Scontri di civiltà

L’altro ieri, il figlio di Anila ha cominciato la prima elementare.

Anila è molto orgogliosa di essere nata in piena campagna albanese, e si esalta ogni volta che vede una zappa. Mentre cura il nostro orto, spiega entusiasta, “questa è la vera ginnastica!”

Venerdì ha vestito il suo figliolo cinquenne in giacca e cravatta e l’ha fornito di un mazzo di fiori da regalare alla maestra, che la scuola è una cosa seria.

Insomma, Anila è la solita straniera che pretende di fare a modo sue e non sa adeguarsi ai Nostri Valori.

Quest’estate, abbiamo visto come, mentre gli autoctoni scappano dal quartiere, gli stranieri restano per forza di cose, sorbendosi un caldo così devastante che una nostra amica filippina si lamentava di non aver mai sofferto nulla di simile.

Così un giorno, al giardino, ecco chi c’era:

facebook_1501709474904Da sinistra a destra… Senegal, Albania, Giappone, Pakistan, Sardegna, Egitto, Macedonia, India, Palestina.

A pochi metri da lì, mi ferma per strada un giovane alto e robusto, con le incisioni sulle guance da nigeriano. Un po’ vuole chiedere l’elemosina, soprattutto si vuole sfogare. Si chiama, pare Festos – gli chiedo due volte il nome, che non sembra né cristiano, né musulmano né africano.

Racconta dello sfacelo del suo paese, mi fa vedere i segni sulla pancia delle torture che ha subito in Libia, mi racconta di come non riesce a trovare lavoro e non sa come andrà a finire con i documenti e dice che vorrebbe tornare in Nigeria, in questa Italia c’è solo disperazione.

Qual è la differenza, in fondo, tra lui e le nostre?

Non è una questione di riconoscimento legale – non escludo che qualcuna delle donne che compaiono nelle foto sopra sia attualmente clandestina in senso giuridico. Tante lo sono state, ma mica si vede. E di certo, noi non si denuncia.

Non è questione di colore della pelle o di religione, due qualità che Festos avrà in comune con una o più delle nostre.

Non è conoscenza della lingua. Nella foto non compare la mamma Sikh, che parla solo punjabi ed è molto amica dell’egiziana: “come fate a essere così amiche?” chiediamo all’egiziana, e lei risponde, “parliamo con il cuore, non servono parole!”

E poi mi rendo conto che è proprio la domanda che è sbagliata.

Noi pensiamo sempre a qualità astratte – il diritto, la lingua, il grado di istruzione; oppure a qualità individuali – persona simpatica o antipatica, stupida o intelligente, ad esempio.

Però nessuno di noi esiste senza un contesto.

Siamo l’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, le parole che apprendiamo dagli avi, il nostro sguardo sul paesaggio, i suoni che sentiamo e le persone, gli animali, le cose con cui conviviamo.

Le nostre sono nostre perché sono nostre.

Non è uno scioglilingua.

Sono state modellate anche dal fatto di condividere un luogo che possono vedere e in qualche modo trasformare, di incontrarsi tutti i giorni, di stabilire piccole relazioni di fiducia con un numero limitato di persone – l’antropologo inglese Robin Dunbar diceva che possiamo legarci in modo significativo a non più di 150 esseri umani.

Ma non si tratta solo degli esseri umani.

Il contesto è dato da ciò che William Morris chiamava la bellezza:

“La bellezza, che è ciò che si intende con l’arte, adoperando il termine nel senso più ampio, io ritengo, non è un mero accidente della vita umana, che le persone possono prendere o lasciare a scelta, ma una vera e propria necessità vitale.”

Festos forse aveva una comunità significativa in Nigeria – a credergli, suo fratello sarebbe stato ucciso da Boko Haram, e comunque posso immaginare che le condizioni che permettevano alla sua comunità di sopravvivere siano finite.

Oggi, Festos è uno degli infiniti frammenti di nessuno che galleggiano sulle onde in tempesta del mondo. Non diversamente dai pendolari autoctoni in fila ai caselli dell’autostrada o soli di fronti ai televisori; soltanto che attorno agli atomi come Festos, si possono accumulare false comunità, fatte tanto da autoctoni terrorizzati e rancorosi, quanto da immigrati reattivi pronti a dare venti coltellate per ogni sguardo diffidente.

Parlare in questi termini suscita sempre reazioni emotive.

Sia in coloro che pensano che i “nostri” siano tali così, per un caso linguistico o per insignificanti parentele; sia anche in coloro che cercano di inventare soluzioni globali a tutti i problemi del pianeta – “aboliamo il razzismo!” “basta con le frontiere!” “aiutiamoli a casa loro!” “espelliamoli tutti!” “mettiamo fuorilegge Casa Pound!” “proibiamo il velo islamico!

Che poi finisce sempre in un coro di “piove, governo ladro!”

“E tu cosa proponi? Parli bene tu, che vivi in Oltrarno!”

Bene, non propongo nessuna soluzione ai problemi del mondo.

Vedo che con una comunità naturale e in un ambiente che corrisponde a certi canoni estetici, certi problemi nemmeno sorgono, quindi non devo risolvere proprio niente.

Mentre altrove, miliardi di dollari, bombe, spese sociali o in polizia, cooperative di sfigati che si dedicano alla integrazione – tutti risolvono ben poco.

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516 risposte a Scontri di civiltà

  1. PinoMamet scrive:

    ““E tu cosa proponi? Parli bene tu, che vivi in Oltrarno!”

    Io a dire il vero dico
    “A me l’Oltrarno pare identico agli oltre- di tutt’Italia…”

  2. mirkhond scrive:

    Pino vive in un ambiente simile a quello di Miguel?

    • PinoMamet scrive:

      Io vivo in un quartierino periferico di villette-palazzine, quindi diverso, ma l’Oltretorrente del mio non-capoluogo è identico (anche proprio architettonicamente, oltre che socialmente, direi) all’Oltrarno di Miguel.

  3. mirkhond scrive:

    “l’antropologo inglese Robin Dunbar diceva che possiamo legarci in modo significativo a non più di 150 esseri umani.”

    Quindi le amicizie su un profilo facebook che superano le 150 unità, sono tutte inconsistenti?

  4. Carlo scrive:

    Sul nome “Festos”, io so di un politico del Botswana che si chiama Festus (con la U operò) Mogae, ma il Botswana è molto lontano dalla Nigeria quindi non so se ci sia una parentela tra i due nomi.

  5. Moi scrive:

    Be’, la faccenda del cinno Albanese e la Scuola, NON mi sorprende: il Socialismo Reale (Enver Hoxha & Colleghi 😉 … la mamma se lo ricorderà bene !) “per carità: era quello che era, ma bisogna lasciarlo stare per quanto riguarda” [cit.] la Serietà Istituzionale, e come rimetterebbe in riga i Cosplayers permanentemente Laureandi Checcozalonofoni 😉 … come il Sessantotto e il Settantasette, aldilà della Cortina di Ferro, fossero Ben Altro !

  6. Moi scrive:

    @ MIGUEL

    Questa è l’ Oltrarnometrìa 😉 Planetaria Definitiva : guardala, prima che si disperda fra i commenti !

    https://www.youtube.com/watch?v=r_iNRGac_uM

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Moi

      “Questa è l’ Oltrarnometrìa 😉 Planetaria Definitiva : guardala, prima che si disperda fra i commenti !”

      Manca nelle varie piante una mappa degli spazi occorrenti per procurare a quella gente patate e pomodori, per non parlare di pollo e di porco; nonché potassio e piastrelle per le case.

  7. Moi scrive:

    Ma nessuna Mamma Autoctona ha detto alla Mamma Alloctona :

    “Sora Anila, se Lei manda ibbimbo a scòla co i’ ccravat’t’ino gli faffare una fihura da Sfigat’o e l’ altri bimbi lo pigliano pe’ icculo !” ?

  8. Peucezio scrive:

    Miguel,
    “Bene, non propongo nessuna soluzione ai problemi del mondo.
    Vedo che con una comunità naturale e in un ambiente che corrisponde a certi canoni estetici, certi problemi nemmeno sorgono, quindi non devo risolvere proprio niente.
    Mentre altrove, miliardi di dollari, bombe, spese sociali o in polizia, cooperative di sfigati che si dedicano alla integrazione – tutti risolvono ben poco.”

    Bel post!

  9. Moi scrive:

    A proposito di “multietnico di paccottiglia” 😉 che NON è quello dell’ Oltrarno … cos’è ‘sta moda Radical-Chic&Choc 😉 di salutare con “namasté”, senza aderire ad alcun Culto Esotico dell’ India ?!

    … Lo fanno persino le Femministe Nostrane, omaggiando “Culture Altre” in cui tradizionalmente la Sposa Bambina si evolve in Giovane Vedova = Combustibile da Rogo in Onore alla Statua dalle Otto Braccia Che Fa Le Linguacce 🙂 , o “ben” 😉 che vada la risposano con un serpentazzo Cobra … ancora oggidì !

  10. MOI scrive:

    c’è anche la Parodia AntiSalvinista …

    https://www.youtube.com/watch?v=u3BwzF-7SHs

    … ma in ze Iuessei lo stroncherebbero a randa per via del “Black Face” !

  11. Francesco scrive:

    Mig

    sbaglio o l’America è stata fatta da comunità di gente che in qualche modo ricreava quelle originali, come primo legame nel nuovo mondo?

    Gli è che gli italiani arrivavano “sempre” in una Little Italy, potevano essere maffiosi o poco meglio dei negri ma non erano mai soli. E col tempo sono diventati americani al 100%, pur restando italiani.

    Adesso, qui, cosa succede? solo i cinesi e i filippini hanno le loro comunità?

    Ciao

    • izzaldin scrive:

      almeno a Palermo, le comunità ghanese, tamil e mauriziana sono ormai solidamente stanziali da fine anni ’80-primi ’90.
      Negli ultimi anni con gli sbarchi ad un certo punto c’erano moltissimi gambiani (non famiglie però, tutti giovani tra i 15 e i 20 anni) ma immagino che nell’ultimo anno la maggioranza se ne siano andati.
      Ci sono ghanesi che magari vivono e lavorano al nord italia e se rimangono disoccupati magari scendono a Palermo dove esiste una rete di solidarietà della comunità.

      • izzaldin scrive:

        la cosa positiva è che almeno qui non si sono creati ghetti, le più alte concentrazioni di stranieri si trovano nei quartieri popolari abitati prevalentemente da palermitani. non è il paradiso ma almeno si evitano ghetti/banlieu o muri tipo Padova

  12. Z. scrive:

    Leggevo un articolo sulla Brambilla e pensavo: non è che la pagano Federcaccia e l’Associazione Italiana Allevatori? Naturalmente no, ma dovrebbero 🙂

  13. MOI scrive:

    A sproprosito (?) … perché si dice “Fila Indiana” ?

    https://www.focus.it/cultura/curiosita/perche-si-dice-marciare-in-fila-indiana

    in effetti, in teoria l’aggettivo è superfluo … fila = elementi uno dietro all’ altro; pila = elementi uno sopra l’ altro. A parte in Italiotland 😉 , ove “Fila” (di persone) tende a significare “Imbuto” ! 😉

    • Z. scrive:

      Non proprio… si può marciare in fila per due, come gli scolari usavano una volta. O in fila per sei, come i gatti della canzone 🙂

  14. Peucezio scrive:

    OT.,
    cosa ne pensate del colpo di coda autoritario del renzismo?
    Dopo la legge antirevisionista, la legge Fiano e altre amenità, ora arriva Nardella con un’ordinanza che mette in carcere quelli che vanno a mignotte (credo sia una cosa senza precedenti in assoluto).

    Senza essere mai stato renziano sono stato simpatizzante e non mi pento di avere votato Sì al referendum, ma ho l’impressione sia riemerso il vero retroterra politico del renzismo, che, per quanto se ne dica, è di sinistra, nel senso che è legato ai moralismi e ai perbenismi liberticidi del progressismo europeo contemporaneo. Questo, mischiato all’egocentrismo autoritario del personaggio, forma una miscela veramente esiziale (è pur sempre lui il leader, ha avuto pure l’investitura delle primarie!).

    • PinoMamet scrive:

      ” ora arriva Nardella con un’ordinanza che mette in carcere quelli che vanno a mignotte”

      Davvero?
      Se è così, è l’atto finale del governo 😉

    • Miguel Martinez scrive:

      Per Peucezio

      “cosa ne pensate del colpo di coda autoritario del renzismo?”

      Non per fare l’apologeta del nostro piccolo sindaco…

      per capire le cose che succedono a Firenze, bisogna entrare nella bizzarra dimensione fiorentina, cioè di un villaggio privo di particolari fisime ideologiche, pervaso da 15 milioni di turisti.

      Gli “ideologi di sinistra” quasi non esistono, e certamente non ce n’è nemmeno uno nel Partito Unico.

      Dove quello che conta è la telefonata del proprietario del mega-albergo, che si lamenta del casino che c’è sotto le camere da letto che lui si fa pagare mille euro la notte; ma a volte, conta pure la telefonata della nonnina che non riesce a dormire.

      I complottisti si possono sbizzarrire per ore a cercare di capire esattamente quale interesse il sindaco ha ascoltato, ma di sicuro non ha ascoltato nulla di Sinistra (e nemmeno di Destra).

      • Moi scrive:

        http://www.lastampa.it/2017/09/10/italia/cronache/il-sindaco-nardella-ai-giovani-stranieri-dico-non-siamo-la-citt-dello-sballo-3h9P5Lno87k33LTVpZS41I/pagina.html

        Il sindaco Nardella: “Ai giovani stranieri dico: non siamo la città dello sballo”

        Il primo cittadino di Firenze: «Nessun alibi, ma serve equilibrio»

      • Peucezio scrive:

        A me paiono conformismi che ormai agiscono per automatismo.
        Non credo che c’entrino problematiche locali.
        Qui tra l’altro non si colpisce quello che va con la prostituta di strada, che può avere un qualche impatto estetico o di ordine pubblico, ma anche, sia pure in teoria, quello che va in appartamento o lo fa in qualsiasi altro modo discreto.
        E’ questa la novità del tutto inedita rispetto alle ordinanze che ci sono state in tanti comuni italiani negli anni scorsi.

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Peucezio

          “A me paiono conformismi che ormai agiscono per automatismo.
          Non credo che c’entrino problematiche locali.”

          Scusami, ma non sono affatto d’accordo, e credo di poter dire perché.

          Firenze è un casino, tra traffico, turisti, buche, lavori pubblici cominciati e abbandonati, marciapiedi rotti, bambini che non trovano posto all’asilo, americanesse vomitanti, immondizia, tubi dell’acqua che scoppiano – mentre di vera violenza, rapine e roba del genere, ce n’è pochina davvero.

          La gente è esasperata (e il caratteraccio toscano non aiuta).

          Sono tutti arrabbiat non si sa bene contro cosa, non c’è nemmeno la fissazione assoluta con gli stranieri che accontenta gli italiani altrove.

          Il Comune è un ente impotente, che non ha soldi, e appena si muove si becca una denuncia. Se fa qualcosa, le malelingue diranno che è perché sono corrotti, e se non la fanno, lo diranno lo stesso, anche quando non è affatto vero. Ogni amministratore e ognuno dei 5.000 dipendenti del Comune vive nel quotidiano terrore dell’esposto, della denuncia, dell’assicurazione:

          “E’ scoppiato un tubo in una strada vecchia seicento anni, e non si sa nemmeno dove sia il tubo, e se qualcuno scivola nell’acqua finisco in galera, ma se io metto un cartello di divieto di passaggio, e il cartello cade in testa alla vecchietta e mi denunciano…”

          Ecco che finalmente arriva, come la manna del cielo, una legge che permette al sindaco di ordinare qualcosa che dovrebbe intralciare, letteralmente, “il casino”.

          Poter dire, “abbiamo fatto qualcosa!” per un’amministrazione che non riesce nemmeno a smaltire i rifiuti del nostro giardino è un’occasione festosa per comunicati stampa e autoincensamenti.

          In uno stato di disperazione come questa, figuriamoci se amministratori o funzionari hanno pure la tranquillità mentale di pensare “qualcosa di sinistra”.

          • Peucezio scrive:

            Ma infatti mica lo pensano. E’ talmente radicato che agisce come un’idea scontata. Ed è legato alla sinistra fino a un certo punto: anche amministrazioni leghiste fanno ordinanze simili (però non arrivano a perseguire i comportamenti che non siano in strada).

            E quest’ultimo punto è decisivo.
            Davvero non riesco a vedere che nesso possa esserci fra il disordine di Firenze e uno che paga una prostituta in appartamento o una escort di lusso.
            Quindi ci sarà il caos di Firenze e l’esigenza di fare bella figura e dismotrare che si fa qualcosa per combatterlo, ma c’è anche altro. Moralismo sessuofobo contemporaneo. Poi possiamo mettergli l’etichetta ideologica che vogliamo.

            • Miguel Martinez scrive:

              Per Peucezio

              ” E’ talmente radicato che agisce come un’idea scontata.”

              Forse stiamo dicendo la stessa cosa, allora: l’Amministrazione sa di fare qualcosa che “al popolo piace”.

              Immaginati portare i figlioli a spasso alle 10 di mattina alle Cascine e dovergli spiegare cosa ci fanno i/le signor* brasilian* in attesa di clienti, o cosa sono quei sacchettini di gomma trasparente che si trovano per terra.

              Poi arriva l’Ordinanza (che immagino non avrà il minimo impatto pratico, come la Legge Fiano) e tutti diranno, “oh finalmente Nardella si è svegliato, almeno questa volta ha avuto il coraggio di fare una cosa buona, non come quella volta che abbiamo dovuto aspettare un anno perché riparassero la buca!”

    • Z. scrive:

      Peucezio, non so a cosa ti riferisci ma non mi risulta che un sindaco abbia il potere per legiferare in materia penale…

      • Peucezio scrive:

        Z.,
        immagino non ti sfugga il fatto che l’arresto (diversamente dalla reclusione) è una sanzione amministrativa.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Eh?

        • Z. scrive:

          Temo che invece mi sfugga…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Il 650 c.p., appunto.

              ‘Sta schifezza può farla soltanto perché nessuna prostituta ricorrerà mai al TAR. Ma mi sembra ampiamente illegittima un’ordinanza del genere, visto che viola qualsiasi criterio di proporzionalità.

            • Peucezio scrive:

              Che c’entra, ma i clienti possono ricorrere al Tar.
              Io ho capito solo che ‘sta mostruosità è possibile grazie al decreto Minniti, che dà poteri speciali, mi pare di aver capito, ai sindaci.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              E ti pare che nelle prossime settimane qualcuno farà ricorso al TAR dolendosi pubblicamente di non poter andare a mignotte?
              Minniti non credo che c’entri: da noi fanno ‘sta roba da un pezzo.

            • Peucezio scrive:

              L’hanno detto in televisione che c’entra il decreto Minniti.
              Poi non so dirti…

              Beh, se uno viene beccato comunque è sputtanato, tanto vale fare ricorso.

              Comunque è ora che i puttanieri, almeno quelli non sposati o fidanzati, rivendichino l’orgoglio di voler fare sesso.
              Secondo me dovrebbero anche creare un’associazione.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Comunque è ora che i puttanieri, almeno quelli non sposati o fidanzati, rivendichino l’orgoglio di voler fare sesso.”

                Temo che sia un argomento di cui so poco 🙂

                Detto questo, il commercio per strada o è permesso o è vietato.

                Non vedo perché si debba permettere ai/le signor* in questione di vendere le loro merci sulle strade e nei parchi, e vietare a chiunque altro di vendere, che so, le mele del proprio orto o galline vive.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Il ricorso al TAR può essere fatto solo entro i primi 60 giorni dall’emanazione. Dopo è il giudice penale che eventualmente può disapplicare.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              hai mai sentito che qualcuno sia finito in carcere o abbia preso centinaia di euro di multa per aver comprato una mela dalla contadina per strada?

              Io sostengo molto banalmente che il sesso debba essere LIBERO in tutte le sue forme. Tranne quando entri in gioco la costrizione fisica (o si tratti di persone inconsapevoli per età, come può essere una persona sotto i 14 anni).

              Tutt’al più capisco il problema del decoro: ina prostituta col culo di fuori in una strada dove abitano e passano famiglie coi bambini non va bene, d’accordo.
              Ma cosa c’entra colpire il cliente? Si colpisce il cliente per moralismo sessuofobo, per spirito puritano: se fosse solo per l’ordine pubblico sanzioneresti la ragazza o il pappone.

            • Peucezio scrive:

              Comunque, Miguel,
              tu vuoi dire che si debba permettere sia la vedita della gallina che la prostituzione o che non si debba permettere né l’una né l’altra?

            • PinoMamet scrive:

              Peucezio, credo che l’associazione che dici non vedrà la luce molto presto 🙂

              Non per pudore sessuofobico, ma, paradossalmente, per pudore sessoliberistico.

              La “rivoluzione sessuale” ha fatto sì che, ufficialmente, tutti la pensino come te: il sesso deve essere libero, è una bella cosa, è la libera espressione della propria personalità ecc.

              Il sesso non solo è libero: è obbligatorio.

              Moltissime persone, perciò, non hanno o non avrebbero nessun problema a mettere la faccia in un’associazione di appasionati di bondage, di frustini erotici, di feticismi vari.
              Ma pochissimi vorrebbero mettere la faccia nell’associazione dei puttanieri, a maggior ragione dei puttanieri-non-fidanzati che dici tu, che, nella nostra società, verrebbe letta come “l’associazione di quelli che riescono a frea sesso solo a pagamento”.

            • Z. scrive:

              Let me say that again rabbi – thou art a man most wise.

              PS: però dovresti apprezzare che il buon Peucezio a sto giro non ha proposto massacri pantagruelici come Endlösung 😉

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              ma infattila cosiddetta rivoluzione sessuale ha represso il sesso, pur volendolo liberare in teoria.
              Ma è un vecchio tema, ne potremmo discutere all’infinito.

              Comunque curiose ‘ste liberazioni: liberano solo quello che va a genio a loro.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Comunque curiose ‘ste liberazioni: liberano solo quello che va a genio a loro.”

                Tu e io spesso concordiamo su questioni fondamentali.

                Ma una cosa che non riesco a capire, è questa tua idea che tutto debba essere mossa da grandi ideali, magari ideali con cui non sei d’accordo, certo, ma sempre grandi.

                Capisco che da Milano, tu possa immaginare il sindaco di Firenze mosso da immense visioni del mondo, che cerca di Liberare, anche se perversamente sceglie solo quelle liberazioni che rientrano nel suo demoniaco progetto.

                Però Firenze è un villaggio, un paesino anche simpatico, in cui ci conosciamo praticamente tutti. Conosco il sindaco e il sindaco conosce me, e presumo che scoppiamo a ridere tutti e due quando ci vediamo.

                Di tutte le accuse che si potrebbero fare al sindaco, ecco, non ci metterei mai quella di Grandezza Demoniaca.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              “PS: però dovresti apprezzare che il buon Peucezio a sto giro non ha proposto massacri pantagruelici come Endlösung ;)”

              Non dire così, che mi suggerisci l’idea… 🙂

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              ma lo so.
              Non ho nessuna difficoltà a credere che Nardella sia mosso dai motivi che dici tu.

              Il fatto è che ogni epoca ha i suoi conformismi, le sue idee e fisime, date per acquisite.
              Un amministratore pubblico degli anni ’50 avrebbe ragionato come un padre di famiglia vecchio stampo.
              Se, putacaso, si fosse posto il problema di vietare uno spettacolo osceno (nel senso che le ballerine erano troppo scosciate), lo avrebbe fatto probabilmente mosso da ragioni contingenti di tattica politica, ma al tempo stesso avrebbe dato per scontato che certi eccessi violano il pudore e il decoro, che va tutelato. Poi magari quello spettacolo era ancora al di qua della sua personale linea di liceità, ma le convenienze politiche lo spingevano ad agire così. Ma tale linea comunque si sarebbe mossa entro una gamma definita, non illimitata, condizionata dall’epoca e dal costume corrente.

              Forse la differenza fre le concezioni di allora e quelle di oggi è che quelle di un tempo sono un’evoluzione naturale di una sensibilità ancestrale (anche se non vanno dimenticate le prescrizioni religiose, che sono una delle rovine dell’umanità), mentre quelle di oggi è più facile che siano il portato, se non di grandi costruzioni ideologiche, quantomeno di idee un po’ artificiali, costruite a tavolino.

              Comunque c’è un dato che secondo me merita di essere sottolineato: la sensibilità odierna (non quella comune, ma quella dei ceti semicolti) va nel senso della criminalizzazione dell’uomo comune, della persona normale. E, paradossalmente, anche dell’elettore medio.
              Qui abbiamo tre soggetti attivi:
              – la prostituta,
              – il magnaccio,
              – il cliente.
              Si colpisce solo il terzo.
              Questo è altamente significativo.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Infatti la cosa è molto più semplice: si accetta ciò che l’opinione comune ritiene accettabile e non si accetta quello che è ritenuto inaccettabile. E questo a prescindere dagli ideali (che per definizione sono regole generali e astratte perfettamente enunciabili e la cui violazione è facilmente accertabile): si tratta di un modo di fare molto simile a quello che ama Peucezio, quindi, dove le teorizzazioni sono chiacchiere e ciò che domina è l’umore popolare.

              Ideale/regola generale: chiunque deve poter accoppiarsi con chi vuole; l’ordinanza fiorentina vieta di accoppiarsi con chi si vuole se lo si fa a pagamento; l’ordinanza è contro l’ideale.
              Questo è il modo in cui penso io, liberal-comunista, razionale, illuminista, moderno e tutto il resto.
              Nel mondo reale, invece, le prostitute sono una brutta cosa, chi si rivolge loro è un perdente (come giustamente ricorda Pino), la donna è per definizione una vittima, una sorta di minus habens che deve essere protetta anche da se stessa. Punire chi paga la prostituta è quindi assolutamente giustificato: colpisci un perdente (ovvero una persona che la società rigetta), salvi la prostituta e proteggi il decoro della Città d’Arte.
              Un uomo del Neolitico non può che apprezzare come la comunità si sia normata non secondo astratti ideali, ma secondo le pulsioni del ventre.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              per inciso, casomai non si fosse capito,
              la frase “Comunque curiose ‘ste liberazioni: liberano solo quello che va a genio a loro.” si riferiva alla Rivoluzione Sessuale, non a Nardella.

              Non c’è nulla da fare: io in questi libertari sessuali anni ’70 sento una forte puzza di perbenismo.

              A parte che, a giudicare dall’aspetto che avevano, dovevano puzzare davvero, perché si lavavano una volta all’anno, come il ragazzo americano mezzo hippy rimorchiato da Gigi Ballista, nel ruolo di un nobile veneto ricchione, nel film “Trastevere”, di Fausto Tozzi. 🙂

              D’altronde si sa che il moralismo non è mai andato d’accordo con l’igiene: quegli sporcaccioni degli inglesi stigmatizzavano i francesi, che avevano inventato il bidet, così come i cristiani spangoli chiusero i bagni arabi con la Reconquista, perché lavarsi era considerato immodesto e immorale.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “A parte che, a giudicare dall’aspetto che avevano, dovevano puzzare davvero, perché si lavavano una volta all’anno, come il ragazzo americano mezzo hippy rimorchiato da Gigi Ballista, nel ruolo di un nobile veneto ricchione, nel film “Trastevere”, di Fausto Tozzi. ”

                Calcola che il nostro sindaco è un cattolico praticante con moglie ciellina e tre figli.

                Praticamente, un Francesco.

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              ì eivdente che i due piani s’intersecano, perché a forza di martellare, le ideologie astratte diventano pensiero corrente.
              Non dimenticare che nel neolitico non c’erano scuola e televisione e le famiglie si tramandavano le idee.

              Infatti ti chiedo cosa è intervenuto da quando la prosituzione era comunemente accettata ad oggi.

              Ti do però atto di una cosa:
              la cultura progressista, nelle sue varie declinazioni (quella ecologista è in questo senso forse la più significativa) è, per come la vedo io, un ottimo strumento per i ceti ricchi ai danni dei poveri.

              In questo senso è verissimo che l’ordinanza di Nardella è classista e va contro i deboli: con le prostitute di strada di solito ci vanno i camionisti (l’ordinanza è anche contro quella d’alto bordo, ma non la colpirà mai).

              Allo stesso modo, per contenere l’inquinamento, si fanno le ZTL e simili, così chi può pagare entra comunque in centro e gli straccioni, con le loro macchine puzzolenti, rimangono fuori.

            • Francesco scrive:

              x Miguel

              piano, io amici come Renzi non ne ho!

              mica tutti i cattolici praticanti sono uguali (anche se adesso il sig. Nardella ha un + in pagella)

              🙂

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Infatti ti chiedo cosa è intervenuto da quando la prosituzione era comunemente accettata ad oggi.

              La prostituzione da 1000 anni a questa parte non è mai stata socialmente accettata. Solo che prima ce la si prendeva con la prostituta, poi col progressismo ce la si è presa con chi la sfruttava e adesso ce la prendiamo con i clienti. Nella prima fase il cliente era accettato, il magnaccia bene o male tollerato e la prostituta era una paria. Nella seconda il cliente era tollerato, il magnaccia un criminale e la prostituta una vittima. Oggi la prostituta resta una vittima, il magnaccia resta un criminale e il cliente comincia ad essere sempre meno tollerato.

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              non lo era socialmente forse, ma lo era legalmente. Anche nello Stato Pontificio, come è noto.
              Ci voleva la Merlin prima e queste ordinanze del cavolo oggi.

        • Peucezio scrive:

          Leggo ora che anche le contravvenzioni, che prevedono l’ammenda o l’arresto, sono illeciti penali, come i delitti.
          Ma allora come cavolo fa un sindaco a comminare l’arresto??
          E la multa del vigile, se non si chiama né multa né ammenda, come cacchio si chiama?

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Qui in Veneto usano l’art. 650 c.p.

            http://www.brocardi.it/codice-penale/libro-terzo/titolo-i/capo-i/sezione-i/art650.html

            Non ti puniscono perché vai a mignotte, ma perché hai disubbidito al divieto di farlo dettato da ragioni di ordine pubblico.

            • Francesco scrive:

              le puttane come agenti del caos? ho sempre creduto fosse il contrario

              però è bello come siamo indotti a occuparci di solenni puttanate mentre altrove studiano se a fotterci è meglio la legge elettorale più o meno esistente o una sua modifica ope iudicorum

              Mode Pecorecc ON

              si stava meglio a nascere ricchioni?

              Mode Pecorecc OFF

            • Z. scrive:

              MT,

              ma poi li condannano?

              Ricordo che il comune di Firenze provò a fare qualcosa di analogo coi lavavetri, ma non pare che l’iniziativa abbia avuto seguito.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Dalle nostre parti è vietato contrattare prestazioni sessuali per le strade. A Firenze è vietato richiedere o accettare prestazioni sessuali in cambio di denaro in tutta la città.
              Dunque in alcuni comuni qua intorno ti possono punire soltanto se ti beccano mentre ti accordi con la prostituta. A Firenze in teoria dovrebbero poterti punire sempre, a meno che tu non dimostri di aver preso l’appuntamento mentre eri ad Empoli…
              Adesso non ho idea di come pensino di far partire un procedimento penale per ogni singola scopata e come facciano a capire se un soggetto ha prestato il consenso gratis o dietro pagamento. Ma solo se il pagamento è in denaro: se io pago la prostituta in gettoni d’oro tipo quiz televisivo allora è legale.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “A Firenze è vietato richiedere o accettare prestazioni sessuali in cambio di denaro in tutta la città.”

                Infatti, la cosa mi ha fatto ridere.

                Non mi sarei permesso di scrivere una cosa così sciocca in San Frediano, gli osti con la terza media mi avrebbero smontato il discorso e reso ridicolo subito.

                A prima vista, direi che è opera di un funzionario incompetente, ma forse c’è un motivo giuridico per cui hanno dovuto scrivere una cosa così improbabile.

                Ma non saprei.

            • Z. scrive:

              Ochèi, ma dalle tue parti poi li condannano?

            • PinoMamet scrive:

              ” A Firenze è vietato richiedere o accettare prestazioni sessuali in cambio di denaro in tutta la città.”

              Se è così mi pare demenziale;
              è inapplicabile, o meglio, applicabile solo la parte relative ai clienti delle prostitute “stradali”;
              e poi, se io volessi, per dire, dare il culo (scusate la chiarezza) a un vecchio riccastro in cambio di denaro, saranno pur fatti miei e del vecchio riccastro?
              Devo trovarmi Nardella in camera da letto col taccuine delle multe in mano?
              Che gliene frega, a lui??

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              tu fai un discorso di totale buon senso.
              Ma credi che l’attività legislativa sia ispirata al buon senso o piuttosto al fanatismo?

              Che poi un sindaco faccia una cosa perché la gente si lamenta dei preservativi per terra, come dice Miguel, d’accordo.
              Ma c’è qualcosa di profondamente malato nel sistema, cioè nella cultura legislativa corrente, se per fare ciò si deve stabilire che, almeno in teoria, deve essere punito il tizio che va con la zoccola in appartamento.
              E ovviamente in televisione giù sproloqui (da parte di Nardella stesso, visto stamattina sulla 7) sullo sfruttamento del corpo delle donne, la schiavitù sessuale, ecc.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ochèi, ma dalle tue parti poi li condannano?

              Non ho mai letto di casi simili, ma non posso né escludere né affermare che sia successo.

          • Z. scrive:

            La “multa” del vigile è una sanzione amministrativa.

            • Peucezio scrive:

              E non ha un nome più specifico?

              La reclusione è una sanzione penale, ma si chiama appunto reclusione.

            • Z. scrive:

              Mmm… no, direi di no.

              Puoi chiamarla “sanzione amministrativa per violazione di norme inerenti la circolazione stradale”, naturalmente.

              Ma se dici “ho preso una multa” fai prima e ti capiscono tutti 🙂

    • Francesco scrive:

      Beh, caro Peucezio, è almeno dai tempi di Zapatero che la Sinistra post-Terza via non combina un tubo se non robaccia di due tipi:

      1) estensione dei nuovi diritti (e qui mi taccio)
      2) becere grida vetero-staliniste, purissimamente ideologiche, contro i cosplayer neri (o le statue)
      3) qualche provvedimento misto, in cui il vano autoritarismo del tipo 2 si associa ai diritti del tipo 1 (tipo perseguire chi dice che il matrimonio omosex è una brutta cosa), che credo sia il loro massimo sforzo di creatività

      e poi mi lamento del bestiale Salvini

  15. Moi scrive:

    n’ordinanza che mette in carcere quelli che vanno a mignotte (credo sia una cosa senza precedenti in assoluto).

    …………..

    Sverige …

  16. Z. scrive:

    Uno scontro di civiltà, e anzi tra la civiltà e la barbarie, si profila minaccioso…

    https://video.repubblica.it/mondo/germania-il-cibo-preferito-di-angela-merkel-spaghetti-alla-bolognese/284828/285442?ref=RHPPBT-BS-I0-C4-P4-S1.4-T1

    Robéluxe, facciamo un patto: io dirò a JC di non allungare più il chinotto Lurisia, e tu spieghi ad Angela che gli spaghetti alla bolognese non esistono.

    Poi festeggeremo tutti assieme sul mio celebre iòt ormeggiato a Bruxelles, in Rue Charlemagne.

    • Roberto scrive:

      Guarda io gliele ho fatte le tagliatelle, ma non c’è niente da fare, lei vuole gli spaghetti, e dice “existe in cermania, existe in franzia, existe in America, zolo in Italia no existe spaketti polognese”

  17. Moi scrive:

    l’ Ordinanza del Sindaco o della Sindaca gli/le/ consente di interpretare e applicare una legge all’ opposto di come era sempre stata interpretata e applicata.

    Esempio classico (che include anche il rapporto sessuale non-mercenario….) : Atti Osceni in Luogo Pubblico … l’ automobile privata dovrebbe essere appunto un luogo privato, ma ogni tanto diventa pubblico perché ha i vetri trasparenti; per questo, grande classico dei film Anni Settanta e Ottanta, la gente che volesse “guzzare in macchina” applicava internamente ai vetri dei classici fogli di giornale con lo scotch … poi va be’, il Comune può sempre ribattere che se gli ammortizzatori si muovono da soli è chiaro che …

    • paniscus scrive:

      “Anni Settanta e Ottanta, la gente che volesse “guzzare in macchina” applicava internamente ai vetri dei classici fogli di giornale con lo scotch … ”
      —————————–

      Quello nei dintorni di Firenze era già fuori questione negli anni ottanta, causa panico sociale da serial killer…

  18. Moi scrive:

    A (s)proposito di Scontri di Civiltà … un articolo (mi sembra su IFQ) commentava la speculazione di propaganda politica dello stupro in base alle tifoserie “Daje alli Sbirri” Vs “Daje alle Risorse Boldriniane” … e un commento di un certo Paolo chiosava che sì, lo Stupro è un Problema Culturale Universale, MA a Stoccolma senz’altro ci sono più strumenti culturali per combatterlo rispetto a El Cairo.

  19. Moi scrive:

    Che però, sappiamo, sono due estremi opposti :

    in Egitto (specie ultimamente) NON è difficile trovare l’ Imamone che “lancia una fatwa” (per dirla in Giornalistese …) tale per cui lo stupro di una capretta è legittimo purché la Sposa Bambina arrivi vergine al matrimonio.

    in Svezia NON è difficile trovare ‘ Assistente Sociale Feminazi incredula del fatto che l’ adolescente Erik Sborraprovettson 😉 si droga perché gli manca una Figura GenitioreUnoerna !

  20. Moi scrive:

    @ IZZALDIN

    Altra parodia, di un certo Rucka Rucka Ali, che “fa il verso” )come dicono in Toscana( a Katy Perry :

    https://www.youtube.com/watch?v=DGk6kULEJtU

    I Love Minorities

    PS

    cfr. Finale

    Sono convinto che Gary Coleman, fosse ancora vivo, avrebbe l’ età per aver sentito dei
    Reduci di Selma e, considerando Michelle Obama pro Ex Goldwater Girl … le avrebbe detto: “Whatchoo talkin’ ‘bout, Michelle ?!”

    • izzaldin scrive:

      non un granché questa parodia. gli americani sono troppo fissati col politically correct e i tentativi di andare contro sono spesso (come in questo caso) cringeworthy, imbarazzanti.
      se ti piacciono le cose non politically correct ma che siano divertenti e scanzonate e non delle nerdate come quella che hai postato 😉 ripropongo Luca Sepe con la parodia di Bailando che diventa Armando e parla di nu ricchion ‘e Napl

      https://www.youtube.com/watch?v=3-UgODCJN_4

      come vedi a Napoli gli isterismi politically correct ancora non sono arrivati dall’America e si può scherzare in tranquillità su tutto

  21. Miguel Martinez scrive:

    Allora, torniamo alle Grida di Nardella, riassumendo il mio punto di vista…

    1) è una delle pochissime cose che il sindaco può fare (oggi si parlava dei tagli anche alle “spese di rappresentanza”, che non sono i cocktail, ma sono cose piccolissime, tipo cartelli che spiegano le cose ai turisti). E forse – come sottolinea qualche commentatore qui – non potrebbe fare nemmeno questo.

    2) la motivazione ufficiale riguarda la lotta allo sfruttamento delle donne, la motivazione (a mio avviso) vera è che un sindaco che non riesce a togliere l’immondizia dalle strade, dichiara comunque di voler togliere i/le/ signor* mezze nude e i cosini di gomma che fanno squisce sotto i piedi dei bambini che giocano a pallone

    3) non cambierà quasi nulla, visto che i vigili non riescono nemmeno a multare le macchine che si piazzano davanti alle rampe per disabili, e comunque i vigili “antidegrado” che operano di notte sono rimasti, se ben ricordo, in quattro e nessuno di loro ha voglia di farsi accoltellare dal magnaccia di turno, come non hanno voglia di farsi picchiare da quelli che entrano nella zona pedonale con i SUV alle tre di notte

    4) Infine non riesco a commuovermi per gli utenti che dovranno andare a cercare su Facebook le escort anziché fermare il traffico lungo i viali mentre contrattano.

    • Peucezio scrive:

      Miguel,
      “4) Infine non riesco a commuovermi per gli utenti che dovranno andare a cercare su Facebook le escort anziché fermare il traffico lungo i viali mentre contrattano.”

      Non si potrebbe subordinare la liceità della prostituzione alla larghezza della strada? 🙂

      Comunque, circa il punto 3, uno l’hanno già pizzicato. Dici che è frussce de scòpa nove, come si dice a Bari?

    • Z. scrive:

      Miguel, mi fai venire in mente la barza dei portoghesi e della lampadina…

      – Quanti portoghesi ci vogliono per cambiare una lampadina?
      -… e a che serve? tanto si muore…

    • Francesco scrive:

      Mig

      approfitto di te e degli utenti del blogghe: a Milano i vigili urbani sono estinti (e non perchè gli hanno cambiato il nome) e il rispetto delle regole da parte degli automobilisti sta virando verso noti videogiochi … capita anche in altre città?

      o è un problema nostro?

      • Peucezio scrive:

        Ma dai, magari…
        A Milano si vive nel terrore dei vigili.
        Una volta a Milano gli automobilisti erano pratici, non fanatici delle regole. E guidavano piuttosto bene.
        Adesso si fermano ai semafori pedonali in assenza di pedoni, ingorgano le strade per lasciare libero lo spazio sulla corsia della filovia, malgrado ne passi una ogni dieci minuti (col risultato di più traffico, smog e conseguenti tumori, ecc.), vanno piano, si fermano improvvisamente senza motivo…

        • roberto scrive:

          “A Milano si vive nel terrore dei vigili.”

          dovreste provare a mettere un piede a nord delle alpi….

          • Peucezio scrive:

            Ho guidato in pochissime occasioni a nord delle Alpi, però io vedo come gira la cosa nella Svizzera italiana.
            Lì ti viene molto facile seguire le regole, perché è tutto organizzato per semplificarti la vita, gli altri le rispettano, entri in quell’ordine di idee e ti rilassi. Io, un paio di settimane fa, dopo Chiasso, passata la frontiera e rientrato in territorio italiano, ho pensato: “ora ricomincia lo stess, la legge della giungla”.

            • roberto scrive:

              ma soprattutto se sgarri la multa è inevitabile, tra radar fissi e mobili e polizia sulle strade

              poi sul relax dipende, io ho appena pagato una multa in francia perché andavo a 98 all’ora su un tratto di autostrada (autostrada! a quattro corsie!!!) in cui si deve andare a 90 all’ora.
              avevo guidato 1000 km, me ne mancavano 100, mi son detto “eccheppalle, mi scappa la pipi e voglio arrivare, sono alle dieci di sera su un’autostrada totalmente vuota”…la lentezza mi ha stressato, ho perso per un attimo il mio socratico rispetto per le leggi e zacchete! eccesso di velocità e 45 euro di multa

            • Peucezio scrive:

              Sì, questi sono gli eccessi del legalismo d’oltralpe.
              Non giustificherò mai i limiti di velocità irragionevoli.

            • Peucezio scrive:

              Però, scusa, essendo in Francia se non la pagavi che ti succedeva? Ti hanno fermato al momento?

            • Francesco scrive:

              e pensate che gli iper-legalisti e controllisti tedeschi i limiti non li hanno!

            • roberto scrive:

              c’è un accordo fra francia e lussemburgo (anteriore alla direttiva 2015/413, maledetta europa!) sullo scambio dei dati degli automobilisti in caso di infrazioni stradali e i francesi mandano la multa in lussemburgo.

              se non paghi, il rischio è che al primo controllo in francia ti fanno il culo (conosco vari casi di gente rimasta a piedi, ed uno in svizzera addirittura arrestato). siccome i controlli in francia non sono affatto aleatori come in italia, e io ci guido spessissimo, preferisco non rischiare

            • roberto scrive:

              francesco, è una legenda!
              ci sono rari pezzi di autostrada senza limiti ma sempre più spesso limiti a 130 o 120 (quando passi vicino a paesi, cioè ogni 10 km) e se ti beccano è difficile discuterci

            • Francesco scrive:

              peccato!

              era una promessa di Paradiso, non avevo bisogno di andarci, mi bastava sapere che c’era

              🙁

        • Francesco scrive:

          Peucezio,

          io l’auto in città la uso il meno possibile. Quando mi tocca, la quantità e qualità delle automobili posteggiate in doppia fila “alla napoletana” mi obbliga a pericolose gimkane e a sminuire il mio razzismo anti-napoletano.

          Idem per i posteggi barbari: avendo fatto lo spingi-carrozzina ho un certo occhio per riconoscere lo stronzo che blocca il passaggio e/o lo scivolo.

          Se le strisce pedonali sono da sempre campo di battaglia, oggi lo sono anche i semafori rossi (e non parlo di quelli pedonali).

          La praticità milanese ha lasciato il posto alla più belluina stupidità – comprese le zone 30 all’ora degli assessori rosso-verdi.

          PS nella mia Milano le corsie dei mezzi pubblici sono intasate di stronzi e spesso usate come posteggi, faccio fatica a credere che sia la tua stessa città

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            E’ vero: mi ha sorpreso l’indisciplina automobilistica che c’è a Milano. Ma forse è che, essendoci più gente concentrata in meno spazio, ci sono anche più stronzi concentrati in meno spazio, pur non essendo percentualmente superiori alla media.

            • Francesco scrive:

              No, è proprio la disciplina che è estinta. Con conseguenze che si possono prevedere guardando come è il traffico in qualsiasi città del Terzo Mondo (Roma, Napoli, Il Cairo, Jakarta).

              Mettere la freccia non dipende da quanti siamo per mq ma da avere un cervello che funziona.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Francesco

                “No, è proprio la disciplina che è estinta. Con conseguenze che si possono prevedere guardando come è il traffico in qualsiasi città del Terzo Mondo (Roma, Napoli, Il Cairo, Jakarta).”

                Sarebbe interessante vedere se la tua riflessione empirica abbia qualche fondamento scientifico.

                Adesso, in collaborazione con il CNR, stiamo studiando l’installazione di un sistema di piccoli rilevatori di traffico, che un privato può mettere nella finestra di casa sua, per controllare i flussi.

                In questo contesto, sarebbe interessante vedere almeno le violazioni dei limiti di velocità (30 km orari molto teorici nelle nostre stradine).

                Vi farò sapere…

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              sì, ma come ha detto giustamente Francesco, si tratta di indisciplina stupida, ottusa.
              Una volta il milaese trasgrediva le regole, perché c’erano regole non scritte molto più efficienti, seguite più o meno da tutti.
              Ttutti rispettavano semafori e precedenze, tutti correvano come pazzi (quando ciò non costituiva pericolo), parcheggiavano dove non davano fastidio, anche se era vietato.
              Oggi sono tutti mosci e al tempo stesso indisciplinati nelle cose in cui esserlo crea problemi e ingorghi.

            • Francesco scrive:

              A istinto darei ragione al 100% a Peucezio: si posteggiava ovunque, dove non dava fastidio, si correva dove era sicuro correre e così via.

              Adesso è un casino e basta, con strade quasi bloccate (aspetto il primo morto perchè l’ambulanza non riesce a passare), sui marciapiedi rischi di non camminare (ma di essere arrotato dalle bici), il contromano è quasi accettabile, il rosso è quasi facoltativo.

              Certo, oltre le impressioni ci vorrebbero i dati empirici.

          • Peucezio scrive:

            Francesco,
            “PS nella mia Milano le corsie dei mezzi pubblici sono intasate di stronzi e spesso usate come posteggi, faccio fatica a credere che sia la tua stessa città”

            E’ questo l’assurdo: nessuno ci circola perché sarebbe riservata alla filovia, poi c’è anche il coglione che ci lascia lì la macchina, il risultato è che non passano né le auto, né la filovia.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Francesco

        “capita anche in altre città?”

        Non saprei. Conosco diversi vigili, e qui a Firenze sicuramente c’è stato un logorio di tagli piccoli di ogni sorta, anno dopo anno… cose quasi invisibili, mancate assunzioni, chiusure di uffici, tagli alle spese… che hanno realmente reso il loro lavoro, almeno qui nel quartiere, quasi inesistente.

        I divieti, i sensi unici, ecc. dipendono sostanzialmente dall’educazione dell’utente, cosa che offre un grande vantaggio ai maleducati 🙂

  22. Miguel Martinez scrive:

    Per Z

    “Miguel, mi fai venire in mente la barza dei portoghesi e della lampadina…”

    Non ho capito cosa c’entra, la barzelletta più che portoghese, mi sembra molto Zen!

  23. Mauricius Tarvisii scrive:

    Qui abbiamo tre soggetti attivi:
    – la prostituta,
    – il magnaccio,
    – il cliente.
    Si colpisce solo il terzo.
    Questo è altamente significativo.

    La società tradizionale puniva solo la prima, la legge Merlin punisce solo il secondo, Nardella punisce solo il terzo anche nei casi in cui il secondo non esiste.
    Sto ancora riflettendo su come questo possa essere letto alla luce della profondissima misandria della nostra società.

    • Peucezio scrive:

      Che c’entra la misandria?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Di questi tre soggetti, nell’immaginario collettivo (è l’immaginario che conta in questi casi, non la realtà), uno solo è inevitabilmente uomo. La prostituta in quanto donna è vittima per definitiva, il magnaccia può essere uomo o donna, mentre il cliente è quello facile da punire.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          vittima per definizione

        • Peucezio scrive:

          Non ho capito se la misandria della società è uno scherzo o lo stai dicendo sul serio.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Io sono serissimo. Le donne sono più intelligenti, vanno protette, non sono violente, sono più oneste, non dovrebbero andare in carcere, dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione da parte di case farmaceutiche e servizi sanitari, sono vittime di un sistema che le discrimina doppiamente sul lavoro e nella vita privata e sono pagate di meno a parità di mansioni.
            Tutte queste asserzioni (che quando sono descrittive sono o solo parzialmente vere o addirittura del tutto false e che quando sono prescrittive si smascherano da sole) nel dibattito pubblico sono vangelo. Quindi sì, sono serissimo.

            • Peucezio scrive:

              Ma la tua è una fissazione…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              No: me lo hai chiesto e io ti ho risposto. Sei tu ad essere fissato a volerlo negare in maniera dogmatica e mai argomentando.

            • Peucezio scrive:

              La misandria è pura fantasia.
              Molto banalmente c’è il vittimismo contemporaneo verso tutti i gruppi che si ritiene che un tempo fossero oppressi o che comunque non erano quelli dominanti, quindi, donne, omosessuali, negri e qualsiasi altro popolo non occidentale, ecc.
              Non esiste nessuna ostilità contro il maschio in sé (infatti se è negro o omosessuale, è bell’e finita l’ostilità).

              Poi io sono quello lamentoso che fa la vittima 😀
              Misandria… cosa mi tocca leggere.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ovvio che la neghi: la condividi 😀

            • PinoMamet scrive:

              Toh, avrei scommesso che invece la pensassi come Mauricius. Vedi come ci si sbaglia, a volte.

              Del resto, anch’io penso che la società attuale abbia più di una leggera sfumatura misandrica; i discorsi riportati da Mauricius si sentono davvero e piuttosto frequentemente; diciamo che essere maschio, di per sè, è connotato negativamente, come nell’Ottocento lo era forse era essere femmina.
              Con la differenza che il sesso femminile nel Sette-Ottocento, mentre era ritenuto intellettualmente meno valido, era sottoposto sì a una tutela, ma anche a una forma di protezione o adorazione maschile: la dama e il cavaliere, insomma.
              Mentre adesso il cavaliere deve restare tale, ma la dama gli sta dicendo che è un cretino, che non vale niente e che comunque lei non ha bisogno di nessun cavaliere. E gli altri cavalieri applaudono.

            • roberto scrive:

              pure io la vedo come mauricius e pino

            • Francesco scrive:

              Piano Peucezio: un Negro che volesse essere Maschio finirebbe all’istante nella casella del Lurido Porco Stupratore, come un Bianco che portasse dei fiori a una Donna.

              Solo gli Omosessuali godono di una certa libertà, anche se noterai che nel discorso pubblico sono tutte checche molto femminili.

              La Misandria è fortissima, e non parlo di collettivi radicali di lesbiche ma di articoli di giornale.

            • Peucezio scrive:

              Mauricius,
              “Ovvio che la neghi: la condividi 😀 ”

              Sono odiatore di me stesso, come gli ebrei antiisraeliani 😀

              Scherzi a parte c’è del vero in quello che dici, anche se “misandria” mi sembra un termine un eccessivo.
              Non credo sia dovuto a qualche forma di ostilità per il maschio o la mascolinità in genere (forse è questo il punto in cui discordiamo sostanzialmente), ma in parte, appunto, alle fisime politicamente corrette, in parte a un curioso impasto di tradizione e modernità (ma questo solo in Italia), in base alla quale formalmente e nel discorso pubblico, negli intenti dichiarati, la donna è pari all’uomo, ma nella sostanza ha un ruolo simile a quello tradizionale, ma solo nei vantaggi, per cui ha ancora diritto ad essere corteggiata, a non esporsi per prima, a esigere mille attenzioni e premure prima di concedersi, ha diritto a forme di ipertutela in caso di separazione o divorzio (perché, chissà perché, le femministe non s’indignano del fatto che sia sempre, tassativamente, l’affidataria dei figli: lì l’oppressione patriarcale del ruolo tradizionale fallocratico di donna-madre, chissà come mai, va bene), poi c’è il problema dello stalking, del femminicidio, insomma, è la parte più debole e deve avere tutte le tutele e tutte le solidarietà, alla faccia del femminismo, che dovrebbe volere delle donne virago.
              Però poi ha gli stessi diritti dei maschi, quindi gioca con regole alla pari, essendo però avvantaggaiata di fatto.
              Se stai lamentando tutto ciò, hai ragione (tu come Pino, Roberto, ecc.).

              E’ anche vero d’altra parte che nei ruoli più importanti ci sono ancora più uomini che donne, che gli stipendi non sono ancora completamente parificati, che spesso (ma sempre meno) si occupa di più di figli, casa e incombenze pratiche varie di quanto faccia l’uomo, pur lavorando di solito anche lei.
              Inoltre oggi, sempre più spesso, si assiste a un fenomeno nuovo: le donne sono sempre più mediamente più qualificate degli uomini (sono più diligenti, studiano di più, sono più determinate e inquadrate), col risultato che ci sono sempre più coppie (ne conosco almeno un paio fra gli amici più stretti) in cui lei guadagna più di lui e quindi dà nettamente un contributo maggiore al bilancio familiare.

            • Peucezio scrive:

              Aggiungo che è anche abbastanza vero che nell’immaginario contemporaneo occidentale il femminile è più cool, come lo è la natura, gli animali, gli alberi, la spiritualità orientale, l’ecologia, la New Age, la dolcezza, la tenerezza, il romanticismo, le coccole, le cose morbide e pelusciose.

              Ma dietro tutto questo c’è un sistema basato sulla competizione, sull’aggressività, sulla cannibalizzazione barbara delle risorse, sulla violenza fisica, la guerra (in genere fatta fare ad altri, fuori dai confini dell’Occidente), gli ammazzamenti efferati, l’economia criminale basata sulla violenza, ecc., ecc.
              In tutto questo le donne hanno una parte secondaria e subordinata e un mondo governato da loro sarebbe forse un po’ stucchevole e noioso, ma meno competitivo, aggressivo e devastatore.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Ma dietro tutto questo c’è un sistema basato sulla competizione”

                Condivido tutta la tua riflessione.

                La mia ipotesi è che il ruolo “maschile” sia stato demandato alle “istituzioni” di ogni sorta, non solo statali, ma anche bancarie, tecnologiche, ecc.

                Maschi e femmine sono gentili e coccolanti, sono i droni che uccidono e i debiti che si fanno pagare.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “ome lo è la natura, gli animali, gli alberi, la spiritualità orientale, l’ecologia, la New Age, la dolcezza, la tenerezza, il romanticismo, le coccole, le cose morbide e pelusciose.”

                Premesso che sono sostanzialmente d’accordo, due appunti:

                1) forse tendiamo a confondere cose degli anni Settanta/Ottanta (“new age, spiritualità orientale”, “natura”) ecc con qualcosa di molto diverso che c’è in giro oggi, fatto da gente che non esce più di casa e che è molto più intimista. Non mi sembra di vedere oggi quasi nulla delle aspirazioni “religiose” di trent’anni fa.

                2) Capisco ciò che intendi per “natura, animali” ecc. però come sai, credo che sia fondamentale distinguere tra le nostre mode e la Natura stessa.

                L’ecologia in senso scientifico prescinde completamente da quanto ci possa piacere farci una BagnoNature in Autentica Essenza di Augugala.

                La crisi ecologica planetaria la stanno creando i mari, i suoli e le nuvole, non i fricchettoni.

            • Peucezio scrive:

              A proposito,
              mi ricordo che anni fa c’era un sito, Magnaromagna, che ospitava tutta una sezione sulla “guerra dei sessi”, divertentissima, che faceva delle descrizioni di gusti, fisime e caratteristiche dei due sessi centratissime e gustose.
              Forse esiste ancora, verificherò.

              Mi ricordo quella che diceva:
              “Un uomo sposa una donna sperando che lei non cambi e lei cambia; una donna sposa un uomo sperando che lui cambi e lui non cambia”,
              oppure quella:
              “per un uomo la migliore amica è quella che ha un non so che per cui lui ha una voglia pazza di andare a letto con lei; per la donna il migliore amico è quello che ha un non so che per cui lei non ha nessuna minima velleità di andare a letto con lui”.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              “La mia ipotesi è che il ruolo “maschile” sia stato demandato alle “istituzioni” di ogni sorta, non solo statali, ma anche bancarie, tecnologiche, ecc.

              Maschi e femmine sono gentili e coccolanti, sono i droni che uccidono e i debiti che si fanno pagare.”

              Molto vero, in effetti.
              Almeno in Occidente.
              Poi altrove si lascia anche che ci siano uomini che fanno il lavoro sporco (e da noi in certe nicchie specifiche).

            • Francesco scrive:

              Beh, allora mi tocca dire che a Hollywood c’è una cellula della Resistenza, che continua a sfornare filmoni con Eroi maschi a tutto tondo.

              Credo sia il mercato: c’è ancora un sacco di cavernicoli e cavernicole che vogliono una bella storia, un eroe, una lotta, la vittoria del bene sul male alla fine.

              E a quelli, che farebbero film su mariti che scoprono di essere donne dentro e la moglie li ama tanto che li/e accetta lo stesso, gli tocca fare Attacco al potere.

              😀

            • PinoMamet scrive:

              “Beh, allora mi tocca dire che a Hollywood c’è una cellula della Resistenza, che continua a sfornare filmoni con Eroi maschi a tutto tondo.”

              Ma quando mai!

              A me pare siano molti di più i filmoni con eori maschi… femmine a tutto tondo 😉

            • Francesco scrive:

              mah

              per una Theron che floppa imitando i maschietti, quanti film di Cruise, di James Bond, di super-eroi, di quel tizio alto col nasone (Liam Neeson???), ci sono?

              lo saprò, sono i film che non riesco ad andare a vedere

              🙂

            • PinoMamet scrive:

              In effetti mi pare che sia da questa primavera che tentando di spingere quella roba della Charlize Theron palestrata con strizzatone d’occhio lesbo, ma non riesco a trovarle una collocazione.

              Poi questa mania di mischiare Storia “seria” e super-eroi o personaggi similari mi ha davvero stancato.

              Se voglio un film storico voglio vedere un film storico, se voglio un film d’azione/avventura/botte salti ed esplosioni non realistiche, allora per favore lasciate fuori la Storia che è una cosa seria.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “Beh, allora mi tocca dire che a Hollywood c’è una cellula della Resistenza, che continua a sfornare filmoni con Eroi maschi a tutto tondo.”

              Certo:

              http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/Main/MenAreTheExpendableGender

            • paniscus scrive:

              “perché, chissà perché, le femministe non s’indignano del fatto che sia sempre, tassativamente, l’affidataria dei figli: “
              ———————-

              Aggiornarsi, per favore: oggi la quasi totalità delle coppie separate ha l’affidamento congiunto alla pari, tranne casi gravi di totale inadeguatezza di uno dei due genitori (maltrattamenti, tossicodipendenza, problemi psichiatrici) oppure di totale assenza di fatto (uno dei due che abita lontanissimo all’estero, o roba del genere).

              Se di fatto, anche in caso di affido congiunto, l’affidamento prevalente e le responsabilità principali della vita quotidiana ricadono quasi sempre sulla madre, mentre il padre si occupa dei figli solo nei ritagli di tempo… è solo perché era GIA’ così anche quando la coppia stava ancora insieme.

              Nel campionario delle mie conoscenze, i padri che erano molto presenti e attivi nell’accudimento del figlio prima della separazione, continuano a esserlo anche dopo.

              Quelli che non muovevano un dito per contribuire alle necessità pratiche quotidiane del figlio (magari lo coccolavano, lo intrattenevano, lo portavano a divertirsi nel tempo libero, ma ignoravano totalmente qualsiasi responsabilità sulla sua alimentazione, abbigliamento, accompagnamenti, colloqui scolastici, documenti, visite mediche, eccetera) perché tanto “ha sempre pensato a tutto la madre“, a maggior ragione continuano a farlo anche dopo. Non mi sembra così strano.

              Se il bambino è già abituato a dipendere al 90% dalla madre e solo al 10% dal padre nella vita pratica, mi sembra ovvio che sia così anche dopo la separazione.

            • Peucezio scrive:

              Miguel,
              “1) forse tendiamo a confondere cose degli anni Settanta/Ottanta (“new age, spiritualità orientale”, “natura”) ecc con qualcosa di molto diverso che c’è in giro oggi, fatto da gente che non esce più di casa e che è molto più intimista. Non mi sembra di vedere oggi quasi nulla delle aspirazioni “religiose” di trent’anni fa.”

              Però a me sembrano cose ancora molto vitali, anche se probabilmente vissute in modo molto diverso rispetto ad allora.
              Pensa che la maggior parte dei miei amici di Bari e anche una cugina di mia madre (per influenza del figlio) alcuni anni fa sono diventati buddisti.
              Quello che ha convertito gli altri ora non lo è più, ma è più genericamente interessato a una spiritualità eclettica latamente orientale.
              (tra l’altro è diversissimo dallo stereotipo di un tipo così: è un tipico baresaccio che scherza continuamente, mena gasteme in dialetto, ecc.).

              2) Capisco ciò che intendi per “natura, animali” ecc. però come sai, credo che sia fondamentale distinguere tra le nostre mode e la Natura stessa.”

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Però a me sembrano cose ancora molto vitali, anche se probabilmente vissute in modo molto diverso rispetto ad allora.”

                Calcola anche l’enorme differenza che si ha oggi di percezione dell’Oriente: allora c’era la misteriosa Cina degli imperatori e di Mao e dei saggi delle barzellette, o i guru che si ficcavano i chiodi nella lingua e levitavano tra l’ammirazione di milioni di bambini che morivano di fame.

                Oggi l’Oriente sono imprenditori cinesi con il cravattino e bengalesi che tengono aperti negozietti di alcolici.

            • Peucezio scrive:

              Sul secondo punto: certamente.
              In fondo la natura in sé non esiste.
              Per un naturalista ecologista new age contemporaneo sono alberi da abracciare, energia spirituale ed equilibrio cosmico, per uno scienziato sono misure, dati, in sostanza numeri e tassonomie, per un esteta sono paesaggi emozionanti, per un filosofo idealista è la materia, l’oggetto che si oppone al soggetto, per un cristiano è il creato, che si distingue dal creatore, ecc., ecc.

        • paniscus scrive:

          Scusate, ma il magnaccia non è GIA’ punibile dalla legge penale ordinaria? L’ordinanza di Nardella mica abolisce quella…

          • Moi scrive:

            Ah … Seventies Member Berry di Starsky & Hutch o di un qualche “poliziottesco” con Gastone Moschin e Franco Nero, nevvero Prof ? 😉

    • Z. scrive:

      Beh, il magnaccia è già punito dalla legge penale…

  24. Z. scrive:

    Non credo di avervi mai detto che vi voglio bene. Ve lo dico ora, e tenetevelo per detto. Siete dei controrivoluzionari; nel migliore dei casi, dei bordighisti. Eppure vi voglio bene lo stesso 🙂

  25. Moi scrive:

    forse Il Comune necessita fondi per il Nuovo Stadio … con relativa Mangiatoia-Appalti 😉

    http://www.calcioefinanza.it/2017/09/18/nuovo-stadio-fiorentina-nardella/

    Fiorentina, il sindaco Nardella: “Nuovo stadio a Firenze? Si farà al 95%”

  26. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    La Guerra dei Sessi è roba massimo-massimo da Anni Duemila … adesso il Sesso Maschile può solo incassare in silenzio.

    • Moi scrive:

      dici che ti piace “far le tirate” misantropiche in macchina : benissimo 😉 !

      … è sufficiente che ascolti una qualunque “Digeiéssa” di qualunque Radio Gggiovane, quando s’incensa “Noi Donne” … con Colleghi e/o Ascoltatori “Maschi” che fanno a gara ad assecondarla, anzi a darle man forte, con discorsi “Noi Maschietti” …

      • Moi scrive:

        Digeiéssa : femminile di Diggéi (“DJ” … “Dee Jay” … Disc Jockey)

      • PinoMamet scrive:

        Le diegiesse sono una categoria particolare. Probabilmente per entrare nella corporazione bisogna superare esami di allusioni sessuali, timbro di voce mascolino e battutine acide contro il compagno digèi.

        Poichè i discorsi dei digèi dovrebbero rapresentare di solito un tranquillizzante intervallo sonoro tra una canzone e una pubblicità, le digiesse dovrebbero rappresentare la “giovane donna” media italiana, il che forse spiega il calo dei matrimoni e l’aumento dell’omosessualità.

  27. Moi scrive:

    Men Are The Expendable Gender (trope, cit. Mauricius)

    …………

    “me sarebbbe piasciuto de vvivere ner millenovescentoquarantaddue: tanto so’ ddonna, er militare nun l’avrei fatto” …

    [cit.]

  28. Moi scrive:

    Poi questa mania di mischiare Storia “seria” e super-eroi o personaggi similari mi ha davvero stancato.

    Se voglio un film storico voglio vedere un film storico, se voglio un film d’azione/avventura/botte salti ed esplosioni non realistiche, allora per favore lasciate fuori la Storia che è una cosa seria.

    —————

    Osservazione Interessante … direi condivisibile. All’ ultimo giro, “Michele Baia” 😉 ha messo perfino i Transformers nel Ciclo Arturiano e nella II Guerra Mondiale … Eddài ! 😉

  29. Francesco scrive:

    x Pino

    è che i super-eroi, come tutta la letteratura, vive di mescolamento con la storia vera.

    Pensare che Batman e Superman possano restare a combattere il Joker e Luthor in un loro mondo parallelo, senza che il nostro ci tracimi dentro, è strano forte. E sarebbero ridotti da tempo al rango di Diabolik, una roba per feticisti.

    Ti ricordo che sono nati all’ombra della Grande Depressione e della paura di Hitler e dei giapponesi, mica sotto un cavolo.

    PS è uscito il TERZO Dark Knight di Miller, casomai qualcuno volesse farmi un regalo

    • PinoMamet scrive:

      ” E sarebbero ridotti da tempo al rango di Diabolik, una roba per feticisti.”

      Mmm a dire il vero mi sembra che siano natirproprio come Diabolik, cioè ambientati in una specie di universo parallelo, o, per dirla alla buona (e credo meglio) in un mondo di fantasia.

      Diabolik viva a Clerville, Batman a Gotham city, eccetera.

      E io onestamente, sarò di gusti banali, ma trovo sarebbe stato meglio se anche Batman e soci fossero rimasti in un mondo abbastanza fantastico: certo, in tutto simile al nostro, va benissimo.

      Ma è il mescolamento dei generi a non piacermi.

      Capitan America potrà lottare contro i nazisti a modo suo, ci sta;
      ma proprio non mi piace che mi propongano un film, mettiamo, di spionaggio, con tutti i crismi dei film di spionaggio, e poi il protagonista sia Capitan America!

      Boh, non ci sta, non lo trovo credibile. Quandoordino gli spaghetti mangio gli spaghetti, quando ordino la bistecca voglio mangiare la bistecca, e possibilmente dopo gli spaghetti e non mescolata con essi 😉

  30. Mauricius Tarvisii scrive:

    A proposito di misandria che non esiste, oggi trovo sul sito della Regione Veneto una bella iniziativa per la promozione dell’istruzione femminile. Che, dal momento che le ragazze godono di un livello di istruzione mediamente superiore a quello dei ragazzi, è un po’ come se domani la Regione lanciasse iniziative per il sostegno al reddito dei ricchi 😀
    Ma ovviamente non è un problema di misandria, che non esiste.

    • PinoMamet scrive:

      Bella quella del sostegno all’istruzione femminile.
      Hanno ancora in mente la società dei secoli passati, col figlio grande che studia da medico e la poetica figlia minore che avrebbe tante doti ma deve stare chiusa a imparare a fare la moglie, si sfogherà in appassionate canzoni al clavicembalo…

    • paniscus scrive:

      No, non è un problema di misandria, è soltanto una pura e semplice q*zzata.

      Qualche cooperativa sfigata o qualche improbabile startup per il rilancio dell’impiego dei ‘ggiovani, composta da ‘ggiovani (appunto) psicologhesse o scienzadellecomunicatrici neolaureate e senza lavoro, ha pensato bene di presentare un progetto sociale edificante, nella speranza di riuscire a farsi scucire un po’ di soldi pubblici per finanziare l’attività delle medesime.

      E qualche funzionario ha letto distrattamente il progetto, ha giudicato che era nobile ed edificante, e che faceva punteggio di inclusività e di pari opportunità, e l’ha approvato, con il beneplacito di qualche assessore o capo-commissione consiliare che ha colto la palla al balzo per metterselo nel curriculum.

      Il tutto senza che NESSUNA delle parti coinvolte (né le psicologhesse, né il funzionario, né il politico) si siano minimamente fermati un attimo a riflettere sull’effettiva utilità di tale progetto.

      • Z. scrive:

        Però, Lisa, se ci fosse stato scritto “promozione dell’istruzione maschile”, il problema neppure si poneva.

        • paniscus scrive:

          Però, Lisa, se ci fosse stato scritto “promozione dell’istruzione maschile”, il problema neppure si poneva.

          Non è vero: sarebbe bastato chiamarlo, invece che “promozione dell’istruzione maschile”, qualcosa come “progetto di prevenzione dell’abbandono scolastico”, in cui però, nel testo, si facesse cenno ripetuto e insistente, ad ogni paragrafo, al fatto che la maggior parte dei ragazzi che mollano la scuola sono maschi, e che quindi c’è da agire soprattutto sui maschi… e sarebbe stato fatto passare come un ottimo progetto buonista e degno di essere avallato, anche così 🙂

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Mi sa che non hai chiarissimo il concetto di discriminazione indiretta. Comunque siamo fuori tema: qui c’è una discriminazione diretta bella e buona.

          • Z. scrive:

            Se si fosse chiamato in quel modo, però, non sarebbe passato. E se fosse stato rivolto ai ragazzi di solo o prevalente sesso maschile, neppure.

            Ma soprattutto, non sarebbe stato nemmeno concepito.

            Che questo sia definibile misandria ho dei dubbi, ecco. Ma sul resto ne ho pochi.

            • paniscus scrive:

              “Se si fosse chiamato in quel modo, però, non sarebbe passato. ”
              ——————————-

              Ma tu scherzi?????

              I progetti buonisti contro la dispersione scolastica (compresi quelli che propongono di contrastarla con le strategie più improbabili e ridicole) passano TUTTI, per definizione!

              Ne ho appena visto uno che si ripropone di acchiappare i ragazzi più “demotivati allo studio” (cioè quelli che NON studiano, che hanno insufficienze gravi in quasi tutte le materie e che quindi rischiano di essere bocciati, e se vengono bocciati potrebbero avere la tentazione di mollare la scuola) e di trattenerli a scuola per delle ore in più di pomeriggio…

              …ma NON a fare corsi di recupero ed esercitazioni per migliorare il metodo di studio, bensì a fare laboratori di musica, di arte, di danza, di teatro, di produzione di video, e altra roba fantasiosa del genere.

              Cioè, quelli che già vanno male nelle materie scolastiche perchè di pomeriggio a casa loro non aprono libro, in quei pomeriggi li tratteniamo a scuola A FARE ALTRO, così a casa studieranno ancora meno, e impareranno ancora meno. Geniale, no?

              Però almeno, dando loro la soddisfazione di essere stati bravi a suonare la chitarra o a disegnare la scenografia per lo spettacolino teatrale, si rafforza la loro autostima, e quindi magicamente diventeranno più determinati anche nello studio, e scongiureranno il rischio di bocciatura e di abbandono scolastico.

              Assicuro che c’è gente che ci crede davvero, che ha presentato davvero questo progetto, e che esso è pure stato accettato. Non è un sentito-dire, è una cosa che ho visto di persona.

            • Z. scrive:

              Lisa, trovami un bando per l’istruzione di soli maschietti, ragazze escluse per regolamento, e ammetterò senza indugio di essermi sbagliato 🙂

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Z

                “trovami un bando per l’istruzione di soli maschietti,”

                Non seguo bandi scolastici, ma è semplice.

                Le femmine sono tutte sante e vittime, quindi vanno aiutate, ok.

                Ma i maschi sono tutti A Rischio, pronti a Cadere nel Bullismo e nei Comportamenti Disfunzionali… insomma, il Povero Maschio che accoltella la fidanzatina è una Vittima dell’Indifferenza delle Istituzioni Scolastiche non inclusive.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Il probblema è che ci si occupa di problemi che riguardano in maggioranza oppressori fallodotati. Per esempio, si sperperano risorse per la prevenzione degli infortuni mortali sul lavoro o le malattie cardiovascolari, tutta roba sessista. Altro che le borse di studio solo per studentesse, gli sconti sui taxi solo per le donne, gli incentivi per l’assunzione di lavoratrici, i prepensionamenti solo per le donne e tutto quel genere di cose che non costituiscono in nessun modo trattamenti differenziati legati al genere.

              Io invito sempre le persone, quando si sente parlare di iniziative rosa, di genere, ecc., a provare a sostituire la parola “donne” con la parola “bianchi”, la parola “uomini” con la parola “negri” e la parola “maschietti” con la parola “negretti”. Così, per vedere che effetto fa una borsa di studio solo per bianchi, il discorso per cui “i negri devono imparare che un no è un no” o “i negretti non riescono ad accettare che un bianco sia meglio di loro”.
              E poi comunque un bel proggetto regionale chiamato “la giornata dei bianchi” per favorire la scolarizzazione dei banchi mi sembra un’ottima idea. Poi se a qualche negretto non sta bene è perché odia i bianchi.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Io invito sempre le persone, quando si sente parlare di iniziative rosa, di genere, ecc., a provare a sostituire la parola “donne” con la parola “bianchi”

                Capisco quello che dici, e condivido anche in buona parte.

                Però vedendo il modo in cui funzionano le istituzioni…

                Per una serie di anomalie, in mezzo a tagli devastanti, si creano sacche assurde di soldi, che gli enti devono spendere.

                A due condizioni:

                1) deve essere per una causa vacua, per cui nessuno ti può denunciare. Qualcuno ti può denunciare perché sei per la “prevenzione degli stupri”? No, più o meno, dalla femminista arrabbiata al cattolico bigotto al puttaniere ipocrita, non ci sono rischi.

                2) la spesa deve essere effettuata in una maniera che non fa correre alcun rischio organizzativo o assicurativo. Quindi, mandiamo trecento psicologhesse a fare qualche ora di precariato in qualche scuola, dove ci sono già muraglie assicurative che difendono dal rischio di sbucciarsi il ginocchio, cascare dalla sedie, ecc.

            • Z. scrive:

              Miguel,

              ottimo, allora non sarà difficile trovare un bando approvato di questo tipo. Solo per maschietti, signorine escluse.

            • PinoMamet scrive:

              La cosa più divertente (se fa pe’ dì) l’ha fatta una passata amministrazione qua, con i “parcheggi riservati alle donne”, con strisce rosa e più larghi del normale 😉

              non pensate male, l’idea era che le donne devono far salire e scendere i bambini..

            • PinoMamet scrive:

              “Io invito sempre le persone, quando si sente parlare di iniziative rosa, di genere, ecc., a provare a sostituire la parola “donne” con la parola “bianchi”, la parola “uomini” con la parola “negri” e la parola “maschietti” con la parola “negretti”.”

              Appoggio la mozione Mauricius!

  31. Mauricius Tarvisii scrive:

    Per la gioia di Peucezio, possiamo parlare di Pd e prostituzione

    http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2017/09/20/news/il-sindaco-di-spresiano-convoca-in-municipio-le-prostitute-1.15879468?ref=hftttrer-1

    Abbiamo un’attività economica sgradita che viene esercitata in un luogo in cui non è gradita e un sindaco che cerca di usare l’arma della persuasione su chi esercita tale attività. Previsione mia: non serve a niente, perché o sanzioni, oppure la mano invisibile del mercato riporterà tutti gli operatori sulla piazza più vantaggiosa.
    Il Pd insorge contro il dialogo con le prostitute. “Significa equipararle ad una qualsiasi altra parte sociale, associazione e organismo. Significa istituzionalizzarle, non può permetterselo un sindaco”. Insomma: il sindaco non si azzardi a riconoscerle come cittadine come tutti gli altri!
    Ma accanto alla protesta c’è anche la proposta: non punite chi esercita l’attività sgradita, multate i clienti. Anche perché, dicono, i clienti è raro che ricorrano (“Ha poco da dire che non servono a niente, e che i clienti fanno ricorso e vincono. Ci sono molti Comuni che le multe le staccano, e non subiscono tutti questi ricorsi che dice Della Pietra [il sindaco]”). Insomma: il Comune deve darsi all’illegalità, perché tanto le sue vittime non andranno dal giudice, e non trattare le prostitute come tutti gli altri cittadini.

  32. MOI scrive:

    Direi che il Titolo di Untermaskietten 😉 per antonomasia se l’è aggiudicato Aldo Cazzullo:

    http://www.lafeltrinelli.it/libri/aldo-cazzullo/donne-erediteranno-terra/9788804669715?zanpid=2345654286568207362&gclid=EAIaIQobChMIgs_mmbO01gIViD8bCh0lIw6aEAAYASAAEgJlRvD_BwE

    ——————————————–

    Descrizione

    «Voi donne siete meglio di noi. Non pensiate che gli uomini non lo sappiano; lo sappiamo benissimo, e sono millenni che ci organizziamo per sottomettervi, spesso con il vostro aiuto. Ma quel tempo sta finendo. È finito. Comincia il tempo in cui le donne prenderanno il potere.» Aldo Cazzullo racconta perché il nostro sarà il secolo del sorpasso della donna sull’uomo. I segni sono evidenti: a Berlino e a Londra governano due donne, una donna si affaccia per la prima volta sulla soglia della Casa Bianca. L’Italia resta un Paese maschilista; eppure sono donne la sindaca della capitale, la presidente della Camera, le direttrici delle principali carceri, l’astronauta più nota, la scienziata più importante. Ed è solo l’inizio.Le donne erediteranno la terra perché sono più dotate per affrontare l’epoca grandiosa e terribile che ci è data in sorte. Perché sanno sacrificarsi, guardare lontano, prendersi cura; ed è il momento di prendersi cura della terra e dell’uomo, che non sono immortali.L’autore evoca il genio femminile, attraverso figure del passato e del presente, storie di grandi artiste e di figlie che salvano i padri o ne custodiscono la memoria. Racconta le battaglie che le donne conducono nel mondo e in Italia contro le ingiustizie che ancora le penalizzano, contro il masochismo che ancora le mette l’una contro l’altra o le induce a innamorarsi della persona sbagliata. E ricostruisce i mezzi con cui i maschi hanno imposto la loro egemonia per secoli, quando una femmina per rivendicare la propria libertà doveva diventare come un uomo, o almeno sembrarlo: da Giovanna d’Arco, arsa viva per non aver rinunciato all’abito maschile, alle «soldate» che si travestirono per combattere tutte le guerre.

    [cit.]

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      alle «soldate» che si travestirono per combattere tutte le guerre

      E’ bello come il più macroscopico privilegio femminile sia regolarmente presentato come una discriminazione contro le donne.

    • mirkhond scrive:

      Agghiacciante!

    • Francesco scrive:

      il porco sciovinista ha scritto la presidentE della Camera! è un chiaro lapsus che rivela la sua vera natura di agente della reazione fallocratica!!!

  33. MOI scrive:

    LIBRO

    Le Donne Erediteranno La Terra

    https://www.youtube.com/watch?v=oKtq15hpX5E

    di Aldo Cazzullo

  34. Peucezio scrive:

    Mauricius,
    c’è qualcosa però che mi sfugge in questa tua… evito di chiamarla ossessione se no ti risenti, diciamo che senti molto il tema di una discriminazione che percepisci a discapito dei maschi.
    Sembra qualcosa di molto legato alla contemporaneità, a privilegi molto recenti.
    Però tempo fa eri molto critico verso i dogmi mariani e dicevi che meno male che non è arrivato quello sulla corredenzione (che io invece auspico, anche se in regime di sede vacante ovviamente non si possono istituire dogmi validamente).
    Cioè sembra che tu ce l’abbia sia con la femminilità femministoide e aggressiva contemporanea che con quella materna, tradizionale, di cui la Vergine è l’archetipo per eccellenza. Mi suona contraddittorio… me lo spieghi?

    • PinoMamet scrive:

      Può anche essere che i due argomenti non siano correlati 😉

      • Peucezio scrive:

        Beh, lui non lo ammetterà mai, temo.
        Ma tutto è correlato in una persona 🙂

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Secondo me sono invece correlati l’idea “tradizionale” (che poi è al più ottocentesca) di femminilità ed il femminismo chiagni-e-fotti di oggi: entrambi si fondano su una visione della donna angelicata e conducono alle stesse conclusioni, ovvero la società bisessista.

          • Peucezio scrive:

            Fammi capire: il concetto è che il femminismo cela una concezione di donna fragile e da proteggere, restando quindi ancorato allo stereotipo femminile classico?
            Ma perché sarebbe ottocentesco? E nel Medioevo?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              La donna non era una sorta di incarnazione del bene nel Medioevo.

            • Peucezio scrive:

              Perché, nell’Ottocento sì?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Che colpe portavano le donne nell’Ottocento? Dal punto di vista morale praticamente nessuna: erano come i bambini. Anzi, erano a tutti gli effetti bambini, da proteggere sempre e comunque (“prima donne e bambini”) e magari a cui concedere di soddisfare qualche capriccio (le precorritrici di cui si gonfia la retorica femminista erano proprio questo: bambine a cui la famiglia concedeva di seguire un capriccio), ma sempre con la garanzia della protezione a portata di mano.
              Nel Medioevo la donna era invece più… un essere umano, oscillante come tutti tra la santità e la bestialità. I suoi peccati tipici differivano in certi casi da quelli tipici maschili perché i loro ruoli erano diversi. Certo, si trova una tendenza, da parte degli autori uomini, a impiegarla nelle trattazioni come oggetto, più che come soggetto, ma questo è normalissimo in una società estremamente pragmatica: essendo uomo e rivolgendomi a uomini, non posso non parlare anche di come i rapporti con una donna possano indurre al peccato. Tuttavia nelle considerazioni che venivano fatte per le religiose di sesso femminile troviamo che gli uomini erano “oggettivizzati” in maniera analoga.
              C’è un punto su cui non mi esprimo, però, ovvero la possibilità che già allora le donne subissero pene meno severe. Sicuramente nell’Ottocento si era già imposta una maggiore indulgenza nei confronti delle criminali di sesso femminile (che secondo alcuni studi perdurerebbe ancora oggi: per fatti analoghi i tribunali occidentali condannerebbero le donne a pene detentive più brevi e, dove c’è la pena di morte, c’è sia una minore propensione ad infliggergliela sia una maggiore percentuale di concessione della commutazione). Ma forse la risposta è un grande “dipende”.

              Questo non c’entra nulla ovviamente con l’intelligenza attribuita alle donne, che non riguarda affatto la sfera morale. Nel Medioevo e nell’Ottocento le donne erano ritenute mediamente meno intelligenti degli uomini, esattamente (come ci insegna il grande maestro del luogo comune Cazzullo) oggi sono diffuse considerazioni speculari. Ma ciò, ripeto, non c’entra con la sfera morale.

              Seconda appendice. Colgo l’occasione per ripetere che Peucezio non è un uomo del Medioevo, tantomeno del Neolitico, ma semplicemente un uomo dei nostri tempi che ricorda e rimpiange l’Ottocento.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Colgo l’occasione per ripetere che Peucezio non è un uomo del Medioevo, tantomeno del Neolitico, ma semplicemente un uomo dei nostri tempi che ricorda e rimpiange l’Ottocento.”

                🙂

                Interessante…

            • Peucezio scrive:

              Io ricordo e rimpiango l’Ottocento?
              Beh, negli ultimi decenni c’erano i neogrammatici, Saussure parlava ancora di indoeuropeistica, le fumosità generativiste non erano nemmeno in mente Dei, e soprattutto…
              c’erano ancora tanti informatori dialettofoni molto meno contaminati da interrogare.
              Peccato solo che non c’era il registratore digitale ed era molto complicato fare gli spettrogrammi. Ma tanto si trascriveva a orecchio, in grafia ascoliana.
              Massì, diciamo che si può rimpiangere.

              Per il resto, senza ironia, interessanti considerazioni.
              Però negheresti che nell’Ottocento ci fossero anche forti sentimenti misogini?
              C’è più in generale una misoginia popolare che attraversa le epoche e che forse l’Ottocento borghese temperava un po’.
              Ma ho presente proverbi, luoghi comuni… In ambito regionale italiano (ho presente certi proverbi bergamaschi ad esempio), ma anche per esempio in Russia, dove è ancora un sentimento molto radicato.

              In ogni caso in società in cui la forza fisica ha ancora un suo ruolo (e nell’Ottocento, almeno nei ceti bassi, era ancora così; a livello borghese probabilmente no) e in cui (a tutti i livelli sociali) lo status giuridico e sociale della donna era nettamente svantaggiato, certi atteggiamenti un po’ paternalistici sono il contentino.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Però negheresti che nell’Ottocento ci fossero anche forti sentimenti misogini?

              No, ho anche detto che le donne venivano ritenute meno intelligenti. Però avevano ottenuto una sorta di aura di innocenza (legata all’infantilizzazione) per cui potevano essere o bambine o bambine prodigio, ma di base non mostri (salvo casi individuali).
              Nel XIX secolo esistevano anche ordinamenti occidentali (negli USA, per esempio) in cui degli illeciti commessi dalle mogli rispondevano i mariti. Un giudice statunitense riassunse la soggettività della donna nella coppia dicendo, a grandi linee, che se lei agisce sono uno [lei e il marito, per cui si punisce il marito], se lei subisce sono due [cioè la vittima è lei e non il marito].

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, a parte la follia del giudice statunitense, che in effetit aveva una concezione molto soggettiva del principio di responsabilità, non vedo molta continuità con il femminismo e certi privilegi di oggigiorno.
              In fondo mi sembrano tutele di buon senso: la donna è più debole di suo, sia fisicamente (e questo è biologico), sia emotivamente (e questo non so se sia biologico o culturale, ma io lo constato continuamente nella quotidianità) ancora oggi; nell’Ottocento lo era molto di più, per come veniva educata e per il suo ruolo sociale, quindi una maggiore tutela e protezione mi pare sacrosanta: la vedova, l’orfano… insomma, ci sono i soggetti più deboli.

              Per inciso, c’è qualcosa mi mi mette profondamente a disagio nell’idea per cui una donna possa subire una pena costrittiva fisicamente, come è quella del carcere (non parliamo della pena di morte), essendo un soggetto fisicamente fragile (non sto dicendo che non si dovrebbe applicare in nessun caso, ci sarebbe da rifletterci). Così come mi mette molto a disagio l’idea che si applichi la stessa pena detentiva a un delinquente di quartiere, forte e robusto, per il quale certi disagi fanno ridere, e a un borghese, su cui hanno un impatto molto più devastante.
              Trattare in modo eguale persone diseguali è somma ingiustizia.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Ma certo che ti mette a disagio l’idea: è un’intera società che ti insegna fin da piccolo che la donna va protetta, che le vanno evitati i grossi disagi, che va tenuta immune da qualsiasi cosa.
              Ma pensa solo a quello che fanno gli sceneggiatori: la prima vittima generalmente è una donna, perché questo impressiona maggiormente il pubblico, ma quando i morti cominciano ad essere dozzine e quando ad ammazzare sono i protagonisti, le loro vittime diventano inevitabilmente uomini, perché questo impressiona di meno il pubblico che tenderà a giustificare le uccisioni.
              Altro esempio: a Srebrenica le Nazioni Unite si attivarono per salvare le donne, mentre dichiararono che il salvataggio degli uomini sarebbe stato fuori dal loro mandato. Il diritto internazionale invece prevede che “potranno essere sottoposti al lavoro forzato o obbligatorio solo gli adulti validi di sesso maschile la cui età non sia presunta inferiore ai 18 anni né superiore ai 45” (convenzione ILO del 1930 mai superata!).

              Davanti ad una civiltà che dice che sì, la vita di un uomo vale meno di quella di una donna, mi sembra naturale che tu abbia interiorizzato completamente questo assunto.

            • Peucezio scrive:

              Mio nonno diceva ridendo: “le donne non vanno toccate nemmeno con un fiore; vanno toccate con un bastone”.
              Però effettivamente non ha mai alzato mezzo dito su mia nonna, né su nessuna donna (se la prendeva con la cartata del pesce, che finiva appiccicata al muro; questo almeno fino alla guerra: io non ho fatto in tempo a vederglielo fare).
              Non vedo perché un insegnamento tramandato dovrebbe essere sbagliato.
              Siamo il prodotto della nostra educazione e del nostro contesto culturale.

              Comunque ti dirò che, se parlando di machietti come persone reali, che incontriamo nella quotidianità, ho un giudizio sfumato, sul piano metafisico sono fermamente convinto che l’archetipo maschile sia la manifestazione del male, anzi, che il male sia un prodotto del principio maschile e che le due entità siano identificabili.

              Certo che io e te la pensiamo all’opposto praticamente su tutto!

            • Peucezio scrive:

              maschietti

            • PinoMamet scrive:

              “Comunque ti dirò che, se parlando di machietti come persone reali, che incontriamo nella quotidianità, ho un giudizio sfumato, sul piano metafisico sono fermamente convinto che l’archetipo maschile sia la manifestazione del male”

              addirittura!

              Ma poi esiste un piano metafisico? esiste l’archetipo maschile? o femminile?

              se basta cambiare secolo e cambia la visione della donna, o dell’uomo, dove sta l’archetipo?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “sono fermamente convinto che l’archetipo maschile sia la manifestazione del male”

              In quanto maschio sarei quindi una sorta di via di mezzo tra Satana, Dart Fener e la Lombardia? 😀
              E questa roba non posso chiamarla misandria?

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, è pura filosofia, ovviamente. Né vuol essere altro.

              La prima volta che ci sentiamo direttamente, se vuoi ti spiego meglio il perché di questa identificazione

              Comunque fuori dalla filosofia c’è un dato interessante, su cui attendo lumi o conferme da Lisa (non escludo che ne abbiamo già parlato).
              Il sesso maschile mi risulta sia biologicamente un’ìinnovazione rispetto a quello femminile.
              Ciò significa che gli organismi che non hanno riproduzione sessuale sono femmine, cioè che femminile e non sessuato si identificano e quindi, prima che ci fossero maschi e femmine, “femmina” era sinonimo di “organismo vivente”.
              In questo senso il maschio sarebbe una cosa in più, derivata, secondaria, sarebbe l’elemento critico, non scontato, che rimpe gli equilibri consolidati e innova.
              In questo in effetti c’è il diabolicum, in senso etimologico e archetipico.

            • Peucezio scrive:

              Mauricius (la risposta precedente era a Pino),
              “In quanto maschio sarei quindi una sorta di via di mezzo tra Satana, Dart Fener e la Lombardia? 😀
              E questa roba non posso chiamarla misandria?”

              Beh, direi di sì.
              Comunque non la pensano tutti come me 😉

            • Peucezio scrive:

              Ma che c’entra la Lombardia con Dart Fener?

            • PinoMamet scrive:

              è una delle incarnazioni del male! 😀

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “femminile e non sessuato si identificano”

              Da quando, scusa?
              Io non ci credo che si riesca a dire ‘sta roba pur di giustificare la propria femmineolatria.

            • Francesco scrive:

              Ragazzi, volete proprio farmi sentire inadeguato, a me che aderisco alla più banale dottrina per cui maschile e femminile (nell’uomo, delle bestie non mi cale) si completano assai bene a vicenda!

              Certo, c’è momenti in cui si desidera assai la compagnia femminile e altri in cui si vuole stare tra masculi ma alla fine la media regge.

              Mi stupisce Peucezio, come se dissodare i campi e scavare canali non fosse lavoro da uomini. Altro che elemento diabolico che rompe un antico equilibrio.

              Ciao

            • Peucezio scrive:

              LISA!!!
              Delucidaci!

              Comunque mi sembra che nello sviluppo dell’embrione dei vertebrati ci sia l’intervento di non so che processo che, a partire da un certo momento dello sviluppo, innesca il meccanismo che genera le caratteristiche maschili, senza il quale, di default, per così dire, si sviluppa una femmina.

            • Peucezio scrive:

              Fransceco,
              beh, pare che nella rivoluzione neolitica il ruolo decisivo sia stato delle donne.
              Anche se non so bene in base a cosa venga affermato.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Peucezio, i tuoi mi sembrano molto i ragionamenti aristotelici per dimostrare la superiorità maschile a parti invertite.

            • Peucezio scrive:

              Francesco, circa la polarità,
              questo secondo me è il grande equivoco.
              La polarità è maschile.
              Nel femminile non c’è polarità.

              E con questo vi ho detto già troppo: per avere altri lumi mi dovete pagare lautamente e vi verrò a fare una bella lectio magistralis di persona, a voce, che però non potrà essere messa per iscritto o divulgata! 😀

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Peucezio, riassumi la tua posizione in modo più sintetico: le donne sono meglio perché sì.

            • Peucezio scrive:

              Ma, non lo so se le donne sono meglio, io parlavo di archetipi.

              Le donne sono meglio potenzialmente, ma in una società improntata a valori maschili, per un retaggio plurimillenario di egemonia maschile, si sono polarizzate anch’esse e non sempre esprimono il polo migliore.
              Ma questo è un fatto sociale, culturale.
              Tu mi dici “le donne”; quindi devo fare riferimento alle donne in carne e ossa, non alla natura femminile nella sua potenzialità.

            • Francesco scrive:

              Caro Peucezio

              la tua Idea platonica di Donna è un pò troppo vicina a quella di Dio.

              E molto distante da ogni donna nota di ogni tempo. Laonde cui credo che tu ti stia sbagliando di grosso.

              Anche se le femministe più radicale sarebbero d’accordo con te, mica per nulla lavorano alla partenogenesi.

              Ciao

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Maria corredentrice è idolatria bella e buona: non puoi attribuire caratteristiche del creatore alla creatura, per quanto quest’ultima possa essere nei propri limiti perfetta.
      Però dubito che i dogmi mariani abbiano qualcosa a che fare con i nostri rapporti di genere, che sono roba molto più terra terra.

      • Peucezio scrive:

        Vabbè, non ti chiedevo un’opinione teologica, ma volevo capire la sensibilità che c’è dietro.
        Non me lo vuoi dire. Pazienza…

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Non è questione di sensibilità, ma di teologia.

          • Peucezio scrive:

            Tutte le nostre teorizzazioni sono questione di sensibilità.
            Anche la matematica.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Non è una mia teorizzazione: è dottrina della Chiesa. Quello che posso pensare io è irrilevante.

            • Peucezio scrive:

              A parte che bisognerebbe capire perché tu vi hai aderito, ma la mancata dogmatizzazione di una dottrina NON è dottrina della Chiesa.
              Per questo dovrebbe esserci la dogmatizzazione del suo contrario.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              La divinità di Cristo e la esclusiva umanità di Maria sono dogmi. Anzi, dirò di più: sono la base del cristianesimo calcedoniano.
              Vi ho aderito perché il cattolicesimo non è il discount.

            • PinoMamet scrive:

              “Tutte le nostre teorizzazioni sono questione di sensibilità.
              Anche la matematica.”

              Beh no, dai, non esagerare.

            • Peucezio scrive:

              Pino,
              beh, perché ad esempio si sceglie una geometria non euclidea?
              C’è gente che ha perso gli anni e la salute per cercare di dimostrare il quinto postulato di Euclide a partire dagli altri quattro, senza peraltro riuscirci.

              Mauricius,
              se fosse come dici tu, la questione della corredenzione non si sarebbe nemmeno posta. Invece il dogma non è passato per inerzia, perché sono cambiati i tempi: con Roncalli e il Concilio il culto mariano andava meno di moda, era visto come un rottame di una pietas poco à la page, spiaceva ai filoprotestanti, ai razionalisti, ai progressisti (con buona pace della misandria che pervade il mondo d’oggi, con tanto disappunto da parte tua) e quindi, perso il treno in tempo utile, non se n’è fatto niente.
              Fosse campato qualche anno in più Pio XII, magari faceva pure in tempo a passare.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Veramente il culto mariano ha conosciuto l’età aurea proprio con Giovanni Paolo II, Medjugorje e compagnia cantando ed è in generale particolarmente apprezzato dalla parte più ignorante del clero e della comunità dei fedeli in generale. Ed è questa la parte che ha proposto questo pseudo-dogma, che contraddice i fondamenti stessi del cattolicesimo.
              Il marianesimo, le schitarrate in chiesa ed i buoni sentimenti spiccioli sono tutte manifestazione dello spontaneismo religioso così come declinato all’interno del cattolicesimo. Lo spontaneismo protestante invece si traduce in pazzoidi che gridano, folle isteriche e messianismo d’accatto.

            • Peucezio scrive:

              Ma ci sono documenti della Chiesa – o di teologi autorevoli – che affermano che contraddirebbe i fondamenti del cattolicesimo o è un tuo ragionamento personale? Il che, intendiamoci, non significa nulla: se un discorso è logico, vale indipendentemente da chi lo fa.
              Però il fatto che ci si sia andati vicini fa pensare.
              Diciamo che fa pensare te, che ritieni non sia mai venuto meno il papato e la gerarchia; per me tutto è possibile, con quello che abbiamo visto, per cui l’ultima cosa che mi stupirebbe è l’istituzione di un dogma in contraddizione con i fondamenti dottrinali del cattolicesimo.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s2c2a2_it.htm

              “Poiché nessuno « può rimettere i peccati se non Dio solo » (Mc 2,7), in Gesù, il suo Figlio eterno fatto uomo, egli « salverà il suo popolo dai suoi peccati » (Mt 1,21). Così, in Gesù, Dio ricapitola tutta la sua storia di salvezza a vantaggio degli uomini.”

              “Poiché il peccato è sempre un’offesa fatta a Dio,11 solo Dio lo può cancellare”

              “Il nome di Gesù significa che il nome stesso di Dio è presente nella Persona del Figlio suo14 fatto uomo per l’universale e definitiva redenzione dei peccati. È il nome divino che solo reca la salvezza”

              “452 Il nome « Gesù » significa « Dio salva ». Il Bambino nato dalla Vergine Maria è chiamato « Gesù » « perché salverà il suo popolo dai suoi peccati » (Mt 1,21): « Non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati » (At 4,12).”

            • Peucezio scrive:

              Sì, posto così parrebbe impossibile.
              Resta da capire come mai è stato proposto e se ci sono state obiezioni basate proprio su affermazioni come queste.

            • Peucezio scrive:

              Da quello che dice qua:
              http://it.cathopedia.org/wiki/Corredenzione
              la cosa non pare così pacifica.
              Parla di dibattiti, di correnti anche autorevoli…

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              un sistema di solito si sceglie perché più proficuo, non per “sensibilità”. Pensa all’algebra di Boole.

            • Peucezio scrive:

              Sì, anche.
              Però con le geometrie non euclidee, oltre a gestire fenomeni reali e quindi utili, si sono sbizzarriti anche per puro esercizio intellettuale.

    • paniscus scrive:

      “Cioè sembra che tu ce l’abbia sia con la femminilità femministoide e aggressiva contemporanea che con quella materna, tradizionale, di cui la Vergine è l’archetipo per eccellenza. Mi suona contraddittorio… me lo spieghi?”
      ————————————-

      Magari ce l’ha con la femminilità in generale, ma non vuole ammetterlo 🙂

  35. Peucezio scrive:

    Mauricius,
    ti lancio una provocazione: tu escludi esistano motivi che giustifichino, non dico certo la misandria, ma quantomeno un giudizio di valore sui sessi un po’ sbilanciato a favore di quello femminile?
    Cioè che in ultima analisi, stringi stringi, le donne nel complesso un po’ meglio di noi lo siano?

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Sì, lo escludo: tutta l’immensa produzione degli ultimi anni che ha cercato di dimostrare la superiorità femminile è ciarpame puro, dunque in assenza di prove (pur ampiamente ricercate) l’ipotesi è da scartare.

      • Peucezio scrive:

        Ma che c’entra?? Io parlavo in senso morale.
        E’ ovvio che non esiste una prova scientifica, non foss’altro per il fatto che scientificamente che significa “superiorità”?
        Che c’entra la scienza coi giudizi di valore? Forse che esista una scienza delle cose “migliori” o “peggiori”, del bene e del male?

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Se tu mi dici “le donne sono più buone” mi devi definire il concetto di “buono” e devi indicare quali comportamenti associ alla bontà e la loro prevalenza tra gli individui di sesso femminile. In generale tutti quelli che si sono imbarcati in questa impresa hanno scritto corbellerie. Ma accetto di essere smentito, sia chiaro.

          • Peucezio scrive:

            Mah, tu complichi inutilmente la cosa: non è una dimostrazione geometrica, ma un discorso di senso comune.
            Ovviamente è sempre legato ai valori di riferimento.
            Se tu mi dici per esempio che la propensione alla violenza fisica è un valore, perché lo sfogo dell’istintualità animale più aggressiva ha un che di sano e anche, futuristicamente, un valore estetico, preferirai gli uomini, del tutto coerentemente e legittimamente.

            • Z. scrive:

              Per quale ragione di “senso comune” le donne sarebbero più buone?

            • Peucezio scrive:

              Sono meno violente, più altruiste, più pazienti e tenaci…
              Certo, se vuoi lo studio scientifico, non ce l’ho.

              Aggiungo che la natura ha affidato loro la maternità (non parlo tanto del parto, ma dell’accudimento successivo), il che le rende naturalmente più votate del maschio alla dedizione all’altro.

            • Francesco scrive:

              Non sono affatto d’accordo Peucezio

              Non hai notato come per le donne il perimetro del proprio Io comprenda spesso anche i figli e altri familiari sottoposti?

              non è altruismo

              come pazienza e non violenza possono essere semplicemente conseguenze della biologia, per cui usano altre armi e al momento opportuno. con efferata crudeltà

              ciao

            • Z. scrive:

              Sono abbastanza d’accordo, però, che le donne tendano ad essere più pazienti degli uomini. Talvolta questo significa essere più tenaci.

              All’università ricordo ragazze impararsi il programma di procedura civile senza capirci granché. Ci vuole pazienza e umiltà per riuscirci, e i ragazzi difficilmente ci riuscivano.

              Non vuol essere un giudizio morale, ben inteso.

    • roberto scrive:

      “le donne nel complesso un po’ meglio di noi lo siano?”

      a stirare ne sono certo 😉

    • Francesco scrive:

      Modestissima riflessione: mi sa che l’unico cambiamento degli ultimi millemila anni è che si è invertita l’opinione delle donne stesse in merito.

      Se fino “a ieri” pure le donne pensavano di valere meno degli uomini (che sono più forti e più intelligenti di noi), “oggi” sono fieramente convinte di essere molto più intelligenti e che la forza sia un disvalore (OK, non quando hanno appena finito di preparare i bagagli e devono trovare qualcuno che li porta all’automobile).

      Ma oltre che la Forza pure la Logica è irrilevante, nella loro visione del mondo.

      Ora, è ben vero che le matriarche c’erano anche una volta ma almeno erano donne più intelligenti della media.

      Riguardo l’opinione degli uomini sulle donne, l’unica novità credono siano i femministi, razza disprezzabile in sommo grado. Le altre bestialità sono sempre state presenti.

      Ciao

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Sono stati condotti studi sulle preferenze in base al genere. Ovvero, gli appartenenti ad un campione rappresentativo venivano fatti incontrare tra loro e sulla base di questi incontri venivano poi raccolte le opinioni reciproche. Ebbene, a quanto pare alle donne facevano una migliore impressione le donne ed agli uomini… vabbé, inutile dire che anche a loro facevano una migliore impressione le donne 😀
        Nella società dell’immagine e del pulsante “mi piace” essere mediamente preferiti è un valore in sé.

        • Peucezio scrive:

          Colpa di Zuckerberg!
          Poi ho torto ad essere antisemita… 😀

          • PinoMamet scrive:

            Ragione non hai 😉 ma sei in buona (beh..) compagnia:
            leggo di Fulvio Grimaldi, che io ricordavo come un signore simpatico, di sinistra, con un bassotto, che se la prende con il “talmudista Zuckerberg”, che a quanto ho capito non è un omonimo ma proprio il fondatore del noto social network, che in quanto “talmudista” (credo lo usi come sinonimo di ebreo) sarebbe colpevole di non so che casino mondiale…

      • mirkhond scrive:

        “Riguardo l’opinione degli uomini sulle donne, l’unica novità credono siano i femministi, razza disprezzabile in sommo grado. Le altre bestialità sono sempre state presenti.”

        Per una volta, concordo con Francesco! 🙂

    • PinoMamet scrive:

      “Cioè che in ultima analisi, stringi stringi, le donne nel complesso un po’ meglio di noi lo siano?”

      Risposta mia: no.

      Ma dico, hai mai avuto una prof di fisica? di inglese? sei mai stato a pagare il bollo all’ACI, o allo sportello in posta?
      attenzione, non sto dicendo che siano peggio.
      Sono stronze tali e quali gli uomini, magari (e qui c’entra la cultura e tante belle cose) in modo diverso, ma tali e quali come quantità di stronzezza.

      • Peucezio scrive:

        In quei settori se è per quello spesso sono pure un po’ meglio gli uomini.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma no: c’era un impiegato all’ufficio informazioni di una procura che non citerò che era gentilissimo e mi diceva sempre tutto, mentre la sua collega era una stronza di prima categorie.

  36. Mauricius Tarvisii scrive:

    In fin dei conti Moi e Salvini hanno ragione: i negri, a nome di tutti i negri, devono scusarsi per gli stupri!

    http://www.adnkronos.com/fatti/politica/2017/09/21/nicolina-presidente-grasso-nome-tutti-gli-uomini-chiedo-scusa_uXWGyOIDYXrkDaJEMjGu6J.html

    Ora, cari negretti del blog, mettetevi in fila ordinata col cappello in mano e chiedete scusa.

    • Peucezio scrive:

      Due pesi e due misure, in effetti…

      Comunque lasciami dire che una bella statistica su
      – quanti uomini hanno ucciso donne, diciamo negli ultimi 20 anni, e quante donne hanno ucciso uomini;
      – quanti allogeni hanno violentato italiane e quanti italiani hanno violentato allogene nello stesso arco di tempo,
      non sarebbe una cattiva idea. Forse non tutti i gruppi hanno statisticamente le stesse predisposizioni.
      Fermo restando il principio della responsabilità individuale.

      • Z. scrive:

        13mo postulato di Zeta: un ragionamento che contiene la parola “allogeno” è quasi sempre una bischerata 🙂

        • Peucezio scrive:

          Va bene. Diciamo nato fuori d’Italia o di genitori nati fuori d’Italia.
          Una statistica è una statistica: non è né stupida né intelligente. 🙂

          • Z. scrive:

            Una statistica può essere eccome stupida, e addirittura escogitata apposta per esserlo!

            Tipo: i centrafricani poveri e vegetariani di ottant’anni tendono ad essere meno longevi dei teenager nordamericani che mangiano spesso al fast food.

        • Peucezio scrive:

          Anzi, diciamo “negri”, così restiamo fedeli al dettato originario di Mauricius. 🙂

        • Miguel Martinez scrive:

          Per Z

          “13mo postulato di Zeta: un ragionamento che contiene la parola “allogeno” è quasi sempre una bischerata”

          E invece io scommetto che la grande maggioranza di stupri di sconosciute vengano commessi da giovani maschi allogeni, cioè cresciuti a diversi chilometri di distanza dal luogo di residenza della vittima.

  37. Mauricius Tarvisii scrive:

    beh, pare che nella rivoluzione neolitica il ruolo decisivo sia stato delle donne.
    Anche se non so bene in base a cosa venga affermato.

    Prima lo si diceva sulla base della teoria del matriarcato preistorico. Ora che invece pare che le comunità non fossero realmente matrilineari, se ne sono inventata un’altra

    http://www.repubblica.it/scienze/2017/09/18/news/nel_neolitico_erano_le_donne_la_chiave_della_conoscenza-175845358/

    Insomma, veniamo smentiti dai dati sperimentali? Nessun problema: si giunge alla stessa conclusione partendo dalla premessa contraria.

    • Francesco scrive:

      ahò, stavano tutto il giorno alla base, non c’era la TV, qualcosa avranno fatto no? tipo inventare l’agricoltura e raccontarsi le cose

      😀

  38. Mauricius Tarvisii scrive:

    Comunque tutto ammesso e nulla concesso, mi pare che la divisione sia la seguente: c’è chi sostiene la superiorità femminile e chi la nega. L’opinione della superiorità maschile a quanto pare non ha cittadinanza neppure qui, dove pure di idee stravaganti e fuorimoda se ne leggono.
    Da questa piccola meta-analisi all’amatriciana, mi sembra che la mia tesi di partenza (la nostra società è in una certa misura misandrica) qualche appiglio lo trovi.

    • Z. scrive:

      La mia impressione è che le donne siano più adatte alla vita odierna nei Paesi occidentali. Nel senso che le loro qualità innate risultano più utili delle nostre.

      Sono un misandrolo?

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Le donne, alla luce dei ruoli di genere, sono certamente meglio integrate nella società contemporanea, che invece con gli uomini è schizofrenica: da un lato pretende da parte loro di rivestire il ruolo che avevano prima (il protettore, colui che difende, colui che rischia, colui che muore), ma dall’altro non riconosce questo loro ruolo.
        E da qui deriva quel “i maschi sono quelli costantemente a rischio” di cui parlava Miguel:, a rischio devianza (da un lato il modello della dominanza che attira le femmine, dall’altro ci sono le regole scritte che sono in apparente contrasto con questo modello), a rischio abbandono scolastico (se la conoscenza non ha nessun riconoscimento sociale, perché si pretende che si perda tempo sui libri?), a rischio di suicidio (l’uomo non deve chiedere aiuto, quindi qualsiasi supporto psicologico è inefficace nei confronti di chi non vi fa ricorso), a rischio di incidenti e aggressioni (l’uomo deve essere temerario).
        La reazione tipica a questo discorso è “si vede che i ragazzi sono più stupidi/meno diligenti/più inetti delle ragazze” (o, peggio “io non ho avuto di questi problemi, quindi è colpa loro”, che poi è la versione presuntuosa di “il vero uomo non si lamenta, ma si rimbocca le maniche e supera i problemi”), ma è una reazione insensata: sono la pressione e le aspettative della società a fare di noi quello che siamo, perché noi a queste aspettative e a queste pressioni aderiamo spontaneamente. Se culturalmente il ragazzo riceve input contrastanti, non è perché è scemo lui.
        E il fatto che non sappia dirvi come potrebbe andare diversamente (anzi, forse è impossibile allo stato attuale che le cose vadano diversamente), non inficia la diagnosi.

    • Peucezio scrive:

      Mauricius,
      “Da questa piccola meta-analisi all’amatriciana, mi sembra che la mia tesi di partenza (la nostra società è in una certa misura misandrica) qualche appiglio lo trovi.”

      Sì, ti ripeto, non è che non sia vero che l’Occidente contemporaneo esprima più simpatia per le donne che per gli uomini, almeno a livello ideologico.
      Poi io non credo di essere proprio un esempio rappresentativo del pensiero corrente, quindi non so quanto faccia testo la mia metafisica del femminile.

      Però a questo punto t’invito a una riflessione molto seria.
      Cogli da te quanto c’è di opinabile, se non proprio di profondamente mistificatorio, nel pensiero egemone (ammetterai che la distribuzione sociale delle opinioni è diseguale: discorsi come quelli di Cazzullo o di Grasso non li senti fare così frequentemente al bar sotto casa) e in generale nell’armamentario concettuale del progressismo contemporaneo.
      Quindi mi chiedo perché sei così restio a comprendere (non dico ad aderirvi) la mia generale ostilità verso tutto quel sistema e quell’armamentario e il fatto di metterlo continuamente in discussione anche nei suoi assunti sentiti come più sacri (l’antirazzismo, l’antiomofobia, ecc.).
      Poi si può aderire o meno nel merito, ma mi sembra che all’occorrenza tu abbia la stessa disinvoltura nell’additare senza remore i sacri dogmi della cultura contemporanea, quando non ti convincono.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Sei tu che mi dipingi come un alfiere della contemporaneità, ma io sono fondamentalmente un egualitario.

        • Peucezio scrive:

          Allora forse è questo il punto essenziale che ci divide.
          (Non è che io sia contrario all’uguaglianza in sé, ma non le do quest’importanza)

          Mi chiedo però il senso del cosmopolitismo e dell’internazionalismo: se si rimuovessero gli squilibri economici del pianeta e ognuno restasse a casa sua, saremmo in un mondo di eguali, in cui ognuno si gode la sua terra.
          Lo stesso vale per l’ecumenismo: perché mischiare le cose, se ognuno può tenersi la sua religione e proclamarla unilateralmente l’unica giusta? Tutt’al più si può fondatamente criticare il proselitismo.

  39. mirkhond scrive:

    Si cerca di interpretare il passato alla luce delle esigenze del presente.
    Oggi le donne si muovono anche molto lontano da casa?
    Allora lo facevano anche nella preistoria.

    • Peucezio scrive:

      Dovrebbe essere il contrario.
      Il paleolitico è nomadismo, il neolitico e l’agricoltura stanzialità o spostamenti lentissimi.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ma è uno studio genetico, quindi ci credo: le comunità evitavano l’endogamia mandando le femmine nelle comunità intorno. Ma allora non c’era matrilinearità e non c’era matriarcato, visto che la comunità stabile era quella del maschio.
      Immagino che il “molto lontano” fosse comunque relativo, anche sulla base della limitatissima densità della popolazione.

  40. mirkhond scrive:

    si muovono da sole

  41. mirkhond scrive:

    “Sono meno violente, più altruiste, più pazienti e tenaci…
    Certo, se vuoi lo studio scientifico, non ce l’ho.

    Aggiungo che la natura ha affidato loro la maternità (non parlo tanto del parto, ma dell’accudimento successivo), il che le rende naturalmente più votate del maschio alla dedizione all’altro.”

    Non è sempre così, ma evidentemente non hai avuto la sfortuna di avere delle arpie come parenti femminili.

  42. mirkhond scrive:

    Mia madre buonanima, mi diceva che non tutte le donne possono essere madri.
    Come dimostrato dagli infanticidi di cui a volte ci parlano i telegiornali.

    • Peucezio scrive:

      Sì, solo che su dieci milioni di maternità c’è mediamente un infanticidio.

      Ammetterai, anche riguardo alle “arpie”, che parli un po’ dell’uomo che morde il cane: una donna poco materna colpisce proprio perché è l’eccezione.
      Poi oggi lo è di meno, ma proprio perché si sono snaturate nella loro femminilità.

  43. mirkhond scrive:

    Le arpie di mia conoscenza sono così perché a loro volta sono state educate da altre arpie, potenti che facevano tremare maschi e femmine.

    • Peucezio scrive:

      Vabbè, ma una donna così è poco femminile, quindi si conferma l’assunto.
      Ammenoché tu non vuoi sostenere che l’arpia è la regola e la donna materna l’eccezione o quantomeno che ci sono in egual misura.

      • mirkhond scrive:

        Credo che ci siano in egual misura.

        • Peucezio scrive:

          No, vabbè, questo cozza contro ogni evidenza.
          Se fosse stato così, avremmo avuto un’umanità di nevrotici disadattati per secoli.

          • mirkhond scrive:

            Chi ti dice che in passato non ci siano stati, ma non erano compresi perché la medicina aveva strumenti e cognizioni più arretrate?

            • Peucezio scrive:

              Perché io vedo le persone delle generazioni precedenti alla mia, quella dei miei genitori e, ancor di più, quella dei miei nonni (ormai, ahimè, scomparsa, ma l’ho conosciuta bene) e NON erano affatto nevrotici.

            • Z. scrive:

              Una volta nevrotici e psicotici venivano chiusi in casa o nei manicomi. A volte si chiamava “estasi” il loro disagio mentale e “visioni” il loro delirio allucinatorio.

              Ma esistevano anche allora, eh.

            • Peucezio scrive:

              Se fosse come dici tu, cioè se le proporizioni fossero le stesse di oggi, la maggior parte della popolazione doveva stare nei manicomi e una ridotta percentuale fuori, visto che oggi la nevrosi è endemica.

            • Z. scrive:

              Non tutti venivano internati. Anche oggi molti nevrotici soffrono senza curarsi.

              Per il resto non so, posso pure supporre che i ritmi più veloci e la competizione sempre più frenetica non aiutino. Ma non è il mio campo.

            • Peucezio scrive:

              Sì, non sarà il tuo campo, io qualcosina ho letto su queste cose, ma non sono uno psicologo… ma mi chiedo come ti sfugga l’evidenza.

              Una volta c’era il matto (e non ce n’erano pochi, ma erano comunque una minoranza) e poi le persone normali, che erano piuttosto solide.
              Nella piccola borghesia tutt’al più c’era qualche nevrotico.
              Oggi sono tutti nevrotici, insicuri, senza palle, hanno gli attacchi di panico, la depressione, l’anoressia, la bulimia, il c…. che li frega!
              Basta vedere come le donne crescevano sette otto figli… Oggi non riescono a crescerne uno e delegano ai nonni.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per Peucezio

                “Oggi sono tutti nevrotici, insicuri, senza palle, hanno gli attacchi di panico, la depressione, l’anoressia, la bulimia, il c…. che li frega!
                Basta vedere come le donne crescevano sette otto figli… Oggi non riescono a crescerne uno e delegano ai nonni.”

                Credo sia oggettivamente vero.

                Come sia oggettivamente vero che i “nostri nonni” hanno “fatto la guerra” e non ci sembrano oggettivamente matti. “Fatto la guerra”, dico, non “hanno avuto una nota dalla professoressa”.

                Come al solito, quando un fenomeno diventa di massa, cessa di essere giudicabile sotto il profilo morale (“voi siete dei vigliacchi, vergognatevi!”).

                C’è da riflettere su tutta la “natura umana” e il suo rapporto con i propri tempi.

                Ma anche sulla crescita dell’industria psicoterapeutica… consiglio a tutti la lettura dei libri di Waters in merito.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “Una volta c’era il matto (e non ce n’erano pochi, ma erano comunque una minoranza) e poi le persone normali, che erano piuttosto solide”
              “Oggi sono tutti nevrotici, insicuri, senza palle, hanno gli attacchi di panico, la depressione, l’anoressia, la bulimia, il c…. che li frega”

              Belli questi studi epidemiologici alla Cazzullo.

            • Z. scrive:

              …e non solo: non ci sono più le mezze stagioni, non si può lasciare la porta di casa aperta, le donne si sono messe in testa di fare gli avvocati e i dottori e soprattutto i treni non arrivano più in orario come quando c’era Lui, caro Lei!

              😀

            • Peucezio scrive:

              Invece la misandria della società è scientificamente provata, lo dicono tutte le riviste referate… 😀

            • Roberto scrive:

              “Come sia oggettivamente vero che i “nostri nonni” hanno “fatto la guerra” e non ci sembrano oggettivamente matti”

              Parla per i tuoi….io penso subito ai nonni (pace all’anima) che 40 (quaranta!) anni dopo la fine della guerra non potevano nemmeno federe in fotografia mele o zucche perché “durante la guerra mangiavo solo quelle”, o che facevano scorte di tutto come se ci fosse una carestia in agguato, o facevano delle cazziate terribili per una briciola di pane caduta a terra perché “tu non sai cosa è la fame”
              E loro stavano bene….

              Semplicemente, mi sa che in passato non c’era un nome per certe patologie, non c’era la coscienza che fossero patologie e probabilmente nemmeno il tempo per lamentarsi, ma dire che non esistessero mi sembra azzardato

  44. mirkhond scrive:

    “una donna poco materna colpisce proprio perché è l’eccezione.”

    Non hai mai letto Rosso Malpelo?

  45. Peucezio scrive:

    Comunque, Mauricius (e tutti),
    lasciando stare gli archetipi e parlando di vita pratica, c’è molto di vero in quello che dici, ma sottoporrei alla vostra attenzione un aspetto che secondo me rende ancora oggi molto svantaggiata la vita di una donna rispetto a quella di un uomo, e cioè il fatto che l’appetibilità sessuale a parità di età è ancora molto squilibrata (io ne sono un esempio estremo, perché, non ci posso fare niente, mi piacciono le donne con un quarto di secolo meno di me).
    Insomma, un uomo di cinquant’anni piace a una percentuale minoritaria ma molto consistente di donne giovani, anche giovanissime.
    Una donna di cinquant’anni oggi è molto più bella e attrae molto più di un tempo, ma, insomma, sente di aver sparato molta parte delle sue cartucce. Dopo i sessanta non ne parliamo.
    Questo fatto di sentire che la propria attrattiva sessuale è nettamente più limitata nel tempo (benché probabilmente lo squilibrio si sia ridotto, anche se comunque anche in passato c’era la quarantenne che si sposava con il coetaneo o più grande) io credo debba essere motivo di profonda frustrazione esistenziale, perché, checché se ne dica, parliamo di una sfera primaria di gratificazione personale.

    • Mauricius Tarvisii scrive:

      Ecco perché l’ordinanza di Nardella va combattuta senza se e senza ma.

      😆

      • Peucezio scrive:

        D’accordo, ma non vedo il nesso.
        Non credo sia volta a combattere i gigolò. 🙂

      • Peucezio scrive:

        Comunque, Mauricius, circa la supposta “misandria” (io continuo a trovarlo un termine eccessivo), ho capito la diagnosi, ma qual è l’eziologia?
        Che cosa avrebbe generato tale sentimento collettivo? (te lo chiedo sul serio)

        • PinoMamet scrive:

          Secondo me il parvenamento 😉

          appena un gruppo prende il potere (semplifico ovviamente) per consolidarlo deve mostrare ferocia con il gruppo che aveva il potere prima.
          Nel caso di femmine e maschi, questi ultimi, per una serie di condizionamenti culturali e sociali, sono anzi propensi ad assecondare tale ferocia (“comunque devo fare il cavaliere… comunque mi dispiace di aver oppresso le donne… comunque è giusto che le donne siano libere” e, non ultimo “speriamo che se dico così me la dia”)

          • Miguel Martinez scrive:

            Per PinoMamet

            “Secondo me il parvenamento ;)”

            Concordo in pieno.

            Di mio, aggiungo…

            Innanzitutto, non capisco la metà delle cose di cui si parla, perché sono incompetente.

            Secondo, il 70% delle persone che frequento sono donne, e questo già vuol dire qualcosa: cioè che chi porta i figlioli al giardino, oppure fa lo sfigato mestiere di funzionario comunale prendendolo sul serio, sono donne.

            Parlo di donne che dedicano il loro tempo a lavorare e/o a star dietro ai figlioli.

            Non so se questo vuol dire che le donne sono oppresse e relegate a ruoli infimi, mentre gli uomini si godono il posto di manager, o se le donne sono abbastanza furbe di godersi di più la vita e fare cose intelligenti mentre i maschi impazziscono a farsi la guerra tra di loro.

            La prima distinzione che faccio è se hanno voglia anche di dare una mano o no.

            I maschi in genere non ce l’hanno, con pochissime eccezioni.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “mentre gli uomini si godono il posto di manager”

              Hai un posto da manager da farmi godere? Mi accontento anche del tabellare di un manager, comunque 😀

        • PinoMamet scrive:

          Comunque, per confermare la tesi di Mauricius, basta guardare un film.
          Un classico dei film d’azione anni Ottanta primi Novanta era l’amico-negro-che-muore.

          Le minoranze sarebbero dovute essere soddisfatte della presenza di un comprimario negro descritto in termini lusinghieri (anche se spesso ancora presentato anche come il negro entertainer, svelto di lingua e ridanciano) che poi, morendo eroicamente, si toglieva dalle palle dello svolgimento della storia, pensata per un eroe solo, bianco.

          Ora è peggio: se c’è una coppia uomo-donna, l’uomo deve essere quello più stupido-spaurito-vile o comunque connotato in qualche misura negativamente.
          I ruoli d’azione devono necessariamente andare a una donna.

          Fanno uno Sherlock Holmes attualizato televisivo: lui si occupa delle robe intelligenti (ma anche lei non è mica stupida, anzi, molto più dotata di senso pratico) ma vive sulle nuvole, lei fa le arti marziali ed è Lucy Liu.
          Un altro è uno scrittore di gialli che lavora fianco a fianco con una poliziotta: la pistola (ehm) ovviamente la usa lei.
          E così a scalata a discendere fino alla schifezza vera, alla Lara Croft.

          Tutto ciò potrà essere scambiato (ma solo al tramonto o in presenza di nebbia) per “migliorare l’immagine femminile” solo quando invece di qualche ex modella la portagonista femminile sarà una donna di taglia e aspetto normale.
          Questo è ancora un privilegio maschile, che però viene presentato (dalle donne!) come svantaggio (“visto come è figa Charlize Theron mentre fa le capriole in macchina sparando a dieci cattivoni?”)

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          però vedo che nelle serie (che ormai sono più popolari del cinema: è un dato di fatto) i protagonisti in genere sono ancora i tipici eroi maschi bianchi. O anche antieroi o eroi problematici, ma comunque maschi bianchi.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per MT

        “Ecco perché l’ordinanza di Nardella va combattuta senza se e senza ma.”

        Vieni a Firenze, con una tua amica.

        Firma davanti a un vigile un contratto per una “prestazione sessuale” tra te e lei: lei non si deve preoccupare, tu come avvocato saprai come rendere nulla il contratto stesso.

        Appena il vigile ti chiede i documenti, fai ricorsi al TAR, al BAR e al CAR, denunci il vigile, il corpo dei vigili urbani intero (è importante risalire per tutta la gerarchia), il consiglio comunale e il sindaco.

        Vedrai che smetteranno. E poi davvero non sapranno più che pesci pigliare.

        • Miguel Martinez scrive:

          Sempre per MT

          “(è importante risalire per tutta la gerarchia”

          Questo è il punto cruciale: risalire lungo tutta la catena di quelli che si sono passati il cerino.

          Perché questa volta, il sindaco non ha messo il nastro bianco e rosso, ha fatto il contrario: si è assunto la responsabilità di un’azione concreta; e sotto di lui, altri poi se la sono assunta.

          Praticamente, puoi decapitare tutta Firenze (per quel poco di “capo” che ha) in un colpo solo.

          Noi sappiamo già che l’ordinanza del sindaco è illegale, senza alcun bisogno di studiarci le carte.

          I motivi poi li troviamo, e sappiamo anche che saranno tanti (mancanza del terzo bollo, mancata notifica nell’albo pretorio, mancata comunicazione entro 24 ore al Comitato per l’Ordine Pubblico, mancata registrazione nell’archivio notarile, errata definizione di prestazione sessuale, mancata comunicazione in braille su Internet, mancata consultazione con il Vescovo, mancata direttiva di servizio al vigilino che ti ha fermato entro tempi ragionevoli, e 723 documenti che il povero Nardella avrà firmato, prima di diventare sindaco, con cui si è impiccato da solo).

          Basta, senza se e senza ma, parti e distruggi il Comune di Firenze.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Attenzione: io ho usato la forma impersonale, dunque intendevo che qualcuno diverso da me deve perderci tempo dietro. Io mica sono fiorentino 😀

          • Miguel Martinez scrive:

            Per MT

            ” Io mica sono fiorentino :D”

            Ah ecco. Con una modica spesa, avresti potuto cambiare la storia d’Italia.

            Solo che invece di dire, “io cambierò la storia d’Italia!”

            hai detto

            “Si deve cambiare la storia d’Italia”.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Un processo penale lo definisci una modica spesa? Io lascio a voi cittadini attivi e responsabili questa modica spesa.

              • Miguel Martinez scrive:

                Per MT

                “Un processo penale lo definisci una modica spesa? Io lascio a voi cittadini attivi e responsabili questa modica spesa.”

                Dai, ti do l’indirizzo di qualche nemico personale del sindaco di Firenze che ti paga tutto.

                Passiamo alla prossima obiezione, esclusa “armiamoci e partite”.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              E allora se conosci quello che ti spesa, prego, fallo! 😀

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          Ma forse ho capito il tuo discorso: parti dal presupposto che essere assolti per disapplicazione dell’ordinanza faccia caducare l’ordinanza. Ma non è così: la disapplicazione è solo per il caso concreto.

  46. PinoMamet scrive:

    Mi pare che quando si cominci a parlare di ruoli sessuali ecc. poi succede una guerra.
    Non per portare male!

    Però boh, Belle epoque, scrittrici lesbo travestite da uomo, vizi, zozzerie, dandies effeminati: taac, prima guerra mondiale, uomini al fronte, tutti ad arruolarsi.
    Poi aridanghete, anni trenta, maschiette, Gastone (l’uomo rovinato dalla guèra… se non c’era la guera io a quest’ora stavo a Londra… i londrini vanno pazzi per me), Tamara de Lempicka, Marlene Dietrich… tacca, seconda guerra mondiale.
    Io ci vedo un nesso 😉

  47. mirkhond scrive:

    “Però gli ortodossi non lo fanno.”

    Non credo però che rifiutino il battesimo a chi si accosta a loro.

  48. MOI scrive:

    @ LISA PANISCUS

    Prof. , NON è questione di “avercela su” 😉 con l’ Emancipazione Femminile, ma con quell’ ipocrisia che vi si accompagna tale per cui _ a seconda delle convenienze contestuali, magari neppure sempre facendolo apposta, eh … _ c’è ‘sta sorta di schizofrenia culturale dell’ Essere Amazzoni del III Millenio o Dame dell’ Ottocento funzionalmente al proprio vantaggio personale !

  49. MOI scrive:

    Un “sottoprodotto” del Feminazismo 😀 è (anche) che si devono mandar giù su base astrologica pregiudizi altrimenti inaccettabili su base “etno-razziale”, o di classe sociale … perché siccome per legioni di donne l’ astrologia è Oro Colato, se hai da ridire Vs di essa, hai da ridire Vs la SensiBBilità Femminile !

    PS

    Escludiamo pure la compianta Margherita Hack e la Prof. Paniscus … ma appunto si parla di sparute eccezioni !

    • paniscus scrive:

      MOI, ma che razza di donne frequenti?

      La fissa dell’astrologia è quasi completamente scomparsa, sia tra le donne che tra gli uomini, tranne che in ambienti molto specificamente sciroccati, che però bisogna andare a cercarsi apposta!

      Ormai nemmeno il CICAP ci prova più gusto a fare la raccolta natalizia delle previsioni astrologiche sbagliate per poi presentare il consuntivo a fine anno, il che era una divertentissima attività “rituale” degli scettici fino a pochissimi anni fa! Adesso è solo noiosa…

  50. MOI scrive:

    Provate a sostituire i vari “ah, ma voi *** segno zodialcale + ascendente*** siete così e cosà, si sa !” … con *** “razza” / origine etnica + religione/cultura” …

    😉

  51. MOI scrive:

    va be’ … negli Anni Cinquanta qualunque Animalista / Vegano d’oggi sarebbe stato in Manicomio Criminale ! Oggi invece sono alle Cattedre Universitarie e nei Parlamenti !

  52. MOI scrive:

    Perché io vedo le persone delle generazioni precedenti alla mia, quella dei miei genitori e, ancor di più, quella dei miei nonni (ormai, ahimè, scomparsa, ma l’ho conosciuta bene) e NON erano affatto nevrotici.

    PEUCEZIO [rif.]

  53. mirkhond scrive:

    “Semplicemente, mi sa che in passato non c’era un nome per certe patologie, non c’era la coscienza che fossero patologie e probabilmente nemmeno il tempo per lamentarsi, ma dire che non esistessero mi sembra azzardato”

    Concordo con Roberto.

  54. PinoMamet scrive:

    Rispondo in fondo per praticità:

    cito Roberto:
    “Semplicemente, mi sa che in passato non c’era un nome per certe patologie, non c’era la coscienza che fossero patologie e probabilmente nemmeno il tempo per lamentarsi, ma dire che non esistessero mi sembra azzardato”

    è vero Roberto, però penso che ci fosse una differenza fondamentale: quei “nonni” avevano la possibilità e il diritto- che vivevano come sacrosanto- di sfogarsi; di solito con le scenate che dici, che cominciavano e finivano lì.

    Nessuno, di fronte a uno sfogo, metteva in dubbio la loro autorità, la loro “mascolinità” (che anzi ne usciva rafforzata) o la loro stessa salute mentale.

    Ora improvvisamente sembra tutto proibito o disdicevole: sia quello che lo era prima, sia il suo opposto, che lo è adesso. Sfido che si diventi nevrotici!
    Forte non puoi essere: sei un oppressore.
    Debole non devi essere: ti schiacciano.
    Femminista non puoi essere: ti disprezzano.
    Maschilista neppure: sei escluso dal consorzio umano.
    Lamentarti non puoi: sei vittimista.
    Tenere tutto dentro: sei un malato mentale e devi farti curare.
    Devi farti una famiglia in qualche modo “tradizionale”, non importa se ti sposa il prete o il tuo migliore amico con delega del sindaco;
    e nello stesso tempo sei sommerso di messaggi e allusioni sessuali ovunque;
    ma fare sesso, Nardella docet, è più proibito e disdicevole che ai tempi della Merlin.

    • Z. scrive:

      Il disagio mentale non riguarda solo gli uomini…

    • PinoMamet scrive:

      Mai detto niente del genere, infatti.

      • PinoMamet scrive:

        Però, ora che mi ci fai pensare, io sono di sesso maschile 😉 e mi interesso principalmente di chi è come me.
        Trovo che sia anzi molto lodevole e che anche gli altri dovrebbero imitarmi 😀
        smettiamo di preoccuparci dei diritti, dei disagi e dei problemi degli altri (donne, immigrati ecc.) e staremmo meglio tutti!

        PS
        ovviamente è una provocazione, mi interesserebbe invece capire dai commenti alla provocazione se c’è qualcosa di vero, come sospetto esserci.

        • Z. scrive:

          Pino,

          puoi interessarti e disinteressarti di chi preferisci, ci mancherebbe. Io però stavo dicendo: il disagio mentale riguarda anche le donne, sicché ricercarne le cause nell’oppressione degli uomini (o se preferisci, nella pressione esercitata sugli uomini) mi sembra riduttivo!

          In effetti, riferendomi al disagio che un tempo si chiamava “estasi”, pensavo proprio a non so più quale scultura di santa in preda alla sofferenza.

        • PinoMamet scrive:

          Ma io non stavo facendo un discorso generale sul disagio mentale, e devo essermi perso qualche passaggio di qualche polemica tra te, Roberto e Peucezio, mi sa.

          Rispondevo a chi diceva che i nonni (intendevo: nonni maschi) sembravano meno nevrotici di noi.

          • Z. scrive:

            E io sto cercando di dirti: pure le nonne!

            Immagino che da un lato la società sia cambiata, e diventata più frenetica, per tutti; dall’altro, certi disturbi probabilmente non erano identificati come tali.

            • Peucezio scrive:

              Secondo me non c’entra la frenesia.
              C’entra il mancato contatto con la materia e la corporeità.
              Oggi non si toccano le cose e non ci si tocca. Fin da bambini piccolissimi. E questo nevrotizza.

            • Z. scrive:

              Non sono due cose del tutto distinte, secondo me.

              Comunque ricordo di aver letto di studi sulla maggior velocità di ragionamento di chi vive in città anziché in paese, e delle conseguenze negative del fenomeno.

    • Roberto scrive:

      Pino

      “è vero Roberto, però penso che ci fosse una differenza fondamentale: quei “nonni” avevano la possibilità e il diritto- che vivevano come sacrosanto- di sfogarsi; di solito con le scenate che dici, che cominciavano e finivano lì.”

      Questa affermazione mi incuriosisce perché è esattamente l’opposto di quello che stavo pensando!

      Secondo me, il soldato che esce dalla trincea delle Ardenne, gassato, con un braccio in meno, assordato dal rumore dei cannoni, dopo aver vissuto un anno nel fango ghiacciato e nella merda, beh appena si lamenta si becca un ” smettila di lamentarti e vai a lavorare che hai una famiglia da mantenere”
      Il Marines che torna dall’Afganistan ha in pool di psicologi che seguono il suo post traumatic discorder, un gruppo di ascolto, una pensione da veterano, e passa la giornata al parco a lamentarsi del fatto che non riesce a dormire.

      Alla fine tutti e due sono divorati dalla nevrosi, ma il secondo ha un riconoscimento sociale della sua nevrosi il primo no, e per questo vediamo la nevrosi del secondo e non del primo

      Possiamo ripetere l’esperimento con altri casi. La nonna con otto figli se dice che è stanca si prende una sberla dal marito che non trova la cena pronta. La nipote va dallo psicologo perché ha paura di essere una cattiva madre. Anche lì, io vedo due nevrosi, una che non può esprimersi l’altra si

      • Roberto scrive:

        Rispondo anche a peucezio sotto sulla questione “meno invalidante”

      • Peucezio scrive:

        Se uno non è in grado di fare una cosa non è in grado di farla.
        Non c’è sberla che tenga.

      • Peucezio scrive:

        Roberto,
        ma davvero tu non trovi i tuoi nonni o i tuoi genitori più forti e sicuri di quelli della tua generazione?

        • Roberto scrive:

          Si ma:

          1. Non ho detto questo, ma solo che non sono convinto del fatto che nevrosi e depressioni non esistevano prima

          2. È un campione un po’ piccolo il mio, dove i nonni fascistissimi hanno visto il loro mondo crollare, ed i genitori barricaderi sessantottini hanno visto alcune cose trasformarsi come volevano loro, salvi poi gli sviluppi degli ultimi 20 che li lasciano con l’amaro in bocca (ma hanno altri motivi per non essere depressi, figli sistemati, nipotini, fine della schiavitù lavorativa….)

        • Roberto scrive:

          Comunque se vuoi dire che più passa il tempo più ci siamo trasformati in frignoni, beh sono ovviamente d’accordo!

  55. Peucezio scrive:

    Mauricius e Z.,
    quello che trovo stupido e mi pare davvero un esercizio sterile e gratuitamente polemico è questo fatto di trincerarsi dietro una presunta scientificità in modo improprio, fuori luogo rispetto al discorso che si fa.
    Al di là del fatto che se non sbaglio si parla anche di incremento recente delle patologie psichiche, su un breve periodo rilevabile, ma il punto è che qui non siamo né a un convegno, né su una rivista scientifica, ma facciamo fra le altre cose analisi sociali, basate su osservazioni personali, percezioni, constatazioni empiriche. E lo facciamo tutti.
    E le corbellerie di Mauricius sulla presunta misandria della società d’oggi (cioè saremmo in un mondo di odiatori/-trici di uomini), che al massimo è un po’ sbilanciata nel senso di alcune forme di ipertutela delle donne, non fanno eccezione.
    Solo che quando le fanno gli altri le osservazioni empiriche (in genere più fondate), allora ci vuole la prova scientifica, lo studio di qualche rivista (che magari contraddice quello di un’altra rivista di dieci anni fa), i numeri o le statistiche (che però, quando vuole Z., sono stupide).
    Va da sé che se vogliamo intavolare una discissione epidemiologica con pretese di scientifictà, fra un linguista e degli avvocati non andremo lontano. Ma ciò vale un po’ per tutto.
    Ragazzi, se non vi siete accorti che i vostri genitori e nonni sono diversi da noi e dalla generazione dei nostri figli (reali o potenziali), non so che dirvi: leggete meno riviste scientifiche e guardatevi intorno. La realtà è sfumata, complessa, non tutto è quantificabile in statistiche e in un contesto come questo blog grazie a Dio si riescono a fare anche osservazioni acute (quando non sono dettate da sordi e rancorosi sentimenti di rivalsa contro l’altro sesso mascherati da egualitarismo) sulla società e sulle sue dinamiche profonde.

    Roberto,
    tu obietti nel merito, scendendo sul terreno che ho proposto io, quindi vale la pena raccogliere la tua obiezione.
    Quello che spesso si nota come dato frequente nelle vecchie generazioni secondo me è una cosa molto diversa dalla nevrosi contemporanea, basata essenzialmente sull’insicurezza, sulla fragilità emotiva. Lì spesso c’era fissazione, rigidità, in forme talvolta maniacali. Dall’avarizia, all’abitudinarietà ossessiva, all’attaccamento tenace a persone, cose, idee, all’ostilità irrazionale e acritica verso persone singole, gruppi o istituzioni, nutrita di pregiudizi resistenti a qualunque controprova. In effetti, nelle forme più estreme, anche quella si può definire nevrosi (in questo senso la tua obiezione è pertinente).
    Di solito era meno invalidante di quella di oggi: il nevrotico contemporaneo è sostanzialmente inetto: riesce a vivere, perché oggi si richiede sempre meno alle persone: meno impegno, meno fatica, meno responsabilità. Quelli in genere funzionavano comunque piuttosto bene. Diciamo forse che le loro rigidità facevano sì che sfruttassero una parte ridotta delle loro capacità, impegnati com’erano ad assecondare le loro fissazioni e a combattere i loro nemici immaginari.

    In ogni caso qui mi pare che non si percepisca la rivoluzione antropologica seguita al boom economico e alla trasformazione profonda dello stile di vita. Un tipo umano nato in ospedale, cresciuto in casa anziché in strada, con la televisione, la luce elettrica, la lavatrice, l’automobile, ecc., è un tipo umano diversissimo da quello nato in casa, cresciuto in strada, senza pediatri e libri di Benjamin Spock, ecc. ecc.
    E basta parlarci, vederli all’opera, vedere come ragionano, osservare le loro categorie cognitive per notare una macroscopica differenza.
    Chi non se ne accorge o è in cattiva fede o non percepisce un corno di quello che gli sta attorno. Limite suo.

    • Z. scrive:

      Peucezio,

      — quello che trovo stupido e mi pare davvero un esercizio sterile e gratuitamente polemico è questo fatto di trincerarsi dietro una presunta scientificità in modo improprio, fuori luogo rispetto al discorso che si fa. —

      Non ho capito dietro quale “presunta scientificità” mi sarei trincerato. Ti ho fatto notare:

      1) che il disagio mentale, secondo me, era chiamato diversamente nei secoli passati o ignorato del tutto;
      2) che il tuo post sembra un elenco di luoghi comuni.

      Oh, poi sbaglierò 🙂

      • Peucezio scrive:

        “Luoggo comune” è un’espressione che alla fin fine non ha gran senso.
        Anche il fatto che di giorno c’è luce e di notte è buio è un luogo comune.
        Ciò che invece va evitato sono le egeralizzazioni indebite, non quelle che si applicano a gruppi o a parti della realtà (che generalizzano all’interno di un insieme, ma per distinguerlo dal resto della realtà, quindi sono il contrario della generalizzazione, sono una specificazione, che al massimo può peccare di schematismo o di eccesso di sintesi), ma quelle che si applicano a tutta la realtà.
        Quelle per cui tutto è tutto uguale in ogni epoca e latitudine. Se tutto è sempre uguale dappertutto, di che stiamo a parlare? Non ha senso affermare nulla. E comunque non si è aggiunto nulla alla conoscenza, perché conoscere significa definire, distinguere.

      • Peucezio scrive:

        Quindi sì, sbaglierai 🙂

    • PinoMamet scrive:

      Io rivendico che le osservazioni spannometriche, a naso, alla buona, abbiano il loro posto in un discorso, e trovo sensato farle.
      A volte- forse quasi sempre- sono sempre lo spunto per uno studio scientifico, o più scientifico, che magari le smentirà- o magari no; ma non si può pretendere che ogni volta che si dica “oggi fa proprio freddo per essere Settembre” si debbano avere delle statistiche alla mano.

      Bon, stabilito questo, trovo che le osservazioni di Mauricius siano tutt’altro che corbellerie, e non infondate.
      Semmai sono le tue disquisizioni sul mascolino come “diabolico” perché venuto dopo il femminile ecc. ecc. a sembrarmi un po’ fumose e campate per aria, metafisiche, un po’ nel tuo stile.

      Anche l’idea che la donna sia per forza di cose più sensibile e meno aggressiva dell’uomo… non so; in tutti i mammiferi mi pare che la femmina non sia affatto meno aggressiva del maschio, ma semmai aggressiva per motivi diversi; ma ammettiamo che possa essere così, come idea: bisogna avvertirne moltissime donne, però.

      • Peucezio scrive:

        Pino,

        “Io rivendico che le osservazioni spannometriche, a naso, alla buona, abbiano il loro posto in un discorso, e trovo sensato farle.
        A volte- forse quasi sempre- sono sempre lo spunto per uno studio scientifico, o più scientifico, che magari le smentirà- o magari no; ma non si può pretendere che ogni volta che si dica “oggi fa proprio freddo per essere Settembre” si debbano avere delle statistiche alla mano.”

        Ovviamente accordo totale e pieno.

        “Bon, stabilito questo, trovo che le osservazioni di Mauricius siano tutt’altro che corbellerie, e non infondate.
        Semmai sono le tue disquisizioni sul mascolino come “diabolico” perché venuto dopo il femminile ecc. ecc. a sembrarmi un po’ fumose e campate per aria, metafisiche, un po’ nel tuo stile. ”

        Per carità, quando faccio il filosofo ed enuncio mie verità metafisiche non smentibili, lo dico. Inseguo un mio credo personale, lo enuncio e non mi aspetto nessuna forma di adesione, né sto cercando di dimostrare nulla.
        Se uno mi dice “buon per te: a me pare una cosa del tutto campata in aria, cui si può aderire solo come un atto di fede”, non ho nulla da obiettargli.
        Altra cosa sono le analisi sociali.

        Circa Mauricius e la misandria, non è il punto in sé, ma l’entità.
        Lui fa anche analisi sensate e a tratti molto penetranti. Ma da qui a sostenere che la nostra società odi gli uomini ce ne passa.
        Però io gli obietto con osservazioni analoghe alle sue, mica gli dico che mi deve portare uno studio scientifico a sostegno.

        Sull’aggressività nei sessi: quello che non vedo nelle donne (poi le eccezioni ci sono sempre) è l’inclinazione alla violenza. Che non significa che in altre forme le donne non siano inclini al conflitto.
        E circa l’altruismo, io credo sia una questione di capacità di uscire da sé: la donna all’occorrenza è più capace di autoannullamento, di abnegazione, di dedizione totale, l’uomo più raramente. Poi, vabbè, si potrebbe dire che la donna si gratifica così, quindi non è un merito…

        • PinoMamet scrive:

          Mmm formulata così tendo a essere d’accordo con te.

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          quello che non vedo nelle donne (poi le eccezioni ci sono sempre) è l’inclinazione alla violenza

          Ma è ovvio: come ho sempre ripetuto, le donne la esercitano per procura. E’ come dire che il generale che lancia l’assalto all’arma bianca dalle retrovie è meno violento del soldato che esegue in prima linea.

          • Z. scrive:

            Meno violento lo è, probabilmente. Il che non lo rende meno responsabile.

          • Peucezio scrive:

            Mah, Mauricius,
            mi sembri paranoico.
            Io so che le donne erano sempre infelici quando scoppiavano le guerre e i mariti dovevano andarci, e avrebbero fatto carte false per scongiurarle.
            Tutta questa istigazione alla violenza, all’omicidio e alla strage non l’ho mai vista.
            Mentre gli uomini di violenze, omicidi e stragi ne hanno sempre fatte.

            • PinoMamet scrive:

              Beh, dai, Peucezio, non dirmi che non hai mai sentito i casi di cronaca, con le varie “mantidi” e “amanti diaboliche” e le coppie di rapinatori di cui i testimoni raccontano “alla fine la più cattiva mi è sembrata lei”.

              E se vogliamo parlare di guerre e affini, anche lì possiamo andare dall’età elisabettiana alla Thatcher…

            • Peucezio scrive:

              Mah, sai, la cronaca intanto è cronaca in quanto colpisce l’immaginario per la sua straordinarietà, nel senso letterale di ciò che è fuori dall’ordinario.

              Circa le donne di statoè vero, ma credo sia un po’ un discorso a parte: essendo un settore da sempre appannaggio degli uomini e gestito dagli uomini, le donne, le poche volte che ci sono entrate, si sono confomrate alle regole (a volte anche esagerando): “gli stati fanno le guerre? Facciamo la guerra!”

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              “O con questo o sopra di questo”, oppure il ruolo delle donne nel fomentare le faide, oppure il ruolo delle donne come supplenti nei clan mafiosi…
              Ma Peucezio alla storia risponde con gli archetipi e ai dati di fatto con “paranoicomisogginoodiledonne!11!!!”.

            • Peucezio scrive:

              Vabbè, tu fai riferimento a una percentuale infima delle donne, a casi estremi e peculiari, tutto per sostenere le tue bizzarre tesi e non saresti paranoico e misogino?

              Piuttosto, io non amerò la modernità e non mi riconoscerò nella società d’oggi (in realtà non mi riconosco nel pensiero imposto dai mass media, ma quando parlo con la gente comune, spesso anche della mia generazione, trovo molto più buon senso di quello che si legge presso i pennivendoli e che si sente dagli opinionisti da strapazzo in televisione), ma tu mi chiedo davvero come devi sentirti, se percepisci la condizione di uomo allo stesso modo di come un ebreo si percepiva sotto il III Reich.

            • Peucezio scrive:

              Peraltro mi piacerebbe capire delle cose (se hai tempo e voglia):
              – non mi hai risposto alla domanda circa le cause della misandria e vabbè;
              – ma in ogni caso il colpevole sono gli uomini che si auto-odiano o le donne, che sono diventate arroganti? O un concorso delle due cose?
              – Pensi che la donna sia uguale all’uomo e che venga ingiustamente considerata migliore o che addirittura sia peggio?

  56. mirkhond scrive:

    “(quando non sono dettate da sordi e rancorosi sentimenti di rivalsa contro l’altro sesso mascherati da egualitarismo)”

    Beato te che hai conosciuto solo donne dolci, sensibili, affettuose, che non ti hanno mai oppresso e con cui sei sempre stato sciolto in una conversazione e sei sempre stato a tuo agio.
    Altri non hanno avuto questa fortuna.
    Percui accetta che il mondo non va sempre secondo i tuoi schemi e che le femmine potenti e terribili c’erano anche prima, anche nella società cosiddetta patriarcale.
    Dove le donne comandavano da dietro, ma comandavano lo stesso.

    • PinoMamet scrive:

      In effetti se penso a certe vecchie figure femminili della mia famiglia o di amici e conoscenti, mi sembrano tutto meno che dolci e remissive;
      si può dire che rispettassero formalmente una divisione dei ruoli, cioè loro si occupavano (dico proprio materialmente, con le mani) delle cose da femmina e gli uomini di quelle da uomo;
      ma non per questo non si può dire che non fossero autorevoli e anche autoritarie.

      • Peucezio scrive:

        Ma questo è vero.
        Ma non è che queste donne dal carattere molto forte (una volta erano molto più comuni, oggi sono tutte insicure e fragili, come anche gli uomini, ma di più) non fossero femminili in ciò in cui bisognava esserlo. Sapevano accudire i figli dando loro, per istinto e per costume tramandato, quel calore anche proprio fisico, quell’accudimento caldo che gli ospedali e i metodi asettici di puericoltura delle nevrotiche egoiste di oggi non sanno dare.
        Mia nonna era un carattere piuttosto duro, autoritario, molto testardo, ipercritico su tutto, diffidente, i suoi figli non la ricordano affatto come una madre tenera e affettuosa, ma li ha saputi crescere bene, come si faceva allora, e sono tutti e tre persone emotivamente piuttosto solide e forti. Io peraltro la ricordo invece come una nonna tenera nei miei confronti, malgrado le sue asperità di carattere da donna della Murgia (le persone non sono così univoche).

        Quello che va evitato è giudicare l’umanità in base ai propri traumi personali e ai rancori accumulati: per capire qualcosa del mondo va mantenuto un minimo di serenità di giudizio.
        Rappresentare la società d’oggi come una società con un certo squilibrio a favore delle donne in certi settori (non in tutti) è corretto.
        Descriverla come un mondo in cui l’uomo è oppresso e conculcato in tutte le sue manifestazioni da un mondo di arpie gratuitamente crudeli (oppure sono conculcati i pochi che non esaltano la donna e il femminismo, i quali, essendo passati colnemico, sono risparmiati; oppure sono conculcati anche loro però godono di esserlo per masochismo) è una rapprsesentazione caricaturale.

      • PinoMamet scrive:

        Che poi alla fine, a pensarci, tutto quello che volevano gli uomini era questo: che gli uomini potessero fare le cose da uomo, e le donne quelle da donna.
        Per il resto, comandassero pure.

        E tutto quello che invece il femminismo ha reclamato, stringi stringi, è che le donne potessero fare i lavori da uomo. Per il resto, facessero pure la stessa vita di merda degli uomini.
        (esempio tipico: il soldato. Scopo: ottenere il grande risultato che le donne possano non solo vestire la divisa, che più o meno è sempre successo, ma proprio farsi ammazzare in prima linea).

        • PinoMamet scrive:

          D’altronde- e scusate se insisto- ci sarà un motivo per cui in italiano la donna è “domina”, e tutta la poesia d’amore dal medioevo all’altro ieri è la storia di un tale che si sottomette ai capricci di un essere superiore, angelicato o tremendo. in modo sostanzialmente feudale
          (“bella figlia dell’amore, schiavo son dei vezzi tuoi..”)

          all’uomo non gliene frega nulla se la donna comanda; a parecchi piace pure, come idea.
          Gli dà fastidio invece se invade quello che sente come il suo spazio riservato, che deve essere una cosa che risale al paleolitico
          (sostanzialmente, caccia pesca e sport 😉 , e guerra; in questi sport per soli uomini le donne non sono gradite, se non come fantasia sessuale).

          In pratica femminismo, glbtt e compagnia cantante (che ne sono una variante) sono andati a toccare l’unica cosa che dava fastidio;
          non certo “i diritti”, che sono una cosa astratta, e o la parità di paga per le donne, che è lungi dall’essere raggiunta, e alla quale la stragrande maggioranza degli uomini non ha proprio nulla in contrario, anzi.

          No, sono andati a toccare i “ruoli” sessuali, e quelli in effetti sono un argomento delicato.

          E sotto la paura per il “genderismo” e i matrimoni gay credo ci sia proprio questo.
          Dice, “ma come, se due gay si sposano che ti frega, mica ti impediscono di avere una famiglia a te”, e naturalmente da un punto di vista razionale è verissimo.

          Ma l’umanità non è mica sempre razionale, e trovo difficile negare la paura (non la giustifico, la descrivo) che matrimonio gay oggi, donna mascolina domani, si finisca per ritrovarsi in un’umanità falsa, o che comunque non rispecchia ciò che si sente come naturale;
          ed essere anche costretti, che è peggio, ad applaudirla.

  57. mirkhond scrive:

    “Anche l’idea che la donna sia per forza di cose più sensibile e meno aggressiva dell’uomo… non so;”

    Appunto è un’idea di Peucezio. 🙂

  58. mirkhond scrive:

    “Quello che va evitato è giudicare l’umanità in base ai propri traumi personali e ai rancori accumulati: per capire qualcosa del mondo va mantenuto un minimo di serenità di giudizio.”

    Tu sei convinto che i tuoi giudizi non siano influenzati da vicende personali?

    • Peucezio scrive:

      Beh, se anche lo fossero probabilmente non me n’accorgerei, ma non lo rivendicherei come una prova a sostegno, ma semmai ammetterei che mi renderebbero poco obiettivo.

      Tu hai uno strano modo di procedere: uno cerca di fare un ragionamento normale o, quantomeno, opinabile, come qualsiasi discorso e tu, che, consentimelo, hai un vissuto molto peculiare, molto diverso da quello della maggior parte delle persone, citando i tuoi casi personali, praticamente dici: “tu non capisci niente della vita, mentre io parloa ragion veduta perché ho vissuto questo e questo”.
      Cioè chi ha avuto la fortuna, non per proprio merito, di avere una storia personale non dico esaltante, ma di medietà, come quasi tutte le persone, non capirebbe la vita, mentre tu, facendo riferimento a situazioni estreme e statisticamente rare (altrimenti sarebbero tutti nella tua condizione), pretendi di avere la Verità in tasca.
      Uno ti può essere pienamente solidale sul piano morale per la tua storia e i tuoi problemi e io lo sono sinceramente e di cuore.
      Ma non puoi, siccome hai dei problemi, obiettare ogni volta con arroganza agli altri che loro non saprebbero nulla della vita e parlerebbero per astrazioni, perché non hanno sofferto quello che hai sofferto tu. Cioè, puoi anche farlo, ma poi non ti si prenderà sul serio.

  59. mirkhond scrive:

    Sempre con la tua aria da pseudoprofessorino che si mette a pontificare sugli altri.
    E l’arrogante sarei io, mentre tu non ti rendi nemmeno conto di quanto cadi nel ridicolo con la tua teoria sulle donne sempre tutte buone e sugli uomini sempre tutti cattivi.
    A Peuceziooooo!!!!! Svegliati che la realtà è molto più complessa e contraddittoria rispetto alle TUE idee sulla vita e sul mondo.

  60. mirkhond scrive:

    “pretendi di avere la Verità in tasca.”

    Forse non te ne rendi conto, ma qui chi pretende di avere la verità in tasca sei solo TU.
    Tenacemente tufagno di fronte alle obiezioni che da più parte ti vengono fatte sulla TUA TEORIA delle donne sempre e comunque tutte buone, tutte vittime dei biekiSSimi und kattiviSSimi uomini.
    Se la realtà collide con la teoria, per Peucezio è la realtà che deve andare affanculo.

    • Peucezio scrive:

      Perché ti arrabbi?
      E dove avrei fatto affermazioni simili?
      Figurati, so di storie di coppie che si sono separate in cui, se al mondo ci fosse un po’ di giustizia, la moglie finirebbe sotto una macchina o le verrebbe un cancro e l’aria che respiriamo grazie a questo diverrebbe più salubre. Figuriamoci se penso che tutte le donne sono buonissime e vittime di uomini cattivi.

      Di fronte alle sparate estremistiche di Mauricius che parla di misandria, dico solo che mediamente la donna è meno violenta e in generale più capace di altruismo e di sacrifico dell’uomo (oggi sempre meno) e che, malgrado tutto, ci sono ancora settori in cui la donna è svantaggiata.
      Per inciso, io non riesco a immaginare che trauma deve essere subire una violenza sessuale. E per l’uomo un’esperienza simile non esiste, perché se una gli salta addosso è pure contento o, se proprio gli fa schifo, la respinge.
      Ciò non significa che le donne non siano capaci a volte di violenza psicologica anche pesante e, in qualche caso, anche fisica.

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “E per l’uomo un’esperienza simile non esiste”

        Vabbé, buonanotte…

      • Roberto scrive:

        In effetti peucezio, se immagini due mastrolindi che ti prendono ed inchiappettano a turno un’idea del trauma dovresti fartela

        • Peucezio scrive:

          Forse non mi sono spiegato o avete letto distrattamente.
          Sto parlando di violenza ai danni dell’uomo compiuta da una donna.
          Che diamine c’entrano i due mastrolindi?? Confermerebbero semmai la tendenza maschile alla brutalità!

          • Peucezio scrive:

            Doveva essere in grassetto solo “donna”.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Noi siamo qui ad aspettarti nel mondo reale, intanto.

          • Z. scrive:

            Peucezio,

            — Forse non mi sono spiegato o avete letto distrattamente.
            Sto parlando di violenza ai danni dell’uomo compiuta da una donna. —

            …e hai scritto: “E per l’uomo un’esperienza simile non esiste”.

            Credo che essere stuprati da un uomo non sia, nei fatti, così dissimile.

            • Peucezio scrive:

              D’accordo, avrei dovuto specificare “l’esperienza di subire violenza da una persona dell’altro sesso”.

              Mauricius,
              quale mondo reale?
              Quello che ho detto prima, in cui i maschi si sentono come gli ebrei sotto il Terzo Reich?

            • Peucezio scrive:

              In effetti sono rientrato da un’oretta a casa, dopo essere andato in giro per commissioni.
              Dovunque andassi, sia gli uomini che le donne mi lanciavano occhiate cariche d’odio (sono maschio).
              Uno ha cercato anche di aggredirmi e voleva lanciarmi addosso corpi contundenti.

          • PinoMamet scrive:

            Tendenza maschile alla brutalità… mah, forse esiste.
            Ma allora devi ammettere che esiste anche quella femminile alla ferocia, che, nei esempi, hai dismesso come fatto eccezionale.

            In realtà, gli uomini brutali li troviamo nei fatti di cronaca, esattamente come le “mantidi”, amanti diaboliche e capoclan mafiose…

            • Peucezio scrive:

              Mah, non so se si possono mettere le due cose sullo stesso piano.
              Gli uomini brutali non stupiscono in quanto casi eccezionali, ma in genere sono la punta dell’iceberg: su tante donne picchiate e brutalizzate, ogni tanto ci scappa la morta e la cosa sale agli albori della cronaca.
              Mentre la donna assassina, la mantide, colpisce perché scompagina la nostra concezione abituale della donna.

              Poi è vero che nella quotidianità la donna, in modo indiretto e non violento, può fare la vita impossibile a un uomo, con mille espedienti e strategie.

            • PinoMamet scrive:

              Mo’ faccio un esempio che forse non c’entra.

              Conosco una ragazza, una giovane donna, del genere piuttosto insopportabilina, viziata, snob (anche verso le amiche) e molto selettiva socialmente. Quando si arrabbia (a volte per sciocchezze, vista con i miei occhi, anche con i suoi famigliari) non è un bello spettacolo.
              Però è molto carina.

              Finisce sempre per mettersi con ragazzi/giovani uomini colti, per bene, calmissimi, ben piazzati socialmente.
              Regolarmente comincia a non trovarli alla sua altezza, per un pretesto o per l’altro.
              Regolarmente dopo un po’ sento che si è mollata col fidanzato di turno, perché “ha osato darmi uno schiaffo”.

              Ora, o i maneschi capitano tutti a lei, oppure noto un pattern, come si dice nei polizieschi…

            • PinoMamet scrive:

              Vuol dire che l’uomo è più brutale? Forse.
              Vuol dire che la donna è più stronza? Boh.

              Però ecco, non saprei dire esattamente chi è la “vittima” (cioè il vincitore) in questi casi, in cui manca vera violenza
              (uno schiaffo è sicuramente brutto, ma è un episodio saltuario, anzi, unico, dettato da esasperazione, è diverso dalla violenza domestica…)

            • Peucezio scrive:

              Ci sono quelle che li tirano, non ci piove.
              Poi uno dovrebbe controllarsi, d’accordo…

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Samo sicuri che gli uomini siano più prodighi di schiaffi delle donne? O semplicemente si condivide l’idea di Peucezio, per cui lo schiaffo della donna è giustificato, mentre quello dell’uomo è brutale?

            • Peucezio scrive:

              Io ho detto che lo schiaffo della donna è giustificato?
              Al massimo fa meno danni, per un fatto fisico.
              Comunque tutte ‘ste denunce da parte di uomini per maltrattamenti subiti da donne non fioccano. Che siano tutti masochisti?
              E soprattutto tutti questi maschicidi non si sentono, mentre i femminicidi sì.

            • Z. scrive:

              Peucezio,

              vai non dico in caserma, ma all’ospedale a dire “la mia ragazza mi ha picchiato”.

              Se va bene te la cavi con tante risatine di sfottò: che come molte cose sono divertenti, finché toccano agli altri.

              Ti auguro che non ti succeda, esile e imbelle come sei 😛 😛 😛

            • Peucezio scrive:

              Chissà come mai ti accolgono a risatine?
              Ovviamente per la misandria feroce della nostra società.
              Non per lo stesso motivo per cui ti accolgono a grasse risate se vai a dire che ti ha picchiato tuo figlio di cinque anni.

            • Z. scrive:

              Peucè, è quel che diceva Pino.

              Se non ti difendi meriti di essere dileggiato, se ti difendi sei un maschilista violento. Un parlamentare – criticato anche da MT, che però era in fase Dibba – si è dovuto scusare per aver tirato una sberla a una collega che scalava strillando i banchi all’assalto della presidenza.

              Insomma, qualche squilibrio qua e là ce lo vedo.

              Misandria è un termine che lascio a voi messavacantisti 🙂

            • PinoMamet scrive:

              Peucezio, ci sono anche donne grandi e grosse, ti informo.

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              non ho capito: lei strillava e lui le ha dato una sberla? E non è un energumeno allora?

              Pino,
              lo so e se infatti io mi scontrassi con una che è cintura nera di karate o che fa culturismo da anni e le prendessi, non mi farei nessuno scrupolo ad andare a spiegare la situazione al pronto soccorso e al commissariato. Se poi ridono, coglioni loro: ridessero mbacce a ccusse, come si dice dalle mie parti.

            • Z. scrive:

              Peucè,

              — non ho capito: lei strillava e lui le ha dato una sberla? E non è un energumeno allora? —

              Mi sa che non ricordi la vicenda. La trovi su Gogòl, cercala se ti interessa 🙂

              Comunque, per picchiare te basta una cintura gialla 😀

            • Peucezio scrive:

              Ha parlato l’avvocato alla Fight Club 😀
              Scommetto che dopo i 5 anni non hai fatto a mazzate nemmeno con un pungiball.
              Io sono un letterato, ho sempre ammesso che la mia arma non è la violenza fisica.
              D’altronde lo dice anche Mauricius che noi uomini in fondo siamo mammolette continuamente brutalizzate da amazzoni feroci e manesche.

  61. Peucezio scrive:

    Comunque, ragazzi, lasciatemi dire che, con l’eccezione di Pino, che mi sembra abbia una visione abbastanza equilibrata, non vi invidio minimamente!
    Farei veramente una vita schifosa se pensassi di vivere in un mondo popolato da mostri, pieno di donne crudeli ed efferate e di uomini che le spalleggiano in tutti i modi, qualunque nefandezza commettano, per viltà o per complicità.

    • Z. scrive:

      Scusa, ma chi è che ha scritto cose simili? Sei tu che hai la fissazione di voler distruggere e massacrare, mica noi 🙂

      • Peucezio scrive:

        Non ho capito, tu sei d’accordo con Mauricius e Mirkhond o no?
        Ritieni che siamo in una società misandrica?

        • Z. scrive:

          “Misandrico” è un termine che nemmeno capisco.

          Viviamo in una società nella quale le donne mi sembrano più funzionali e meglio adattate degli uomini: per una serie di ragioni, sia innate sia culturali.

          • Peucezio scrive:

            Z.,
            ““Misandrico” è un termine che nemmeno capisco.”

            Dillo a Mauricius e vediamo se te lo spiega convincentemente.

            “Viviamo in una società nella quale le donne mi sembrano più funzionali e meglio adattate degli uomini: per una serie di ragioni, sia innate sia culturali.”

            Forse in prospettiva…
            Ma se fosse già davvero così, perché nei ruoli dirigenziali, anche in Ocicdente, sono ancora minoranza? Forse per poco, d’accordo…

            Perché non c’è mai stato, neanche in anni recenti, un presidente americano donna, un presidente della Repubblica Italiana donna, un presidente del consiglio donna? Neanche uno!
            Puoi tirarmi fuori la Merkel o la Tatcher. Ma vogliamo fare due conti?
            Siamo vicini al giro di boa? E’ possibile, se la tendenza va avanti così. Ma fino a quando non ci sarà stato il sorpasso (capi di stato, parlamentari, manager ai vertici di imprese strategiche e multinazionali) non ti darò ragione.

          • Peucezio scrive:

            Va da sé che Mauricius va oltre questo.
            Lui dice che ci sarebbe un odio, un’ostilità e un disprezzo diffuso verso il sesso maschile.
            Tu sei d’accordo?

  62. mirkhond scrive:

    Come ci sono uomini cattivi, ci sono anche donne cattive.

    • Peucezio scrive:

      E’ ovvio.
      Ma da qui a sostenere che la nostra società odia gli uomini, come dice Mauricius…
      O a giudicare le donne in base al fatto che ogni secolo ci sarà qualche decina di infanticide, come fai tu…

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Peucezio, è ovvio che la società è meno misandrica di te, che in oggi sei arrivato a definire la brutalità maschile come la regola, che ieri hai detto che la donna come archetipo è meglio dell’uomo, che alla fine hai detto che la violenza sessuale è solo quella dell’uomo contro la donna, ecc. Ma tu sei una vetta che solo le peggiori femministe riescono a raggiungere 😀

        • mirkhond scrive:

          🙂

        • Peucezio scrive:

          D’accordo, ma non mi hai risposto alle domande che ti ho posto (non polemicamente, ma proprio per capire la tua posizione).

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            La domanda sulle mancate denunce? Spero di non dover essere io a spiegarti perché la mancata denuncia non corrispone ad un mancato reato.

            • Peucezio scrive:

              Ma no…
              riporto qui:
              “Peraltro mi piacerebbe capire delle cose (se hai tempo e voglia):
              – non mi hai risposto alla domanda circa le cause della misandria e vabbè;
              – ma in ogni caso il colpevole sono gli uomini che si auto-odiano o le donne, che sono diventate arroganti? O un concorso delle due cose?
              – Pensi che la donna sia uguale all’uomo e che venga ingiustamente considerata migliore o che addirittura sia peggio?”

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              1) Non ne ho idea, probabilmente un ritardo culturale generale (quella stessa roba per cui le donne a capo delle cosche mafiose a lungo non erano bersagli delle faide)
              2) Peucezio, sei tu quello che vive alla ricerca di colpevoli e non riesce ad accettare la spontaneità dei fenomeni sociali. La cultura non ha colpevoli.
              3) Ho già scritto che qui chi ritiene un sesso superiore all’altro sei solo tu. La misoginia è solo uno stròmmén che mi appioppi da giorni.

            • Peucezio scrive:

              Non ho proprio capito.
              Il femminismo sarebbe il prodotto di un ritardo culturale?

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              Femminismo è una parola che vuol dire così tante cose che è vuota. Comunque in genere sì, il femminismo ragiona come se avesse davanti la società degli anni ’50.

            • Peucezio scrive:

              D’accordo.
              Ma quello degli anni ’50 perché c’era se già nell”800 la donna è privilegiata?

              Comunque “la cultura non ha colpevoli” non vuol dire nulla.
              E’ chiaro che non c’è uno che pianifica e fabbrica la cultura (forse in qualche caso sì, o ci prova, ma sono cose recenti) ed è chiaro che essa è il prodotto di interazioni complessissime, ma non è che l’uomo si può deresponsabilizzare della cultura come fosse un fenomeno geologico o astronomico, visto che ne è l’unico autore.
              Siamo responsabili di ciò che siamo e non possiamo scaricare tale responsabilità a niente di extra-umano.

            • Z. scrive:

              “Colpevole” e “responsabile” non sono sinonimi…

            • Peucezio scrive:

              Z.,
              “colpevole” vuol dire “responsabile di cose negative”.

            • Mauricius Tarvisii scrive:

              I colpevoli saranno gli ebbrei, come sempre…

            • Peucezio scrive:

              Questo è lapalissiano!

      • mirkhond scrive:

        Non mi riferivo solo agli infanticidi.

  63. Peucezio scrive:

    Vorrei capire però perché l’odium sui varrebbe solo per i maschietti.
    Mentre quando io, Moi o Habsburgicus facciamo notare il disprezzo degli italiani e di tutti i popoli occidentali nei confronti di sé stessi, la propria religione e la propria tradizione, siamo noi che siamo fissati.
    E il senso di inferiorità e di colpa perenne del gentile verso l’ebreo dove lo mettiamo?

    Il punto è, lasciatemelo dire, che il vostro revanchismo di genere ha molto di ridicolo e anche un po’ di patetico. L’idea stessa che ci sia una specie di guerra fra i sessi o, quantomeno, che ci sia una corsa al privilegio, tale per cui nella società d’oggi ci sarebbe un sesso molto fortemente discriminato e oppresso, fa sorridere.
    Io ho sempre critcato e trovato ridicolo il sessismo simbolico, come pezzo di un più generale apparato ideologico politicamente corretto, che sviluppa un linguaggio e delle simbologie ridicole, se non fossero pericolose, per il loro tono fanatico e intimidatorio e non andassero a danno della logica e della libertà di espressione.
    Ma non ho mai pensato che le cazzate linguistiche femministe della Boldrini, il ciarpame ideologico antirazzista o multireligioso (che vuol dire anti-religione-del-posto), le idiozie degli attivisti LGBT, fossero dei mezzi per le donne, gli immigrati, gli islamici o gli omosessuali per imporre dei propri privilegi.
    Semplicemente l’ideologia contemporanea è basata sulla sovversione dell’identità storica delle società, che prende questa o quella categoria come simboli; poi le categorie in qualche caso possono tentare di approfittarne, ma non sono loro l’agente dinamico di questo processo, non ne sono gli avantaggiati (perché è un meccanismo simbolico, non reale) e dunque non c’è motivo per nutrire ostilità nei loro confronti.
    Il nemico non è né la donna, né il negro, né l’omosessuale, né l’islamico. Il nemico è il nichilismo occidentale, il nemico è il maschio bianco eterosessuale progressista: gli altri vanno al traino.
    Pensare che dietro questa rivoluzione simbolica ci sia un vero rischio o addirittura una condizione fattuale di svantaggio dell’italiano bianco maschio cristiano è una ridicolaggine: l’occidentale bianco maschio cristiano è ancora la categoria umana più avvantaggiata del mondo. Il rischio semmai è di natura culturale, perché un simile soggetto, che continua a ingrassare nel suo benessere (finché ci sono ancora risorse, ma, come dice Miguel, abbiamo già fatto il giro di boa), ha smarrito tutto ciò che lo rendeva uomo civilizzato in quanto continuatore di una tradizione culturale, per diventare un consumista bestializzato e degradato, che ha perso le categorie non solo morali, ma logiche e cognitive.
    E questo è peggio che essere sottomessi a donne, negri, islamici e omosessuali. Ma non è certo colpa di donne, negri, islamici e omosessuali, che sono vittime esattamente quanto gli altri di questo stesso processo (anche se ne diventano simbolicamente delle bandiere).

    • PinoMamet scrive:

      Beh tocchi tanti punti.

      Sull’odio degli italiani verso sè stessi, sono d’accordo con te, mi vanto di essere stato forse uno dei primi a parlarne, perlomeno su questo blog.

      Perchè invece creda che l’ odium sui sia proprio degli uomini, e non delle donne, è semplice: non ho mai trovato una donna che dicesse “noi donne siamo più stupide dei maschi, più cattive, peggiori nei lavori ecc.”;
      al massimo al massimo ne ho sentita qualcuna dire “c’è poca solidarietà femminile, ci facciamo troppa concorrenza tra noi”.

      Che ricorda un po’ quella battuta di Woody Allen “lo psicologo mi ha detto di fare una lista dei miei difetti, ma non sono mai riuscito ad andare oltre il punto 1: a volte dimentico il cappello”.

      Invece se ne trovano a bizzeffe che dicono “gli uomini sono più stupidi, sono portati alla violenza, sono più codardi, hanno posizioni di potere solo perché ci hanno oppresse per secoli ecc. ecc.”
      e quasi altrettanti uomini che dicono esattamente le stesse cose.

      Che l’idea di una guerra tra i sessi sia ridicola, beh…
      ieri sera vado al cinema, e vedo il trailer di un film americano, titolo: La battaglia dei sessi. Storia (credo vero) della disfida tennistica tra un ex campione uomo e una campionessa donna (per inciso, l’uomo vinse due partite su tre, ma vabbè).
      Poi guardi i film italiani e vedi i titoli, Femmine contro Maschi, Maschi contro Femmine…
      insomma, forse sei l’unico che non si è accorto della “battaglia”.

      Che non si svolge certo in modo plateale, tantomeno con carriarmati e artiglieria, e sicuramente è un’espressione esagerata, però insomma dai tempi delle suffragette in poi non me la sentirei di dire che i rapporti tra i sessi siano limpidi, felici e senza increspature.

      Infine, non sono d’accordo né sul fatto che ci sia un “nemico”, nè che questo sia il nichilismo occidentale.

      E neanche sul fatto che il bianco maschio occidentale eterosessuale, per il fatto di avere la pancia piena (ma anche la donna bianca eterosessuale, e anche la donna nera occidentale omosessuale…) sia ancora la categoria più avvantaggiata del mondo, quando ha tutti i “cannoni mediatici” puntati contro.

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        “Che l’idea di una guerra tra i sessi sia ridicola, beh…
        ieri sera vado al cinema, e vedo il trailer di un film americano, titolo: La battaglia dei sessi. Storia (credo vero) della disfida tennistica tra un ex campione uomo e una campionessa donna (per inciso, l’uomo vinse due partite su tre, ma vabbè).
        Poi guardi i film italiani e vedi i titoli, Femmine contro Maschi, Maschi contro Femmine…
        insomma, forse sei l’unico che non si è accorto della “battaglia”.”

        Vabbè, ma sono cose per ridere. Come la partita degli scapoli contro gli ammogliati. Rivalità scherzosa, goliardica.
        Poi c’è qualche femminista esagitata alla Boldrini e qualche pazzo (detto affettuosamente) alla Mauricius che si sente odiato dal sesso femminile (e anche maschile: lui non ha specificato da che parte viene la misandria: dice che i fenomeni culturali non hanno colpevoli).

        “Che non si svolge certo in modo plateale, tantomeno con carriarmati e artiglieria, e sicuramente è un’espressione esagerata, però insomma dai tempi delle suffragette in poi non me la sentirei di dire che i rapporti tra i sessi siano limpidi, felici e senza increspature.””

        Qui però mi sembra si tratti di un’altra questione, che non c’entra col ruolo pubblico dei due sessi, ecc., ma con la complessità dei rapporti di coppia (o di ciò che vi prelude o, nei casi sfortunati, non vi prelude: il corteggiamento, gli approcci, ecc.).
        Oggi i rapporti fra le persone in genere sono molto inquinati e siccome quelli di coppia sono i più coinvolgenti, sia sul piano affettivo-emotivo che su quello pratico-conomico-giuridico, ne risentono molto di più e il conflitto è più evidente.
        Ma in ciò non c’entrano granché i sessi in sé. C’entra il fatto che una volta le persone fraternizzavano senza essere necessariamente compatibili: bastava che delle persone si trovassero insieme a condividere ostacoli e problemi pratici e si legavano a volte anche visceralmente. Oppure non si legavano affettivamente, ma la cosa era considerata normale: la gente era continuamente insieme ad altra gente, gomito a gomito.
        Oggi a malapena sopportiamo le persone con cui abbiamo una comunione spirituale profondissima e assoluta, quindi, se appena c’è un’incomprensione, sono cazzi!
        Di qui la conflittualità delle coppie e, prima ancora, la difficoltà nel crearle.
        Vale anche per gli altri rapporti, ma oggi gli altri rapporti si evitano sempre di più: le ultime generazioni, compresa la mia, vedono gli amici una volta al mese, con fratelli, sorelle, genitori i rapporti sono comunque relativamente radi (mentre prima era una convivenza e un contatto continuo anche con suoceri, cognati, cugini, procugini…): stando poco tempo insieme, solo quando si riesce a ritagliare una serata, per forza che si va d’accordo.
        Il problema del rapporto di coppia è che, appena le condizioni pratiche lo consentono, si è obbligati alla convivenza, non è che ci si può vedere una volta ogni due settimane di sera per una birretta o una cena. Quindi sono litigi, incomprensioni, rancori.

  64. Peucezio scrive:

    Comunque, Z., lasciamo dire una cosa,
    Mirkhond è uno che ha sofferto davvero, non solo per colpa delle donne, ma di tanti fattori; non so nulla della storia di Mauricius, ma il suo tono non mi ha dato mai l’impressione di uno in pace col mondo.
    Ma tu come vittima del gentil sesso non sei minimamente credibile!! 😛

    • Z. scrive:

      Macché vittima. Io col gentil sesso ho avuto una fortuna immeritata 🙂

      • Peucezio scrive:

        Hai incontrato una delle poche non odiatrici di uomini-arpie-schiaffeggiatrici-maschicide-infanticide. 🙂

        • Z. scrive:

          Scusa, ma chi è che dice tutte queste cose?

          • Peucezio scrive:

            Non lo so: io ho detto che riconosco che in certe cose oggi la società accorda dei privilegi maggiori alle donne (ma non in altre) e che nel discorso pubblico sono viste con un po’ più di favore (in quello privato sarebbe da vedere; se ci basassimo su questo blog…).
            Però ho detto che trovo surreale accusare la società attuale di odiare gli uomini (“misandria” è un termine che ha tirato fuori Mauricius, non io, e come sai ha questo preciso significato): come dire che siccome c’è una tutela dei minori a volte eccessiva, nella nostra società si odiano gli adulti.

            Poi ho accennato alla mia metafisica della dualità sessuale, ma quella è pura speculazione filosofica, legata a simboli e archetipi, che non c’entra con l’analisi sociale e non ho mai sostenuto che, in base a tale speculazione, gli uomini reali siano esseri malvagi e reprobi.

            Non ho ancora capito tu come diavolo la pensi, visto che non vuoi parlare di misandria, però continui a obiettare a me e non a Mauricius e a Mirkhond (che peraltro, se fosse un po’ meno prevenuto verso le donne, glie ne verrebbe solo bene).

  65. Moi scrive:

    @ PEUCEZIO

    Il discorso va per “intersezionalità” (cfr. Kimberlé Crenshaw)… se sei Maschio+Bianco+EteroSessuale (“OrtoSessuale”, direbbe la Prof.sa Silvana De Mari …) +Cristiano/Secolarizzato(culturalmente “proveniendo” da Cristianesimo) be’ … le hai tutte ! 😉 Meno ne hai, meglio è per te ! … Almeno in termini di “stigmi” sociali e culturali !

    • Peucezio scrive:

      Sì, che poi tutto ciò è stato deciso dai maschi+bianchi+eterosessuali+cristiani e gli altri lo hanno solo imparato e lo imitano scimmiescamente.
      Di certo i negri non avrebbero inventato da soli i diritti civili.

  66. Moi scrive:

    un grande classico nella rappresentatività delle “Minorities” è “Bianco Gay” Vs “Nero Etero” … Lesbica Nera fa 3 in 1 ! Nero Queer (cioè NON inseribile in Tradizionali Ruoli di Genere; v.di Paradosso Iraniano*) forse “pareggia” vs Lesbica Nera … anzi: pareggia ai rigori.

    *
    ——————-

    Un giovane maschio che voglia “diventare donna” e tirar su dei cinni 😉 è meno peggio Coranicamente di quello che deliberatamente vuole giocare all’ indeterminazione sessuale volontaria sui media ! … Perché Dio il primo ruolo lo prevede, il secondo no !

  67. Moi scrive:

    Cmq, Peucé … spesso il come imposti sostantivi o aggettivi compromette l’esito della “partita” …

    ad esempio: se metti gay come sostantivo e nero come aggettivo o nero come sostantivo e gay come aggettivo è già una scelta strategicamente (!) mediatica !

  68. Moi scrive:

    la misandria c’è indubbia,ente come “atteggiamento culturale”, come “paidèia” mediatica (in una società dove nessuno vuol essere “vecchio” …) e d’intrattenimento … su questo, non mi pare proprio che si possa ragionevolmente avere dei dubbi.

    • Peucezio scrive:

      Al massimo parlerei di “ginecofilia” 🙂

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        Chiamala come vuoi, ma ammetti anche tu che esiste. Poi tu la ritieni giustificato e la abbracci in toto.

        • Peucezio scrive:

          Non facciamo pasticci: una cosa è l’ideologia diffusa, un’altra le situazioni di fatto.
          1) L’ideologia diffusa non è misandrica ma senz’altro è filofemminile, praticamente senza eccezioni.
          2) Nelle situazioni di fatto esistono settori in cui è avvantaggiato il mascio, settori in cui è avvantaggiata la donna e settori in cui c’è sostanziale parità.
          Quanto a me:
          3) la questione dei vantaggi e degli svantaggi di fatto m’interessa poco; ritengo però che il principio progressivo sia espressione del plurimillenario predominio maschile, che tende al dinamismo e alla sovversione continua (la donna è tendenzialmente passiva e accetta l’esistente), quandi anche il femminismo ne è espressione: il femminismo è un prodotto dell’egemonia maschile, non per reazione, ma proprio per analogia.
          4) Sono critico in modo assoluto e senza sconti al politicamente corretto, che sia in senso femminista, antirazzista, omosessualista o quant’altro.

  69. Moi scrive:

    “Viviamo in una società nella quale le donne mi sembrano più funzionali e meglio adattate degli uomini: per una serie di ragioni, sia innate sia culturali.”

    [cit.]

    ZETA

    ————–

    … Ti spiacerebbe spiegarne il perché e il percome ?

    Ammetti che il”Chiagne e Fotti” del voler fare, a seconda della convenienza e della funzionalità pratica, le Amazzoni del III Millennio o le Dame dell’ Ottocento … è parte integrante del “Giuòco” 😉 ?

  70. Moi scrive:

    Non so in Peucetico 😉 , ma in Italiano se “maschi” / “maschietti” viene spasmodicamente ripetuto oralmente o per iscritto … si dice “misandrìa” .

    • Moi scrive:

      ripetuto a spregio … tipo “negro” o “negretto” che di per sé fino agli Anni Ottanta avevano valore CONTESTUALMENTE spregiativo (c’è un video del 1967 in cui Giorgio Napolitano _ … già Onorevole da oltre 20 anni, allora ! _ si complimenta per la Libertà dei “Negri” [sic] in Congo …)

      • Moi scrive:

        nei vecchi film, l’ AngloAmericano “Nigger” è tradotto con “Sporco Negro” … ma senza l’aggettivo “sporco”, non era percepito lo spregio.

        Invece, paradossalmente, “Maschio” e “Maschietto” NON abbisognano di ulteriori aggettivi spregiativi. O almeno, non più !

        • Z. scrive:

          In Diehard 2 il cartello “I hate niggers” che il protagonista è costretto a portare al collo era strato tradotto con “odio i negracci”.

  71. Moi scrive:

    Emma, la ragazza che fa sesso con un albero.
    ​”Si chiama Tim, lo amo e voglio sposarlo”

    http://www.leggo.it/news/esteri/emma_mccabe_sesso_albero_tim_migliore_abbia_mai_avuto-956613.html

  72. Moi scrive:

    … e lo stupra-automobili [come si fa a dire se l’ auto è consenziente ?!] 😉 sposò un “maggiolino”

    Man Who Has Had Sex With 999 Cars Will Marry VW Beetle

    http://jalopnik.com/man-who-has-had-sex-with-999-cars-will-marry-vw-beetle-1445719610

    • Moi scrive:

      Be’, d’altronde nessuno ci ha spiegato meglio del Liga che certe emozioni le dà solo la macchina, altro che robot antropomorfici androidi o ginoidi … va be’, la macchina non sarà stata gelosa della “un po’ mamma un po’ porca” [cit.] ?!

  73. Moi scrive:

    http://bgr.com/2016/06/29/man-marries-iphone-video/

    questo invece ha sposato il telefonino … ma mi sa che lo smollerà presto per uno più giovane ! 😉

    • Moi scrive:

      … va be’, niente di troppo grave: esiste sia il “modernariato telefonini” sia le MILF come tag da poter preferire 😉

  74. Moi scrive:

    @ ZETA

    ‘sa dit a discolpa dell’ Onorevole Cirinnà ?!

    https://www.vanityfair.it/news/politica/16/05/11/monica-cirinna-chi-biografia-ddl-unioni-civili

    Perché insistere sulle “razze” dei Figli Non-Umani [sic] ?!

    … Questo è Razzismooooo 😀 !!!

  75. mirkhond scrive:

    “Mirkhond (che peraltro, se fosse un po’ meno prevenuto verso le donne, glie ne verrebbe solo bene).”

    Purtroppo, anche volendo essere meno prevenuti come dici, ugualmente non combinerei niente.
    Quale donna accetterebbe la mia condizione di depresso?

    • Moi scrive:

      Come osserva PadreGiorgio Carbone, all’ inizio “matrimonio” era definizione autosufficiente, poi s’è dovuto aggiungere “uomo” e “donna”, poi si dovrà aggiungere “biologici” come aggettivi … confronta con il Misgendering delle Persone Transessuali !

  76. Moi scrive:

    Non ho trovato fonti dirette, perciò prendetelo con il beneficio del dubbio … cmq ha senso ed è coerente. Pare che Michela Marzano abbia risposto a Davide Picardo che il Matrimonio Islamico sarà ammissibile SE ammetterà anche la “Poliandrìa” per le Donne.

    Sì, lo so: in teoria non ha molto senso, visto che i cinni vengono scodellati fuori 😉 da un utero … ma NON vorrei che si desse un’ implicazione omoffobbba a ‘sta osservazione 🙂 !

  77. Moi scrive:

    Nel Mahabharata si dice che la Principessa Draupadi la praticasse. Poi va be’, in teoria è più corretto “poliginìa” per l’ Islàmme.

  78. PinoMamet scrive:

    Cose che non c’entrano assolutamente nulla.

    Circola su Facebook un articolo in cui si parla dei danni sociali ed ambientali di alcune coltivazioni, per suggerire che la scelta alimentare vegana non è più etica di altre.
    Benissimo.
    Gli risponde un altro signore dicendo che l’articolo non funziona come dovrebbe perchè i vegani non mangiano affatto, in maggioranza, quei vegetali, ma altri comunissimi.
    Benissimo di nuovo.

    Solo che il secondo signore (sono entrambi italiani) scrive: “no hard feelings”, “spoiler alert”, “dumb blonde”, “checkmate”, “bucket di pollo fritto”, e “hatchet job” oltre a chiamare ripetutamente i vegani “vegan”.
    Non cito abstract e fake news perché sono entrati nel linguaggio comune, e neppure “cherry picking” perché il concetto è difficile da rendere concisamente in italiano (ma si può dire tranquillamente “selezionare i dati a piacere”).

    Va bene tutto, eh, per carità, ma stiamo ancora a questo? a fare gli americani?

    • PinoMamet scrive:

      “Smettiamola di tacere”

      Un po’ come quelle trasmissioni post-attentati, dove invitano un religioso musulmano a dissociarsi da una cosa in cui non c’entra niente, e mentre comunque si dissocia lo fa gli dicono “ma perché voi musulmani non vi dissociate mai?”

    • Miguel Martinez scrive:

      Per MT

      “Solo la cultura, l’educazione possono correggere, provare a correggere.”

      Questa mi sembra in buona parte una sciocchezza.

      In buona parte, perché esiste certamente una base culturale storica alla possessività maschile.

      Poi ditemi se non avete conosciuto tante donne che agivano come il maschio incriminato:

      “Non hai mai alzato le mani su una donna, va bene. Non sei un violento. Ma quella volta che le hai urlato contro, più del normale? Stavamo litigando. Quando si litiga, si alza la voce. Sì, però forse hai esagerato. Sei stato violento con le parole. O hai preso a pugni il muro, la macchina, hai fatto volare un oggetto. […] E quella volta che la gelosia ti ha annebbiato, ti ha preso alla gola, ti ha dettato le frasi possessive e ricattatorie di un “aut aut”?”

      Qui se la prende con comportamenti, certamente sgradevoli, ma che sono del tutto trasversali ai sessi.

      L’autore qui introduce tematiche che non sa assolutamente portare oltre, che pure sarebbero interessanti: il dominio di sé (ma chi è il soggetto di tale dominio?), l’indifferenza alle passioni, il porre un distacco tra se stessi e il proprio corpo, sono tutte tematiche che i religiosi hanno sviluppato molto meglio di questo signore qui.

      Il problema è che almeno i religiosi non pensavano mai di far diventare universale l’ascetismo di pochi.

      • Miguel Martinez scrive:

        Favolosa poi la citazione (non so quanto corretta) di Chiara Saraceno, che in base a due notiziole comparse sulla stampa, si inventa un’intera tendenza storica in totale contraddizione con l’evidenza:

        ” Chiara Saraceno: ‘Il maschilismo ormai è sdoganato’
        Dagli ombrelli per coprire i politici al sindaco che definisce bambinata lo stupro di gruppo, il sessismo è diventato talmente diffuso da diventare normalità. «E la battaglia è sempre più difficile perché si nutre della presunzione che in fondo alle donne vada bene così». Parla la sociologa”

      • Mauricius Tarvisii scrive:

        “perché esiste certamente una base culturale storica alla possessività maschile”

        E’ l’amore come lo intendiamo ad essere possessivo.
        Che poi fondamentalmente è il motivo per cui non mi piace la traduzione di “charitas” con “amore” in un certo linguaggio ecclesiastico contemporaneo.

        • Peucezio scrive:

          E’ verissimo.
          Ma non ho capito se lo dici come difesa della possessività, come critica all’amore o se le due cose ti sono totalmente indifferenti.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            La possessività, come un po’ tutto, è a volte un bene e a volte un male. E, come tutto, spesso è un bene per qualcuno e un male per qualcun altro.

  79. Miguel Martinez scrive:

    E questa?

    Condannato a SCRIVERE LE PROPRIE EMOZIONI SU FACEBOOK.

    Meglio il carcere, direi.

    Anzi, che succede se gli si chiude l’account su Facebook in quanto appunto “negazionista”?

    http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/25/news/belgio_negazionista_condannato_lager_diario_campo_concentramento_nazista-176438973/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P1-S1.4-T1

    Belgio, politico negazionista condannato a visitare gli ex lager per cinque anni

    La sentenza di un tribunale di appello di Bruxelles nei confronti di Laurent Louis, ex deputato belga, che aveva minimizzato la Shoah. Oltre a doversi recare in campi di concentramento come Auschwitz e Dachau, dovrà postarne il resoconto su Facebook

    di ANTONELLO GUERRERA
    25 settembre 2017
    82
    Una visita obbligatoria negli ex lager nazista per cinque anni di fila, con tanto di resoconto scritto, da notificare sia alla Giustizia belga sia online sulla propria pagina Facebook. E’ la sentenza di un tribunale di appello di Bruxelles nei confronti di Laurent Louis, 37 anni, politico belga che nel 2015 era stato condannato per negazionismo. Louis, avvocato ed ex deputato al parlamento federale belga tra 2010 e 2014, aveva messo in dubbio su Facebook la strage di ebrei nelle camere a gas naziste, minimizzando la Shoah.

    Secondo questa rara sentenza di secondo grado per un caso di negazionismo o antisemitismo, Louis per cinque anni dovrà visitare ex campi di concentramento, tra cui Dachau, Auschwitz, Treblinka e Majdanek. Ufficiali giudiziari lo seguiranno passo passo. Poi, per ogni esperienza, dovrà scrivere un testo di almeno 50 righe sulle emozioni e le reazioni che la visita gli provocherà, postando tutto sui social network, oltre a inoltrarlo ai giudici.

    Politico bizzarro e sopra le righe, Louis ha sempre destato polemiche e scandalo per alcune sue dichiarazioni. Nel corso della sua carriera ha contestato diverse volte il genocidio degli ebrei, ha attaccato l’ebraismo, difeso pubblicamente Jean Marie Le Pen, il leader storico del Front National in Francia, dopo alcune sparate negazioniste, si è schierato dalla parte del comico francese Dieudonné (anche lui accusato di antisemitismo). Alcuni commentatori in Belgio lo hanno definito “buffone”, ma la sua presunta scarsa serietà non è bastata ad evitare la sentenza della giustizia belga.

    Louis si è detto “soddisfatto” del verdetto, che ha definito una “vittoria”, in quanto la sentenza di appello gli ha permesso di ottenere una sospensione della condanna a sei mesi in primo grado (con allegata multa di 18mila euro), e aggiungendo che non vede l’ora di andare nei lager: “Finalmente qualcuno riconosce il mio talento di scrittore. A parte gli scherzi, sarà un’esperienza formativa soprattutto da un punto di vista umano e un’occasione per denunciare i genocidi attuali”.

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