“We are not your prostitute”

Il mondo si salverà solo per paradossi, che sono la cosa che più facciamo fatica a capire.

Sto seguendo con grande attenzione le prossime elezioni americane; perché per quanto gli Stati Uniti siano indeboliti, sono pur sempre in grado di annientarci tutti, come e quando qualcuno preme il pulsante.

Il prossimo presidente degli Stati Uniti sarà in qualche modo anche il tuo e il mio presidente.

Tra la squallida banda di candidati che si presentano per decidere della tua e della mia vita, c’è una sola persona che accetterei volentieri, che è la strana figura di Tulsi Gabbard.

Donna, mezzo samoana, induista, pacifista, ecologista, atleta, surfer, “socialista” nel senso confuso americano (assistenza medica, addirittura, per tutti!).

Eppure è l’unica persona che potrebbe vincere contro Trump, perché sa come parlare con l’America profonda, quella che esiste realmente.

In teoria, se una sola persona del partito A riesce a far passare dalla parte sua quelli del partito B, quelli del partito A dovrebbero candidarla subito.

Invece la stroncheranno i democratici stessi, perché è meglio perdere un’elezione che i mille traffici che l’apparato politico gestisce.

La forza di Tulsi Gabbard, oltre che nella chiarezza con cui si sa esprimere, sta nel fatto che ha passato una vita nell’esercito, di cui fa ancora parte.

E per questo dice:

“La causa della pace è troppo grande perché ci possiamo permettere che disaccordi politici o spirito di partito ci blocchino,”

Ora, la storia americana si può riassumere semplicemente così: la Seconda Guerra Mondiale è stata una tale pacchia per l’economia americana, che quando hanno saputo che Hitler era morto, hanno deciso di far finta che non fosse vero e continuare la guerra per sempre.

Il risultato è stato il famoso complesso militare industriale. Che però ha bisogno di gente da mandare allo sbaraglio, e quindi di creare un esercito di milioni di americani normali.

Io ho avuto un’iniziazione all’esercito americano, quando avevo circa sedici o diciassette anni.

Un hippy fumatore di pipa e seguace di Kerouac, che voleva entrare in un monastero di sannyasin cristiani tomisti dell’India, mi fece conoscere una tenente dell’esercito americano a Napoli, che lui aveva incontrato in una chiesa a Roma.

Linda veniva da non mi ricordo quale angolo profondo degli Stati Uniti.

Aveva una grande intelligenza e nessuna cultura, tranne il fatto che riusciva a leggere il latino come se fosse madrelingua (poi mi chiese una volta chi era Mussolini, perché non ne sapeva nulla).

La Tenente Linda ci ospitò nella base NATO di Napoli per una settimana, e conobbi neri che si ammazzavano di flessioni, e bianchi (sospetto amici dei neri) che appena seppero che ero messicano, dissero che l’errore di Hitler era di aver sterminato gli ebrei e non i messicani, e un’infinita, meravigliosa fauna di folli che meriterebbero ciascuno un poeta che ne raccontasse le gesta.

Gente che stava addosso all’Italia senza capirne assolutamente nulla (ma la tenente mi fece visitare l’antro della Sibilla Cumana, di cui gli italiani sanno molto meno di lei).

Birre, bombe atomiche, musica rock, citazioni di Ovidio, brani biblici, riflessioni dure e sincere sul mondo, riflessioni profonde sul sistema sovietico…

Allora capii ciò che possono capire i ragazzini, ma duecento anni dopo, intuisco cosa ciò che l’esercito potesse significare per tanti americani:

l’unico luogo in cui le persone contano per ciò che sono e non per i soldi che hanno;

assieme alle sette religiose, l’unico luogo in cui le persone si prendono la responsabilità di esistere;

l’unico luogo in cui, anche se sei nato negli abissi, puoi aspirare a frequentare l’università;

e addirittura, follia, l’unico luogo in cui, anche se non sei miliardario, puoi sperare di venire curato in ospedale se ti succede qualcosa.

Tutto questo presuppone una cultura di servizio, ciò che è radicalmente contrario all’americanismo assoluto. Dove il hustler individuale ti ruba ciò che può, e la sua vittima spera di fregarti comunque con le sue lagne individuali.

Tulsi Gabbard si presenta quindi, non solo come candidata a presidente, ma come Commander in Chief, il titolo che ha permesso a tanti presidenti americani di fare strage nel mondo senza nemmeno chiedere il permesso al Congresso.

La nostra Commander in Chief invece, contestando la promessa di Trump di mandare truppe  a sostegno del regime saudita, dichiara:

“Signor presidente, lei sa che io non mi sono mai impegnata in retorica carica di odio contro di lei o contro la sua famiglia, e non lo farò mai.

Ma io e tutti  i nostri fratelli e sorelle in divisa hanno fatto un giuramento di difendere e proteggere il popolo americano e la Costituzione degli Stati Uniti d’America.

Noi soldati e io, non siamo le sue prostitute, e lei non è il nostro magnaccia!”

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39 risposte a “We are not your prostitute”

  1. Roberto scrive:

    Miguel odio spegnere gli entusiasmi altrui, ma Tulsi saprà anche parlare all’america profonda, ma attualmente sta al 5% fra l’elettorato democratico.
    Poi chissà fra sei mesi ma partire da un consenso così limitato è dura (siamo d’accordo che ogni maratona inizia con il primo passo)

    • habsburgicus scrive:

      sono d’accordo con Roberto…
      mi spiace ma , a meno di imprevisti, Tulsi non riceverà nemmeno una nota a piè pagina nel futuro e-book che tratterà le elezioni del 2020…
      per una volta, tu così freddo e oggettivo (e con una calma olimpica, unita ad un aplomb da cui traluce la tua pars nordamericana e non quella nahuatl) ti sei fatto prendere dalle tue simpatie: tu VORRESTI che Tulsi, e ancor più quanto lei rappresenta, ottenga la vittoria..e probabilmente sarebbe anche un bene, per l’America, il mondo e financo l’Oltrarno….purtroppo non è possibile
      appunto, A MENO di imprevisti i quali, come dice la parola, non si possono prevedere 😀

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Habs

        “tu VORRESTI che Tulsi, e ancor più quanto lei rappresenta, ottenga la vittoria.””

        Certo, ma so con certezza che non la otterrà.

        Quello che mi interessa è come la sua candidatura ci rivela delle splendide possibilità – che l’umanità non accoglierà mai – di uscire dai giochi di ruolo destra-sinistra.

        • Z. scrive:

          Se Gabbard promuove le politiche che descrivi, e che ho trovato scritte online, direi che può rientrare pacificamente nella categoria “sinistra”.

          Su minimo salariale, cannabis, matrimoni omosessuali, multilateralismo in politica estera, sanità e università – cioè su tutto – ad oggi non ha nemmeno una posizione che si associ comunemente alla destra, mi sembra.

          Insomma, mi pare sinistra allo stato puro 🙂

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Z

            “Insomma, mi pare sinistra allo stato puro”

            Sui contenuti, sono d’accordo. La cosa interessante è il suo distacco completo dallo stile di sinistra, da quelle cose che fanno infuriare i disoccupati e gli operai precari che votano Trump.

            Come dire, “ti posso dare la sanità pubblica senza farti sentire che sei una m… perché non dai il testosterone a tua figlia e non ti vergogni tre volte al giorno di avere la pella bianca”.

            • Z. scrive:

              Ma non sta scritto da nessuna parte che sinistra significhi quella roba lì…

              Caso mai, quello sarà – come tu stesso osservi – lo “stile di sinistra”, inteso come stile di un certo milieu in alcune circostanze di data e luogo.

              Mentre i contenuti delle posizioni di Gabbard mi sembrano qualcosa in cui la sinistra possa ampiamente riconoscersi senza particolari circostanziamenti 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Ma non sta scritto da nessuna parte che sinistra significhi quella roba lì…”

                Certo, ma i simboli identitari diventano sempre fondamentali. E la sinistra americana ha quei simboli lì, ormai.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “sinistra significhi quella roba lì”

                Tulsi Gabbard ha detto:

                ““We need to stop judging individuals based on their race, profession, gender, religion, or anything other than their own individual behavior and character.””

                Ora, questo significa ribaltare tutta l’ideologia dell’intersezionalità, che dice che il giudizio va dato esclusivamente in base a “gender, race” ecc: cioè a un estremo c’è il maschio bianco, eterosessuale,magro con il suo “White Privilege”, al capo opposto c’è il transessuale (maschio-a-femmina) nero e obeso che ha il diritto di impedire al primo di parlare.

                Io conosco molti esponenti della sinistra americana, che sono ottime persone; il problema è che la moneta cattiva scaccia quella buona. E quindi la “intersezionalità” è diventato l’elemento che per le persone normali definisce la sinistra.

                Tra l’altro sono anche scelte suicide per la sinistra: perché se si il campo di battaglia è tra chi vuole guerre e chi no, la maggioranza sceglie in un certo modo; mentre se mettiamo i transessuali neri obesi da una parte e il resto della popolazione dall’altra, i numeri cambiano.

                Infatti, Obama qualche settimana fa ha fatto una delicata critica a questa ideologia; e la Clinton oggi ha detto che le femministe hanno qualche ragione a preoccuparsi per la sostituzione di “gender” a “sex”.

              • Z. scrive:

                Miguel,

                — cioè a un estremo c’è il maschio bianco, eterosessuale,magro con il suo “White Privilege”, al capo opposto c’è il transessuale (maschio-a-femmina) nero e obeso che ha il diritto di impedire al primo di parlare. —

                Che poi era la tua teoria secondo cui i ragazzi dei “collettivi” a Bologna avevano il diritto di impedire a Renzi di parlare. Del resto Renzi è bianco, eterosessuale, toscano e cattolico: più italo-dominante di così 🙂

                Comunque non bisogna valutare la moneta buona in base a quella cattiva. E dal mio punto di vista quella frase di Gabbard che hai citato rappresenta esattamente il modo in cui mi aspetto ragioni la sinistra.

                Mi sembra, peraltro, che in Europa la sinistra tenda a ragionare molto più in questo modo che non con le “intersezioni” di cui apprendo leggendo qui…

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “Comunque non bisogna valutare la moneta buona in base a quella cattiva.”

                giustissimo.

  2. mirkhond scrive:

    “e lei non è la nostra magnaccia!”

    Casomai IL nostrO magnaccia.
    O in Inglese il termine equivalente è al femminile?

  3. mirkhond scrive:

    Leggendo ciò che dici sull’esercito americano, mi viene da paragonarlo a quello romano, che fu un grande veicolo di promozione sociale per tanti contadini e sudditi di Roma, e un modo per ottenerne la cittadinanza, almeno in epoca imperiale.

  4. maffeia scrive:

    Sannyasin cristiani??? Conosci gente meravigliosa, ti invidio.

  5. mirkhond scrive:

    “un monastero di sannyasin cristiani tomisti dell’India”

    Alludi ai Cristiani di San Tommaso, un tempo nestoriani e oggi ripartiti tra cattolici di rito siro-orientale, giacobiti e altre denominazioni tra cui pure un piccolo gruppo neonestoriano?

  6. PinoMamet scrive:

    Il pimp è un personaggio molto americano- una delle tante varianti dello hustler, suppongo.

    Però anche dalle mie parti ne avevamo di folkloristici…

  7. Francesco scrive:

    Anche a me il governo dell’Arabia Saudita sta sulle palle … se mi candido mi voti?

    😉

  8. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    tre cose non mi son chiare :

    I

    Ma Trump, non ha l’impeachment ? … Può ricandidarsi ?

    II

    Considerando che già nel Fie Novembre 2016 veniva presentato come il più anziano (!) Presidente USA … quindi NON c’è un limite massimo di età per la carica, giusto ?

    III

    Last but not least 😉 … concretamente (!) cosa cambierebbe per il Pianeta e per l’Oltrarno 😉 , se ‘sta Tulsi Gabbard vincesse le prossime Elezioni Presidenziali ?

    PS

    La retorica del “Finalmente una Donna per una Carica tanto ambìta” NON passa … visto che chi l’ applicherebbe NON la estenderebbe anche a Lucia Borgonzoni, che se vincesse da Leghista in Emilia Romagna sarebbe molto più “Storico” di Tulsi Gabbard da Democratica !

    • Francesco scrive:

      1) se l’impicciano finisce in galera, altro che ricandidarsi

      2) non credo proprio esista

      3) moltissimo, almeno all’inizio, nel medio periodo la Storia e la Politica non si fanno fregare dalle singole persone o dalle idiosincrasie di Miguel

      🙂

      PS notizie dal Messico?

      dal Venezuela? dalla Bolivia? dal Cile? dall’Argentina? ma sono diventati (di nuovo) matti in America Latina?

      😀

      • Moi scrive:

        3)

        Just one, buddy … tell me just one ! 😉

        • Francesco scrive:

          Una seria riforma fiscale che tassi i ricchissimi e i ricchi?
          Un aggiustamento del bilancio pubblico USA che renda meno minaccioso il futuro?
          Una politica ambientalista ragionata e non di pancia?

          qualcosa potrebbe cambiare, dai

  9. Moi scrive:

    IV 😉 … Miguel, e se Tulsi Gabbard attirasse l’ antipatia da Real Life “Mary Sue” 😉 [sic] , come si dice in Worldish 😉 contemporaneo ?!

    https://en.wikipedia.org/wiki/Mary_Sue

    … ci hai mai pensato ?

  10. Roberto scrive:

    Comunque molto bella la storia di linda!

  11. giovani scrive:

    Commander in Chief, il titolo che ha permesso a tanti presidenti americani di fare strage nel mondo senza nemmeno chiedere il permesso al Congresso.
    Il titolo di CiC NON autorizza a fare guerre senza chiedere il permesso. AL contrario, se il Congresso non fosse mediamente molto più guerrafondaio del Presidente stesso ma rispettasse le regole che in democrazia sono tutto, ogni presidente americano dal 1776 ad oggi sarebbe dovuto finire sotto impeachment per le guerre scatenate.

  12. habsburgicus scrive:

    come postilla, al commento precedente, vi é anche la seguente possibilità:
    Tulsi, contra spem, vince o almeno diventa il candidato ufficiale anti-Trump
    e a quel punto, la Tulsi rinnega tutto 😀 per farsi eleggere (1° caso) o provarci (2° caso, che presuppone la sua sconfitta nel rush finale)
    non sarebbe la prima volta
    e neanche l’ultima
    anzi, é prassi…triste, ma diffusa prassi
    ed allora mi chiedo ?
    in cosa sarebbe Tulsi diversa da una pletora di altri candidati almeno dai tempi di McKinley e Bryan (1896), se non nelle parole ?
    perché solo lei dovrebbe mantener fede a quanto dice ? ammesso che continui a dirlo, qualora diventi “importante” ed “eleggibile” !
    non per far torto alla buona Tulsi con un paragono ingeneroso per lei (non le voglio male !), ma rammentiamoci l’abissale differenza di linguaggio fra i grillini dell’età “eroica”, all’epoca del “vaffa” e i grillini paludati, sinistrizzati e governativi di oggi ! 😀
    allora era tutta retorica conto i bankster, contro la UE, contro la Merkel, contro gli USA, si ammiccava all’Iran di Ahmadinejad, si citava Giacinto Auriti e il signoraggio !..e Dibba solleticava i “fasci” citando il padre ex-missimo..oggi i 5S sono un partito laico si sinistra classico, fanaticamente antifa, pro-immigrati, pro-Europa….diciamo il contrario di allora 😀
    e quindi ribadisco, perché Tulsi dovrebbe essere diversa ?

    sed verba volant !

    • Moi scrive:

      Democratic Presidential Candidate Wants To Decriminalize Sex Work
      “That is their right, and it should not be a crime,” Rep. Tulsi Gabbard told BuzzFeed News.

      https://www.buzzfeednews.com/article/dominicholden/tulsi-gabbard-decriminalize-sex-work-2020

      ———————-

      Scetticismo è d’ obbligo … 😉

    • Z. scrive:

      Non conosco la storia di Gabbard, e non so come si evolverà. Ma il paragone mi sembra improprio – non mi pare sia un’imprenditrice che ha fondato un partito aziendale di cui è “solo la persona che cura il blog”…

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Habs

      “perché Tulsi dovrebbe essere diversa ?”

      Infatti, non si può arrivare al governo, se non adeguandosi al sistema.

      Esempio Firenze 🙂 dove nessuno governerà mai contro il padrone della Fiorentina, i fondi di investimento del Qatar, la Fondazione Cassa di Risparmio, il Marchese F. e la Contessa M.

      I quali potranno anche accettare di farsi servire, invece che dal PD, dalla Lega, dal M5S, dal Partito Asburgico 🙂 , ma la realtà non cambia.

    • Francesco scrive:

      Hasb

      non farei un’apertura di credito così grande ai 5 stelle! rimangono una banda di imbecilli e ignoranti, altro che “partito classico”

      già i Romani sapevano che al peggio non c’è fine

  13. Moi scrive:

    Sì , ma con Tulsi Gabbard … “legalize fàiga”, sì o no ?! 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Sì , ma con Tulsi Gabbard … “legalize fàiga”, sì o no ?! ”

      Ma tutto sommato la penso come lei.

      Nel senso che aborto e prostituzione sono due cose sgradevoli, negative, ma inevitabili; ed è meglio che si possano svolgere nella maniera meno peggio possibile.

      • Moi scrive:

        … per quanto “sgradevole” o meno possa essere per una ragazza Moldava fare in un weekend i soldi di tre mesi a lavare le scale per conto di una Cooperativa Arcobalenata Navigante Accoiènte , magari gestita da un branco di “Womanagers” Oche Gigie piazzate lì come ripiego di NON essere divenute Senatrici PD in Quota Rosa ! 😉

        • habsburgicus scrive:

          @Moi
          che sia “sgradevole”, é politically corretto dirlo e ancor più scriverlo his temporibus (ma spesso non lo si pensa :D), ma è al momento indimostrato….altrimenti non lo farebbero così tante….e, osservando la realtà, non sono/appaiono poche, contando quelle che non lo fanno apertamente ma con qualche “precauzione” per “salvare” la propria immagine…e magari alzare il “prezzo” 😀 😀 😀

  14. Francesco scrive:

    >>> We need to stop judging individuals based on their race, profession, gender, religion, or anything other than their own individual behavior and character.

    il manifesto dell’individualismo liberale classico?

    più di destra di così non so cosa immaginare!

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