Micromondi

Ieri ho scritto al volo due righe sulla macroscopica guerra in Siria. Stamattina invece mi segnalano un episodio microscopico, che però aiuta a capire tante cose.

San Jacopino è un quartiere sì e no a mezzo chilometro dal Duomo di Firenze, dove però nessun turista metterebbe mai piede.

C’è una piazza non particolarmente bella, una chiesa e una fabbrica dismessa negli anni Settanta, dove gli abitanti del quartiere, sotto la guida di Lotta Continua, si barricarono  per impedire che venisse trasformata in una speculazione edilizia. Vinsero, e ne nacque un giardino tra due muri di cemento. Come tanti spazi pubblici, un po’ c’erano le mamme che portavano i bambini, e un po’ ci si andava a ubriacare, bucare o picchiare.

Finché, alcuni anni fa, un gruppo di residenti non riuscì a ottenerne le chiavi dal Comune e a prendersene cura. Una lotta quotidiana innanzitutto con la burocrazia per far vivere quella piccola zolla, che poi abbiamo imitato anche noi al Nidiaci.

Nei dintorni, ci sono diversi problemi, alcuni veri e altri meno.

Da una parte, locali rumorosi, gente che parcheggia come gli pare, rifiuti abbandonati e tutte le solite piccole prepotenze molto italiche che sommate rendono sgradevole la giornata.

Poi ci sono molti immigrati. Qualcuno è un poco di buono, ma nella grande maggioranza, si tratta di gente onesta che si fa il mazzo a lavorare.

Proprio per questo, capita talvota che i loro figli crescano in uno stato confusionale, visto che i genitori non possono fare più di tanto da guida – un po’ perché non conoscono a fondo il paese in cui si trovano, un po’ perché sono sempre al lavoro, un po’ perché i ragazzi vengono fagocitati dalla sottocultura da video rap guardati ossessivamente su Youtube, in genere assieme ad amici italiani (grazie ai genitori che danno loro lo smartphone in giovanissima età).

Così c’è un certo numero di giovani maschi oziosi, che si fanno le canne e finiscono di tanto in tanto per picchiarsi tra di loro. E qualche volta ci scappano pure piccoli furti o molestie. Magari ingigantiti dalla stampa locale, ma comunque fastidiosi.

Di conseguenza, altri giovani maschi oziosi, ma di origine autoctona, hanno costituito l’unico nucleo di estrema destra in tutta la città – Casa Pound addirittura ha una sede nel quartiere  (che peraltro è sempre stato un presidio elettorale del Partito Unico e del suo Grande Antenato).

Più importante di Casa Pound è un Comitato messo in piedi da alcuni commercianti, che alterna una serie di attività anche meritorie a denunce piuttosto rumorose di tutti ciò che a torto o a ragione ritengono costituisca degrado.

E’ una cosa comprensibile: il sistema in cui viviamo porta a delegare tutto a istituzioni anonime che offrono servizi, mentre chi fa da sé fa per tre, e si diverte pure. Riscoprendo quella cosa profondamente umana che è lo spirito di comunità.

Per dire, anche noi denunciamo spesso ciò che non va, stiamo anche iniziando un piccolo corso di autodifesa per le nostre donne e raccogliamo da noi i rifiuti.

Ogni primavera,  i nostri amici di San Jacopino organizzano nel giardino un’iniziativa che si chiama Parla come mangi, dove le mamme di ogni nazionalità cucinano a casa qualche piatto caratteristico e lo condividono in un grande picnic.

E’ un’iniziativa importante, perché non è calata dall’alto, non c’è lo psicopedagogo buonista con il ditino imparatore, non c’è l’assessore in parata.

Le donne straniere che talvolta non escono di casa, diventano protagoniste, in un contesto però protetto e fanno amicizie nuove. E poi il cibo è in genere fantastico.

In piena festa, piombano quelle del Comitato, facendosi una sorta di autovideo in stile Le Iene. In sostanza, dicono, se io commerciante devo rispettare le norme sulla somministrazione, le devono rispettare anche queste qui! E quindi chiamano vigili, carabinieri e polizia per impedire la festa.

Ovviamente hanno sbagliato alla grande, e infatti i vigili si sono messi a ridere: se io faccio commercio, certo che devo sottostare alle norme. Se io invece faccio un picnic gratuito assieme agli amici, possono benissimo cucinarmi quello che mi pare in casa.

Ma quello che è interessante è come il tentativo sacrosanto di migliorare il proprio quartiere, di tenere a bada lo spaccio, di fare da sé si trasforma nell’aspetto più devastante della globalizzazione: le signore del Comitato vorrebbero che ogni aspetto della vita venisse controllato dalla burocrazia;  che il fatto stesso di mangiare assieme agli amici dovesse passare per la cassa, con tanto di scontrino.

Vorrebbero che la gente vivesse in quel rancoroso isolamento, quell’eterna attesa che le “istituzioni facciano il loro dovere”, che è esattamente la principale fonte dell’aggressività, della diffidenza reciproca e del disprezzo del luogo in cui si vive che genera il degrado, che porta a vivere la vita, non  nei giardini ma nei centri commerciali. E che a lungo andare distrugge anche i piccoli esercizi di cui le signore si fanno paladine.

Certo, più degrado c’è, più c’è da mobilitarsi contro il degrado, ma avrebbero fatto molto meglio a portare qualche buon piatto toscano e condividerlo.

Insomma, un microscopico esempio di un meccanismo perverso che ormai riguarda tutto il paese.

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227 risposte a Micromondi

  1. Francesco scrive:

    Veramente è peggio di così: le signore del Comitato sono scandalizzate dall’idea della condivisione gratuita di beni. Cosa hanno detto dopo la spiega dei Vigili?

    Magari per il legittimo motivo che loro campano sulla trasformazione del pasto in merce, invece che in rito familiare o comunitario. Non voglio mica dire che sono cattive persone.

    Infatti esiste l’esito “buono” che si associno al picnicche con i piatti toscani – che poi tra il toscano stretto e il cingalese siamo lì, come comprensibilità.

    Ciao!

    PS per i giovani maschi temo che l’unica via di uscita sia … che noi si invada la Siria e la Libia e magari l’Egitto, allora sì che loro avrebbero da fare e noi consumeremmo le eccedenze. 🙁

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Francesco

      “Magari per il legittimo motivo che loro campano sulla trasformazione del pasto in merce, invece che in rito familiare o comunitario.”

      ma quando facciamo le feste noi, i commercianti ci regalano il cibo. Noi lo annunciamo, con tanto di ringraziamento pubblico. E tutti ne escono contenti, tanto volete che un piatto di cuscus cucinato da una mamma marocchina una volta faccia concorrenza al panettiere?

      • Francesco scrive:

        e cosa ne so? siete voi che siete fiorentini!

        magari nella loro testa immigrato=pericolo è un link fortissimo, che prevale sul buon senso

        tu racconta cosa succede da voi e magari gli sconvolgi le prospettive!

    • roberto scrive:

      se ho ben capito francesco, vuole dire che non è tanto vero che

      “le signore del Comitato vorrebbero che ogni aspetto della vita venisse controllato dalla burocrazia; ”

      vogliono piuttosto che per ogni aspetto della vita, loro ci possano guadagnare qualcosa.
      della burocrazia non gliene importa un fico secco, se non in quanto arma da guerra per arrivare al soldo.

      intendiamoci, le capisco perché vivono di quello.

      immagino però che ci siano mille modi più intelligenti e simpatici per “guadagnarci qualcosa”, invece che chiamare le guardie.
      per dire, se fossi panettiere, vi regalerei il pane per il picnic, sapendo che poi domani verrete da me a comprarlo

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “della burocrazia non gliene importa un fico secco, se non in quanto arma da guerra per arrivare al soldo.”

        certo, l’appello alle “regole” è quasi sempre per fare i propri interessi contro qualcuno.

        Solo che qui c’è una gratuita cattiveria in più. Infatti, capirei se avessero invocato le “regole””contro il solito “circolo culturale” che è in realtà un ristorante ma evade le tasse. Ma qui non c’è nessuna concorrenza.

        • Francesco scrive:

          figa Mig, il “circolo culturale” avrà degli amici e una storia, sono dei panettieri non dei Rambo!

          e allora se la prendono col picnicche

      • Chiamano terrorismo qualunque cosa non procuri loro un reddito, e in ultima analisi non c’è niente che non acettino o non approvino purché sia commessa per arricchimento.

  2. Miguel Martinez scrive:

    Credo che qui si vede ciò che davvero non va della Destra.

    Non sono oziose discussioni sulla storia di settant’anni fa, che non portano da nessuna parte, anzi servono solo a confondere le acque sul presente.

    Non è il sacrosanto spirito di identità e di comunità cui fa appello.

    E’ la necessità di negare sempre l’identità e la comunità degli altri, appellandosi quindi alla burocrazia e all’economia e potenziandone l’operato distruttivo.

    • Francesco scrive:

      Miguel

      un errore tipico è pensare che l’esistenza di una identità altrui sia una minaccia per la mia

      credo sia solo quello

      Ciao

  3. Miguel Martinez scrive:

    Tra l’altro la ASL di Firenze, per le feste di compleanno nelle scuole (che sono ovviamente cosa molto più delicata di un picnic tra amici in un giardino pubblico) dà dei semplici consigli di buon senso:

    “Non esistendo nel merito una vera e propria disposizione di legge che vieti l’introduzione a scuola di cibi casalinghi (la merenda portata da casa continua ad essere un’importante consuetudine per molti alunni), è la direzione scolastica che, avvalendosi delle prerogative ad essa attribuite, decide, assumendosene la responsabilità, se consentire o meno l’introduzione di alimenti non confezionati in occasione di eventi festivi che si svolgono in locali pubblici occasionalmente resi disponibili per uso privato.

    Nel caso in cui sia concesso di introdurre a scuola cibi preparati a casa il consiglio del settore sicurezza alimentare dell’Azienda sanitaria di Firenze è che non vengano impiegati preparati a base di prodotti crudi, si eviti la preparazione di torte con panna o creme fresche, si rinunci all’utilizzo di frutta secca a causa del potenziale potere allergenico. Viene inoltre consigliato di impiegare la frutta solo dopo averla accuratamente lavata e di optare per torte semplici (crostate, ciambelle, torte Paradiso, ecc.) che l’alta temperatura ed il periodo di stazionamento in forno rendono quasi sicure al 100%.”

  4. Miguel Martinez scrive:

    Io credo che le migrazioni di massa siano sempre sintomo di un male: quando io ero in Egitto, erano 60 milioni, oggi sono 100 milioni, un due-terzi-d’Italia in più, in un paese in collasso economico. Non è bello e simpatico, che si debba emigrare da una nave che affonda, e l’idea di 100 milioni di persone in potenziale fuga fa paura, a prescindere da come siano quelle persone.

    Vedo che ci sono anche singoli gruppi di migranti che occupano nicchie che vanno dallo spaccio alla prostituzione alle bande criminali.

    Mi rendo conto che tanti quartieri in Europa stanno diventando ghetti monoetnici, anche complice la crisi lavorativa ed economica e la gentrificazione dei centri storici.

    Quindi non gioco al buonista antirazzista.

    Bene, gli “autoctoni” possono scegliere cosa fare della grande maggioranza comunque potenzialmente sana, ma molto fragile, dei migranti.

    1) Sterminarli. A parte giudizi etici, sarebbe una soluzione efficace che risolverebbe tutti i problemi, però credo che concordiamo non sia fattibile.

    2) Cercare di tessere un rapporto con loro, basato sul comune amore e rispetto per i luoghi concreti che si condividono e in cui insieme cresciamo i nostri figli.

    3) Umiliarli, provocarli, isolarli, farli rinchiudere in ghetti rancorosi, accomunare la mamma che prepara la pita allo spacciatore e quello al bombarolo. Sapendo che la persona che ti sei fatta nemica resta sempre lì, solo che adesso ce l’ha con te.

    Ognuno scelga come fare.

    • Francesco scrive:

      2) questo presuppone avere figli, avere un rapporto col luogo in cui si vive, avere un concetto di “comune condivisione”

      cosa dicevi dello sterminio?

      😉

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “questo presuppone avere figli, avere un rapporto col luogo in cui si vive, avere un concetto di “comune condivisione””

        Beh, credo che la cartolaia Francesca Lorenzi (cartolaia, quindi non ha nemmeno un diretto problema con il cuscus o la pita delle mamme del picnic) abbia un rapporto col luogo in cui vive, visto che davvero si impegna per migliorarlo.

        Sullo sterminio, il mio è un giudizio tecnico. Sono convinto, ad esempio, che si potrebbe risolvere una volta per sempre problemi come le barzellette cretine, eliminando la specie umana. Anzi, sfido chiunque a dimostrarmi il contrario.

        • Francesco scrive:

          infatti concordo col tuo giudizio tecnico, hai assolutamente ragione

          • Miguel Martinez scrive:

            Per Francesco

            “infatti concordo col tuo giudizio tecnico, hai assolutamente ragione”

            il guaio è che se te ne lasci sfuggire uno solo, sei fritto. Come quelli che lasciarono in vita solo un piccolo ragazzino dagli occhi a mandorla, che poi divenne noto come Gengis Khan (con varie ortografie).

    • roberto scrive:

      questo però è quello che dicevo io quando vedevamo masse di disperati bloccate in un prato fra la serbia e l’ungheria!

  5. Allora.
    La geniale autrice del video è una certa Francesca Lorenzi, cartolaia della zona con un passato in politica (trentotto preferenze su oltre centoottantasettemila voti validi). Negli ultimi anni ha frequentato tutte le formazioni “occidentaliste” presenti in città, Boutique Pound compresa.
    Ora, il suo problema è che a Firenze chi vuole fare politica di destra si iscrive al PD.
    Un altro problema (stavolta di tutte le persone serie) è che l’offerta politica propria dell’occidentalame è l’unica disponibile sulla piazza. Ed è gremita di partiti e partitini che promettono tutti la stessa weltanschauung da ottantaseienne con le doppiette nella vetrina in tinello, la televisione sempre accesa, un cane mordace nella resede condonata e un’opinione della vita degna di un paziente affetto da un brutto cancro metastatico.
    Farsi notare, insomma, è dura.
    Di qui una spettacolosa corsa al ribasso, in cui vince chi ha più sprezzo del ridicolo.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Insco

      “Francesca Lorenzi, cartolaia della zona”

      Calcola che io ho una discreta simpatia per la categoria delle cartolaie: due su tre a San Frediano sono nostre socie, e ci danno una bel sostegno.

      Non è nemmeno detto che siano diversissime dalla cartolaia di cui stiamo parlando, semplicemente si trovano in una situazione diversa. Certo, non si sognerebbero di piombare in un giorno di sole in un giardino e chiamare i vigili per impedire a mamme e bambini di farsi un picnic, ma probabilmente ci sono molte cose in comune tra piccoli esercenti dalla Parte Giusta dell’Arno e quelli dalla Parte Sbagliata.

      E’ proprio su questa sottile somiglianza/differenza, che si innesta tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni.

  6. Roberto scrive:

    Ho visto il video….
    È una tipa che come motto ha memento audere semper, un post se la prende con i rossi e l’altro con i negri, direi che può essere messa nel bidone della monnezza della storia.
    Ciò detto mi colpisce il livore gratuito. Cazzo sei in un parco, con il sole, con un sacco di gente allegra, cibo buono e hai l’espressione di una stitica che non la fa da due settimane??? Eddai, chillax!

  7. Peucezio scrive:

    Miguel,
    in questo post hai colto un punto fondamentale, una delle fisime più profonde e radicate, e delle più micidiali e rovinose, della società attuale.

    Ultimamente mi è capitato di discutere su un gruppo facebook dedicato a Matera, da gente del posto.
    A un certo punto qualcuno ha fatto un post con tanto di foto in cui esprimeva scandalo e raccapriccio perché una famigliola era andata a fare il picnico, con tanto di sedie e tavolini, in una zona piuttosto isolata e deserta del Sasso Caveoso (uno dei due rioni dei Sassi, quello più primitivo con le grotte meno monumentali).
    La famigliola in realtà dopo ha ripulito tutto e ha lasciato il luogo esattamente come l’aveva trovato.
    Ma questi qua (perché all’indignazione dell’autore del post si è accodata una pletora di gente) esprimevano raccapriccio e sdegno! Perché che figura facciamo con i turisti, i Sassi sono un monumento sacro, intangibile, sarebbe come se la gente facesse il picnic a Pompei e via delirando.
    Ho fatto sommessamente notare che nei Sassi ci vivevano contadini stipati in grotte con famiglie di dodici persone in una stanza condivisa con l’asino, il maiale e le galline e che quindi stavano sempre fuori, all’aria aperta, specialmente d’estate e di picnic così ne facevano tutti i giorni e che è i Sassi sono stato svuotati perché effettivamente la vita vi era diventata invivibile, ma oggi si cerca grazie a Dio di rivitalizzarli, con i bar, le botteghe artigiane, i ristoranti e anche tanti privati che li ristrutturano all’interno e ci vanno a vivere. E che invece non c’è modo più sicuro di frenare questa rivitalizzazione che trasformarli in un museo a cielo aperto per i turisti (che non si capisce cosa trovino di bello nel visitare un luogo morto: come se io andassi a visitare Parigi o Londra e non ci fosse nesusno, tipo paesaggio postapocalittico, come in quel racconto di quell’orrenda distopia su Firenze che postasti qualche tempo fa).

    Un’altra volta, nello stesso gruppo, c’era uno che criticava le macchine in piazza del Duomo (sempre zona Sassi) e invocava la ZTL anche nelle adiacenti vie del centro (che peraltro NON fanno parte dei Sassi). Effettivamente il Domo senza Sassi forse ci guadagna esteticamente, ma bisogna sempre contemperare le esigenze, soprattutto tenendo conto che in quei posti la gente ci abita e la sua vita non può diventare una corsa a ostacoli.

    Ma tutto questo, come il caso fiorentino che hai citato tu, vengono sempre dalla stessa spinta (è la stessa che si vede dappertutto), cioè il volere un mondo museale, ordinato, pulito, senza cose e soprattutto senza persone, senza nessuna manifestazione della vita. Il nulla, alla fin fine. Meno metafisicamente un mondo in cui ci sono solo io, con il mio spazio privato, dove mi faccio gli stracazzi miei, e fuori il deserto (perché tutti e tutto dà fastidio, fa rumore, crea disordine), o al massimo degli sfondi, delle specie di cartoline giganti materializzate, in 3D, oppure il bosco, silenzioso, ove non c’è anima viva, ma solo la natura vergine.

    Secondo me il lato economico non c’entra nulla, questa è gente che vuole un mondo ingessato, senza vita: per loro il chiasso dei bambini, le attività degli adulti, il ciclo della vita, la nascita, la crescita, la vecchiaia e la morte, la voce umana, la stessa respirazione (altrui ovviamente) sono manifestazioni di disordine.

    E’ lo spirito borghese all’ennesima potenza, l’ordine e la pulizia che arrivano a rimuovere l’universo come elemento disordinato.

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “in questo post hai colto un punto fondamentale, una delle fisime più profonde e radicate, e delle più micidiali e rovinose, della società attuale.”

      E’ vero.

      Poi magari la cartolaia è un po’ meno asetticamente perfetta, ma è proprio così.

    • PinoMamet scrive:

      OMDAP

      c’è una fortissima spinta a trasformare il mondo in un aeroporto, centro commerciale, corsia di ospedale, in un luogo insomma “sicuro” , “igienico”, quanto anonimo, fermo… morto.

      Un po’ la stessa tendenza per cui i bambini giocano sempre meno all’aperto
      (e addirittura, mi dicono amici genitori, sempre meno partecipano a sport che richiedano di stare all’aperto, anche completamente “sicuri”, “certificati” ecc.)
      mentre gli si moltiplicano le attività in palestre e scuole varie, i corsi e così via
      (che io credo spesso mortifichino il divertimento), sicché finiscono poi per ritagliarsi l’unico angolo di libertà nel mondo virtuale dei telefonini e dei computer…

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        pensa che ho dovuto discutere con un mio amico, perché quando lo portai in Puglia la prima volta (lui, pur di origine pugliese non c’era mai stato), eccepiva sul fatto che i bambini giocassero nelle piazze davanti alle cattedrali, che è uno degli elementi di bellezza dei paesi e delle cattedrali pugliesi.

        In Sicilia un sindaco rincoglionito ha fatto pure un’ordinanza…

      • Francesco scrive:

        i bambini giocano sempre meno all’aperto … giuro che qui a Milano appena esce il sole ogni pezzo d’erba è un campo di calcio

        oppure una spiaggia per sdraiarsi e allungare le mani sulle ragazze

        l’unica cosa che non esiste è giocare per strada

        per me dovreste venire a vivere qui

        😀

        • Peucezio scrive:

          Francesco,
          ogni volta che parli di Milano sai che impressione ho?
          Che tu abbia in casa una macchina del tempo.
          Quando scrivi qui (su tutti gli altri argomenti), sei nel presente e infatti parli di politica, cronaca, ecc.
          Quando esci di casa, passi prima dalla macchina del tempo e ti trovi magicamente catapultato nella Milano degli anni ’50.

          In ogni caso la Puglia ha due cose belle, rispetto alla Lombardia:
          1) l’erba praticamente non esiste: le città e i paesi hanno pochissimo verde e le campagne sono fatte di zolle, uliveti, insomma, non di prati erbosi;
          2) per i bambini ogni pezzo d’asfalto (o anche di chianca) dove non sfreccino le macchine è un campo di calcio.

          • Francesco scrive:

            Peucezio

            prima di scrivere di Milano io tiro un bel respiro, per essere sicuro di non fare quello che dici

            nel caso di specie, attraverso la strada e vado sotto i grattacieli, oppure mi guardo in giro mentre vado al metrò

            ti giuro che i due parchetti sono – sole permettendo – sempre pieni di bambini che giocano a calcio (con la maglietta di Messi o Ronaldo, sigh) e di fanciulli che ci provano con fanciulle – alcune anche carine

            di solito tutti vestiti o svestiti malissimo

            ciao

        • PinoMamet scrive:

          “giuro che qui a Milano appena esce il sole ogni pezzo d’erba è un campo di calcio”

          ti credo sulla parola: non ho mai visto il sole a Milano 😀

          scherzi a parte, mah… arimah…

          mi accodo alle perplessità peucetiche.

          • Francesco scrive:

            sentite, se vi posto le foto mi mettono dentro per pedopornografia, quindi fidatevi: non ci guadagno nulla a sparare bugie

            appena c’è il sole, i tre pezzi di verde (che dirli parchi sarebbe esagerato) si riempiono di esseri umani

            molti giovanissimi portati in passeggino

            molti giovani corrono dietro a oggetti sferici

            molti giovinastri sbavano dietro alli fimmini

            molti vecchi portati a spasso da badanti (o dal coniuge)

          • roberto scrive:

            devo dire che pure alle mie latitudini è così….sarà l’eccitazione di vedere di tanto in tanto il sole

          • roberto scrive:

            quelli che qui mancano clamorosamente all’aria aperta sono i post adolescenti, i 20-25enni.

          • Peucezio scrive:

            Francesco,
            se lo dici ci credo.
            Forse abiti in uno dei pochi quartieri vivaci di Milano.
            Ma, per curiosità, sono italiani o immigrati? O misti?

            Vicino casa mia ci sono tre giardini, uno proprio sotto casao, ma non ho mai visto giocare a pallone, almeno in quello sotto casa (che forse non si presta moltissimo). Ci vedo solo adulti con bambini piccoli, anziani e mezza teppaglia (ma abbastanza innocua).

            • Francesco scrive:

              i giovani – diciamo fino ai 18 anni – tendono al più selvaggio meticciato

              e a vestirsi (o essere vestiti) a schifio

              i vecchi sono italici (non le badanti)

              quelli dell’età di mezzo (genitori) sono anche loro molto misti, tendenzialmente pare l’ultima Pasqua di Gesù, da ogni parte del mondo conosciuto

              ciao

              PS vivaci? non certo nel senso del Nidiaci ma la potenza del connubio sole+erba spazza via le distinzioni etniche e di classe

          • PinoMamet scrive:

            Ma no Francè, mi fido, ci mancherebbe.

            A dire il vero mi stupisce sempre come le persone vedano e descrivano cose diverse, ma magari verdissime tutte, dello stesso posto.
            Penso sia statisticamente vero che le mamme di oggi preferiscano avere il bambino al corso in palestra che fuori sotto la pioggia o vicino al traffico.

            E sarà sicuramente vero che i ragazzini milanesi approfittano del sole per fare i ragazzini.

            Pensa a quanto dobbiamo prendere con le pinze le descrizioni degli storici antichi!!

            • Francesco scrive:

              Pino,

              diciamo che DA SOLI (senza adulti) i pargoli li vedi dai 15 anni in su, quando fanno paura loro e non viceversa

              e fumano come turchi

              • paniscus scrive:

                diciamo che DA SOLI (senza adulti) i pargoli li vedi dai 15 anni in su, quando fanno paura loro e non viceversa
                e fumano come turchi
                ————–

                A quanto vedo in giro io, l’abitudine a “fumare come turchi” tra gli adolescenti è sensibilmente diminuita da qualche anno, ossia da quando succede che qualsiasi istante libero venga immediatamente riempito con lo spippolamento su whatsapp o su instagram.

                Cioè, in pratica, una volta li vedevi accendersi la sigaretta nei tempi morti, mentre erano in attesa alla fermata dell’autobus, o negli ultimi cinque minuti davanti al cancello della scuola prima di entrare a lezione.

                Adesso, in quelle stesse circostanze, hanno bisogno di avere le mani libere per picchiettare freneticamente sul display, e quindi fumano meno.

                In pratica, hanno sostituito la dipendenza da nicotina con la dipendenza da smartphone e da social… non posso sapere se per la salute complessiva, a lungo termine, si rivelerà meglio o peggio!

              • Francesco scrive:

                qui fumano parecchio, con mio rammarico da vecchio bacucco

    • Z. scrive:

      Peucè,

      a dire il vero il Caveoso me lo ricordo disabitato, a differenza dell’altro che effettivamente è stato ricolonizzato. Non so se vi siano piani di recupero (bisogna dire che il Barisano così come l’hanno recuperato è davvero bello).

      Però in effetti non hai tutti i torti. Sembra diventi sempre più difficile stare in mezzo agli altri.

      E voi, voi che sfogate rabbia random e dati personali via social – che sono strumenti neutri, esattamente come le mine antiuomo: dipende per cosa li si usa – voi date il vostro piccolo contributo alla distruzione della civiltà.

      Un giorno, troppo tardi, mi darete SINANCO ragione 😉

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Z

        ” social – che sono strumenti neutri, esattamente come le mine antiuomo: dipende per cosa li si usa”

        bellissimo!

      • Peucezio scrive:

        Z.,
        non immaginavo conoscessi così bene i Sassi!

        In effetti è verissimo, il Caveoso è molto più disabitato.
        (Anche se mi ricordo un pub che frequentavo in pieno Caveoso: qualcosina c’è anche lì; inoltre la zona della piazza dove c’è San Pietro Caveoso è molto vitale, mi pare ci siano anche dei B&B)

        Comunque lì era la parte completamente disabitata, non quella che prendi risalendo lungo la strada principale, ma quella a cui si arriva andando sulla destra oltre San Pietro Caveoso e proseguendo costeggiando la gravina.

        Una ragione in più per vitalizzarlo, fosse pure con un picnic!

    • Francesco scrive:

      i borghesi stanno benissimo tra loro! è con aristocratici e popolino che abbiamo dei problemi

      e mica sempre

      🙂

      • PinoMamet scrive:

        Pensa- e lo dico senza nessuna polemica, proprio come informazione, e per darti ragione- che noialtri aristocratici&popolino
        (la famiglia, dal 1200 in poi, ha oscillato tra entrambe le posizioni, come scrivevo altrove: oh, mica alta nobiltà, ma qualche cavaliere lo abbiamo avuto; la maggior parte si è attestata sulla posizione intermedia, e molto emiliana, degli yeomen)

        noialtri insomma, io perlomeno, mi sono sempre trovato a disagio con i borghesi.

        Proprio, valori diversi. I borghesi sono troppo poco “briganti” per i miei gusti…

        • Francesco scrive:

          in effetti, PER ME, sarebbe proprio il brigantato il problema

          il rispetto della legge è un presupposto di umanità che non riesco a lasciare da parte

          e quello del buon gusto nel vestire, tutto sommato

          mentre il fatto di essere interisti, neri, musulmani o gai non sarebbe dirimente. forse potrei avere difficoltà con i radicalscicche, quelli rompono veramente

        • PinoMamet scrive:

          “il rispetto della legge è un presupposto di umanità che non riesco a lasciare da parte”

          Per me è proprio il contrario: se una cosa è permessa o addirittura obbligata dalla legge, comincia a piacermi poco o a sembrarmi sospetta.

  8. Mario scrive:

    ma nella grande maggioranza, si tratta di gente onesta che si fa il mazzo a lavorare.

    Non ci siamo, carissimo Miguel. Anche tu cadi nella trappola della melassa immigrazionista, questo pantheon stregonesco ossequiato dai sacerdoti della controiniziazione Saviano e Littizzetto?
    Non basta che l’immigrato sia onesto; non basta neppure che egli lavori, perché il lavoro abbrutisce l’uomo, soprattutto quello moderno: l’africano diviene pericolosissimo se chiamato a prestare una qualsiasi opera. “Labor” significa “fatica”, e fu punizione dell’errore primo: anche dell’uomo bianco, incolpevole perché la mela, è risaputo anche dalle orride femministe, la mangiò Eva.
    Egli, l’allogeno extraeuropoide, dovrebbe condividere il medesimo paesaggio interiore dei popoli bianchi, chiamati da Baldr da Thule ad una missione di dominio dell’altrui razza, con distanza e equanimità. Ciò è impossibile: ciò non è auspicabile.
    Suggeriremmo, nelle more della cacciata globale di regolari e non, la creazione di enclave ermeticamente concluse, in cui si condividono donne e beni da parte di consanguinei. Sarebbe la disintegrazione del sistema.

    • Z. scrive:

      Nelle more della cacciata globale dei regolari o nella regolarità della cacciata globale dei mori?

      PS: condivisione di donne da parte di consanguinei? cioè condividere la moglie col fratello? Mario, lo sapevo che eri per la distruzione della famiglia e infatti l’avevo già scritto, ma questo francamente è troppo!

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mario

      “Egli, l’allogeno extraeuropoide, dovrebbe condividere il medesimo paesaggio interiore dei popoli bianchi, chiamati da Baldr da Thule ad una missione di dominio dell’altrui razza, con distanza e equanimità.”

      C’è un bell’esempio della Missione di Dominio.

      https://www.politico.eu/article/eus-milk-scramble-for-africa/

      Funziona così:

      1) l’Europa ha gigantesche fabbriche di animali, con pochissimi lavoratori, in mano a quattro o cinque grossi finanzieri, che consumano vaste quantità di cibo tratto da campi industrialmente coltivati a pesticidi

      2) Queste fabbriche vengono mantenute anche con i soldi pubblici, per cui producono – oltre al metano che fa effetto serra – anche una quantità incontrollabile di latte

      3) Allora vendono le eccedenze di latte in Africa, in forma di polvere che poi viene rianimata con acqua magari non pulitissima

      4) I prezzi sono talmente bassi che mandano in rovina pastori e allevatori africani

      5) I quali quindi emigrano in Europa.

      • Francesco scrive:

        è colpa di voi comunisti, che avete allontanato il mercato dall’agricoltura!

        😀

        xMario: se quel piccolo fesso di Adama avesse sorvegliato sua moglie come si deve, invece di permettere che uno sconosciuto le parlasse IN PRIVATO, non sarebbe successo nulla! è chiaramente colpa dell’uomo

      • paniscus scrive:

        Senza contare che la maggior parte delle popolazioni africane è intollerante al lattosio, come è normale per quasi tutta la specie umana tranne una piccola minoranza eccentrica di origine europea…

        http://lattosiono.it/wp-content/uploads/2016/05/immagine-5.jpg?x43410

        Quindi, che glielo vendono a fare, tutto quel latte?

        • Peucezio scrive:

          Lisa,
          ma sei sicura che non sia un fatto recente?

          A me tutte ‘ste intolleranze mi puzzano. Una volta nessuno era intollerante a niente e praticamente non esistevano nemmeno le allergie.
          Quando un bambino rifiutava un cibo, glie lo facevano mangiare a suon di ceffoni.

          L’allergia è l’allergia, è qualcosa di clinicamente definito. E si sono diffuse fra la popolazione esponenzialmente, forse perché mangiamo roba talmente alterata e inquinata industrialmente, che ci rovina

          Ma l’intolleranza che cavolo è? Esiste una definizione clinica? Qual è il medico che diagnostica un’intolleranza? Il nutrizionista? Ma esiste davvero una specializzazione in “nutrizionismo” come c’è quella in gastroenterologia o in neurologia?
          Secondo me quelle che chiamano intolleranze sono forme di autosuggestione. Cioè a uno non gli piace un certo cibo e dice che è intollerante.

          Anch’io, a questa stregua, sono intollerante alla frutta: mi fa orrore, la trovo sgradevolissima sia come sapore che come consistenza. Ma credo che se stessi morendo di fame arriverei persino a mangiarla (come la gente sui barconi per non morire di sete beve il pisciaturo) e sono convinto che la digerirei bene e non mi arrecherebbe nessun fastidio (superato quello di mangiarla).

          • Z. scrive:

            Questa, tra tutte le tue stranezze, è quella che mi sembra più genuina e sinanco più bizzarra: la tua fructofobia!

            Un dubbio: com’è possibile bere il “pisciaturo”? semmai il pisciato 🙂

            • Peucezio scrive:

              Uso i regionalismi e non capisci e hai ragione!

              Quell’-uro non è il suffisso del participio futuro latino -URUS, ma viene, per metafonesi, dal suffisso -ORIUS.
              In Puglia il pisciaturo può essere sia il contenitore della piscia (l’orinale), che, in alcune località, fra cui Bari, l’urina stessa.

          • roberto scrive:

            ” Qual è il medico che diagnostica un’intolleranza”

            peucezio,

            per l’intolleranza al lattosio ahimé posso rispondere io.

            c’è un test che si chiama “breath test”, ti fanno bere una schifezza e poi soffiare in un cazzabubbolo che ti misura non so cosa, il non so cosa essendo una misura della quantità di lattasi che hai (la lattasi è un enzima che serve a digerire il latte).
            da noi si fa in ospedale nella clinica di gastroenterologia

            da quello che ho capito la lattasi può ridursi con l’età, ed è effettivamente quello che mi è successo. a venticinque anni tornavo dall’allenamento e bevevo senza compo ferire un cartone da un litro di latte. oggigiorno metto due spruzzi di latte nel caffé e passo tre ore in bagno
            (mia madre idem).

            poi ci sono cose che mi fanno più effetto di altre. Il parmigiano lo posso mangiare senza nessun problema, mozzarella, me la cavo, panna è veleno….

          • paniscus scrive:

            Lisa,
            ma sei sicura che non sia un fatto recente?
            ————————–

            La TOLLERANZA al lattosio è un fatto recente (dal punto di vista biologico), ovvero si è diffusa in una parte (minoritaria) della specie umana solo poche migliaia di anni fa, mentre per i quattrocentomila anni precedenti non esisteva (e ha continuato a non esistere per tutto il resto della specie, che è la maggioranza dell’umanità, anche attuale).

            Per digerire il latte ci vuole un enzima specifico, che si chiama lattasi.

            Per la stragrande maggioranza della storia della specie umana (e presumibilmente anche quella di altri mammiferi), l’organismo è stato geneticamente predisposto per produrre l’enzima lattasi solo nella prima infanzia (cioè, quando ci si nutre di latte materno) e perdere questa funzionalità dopo qualche anno.

            A un certo punto della preistoria è capitata una mutazione casuale che ha portato una parte degli umani a conservare la produzione di lattasi anche da adulti. Ovviamente quella mutazione, di per sé, non era né utile né dannosa, ma era completamente indifferente, in popolazioni che non conoscevano ancora la pastorizia e che quindi non avevano nessuna occasione di consumare il latte in età adulta… quindi non è stata selezionata né in positivo né in negativo, si è appunto diffusa un po’ a caso.

            Soltanto nelle popolazioni che hanno cominciato per prime ad allevare bovini, pecore e capre, si è rivelata una risorsa positiva, e quindi ha avuto un grande successo evolutivo e si è diffusa di più.

            Davvero non lo sapevi?

            https://it.wikipedia.org/wiki/Persistenza_di_lattasi

            Che poi, in ambiente occidentale-moderno-benestante, la maggior parte delle cosiddette intolleranze siano bufale modaiole, capricci personali, o trucchi pubblicitari inventati da nutrizionisti e guru del fitness per vendere diete stravaganti, sono d’accordo. Se uno mi dice che è intollerante ai carciofi, francamente, lo trovo patetico (a meno che non si tratti di allergia, che è tutt’altra cosa dalle intolleranze).

            Ma che si metta in dubbio l’esistenza dell’intolleranza al lattosio (che appunto è diffsissima in popolazioni che non hanno certo avuto grosse occasioni di farsi influenzare dai dietologi new age), mi meraviglia parecchio!

            • Peucezio scrive:

              Lisa,
              “Davvero non lo sapevi? ”

              Non ne avevo la più pallida idea.
              Pensavo fosse quasi come l’intolleranza al carciofo che hai citato.
              Ma quindi gli africani, indiani, molto sudamericani adulti non bevono latte?
              Ma nemmeno latticini?
              Cioè un negro o uno di Ceylon, per dire, n on si può fare una bella mozzarella? Nemmeno nella pizza…?
              I negri americani non mangiano la pizza margherita ad esempio?
              Strano…

            • Peucezio scrive:

              Vedo ora, rivedendo la carta, che Cina e Giappone fanno parte di quelli quasi tutti intolleranti.
              Devo chiedere a mia cugina giapponese, per curiosità.

              Che tristezza però, senza una bella mozzarella oppure una bella caciotta toscana stagionata…

              • mirkhond scrive:

                Hai una cugina giapponese?

              • paniscus scrive:

                La molecola del lattosio si spezza da sola quando il latte viene sottoposto a fermentazione o ad altri processi di trasformazione, e non ha più bisogno dell’enzima lattasi per essere digerita.

                Per cui, esiste una notevole percentuale di esseri umani che non digerisce il latte da bere direttamente, ma non ha alcun problema con lo yogurt o con molti tipi di formaggi.

                Poi esistono anche delle forme di “allergia alle proteine del latte vaccino” che sono una cosa completamente diversa dall’intolleranza al lattosio.

                Ad esempio, che so, un “allergico alle proteine del latte vaccino” ha dei problemi sia con il latte, che con tutti i suoi derivati di origine bovina, ma magari tollera benissimo quelli di capra o di pecora… mentre un “intollerante al lattosio” non digerisce nessun tipo di latte, ma digerisce yogurt e formaggi senza problemi.

              • Peucezio scrive:

                Mirkhond,
                non te ne ho mai parlato?
                Acquisita ovviamente, moglie di cugino.

            • PinoMamet scrive:

              Io odio da sempre i formaggi, non ne sopporto l’odore e a malapena la vista;

              non so se questo abbia qualcosa a che fare col lattosio, però.

              • Roberto scrive:

                Io li adoro e me li mangio pure s mi fanno venire il mal di pancia

              • Peucezio scrive:

                IO ho perso l’abitudine di bere il latte, che quindi mi risulta un po’ pesante, ma quando mi è capitato di riabituarmi a berlo, non ho avuto problemi.
                In generale non amo le bevande suscettibili di essere bevute calde, per cui non vado pazzo per il tè (anche se a volte, se me lo offrono, lo bevo), né per il caffè (che ultimamente, avendo perso la dipendenza da caffeina, non bevo quasi mai; quelle poche volte dev’essere espresso, molto corto e molto zuccherato, niente moka o simili, quasi solido insomma, una crema).
                Il latte, quelle rarissime volte in cui lo bevo, lo bevo ghiacciato, se no mi fa schifo (come l’acqua e ogni altra bevanda d’altronde).
                Ma il mio concetto di bere, a parte l’acqua (ne bevo tanta), contempla gli alcolici (ecco, i superalcolici sono le poche bevande che tollero a temperatura ambiente: grappe, whisky, amari… ma la vodka mi piace ghiacciata, con buona pace dei russi) e, ogni tanto, qualche bevanda frizzante tipo Chinotto.

                Per vostra informazione il vino rosso lo bevo di frigo, come fanno i contadini pugliesi, suscitando l’orrore di sommelier e appassionati vari. E mi piace nel bicchiere non a calice, quello in cui si beve l’acqua.

              • mirkhond scrive:

                “non te ne ho mai parlato?”

                Lo apprendo solo adesso?
                E’ la moglie di uno dei cugini spagnoli?

              • mirkhond scrive:

                Lo apprendo solo adesso (senza punto interrogativo).

              • Roberto scrive:

                “la vodka mi piace ghiacciata, con buona pace dei russi”

                Pure a me, ma ai russi non piace ghiacciata? L’ho bevuta una volta a temperatura ambiente in famiglia, ma pensavo fossero strani loro!

              • Peucezio scrive:

                I russi la bevono a temperatura ambiente, quale che sia.
                E pura, senza mischiarla con altro o, al massimo, mettendoci dentro erbe o altre cose in modo che dopo tempo ne prenda il sapore.

                E’ del tutto estranea al loro costume la vodka ghiacciata.

              • Z. scrive:

                Il vino rosso a temperatura frigo… uno dei motivi per cui non potrò mai essere un bolognese DOC 😀

              • Peucezio scrive:

                Perché, lo fanno anche a Bologna?

              • Z. scrive:

                Eeeh lo fanno, lo fanno…

              • Peucezio scrive:

                Estendo all’area felsinea la mia idea di perimetro della Civiltà.

  9. Mario scrive:

    Per consanguinei intendiamo connazionali, ove “natio”=”ethos”, cioè, in ultima analisi, “ethnos”.

  10. Mario scrive:

    Ed è proprio sulla base dell’oggettivo paradigma etnico –il sangue è vita, lo dicono anche le fumisterie semitiche. meglio, noi diremmo, è spirito– che va riscoperta la radice ultima dell’europoide, un minimo comun denominatore che abbraccia i grandi popoli bianchi di conquistatori ed esclude –discrimina, in senso etimologico– tutto il resto, anche per il bene di quest’ultima marmaglia informe: che va compresa ed aiutata, purtuttavia.
    Selezione, durezza, gerarchia, acquisto da parte del lavoratore meritevole di posizioni di potenza, e diminuzione di salario se si è più produttivi (il denaro è lo sterco del demonio, l’efficientismo uno dei mali del capitalesimo). Potenza: questa la parola chiave della nuova risorgenza di Occidente, ormai prossima a venire. Già la scorgiamo, dalla nostra palafitta al centro di Velletri, lontana ma quasi distinta nel suo fulgore appena smussato dalle nostre perenni inquietudini di Arii occidentali.

    • Centro di Velletri?
      Beh, portate i miei saluti al famoso frate…!

    • Francesco scrive:

      aspetta un attimo, stai cercando di ottenere più Potenza con meno Efficienza? i miei istinti di ingegnere dicono che non fuziona granchè

      poi come la metti con i gialli? selezione, durezza, gerarchia, potenza … è roba per loro temo

      Shangrila batte Thule?

    • Miguel Martinez scrive:

      Sempre per Mario

      “Potenza: questa la parola chiave della nuova risorgenza di Occidente, ormai prossima a venire.”

      Bene, hai descritto un mondo che esiste nella tua immaginazione.

      Va benissimo, ho un grande rispetto del mundus imaginalis, come ben descritto a suo tempo da Michael Ende.

      “Potenza” vuol dir poter fare, agire nel mondo, lasciare il proprio segno sulle cose.

      Nella tua breve vita, stai facendo qualcosa per far avverare il mondo che descrivi?

  11. Mario scrive:

    Per Miguel

    Non intendevamo certo il dominio usurocratico praticato dalla perfida Albione, su larga scala, e dai suoi satelliti. Volevamo invece riferirci ad un dominio, distante ma equanime, sulle altrui etnie (con eccezione della gloriosa razza gialla, della quale un tempo eravamo lontani sodali: e che merita, per le sue grandiose conquiste culturali, di esser posta sul medesimo piedistallo della bianca), in virtù della missione dell’indoario: che scaturisce da una considerazione –osservazione delle stelle nei cieli, da cui trarre l’imperativo del comando e dell’azione– e che volge all’ordine codesta valle di lacrime, trasmutandola così in riflesso del modello progettato con inflessibile semplicità dal Signore degli Arii.

    • Francesco scrive:

      ma la gloriosa razza gialla (GRG) ha lo Signore degli Arii? possiamo chiamare questi Gloria Razza Bianca (GRB)?

      e la tipologia delle razze ingloriose?

      Ingloriosa Razza dei Negri è facile facile
      Ingloriosa Razza degl Arabi esiste? o facciamo un calderone Ingloriose Razze Semitiche?
      I Turchi? i Persiani? gli Indù? gli Americani (quelli originali)? gli Australiani (idem)? e i Malesi? a giudicare da Sandokan anche loro Gloriosi ma mica tanto bianchi

      e toglimi una curiosità: come hanno fatto i Laidi Bottegai Albionici (LBA) a venire fuori dalla GRB?

  12. Mario scrive:

    Rispondiamo a ciascun questionante, per ragioni di seletta linearità.

    Nella tua breve vita, stai facendo qualcosa per far avverare il mondo che descrivi?

    Non siamo ancora passati a miglior vita. Ovviamente, sì: ne sia chiamata a testimone l’indelebile, mutiforme ma coerente traccia lasciata su questo glorioso “blog”.

    ma la gloriosa razza gialla (GRG) ha lo Signore degli Arii? possiamo chiamare questi Gloria Razza Bianca (GRB)?

    Gli Indù non frammisti a caste inferiori o agli shudra, sì. Quindi, la risposta al secondo quesito è affermativa, anche se “razza bianca” è espressione colloquiale. A rigore, noi stessi europoidi non siamo bianchi, ma rosa.

    Ingloriosa Razza degl Arabi esiste?

    L’arabo conserva in sè, ma deviato dai levantinismi che ne ammorbano il nerbo animico, un ethos degno di rispetto: sempre, chiaramente, nella distanza che esige ogni rapporto autentico tra lontani.

    I Turchi? i Persiani? gli Indù? gli Americani (quelli originali)? gli Australiani (idem)? e i Malesi? a giudicare da Sandokan anche loro Gloriosi ma mica tanto bianchi

    Gli iranici sono della nostra parte, senza infingimenti. Hanno rettificato l’Islam del deserto in una religione supergerarchica, esoterica, a tratti incomprensibile e vanitosa, politicamente potente, possente, sprezzante verso i nemici, inflessibile verso i traditori, paternalistica verso le masse. Il rispetto va d’obbligo anche agli americani, che si fregiano di una religione senza teologia ma di somma poieticità (perché lo ha scritto Evola). Gli australiani aborigeni appaiono dei degenerati all’occhio puro dell’europeo colto. Sui turchi e i malesi non ci esprimiamo: ci sono sempre apparsi un mistero buffo.

    e toglimi una curiosità: come hanno fatto i Laidi Bottegai Albionici (LBA) a venire fuori dalla GRB?

    Si tratta, crediamo, della applicazione più patente della finestra di Overton. V’erano però eletti rappresentanti anglosassoni, come il Duca di Windsor, amico dello spartiate germanico R.Hess e ucciso dal più grande criminale del ‘900 con un sotterfugio che deve esser ancora vendicato.

    • Francesco scrive:

      no scusa, stai dicendo che un giorno c’era codesto tizio, pienamente GRR e con tanto di bombetta in testa, che è uscito dalla finestra sbagliata e si è trasformato in un LBA così d’amblais? sigaro in bocca, sterline nel cuore, impero mondiale nel destino e ripetute vittorie sulla Germania come bonus?

    • Miguel Martinez scrive:

      per Mario

      “Non siamo ancora passati a miglior vita. Ovviamente, sì: ne sia chiamata a testimone l’indelebile, mutiforme ma coerente traccia lasciata su questo glorioso “blog”.”

      Detto con tutto affetto, mi sembra che la traccia consista in una serie di affermazioni a proposito di ciò che, secondo te, farebbero altri (gli arabi, gli indiani, gli iraniani, ecc.).

      Io non ti chiedo di dirci per filo e per segno ciò che fai concretamente, ci mancherebbe.

      Ti dico solo di pensarci.

      Cioè di chiederti, se tu giudichi il mondo intero senza esserti rimboccato le maniche, o se le maniche, te le rimbocchi.

      • Z. scrive:

        Sono straconvinto che al buon Mario piaccia menarci convintamente pel naso 🙂

      • PinoMamet scrive:

        Io per non saper né leggere né scrivere le maniche non me le rimbocco né mai intesi rimboccarle.

        Dalle mie parti c’era un signore che si autodefiniva “indovinatore atmosferico” e girava per la provincia dando i suoi responsi in tema meteo;
        il suo ritornello era “parmigiani di città e di provincia, se il tempo non vi piace la colpa non è né mia né di Bernacca! Noi il tempo lo prendiamo com’è!”

        😉

    • Francesco scrive:

      Sunto:

      bianchi belli
      gialli belli (fih, sono tantissimi, ce ne sarà qualcuno brutto!)
      iraniani belli
      pellerossa, aztechi, maya et similia belli
      indiani immaginari belli

      negri brutti
      aborigeni brutti

      arabi così così

      turchi e malesi buffi

      ah, inglesi brutti e criminali

      mi mancano solo i bergamaschi adesso

      😀

  13. PinoMamet scrive:

    “Gli Indù non frammisti a caste inferiori o agli shudra, sì.”

    Credo che quelli che dici tu fossero già estinti al tempo di Alessandro Magno.

    Di fatto, le caste “guerriere” dell’India attuale sanno benissimo di non essere quelle originarie, ma figli di morti di fame arruolati o di briganti autonobilitati, e di popolazioni di origine straniera indianizzate.

    Fuori dai libri, i ragazzi indiani che vedo qua sono sia indù che- soprattutto- sikh, indistinguibili gli uni dagli altri, dai lineamenti europei e dal color marroncino chiaro, molto simpatici e in pratica del tutto italiani come idee, gusti, comportamenti, accento…

  14. Moi scrive:

    … Per “gente che si rimbocca le maniche” s’intende tipo Casseri, Traini o Pirrone ?!

  15. Moi scrive:

    @ ZETA

    Lo chiedo direttamente a te per evitare “metabufale” varie ed eventuali … cos’è la storia del temporaneo sequestro della Prav … pardon 😉 : di Butac ?! … Va be’, tanto il tuo amico Bigiottiere Tuttologo ha il culo parato dal PD ed è formaggiato 😉 da Soros, no ?

    🙂

    • Z. scrive:

      Ne so quanto te… non ho nemmeno capito se la misura sia stata richiesta da Bologna o da Brindisi.

      La cosa singolare è il sequestro dell’intero sito (quindi, mi par di capire, a scopo preventivo).

  16. Moi scrive:

    A proposito di “micromondi” … e “megasalvadanai” ! 😉

    @ ROBERTO

    Tra “bàiopich” 😉 del giovane Marx (non uno dei 4 fratelli … quello vero 😉 , stavolt !) e dello stilista Woodcock sta emergendo un’ attrice Lussemburghese (che vi conoscete tutti, tipo San Marino … no ?), tale Vicky Krieps … figlia di un certo patriota, Robert (faccio fatica a vedere gente che faccia resistenza armata asserragliata dentro al Deposito di Zio Paperone, però …)

    https://it.wikipedia.org/wiki/Vicky_Krieps

    https://lb.wikipedia.org/wiki/Vicky_Krieps

  17. Mario scrive:

    o se le maniche, te le rimbocchi.

    Oggi non ce le siamo rimboccate: non indossavamo maniche. Ci siamo infatti diretti, dopo aver finito di tradurre un sedeprivazionista statunitense e scritto un articoletto contro tutte le ONG, al solito call center, infestato di neoterici, con una camicia a mezze maniche dell’esercito austriaco, che ci è stata venduta a Via Sannio da un kenyota: assicurandoci che risale al tempo dell’Anschluss. Abbiamo creduto al negro: i suoi occhi grondavano sincerità, e ci siamo, per un attimo, sentiti prossimi a lui: pur nello iato incolmabile delle distanze etniche, a volte il Signore degli Arii ci concede queste svenevolezze, e ci perdona impassibile dall’alto di Thule immota.

  18. Mauricius Tarvisii scrive:

    Ricapitoliamo: la premiata ditta Trump-May-Macron attacca la Siria (o quello che ne resta), dove la contraerea russa (russa, non del Botswana) risponde al fuoco abbattendo buona parte dei missili lanciati. L’Italia garantisce alla suddetta premiata ditta, che si diverte a fare prove tecniche di terza guerra mondiale, l’uso delle proprie basi per il lancio degli attacchi.

    In Italia le posizioni sono queste:
    PD: pro-coalizione
    Silvio: pro-coalizione (ma chi se lo aspettava, vero Peucezio?)
    Lega: anti-coalizione
    LeU: anti-coalizione
    M5S: boh! anti?

    • Z. scrive:

      PD e M5S – e per certi versi Berlusconi – mi sembrano sulla medesima posizione:

      “ci mancava anche questa, e ora cosa facciamo? Lasciamo intendere che siamo più o meno d’accordo, ma con juicio, e partecipando il meno possibile.”

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Partecipare poco vuol dire partecipare. Anche Mussolini voleva partecipare poco.

        • Peucezio scrive:

          Quindi negare le basi significa partecipare…
          Per non partecipare cosa bisogna fare? Sparare sugli aerei americani? Io ci sto, ma tu stai a Treviso, sei più vicino ad Aviano e a Vicenza, se vuoi vengo a portarti un po’ di munizioni 😀

          A proposito, l’essere anti-coalizione di LeU si esprime nel gesto della Boldrini di mettersi la mano avanti alla bocca insieme a Saviano per solidarietà contro i presunti civili siriani gassati?

    • Una volta, molti anni fa, era doveroso “fare la tara” sulle asserzioni delle vittime designate, tale era la sicumera della propaganda per non parlare della disparità delle forze in campo.
      Ora è doveroso farlo sulle asserzioni degli aggressori.
      Pare che il numero di missili abbattuto sia molto alto, e fonti russe asseriscono che non si sono dovuti scomporre nemmeno più di tanto.
      I danni causati -un deposito militare vuoto, un centro comando in cui si presume a quell’ora fossero a dormire e un “centro di ricerca” specializzato in verifiche di quello che succede quando si mescola l’acido muriatico con l’ipoclorito di sodio facendo le pulizie di casa- sono nulli, e questo equivalente geopolitico di una piazzata da massaie è costata almeno trecento milioni…

    • Peucezio scrive:

      Mauricius,
      “L’Italia garantisce alla suddetta premiata ditta, che si diverte a fare prove tecniche di terza guerra mondiale, l’uso delle proprie basi per il lancio degli attacchi.”

      Che stai dicendo?

      Non farmi mettere nel ruolo di avvocato difensore di Gentiloni, che sarebbe oltremodo imbarazzante!

    • Peucezio scrive:

      Mauricius,
      “Silvio: pro-coalizione (ma chi se lo aspettava, vero Peucezio?)”

      http://www.affaritaliani.it/notiziario/siria_romani_governo_si_dissoci_da_assurda_minaccia_rappresaglia-59807.html

      Silvio getta acqua sul fuoco, come sempre.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Intanto ha invitato Salvini a tacere dopo che aveva condannato l’attacco. Capisco le paraculate, ma è come la Libia: chi “partecipa poco” partecipa.

        • Peucezio scrive:

          E infatti ha detto una puttanata, era meglio se taceva lui.

        • Peucezio scrive:

          Comunque bella ‘sta cosa: ti trovi in piena sintonia con Salvini, praticamente contro tutto il resto dell’arco costituzionale (se esiste ancora) 😀

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Salvini, Leu e PaP, che io sappia.
            Dima ha detto che siamo al fianco degli alleati in un’UE unita, Gentiloni ha confermato che forniamo le nostre basi per il supporto logistico (e voi, sprezzanti della geografia 😀 , mi dite che avrebbe invece potuto offrire le basi per far partire gli attacchi: in fin dei conti perché usare le basi inglesi a 300 km quando c’è l’Italia ad averne di ottime ad appena 2000 ? :D), Silvio invita chi si oppone a tacere… e ci restano solo i due partiti che ho votato io e Salvini dichiaratamente contrari 😀

            • Peucezio scrive:

              Che insieme assommano al 4%, ma vabbè…
              Vorrei sentire D’Alema, il bombardatore di Belgrado. Resipiscenze senili?

              • Z. scrive:

                Peucè,

                lo vedi che sei un sinistrino radicalschicchete? 😛

              • Z. scrive:

                Comunque se si conta il parere di Viola allora ESIGO che si consideri anche quello di Marco Rizzo, di Michele Terra, del TPO di Bologna e del PMLI fiorentino.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Tra l’1,7% di PaP e lo 0.3 di Rizzo credo che una differenza ci sia.

              • Peucezio scrive:

                Quale 1,7%?

              • Z. scrive:

                MT,

                Viola ha preso l’1,1 circa alla Camera e al Senato (stavolta, la prossima vedremo).

                La differenza col compagno Marco – indubbiamente meno amato dall’intellettualanza web, è vero – è circa lo 0,8 per cento. Secondo me calerà, ma anche adesso non è esattamente un oceano…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Sì, 1,1, mi confondo sempre con le proiezioni.

        • PinoMamet scrive:

          Beh, in politica contano molto anche le sfumature, e tra dire “ok, mandiamo aerei, armi e bagagli”, e dire “va bene, ci piace l’idea ma momentaneamente siamo a corto di fondi” c’è anche più di una sfumatura;

          infine “vabbè, vi lasciamo usare le basi giusto perché siamo alleati” è una cosa ancora diversa.

          Certo il governo italiano avrebbe potuto anche negare le basi, ma probabilmente sarebbe stato sbilanciarsi un po’ troppo, visto che poi il raid si sapeva come sarebbe finito
          (qualcuno ci crede, a ‘ste armi chimiche?) e il governo sta lì per l’ordinaria amministrazione, non per le decisioni straordinarie…

          Naturalmente

          • Peucezio scrive:

            Pino,
            d’accordo in pieno sull’idea di fondo che stai esprimendo, ma qua siete tutti male informati:

            Il governo italiano le basi LE HA NEGATE.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Non le ha negate: non ha senso usare una base in Italia per un attacco diretto alla Siria (ma l’abbiamo mai vista una carta geografica?). Noi siamo in retrovia e abbiamo assicurato alla coalizione che svolgeremo la nostra funzione di retrovia, che è proprio logistica.
            Poi se è così facile prenderci per il culo è un problema nostro che siamo polli, non pensate?

            • Peucezio scrive:

              Intanto lo ha ribadito. Se non vedi l’ora di aiutare uno, ma non gli serve quello che puoi dargli, non dichiari ai quattro venti che non glie l’hai dato.

              Poi, certo, in un mondo ideale non gli avrebbe dato nemmeno il minimo supporto logistico.
              Mica voglio difendere Gentiloni: mi fa schifo lui il Pd e tutta la sinistra italiana (non è un mistero).
              Ma mi pare evidente che questa volta abbia voluto mantenere una posizione ostentatamente defilata.
              Perché lo si deve negare?

              • PinoMamet scrive:

                Sono sostanzialmente d’accordo.

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Perché l’Italia tutto quello che poteva fare (fornire le basi per la logistica) lo ha fatto. Ma una carta geografica l’avete mai vista?

              • PinoMamet scrive:

                Credo di averne una da qualche parte, ma onestamente, Maurì, tu ci capisci tanto di logistica degli aerei militari?

                Mi fido assolutamente di te, io non ho la minima idea di quanto consumi un aereo da caccia, di dove siano dislocati gli aere iche devono rifornirlo in volo, di quali siano le regole sull’utilizzo delle basi logistiche italiane
                (tipo, atterra un caccia in transito proveniente dal Regno Unito; chi è che controlla il suo atterraggio, chi fa i lavori di routine che immagino ci siano da fare all’aereo, l’Italia ha la possibilità di non farlo atterrare? in quali condizioni? ecc.)

                Boh, per fortuna ci sono gli esperti come te, che hanno una cartina geografica e perciò mi spiegano tutto.

                Ma soprattutto, resta il fatto che mentre Gentiloni poteva tranquillamente:
                a- dire “anche noi abbiamo fatto la nostra parte!”
                b- stare semplicemente zitto

                ha scelto di ribadire che la posizione dell’Italia sull’attacco è decisamente fredda.

                Poi se tu ti aspettavi che sparasse con la contraerea contro i caccia USA, beh, che posso farci…

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Senza scomodare esperti di logistica

                https://en.wikipedia.org/wiki/Akrotiri_and_Dhekelia

              • PinoMamet scrive:

                “Perché l’Italia tutto quello che poteva fare (fornire le basi per la logistica) lo ha fatto.”

                Anche su questo v’è poi da ridire 😉

                Forse dovresti riguardarti la tua famosa cartina geografica, e vedresti che Gran Bretagna e Francia sono ancora più lontane dalla Siria rispetto all’Italia.

                La quale dispone, peraltro, di due portaerei, Cavour a Garibaldi, oltre al resto della Marina e dell’Aeronautica; voglio dire, se dalle basi italiane partono i caccia inglesi, perché non quelli italiani?
                😉

                Tra l’altro quando Sarkozy e compagni si buttarono sulla Libia, l’Italia partecipò militarmente, mica solo col supporto logistico…

                Mi sa che Gentiloni non ha fatto proprio “tutto quello che l’Italia poteva fare”, sai?
                😉

              • Z. scrive:

                Io ce l’ho, una cartina.

                La mostro ai fuorisede quando si stupiscono che Bologna non c’è il mare, e ci dico: vedi, tu sei qua, invece Rimini è qua.

                E sono felice che ci sia gente più esperta di me che mi spiega cose che trovo concettualmente incomprensibili, tipo la “restituzione degli 80 euro di Renzi” 🙂

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Le due località che ti ho linkato sono a tutti gli effetti Regno Unito.
                Ma aspetto una conferma da parte di un esperto di logistica sulla sovranità di quelle basi militari di Sua Maestà 😀

              • PinoMamet scrive:

                “Senza scomodare esperti di logistica

                https://en.wikipedia.org/wiki/Akrotiri_and_Dhekelia

                Ma scomodiamoli invece, questo cosa dovrebbe dimostrare?

                che gli inglesi hanno delle basi a Cipro? E questo dimostrerebbe che Gentiloni, dicendo che l’Italia preferisce la soluzione diplomatica, e ribadendo che l’attacco non è partito da basi italiane, avrebbe torto?

                Forse c’è qualcosa che mi sfugge… o che sfugge a te 😉

              • Mauricius Tarvisii scrive:

                Hai detto che la coalizione avrebbe avuto bisogno delle basi italiane per lanciare l’attacco e che Genty gliele ha negate. Io ti ho fatto vedere che esistono territori (con annesse basi militari) sotto sovranità di un membro della coalizione (Regno Unito) ad un tiro di schioppo dalla Siria.
                Poi Gentiloni dice che l’Italia comunque fornirà supporto logistico al conflitto, anche se si auspica che tutto si risolva con la diplomazia. E tu dici che serve un esperto di logistica per stabilire se la garanzia del supporto logistico sia o meno un supporto logistico alle operazioni.
                Io capisco il gusto per l’eristica, ma con criterio, per favore.

              • PinoMamet scrive:

                “Hai detto che la coalizione avrebbe avuto bisogno delle basi italiane per lanciare l’attacco”

                A dire il vero l’hai detto tu.
                Io ho detto che non lo so e che non ci capisco niente.

                Poi mi posti un link che dimostrebbe- a un grande esperto militare come te, suppongo- che invece non è vero.

                Io mi sono limitato a dire e ribadire che Gentiloni si è dichiarato freddo sull’attacco, e ha dichiarato che l’Italia non ha partecipato attivamente all’attacco.

                Il resto mi sembra eristica tua, sinceramente.

                Ma ripeto, se ti aspettavi che facesse fuoco e fiamme contro gli USA e Nato, forse hai sbagliato Presidente del Consiglio…
                ti consiglio Putin 😉

              • Peucezio scrive:

                Z.,
                ““restituzione degli 80 euro di Renzi” ?”

                Ma a Renzi in persona?
                Si farà dei bei soldi!

              • Z. scrive:

                Peucè, per questo non lo vedi più in TV. Li sta contando e ricontando uno per uno!

            • PinoMamet scrive:

              Allora leggo che Gentiloni dice che l’attacco non è partito da basi italiane, che vuol dire tutto e niente in termini di coinvolgimento ufficiale.

              Sostanzialmente, credo che le cose stiano come ho detto io 😀

              l’Italia fa il minimo sindacale di quanto richiesto (che comunque, vista la posizione dell’Italia, non è molto oltre la consueta routine delle basi) che comunque è già un segnale politico.

            • Z. scrive:

              Gentiloni, peraltro dimissionario, ha fatto ciò che era ragionevole facesse, mi sembra.

              Più che altro, nessun partito oltre alla Lega mi pare abbia una posizione che condivido.

              • Peucezio scrive:

                Oggi siete tutti salviniani! 🙂
                Meglio così…

              • habsburgicus scrive:

                c’è chi dice (letto su fb, non prendo posizione, ma non mi sembra ipotesi del tutto peregrina dunque ve la propongo :D) che la decisione di Salvini [senza dubbio coraggiosa, forse non saggia, in quanto in questo mondo corrotto talvolta é d’uopo la prudenza, essere golpe e non lione] potrebbe costargli ogni residua, ancorché già remota, possibilità di giungere a Palazzo Chigi..in quanto i poteri veri porrebbero ormai il veto al suo nome !
                se l’analisi è corretta, e può esserlo, si va verso un governo del Presidente appoggiato da tutti (incluso metà dei 5S) e soprattutto da PD e FI, con fuori solo la Lega..o magari in attesa di una “desalvinizzazione” e del “ritorno” di Maroni, completamente atlantico e gradito là dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare
                possibile anche un governo 5S-PD con appoggio, più o meno sotterraneo dei berlusconnes (in tal caso Di Maio dovrà far digerir ciò ai suoi..l’emergenza internazionale potrebbe “aiutare”)
                se hanno ragione, un governo Salvini* non si vedrà MAI, rebus sic stantibus

                *visto che siamo pur sempre in I, magari a giorni Salvini si cosparge il capo di pece e chiede perdono a destra e manca per leso atlantismo, umilindosi..in tal caso viene ripreso fra i “buoni” (dopo una “penitenza” ? che potrebbe consistere nel lasciare la cosiddetta guida del cdx ?), ma pure in quel caso non vedrà probabilmente mai la Presidenza del Consiglio

              • PinoMamet scrive:

                Sarebbe un discorso sensato, se i poteri “veri” esistessero 😀

              • Roberto scrive:

                Mi ricordate che gliene frega ai poteri veri della Siria?

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                infatti non esistono “i poteri”, esiste “il potere”.
                Prova ad andare, chessò, alla Casa Bianca o anche nel minucipio del tuo comune e di’ che il potere non esiste e che quindi ti lascino entrare e andare nella stanza del presidente o del sindaco a prendere decisioni al posto suo, vediamo come reagiscono 😀

                Ovviamente oggi il potere è solo secondariamente (quando non marginalmente) quello politico in senso stretto, elettorale.
                Ma in un mondo globalizzato una cosa è certa: “i poteri” non esistono: esiste un solo potere e altri poteri minori che vi si oppongono e che quindi sono poteri limitati.
                Il potere quindi è uno.

                Roberto,
                ti pare che la Siria sia geopoliticamente marginale?
                Se ti capita di parlare con qualche esperto di geopolitica non dirlo o almeno prima fallo sedere comodo 🙂

                Roberto,

              • Peucezio scrive:

                Scusa la ripetizione.

                Si vede che mi accingevo a scrivere la risposta e l’ho riscritta più sopra.

              • PinoMamet scrive:

                “Pino,
                infatti non esistono “i poteri”, esiste “il potere”.
                Prova ad andare, chessò, alla Casa Bianca o anche nel minucipio del tuo comune e di’ che il potere non esiste”

                Ma infatti nessuno dubita che esista il potere.

                Dubito invece che questo potere sia nelle mani di un gruppo ristretto e misterioso di persone, che sono sempre, non si sa come, più in alto di tutti.

                Chi comanda in Comune? Il sindaco, la giunta?
                No, i “poteri”…
                chi saranno, degli inmprenditori?

                Ok, allora chiamiamoli col loro nome: sono gli imprenditori tal dei tali e tal altro dei talatri, che vogliono fare questo e quest’altro.

                Chi comanda su uno Stato? Il Primo Ministro? No, i “poteri veri”, i “poteri forti”…
                e chi saranno, delle multinazionali? E cosa vogliono? cosa ci guadagnano?
                Bene, andiamo a vedere, chiamiamole col loro nome, no “i poteri”.

                E se li chiamiamo col loro nome, allora beh, salta fuori che non sono mica così tanto onnipotenti, né misteriosi.

                Ma anche quando si arriva a questo livello, non basta, per questa assurda fantasia dei “poteri”.
                Chi comanda sull’ONU? e su tutta la Terra?
                Niente, i “poteri forti”, nessuno sa chi sono, come l’araba fenice…

                non sarà che non esistono?
                😉

              • Peucezio scrive:

                Pino,
                sul potere,
                non si tratta tanto di una specie di club occulto (poi ci sono anche quelli, vedi il Bildenberg), ma del fatto che in un sistema ormai su scala mondiale succede su scala mondiale ciò che prima accadeva su scala locale, cioè la tendenza dei poteri a compattarsi, a consorziarsi.
                Cane non mangia cane e enella maggior parte delle occasioni per un potere, soprattutto economico (e il potere oggi E’ il potere economico, prima di tutto) ha tutto l’interesse ad andare d’accordo con gli altri per spartirsi la torta, perché farsi la guerra danneggerebbe gli uni e gli altri.
                Poi esistono le faglie geopolitiche: gli interessi statunitensi non sono coincidenti con quelli russi e cinesi, se non in misura molto parziale; per molti versi confliggono.
                Ma l’Occidente invece è un blocco relativamente compatto, sia sul piano geopolitico e militare che su quello economico (è uno spazio relativamente integrato).
                Quindi in Occidente IL potere C’E’. E non è un fantasma o l’Araba Fenice. Nossignore. E’ qualcosa di reale!
                Ovviamente, come ogni potere, ci sono capi e subalterni.
                La vicenda libica a suo tempo ha dimostrato inequivocabilmente che la Francia fa parte dei capi (anche se non è IL capo), mentre l’Italia fa parte dei subalterni, che possono collaborare, ma se invece ciò che si fa va contro i suoi interessi
                1) si fa lo stesso,
                2) collabora comunque!
                Ovviamente ciò accade perché noi italiani non siamo assertivi a livello internazionale (il potere è di chi se lo prende, del più prepotente, purché abbia un retroterra e delle infrastrutture dietro, non è un’investitura divina), soprattutto in proporzione al nostro peso economico.

              • Z. scrive:

                Peucezio,

                brevemente: il tuo è il discorso che serve ai fannulloni di professione a spacciarsi per amici del popolo, cosicché il popolo li mantenga.

                Et de hoc satis, come dite voi istruviti 😀

              • Peucezio scrive:

                Z.,
                stavolta non ho proprio capito il nesso logico.
                Che c’entra il potere con i fannulloni (ammesso che rispondevi a quello)?

              • Z. scrive:

                “Io sono col popolo, io sono contro I Poteriforti, io qui e io là”

                Traduzione:

                “vi rivendo fregnacce semplificatorie per semplici, tipo le scie chimiche, così voi ci credete, mi votate e non devo lavorare per vivere”.

                Poi magari alle scie chimiche ci credo anche, perché no?

              • Peucezio scrive:

                Quindi, per essere sicuri di non avere politici che usano la politica perché non hanno voglia di lavorare, meglio partecipare a una guerra contro i propri stessi interessi.
                Ma perché, i politici d’establishment, chessò, D’Alema, che cavolo ha fatto in vita sua, a parte il politicante con un po’ di astuzia tattica e nessuna visione strategica di un qualche respiro?
                L’unico che ha lavorato sempre e non avrebbe avuto bisogno certo della politica per campare è Berlusconi, il re del populismo (anche se adesso si è ammosciato).

                Per inciso, anche Mattei era uno che non aveva voglia di lavorare?

              • Z. scrive:

                Peucezio,

                io non ho ancora capito se davvero credi che Salvini sia “contro il sistema”. Quel sistema prima di entrare nel quale faceva, a suo stesso dire, il nullafacente.

                Sono ingenuità che mi aspetto da un sedicenne, non da una persona della tua cultura.

                Poi capisco che uno vota quel che c’è, non quel che non c’è, ma boh 🙂

              • Peucezio scrive:

                Z.,
                Beh, ci sono le idee mainstream, quelle considerate presentabili.
                Comprendono l’antirazziso e l’idea che si deve accogliere e integrare gli immigrati e fare la società colorata e multietnica, che bisogna essere tolleranti con l’Islam e tutte le religioni anche in Italia, che ha un’altra tradizione storica; che vanno bene i ricchioni, devono poter adottare figli liberamente, ostentare la loro ricchionaggine come una cosa socialmente prestigiosa e cool; che l’Europa è una cosa meravigliosa con un potere palingenetico e salvifico e che gli stati nazionali sono una merda, una forma di arroccamento anacronistico, violento e razzista; che gli scambi commerciali senza nessun vincolo sono un bene sempre e comunque, anche se distruggono l’economia, deprimono vertiginosamente la qualità dei prodotti e ci costringono a mangiare e consumare porcherie, mentre al contempo desertificano la nostra eocnomia e ci trasformano tutti in precari sottopagati; che Putin è un dittatore criminale (solo perché vuole preservare un minimo di rilevanza geopolitica e non lasciar fagocitare la Russia e farla diventare una colonia economica statunitense stile America Latina), mentre le democrazie occidentali che bombardano, massacrano e destabilizzano sono l’ultima frontiera del progresso della civiltà umana, solo perché prevedono forme di sovranità più indiretta che impediscono le derive populiste (perché di questo si tratta: quando uno ha consenso è un dittatore, quando uno fa quel cazzo che vuole indipendentemente dal consenso, in una complessa alchimia di contrappesi quasi senza pesi, allora è democratico – poi dice che la linguistica è un hobby per passare il tempo: basterebbe che la gente si fermasse a riflettere sul significato delle parole).

                Salvini invece è uno che dice il contrario di tutta questa montagna di idiozie (o che almeno io ritengo tali e di conseguenza oriento il mio voto).

                Farà il 50% di quello che dice? Il 20%? Il 10%? Chi lo sa. Meglio che niente.
                Qual è l’alternativa?
                Votare quelli che dicono la montagna di cazzate (e che hanno dimostrato in questi anni di agire di conseguenza)?
                Vabbè, sarebbe come per un operaio negli anni ’70 votare per il partito repubblicano.
                Sarò eccentrico, ma non sono completamente dissociato.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                cerco di orientarmi…

                “l’idea che si deve accogliere e integrare gli immigrati”

                Boh, Miguel Martinez nato in Messico pensa che le migrazioni di massa siano una catastrofe globale, ma non ha alcun problema con quelli che si trovano qui, a patto appunto che si “integrino” che per me significa condividere – magari in niqab – la responsabilità del territorio in cui si trovano.

                “vanno bene i ricchioni”

                penso all’incredibile coppia della sanfredianina con tutte le verruche e la sua compagna non particolarmente brillante, boh… Comunque sono l’ultima delle mie preoccupazioni, in un senso o in un altro. E’ proprio un argomento che non riesce a interessarmi.

                I pochissimi “ricchioni” noti con cui abbia a che fare stanno tutti dalla parte nostra.

                “l’Europa è una cosa meravigliosa”

                Boh, a me la storia europea piace, penso che la Robertocrazia 🙂 freni diverse cose pessime, e imponga contemporaneamente diverse cose pessime

                “gli stati nazionali sono una merda”

                I funzionari dello stato italiano sono una merda. O meglio, sono spesso persone eccellenti, che si trovano a girare dentro un labirinto da cui non usciranno mai.

                Non voglio sparare sui moribondi (non credo che lo Stato Nazionale abbia un gran futuro), ma gli Stati Nazionali hanno alle spalle un’opera terrificante di distruzione, e comunque sono una roba sovversiva inventata più o meno ai tempi del mio trisnonno, mentre tutti noi abbiamo antenati che risalgono a tempi molto migliori.

                “gli scambi commerciali senza nessun vincolo sono un bene sempre e comunque”

                basterebbe tassare tutto secondo la distanza da cui proviene. Ogni chilometro, dieci centesimi in più.

                “Putin è un dittatore criminale”

                Penso che ci sia un’industria militare in crisi di astinenza di appalti, che impazzisce per trovare un nemico.

                Ma come sempre, ciò che conta è ciò che facciamo noi stessi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Sono due i punti fondamentali.

                Uno, quando siamo nati, cielo terra e mare erano più o meno com’erano prima che nascesse Giulio Cesare.

                Oggi sono un’altra cosa. E’ per questo che saltano “destra” e “sinistra”, ma anche i “ricchioni e i normali”, o qualunque altra categoria vogliamo immaginare.

                Due, lo Stato Nazione, l’Europa e il Superstato Globale Antirazzista sono la stessa cosa.

                Il sogno illuminista, nazionalista, marxista, fascista, americano, socialdemocratico, europeista, utopista, progressista di fare il mondo “come vogliamo noi”.

                Ecco perché non riesco a identificarmi nella disputa tra “nazionalismo” e “globalizzazione”.

                Il mondo è una biosfera di miliardi e miliardi di forme viventi, prima di noi e oltre a noi e nonostante noi.

                La biosfera è humus, e come ricordava il misterioso Ordine degli Umiliati, humilitas vincit omnia.

    • Francesco scrive:

      >> abbattendo buona parte dei missili lanciati.

      hai fonti di prima mano? è l’unica parte della storia che mi pare degna di interesse

      grazie

      • Francesco scrive:

        PS

        per Peucezio: hai scritto paro paro i motivi per cui non posso vedere Salvini e descritto uno scenario paradisiaco in cui si riesce a farlo fuori

        è un pò improbabile ma troppo bello per rinunciarvi

    • Francesco scrive:

      sì da tempo, i cattolici sulla Rete pregano per lui (qualcuno impreca ma non ha capito che questo è già fare il gioco del Nemico)

      ciao

      PS persino Avvenire alla fine ha dovuto dire qualcosa in merito, poi Mig dice che impegnarsi non serve!

  19. paniscus scrive:

    OT, per grecisti e per pugliesi:

    https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/cronaca/18_aprile_14/lettera-minatoria-greco-antico-ad-assessore-lavori-pubblici-b8c09998-3fd0-11e8-afb4-325807cc7779.shtml

    Rispetto ai molestatori e minacciatori su facebook, quelli a base di abbreviazioni, faccine e prodezze carpiate del correttore ortografico, questo è un vero signore!

  20. Miguel Martinez scrive:

    Ancora per Roberto…

    Una cosa poi che non capisco è quando dici “non hanno voglia di lavorare”.

    Altrimenti, come spieghi la riunione plenaria del Consiglio di Quartiere solo per bacchettarci per via della ragazzina che suonava il violino, con tanto di minaccia di chiudere per punizione il giardino a tutto il quartiere e lasciare i bambini a giocare tra le siringhe e le cacche dei cani dell’unico altro spazio verde nel rione?

    E c’erano tutti, da destra a sinistra, nessuno è rimasto a casa quel giorno.

    • Peucezio scrive:

      Spesso lo zelo fa molti più danni dell’inerzia.
      Anzi, direi che è lo zelo quello che fa i veri danni, perché uno che non fa niente non ti rompe le scatole: omette di fare quello che dovrebbe, ma puoi farlo tu al posto suo.
      Invece lo zelante può paralizzarti, se comincia a romperti i coglioni (e gli zelanti amano rompere i coglioni).

    • Roberto scrive:

      Me lo spiego con il fatto che avete in tutta evidenza dei nemici.

      La non voglia di lavorare è altro, è quando uno non ti raccoglie il tonno morto perché vuole un’autopsia.
      Vediamo perché.
      Facciamo che roberto lavori all’ufficio smaltimento carcasse animali di ostia. Facciamo che veramente ci vuole un medico legale che certifichi che un tonno è morto.
      Tizio chiama roberto -> roberto ringrazia tizio -> roberto chiama il medico legale e gli dà appuntamento tra due ore al capezzale del tonno -> il tonno viene tolto

      • Miguel Martinez scrive:

        Per roberto

        “Me lo spiego con il fatto che avete in tutta evidenza dei nemici.”

        Nel caso della violinista e in quello del bambino che faceva la pipì, c’era sicuramente un nemico: la cooperativa che gestiva all’epoca lo spazio accanto, e che ha immediatamente segnalato i nostri delitti al Quartiere.

        Ma cosa ha mosso gente che al massimo riceve un gettone di presenza, e che non ce l’ha con noi, a darsi tanto da fare? Potevano rimandare la cooperativa, che non ha alcun potere particolare (anzi, noi eravamo in buoni rapporti con la loro sede centrale), all’infinito.

  21. Roberto scrive:

    Che ne è stato di quella circolare del capo della polizia che avrebbe dovuto rendere impossibile ogni manifestazione pubblica?

    • Miguel Martinez scrive:

      Per roberto

      “Che ne è stato di quella circolare del capo della polizia che avrebbe dovuto rendere impossibile ogni manifestazione pubblica?”

      Se ne parlava ancora ieri.

      Perché per “contrastare il degrado”, il Comune suggeriva di fare dei concerti.

      E allora i nostri amici dell’Altro Parco si sono messi a fare i conti – SIAE, ambulanze, controllo ingressi, controllo uscite, sicurezza, duemila euro.

      E così ci si tiene giustamente il Degrado.

      Diciamo un Degrado Decoroso.

      Sembra invece che la circolare non tocchi cortei e manifestazioni politiche, non saprei nemmeno bene perché, se non perché la parola “eventi” vuol dire tutto e niente.

      • PinoMamet scrive:

        “E allora i nostri amici dell’Altro Parco si sono messi a fare i conti – SIAE, ambulanze, controllo ingressi, controllo uscite, sicurezza, duemila euro.”

        Beh, questa mi sembra comunque l’ordinaria amministrazione di qualunque manifestazione pubblica… non da ieri.
        Non so se magari adesso, in seguito alla famigerata circolare, si fa qualcosa di più a livello di “sicurezza”, ma insomma concerti, feste, manifestazioni ecc. ecc. si fanno ancora, perlomeno qua.
        Non noto davvero nessun mutamento significativo.

      • Roberto scrive:

        Se non ricordo male, la tua paura era che con la circolare sulla sicurezza di fatto era impossibile organizzare il minimo evento senza pagare costosissimi studi che si occupano di sicurezza.

        Non voglio impiccarti ad una previsione, tutti facciamo più o meno di continuo errori di previsione, come quelli che scommettevano sul pacifismo di trump :-), giusto farti notare che a volte dare l’interpretazione più semplice della realtà ti fa azzeccare meglio le previsioni, piuttosto che interpretare tutto nel modo più pessimistico possibile

        • Miguel Martinez scrive:

          Per roberto

          “Se non ricordo male, la tua paura era che con la circolare sulla sicurezza di fatto era impossibile organizzare il minimo evento senza pagare costosissimi studi che si occupano di sicurezza.”

          Non te la prendere con me 🙂

          Io della circolare non sapevo nulla, finché non sono entrati in panico i funzionari del Comune. Organizzando quello che doveva essere un grande evento sportivo nei pochi metri quadri del nostro giardino e sullo scalcagnato campetto di calcio divelto dalle radici degli alberi, perché c’era appunto la circolare.

          Giustamente, tu senti me perché non frequenti i consiglieri e i funzionari comunali di Firenze; ma io non faccio altro che riferire ciò che dicono loro.

  22. Mario scrive:

    Siano stramaledetti Bergoglio e le acque reflue del cattolicume, America, entità sionista e i loro servi de “Il Foglio”. Viva la Siria libera, l’Iran gerarchico e la Russia katechonica! Viva l’Eurasia!
    PS Chi c’è dietro (chiediamo scusa a Mamet) la guerra? Altra coincidenza: il solito eschimese. Ora Miguel comincerà con le sue distinzioni intelligenti ma non convincenti: la realtà è questa.
    https://www.riscossacristiana.it/chi-ce-dietro-alla-guerra-di-trump-di-roberto-dal-bosco/#wp-comments

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Mario

      “Viva la Siria libera, l’Iran gerarchico e la Russia katechonica!”

      I mercanti levantini, il Nemico di Termopoli e le orde siberiane alle porte d’Europa!

      L’Antico Conflitto riparte!

      Il Signore degli Arii, magari truccato da Macron, ci salvi!

    • Francesco scrive:

      Ragazzi, che bella che è la fantapolitica cheap in salsa teologica de noantri! con venature di giornalismo investigativo melhadettomiocuggino

      in attesa del calcio mercato, non c’è di meglio!

      PS perchè qualcuno ciancia di Terza Guerra Mondiale (parte II) per una recita?

    • PinoMamet scrive:

      Io una cosa non capisco: come si faccia a trovare bello il modello “ariano”. Dico proprio fisicamente.
      L’uomo dal viso un po’ lungo, angolare, privo di rotondità, con i colori chiari, gli occhi chiari, i capelli chiari, quegli zigomi alti, quello sguardo freddo e cattivo.
      Boh, esteticamente non ci vedo proprio nulla di attraente: mi sembra l’esatto contrario di una fisionomia attraente.
      (Per inciso, diversi autentici nordici che conosco, per quanto biondi o biondissimi e azzurri o azzurrissimi di occhi, hanno fisionomie molto più “umane” di quella che sfoggia il signor de Nugent o che compariva come modello ideale nazista…)

      Non so, boh.
      Per me il modello ideale di uomo, che mi ispira istintivamente fiducia e simpatia (e non scherzo) è questo:
      https://en.wikipedia.org/wiki/Boombox#/media/File:Chicago_Pride_Parade_1985_033.jpg

      • Peucezio scrive:

        In effetti….

        La razza più bella, non c’è un cavolo da fare, è quella mediterranea, più precisamente il cosiddetto sottogruppo appenninico.
        Lo diceva anche quel ricchione di Winkelmann (e aveva ragione da vendere!).

      • Miguel Martinez scrive:

        Per PinoMamet

        “L’uomo dal viso un po’ lungo, angolare, privo di rotondità, con i colori chiari, gli occhi chiari, i capelli chiari, quegli zigomi alti, quello sguardo freddo e cattivo.”

        Ma i Nordiconi che conosco io di rado hanno uno sguardo freddo e cattivo. Hanno piuttosto un’aria un po’ imbambolata, diciamo poco profonda, con un tocco neotenico.

        Sul nero che ispira fiducia, sono d’accordo se escludiamo la radiolona!

        • PinoMamet scrive:

          “Ma i Nordiconi che conosco io di rado hanno uno sguardo freddo e cattivo”

          è vero, anche quelli che conosco io.
          Tanto più mi stupisce che il modello che invece gli “arianisti” propongono come ideale invece sembri sempre così malvagio.
          Boh?

    • Moi scrive:

      Dài, Mario … sono i tratti somatici classici da Ghibbor, dovuti ai geni Anunnaki/ Elohim / Neteru ecc… da Nibiru: ormai lo san tutti ! 😉

    • Francesco scrive:

      ma dai, hanno scambiato le parrucche nerissime cadute per capelli biondi! neanche Paperoga, neanche!

      PS non è che adesso scopro che hanno votato tutti 5 Stelle per affinità elettivo-intellettuali questi amici tuoi?

      😀

  23. mirkhond scrive:

    E poi sempre con la solita fola del Cristo aryo.
    L’unica cosa decente dell’articolo, sono le affermazioni di Shlomo Sand sulle variegate origini dei Giudei di oggi.

  24. mirkhond scrive:

    “Miguel Martinez nato in Messico”

    Ma delle cui ascendenze patrilineari non parla mai.

  25. Peucezio scrive:

    Miguel,
    giusto un paio di punti (ti rispondo qui per comodità mia e per la felicità di Z.):

    sulle tue amiche oltrarnine: il problema non sono loro, come non lo sono i ricchioni. Il problema, l’ho detto molte volte, è l’ideologia ricchiona, è la pretesa di leggittimazione sociale non già degli omosessuali, ma della loro omosessualità, come se fosse una cosa da esibire pubblicamente e da proporre come modello.
    In ogni caso è lo stesso spirito moderno e disciplinatore che ha imposto la repressione dell’omosessualità negli stati borghesi ottocenteschi e che sta imponendo l’omosessualismo (che in pratica significa voler ingabbiare anche i ricchioni nel matrimonio e in altre prigioni) oggi. Sono due espressioni della stessa tendenza motalistica che vuole inquadrare e disciplinare comportamenti privati, reprimere il dissenso, imporre modelli dall’alto che la società non sente (nel mondo popolare di una volta c’era la figura del ricchione, del femminiello, ecc. ed era del tutto tollerata, sia pure come una stravaganza, ma ce n’erano tante di stravaganze, che si faceva fatica a capire chi non era stravagante, tanto le persone erano caratterizzate, mica degli automi grigi come oggi).

    Sugli stati nazionali: d’accordo, ma le cose si fanno per gradi. Se vogliamo tornare all’Ancien Régime e al feudalesimo, dobbiamo ripassare attraverso lo stato nazionale ottocentesco.

    • PinoMamet scrive:

      Io la metto così, dal mio punto di vista.
      Forse è l’opposto del tuo, o forse no, ma io la vedo così:

      posso lottare per i diritti dei gay e delle lesbiche. Perché no? Io sono per i diritti di tutti.
      Ma mi sta sulla punta del cazzo che mi chiedano anche di trovarli simpatici!

      A dire il vero, i gay li trovo anche simpatici (le lesbiche proprio no) ma non vedo perché debba essere una cosa obbligatoria…

      rivendico il loro dirittto delle lesbiche a sposarsi, ma anche il mio a ritenerlo una cosa non cattiva, non stupida: peggio, esteticamente brutta.

      Ognuno deve essere libero di avere i propri valori; e io i miei.

      • Z. scrive:

        Perché esteticamente brutta?

      • PinoMamet scrive:

        Mi sa che è come chiedere perché non mi piacciono gli “ariani”… a qualcuno piaceranno.
        Inoltre ho sempre il sospetto che me lo vogliano far piacere per forza, che è peggio.

        • Z. scrive:

          No, no, aspetta… distinguiamo!

          Se mi dici che ti irrita l’idea che qualcosa debba piacerti per forza, ti capisco benissimo.

          Quel che mi incuriosisce è perché l’idea di due donne che si sposano ti paia brutta.

          • PinoMamet scrive:

            Io raramente parlo di idee: sono molto terra terra, parlo di persone antipatiche che conosco e di loro foto orribili, e della generica repulsione che mi provoca chi gli dice brave bene che belle foto solo perché sono dalla parte “giusta”.

            Come le decine di pseudo femministi di FB, che ogni giorno devono fare la morale ai “maschi” senza che nessuno o nessuna glielo chieda…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Tu conta che io trovo le spose in generale antiestetiche: abiti stravaganti che generalmente donano poco, acconciature pittoresche, trucco pesante…

            • PinoMamet scrive:

              Sono perfettamente d’accordo.
              Ma anche gli sposi non scherzano, con quegli abiti di solito lucidi (ma perché?), e le cravatte con i doppi nodi carpiati, peggio ancora quelli che fanno gli originali con le giacche alla coreana o (negli ’80 andava) il tight… magari alla sera, portato poi da uno che già la giacca e cravatta normalissima la portava una volta l’anno e aveva tutta l’aria di andare alla sfilata di carnevale.

            • PinoMamet scrive:

              Comunque è vero che di solito è lo sposo quello più decente, a volte persino elegante…

              la donna quasi sempre fa di tutto per imbruttirsi: il reparto trucco&parrucco è responsabile dei peggiori crimini…

            • PinoMamet scrive:

              PS

              ho scoperto qualche tempo fa che una collega è apparsa di sfuggita (come ospite) in una puntata della serie Il boss delle cerimonie.

              Dice che la cerimonia è stata altrettanto trash quanto è apparsa in televisione.

      • Lucia scrive:

        “rivendico il loro dirittto delle lesbiche a sposarsi, ma anche il mio a ritenerlo una cosa non cattiva, non stupida: peggio, esteticamente brutta”

        Dire che “esteticamente brutto” è peggio di “stupido” o “cattivo” mi pare un punto di vista strambo assai, ad esempio credo che i più sarebbero ben più felici di avere amici/colleghi/ma anche familiari brutti piuttosto che stupidi o cattivi. Ma pensa pure quello che vuoi..
        E per l’appunto, non preoccuparti che a nessun uomo o donna omosessuale importa alcunché del tuo/vostro parere estetico su di loro: a me pare che il concetto alla base dei gay pride si poggi proprio sulla rivendicazione di ognuno di poter essere sentimentalmente, sessualmente ed esteticamente come gli pare senza che alcuni si senta in diritto di costringere gli altri ai suoi modelli. Il che vale per ognuno nei confronti di ognuno. Quindi stai sereno, se è questo che ti trigghera!

        • PinoMamet scrive:

          Posso permettermi di essere strambo assai, grazie a Dio.

          Ringrazio la Voce del nuovo conformismo per l’interessante intervento, che dà sostanzialmente ragione a Peucezio.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Lucia, ma se ci pensi nei matrimoni è lo sposo quello conciato da cristiano, ovvero quello che sfigura meno nella foto. Ora, immagina un matrimonio in cui manca questa boccata di aria fresca e ci sono soltanto le due spose (che come tutte le spose sono inguardabili): il giudizio estetico non può che essere uno solo.
          Poi capisco che altri la pensano diversamente: alle donne il look da sposa, per esempio, piace molto. E sui gusti non si sputa 😀

    • PinoMamet scrive:

      ” ma ce n’erano tante di stravaganze, che si faceva fatica a capire chi non era stravagante, tanto le persone erano caratterizzate, mica degli automi grigi come oggi”

      Confermo, in base ai racconti di genitori e altre persone più o meno anziane della zona.
      Uno si immagine che la società pre-“controcultura” fosse il massimo dell’omologazione, invece era proprio il contrario.

      Adesso vedi uno che vuol fare l’originale, e cosa fa? Un tatuaggio. Va in spiaggia: diecimila persone con un tatuaggio (magari lo stesso) e tutte convinte di essere originali…

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “Il problema, l’ho detto molte volte, è l’ideologia ricchiona”

      Lo so, e non sono nemmeno in totale disaccordo con te.

      Quello che tu descrivi è un sintomo buffo e passeggero dei nostri tempi.

      Pensa all’eutrofizzazione di un lago, quando c’è troppa vita.

      Per quell’attimo emerge di tutto, comprese forme di vita che normalmente si sarebbero estinte subito. L’eutrofizzazione è un momento di estrema ricchezza, di incredibile varietà.

      Emergono forme di vita che piacciono, o che non piacciono?

      Non saprei.

      L’importante è sapere che poi crolla rapidamente tutto.

      • Peucezio scrive:

        Io temo invece che questo sia il momento dell’atrofia e che anche queste cose (il fanatismo dei diritti) serva a impoverire, semplificare, ridurre.
        Forse negli anni ’90 era un po’ come dici, ma è stato effimero.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “Io temo invece che questo sia il momento dell’atrofia e che anche queste cose (il fanatismo dei diritti) serva a impoverire, semplificare, ridurre.”

          Sono fenomeni che creano una retroazione positiva.

          Per dire…

          A bassa circolazione energetica, nessuno sogna di mangiare carne tutti i giorni.

          Quando aumenta la circolazione energetica, aumenta il consumo di carne, e la bistecca quotidiana diventa un diritto per tutti.

          Quando ristagna successivamente la circolazione energetica, nessuno è disposto a mollare questo diritto acquisto, e ciò affretta notevolmente il collasso energetico.

          Ma è chiaro che l’impatto del consumo di carne su un processo simile è molto più intenso dell’impatto dei “matrimoni tra ricchioni”, che al limite costa un po’ di carta bollata.

          Costa molto di più ad esempio il diritto acquisito alla laurea universitaria.

          • roberto scrive:

            non ho minimamente capito il rapporto fra “circolazione energetica” (che non sono sicuro di cosa sia, intendi “consumo di carburanti fossili”?) e dieta più o meno carnivora.
            puoi approfondire?

            • Miguel Martinez scrive:

              Per roberto

              “non ho minimamente capito il rapporto fra “circolazione energetica” (che non sono sicuro di cosa sia, intendi “consumo di carburanti fossili”?) e dieta più o meno carnivora.”

              Quando aumenta il consumo di carburanti fossili, tutto “si mette in moto” di più e più velocemente.

              Si riesce a estrarre di più, più velocemente dai campi, con più cibo per animali; si riesce a trasportare più velocemente la carne, a conservarla meglio; aumenta la ricchezza individuale, e quindi il potere d’acquisto.

              Ho conosciuto anziani in Sicilia – negli anni Ottanta, quindi bambini negli anni Dieci-Venti – che erano cresciuti totalmente vegetariani (ed erano anche in ottima salute, non so se è un caso).

              I loro figli sicuramente sentivano invece che Dio ci deve dare la Nostra Carne Quotidiana.

              Ora, se a un certo punto il vettore si inverte, inizia a circolare meno energia (o magari con più difficoltà e costi più alti), non è che la gente automaticamente consuma meno carne. Insiste piuttosto a mantenere questo “diritto acquisito”, costringendo quindi il sistema complessivo a lavorare al di sopra del proprio potenziale, e quindi a consumare più velocemente più risorse.

              Ma proprio questo fa crollare ancora più velocemente il tutto.

            • roberto scrive:

              non saprei miguel, secondo me prendi qualche scorciatoia per arrivare alla tua conclusione preferita (l’aumento di consumo di energia porta alla catastrofe).

              è probabile che con più benessere ci sia più consumo di carne, ma non è sempre così.

              guarda questi dati per l’italia

              http://www.assocarni.it/archivio3_comunicati-ed-eventi_0_310_173.html

              sappiamo tutti che nel dopoguerra c’è stata un’esplosione del consumo di carne, ma poi, almeno in europa, sembra che il picco del consumo sia passato? si consuma meno energia? mmmmmh dubito, mentre sospetto che ci sia un forte legame con pubblicità, stili di vita, mode, tradizioni e in generale considerazioni non economiche.

              in altre parole, se nel 1970 la fettina era uno status symbol, adesso tra quelli che ti dcono che il vitello soffre, e quelli che ti prevedono i peggio guai se mangi la carne, non mi stupisce che se ho due euri in tasca li spendo per comprarmi un nuovo telefono piuttosto che una bistecca.

              • Miguel Martinez scrive:

                per roberto

                “guarda questi dati per l’italia”

                Sono assolutamente d’accordo con te.

                Volevo solo dare un esempio molto semplificato di un meccanismo di retroazione positiva. Diciamo che per quanto si riducano i consumi di carne, comunque non si ritorna ai livelli del 1910.

          • Peucezio scrive:

            Miguel,
            temo che, diversamente dalla contrazione materiale, quella spirituale non crei nulla di buono.
            Perché tutto ciò che è immateriale è per definizione illimitato, quindi a diminuirlo è un gioco solo a perdere.

      • roberto scrive:

        quando usate (Peucezio e gli antidirittideifroci) l’espressione “il fanatismo dei diritti”, intendete il fanatismo di chi chiede diritti o di chi li rifiuta (agli altri)?

        ho un po’ l’impressione che se 15 anni fa, alle prime istanze matrimoniali dei gay si fosse detto semplicemente “vabbuò ecco il matrimonio e qui c’è il numero di telefono di un avvocato per il divorzio”, non ci sarebbe poi stata la “l’ideologia ricchiona”

        • Miguel Martinez scrive:

          per roberto

          “ho un po’ l’impressione che se 15 anni fa, alle prime istanze matrimoniali dei gay si fosse detto semplicemente “vabbuò ecco il matrimonio e qui c’è il numero di telefono di un avvocato per il divorzio”, non ci sarebbe poi stata la “l’ideologia ricchiona””

          Verissimo.

          Poi però esiste anche il fatto che il “matrimonio” è una strana bestia, dove si confondono questioni rituali, patrimoniali e riproduttive.

        • Francesco scrive:

          mah, a leggere qualche sito di ricchioni direi che erano già arrabbiati e pretenziosi allora

          del resto ogni “minoranza” è identica nella volgarità e assurdità e assolutezza delle pretese, non credo sia dovuto al comportamento della “maggioranza” ma a una qualche forma mentis diffusa nella nostra cultura

          ciao

        • Peucezio scrive:

          Roberto,
          mah…
          il problema non è il fanatismo di un’istanza protestataria, che già di per sé sarebbe opinabile, ma tutto sommato più tollerabile.
          E’ il contrario, è il fanatismo da Inquisizione (quella dell’immaginario, non quella storica), è il clima pesante, di censura, di isteria punitiva, la cappa di soffocante conformismo ideologico, che o vent’anni fa era molto minore e si aveva il senso di una molto maggiore vivacità culturale, di un fermento e un pluralismo ideologico oggi impensabile.
          E non parlo solo di ideologia LGBT ma di tutto il resto del cucuzzaro politicamente corretto.

          E’ come sulla questione del sesso: mi rendo conto che sono tendenze non immediate da cogliere e bisogna fare caso non tanto alla propria vita quotidiana o ai mezzi di comunicazione di massa, quando agli orientamenti mainstream del mondo culturale, accademico, ecc. ma non c’è dubbio che oggi il mondo vada nel senso di fortissime istanze repressive: la repressione è un po’ la cifra del momento presente, rispetto ai decenni scorsi.

  26. Peucezio scrive:

    “moralistica”, non “motalistica” ovviamente.

  27. Mario scrive:

    Ognuno deve essere libero di avere i propri valori; e io i miei.

    ma questa è la ricetta del caos! non esistono “miei” valori. le essenze ineriscono ad un piano che non inerisce alla soggettività.

  28. Mario scrive:

    Restate, Mamet: voi qui rappresentate la frangia nazionalcomunista più avveduta.

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