Smontiamo le bufale dei plasticofobi

Abbiamo sentito molta gente dire questa storia del clima è una bufala inventata dalla mamma di Greta per vendere il suo libro, dovremmo pensare piuttosto ai problemi veri, come la plastica...

Ci siamo rivolti a Franco Bottiglia, docente di Plasticologia Teorica dell’Università della Media Marecchia e fondatore della rivista Non ci casco!, per chiedergli se questa distinzione ha senso.

Franco ci riceve nel suo studio, sotto la foto degli astronauti che sbarcano sulla Luna, sul tavolo il modellino di un reattore nucleare.

Entra subito in argomento…

“No, guai a fare questi distinguo!

Io al mio amico Trichichi gli dico sempre, tu ci metti in guardia dalle bufale sul clima, ma lo sai perché ce le stanno propinando? Lo sai? Vogliono mettere fuorilegge la plastica, ecco dove vogliono arrivare i poteri forti!

Cominciano cercando di toglierci i piccoli piaceri della vita, facendo la guerra alla spensieratezza, dicendo “basta con l’usa e getta!”

Ma sapete quanti posti di lavoro si perderebbero se la gente iniziasse a riutilizzare gli stessi contenitori? Sapete quante famiglie si troverebbero sul lastrico? Non solo nell’industria della plastica, pensa a quelli che raccolgono i rifiuti, a quelli che li trasportano…

Come Adolf Hitler, i plasticofobi cianciano di salute

bene, sono andato a controllare le statistiche, assieme ai ricercatori di ventidue paesi, abbiamo interpellato centinaia di fonti.

Allora, sapete quanti morti ci sono stati l’anno scorso, uccisi da pistole di metallo, in tutto il mondo?

E sapete quanti sono stati uccisi da pistole di plastiche?

Franco Bottiglia tira fuori un complesso diagramma, pieno di numeri e assi cartesiane.

Guardate queste sono statistiche scientifiche, certe, non come le bufale che sparano i plasticofobi… che hanno imparato da Goebbels, più è grossa la bugia, più la gente ci casca, purtroppo.

Ma quando li metti con le spalle al muro con la verità, scappano: io ho organizzato un convegno proprio su questo tema, invitando anche grandi esperti di sicurezza.

E siccome non abbiamo nulla da nascondere, ho invitato anche i principali plasticofobi a intervenire, niente, non si è presentato nemmeno uno, i vigliacchi.

Siccome la plastica non ha mai ucciso un essere umano, hanno ripiegato sui delfini e le tartarughe che muoiono ingoiando i sacchetti.

Anche qui siamo andati a vedere le statistiche, quelle vere, non le foto strappalacrime degli animaletti che mandano in giro per ricattarci.

Bene, sapete quanti pesci si mangiano i delfini ogni anno nel Mediterraneo, che avrebbero invece potuto dare lavoro ai pescatori e nutrire i nostri bambini?

A proposito dei bambini… i nuovi nazisti plasticofobi li trattano come i bambini ebrei che non potevano entrare nei negozi per ariani: in Calabria ci sono spiagge intere in cui i bambini non possono correre liberamente, e lo sapete perché?

Perché le tartarughine ci fanno le uova, poverine!

Ecco, i bambini degli ecoradicalchic hanno le piscine, e non ci pensano ai poveri bambini della Calabria, che magari vorrebbero avere anche una spiaggia con tutta quella varietà di colori vivaci che solo la plastica sa dare.

E parlando di bambini, sai quanti bambini africani che a Natale non avrebbero trovato nulla sotto l’albero, anzi nemmeno un albero, oggi nelle discariche trovano abeti interi di plastica, un paradiso di giocattoli gratuiti di forme bellissime, proprio gli stessi giocattoli con cui hanno potuto giocare i bambini del ricco Occidente, perché la plastica è anche questo, è democrazia!

Ecco i plasticofobi razzisti vorrebbero commettere il delitto di far sparire il sorriso dai loro volti innocenti.

Questo odio per i bambini e l’innocenza ha qualcosa di satanico, si sente lo spirito di Malthus che aleggia…

Purtroppo noi che cerchiamo la verità scientifica, dobbiamo scontrarci con fanatici  capaci di mentire spudoratamente. Te ne do un esempio eclatante.

Anche tu avrai sentito lo slogan, “La plastica è per sempre“, non scompare mai, dicono, stanno facendo il lavaggio del cervello alle masse con questa pseudo-verità.

Bene, ho scritto un libro in due volumi che smonta questa colossale balla.

Ho girato decine di siti archeologici in tutto il mondo, ho intervistato decine di studiosi… i massimi esperti del neolitico, della storia greca e romana, persino dei Maya.

Tira un sospiro e mi guarda dritto negli occhi.

Bene, lo sapete cosa mi hanno detto tutti, senza eccezione? Nei loro scavi, negli strati incontaminati, non hanno mai trovato il più piccolo oggetto di plastica! Nemmeno nel deserto dell’Egitto, dove sopravvivono i sandali dei faraoni!

E sapete quanti anni ha la più vecchia busta di plastica mai trovata? Nemmeno sessant’anni! E questi mentitori vorrebbe farci credere alla bufala che la plastica durerebbe secoli, millenni magari!

(pubblicato anche su Apocalottimismo)

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18 risposte a Smontiamo le bufale dei plasticofobi

  1. Oldboy scrive:

    ARGOMENTO FANTOCCIO

    L’argomento fantoccio (dall’inglese “straw man argument” o “straw man fallacy”) è una fallacia logica che consiste nel confutare un argomento proponendone una rappresentazione errata o distorta.

    L’argomento può essere costruito:

    – inventando una persona fittizia che abbia idee o convinzioni facilmente criticabili;

    – estremizzando l’argomento iniziale;

    – semplificando eccessivamente l’argomento iniziale;

    – citando casi-limite dal forte impatto emotivo;

    – forzando analogie fra argomenti solo apparentemente collegati tra loro;
    (https://it.wikipedia.org/wiki/Argomento_fantoccio)

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Oldboy

      “L’argomento fantoccio (dall’inglese “straw man argument” o “straw man fallacy”) è una fallacia logica che consiste nel confutare un argomento proponendone una rappresentazione errata o distorta. ”

      Vedo che hai capito molto bene il meccanismo 🙂

      Era all’incirca quello che volevo dire.

  2. Oldboy scrive:

    Due atteggiamenti tipici dello straw man argument :

    1) la creazione di una persona fittizia, emblema della categoria che si vuole rappresentare e criticare;

    2) l’estremizzazione e (la conseguente derisione) di alcune posizioni e argomenti propri dell’avversario.

    ” (…) la tesi è una forzatura volutamente e palesemente assurda, sciocca o falsa, in modo da essere facilmente contraddetta.

    Esempio: io dico che bisogna abolire la caccia e tu mi rispondi che sono un pazzo perché se i bambini non mangiano mai carne non crescono sani.
    Io non ho mai sostenuto che i bambini non debbano mangiare la carne, ma tu mi hai attribuito questa opinione e io ora dovrò affannarmi a dire che non è vero, ripartendo da un passo indietro.

    Questo trucco è abusatissimo, come dicevo e come avrete presente, e funziona sempre: costringe l’ingannato a una smentita che suona sempre debole, o irritata (e lì parte un altro trucco da bambini: “ah, ti irriti, allora è vero!”).”

    (https://www.wittgenstein.it/2012/10/19/straw/)

  3. Miguel Martinez scrive:

    Un amico mi gira questa riflessione, che trovo interessante…

    Guardate un po’ cosa comincia a circolare sui social: Solo i + di 50 anni e gli intelligenti di ogni età possono capire!
    Alla cassa di un supermercato una signora anziana sceglie un sacchetto di plastica per metterci i suoi acquisti.
    La cassiera le rimprovera di non adeguarsi all’ecologia e le dice:
    “ Purtroppo la sua generazione non comprende il movimento ecologista. Noi giovani stiamo pagando per la vecchia generazione che ha sprecato tutte le risorse! ”
    La vecchietta si scusa con la cassiera e spiega:
    “Mi dispiace, non c’era nessun movimento ecologista al mio tempo.”
    Mentre lei lascia la cassa, affranta, la cassiera aggiunge:
    ” Sono state le persone come voi che hanno rovinato tutte le risorse a nostre spese. È vero, non si faceva assolutamente caso alla protezione dell’ambiente nel vostro tempo.”
    Allora, un po’ arrabbiata, la vecchia signora fa osservare che all’epoca restituivano le bottiglie di vetro registrate al negozio. Il negozio le rimandava in fabbrica per essere lavate, sterilizzate e utilizzate nuovamente: le bottiglie erano riciclate.
    La carta e i sacchetti di carta si usavano più volte e quando erano ormai inutilizzabili si usavano per accendere il fuoco.
    Non c’era il “residuo” e l’umido si dava da mangiare agli animali.
    Ma non conoscevano il movimento ecologista.
    E poi aggiunge:
    “Ai miei tempi salivamo le scale a piedi: non avevamo le scale mobili e c’erano solo pochi ascensori.
    Non si usava l’auto ogni volta che bisognava muoversi di due strade: camminavamo fino al negozio all’angolo.
    Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista.
    Non si conoscevano i pannolini usa e getta: si lavavano i pannolini dei neonati.
    Facevamo asciugare i vestiti fuori su una corda.
    Avevamo una sveglia che caricavamo la sera.
    In cucina, ci si attivava per preparare i pasti; non si disponeva degli aggeggi elettrici specializzati per cucinare senza sforzi e che però mangiano tutti i kwatt che Enel produce.
    Quando si imballavano degli elementi fragili da inviare per posta, si usava come imbottitura della carta da giornale o dell’ovatta, in scatole già usate, non bolle di polistirolo o di plastica.
    Non avevamo i tosaerba a benzina o i trattori: si usava l’olio di gomito per falciare il prato.
    Lavoravamo fisicamente, non avevamo bisogno di andare in una palestra per correre sul tapis roulant che funzionano con l’elettricità.
    Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista.
    Bevevamo l’acqua alla fontana quando avevamo sete.
    Non avevamo tazze o bottiglie di plastica da gettare.
    Si riempivano le penne d’inchiostro invece di comprare una nuova penna ogni volta.
    Rimpiazzavamo le lame di rasoio invece di gettare il rasoio intero dopo alcuni usi.
    Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista.
    Le persone prendevano il bus o il treno e i bambini si recavano a scuola in bicicletta o a piedi invece di usare la macchina di famiglia con la mamma come un servizio di taxi 24 h su 24.
    I bambini tenevano lo stesso astuccio per diversi anni, i quaderni continuavano da un anno all’altro, le matite, le gomme , i temperamatite e gli altri accessori duravano fintanto che potevano, non un astuccio tutti gli anni e dei quaderni nuovi gettati a fine giugno, così come matite e gomme con uno slogan diverso ad ogni occasione.
    Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista!
    C’era solo una presa di corrente per stanza e non una serie multipresa per alimentare tutta la panoplia degli accessori elettrici indispensabili ai giovani di oggi.
    Allora non farmi incazzare col tuo movimento ecologista !
    Ci lamentiamo solo di non aver avuto abbastanza presto la pillola, per evitare di generare giovani idioti come voi, che si immaginano di aver inventato tutto, a cominciare dal lavoro.
    Giovani che non sanno scrivere 10 righe senza fare 20 errori di ortografia, che non hanno mai aperto un libro oltre che dei fumetti, che non sanno chi abbia composto il bolero di Ravel…( che pensano sia un grande sarto), che non sanno dove passa il Danubio quando proponi loro la scelta tra Vienna e Atene, ecc.
    Ma che credono comunque di poter dare lezioni agli altri, dall’alto della loro ignoranza!

    • PinoMamet scrive:

      Tolgo subito il campo alle critiche con il mio ruolo di avvocato del diavolo: chiaramente è un brano composto daqualche autore, e non una “storia vera”, chiaramente il personaggio della vecchietta si esprime con consolidate tecniche retoriche, e molto probabilmente si tratta di un brano tradotto da qualche lingua straniera (suppongo inglese/americano) e adattato alla realtà italiana.
      Bon.

      Detto ciò:
      davvero ci sono molti spunti utili su come potrebbe essere una società più sostenibile, senza che questa ci mandi tutti in rovina, ci faccia morire di fama, serva ad arricchire chissà chi ecc.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Pino Mamet

        “molto probabilmente si tratta di un brano tradotto da qualche lingua straniera (suppongo inglese/americano)”

        Non lo so: la giovane cassiera aggressiva sa di mondo anglosassone; ma andrebbero analizzate le risposte della vecchietta immaginaria, perché sono molto puntuali e probabilmente riguardano una certa cultura.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      “Giovani che non sanno scrivere 10 righe senza fare 20 errori di ortografia, che non hanno mai aperto un libro oltre che dei fumetti, che non sanno chi abbia composto il bolero di Ravel…( che pensano sia un grande sarto), che non sanno dove passa il Danubio quando proponi loro la scelta tra Vienna e Atene, ecc.
      Ma che credono comunque di poter dare lezioni agli altri, dall’alto della loro ignoranza!”

      Già! Ben detto, nonnina! Cantagliene quattro a questi dannati giovani d’oggi! 😀

    • roberto scrive:

      o tempora o mores…..

      però cara vechietta, la merda che è stata lasciata in giro a livello di inquinamento dal dopoguerra in poi non ce la siamo inventata.

      ps giro la prima cosa che mi capita con google
      https://www.caserinik.it/ariapulita/Schede/Scheda_5_Alcune_serie_storiche_delle_concentrazioni_di_inquinanti_in_aria.pdf

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “però cara vechietta”

        Infatti… la signora dovrebbe essere all’incirca una bisnonna, una persona adulta e attiva prima del boom in Italia (e ancora prima in molt altri paesi).

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “https://www.caserinik.it/ariapulita/Schede/Scheda_5_Alcune_serie_storiche_delle_concentrazioni_di_inquinanti_in_aria.pdf”

        Molto interessante.

        Torino e Milano sono state scelte perché ci sono serie di dati più attendibili, ma occorrerebbe un confronto con qualche città meno industriale, tipo Roma: visto così, sembra il quadro preciso del passaggio dalle acciaiere agli studi di software.

  4. Miguel Martinez scrive:

    E dopo che tutti i potenti d’Europa si sono fatti i selfie mentre benedicono i cortei per il clima, torna la vita reale:

    Sia gli Usa che l’Ue, sono stati riconosciuti colpevoli in sede Wto di aver sussidiato illegalmente i rispettivi ‘campioni’ dell’industria aeronautica:

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/02/aiuti-ad-airbus-lorganizzazione-mondiale-del-commercio-ha-deciso-gli-usa-potranno-imporre-dazi-per-75-miliardi-di-dollari-allue/5492692/

    Giustamente, gli Stati Uniti rispondono con i dazi sull’Europa. Che risponde “bisogna evitare di imporre dazi l’uno contro l’altro, perché danneggerebbe le nostre economie, il commercio globale e l’industria aeronautica“, però poi alla fine imporranno dei dazi a prodotti statunitensi…

    Fine degli eco-selfie, direi…

    • habsburgicus scrive:

      la politica economica dei dazi è un banco di prova per l’Europa
      se la UE riesce a tenere duro, forse guadagna una sua legittimità storica di cui al momento è priva
      infatti gli europeisti seri e non-ideologici (pochissimi, e quasi mai in tivù) sostengono che l’integrazione europea è NECESSARIA [attenzione, non dicono bella né giusta, bensì necessaria e inevitabile] perché altrimenti le economie dei singoli Stati europei non potrebbero reggere di fronte alla sfida USA e cinese
      ebbene, lo provino !
      è venuto il momento di passare dalle parole ai fatti 😀
      dimostrino che la UE riesce a far meglio di quello che facevano, ai bei vecchi tempi, i singoli Stati nazionali protezionisti

  5. Moi scrive:

    Conosciamo gli strommen bene e i cerripicchi, Oldbòi 😉 …

  6. Moi scrive:

    GRETA – L’Aliena che viene dal Futuro
    _ Pablo Ayo _

    https://www.youtube.com/watch?v=_T_5yiYKzyU

  7. Moi scrive:

    be’ … ma, anche una postola di plastica, se la carichi ad esempio con un acido molto corrosivo … del danno può farne, eccome !

  8. Moi scrive:

    uff … pIstola

  9. Miguel non conoscevo il tuo blog ma conosco molte persone che tu conosci fra cui Ugo Bardi e Luciano Celi; congratulazioni per il tuo blog; anche io ne gestisco uno con altri amici su wordpress, la Chimica e la società e stavo pensando di riproporre il tuo post lì; devo però chiedere ai iei amici cin cui gestisco il blog, veramente un bel testo fatto bene; mi guardo il resto

  10. Miguel Martinez scrive:

    Questo post è stato ripreso su Comedonchisciotte, dove un certo plr ha messo questo splendido commento:

    ****
    Plr • 5 giorni fa • edited

    L’amico Bottiglia si è dimenticato di dire forse la più importante virtù della plastica..che è quella di frantumarsi in piccole particelle che poi..assunte ..vanno a costituire un ottimo ricostituente per stomaci debilitati dalla mortifera dieta vegana…

    E che la smettano con questa demenziale e punitiva raccolta differenziata..!
    Non è possibile perdere giornate intere della nostra vita a selezionare..scegliere..pulire..e comprimere quei rifiuti che una volta si gettavano nei cassonetti in libertà e anche con soddisfazione..
    Mi ricordo ancora il senso di vigore e pienezza che mi suscitava lo scaricare il sacchetto pieno di ogni ben di Dio nel cassonetto..!
    Che rumore faceva.!.Se il cassonetto era vuoto rimbombava..che era una gioia sentirlo..
    Adesso siamo schiavi ..e invidio i musulmani che almeno pregano 4 volte al giorno senza la fatica di scegliere nulla..rilassati e contenti..!
    Bei tempi quando eravamo liberi..!
    Gli inceneritori…Il solo pensiero da un senso di pulizia definita..
    La cremazione dei rifiuti come l’estrema digestione dei nostri peccati..
    E il fumo che si disperde divorato dall’aria limpida che lo vomiterà in mare..dove verrà rigenerato in neri abissi insondabili ..fucina di creature microscopiche e voraci…

    Ecco..tutto questo è definitivamente perso..non tornerà più..
    Siamo schiavi delle raccolta..come negri sradicati dalla loro vita sincera e virile..e messi a in piantagioni di cotone..
    Noi invece scegliamo..viviamo in mini discariche..le nostre cucine..e rovistiamo nella monnezza..
    Quel che è fatto è reso..! Il contrappasso ci castiga e le colpe dei padri ricadono sui figli..

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