Destre immaginarie

Le persone di Sinistra sono buone. Non lo dico in senso ironico: semplicemente, vogliono la pace, la giustizia, niente fame e comprensione invece di botte.

Diritti e benessere uguali per tutti gli esseri umani.

Questo punto di partenza porta la Sinistra a definire facilmente chi non è di Sinistra: è uno che vuole la guerra, l’ingiustizia, la fame e le botte. Insomma, è cattivo.

E’ un’idea che va contro la mia esperienza personale.

A parte i serial killer, mi sembra che la gente, come diceva Aristotele, cerchi qualche forma di bene. Insomma, tanti hanno un qualche ideale nella vita, fosse semplicemente quello di faticare meno oppure di far star bene i propri figli.

Tutti però fanno fatica ad ammettere che i loro avversari possano cercare qualche forma di bene. E per questi li immaginiamo sempre come gente disposta a dedicare la propria vita solo a fare il male. Che detto così ha qualcosa di grandioso, a pensarci.

Prendiamo un esempio di segno opposto: Laura Boldrini è una signora che avrà  numerosi e palesi difetti. Solo che i suoi innumerevoli critici sembrano credere che lei voglia davvero distruggere gli italiani e farli picchiare, drogare e violentare dai negri.

E’ molto più probabile che Laura Boldrini vorrebbe davvero il bene del massimo numero di esseri umani.

Secondo criteri tutti suoi, che magari faranno più danno che altro alla fine; e poi è anche un’insopportabile riccona che non sa sorridere, ma qui stiamo parlando di ideali, non di difetti umani, che quelli ce li abbiamo tutti, te compreso.

Dovrebbe essere ovvio che anche i non Sinistri – che sono poi la stragrande maggioranza dell’umanità – hanno ideali di qualche tipo.

Allora, mi sono divertito a immaginare quale potrebbe essere la “società ideale di Destra”.

Una visione del mondo positiva – nel senso tecnico che tende verso ciò che chi ci crede ritiene bene – e veramente inconciliabile con quella della Sinistra.

Che a raccontarla rischio di sembrarne l’apologeta, per lo stesso motivo per cui sembro un apologeta dell’Isis se cerco di spiegare come un musulmano vede il mondo.

Quindi via, fantastichiamo questo ideale di Destra.

Intanto, ci vorrebbe un riferimento simbolico centrale molto forte e abbastanza impersonale, ma non astratto: insomma, un re.

Attenzione, il re è carismatico perché ha una corona e avi lontani, non perché è simpatico o grintoso.

Al contrario, me lo immagino con i baffoni e piuttosto anziano, in bianco e nero, che non si fa quasi mai vedere in pubblico, perché non ama le folle e non urla in pubblico.

Poi conta molto la proprietà terriera, gli investimenti nell’industria sono qualcosa di secondario; anche perché la terra, come le dinastie e l’eredità, dura nel tempo. E questo vuol dire concentrarsi molto sulla maniera in cui si educano i figli.

Per essere davvero di Destra, bisogna essere rigorosi, e chi è rigoroso è meglio di chi non lo è.

Non avere la ridarella facile, non esibirsi in pubblico, guai a tingersi i capelli di colori strani o farsi i tatuaggi; e soprattutto sapersi controllare quando viene da arrabbiarsi.

Una volta un allievo carabiniere mi raccontò di come prima di concedere la libera uscita, l’ufficiale metteva gli allievi tutti in riga e controllava che avessero le scarpe lucide: chi non le aveva, non poteva uscire.

Se vedeva un giovane particolarmente agitato, l’ufficiale gli diceva,

“tu hai la scarpa sporca!”

“Nossignore”

Allora, l’ufficiale gli strusciava la scarpa con la propria e diceva,

“tu sei consegnato in caserma perché adesso ce l’hai la scarpa sporca!”

Che a me sembrava un’ingiustiza insopportabile, però l’allievo carabiniere spiegava:

“noi abbiamo un’arma in mano e possiamo uccidere. Per questo dobbiamo imparare a controllarci anche davanti a provocazioni che farebbero impazzire gli altri”.

Per questo, nel mondo immaginario di “Destra”, è importante dedicare anni a studiare cose inutili come il greco antico e non sbagliare mai un congiuntivo.

Indossare abiti scomodi: la cravatta, la divisa, la gonna senza piega, il trucco perfetto. Ma anche quella strana roba che portano i preti, se sei prete (e se non lo sei, non ci provi certamente a mettertela).

I maschi fanno a lungo i sottufficiali nell’esercito perché forma il carattere e le femmine stanno composte ma non sono sottomesse: c’è tutto uno stile da signore.

Che poi anche sul rapporto tra i sessi, ci sarebbe un lungo discorso da fare, penso a Marguerite Yourcenar,  Coup de Grâce, e il film straordinario, Der Fangschuß, che ne ricavò Volker Schlöndorff. Che non è una cultura di sopraffazione verso le donne, è piuttosto una fuga, un rimuovere il femminile.

Klaus Theweleit ha raccolto con meticolosa documentazione le lettere dei giovani volontari tedeschi che si lanciarono negli anni Venti in guerra contro la plebe rossa. Mandati, per paradosso della sorte, dal governo socialista.

Descrive il loro mondo immaginario, dove la loro castità (e paura della femminilità) si scontra con la dissolutezza acquatica dei rossi, l’ordine e il rigore con la promiscuità sessuale della massa e la sua tendenza, ai loro occhi, distruttiva, che rischiava di sciogliere nel caos le loro paure.

Essere migliori della plebe esibizionista, ruttante, che non si sa controllare, che si esalta per sport di massa e spettacoli e comizi e che si lamenta perché in caserma non c’è abbastanza riscaldamento, offre però un bel vantaggio: esonera dal lavoro manuale e dal maneggiare troppo direttamente i soldi.

Chi invece è condannato a livelli meno rispettabili di esistenza, si può permettere  libertà negate ai migliori.

Per questo, il Destro ama la diversità, perché lui è il primo che deve essere diverso.

I Migliori si ascoltano tutto un concerto di musica classica in silenzio e a schiena dritta, riconoscendo subito la differenza sottile tra un violino nuovo e uno del Settecento, ma i Contadini possono ballare sull’aia o gli ebrei prestare soldi e vestirsi con lunghi caftani neri, le chanteuse si possono far vedere in pubblico con il loro ganzo del momento e i neri possono suonare il sassofono, che hanno la musica nel sangue.

In questo senso, l’uomo di Destra è a modo suo tollerante (finché ognuno sta al posto suo!), e trova normale che comunità intere vivano in maniera diversa da lui: non  si sognerebbe mai di  imporre a un musulmano di mangiare carne di maiale, per lo stesso preciso motivo per cui non permetterebbe allo stesso musulmano di sposare la propria figlia. Con questo spirito, in fondo, poche migliaia di inglesi hanno dominato per oltre un secolo l’India.

Dentro la Società di Destra, ci possono anche essere persone umili che però ne accettano i valori.

Valori che passano tipicamente attraverso l’istituto del giuramento e del segreto: il Massone che davanti all’ara si inginocchia, anzi diventa un semplice muratore, il soldato che giura fedeltà al re, il prete che ascolta e tiene per sé le confessioni senza metterle su Facebook.

Ora, questi sono tutti ideali.

Poi la prassi sappiamo qual è, fu e sarà. Però se passiamo a parlare di prassi, il più pulito, si sa, ha la rogna; e quindi sarebbe un altro discorso.

Tre riflessioni su questa Destra ideale.

La prima è che non ha nulla di strano, in fondo somiglia un po’ a tutta l’Europa prima del 1914, tranne forse in parte la Francia.

La seconda è che quando cerchi di metterti nei panni di qualcuno, sembri diventarne un apologeta.

Per cui vorrei precisare che questa Destra ha avuto la colpa storica più grande di tutte: in Russia, in Germania, in Inghilterra e in Austro-Ungheria, ha scatenato la Grande Strage del 1914. Le catastrofi politiche successive sono quasi tutte una conseguenza di questa scelta.

Infine, questa Destra è una cosa precisa. E’ decisamente diversa dalla Sinistra, sotto qualunque forma.

Non sente alcun complesso di inferiorità verso la Sinistra, non sente di doverne scimmiottare i discorsi o dire “siamo più egalitari di voi!”

Pensiamo invece ai discorsi che sentiamo tutti i giorni dalla non Sinistra italiana:

“quelli di Sinistra permettono ai musulmani di trattare male le donne!

Quelli di Sinistra sono spocchiosi perché hanno studiato!

Quelli di Sinistra odiano chi torna stanco dal lavoro e guarda il Grande Fratello!

Quelli di Sinistra hanno gli yacht e la erre moscia!

Quelli di Sinistra non vanno mai a Gardaland!

Quelli di Sinistra preferiscono l’imam con tre mogli all’operaio che si fa un mazzo così!”

A questo punto fate un esercizio.

Matteo Salvini è oggi sicuramente il principale e più abile “non Sinistro” in circolazione.

Andate sul suo canale Twitter, e trovate almeno un punto in cui sarebbe di Destra, ovviamente secondo la mia opinabilissima definizione.

 

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105 risposte a Destre immaginarie

  1. MOI scrive:

    Interessante … oggi come oggi, mi pare di capire, perfino un Marxista “Classicista” 😉 è visto come un Non-Sinistro; il Libero Mercato Apolide è, diftti, la Grande Panacea Sociale, e per mostrare la propria bontà ci si deve preoccupare di una roba sola : che a PoterEssere Imprenitore/trice/tr* possa diventarlo chiunque e non soltanto Maschi Bianchi Occidentali Etero !

  2. rutt1 scrive:

    Come ho già avuto modo di commentare, Miguel, tu e alcuni commentatori di questo sito commettete l’errore di voler martellare delle forme in buchi completamente diversi.

    Destra e sinistra definiscono dove si siedono i membri del parlamento. Quello che significa cambia a seconda dell’esito delle elezioni, del paese in cui le consideri, del periodo storico!

    Lo dici tu stesso:

    Poi la prassi sappiamo qual è, fu e sarà. Però se passiamo a parlare di prassi, il più pulito, si sa, ha la rogna; e quindi sarebbe un altro discorso.

    La realtà è quello che conta, non le speranze.

    Quello che hai descritto come ‘destra ideale’ è il wishful thinking di certe persone, perlopiù morte, e spesso completamente incapaci di trasformare i loro sogni ad occhi aperti in qualcosa di meglio di sofferenze atroci per sé stessi e, se veramente hanno successo, per chi va loro dietro. Penso ai vari disperati che si ammassano intorno alle idee più estreme, spesso incapaci di contare qualcosa di più di un cazzo nella vita di tutti i giorni (quindi convincendosi di poter fare la differenza in altri ambiti).

    • rutt1 scrive:

      forse sono stato un po’ ermetico: non sono erudite licenze letterarie, ho proprio scritto a cazzo di cane perché ho sonno

    • PinoMamet scrive:

      “Quello che hai descritto come ‘destra ideale’ è il wishful thinking di certe persone, perlopiù morte”

      ti dirò, a me pare la descrizione abbastanza realistica dell’Europa precedente le Guerre mondiali.

      • rutt1 scrive:

        Eh quelli sono morti

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “ti dirò, a me pare la descrizione abbastanza realistica dell’Europa precedente le Guerre mondiali.”

        E certamente è un mondo scomparso, su questo siamo d’accordo immagino tutti.

        Ma se quella era la “non Sinistra” di allora, che cos’è la “non Sinistra” di oggi?

        E se fosse una cosa totalmente diversa, che ha in comune con quel mondo solo il fatto di “non essere di Sinistra”?

        Che sarebbe come dire che l’Isis, l’Associazione Lesbiche Militanti e il governo tedesco hanno in comune il fatto di non essere simpatizzanti di Trump.

        • Miguel Martinez scrive:

          Una cosa che mi sembra importante è capire come l’odio nasca spesso dall’amore.

          L’americano medio degli anni Sessanta “ama la libertà” e quindi odia e teme l’Unione Sovietica dove non puoi girare con l’auto e non puoi inventarti una nuova impresa.

          Bene, è un motivo per essere “anticomunisti” e quindi “di Destra”.

          Il giovane ufficiale russo rimane insieme sconvolto e affascinante nel vedere un mondo delicato e curato che viene preso a martellate e sfasciato da masse di contadini ubriachi di vodka: Krassnoff ha scritto cose molto profonde su questo tema, riuscendo a esprimere i motivi di entrambe le parti – anche il disprezzo che chi ha faticato tutta la vita prova verso il superfluo, la cultura.

          Bene, è un motivo per essere anticomunisti e quindi “di Destra”.

          Il piccolo imprenditore tatuato che fa le vacanze erotiche in Tailandia, in chiesa ci va giusto per i matrimoni di parenti e le bevute dopo, sa cosa vuol dire pagare le tasse e si arrabbia quando vede un gruppo di nigeriani seduti sul muretto a spippolare sui telefonini comprati, lui si immagina, con i soldi suoi; e si arrabbia il doppio, quando arriva una plurilaureata che lo accusa di essere razzista e di sbagliare i congiuntivi e di raccontare le barzellette sconcie.

          Anche questo è un motivo per essere anticomunista, e quindi “di Destra”.

          Ma a questo punto, esiste una “Destra”? O non esistono forse decine di realtà diverse?

          • rutt1 scrive:

            @Miguel
            Non esiste!
            È solo il modo che storicamente veniva usato per identificare quelli che sedevano da una parte del parlamento, che avevano certe idee.

            Il significato eterno che le si vuole affibbiare viene da questo confondere la scatola con il contenuto.

            La destra che descrivi tu non c’entra niente con la bomba con amore di Andrea Insabato e compagnia romantica, così come la sinistra di Renzi c’entra nulla con i collettivi cozzosi e accannati della bologna studentesca

  3. Peucezio scrive:

    Mah…

    Miguel,
    sicuramente analisi molto acuta di un certo contesto storico, che io definirei vetero-borghese con retaggi aristocratici (ma non dimentichiamo che gli aristocratici non erano affatto composti e con senso di autodisciplina, erano dei cavalieri litigiosi, irascibili e dagli scarsi freni inibitori. E tra l’altro puzzavano da morire.

    Non so quanto c’entri la destra con tutto ciò.
    Peraltro perché dici che la I G. M. l’ha scatenata la destra?
    Io direi piuttosto che l’hanno scatenata le potenze occidentali per liquidare gli ultimi imperi rimasti, cioè in sostanza gli ultimi retaggi politici dell’Ancien Régime.

    Ad ogni modo io sono scettico sull’idea che destra e sinistra siano diverse e simmetriche, perché le polarità non sono mai simmetriche.
    Perché le polarità nascono laddove si contrappone a un principio quello opposto, quindi è il principio opposto a creare polarità, contraddizione. In sostanza c’è un polo positivo, che prima che ve ne si contrapponga uno negativo potremmo chiamarlo “assoluto”.
    Alla fine lo statuto della destra e della sinistra, più che etico o politico, è uno statuto logico.

    • PinoMamet scrive:

      “ma non dimentichiamo che gli aristocratici non erano affatto composti e con senso di autodisciplina”

      mah, non credo che si possa mettere nello stesso insieme un cavaliere del 1100 (che non è un nobile, per esempio), un conte francese alla corte del Re Sole, e uno junker prussiano del XIX secolo…

      • Peucezio scrive:

        Sì, ma lo junker è nobiltà imborghesita: il vero nobile è quello medievale o di età moderna.
        Poi si possono fare tutti i distinguo e le analisi storiche del caso ed è giusto e interessane farle.

        Ma, insomma, l’aristocrazia è mancanza di vincolo, di assoggettamento al lavoro e anche, in misura minore, di assoggettamento alla Chiesa (cioè devo anche ubbidire al vescovo magari, ma non è che devo sottopormi alla stessa disciplina di un chierico o di un monaco).
        Quindi, nel mondo differenziato che descrive Miguel, assomiglia di più ai popolani che ballano nell’aia, che non ai borghesi composti che vanno a sentire l’opera.

        Il mondo aristocratico è per certi versi il mondo classico, per altri quello medievale.
        Ma l’ascesa della borghesia con le sue rivoluzioni rappresenta un cambio radicale di paradigma. E non è poi davvero stata superata: se siamo persone così prudenti, legate, timide, piene di paure, bisognose di sicurezza, di regole, di garanzie, iperprotette, suscettibili e anche narcisiste e infantili è l’onda lunga, l’esito estremo della borghesia, inizialmente disciplinata e virile, poi securitaria, ordinatrice e svirilizzante.
        Forse non c’è più della borghesia la struttura. Ma le microstrutture che nascono dalla sua dissoluzione, ci sono eccome. Non siamo una società anomica, siamo una società piena di regole e vincoli fino all’inverosimile, che discplinerebbe come devi andare al cesso e come devi parlarne per non offendere gli altri né recare loro disturbo.

      • PinoMamet scrive:

        ” il vero nobile è…”

        non so, non credo in queste definizioni: va sempre a finire che il “vera” oggetto da definire è quello che pare a chi lo sta definendo 😉

        • Peucezio scrive:

          Vabbè, insomma, non direi che l’epopea dell’aristocrazia europea sia nell’Ottocento o nel Novecento. Quella borghese allora quando sarebbe…? Nel futuro?

          • PinoMamet scrive:

            Vabbè, e io non direi che François de La Rochefoucauld abbia molto a che spartire con el Cid Campeador 😉

            a dire il vero, poi, che gli junker siano nobiltà imborghesita vale perlomeno quanto dire il contrario, cioè che l’alta borghesia ottocentesca avesse fatto propri dei valori nobiliari.

            Anzi, penso proprio che sia più vera quest’ultima versione:

            in fondo gli junker rappresentevano la proprietà fondiaria, contrapposta alla ricchezza commerciale;
            la nobiltà ereditaria, contrapposta all’intraprendenza del singolo;
            il rigore militare, contrapposto alla mollezza civile.

            Sì, a conti fatti credo proprio che fosse l’alta e anche media borghesia ottocentesca che imitava i nobili (un tipo preciso di nobili) e non viceversa.

            • Peucezio scrive:

              Mah, io direi che la borghesia imitava l’aristocrazia nelle forme e nei simboli, mentre l’aristocrazia imitava la borghesia in quel senso di rigore, autodisciplina e dignità di cui ha parlato giustamente Miguel.
              D’altronde, anche sul piano simbolico, i nobili nell’800-900 si sono messi a vestirsi da borghesi, mica viceversa. Il che signifca molto.

              In generale direi insomma che c’è stata una certa osmosi, ma questa osmosi è stata nel segno dell’egemonia dei valori borghesi, che con la Rivoluzione Francese ha sostituito quella dei valori aristocratici.

              Mica vorrai sostenere che la società otto-novecentesca si fonda su valori aristocratici anziché borghesi? Poi, certo, non è che le cose cambiano di colpo cancellando ciò che c’è prima.

          • PinoMamet scrive:

            Qua vicino c’è un castello (no, ce ne sono molti, ma parlo di uno in particolare):

            è una vecchia costruzione medievale, sostanzialmente abbandonata da secoli.

            A fine Ottocento, la compra un tale che si è arricchito vendendo gelati in Inghilterra. Cominciò suo padre, o forse suo nonno, non so, sta di fatto che a fine Ottocento ha un vero e proprio impero commerciale.

            Compra il castello, e se lo risistema come piace a lui: non sapendo più quanto fosse alta la torre, per esempio, decide da farla abbastanza alta perché si veda dalla cittadina vicina…
            e ovviamente fa affrescare la cappella con gli stemmi suo e della moglie (non ricordo se questa vantasse qualche quarto di nobiltà o fosse parvenuta come lui).

            Insomma, mi pare abbastanza chiaro chi stesse imitando chi…

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “mah, non credo che si possa mettere nello stesso insieme un cavaliere del 1100 (che non è un nobile, per esempio), un conte francese alla corte del Re Sole, e uno junker prussiano del XIX secolo…”

        Infatti, penso al mondo di Eton, di Henry Wiliamson, di Roy Campbell, di Evelyn Waugh, di Von Salomon o di Hans Tröbst.

        Tröbst http://maviboncuk.blogspot.com/2018/08/hans-trobst-1891-1939-in-turkish.html forse non lo conoscerete, ma ha scritto un’immensa autobiografia in una decina di volumi, in cui descrive in meticoloso dettaglio lo stile di vita di un giovane junker prussiano (che poi va a finire come consigliere di Kemal Ataturk e poi muore in Cina).

        Ma penso anche ai libri di Krassnoff e la sua Russia.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Peraltro perché dici che la I G. M. l’ha scatenata la destra?
      Io direi piuttosto che l’hanno scatenata le potenze occidentali per liquidare gli ultimi imperi rimasti, cioè in sostanza gli ultimi retaggi politici dell’Ancien Régime.”

      Habsburgicus ha giustamente notato qui come la I G.M. sia stata in un certo senso due guerre diverse: la crociata americana per la democrazia (e per la libertà dei piccoli popoli) è arrivata dopo.

      Le origini della IGM sono una storia assai intricata; ma alla fine le responsabilità penso che siano state della Serbia, dell’Austroungheria, della Germania e della Russia, poi dell’Inghilterra e solo alla fine della Francia.

      • habsburgicus scrive:

        @Miguel
        e solo alla fine della Francia.

        sottovaluti il ruolo di “Poincaré-la-guerre”, denunciato anche da molti francesi nei 1920′ (Ebray ecc)
        se dici, DIRETTE, ti posso dar ragione
        ma, se passiamo a quelle INDIRETTE né la Russia né prima la stessa Serbia avrebbero preso la posizione che adottarono senza l’eccitazione continua, assoluta, suadente e a tratti vagamente “minacciosa” della Francia..o meglio della cricca di Poincaré..stavo per scrivere una parola che inizia con la m (no, non una parolaccia), mi viene spontaneo in questi casi :D, ma non la scrivo per evitare polemiche 😀 😀 😀
        Georges Louis, già Ambasciatore in Russia cacciato da Poincaré, nelle sue Memorie segrete edite post mortem [e si dice che TUTTO non sia stato pubblicato nemmeno oggi né mai lo sarà..dicitur, eh, nulla di certo] scrisse che se lui fosse stato ancora a SPB (in luogo del fanatico bellicista Paléologue) e Briand (o Pichon ? e lì si sbagliava ! sarà uomo di Clemenceau) agli Esteri, non ci sarebbe stata la guerra !
        fu Poincaré, con i suoi “cronies” Paléologue, e Delcassé (l’autore dell’Entente dell’8/4/1904) a spingere al peggio
        e questo senza considerare il fatto che la Francia, con ‘sta ridicola solfa dell’Alsazia-Lorena, contribuì ad avvelenare il clima nel 1871-1914 nonostante infinite (e stupide) prove di benevolenza tedesca..per dire, i tedeschi spinsero la Francia alle imprese coloniali e mai la ostacolarono (meno dei “buoni” inglesi, per dire, sino al 1899 !)nell’illusione, tutta tedesca (perché i tipi sono ingenui ! e per questo perdono sempre :D) che la Francia “si sarebbe dimenticata” dell’Alsazia-Lorena
        e fu a Parigi che si preparò il nazionalismo anti-asburgico (forse sfuggì di mano, all’inizio diciamo sin verso 1905 forse l’obiettivo era a.sinceramente culturale b.semplicemente antitedesco)

        • habsburgicus scrive:

          in Inghilterra l’anti-asburgicismo era legato a due uomini di cui il principale, a livello culturale, era R.W. Seton-Watson, fanatico serbofilo, cecofilo e romenofilo, e magiarofobo all’ennesima potenza..si firmava anche “Scotus Viator”, era uno scozzese liberal, dunque il “sinistro” per antonomasia [ma non in senso marxista, eh ! ] era ostilissimo anche all’Italia, soprattutto dopo l’avvento al potere di Benito (ma già nel 1915 fra noi e i serbi, stava con i serbi, sempre)
          ancora nel 1910 invece Cambridge pubblicò la dotta opera storica dell’ungherese Marczali, sull’Ungheria del XVIII secolo, un inno al magiarismo
          fu il canto del cigno della magiarofilia (in Francia scomparsa già verso il 1905)..in verità, dopo la I GM, Lord Rothermere prese le difese dell’Ungheria e, incredibile dictu, dopo la II GM, CA Macartney scrisse una dettagliata ed erudita storia magiarofila e pro-Horthy dell’Ungheria sino al 15 ottobre 1944, dal titolo “October Fifteenth”, fine dell’Ungheria tradizionale ed “eterna” in seguito all’invasione tedesca dopo la maldestra “badogliata” di Horthy (unico a fallire nel “badoglismo” ! :D), all’immediata deposizione di Horthy e poi nel 1945 alla marxistizzazione in seguito all’occupazione sovietica, dapprima più lenta (si fa per dire) ma avvenuta in toto entro il 1948 (il 20/8/1949 l’Ungheria, Repubblica dal 1/2/1946 nonostante l’opposizione in un certo prelato Mindszenty, prese il nome di “Repubblica popolare magiara” sotto la guida del MDP, partito dei lavoratori magiaro)
          ma sino al 1910 era tutt’altro..a Oxford e Cambridge l’Ungheria era “cool” e cechi, slovacchi e serbi manco erano menzionati 😀

          • habsburgicus scrive:

            ah, nel 1956 il MDP cambiò nome in MSzMP (partito operaio socialista ungherese, analogo lessicale dello spagnolo PSOE :D) che in nome di Marx-Engels-Lenin (non più Stalin, depennato !), sgovernò l’Ungheria sino al 1989…da allora si chiama MSzP (partito socialista ungherese) e visto che è la principale opposizione, potere capire perché gli ungheresi votino Orbán 😀

        • mirkhond scrive:

          Che poi l’Alsazia e la parte della Lorena annesse al II Reich nel 1871, erano (sono ancora oggi?) regioni germanofone.

          • habsburgicus scrive:

            una parte della Lorena annessa era francofona, ma insomma, sì, le cose stanno proprio come dici
            oggi direi non più anche se (e in queste cose la massima autorità è Roberto) gli stretti legami franco-tedeschi e la vicinanza al cuore dell’Europa hanno probabilmente fatto “rinverdire” le conoscenze del tedesco e mi stupirei se oggi in Alsazia e nella Lorena di Metz il tedesco non fosse conosciuto molto di più che, diciamo, a Bordeaux, a Pau o a Clermont-Ferrand
            alla buona, nel 1918-1940 e nel 1945-1975/1980, si fecero campagne CONTRO il tedesco che lasciarono il segno, anche se qualcosa rimase, nel privato
            dagli Ottanta invece la conoscenza del tedesco credo sia stata ritenuta un “plus” e non più ostacolata…tranne a livello ufficiale (segnaletica ecc)., la Francia non é l’Italia..un Alto Adige non può esistere nella République, dunque a livello ufficiale, “républicain” come amano dire vale la vecchia regola “il faut parler français”
            mai la Francia (neo)giacobina è stata un paradiso per le minoranze linguistiche, la Bretagna e anche la Corsica insegnano
            pensiamo all’assurdità dei baschi di Sapgna e dei catalani di Spagna che hanno moltissimo e protestano :D, mentre i baschi di Guascogna (tuttora) e i catalani del Rossiglione (sino a poco tempo fa) hanno pressoché nulla, e non dicono una parola 😀 potenza del mito della République, une et indivisible 😀

  4. PinoMamet scrive:

    Notevole un punto: la Destra, nella definizione di Miguel (che secondo me è la cultura dominante dell’Europa pre-guerre mondiali, sicuramente “non di sinistra”) ama la diversità ;

    è vero: quel particolare sistema di pensiero di destra ritiene fondamentale che gli uomini siano tutti diversi e disuguali tra loro.

    Al contrario la Sinistra, a partire dalla Rivoluzione francese, si basa sull’idea che gli uomini siano tutti uguali e perfettamente intercambiabili tra loro , per cui se vai in Francia studi a scuola dei tuoi antenati Galli, se vai in Italia studi i Romani che ce l’avevano con i Galli di Brenno, se vai in Spagna boh il mito locale spagnolo, poi puoi fare la guerra tra Italia e Francia in eserciti perfettamente identici che si distinguono per il colore delle righe sui pantaloni.

    • Roberto scrive:

      Secondo me invece questo è un grandissimo equivoco (tipicamente di destra, vorrei aggiungere)
      La sinistra non dice “tutti gli uomini sono uguali” ma “tutti gli uomini hanno uguali diritti”

      Pensiamo all’uguaglianza della costituzione che non dice “tutti gli uomini sono uguali” ma “sono uguali davanti alla legge”

      Perché dico che è un equivoco di destra? Perché è un randello utilizzato a destra per mettere in ridicolo le idee di sinistra “guarda piccola, la maestra giender dice che tutti i bambini sono uguali, ma tu sei uguale al fratellino? No tu hai una patatina e lui un pisellino”….e via dicendo.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Verissimo. Togli il giender e metti le disparità sociali e hai la retorica antisocialista usana tipo.

      • PinoMamet scrive:

        In teoria è esattamente come dici tu, in pratica no, ma non ho tempo ora! Ciao

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “La sinistra non dice “tutti gli uomini sono uguali” ma “tutti gli uomini hanno uguali diritti””

        Giustissima precisazione.

        Ma bisogna intenderci sui diritti.

        Esattamente perché Tizio ha “diritto” a una casa di proprietà e Caio invece ha “diritto” allo sfratto?

        Cos’è che rende Tizio “diverso” e non “uguale”?

        Ha ereditato qualcosa?

        Essendo un calciatore ha diritto a guadagnare cento volte quello che guadagna Caio?

        E’ stato “bravo” nel senso che ha saputo investire i soldi nel modo giusto mentre Caio li ha sperperati?

        E’ semplicemente più intelligente?

        Comunque la legge garantisce che Tizio e Caio siano diversi, non che siano uguali.

        L’ufficiale giudiziario bussa alla porta di Caio, non a quella di Tizio.

        • roberto scrive:

          “Esattamente perché Tizio ha “diritto” a una casa di proprietà e Caio invece ha “diritto” allo sfratto?”

          uguali davanti alla legge vuol dire che a parti inverse caio avrebbe diritto ad una casa di proprietà e tizio ad uno sfratto.

          mi spiego.
          chi può dirsi proprietario di una casa?
          chiunque acquisti la casa secondo uno dei modi di proprietà previsti dalla legge (eredità, acquisto eccetera)
          questo quindi vale per tutti. non puoi dire caia non eredita la casa perché è femmina, o abdul non acquisice la proprietà della casa pagata perché è negro eccetera.

          chi può restare in una casa non sua?
          di nuovo chiunque smette di avere un titolo per starci. smetto di pagare l’affitto, non ho mai pagato l’affitto eccetera. non puoi sfrattare caio perché negro, tizia perché è femmina o sempronio perché ama caio

          ci siamo?

          ok. poi c’è un’altra questione.
          “tutti hanno diritto ad una casa” e potrebbe benissimo (anzi dovrebbe) essere una battaglia di sinistra, ma combattuta con armi di sinistra (= uguaglianza davanti alla legge).
          cosa vuol dire? vuol dire che lo stato aiuta concretamente tizio caio e sempronio ad avere una casa (= edilizia popolare), senza distinguere tizio caio e sempronio per questioni come razza, religione, sesso eccetera.
          non vuol dire invece che lo stato espropria la casa di tizio per darla a caio, perché altrimenti ci scontriamo con la domanda: perché espropriare la casa di tizio e non quella di sempronio per darla a caio?

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Roberto

            “uguali davanti alla legge vuol dire che a parti inverse caio avrebbe diritto ad una casa di proprietà e tizio ad uno sfratto.”

            Credo che ci sia un po’ di confusione tra due tesi diverse:

            1) “Tizio ha diritto alla casa perché fa parte dei Granduchi di Voltagabbana di Sopra e Caio no, perché è figlio di servi della gleba“. Su questo non ci sono oggi discorsi “di Sinistra” per il semplice motivo che la totalità della società, da Casa Pound al Collettivo Antifa o dal vescovo all’UAAR, è d’accordo.

            2) “Tizio ha diritto alla casa perché ha le carte in regola e ha fatto tutte le pratiche necessarie precedenti; anche Caio se fosse miliardario o avesse potuto vendere lo yacht per comprarsi casa, avrebbe lo stesso identico diritto”. Ecco spiegato qual è la differenza reale che dà un diritto a Tizio e lo nega a Caio.

            3) L’esproprio “di Sinistra” non dovrebbe colpire Tizio per antipatia per lui. Dovrebbe colpire la proprietà privata in sé, che è la base materiale delle differenze sociali.

            Perché un atto notarile dovrebbe valere di più di un titolo di sangue? Semplice: perché dietro l’atto notarile ci sono i carabinieri e i tribunali e le carceri. Che non è diverso da quello che c’era dietro i titoli di sangue una volta.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Roberto

              Ovviamente si parla di abolire la proprietà privata come capitale: la fabbrica o la casa da affittare, ad esempio.

              Nemmeno Marx avrebbe espropriato il piccolo proprietario che vive nella sua prima e unica casa.

              Come dice il Manifesto:

              “Voi siete spaventati perché vogliamo abolire la proprietà privata. Ma nella vostra società attuale, la proprietà privata è abolita per nove decimi dei suoi membri. Ed è precisamente perché essa non esiste per nove decimi, che esiste per voi..

              Voi ci rimproverate dunque, di volere abolire una proprietà, che non può costituirsi senza privare l’immensa maggioranza della società d’oggi proprietà.

              In una parola, voi ci accusate di volere abolire la vostra proprietà. Diffatti è ben questa la nostra intenzione.”

    • Roberto scrive:

      Anzi forse è proprio da qui che possiamo partire per distinguere destra da sininistra: la sinistra vuole uguali diritti per tutti, la destra no

      Sinistra matrimonio per tutti. Destra no
      Sinistra libertà di culto per tutti. Destra no
      Sinistra donne e uomini devono avere pari opportunità. Destra si, ma dopo che lei ha finito di stirare e accudire i bambini

      • Peucezio scrive:

        Detta così è un po’ una caricatura.

        Io direi semmai che la sinistra è individualista, quindi se le regole di una comunità sono sentite come opprimenti per gli individui che la compongono, la sinistra non si fa scrupolo di destrutturare dall’esterno violentemente quella società.
        Direi che la sinistra è relativista individuale, non contempla la comunità e il gruppo, se non come libere scelte dell’individuo, mentre la destra è collettivista, culturale, sociale.
        E questa è l’essenza del problema della sinistra: dimentica che l’uomo è zoon politikon, quindi dimentica la sua essenza stessa.
        Ovviamente includo nella sinistra anche quella liberale, che oggi da il segno molto più di quella marxista, che semmai ha posto qualche correttivo all’individualismo sfrenato del liberalismo rivoluzionario.

        • Peucezio scrive:

          Aggiungo, volevo dire che la destra è relativista culturale.
          La sinistra non lo sarà mai sul serio: non può.

          • paniscus scrive:

            “Aggiungo, volevo dire che la destra è relativista culturale.
            La sinistra non lo sarà mai sul serio: non può.”
            ———————

            Veramente, la totalità delle accuse di “relativismo culturale” (con questa espressione usata con connotazione fortemente negativa), vengono da destra, rivolte a quelli di sinistra.

            Non mi dire che non te ne sei accorto.

        • Peucezio scrive:

          Perché per la sinistra la cultura in fondo è oppressione sull’individuo.

          • werner scrive:

            Uhm… Sbaglierò, ma a me pare di ricordare che quasi tutti quelli che si battono contro il relativismo culturale in nome dei “nostri valori” si ritengono di destra. E gli stessi di solito accusano la sinistra di volere la fine della “civiltà occidentale”. Dai Gender a Kalergi, da Salvini a Marcello Pera gli esempi si sprecano.

            • rutt1 scrive:

              Tu che pokemon ciai?

            • roberto scrive:

              Rutt1,
              non ho ben capito la tua risposta, ma sono d’accordo con werner

              • rutt1 scrive:

                Ah scusa ho sbagliato blog

                No scherzo,
                Sì anche sono d’accordo con Werner. ironizzavo sul fatto che ciascuno vuole dare un significato eterno e definito a quello che è per definizione dipendente dalle circostanze, così che ciascuno ha i suoi pokemon preferiti.

              • roberto scrive:

                ah ok, ora capisco!

            • Peucezio scrive:

              Verner,
              quelli che dici è sostanzialmente vero. Ma il relativismo è nei fatti: se ognuno difende il proprio modello, nessuno ne impone uno estraneo ad altri.

              • werner scrive:

                Non mi convince. La difesa di un modello culturale porta spesso con se anche il germe dell’imposizione a chi in quel modello non si riconosce o si riconosce solo parzialmente.

          • roberto scrive:

            “Perché per la sinistra la cultura in fondo è oppressione sull’individuo.”

            ma quando dici sinistra a cosa pensi, stalin ed i gulag?

            io penso per esempio alla famosa storia del matrimonio gaio, che non è affato oppressione dell’individuo ma appunto do a tizio lo stesso diritto che ha caio
            penso alle pari opportunità: dico a caia che ha gli stessi diritti di tizio
            penso ai diritti dei lavoratori: tizio ha diritto a condizioni di lavoro decenti e paga decente (e si, qui opprimo il padrone che non può frustare gli schiavi)
            penso a tizio che ha diritto a non essere pestato dai carabinieri anche se lo prendono con 5 grammi di fumo

            cose di questo tipo insomma, che non sono i gulag per i dissidenti

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “cose di questo tipo insomma, che non sono i gulag per i dissidenti”

              Vero, ma il discrimine è la lotta di classe.

              Se ritieni che non esistono solo individui cattivi, ma esistono classi sociali che si definiscono soprattutto per il controllo dei mezzi di produzione…

              se ritieni che la classe che sfrutta non abbia alcuna intenzione di mollare il controllo dei mezzi di produzione a chi materialmente ci lavora…

              se ritieni quindi che uno scontro violento sia inevitabile…

              devi usare mezzi militari, compresi i gulag che non sono per i “dissidenti”, ma per i nemici di classe.

              E devi togliere ai padroni, non la frusta, ma la fabbrica e il conto in banca e gli atti notarili.

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Peucezio

            “Perché per la sinistra la cultura in fondo è oppressione sull’individuo.”

            E’ in buona parte vero: fu la tesi di Louis Dumont a proposito di Marx “individualista”, ad esempio.

            Ma è vero anche il contrario. Alla base della visione “ecologica” della vita, c’è l’idea che noi siamo parte integrale di qualcosa di molto più vasto e grande di noi, dove tutto è interconnesso.

            Partendo da questo, l’ecologismo (non mi piace metterci la desinenza, ma è per capirci) entra necessariamente in conflitto con il capitalismo; il capitalismo è considerato “non di Sinistra”, per cui gli ecologisti diventano “di Sinistra”.

            Ed ecco che la “non Sinistra” scatena l’individualismo contro l’olismo (Salvini che vuole le Grandi Opere, tanto per dire).

        • daouda scrive:

          secondo me confondi le cose, ma non voglio scrivere che sbagli od hai affermato amenità.

          Innanzitutto ad un più accurato studio di aristotele, tolta la monarchia, abbiamo un governo di pochi, meno pochi, ed abbastanza ( che se continuiamo ad usare i nomi che ci hanno insegnato a scuola non capiremo un cazzo ) dove la forma mista è tra i pochi e gli abbastanza e tutto sommato è favorito ricmabio e cooptazione.
          Ma aristotele di tutte e 3 le forme, o volendo delle più famose due, sempre ad esse si riferiva come aristocrazia.
          Ed infatti la democrazia aristotelichianamente intesa era er forza di cose aristocratica.

          Tu pensi che il comunitarismo sia dirigista michiando la comunità col dirigismo che non ha bisogno di statualità, possiamo pure tenerci una tribù.
          Ma le comuni di sinistra sono evidentissime e con la categorizzazione del fatto che il liberalismo individualista HA StRAVOLTO IL MONDO coll’ultimo assalto, non concedi ai sinistrosi di possedere tale realtà che hanno.
          Questo perché ragioni ancora come se la sinistra un giorno si affacciò sul globo…quando c’è sempre stata. E’ il liberalismo individualista che non c’era ( perlomeno in quel modo, che prodromi ne abbiamo avuto da millenni ) ed ha pervaso tutto.
          A conti fatti difatti il destroso è detto iperindividualista, ma anche tu lo dici rettamente del sinistroso.
          Ed io ti dico che la comunità anche a sinistra ben vale, ma te l’associ solo alla destra.

          L’assolutizzazione dei parametri valutativi è non solo la prima forma di stupidità, ma anche di cedimento innanzi al nemico.

          D’altronde se uno ripercorresse la soria da Hammurabi ad oggi, dove la sinistra per voialtri non esisteva, si potrebbe scorgerla in ogni dove.

          E’ lo stesso motivo per cui libero mercato è sinonimo di socialismo, ma ogni ebete su questo pianeta non lo concepisce.
          E’ lo stesso motivo per cui statalismo è sinonimo di usura liberista, palese ma negato.
          E’ lo stesso motivo per cui i cartelli e le corporation lobbystiche multinazionali ci vien detto che dominano gli stati , quando invece li oliano ed adempiono a quel che viene richiesto, protetti dalla concorrenza in nome dello stato.
          Praticamente sul campo economico come ti muovi ti muovi dai solo un effetto mekup, perché si sà che al funerale ci vai di nero ed in discoteca smignotteggi.
          Dipende no?

          Ve la dò io la soluzione. Le femmine sò de sinistra ed i maschi de destra.
          Se una femmina è di destra, è una femminista.
          Se un maschio è di sinistra è un frogio.

          E’ ovvio che avrà pure un senso e farà ridere, ma voler ridurre tutto ad etichette prive di senso ha senso nella misura in cui ( riempire a piacere ).

          Cioè davvero peucè, rimodulate in modo diverso con supercazzole specifiche tu fai la figura dell’ignorante perché non descrivi la destra ma la sinistra, e quelli di sinistra che vedono la sinistra come la tua destra ti rimproverebbero e di darebbero dell’infiltrato e destabilizzatore!

          Volete la destra e la sinistra?
          Ma prima abbiamo l’avanti ( costruttivismo rinnovazionista )ed il dietro ( conservatorismo reattivista ).
          L’alto potrebbe essere l’ambito culturale ideologico scientifico.
          Il basso l’ambito culturale estetico produttivo.
          Poi c’è il centro…cos’è? E’ sempre e solo la garanzia, modernamente lo stato.
          Allora la destra è l’ambito militar strategico, e la sinistra l’ambito finanziario.

          Per quanto mi riguarda non ho mai visto fare guerre senza soldi, né fare soldi senza guerre.
          Materia immancabile: la carne da sacrificare

  5. PinoMamet scrive:

    Leggevo un paio di giorni fa un’intervista a Emanuele Filiberto Savoia, che si diceva pronto ad entrare in politica perchè secondo lui gli italiani “vorrebbero una monarchia”: lo direbbe un sondaggio, secondo il quale gli italiani monarchici sarebbero ben il 15%.

    Peccato che non abbia capito che metà di quel 15% vorrebbe come re Fedez, e l’altra metà Elisabetta d’Inghilterra.

    • Peucezio scrive:

      Allora vorrà dire che si istituirà l’elezione diretta del re, Fedez ed Elisabetta andranno al ballottaggio e vincerà Fedez perché è più giovane e perché si sa che l’elettorato femminile è decisivo.

      • habsburgicus scrive:

        la Monarchia elettiva ha illustri precedenti
        il Sacro Romano Impero
        la Polonia sino al 1795
        la Boemia sino al 1545
        la Danimarca sino al 1660
        l’Ungheria sino al 1687
        sarebbe da considerare
        forse, chissà, l’Italia avrebbe fatto meglio a mantenere la Monarchia nel 1946, ma elettiva..così ci saremmo scelti il Re 😀 e avremmo eliminato gli inconvenienti dell’eredità

  6. Z. scrive:

    Miguel, confesso che che questo affascinante castello intellettuale mi sembra del tutto avulso dalla realtà di oggi…

    • PinoMamet scrive:

      Grazie tante eh… se parla di un mondo scomparso!

      • Z. scrive:

        Boh, per me la destra è ciò che è, non ciò che dovrebbe teoricamente essere. E la sinistra pure. Ma sono consapevoli dei miei forti limiti 🙂

    • rutt1 scrive:

      Quello che farraginosamente volevo esprimere pure io

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Z

      “Miguel, confesso che che questo affascinante castello intellettuale mi sembra del tutto avulso dalla realtà di oggi…”

      1) Non è un castello intellettuale, è la descrizione dello scontro fondamentale che ha formato il modo di pensare del Novecento europeo ed è la base anche della lotta di classe, in una prospettiva di sinistra.

      2) E’ effettivamente del tutto avulso dalla realtà di oggi.

      3) Ne consegue che il pensare all’attualità con categorie novecentesche è fuorviante e rischioso.

  7. habsburgicus scrive:

    @tutti
    sui nobili
    ci sarebbe poi da distinguere fra grandi nobili e nobilucci
    nella Dieta di Boemia vi era un collegio dei magnati e un collegio dei cavalieri (erano 2 Camere separate…il sistema francese, di un’unica “noblesse” che raggruppava il principe del sangue e gli hobereaux, sarebbe loro parso strano) idem in Moravia ove vi erano 4 collegi (pure i prelati, eliminati in Boemia a causa dell’hussitismo; dal 1627 tornarono, però, i seguito alla “svolta” determinata dalla Montagna Bianca; le “città” c’erano sia in Boemia che in Moravia)
    in Ungheria, ma era così pure in Inghilterra, i magnati (in Inghilterra Lords) stavano insieme ai vescovi e agli abati (in Inghilterra non più dalla Riforma) in una Camera, la Tavola dei Magnati (Camera dei Lord); i nobilucci invece stavano nell’altra Camera (Camera dei Comuni)..la differenza era che in in Inghilterra ai Comuni stavano pure i borghesi, in Ungheria non esisteva borghesia..si passava dai nobili (molti dei quali erano senza un soldo..e di norma erano i più arroganti, quelli che attaccavano briga se non ti toglievi il cappello vedendoli :D) ai servi, in Inghilterra c’erano i riccastri borghesi e i contadini liberi
    dunque non c’é solo la Francia, con i 3 Stati “classici” !
    altrove si aveva chiaro che i nobili non erano tutti eguali

    • habsburgicus scrive:

      autori classici ungheresi, scrivendo in latino (unica lingua ufficiale sino all’Ottocento), identificavano il popolo con i nobili (cioé magnati e piccoli nobili, assieme); questa era la Natio hungarica, SENZA distinzione di etnia
      gli altri non contavano, erano ritenuti a stento umani
      dunque attenzione..se leggete un testo ungherese pre-1848 che parla di “libertà del popolo”, di “difesa del popolo”, di “amore per il popolo”, abbiate chiaro che intendono solo quel 5 % che era nobile (pochi magnati e tanti nobilucci), NON l’altro 95 %, eh

  8. habsburgicus scrive:

    in Polonia invece non esisteva differenza formale fra magnati e szlachta (nobilucci, gentry)
    il “liberum veto” lo poteva esprimere il più sfigato dei nobili 😀 come il ricchissimo magnate che possedeva 20 città !
    in Lituania, sino al 1569, invece i magnati erano legalmente superiori ai nobilucci..questa è una delle ragioni che spinse i nobilucci (in genere sempre nazionalisti) a volere l’Unione con la Polonia, effettuata come si sa a Lublin il 1/7/1569, oltre ai citatissimi motivi di politica estera (aiuto contro Ivan IV il Terribile)..da allora i privilegi polacchi divennero legge anche in Lituania (il “liberum vero” non c’era ancora, ci sarà solo dal 1652)

  9. mirkhond scrive:

    A proposito di destra e sinistra nel mondo ispano-americano:

    http://www.francocardini.it/minima-cardiniana-224-2/#more-1080

  10. habsburgicus scrive:

    @Miguel
    [uomo di Destra]…
    non si sognerebbe mai di imporre a un musulmano di mangiare carne di maiale

    mi hai fatto venire in mente una cosa che (forse) ti sarà sconosciuta..
    Metternich nel volume VII (o VI ? boh) delle sue Memorie parlando di una delle tante e infinite crisi della Sublime Porta nei primi 1840′, segnate da conati di riforma (erano gli anni del Tanzimat), si schiera contro la proposta, britannica, di imporre agli ottomani l’abolizione della pena di morte per l’apostasia
    Metternich, che era uomo di Destra, che era cristiano e di certo non musulmano, scrisse apertamente che la legge sull’apostasia era la base dell’Islam [come lo vedeva lui, eh ! islamologi che eventualmente leggete, prendetevela semmai con il principe Clemens e non con me :D] e dunque non si poteva, anzi non si doveva, chiederne l’abolizione ! pena il crollo del mondo ottomano
    lì c’é tutta la differenza, secondo me, fra Destra e “sinistra” (rappresentata illo tempore dai liberali britannici e francesi e oggi dagli “esportatori di democrazia”..e poco importa che i più estremi di questi, i “neocon” siano dal volgo considerati di “destra”..no, non lo sono !)

  11. mirkhond scrive:

    “lì c’é tutta la differenza, secondo me, fra Destra e “sinistra” (rappresentata illo tempore dai liberali britannici e francesi e oggi dagli “esportatori di democrazia”..e poco importa che i più estremi di questi, i “neocon” siano dal volgo considerati di “destra”..no, non lo sono !)”

    Pienamente d’accordo.

  12. PinoMamet scrive:

    Rispondo qua in fondo a Roberto, che cito:

    “Secondo me invece questo è un grandissimo equivoco (tipicamente di destra, vorrei aggiungere)
    La sinistra non dice “tutti gli uomini sono uguali” ma “tutti gli uomini hanno uguali diritti” ”

    Allora, se fosse così, non ci sarebbe problema: saremmo tutti di sinistra. E infatti, da questo punto di vista, il mondo di oggi è tutto “di sinistra”, come hanno capito i pochi- folkloristici o spaventosi o cosplayer che siano- sostenitori dell’Ancien Regime.

    In effetti al giorno d’oggi quelli che dicono “Caio deve avere diritti diversi da Sempronio sulla base del cognome o del presunto antenato” si contano sulle dita di una mano, e forse gli autentici sono tutti morti nella Prima Guerra Mondiale.

    Persino la Lega (che rappresenta “la destra” oggi in Italia) non si sogna di dire “Tizio non deve votare perchè è negro “, ma non vede l’ora di esibire il deputato Tizio, negro, per dimostrare di non essere razzista e di pensarla, in merito, esattamente come la sinistra.
    Quando Salvini si congratula con le atlete italiane nere, tutta la polemica è su ” l’ha fatto per opportunismo” vs “perché gli altri non si congratulano anche con le bianche?”, vale a dire, ci si accusa a vicenda di essere incoerenti nell’ideale di sinistra .
    (Poi si potrebbe aprire il capitolo su quelli che fanno bu-bu agli stadi o scrivono insulti alla Kyenge- che poi sono gli stessi che scrivono insulti alla Boldrini, che è bianca…)

    Cioè, siamo tutti d’accordo che ogni persona debba avere uguali diritti: non c’è storia, non c’è discussione.

    e in effetti sento critiche a questo, ultimamente (è davvero l’ultima moda italiana) da sinistra , da parte di persone che dicono:
    “chi non pensa che tutti debbano avere gli stessi diritti, non deve avere gli stessi diritti degli altri!”

    Per esempio, sei contro il matrimonio gay, o sei antivaccinista: levateje er voto! certa gente non dovrebbe avere diritto! estinguiamoci tutti! e così via.

    Il fatto è che secondo me “la sinistra” crede che, sotto sotto, tutti gli uomini siano davvero uguali , solo che alcuni non l’hanno ancora scoperto .

    Allora, con molta calma ed educazione (la parola magica di ogni intervista di sinistra: “i libri”, pronunciato con tono enfatico-lagnoso-sacrale) e il fascistone, che si è lasciato graziosamente votare, diventerà un liberale tollerante e aperto;
    il cattolicone si trasfomerà in attivista LGBT
    (la favola bella di tante fiction: il nonno retrogrado a cui la nipote lesbica fa scoprire una nuova gioia di vivere…), il pater familias pakistano diventerà un sostenitore del femminismo…

    solo ed esclusivamente in questo senso la sinistra ama “la diversità”: come nota folklorica a piè di pagina: puoi scegliere il padiglione della cucina maghrebina o quello dei tortellini, ma sempre dentro la festa dell’Unità.

    ma ultimamente il sistema sembra essere andato in crisi: il retrogrado maschilista resta retrogrado maschlista, il fascistone resta fascistone…
    e allora la sinistra scopre miracolosamente di credere all’uguaglianza di tutti, tranne quella di retrogradi maschilisti; di amare “la diversità” di tutti, purché omologa lla propria: e quindi “levateje er voto”.

    E prima poi- Moi in questo anticipa- si arriverà anche a “levateje er voto” ai musulmani, se sono troppo musulmani.

    • Peucezio scrive:

      Omdap

    • Z. scrive:

      Non che la destra, almeno in Italia, sia affezionata al suffragio universale, comunque. I nostalgici del Duce sopravanzano di svariati zeri i nostalgici dei regimi rossi.

      Ed è facile essere d’accordo con le elezioni quando le stravinci 🙂

      La novità è che anche la sinistra comincia a porsi dubbi sul voto e sul suo valore: ed è giustamente questa, la notizia, come nel celebre esempio dell’uomo che morde il cane.

      Detto questo, un mondo così veloce, dove è richiesta così tanta specializzazione e dove si fatica a trovare visioni d’insieme condivise è un mondo dove non solo chi è illetterato, ma persino chi è colto e istruito ci capisce una cosa giusta.

      È un problema serio, che si riflette anche sul voto ma non si esaurisce nel voto.

      • Peucezio scrive:

        Sì, anche se al massimo a destra si mugugna sugli eccessi di contrappesi, raramente sulla sovranità popolare in sé.
        Non ho presente opinionisti di destra che, quando vinceva Prodi, adombravano l’idea che forse bisognasse porre limitazioni al suffragio universale.

      • Peucezio scrive:

        Circa l’ultima osservazione, è verissima, ma appunto riguarda a maggior ragione le classi dirigenti (si sa che la gente comune ha meno mezzi culturali e critici). La vera novità è questa: il degrado culturale e antropologico delle classi dirigenti.

  13. PinoMamet scrive:

    C’è una serie britannica comica, The Black Adder.
    Il protagonista- sempre lo stesso nel corso dei secoli- è un nobilastro britannico, interpretato da quell’attore che da noi è noto solo per Mister Bean.

    All’inizio,- la guerra delle due rose- lui è scemo e il suo aiutante popolano, Baldrick, è furbo; nel corso dei secoli un po’ alla volta la furbizia dei due si bilancia (Blackadder è noto per i suoi insulti elaborati e verbosi) finché il nobile diventa intelligente e dotato del tipico umorismo inglese sottile, e il popolano completamente scemo (i suoi piani diventano sempre più assurdi e impossibili).

    Finché i protagonisti scompaiono, appunto, nel corso della Prima Guerra Mondiale, con un finale inaspettatamente serio:

    https://www.youtube.com/watch?v=vH3-Gt7mgyM

  14. Mauricius Tarvisii scrive:

    Destra-sinistra, libertà-diritti-oppressione, individualismo-collettivismo

    Mi pare che siano cose che c’entrino poco le une con le altre.

    Destra-sinistra
    Possiamo intenderla come dicotomia o come polarizzazione. Mi pare che qui dentro la tesi prevalente sia dicotomica, mentre io penso che sia più corretto definirla una polarizzazione. Anzi, una multipolarizzazione.
    Cosa c’è a sinistra? Direi che ci sono due grandi attrattori: un popolo delle “libertà civili” ed un polo dei “diritti sociali”.
    Cosa c’è a destra? Direi che, specularmente, ci sono due grandi attrattori: un polo dell'”ordine sociale” ed un polo delle “libertà economiche”.
    Non vedo, invece, nessuna polarizzazione dal punto di vista dei diritti politici e della partecipazione, che vengono intesi da entrambe le parti generalmente come un mezzo e non come un fine, per cui abbiamo tanti prigionieri politici a destra e tanti a sinistra.

    individualismo-collettivismo
    Ciò premesso, vedo individualismo sia a destra (libertà economiche), sia a sinistra (libertà civili). Sul collettivismo, invece, credo che dobbiamo metterci d’accordo su cosa voglia dire: generalmente non vuol dire un bel niente ed è una scusa come un’altra per scorrazzare sull’asse “neutro”, quello dei diritti politici: impongo la mia volontà di fazione e la elevo a interesse nazionale per poter avere mano libera contro l’opposizione. A volte, però, “collettivismo” è usato per intendere la visione comunitaria o di classe (per me cambia pochissimo: si parla comunque di interessi collettivi), che è diffusa sia a destra che a sinistra (anche se cambia l’interesse collettivo perseguito).

    libertà-diritti-oppressione
    Sono tre cose tutte diverse.
    Libertà: la possibilità legale di fare ciò che mi è materialmente possibile. Di destra? Se è economica, certamente. Di sinistra? Se civile, altrettanto certamente.
    Diritto: semplificando e bestemmiando, il diritto è la possibilità legale di fare qualcosa incidendo su una posizione altrui (proprietà: escludere gli altri dal godimento di un bene; credito: pretendere che qualcuno faccia o dia qualcosa…). Credo che sia assurdo buttarlo nella caciara di destra e sinistra, ma, se parliamo di diritti fondamentali, troviamo i diritti sociali (di sinistra) e la tutela della proprietà (di destra).
    Oppressione: l’esercizio di un diritto o di una libertà che ci sembra ingiusto. In genere è compita dalla parte avversa.

    • Peucezio scrive:

      Mi devi però spiegare dove vedi i diritti sociali a sinistra. Ormai è evidente come la preoccupazione per le disparità economiche e per l’impoverimento e la marginalità diffusa sia percepita come reazionaria ed estranea al pensiero legittimo, politicamente corretto e socialmente presentabile. Nessun politico osa ancora dirlo in televisione, ma ormai sono questi i discorsi che corrono, in forma più o meno implicita. Si nota anche in una certa avversione verso il marxismo, sentito come un pensiero totalitario, omofobo, organicista e in quanto tale pericoloso.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Come ho detto, gli attrattori a sinistra sono due, dove uno non cancella l’altro. Lo stesso discorso vale a destra.

        I diritti sociali sono di sinistra perché se la sinistra delle libertà civili dei diritti sociali ora se ne fotte, entrambe le destre se ne sono sempre ampiamente fottute e continuano a fottersene.

        • Peucezio scrive:

          Non lo considererei però un fatto contingente, una deviazione temporanea. Ma vedremo cosa dirà la storia.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Puoi al massimo sostenere che uno dei due attrattori attrae poco (5%…), ma non che non esista.

            • Peucezio scrive:

              Non hai capito. Io non dico che non esiste, dico che per la sinistra ormai esso è un nemico, che è cosa molto diversa. Dico che ormai la sinistra guarda con sempre maggiore sospetto alla preoccupazione per i diritti sociali: ricordare che c’è gente che soffre, che fa fatica a pagarsi un alloggio o a curarsi comincia ad essere poco politicamente corretto. E tale sospetto, sbaglierò, ma temo che fra non molto si trasformerà in aperta ostilità.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                ” Dico che ormai la sinistra guarda con sempre maggiore sospetto alla preoccupazione per i diritti sociali: ricordare che c’è gente che soffre,”

                Ho il sospetto che qui si confondano due cose.

                1) Il fatto che sempre più gente “povera” (semplifico) ce l’ha con l’immigrazione, il politicamente corretto, eccetera; e quindi il sospetto della Sinistra verso il “popolo”

                2) Il fatto che né Sinistra né Destra oggi facciano “politica sociale”: non mi risulta che la Destra si batta contro gli sfratti, contro il lavoro flessibile, per le cooperative operaie che sostituiscono le imprese in fallimento, contro le chiusure dei presidi ospedalieri o mille altre cose simili.

                E’ una bella gara, ma tra PD e Lega penso che la seconda sia un po’ peggio del primo in termini di “diritti sociali”. Mentre sicuramente la sinistra “dura” (LeU, PaP) sono meglio di entrambi, come anche il M5S.

              • Z. scrive:

                Certo che la destra si batte contro gli sfratti: quello di Casa Pound, ad esempio.

                Poi non vedo nulla di “sociale” nel costringere qualcuno a ospitare altri gratuitamente e controvoglia, ma non togliamo alla destra i meriti che ha…

              • Peucezio scrive:

                Io però distinguerei la politica “politicata” e dall’ideologia delle élite e la situazione italiana da quella più generale dell’Occidente.

                Il Pd, malgrado tutto, risente ancora un minimo della sua storia di grande partito di massa e comunque, quando anche così non fosse – e lo è sempre meno – deve comunque andare a raccattare voti, come ogni altro partito.
                Invece tutto il laureatume d’accatto che ammorba l’Occidente non deve prendere voti da nessuna parte. Quindi non ha bisogno di mantenere una parvenza di popolarità e preoccupazioni per il sociale e per le disparità economiche.
                E infatti lo fa sempre di meno.

    • Peucezio scrive:

      E credo sia ora di cominciare a recuperare il vecchio Marx. C’è un lato nichilista e materialista di matrice ebraica, che è l’essenza sovvertitrice del marxismo, che tanti danni ha fatto, ma c’è anche una componente nobile, di matrice hegeliana, che, in quanto tale, coglie la natura dialettica del divenire storico e delle dinamiche sociali, con analisi spesso profonde.
      Ovviamente il politicamente corretto contemporaneo è antidialettico, perché la dialettica è per definizione riconoscimento dell’alterità e sua integrazione, mentre il politicamente corretto è dualistico, moralistico e comporta la distruzione dell’alterità e in un certo senso della realtà stessa, perché il mondo è contraddittorio e ogni messianesimo moralistico è quindi antirealista, utopista e violento.

      • Z. scrive:

        In effetti, spesso la prima cosa che vogliono fare, i costruttori di mondi migliori, è far fuori gli avvocati 🙂

        • Peucezio scrive:

          Sì, ma guarda che tu fai parte dei costruttori di mondi migliori 😛

          • Z. scrive:

            Ogni volta mi affibbi un’etichetta nuova, sempre diversa e bizzarra 🙂

            Io faccio parte di chi pensa che il mondo sia quello che è, e che si tratti – laddove possibile – di renderlo un po’ meno ingiusto.

            • Peucezio scrive:

              Ma no, è solo che quelle che un tempo erano percepite chiaramente come utopie, si sono attuate al punto che ci sembrano cose normali.

  15. daouda scrive:

    “E’ molto più probabile che Laura Boldrini vorrebbe davvero il bene del massimo numero di esseri umani.”

    E’ IL MOTIVO PER CUI ANCHE TU FAI SCHYFO.

    “Le persone di Sinistra sono buone. Non lo dico in senso ironico: semplicemente, vogliono la pace, la giustizia, niente fame e comprensione invece di botte.”

    ESSERE BUONI NON HA SENSO INERENTE ALL’ESSERE DI DESTRA O DI SINISTRA.

    “Diritti e benessere uguali per tutti gli esseri umani”

    VISTO CHE LA FRASE SI CAPISCE COSA VOGLIA DIRE, MA SI CAPISCE ANCHE COSA POTREBBE DIRE, COME ANCHE SI CAPISCE QUELLO CHE NON VUOL DIRE, MA ANCHE QUELLO CHE NON VORREBBE DIRE, CHE CAZZO LA SCRIVI A FARE?

    “Questo punto di partenza porta la Sinistra a definire facilmente chi non è di Sinistra: è uno che vuole la guerra, l’ingiustizia, la fame e le botte. Insomma, è cattivo.”

    CAZZO MA CHI NON E’ DI SINISTRA E’ ESATTAMENTE DI SINISTRA! PER CHI E’ PRONTO A VOMITARE CAMBIARE LA FRASE SOSTITUENDO SINISTRA A DESTRA, MA IL RISULTATO E’ LO STESSO.

    ( ringraziamo che la parola -ideale- sia messa in grassetto, almeno è appurato subito che si cianci di inganno )

    “Dovrebbe essere ovvio che anche i non Sinistri – che sono poi la stragrande maggioranza dell’umanità – hanno ideali di qualche tipo.”

    CONTINUAAAAAAAA LA GIOSTRAAAAAAAAAAA. RISOSTITUIRE SINISTRA CON DESTRA PER CORTESIA, E CONSTARE. ACCOMODATEVI MESSERI E MADAMIGELLE!

    Quindi vediamo un attimo cosa si propone per Destra ( e ci mancasse che da qualche pusillanime io venga considerato tale! ) perché è utile per capire proprio cosa NON è la sinistra. Difatti la Destra descritta è più facile intenderla come sinistra adempientesi che però, ai nostri occhi è evidentemente niente e soltanto che Destra, perché vince la Destra, e chi governa era sempre troppo di Destra, Stalin ala destra infame della Rivoluzione!
    Questo giusto per ridere, perché qui dentro voi scrivete e leggetee ma non vi è mai fregato un cazzo di capire. Sembrerà paradossale ma io sono proprio il meno solipsistico qui dentro.
    Ergo vediamo ma non perché si potrebbe benissimo fare per la Sinistra additandola( che poi , ma perché? ) e neanche per negare che ci sia una destra od una sinistra…ma lo spieko ddobo:

    -un monarca del genere è chiaramente sovversivo: sinistra
    -il fatto che stia appartato od al contempo ostenti: sinistra
    -proprietà terriere esropriata ad altri : sinistra
    -non sviluppo dell’artigianato in industria ( scusate se qui esagero sappiamo tutti infatti che la distruzione di contadini ed artigiani ha favorito i rentiers “borghesi” ossia la sinistra ) indipendente e libera : sinistra
    – questione dinastia : non esiste tradizione o consuetudine ad oggi più viva e rodata della sinistra giust’appunto
    – l’educazione è in mano alla sinistra
    – la colonna del rigore è a sinistra
    – seriosità ed ammenicoli scritti sono descrizioni dei rompi palle di sinistra da sempre
    -il carabbiniere è istituzione sovversiva , e le milizie specie se abilmente dissimulabili tra i civili erano o non erano di zinistra? A contraddizione di tutto quello ammmmore di sinistra
    -esempi di prevaricazione: la vita culturale di ogni esponente sinistroide testimonia.
    – “dobbiamo imparare a controllarci anche davanti a provocazioni che farebbero impazzire gli altri” ossia l’abnegazione di ogni buon rivoluzionario di sinistra infiltrato in ogni istituzione silente anche per decenni.
    – le cose inutili in realtà le hanno approfondite tutti quelli di sinistra, plasmando poi con il potere la realtà a proprio piacimento per dirsi che avevano raggiona

    Ora mi sono fermato sulla questione vestiti e sesso e femmine coi maschi perché diviene forse anche più propriamente divisbile in destra e sinistra, ma allora non si parla più di DESTRA E SINISTRA ma semmai di lassisti libertini e rigoristi puritani che sono categorie totalmente trasversali tanto che la frogieria è sempre stata considerata devianza di destra.

    D’altronde la plebe esibizionista che maneggia i soldi e si esalta per sport e spettacoli di massa cos’è se non l’emblema della destra da che mondo è mondo?

    Insomma i migliori sono di Destra!
    Cazzo!
    Di sinistra!

    ( l’inghilterre è infatti una nazione avanzatissima nella sinistra )

    La frase fra parentesi è del tutto calzante. Infatti la situazione pre 1914 è molto meno corrispondente alla situazione attuale nella plumbea e nefanda descrizione da MM fatta.

    “Per cui vorrei precisare che questa Destra ha avuto la colpa storica più grande di tutte: in Russia, in Germania, in Inghilterra e in Austro-Ungheria, ha scatenato la Grande Strage del 1914. Le catastrofi politiche successive sono quasi tutte una conseguenza di questa scelta.”

    Auguri!

    _________________________

    E’ evidente che sono cascato nel gioco di Miguel che oltre sparare stronzate je piace pure fare esperimenti sociologici sul suo blog.
    Ma il discorso meriterebbe di essere riprodotto in termini POLITICI.
    Perché se vogliamo davvero essere seri, dobbiamo svincolarci prima di tutto da una certa dose di indoeuropeizzazione.
    Infatti la tripartizione castalista ha spostato il fulcro economico finanziario dall’asse dei nobili ( abilmente tramutati in guerrieri nella vulgata ) a quello dei mercanti-artigiani-contadini-artisti-produttori tant’è che addirittura si è parlato di III stato con l’avvento dei borghesi, cosa del tutto impropria.
    E’ cosa chiaramente incomprensibile per chi valuta la politica solo sotto i parametri giurisdizionali.
    Veramente se uno mi dicesse che il feudalesimo fosse di Destra, a conti fatti è la robba più di sinistra che c’è stata!

    • daouda scrive:

      Se dunque :

      – si voleva dire che è uguale si mente
      – che l’una sia peggio dell’altra, si mente uguale
      – che oggi domini la destra ( oppure la sinistra ) tecnicamente si mente lo stesso

      Difatti destra e sinistra sono solo riferimenti usati per far vincere chi giostra i riferimenti, confondendoli, ribaltandoli, riaccorpandoli, riproponendoli dove non sono ed esacerbandoli quando serve ( ed infatti per vincere facile le dicotomie devono essere plurime, abilmente etichettate con questi due nomi direzionali per annacquarne la realtà stessa mischiando e potendo favorire uno sviluppo esponenziale di sigle impacchettate rispondenti allo spontaneo dikat autoinducentesi dall’uniformismo oppressivo ipnotico bla bla bla bla bla bla ).

      In definitiva MM si è dichiarato che cazzo ne sò , esiste una cosa spregievole per nazista buonista o cos’altro?
      La fanfara sulla decrescita e cose così è il disco che buono suonare, c’è chi suona e chi ascolta, e vai col tango!

    • daouda scrive:

      finisco con una domanda: cosa c’è di sinistra o di destra nello Stato? No perché a parlar chiaro si và.

      • rutt1 scrive:

        Daouda,

        da quello che capisco da quello che scrivi mi pare che nel merito sono anche d’accordo con te (esclusi gli attacchi personali a MM)

        Ma secondo me i tuoi interventi sono
        1. troppo lunghi e scritti male per aspettarti che vengano letti
        2. inspiegabilmente contro MM, per questioni che lasciano interdetti i lettori del blog — tra persone civili si attaccano le idee e non le persone

        Secondo me dovresti aprire un blog tuo dove ci racconti
        1. tutte le nefandezze e doppi fini del miguel
        2. le tue elucubrazioni, magari premurandoti di metterle in forma più digeribile.

        Se ti interessa che qualcuno le legga ovviamente eh.

        • daouda scrive:

          Pazienza.
          Ma ti insegno una cosa lapalissiana: ci sono momenti in cui venire alle mani come demolire verbalmente l’avversario è necessario.
          E’ inutile rispondere educatamente contro chi si spaccia per alternativo a, quando è invece propagatore di , ad un livello ulteriore.
          MM lo si scusa per due cose, ed io lo inzulto proprio per questo. 1 suppongo sia incosciamente un utile idiota 2 è comunque sia un tipo intelligente e sensibile.
          MA la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni e più vado avanti e più mi rendo conto che sia meno sensibile e meno intelligente di quel che credevo, e meno inconsciamente utile, ma semmai utile subconsciamente.
          Quando non scriverò più per commentare , praticamente si sarà solo rincojonito col passare degli anni rivelando la sua natura di transfuga.

        • daouda scrive:

          questo appena su scritto sul vergognarsi di insultare e pijà a pizze la gente quando vorrebbero assogettarti nella vergogna e nel silenzio e l’immobilità col loro “razzismo” cool si chiama tecnica della spirale in stasi del silenzio .
          Ma non si riferisce a MM perlomeno i primi due capoversi.

          Già scrivo troppo su internet ( per quanto sia stato censurato da parecchie parti , soprattutto religiose off cors ) a che serve apririsi un blog.
          Io colla gente ce parlo, ed insinuo pure bene le cose a falle capì, soprattutto quando me rendo conto dell’innocenza e dell’incompetenza altrui, o di personalità potenzialmente danneggianti.
          Qua sta robba nun ce e mme dovete subbì in un modo talmente facile che manco me leggete.
          Fateve ddi che fate molto male, nun siete allenati a tradurre i vostri rapporti colla gente.

          • rutt1 scrive:

            Ok:

            Tu scrivi male e non si capisce un cazzo di quello che vuoi dire.

          • daouda scrive:

            Dipende per chi scrivo. Non sto scrivendo semmai digito, ed in ogni modo comunicare qualcosa magari usando metodiche da retorica, cosa che dal vivo molto difficile, su internet è praticamente 0 ( quando però certo si vuole trasmettere la questione della faccenda reale che a conti fatti non è nient’altro che combattere La Guerra. Colpevoli nella misura in cui partecipiamo, contaminati dal mondo, per un motivo più banale che spirituale o foss’anco tirare in ballo la moralistica giacchetta trasversale della dignità è solo che ti stanno venendo a prendere. E’ solo che i tuoi figli moriranno davanti ai tuoi occhi. Vedi…adesso sto facendo un promemoria visivo a me stesso per digitare, esprimo proprio a me e mi dedico un monito che non implica nessun disprezzo o nessuna esclusione di possibilità di scelta.
            Sto qui davanti e posso fare ciò che voglio, ciò che riesco e ciò che lecito e allora dunque scegliere. Ma non si può non pagare. Io sto in pace solo con chi si paga la sua strada e mi fanno schifo le troppe idee e le troppe decorazioni )
            Io traspongo parlato, oltre ad essere disimparato nello scritto, pensato e di fatto.

            Ti faccio notare una cosa che ti farà capire subito che tu non ti paghi le tue idee ed il tuo buon comportamento sociale, quindi sei una persona pericolosa, perché sei un possibile traditore nel giorno che verrà.

            Persona —- idealità espresse
            Persona—- sentimenti espressi
            Persona—-artificialità espresse

            Persona che si modula in relazione e quindi si comporta e può anche essere criminale.

            Allora io sono cattolico o diciamo prisco nazareno giudeo-romano.

            Il discorso del peccato e non del peccatore è utile su vari piani.
            Innanzitutto il valore prettamente morale o comportamentale è solo conseguente, prima è metafisico per salvare il male come possibilità prodotta dal Bene ( quello delle favole, DIO ).
            Poi ci dev’essere la spiegazione eziologica ed escatologica ed è evidente che se tale male non ha valore in sè ma è relativo alla libertà dei liberi e quindi per forza di cose puri , deve per forza di cose essere ricompreso e recuperato e per quanto mi riguarda siamo all’apocatastasi.
            Purifichiamo ma l’ontologico bene rimane giust’appunto.
            Ora credi che chiunque ciancia di distinzione civile od ignori queste problematiche ha davvero delle argomentazioni per potere credere che sia possibile scindere la persona da queste cose.
            Questa è una superstizione.

  16. daouda scrive:

    -La sinistra non dice “tutti gli uomini sono uguali” ma “tutti gli uomini hanno uguali diritti”

    * Innanzitutto è una frase illogica sia l’una che l’altra. MA SIA DESTRA CHE SINISTRA POSSONO DIRE CIO’

    -ci si accusa a vicenda di essere incoerenti nell’ideale di sinistra

    * Giusto. MA a rovescio vale anche per la destra.

    -Cioè, siamo tutti d’accordo che ogni persona debba avere uguali diritti: non c’è storia, non c’è discussione.

    * la lobotomizzazione avanza incontrasta. Basterebbe chiedere di specificare per capire che è merda data dal culo.

    -chi non pensa che tutti debbano avere gli stessi diritti, non deve avere gli stessi diritti degli altri!

    * Cosa che realmente semmai è l’ammissione del suddetto da me, ma soprattutto mi concentrerei sull’abuso di quel termine ALTRI

    -Il fatto è che secondo me “la sinistra” crede che, sotto sotto, tutti gli uomini siano davvero uguali , solo che alcuni non l’hanno ancora scoperto

    * il che è del tutto illogico visto che nessuno è uguale e nessuno ha i medeismi diritti di un altro, destra e sinistra vanno per la loro strada SULLA RETORICA COMUNE CHE NON LE APPARTIENE A NESSUNO DELLE DUE.

    – la sinistra scopre miracolosamente di credere all’uguaglianza di tutti, tranne quella di retrogradi maschilisti; di amare “la diversità” di tutti, purché omologa alla propria: e quindi “levateje er voto”.

    * lo hanno sempre detto. Non è che se uno fà finta cambia eh

    -E prima poi si arriverà anche a “levateje er voto” ai musulmani, se sono troppo musulmani.

    * qui c’è tutta l’idiozia di Pino che non comprende che PRIMA gli si deve dare il voto per favorire disgregazione POI semmai je lo si leva finito il compitino

    ____________

    -Notevole un punto: la Destra, nella definizione di Miguel (che secondo me è la cultura dominante dell’Europa pre-guerre mondiali, sicuramente “non di sinistra”) ama la diversità

    * a me pare che sotto la cappella di sua maestà si fosse tutti uguali a mangiare merda, come mi sembra che tutti i movimenti sovversivi dell’ordine costituito fossero gioco forza, tempo incolto ed intecnologizato, di Destra contro la Sinistra.

    -è vero: quel particolare sistema di pensiero di destra ritiene fondamentale che gli uomini siano tutti diversi e disuguali tra loro.

    * il che è ovvio, ma sono uguali in quanto alla natura e la dignità, il che è altrettanto ovvio. Ma la diversità era valorizzata da lor signori? O non c’era un’uniforismo omologante favorito dalla non comunicazione facile e scarso giro di informazioni?
    Insomma se eri bujaccaro a Milano, in Inghilterra, in Africa o sulle Ande, sempre bujaccaro eri ed hai voja a sgrive!

    -Al contrario la Sinistra, a partire dalla Rivoluzione francese, si basa sull’idea che gli uomini siano tutti uguali e perfettamente intercambiabili tra loro , per cui se vai in Francia studi a scuola dei tuoi antenati Galli, se vai in Italia studi i Romani che ce l’avevano con i Galli di Brenno, se vai in Spagna boh il mito locale spagnolo, poi puoi fare la guerra tra Italia e Francia in eserciti perfettamente identici che si distinguono per il colore delle righe sui pantaloni.

    * Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
    Quindi nelle colonie africane studiavi mama afrika. In sud america hai studiato l’incas…
    Ma oltre questo semmai la rivoluzione francese ha detto che essendo tutti diversi dobbiamo implementà il mondo pé favorì la diversità stessa della comune natura ( che era la comune dignità negata dalla sinistra dell’anciet regime , perché altrimenti non potevi sposare o trattare con dei pari essendo tu una monade irraportabile non avendo nulla in comune ) ergo levare igustizia pé libberà noi stessi e favoricce perché semo diversi.
    Se ci pensi il fatto stesso che esista 1 voto 1 capa testimonia paradossalmente che non vale un cazzo nessuno per colpa dell’irraportabilità.
    _____________________

    -Pensiamo all’uguaglianza della costituzione che non dice “tutti gli uomini sono uguali” ma “sono uguali davanti alla legge”

    * tralasciando che il giudice non è né DIO né un computer né nell’analisi di un fattaccio si può sapere la totalità delle esigenze per emettere un giudizio, il principio della seconda parte esposto è un equivoco di sinistra allora caro roberto perché tu da ipocrita infame marciando su questa assurdità disconosci la realtà ed illudi la gente.
    Dai non servirebbe nemmeno far presente che nessuno è uguale davanti alla legge cazzo.

    _______________

    -Essendo un calciatore ha diritto a guadagnare cento volte quello che guadagna Caio?

    * vedi se devo difendere un calciatore, ma faccio presente che almeno questi ebeti non fanno del male a nessuno, ed ad eddere ridorodi guadagno un cazzo di niente rispetto a chi ha la legge dalla sua parte.
    Che un calciatore guadagni tanto così è dato dal mercato e la briglia sciolta.Ma il dilemma non è mai perché il mercato è troppo libero. In realtà è completamente l’opposto. PROPRIO LA CHIUSURA E LA COARTAZIONE DEL MERCATO favorisce certi buisness, l’usura essendo un esempio lampante di discriminazione alla libera attività e proprietà.
    E torniamo a bomba sul discorso delle case così.

    Mi sembrava abbastanza ovvio che non c’è alcun diritto a guadagnare così ma se non è un diritto è perché guardacaso è un lavoro, e non mi pare che ci sia scritto da statuto il compenso prestabilito per ogni cosa.

    __________

    -L’ufficiale giudiziario bussa alla porta di Caio, non a quella di Tizio.

    *dove uno ha diritto l’altro ha un dovere o di andarse affanculo, o di regalare quel che ha all’altro. Non sono cose coesistibili e non mi importa quale sia la legge. tu che sei feticista per la legge, dicidi chi ha ragione ma abbi l’accortezza di fare le tue menate propagandistiche da piagnisteo con un po di logica.

    _____________________

    -chi può dirsi proprietario di una casa?
    chiunque acquisti la casa secondo uno dei modi di proprietà previsti dalla legge (eredità, acquisto eccetera)
    questo quindi vale per tutti. non puoi dire caia non eredita la casa perché è femmina, o abdul non acquisice la proprietà della casa pagata perché è negro eccetera.

    * Ah beh Robbè. Tutto finché non cambiamo la legge , così sarà previsto che tu , che sei tupido e superstizioso verso la legge te la pijerai ander culo perché io mi beo così.
    Cazzo che logica!

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    -“tutti hanno diritto ad una casa” e potrebbe benissimo (anzi dovrebbe) essere una battaglia di sinistra, ma combattuta con armi di sinistra (= uguaglianza davanti alla legge).

    * veramente pure de destra…

    -cosa vuol dire? vuol dire che lo stato aiuta concretamente tizio caio e sempronio ad avere una casa (= edilizia popolare), senza distinguere tizio caio e sempronio per questioni come razza, religione, sesso eccetera.

    * di grazia queste distinzioni sancite dalla costituzione hanno valore perché gli stronzi che le avversano sono troppo deboli per ribbaltarle o perché ( indipendentemente dal progresso dell’ubamità ) sono cose ancestrali ed universali e giuste tou court?
    E’ chiaro che nel secondo caso abbisogneremmo di una dimostrazione che credo manchi da circa 3 milioni di anni prima che degli stronzi “inventassero” DIO.

    Voi state difendendo il gioco che vi ucciderà!
    ( sti cazzi de voi, mi preoccupo semmai del dolore innanzi ai vostri figli e nipoti torturati et ceter et cetera, magari quando vi sputeranno in faccia rimproverandovi per dire, ma questa è la tipica rivalsa del “te lo avevo detto” , il fatto è che creperete proprio male )
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    – L’esproprio “di Sinistra” non dovrebbe colpire Tizio per antipatia per lui. Dovrebbe colpire la proprietà privata in sé, che è la base materiale delle differenze sociali.

    * leggersi Bakunin per favore e soprattutto teletrasportarsi con viaggio nel tempo per, facendosi passare per ignudi barboni ( sennò il gioco non regge ) , rubargli gli abiti da pascià e vedere reazione pleaseeeeeeeeeee.
    La sinistra marxista non ha mai detto quello che stai scrivendo te che cazzo ( sempre se il marxismo sia mai stato di sinistra, si badi ) anche perché se leggi il manifesto ti rendi conto che è proprio quello che è: l’apologia della proprietà privata.

    ______________________

    -Vero, ma il discrimine è la lotta di classe. ( in grassetto ).

    * ci si chiede perché la si debba inventare. E se non bastasse questo, e sarebbe dovuto bastare a chiunque per sterminare ogni comunista ( d’alto bordo s’intenda, quelli ammanicati, i fomentatori ) dal globo e capire che tale movimento ha fatto più per i borghesi di qualsivoglia altra realtà politica.
    Ma tanto…

    • PinoMamet scrive:

      Beh, quello che mi colpisce davvero è la presenza di una vera e propria mitologia ormai assestata e definitiva su Babbo Natale: ha le renne che volano (delle quali si ricorda particolarmente Rudolph, non citato nell’articolo 😉 ) e gli elfi che lo aiutano.

      Quando ero piccolo io la figura, ricordo bene, aveva contorni assai più indistinti, perlomeno in Italia; e naturalmente nessuno si scandalizzava se un maestro o supplente specificavano che “non esisteva” 😉

      Negli USA, e forse in tanti altri posti, mi pare sia diventato ormai una “religione infantile” a tutti gli effetti, che non deve essere messa in discussione al di sotto dei 10 anni 😉

    • PinoMamet scrive:

      Lunghetto ma molto interessante.
      Come tipico di Blondet è molto informato su terminologie ebraiche ecc., però onestamente come spiegazione di certe storture del diritto israeliano, o della sua applicazione, non c’è bisogno di tirare in ballo il Talmud, né il presunto “genio ebraico” (ovviamente maligno) o la ancora più presunta “mancanza di anima di goyim secondo gli ebrei” (che non è vera).
      Israele nasce, diciamolo pure, occupando terre che erano abitate (poco o tanto lo trovo insignificante) da altri; e quindi si dota di una serie di leggi che garantiscono molto i “nuovi inquilini”, chiamiamoli così, e assai meno i “vecchi”. Il Talmud non c’entra molto (credo non sia neppure tra le fonti del diritto israeliano)

      • daouda scrive:

        La questione sui goym sarà inventata ma quella sui minim no.
        Praticamente il mondo pre 1914 era pieno di minim mica di goym…ed il fatto stesso che ci sia una voluta e subdola confusione tra i due termini ha risvolti ben più anti cristiani che antiebraici.

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