Jacky Boy e altre storie d’Occidente

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Vado a vedere su Twitter cosa scrive il mitico ISIS. Perché la cosa strana è che se il Mondo è in Guerra contro l’Isis, Twitter non lo è (Amazon invece mette oggi la bandiera francese come esca per i suoi consumatori, almeno quelli non corsi e non bretoni).

Partendo da Barayev 74 (che ci mette pure la propria foto), vado su Leyoth (“La rete islamica dei leoni”), dove resto subito colpito dalla grafica: l’Isis, ancora più di al-Qaeda, ha saputo unire autentica professionalità informatica con una grafica particolarissima, che combina il mondo del fantasy e dei supereroi con un tocco da orientalismo ottocentesco.

Su Leyoth, trovo  la foto di “uno dei combattenti” morti a Parigi, con un volto che sembra insieme gentile e intelligente:

CTxaoolU8AAc1TONon c’è il nome, e quindi non mi è chiaro se si tratta o no di Ismaël Mostefaï, che Le Monde descrive esattamente come me lo sarei immaginato:

Nato il 21 novembre 1985 in una banlieue di Parigi, questo giovane padre di famiglia dalle radici algerine aveva due fratelli e due sorelle, secondo il Journal du Centre. Uno dei suoi fratelli aveva un bar con narghilè nella città bassa di Chartres.

Mostefaï era ben noto ai servizi di polizia: condannato 8 volte per reati comuni tra il 2004 e il 2010 (“guida senza patente, oltraggio, sospetti non confermati di essere legato al traffico locale di stupefacenti”, secondo la polizia) era comunque sfuggito al carcere.”

Da lì si sa che si è “radicalizzato”. Senza alcun lavoro noto, pare che vivesse in un alloggio sociale.

Ancora più interessante però è questa foto. Sopra, in arabo, leggiamo, “Uno dei cavalieri dello Stato del Califfato, prima di partire per la spedizione di Parigi”.

Sotto, Jacky_boy (sic!) si prende 16 “J’aime” sulla rete di autoschedatura di Zuckerberg annunciando semplicemente, “quando vedrete questa foto su BFM [principale  canale TV di notizie in Francia], sarà troppo tardi”.

654521696Jacky_Boy pare che sia un giovanotto qualunque delle periferie (in questo caso Villeneuve de Grenoble) che ha avuto la brillante idea di scherzare presentandosi come bombarolo suicida alle ore 15.07 dello stesso giorno in cui, qualche ora dopo, sarebbe scoppiato il finimondo. Il malcapitato è attualmente in stato di fermo con l’accusa di “apologia di terrorismo”.

Poi l’Isis ci è cascato in pieno, cosa che fa dubitare dell’autenticità anche della prima foto; ma aiuta anche a capire la particolarissima e surreale natura del mondo in cui viviamo.

Ovunque, si sente parlare di “guerra“, cosa che presuppone un nemico che sta in un certo posto e che si possa sconfiggere. Sconfiggere dovrebbe significare, prendo la tua fortezza e minaccio di ucciderti se non ti arrendi.

Ora, Ismaël Mostefaï è figlio di persone che hanno contribuito a costruire la Francia; e lui stesso è visibilmente e totalmente immerso nel nostro mondo. L’unico modo per bombardarlo, come invocano in tanti, consisterebbe nel radere al suolo le nostre stesse città.

Minacce, “severità”, essere “impitoyable” come tuona il presidente Hollande…

Di tutto ciò, Mostefaï se ne frega, essendo già morto. Al massimo, potranno togliergli il Profilo.

Ma come saggiamente commenta Io Non Sto con Oriana, sulla tomba che non avrà,  scriveremo le parole di Mathieu Kassovitz nel film La haine:

“C’est l’histoire d’une société qui tombe et qui au fur et à mesure de sa chute se répète sans cesse pour se rassurer : jusqu’ici tout va bien, jusqu’ici tout va bien, jusqu’ici tout va bien…

Mais l’important n’est pas la chute.
C’est l’atterrissage
.”

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149 risposte a Jacky Boy e altre storie d’Occidente

  1. mirkhond scrive:

    “Ora, Jacky_boy è figlio di persone che hanno contribuito a costruire la Francia; e lui stesso è visibilmente e totalmente immerso nel nostro mondo. L’unico modo per bombardarlo, come invocano in tanti, consisterebbe nel radere al suolo le nostre stesse città.”

    Mi chiedo che idee ha in proposito la coppia più bella d’Europa Salvini-Le Pen, riguardo agli occidentali divenuti musulmani…..

  2. Grog scrive:

    Brilla l’intelligence francese, viene l’atroce sospetto che o lo sapessero prima ed abbiano lasciato fare oppure siano dei totali deficienti, a meno che … la direzione non sia de ISPETTORE CLOUSOT o addirittura della mitica PANTERA ROSA.
    Possibili anche soluzioni intermedie con parte dei servizi deviati e parte dei servizi deficienti, da escludere solo una cosa, la loro intelligenza.
    D’altra parte l’imbecillità collettiva francofona è MITICA, almeno a partire dal 1870 con quel cretinetti di Napoleone III che pensò bene di stuzzicare i crucchi e prendendo di conseguenza una montagna di legnate sul groppone, e cosa ancora più grave FAVORENDOI LA PRESA DI ROMA con conseguente disastro che si trascina nei secoli per la povera ITAGLIA CHE SEMPRE RAGLIA da Pio IX per arrivare al PAPA TANGHERO.
    Restituire il Papa ad Avignone così sono cazzi loro!
    Grog! Grog! Grog!

  3. Z. scrive:

    È quel che scrivono tutti, ma proprio tutti, dai disordini del 2005. Citare La Haine è sempre di moda, e poi è uno dei miei film preferiti. Però credo che l’importante sia proprio la caduta.

    • roberto scrive:

      per distinguervi, 😉

      se lo trovate da qualche parte consiglio
      briz
      http://www.imdb.com/title/tt0991005/

      che in più rispetto a la haine (comunque superiore) ha la storia di un fratello e di una sorella che prendono strade radicalmente diverse, come sembra essere il caso di uno degli attentatori riconosciuti

    • Miguel Martinez scrive:

      “Citare La Haine è sempre di moda, e poi è uno dei miei film preferiti.”

      Non avendo studiato architettura, è stata per me una fondamentale lezione di urbanistica.

  4. Lanzo scrive:

    @ Grog, non prendertela ma si scrive CLOSEAU, ma non e’ questo il punto, si sarebbero dovuti dimettere in tanti all’epoca – storie che non si reggevano in piedi, gente che filmava dal tetto chi ? come gli israeliani danzanti a NY arrestati perche’ sembravano arabi, nel furgoncino tracce di esplosivo, poi rilasciati e scomparsi, carte di identita’ abbandonate, attentatori tutti morti – superati tutti i blocchi stradali erano asserragliati in uno stabile della provincia profonda, e cazzo ! circondali e aspetta – non avevano ostaggi, prima o poi per fame dovevano uscire, gas, sparargli alle gambe o ai piedi, con un mitra i piedi li prendi anche se sei una sega. Magari sarebbero morti lo stesso, una pallottala che ti recide l’arteria femorale ti ammazza,
    E l’ispettore di polizia suicidato ? Normale no ?

  5. Lanzo scrive:

    Facciamola breve, probabilmente i morti francesi sono piu’ importanti dei morti russi. per i russi non ci sono stati lacrimoni, vacue minacce del fedifrago Hollande, concerti con “Imagine” di Lennon, per fortuna che non si e’ presentato Elton John con la quarta versione di a candle in the wind, magari cambiata come candles in the wind.
    – i 5 * vogliono la cittadinanza jus soli, gli attentatori sono francesi o belgi, figli di immigrati algerini, tunisini – I francesi pensavano che si sarebbero integrati perfettamente, come no.
    – “Gli arabi VERI, che conoscono i loro polli” Negli Emirati ed in Arabia Saudita, la manodopera – solo musulmana – e’ importata principalmente da India, Pakistan, Bangladesh, 3 anni e poi te ne rirotni a casuccia se sopravvivi, niente ricongiungimenti familiari, se commetti un crimine si va dalle frustate, al taglio della mano alla decapitazione, non come da noi che l’aggredito viene citato per danni se osa difendersi.
    – Ipotesi fantasiosa: Un attentato del genere a Tel Aviv – gia’ non avrebbe fatto tutte quelle vittime, un sacco di israeliani girano con la Glock o Beretta e avrebbero potuto far secchi i vari coglioni con il mitra – 4 con il mitra e 50 con una glock con munizioni che trapassano anche il giubbotto anti proiettile.
    – Ma non e’ questo il punto, il punto e’ “L’elefante nella stanza” anche mio cuggino ad Ascoli Piceno a differenza di Holandem sospetta che dietro ISL ci siano A.S. ed Emirati in particolare Qatar.
    Dicevo, fosse successo a Tel Aviv, la settimana prossima ci sarebbero un paio di aerei della Emirates o della Qatar Airways misteriosamente esplosi in volo e magari come ciliegina una bomba “daisy cutter” che gli israeliani usano frequentemente, in un centro commerciale a Dubai.

    • roberto scrive:

      “probabilmente i morti francesi sono piu’ importanti dei morti russi”

      parlo per me,
      non è che sono più importanti, sono semplicemente più vicini.
      un po’ come quando leggi sul giornale che un tizio si è suicidato e pensi “poveraccio”, mentre se si è buttato dalla finestra il tuo vicino di casa, schiantandosi nel tuo garage, ci rimani male, anche se con quel vicino ti limitavi a buongiornobuonasera

      • mirkhond scrive:

        E’ sempre così per chiunque.
        Ciò che sentiamo più vicino ci colpisce di più rispetto a ciò che ci è lontano.
        Senza considerare il ruolo dei massmedia che ti sbattono il fatto in tempo reale.
        Un tempo una notizia del genere avrebbe impiegato più tempo a raggiungerci, e le cose più sono lente più diventano sopportabili da accettare……

      • Lanzo scrive:

        Piu’ vicini geograficamente, per la maggioranza dei francesi gli italiani sono macaroni’ e ancora non si dimenticano certe cosucce.

      • Peucezio scrive:

        Più vicini in senso fisico, intendi?
        E allora perché per anni ci hanno abbottato i coglioni con le Torri Gemelle, con un oceano di mezzo?
        Con tutta la solidarietà umana per le vittime, qua c’è qualcuno che vuole imporci che cosa sia vicino e che cosa lontano.
        E sarebbe ora che lo prendessimo a calci in culo.

        • Francesco scrive:

          dai Peucezio, gli americani sono nostri vicini di televisione, li abbiamo in sala e in cucina e in camera a tutte le ore

          i tunisini – ma anche gli sloveni – sono alieni, al confronto

          ciao

        • roberto scrive:

          più vicini in tutti i sensi peucezio!

          so che in questo blog ci sono molte persone che si sentono più vicini sukhumi che a new york, ma credo che non sia indicativo, e, come dice francesco, gli americani sono “vicini”

    • Miguel Martinez scrive:

      Tocchi parecchi argomenti interessanti.

      Partiamo dalla condivisione completa delle riflessioni sulla vacua retorica sentimentale.

      Alle vittime russe ignorate, aggiungerei quelle libanesi di Beirut alcuni giorni fa.

      Sulla questione di “integrazione”, le strutture statali arabe sono molto diverse. Esiste un clan di potenti armati, che hanno in mano anche l’economia, e che non sono minimamente interessati a “integrare” nessuno, a partire – in genere – dai propri cittadini.

      Il sistema italiano, almeno da Giolitti, cerca invece di cooptare tutti, di smussare i conflitti facendo balenare a tutti la possibilità di vincere alla lotteria. E questo si inserisce molto bene in un sistema capitalista che ha avuto, almeno finora, bisogno di un grandissimo numero di tecnici e di piccoli imprenditori, oltre a tanta manodopera. E questa ricerca di consenso e di integrazione è tipico sia del sistema pubblicitario/commerciale, sia di quello dei partiti.

      Negli emirati/Arabia Saudita, la manodopera non è affatto solo musulmana; e il trattamento dipende molto dal ruolo. Un ingegnere egiziano cristiano in Arabia Saudita guadagna un sacco di soldi e viene rispettato, ovviamente a patto che non pensi di starci a vita.

      Dietro l’ISIS non ci sono AS/Emirati/Qatar (tra l’altro in feroce conflitto tra di loro) – finanziano bande di altro tipo, non molto più simpatiche dell’ISIS ma attente a non litigare con l’Occidente. Poi non escludo affatto che ci siano singoli simpatizzanti sauditi che mandino soldi all’ISIS – il paese è estremamente opaco e anche con molti poteri concorrenti.

      Casomai è la Turchia che ha chiuso due occhi e un naso sull’ISIS e sull’esportazione del petrolio, anche perché utilissimo a far fuori i curdi.

      Per quanto riguarda i tanto decantati sistemi israeliani, hanno mai funzionato? In parte sì, nel senso che gli israeliani vincono sempre; ma generazione dopo generazione, l’idra rimette fuori nuove teste. Sono passati ottant’anni dalla prima rivolta palestinese, e non si vede proprio la fine.

      • PinoMamet scrive:

        Gli israeliani sono bravissimi a darla a bere. “Siamo bravissimi a fare questo, siamo bravissimi a fare quello…”
        La danno a bere, per primi, a sé stessi; sicché, a forza di credere di essere i migliori a fare le cose, le cose le fanno per davvero.
        Mentre gli italiani sono bravissimi a darsi a bere di essere i peggiori; e ci credono così tanto, che si sono ridotti a non fare quasi niente.

        Poi, alla prova dei fatti, il tasso di pasticcioni-intrallazzoni-operazioni alla cazzo di cane-figuracce-successi inaspettati… insomma, il tasso di coglioneria, credo sia una costante universale.

        Il resto è pubblicità…

      • Lanzo scrive:

        Scusa, ma un ingegnere non e’ “manodopera”.
        Tutti i grattacieli e super alberghi di Dubai e Abu Dhabi mica li hanno progettati ingegneri arabi. Li ho visti i poveri bengalesi a lavorare sotto un sole che avrebbe stroncato un elefante, alla costruzione dei grandi alberghi o dei grandi palazzi.
        Levagli il know how occidentale e ritornano a pascolare capre o pescare nel giro di pochi anni. I.M.O.

        • PinoMamet scrive:

          Questo lo diceva anche un mio conoscente iracheno.
          “C’hanno i soldi, ma pastori erano e pastori restano…”

          io non ne so nulla, ma mi pare che il mondo arabo sia in realtà divisissimo.

      • Lanzo scrive:

        Miguel: Solo per la precisione, sono vissuto 5 anni in Bangladesh e 2 a Dubai quindi non e’ che mi baso su mio cuggino o Repubblica- il mio proprietario di casa a Dhaka era stra milardario pur essendo analfabeta – possedeva non solo l’appartamento ma tutto il palazzo con i due piani (primo e secondo) dotati di piscina ad esclusivo uso suo.
        Che faceva ? Forniva manodopera agli Emirati, cioe’ prendeva soldi dai poveracci bengalesi che per essere messi in lista lo pagavano e prendeva soldi dagli imprenditori arabi – un tanto a schiavo consegnato – tutti contenti, perfetta situazione win win.
        Meglio che lavorare a Chittagong, dove demoliscono le navi, lavoro estremamente pericoloso, senza sicurezza, serbatoi che ti scoppiano in faccia, muore uno, hai 100 bengalesi pronti a prendere il posto. Alla famiglia se gli va bene, gli danno 50 euro e chi si e’ visto si e’ visto. Avanti un altro.

        • Miguel Martinez scrive:

          “Solo per la precisione, sono vissuto 5 anni in Bangladesh e 2 a Dubai quindi non e’ che mi baso su mio cuggino o Repubblica-”

          Ti ringrazio della precisazione, anzi ho tutto da imparare, e mi scuso se ti ho risposto in maniera magari un po’ frettolosa.

          Io i paesi della penisola arabica li conosco solo per sentito parlare da egiziani, palestinesi e libanesi (musulmani e cristiani) che ne parlano in linea di massima male, ma talvolta anche molto bene.

      • Peucezio scrive:

        Miguel:
        “Dietro l’ISIS non ci sono AS/Emirati/Qatar (tra l’altro in feroce conflitto tra di loro) – finanziano bande di altro tipo, non molto più simpatiche dell’ISIS ma attente a non litigare con l’Occidente. ”

        Perché, l’ISIS starebbe litigando con l’Occidente?

        • Miguel Martinez scrive:

          “Perché, l’ISIS starebbe litigando con l’Occidente?”

          No, infatti. Però non cerca di tenerselo buono, come fanno invece altri gruppi jihadisti in Siria che fanno pubbliche relazioni verso gli Stati Uniti (a partire da quelli che fanno riferimento ad al-Qaeda).

          • Val scrive:

            Me lo spiegate meglio, questo? So che sarà già venuto fuori e discusso mille volte, ma al di là della simbologia da videogioco e della strategia comunicativa che farebbe invidia alla CNN, mi sfugge il come e il perché l’ISIS non starebbe litigando con l’Occidente. Nel senso che gli attentati hanno solo una valenza interna?

            • Miguel Martinez scrive:

              “mi sfugge il come e il perché l’ISIS non starebbe litigando con l’Occidente.”

              L’Isis non nasce per combattere alcun paese occidentale. Nasce per combattere contro gli sciiti dell’Iraq, i baathisti siriani e i nazionalisti kurdi. In questo contesto, l’unico elemento “occidentale” consiste nel marxismo di alcune frazioni kurde.

              Il primo problema è quello di realizzare “l’autentico islam”, che da quelle parti non è certo minacciato da idee occidentali, ma dal legame tra governo e “clero”, dal culto dei santi, dalle deviazioni millenarie nelle pratiche, dall’esistenza di antiche minoranze religiose che non hanno nulla a che fare con “l’Occidente”, nemmeno i cristiani.

              Da universalisti esasperati, l’Isis sta molto attento a non confondersi mai, poi, con terzomondismi, arabismo, antimperialismo, idee di redenzione dei “poveri del mondo” contro gli “oppressori occidentali”: quando parlano male dell’Occidente, parlano solo male di “Roma” e dei “Crociati”, cioè di entità mitiche religiose e non certo della democrazia liberale occidentale.

              Ma i cristiani hanno comunque un posto, magari subordinato, nel loro schema delle cose, per cui vengono in teoria tollerati.

              Ciò che è intollerabile è l’apostasia, cioè il passaggio da parte di monoteisti al politeismo; e ritengono che tutti gli sciiti siano deliberatamente colpevoli di apostasia e come tali vadano sterminati.

              Per motivi analoghi, l’Isis non ha particolari problemi con Israele. Chiaro, gli ebrei non hanno la vera religione e si devono sottomettere nel futuro apocalittico, ma il fatto che Israele occupi “terra araba” è irrilevante. E comunque Israele non ha fatto nulla contro l’Isis, e non sono traditori e nemici come quelli di Hamas.

              • Miguel Martinez scrive:

                Sempre su Isis e Occidente.

                Io credo che ci sia un forte rancore se vogliamo “antioccidentale” nei singoli attentatori, che li motiva, ma che non possono confessare nemmeno a se stessi, perché va contro gli stessi ideali universali per cui danno la vita.

                Che non è odio contro “un’altra parte del mondo”, ma un fenomeno vecchio come il cucco. I ricchi sanno fregare gli altri, ma i poveri, come danno i cazzotti, non li dà nessuno.

                E per questo, in tutte le bainlieues del mondo, uno dei massimi divertimenti consiste nel riempire di pugni il primo ragazzino ben vestito che fa l’errore di passare da quelle parti. Ancora meglio, quando si riesce a riconoscere il ragazzino anche dai tratti somatici, oltre che dai vestiti appena stirati.

                In questo, i neri americani sono campioni, i latinos non scherzano, e ci si divertono anche i banlieusards, perché no?

                Tutto questo va contro ogni principio islamico, ma credo che sia un fondo inconfessabile.

              • Miguel Martinez scrive:

                http://www.jihadica.com/isis-and-israel/

                “ISIS and Israel
                Posted: 6th November 2015 by Will McCants in Islamic State of Iraq, Israel

                On October 23, 2015, ISIS released its first video in Hebrew addressing “the Jews occupying Muslim lands.” “Not one Jew will remain in Jerusalem,” a masked ISIS member warns. “Do what you want in the meantime, but then we will make you pay ten times over.” This video is the latest in a string of statements made by ISIS threatening to invade Israel and slaughter its citizens.

                Does ISIS’s rhetoric match its strategic reality? Does it really have its sights set on Israel?

                To be sure, Israel has seen an uptick in ISIS activity along its southern border in recent months. In July 2015 ISIS’s Egyptian affiliate “Wilayat Sinai” claimed responsibility for three rockets that exploded in southern Israel. The Gaza-based jihadist organization Sheikh Omar Hadid Brigade, which might have ties to ISIS, launched a rocket attack on the Israeli port city of Ashdod in May 2015.

                ISIS itself makes the occasional threat. In February 2008, for example, Abu Omar al-Baghdadi, then leader of the al-Qaeda affiliated Islamic State of Iraq (ISI), announced his intention to oversee “the liberation of Al-Aqsa,” stating, “…we ask God and hope that the [Islamic State of Iraq] will be the cornerstone for the return of Jerusalem.” In widely circulated videos released in June 2014, an ISIS member states that Anbar is “only a stone’s throw away from Al-Aqsa Mosque.” In another video message released in July 2015, ISIS members threaten to “uproot the state of Jews,” which will be “run over by our [ISIS] creeping crowds.” More recently, ISIS released a series of videos encouraging Palestinians to engage in lone wolf attacks against Jews. “Bring back horror to the Jews with explosions, burnings, and stabbings,” says one ISIS militant in a propaganda video, circulated with the hashtag “#The_slaughter_of_ Jews.”

                Despite its threats, ISIS tanks won’t be rolling into the Holy Land anytime soon. Overthrowing the Israeli government is not a pressing priority for the ISIS high command. It’s more interested in taking over Sunni lands where state authority has broken down. Dabiq, ISIS’s English-language magazine, summarizes its strategy: weaken Muslim governments through terrorism, thereby creating security vacuums (literally, “chaos” or tawahhush). ISIS fighters will move in and establish new state-like structures (idarat). So far, ISIS has stuck to this plan; its fighters are most active and successful in areas where there is a security void. Israel, which has one of the mightiest militaries in the Middle East, is the opposite of a security void.

                Theologically, the defeat of Israel is also a low priority. Unusual for a Sunni group, ISIS is motivated by Islamic prophecies of the End Times—or at least pays a lot of lip service to them. Those prophecies envisage the conquest of Jerusalem and a war with the Jews as the final act in the End Times drama. ISIS is still in the first act, the reestablishment of the caliphate. It still has to spread the caliphate throughout the world and defeat the Christian infidels.

                So despite its combative messaging, ISIS’s threats to storm Israel are empty, meant to recruit Muslims angry about the occupation rather than signal an invasion. ISIS is focused on consolidating its state and expanding it into Sunni Muslim lands; its gaze will remained fixed on Jerusalem but it won’t try to plant its flag there anytime soon.”

        • Francesco scrive:

          beh, è difficile credere che si reggano senza un aiuto consistente e non parlo dei 4 soldi del petrolio contrabbandato

          chi conosci che ha mai messo su una cosa del genere “nel salotto di casa”?

          ciao

      • Val scrive:

        Un paio di considerazioni al volo, quindi giocoforza più confuse e superficiali del solito: non so se sia vero che la ricerca di consenso e di integrazione, tipica sia del sistema pubblicitario/commerciale, sia di quello dei partiti, costituisca la chiave per leggere l’atteggiamento dell’Occidente nei confronti degli immigrati. Senza dubbio ne costituisce la forma. Quello che conta è sicuramente la struttura produttiva (stavo per dire dei rapporti di produzione, ma non sia mai che scateni una discussione che non sono in grado di sostenere… 😉 ) e, più ancora della questione-lotteria, conta l’inverno demografico europeo. Come sempre, poi, la realtà è contraddittoria: da un lato la necessità di una nuova generazione di gastarbeiter impone alla Merkel l’atteggiamento accogliente e umanitario verso gli immigrati (supportato dai giornali populisti tipo Bild, che rimbalzano al grande pubblico lo slogan “wir helfen”), dall’altro forza ad un più forte controllo delle spinte migratorie fin dall’origine, motivo per cui io credo che nei prossimi anni l’Europa continuerà a ingerire militarmente nelle aree di confine dell’impero, con quali risultati non so immaginare.

        D’altro canto, se invece l’immaginario conta quanto la struttura economica, allora bisogna portare il ragionamento alle estreme conseguenze e quello che Peucezio dice degli israeliani deve valere anche per il cosiddetto Occidente. Ossia: l’adozione di una retorica ti impone in qualche modo di rispettarla nei fatti. In qualche modo, ovvio, non in toto. Però, l’ho già detto in altre occasioni, se proclami come tuoi valori l’uguaglianza di razza e di genere, la democrazia, la libertà di espressione eccetera, sei in qualche modo vincolato a questi valori. Peraltro, è curioso come su questo blog a proposito dell’integrazione convergano paradossalmente coloro che hanno in antipatia questo Occidente per il suo rapporto violento/imperialista/totalitario verso il resto del mondo e quelli che l’hanno in antipatia per essere troppo integrante e accogliente (semplifico fino a banalizzare ma ci capiamo – del resto il punto è sempre lo stesso: c’è forse un altro Occidente oltre a questo?).

        • Miguel Martinez scrive:

          ” Peraltro, è curioso come su questo blog a proposito dell’integrazione convergano paradossalmente coloro che hanno in antipatia questo Occidente per il suo rapporto violento/imperialista/totalitario verso il resto del mondo e quelli che l’hanno in antipatia per essere troppo integrante e accogliente”

          E’ una constatazione interessante, di cui ti ringrazio.

          La mia micro-esperienza oltrarnina mi insegna che le astrazioni non hanno molto senso. Non ha senso “accoglienza” senza umani che accolgano, né “integrazione” senza un luogo in cui condividere una vita. E a lungo andare non è sostenibile un rapporto caritatevole, in cui alcuni danno e altri ricevono, eccetti ovviamente drammi individuali.

          Questo, più che “le culture”, costituisce il confine entro cui possiamo parlare di queste cose. E presuppone un rapporto umano diretto e non solo astratto con le istituzioni; presuppone la certezza di luoghi, un territorio vivibile e non solo una “nazione” in cui inserirsi. E presuppone che ci sia qualche scambio, qualche utilità concreta per entrambi nello stabilire un rapporto. Questo peraltro è il vero problema dei campi Rom, dove il rapporto, anche nei migliori dei casi, è a senso unico.

          • Val scrive:

            I Rom restano per me un enigma irriducibile ad ogni tentativo di razionalizzazione, in parte per la loro intrinseca irriducibilità alle nostre logiche, ma soprattutto per mia ignoranza, ragion per cui faccio riferimento al tuo discorso generale.

            Direi che le astrazioni sono uno strumento necessario per ragionare, quindi la questione è contestualizzarle e definire i termini del discorso. Quello che dici è del tutto condivisibile, ma non mi è chiarissimo a che proposito tu lo precisi. Mi pare abbastanza ovvio, per restare al caso della Germania (che in questo senso è un compendio dell’Europa) che milioni di turchi ieri e di italiani l’altro ieri siano stati ragionevolmente “accolti” all’interno di un sistema di relazioni umane. Inizialmente forse di solo sfruttamento economico, ma poi, grazie anche a un sistema di valori fatto proprio dalle istituzioni (leggi: a un contesto che nonostante tutto ha permesso anche agli “accolti” o ai “tollerati” un buon margine di libertà/sicurezza/indipendenza), relazioni di commercio, lavoro, amicizia, affetto, parentela., insomma tutto quello che fa la vita normale di chiunque in un qualsiasi luogo. Non sarò certo io a dire che il capitalismo è il framework ideale per il fiorire di queste relazioni, ma forse lo stato sociale europeo, con tutti i suoi difetti, non è nemmeno il peggiore dei contesti, non solo per trovare uno straccio di lavoro, ma anche per vivere esperienze “oltrarnine”.

            • Miguel Martinez scrive:

              “I Rom restano per me un enigma irriducibile ad ogni tentativo di razionalizzazione”

              Infatti, basta non razionalizzare, che è un inutile sforzo in più. La nuda vita è una faccenda semplicissima, se la si vive. Siamo noi che siamo strani, mica i Rom.

    • Miguel Martinez scrive:

      Passiamo alla jus soli e al fatto (che sottolineo anch’io) che gli attentatori sono “francesi o belgi, figli di immigrati algerini, tunisini”.

      Il problema – se è tale – non è che abbiano la cittadinanza, ma il fatto che siano lì. E sono lì perché la Francia nel 1830 ha avuto la sciagurata idea di rubarsi l’Algeria; perché non l’ha mollata per 130 anni (guardandosi bene dal concedere la cittadinanza); perché ha usato i senegalesi come carne da cannone per decenni (chi non ricorda Senghor prigioniero dei tedeschi, che discuteva di Goethe con chi lo aveva catturato?), massacrandoli dopo quando chiedevano paga uguale. Perché è dalla prima guerra mondiale, e non solo da tempi recenti, che la Francia ha costruito la propria ricchezza – quella che le permette di guardare il resto del mondo con la puzza sotto il naso – spolpando generazioni di maghrebini e africani, spediti a vivere in orrende bainlieues.

      Poi uno dovrebbe pure negare loro la cittadinanza…

      Il problema casomai è la maniera particolarmente aggressiva e ideologica con cui la Francia ha imposto quella che chiama integrazione, cioè la fantasia del Cittadino Tutto Nudo di fronte allo Stato Astratto, il soggetto puro della modernità. Dove i poliziotti sono incaricati di impedire alle ragazzine di entrare a scuola se portano in testa un foulard e dove si disdice la cena con il presidente dell’Iran perché in Francia si mette il vino a tavola.

      L’odio profondo per la Francia tra tanti musulmani (mica solo dell’Isis) nasce da questo.

      • Lanzo scrive:

        Lo hanno fatto perche’ potevano farlo (sfruttare colonie ed immigrati) non ergiamoci a “puri” noi italici, se ne avessimo avuto la possibilita’ reale e materiale avremmo fatto lo stesso, non dico peggio ma lo stesso sicuramente, ci abbiamo provato ma da coglioni non avevamo (avevano) neanche intuito che la Libia giaceva su un mare di petrolio, I gas di Graziani alcuni miei amici criptofascisti – gente per bene, corretta – ancora definiscono “il leone di Neghelli”.
        Solo la Francia NON si e’ alleata alla Germania, ed ha potuto continuare a farsi i cazzi propri, noi con una dirigenza che mai aveva viaggiato, Mussolini mai era stato negli USA che negli anni 30 era un gigante industriale da mangiarsi l’europa in un boccone, l’elenco del telefono di Roma o Milano negli anni 30/40 messi insieme non erano piu’ grossi dell’elenco di Kalamazoo (mitica localita’ non esistente, come Canicatti’ – che non esiste) pensava – si dice – che gli USA non sarebbero mai entrati in guerra perche’ c’erano tanti italo americani in america!
        Si e’ visto !
        Capra, Capra ignorante direbbe Sgarbi, ho sotto le mani, lo sto leggendo al cesso, un pregevole libro – di certo non reperibile in Italia -THE WAY WE LIVED – Essays and Documents in American Social History – dove ci sono le lettere del mennonita reclutato nell’esercito, lettere di Americani figli di immigrati tedeschi che ribadivano la loro fedelta’ agli USA.

        • Miguel Martinez scrive:

          “Lo hanno fatto perche’ potevano farlo (sfruttare colonie ed immigrati)”

          Certo, e ovviamente lo stesso vale per gli ottomani in Algeria, o per i pirati algerini.

          Non faccio nessuna graduatoria salva-vittime; quello che intendo dire è che i francesi non possono fare finta di essere stati invasi da extraterrestri, senza motivo. Loro, o i loro nonni, o almeno le persone per cui i loro nonni hanno votato, hanno voluto l’immigrazione. E peggio per loro, se si illudevano che tutti gli immigrati e i loro figli e i loro nipoti sarebbero stati miti, obbedienti e “laici”.

      • habsburgicus scrive:

        perché non l’ha mollata per 130 anni (guardandosi bene dal concedere la cittadinanza);

        quanto dici è difficilmente contestabile..permettimi solo di rilevare una piccola imprecisione, o così parrebbe
        ciò è vero sino al 1943 (come minimo)
        a metà dicembre 1943 i gollisti del CFLN di Algeri (dove de Gaulle aveva appena fatto fuori il fesso Giraud, poco più di un mese prima) promisero che in futuro la cittadinanza sarebbe stata anche ai musulmani, SENZA obbligo di rinunciare alle leggi del Corano (come avveniva sino ad allora il che rendeva una “rarissima avis” l’algerino musulmano che fosse “citoyen”…fra l’altro ciò dimostra che ciò cui alluse Moi, non è poi così strano 😀 ma restiamo all’Algeria)
        è però bello conoscere i retroscena di questa promessa gollista (ritengo mantenuta nel 1946, ma non ho approfondito..né mi interessa più di tanto)..però c’entrano gli “altri”, non i musulmani 😀
        nel 1870 (subito dopo la caduta di Napoleone III), fra lo sdegno dei cattolici e dei conservatori, il massone ed “eletto” Crémieux, durante il suo breve passaggio al governo, diede la cittadinanza francese ai seguaci dei gaonim esistenti in Algeria, che vivevano ancora in un’atmosfera “medievale” (in Europa ce l’avevano da Napoleone e nessuno la metteva in dubbio ! eh..la critica riguardava l’estensione a quelli d’Algeria)
        fino al 1940, non si poté far nulla
        Vichy nell’estate/autunno 1940 abolì i decreti Crémieux (vabbè, colpì anche quelli della metropoli, ma è un’altra storia), e dunque li privò ipso facto della citoyenneté ufficialmente, per parificare i sopraddetti con i musulmani, altrimenti diceva Vichy ci sarebbe stata una discriminazione 😀
        nel nov 1942, Darlan, tradendoci, passava agli ordini di Roosevelt..ma mantenne le leggi di Vichy ! (e conservò in guardina i deputati PCF..non come quel super-fesso di Badoglio dopo il 15 luglio)
        il 24/12/1942 Darlan fu assassinato, al potere andò Giraud (poco cervello)
        il 14/3/1943 Giraud annunciò l’abrogazione delle leggi di Vichy (come de Gaulle da Londra pretendeva), la restaurazione della Repubblica, ma con un’unica eccezione..le leggi Crémieux restavano abolite ! dunque non ricuperavano la cittadinanza ! urla, minacce, de Gaulle sbraitava (era ancora a Londra)
        3/6/1943, si fonda il CFLN de Gaulle assume (quasi) tutti i poteri ad Algeri..e ben presto inizierà le purghe selvagge e cattive..ma non ci interessa qui
        che fecero i fautori della non-cittadinanza ?
        riesumarono i poveri musulmani 😀
        dissero, si, vabbè, gliela ridaremmo “volentieri”, ma i musulmani si offenderebbero a vedersi discriminati rispetto a gente con cui hanno problemi in Palestina (si sapeva già allora, anche se poco–e difficilmente qualcuno avrebbe ritenuto il problema ancora aperto dopo 72 anni !)
        che ti fa de Gaulle ?
        il 14/10/1943, restaura d’imperio le leggi Crémieux, cioè ridà la cittadinanza agli “eletti”, come nel 1870-1940….
        e in dicembre fa promettere la cittadinanza ai musulmani
        dunque anziché toglierla tutti (Vichy) la si diede a tutti inclusi i musulmani..
        se sia stato saggio,, è un altro paio di maniche

        • PinoMamet scrive:

          Ma qualcuno poi mi spiega cosa ci faceva la Francia, esattamente, con l’Algeria?

          Tranne mandarci migliaia di indesiderabili nei “Bat d’Af” a costruire strade, ma non credo l’avessero presa per quello, semmai le strade saranno servite a qualcosa no?

          Che poi: magari gli serviva proprio per quello, l’Algeria come grosso penitenziario gestito dall’esercito (mentre la Guiana dalla marina, amministrazioni diverse).

          • mirkhond scrive:

            Anche in Algeria c’erano penitenziari tipo la Cayenna?

          • PinoMamet scrive:

            In Algeria mi risulta mandassero, di sicuro, i condannati militari, inquadrati nei “bataillons d’infanterie légère d’Afrique” (“bat d’Af”, o anche, ironicamente, “la joyeuse”);

            le località erano diverse, ma una, inventata in un qualche libro di denuncia (credo una specie di “nome di comodo” per nascondere una località vera) con un nome dal suono nordafricano, Biribì (“bir qualcosa” ce ne sono diverse) diventò un po’ il sinonimo di tutte e proverbiale.

            I bat d’Af scomparver poi nel secondo dopoguerra, quindi l’altro ieri, e fecero in tempo a essere utilizzati, per esempio, come rimpiazzo per la Legione a Dien Bien Phu.

            Ma credoche in Algeria ci fossero anche “bagni” civili.

          • habsburgicus scrive:

            l’Algérie c’est la France !..così dicevano (e molti non perdonano ancora oggi de Gaulle :D)
            nel caso di altri, ciò rinfocolò l’antigollismo mai abbandonato..
            ad esempio, Lucien Rebatet, che durante la guerra al parigino “Je suis partout” sposò in toto la causa germanica (contro Brasillach*, che voleva smettere la collaborazione dopo il 25 luglio 1943 che lo aveva traumatizzato..Brasillach amava Mussolini e, forse, ritenne quella la vera data importante della guerra, la fine di tutto..Brasillach venne deposto e uscì da “Je suis partout”) e finì pure a Sigmaringen (dove chiese che fosse arrestato per “tradimento” Pierre Laval !… che era anch’egli a Sigmaringen ma non di sua volontà e non operava più !), dunque un “puro fra i puri” della “collaboration”..condannato a morte per ordine di de Gaulle ma gtraziato nel 1947 dal socialista Auriol e liberato da Coty nel 1954.. orbene, Rebatet, che abbandonò o finse di abbandonare altre sue posizioni dell’epoca (ad esempio si schierò enfaticamente per il noto Stato nel 1967 :D), tornò tuttavia ad accusare de Gaulle di aver NUOVAMENTE tradito la Francia [la 1°, per lui, durante la guerra], consegnando l’Algeria francese a ces arabes-là (forse è in quell’occasione, o forse in un’altram, che lodò lo stato suddetto “che ci sa fare con quelli lì”

            *Brasillach, molto meno “collaborazionista” finirà fucilato da de Gaulle ad inizio 1945
            Laval venne fucilato eppure, dal giugno 1944 e i ogni caso da agosto 1944, non “collaborò” più e comunque aveva le sue ragioni..anche la “gauche” migliore riconosce oggi che il suo “processo” fu scandaloso
            Rebatet invece, che collaborò al mille per mille, la sfangò
            e poi venite a dirmi che c’è “giustizia” in ‘sto mondo 😀

          • PinoMamet scrive:

            Sempre a proposito di “bagni” penali:

            non solo in Francia, ma un po’ ovunque l’amministrazione penitenziaria “civile” fu a lungo appaltata alla Marina, ricordo dell’epoca in cui i condannati erano, appunto, galeotti;
            ho letto da qualche parte che è rimasto qualche termine di origine marinara nel gergo della polizia penitenziaria italiana.

            Su Algeria e condannati:
            in Nuova Caledonia esiste una comunità arabo-algerina, musulmana, formata da discendenti di deportati algerini a partire dall’Ottocento.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Inizialmente ne occupò la costa solo per fermare la pirateria. Poi conquistò la zona “utile”, che non è affatto una terra povera ed è adatta alla colonizzazione (e infatti molti francesi andarono in Algeria e poi tornarono da Piedi Neri), infine conquistò l’intero Sarah. Ecco, più che l’interesse per l’Algeria 8che comprendo) mi sorprende quello per il deserto.
            Quanto alla guerra d’Algeria, parliamo di un territorio abitato per un nono da coloni francesi: abbastanza comprensibile che la madrepatria non volesse abbandonarli. E poi gli idrocarburi.

          • Z. scrive:

            Scusata l’ignoranza, ma perché si dice “bagni penali”, poi? probabilmente potrei trovarlo googlando, ma io sono all’antica e mi fido di più di voi che siete persone istruite 🙂

          • PinoMamet scrive:

            Credo che originariamente fossero le terme di Costantinopoli riconvertite a nuova destinazione.

            Poi il termine passò a indicare tutte le installazioni di terra in cui venivano sistemati i galeotti inadatti al remo, per età o salute.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Su Wikipedia l’etimologia proposta è questa, tuttavia qui ne propongono un’altra, facendo discendere il nome dal Bagno dei Forzati di Livorno, struttura sotto il livello del mare

            http://www.sapere.it/enciclopedia/bagno.html

            Anche altri ricollegano l’etimologia al mare: il rematore della galea, stando al livello basso, è in una parte molto umida della nave, dove spesso filtra l’acqua

            http://www.dizionario-italiano.it/linguamadre/articolo.php?art=466

        • Miguel Martinez scrive:

          Fantastica la storia della leggi Crémieux!

          No, i musulmani non ebbero la cittadinanza, anche se era stata promessa.

      • Francesco scrive:

        >>> la Francia ha costruito la propria ricchezza – quella che le permette di guardare il resto del mondo con la puzza sotto il naso – spolpando generazioni di maghrebini e africani, spediti a vivere in orrende bainlieues.

        Ehm, questa parte non regge. In qualunque modo la Francia sia un paese ricco, gli abitanti maghrebini e africani delle periferie non c’entrano direttamente. Ogni possibile sfruttamento avveniva oltremare, mica nella Madrepatria, dove c’erano i francesi da sfruttare.

        Dovresti precisare quale rapporto c’è tra la ricchezza della Francia e le periferie degli immigrati (quelli algerini, se non sbaglio, scappati dall’Algeria perchè si sentivano più francesi)

        Ciao

        • Miguel Martinez scrive:

          “Dovresti precisare quale rapporto c’è tra la ricchezza della Francia e le periferie degli immigrati”

          Al volo… l’immigrazione di “neri” e di “arabi” c’è in Francia, e massiccia, a partire dall’inizio del Novecento. Certo affiancati da italiani, polacchi e altri, hanno costruito le fabbriche, le strade, le case e tutto il resto.

          • Francesco scrive:

            vorresti dire che i francesi non hanno mai fatto gl operai? e soprattutto che gli abitanti delle banlieu provengono da quelle generazioni di immigrati? non impossibile ma mi pare molto strano

            ciao

  6. Lanzo scrive:

    I francesi d’antan, mandarono corpi speciali, sommozzatori, addirittura in Nuova Zelanda, per affondare una nave ecologista probabilmente finanziata da Soros o simili.
    During the operation, two operatives sank the flagship of the Greenpeace fleet, the Rainbow Warrior in the port of Auckland, New Zealand on its way to a protest against a planned French nuclear test in Moruroa.
    SE e sottolineo SE – Sta’ Mina Mazzini mi ossessiona, se volessero saprebbero dove colpire. Se volessero.

    • Roberto scrive:

      Continuo a pensare che questo sia una riflessione consolatoria e che in realtà è impossibile beccare tutti gli squinternati che man mano vengono armati (da diosololosa chi), e che tutti i servizi segreti e le polizie del mondo non riusciranno a fermare un cane sciolto senza una bella dose di fortuna.
      pensa solo al culo sfrenato della storia del TGV, che poteva essere una carneficina orrenda.
      Pensa se il pazzo di ieri invece di cercare di entrare allo stadio si fosse fatto esplodere in fila, con migliaia di persone accalcate in attesa dei controlli (ironia della sorte….)
      Se ho ragione, e spero tanto di no, ma temo di sì, non ci aspetta un futuro molto sereno

      • mirkhond scrive:

        Temo anch’io che sarà come dici.
        Non ho l’ottimismo innato di Pino……

      • Miguel Martinez scrive:

        ” in realtà è impossibile beccare tutti gli squinternati che man mano vengono armati ”

        Condivido.

        Penso che nelle bainlieues, procurarsi le armi sia facile quanto procurarsi la marijuana.

        Se poi io arrivo all’account di Twitter dello Stato Islamico, ci arrivano anche gli scafatissimi post-analfabeti, cioè persone che hanno molta difficoltà con un libro, ma magari riescono a creare un video bellissimo o craccare un programma con grande facilità.

        E soprattutto è gente che si alimenta di televisione e di telefilm, molto di più dei loro avversari intellettuali che credono di rappresentare il “vero Occidente”.

        • daouda scrive:

          Il problema di questo stato di cose è che ogni imprevedibilità che accada è sempre a conferma e rinforzo dello spettacolo vigente. Insomma, questi non perdono mai…

          ( questo lo scrivo per capire come mai i cristiani non hanno più armi per raccapezzarsi e come mia risposta alla faccenda)

          per il semplice fatto che non c’è più un argine spirituale.
          In ambito cristiano l’idiozia è talmente avanti che non capendo Paolo si crede che ogni istituzione viene da Dio, quando abbiamo già la comprensione che sono tutte emanazioni diaboliche.
          Ecco perché si esigeva la consacrazione con il crisma santo per i politici e che professassero la Fede unica nell’Unico Dio nella sinfonia dei poteri.

        • Francesco scrive:

          Miguel

          però la Digos serve proprio a sapere quando qualcuno invece che una pistola si compra un carico di AK47.

          Qui stiamo parlando di una decina di terroristi che hanno agito insieme seguendo un piano, proprio la roba che si dovrebbe riuscire a fermare.

          Ciao

      • Lanzo scrive:

        @ Roberto
        Tranquillo lo sanno.
        Te l’ho detto, pure mi cuggino sa che dietro c’e A.S. e Qatar e magari anche l’innominabile che infatti non subisce mai attentati.

        • Roberto scrive:

          Scusami ma già sono tardo di mio ed in più sto digerendo un pranzo abbondante e molto alcolizzato, ma chi è l’innominabile che non subisce mai attentati? Il Paraguay? Il mio Lussemburgo?

          • Lanzo scrive:

            @ Roberto
            Anche io sto digerendo un pranzo – poco abbondante nel mio caso ma molto alcolizzato, l’innominabile e’ quello che ha per sigla IL – noi abbiamo IT
            Ti basta ? Non e’ Islanda ne’ Illinois ne’ Illiria.

          • PinoMamet scrive:

            IL?
            Il Castiglioni Mariotti non è male come dizionario di latino, ma io preferisco il Calonghi Badellino, come per il greco sono un fan del Rocci, per motivi esclusivamente affettivi naturalmente.
            😉

            a parte questo: non mi risulta proprio che Israele non subisca mai attentati…

          • Roberto scrive:

            Ah capisco, giusto che non mi ero mai accorto che non ci fossero attentati in IL……

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Il Castiglioni Mariotti

            Ho pensato alla stessa cosa 😀
            Ma il Calonghi* non è la traduzione del Georges? Da insipiente, mi è sempre sembrata strana la traduzione di una traduzione.

            * Un mio compagno al ginnasio chiese se esistesse il Calonghi di greco, perché si trovava male col Rocci. A parte che poteva prendersi il Montanari come avevo fatto io, ma era come chiedere se esistesse il Ragazzini di russo!

          • Z. scrive:

            Noi si preferiva il Campanini-Carboni: semplice, lesto e agile come il ladro nella notte 😀

          • PinoMamet scrive:

            Al Ginnasio, a casa, ne usavo uno vecchissimo, con un forte odore di libro vecchio (bellissimo!) che credo fosse di una mia zia:
            la copertina era rossastra-bordeaux, poteva essere il Campanini-Carboni?

          • Z. scrive:

            Solo a casa e solo al ginnasio, insomma. Tu si che eri un bravo giovine! Io invece lo usavo pure al liceo, assieme naturalmente al Georges.

            La mia edizione era questa:

            http://ecx.images-amazon.com/images/I/51ELS-7Y6-L._SX373_BO1,204,203,200_.jpg

          • PinoMamet scrive:

            Non potevo portarlo a scuola per i compiti in classe perché era tutto “scotchato” e avevo paura che si rompeva, allora usavo il Calonghi nuovo di mio fratello…

          • Peucezio scrive:

            “IL?
            Il Castiglioni Mariotti non è male come dizionario di latino, ma io preferisco il Calonghi Badellino, come per il greco sono un fan del Rocci, per motivi esclusivamente affettivi naturalmente.”

            Ma che affettivo e affettivo! Sono i migliori in lingua italiana!

    • Miguel Martinez scrive:

      Non lo so. La prima regola per capire la Turchia è, tutto è il contrario esatto di come compare. E tutti sospettano che tutto sia il contrario anche del contrario.

      Non ne so nulla, e tra Blondet e il mitico Osservatorio dei Diritti Umani non saprei scegliere (se non che metto la mano sul fuoco almeno per la personale buona fede di Blondet)… però c’è un brano che è interessante:

      “Si fa’ presto a dire ISIS – è , come si diceva di Al Qaeda, un franchising: nella zona che Erdogan vorrebbe fare cuscinetto sono impiantati, secondo l’insospettabile Syrian Observatory for Human Right (un apparato di propaganda anti-Assad) almeno 2 mila combattenti provenienti da Cecenia, Daghestan ed altre regioni del Caucaso che sono spesso turcofone, proprio il tipo di gente su cui il neo-ottomano stende la sua protezione. Ad Idlib è impiantato il partito Islamico Cinese del Turkestan, ossia gli uiguri; gli uzbeki dello “ Imam Bukhari Jamaat and Katibat Tawhid wal Jihad”; secondo l’USAID sono tre i gruppi militari usbeki (5 mila in tutto) che si battono in Siria. I ceceni sarebbero 2 mila; gli uiguri, un migliaio. Tutti estremisti dell’Asia centrale, che minacciano la Russia e i suoi satelliti, nonché la Cina. ”

      E’ vero che la Turchia ha un rapporto privilegiato con i ceceni (che non hanno mai fatto parte dell’Impero Ottomano ma sono percepiti come para-turchi) e soprattutto con i turcofoni uzbeki e simili.

      Per il resto, non so dire, grazie della segnalazione.

      • mirkhond scrive:

        La lunga guerra dei Ceceni e degli altri popoli caucasici tra Circassi e Daghestani contro la Russia nei secoli XVIII e XIX, era oggettivamente filottomana.
        I Lezghi nel XVIII vendevano gli Iberi (Georgiani) e Armeni catturati, come schiavi ai pashah ottomani di Akhaltsikhe, oggi in Georgia.

      • Francesco scrive:

        ma il cuscinetto sarebbe tra Turchia e ISIS o formato da territori sotto controllo para-ISIS per tenere lontani altri? gli sciti? gli iraniani?

        • Miguel Martinez scrive:

          In realtà, la CIA stima che in Siria operino attualmente 1.500 milizie diverse e indipendenti, in gran parte ostili tra di loro. Chiaramente una parte di queste milizie ha legami con la Turchia, ma è tutto molto labile.

    • Miguel Martinez scrive:

      Sempre su Blondet… lui coglie un dettaglio affascinante, cioè la creazione della zona cuscinetta in mano a ceceni e uzbechi che Erdogan vorrebbe. E poi spara una sciocchezza come questa:

      “Quindici formazioni di terroristi operanti in Siria – ricorda Escobar – hanno inviato le loro congratulazioni ad Erdogan per la sua brillante vittoria elettorale: dalla branca locale dei Fratelli Musulmani alla Armata di Conquista…tutte formazioni che hanno giurato lealtà al Califfato, quello sostenuto dalla Cia e dai sauditi, il regnante del Katar, insomma i soliti. ”

      Che non mi abbasso nemmeno ad analizzarla.

      • Miguel Martinez scrive:

        Vado a leggere la fonte che Blondet cita http://atimes.com/2015/11/and-heres-the-top-ten-terrorist-list-escobar/ e ci trovo qualcosa di completamente diversa.

        I quindici gruppi citati (certamente ammanicato con Erdogan, con i sauditi e con il Qatar, e in alcuni casi con gli Stati Uniti) hanno in buona parte stretto patti, espliciti o impliciti, di non aggressione con il “Califfato”.

        E questo fa pensare all’assurdità delle posizioni “occidentali” in Siria.

        Però non è certo la stessa cosa che dire che hanno “giurato lealtà al Califfato”; né dire che questi gruppi sono sostenuti dalla Cia ecc., vuol dire che il Califfato è sostenuto dalla Cia ecc.

        • daouda scrive:

          però PUO’ anche voler dire la stessa cosa, basterebbe dichiararlo…che poi l’isis è difatti molto più nell’orbita dei fratelli musulmani che anche loro non trovano molto appoggio dall’arabia saudita

  7. mirkhond scrive:

    “La prima regola per capire la Turchia è, tutto è il contrario esatto di come compare. E tutti sospettano che tutto sia il contrario anche del contrario.”

    Lo sospetto anch’io da tempo, da quando, grazie a te, dieci anni fa scoprii Orhan Pamuk.
    E non a caso i Safawidi, pure essi turcomanni azeri, ritenevano i simil-contrari e rivali sunniti Ottomani, come dei bizantini per mentalità….. 🙂

  8. Lanzo scrive:

    A proposito di Turchia e I guerra mondiale. Sia ben chiaro, rispetto a Mirkhond e Asburgigus sono Alvaro Vitali paragonato a Luchino Visconti.
    Essendo uno sciacallo per cio’ che riguarda i libri usati, mi e’ capitato giorni fa questo volumetto, ben fatto, meta’ e’ in inglese, poi l’altra meta’ e’ in turco, e parla di un episodio sconosciuto anche agli australiani, il titolo in inglese e’: A DAY OF TERROR IN AUSTRALIA – The Conspiracy That Brought Anzacs (nota mia: Australian and New Zealand Army Corps) to Gallipoli (non quella in Puglia). Se vi capita, forse e’ reperibile sul tubo, GALLIPOLI e’ stato un gran bel film, dove la mejo gioventu’ australiana fu falcidiata dalle mitragliatrici turche e usata come carne da cannone da Churchill che non aveva capito un cazzo sembrava che la sua carriera fosse finita, invece… Dal libro si nota un meccanismo poi sempre usato: meglio che copio la copertina: in 1915 a bloody terrorist attack took place in the Australian town of Broken Hill. The Newspapers reported that two Turks attacked a picnic train and murdered innocent civilians. This tragic event helped the recruitment campaign of the Aus. Gov. which had been having DIFFICULTIES in drawing sufficient numbers of volunteers (se invece vi vedete il film, pare che tutti i giovani australiani volevano andare in guerra) for the Great War. Ora le coincidenze cominciano ad essere inquietanti, torniamo ai giorni nostri o quasi, il bombardamento dell’Iraq, l’Australia era riluttante a imbarcarsi con gli americani e guarda caso, attentato alla discoteca di Bali, frequentata da australiani, centinaia di morti, hanno incastrato un semideficiente indonesiano che certamente non aveva il knowhow per preparare una bomba del genere e a quel punto le pecore riluttanti si sono accodate al lupo americano.
    Funziona quasi sempre a quanto pare. Poi le bombe sulla metro a Londra, altra spintarella. L’autore e’ OMER ERTUR. La copia che ho e’ stata stampata nel 2009.

    • Miguel Martinez scrive:

      “Funziona quasi sempre a quanto pare.”

      Io almeno sono un semplice lettore di notizie, tranne per quanto riguarda la città di Firenze dove magari so alcune cose che non sono scritte da nessuna parte, ma che non interessano molto fuori da Firenze.

      Per questo, io non so quale sia la “vera verità” di qualunque evento di cui leggo; spesso mi accorgo – come con la storia della “mostra vietata” o come quella di “Jacky Boy” – che cose che ci sembrano vere, sono invece balle.

      Detto questo, non credo che ogni volta che avviene qualcosa che conviene a Tizio, voglia dire che Tizio l’ha fatto.

      Prendiamo ad esempio qualche sparata di qualche leghista su negri-scimmie-Kyenge, di quelle che finiscono in prima pagina su Repubblica.

      Sono cose che fanno comodo, alla fine, solo alla signora Kyenge.

      Ma è stata lei a pagare il leghista per dirle? Siamo sicuri che lei abbia una rete così vasta e tanti soldi? Paga i suoi leghisti solo a singola battuta, oppure sono sul suo libro paga anche negli altri momenti, quando dicono cose che magari non fanno affatto comodo alla Kyenge?

      • Lanzo scrive:

        La Kyenge e’ un classico – messa li’ per far vedere che “noi de sinistra nun semo razzisti” vedrai che lo fara’ pure quel molliccio di Salvini. Un Berlusconi, almeno avrebbe preso una piu’ somigliante a Naomi Campbell, tanto… Se la Kyenge fosse stata pugliese e bianca non se la sarebbe filata nessuno e starebbe ancora a Canicatti’ a fare l’oculista.

      • daouda scrive:

        Si tranne quando ti cielano che per carenza di sicurezza un’imprenditore è responsabile della morte di che sò, 50 stranieri, e basta riaprire il locale con le dovute mazzette e far bere gratis per qualche mese riattirando tutti, anche quelli che credono nei fantasmi aleggianti, ed è come non è successo niente.
        La povertà alle volte rende avidi, e bastano pochi soldi per pulirsi la coscienza…

    • Miguel Martinez scrive:

      Comunque il titolo del libro turco che citi è affascinante, devo assolutamente trovarlo, grazie.

  9. Miguel Martinez scrive:

    Mondo virtuale:

    http://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2015/11/15/ces-fausses-photos-qui-circulent-apres-les-attaques-de-paris_4810283_4355770.html

    Ces photos trompeuses qui circulent après les attaques de Paris

    Le Monde | 15.11.2015 à 06h48 • Mis à jour le 15.11.2015 à 17h53 | Par Les Décodeurs
    Entretenir la psychose, faire le buzz, diffuser de fausses informations pour attiser la haine… Les photos détournées qui ont commencé à circuler après les attentats de Paris montrent une nouvelle fois combien certains internautes profitent de l’émotion collective pour manipuler les images à des fins peu avouables, sans que ceux qui les partagent ne s’aperçoivent de la tromperie. En voici quelques exemples, repérés samedi 14 novembre sur Twitter.

    Lire : Attaques de Paris : quelques conseils pour ne pas se faire avoir par les rumeurs
    Des scènes de joie à Gaza… qui datent de 2012

    Les attentats de Paris ont-ils provoqué des réjouissances dans les territoires palestiniens, comme l’affirme cet internaute sur Twitter ? Le cliché présenté comme des scènes de liesse après les attaques en France est en réalité une photo de l’agence Reuters de 2012, sur laquelle des Gazaouites célèbrent la signature d’un cessez-le-feu entre le Hamas et Israël.

    Liesse de joie à Gaza au cris de Allah akbar mort à la France (Al jazeera) https://t.co/9zjJeBH688
    — abrahambenisaac (@abraham ben isaac )

    Des rues parisiennes désertes… en plein mois d’août

    La psychose a-t-elle saisi les rues de la capitale française, vidée de ses habitants au lendemain des attaques, comme semblent le suggérer ces quatre photos massivement relayées par les internautes ?

    Paris, Samedi 14 novembre 2015. https://t.co/2IeAbyycOw
    — motivtosuccess (@Success Motivation)

    Alertées par la couleur très verte des arbres de la première photo et heurtées par le décalage qu’elles observaient entre ces images et l’atmosphère réelle du pavé parisien, plusieurs personnes ont soupçonné une manipulation. A raison, car ces photos n’ont pas été prises samedi. La première photo date du mois d’août 2014 (ce que les feuilles vertes des arbres pouvaient laisser deviner), la deuxième apparaît comme illustration d’articles dès 2012, la troisième a été prise sur un post de blog en 2006, tandis que la dernière a été postée en 2011 par un contributeur du site du Routard.
    Des faux messages de la mairie de Paris

    La mairie de Paris qui encourage la population à aimer « la musique, l’ivresse et la joie » contre « le terrorisme et l’extrémisme ». Un message d’espoir largement relayé sur les réseaux sociaux.

    Aimons la musique, l’ivresse, la joie en un mot : la vie #loveparis https://t.co/6I3l7KEodd
    — ouahmane_omar (@Omar Ouahmane)

    Sauf qu’il s’agit en fait d’un détournement probablement réalisé avec le générateur de messages disponible sur le site de la mairie de Paris et qui permet normalement aux associations de formuler une demande de publication. On remarque que la photo est identique à celle partagée sur les réseaux sociaux, sauf que rien n’est inscrit sur le panneau lumineux.
    Le formulaire disponible pour les associations, avec le même panneaux lumineux sans texte.
    Une fausse manifestation de soutien en Allemagne

    Comme le note cet internaute sur Twitter, ce cliché, qui a beaucoup circulé, ne montre pas un rassemblement de soutien en Allemagne, suite aux fusillades en France, mais correspond à une manifestation du mouvement anti-immigration allemand Pegida.

    Sur Twitter cette photo est un FAUX, il s’agit photo d’une manif de Pegida en décembre 2014 https://t.co/bKl8UQcVJQ https://t.co/R6k5aIsYtF
    — Jacques_Pezet (@Jacques Pezet)

    Une photo prise ailleurs qu’au Bataclan

    Un autre cliché relayé plusieurs fois sur les réseaux sociaux est supposé, lui, montrer le Bataclan juste avant les tueries.

    #Paris. The horror. Photo inside the Bataclan before the shooting. 🙁 https://t.co/irrxZHGcqL
    — france7776 (@The Power Of One.)

    Or il n’en est rien. Le groupe Eagles of Death Metal, en concert au Bataclan vendredi 13 novembre, a lui-même précisé qu’il s’agit d’une photo de l’Olympia à Dublin diffusée jeudi 12 novembre.
    L’Empire State Building n’était pas bleu-blanc-rouge

    New York soutient la France #FusilladeParis @LeDavidien https://t.co/AnQFSPaMeV
    — Limportant_fr (@L’important)

    Certes, des hommages ont lieu à l’étranger depuis vendredi, mais non, l’Empire State Building à New York ne s’est pas éclairé aux couleurs du drapeau français, comme en témoigne le correspondant de BFM aux Etats-Unis :

    Contrairement à ça que je lis et à l’heure qu’il est l’Empire State Building n’est PAS bleu blanc rouge. https://t.co/3ZVQrZDSTw
    — jbcadier (@Jean-Bernard Cadier)

    La photo qui tournait sur les réseaux sociaux datait du 13 janvier 2015, après les attentats de Charlie Hebdo et de l’Hyper Cacher.

    En revanche, la Freedom Tower, tour construite à l’ancien emplacement du World Trade Center, détruit lors des attentats du 11-Septembre, a bien illuminé son antenne en solidarité avec la France dans la nuit de vendredi à samedi.

    L’antenne de la Freedom Tower de New York (One World Trade Center) bleue blanc rouge en solidarité avec Paris. https://t.co/MVKtIDKZql
    — jbcadier (@Jean-Bernard Cadier)

    Les Décodeurs
    Journaliste au Monde

  10. Lanzo scrive:

    Il 9/11 ha funzionato, il patriot act (un acronimo, che gli ammerigani amano, non c’entra niente con il patriottismo) – roba che ci sono voluti anni per redigerlo era gia’ pronto e te lo hanno scodellato come un big mac, fu firmato da tutti i parlamentari USAini senza che lo avessero mai letto, erano sotto pressione e se ti azzardavi a dire ma, venivi bollato come traditore, amico dei terroristi et cetera.
    Ai britannici, la spintarella fu data con l’attentato alla metropolitana di Londra. Altra coincidenza la sicurezza della metropolitana di Londra (ROBERTO svejate) e’ affidata ad una ditta Israeliana. Come da copione gli attentatori hanno lasciato la macchina abbandonata con i documenti nel cassetto e probabilmente corani e pamphlet inneggianti alla Jihad o come cazzo si scrive.
    Possibile che si lasciano SEMPRE dietro i documenti d’identita’ ?

    • Z. scrive:

      Non ho capito la tua tesi…

      • Lanzo scrive:

        @ Z
        non so neanche a chi ti riferisci.
        Quale tesi e cosa c’e’ da capire ? Mica sto dicendo che QUESTO attentato a Parigi sia stato eseguito da massoni gesuitibilderbergianisorosianigiudei. Il passaporto, maro’ ma sempre lasciano il passaporto come per l’attentato alle torri, come i due di Ebdo che lasciano la carta d’identita’ in macchina, se a te sembra normale…

        • Mauricius Tarvisii scrive:

          maro’

          😆
          Ecco il problema: tutto questo ci fa dimenticare i marò!

        • Z. scrive:

          Lanzo,

          sì, a me sembra normale che quelle persone avessero i loro documenti appresso. Perché non dovrebbe esserlo? Continuo a non capire dove vuoi arrivare…

          • PinoMamet scrive:

            In effetti devo dire che ha stupito anche me leggere che uno degli attentatori di Charlie Hebdo si fosse dimenticato in macchina (mi pare) il passaporto.

            D’altra parte, forse la cosa è meno sospetta di quanto sembra:
            se fossi un attentatore in un paese straniero, fino al momento dell’attentato vorrei tenere un basso profilo, quindi in caso di controlli devo poter esibire tutti i miei documenti regolari da bravo turista.

            E poi il fatto di “dimenticarselo” in giro, come se fosse una firma o una rivendicazione, potrebbe, beh, essere proprio una firma e una rivendicazione.

          • Lanzo scrive:

            Voglio arrivare al fatto che forse quei documenti ce li ha poi messi qualcuno. I due di Parigi, che stando a quanto ci raccontano i media, sono morti, ma non si sa chi siano in realta’. Potevano prenderli vivi. forse.
            Giusto, il passaporto siriano, a che pro ? Come documento d’identita’ ? Un passaporto appartenente ad uno dei rifugiati a Lesbos ? E il visto ? Ma ti pare che con un organizzazione del genere non gli potevano procurare carte d’identita’ false ma vere ? Lo sai quante carte d’identita’ scompaiono dagli uffici dei comuni ? Centinaia di migliaia e non si sa che fine facciano.
            Il furto d’identita in Italia esiste da decenni, un sacco di gente rovinata, che si ritrova con citazioni a comparire a questo o quel processo per bancarotta, per aver acquistato beni di cui non sanno niente e devono pagare avvocati e sobbarcarsi le spese di viaggio da un tribunale all’altro, i giornali non ne parlano, quindi il problema non esiste. Equitalia che manda ingiunzioni di pagamento totalmente campate in aria, tanto sanno che per 50/100 euri il cittadino normale paga e zitto, poi alla fine dell’anno il personale equitalia si becca il premio di “produzione” in base a quanto hanno fatto scucire ai poveri cristi che non si possono permettere gli avvocati. Lo sai che in certe regioni d’Italia una buona parte degli automobilisti viaggia con certificati di assicurazione taroccati ? Mi sta bene il passaporto siriano, tanto i profughi sono o disertori o criminali, non penserai che con i bombardamenti i galeotti siano ancora rinchiusi in carcere, grande fuga galeotti e secondini – non ci piove – Che l’attentatore di un attentato del genere sia un profugo siriano non ci credo, troppo presto, sara’ stato o francese o belga. Il passaporto ce lo avra’ buttato qualcuno per giustificare la chiusura ai
            “profughi” quasi sempre giovani ed aitanti, quelli che: annamo in Europa che ce danno vitto, alloggio, lavatura e stiratura e se cucca pure, ma se tornamo in Siria – ce fucilano – anche nell’Italia buonista credo che esiste il codice militare ed in caso di guerra puoi essere fucilato se diserti – mi sbaglio ?

          • Z. scrive:

            Scusa, ma se appunto un attentatore intende rivendicare un’azione terroristica di cui va fiero, perché dovrebbe lasciare a casa i documenti? per farsi trattenere per accertamenti dal primo agente che glieli chiede?

            Mi sembra logico che se li portino appresso…

    • Roberto scrive:

      Sui documenti mi associo a quanto detto da Pino e Z, strano ma non così tanto.
      Vuoi uccidere quelli di charlie hebdo, ma ti fanno un contrôle su faciès….se non hai i documenti appresso, finisci la giornata in garde à vue.

      Sul resto, sugli auto attentati, sono stati gli israeliani, forse la Cia, boh, a me sfugge il fine ultimo di tutto ciò e protendo quindi per l’ipotesi più semplice.
      C’è un certo numero di invasati, psicopatici, cocainomani, paranoici, e/o sadici pronti a fare dei macelli se qualcuno gli dà una pistola in mano ed una pseudo motivazione. C’è sempre stato, non è una novità, ma ora c’è un qualcuno al quale “l’occidente” sta antipatico, a torto o a ragione, e ha pistole e pseudo motivazioni da offrire.
      Abbiamo una bella rogna e non c’è molto da fare

      • Roberto scrive:

        Au faciès= la pratica diffusa oltralpe di controllare i documenti a chi ha la faccia da magrebino, cosa che chi mi conosce di persona non si stupirà di sapere che mi è capitata più di una volta (ma devo dire sempre in modo più che corretto)

  11. Lanzo scrive:

    Il Patriot act – ha privato i cittadini americani della loro liberta’. possono essere spiati a piacimenti e messi in galera indefinitivamente se sospettati di terrorismo. Niente avvocati che tengano, insomma come in Nord Corea ma con le Cadillacs.

  12. Lanzo scrive:

    @ Miguel
    Il titolo in turco e’ DERIN NEFRET – L’editore potrebbe essere: ISBN@ DONQUIXOTE Publications

  13. Mauricius Tarvisii scrive:

    Già cancellato da Twitter e Instagram, _jacky_boy_
    Ho provato a cercarlo su Facebook, ma niente

    • Lanzo scrive:

      Voglio arrivare al fatto che forse quei documenti ce li ha poi messi qualcuno. I due di Parigi, che stando a quanto ci raccontano i media, sono morti, ma non si sa chi siano in realta’. Potevano prenderli vivi. forse.
      Giusto, il passaporto siriano, a che pro ? Come documento d’identita’ ? Un passaporto appartenente ad uno dei rifugiati a Lesbos ? E il visto ? Garanzia per essere fermati e portati ad un commissariato per accertamenti. Come farebbe a muoversi un rifugiato siriano fresco fresco se lo ferma la polizia ? Gli fa vedere un passaporto siriano senza visto ? E immagino i rifugiati siriani parlino perfettamente il francese, altrimenti ci sarebbe una scena tipo Toto’ e Peppino a Milano con il vigile. Please ! Ho capito che qualcuno vuol fare il finto tonto ma tonti non ce ne sono su Kelebleker, tranne forse il sottoscritto.
      Adsalut.

      • Miguel Martinez scrive:

        Per Lanzo

        “Giusto, il passaporto siriano, a che pro ? Come documento d’identita’ ? Un passaporto appartenente ad uno dei rifugiati a Lesbos ? “

        Anch’io ho fatto riflessioni analoghe. Un’altra ipotesi è che qualche cittadino francese, alla disperata ricerca di un documento falso per non farsi riconoscere, nell’impossibilità di ottenere un prezioso passaporto francese, abbia scelto di comprarne uno siriano taroccato: non è il massimo, ma l’insieme di faccia da arabo, di “simpatico profugo spaesato” e di passaporto che anche se è falso, nessuno lo riconosce… insomma, può sperare di passare sotto il radar.

        Oppure potrebbe trattarsi di un francese molto noto, che in effetti è andato in Siria, ed è tornato spacciandosi per profugo.

        Oppure ancora potrebbe essere un errore di persona, come è successo con un egiziano che era tra le vittime, ma il cui documento faceva pensare per un momento che fosse lui il bombarolo.

        • Miguel Martinez scrive:

          Invece un elemento per me davvero sospetto è questo:

          “La playstation
          Tra i morituri del Bataclan c’è un francese di 29 anni, Ismael Omar Mostefai, ragazzo della banlieue, di cui, nella notte di sabato, la polizia arresterà padre, fratello e altri quattro familiari. Nella sua casa, inopinatamente, la perquisizione troverà una traccia importante. Una consolle Playstation 4 attraverso la cui chat vocale Ismael ha tenuto i contatti crittati non solo con gli altri membri della cellula ma anche – come confermeranno fonti di intelligence americane al New York Times – con quadri dell’Is. La prova di un format che, per la prima volta, vede un coinvolgimento operativo della leadership del Califfato in operazioni in Europa.”

          E’ possibile che non abbia distrutto un oggetto del genere, prima di uscire di casa?

          E potrebbe essere stato piantato a casa sua, per trovare un pretesto per azioni militari internazionali.

          Qui infatti c’è un articolo molto interessante su The Guardian, riguardante la questione del diritto internazionale:

          http://www.theguardian.com/world/2015/nov/16/isis-attack-on-paris-may-be-an-act-of-war-but-retaliation-might-not-be-lawful

          La mia è solo un’ipotesi, ma in genere, le grandi azioni non sono “false flag”, semplicemente perché più sono complesse, più persone coinvolgono, e più è probabile che qualcosa vada a male; ma il piccolo documento o la playstation può essere benissimo confezionata al volo tra tre o quattro esperti e infilata al momento giusto durante una perquisizione, senza coinvolgere estranei e coprendo poi il tutto con segreti d’ufficio.

          • Miguel Martinez scrive:

            Poi è chiaro che io personalmente non avrò commessi attentati, ma ho sicuramente fatto cavolate paragonabili alla dimenticanza della playstation, nel mio piccolo, e quindi un sospetto non è una prova. Mai sottovalutare la stupidità umana.

          • Miguel Martinez scrive:

            La differenza che fa la playstation…

            1) Tizio fa saltare in aria il Vaticano, gridando “Viva Beppe Grillo!”, che gli si può fare a Beppe Grillo?

            2) Tizio fa saltare in aria il Vaticano, gridando “Viva Beppe Grillo!” e nel computer gli trovano dopo morto un messaggio firmato da Beppe Grillo che gli dà l’ordine di fare l’attentato.

            Le conseguenze per Beppe Grillo sono completamente diverse.

            E’ un po’ come la famosa fialetta che gli Stati Uniti agitarono alle Nazioni Unite, facendo più effetto di tutte le bufale sulle “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein. Un falso piccolo, concentrato e potentissimo.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            E’ possibile che non abbia distrutto un oggetto del genere, prima di uscire di casa?

            Perché avrebbe dovuto? E’ un oggetto molto diffuso nelle abitazioni delle persone. Se avesse organizzato tutto per posta avrebbe dovuto distruggere tutte le penne che aveva in casa?

            • Miguel Martinez scrive:

              “Perché avrebbe dovuto? ”

              Non so come funziona, e non so come possa servire come “canale criptato”.

              Avevo capito che somigliava di più a un pezzo di carta (o a un file nella memoria di un computer) che a una penna.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            La PS4 è munita di modem e si connette ad Internet. Normalmente la connessione si usa per mettersi in contatto con gli altri giocatori, organizzare partite, ecc. Questi hanno trovato un uso alternativo.

            Però attenzione: qualche player denuncia fastidiosi riverberi mentre gioca a Fifa

            http://www.ps4ita.com/forum/index.php?/topic/1018-problema-cuffie-e-chat-vocale/

          • Z. scrive:

            Vedi perché ti dico spesso che per parlare di TV sarebbe meglio averne una, Miguel? 🙂

            Comunque un paio di anni fa ci pensai pure io: se qualcuno mandasse messaggi di testo nella chat di D3, a chi verrebbe in mente di controllarli? Pensavo a coae più banali, tipo crimine comune, ma il senso resta lo stesso, e in più la chat vocale lascia meno tracce.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Vedi perché ti dico spesso che per parlare di TV sarebbe meglio averne una, Miguel? ”

              🙂

              Domanda tecnica: come faccio io, usando una Playstation, a comunicare in segreto con la Siria?

              Se lo faccio, rimane traccia di tale comunicazione sulla consolle della Playstation? Cioè, è come tenere un messaggio email nel proprio computer, oppure è come tenere la penna con cui è stata scritta una lettera?

              E se è solo come tenere la penna, come avrebbero fatto gli investigatori a capire che si comunicava tramite la consolle della Playstation?

              In questo caso stiamo parlando di una persona che sa che tutto ciò con cui ha avuto a che fare sarà sottoposto a un’inchiesta senza limiti. E che ha una certa responsabilità verso altre persone coinvolte, o comunque a non svelare troppo sull’organizzazione.

          • roberto scrive:

            “come avrebbero fatto gli investigatori a capire che si comunicava tramite la consolle della Playstation?”

            però mi risulta che sia solo un’ipotesi, nata da una perqisizione in belgio durante la quale hanno sequestrato delle consoles.
            poi il ministro belga jambon (con quel nome l’avrano scelto per irritare i musulmani) ha dichiarato qualcosa come “la PS4 è più difficile da intercettare che whatsapp”

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            E’ una chat vocale, quindi un suo eventuale log sarebbero ore di registrazioni audio. Non so esattamente come funzioni, ma tenderei ad escludere che esista un log*, per motivi di dimensioni dei file.
            Verba volant, dunque.

            * In effetti googlando trovo un tutorial che ti insegna a registrare le chat audio. Quindi normalmente verba volant.

          • Mauricius Tarvisii scrive:

            Non lo so. Magari c’è una cronologia dei contatti chiamati, ma sono tutti nick quindi lascia il tempo che trova.

          • Z. scrive:

            Ragazzi, ragionate telematicamente! I log possono essere conservati sul server che ospita il gioco 🙂

            Che una conversazione audio sia loggata è improbabile, ma è verosimile che i contatti lo siano. Per verificarli, nel caso, il terminale del tizio non è detto che serva a granché.

            A dirla tutta, non è neppure detto che vi siano informazioni di rilievo memorizzate: l’utilità di loggare in locale tutti i contatti mi sembra piuttosto inessenziale (e non è detto che una console – con una sola l, perbacco! – lo faccia).

            In ogni caso, di regola ciò che viene memorizzato può anche essere cancellato.

            • Miguel Martinez scrive:

              “Ragazzi, ragionate telematicamente! I log possono essere conservati sul server che ospita il gioco :)”

              Se è così, probabilmente c’è un errore, voluto o no, di comunicazione della notizia.

              Insomma, come la dice il giornale, hanno aperto la console e ci hanno trovato dentro una letterina del Capo che diceva, “colpite!” 🙂

              E così hanno dimostrato che l’Isis ha ordinato materialmente (e non solo approvato) la strage.

              Ora, mi sembra di capire che ciò sia del tutto impossibile (e adesso capisco la sorpresa iniziale di Mauricius).

          • Z. scrive:

            Cioè, può darsi che in locale i dati vengano pure memorizzati, ma non conservati e archiviati.

          • PinoMamet scrive:

            “Ragazzi, ragionate telematicamente!”

            “Tu non stai pensando quadridimensionalmente!”
            (cit.)
            😉

          • Z. scrive:

            Era una citazione (appena) mascherata per pochi eletti, in effetti 😀

          • Z: scrive:

            Miguel,

            oddio, nulla vieta che i messaggi possano essere conservati sul client. Ma in questo caso a quanto ho capito quei tizi parlavano a voce, non via testo.

  14. mirkhond scrive:

    “e ben presto inizierà le purghe selvagge e cattive..ma non ci interessa qui”

    Anche in Algeria?

    • habsburgicus scrive:

      si—un nome, Pierre Pucheu, fucilato nel marzo 1944 (già Ministro degli Interni di Vichy sotto Darlan), passato agli americani nel nov 1942..poi in prim 1944 il col. Christofini (che combatté in Tunisia a nostro fianco, contro gli americani)..lì però de Gaulle la fece fuori dal vaso..perché il Reich per rappresaglia fece fucilare una cinquantina di ostaggi gollisti…i tedeschi non erano, ancora, i fessi dei film :D…il “buon” de Gaulle, per sterminare la gente a sangue freddo contro ogni legge militare avrebbe dovuto almeno aspettare che la guerra fosse terminata 😀 e il nemico impotente per secoli (come poi farà, eh)..farlo durante la guerra poteva riservare”sorprese”., non a lui ma a chi gli dava spago…non tutti erano così senza difesa come le povere nostre donne di Esperia !
      i musulmani algerini verranno massacrati l’8/5/1945 (le jour de la victoire..presunta 😀 Americae gratia :D), ma in quello erano d’accordo tous les gaulois, sia gollisti che ex-vichysti

      • mirkhond scrive:

        Lo scrittore khazaro statunitense, Edward Klein, nel suo romanzo I Paracadutisti, scritto nel 1981 e ambientato tra Nord Africa, Egitto, Bosnia, Banato e Ungheria tra marzo e novembre 1944, sostiene che gli Americani riciclarono il personale di polizia, già al servizio di Vichy, dopo la conquista statunitense del Maghreb francese nel 1942-1943.

        • habsburgicus scrive:

          conquista statunitense del Maghreb

          conquista è un po’ esagerato..diciamo “passeggiata” oppure il neutro “sbarco”
          chiunque avrebbe conquistato l’Algeria dove non si sparò un colpo
          o il Marocco dove solo l’amm. Michelier sparò (ma per 48 ore)..ricevendo poi , MOLTO dopo, in cambio la solita condanna “gollista” :D…che alla testa della Francia in nov 1942 ci fosse un altro (di nome Pétain, che P.M fosse Laval, che Ministro della Marina fosse un altro ancora mi pare Auphan e che Min delle Colonie fosse l’amm. Platon) al tipo non interessava nulla 😀 Michelier non doveva obbedire ai loro ordini o mancanza di ordini…uno doveva obbedire o meglio “prevedere” gli ordini del Général (perché gli inglesi e gli americani lo tennero fuori, memori del fiasco di Dakar due anni prima “!) e se non li prevedevi, lui ti condannava a morte ex post 😀

          • habsburgicus scrive:

            in Tunisia invece l’amm. Estéva (residente-generale) e l’amm. Derrien (Biserta) obbedendo agli ordini di Pétain e Laval, ma soprtattutto grazie alla presenza in loco del “fido” (per l’asse) amm. Platon (che si recò a Tunisi personalmente, con grande coraggio) lasciarono sbarcare gli italo-tedeschi..
            il gen. Barre, a sud, passò invece aglia mericani..ma ormai il più era fatto–e in Tunisia ci rimanemmo 6 mesi
            ovviamente de Gaille farà condannaare a morte sia Estéva che Derrien, è ormai nauseante ripeterlo 😀 non c’è suspence 😀
            (ma non furono eseguite..qualche limite, prima o poi, lo trovò :D…almeno per i militari..Brasillach invece non aveva santi in alto loco e la sentenza fu eseguita !
            il “c’è chi può e chi non può..io può” attribuita al mitico presidente dell’Ascoli degli ’80 valeva pure allora !)

          • izzaldin scrive:

            e el Alamein?

          • mirkhond scrive:

            Si riferisce agli americani non agli inglesi.

          • habsburgicus scrive:

            beh, el-Alamein è dall’altra parte….in Egitto 😀
            l’unico legame, secondo me, è che lo sbarco in Nordafrica rese impossibile organizzare la difesa sulla “solita” linea di Agedabia (fra Tripolitania e Cirenaica) e così rese inevitabile la perdita di tutta la Libia (in gennaio 1943)

  15. mirkhond scrive:

    Messori, nel libro I Misteri di Torino del 2004, disse che Torino e il Piemonte, tra l’agosto 1944 e l’estate del 1945, accolsero molti profughi compromessi col regime di Vichy, soprattutto personale della polizia e famiglie, aiutati dalla Chiesa Cattolica.

    • habsburgicus scrive:

      pure Déat, un “puro” (cioé quelli che furono anche a Sigmaringen) che sarà l’unico di tutti a sfuggire a de Gaulle
      esisteranno sue memorie segretissime in qualche convento ? o in Vaticano ? mahh.. del resto oggi i “prelati” fanno le orge omosex, altro che pensare alla cultura (alle prime tre lettere sì, ahahh :D)..hanno fatto il Concilio, dicono 😀
      se ci fossero, sarebbero di un’importanza eccezionale, perché ci consentirebbe di conoscere il punto di vista di un vaincu
      due parole su Déat che le merita
      viene dalla “gauche” radical-socialista..laicissimo, antifascista, gauchiste..fu massone ? interessa poco..probabilmente sì, in quegli ambienti lo erano pressoché tutti..
      scriveva su “La Oeuvre”…incominciò a distanziarsi dai suoi, oponendosi al bellicismo post-1936
      nel 1938 fu “munichois” cioè per Monaco..mitico il contasto con la pasionaria Geneviève Tqabouis, anch’essa sull’ “Oeivre”, fanatica bellicista, diciamo “churchilliana” per capirci
      non fu il solo.anche Paul Faure, socialista, di gran nome (è come dire un Labriola da noi), allora scelse la pace..e rimarrà pacifista dopo, anche se non passerà al fascismo (Paul Rassinier ad esempio sarà un socialista della corrente Paul Faure e per questo poi deportato dai tedeschi, perché i fauristi pur credendo che si potesse vivere in pace con la Germania rimasero7 di sinistra,. su questo non è permesso aver dubbi)
      Déat fece un passo in più e già fra 1938 e 1939 si avvicinò al fascismo (forse non ancora del tutto)
      fu lui a scrivere il mitico articolo “Morire per Danzig ?”..in quest’epoca si avvicinò a Pierre Laval, capo riconosciuto del partito della pace
      ciò fallì..ci fu la guerra dichiarata da Parigi (3/9/1939) e Londra..e la disfatta francese del giugno 1940
      Déat ripiegato in zona sud tornò a far uscire “L’Oeivre”, ora da asolo (la Tabouis era fuggita all’estero)
      si schierò per la “collaboration” seria (in questo d’accordo con Laval) ma ben presto stanco dell’atmosfera infida e reazionaria di Vichy (dove dominavamo i maurrassiani, anti-rivoluzionari ma antitedeschi e dunque prede ideali dei servizi segreti anglosassoni 😀 in più Déat restava a sinistra, “mirkhondiano” in campo sociale mentre a Vichy si guardava agli operai con la puzza sotto il naso :D) fece la decisione che cambiò la sua vita..chiese ai tedeschi il permesso di trasferire il suo giornale in zona nord..la Germania rispose 😀
      Déat, in zona nord, con la sua Oeuvre non ebbe più condizionamenti.si schierò per la collaborazione totale e aderì ad un misto fra fascismo e NS..a fine agosto 1941 terroristi gollisto-comunisti fece un attentato contro di lui e Laval durante un comizio, lui non ebbe nulla (Laval sì, ma fu salvato)
      aderì alla croisade antibolscevica..il suo RNP era ai ferri corti con Doriot
      in marzo 1944 il senescente Pétain fu infine indotto a nominare Déat Ministro del Lavoro dove si interesso molto agli operai (infine Vichy con la nomina dei “puri” Darnand all’Interno ed Henriot alla Propaganda in gennao 1944, con Déat in marzo 1944 e con il già presente amm. Platon alle Colonie era divenuto un governo “serio” (di fa ppe ddi’ :D) di cui l’Asse poteva fidarsi..i tedeschi persero almeno un anno di tempo..dovevano imporre, nel loro interesse, gli stessi uomini a quel vecchio bacucco di Pétain già dopo lo sbarco americano in Nord Africa del nov 1942 e il tradimento di Darlan e delle sue cricche reazionarie)
      specialmente Henriot fece un grandissimo successo, alla Prppaganda gtanto che de Gaulle con la solita vigliaccheria congemita :D, lo fece uccidere il 28/6/1944..”il disait la vérité, ils l’ont tué”, così dicevano i manifesti in una Parigi ancora non americanizzata, in cui per breve tempo ci fu una “Rue Philippe Henriot” inaugurata il 14/7/1944 !
      in agosto 1944 si trasferì in Germania e fu ricevuto da Ribbentrop (non da solo) e il 1/9/1944 da Hitler (insieme a de Brinon, Darnand, Doriot e Paul Marion)
      fu membro della Delegazione francese di Sigmaringen (ove il 1/10/1944 fu innalzato sul castello il tricolore per ordine di Hitler che così riconosceva parte di quella città come extra-territoriale) che voleva essere un governo in esilio ed agiva in nome di Pétain, che abitava un piano sopra e rifiutava di riconoscerla ! (c’eramo anche de Brinon, Darnand, Luchaire e Bridoux) dal 26/10/1944 la Délégation aveva un proprio giornale che uscì la prima volta con il ritratto di Pétain “Vive le Maréchal” e coj titolo “La France” stampato sino al 29/3/1945 e una Radio “Ici la France”
      Doriot (il più lucido) però, con il suo PPF, si creò un suo giornale “Le Petit Psrisien” (da 6/1/1945..già a Parigi era “suo”) e una sua radio “Radio-Patrie” con il famoso Jean-Hérold Paquia da Bad Mergentheim ove c’erano i cavalieri teutonici da 1526 a 1809 ! Doriot era anti-vichysta e sosteneva un avvicinamento con i golisti di destra contro il comunismo..verà ucciso da un aereo alleato, si disse perché de Gaulle lo temeva, ma questo forse non è vero..il 22/2/1945 la Germania era un campo libero per gli aerei nemici..Doriot fu ucciso proprio mentre stava recandosi da DaAt per unire i due collaborazionismi (Doriot aveva un suo CLF, Comitato di Liberazione della Francia in cui copiò il de Gaulle del 1940 ! Déat era il più autorevole della Délégation e degli ex-Ministri vichysti)
      Déat, dirante l’esilio tedesco, mantenne la fede nel Reich o almeno l’odio per de Gaulle e gli anglo-americani (ed i sovietici)
      poi andò in Italia e fu salvato dai frati….pare si sia convertito al Cattolicesimo, anzi sarebbe divenuto un modello di pietà
      allora la Chirsa era VERA e a quel generalastro non fu permesso di fare troppe domande
      la chiesa non voleva rispondere, non rispose, amen
      provasse lui a trovarlo, se ci riusciva, non ci riuscì 😀
      Déat sarebbe morto verso il 1955, prima della fine della vecchia, secolare, Chiesa
      se ci fossero veramente ‘ste memorie..quanto ci apprenderebbero 😀

  16. izzaldin scrive:

    @Lanzo e Miguel
    Su Gallipoli, la canzone dei Pogues “The band played waltzing Mathilda”

    https://www.youtube.com/watch?v=cZqN1glz4JY

    • Miguel Martinez scrive:

      ““The band played waltzing Mathilda” è stata cantata da molti – io l’ho conosciuto nella versione di June Tabor – ma fu scritta nel 1971 da Eric Bogle, cantautore australiano nato in Scozia.

  17. Miguel Martinez scrive:

    Una documentazione molto interessante sulla posizione dell’Isis contro l’emigrazione – i musulmani ovviamente non devono andare in Europa, ma venire dall’Europa e andare nel Califfato. Cosa che invalida la tesi leghista della “invasione” (anche se non esclude che un singolo attentatore possa passare la frontiera spacciandosi per profugo, ovviamente):

    http://jihadology.net/2015/11/14/the-islamic-state-on-refugees-leaving-syria/

    • Miguel Martinez scrive:

      Cristiani sotto l’Isis:

      http://www.sirialibano.com/siria-2/alcuni-cristiani-sotto-lisis-meglio-qui-che-morire.html

      “Alcuni cristiani sotto l’Isis, meglio qui che morire
      Di redazione
      – 4 novembre 2015Postato in: Confessionalismi, di oggi, LORENZO TROMBETTA, Rivolta 15 marzo, Scritti, SIRIA, STORIE

      (foto di archivio, Internet)

      (di Lorenzo Trombetta). L’organizzazione dello Stato islamico avanza nella Siria centrale, ma numerosi capifamiglia cristiani della zona hanno scelto di rimanere sotto il controllo dell’Isis “per non perdere le case” di fronte all’alternativa di “morire in mare verso l’Europa”.

      Le testimonianze raccolte dall’Ansa in Libano sono quelle di parenti di chi è rimasto in tre cittadine con forte presenza cristiana nella regione tra Palmira e Homs, lungo il confine mobile che separa lo Stato islamico dalle aree controllate dal governo di Damasco.

      Chi è fuggito in Libano, e parla solo a condizione di essere protetto dall’anonimato, proviene da Qaryatayn, Mhin e Sadad, località lungo la via che collega l’antica oasi del deserto all’autostrada Damasco-Homs, vitale collegamento per le forze governative e i suoi alleati iraniani e russi.

      Qaryatayn è caduta in mano all’Isis ad agosto scorso, Mhin da due giorni è in mano ai jihadisti, che in queste ore assediano Sadad e hanno conquistato postazioni sulle colline circostanti. Un’avanzata che l’aviazione russa ha tentato oggi di contrastare sganciando bombe su Qaryatayn.

      Fonti da Sadad affermano che moltissimi abitanti, soprattutto cristiani, sono fuggiti verso località vicine in mano ai governativi come Fayruze e Zaydal. Ma a Sadad, Qaryatayn e Mhin sono oltre cento le famiglie o i capifamiglia che hanno deciso di rimanere.

      “Hanno paura di perdere quel che hanno costruito per anni. Le case, le terre, la loro appartenenza…”, affermano i loro parenti e amici. Dopo aver preso Qaryatayn l’Isis ha deportato verso Raqqa e Palmira circa 200 cristiani della cittadina.

      Dopo averli tenuti prigionieri per settimane ha proposto loro un accordo basato sulla sottomissione all’autorità dell’Isis in cambio di “protezione”. L’organizzazione jihadista si legittima usando una interpretazione tutta sua di un sistema islamico della “dhimma”, un patto di protezione che l’autorità musulmana stabilisce con i rappresentanti di comunità non musulmane, come cristiani ed ebrei.

      L’alternativa che l’Isis ha offerto ai cristiani locali è stata l’esproprio totale. In altri casi la morte. La morte è descritta come “certa” da chi afferma di non voler “lasciare la terra per morire in mare verso l’Europa”, o “trovarsi sotto le bombe in altre zone della Siria”.

      Diversi rapporti internazionali confermano che la maggior parte degli attacchi aerei condotti in Siria colpiscono zone che sono fuori dal controllo dell’Isis. “Si illudono di proteggere i loro interessi”, affermano altre fonti cristiane siriane in Libano che criticano la scelta di rimanere.

      “Ora possono lavorare e rimanere nelle loro case, ma chi gli assicura un futuro?”. Questo, risponde chi è rimasto, è incerto per tutti. “Se moriremo, sarà nella nostra casa”. (Ansa, 4 novembre 2015).”

    • Francesco scrive:

      io avevo capito che per molti soldati dell’ISIS si fa un turno al fronte e poi si torna a casa

      i più volenterosi per far danni quaggiù

      ho capito sbagliato al solito?

      ciao

      • Miguel Martinez scrive:

        “io avevo capito che per molti soldati dell’ISIS si fa un turno al fronte e poi si torna a casa”

        Non credo, anche perché se tornano a casa li aspetta più o meno l’ergastolo. Immagino che qualcuno scappi, e invece qualcun altro torna solo per fare attentati e quindi morire. Anche se francamente le statistiche non ci aiutano molto: per quanto clamorosamente efficace l’attentato di Parigi, si tratta al massimo di dodici esecutori; e non mi risultano altri attentati dell’Isis in “Occidente”.

        • Francesco scrive:

          è che molti giornali, anche non troppo allarmisti, danno per scontato che parecchi FF siano tornati a casa dopo qualche tempo

          speriamo di no

  18. Mauricius Tarvisii scrive:

    Ma sbaglio oppure, nonostante il nutritissimo Putin fan club, l’intervento russo non ha mutato di una virgola la situazione in Siria?

    • Francesco scrive:

      Boh

      ho anche sentito che sul terreno l’ISIS le starebbe prendendo e quindi ha realizzato gli attentati in Turchia, Sinai e Parigi

      ma un generale in pensione che chiarisca almeno queste cose? con le mappe e le bandierine?

      • Miguel Martinez scrive:

        L’ISIS non ha rivendicato la strage di Ankara, e non si può dire che l’Isis non abbia il vizio di rivendicare qualunque cosa.

        • Francesco scrive:

          ho sentito (radio? TV?) che un consigliere di Erdogan li avrebbe accusati di ingratitudine a causa dell’attentato

          anche se io penserei ai soliti ultranazionalisti turchi

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