Quiet Joys of Brotherhood

Richard George Fariña, cantautore, mezzo cubano e mezzo irlandese, marito di Mimi la dimenticata eppure creativa sorella di Joan Baez. Fariña morì in un incidente a meno di trent’anni.

La sua poesia, Quiet Joys of Brotherhood, fu cantata da Sandy Denny, che morì anche lei giovane – a trentun anni.

Mentre scivolano vie le lievi maree,
lungo la spiaggia del mare salato
i colori si mescolano e si intrecciano
insieme nella sabbia.
E spesso i venti si avvolgono tra di loro
per mandare il loro lontano richiamo,
le quiete gioie della fratellanza,
e l’amore è signore di ogni cosa.

La quercia e l’erba insieme crescono,
sul comune terreno.
La giumenta e lo stallone, chiaro e scuro,
hanno il tuono nel loro suono.
Il segno dell’arcobaleno, il fiore mescolato
ancora possiedono il mio cuore.
Le quiete gioie della fratellanza,
e l’amore è signore di ogni cosa.

Ma è arrivato l’uomo, per arare la marea,
la quercia giace a terra.
Sento il rumore dei loro fuochi nei campi,
hanno catturato lo stallone.
Le rose sanguinano, chiare e scure,
e di rado i venti chiamano.
Le sabbie che scorrono ricordano il tempo
in cui l’amore era signore di ogni cosa.

As gentle tides go rolling by,
Along the salt sea strand
The colours blend and roll as one
Together in the sand.
And often do the winds entwine
To send their distant call,
The quiet joys of brotherhood,
And love is lord of all.

The oak and weed together rise,
Along the common ground.
The mare and stallion, light and dark,
Have thunder in their sound.
The rainbow sign, the blended flower
Still have my heart in thrall.
The quiet joys of brotherhood,
And love is lord of all.

But man has come to plough the tide,
The oak lies on the ground.
I hear their fires in the fields,
They drive the stallion down.
The roses bleed, both light and dark,
The winds do seldom call.
The running sands recall the time
When love was lord of all.

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32 risposte a Quiet Joys of Brotherhood

  1. nic scrive:

    Ancor prima è arrivato il lupo a sbranare la giumenta che branava l’erba mentre della quercia si occupava il castoro. E prima di loro il mamut ed il tiranno rex e prima ancora, durante e dopo, miriadi di insetti, batteri e virus fino a cellule che distruggono cellule.

    Come dice Lars von Trier in Melancholia, la Terra è un pianeta malvagio.

  2. mirkhond scrive:

    E prima ancora lo diceva Mani.

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per Nic

    “Ancor prima è arrivato il lupo a sbranare la giumenta che branava l’erba mentre della quercia si occupava il castoro.”

    Anch’io ho avuto qualche pensiero del genere, ma poi mi ha convinto la voce di Sandy Denny, che come lei no hay dos.

  4. nic scrive:

    Davvero una voce notevole, anche se non é il mio genere.

    Quanto al testo e “l’ambient” sarebbe stato forse più appropriato per la giovane piumata francese neanderthaliana al 99,7% aspirante autistica -pa’ no tener que aguantarse los delirios del nazi-esposo noruego- del divertentissimo post precedente.

    Di Sandy Denny invece scopro da wikipedia
    (http://es.wikipedia.org/wiki/Sandy_Denny) in uno spagnolo da traduzione automatica che:

    Durante su embarazo, ella bebió y tomó cocaína. Linda Thompson le dijo a The Guardian que, poco después del nacimiento de Georgia, Denny “fue estrellarse el coche y dejar al bebé en el pub y todo tipo de cosas “. Thompson también tomó nota de que el niño era prematuro, pero Denny parecía tener poco interés por su nuevo bebé. A finales de marzo de 1978, cuando el marido de Denny, Trevor Lucas estaba en uno de sus “actos de desaparición”, el día de fiesta, Denny cayo por una escalera y se golpeó la cabeza contra el suelo. A raíz del incidente, Denny sufría de dolores de cabeza intensos, un médico le recetó el analgésico Distalgesic, una droga conocida por tener efectos secundarios fatales si se mezcla con alcohol.
    El 1 de abril, Denny realizó un concierto benéfico por última vez en Byfield días después de la caída. Preocupado por el comportamiento errático de su esposa y temiendo por la seguridad de su hija, Trevor Lucas huyó del Reino Unido para Australia su país natal con su hija durante varias semanas después del accidente, dejando a Sandy. El lunes 17 de abril, Denny cayó en un coma mientras está en casa de una amiga. Cuatro días después, ella murió en Wimbledon

    le quiete gioie della fratellanza
    e l’amore è signore di ogni cosa, appunto.

    Negli stessi anni i sex pistols cantavano (o sbraitavano, secondo i gusti) “Never trust a Hippy” (ed anche alla pachamama, aggiungerei io)

  5. Tortuga scrive:

    Scusate, metto qui un OTissimo per Pino

    Pino, tu che sei un esperto:

    I Cohanim sarebbero i sacerdoti?
    Se no, cosa?

    Il Levirato (quello in cui se ti muore il marito primo genito devi trombarti il fratello, e se ancora non hai fatto un figlio nè con quello nè con un altro, quando hai esaurito tutti i fratelli disponibili eventualm. devi trombarti il padre anche se è vecchio e decrepito, purché il primo genito abbia la sua discendenza (che poi non si capisce neanche in che modo sia “sua” se viene dai fratelli o dal padre, ma d’altronde se Onan ci è uscito scemo ci sarà pure un perché) che mizzica è?! 😉
    Cioè, perché ste persone devono fà ste cose?

    • PinoMamet scrive:

      ” I Cohanim sarebbero i sacerdoti?
      Se no, cosa?”

      Sì, sono quello. Ovviamente adesso non hanno niente da fare (tranne ‘na benedizione).

      “Il Levirato (quello in cui se ti muore il marito primo genito devi trombarti il fratello, e se ancora non hai fatto un figlio nè con quello nè con un altro, quando hai esaurito tutti i fratelli disponibili eventualm. devi trombarti il padre anche se è vecchio e decrepito, purché il primo genito abbia la sua discendenza (che poi non si capisce neanche in che modo sia “sua” se viene dai fratelli o dal padre, ma d’altronde se Onan ci è uscito scemo ci sarà pure un perché) che mizzica è?! 😉
      Cioè, perché ste persone devono fà ste cose?”

      Era un istituto pensato per assicurare una discendenza, e probabilmente anche per tutelare i diritti della vedova.
      Nel libro di Rut è spiegato abbastanza bene come funzionava: Rut, straniera rimaste vedova di un emigrato ebreo, accompagna la suocera in Israele e campa malamente di elemosina (spigolando), finché addocchia un tizio ricco che le fa capire che è interessato a lei; il tizio è parente del marito morto di Rut, ma c’è un altro che verrebbe prima di lui nella lista dei possibili “riscattatori” della vedova, allora lui je dice, ti interessa questa qua? sennò la sposo io, quell’altro rinuncia, e il tizio ricco sposa Rut.
      Certo se l’altro non avesse rinunciato credo che Rut sarebbe stata molto meno felice, o forse avrebbe trovato un escamotage per farsi ripudiare…

      credo che non sia più in uso da secoli.

    • PinoMamet scrive:

      Copio da Wikipedia:
      “ere is another provision known as halizah (Deuteronomy 25:9-10), which explains that if a man refuses to carry out this ‘duty,’ the woman must spit in his presence, remove one of his shoes, and the others in the town referring to him as ‘the one without a shoe’. While this provision implies that a brother may opt out of Levirate marriage, there is no provision in the Books of Moses for the widow to do so.

      Later authorities in Jewish law (Talmudic period) strongly discouraged yibbum in favor of haliza.[citation needed] Because there is a general prohibition on a man marrying his brother’s wife (Leviticus 18:16), anytime that a yibbum is not required (for example if the deceased had a child), it is forbidden.”

      l’idea che se un uomo rifiuta di “adempiere il suo dovere” nei confronti della vedova, questa gli sputi davanti (e gli toglie una scarpa per renderlo riconoscibile, forse per esporlo al ludibrio degli altri), mi fa pensare che il levirato doveva servire proprio a mantenere questa, e probabilmente scandalizzava gli antichi Ebrei meno di lasciare la vedova senza risorse.
      Tra parentesi, il primo “riscattatore” nel libro di Rut fa proprio questo: si leva ritualmente un sandalo come segno della sua rinuncia.

      Comunque le autorità a un certo punto (immagino una volta cambiate le condizioni sociali) cominciano a scoraggiare la pratica.

  6. Miguel Martinez scrive:

    Per PinoMamet

    “mi fa pensare che il levirato doveva servire proprio a mantenere questa, e probabilmente scandalizzava gli antichi Ebrei meno di lasciare la vedova senza risorse.”

    Infatti, la cosa non mi scandalizza per nulla, per il semplice fatto che è antropologicamente comprensibile.

    Non credo alle spiegazioni antropologiche per tutto ciò che è religioso, ma qui il meccanismo mi sembra palese.

    Date certe circostanze (che poi sono quelle che in cui siamo vissuti da quando ci siamo distaccati dai bonobo, fino a pochi decenni fa), una donna senza un uomo semplicemente muore, o è ridotta alla prostituzione; e una donna garantisce che il clan abbia discendenza, e che si unisca attorno a tale discendenza.

    Il levirato assicura entrambi.

    Giustamente, non sono esattamente le circostanze di vita del negoziante di orologi pregiati di New York oggi, direte… ma anche il negoziante di orologi pregiati di New York, ebreo ultraortodosso (distinto dal semplice ortodosso), deve affrontare problemi analoghi: una donna cresciuta in quel particolarissimo ambiente, priva di ogni forma di istruzione, con cinque figli, in una società altamente competitiva, che cosa può fare?

    E certamente anche gli affari del negoziante sono legati a una rete di fiducia familiare – spesso sono sistemi “tradizionali” che permettono di fare una vita “moderna”.

    Poi è chiaro che il levirato fallisce la prova del “ti piacerebbe che tua figlia…” 🙂

  7. Tortuga scrive:

    Non so, a me la spiegazione del mantenimento della vedova non mi convince perché – da quello che ho capito, ma devo andare a rileggere con più attenzione –

    a) tutte le vedove del popolo ebreo hanno gli stessi problemi di mantenimento, ma tale obbligo sussuste unicamente per i leviti

    b) allo stesso tempo solo nel caso in cui il “primogenito” non abbia avuto discendenza (cfr. caso del fratello maggiore di Onan che muore senza aver avuto figli) si pone il problema di tale obbligo (cfr sempre caso di Onan).

    c) l’obbligo non è di mantenere la vedova, ma dare una discendenza al primogenito che non lo ha avuto per cui si verifica il caso che chi fa il figlio con la vedova in realtà sta dando una discendenza (sacerdotale) non a se stesso ma al fratello defunto senza figli;

    d) figlio primogenito di figlio primogenito etc. fa Cohanim, cioè sacerdote

    Per questo cercavo di capire più esattamente di cosa si trattasse, ma in verità ho la sensazione di non riuscire a capirci un’H.

    L’ultimo link di questa pagina conduce ad un thread in cui è spiegata la questione onaniana.

    [x Pino: sono i simpatici amici di cui ti parlavo]

    • PinoMamet scrive:

      “a) tutte le vedove del popolo ebreo hanno gli stessi problemi di mantenimento, ma tale obbligo sussuste unicamente per i leviti”

      Per i leviti e basta?? e dove sta scritto?

      “b) allo stesso tempo solo nel caso in cui il “primogenito” non abbia avuto discendenza (cfr. caso del fratello maggiore di Onan che muore senza aver avuto figli) si pone il problema di tale obbligo (cfr sempre caso di Onan).”

      Non mi risulta.
      Copio e incollo: “כִּי-יֵשְׁבוּ אַחִים יַחְדָּו, וּמֵת אַחַד מֵהֶם וּבֵן אֵין-לוֹ. ”
      Abbastanza chiaro, no? 😉
      “ché abitando insieme dei fratelli, e uno muore e non ha figli…” non si parla di primogeniti.

      “c) l’obbligo non è di mantenere la vedova, ma dare una discendenza al primogenito che non lo ha avuto per cui si verifica il caso che chi fa il figlio con la vedova in realtà sta dando una discendenza (sacerdotale) non a se stesso ma al fratello defunto senza figli;”

      sacerdotale, di nuovo, non c’entra nulla… per il resto, l’importanza di avere una discendenza nelle società semitiche è ben nota, e probabilmente si tutelavano così due diritti: quello della vedova di essere mantenuta, e quello del defunto (interpretando la sua volontà da vivo) di avere una discendenza che ne mantenesse il nome e le proprietà.

      “L’ultimo link di questa pagina conduce ad un thread in cui è spiegata la questione onaniana.”

      Mah, mi sembrano dei matti, comunque nel link parlano di masturbazione, non di levirato!

      ciao!

      • Tortuga scrive:

        – mi sembrano dei matti – Pino –

        Confermo!

        – Per i leviti e basta? – Pino –

        Io avevo capito così, probabilmente per questo non mi tornavano i conti.

      • PinoMamet scrive:

        PS
        forse ti confondi per il nome. “Levirato” viene dal latino, non c’entra niente con Levi!
        In ebraico la pratica si chiama yibbum…

        comunque Rut non era manco ebrea, e la vicenda di Tamar avviene molto prima della nascita di Mosè e Aronne, e di conseguenza dell’origine dei leviti 😉
        su Wikipedia in italiano leggo che si collega Tamar ai cohanim, senza altre spiegazioni: nel testo biblico non c’è niente di tutto questo, comunque. O un “wikipediatore” italiano ha fatto la tua stessa confusione, oppure è andato a cercare qualcuno dei midrashim (suppongo senza capirci troppo)…

        ciao!

      • Tortuga scrive:

        – l’importanza di avere una discendenza nelle società semitiche è ben nota, e probabilmente si tutelavano così due diritti: quello della vedova di essere mantenuta, e quello del defunto (interpretando la sua volontà da vivo) di avere una discendenza che ne mantenesse il nome e le proprietà. – Pino –

        Sta cosa della discendenza mi sembra coltivata per in modo veramente ossessivo.

        La vita sulla terra è la risultante di un un insieme di componenti complesse dove l’importanza della discendenza del singolo non mi sembra che sia un fattore così centrale.

        Mi stupisco che non si sia sconfinati nel culto degli antenati: l’ossessione per la discendenza e culto degli antenati andrebbero bene a braccetto insieme.

  8. Miguel Martinez scrive:

    Per Tortuga

    “Sta cosa della discendenza mi sembra coltivata per in modo veramente ossessivo.”

    Ma credo che il problema stia nella separazione in compartimenti stagno caratteristica della cultura in cui viviamo.

    Se mettiamo da parte le etichette (“diritto”, “religione”, “politica”, ecc.) e guardiamo al complesso del dispositivo in cui siamo immersi, direi che c’è un’ossessione con la proprietà e con i documenti che l’accompagnano che è altrettanto bizzarra.

    • maria scrive:

      Se mettiamo da parte le etichette (“diritto”, “religione”, “politica”, ecc.) e guardiamo al complesso del dispositivo in cui siamo immersi, direi che c’è un’ossessione con la proprietà e con i documenti che l’accompagnano che è altrettanto bizzarra

      maria
      a parte la cura dei figli il matrimonio, per esempio, serve moltissimo a conservare e trasmettere appunto il
      patrimonio attraverso le generazioni, e del resto quanta gente si sposa in extremis per continuare a godere dei benefici dei beni posseduti dai singoli che formano una coppia?

    • PinoMamet scrive:

      Sono d’accordo con entrambi (e in realtà anche con Tortuga).
      Sì, nella Bibbia c’è una certa insistenza sul tema dei discendenti: a chi ascolta le sue parole Dio promette una discendenza numerosa, a chi non le ascolta promette che estinguerà la sua discendenza; oppure per esempio tutte le genealogie che si trovano
      (anche nei Vangeli: penso che un arabo, un beduino specialmente, leggendo le genealogie di Gesù, non ci vedrà nulla di strano, mentre mi immagino il lettore greco o romano che si grattava la testa chiedendosi “perché caspita mi scrivete questo elenco di nomi, cosa mi sta a significare?” 😉 )
      e così via, fino appunto al levirato.

      ma guardiamo noi: non abbiamo ossessioni altrettanto, come dire, ossessionanti? E Tortuga, da brava buddhista, dovrebbe notarlo 😉

      Pensiamo alla mole di carta che producono in Italia quotidianamente divorzi, fallimenti, separazioni, liti condominiali, fatture, assegni protestati… in cui spesso chi “vince” non è affatto la persona che in effetti, umanamente, avrebbe ragione, ma quello che dispone dello Z. migliore 😉 o è in grado di trovare la piccola scappatoia di solito procedurale che lo mette al sicuro…

      oppure pensiamo all’ossessione di altri secoli per la nobiltà (quando Goldoni la metteva finalmente in ridicolo, c’erano altri letterati che scrivevano recensioni scandalizzate “dove andremo a finire…”)

      ciao!

  9. Tortuga scrive:

    Sai cosa mi lascia perplessa?
    Ci sono tante etnie e tanti popoli che non sono stati lì a farsi problemi mastodontici in merito a massimizzazione dello sforzo riproduttivo (tipo circoncisione, non dispersione del seme ed altre meraviglie), moltiplicazione, filiazione, discendenza, eppure non si sono estinti, sono sopravvisuti, se non sono numerosi sono ben piazzati.
    Insomma ci sono cose che avvengono spontaneamente, da sole, e dove l’intervento umano si rivela spesso alquanto insignificante.
    Peraltro forse popoli ed etnie si estinguono (se veramente si estinguono) per altri motivi, credo.

    • PinoMamet scrive:

      Beh, mentre cercavosu Wikipedia a proposito del levirato, vedo che è una roba diffusa, in vari modi e gradazioni, presso diversi popoli, in effetti.
      (copio e incollo dalla lista di Wikipedia inglese:
      # 2 Judaism
      # 3 Islam
      # 4 Asia

      * 4.1 Scythia
      * 4.2 Central Asia and Xiongnu
      * 4.3 Kirghiz
      * 4.4 Indonesia
      * 4.5 India

      # 5 Africa

      * 5.1 Somalia
      * 5.2 Cameroon
      * 5.3 Nigeria
      * 5.4 Kenya
      * 5.5 South Africa
      * 5.6 South Sudan
      * 5.7 Zimbabwe

      # 6 Europe

      * 6.1 England)

      altre culture hanno sviluppato strategie diverse (ricopio e riincollo:
      ” * Avunculism, a cultural custom in which a maternal uncle demonstrates some institutionalised interest in his sister’s offspring and may take on many of the responsibilities typically associated with fatherhood; this is a role, for instance, among American Indian peoples who have matrilineal cultures.
      * Fraternal polyandry, a marriage of two or more brothers and one woman
      [… ]
      * Posthumous marriage, a marriage in which at least one party is dead
      * Sororate marriage, a marriage of two or more sisters and one man
      * Widow inheritance, a modern form of levirate marriage”
      e probabilmente molte altre non linkate perché non direttamente collegabili all’idea del levirato…)

      ciao!

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per Tortuga

    “Ci sono tante etnie e tanti popoli che non sono stati lì a farsi problemi mastodontici in merito a massimizzazione dello sforzo riproduttivo”

    Non lo so. Mi sembra che ogni volta che esplori un po’ una cultura, trovi che queste faccende diventano assolutamente centrali.

    L’unica cultura “non occidentale” che io conosco un po’ direttamente, quella geograficamente molto occidentale dei Rom, è tutta centrata su queste cose: parentela, verginità, casta cui si concede la sposa (ovviamente non a un gagiò), stato di purità/impurità, ruoli che cambiano secondo lo stato riproduttivo (ad esempio con le donne, vergine-sposa-madre-nuora).

    Anzi, è un sistema talmente rigoroso che la “religione” nel senso comune ci scivola sopra, le regole di fondo sono simili tra Rom cristiani e musulmani (“che bello, gli zingari non sono fanatici religiosi!”, dice qualcuno…).

    I vari tipi di tribunali dei Rom (come i kris balcanici) non giudicano in realtà “colpa” o “innocenza”, ma purità/impurità dell’imputato: è impuro ugualmente il ladro e colui che, senza aver fatto nulla di male, è stato però maledetto da una donna che ha alzato la gonna in sua presenza. E l’impuro deve essere bandito, per garantire che la comunità resti incontaminata.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Che poi prima di gridare “aiuto!” all’UAAR, è bene ricordare che il dispositivo che regola la vita dei Rom non ha alle spalle alcuna casta sacerdotale, alcun libro (sacro o non), alcuna teologia…

    Ma è quel dispositivo, con tutta la sua carica discutibile, che distingue radicalmente lo zingaro dal barbone, di cui condivide le condizioni minime apparenti di esistenza.

  12. Tortuga scrive:

    – Non lo so. Mi sembra che ogni volta che esplori un po’ una cultura, trovi che queste faccende diventano assolutamente centrali. – Miguel –

    Non dico di no. In un gruppo, in un clan, in una tribù si stabiliscono subito comportamenti e regole per la sua sopravvivenza, in modo quasi automatico.

    Anche il nostro corpo mette in atto meccanismi per la sua sopravvivenza, spesso del tutto a nostra insaputa, senza alcun intervento ragionato della nostra coscienza.

    Porto un esempio: un giorno incontro un signore che conosco sano come un pesce da diversi anni, un amico di infanzia di mio marito.
    Mi racconta di essere uscito dall’ospedale e di aver avuto un ictus.
    Cosa era successo esattamene:
    l’uomo era, appunto, sano come un pesce ma sotto stress, e con tutti i sintomi dello stress, comprese palpitazioni e vampate (sintomi condivisi da diverse patologie, compresa la menopausa 😀 ). Ad un certo punto gli viene in mente di provarsi la pressione, di trovarla alta, di volerla – con la complicità della diffusa superficialità con cui i medici trattano le questioni – ricollegare al suo malessere, e di iniziare a prendere un farmaco ipotensivo per abbassarla … ed è subito ictus.
    Ricoverato fa una tac e una risonanza ed emerge che il signore ha una malfomazione congenita: il vaso che porta il sangue al cervello, superata la zona cervicale forma un gomito a doppia s. Affinchè il sangue superi questo ostacolo per poter raggiungere il cervello ha bisogno di più pressione.
    Così i medici spiegano al signore che lui ha sempre avuto questa malformazione congenita e nonostante ciò ci è arrivato a 50 anni perché l’organismo ha sempre sopperito producendo una pressione arteriosa superiore (il signore ha sempre avuto la pressione più alta di un normale individuo, per lui perfettamente funzionale, senza avere alcun disturbo da ciò): nel momento in cui ha assunto un ipotensivo il sangue non è più riuscito ad affluire come doveva, a superare il gomito, ed ha avuto l’ictus (per fortuna poi si è ripreso bene).
    E’ una dimostrazione che le cose spesso avvengono e vanno nella direzione più auspicabile senza, anzi proprio “quando” la mente dell’uomo non interviene.

    Ma un conto è che queste cose semplicemente esistano, un conto è che diventino una ossessione.

    Non so, pure gli indiani d’america avranno avuto le loro regole, eppure le cose non sono andate benissimo per loro. Di sicuro non perché erano brutti, rossi e cattivi o perché non avevano e non rispettavano delle regole degne, ma forse perché nella sopravvivenza di un gruppo, di un clan, di una tribù o di un popolo entrano in gioco altri fattori.

    Se guardiamo in prospettiva è probabile che tutti i popoli siano destinati all’estinzione, ad una trasformazione del modo di concepirsi in quanto tali … penso agli gli arabi, per esempio che tutto sommato mi sembra che nel corso della storia abbiamo spesso sposato molto volentieri anche fuori dal proprio clan o dalla propria etnia, e non solo loro (naturalmente, per carità, sempre solo i maschi 😉 e, magari, l’avranno fatto anche con spirito di conquista ma, tutto sommato è un comportamento alquanto evoluto rispetto, ad esempio, all’ebreo che deve sposare solo l’ebrea.)

    Poi, non so della estinzione dei popoli.
    Noi diciamo che vi sono dei popoli che si sono estinti, ed ogni tanto si portano delle tesi sulle ragioni. Estinti spesso vuol dire che non riusciamo più a parlarne perché non siamo più riusciti a tracciarli.
    Per toccarne uno vicino, diciamo che gli etruschi non esistono più … ma io sono sicura di conoscere un etrusco.
    In alcune zone del nord lazio esistono tutt’oggi paesi e genti che conservano i tratti caratteristici di quella popolazione e fanno i contadini su quelle terre ed è una etnia che si distingue chiaramente dalle altre per i tratti somatici.

    Quindi boh, non è che i popoli non circoncisi, per esempio, o quelli nei quali non è stata altrettanto condannata la masturbazione, o che hanno osservato regole relativamente diverse.
    In compenso gli ebrei hanno avuto un sacco di problemi perché di solito se qualcuno va in giro a dire di essere stato scelto da dio è probabile che qualche problemino lo abbia.

    In sostanza fra i fattori che incidono sulla sopravvienza di un popolo quelli dell’ambito sessuale-matrimoniale sembrano avere una rilevanza piuttosto relativa rispetto ad altre condizioni.

    • PinoMamet scrive:

      Tortuga, però il fatto che un popolo si dia delle regole che mirano (si presuppone) al suo mantenimento, non significa anche che quelle regole funzionino 😉
      di solito funzionano (altrimenti sarebbero state cambiate prima: accà nisciuno è ffesso 😉 ) finché il contesto non cambia radicalmente.

      I vari popoli nativi americani avevano regole che funzionavano, per loro, nel loro contesto; poi arrivano i bianchi con le armi da fuoco, l’alcol e l’influenza, e buona notte al secchio.
      (e anche le loro religioni cambiano: in pochi decenni dopo la colonizzazione dell’Ovest statunitense molti popoli, diversissimi tra loro, abbandonano le religioni precedenti e si uniscono nel movimento messianico/millenaristico della Ghost Dance, che recuperava certamente elementi nativi ma in una chiave completamente nuova…)

      PS
      Comunque gli etruschi veri stanno in Emilia, ne sono sempre più convinto. Non fare come Mirkhond: vieni a dare un’occhiata 😉
      e parlo anche dal punto di vista archeologico!

  13. mirkhond scrive:

    Se stiamo alle indagini genetiche, il tipo etruscoide più “puro” dovrebbe trovarsi nella Toscana meridionale, nell’area di Murlo presso Siena.
    Comunque Tortuga non dice una cosa sbagliata sulle tipologie etruscoidi della Tuscia/Patrimonio di San Pietro tra il Cimino e Acquapendente, in quanto anche studi fatti più di vent’anni fa, lo appoggerebbero, vedasi uno speciale di Piero Angela del 1992….
    Sull’Emilia, ho sempre pensato che vi prevalesse un sostrato celtico o piuttosto celto-ligure, data l’appartenenza dell’Emilia all’area del Mì.
    Ma questo prima di meravigliarmi delle conoscenze di Pino ;)……
    ciao!

    • PinoMamet scrive:

      In realtà da queste parti stando alle fonti antiche si sono succeduti/mescolati:
      Liguri, Umbri, Etruschi e Galli
      (poi i Romani, ovviamente).

      Degli Umbri qua in realtà non si è trovato niente, che io sappia. Di Liguri, Etruschi e Galli sì.
      (Un altro recentissimo ritrovamento etrusco lo avevo linkato qua non molto tempo fa).
      Tutto fa pensare che questi tre (o quattro?) popoli, che avevano finito per scambiarsi la cultura materiale, vivessero sostanzialmente insieme, invece di essersi sterminati a vicenda (vedasi l’esempio bolognese della necropoli di Montesole; lì i Liguri non c’erano ma vabbè).

      Ipotizzo che si fossero mescolati a uno strato ancora più antico, quelli che una volta si chiamavano (non so se si usi ancora) “i terramaricoli”, a meno che questi non fossero legati proprio alla civiltà villanoviana… vallo a sapè 😉
      e insomma, a parte i Liguri sull’Appennino/Preappennino, e i Boi a est del torrente Taro (che ricordo nuovamente, segna tutt’ora un confine dialettale) nella pianura “sotto” di me e forse nei primi colli, sarebbero dovuti abitare, stando alle fonti antiche, questi Anamares che non si sa bene cosa fossero: si dice Liguri, come i Marici: ecco da dove Sizzi aveva strologato il nome “Marizia”! Ma di nuovo, vallo a sapè… io credo fermamente, ma senza fonti, in un popolo di origine mista, che parlava una specie di patois celto-ligure con qualche bel prestito etrusco (magari religioso) o forse qualche lontana influenza di sostrato.. e il tempo mi darà ragione 😀

      quanto alle tipologie fisiche, l’EmiliaRomagna, come ti dicevo, la metto nelle zone sostanzialmente inclassificabili. Troppa diversità di tipi già in partenza, troppa emigrazione/immigrazione da e per Liguria e Toscana e Lombardia (e Corisca, anche!) in tempi antichi, medi, recenti e recentissimi, troppa gente comunque di origine varia, e anche a voler considerare questi gli “emiliani puri”, comunque questi emiliani puri sono non dico rari ma manco frequentissimi (parli con uno, e salta fuori che ha il nonno di Reggio Calabria…);
      e insomma, in generale, troppe facce diverse. 😀

      ciao!

  14. mirkhond scrive:

    Però debbo anche constatare che se etruscoide è una variante del tipo armenoide, quest’ultimo è più diffuso in Toscana che nel Viterbese/Tuscia/Patrimonio di San Pietro.
    Stando almeno ai tipi somatici che ho visto quando mi recai lì 17 anni fa…..

    • Moi scrive:

      Ancora con ‘sta cazzata dei tipi somatici in una popolazione così mischiata e che lo è sempre più e più sempre lo sarà ?

  15. mirkhond scrive:

    C’è gente che attraverso la genetica, ci va di nuovo dietro a queste cazzate.
    Purtroppo….

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