Maya, papere e nuvole

Siamo nel 2012, un anno che entrerà nella storia per qualcosa che non è ancora successo, cioè la fine del tredicesimo bak’tun del calendario Maya, un evento noto persino a un sorridente copione e ruffiano come Roberto Giacobbo.

L’Associazione Italiana Studi Iberoamericani (AISI), che riunisce docenti universitari e studiosi, in collaborazione con l’Università di Milano, ha tenuto la scorsa settimana un convegno ispirato proprio a questo tema, a Palazzo Feltrinelli a Gargnano, sul Lago di Garda.

Palazzo Feltrinelli (c’è pure una Piazza Feltrinelli, una Villa Feltrinelli e un monumento dedicato semplicemente “A Feltrinelli“), oggi è a disposizione dell’università di Milano, ma fu la residenza di Mussolini, che volle evidentemente tenersi a qualche chilometro di distanza dagli intrighi di Salò.

Le organizzatrici del convegno, che dormivano nell’ala dove aveva vissuto il Duce, si sono divertite a raccontarci degli scricchiolii che sentivano di notte. Non ho sentito gli scricchiolii, in compenso ho potuto ammirare il cielo e diverse coppie di papere molte dignitose che si sentivano giustamente a casa loro.


Ero stato invitato a svolgere una relazione sulla mistificazione delle Americhe.

Molto in breve, la faccenda della presunta “Profezia Maya”  costituisce forse la più massiccia e veloce convergenza di immaginari mai verificatasi; ed è la prima narrazione apocalittica non cristiana a conquistare il mondo che convenzionalmente definiamo “occidentale”.

La prima convergenza è tra immaginari spiritualisti da una parte, e il dispositivo mediatico e turistico planetario, che trasforma continuamente le fantasie di redenzione cosmica in uno spettacolare gemello della pubblicità commerciale.

Ma anche ciò che definiamo spiritualismo contiene in sé i rottami di tutti gli immaginari degli ultimi secoli: ermetismo, fantascienza, pseudo-archeologia, millenarismo cattolico ed evangelico, il culto terapeutico di massa, sostanze psicotrope, proiezioni terzomondiste, ecologismo, esaltazione tecno-ufologica, spiritismo (la prima grande moda statunitense a sconvolgere il resto del mondo) – davvero troppo per parlare semplicemente di New Age.

Questo, nel contesto di un continente tutto da spiegare, prima per i propri scopritori e poi nel momento in cui i loro discendenti hanno cercato di darsi un’identità – nella Profezia dei Maya troviamo echi di fantasie rinascimentali sulle tribù disperse d’Israele, di fantasie massoniche sull’origine degli Egizi, di fantasie del nazionalismo messicano sull’elezione della raza cósmica.

Però rielaborato per tempi in cui gli individui solitari si confrontano con i propri terapeuti/imprenditori, in una dimensione senza storia.

Infatti è interessante notare come da ciò sia sorta in Messico una schiera di persone, che quando visitano l’Europa, si presentano come sciamani Maya, mentre in patria si presentano come psicoterapeuti e discepoli di organizzazioni post-teosofiche nate in Europa.

Ma il convegno è stato anche un’occasione per ascoltare e imparare una gran quantità di cose.

Da Antonio Aimi, che da una vita compie ricerche antropologiche e archeologiche nelle Americhe, e con cui da tempo riflettiamo sullo sviluppo degli immaginari centrati sulle Americhe, nonché sull’improvvisa esplosione di follia planetaria riguardo a un argomento fino a qualche anno fa riserva di pochi ignorati specialisti.

Da Erik Boot, olandese, membro del minuscolo clan di persone in grado di leggere le iscrizioni Maya, che in una vita avventurosa ha sviluppato un notevole senso dell’umorismo e una capacità altrettanto notevole di rendere comprensibili argomenti difficili.

Da Michela Craveri, che ci ha raccontato della sua esperienza tra i Maya Quiché e delle funzioni che ha oggi l’antico calendario.

Da Adriano Gaspani, che ha affrontato le argomentazioni astronomiche dei credenti nella presunta “Profezia” dei Maya.

Il 2012 è stato anche un pretesto per parlare più in generale del rapporto tra Apocalipsis e cultura latinoamericana: tra le relazioni a cui ho potuto assistere, mi hanno colpito quelle di:

Ana María González Luna, sulla letteratura della Cristiada (nonchè una quantità di aneddoti e notizie in privato sul Messico);

Irina Bajini sulla negritud in Brasile (ma non rende l’idea della sua fantasia e inventiva);

Davide Bigalli che ha raccontato la fantastica vicenda di Francisco de la Cruz, su cui spero di ritornare un giorno, con una capacità insolita di cogliere dall’interno il senso della storia;

Massimo De Giuseppe sullo scontro tra il regime del tremendo Tomás Garrido Canabal, il latifondista ateo, nel Tabasco messicano e le popolazioni autoctone negli anni Venti/Trenta;

Camilla Cattarulla sull’ispirazione teosofica dello scrittore argentino Leopoldo Lugones.

I nomi (cui aggiungerei quelli di Emilia Perassi e Laura Scarabelli, che hanno messo in piedi con grande bravura tutto l’evento) li cito, perché è bene ricordare sempre che non esiste pensiero che non sia sostenuto da una vita reale.

Anzi, vite reali di persone curiose e innamorate dei temi di cui si occupano. A volte, i relatori mi ricordavano quei bambini che ancora si pongono incessanti domande su temi splendidamente inutili, almeno secondo i criteri dominanti.

Viaggiano in luoghi remoti senza dedicarsi allo spionaggio, scoprono cose che non si possono vendere, scrivono libri che non diventeranno mai famosi, e sorridono pure.

Fa piacere sapere che esiste ancora uno spazio in cui ciò sia possibile, anche se temo che diventerà sempre più piccolo.

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73 risposte a Maya, papere e nuvole

  1. une tortue scrive:

    “La prima convergenza è tra immaginari spiritualisti da una parte, e il dispositivo mediatico e turistico planetario, che trasforma continuamente le fantasie di redenzione cosmica in uno spettacolare gemello della pubblicità commerciale.”

    Mi è piaciuta molto la lettura di questo brano.
    Soprattutto in tre punti uno dei quali è questo.
    Mi ricorda un momento della mia gioventù in cui ho avuto occasione di sperimentare intensamente vita di paese.
    Le occasioni in cui si verificavano fenomeni stravaganti di fantasia collettiva potevano essere diverse.
    Un esempio per tutti era quando nasceva l’intenzione di qualcuno di acquistare o vendere un bene, particolarmente un terreno.
    Immantinente, al solo sospetto, venivano rispolverate favole incredibili sul luogo e/o i suoi proprietari, potevano spaziare dalla testimonianza del rabdomante (non ha trovato l’acqua e io glielo avevo detto), da quella del tombarolo (in questo caso si avevano favole etrusche), a quella dei vicini del vicino (in questo caso si poteva sospettare che fosse un lupo mannaro), e così proseguiva il tam tam. A volte erano lo stesso venditore o compratore a dare il via al ricordo dei miti legati a ciascun luogo o persona, e nessuno della collettività si sottraeva al proprio compito di fare tam-tam. Sta di fatto che un compratore e un venditore in qualche modo si incontravano, poi naturalmente iniziavano le favole sul perché non si erano messi d’accordo e se c’era qualche vicino che “l’ha saputo? e come l’ha saputo?” e via così.
    In qualcuno l’illusione di poter pilotare l’evento, in molti il desiderio di – comunque – rimanere informati. Alla fine sempre qualcosa succedeva e poi non se ne parlava più, ma restava, nel sostrato culturale il ricordo sia delle vecchie favole, sia delle nuove.
    Qualcuno dei vecchi paesani esperti di favole potrebbe ricordarmi ancora senza difficoltà qualcuna di queste storie, ma prima facendo rigorosamente lo smemorato: “quale? che diceva?”. A seconda di come parlo lui ha già capito e improvvisamente ricorda e completa il racconto, secondo di come gli interessa, con un sorriso sotto i baffi e guardandomi magari un po’ in tralice.
    Certamente molti miti religioso/spirituali nuovi e vecchi sono un rodato sistema pubblicitario, forse, chissà, meno costoso e più potente, dell’acquisto diretto di uno spazio mediatico, nel quale – comunque – qualcosa bisogna pur raccontare e quindi una favola va comunque in qualche modo rispolverata.
    “C’è grosso crisi” direbbe “Quelo”.

  2. Rock & Troll scrive:

    Come si guadagna da vivere tutta questa gente?
    Grazie a prebende statali estorte a chi lavora e produce veramente?

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per Rock & Troll

    “Come si guadagna da vivere tutta questa gente?
    Grazie a prebende statali estorte a chi lavora e produce veramente?”

    Esatto, come Michelangelo.

    Poi so che tu la pensi come Pol Pot.

    • Francesco scrive:

      Michelangelo otteneva dei contratti per fare qualcosa, dai legittimi governi o dai privati.

      R&T allude ad altro, mi pare.

      Non che capisca perchè allude o perchè queste persone dovrebbero essere nullafacenti stipendiati dalla collettività. Non mi sento di escluderlo ma non vedo quali indizi di colpevolezza ci siano.

      Nessuno fa Mastella di cognome, per iniziare.

      🙂

  4. Miguel Martinez scrive:

    per Une Tortue

    “Mi ricorda un momento della mia gioventù in cui ho avuto occasione di sperimentare intensamente vita di paese.”

    🙂

  5. habsburgicus scrive:

    sullo scontro tra il regime del tremendo Tomás Garrido Canabal, il latifondista ateo, nel Tabasco messicano e le popolazioni autoctone negli anni Venti/Trenta

    questo confermerebbe le asserzioni di coloro che hanno evidenziato che l’ultra-giacobinismo anticleriale messicano era l’ideologia di ricchi, di possidenti, di borghesi sazi che volevano essere “europei” e assolutamente NON quella del popolo vero, spesso indio o comunque mestizo con poco sangue spagnolo nelle vene, che restava tenacemente fedele al Cattolicesimo (interpretato magari a proprio modo) e si sollevò contro il crudele e settario Plutarco Elías Calles (1924-1928) e i suoi scherani, restati inluenti sino al 1934…lo stesso, a ben guardare, fu vero per tutto il “liberalismo” messicano fin dai tempi degli ormai dimenticati Guadalupe Victoria (1° pres. messicano, 1824-1829…in realtà non anticlericale, bisogna ammetterlo) e Valentín Gómez Farías negli anni 1830′..lo stesso Benito Juárez, per quanto indio di etnia, era l’uomo delle élites criollas e mestizas (e fu sempre vergognosamente servile verso gli USA..anche se questo pochi messicani osano dirlo apertis verbis, neppure oggi :D)….se le cose stanno effettivamente così (e io credo di sì, almeno in parte) tutta le opere della vulgata marxista-“ortodossa” sulla storia messicana sono da usare, al più, come carta igienica, altre funzioni socialmente utili non ne vedo 😀
    ciao a tutti

    • habsburgicus scrive:

      P.S
      quanto ho appena scritto, specialmente nel XX secolo, pare sia stato particolarmente vero per l’antico Anáhuac (Messico centrale) e per il Messico del sus (fra cui appunto il Tabasco), meno per il Messico del nord (e per la costa vicino a Vera Cruz)…potrei sbagliarmi

  6. Miguel Martinez scrive:

    Per Habsburgicus

    “NON quella del popolo vero, spesso indio o comunque mestizo con poco sangue spagnolo nelle vene, che restava tenacemente fedele al Cattolicesimo (interpretato magari a proprio modo) “

    Sostanzialmente, è così, però quell'”interpretato magari a proprio modo” è importante: nel Jalisco e nell’Ovest, c’era una cultura sacramentale, dove l’edificio della chiesa era di fondamentale importanza; nel Tabasco, le comunità indigene tenevano a distanza il clero.

    Quindi, la chiusura delle chiese nel Jalisco ha portato alla rivolta della Cristiada.

    Nel Tabasco, invece, le resistenze militari sono state minime, e la scomparsa del clero (un solo prete, per giunta alcolista, in clandestinità in tutto lo Stato, come ricorda un notevole romanzo di Graham Greene), non ha preoccupato molto i nativi; invece hanno fatto cose incredibili per nascondere e proteggere le immagini sacre, tra cui la Madonna di Cupilco, isola di commercianti nahua in mezzo ai maya.

    Il rigetto della modernizzazione è stata certamente universale, ma ha assunto forme assai varie.

    • mirkhond scrive:

      Vittorio Messori, parlando delle Cristiade messicane (lui cita anche quella contro Juarez del 1857-1861), afferma che sono avvenute negli altipiani centro-meridionali del Messico, cioè proprio nelle zone “azteche” precolombiane, mentre i Sin Dios erano prevalentemente del Nord del Messico, dove a suo dire, il Cattolicesimo era penetrato più tardi, precedendo o al seguito dell’avanzata delle truppe e dell’amministrazione della Nuova Spagna nei secoli XVII-XVIII, e poi avrebbe ricevuto un colpo dalla soppressione dei Gesuiti nel 1767.
      Questa analisi ha un fondo di verità o si tratta di un fraintendimento di Messori?
      Ricordo infine un film, I Cannoni di San Sebastian del 1968 con Anthony Quinn e attori quasi tutti messicani e ambientato e girato proprio in Messico, che mostra appunto la resistenza degli Yaqui e di altre popolazioni indigene settentrionali, all’avanzata del Cattolicesimo (e della dominazione spagnola) intorno al 1750…

    • mirkhond scrive:

      nel Tabasco, le comunità indigene tenevano a distanza il clero.

      Quindi c’era (c’è?) un Cattolicesimo messicano privo di sacramenti, come per la branca Bezpopovci (senza preti) dei Raskolniki russi?

  7. Pietro scrive:

    Paragonare Rock & Troll a Pol Pot e’ alquanto riduttivo… per Pol Pot!
    Ma seriamente, quel nick e’ talmente stereotipato e prevedibile che non puo’ che essere qualcuno che finge di pensare quello che il nick dice, immaginando cosa penserebbe uno che la pensa come Rock & Troll…

  8. mirkhond scrive:

    “Anzi, vite reali di persone curiose e innamorate dei temi di cui si occupano. A volte, i relatori mi ricordavano quei bambini che ancora si pongono incessanti domande su temi splendidamente inutili, almeno secondo i criteri dominanti.

    Viaggiano in luoghi remoti senza dedicarsi allo spionaggio, scoprono cose che non si possono vendere, scrivono libri che non diventeranno mai famosi, e sorridono pure.

    Fa piacere sapere che esiste ancora uno spazio in cui ciò sia possibile, anche se temo che diventerà sempre più piccolo.”

    Anch’io concordo sul fatto che indagare sui misteri del Creato senza pensare alle asfissianti logiche imprenditoriali dei nostri tempi, sia tutt’altro che un vivere sprecato, ma al contrario una ricchezza infinita che da molto a chi se ne occupa, anche al prezzo di una vita di solitudine e d’incomprensione da parte di chi ama e crede solo nel denaro….

    • une tortue scrive:

      “bambini che ancora si pongono incessanti domande su temi splendidamente inutili”

      E questa era la seconda frase che mi era piaciuta tanto.
      Oggi come oggi, non abbiamo più molti bisogni materiali.
      Il mito che ci si debba guadagnare la vita con il sudore del lavoro intenso non è più sostenibile, perché si traduce in produzione inutile.
      Voglio dire, l’altro giorno sono stata costretta a comprare del pepe intrappolato in un contenitore di vetro con allegato tappo macinino, che si romperà prima che finisca il pepe, che non riuscirò a recuperare se non provando a rompere il tappo e probabilmente facendomi anche male. Ma io ho un bellissimo macinino da pepe in legno del mio bisnonno! cribbio! (come scrive sempre Rit).
      Pago il vetro, il tappo macinino allegato, lo smaltimento del tutto, e qualcuno è costretto a produrlo per guardagnarsi da vivere, spendendo parte del suo denaro per andare a lavorare.
      Ti mando la metà dei soldi e te ne stai felice a casa tua, ma non mi romper le balle costringendomi a comprare il macinino di plastica!
      In teoria si potrebbe vivere tutti lavorando molto poco.
      Ma a questo punto si pone il problema di tenere occupata la gente e la testa della gente. Se stai studiando non puoi contemporaneamente essere in giro a far danni, perciò studiare cose inutili diventa utile, anche se penso che ci sarebbero cose più utili da studiare, tipo come far si che le persone si amino di più (vabbé questa è na cosa mielosa e proprio da femmina 🙂 ).
      A me però non spiacerebbe che si potesse fare un po’ più tutti quanti gli studiosi, anche di cose inutili, ma part time, e il resante time magari anche gli spazzini (per dire un mestiere socialmente utile a caso).
      Un po’ di redistribuzione anche della ricchezza “tempo” e “coltivazione della propria mente”, insomma.

      • paniscus scrive:

        “Voglio dire, l’altro giorno sono stata costretta a comprare del pepe intrappolato in un contenitore di vetro con allegato tappo macinino, che si romperà prima che finisca il pepe, che non riuscirò a recuperare se non provando a rompere il tappo e probabilmente facendomi anche male. ”
        ——————————————–

        A me è successa la stessa identica cosa con la noce moscata. Il vasetto di vetro col macinino usa e getta che, oltre una certa durata dell’uso, si ingolfa di polvere e briciole, e che non macina più nulla (e che ovviamente non si può aprire per ripulirlo), per cui, i casi sono due:

        – o butti via la metà del contenuto ancora potenzialmente utilizzabile;

        – oppure spacchi il vetro rischiando di farti male, o comunque di riempire il contenuto di schegge rendendolo inutilizzabile lo stesso.

        Da allora, o si compra la polvere già macinata, oppure si comprano le nocette intere e si grattugiano a mano!

        Lisa

        • une tortue scrive:

          Già, ma le cattivissime leggi del mercato a volte non te le fanno trovare le noci moscate e i grani di pepe sfusi, soprattutto quando vivi in una zona dormitorio dove è stato programmato che possa esistere solo il supermarket.
          Fra l’altro sono piena di grattugine mignon per noci moscate.
          E vogliamo parlare del vetro? Cosa ci dobbiamo fare con tutti quei vetri (o plastiche)? Rimpiango i buoni vecchi sacchetti di carta del droghiere.
          Tralasciamo le opinabilissime date di scadenza su certi prodotti: io uso ancora chiodi di garofano di 10 anni fa ancora perfettamente integri.
          E qui cadiamo nel regno delle cose utili da studiare. Conservo libri bellissimi per conoscere, produrre e conservare spezie e alimenti ed altri con innumervoli espedienti per risolvere problemi di vita quotidiana come, che sò, smacchiare la ruggine senza comprare prodotti nocivi, fare il sapone in casa, allontanare le formiche in modo economico senza usare prodotti chimici, etc. etc. etc.

        • PinoMamet scrive:

          Ci ho visto un documentario, sulla “deperibilità programmata” o qualcosa del genere, molto istruttivo: per esempio spiegava come le industrie siano perfettamente capaci di fare lampadine elettriche che durano anni e anni- non da oggi, ma praticamente da sempre- ma preferiscano produrne di quelle che dopo tot accensioni si scassino, in modo che ne devi comprare una nuova… e mi ricordo, sempre in tema di lampadine, un tizio tedesco che mostrava appunto quella della Germania Est, dove, privi di fantasie supercapitaliste, producevano il modello a lunga durata… penso che la cosa valga più o meno per tutti i prodotti, ma dovrei recuperare il documentario.

        • une tortue scrive:

          Nel 1997 acquistai per tutta casa lampadine a risparmio energetico.
          Le prime costavano moltissimo e spesi allora circa 320.000 lire per 8 lampadine (un terzo del mio guadagno mensile quando riuscivo ad averne uno).
          La bolletta si dimezzò, ora non ho più otto punti luce (avevo un corridoio lunghissimo e buissimo), ma solo sei.
          Solo negli ultimi due anni hanno iniziato a fulminarsi, ma ne ho ancora su una!
          Ho conosciuto un signore che diceva di aver trovato delle prove schiaccianti a riguardo della deperibilità programmata … poi non so cosa ne abbia fatto, ora è andato via dall’Italia.

          A me risultano anche falsi i dati di consumo di energia dei frigoriferi che vengono esposti al momento dell’acquisto.

          Non ce niente da fare, teniamo su un sistema che non regge più, solo perché da una parte non si ha voglia di smontarlo e dall’altra si preferisce non pensare senza rendersi conto della schiavitù in cui si vive e si fanno vivere altri.
          Purtroppo i calendari Maya sono più entusiasmanti che pensare a queste cose.
          Ad una conferenza sui Maya tutti vengono e la voce si sparge, per una sulle deperibilità inventate o programmate nè si sparge voce nè la gente va, e se anche va quando torna a casa difficilmente sarà disponibile a prendere provvedimenti.
          Poi c’è il solito problema che molte comunità religiose si stanno occupando di queste cose, ma come al solito ciascuna vuole apporre il proprio marchio sui rimedi, quindi si lavora molto più faticosamente e separati, anziché unirsi su una cosa sulla quale varebbe massimamente la pena.

        • PinoMamet scrive:

          http://www.youtube.com/watch?v=v3LMnJtrSvw

          non sono sicuro sia lo stesso che ho visto io (questo è doppiato e sottotitolato) però comunque val la pena darci un’occhiata mi sa

      • Francesco scrive:

        >> In teoria si potrebbe vivere tutti lavorando molto poco.

        non conosco questa teoria e me ne dispiaccio, anche di più se è vera, che invece di lavorare potrei studiare un pochino di storia (per dibattere con Mirkhond), di teologia (per litigare con tutti o quasi), di filosofia politica (per meglio insultare Casini e litigare con Miguel), fare corsi di disegno e di bricolage (per motivi personali alti 8 cm) e molte altre cose

        magari imparare a scrivere per esprimere cosa voleva dire per me giocare a basket (se avere visto Trainspotting, pensate al dibattito sull’eroina)

        e molte altre cose

        • une tortue scrive:

          Le persone che vivono di solo studio per tutta la vita non sono poche da un lato, dall’altro è del tutto possibile “un’altra economia” non “stupidamente consumistica”.
          Comunità (in genere – ahimé – religiose) di persone che intendono vivere con criteri diversi stanno già nascendo.
          Ovviamente la cosa richiede un certo cambiamento di mentalità, sicuramente meno individualista.
          Cambia il modo di stare insieme, di rapportarsi con gli altri, e il fatto che si realizzi un diverso stile di vita comporta l’idea di porre ogni cosa che si fa, compreso lo studio, un “cicino” più a servizio/disposizione dei benefici della comunità.

          Gli esempi che potrei portare sono di parte, quindi li ometto, ma son cose che si potrebbero realizzare quasi ovunque.

          Le “teorie” sono di ostacolo. Si fa e basta 🙂

          Forse non potresti “litigare con tutti”, ecco, e forse non tuttissimi i tuoi interessi potrebbero essere soddisfatti, ma se po’ fa, se po’ fa 🙂

        • Z. scrive:

          UT,

          — Le persone che vivono di solo studio per tutta la vita non sono poche da un lato, dall’altro è del tutto possibile “un’altra economia” non “stupidamente consumistica”. —

          Ci spero anch’io, come Francesco. Il guaio è che tutte le persone che hanno provato a spiegarmi come funzionerebbe una società del genere sono laureate in lettere: probabilmente il mio scetticismo viene da lì…

          😀

          Z.

        • PinoMamet scrive:

          In effetti uno dei miei passatempi, da laureato in lettere (classiche, per giunta) è di “spiegare come funziona” questa società a un economista, che con enorme pazienza mi spiega ineve perchè NON funziona… 😉

          lo faccio così, per sport, e perchè è bello crederci ogni tanto 😉

        • Z. scrive:

          Pino,

          — In effetti uno dei miei passatempi, da laureato in lettere (classiche, per giunta) —

          Quel “classiche” ti vale il minimo della pena e la condizionale. Con un buon difensore, in appello, potresti ottenere persino la non menzione al casellario 😀 😀 😀

          Z.

          PS: Il problema non sono le piccole comunità, secondo me, ma i grandi numeri. Perché all’aumento in proporzione aritmetica della popolazione corrisponde un aumento in proporzione geometrica degli stronzi 😀

        • Francesco scrive:

          x Z

          come insegna il grande Cipoll, la quota stronzi è una costanza universale

          al crescere del numero dei membri della comunità, cresce esponenzialmente la complessità di gestire dall’alto le relazioni e la produzione e la circolazione dei beni: alla fine emerge il mercato (forse oggi, con i supercomputer, l’aspirante dittatore potrebbe riprivarci, naturlamente per il bene comune, solo che le gente mentirebbe al computer e farebbe quello che vuole – dobbiamo aspettare dell Intelligenze Artificiali modellate sui circuiti mentali di Marco Travaglio)

        • une tortue scrive:

          D’accordissimo sulle proporzioni.
          Infatti non può funzionare tout court.
          Tanto è vero che tutte le comunità dove si sperimenta e si cercano di riattualizzare modelli più antichi sono, comunque, in qualche modo “religiose” in senso esteso, perlomeno nel senso che condividiono una visione, una sensibilità, dei modi di relazionarsi.

  9. mirkhond scrive:

    un sorridente copione e ruffiano come Roberto Giacobbo.

    Maurizio Crozza si chiede in Kazzenger com’è possibile che Giacobbo sia vicedirettore di rai 2…
    Questo si che è un profondo e inspiegabile mistero…. 🙂

    • Francesco scrive:

      c’è una spiegazione terribile e semplice: che il tizio faccia ascolti, sia ritenuto interessante, insomma sappia quello che fa, come Santoro

      spero che invece dipenda tutto dal fatto che è iscritto alla SPECTRE

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “la resistenza degli Yaqui e di altre popolazioni indigene settentrionali, all’avanzata del Cattolicesimo (e della dominazione spagnola) intorno al 1750…”

    Gli yaqui scelsero di accettare l’aiuto gesuita, gestendolo con estrema prudenza e abilità; e si ribellarono più o meno da quando i gesuiti furono sciolti, fino a dopo il 1920, rifiutando sempre il dominio messicano, più che spagnolo o cattolico.

    La cultura yaqui è una curiosa fusione di elementi indigeni e gesuiti.

  11. Miguel Martinez scrive:

    Per quanto riguarda la tesi del Messori…

    sono sostanzialmente d’accordo, con qualche precisazione:

    1) il nucleo della rivolta cristera è più la zona mestiza del Jalisco che la terra Nahua, anche se molti Nahua (e diversi ex-zapatisti) vi parteciparono

    2) il fatto curioso è che tutta la storia messicana – penso a differenza di ogni altro paese che conosco – nasce sempre nelle periferie: Città del Messico è sempre rimasta fuori da tutti gli avvenimenti decisivi (come resta abbastanza fuori dall’attuale narcoguerra).

    3) Mi sembra che la differenza tra il centro e il nord fosse un’altra: il nord non faceva parte della “Mesoamerica”, del complesso del mais e delle piogge, ma in sostanza del “nord America”; era il “Far West” messicano, abitato da avventurieri meticci più che da contadini, gente che trafficava con il bestiame e le miniere e guardava sempre verso gli Stati Uniti.

  12. Miguel Martinez scrive:

    Infine, per Mirkhond e Habsburgicus

    Io sono il primo a dire che la Cristiada fu un fatto grandioso, importante e rimosso.

    Però non mi convince l’attuale e tardivo recupero.

    La Cristiada ha due elementi ben distinti: un ceto borghese, presente soprattutto a Città del Messico, legato alle istituzioni ecclesiastiche e “bianco”, che non ha mai preso le armi e che nel 1929 ha accettato, assieme al Vaticano, un “arreglo” o accordo con lo Stato; e l’elemento contadino, totalmente diverso e non controllato dall’elemento urbano.

    I contadini hanno continuato a combattere anche dopo gli arreglos, finendo scomunicati e cacciati dalla stessa Chiesa.

    Giovanni Paolo II ha beatificato solo i martiri “non violenti”, cioè della parte cittadina/borghese del movimento; e questi sono diventati i martiri-eroi del partito democristiano, il PAN nonché dei Legionari di Cristo.

    La tragedia della lotta armata, i reciproci massacri, la notevole capacità di autogestione che i contadini hanno espresso, le motivazioni complesse e contraddittorie, tutto viene rimosso in nome dell’idea dei “conservatori fedeli al Vaticano”.

  13. mirkhond scrive:

    I contadini hanno continuato a combattere anche dopo gli arreglos, finendo scomunicati e cacciati dalla stessa Chiesa.

    L’ennesimo tradimento del Papato verso un gruppo di fedeli, la cui difesa ad oltranza avrebbe compromesso i nuovi equilibri sanciti dagli Arreglos…

    • Rock & Troll scrive:

      Il Papato, per sua essenza intrinseca, non può “tradire” i fedeli.
      È semmai vero il contrario, e questo vale sempre e comunque, al di là di ogni contesto storico e geografico.
      I fedeli che si oppongano al successore di Pietro si pongono di per ciò stesso fuori della Chiesa, e per questo non possono nemmeno più esser definiti fedeli bensì, a seconda dei casi, eretici, scismatici o apostati, e di conseguenza trattati.

      • mirkhond scrive:

        Ha parlato Eymerich de noantri….

      • mirkhond scrive:

        Il Papato, per sua essenza intrinseca, non può “tradire” i fedeli.

        Peccato che le vicende storiche dimostrino giusto il contrario, visto che il suddetto Papato ha cambiato idea su questo e quello tante volte e per esigenze di POTERE TERRENO, vedasi l’atteggiamento CONTRADDITTORIO tenuto dai papi coi Santi Cirillo e Metodio di Tessalonica, i quali vennero dapprima appoggiati da papa Nicola I (858-867 ) e Cirillo che verrà sepolto a Roma, poi, con papa Stefano V (885-891) ABBANDONANDO prima Metodio, e poi morto lui (885) i suoi discepoli e missionari, nelle mani della Chiesa Franca che non sopportava l’opera missionaria in rito slavo-bizantino e in alfabeto glagolitico presso gli Slavi della Grande Moravia e della Pannonia, nella vastissima arcidiocesi di Sirmio, eretta nell’870 con Metodio a capo.
        I missionari e il clero paleoslavo, vennero imprigionati e venduti a Venezia perché a sua volta li vendesse come SCHIAVI nei paesi musulmani.
        Grazie a Dio, la provvidenziale presenza a Venezia dell’ambasciatore romano-orientale, permise il riscatto e la liberazione di questi missionari e il loro invio in Bulgaria, da poco cristianizzata, per completarne e definirne meglio l’opera missionaria e la liturgia ortodossa.
        Proprio un bell’esempio di coerenza di un Papato mutevole come una banderuola al vento delle pressioni e degli intrighi politici di turno….
        Ed è solo un esempio, che ce ne sarebbero tanti altri…

        • Francesco scrive:

          Scusa ma i santi Cirillo e Metodio erano “più fedeli” della Chiesa Franca?

          Possiamo trovare discutibile la scelta fatta da Papa Stefano V, e moralmente ributtanti le azioni dei cristiani franchi contro missionari cristiani orientali.

          Ma da questo non discende quello che dici tu.

        • mirkhond scrive:

          Cioè in sostanza per voi cattolicissimi il Papato può fare tutto e il contrario di tutto solo perché investito da Gesù Cristo di legare e sciogliere, si, ma spesso per esigenze che con Gesù Cristo non hanno nulla a che fare?
          Cirillo e Metodio sono Santi, i loro persecutori franchi e il loro ruffiano pontificio mi risultano proprio no….
          ciao!

        • Francesco scrive:

          Mirkhond,

          stai imponendo le tue SIMPATIE al Papa di allora, senza neppure porti il problema di quale motivo lo abbia spinto a “assegnare” la missione in quelle terre ai franchi invece che a Cirillo e Metodio.
          lo vogliamo dire che è una fesseria?

          e che il Papa può benissimo compiere degli errori, quando non parla ex-cathedra? sennò giocherebbe i numeri del Lotto e risolverebbe i problemi economici della Santa Sede in un baleno!

          dirò una cosa che piacerà a MT (credo proprio): al perdita del potere temporale è stata un bene per la Chiesa. ma poichè tutti siamo nel mondo, un ben piccolo bene.

        • mirkhond scrive:

          Allora, ricordiamo che fu il PAPA Adriano II (867-872) ad istituire l’arcidiocesi di Sirmio con Metodio a capo, per l’Evangelizzazione degli Slavi, in rito bizantino ma in COMUNIONE con Roma, come del resto (a parte la faccenda di Fozio), le due grandi ali dell’Ortodossia Cristiana di ALLORA, quella franco-latina e quella greco-bizantina.
          Per cui un papa che promuove l’opera missionaria in rito slavo-bizantino in COMUNIONE con Roma, e un suo successore che l’ABBANDONA perché pressato dalla Chiesa franca orientale (tedesca) che NON prendeva ordini da Roma, ma piuttosto, a quell’epoca li DAVA, perché non voleva vedersi “scippare” il gregge slavo da una Chiesa CATTOLICA pure essa ma NON dipendente dalla Francia Orientale, tutto questo scusami, ma non mi appare certo un atto di coerenza papale!
          Se poi mi vuoi dire che bisogna perdonare le miserie umane, quelle del papa in primis, naturalmente sono d’accordo, ma per favore non difendiamo sempre e comunque l’INDIFENDIBILE, solo perché fatto dal nostro referente ideologico, altrimenti finiamo per essere proprio come quei comunisti che applaudivano sempre e comunque a Stalin, solo perché era il loro capo, anche quando firmava la loro condanna a morte….

        • Francesco scrive:

          E chi lo difende? la storia era evidente una brutta pagina di storia della Chiesa.

          Del resto, si potesse espungere la Francia dalla Storia (tolti 4 monasteri e alcune signorine) …

          Infidi, traditori, alleati del turco e del persiano, suscitatori di guerre europee, oppressori della Chiesa, una vera disgrazia!

          😉

      • Peucezio scrive:

        Ecco perché io dico che Rock & Troll sono dei maoisti: è un fatto sillogistico: la Chiesa, dal concilio a questa parte professa il maoismo, loro dicono che sono fedeli alla Chiesa, dunque sono dei maoisti. 🙂

        • habsburgicus scrive:

          @Francesco
          Del resto, si potesse espungere la Francia dalla Storia (tolti 4 monasteri e alcune signorine) …

          finalmente ti posso quotare in pieno al 10.000 per 100 😀
          la Francia fu, é e sarà la rovina d’Europa…
          magari io sembro molto anti-americano…non é così, sono contro una certa America (quella di Wilson, Roosevelt e soprattutto degli ultimi 40 anni-tranne Reagan che ammiravo da ragazzo e continuo a rispettare ora) ma vari aspetti dell’America più vera e profonda, soprattutto ottocentesca, li ammiro (e fu una catastrofe storica che un così grande popolo non abbia potuto ricevere, se non in minima parte, la luce di Roma cristiana e sia rimasto prigioniero delle folli assurdità di Giovanni Calvino, 1509-1564, il più grande criminale della Storia, non a caso francese :D..vabbé, voglio esagerare, eh :D) ma la mia vera passione é l’antigallicismo (anche se mi piace la loro lingua), dunque per me sentir criticare la Francia é un invito a nozze 😀
          ciao, buona giornata !

  14. daouda scrive:

    Io no…com’è?

  15. Pietro scrive:

    Tornando al post. Con Bigalli ho fatto un esame. Una persona squisita e dal campo di studi interessantissimo

  16. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “c’è una spiegazione terribile e semplice: che il tizio faccia ascolti, sia ritenuto interessante, insomma sappia quello che fa, come Santoro”

    Beh, in effetti… rende qualitativamente, per citare il discorso che si faceva dall’altra parte sulle prove Invalsi?

    • Francesco scrive:

      Non ho capito.

      Le prove Invalsi non fanno audience, dovrebbero valutare quanto di matematica o italiano gli studenti sanno.

      Ciao

      • paniscus scrive:

        Le prove Invalsi non fanno audience,
        ———————————————–

        …e invece in qualche modo la fanno, altrimenti non si spiegherebbe come mai siano arrivate agli orecchi di un sacco di persone appartenenti al pubblico generale (e che non hanno niente a che fare con la scuola, né come lavoratori né come genitori), e che si compiacciono di ripetere a pappagallo che “quei furbacchioni di insegnanti non vogliono le prove invalsi perché hanno paura di essere giudicati”.

        Lisa

        • Z. scrive:

          La gente adora parlare di ciò che non conosce. Anzi, meno ne conosce e più ne parla.

          Quando sento dei poveretti rintronati da Libero parlare di magistrati comunisti (che è un po’ come parlare di polpottiani liberisti) non so se ridere o piangere…

          Nel dubbio rido, ché il riso fa buon sangue 😀

          Z.

        • Francesco scrive:

          Z

          adesso non ci sono neppure i magistrati comunisti?

          tra un pò scriverai che la Juve non ha mai rubato uno scudettto o che la DC e il PCI non c’entrano col debito pubblico italiano

          o lo hai già scritto?

          😀

          PS ci sono, ci sono, anche se la stampa di partito di destra usa l’argomento (come ogni altro) a membro virile di cane. solo che detti bravi magistrati rilasciano interviste e si espongono da soli!

          ciao

        • Z. scrive:

          Francesco,

          scherzi? è pieno di magistrati comunisti!

          Basta assistere a un processo penale, o ad un’udienza al CIE, per rendersi conto di quanto siano incredibilmente comunisti i giudici!

          Per non parlare dei celerini e dei CC. Quelli farebbero sembrara Stalin un liberale di destra!

          A Francè, beato te che i giudici li conosci per sentirne parlare da Beldidietro. Beato te veramente, credimi 😆

          Z.

        • Francesco scrive:

          senti, se fossi ricco ti regalerei un abbonamento a metà dei quotidiani italiani, e poi ti verrei a interrogare!

          almeno guarda la TV, non è colpa mia se gli altri giudici non appaiono mai!

          PS sono un paio di secoli che non leggo il Giornale

        • Z. scrive:

          Francesco,

          — senti, se fossi ricco ti regalerei un abbonamento a metà dei quotidiani italiani, e poi ti verrei a interrogare! —

          Ti ringrazio del pensiero – onestamente preferirei che mi regalassi un abbonamento a qualche TV via cavo, così potrei vedermi qualche partita della Juve e magari scoprire se veramente Giovinco è questo fenomeno di cui si favoleggia. Ma a caval donato non si guarda in bocca 😀

          Però, a ben vedere, da un lato non leggo giornali perché non ho tempo per farlo, cosicché la tua generosità andrebbe sprecata. Dall’altro, su cosa verterebbe l’esame? Su ciò che questo o quel tizio hanno scritto – senza saperne un tubo – su di un mondo che purtroppo conosco un pochino meglio di loro? Il cronista di giudiziaria più informato è probabilmente Travaglio, uno che ha grossi problemi a leggere gli articoli del codice. E questo la dice lunga sugli altri…

          Insomma, non riuscirei a non sentirmi mortalmente in colpa per tutti quei soldini sottratti al tuo bilancio familiare nell’interesse di quella cosa a dir poco oscena che è l’editoria italiana 😀

          E resta il fatto che sostenere che il problema del sistema giustizia (1) sono i “giudici comunisti” è esattamente come sostenere che il problema del partito di Casini sono gli infiltrati wahabiti.

          Z.

          (1) Che intendiamoci: di problemi veri ne ha. E pure molto, ma molto più gravi di quello che il cittadino medio immagina. Finché non ha la disgrazia di finirci dentro, una disgrazia che non oserei augurare al mio peggior nemico.

        • Francesco scrive:

          il diavolo trova una sacco di spazio nei dettagli

          DOVE ho scritto che i giudici comunisti sono IL problema della giustizia italiana?

          ho solo scritto da qualche parte che esistono, e fanno un sacco tendenza e interviste ai giornali di parte e blocco di iniziative legislative. oh, hanno anche rovesciato un paio di governi legittimi in strana sintonia con organi di stampa non liberi e partiti politici non di centrodestra

          ma questo, lo ammetto, son quisquilie

          PS vedere la Juventus? meglio di no. Giovinco è buonino ma tanto gracile

        • Z. scrive:

          Francesco,

          — il diavolo trova una sacco di spazio nei dettagli —

          Eh, non esageriamo. Non sono credente e non sono nemmeno battezzato, ma da qui ad essere il Diavolo in persona 😀

          — ho solo scritto da qualche parte che esistono —

          Mica escludo che esistano magistrati progressisti (1). Dovranno pur essercene, se non altro per ragioni statistiche.

          — e fanno un sacco tendenza —

          Nel senso che i ggiovani vestono come loro? Magari indossando calzini azzurri? 😆

          — e interviste ai giornali di parte–

          Per curiosità, quali sarebbero i “giornali non di parte” 😀

          — blocco di iniziative legislative —

          Effettivamente nella XIII legislatura ci sono state alcuni interventi che mi sono sembrati eccessivi (tipo riguardo al primato del contraddittorio, soppiantato dal discutibile “principio di non dispersione della prova”), ma forse mi sbaglio. Certo che dopo hanno cominciato a lasciar passare di tutto: hai visto di quanto si sono allungati i tempi di permanenza al CIE?

          — oh, hanno anche rovesciato un paio di governi legittimi —

          Ad esempio minacciando Mastella di morte se avesse proseguito ad appoggiare Prodi nonostante l’arresto della moglie? Ecco chi è stato!

          E pure Giovinco, insomma. Dicono che si farà. Mah, a me convince poco. Però tanto di calcio non capisco una fava. E non solo di calcio, eh!

          Z.

          PS: Oh, se poi vogliamo fare un discorso serio – ma serio, non cazzate da propaganda berlusconica o travaglica, ci sono quando vuoi.

          (1) “Comunisti”, se si esclude l’eroico Michele Terra, è solo un termine che la destra usa per significare “persona che attualmente non lo succhia a Berlusconi”, da Fini a Travaglio.

        • Z. scrive:

          Ah, però ti avviso Francè:

          1) se ne parleremo seriamente sarà un discorso piuttosto pesante;
          2) probabilmente tu ti farai due coglioni come due zampogne;
          3) c’è rischio che tu ti scopra di estrema sinistra, tanto da rivaleggiare con il compagno d’Acciaio. Cioè continuerai a criticare i magistrati, ma partendo dalle posizioni di Sansonetti;
          4) io finalmente finirò nei guai come merito, nonostante che tenga famiglia! Ma questi sono fatti miei 😀

          Z.

        • Francesco scrive:

          Egregio signor Dimonio,

          non temo la verità più di quanto la tema la CIA (…).

          Tendenza? io vivo in un paese giustizialista, moralista, che sogna il linciaggio come strumento di soddisfazione dell’invidia sociale e di aggiramento dei problemi e che vive i processi come insopportabili perdite di tempo (ci vuole un processo per condannare il negro? cazzo, si vede a occhio nudo che è un negro, quindi impiacchiamolo!).
          Se non sbaglio, tutte cose propagandate da certi progressisti magistrati su pubblicazioni quali Repubblica, Unità, Micromega, e in simpatiche pubbliche riunioni nei teatri.

          Però se vuoi iniziare la mia rieducazione, sono disponibile: da cosa vuoi partire?

          Grazie

  17. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “Michelangelo otteneva dei contratti per fare qualcosa, dai legittimi governi o dai privati.”

    Anche questi ottengono – a volta – dei contratti per fare qualcosa, tipo tenere un corso di storia, di letteratura o di antropologia.

    Alcuni, a quarant’anni, sperano di avere un contratto precario per un lavoro specifico.

    Altri, come il mayanista o il sottoscritto, hanno “contratti per fare qualcosa” che non c’entra niente con i loro interessi.

    Per quanto riguarda la qualità del loro lavoro, è eccezionale, e fanno molto di più di ciò che viene chiesto loro.

    • Francesco scrive:

      non ne dubito

      le cose fatte per passione e interesse si fanno meglio che quelle fatte solo per denaro – o altre ricompense tangibili

      non ho il culto statunitense del “professionista”, nè quello italiano del cialtrone furbetto

  18. paniscus scrive:

    SCUSATE L’OFF TOPIC, ma vi prego di leggere!!!!!!!

    Come molti di voi sanno, io ho un blog sulla stessa piattaforma che ospita questo. A seguito di un problematico trasloco dal defunto splinder, il blog è stato fermo per molti mesi, ma adesso (compatibilmente con i miei impegni personali) si sta riattivando.

    Bene, sul nuovo blog mi succede periodicamente di ricevere sventagliate di commenti incomprensibili inviati in automatico, e decisamente NON indirizzati a me, che si agganciano in coda a qualsiasi post a caso, compresi quelli risalenti a cinque o sei anni fa. Di solito si tratta di frammenti di dialoghi di altre persone, tra di loro, che non hanno niente a che fare né col mio blog, né con l’argomento del post in questione, spesso anche in lingue diverse dall’italiano.

    Il percorso che appare nell’indirizzo di provenienza passa sempre attraverso un profilo facebook. Ma io notoriamente NON FREQUENTO facebook, e tantomeno ho alcun contatto particolare con i veri o presunti autori dei messaggi.

    La cosa comincia a diventare veramente pesante, perché me ne arrivano a diverse centinaia al giorno, che devo cancellare manualmente. C’è stato un periodo in cui me ne arrivavano in massa, circa un mese fa, e arrivavano anche al blog di Miguel (non posso sapere se anche ad altri ), poi sono scomparsi, ma adesso stanno ritornando di nuovo. Oggi personalmente ne ho cancellati almeno un centinaio, in gran parte totalmente incomprensibili.

    L’aspetto generale è sempre quello di frammenti casuali di dialoghi tra persone che si conoscono e che stanno chiacchierando fra di loro altrove, e che non si capisce cosa c’entrino con me.

    Però adesso comincio a notare che ne arriva anche qualcuno che (pur NON AVENDO NULLA A CHE FARE con il contenuto dei miei post) riporta, autenticamente o meno, i nomi di persone che conosco o che hanno a che fare con le mie frequentazioni in rete.

    In particolare, ne arriva qualcuno che contiene esplicitamente i nomi dei commentatori di questo blog (QUESTO nel senso di Kelebek, non il mio)…

    …come se si stessero scambiando commenti tra di loro altrove, e qualche pezzetto dei loro discorsi venisse inspiegabilmente riportato a me, agganciandosi a miei vecchi post di anni fa, che mi ero anche dimenticata di aver scritto.

    Questi sono i testi copincollati di un paio di messaggi recenti, evidentemente riconducibili a questo blog:

    Per PinoMametIn Gran Bretagna la parola hell’ non si puo’ dire in pubicblo (o almeno non si poteva vent’anni fa, quando ci vivevo io). Una volta mi cadde una frittata bollente sul piede. Gridai Go to hell!’. Fui guardato gelidamente da tutti gli astanti. Nei fumetti spesso e8 sostituito da heck’. Ciao!Andrea Di Vita

    (…)

    Per Jam Condivido quanto dice Moi. Qui non e8 imtporante cif2 che l’Islam E’ ma COME VIENE VISTA nell’immaginario del toscano e in genere dell’occidentale medio che, come giustamente hai detto non conosce certo le variegate molteplicite0 delle culture islamiche.La gente comune vede solo talebani e non sa nemmeno chi e8 il grande Ibn’ Arabi.ciao

    Mi viene il dubbio che lo stramaledetto facebook abbia una qualche funzione che consente di agganciarsi a link esterni anche se l’interessato non ne ha dato il consenso, e che invece di limitarsi a segnalare tali siti ai propri interlocutori (su facebook, appunto), li prende di mira come una sorta di bcc o di spam incontrollato.

    Se qualcuno di voi riconosce qualche discussione reale a cui ha partecipato, potrebbe segnalare dove e come si è svolta, e a chi è sttaa segnalata?

    grazie
    Lisa

    • PinoMamet scrive:

      Quelli riportati mi sembrano commenti vecchi di Kelebekler… cioè di questo blog o di quello vecchio, non so…

      peraltro l’indirizzo e-mail con cui sono iscritto a facebook è diverso da quello che uso per postare qua, inoltre delle persone con cui parlo qua solo due (che tra l’altro commentano pochissimo) sono miei contatti di FB (e nessuno dei due è Andrea Di Vita 😉 )

      Penso che si tratti di qualche problema dato dal trasferimento di dati dal blog vecchio a questo, può essere?
      Non ho assolutamente idea, però.

      • paniscus scrive:

        In effetti ho controllato, e in qualche caso si tratta davvero di frammenti di vecchi commenti sul blog originario.

        Non si capisce comunque:

        – per quale motivo debbano riportare un percorso che ha a che fare con facebook;

        – per quale motivo arrivino a me, visto che si tratta di copie di commenti scritti originariamente sul blog di Miguel e non sul mio.

        Lisa

    • lello scrive:

      io non so se questo casino è causato da facebook, ma anche se non lo fosse cè una semplice soluzione, amica paniscus: eliminare facebook.
      poi ognuno fa come vuole èh.
      facebook è il maaale!!! 😉

      • PinoMamet scrive:

        Ma credo proprio che Paniscus non abbia personalmente niente a che fare con Facebook!

        • habsburgicus scrive:

          @PinoMamet
          apprendo adesso che anche tu sei iscritto a facebook…in realtà, dal post di Lisa e successivi, non é che Zuckerberg ci fa una gran bella figura, eh 😀
          dal momento che ci sono anch’io, se ti va (sottolineo SE TI VA, altrimenti non fa assolutamente nulla, non mi offendo certo :D) mi piacerebbe che diventassimo amici di fb…
          se ti interessa, credo che il miglior “modus procedendi” sia questo….chiedi la mia mail a Miguel (che autorizzo espressamente fin d’ora :D) e inviami via mail il tuo contatto di fb…provvederò ad aggiungerti al più presto
          ciao
          buona notte

        • paniscus scrive:

          Credevo di aver specificato chiaramente che infatti io NON frequento facebook, e che proprio per quello il fenomeno è doppiamente strano…

          Lisa

    • une tortue scrive:

      Si può essere o meno utilizzatori di FB, ma si è tracciati comunque.
      Qualunque nostra attività nel web è tracciata, questo mi sembra ovvio.
      Quello di individuare possibili contatti presenti o passati di un utente internet è opera di cosiddetti “aggregatori”, la cui opera è conosciuta da chi ad esempio usa twitter, perché usando tw è possibile vedere in chiaro i loro effetti. Chi invece usa fb solitamente resta piuttosto incosapevole di questo aspetto del web.
      Gli aggregatori in quanto boot a volte sono molto stupidi ma fanno il loro mestiere.
      Ora, non è interesse di tutta una certa parte di web che si svolgano proficue attività telematiche altrove, fuori dal controlloincrociato di google/fb/youtube.
      Per cui questi attacchi spam sono quanto di più normale.
      Non a caso esiste il security code, che dovrebbe impedire che commenti in realtà lasciati dai boot, che non possono leggere il codice, entrino in coda di moderazione.
      Purtroppo io dimentico spesso di scrivere il codice, ma vedo che il commento viene pubblicato ugualmente (anche se poi mi compare un messaggio di “codice invalido”, infatti una volta ho postato doppio perché credevo che il primo commento non fosse stato pubblicato).
      Nella consolle di amministrazione dovreste o potreste avere qualche switch che faccia funzionare meglio questo dispositivo di sicurezza (l’uso del codice), a mia memoria wordpress ne è dotato. Eventualmente si può far mettere mano al codici dei vostri blog da un tecnico esperto di php che può sistemare la cosa.
      FB può arrivare a livelli di cattiveria estrema, e cioè se un utente condivide un link ad un sito esterno che sta loro antipatico, ne impediscono l’apertura anche con messaggi diffamatori, cioè dicendo che il sito è informaticamente pericoloso e infestato da malware.
      Ti auguro di riuscire a risolvere.

      • Z. scrive:

        Chi si iscrive a FB si merita le peggiori conseguenze, e gliele auguro proprio tutte 😀

        Mi spiace invece che capitino a chi non è iscritto come Lisa.

        Per fortuna a me al max arriva qualche invito pluriripetuto a iscrivermi…

        Z.

  19. mirkhond scrive:

    Siempre a proposito di Messico

    Ieri mi sono visto per intero il celebre film di Sam Peckinpah, Mucchio Selvaggio, ambientato sulla frontiera usano-messicana credo intorno al 1913.
    Nel film, alla corte di uno spietato signore della guerra messicano, compaiono dei consiglieri militari tedeschi in cerca di armamenti dell’US Army, per rafforzare appunto il loro locale caudillo messicano dalla parte di Huerta contro Pancho Villa…
    Ora, lo sfondo storico di questa saga mercenaria cinematografica usana, ha un fondo storico?
    C’erano davvero consiglieri militari tedeschi in Messico negli anni della rivoluzione successivi al 1911?

  20. mirkhond scrive:

    finalmente ti posso quotare in pieno al 10.000 per 100 😀
    la Francia fu, é e sarà la rovina d’Europa…
    magari io sembro molto anti-americano…non é così, sono contro una certa America (quella di Wilson, Roosevelt e soprattutto degli ultimi 40 anni-tranne Reagan che ammiravo da ragazzo e continuo a rispettare ora) ma vari aspetti dell’America più vera e profonda, soprattutto ottocentesca, li ammiro (e fu una catastrofe storica che un così grande popolo non abbia potuto ricevere, se non in minima parte, la luce di Roma cristiana e sia rimasto prigioniero delle folli assurdità di Giovanni Calvino, 1509-1564, il più grande criminale della Storia, non a caso francese 😀 ..vabbé, voglio esagerare, eh 😀 ) ma la mia vera passione é l’antigallicismo (anche se mi piace la loro lingua), dunque per me sentir criticare la Francia é un invito a nozze 😀

    L’ho ricordato altre volte l’interrogativo che anni fa si fece Franco Cardini SE l’aristocrazia e la monarchia anglonormanne dei Plantageneti (1154-1485) avesero VINTO la guerra dei Cent’Anni (1337-1453) con l’unificazione della Manica sotto un unico regno francese e FRANCOFONO non capetingio-parigino, o prima ancora quello smidollato di Giovanni Senza Terra (1199-1216) non si fosse fatto battere da Filippo II Augusto (1180-1223) nel 1204-1214….
    Sempre Cardini, nel suo ultimo articolo sul suo blog, pensa come sarebbe potuta andare diversamente la storia se l’Invincibile Armada nel 1588 fosse stata davvero invincibile…
    Lui avrebbe preferito la vittoria asburgica del 1588 a quella di Lepanto del 1571…
    Sogni, solo sogni….
    ciao!
    ps. cosa ti piace di Reagan? Io lo trovavo repellente da presidente degli Usa, e trovo ancora oggi repellente la sua memoria….

    • habsburgicus scrive:

      mah, ammiravo il suo anticomunismo e decisionismo..dopo anni di USA “deboli” finalmente un presidente con i cosiddetti…oggi non approvo più molte delle azioni che Reagan fece, ma conservo di lui un’immagine positiva..sarà che mi ricorda la mia gioventù !
      ciao

  21. mirkhond scrive:

    errata corrige: avessero vinto

  22. mirkhond scrive:

    errata corrige bis: l’articolo di Cardini relativo all’Invincibile Armada non è l’ultimo, ma il penultimo, datato al 16 giugno 2012.

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