Esorcismi, psichiatria e la “cosiddetta ricerca”

Io posso calcolare con quasi assoluta certezza dove sarà il pianeta Marte il 5 dicembre del 27.385.

Non ho idea di come tu ti sentirai domani mattina, né perché.

Sulla psiche umana, cos’altro vorresti dire?

Un mio amico psicologo mi racconta di una giornata qui vicino, in un paese di collina.

Era andato ad accompagnare una sua amica, cattolica, che cercava una benedizione. Il mio amico, poco pratico di cose cattoliche, si immaginava una vecchia chiesa e un anziano prete, che le avrebbe fatto il segno della croce.

Invece, nel paese, non c’è nessuna chiesa. Però a un certo punto vedono una folla di auto parcheggiate davanti a un’anonima palazzina moderna, e scoprono che è lì che si benedice.

Nel grande scantinato, una massa di gente. Un prete giovane, grosso e barbuto. E due robusti signori con magliette che riportano l’immagine di un angelo.

Il prete inizia a celebrare la messa, e in mezzo alla folla, una donna inizia a gridare bestemmie, con una possente voce maschile. Viene trascinata via dai due angeli e rinchiusa in una stanzina accanto.

Subito dopo, un uomo, urlando bestemmie – con voce questa volta da donna – anche lui, cerca di aggredire fisicamente il prete, e riceve lo stesso trattamento.

Parte una cacofonia di urli. Poi i due esiliati vengono riammessi, e il prete benedice tutti, ad uno ad uno, versando loro in testa un catino pieno d’acqua, trattamento a cui si ribellano violentemente diversi dei presenti, cacciando urli e bestemmiando.

Ma la cosa che più colpì il mio amico fu un omino piccolo piccolo, che aveva esattamente le sembianze dei demoni dei quadri del Cinquecento.

Poi il mio amico mi racconta di una ragazza che veniva in terapia da lui, che aveva come particolarità quella di essere posseduta da due demoni: una volta un prete le aveva messo al collo una catenina d’oro e una medaglia con l’immagine della Madonna, che lei si era strappata con forza, secondo il suo ragazzo, nel punto dove si era posata l’immaginetta, era rimasta una vistosa ustione.

Il mio amico le disse di ascoltare con tranquillità i suoi due demoni, senza litigarci e senza dare loro troppo retta, e oggi la ragazza sta, diciamo, bene.

Ne parliamo e concordiamo su una cosa.

C’è chiaramente qualcosa che possiamo chiamare disagio, per usare un banale termine oggi corrente.

Però la cosa interessante è che questo disagio assume la forma che una certa cultura si aspetta che abbia.

Tutti i sintomi degli indemoniati sono compatibili con la spiegazione tradizionale cattolica. E immagino sia lo stesso, con gli esorcismi islamici che in genere non riguardano dèmoni malvagi, ma i moralmente neutri jinn.

A quanto pare, i rimedi tradizionali sono quelli che funzionano; e presumo che funzionino tanto meglio, più l’esorcista è convinto di un quadro-mondo dove l’Angelo Custode e il Demonio si contendono ad una ad una le anime dei credenti.

Tempo fa, ho letto un libro fondamentale, Cracked. The Unhappy Truth About Psychiatry, di James Davies.

Che racconta di come la psichiatria sia uscita dai manicomi, dove finiva la minuscola tragica minoranza dei “matti”, per invadere tutta la società: nel 2015, il 15% degli inglesi e il 20% degli statunitensi ricevevano qualche forma di trattamento psichiatrico.

Riassumo molto in breve alcune riflessioni che mi hanno colpito del libro.

Esiste un famoso manuale, il DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), pubblicato dall’American Psychiatric Association (APA), che dà nomi e prescrive rimedi per vari sintomi psichiatrici.

Nella mia ignoranza, avevo sempre pensato che se lo dice il DSM, è come se lo dicesse la tabella degli elementi.

Leggendo Davies, scopro che il manuale non è un lavoro scientifico: è piuttosto un sondaggio tra i soci dell’APA, per vedere come classificano e come trattano i casi che seguono.

E scopro che le innumerevoli forme di disagio che il manuale minuziosamente elenca (e che aumentano di edizione in edizione) sono sostanzialmente costellazioni di sintomi.

Lo psichiatra dà all’insieme dormo poco, sono sempre arrabbiato e penso spesso alle montagne un nome. All’insieme, dormo poco, sono sempre arrabbiato e ho paura di annegare, dà un altro.

Lo psichiatra è sostanzialmente un somministratore di soluzioni chimiche, prodotte da aziende private.

Proprio oggi leggo lo sfogo del vicepresidente della Società oftalmologica italiana (Soi), Emilio Campos. Parla soprattutto del sistema umanissimo di raccomandazioni che caratterizza la selezioni dei docenti di oftalmogia, precisando che però la sua denuncia “va oltre i recinti dell’Oculistica italiana e interessa anche il resto delle specializzazioni medico-chirurgiche”.

La parte che a noi interessa però è questa:

E la ricerca? “La cosiddetta ricerca”, precisa Campos. “Negli ultimi anni è tutta farlocca: pagata dalle industrie farmaceutiche che hanno bisogno di dati da raccogliere per ottenere la certificazione dei loro prodotti e aprire canali speciali per la pubblicazione dei risultati conseguiti”. “Di questa ricerca, si fanno belli molti oculisti”, assicura Campos. “È un sistema utilizzato da tante aziende per creare degli opinion leader su temi specifici, dalla retina al glaucoma”. “Questa ricerca, però, è inutile: gli articoli pagati dalle ditte farmaceutiche, spesso vengono addirittura scritti dal loro personale anche se gli autori figurano essere gli oculisti che, in questo modo, diventano di volta in volta, esperti delle maculopatie, esperti del glaucoma, etc.”.

Abbiamo visto come il disagio tenda a prendere la forma che la cultura si aspetta: l’indemoniato toscano bestemmia la Madonna, il capitano Cook nel 1770 incontrò in Oriente l’amok – quando un giovane fino a quel momento tranquillo viene posseduto dallo spirito della tigre, uccide passanti a caso e infine si suicida.

La storica Laure Murat, rovistando negli archivi dei manicomi francesi, ha scoperto una generazione di matti che si credevano Napoleone. E cita lo psichiatra Jean-Étienne-Dominique Esquirol che nel 1818 scrisse

“Potrei raccontare la storia della nostra rivoluzione da quella di certi malati mentali la cui follia si collega agli eventi che tanto hanno segnato questo lungo periodo della nostra storia.”

Esistono follie americane altrettanto bizzarre: pensiamo ai tanti americani che pochi decenni fa, appena entravano in qualche terapia di derivazione freudiana magari perché erano un po’ timidi o tristi, ricordavano improvvisamente di essere stati oggetto di abusi sessuali e riti satanici, con tanto di sacrifici umani, nell’infanzia (una scoperta spesso seguita dal suicidio molto reale dei genitori accusati).

La follia è anche esportabile: appena una mamma italiana apprensiva ha letto qualche testo sui freudiani americani, ecco che sono esplosi abusi sessuali e riti satanici nella scuola dell’infanzia di un tranquillo paesino laziale (invito in particolare a leggere il post iniziale che scrissi).

Anche lì, tutte le testimonianze erano conformi alle aspettative culturali, le testimonianze di tanti bambini corrispondevano esattamente alle attese:

“alcune miti maestrine di mezza età furono accusate di aver organizzato orge sado-sataniche in una scuola materna, ai danni di ben ottanta bambini; orge durate per un lungo periodo di tempo, in pieno orario scolastico, senza che nessuno si fosse accorto di nulla. Il pubblico ministero aveva chiesto ben 12 anni di reclusione a testa per tre maestre, una bidella e uno sceneggiatore televisivo.

Bene, non solo sono innocenti, ma il fatto non sussiste. Non è mai successo.”

Abbiamo visto che i soci dell’APA che creano il DMS sono psichiatri americani, che lavorano con pazienti americani. Ma diventando il punto di riferimento mondiale- Il DSM, decide chi è sano e chi è matto, dagli Stati Uniti all’Italia, e cosa farne.

E poiché i disturbi mentali si adattano alle aspettative, il sistema crea follie americane: Ethan Watters, in Crazy Like Us. The Globalization of the American Psyche, racconta tante storie, tra cui l’invenzione mediatica dell’anoressia a Hong Kong, copiata dai modelli americani. Che ha prodotto in poche settimane delle anoressiche modellate sul DSM anche in Cina.

Ai mali elencati nel DSM, si applicano rimedi chimici.

Che non sono prodotti nella Farmacia Münstermann (se passate a Firenze, vi ci porto e vi faccio conoscere la splendida proprietaria), ma sono opera di immense multinazionali che ogni anno devono accrescere i propri profitti.

Questi rimedi sono stati sottoposti a studi clinici controllati randomizzati, sigla inglese RCT.

Gli studi pubblicati dimostrano che i risultati delle prove RCT con i prodotti farmaceutici sono leggermente migliori di quelli con i prodotti placebo.

Poi se si guarda meglio, si vede che questo margine emerge solo negli studi ampiamente pagati dalle case farmaceutiche: altrove, i risultati sono uguali.

Pochissime forme di disagio psicologico hanno qualche riscontro misurabile, che sarebbe la base di qualunque giustificazione scientifica: al massimo possiamo quantificare nel senso di dire, “Tizio diceva di sentirsi leggermente/molto/moltissimo triste, e dopo aver preso il prodotto prescrittogli, dice di sentirsi peggio/uguale/meglio”.

I rimedi chimici sembrano alleviare la sofferenza (difficile dire se più o meno di un buon esorcismo), ma non conosciamo affatto bene il meccanismo.

A quanto pare, semplicemente attenuano tutta la nostra sensibilità, compresa quella al dolore; e certamente danno dipendenza. Davies ci rivela che il 90% dei casi psichiatrici in Nigeria migliorano, contro il 15% in Inghilterra, solo perché i primi non si possono permettere la dipendenza chimica a vita.

Disclaimer. Ho lavorato per aziende farmaceutiche, compresa una delle più importanti del mondo, come minuscolo insegnante d’inglese.

C’era il posto dove torturavano gli animali.

Sapevo dov’era, ma non ho mai alzato un dito per farci qualcosa.

E c’era il posto dove io insegnavo ai manager un po’ d’inglese.

Erano piccole persone, fragili, mi sono affezionato a molti di loro.

E mi raccontavano i mille trucchi con cui l’Azienda otteneva l’approvazione dei prodotti, corrompeva i ministeri, scriveva gli articoli scientifici che faceva firmare a qualche cattedratico prestigioso, invitava medici libidinosi a convegni medici di poche ore in una località marittima in Brasile, scriveva gli appalti degli ospedali in modo che li potesse vincere solo lei. E c’era il Key Opinion Leader all’università di Edinburgo, che passava tutto il suo tempo a giocare a golf, tra la firma di un articolo scientifico e un altro.

Il principale product manager non seppe rispondere alla mia domanda: “qual è la materia prima con cui sono prodotti i vostri medicinali?”

Il mio principale complice era il mio capo diretto, un romano molto furbo, che era riuscito a sopravvivere a mille tempeste, e mi sussurrava i segreti dell’azienda.

A ogni piano, c’era la spia, una modesta segretaria che arrrotondava lo stipendio segnando i minuti che ogni dirigente passava alla macchinetta del caffè, il luogo sovversivo dove i ribelli si sfogavano contro l’immensa macchina che li nutriva e li divorava.

Gli uffici dei capi avevano sempre la porta intera, legno finito e basta.

Gli uffici dei sudditi e dei sottoposti avevano invece una striscia in vetro, in modo che la spia di piano potesse controllare cosa stessero facendo.

Un giorno, arrivarono i muratori e squarciarono la porta dell’ufficio del mio capo, in modo che si potesse controllare ogni suo gesto. C’era qualcuno più furbo di lui.

Ho incassato i loro soldi, dicendo grazie e stando zitto, tanto guadagnavo meno del muratore che sventrò la porta al mio capo.

Ho ascoltato molto di peggio di quello che racconto qui, ma per obbligo professionale, non ve lo posso raccontare.

A me, non hanno fatto mai male.

A molti, molti altri, sì.

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157 risposte a Esorcismi, psichiatria e la “cosiddetta ricerca”

  1. PinoMamet scrive:

    Come nota di buonumore, il post mi ha ricordato un po’ la barzelletta del vampiro ebreo, raccontata (meglio di me) dal mio omonimo 😉 D. Mamet credo in “I tre usi del coltello”.

    Dunque, un signore si deve fermare una notte in un tenebroso castello in Transilvania.
    Allo scoccare della canonica mezzanotte, ecco che la porta si apre scricchiolando, una paurosa ombra si allunga nella stanza del malcapitato, et voila, ecco apparire proprio lui, il vampiro con i suoi inconfondibili dentoni.
    Il viaggiatore corre ad afferrare due cucchiai, li dispone a croce e…
    il vampiro risponde in yiddish 😉 “Questo non ti aiuterà molto…”

  2. PinoMamet scrive:

    ” Davies ci rivela che il 90% dei casi psichiatrici in Nigeria migliorano, contro il 15% in Inghilterra, solo perché i primi non si possono permettere la dipendenza chimica a vita.”

    ricordo il saggio consiglio che un maestro Zen (vero) diede (lo sentii personalmente) a un suo allievo, credo psicologo (o psichiatra? o psicanalista? psico-qualcosa), che se non ricordo male veniva dalla Svizzera.
    Questi si lamentava del fatto che i suoi clienti non guarivano mai.

    Il maestro Zen, l’abate del tempio Zen qua vicino, gli rispose così (vado a memoria):
    “Ascolta, tu devi fare così.
    Appena il paziente apre la porta, deve trovare una bella musica rilassante, dell’incenso profumato, le luci soffuse… e tu dietro la porta con la mazza da baseball!
    Appena mette la testa dentro, giù botte! Vedrai che se ne va subito!
    Tu li tratti troppo bene, per questo non guariscono mai…”

  3. Mauricius Tarvisii scrive:

    “scriveva gli articoli scientifici che faceva firmare a qualche cattedratico prestigioso”

    Ho notato un’insistenza particolare su questo punto, anche se non ne capisco il motivo, visto che nel procedimento di revisione in cieco gli articoli si valutano senza conoscere il nome dell’autore, che è irrilevante.
    Tra l’altro l’autore che viene citato può sostenere che c’è una differenza tra gli studi condotti dalle case farmaceutiche e quelli indipendenti proprio perché viene sempre dichiarato chi promuove gli studi, qualunque sia la firma che si trova sotto il titolo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “Ho notato un’insistenza particolare su questo punto, anche se non ne capisco il motivo,”

      Ci sarebbe da chiedere all’oftalmologo che ne parla.

      Certo, il finanziamento degli studi viene sempre dichiarato; ma evidentemente proprio per questo ha qualche effetto.

      In ambito medico, mi hanno comunuque sottolineato che il trucco consisteva nello scrivere in maniera tecnicamente perfetta la relazione, a prescindere da come veniva condotto in realtà lo studio,e nell’attribuire al prodotto risultati “buoni” ma non “miracolosi”. Tanto nessuno controlla se gli studi si fanno davvero.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Puoi citarmi casi di studi su farmaci che non sarebbero stati realmente condotti?
        Anche perché si può commercializzare qualsiasi cosa, a furor di popolo, dato che il consumatore si informa sui social sull’efficacia dei farmaci…

        Ora racconto una storia, quella del Sofosbuvir (commercializzato come Sovaldi), farmaco antiepatitico.
        L’epatite C esiste e coi rimedi della nonna o del farmacista di Firenze vai all’obitorio diretto. Per questo arriva Big Pharma che tradizionalmente produce quantità industriali di interferone e il malato tira avanti con quelle. Sono efficaci, eh, contrariamente al rimedio artigianale.
        Poi si iniziano a studiare farmaci nuovi, che permetterebbero di fare a meno dell’interferone (e chiunque abbia avuto a che fare con qualcuno sotto interferone sa benissimo che cosa vuol dire): una casa farmaceutica, in particolare, riesce a inventarne uno che sembra estremamente efficace.
        Si fa presto a dire epatite C, ma ci sono più genotipi e, in particolare, il genotipo più diffuso negli USA non è quello più diffuso in Europa. Per questo la nostra casa farmaceutica, che è americana, conduce lo studio sul genotipo diffuso da loro e non su quello diffuso da noi. I risultati sono eccezionali e quindi iniziano viaggi della speranza, proteste dei malati (“che aspettate ad approvarlo!”) e pressioni sull’Aifa. Complimenti al loro ufficio marketing.
        In Italia (e, in generale, nei paesi civili) il prezzo dei farmaci è contrattato: l’Aifa negozia con il produttore per approvare il farmaco e la sua vendita ad un determinato prezzo. Questo serve per bilanciare la posizione di monopolista del produttore, dato che, detenendo il brevetto, potrebbe fare ai malati il prezzo che vuole. L’agenzia, invece, simula un monopolio della domanda, in modo tale che si possa spuntare un prezzo col ricatto “o si curano tutti o nessuno”.
        Peccato che, quando la pressione sociale è troppo forte, l’Aifa non può trattare seriamente e la casa farmaceutica ha spuntato un prezzo a quattro zeri per ciclo. Ancora complimenti al loro ufficio marketing.
        Quindi il SSN (e gli altri servizi sanitari europei) sborsano vagonate di soldi per curare pochi malati e tutto questo con il fascicolo di approvazione del farmaco dell’EMA che dice chiaramente che non esistevano, almeno al tempo dell’approvazione, studi affidabili sull’efficacia sul genotipo più diffuso a casa nostra.
        Ed era tutto pubblico, senza fantomatici studi falsati, senza firme false e senza sperimentazioni farlocche.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          “Ed era tutto pubblico, senza fantomatici studi falsati, senza firme false e senza sperimentazioni farlocche.”

          Interessante.

          Per quanto riguarda gli studi, gli aneddoti che mi raccontavano su studi fantasma risalgono ormai a parecchi anni fa, non saprei assolutamente ricostruire.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per MT

          Il mio sfogo personale sulla Multinazionale Farmaceutica rishia di fae dimenticare che comunque esiste una differenza di fondo tra medicine che agiscono su cause identificabili e danno risultati quantificabili, e gli psicofarmaci.

          Non sappiamo quasi mai da cosa derivi un disagio, e non sappiamo quindi su cosa agire.

          Usiamo un prodotto che per motivi ignoti sembra dare sollievo, con solo una vaga idea di quali potrebbero essere le controindicazioni e con criteri soltanto soggettivi per giudicarne l’utilità.

          E non sappiamo nemmeno se questo sollievo sia veramente tale, o non piuttosto un ottundimento della coscienza in generale.

          Al massimo sappiamo che non avvelena lì per lì il paziente.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            I test si fanno in doppio cieco, con gruppo di controllo a cui viene somministrato un placebo.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per MT

              “I test si fanno in doppio cieco, con gruppo di controllo a cui viene somministrato un placebo.”

              Ma nessuno mette in dubbio che gli psicofarmaci, a differenza dei placebo, “fanno qualcosa”.

              Il dubbio è su cosa facciano.

          • Z. scrive:

            Non serve sapere da cosa derivi il disagio perché uno psicofarmaco sia efficace, in effetti.

            E i suoi effetti sono effettivamente quantificabili, tant’è che sono quantificati.

            Né i motivi per cui si produce un dato effetto sono ignoti. Ad esempio, gli inibitori della ricaptazione della serotonina, beh, ne inibiscono la ricaptazione. Questo è misurabile, pure, così come lo sono gli effetti di tutte le sostanze sull’organismo.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Zeta

              ” Ad esempio, gli inibitori della ricaptazione della serotonina, beh, ne inibiscono la ricaptazione. ”

              Tema su cui, come saprai, esiste un’ampia discussione, anche in merito a quanto sia rilevante.

              E non è un esempio, è quasi l’unico tentativo, continuamente ripetuto, di dare un senso alla cosa.

              Gli effetti quantificabili (“il paziente dichiara di dormire più ore”) non sono confrontabili a quelli tipo “aveva dieci milioni di virus per millimetro quadrato, adesso ne ha solo due”.

              E se il paziente sta meglio, è perché si sa che era quel virus che lo faceva stare male, e si sa anche per quale processo.

              Semplifico un po’, ma la psichiatria non è una “medicina” come le altre.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              — Tema su cui, come saprai, esiste un’ampia discussione, anche in merito a quanto sia rilevante. —

              Quanto sia rilevante può essere oggetto di discussione, così come quale molecola sia da prescrivere, ma non che l’effetto sia quello.

              Può darsi che sia corretto sostenere che la psichiatria non sia una specialità medica come le altre. Ma non significa che non sia medicina!

    • Peucezio scrive:

      Mauricius,
      “visto che nel procedimento di revisione in cieco gli articoli si valutano senza conoscere il nome dell’autore”

      Beato te che ci credi ancora.

      • PinoMamet scrive:

        In effetti suona un po’ come “i concorsi si fanno per titoli ed esami” o “i bandi per gli appalti contengono tutte le informazioni necessarie per verificarne l’esito corretto”.

        Sulla carta funziona sempre tutto ed è sempre tutto corretto.
        è lì apposta, la carta: per stabilire cosa sia corretto.

        Nella realtà, ahimè, fatta la legge trovato l’inganno.

        Non vedo l’utilità, quando si fa notare per esempio che un bando di appalto è stato truccato, di dire “è impossibile! i bandi funzionano, sta scritto così!”-
        semmai può essere interessante sapere:

        1- davvero è stato truccato?
        2- se sì, come è stato truccato?

        Per questo dico, e spero di non scandalizzare nessuno, che in questo blog noto una certa tendenza alla “difesa dell’esistente”, che sembra sempre, se non perfetto, perlomeno necessario e indispensabile nella sua forma…

        • Miguel Martinez scrive:

          Per PinoMamet

          “1- davvero è stato truccato?
          2- se sì, come è stato truccato?”

          Io sono un esperto su come truccare i bandi della Banca Mondiale per l’Egitto!

          Ho fatto da interprete tante volte quando si “preparavano” i bandi fatti su misura, e ho seguito in dettaglio gli accordi tra i concorrenti:

          – “questi vogliono pagare 70… io chiederò 100, tu chiedi 101 questa volta, poi la prossima volta faccio vincere te”.

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          “Per questo dico, e spero di non scandalizzare nessuno, che in questo blog noto una certa tendenza alla “difesa dell’esistente”, che sembra sempre, se non perfetto, perlomeno necessario e indispensabile nella sua forma…”

          È esattamente quello che mi chiedo da anni.
          Perché con tanto accanimento poi…

      • Z. scrive:

        Pino,

        — semmai può essere interessante sapere:

        1- davvero è stato truccato?
        2- se sì, come è stato truccato? —

        Sono d’accordo, e di solito è chi sostiene una tesi che deve documentarla, o quanto meno argomentarla.

        Magari in privato, se non ha il coraggio di farlo in pubblico (ricordo, a scanso di equivoci, che il coraggio è un vizio 😀 ).

  4. roberto scrive:

    interessante la parte sulla psicologia

    il resto, pure interessante, ma non capisco bene dove vuoi andare a parare

    ho qualche conoscenza del modo della ricerca medica, tra le quali mia cognata che fa questo (anzi in realtà adesso non sta più in laboratorio e decide proprio dove investire) e mi ha raccontato storie analoghe alle tue e altre di gente che si fa il mazzo, onesta e….”normale”, insommma né più né meno che in tutti gli altri ambienti umani

    mi colpisce invece questa ossessione di piccolo e artigianale è bello e grande e multinazionale è brutto, non ne capivo il senso finché non hai scritto una cosa molto vera cioè che il “disagio assume la forma che una certa cultura si aspetta che abbia.”

    come mi colpisce la questione ricerca “pagata dalle industrie farmaceutiche”. non vedo bene da chi altro dovrebbe pagarla (e non credo che a livello imbrogli/corruzione sarebbe molto meglio se fosse pagata con soldi pubblici, anzi…)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “e mi ha raccontato storie analoghe alle tue e altre di gente che si fa il mazzo, onesta e….”normale”,”

      sicuramente.

      Il problema non è tanto il piccolo furbo, che c’è in tutti gli ambienti umani (e infatti non commento lo sfogo dell’oftalmologo sulle raccomandazioni in Italia); il problema sorge quando una multinazionale si pone l’obiettivo di “sfondare” a tutti i costi creando un nuovo mercato: impressionante la creazione della “depressione” in stile americano in Giappone da parte della Glaxo.

      Che il Giappone aveva tutt’altro tipo di “disagi” (vedi le migliaia di suicidi l’anno), ma nulla che somigliasse all’offerta farmaceutica della Glaxo.

    • Peucezio scrive:

      Roberto,
      “come mi colpisce la questione ricerca “pagata dalle industrie farmaceutiche”. non vedo bene da chi altro dovrebbe pagarla”

      Le università a sua volta foraggiate dagli stati. Sarò un socialista…

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Cioè lo Stato si accolla le spese della ricerca e poi i privati commercializzano? Oppure si collettivizza l’industria farmaceutica?

        • PinoMamet scrive:

          beh Maurì, le università in effetti fanno ricerca, non è strano quello che ha scritto Peucezio, o sbaglio?

          • Z. scrive:

            Sì, ma come suggerisce MT le alternative alla ricerca privata mi sembrano due:

            – o lo Stato si accolla i costi della ricerca privata e poi produce in proprio i beni;
            – o lo Stato si accolla detti costi e poi il privato sfrutta gratuitamente i risultati della ricerca, a spese del contribuente.

            Il primo sistema non ha riscosso particolare successo negli ultimi decenni, e tende a comportare divieti di espatrio e istituti analoghi (poi personalmente credo che sarei un discreto burocrate realsocialista, ma questo è un altro discorso);

            Il secondo non mi sembra particolarmente desiderabile.

          • Peucezio scrive:

            Non ho capito la storia del divieto di espatrio…

            Comunque guai a toccare il capitalismo a Mauricius! 😛

          • Z. scrive:

            Ezio, hai presente com’erano contenti, quei governi, quando espatriavi? Specie dopo una laurea proficua (per lettere o legge magari potevano sorvolare 😀 ).

            Del resto, lo Stato si accollava le spese per la tua istruzione, spesso di ottimo livello. Poi non aveva niente di dignitoso da offrirti.

  5. MOI scrive:

    Io posso calcolare con quasi assoluta certezza dove sarà il pianeta Marte il 5 dicembre del 27.385.

    Non ho idea di come tu ti sentirai domani mattina, né perché.

    Sulla psiche umana, cos’altro vorresti dire?

    ——————————————————–

    Sulla psiche umana e su Marte … io posso dirvi solo che il voto di chi va in brodo di giuggiole con ‘sta roba, vale quanto il vostro :

    https://www.youtube.com/watch?v=iYhdagYyS0Q

    … poco, ma sicuro !

  6. mirko scrive:

    “Lo psichiatra è sostanzialmente un somministratore di soluzioni chimiche, prodotte da aziende private.”

    Non entro in merito a chi produce i farmaci, e certamente l’industria privata pensa innanzitutto al suo guadagno.
    Però senza quelle soluzioni chimiche molti malati starebbero peggio.
    Si dirà che non risolvono il problema, ma perché per altre malattie lo si risolve? Ad esempio si guarisce dal diabete?
    Se curati bene, al massimo si acquisisce un equilibrio nella sofferenza, tipo la ragazza che crede di essere posseduta da demoni, sovracitata.

  7. Miguel Martinez scrive:

    Nessuno dice che gli psicofarmaci siano acqua fritta,uguali ai placebo.

    Un’esperienza di molti anni fa, a visitare il vecchio manicomio di Bergamo: mentre i matti “normali” che conoscevo erano tutte persone vivaci, lì sembravano zombie. E credo che la differenza fondamentale fosse costituita proprio dalla chimica.

    Ripeto, parlo di molti anni fa, anche la chimica sarà ovviamente cambiata, magari sarà anche depotenziata.

    • Z. scrive:

      A me risulta che in certi casi preferisca approcci diversi (gli inibitori della ricaptazione, ad esempio) e in altri sia stata potenziata, il che permette talvolta di ottenere risultati analoghi con minori effetti collaterali.

  8. PinoMamet scrive:

    Sui farmaci non saprei cosa dire, non è proprio il mio campo.

    Noto però che tra amici e conoscenti ne ho un discreto numero a cui sono stati prescritti, per motivi vari (quasi sempre parlano di “ansia”).
    C’è di che riflettere.
    Davvero questa società è così ansiogena? Può essere una risposta: perché no? Ma qualche dubbio viene…

    (Ho già raccontato l’esperienza alle elementari con una specie di psicologa scolastica, da cui mi salvò la maestra…)

    E davvero i farmaci sono l’approccio migliore?

    Un’amica, che soffriva di notevoli crisi di ansia e attacchi di panico, ha seguito l’approccio psicologico e mi pare stare nettamente meglio di tanti altri che prendono i farmaci…

  9. PinoMamet scrive:

    Peccato però che tutti parlano di farmaci e di ricerca, e non di esorcismi che è molto più interessante (almeno per me!)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Pino Mamet

      “(almeno per me!)”

      Anche per me!

      Il bello è che la stessa gente che dice, “ma io credo alla psichiatria perché ‘funziona’” (dove per “funziona” presumo si intenda semplicemente, il tizio angosciato si sente meno angosciato dopo aver preso una pasticca), non direbbe mai “io credo all’esorcismo perché ‘funziona’”.

    • Moi scrive:

      Gli esorcismi … sono le psicosi viste prima dello Scientismo ? Una certa vulgata, vorrebbe così , ma NON è detto che abbia ragione. Anche perché la scientificità della psichiatria è in gran parte autoreferenziale.

      Esistono i famigerati “Esseri Spirtuali” ? SE sì, una certa consistenza “fisica” tipo l’ “AntiMateria” dovrebbero conunque avercela !

      • PinoMamet scrive:

        Non è detto che siano incorporei…

        • Moi scrive:

          Il punto è che già un secolo fa la Sci-Enza 😉 cominciava a rendersi pienamente conto del fatto che la Materia intesa come fino a tutto l’ Ottocento dal Materialismo era un concetto troppo grossolano : si tratta di vibrazioni dell’ Energia … su questo si scatenano anche certi Fricchettoni convinti che i Veda, in realtà, parlino di Fisica Quantistica !

          • Z. scrive:

            Ho conosciuto una che stava a Damanhur che ha cercato di rivendermi la fisica quantistica come roba esoterica.

            L’ho stupita mostrando la mia familiarità con la nomenclatura di Damanhur. Mi ha chiesto come facevo a sapere di questo e quello…

            Merito di Paniscus!

  10. Moi scrive:

    Il “brutto” di parlare di esorcismi sono quelli che “devi crederci perché io ho visto certe robe …” e devi credere loro ciecamente.

    • PinoMamet scrive:

      Non ne ho mai incontrati, ma devo ammettere che raramente mi è capitato di parlare con gente che ha assistito ad esorcismi…

    • PinoMamet scrive:

      Comunque mi colpisce l’aspetto per così dire antropologico della questione.

      vedo oggi per caso un pezzo di un documentario su Rai3, girato in Puglia
      (ma quante cose girano in Puglia? Non si può accendere la televisione senza vedere qualcosa che riguardi la Puglia! Davvero!)

      Beh, niente, ecco che scatta la tizia che balla la pizzica (secondo me fuori dal suo vero ambiente, ma fa lo stesso);
      e la solita spiegazione semplificata sul morso della tarantola e il ballo che avrebbe fatto fuoriuscire il veleno con il sudore.

      Ora, avendo letto la Terra del rimorso, so che le cose erano abbastanza più complesse: il morso del ragno (o scorpione, o serpente… o niente) succedeva sempre a determinati orari, in quasi tutti i casi, le “vittime” erano quasi tutte donne di una determinata condizione sociale, in precisi periodi dell’anno…

      il tutto assume una connotazione molto più “rituale” che, per così dire, “medica”
      (non ricordo bene e non ho il libro sottomano, ma c’erano anche alcuni sogni o visioni di San Paolo o del Ragno stesso, che a volte erano la stessa figura…)

      Ora, naturalmente in quel particolare caso, il ballo “funzionava”.

      Un farmaco probabilmente non avrebbe sortito nessun effetto: cosa doveva curare, la depressione? Ma il male di quelle donne non era la depressione delle impiegate torinesi, e neppure le crisi di panico delle insegnanti di canto emiliane…
      Oppure il morso di un ragno inesistente?

      e del resto, finita quella particolare società, finisce anche il caso specifico, il male e la sua relativa cura:
      porta le tarantate in America o in Svizzera o dove vuoi… non hanno senso.

      • Moi scrive:

        SE senti Padre Amorth … gente che dal nulla avrebbe sputato chiodi, per dire !

        ————–

        C’è chi reagisce pensando

        A)

        Tutte balle !

        B)

        Volgari trucchi da illusionista !

        C)

        Fenomeni Quantistici

        D)

        Soprannaturale

        … e così via.

        • Moi scrive:

          E)

          … Sono tutti drogati / allucinati e non distinguono più la realtà.

          • Moi scrive:

            Cmq difficilmente chi ascolta / legge Massimo Polidoro poi ascolta / legge anche Padre Amorth … io lo faccio, ma credo che siamo pochissimi.

            Anche perché sono due estremi inconciliabili che o uno nega l’ evidenza (Polidoro), o l’ altro è un bugiardo patologico dalla fantasia sconfinata (Amorth ).

          • PinoMamet scrive:

            Secondo me “i” Polidoro andrebbero sempre letti insieme a “i” Padri Amorth, e viceversa…

            non per smentire uno attraverso l’altro (quello è il primo livello: principianti) ma per tentare semplicemente di capirci qualcosa in più.

      • Z. scrive:

        Beh, a Bologna una quindicina d’anni fa era pieno di fuori sede fissati con la pizzica, ed erano certamente fuori dal loro ambiente (non erano neppure pugliesi)…

        Forse avrei dovuto coinvolgere un sacerdote e tentare un esorcismo!

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        “Comunque mi colpisce l’aspetto per così dire antropologico della questione.”

        Sì, quello descritto ne “La terra del rimorso” è un caso da manuale di come sia il contesto (e il retroterra della persona che vi è nata) a creare il tutto: male, cura, sua efficacia.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Sì, quello descritto ne “La terra del rimorso” è un caso da manuale di come sia il contesto (e il retroterra della persona che vi è nata) a creare il tutto: male, cura, sua efficacia.”

          E la mia ipotesi è che il contesto attuale, diciamo americanizzato-tecnonarcisista, abbia i propri sistemi più o meno efficaci, ma solo in quel contesto.

        • Z. scrive:

          In genere in questi casi mi viene in mente la teoria giuridica islamica del bambino addormentato nel grembo, che consentiva di rimediare al problema dei bambini nati fuori dal matrimonio.

          Ma probabilmente ci sono molti esempi locali a cui attingere, in effetti, solo che non li conosco.

          • Moi scrive:

            bambino addormentato nel grembo,

            ——–

            … Sarebbe ?

            • Moi scrive:

              Io so che chi porta cognomi come “Esposito”, “Degli Esposti”, “Trovato”, “Fortuna” e derivati / similari … ha avuto almeno un avo nella Rota Expositorum .

              L’ ho appreso da Gianfranco Amato, quando illustrò come la Legge Fortuna porti beffardamente (!) il nome di qualcuno che con la sua stessa legge NON sarebbe mai esistito !

              … E questo, per Gianfranco Amato, è un Semeion Satanico dei Tempi !

              … Che figata , eh ! 😉 😀

            • Z. scrive:

              Non sapevi che Degli Esposti era un cognome da trovatelli? stai scherzando, vero? non sei un vero bolognese!

              — L’ ho appreso da Gianfranco Amato, quando illustrò come la Legge Fortuna porti beffardamente (!) il nome di qualcuno che con la sua stessa legge NON sarebbe mai esistito ! —

              Cioè la legge sul divorzio? in che senso?

              • roberto scrive:

                Beh napoletano piuttosto!
                Esposito viene ovviamente da lì come sanno tutti, pure quelli che non sanno chi è amato (o che pur sapendolo se ne fregano)
                🙂

              • Z. scrive:

                Degli Esposti è la versione felsinea del napoletano Esposito, certo.

                Immagino che anche D’Amore, Dal Fiume, Di Gioia e così via abbiano la stessa origine.

                Peraltro, chissà… anche Amato e D’Amato potrebbero.

              • Moi scrive:

                Dal Fiume

                ————

                Non saprei … mica tutti sono Mosè ! 😉

              • Moi scrive:

                A proposito: Mario Mieli era di origine Ebraica mediante il Padre di Alessandria d’ Egitto … però il controverso Mario riteneva che il Faraone Ramses fosse una Checca Stupenda e che il Patriarca Mosè fosse un Omofobo ProtoFascista !

              • PinoMamet scrive:

                Credo che al numero dei cognomi da trovatelli vadano aggiunti De Angelis, Proietti (tipico romano) e Tanzi (a Parma).

              • Z. scrive:

                Ochèi per De Angelis e per Proietti (a cui non avevo mai pensato), ma Tanzi? deriva dal dialetto locale?

              • PinoMamet scrive:

                No, deriva dalla nobile famiglia Tanzi finanziatrice dell’orfanotrofio!

            • Z. scrive:

              La teoria del bambino addormentato nel grembo, semplificando, consisteva nella convinzione – non so quanto genuina – che un bambino potesse riposare nel grembo qualche anno prima di nascere.

              Questo consentiva di considerare figli legittimi anche bambini che, diversamente, sarebbe stato difficile ricollegare al padre.

              Quando questa teoria divenne insostenibile, quei bambini non ebbero a guadagnarci.

              • Moi scrive:

                @ ZETA

                A)

                Sui cognomi da Trovatelli, lo avevo anche intuito … ma ignoravo che esistesse ufficialmente l’ istituto specifico della Rota Expositorum.

                Poi mi è rinvenuto in mente di averla vista digià, in qualche film ambientato nel MedioEvo …

                Sì: secondo Gianfranco Amato, Loris Fortuna pur esistendo grazie a un avo scampato un tempo all’ aborto … ha fatto passare, proprio lui, un’ intoccabile Legge Infanticida di Massa !

                …Un Segno dei Tempi oltremodo beffardo ! Va be’: è un punto di vista !

                ——————-

                B)

                “Bambino Addormentato in Grembo”

                Ah, be’ … mi viene in mente la battutaccia vagamente 😉 maschilista nostrana quando per dire a qualcuno “Che ne sai tu, che sei nato molto dopo i fatti !”

                Gli si dice(va) :

                “Mo ‘sa vut savàir, té … ch’ a’ n t’ ir gnanca indàintar ai marón ed to Pèdar ?!”

                ————–

                In termini “prosaicamente laici” 😀 , SE ho ben capito, il concetto è quello ! 🙂

              • Moi scrive:

                O forse, specularmente, si riferisce al tempo in cui l’ ovulo resta in utero senza essere fecondato …

                Però il concetto resta inalterato, solo in “Gender Swap” ! 😉

                Tuttavia è un discorso che mi aspetterei dall’ Ebraismo, che essendo Matrilineare viene trasmesso dai mitocondri 😉 ! L0 Islam, essendo Patrilineare, viene trasmesso sul Cromosoma Y ! 🙂

              • Z. scrive:

                Moi,

                — Sui cognomi da Trovatelli, lo avevo anche intuito … ma ignoravo che esistesse ufficialmente l’ istituto specifico della Rota Expositorum. —

                Beh, poi a chiamarti Degli Esposti ti andava di lusso. A volte le suore locali preferivano cognomi ancora più allusivi, tipo Guazzaloca…

              • Moi scrive:

                Guazzaloca
                ————

                Conosco ovviamente anch’io l’ allusione metaforica “ornitofallica” 😉 ! … C’è anche la versione “Oca Morta” per dire uno che rifugge la vita mondana …

                Dici che il cognome ha quell’ etimo AlvaroVitalesco 😀 lì ?! … Sul serio ?

              • Z. scrive:

                E certo che sì. Si divertivano a dare quei cognomi ai trovatelli.

                Per fortuna oggi è proibito.

              • Z. scrive:

                Peraltro, è cosa nota che a Bologna un tempo esisteva via Sfregatette.

                Ma non è l’unica. Meno nota e molto più periferica, esiste – per par condicio – anche via Guazzaloca!

                E non è dedicata all’omonimo sindaco…

                A pensarci bene, questo significa che prima di dedicare una via all’omonimo sindaco dovranno cambiare il nome della via Guazzaloca già esistente.

              • Moi scrive:

                Via Sfregatette , Bologna

                ——–

                Interessante …

                Mai sintóda ! 😉

                Sapevo, tuttavia, di Via “Toccatetti” che per la becera assonanza 😉 siprestava a troppe battutacce dialettali e paradialettali … e dovette cambiar nome in “Senzanome”.

              • PinoMamet scrive:

                “Tuttavia è un discorso che mi aspetterei dall’ Ebraismo, che essendo Matrilineare viene trasmesso dai mitocondri”

                Non è così semplice…

                ho assistito a una dotta dissertazione del rabbino Di Segni, che peraltro è un medico, sull’interrogativo:
                “Ho fatto un’analisi del DNA e ho scoperto che per via materna ho un tipo di DNA che si trova esclusivamente in alcuni gruppi ebraici: posso considerarmi ebreo?”

                risposta breve: no.

                Mentre per esempio un trovatello rinvenuto in una città a maggioranza ebraica (per esempio in Israele) o in un quartiere a maggioranza ebraica (per esempio i ghetti, quando c’erano) viene ritenuto ebreo.

              • Z. scrive:

                Moi,

                secondo la versione che conosco io, era via Sfregatette che sarebbe diventata prima via Sozzonome e poi via Senzanome.

                Ma pare che sia una leggenda infondata.

                Senzanome, curiosamente, deriva peraltro dal cognome di una famiglia locale.

                https://www.originebologna.com/odonomastica/senzanome-via/

  11. Moi scrive:

    Eros Poeta: “Il Natale è un eggregora potente. Per questo i globalisti attaccano il rito”

    https://www.youtube.com/watch?v=AsmiYI8gDrQ

    Eros Poeta, ricercatore scientifico e “sacerdote gnostico”, delinea il delicato confine fra “tecnologia” e “magia” inquadrando l’attacco al Natale dentro una cornice d’insieme pianificata dai globalisti che inseguono il mito del transumanesimo: “Il Natale è una eggregore, e con la scusa della pandemia è possibile modificarne il rito al fine di svuotarne il senso”

    • Moi scrive:

      C’è un altro approccio agli esorcismi : quelli che mi intrigano sono veri, quelli che trovo assurdi o ridicoli sono falsi.

    • Z. scrive:

      Il Natale è un eggregora (versione 1) o una eggregore (versione 2)?

      Cosa significa eggregora o eggregore? C’entrano le uova?

      Eros Poeta è un improbabile nome d’arte o il tapino è stato crudelmente chiamato così dai genitori?

      E infine, l’unico a trovare ultronee certe, diciamo così, argomentazioni? 🙂

      • PinoMamet scrive:

        Si impara sempre qualcosa e scopro (grazie a Wikipedia) l’esistenza degli o delle eggregore o eggregori, che poi sarebbero forse i “Grigori” di certi libri biblici apocrifi, ritradotti dal greco “egregoros” che vorrebbe dire “sveglio” o “vigilante”
        (anche “veloce” in greco moderno, gregoros pronunciato grigoros).

        Che sarebbero poi boh, delle robe di cui parla un sacco di gente strana del giro della Blavtasky, Steiner e compagnia sbarellante, per cui presto (“grigora” 😉 ) finisco su pagine di santoni indiani vissuti 200 anni o immortali, che avrebbero addestrato degli altri santoni bulgari (!) autori di libri come “I grandi bulgari”…
        e qui mi fermo 😉

        certe cose le lascio ad Elemire Zolla.

        • habsburgicus scrive:

          Elemire Zolla.

          non è forse conosciutissimo che la sua compagna, che lo pseudonimo di Cristina Campo, non solo fu una donna di molte qualità ma fu anche una proto-tradizionalista, a favore dell’Antica Messa e contro le innovazioni del Novus Ordo…erano gli anni mitici resi immortali dal Sordi del “devo andare allo scisma Lefebvre”, anzi forse ancora prima 😀

          • PinoMamet scrive:

            ““devo andare allo scisma Lefebvre”

            splendido!!
            chi non ha visto l’episodio (eresia!) corra a vederselo!

          • PinoMamet scrive:

            Tra l’altro, è da allora che ho deciso di fare il navigatore solitario 😉

          • Peucezio scrive:

            Habsb.,
            sì, promosse la redazione del “Breve esame critico”.
            Anche se i sedevacantisti tendono a criticarla, pensando che in realtà fosse pagana.

            Mi ricordo che negli anni ’90 Zolla guardava con interesse alle nuove tencologie, internet, realtà virtuale: credo che il concetto fosse una sorta di emancipazione dalla materia.

      • Moi scrive:

        Boh … me lo ha raccomandato l’ Algoritmo 😉

        • Moi scrive:

          Eggregora

          …………………………………………….

          Nell’occultismo, una forma-pensiero si riferisce a un’entità incorporea emanata da una o più persone in grado di influenzare i loro stessi pensieri e attitudini; se creata attraverso particolari metodi di meditazione collettiva viene utilizzato maggiormente il termine eggregora o egregore.

        • Z. scrive:

          Peccato, speravo che avesse a che fare con le uova.

          • Moi scrive:

            da Wikipedia

            Il nome Gregorio deriva, attraverso il Latino Greogorius, dal tardo nome greco Γρηγόριος (Grēgorios), entrambi attestati solo in epoca imperiale a partire dal IV secolo;

            alla radice si trova il verbo greco γρηγορέω (grēgoreō, “sono completamente sveglio”), quindi il nome assume il senso di “sveglio”, sia nel senso di “in allerta”, “desto”, sia in quello di “d’ingegno pronto”, “attivo” (risultando quindi analogo per semantica al nome Ira).

            È stato in alcuni casi confuso con il termine latino gregarius:”gregario”, “che sta in gruppo”.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Moi

              “quindi il nome assume il senso di “sveglio” […] confuso con il termine latino gregarius:”gregario”, “che sta in gruppo”.”

              Woke!

              • Moi scrive:

                Be’,ma la “Woke” fa “Community” sui “Socials” … quindi “Gregorios” e “Gregarius” si conciliano ! 😉

  12. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Secondo il Cattolicesimo Ultra Tradizionalista, anche il Gender (!) ha una speiegazione demonologica … o almeno, così si spiegano casi rari ma notevoli di menti che non si odentificano nel corpo in cui nascono.

  13. Moi scrive:

    Io tendenzialmente NON credo a opzioni soprannaturali … ,ma penso che se assistessi a un esorcismo mi prenderei una gran paura!

    • supervice scrive:

      Sapessi se lo vedi alla tua compagna dopo che ci stai dopo 15 anni, che se ne va in chiesa di nascosto, e se ne sviene.
      Salvo poi negare tutto dopo.

  14. Moi scrive:

    De Angelis, Proietti (tipico romano) e Tanzi (a Parma).

    ———–

    Boh …

    De Angelis

    (Allusioni irriverenti allo Spirito Santo ?!)

    Pro-Ietti

    (“Gettati Avanti”, come sinonimo di “Ex Positi”?)

    Tanzi

    (Non mi dice assolutamente nulla, neppure come Italianizzazione del Dialetto)

  15. Moi scrive:

    “De Angelis”, in chiave Biblica “alternativa” fa pensare all’ esatto opposto ! 😉

    • PinoMamet scrive:

      Perché?
      Un bambino abbandonato.. da dove verrà? boh, lo ha mandato il Cielo!
      (anche in chiave ironica).

      aggiungo alla lista: Diotallevi, Degli’innocenti, Del Re, Del Signore…
      https://it.wikipedia.org/wiki/Trovatello

      sono tanti? oh, mi sa che gli italiani siano un popolo di figli di ignotta! 😉

    • Moi scrive:

      … e purtroppo ha perfettamente senso, pure togliendo allusioni inaccetabili :D, eh :

      “Frutto di uno Stupro da parte degli Intermediari / Messaggeri di un Signore della Guerra”

  16. Moi scrive:

    sono tanti? oh, mi sa che gli italiani siano un popolo di figli di ignotta!

    ————

    …in effetti ! 😉

    Sarebbe interesante vedere pure in altre lingue ! Per essercene, ce ne saranno … no ?

  17. supervice scrive:

    Ci vedo un parallelo con la cocaina, una non droga, che non cambia di una virgola la tua percezione del mondo, al massimo fa l’effetto di uno speed più accelerato (ma a volte molto meno), su cui però gira il sistema finanziario mondiale.
    E’ molto più pesante l’alcool, non se ne parla poi di maria, meta, ero, lds o altre.
    E’ un nulla per cui ci sono centinaia di migliaia di morti per lo spaccio, è la nuova religione dei non religiosi.

  18. Moi scrive:

    L’Audio :

    https://www.youtube.com/watch?v=tlZOXtv5Sm8

    Joe Biden explains how he would protect the LGBTQ community l ABC News Town Hall

  19. Moi scrive:

    Si era già espresso prima

    ———–

    Joe Biden on LGBTQ Youth: “They’re all our children.”

    https://www.youtube.com/watch?v=aFvCjl9sJl8

  20. Moi scrive:

    Ma il SuperVillain Sconfitto 😉 … era poi così tale ? 😉

    ——————

    President Donald Trump announced in a series of tweets on Wednesday that the government will not allow transgender people to serve in the U.S. military. The move represents Trump’s latest flip-flop on his stance on LGBTQ rights.

    https://www.youtube.com/watch?v=NAOcfy5J2qw

    Everything President Trump Has Said About The LGBTQ Community, Including Fighting For Them | TIME

  21. Moi scrive:

    Uff … ho sbagliato post !

  22. Moi scrive:

    Cmq ,anche cercando in Inglese , escono cognomi Italiani … ma la Rota Expositorum NON era presente in tutta la Olim Cristianità ?!

    • Moi scrive:

      Tra i quali anche

      Della Scala
      Delle Monache
      Di Dio
      Di Donna
      D’Angelo
      ecc …

      … ma è in altre lingue che NON trovo !

      • Moi scrive:

        E cmq, l’ osservazone di Gianfranco Amato : dei tanti discendenti di Trovatelli vivi per merito della Rota Expositorum … uno promulgò la Legge dell’ Infanticidio PreNatale di Massa ! … E ciò ha del beffardamente Satanico !

  23. Moi scrive:

    L’ unico nome che mi venga in mente in altre lingue , è l’ Inglese “Foster” …

  24. Z. scrive:

    Buonismo, gender, radicalscicchete, finestre di Overton, strommen di Cherripickesterton, MOI NON STAI ATTENTO:

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/08/parigi-2024-niente-50-chilometri-di-marcia-in-nome-della-parita-di-genere-sostituita-da-nuovo-evento-misto/6030366/

    Devo fare anche il lavoro per te adesso?

    PELANDRONE.

    • PinoMamet scrive:

      Beh, le motivazioni sono discutibili ma comprensibili (la gara è poco frequentata ed è improbabile trovare atlete donne);
      trovo più incomprensibile che la breakdance sia considerata un evento sportivo!!

      solo in francia…

      • Z. scrive:

        È perché hanno visto L’Odio.

        Hanno provato a rendere sport olimpico anche il parkour. E hanno escluso il karate!

        Di questo passo escluderanno anche il judo, che è una delle poche cose che ci distinguono in meglio rispetto alle bestie.

        • Moi scrive:

          Be’ … il Parkour è roba da Tamarri di Banlieue , se nefanno una specie di Ginnastica Artistica a Percorso … non potrebbero snaturarlo di più !

          Il Judo spero che lo tengano … oppure lo “fonderanno” cin il Brazilian Jiu Jitsu [sic] e il Sambo, con un nome tipo “Jacket Wrestling” …

          • Moi scrive:

            Ovviamente 😉 tutti i nomi delle tecniche saranno in Inglese …

            • Moi scrive:

              il Karate alle Olimpiadi … mah, forse meglio così ! Il contesto non è probabilmente dei più ottimali !

              Come gesto atletico del pugno c’è già la boxe … come gesto atletico del calcio c’è già il taekwondo !

              Forme, formine, formelle 😉 … applicazioni più o meno (ir)realistiche coreografiche ? … Io le lascerei agli appassionati “già dentro” quel mondo.
              Difficile che siano apprezzate fuori.

              Potrebbero forse mandare alle olimpiadi lo shiwari (tecniche di rottura oggetti) e affini … ma sarebbe troppo sul “circense”.

              • Moi scrive:

                Forme, formine, formelle 😉 … applicazioni

                ——-

                Semplicemente, NON credo che kata e bunkai siano “sport” … è uno spettacolo ritualizzato: rispettabile, ma è altro !

              • Moi scrive:

                Poi anche per il combattimento di Karate, ci sono almeno tre concezioni particolari :

                daidojuku ?

                [quello con quella specie di casco da astronauti 😉 e che crea le categorie sommando kg e cm degli atleti … particolarissimo !]

                shotokan ?

                [saltellante, urla da ossessi e in teoria fermandosi prima del bersaglio … con stop arbitrale ad ogni colpo valido]

                Kyokushinkai ?

                [quello “rissoso” senza pugni al volto senza guantoni né guantini, fondato da Masutatsu Oyama … di cui fu campione il giovane Dolph Lundgren !]

              • Moi scrive:

                … ho visto che il “daidojuku” ha cambiato nome in “kudo” (avevo già letto questo termine, ma credevo fosse un’ altra versione), cmq si tratta pur sempre di un derivato del Kyokushinkai.

              • Moi scrive:

                da Wikipedia :

                Gli atleti non vengono classificati in base al peso, ma in base al physical index. Il physical index (PI) è la somma del peso, in kilogrammi, più l’altezza, in centimetri.

                Categoria: sotto 230
                Categoria: 230-240
                Categoria: 240-250
                Categoria: 250-260
                Categoria: 260-270
                Categoria: 270 e oltre

                Questo sistema per identificare delle categorie in cui combattere è l’unico nel suo genere. Solitamente negli altri sport da combattimento o le altre arti marziali si classificano le categorie in cui combattere in base al peso in kilogrammi. Per mezzo di questo sistema di categorie si cerca di valorizzare non solo il peso ma anche l’altezza che, generalmente, è sinonimo di un braccio più lungo e quindi un vantaggio sulla lunga distanza

                —————

                PS

                il tipico (anzi, unico) “casco da astronauti” 😀 è perché si autorizza la capocciata … forse più “maraglia” 😉 delle tecniche disarmate !

              • PinoMamet scrive:

                Shotokan è uno stile di karate, non una delle varietà di regolamento, che io sappia.

                Comunque il normale “kumite sportivo” è più o meno come lo hai descritto: tue tizi che saltellano tutto il tempo, ogni tanto si decidono e gridano contemporaneamente mentre tirano due colpi contemporaneamente, fermandosi prima del bersaglio.

                Tu lo vedi, dici “secondo me è arrivato prima questo”, e di norma l’arbitro la pensa diversamente 😉

                qualche volta tirando il colpo uno dei due si sbilancia, e allora l’altro tira una proiezione facile facile e lo butta per terra, e così uno dei pochi casi in cui si vede una bella tecnica di judo… è nel karate 😉

                Ma mi fermo perché non voglio trasformare il blog!!

              • Z. scrive:

                Una bella tecnica… esageruma nen…

                diciamo che di quando in quanto si vede una proiezione, via 😀

              • Moi scrive:

                Sì, “shotokan” è uno stile …però all’ atto pratico , il combattimento è come descritto,mentre al contrarioi “kata” prevedono passi a gambe larghissime.

                Di fatto gli stili che implicano un “combattimento universalmente riconoscibile” sono il Kyokushinkai e il suo derivato Kudo (… Daidojuku)

          • PinoMamet scrive:

            “Il Judo spero che lo tengano … oppure lo “fonderanno” cin il Brazilian Jiu Jitsu [sic] e il Sambo, con un nome tipo “Jacket Wrestling” …”

            spero proprio che non accada mai!

            Il brazilian jujitsu e il sambo (nella sua forma sportiva) sono dei meri derivati del judo;
            hanno delle semplici differenze di regolamento, che nel primo caso, del BJJ cioè, privilegiano la parte, ehm, noiosa e poco spettacolare del judo;
            nel secondo privilegiano le tecniche “poco judoistiche”, più basate sulla forza che sulla cedevolezza.

            Ma poco cambia, e non vedo perché fondere il padre (nobile, nonostante tutti i compromessi) con i figli degeneri.

            Ho letto anche di voci di judoisti che chiedono che il judo la smetta di scendere a compromessi e rinunci a essere sport olimpico, per non snaturarsi del tutto.

            Interessante, ma forse non quello che avrebbe voluto il fondatore…

            • Z. scrive:

              Pino,

              — Ho letto anche di voci di judoisti che chiedono che il judo la smetta di scendere a compromessi e rinunci a essere sport olimpico, per non snaturarsi del tutto. —

              Forse è eccessivo… però da quando hanno introdotto i nuovi divieti in effetti l’hanno snaturato niente male.

            • Moi scrive:

              anch’io spererei di no …

        • Moi scrive:

          È perché hanno visto L’Odio.

          ———–

          Questa citazione NON la colgo …

  25. Moi scrive:

    Da qualche parte ho sentito dire che la Breakdance sarebbe un “sincretismo” fra Hip Hop e Capoeira …

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