enforcement of U.S. sanctions on Iran’s energy sector, applying them not only to Iran but also to governments and organizations that buy Iranian oil and gas. Maximum pressure would also mean deploying more maritime and aviation assets to the Middle East, making it clear not only to Tehran but also to American allies that the U.S. military’s focus in the region was on deterring Iran, finally moving past the counterinsurgency orientation of the past two decades.

            A stronger policy to counter Iran would also lead to a more productive approach to the Israeli-Palestinian conflict, which is once again roiling the region. For decades, the conventional wisdom held that resolving that dispute was the key to improving security in the Middle East. But the conflict has become more of a symptom than a cause of tumult in the region, the true source of which is Iran’s revolutionary, theocratic regime. Tehran provides critical funding, arms, intelligence, and strategic guidance to an array of groups that threaten Israel’s security—not just Hamas, which sparked the current war in Gaza with its barbaric October 7 attack on Israel, but also the Lebanese terrorist organization Hezbollah and the Houthi militia in Yemen. The Israeli-Palestinian conflict cannot be solved until Iran is contained—and until Palestinian extremists stop trying to eliminate the Jewish state.

            In the meantime, the United States should continue to back Israel as it seeks to eliminate Hamas in Gaza. The long-term governance and status of the territory are not for Washington to dictate; the United States should support Israel, Egypt, and U.S. allies in the Gulf as they grapple with that problem. But Washington should not pressure Israel to return to negotiations over a long-term solution to the broader conflict with the Palestinians. The focus of U.S. policy in the Middle East should remain the malevolent actor that is ultimately most responsible for the turmoil and killing: the Iranian regime.

            FROM KABUL TO KYIV
            Biden also drastically weakened American statecraft through his catastrophic mismanagement of the withdrawal from Afghanistan. The Trump administration negotiated the deal that brought an end to U.S. involvement in the war, but Trump would never have allowed for such a chaotic and embarrassing retreat. One can draw a direct line from the fecklessness of the pullout in the summer of 2021 to the decision by Russian President Vladimir Putin to attack Ukraine six months later. After Russia brushed off Biden’s warnings about the consequences of invading Ukraine and attacked anyway, Biden offered Ukrainian President Volodymyr Zelensky the means to leave Kyiv, which would have repeated Afghan President Ashraf Ghani’s ignominious flight from Kabul the summer before. Fortunately, Zelensky declined the offer.

            The Biden administration has since provided significant military aid to Ukraine but has often dragged its feet in sending Kyiv the kinds of weapons it needs to succeed. The $61 billion Congress recently appropriated for Ukraine—on top of the $113 billion already approved—is probably sufficient to prevent Ukraine from losing, but not enough to enable it to win. Meanwhile, Biden does not seem to have a plan to end the war.

            Trump, for his part, has made clear that he would like to see a negotiated settlement to the war that ends the killing and preserves the security of Ukraine. Trump’s approach would be to continue to provide lethal aid to Ukraine, financed by European countries, while keeping the door open to diplomacy with Russia—and keeping Moscow off balance with a degree of unpredictability. He would also push NATO to rotate ground and air forces to Poland to augment its capabilities closer to Russia’s border and to make unmistakably clear that the alliance will defend all its territory from foreign aggression.

            Washington should make sure that its European allies understand that the continued American defense of Europe is contingent on Europe doing its part—including in Ukraine. If Europe wants to show that it is serious about defending Ukraine, it should admit the country to the European Union immediately, waiving the usual bureaucratic accession protocol. Such a move would send a strong message to Putin that the West will not cede Ukraine to Moscow. It would also give hope to the Ukrainian people that better days lie ahead.

            A MILITARY IN DECLINE
            As China has risen, the Middle East has burned, and Russia has rampaged in Ukraine, the U.S. military has resumed a gradual decline that began during the Obama administration before pausing during Trump’s time in office. Last year, only the Marine Corps and the Space Force met their recruiting goals. The army fell an astounding 10,000 recruits short of its modest goal of adding 65,000 soldiers to maintain its current size. The deficiency is not just a personnel problem; it speaks to a lack of confidence that young Americans and their families have in the purpose and mission of the military.

            Meanwhile, the military increasingly lacks the tools it needs to defend the United States and its interests. The navy now has fewer than 300 ships, compared with 592 at the end of the Reagan administration. That is not enough to maintain conventional deterrence through naval presence in the 18 maritime regions of the world that U.S. combatant commanders have identified as strategically important. Congress and the executive branch should recommit to the goal of having a 355-ship navy by 2032, which Trump set in 2017. This modestly larger navy must include more stealthy Virginia-class attack submarines. Also crucial are more Columbia-class ballistic missile submarines, which form one part of the so-called nuclear triad—the equipment and systems that allow Washington to deploy nuclear weapons from the air, land, and sea.

            Other parts of the triad need improvement, as well. For example, Congress must appropriate funds for all 100 planned units of the B-21 stealth bomber that is under development, to replace the aging B-2 bomber. In fact, some analysts have argued that the air force needs no fewer than 256 of these penetrating strike bombers to carry out a sustainable campaign against a peer competitor. To avoid the procurement problems experienced with the B-2, which left the air force with a fleet of just 21 aircraft instead of the 132 originally planned, both the air force and the appropriate congressional committees must work to ensure a stable production process.

            The triad has become more important in recent years as China and Russia have modernized their nuclear arsenals. China has doubled the size of its arsenal since 2020: a massive, unexplained, and unwarranted expansion. The United States has to maintain technical and numerical superiority to the combined Chinese and Russian nuclear stockpiles. To do so, Washington must test new nuclear weapons for reliability and safety in the real world for the first time since 1992—not just by using computer models. If China and Russia continue to refuse to engage in good-faith arms control talks, the United States should also resume production of uranium-235 and plutonium-239, the primary fissile isotopes of nuclear weapons.

            Trump greeting U.S. military personnel in Yokosuka, Japan, May 2019
            Trump greeting U.S. military personnel in Yokosuka, Japan, May 2019
            Jonathan Ernst / Reuters
            The U.S. conventional arsenal also needs to be transformed. The Trump administration revived the development of hypersonic missiles, funding for which President Barack Obama drastically reduced in 2011, leaving China and Russia far ahead of the United States in acquiring these important new weapons that travel at more than five times the speed of sound and can maneuver within the earth’s atmosphere. A second Trump term would see massive investments in this critical technology.

            Restoring the military will take the energetic involvement of the president and congressional leadership because civilian and uniformed personnel are incapable of fixing the Pentagon themselves. (Trump often pushed for innovation in the face of bureaucratic inertia fostered by senior-level civilian officials at the Defense Department.) But fundamental change must account for the reality of limited budgets. Thanks to unsustainable levels of borrowing, the federal budget will have to decline, and large increases to defense expenditures are unlikely regardless of which party controls the White House and Congress. Spending smarter will have to substitute for spending more in a contemporary strategy of peace through strength.

            Fixing the military requires major reforms to the armed forces’ acquisition processes, both for itself and for allied militaries. In recent decades, important projects such as the Zumwalt destroyer, the Littoral Combat Ship, the F-35 fighter, and the KC-46 tanker aircraft arrived years late and vastly over budget. In the 1950s, in contrast, Lockheed delivered the first U-2 spy aircraft less than a year and a half after getting the contract—and completed it under budget. Such an accomplishment would be inconceivable today because of status quo attitudes in most of the services, congressional dysfunction that makes budgeting and planning difficult, and a lack of vision on the part of the secretaries of the armed forces.

            Another fundamental problem with military procurement is the Pentagon’s irrational system of developing requirements for new weapons. Requirements are easy to add and hard to remove. The result is highly sophisticated weapons, but ones that are expensive and take years to field. For example, in the early and mid-1990s, when the navy was designing its current class of aircraft carriers, it added a requirement for an electromagnetic aircraft launch system—a technology that did not exist at the time. The decision, which Trump criticized in 2017, added significant costs and delays. The senior civilian leadership in the Pentagon must reform the process by establishing a new rule that any significant alteration in design that may add cost or time to the development of essential systems must be authorized by them and them alone.

            The United States should take inspiration from procurement systems in allies such as Australia, where a lean bureaucracy has developed the Ghost Bat unmanned aerial combat vehicle and the Ghost Shark unmanned underwater vehicle at low cost and without the massive delays that hold back U.S. procurement. Nimble newer defense suppliers such as Anduril and Palantir—companies rooted in the innovative tech sector—could also help the Pentagon develop procurement processes better suited to the twenty-first century.

            KNOW YOUR ENEMY—AND YOUR FRIENDS
            A more efficient military alone, however, will not be enough to thwart and deter the new Beijing-Moscow-Tehran axis. Doing so will also require strong alliances among the free countries of the world. Building alliances will be just as important in a second Trump term as it was in the first one. Although critics often depicted Trump as hostile to traditional alliances, in reality, he enhanced most of them. Trump never canceled or postponed a single deployment to NATO. His pressure on NATO governments to spend more on defense made the alliance stronger.

            Biden administration officials like to pay lip service to the importance of alliances, and Biden says that he believes the United States is engaged in a contest pitting allied democracies against rival autocracies. But the administration undermines its own putative mission when it questions the democratic bona fides of conservative elected leaders in countries allied with the United States, including the former Brazilian President Jair Bolsonaro, Hungarian Prime Minister Viktor Orban, Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu, and Polish President Andrzej Duda. In fact, these leaders are responsive to the desires of their people and seek to defend democracy, but through policies different from those espoused by the kind of people who like to hobnob in Davos. The Biden administration, however, seems less interested in fostering good relations with real-world democratic allies than in defending fictional abstractions such as “the rules-based international order.” Such rhetoric reflects a globalist, liberal elitism that masquerades as support for democratic ideals.

            Criticism of those democratic leaders is all the more galling when compared with how little attention Biden officials pay to dissidents in authoritarian states. The president and his top aides seldom follow the approach of former presidents who spotlighted detained dissidents to illustrate authoritarian abuses and highlight the superiority of the free world’s model of inalienable individual rights and the rule of law. Carter personally wrote to the Soviet dissident Andrei Sakharov. Reagan met with the Soviet dissident Natan Sharansky in the Oval Office and met with others in the U.S. embassy in Moscow. In contrast, Biden has rarely spoken publicly about individual dissidents—people such as Jimmy Lai, the Hong Kong publisher and democracy advocate whom Chinese officials have imprisoned on sham charges. Although the State Department has issued protestations about China’s treatment of its citizens, they have come against a backdrop of high-level, unconditional engagement with China that features no serious human rights component.

            Trump’s pressure on NATO governments to spend more on defense made the alliance stronger.
            Trump, for his part, preferred to focus more on Americans unjustly detained abroad than on dissidents, in an effort to build relationships with foreign leaders and give dictators such as North Korea’s Kim Jong Un a chance to come in from the cold. But he did pay attention to opposition forces in authoritarian states that are U.S. rivals. In January 2020, after I publicly expressed hope that the people of Iran would someday be able to choose their own leaders, Trump followed up on social media: “Don’t kill your protestors,” he admonished the theocrats in Tehran. A second Trump term would see stepped-up presidential-level attention to dissidents and political forces that can challenge U.S. adversaries. This effort would build on past actions, such as when Trump’s secretary of state, Mike Pompeo, and other senior officials met with activists seeking freedom in China and when Deputy National Security Adviser Matt Pottinger addressed the Chinese people in Mandarin from the White House and gave voice to many of their concerns about the repressive rule of the Chinese Communist Party.

            Some might say that it is hypocritical for the United States to condemn some repressive governments, such as those in China and Iran, while partnering with others, such as Arab nondemocracies. But it is important to consider countries’ capacities to change. Most Arab monarchies today are more open and liberal than they were ten or 20 years ago—partly because of engagement with the United States. The same cannot be said of the Chinese or Iranian governments, which have become more repressive and aggressive toward their neighbors.

            The United States is not perfect, and its security does not require every nation on earth to resemble it politically. Throughout much of U.S. history, most Americans believed it was sufficient to stand as a model to others rather than to attempt to impose a political system on others. But Americans should not underestimate what their country has achieved or downplay the success of the American experiment in lifting people at home and abroad out of repression, poverty, and insecurity.

            Can an American revival occur today in a divided nation, when polls indicate that a vast majority of citizens believe their country is on the wrong track? As Reagan’s election in 1980 demonstrated, the United States can always turn things around. In November, the American people will have the opportunity to return to office a president who restored peace through strength—and who can do it again. If they do, the country has the resources, the ingenuity, and the courage to rebuild its national power, securing its freedom and once again becoming the last best hope for humankind.

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            • Francesco scrive:

              interessante ma troppo lungo, mi ha fatto sorgere il dubbio che forse Trump non sia del tutto matto

              il che PEGGIORA quello che fatto il 6 gennaio, però

              grazie

              PS chi è l’autore?

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “autore”

                Il consigliere di Trump quando era presidente che supervisiono’ l’abbandono unilaterale da parte USA dell’accordo che limitava i missili a medio raggio.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              come ben sai, verità e FQ sono praticamente i due poli di un magnete

              😀

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “due poli”

                …che si attraggono, Francesco. Che si attraggono.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Francesco scrive:

                Hai ragione!

                da laureato in materie umanistiche ho ciccato clamorosamente

                diciamo che il FQ ha con la verità lo stesso rapporto che il comunismo ha con l’economia e Morgoth con gli Elfi

          • Andrea Di Vita scrive:

            @ Francesco

            “la tua fiducia nella capacità di Russia Cina e Iran di muoversi e di farlo in sintonia è commovente”

            Eppure un ammiratore par tuo del Cavaliere Mascarato cui la destra ha appena intitolato la Malpensa (nell’universale sghignazzo) dovrebbe sapere che ai tempi nulla era più diviso delle opposizioni a berlusconi: era berlusconi stesso che agiva da calamita per far puntare unanimemente contro di sé tutti gli avversari.

            E passando a personaggi di ben altra statura, contro Napoleone si schierarono otto coalizioni di Stati nemici fra loro fino al giorno prima. Come le ore della vita, tutte lo ferirono, ma fu solo l’ultima ad abbatterlo.

            Vuoi davvero che non succeda la stessa cosa col paese di Biden e Trump?

            Crederlo vorrebbe dire stimare Xi, Putin e Khamenei alla stregua di un Occhetto qualsiasi: un po’ troppo, direi.

            Io mi accontento di constatare che a differenza anche solo di vent’anni fa gli USA non sono più in grado di vincere o di far vincere tre guerre simultaneamente. Ed è quando il leone si indebolisce che diventa pericoloso, perché per liberarsene le iene lo attaccano contemporaneamente e quello diventa nervoso.

            Ciao!

            Andrea Di Vita

            • Francesco scrive:

              sei ossessionato dagli USA come pericolo per l’umanità

              • Peucezio scrive:

                Francesco,
                non solo, ma pensa che io conosco ebrei ossessionati dal nazismo, ucraini ossessionati dalla Russia, negri ossessionati dal KKK e sudcoreani ossessionati da Kim Jong Un.
                Com’è strano il mondo.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Francesco

                “sei ossessionato dagli USA come pericolo per l’umanità”

                Verissimo.

                Sinceramente, riconosco volentieri gli insostituibili meriti degli USA nel progresso scientifico e tecnico. Sono meriti per i quali gli USA andranno ricordati con rispetto e ammirazione nei secoli.

                E considero la fioritura del cinema Hollywoodiano un evento che nella storia dell’arte universale regge bene il confronto con la fioritura della pittura Italiana e Fiamminga, della letteratura Russa e Francese e della musica Italiana e Tedesca nei secoli passati.

                Detto questo, gli USA sono il principale ostacolo che si frappone fra la specie umana e la sua sopravvivenza.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

    • PinoMamet scrive:

      Se c’è una costante del buon Habs, è che lui disegna sempre lo scenario più catastrofico per i suoi gusti 😉

      comunque nessuno obbligherà mai gli egiziani ad accogliere indietro due milioni di… egiziani (Gaza era egiziana fino al ’67, ricordiamolo);

      rimarranno dove sono, con un’amministrazione auspicabilmente diversa da Hamas.

      e nessunissimo si sognerà di sostituire il regime degli Ayatollah con i folkloristici Pahlavi, ma come dicono anche altri qua, si appoggerà qualche riforma (timidamente forse sta già succedendo) o qualche rivolta interna

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “comunque nessuno obbligherà mai gli egiziani ad accogliere indietro due milioni di… egiziani (Gaza era egiziana fino al ’67, ricordiamolo)”

        Che è un po’ come dire che gli israeliani siano inglesi e che espellerli tutti nel Regno Unito voglia dire “riaccoglierli indietro”.

      • PinoMamet scrive:

        Possiamo fare tutti i paragoni che credi, tanto non succederà mai che i gazani verranno espulsi.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Anch’io ne dubito: l’Egitto non può permettersi di accoglierli e non mi pare che sia retto da un regime con troppi scrupoli umanitari.

        • PinoMamet scrive:

          Ma sai, non penso a un trasferimento, ehm, biblico 😉 di 2 milioni di persone di là dal confine;

          una cosa del genere è semplicemente impensabile.

          Penso invece allo spostamento del confine, con l’Egitto che si riprende Gaza. E la ricostruisce con i soldi del Qatar o di qualche altro emiro.

          Non sarebbe un’ipotesi impossibile, ma è altamente implausibile che l’Egitto voglia farlo.

          Non solo per motivi economici (Gaza si affaccia su un grande giacimento sottomarino di gas, o petrolio, boh, e un accordo economico con Israele si può sempre trovare…) ma perché proprio si ritroverebbe dentro i suoi confini i palestinesi di Gaza, e non credo che muoia di simpatia per loro e per le loro lotte intestine.

          ha già abbastanza problemi suoi, credo.

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Pino Mamet

        “con un’amministrazione auspicabilmente diversa da Hamas”

        Traduzione: con un governo imposto da fuori.

        https://www.fdd.org/analysis/2024/03/22/poll-hamas-remains-popular-among-palestinians/

        Fra un po’ di tempo saremmo da capo.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Francesco scrive:

          Beh, scusa ma in Germania, Giappone e Italia hanno fatto così. Altrove hanno aspettato che le cose evolvessero in quella direzione (Penisola iberica, Grecia).

          Non mi pare nulla di strano, prevedere che regimi criminali debbano andarsene perchè i problemi possano essere risolti.

          Parliamo di Hamas, non di Forza Italia, dopo tutto.

        • PinoMamet scrive:

          I dati del link sono sconfortanti: non solo (sono dati di Marzo eh?) la popolarità di Hamas tra i palestinesi è alta, ma quello che è peggio, solo il 5% dei palestinesi pensa che i fatti del 7 Ottobre costituiscano un crimine.

          C’è da dire (che è altrettanto preoccupante) che l’80% dei palestinesi non ha visto alcun video di quanto accaduto il 7 Ottobre…

          • Francesco scrive:

            sicuro che non è un sondaggio falso diffuso dall’estrema destra israeliana?

            con premesse del genere un vero genocidio diventerebbe legittima difesa

            🙁

    • Peucezio scrive:

      Habsb,
      1) probabilmente vincerà le due camere del congresso, ha la corte suprema dalla sua, ha intenzione di azzerare e rifare tutti i vertici e i ruoli strategici e penso proprio che stavolta lo farà: dalle mie parti si dice “na volde se mbènne Cole”.
      Quindi secondo me non dico che azzererà l’establishment ma stavolta gli darà colpi tremendi.
      2) Beh, la sorte economica dei redneck dipende da tanti fattori economici, in parte strutturali, su cui la presidenza ha un controllo relativo.

  17. Itsaso Zabala scrive:

    Da che opera di Klages citi?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Martinez

        “originale”

        ‘Macht allein ist blind gegen alle Werte, blind gegen Wahrheit und Recht’. ‘Il potere da solo è cieco davanti a tutti i valori, cieco davanti alla verità e al diritto’.

        Ma è l’esatto contrario.

        Il potere (dato dalla conoscenza) apre agli occhi a tutti i valori, alla verità e il diritto. Per forza: li crea lui, li rende possibili lui.

        L’ignorante è impotente, e quindi cieco alla bellezza e al diritto.

        L’inconsapevolezza dell’ignorante può anche essere talvolta una benedizione, ma è sempre soverchiata da inutili terrori.

        Precisamente perché ‘in qualche modo anche l’essere umano appartiene alla natura’ (‘Irgendwie gehört zur Natur auch der Mensch’) anche l’essere umano partecipa della continua competizione fra tutti gli esseri che la compongono.

        Quando si legge la frase ‘unter den Vorwänden von “Nutzen”, “wirtschaftlicher Entwicklung”, “Kultur” geht er in Wahrheit auf Vernichtung des Lebens aus.’ ‘sotto il pretesto di “necessità”, “sviluppo economico”, “cultura”, abbiamo in realtà a che fare con lo sterminio della vita.’ si legge un’ovvietà valida per qualunque specie vivente, dalla medusa allo squalo al fico strangolatore. Ogni vita, in Natura, è lo sterminio di un’altra.

        Nella generale impotenza garantita dall’ignoranza, in quella sì che si vive nel buio: è quando si mette sullo stesso piano la mia ignoranza con la tua conoscenza, come spesso avviene coi social, che ‘senza dubbio viviamo nel tempo del tramonto dell’anima’: ‘Kein Zweifel, wir stehen im Zeitalter des Unterganges der Seele.’

        L’autore di questo brano sente allo stesso modo in cui sentono quegli esseri umani descritti da Lucrezio:

        nam vel uti pueri trepidant atque omnia caecis
        in tenebris metuunt, sic nos in luce timemus

        ‘infatti come nelle cieche tenebre trepidano i fanciulli
        spaventati da ogni cosa, così noi abbiamo paura nella luce’

        Ciao!

        Andrea Di Vita

  18. Moi scrive:

    @HABSBURGICUS

    La differenza Trump Vs Biden, sarà giusto NON fare passi avanti sul Gender … se non addirittura qualcuno indietro, tipo sui “trans kids”.

    • Francesco scrive:

      Beh, ricordo le ottime nomine di Trump alla Corte Suprema durante il suo primo mandato … quelle da sole valevano quasi il prezzo del biglietto.

      Se solo riuscisse a capire che può essere il Presidente di tutti gli americani incazzati e non solo di quelli bianchi, potrebbe fare qualcosa di grande. Ammesso che ne abbia le capacità.

        • Moi scrive:

          Scinché e prie anian a-o fondo, d’abbelinæ ghe ne saià delongo

          😉

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “https://www.corriere.it/economia/finanza/24_luglio_15/il-ritorno-di-trump-e-inevitabile-dai-dazi-all-inflazione-perche-puo-far-male-all-italia-e-all-europa-ba8b0208-6751-42d4-835a-4d97f4239xlk.shtml?refresh_ce”

          Dazi?

          Un sogno!

          Gli Stati Uniti che smettono di importare vino del Chianti, e sulle colline cominciano a fare il cibo che serve ai toscani!

          • PinoMamet scrive:

            …I beg to differ.

            1- che palle i toscani! …

            2- se a un toscano, brutta gente che sia, viene voglia di bersi una birra buona, col tuo sistema sta fresco 😉

            • Roberto scrive:

              O che tu dici!?! Il toscano che vuole una birra su coltiva il luppolo, come quello che vuole il té si fa il suo té!
              Autarchia

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “Autarchia”

                Veramente gli eredi di Mussolini sono i primi a cercare di spacciare nel mondo il Made in Italy.

                Chiaramente ho detto una battuta veloce: in Toscana, non siamo alla catastrofe del Veneto con il Prosecco , i vigneti sono più diversificati.

                I problemi sono ad esempio la monocultura (ma probabilmente fanno peggio i noccioleti della Nutella ai confini con il Lazio), l’utilizzo enorme di macchinari che erode il suolo, e la rete internazionale dei trasporti, che esternalizza il danno in maniera forte, ma impossibile da calcolare: sappiamo che ormai la metà del suolo italiano è impattato dalla cementificazione (l’Istat ritiene che fino a cento metri da uno spazio direttamente cementificato, ci sono effetti decisivi sul suolo, la biodiversità, ecc.), ma quando arriva l’alluvione (come succede con il Prosecco in Veneto, e non viene giù vino…) chi può dire quanta parte è dovuta proprio ai viticoltori del Chianti?

                Ovviamente il vino Chianti non si esporta solo negli Stati Uniti, si esporta anche in Cina, per dire; ma è ovvio che sarebbe meglio un’agricoltura di prossimità.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Autarchia”

                Dunque, l’impatto dei trasporti è un fattore decisivo dietro il cambiamento climatico.

                Le monoculture sono inevitabilmente esposte al primo parassita che le sappia colpire bene.

                Tenete presente questo e leggete dal sito di Coldiretti, dove celebrano il fatto che la Regione Toscana ha appena dato 260 milioni di euro ai viticoltori:

                https://toscana.coldiretti.it/news/vino-riconosciuto-stato-calamita-danni-da-peronospora-su-uva-via-libera-ai-ristori/

                “Il 2023 è stato un anno molto complicato per la viticoltura toscana che ha dovuto fare i conti con gli effetti degli eventi estremi, uno ogni due giorni, e con gli attacchi insistenti della peronospora scatenati da condizioni climatiche particolarmente favorevoli che hanno costretto le aziende a numerosi trattamenti fitosanitari per salvare le viti con un notevole aumento dei costi di produzione.”

              • Miguel Martinez scrive:

                ” la Regione Toscana ha appena dato 260 milioni di euro ai viticoltori:”

                I toscani sono un po’ meno di 4 milioni, vuol dire che ogni toscano (bambini compresi) quest’anno dà una media di 65 euro al Marchese Frescobaldi e soci.

              • Miguel Martinez scrive:

                Ovviamente riassumo molto in breve una storia complessa; conosco diversi produttori di vino, molti dei quali cercano anche di fare qualcosa di buono.

                Il problema non sono loro, ma il meccanismo della monocultura da esportazione.

              • Miguel Martinez scrive:

                “Veramente gli eredi di Mussolini sono i primi a cercare di spacciare nel mondo il Made in Italy.”

                Il governo fascista all’opera:

                https://export.gov.it/news-e-media/news/made-italy-le-strategie-il-2023

                “Varate le nuove linee di indirizzo strategico per la promozione dell’export e del Made in Italy sui mercati internazionali nel 2023.

                Al termine dell’XI Riunione della Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione tenutasi alla Farnesina il 16 febbraio scorso, è stato adottato il documento che definisce le azioni, le modalità e le priorità geografiche che guideranno la strategia di promozione per l’internazionalizzazione del tessuto produttivo italiano nel 2023.”

              • roberto scrive:

                miguel

                “Veramente gli eredi di Mussolini sono i primi a cercare di spacciare nel mondo il Made in Italy.”

                questa è la curiosa posizione della destra: no import, si export…come se il resto del mondo stesse a guardare l’italia e dire “si che bello vendeteci il vostro vino e noi promettiamo di non vendervi le nostre noci”

              • roberto scrive:

                miguel

                “al Marchese Frescobaldi e soci.”

                domanda seria

                cos ci fa il marchese frescobaldi con 260 milioni di euri?

              • Miguel Martinez scrive:

                Per roberto

                “cos ci fa il marchese frescobaldi con 260 milioni di euri?”

                Ovviamente vanno divisi tra tutti i viticoltori, in proporzione… il che vuol dire che una buona proporzione andrà al Marchese.

                Il Marchese Lamberto, peraltro, è un grande collezionista di fondi europei.

                Qui potete vedere l’andamento dell’azienda, prima dei Ristori:

                https://www.inumeridelvino.it/tag/frescobaldi

  19. Moi scrive:

    L’ attentatore, caduto nello scontro a fuoco contro la sicurezza e la polizia, era un giovane Nerd : Thomas Crooks …

    • Moi scrive:

      A quanto pare, un Nerd che al poligono da tiro veniva bullizzato per la pessima mira … cosa che spiegherebbe perché ha voluto fare lo ” sniper killer” MA Donald è sopravvissuto senza troppi inconvenienti.

      • Moi scrive:

        Neppure la Καλοκαγαθία Gucciniana gli riconosceranno , pur essendo morto così giovane … poveraccio, sarà ricordato solamente come un “Loser” !

      • PinoMamet scrive:

        Mica tanto pessima… gli ha preso l’orecchio, ha mancato la testa per tanto così.
        E mi pare non fosse neanche un fucile da cecchino.

        Invece il morto, poveretto, pare fosse, nell’ordine:

        -un tale dal cognome italiano, Comperatore

        -un ex capo dei pompieri

        -morto perchè si è gettato sulla famiglia per proteggerla dai colpi

        Basta che Trump mette fuori la sua foto e ha già vinto!!

        • Roberto scrive:

          La foto di trump insanguinato sotto la bandiera è così epica che lo voterei anche io

          • Francesco scrive:

            vero ma l’AR15 è troppo impreciso perchè lo abbia organizzato lui

            inoltre stava già vincendo

            • roberto scrive:

              magari l’ha organizzato lui ma l’idea non era prendere l’orecchio ma sparare ad un metro da lui, e ha preso un cecchino scarso
              🙂

              no scherzo, secondo me non l’ha organizzato nessuno

          • PinoMamet scrive:

            Ma credo che a parte qualche svitato complottista nessuno immagini che Trump abbia organizzato l’attentato da solo.

            Non si sarebbe fatto sparare a un orecchio, se non altro!!

            • Ros scrive:

              PinoMamet: “Non si sarebbe fatto sparare a un orecchio, se non altro!!”

              E se lo sarebbe fatto fare almeno a metà ottobre.
              Che di qua alle elezioni di novembre…
              l’effetto si sarà smorzato se non scaduto col popolo che si è già scordato tutto essendoci state nel frattempo chissà quante minchiate nuove

              • Francesco scrive:

                questo no, credo che l’epicità delle foto di Trump sanguinante col pugno chiuso che proclama “hasta la victoria” sia oggettiva e duratura

                roba da magliette, insomma

                ciao

  20. PinoMamet scrive:

    E vabbè, questi altoatesini avranno patito sotto il Fascismo, ma dal ’48 in poi, e sicuramente da cinquant’anni a questa parte, hanno la più vasta autonomia e fanno il cazzo che gli pare.

    In pratica hanno solo il fastidio di sopportare la popolazione italiana a Bolzano, o mezza Bolzano per meglio dire, e i turisti italiani che- cattivi!- vengono a portargli altro denaro.

    E non possono votare per il Parlamento austriaco come vorrebbero- se fosse per me glielo permetterei, tanto chissenefrega.

    Onestamente stento a vederli come modello, ma sono sicuro che tra di loro si vorranno bene, e hanno un atteggiamento il più delle volte passabile con i turisti, quasi meglio dei liguri.

    • Francesco scrive:

      fare peggio o anche uguale ai liguri temo sia impossibile!

      non sono certo vorrebbero votare per il parlamento di Vienna, mica sono tirolesi?

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ Francesco

        “liguri”

        Dovremmo aiutarci a casa vostra.

        Costruirvi tante belle piscine col bordo in sabbia e pesciolini di plastica.

        Solo che costa.

        Ciao!

        Andrea Di Vita

    • PinoMamet scrive:

      “fare peggio o anche uguale ai liguri temo sia impossibile!”

      😀

    • Ros scrive:

      PinoMamet:
      “Onestamente – gli altoatesini – stento a vederli come modello, ma sono sicuro che tra di loro si vorranno bene, e hanno un atteggiamento il più delle volte passabile con i turisti…

      Come non gli si può non volere bene🥰
      a questa etnia variante degenerata dei kattiven crucchi
      balladengesang entartete kunst und dodekaphonie musik?

      https://www.youtube.com/watch?v=708ZXahj0b4

    • habsburgicus scrive:

      E vabbè, questi altoatesini avranno patito sotto il Fascismo,

      il bello è che l’Alto Adige è forse l’unico luogo al mondo in cui gli antifascisti erano….nazisti 😀 😀
      dal momento che il fascismo fu duro -come all’Est verso gli slavi- specialmente nel primo decennio/quindicennio, molti altoatesini vennero a disprezzare e odiare il fascismo (e fin lì è normale e umanissimo)…tuttavia molti vedendo (a torto) nella Germania NS la sola possibile “salvezza”, massime dopo l’Anschluss, aderirono a posizioni filo-NS…e ciò si vedrà nel 1943 quando i filotedeschi vennero a galla…anche molti (non tutti ! una parte dei capi erano una sorta di DC austriaci) degli esponenti della SVP furono certo antifascisti (vero !) ma filo-NS o addirittura NS nel 1943-1945 all’epoca dell’Alpenvorland e di Hofer !

      • habsburgicus scrive:

        (premetto che ne so poco, mai ho fatto ricerche nel campo…di certo si scoprirebbero molte cose interessanti)

        i tedeschi, durante l’Alpenvorland (ma anche a Udine e in buona parte dell’Adriatisches Kuestenland, suo “gemello” sotto Rainer, più “nazista” e meno “austriaco” di Hofer però) paradossalmente “discriminarono” anche nelle aree italofone i fascisti -alla faccia di Salò- e preferirono utilizzare italiani moderati ma “antifascisti” non coinvolti con il fascismo storico o financo francamente ostili..ciò si vide a Belluno, provincia italofona con poche eccezioni (Cortina), ma inclusa nell’Alpenvorland e di fatto sottratta a Salò, con grande cruccio di Benito….
        ciò si spiega agevolmente e dimostra che i tedeschi della realtà erano un po’ meno fessi dei tedeschi dei film 😀
        “fascismo” in quelle zone è storicamente risorgimentismo al cubo, è iper-nazionalismo anti-austriaco (e anti-tedesco) !
        chiaro che i tedeschi non potevano fidarsi di gente del genere (e all’Est, oltre Udine dove peraltro solleticarono il friulanesimo che proprio alloro iniziò a svegliarsi dopo 75 anni di italianizzazione, preferiranno gli sloveni !)
        prediligevano vecchi moderati “austriacanti” ritenuti “innocui” e talora “simpatetici” (in diversi casi cattolici), di fatto emarginati dal 1922 se non già (in Trentino !) dal novembre 1918, disposti a collaborare non tanto con un Terzo Reich in agonia (e lo stesso Gauleiter Hofer lo sapeva !) quanto con una potenza che avrebbe potuto divenire il nucleo in qualche forma della vecchia Austria, il che non dispiaceva neppure a Churchill nei suoi momenti di lucidità :D..e sappiamo che Hofer, ad onta della fedeltà sbandierata ad AH, lavorò per questo

      • Andrea Di Vita scrive:

        @ habsburgicus

        “NS”

        E sì che mentre a Trento si scatenava la più oscena campagna antisemita della storia d’Italia (anche se all’epoca a Trento si parlava ancora Tedesco)

        https://www.altoadige.it/cultura-e-spettacoli/gli-ebrei-a-bolzano-e-trento-tracce-di-una-comunit%C3%A0-1.425734

        nell’Alto Adige l’ebraismo fioriva

        http://www.meranoebraica.it/it/node/12

        specie a Merano, meta preferita dei soggiorni di Sissi e tuttora memore della Felix Austria (le panchine delle passeggiate sono decorate coi versi di Rilke) finché i (più o meno) volenterosi carnefici locali di Hitler non hanno reso l’Alto Adige juedenfrei

        https://it.wikipedia.org/wiki/Polizeiregiment_%22Bozen%22

        (Ammetto di essere di parte. Sono luoghi meravigliosi dove ho davvero lasciato il cuore).

        Ciao!

        Andrea Di Vita

        • Miguel Martinez scrive:

          Per ADV

          “Ammetto di essere di parte. Sono luoghi meravigliosi dove ho davvero lasciato il cuore”

          Condivido.

          Soprattutto mi ha colpito la mentalità dei sudtirolesi, la capacità di agire insieme, di risolvere i problemi, di condividere, le infinite forme spontanee di volontariato che diventano poi anche rituale e una riserva incredibile di resistenza.

          E’ un mondo che incontrato che ero ancora bambino, e dove ho potuto apprezzare qualcosa dei racconti dell’oppressione.

          • Miguel Martinez scrive:

            “soprattutto mi ha colpito la mentalità dei sudtirolesi,”

            Anche l’avere un’identità radicatissima, che non ha nulla a che vedere con qualche “stato nazione”: non sono lontanamente tedeschi, non sono austriaci, non sono italiani, sono “tirolesi”, gente inseparabile da quel luogo.

        • PinoMamet scrive:

          “nell’Alto Adige l’ebraismo fioriva

          http://www.meranoebraica.it/it/node/12

          specie a Merano”

          sì, beh, ci sono stato alla sinagoga di Merano, e so anche (da cosa mi raccontava un amico che i locali non sapevano essere ebreo) che i locali dicevano anche “eh ma però questi ebrei sarebbe ora che la smettessero e diventassero come tutti gli altri”, che non so se è antisemitismo ma certo non è grande simpatia.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            “eh ma però questi ebrei sarebbe ora che la smettessero e diventassero come tutti gli altri”

            Infatti: “siamo in Italia, parlate italiano!” 😀

          • PinoMamet scrive:

            Infatti loro continuano a parlare tedesco e frequenetare le scuole tedesche… giustamente eh?

            Davvero, io ai tedescofoni o come cavolo si vogliano chiamare del Sud Tirolo non rimprovero niente, ma non è neanche che li veda come chissà che modello…

  21. Moi scrive:

    @ TUTTI/E/Ə

    Ma cos’ è ‘sto scoop di Fanpage che i Musulmani avevano chiesto il Colosseo (!) , negato, per le preghiere loro

    🙄
    Simbolo più “Pagano” al mondo non esiste 😁😁😁 … ma in Storia fanno
    solo da Muhammad in poi , prima il Nulla ?!

    • PinoMamet scrive:

      Questa del Colosseo non la sapevo.

      Naturalmente è un grande spazio vuoto, quindi non ci sarebbero problemi a usarlo per la preghiera islamica:

      Perciò han fatto benissimo a negarglielo.

      Cribbio, Roma è uno dei pochi posti in Italia dove ci sia una moschea vera! Vadano in quella.

      Peraltro, riceviamo questa notizia:
      https://roma.repubblica.it/cronaca/2024/07/15/news/antisemitismo_porta_portese-423395266/

      • Moi scrive:

        Sì ma è un posto dove si ammazzava gente e animali a tutto spiano fra urla infojate di gente frustrata … dove sarebbe il Salto di Qualità vs i Pagani ?!

        • PinoMamet scrive:

          Che c’entra, mica lo fanno adesso.

          Adesso è un posto grande e (quasi) pulito, basta metterci una fontanella per le abluzioni e stai a posto.

          • Moi scrive:

            Ma i tallit sono stati fatti calpestare di proposito ? … Ricordiamoci che l’ Italiano Medio dell’ Ebraismo sa grossomodo un cazzo di nulla.

            Cmq il confine Antisemitismo vs Antisionismo negli ultimi 9 mesi si è assottigliato parecchio : vengono toccate “con la mano Sx” cose che prima solo la “mano Dx ” ne aveva l’ ardire !
            😒🙄

          • PinoMamet scrive:

            Pare che i simpaticoni fossero arabi, e sì, il tallit o talled che dir si voglia è stato messo per strada per farlo calpestare;
            e poi, quando si sono accorti di essere osservati, lo hanno usato sempre di proposito come straccio.

            Si sono anche rifiutati di venderlo alle signore che erano venute a comprarlo dopo essersi accorte del gesto offensivo

            https://www.shalom.it/italia/roma-gesto-antisemita-tra-i-banchi-di-porta-portese/

            • Moi scrive:

              I Musulmani NON hanno un Concordato con lo Stato … lo han trovato adepti religioni ben più esotiche (sia in versione fricchettona che autentica) della loro .

              EPPURE va bene così , anzi : passano sempre per vittime !

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Moi

                “I Musulmani NON hanno un Concordato con lo Stato”

                Infatti, non hanno un’organizzazione unica, per cui non possono averlo.

                Ora, premesso che in Italia, l’economia va avanti a forza di braccia immigrate, e tante braccia hanno cuori islamici, le alternative sono:

                1) rompere loro le scatole tutte le volte che pregano, mandare i vigili a sigillare i fondi, farli pregare per strada dove bloccano il traffico, vessarli in tutti i modi, lasciarli in balia di gente che lavora per governi stranieri e farli incazzare

                2) dare loro un posto tranquillo dove pregare, che non sia pagato con i soldi di qualche potenza straniera (marocco, arabia saudita o turchia)

                3) buttarli tutti fuori dall’Italia, mandando in crisi isterica i proprietari di fabbriche, tutti quelli che si occupano di logistica, quelli che si occupano di esportare il Made in Italy

              • PinoMamet scrive:

                “Infatti, non hanno un’organizzazione unica, per cui non possono averlo.”

                beh però dovrebbero farsela.
                Non è impossibile, ci sono riusciti tutti, possono farcela anche loro eh?

                Io poi sono un sostenitore della costruzione di moschee, come quella di Roma.

                Belle, fatte con tutti i crismi, e con dentro un imam “concordatario” ovviamente.

                La storia che eh però i musulmani possono pregare ovunque è molto bella: vale anche per gli ebrei, che però l’intesa con lo Stato ce l’hanno, quindi…

              • Peucezio scrive:

                Non si potrebbero mandare via e sostituire con immigrati di religione non islamica? Non credo che manchi nel mondo, anche fuori dall’ecumene islamica, gente che vorrebbe venire in Italia a lavorare.

                Purtroppo abbiamo questa cosa ridicola della laicità dello stato e del divieto di discriminazione religiosa che ci taglia le gambe.

              • PinoMamet scrive:

                Premesso che non ho nulla contro la religione islamica, alla quale (nella versione sciita) apparteneva il mio professore di greco del liceo (personaggio a modo suo famoso…)

                a me stanno sulle balle proprio gli arabi- come i toscani e i liguri eh? non facciamo discriminazioni-
                perché:

                -sono maranza
                -bevono le birre e lasciano le bottiglie in giro
                -vestono male
                -pensano di essere furbi

                ma non pretendo mica di cacciarli per questo…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per PinoMamet

                “a me stanno sulle balle proprio gli arabi- come i toscani e i liguri eh? non facciamo discriminazioni-
                perché:”

                🙂

                Mica sono gli arabi, sono i maghrebini!

                “Le persone peggiori del mondo”, li chiamavano in Egitto.

              • PinoMamet scrive:

                Questo è vero 🙂
                i maghrebini!

                Poi chiaro che scherzo.
                Ho avuto studenti maghrebini di qualità gold:

                ho fatto una supplenza in una classe dell’indirizzo tecnico, un ragazzo maghrebino saputo che insegnavo Storia mi ha chiest o”mi faccia una domanda qualunque su qualunque argomento storico”, e le sapeva tutte!

                Molto meglio dei liceali…

                bravissimo ragazzo, nonostante l’aspetto da maranza/truzzo/trapper… ma vabbè so’ adolescenti, ci sta…

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ Moi

                “EPPURE va bene così”

                Ti porto la mia esperienza, per quello che vale.

                Ho vissuto un quarto di secolo nell’angiporto di Genova. Lì vive un immigrato (di solito maghrebino) ogni nativo Italiano.

                Giusto per darti un’idea della penetrazione dell’Islam, per anni una parrocchia – la splendida chiesa romanica dei SS. Cosma e Damiano, che praticano il culto (cattolico ma di origine bizantina) di due medici militari Romani cristiani e martiri – è rimasta chiusa perché senza fedeli: erano tutti musulmani. Oggi divide il parroco part-time con altre due parrocchie, una (S. Sisto) dove si sposò il Goldoni e una (S. Giovanni di Pré) col più grande tetto a cupola di pietra al mondo dopo il Pantheon di Roma.

                Bene: ho visto l’unico luogo pubblico tuttora autorizzato per la preghiera musulmana. E’ uno scantinato, in uno dei carrugi più bui e peggio tenuti del centro.

                Non guasta aggiungere che questo vicolo è adiacente a una delle poche zone che dopo le Colombiane del 1992 per tacito accordo fra la Questura e la malavita sono rimaste praticamente a disposizione della mala per spaccio, prostituzione e affini, mentre i turisti si godono il resto del ‘più grande centro storico d’Europa’.

                Le ripetute richieste per uno spazio meno angusto e un po’ meno indecente sono state ripetutamente respinte dal Comune al grido (praticamente) di ‘mamma li turchi!’

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Organizzazioni islamiche hanno provato a fare intese con lo Stato, ma non sono mai andate in porto per motivi politici. Anche perché i governi non vogliono alienarsi il voto di elettori tipo Moi, ma non solo.

    • Moi scrive:

      NON È neppure come per le arene / plazas de toros in Spagna … abbiamo smesso molto prima di ammazarci dentro animali o persone. PERCIÒ che o Woke lascino in pace la Storia !

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      https://www.romatoday.it/politica/islam-preghiera-colosseo.html

      Ti riferisci a questo?
      Era banalmente una protesta, non la richiesta di adibire stabilmente il Colosseo al culto islamico.

      • Moi scrive:

        Immagini inquietanti …

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          ?

          • Moi scrive:

            Te pensa ritrovarseli dal vivo …

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Che succederebbe?

              • Moi scrive:

                Voi CattoWoke vivete proprio nel mondo delle favolette ecumeniche ireniste …

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Non hai risposto alla domanda perché la risposta sarebbe dovuta essere “assolutamente niente”?

              • Moi scrive:

                Un cane di 70 kg è impressionante anche se non ti ringhia contro …

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Ma ti impressiona il numero di persone? Guarda che per gli standard romani è pure una discreta folla, ma mica oceanica.

              • PinoMamet scrive:

                Dai Moi…

                questa primavera ho portato in gita a Roma una classe del liceo fighetto del capoluogo.

                A parte la cretina che mezza si perde al Colosseo…

                comunque la mia classe era 90 % borghesine di buona famiglia, equitazione e lezioni di piano, e 10% nerd tutti video di Barbero e videogiochi.

                Il prof cattocomunista di religione una sera li vuole portare in un quartiere dove c’è vita notturna/universitaria, e non è una cattiva idea: il più vicino è San Lorenzo e per andarci dobbiamo attraversare una zona po’ bruttina.

                Le ragazze:
                “Aiuto professore ho visto un topo!”
                “Aiuto professore ho visto un drogato!”

                ma la cosa in assoluto che le ha colpite di più:
                “Aiuto professore in quel posto lì con la saracinesca alzata ci sono dei musulmani che pregano!

                Non farai mica come loro!!

                PS
                Poi a San Lorenzo si sono divertite, si sono unite a un gruppo di amici che cantava e sono state simpatiche e spigliate.
                I nerd, immobili seduti in disparte a parlare di cose da nerd.

                C’era un gruppo di persone che, con delle bottiglie di plastica vuote, giocava a un gioco che poi ho scoperto essere svedese o norvegese (nella versione figa al posto delle bottiglie ci sono degli artistici pioletti di legno). Non so il nome.

                Un’atmosfera molto da Miguel, cattocomunista fumatore di sigaro compreso
                (gliene ho fregato uno).

              • PinoMamet scrive:

                A un gruppo di amici a loro sconosciuti , chiarisco.

                E confermo l’atmosfera migueliana.

              • Roberto scrive:

                Pino

                “giocava a un gioco che poi ho scoperto essere svedese o norvegese (nella versione figa al posto delle bottiglie ci sono degli artistici pioletti di legno).”

                Non è per caso il möllky? (Che però è finlandese)

              • PinoMamet scrive:

                Non lo conoscevo il möllky…

                no, ho controllato adesso e dovrebbe essere il “kubb”

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Moi

              “Te pensa ritrovarseli dal vivo …”

              Beh, ogni tanto mi capita di andare in moschea e me li ritrovo dal vivo.

              La cosa che non capisco è il concetto di “luogo di culto”.

              Se io faccio yoga in un fondo, nessuno mi dice niente; se io faccio più o meno gli stessi gesti, ma pensando ad Allah (anziché a Shiva?), arrivano i vigili.

              • PinoMamet scrive:

                …a dire il vero al parco cittadino capita di vedere quelli che fanno yoga, quelli che fanno taichi (male) e anche quelli che pregano Allah, e i vigili non dicono niente in nessun caso…

                io arresterei quelli che insegnano taichi come “ginnastica dolce” e a chi gli chiede le applicazioni al combattimento dicono “vai a fare kung fu” (il taijiquan è kung fu…) ma questo è un altro discorso… 😉

  22. Moi scrive:

    Conosco abbastanza le armi da taglio e da botta, un po’ quelle da lancio … ma poco di quelle di fuoco.
    😇
    In ogni caso, pare che l ‘ Arma del Delitto (o tentativo di stesso) più ricorrente in USA sia il famigerato Ar-15 …
    🫥

    • Ros scrive:

      Moi: “In ogni caso, pare che l ‘ Arma del Delitto (o tentativo di stesso) più ricorrente in USA sia il famigerato Ar-15 …”

      Ar-15 …
      ovvero l’emMe16
      (U.S. Colt Model 16)

      https://images.app.goo.gl/n5ukpXsAGzyW4eWz6

      plasticone full metà jaket icona del Vietnam con la maniglia ‘ncoppa per mirare,
      però nella versione semiautomatica
      (non atto a rafficare) civile costruito per le stragi scolastiche?

      L’eMme16 che col fratello rivale dei cattivi AK-47 Автомат Калашникова-Kalašnikova di Funny Gunny⚠️⚠️⚠️
      a fatto la storia del cinema:
      Coppola, Platoon e Cimino il cacciatore?

      https://youtu.be/geUG9HcrZO4?si=wyOZE6q8DzqVGQ5d

      anche il nostratico nostrano Matusalemme Càrcano modello 91 Mannlicher-Càrcano-Parravicino si difende in USA 😎

      Specialmente quando che c’è da cecchinare nella distanza, è stato sempre assai apprezzato.

      Vedi nel’63 con J.R. Larry Hagman a Dallas che ci ammazzò John Fitzcarraldo Kinski detto Aguirre der Zorn Gottes

      https://images.app.goo.gl/Ga75NqetyzKx1rEW9

      • Francesco scrive:

        in sintesi, se volevano non ammazzare Donald l’Arancione non avrebbero usato un’arma così imprecisa.

        direi che tutto depone per il fallito omicidio a opera di un idiota.

        ho MOLTI DUBBI che il fallimento sia un bene, per il mondo.

  23. Moi scrive:

    La Moschea di Roma esiste da prima dell’ Islam* 😀😁😜 …

    Quando il massimo dell’ immigrazione alloctona era quella Terronica … per il FiloPalestinismo di Andreotti, che brindava con le aranciate.

    PS

    *in un mondo NON Globalizzato e IperInterConnesso in Rete … ci sta localmente !

  24. Daouda scrive:

    A Miguel, mmo che m’ero mal riaffacciato e va coe dico durante il mio riaffaccio, me censurano? Ma è increscioso sto fatto e te saluto in via del tuo ammirevole od ovviato liberalismo.

    https://youtu.be/U_eUiW6Xg6g?si=QcdF-CmNcIhKgwED

    • Miguel Martinez scrive:

      “me censurano?”

      Ah Coso, ma a te chi te se ‘ncensura?!

      • daouda scrive:

        aahhaha

        No ‘n ggenerale. La morsa a Tenaglia e la vittoria del leninismo fabiano. Ma ci vorranno ancora decenni eppure questi cianciano e si je ricordi troppe inghippi Villa Wolkonsky et cetera.

        Cioè che Viganò è un comunista me pare che debba esser lampante, ed invece no.

  25. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    C’ è anche gente che per “Pulizia Etnica” intende “riempire di beduini e di negri le Nazionali di CalcioEuropee” !

    Specie se vincono … 😉

    • Moi scrive:

      Ma quanto sono belle squadre Europee tipo Croazia tutti cognome in vic , Islanda tutti in sson, Bulgaria tutti in ev, Romania tutti in escu, Polonia tutti in ski ?
      🫠
      Visto che difficilmente l’ Italia si qualificherà ai prossimi Mondiali … mi sa che tiferò quelle lì.

  26. Miguel Martinez scrive:

    La famiglia Frescobaldi, prima dei Ristori della Regione (dopo hanno rinnovato il guardaroba):

  27. Miguel Martinez scrive:

    Il Marchese Lamberto fa tanto il Made in Italy, ma adesso fa anche il Made in Oregon:

    https://www.corriere.it/economia/innovazione/agritech-agrifood/23_ottobre_10/vino-dinastia-frescobaldi-shopping-100-milioni-crescere-593493d2-673c-11ee-a6e6-1792e3aea2ee.shtml

    «L’anno prossimo inizieremo a esportare dagli Usa verso l’Europa e l’Asia, in Giappone e in Corea del Sud dove i vini dell’Oregon hanno una buona richiesta. Sia per il vino italiano che per quello americano c’è poi domanda nelle Filippine, in Indonesia. La Cina la teniamo in considerazione, copre l’11% del giro d’affari. Stiamo anche cercando di andare in Africa, ci sono opportunità».

    • Miguel Martinez scrive:

      “Stiamo anche cercando di andare in Africa, ci sono opportunità».”

      Ubriachiamoli a casa loro.

    • PinoMamet scrive:

      Mi dicono che l’Africa è un mercato interessantissimo per la birra:

      la figlia della convivente di mio fratello, che lavora per la megamultinazionale con sede in Olanda che possiede un’enormità di marchi, ci ha già fatto diversi viaggi di lavoro, in paesi in cui ero convinto che bevessero acqua del pozzo o razioni ONU…

  28. roberto scrive:

    OT se non sapete che fare oggi, al parlamento europeo votano per l’elezione del presidente e potete vedere in diretta

    https://www.europarl.europa.eu/plenary/fr/home.html

  29. habsburgicus scrive:

    J.D. Vance (Ohio) “running mate” di Donald Trump

    • Francesco scrive:

      e chi è? uno serio che alla bisogna metterebbe la Costituzione prima del boss come fece Pence?

      • habsburgicus scrive:

        finora sembrerebbe un “puro” [leggi, un “fesso qualsiasi” -ma non stupido :D- che ha capito che bisogna lisciare Trump per far carriera -obiettivo realizzato- e semmai si è fatto notare per zelo trumpista…però, però..la vita offre sempre sorprese…ama presentarsi come un “true American”, senza “grilli per la testa” come ‘sti intellettualloidi liberal :D, nato povero e divenuto quel che è grazie al sistema americano, il Migliore del Mondo 😀 😀 vedremo]

  30. tomar scrive:

    Peucezio:
    “Non si potrebbero mandare via e sostituire con immigrati di religione non islamica?

    Purtroppo abbiamo questa cosa ridicola della laicità dello stato e del divieto di discriminazione religiosa che ci taglia le gambe.”

    Ma dici per scherzo o parli seriamente?

    • Moi scrive:

      Le Massonerie si sono divertite a liquidare le religioni con la UAARata che “un Amico Immaginario Vale l’ Altro” … adesso si stan divertendo con la Guerra Civile non dichiarata (tipo Francia) e Attentati Jihadisti ( non solo in Francia …) !

    • Peucezio scrive:

      Tomar,
      “Ma dici per scherzo o parli seriamente?”

      Già che non scrivi da tanto qui, non mi conosci ancora bene.

    • Peucezio scrive:

      Tomar,
      entro nel merito, per chiarezza.

      Non sono un liberale e sono critico verso il laicismo.
      Sono un libertario teocratico.

      Cioè credo che gli individui possano fare tutto quello che vogliono (senza danneggiare gli altri ovviamente o impedire loro di esercitare la medesima libertà), compreso il praticare la religione che preferiscono, anche la più bizzarra.

      Ma al tempo stesso rivendico il principio per cui uno stato, cioè una comunità storica (lo stato circoscrive nazioni, che sono tali per ragioni storico-etnico-linguistiche), debba tutelare come parte del proprio patrimonio condiviso la propria tradizione religiosa.
      Per cui lo stato italiano dovrebbe essere cattolico.
      Così come lo stato iraniano è islamico sciita.

      Circa la discriminazione, troverei ingiusto e odioso che chi vive in Italia possa essere privilegiato o al contrario discriminato per viaq del suo credo. E siccome ritengo l’islam intrinsecamente pericoloso, ritengo vada fatta una discriminazione a monte, in modo da filtrare e ridurre al minimo l’afflusso di immigrati islamici in Italia.

    • Peucezio scrive:

      E sono antiliberale perché ritengo il liberalismo una forma di dispotismo mascherato.
      In generale sono un pragmatico e non credo nei sistemi ideologici.

      Il liberalismo predica uno stato poco invadente per sacralizzarlo.
      In sostanza dice: “visto che lo stato vi garantisce amplissime libertà ed è democratico, cioè lo eleggete, poi però ha sempre ragione e il tabaccaio non può farsi giustizia da sé”.

      Io invece sono un libertario e un antistatalista: non credo in un modello astratto di società e di stato, ma credo bisogni organizzarsi per preservare le libertà individuali e comunitarie anche contro lo stato, quando occorresse.

      E non credo nella democrazia moderna, se non come un’approssimazione perfettibile al governo popolare.
      Perché la democrazia rappresentativa serve a garantire per lo più il perpetuarsi al potere di gruppi dirigenti indipendentemente dal loro vero radicamento nella società e i suoi teorici rivendicano esplicitamente la funzione di fitrole di limite di tali gruppi rispetto alla volontà popolare, che tendono a liquidare come demagogica, plebiscitaria, ecc.
      Non credo nel feticcio delle regole e dei contrappesi; credo che lo stato debba rappresentare davvero la volontà della collettività.
      E se un autocrate la interpreta più fedelmente di un regime democratico, preferisco, al limite, l’autocrate.

      • Francesco scrive:

        Peucezio, però con clausole limitative quali “quando occorresse” hai detto tutto e il contrario di tutto! e, credo, mancato il punto della questione.

        Ciao

        PS la “volontà della collettività” esiste solo nella mente degli autocrati, da Cromwell a Robespierre a Capanna, gli unici che la conoscono e agiscono in base ad essa.

        Primo desiderio della collettività: che l’autocrate di turno resti al potere! Mi tengo le libere elezioni.

        Ciao!

      • tomar scrive:

        ”credo che lo stato debba rappresentare davvero la volontà della collettività”

        Se neghi il diritto, garantito dalla Costituzione, di praticare o non praticare qualsiasi religione disponibile sul mercato in nome di una fantomatica “volontà della collettività”, grazie, ogni discorso è chiuso, mi tengo la Costituzione.

  31. Moi scrive:

    @LISA/PINO

    A proposito di Pallonesimo e Nazionalismo :

    mi pare che finalmente il fanatismo calcistico ⚽️ 🏟 sia calato fra i ragazzini … come effetto collaterale positivo delle non-qualificazioni dell’ Italia ai Mondiali.

    Lo riscontrate, a scuola ?

    • PinoMamet scrive:

      …dipende dalle classi, quest’anno ho avuto una quarta ginnasio con diversi aspiranti giocatori e un aspirante giornalista sportivo (calcistico ovviamente, di quei ragazzini che ti parlano dei calciatori degli anni Ottanta come se fossero Achille e Ettore…)

      ma in genere sì, direi che la popolarità del calcio è leggermente in ribasso parlando in generale, in leggero aumento presso le ragazze invece.

      • Moi scrive:

        Anche perché ultimamente i palinsesti RAI ” ripiegano ” per ovvi motivi sul Calcio Femminile … che ancora, almeno in Italia, affronta lo stereotipo di essere uno “Sport da Lelle” 😉 …

        • Ros scrive:

          Moi: “stereotipo di essere uno “Sport da Lelle”

          Sotto AnnaSvetlana Jur’evna Pavlova detta la Zacharova;
          già etoil al bolshoi, eterea incarnazione della ballerina-cigno;l.

          Nel 2018 all’Opéra national de Paris Garnier, sotto la cupola affrescata da Chagall, le dedicarono una torta di meringa candida e leggiadra come il suo tutù.

          Oggi è calciatrice professionista🧏

          https://images.app.goo.gl/6djAVgxbCCPDkyM57

  32. Francesco scrive:

    >>> il luogo nel mare dove le balene divoravano i pesci

    Per la cronaca, e la riduzione della Natura a mito, quasi nessuna balena mangia pesce.

    Saluti e baci

    F’ o’ rompicugge

    • Moi scrive:

      Gli odontoceti … tutti.
      I misticeti , plancton.

      Cose imparate da cinno, a discapito di quanto costasse Platini o Zico .

      😉

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Le megattere (misticeti) mangiano pesci (tipo aringhe).

        • Francesco scrive:

          Ma non sono prive di denti e dotate di stecche da busto invece? come fanno?

          Se mi chiedessero quali sono le balene carnivore potrei citare solo le orche e i capodogli.

          Tutto il resto sono delle mega-mucche che campano di plancton.

          No?

          🙁

          • Moi scrive:

            La “megattera” , lo dice la parola stessa, la riconosci dalle “pinnone” ; in Inglese invece un meno lusinghiero “balena gobba” …

        • PinoMamet scrive:

          Ho per caso su Instagram appena visto il filmato di una balenottera enorme, credo nelle Filippine, che lascia aperta la sua bocca e ci si infilano dentro tantissimi pesci, poi chiude la bocca e li inghiotte.

          Ma i commenti dicevano che era un comportamento nuovo per la specie, dovuto in qualche modo all’inquinamento dei mari là.

          Le megattere invece le vidi dal vivo in America: bellissime!
          Ma non gli chiesi della dieta.

          • Moi scrive:

            È provato, nonostante il mito di Giona 😉 , che nessun cetaceo ha la gola abbastanza larga da poter ingoiare un essere umano … poi è ovvio che l’ orca volendo potrebbe sbranare un essere umano fatto a pezzettini in 2 e 2 … 4.

            Però pare che NON attacchino gli esseri umani.

          • Moi scrive:

            Beato te, mi piacerebbe vederne di quelli grandi , di cetacei … da Zena ho sempre visto dei gran delfini; poi per carità: vederne tanti saltare da tutte le parti in mare aperto è incantevole !

            Però anche la “stazza” vuole la sua parte !

  33. habsburgicus scrive:

    intanto nel Continente Nero
    https://messaggeroveneto.gelocal.it/mondo/2024/07/15/news/kagame_in_testa_col_9915_dei_voti_alle_presidenziali_in_ruanda-14479301/
    c’erano 2 candidati contorno..hanno avuto meno dello 0, 5 %

  34. Moi scrive:

    Qualche AntiSionista dirà “grazie al cazzo … se la cercano, soprattutto da 9 mesi a questa parte !” … MA pare che in giro per l’ Europa, specialmente Grandi Città _ gli Ebrei non abbiano mai avuto tanta paura di essere tali, più nei quartieri “a kasbah” 🙂 che negli altri.

  35. habsburgicus scrive:

    questa notte, 106 anni fa, lo sterminio dei Romanov a Ekaterinburg..
    se pensiamo che 106 anni è esattamente l’arco temporale fra l’avvento di Antonino Pio (138 d.C) e la morte di Gordiano III (244 d.C) quando per carità qualcosa successe ma insomma per la massa è la stessa cosa :D, ci rendiamo conto che gli anni nella Storia non seguono la stretta matematica 😀

  36. roberto scrive:

    OT europeo

    fra qualche minuto, alle 9.30, il tribunale dell’UE pronuncerà una sentenza molto attesa sull’accesso del pubblico ai documenti: si tratta dei contratti con pfizer per l’acquisto dei vaccini e degli sms e messaggi fra von der leyen e il CEO di pfizer

    capita giusto il giorno prima del giorno in cui il parlamento voterà per la presedenza della commissione….

  37. Francesco scrive:

    parliamo di cose serie: lotta intestina nella famiglia Berlusconi, con Marina che si butta a sinistra e Piersilvio a destra?

    :0

  38. daouda scrive:

    Contro Tommaso d’Aquino inverto la qualità con la quidditas, giacché la qualitas la rendo in mezzo come morphé, e dunque l’hyle sta con la sophia a complentarsi.

    Il che implica che la materia è eterna ed infinita in quanto è DIO, nell’aspetto femminile di una delle 3 ipostasi, che non mi và di scandagliare.

    Ergo tutti i vostri discorsi sono cazzate.

    Ugualmente il denaro non và da nessuna parte senza prestigio, e ste stronzate ricardiane o keynesiane dovete sempre ponderarle almeno misesianamente.
    Inoltre il correlato della ricchezza è il rango, quindi il denaro va con il prestigio.

    Sarebbe ora di ammettere che siamo innanzi ad un problema di indedicibilità e quindi di improponibilità.
    Sia nel non che nel , sia nel contro che a favore.

    Tralasciando che il raffronto sull’alienazione e le stronzate idealizzate dell’astrazione semrvono solo pé fa ganzi i discorsi.
    Discorsi che certo quelli di sinistra hanno approfondito con due palle così e quelli di destra pure se co cultura so delle pezze da culo, ma in sé rimangono stronzate inzomma.

    Mànnava de scrivelo perché leggere che il singolarizzato nella sua autonomia ed il denaro ( e prestigio ) sò cose astratte vuol dire che non si ha presente cosa sia l’astratto, e peggio mi sento se la stronzata ulteriore portasse a reputare DIO astrazione spiritualee foss’anche, la più peggio schifosa cosa.

    D’altronde invece bisognerebbe proprio concentrarsi sia sull’espropriazione che sull’usura ( ergo in dinamica centralismo statalistico incipiente e periferismo deregolato, ossia pubblico diffusivo vs singolo capitalistico – è na testa zola ni? ) laddove right and left sò proprio cose che nun c’entrano n cazzo se non che l’approccio mafioso è più de destra e quello massonico è de sinistra, ma malie e vezzi, nun c’entrano n cazzo colla periferia e centro laddove i servizi pure loro alla fine come cinghia de trasmissione sò l’ingresso, perché la religione non la levi, qeusti sò religiosi.

    • daouda scrive:

      ho scritto pure perché così l’ultimo commento è qui e la promessa è rotta altrove, che tanto me cenzurano puro se scrivo bene.
      Sta mania de non arriva al nocciolo della questione mai nelle sue conseguenze ultime in chi si espone contr , ed il loro credere che il palo in frasca mio non punti al medesimo punto ( che uno lo dochiara pure ma evidentemente…), come preferire essi la boria e le stillettate forbite rispetto ad un vaffanculo normale di cui io mi encomio, io non la comprenderò mai.

      Giusto così, buona estate e Buona Assunta a tutti

      • daouda scrive:

        s’è capito? Ciao

        • daouda scrive:

          vabbè ad ogni modo

          “Venne infatti un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato”.

          Ma questa è la morte della Materia, altroché materialismo: il criterio di ogni cosa diventa l’astrazione suprema e l’idealismo supremo – la credenza universalmente condivisa nel valore assoluto del Denaro.

          —-

          FInché non si comprenderà che non ha senso questa critica laddove la frase di Marx è falsa e la critia lo è altrettanto su piani diversi si continuerà a reputare la mercificazione come una novità ed il denaro in sé altro da quel che è.

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