Miracoli in vista

Due chicche dal sito di Repubblica riassumono bene l’approccio attuale alla questione ambientale. Ricordando che “ambiente” vuol dire semplicemente tutto ciò che ci circonda, il che non è poco.

MIRACOLO UNO

Cop26 – 10. Sos clima, obiettivo: vivere green al 100%

Guardare un cielo limpido con occhiali da sole fatti con materiale riciclato. Non vedere allagamenti e alberi abbattuti se invece della pioggia autunnale arriva un tornado. Muoversi con bus e auto che non inquinano. Non è un’utopia, basterebbe raggiungere gli obiettivi principali del piano per la transizione ecologica. L’Italia, con l’Unione europea, ha concordato infatti cinque macro-obiettivi per la transizione ecologica: neutralità climatica; azzeramento dell’inquinamento; adattamento ai cambiamenti climatici; ripristino della biodiversità e degli ecosistemi; transizione verso l’economia circolare e la bioeconomia.

Questi l’inquinamento non è che lo riducono, lo azzerano.

MIRACOLO DUE

L’aeroporto di Fiumicino presenta VoloCity, il taxi volante che salterà il traffico di Roma

Un drone come ormai siamo abituati a vederne in volo ma di dimensioni ben più grandi e soprattutto con posti a sedere per trasportare due passeggeri. È il Volocopter, un velivolo da 18 rotori, completamente elettrico, progettato e sviluppato dall’azienda tedesca Volocity, tra i cui investitori figura Atlantia e presentato all’aeroporto di Fiumicino.”L’obiettivo è allestire un servizio di aerotaxi che consentirà di raggiungere il centro di Roma dall’aeroporto in 15-20 minuti. Puntiamo a renderlo operativo nel 2024 in modo tale da essere pronti per il Giubileo“, ha spiegato l’amministratore delegato di Adr Marco Troncone.”Questo velivolo è 100 volte più sicuro rispetto a un elicottero. Al momento ha un’autonomia di 35km di volo, ma puntiamo a estenderla con gli sviluppi sulle batterie – ha aggiunto Christian Bauer, il direttore commerciale di Volocity -. Una volta a regime, il costo del volo tra l’aeroporto e il centro della città sarà paragonabile a una corsa in taxi, quindi tra i 60 e i 100 euro”.“Siamo tra i primi a sviluppare questa forma  di mobilità che ha tre caratteristiche principali: è sicura,  sostenibile sotto vari punti di vista perché ha emissioni zero ed è silenziosa, inoltre è veloce” ha aggiunto Carlo Bertazzo, AD di Atlantia, la holding di investimento azionista sia di ADR che di Volocopter

Il Giubileo, citato nel testo, evidentemente farà miracoli: infatti questo elicottero che deve sollevare a decine, se non centinaia, di metri in cielo il peso di due persone con i loro bagagli viene definito a emissioni zero, alla faccia della termodinamica.

O forse, essendo elettrico, semplicemente non emette mentre è in volo.

Che è un po’ come dire che un traduttore è a impatto zero, perché non mangia e non va al bagno mentre traduce.

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59 risposte a Miracoli in vista

  1. Peucezio scrive:

    Io però sto aspettando che arrivi il mezzo privato volante che raggiunga i 10.000 km/h come gli aerei.
    Trovo estremamente alienante dover prendere un aereo premuti come sardine, con tutte le limitazioni, controlli, code, attese, limiti di bagaglio che comporta, mentre guidare per qualche ora fra Roma e New York, partendo quando cacchio si vuole e portandosi ciò che si vuole sarebbe molto più comodo.
    E si supererebbe l’alienazione delgata al traffico: il cielo è tridimensionale, quindi c’è molto più spazio a parità di mezzi.

    Secondo me il vero progresso umano sarà quando si arriverà a questo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Secondo me il vero progresso umano sarà quando si arriverà a questo.”

      MERD (Milanese Eterosessuale Reazionario e di Destra) !

      Il vero progresso umano sarà quando nessuno sarà lasciato indietro, e TUTTI gli otto miliardi di umani possono avere il mezzo che tu descrivi.

      Anche per andare su Marte.

      • Peucezio scrive:

        Miguel,
        “Il vero progresso umano sarà quando nessuno sarà lasciato indietro, e TUTTI gli otto miliardi di umani possono avere il mezzo che tu descrivi.”

        Ovviamente.
        Anche perché, come ho detto, il cielo è più grande della superficie terrestre e non ha neanche ostacoli naturali, quindi sogno otto miliardi di macchine volanti che sfrecciano nel cielo!

      • Peucezio scrive:

        E non vedo motivi per andare su Marte, visto che non c’è neanche un bar.
        Ma se uno ha lo sghiribizzo di andarci, perché no?

      • roberto scrive:

        miguel

        “TUTTI gli otto miliardi di umani possono avere il mezzo che tu descrivi.”

        e che mi frega degli altri 8 miliardi?
        🙂

      • maria d scrive:

        Concordo

  2. Peucezio scrive:

    Che noi ci scherziamo, ma secondo me all’inizio del Novecento si dava per scontato che, anche molto prima di ora, si sarebbe arrivati alle macchine volanti e secondo me si stupirebbero tantissimo scoprendo che siamo rimasti alle vecchie automobili e che, anzi, vanno sempre più piano, perché ci sono divieti, limiti, manie ecologiste, ecc.

  3. Peucezio scrive:

    Ma vale un po’ per tutto.
    Chi di noi ha il robot in casa stile Alberto Sordi, che cucina, fa il bucato, pulisce la casa, serve in tavola?

    • mirkhond scrive:

      Sarebbe un incubo!

      • Peucezio scrive:

        Beh, ma perché?
        Non sarebbe comodo?
        Non penso a quello che diventa autonomo, ma a uno che obbedisce e basta.

        • mirkhond scrive:

          Il robot-cameriera del film di Sordi, si rivolta contro il padrone umano tentando di ucciderlo, perché geloso.
          Lo scenario trasmesso dal film non è certo rassicurante…..

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Chi di noi ha il robot in casa stile Alberto Sordi, che cucina, fa il bucato, pulisce la casa, serve in tavola?”

      sì, probabilmente il “Progresso” ha preso una forma molto più virtuale e in un certo senso microscopico – , biotecnologico.

      • Peucezio scrive:

        Perché negli ultimi trent’anni il progresso ha riguardato solo lo scambio d’informazioni, non l’interazione fisica con la realtà.

        • Francesco scrive:

          insomma … i robot hanno fatto grandi progressi, solo che il robot che sembra umano non c’è e siamo stati abituati male dalla fantascienza

          • Peucezio scrive:

            Basta che fa i servizi e capisce gli ordini…

            • Francesco scrive:

              per quello ci sono già le colf che costano meno, credo

              • Peucezio scrive:

                Vabbè, ma qualcuno deve farlo.
                Invece in un mondo meccanizzato nessuno deve fare la colf/operaio/manovale/facchino, ecc. ecc.

              • paniscus scrive:

                “Invece in un mondo meccanizzato nessuno deve fare la colf/operaio/manovale/facchino, ecc. ecc.”….

                E quindi i casi sono due:

                – o crepano di fame perché nessuno li assume, visto che non c’è più bisogno del loro lavoro…

                – oppure si riciclano continuando a fare gli operai, facchini, manovali e consegnatori, nella fabbrica dove vengono prodotti i robot che poi faranno i lavori manuali al posto loro, con l’unico risultato di spostare il problema di un gradino intermedio, con inevitabile riduzione dell’efficienza e quindi dei vantaggi.

              • Peucezio scrive:

                Pan,
                se si fosse ragionato così negli ultimi tre secoli, non avremmo acqua corrente, riscaldamento, luce, il pc da cui scrivi, ecc. ecc.

                Il che mi può anche stare bene.
                Ma è difficilmente sostenibile che la tecnologia non sia efficiente rispetto al lavoro muscolare umano.

                Quando le macchine lavoreranno per noi, gli uomini le gestiranno lavorando forse un’ora alla settimana o poco più.
                Oggi quasi tutto ciò che ci circonda è fatto da macchine, fatto da altre macchine, ecc.
                Il lavoro fisico umano servirà sempre meno e in prospettiva per nulla.

              • paniscus scrive:

                “Quando le macchine lavoreranno per noi, gli uomini le gestiranno lavorando forse un’ora alla settimana o poco più.”—-

                Questa è una cosa che sento dire da almeno 40 anni, cioè da quando ero in età di scuole elementari.

                Però nessuno mi ha mai spiegato, né 40 anni fa né adesso, chi si prenderebbe la briga di pagare a stipendio pieno quegli esseri umani che lavorerebbero solo un’ora alla settimana, SE non si ha il coraggio (e non lo si avrà mai) di mettere in discussione la logica del mercato onnipotente.

                Mettiamo pure che sia vero, che si arrivi a un punto in cui i robot facciano quasi tutto, e che la necessità di lavoro umano sia ridotta al 10% dell’orario attuale, o anche meno (nella tua fantasia, un’ora alla settimana contro le attuali 36 o 30 sarebbe molto di meno del 10%).

                Ma mettiamo pure il 10%.

                I casi sono due:

                – o l’impresa licenzia il 90% dei lavoratori e ne paga solo il 10% di numero per fare lo stesso orario di prima, e gli altri restano disoccupati;

                – o li fa lavorare tutti, ma al 10% dell’orario, e quindi li paga un decimo di quanto li pagava prima.

                Spiegaci tu perché mai si dovrebbe essere contenti di questo

                (oppure, spiegaci come si dovrebbe fare a costringere le imprese a pagare la gente a stipendio pieno esattamente come prima, per farla lavorare per il 10% del tempo o anche meno).

                Grazie…

              • PinoMamet scrive:

                Parlai anni fa del mio sogno
                (una società in cui le macchine fanno tutto e le persone riposano) a un amico economista, che lo prese sul serio.

                In fondo già siamo molto a buon punto nell’utilizzo di macchine, che hanno preso il posto di eserciti di operai;
                eppure gli operai o ex operai devono essere dotati di denaro da spendere e reinvestire nel sistema, altrimenti tutto si ferma.

                Il mio sogno (le macchine producono tutto e si aggiustano da sole; tu vai e prendi il prodotto che ti piace, gratis) è in fondo il compimento di questa traiettoria.

                A volte mi diceva che sarebbe stato possibile, altre volte faceva altri calcoli e mi diceva che non avrebbe funzionato, perché il padrone dei robot non avrebbe avuto interesse a cedere i beni prodotti dai robot senza guadagnarci niente.

                Senza altri problemi che non sto ad elencare.

                Mi sono fatto l’idea che potrebbe funzionare, in pura teoria, se ci fosse un governo unico planetario “stile Andrea” 😉 (nel senso del nostro ADV) che per un caso fortunato ha a cuore il benessere di tutti.

                Ovviamente è pura speculazione.

                Però il movimento è in effetti in quella direzione.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Lo Stato prende il controllo dei mezzi di produzione, riempie di privilegi una nuova aristocrazia composta da quelli che svolgono mestieri non meccanizzabili (sempre meno) e mantiene tutti gli altri (quanto generosamente lo decide la generosità dell’aristocrazia sopraindicata).
                I proprietari dei mezzi di produzione potranno scegliere se venire fucilati dai nuovi killbot, oppure se unirsi alle schiere degli aristocratici o dei mantenuti.

              • PinoMamet scrive:

                Sì, in effetti il risultato non sarebbe molto.

                Mi rendo perfettamente conto che il mio sogno di anni fa è in realtà un incubo, come tutte le forme di comunismo esasperato
                (perché di questo si tratta).

                Un finale meno drammatico sarebbe, anzichè “lavorare meno, lavorare tutti”,
                “lavorare tutti pochissimo-barra-niente, in cambio ottenere prodotti sempre più scadenti e peggiori di vita che si deteriorano fino al fallimento del sistema da dentro”.

                Il problema è che Elon Musk e Bezos hanno il sogno/incubo uguale e contrario, cioè il Capitalismo esasperato, e nessuno li mette in manicomio…

                anzi, mentre possiamo ridere (io per primo) della mia idea, le loro vengono prese sul serio e lodate!

              • PinoMamet scrive:

                Ho scordato nella tastiera qualche parola ma credo si capisca il concetto.

              • Andrea Di Vita scrive:

                @ paniscus

                “mercato”

                Un modo per conciliare la società attuale con una piena robotizzazione c’è, ed è descritto dal solito Isaac Asimov nel suo ciclo, appunto, dei robot.

                Basta considerare il robot (domestico che lava i piatti, non dico la macchina industriale) non come un elettrodomestico più evoluto, ma come uno status symbol.

                Più ne hai e più aggiornati sono, più sei considerata/o. I ricchi hanno diecimila e più robot a testa e tutti ultimo modello, i poveracci appena uno e mezzo scassato. Tutti aspirano a possedere il robot migliore. Tutti lavorano – anche se non ce n’è la necessità materiale ché i robot producono abbastanza per i bisogni materiali di ciascuno – solo per guadagnare abbastanza da potersi indebitare per comprare robot e per pagare i relativi mutui bancari.

                Le eccedenze della produzione vengono smaltite nella continua espansione nello spazio: i minerali per la produzione di sempre nuovi robot vengono dagli asteroidi. Il crescente inquinamento viene compensato dall’emigrazione verso le colonie spaziali. Il risultante continuo conflitto politico fra colonie e madrepatria terrestre spinge a un continuo riarmo, e l’industria bellica è con quella robotica la valvola di sfogo della disoccupazione di massa che i robot stessi consentono.

                Ciao!

                Andrea Di Vita

              • paniscus scrive:

                “Basta considerare il robot non come un elettrodomestico più evoluto, ma come uno status symbol.
                Più ne hai e più aggiornati sono, più sei considerata/o.

                Ah, perché non è GIA’ così?

                Più cazzabubbole elettroniche hai in casa, più fai la figura del ganzo (almeno, in certi ambienti e contesti di frequentazione).

                L’assistente vocale, la domotica, l’aspirapolvere che ti spiccia casa da solo, la app che dà da mangiare ai gatti di sua iniziativa, e così via.

                Però questo lo si paga in termini di controllo assoluto dei propri dati personali e degli eminentissimi q*zzi propri, da parte di multinazionali private e di governi stranieri.

                E comunque, per appropriarsi di robot sempre più numerosi, sempre più elaborati e sempre più fighi, bisogna comunque avere i soldi, o no?

              • roberto scrive:

                Da povero fesso sono veramente disponibile a cedere non so quale informazione supersegreta in cambio di un robottino che mi fa Da aspirapolvere

    • roberto scrive:

      peucezio

      “Chi di noi ha il robot in casa stile Alberto Sordi, che cucina, fa il bucato, pulisce la casa, serve in tavola?”

      ovviamente no, ma ci sono quelli che puliscono per terra o che tagliano l’erba

  4. Marcosclarandis scrive:

    Otto miliardi di velivoli?
    Superficie terrestre: Cinquecento milioni di chilometri quadrati.
    Volume dell’atmosfera utile all’ aeronautica: Cinque miliardi di chilometri cubi.
    Densità di velivoli per volume atmosferico :
    ( per otto miliardi di velivoli in volo ) Uno virgola sei velivoli per chilometro cubo.
    Ma, fossero anche solo zero virgola sedici ………..
    A quale velocità e con quale tempo atmosferico tutto ciò sarebbe praticabile?
    Senza contare tanti altri fattori che ometto perovvie ragioni.

    • Francesco scrive:

      Beh, ma mica tutti devono andare a spasso nello stesso istante!

      😀

      PS sarei per un aviocar sharing, prima di dover calcolare i fabbisogni di materie prime ed energia necessari per 8 miliardi di volomobili

  5. Marcosclarandis scrive:

    Intanto, giusto per quanto riguarda l’interazione con la prosaica realtà, due canali youtube molto istruttivi:
    https://www.youtube.com/c/theflightchannel
    https://www.youtube.com/watch?v=zcRN_UljROc&t=261s

    • Moi scrive:

      … in base ai temi trattati, è a volte interessante in Youtube anche L’ Orizzonte degli Eventi di Barbara Tampieri, se lo conosci.

  6. Francesco scrive:

    >>> transizione verso l’economia circolare e la bioeconomia

    ora, la prima la conosciamo, è quella cosa per cui gira e rigira alla fine tocca sempre a te pagare

    ma la bioeconomia icche sarebbe?

  7. Mauricius Tarvisii scrive:

    Bello il Miracolo 2! Ti fa risparmiare dieci minuti scarsi e ti costa cinque volte tanto! E l’eliporto dove lo fanno? In mezzo al Circo Massimo?

  8. mirkhond scrive:

    Comincio a capire cosa vuol dire Daouda quando parla di socialisti:

    https://youtu.be/7M_7gHkdqCA

  9. Ros scrive:

    mirkhond “Comincio a capire cosa vuol dire Daouda quando parla di socialisti:

    https://youtu.be/7M_7gHkdqCA

    Peucezio “…Vabbè, ma qualcuno deve farlo.
    Invece in un mondo meccanizzato nessuno deve fare la colf/operaio/manovale/facchino, ecc. ecc….”

    Prendiamo per tali società ipotetiche senza più condanna al biblico sudore della fronte l’organizzazione delle distopie più note: “Il mondo nuovo” e “1984”. (dove in entrambe – ulteriore fregatura – pur si lavorava)

    Poiché, come ci ricorda Pino Mamet, necessitano una società universalmente centralizzata.

    Entrambi i romanzi sono distopie ma assai diverse.

    Quella di Orwell era una condanna al totalitarismo dei Soviet (e della dittatura in genere qualsiasi colore fosse) in cui si era concretizzato il sogno dell’ideale comunista da lui pur condiviso, tramutatosi in un ipocrita incubo ed inganno (vedi anche “La fattoria degli animali”, dove tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri); era violenza, annichilimento d’ogni libertà, idea, parola, Arte; sogno, vita onirica persino.

    Orwell è ancora (vecchia) ideologia, morale.

    Huxley (sostenitore della Fabian society, https://en.wikipedia.org/wiki/Fabian_Society)

    au contraire,

    insieme al fratello biologo e genetista Julian – sentiva una vocazione da ingegnere sociale (non priva di esotica spiritualità positivista tra Steiner e la Blavatsky, e un tocco di Timothy Leary, psiconautica a venire),

    di una socialdemocrazia d’impronta col senno di poi “scandinava” alla Olof Palme (buonanima😒) di quelle che con l’amore di una mamma Gaia ti seguono e ti curano dalla culla alla morte, a patto e necessario compromesso di annichilire, ammorbidire almeno la tua capricciosa Psiche;

    Niente gulag e torture nel suo mondo nuovo,

    l’uomo nuovo è da farsi con le buone; tanto tecno-amorevole paternalismo (da fantozziano megadirettoregalattico, lunga e bianca chioma, saio francescano, modi soavi?😃).

    Tecnologia invasiva, eugenetica, manipolazioni psichiche, ma soprattutto un disponibile paradiso artificiale come necessaria valvola di sfogo (oggi diremmo virtuale) – il Soma appunto – fanno da ingredienti al cocktail transumanista e migliorista narrato da Huxley.

    Nessuno vorrebbe vivere nell’incubo orwelliano, o di Zamyatin (“Noi”) ma a tanti forse non dispiacerebbe una società Madre-alveare senza bisogni e conflitti, senza ego, amigdala e adrenalina, come quella che Huxley ci descrive.

    Il boom esponenziale di ansiolitici, tranquillanti, droghe ecc, fa pensare in proposito.

    Pappa, sesso, gioco e sballo assicurati.

    Una sorta di nirvana. Disanimato.

    Involuzione o evoluzione? Chissà.

    Vista in una certa – certamente discutibile – maniera, smetteremmo di nuocere a noi stessi e all’ecosistema forse, di soffrire a vuoto per l’ego, e produrre, buddisticamente, danno e dolore.

    Passeremmo a comunità per l’appunto d’alveare.

    Un élite gestirebbe il passo, certo. O magari un intelligenza artificiale?

    Una Skynet? Saggi platonici privi d’Ego?

    Il romanzo sembra sussurrare, tra le righe, la contraddizione, l’ambiguità che Huxley stesso a tal proposito sentiva, la condannava certamente (vedi le opere a seguire…), ma, migliorando, affinando, dopotutto, epperò… 😃

    Ritorniamo a quei modelli di socialdemocrazia scandinava che furono,

    ebbene prevedevano, studiavano, e attuavano forme di controllo demografico, eugenetica, eutanasia, sterilizzazioni coatte;
    poiché con la demografia lasciata a se stessa non potrà apportarsi nessun diffuso, garantito benessere sociale ed ecologico che regga ad un continuo e caotico aumento della popolazione (pare coi conti della serva fatti)

    Il contratto stipulatosi per questo ipercivilizzato benessere costa – nelle righe in piccolo s’intende – la possibilità che possa essere lo stato a dirti, se e quanto puoi procreare, e se è il caso quando morire.

    Qualche decennio (anni ’30 – ’70 del secolo scorso) fa si ebbe una tendenza generale in tal senso (Scandinavia, Cina, India, Canada, U.S.A ecc) attuata insieme a teorie socialiste o socialdemocratiche;

    le difficoltà pratiche e resistenze etiche riscontrate, insieme al crollo dell’ideologia e del sistema politico ed economico cui facevano riferimento (Keynes, fabyani, tra gli altri) ne causarono la messa in soffitta.

    Al momento è ancora un tema che scotta, una gatta troppo grossa da pelare.

    Si parla sempre più spesso di un reddito universale di cittadinanza (consci, sia ciò chiaro, che nel momento in cui qualcosa ci viene dato gratis, significa che noi siamo la merce. il prodotto siamo noi.) ma un iniziativa del genere, oltre ha necessitare di una larga federazione mondiale centralizzata e un inesorabile possibilità di controllo, non potrà che prevedere – necessariamente – il rispolvero di quei piani e studi polverosi dalla loro distopica soffitta.

    La robotizzazione in un prossimo futuro prevista, finirà dicono – per soppiantare sempre più larghe fasce lavorative,
    masse che non si saprà più bene come pragmaticamente impiegare, neutralizzare;
    o smaltire.

    Forse in un assai prossimo futuro, discorsi eticamente scottanti come:
    reddito universale da pagarsi con un controllo demografico coatto, eutanasia, eugenetica, saranno quotidiana norma, addirittura auspicabili in vista di un tracollo dell’ecosistema e dell’economia.

    Persino la prospettiva di Kazuo Ishiguro in “Non lasciarmi” (eccoci a merce e prodotto a ripagare il sistema😉) diverrebbe pragmaticamente naturale.

    Si dice che le vie dell’inferno sono sempre lastricate dalle migliori intenzioni;

    ma anche, invertendo (Goethe nel “Faust”) : Mefistofele è quella forza e parte che perpetuamente pensa il Male e fa (finisce per fare suo malgrado e cruccio) il Bene😃

    Preferite i pro e i contro, e cassandrici prospetti della situazione odierna?

    O la fine del biblico lavoro di fatica (riammessi nel giardino dell’Eden), reddito e circenses di un Soma garantito e (il “Bread and Roses”😎) con quel piccolo prezzo del cedere ad un fabyano, benevolo, iperscandinavo e tecno-pragmatico Sistema l’Habeas corpus, salvando così clima e pianeta?

    • Francesco scrive:

      beh, in Brave New World riuscivano a estirpare l’idea della riproduzione, dando agli uomini la possibilità di scopare sempre e nelle donne insinuando lo schifo per la gravidanza e il parto naturali

      tutto sommato non così impossibile, come colpo gobbo degli ingegneri sociali

      certo, servirebbero le culle per far nascere artificialmente i nuovi umani necessari al sistema

      e come tu immagini, facile anche convincere questi “sub umani” senza midollo che la vita dopo i 30 anni non vale la pena

      ciao

  10. Fuzzy scrive:

    https://fardiconto.wordpress.com/2021/10/23/mortalita-in-italia-atto-ii/
    Fuori tema completamente, tutte cose che si sapevano già. Bisognava solo trovarci il bandolo della matassa. Con questo, mi sembra, tutto è diventato più chiaro.

  11. roberto b. scrive:

    L’idea che mi son fatto della c.d. “questione ecologica” è piuttosto semplice (ma spero non semplicista): fintanto che i poteri dominanti non intendono affrontare la “questione ecologica”, non basterebbero gli appelli congiunti di tutti gli scienziati del mondo né i girotondi di tutte le Gretine del mondo a smuoverli. Quando poi decidono di farsi carico di tale questione, hanno già in testa, e chiaramente, cosa vogliono fare, senza chiedere “consiglio” a chicchessia. Così ti danno l’auto elettrica, ma senza preoccuparsi da dove poi prendi l’elettricità per caricare la batteria. La cosa fondamentale (per loro) è che a un business vecchio subentri un business nuovo.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Gretina” e “poteri dominanti” sono terminologia indicativa.

      • roberto b. scrive:

        Indicativa mia o dello stato di cose? Comunque, “Gretina” oramai è termine inflazionato (indicativamente inflazionato), e la locuzione “poteri dominanti” la preferisco a “poteri forti”, che è pura e semplice tautologia perché il potere è forte per definizione. Non ho mai visto un “potere debole”, semmai un potere indebolito nello scontro tra poteri, perché a mio avviso il potere non è un monolite, ma al suo interno giocano interessi contrastanti (lo s’è già visto recentemente con Trump-Biden).

      • Peucezio scrive:

        Mauricius,
        ““Gretina” e “poteri dominanti” sono terminologia indicativa.”

        Che palle, fai come Z. ora…

  12. roberto b. scrive:

    Tanto per completare il quadretto, diceva già la buonanima di Smith che il macellaio non ti dà la carne perché è un filantropo, ma te la vende per ricavarci un tornaconto.

  13. Fuzzy scrive:

    https://www.lowtechmagazine.com/2011/05/pedal-powered-farms-and-factories.html

    Miracolo 3

    Magari prima di lasciarsi andare all’entusiasmo converrebbe provarlo.

  14. Peucezio scrive:

    Lisa,
    “Questa è una cosa che sento dire da almeno 40 anni, cioè da quando ero in età di scuole elementari. ”

    Scusa, quello che dici è antistorico, nel senso che è smentito dalla storia.
    Se fosse come dici tu non ci sarebbe stato il boom, la terza rivoluzione industriale, ecc.
    Non mi risulta che negli anni ’60-’70 lavorasse solo un operaio su dieci, né che gli stipendi, lavorando otto ore, fossero più bassi di quelli degli operai dell”800 che ne lavoravano 12, sabato compreso.
    Credi che in Cina continueranno a lavorare 14 ore al giorno comprese le feste? O che lavorerà una piccola parte della popolazione? O che lavoreranno il giusto a stipendi più bassi degli attuali?
    È l’esatto opposto.
    È una legge fisiologica. Va per aggiustamenti, riassestamenti, momenti critici, ma alla fine è chiaro che il lavoro costa molto di più, perché il livello di vita si alza e le macchine consentono una produzione a costi infinitamente minori, quindi c’è deflazione, il costo dei manufatti e dei servizi diventa talmente basso che in proporzione gli stipendi sono altissimi.
    Se l’umanità avesse ritenuto che la tecnologia facesse perdere efficienza anziché guadagnarla, non avremmo avuto la metallurgia, l’agricoltura, ecc. ecc.
    I soldi sono solo un tramite indispensabile per le società complesse. Ma il meccanismo alla fine è sempre lo stesso: più macchine, meno lavoro, vita più comoda.

  15. Peucezio scrive:

    Semmai c’è il rischio che, poiché siamo in una fase di maggiore rapacità del grsso capitalismo, ci voglia più tempo perché questi vantaggi si riverberino sulla popolazione.

    Ma la rapacità è una conseguenza del pluralismo geopolitico, cioè, in buona sostanza, della concorrenza della Cina. Da questo punto di vista la meccanizzazione costituisce un vantaggio: i robot non lavorano peggio dei cinesi e sono ancora più instancabili.

  16. Moi scrive:

    Ambientalismo Senza AntiCapitalismo è Giardinaggio :

    [sic]

    https://www.youtube.com/watch?v=l6DUHUxLZqc

    G20, migliaia in piazza per ambiente e salute: “Non esiste solo la protesta No Vax”

    Circa cinquemila persone sono scese in corteo per le strade di Roma per protestare contro il vertice del G20 in corso nella capitale e chiedere scelte più forti sui temi dell’ambiente, della tutela del lavoro, della gestione sanitaria a livello globale, a partire dalla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini contro il Covid

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