Una canzone di David Rovics sui fatti di Parigi, nel suo particolare stile narrativo.
Traduzione di Pino Mamet (grazie!)
Milioni di persone dalle colonie
vivevano nelle città lontane
casa di quelli che hanno ucciso la loro terra
che hanno cercato per più di un secolo
di riportare Gesù indietro in Africa
dal Mali all’Algeria
e hanno sparato su chi protestava
li hanno buttati nei fiumi
c’era un sacco di gente che si adattava bene
un sacco di gente che sentiva di aver ricevuto un torto
nelle affolate strade di Parigi
nei sedili di dietro delle auto-pattuglia
nella terra del catechismo
nella terra del secolarismo
dove l’imparato insegnava al novellino
e le macchine a volte prendevano fuoco
prima che la guerra giunse in casa
C’era aumento dei prezzi immobiliari
c’era paura del Califfato
non c’è dubbio di cosa significasse
che LePen prendeva il 25%
Jet da caccia in volo
che illuminavano la notte
si crearono altri nemici
quando gli eserciti dell’Ovest invasero
c’erano frotte di chiacchieroni
che citavano qualcosa che avrebbe detto qualcuno
c’erano vignette blasfeme
che gettavano sale nelle ferite
pc’erano più paesi da attaccare
ora la Siria, ora l’Iraq
combattenti che tornavano
che avevano visto bruciare le città
prima che la guerra giunse in casa
Before the war came home
C’era gente nei caffè
che si incontrava, beveva un “au lait”
c’erano turisti sulla Torre
ragazze che raccoglievano fiori
c’erano musulmani che pregavano
c’erano altri che dicevano
questa è una nazione laica
non c’è spazio per le dimostrazioni religiose
c’era gente che parlava della vampata di ritorno
c’erano attacchi occasionali
c’era molta gente che chiedeva
cosa bolliva in pentola
suonavano le campane di chiesa
e c’erano cellule dormienti di Al-Qaeda
passanti che non avevano idea
di quello che avrebbero fatto quei tizi mascherati
prima che la guerra giunse in casa.
Millions of people from the colonies
Were living in the far-away cities
Home of those who killed their country
Who tried for over a century
To bring Jesus back to Africa
From Mali to Algeria
And they fired into the protesters
Dumped them in the rivers
There were lots of folks getting along
Lots of folks feeling they’d been wronged
In the crowded Paris streets
In the patrol car’s back seats
In the land of the catechism
In the land of secularism
Where the learned taught the learning
Where the cars were sometimes burning
Before the war came home
There was rising real estate
Fear of the Caliphate
No question what it meant
When Le Pen got 25%
Fighter jets in flight
Lighting up the night
More enemies were made
When the armies of the west invaded
There were lots of talking heads
Quoting something someone said
There were blasphemous cartoons
Pouring salt upon the wounds
More countries to attack
Now Syria, now Iraq
Fighters returning
Who had seen the cities burning
Before the war came home
There were people in the cafes
Having meetings, drinking au laits
There were tourists in the tower
There were girls picking flowers
There were Muslims praying
There were others saying
This is a secular nation
No room for religious demonstration
There were people talking about blowback
There were occasional attacks
There were many people asking
What kind of beer was brewing
There were ringing church bells
And Al-Qaeda sleeper cells
Passersby without a clue
What those masked men were about to do
Before the war came home
il mio cazzatometro sta suonando all’impazzata
ho dovuto togliere l’audio e lasciare solo le lucine rosse
un tizio così potrebbe buttarmi tra le braccia della Le Pen (che non è neppure malissimo come prospettiva)
Vabbuò, proviamoci:
Milioni di persone dalle colonie
vivevano nelle città lontane
casa di quelli che hanno ucciso la loro terra
che hanno cercato per più di un secolo
di riportare Gesù indietro in Africa
dal Mali all’Algeria
e hanno sparato su chi protestava
li hanno buttati nei fiumi
c’era un sacco di gente che si adattava bene
un sacco di gente che sentiva di aver ricevuto un torto
nelle affolate strade di Parigi
nei sedili di dietro delle auto-pattuglia
nella terra del catechismo
nella terra del secolarismo
dove chi ha imparato insegnava a chi imparava
( meglio, secondo me, “dove l’imparato insegnava al novellino” )
e le macchine a volte prendevano fuoco
prima che la guerra giunse in casa
C’era aumento dei prezzi immobiliari
c’era paura del Califfato
non c’è dubbio di cosa significasse
che LePen prendeva il 25%
Jet da caccia in volo
che illuminavano la notte
si crearono altri nemici
quando gli eserciti dell’Ovest invasero
c’erano frotte di chiacchieroni
che citavano qualcuno che aveva detto
c’erano vignette blasfeme
che gettavano sale nelle ferite
pc’erano più paesi da attaccare
ora la Siria, ora l’Iraq
combattenti che tornavano
che avevano visto bruciare le città
prima che la guerra giunse in casa
Before the war came home
C’era gente nei caffè
che si incontrava, beveva un “au lait”
c’erano turisti sulla Torre
ragazze che raccoglievano fiori
c’erano musulmani che pregavano
c’erano altri che dicevano
questa è una nazione laica
non c’è spazio per le dimostrazioni religiose
c’era gente che parlava della vampata di ritorno
c’erano attacchi occasionali
c’era molta gente che chiedeva
cosa bolliva in pentola
( nota: in inglese è “che birra si stava fermentando” )
suonavano le campane di chiesa
e c’erano cellule dormienti di Al-Qaeda
passanti che non avevano idea
di quello che avrebbero fatto quei tizi mascherati
prima che la guerra giunse in casa.
Errata corrige:
“frotte di chiacchieroni che citavano qualcosa che aveva detto qualcuno”
vedo altri refusi sparsi ma vabbè..
😉
Occidente per Ovest?
Sì, hai ragione, qui ho volutamente messo Ovest perché suonava più epico, tolkeniano magari, e meno legato alla contingenza, aiutava a dare un respiro universale.
Ovest PIU’ epico?
alle mie orecchie suona l’opposto
🙂
In pura teoria è così come dici, visto che Occidente ha perlomeno una radice latina, colta, mentre Ovest è un mero punto geografico;
però se ci pensi Occidente, occidentale ecc. lo sentiamo dire tutti i giorni, proprio in riferimento al contingente (“la cultura occidentale contrapposta all’Islam”)
mentre Ovest lo si usa appunto solo come indicazione geografica, perciò gli eserciti, anzi, etimologicamente, le armate (armies) dell’Ovest potrebbero essere chiunque, qualche popolo barbaro…
non necessariamente i soliti europei e americani.
Niente male, solo una correzione di consecutio: “prima che la guerra giungesse”, anziché “giunse”. Non suona benissimo, meglio ancora “prima che la guerra arrivasse”. 🙂
Hai ragione, però ahò, ho tradotto di volata al mattino, e che volete??
😀
Ma infatti. 🙂 Lavoriamo di fino: un “au lait” dovrebbe essere l’abbreviazione di “cafè au lait”, il nostro cappuccino.
Sì, l’ho lasciato così perché negli USA si usa abbastanza comunemente così (l’ho trovato scritto in molte grafie fantasiose, persino “cafè olè”) anche se adesso va di moda “latte”.
Non ho idea in Francia… immagino dicano, tutto intero, café au lait, proprio come noi diciamo tutto intero “caffelatte” 😉 e immagino anche, che proprio come noi, non lo bevano agli orari indecenti degli americani;
ma visto che si parla, appunto, di turisti, mi pare che la scena descriva bene gli americani in gita a Parigi, che vanno a ordine un “au lait” col loro accento strascinato….
Mi manca habsburgicus tra i commentatori 🙂
Perché credo che apprezzerebbe il fatto che questo sia uno dei testi più profondi mai scritti sulla Francia.
Da un suonatore di strada ebreo americano antisionista, con un immenso senso della vita.
Rovics non ha certo una voce e un’abilità musicale eccezionale, e i suoi testi sono più saggi che poesia; eppure ha una capacità unica di cogliere le situazioni che racconta.
L’ho vista in una foto
diceva tutto quello che c’era da sapere
è un’immagine che mi insegue ovunque io vada
quando ti guardo negli occhi
posso solo indovinare dove eri
quando osservavi il cielo di Berlino
Gli edifici sono tutti distrutti
come in un rombo silenzioso
le strade sono solo macerie
l’anno è il 1944
semplicemente, non capisco
questo mondo in cui viviamo
mentre osservo il cielo di Berlino
Quando ti guardo in faccia
posso sentire gli urli dei moribondi
e la tristezza del mondo
riflessi nei tuoi occhi azzurri
l’immagine della tua città
schiacciata come una lattina
mentre osserva il cielo di Berlino
Potete parlarmi del blitz
e tutta quella brava gente che è perita
potete dire che stavate combattendo contro il male
potete chiedermi, ma da che parte stai
però tutto ciò che io vedo è l’orrore
una guerra che solo la morte poteva vincere
quando osservo il cielo di Berlino.
ma poi Berlino l’hanno liberata i sovietici, no?
mica si può restare in eterno al 1944, poi viene il 1945!
che è meglio o peggio, direnne Moi?
i termini di paragone sarebbero, di preciso ?
la vita a Berlino nel 1944 e nel 1945, suppongo
ciao
mi spiace toglierti le certezze, carissimo Francesco, ma a Berlino stavano meglio nel 1944 che nel 1945 😀 nonostante i bombardamenti indiscriminati contro i civili almeno le donne non erano stuprate !
questo lo intuivano i tedeschi stessi che sui muri, fra 1944 e 1945, con un raro guizzo di umorismo (raro in terra teutonica)scrivevano “godiamoci la guerra, perché la pace sarà terribile !”
diverso è il discorso, se almeno per West-Berlin, mi dici 1944 e 1948, ancor meglio 1944 e 1949, meglio ancora 1944 e 1954..
allora sì che stavano meglio !
ma non dicevano che era meglio un russo addosso che un americano sopra, proprio parlando di stupri e bombardamenti?
letto in libro quasi filonazista tanto demistificava i buoni della IIGM
arrivo 😀
si, è interessante !
per Habs
Qualcuno ha mai definito meglio ciò che tu chiami “massonismo”?
In the land of secularism
Where the learned taught the learning
Where the cars were sometimes burning
Before the war came home
>> Where the learned taught the learning
non riesco a capire il senso dietro le parole
potete aiutarmi?
Io la ho interpretata come l’immigrato che ha capito come funzia che lo spiega al nuovo arrivato (“guarda, fratello, qui non sta bene se dici che le donne devono stare in casa a fare la calzetta, però lo pensano anche loro…”)
oppure, senza escludere l’altro significato, anche l'”arrivato” che ha capito il sistema, i suoi ingranaggi ecc. e che gli altri prendono a modello.
in effetti è una definizione acuta, in 4 brevi strofe !
Miguel,
ciò che ti accomuna obiettivamente alla sinistra extraparlamentare italiana non è tanto la comune antipatia per gli Stati Uniti quanto il vostro fissarti pressoché solo sul testo dei brani e il vostro pessimo gusto in ambito musicale…
😛 😛 😛
…ma Miguel non credo abbia in antipatia gli Stati Uniti 😉
perlomeno, sicuramente non gli statunitensi 😉
per la musica, io non amo i metalloni fracassoni il che fa di me, nella logica nerd-internettiana, “uno che non capisce niente di musica” 😉 ma devo dire che neanche i cantastorie-schitarroni che piacciono particolarmente…
Certo, intendevo la loro politica e specialmente la loro politica estera. Che poi è quello che contestava e tuttora contesta la sinistra extraparlamentare, a quanto ne so 🙂
Z.
PS: nel magico mondo virtuale sono tutti amanti del metal fracassone? o è semplicemente che tu hai amici di buon gusto? 🙂
Sarà per quello… 😉
I miei gusti sono abbastanza ecclettici…ascolto vari generi musicali e gli unici brani che non riesco a sopportare sono quelli troppo allegri, tipo musica salsa, che mi fanno precipitare in una abissale malinconia. Non sopporto nemmeno le canzoni farcite di retorica, come il rap da mtv tutto pieno di fica, dollari e cadillac, o l’heavy metal fracassone e demoniaco-bifolco.
Incontrano invece la mia sensibilità alcuni artisti, come questo che viene proposto da Miguel, quando partono da un’istantanea scattata sull’attualità e riescono a cogliervi spunti utili a fare riflettere su quanto TUTTO sia collegato, su quanti nessi vi siano tra i personaggi che compongono il quadro e su ciò che potrebbe esserci oltre il quadro.
Grazie.
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Awlay 😉
PS
Un’altra roba tipicamente USAofona 😉 è quel “toadally” 😉 per “totally”con il “tot” pronunciato come il “rospo” … oppure “pardy” per “party” 😉 !
..non so se sia anche quella una roba americana o anche inglese, ma faccio notare anche la pronuncia di -ism (nel video) come fosse quasi “-ìsom”, mentre noi italiani quando parliamo inglese ricalchiamo la pronuncia italiana e facciamo “-izm”.
Un’altra cosa che noto a orecchio è che la pronuncia inglese (o le pronunce inglesi…) sono (spesso) leggermente più conservative in fatto di vocali di quelle statunitense: book non è esattamente “bo-ok”, ma neppure “buk” come diciamo noi, o “buuk” come gli americani, ma in effetti quasi una O lunga molto, molto chiusa… così una “lady” inglese è una “läädi”, se non una “laidi” come mi pare di sentire in certe varianti forse dialettali…
amici residenti negli USA (per un lungo periodo) fecero un buon corso di inglese là (in teoria l’inglese lo sapevano già bene… ma quello “italiano” 😉 ) e l’insegnante gli spiegò che in pratica quasi tutte le vocali non accentate negli USA passano a “shva”, cioè, vocali brevissime indistinte…
da cui la difficoltà di comprensione dei film in lingua originale e delle canzoni, di primo acchito, per i non madrelingua;
ma anche l’infinita possibilità di rime e assonanze (tre quarti del rap è fatto di parole che, scritte, non rimano affatto, e spesso manco si assomigliano… ma la pronuncia le rende simili) che manca alle lingue neo-latine.
“Umanamente” 😉 Alan Friedman mi sta sulle balle … però finisco per assolverlo per la prouncia (ma anche il tono timbro di voce !) “alla Ollio”, molto più marcata di qualunque altra persona madrelingua Inglese che abbia mai ascoltato parlare in Italiano.
Come già accennato e confermato da Roberto, l’ Inglese è una lingua con la caratteristica di avere una pronuncia “personalizzatissima” negli individui.
Cioènelle singole persone PIÙ che nelle singole zone …
la pronuncia di -ism (nel video) come fosse quasi “-ìsom”
[cit.]
Molto simile a quella degli Umarèll che parlano di politica e citano ideologie “alla buona” in dialetto 😉 … almeno a Bologna. 😉
Cavoli, è vero, non ci avevo pensato!
In effetti si avvicina molto alla pronuncia emiliana!
https://www.youtube.com/watch?v=hxRRuyZHl5Q
Crozza su Friedman: perchè affidarci a uno che parla come Ollio?
@ PINO
A proposito di pronunzia Italiana dell’ Inglese … ho visto da certi commenti su Youtube che per i madrelingua Inglese il doppiaggio Italiano di “He-Man” e “She-Ra” in pratica faceva dire “scuola” anziché “teschio” : “Grayskull” divenuto “Grayschool” 😉
In ogni caso, l’eccidio di Charlie Hebdo è una notizia molto buona all’inizio di questo anno. Crea una percezione che gli stronzi globalisti-neocon non sono invulnerabili.
Che cosa era Charlie Hebdo?
Un giornale che serviva da portavoce dell’ideologia dominante, erano vignettisti vicini al regime merdoso di Hollande. C’erano cose che erano “sacre” a loro, come qualcuno ribadì. Hanno ottenuto quello che meritavano.
Onore ai fratelli Kouachi.