Il Chicano Park a San Diego in California ospita i più grandi murales esterni del mondo, dedicati al ritorno dei messicani in Aztlan, la mitica terra delle origini degli aztechi attualmente sotto temporanea occupazione straniera.
Qui trovate le foto di diversi di queste interessanti opere.
E’ un esempio supremo di identità reimmaginate, con i suoi combattenti armati, contadini, scheletri, dèi, ritratti di Che Guevara e madonne: tipica un’esaltante immagine della Raza, la gente messicana, che nasce in una pannocchia di mais dall’incontro del Cielo e della Terra.
Che, per quanta reinvenzione ci possa essere, è comunque un immaginario vivo, a differenze delle fantasie da pro loco degli europei invidiosi.
Uno dei murales più importanti è quello dedicato al dio Quetzalcoatl, il serpente-quetzal.
Sotto la grande curva dell’autostrada, l’antica divinità riemerge.
Dietro di lui, la testa di un guerriero Maya, un yin yang evidente tributo alla New Age, una rosa che simboleggia il cattolicesimo, la bandiera bianca-rossa-nera con l’aquila che i lavoratori messicani innalzano nei loro scioperi negli Stati Uniti..
Ma state ascoltando o no?
Lo so cosa state guardando.
E’ il simbolo del Congreso de Artistas Chicanos en Aztlán.
E allora?
ma voi messicani usavate i colori dei nazisti anche prima o no?
e parlo dell’aquiletta nera in cerchio bianco su sfondo rosso, che è più nazi anche delle seconde maglie dell’AC Milan
PS voi fiorentino dite qualcosa sulla storia milanese dell’area C? vi interessa il compagno arancione Pisapia?
Che Guevara va alla grande, a quanto pare, tra i chicanos.
Almeno a giudicare dalle foto. Per i teorici del parallelo cristologico: come il Cristo europeo è diventato un biondo con gli occhi azzurri, il Che Guevara messicano assume caratteri “colorati” piuttosto lontani dall’originale ispano-irlandese argentino.
Beh, almeno qualcuno negli USA mitizza Che Guevara in positivo; il che (aldilà dell’accettare o meno la mitizzazione) li rende meno stranianti di come li ricordo: da quel poco che mi è capitato di sentire, per gli statunitensi medi parlare di Che Guevara e parlare di Pol Pot o dell’immancabile Hitler era più o meno la stessa cosa… il che è molto alienante per chi viene da un paese dove Che Guevara ha imperato per due decenni sulle magliette degli adolescenti.
(sempre aldilà dei giudizi politici, Francesco. Per una volta parliamo d’altro 🙂 )
Davanti al murales dell’altrettanto immancabile Frida Kahlo c’è un tale che sbadiglia a tutto spiano: non c’entra niente, ma quello sono io quando mi portate a un museo 😉
(lo so, faccio schifo! Ma l’unico che riesce ad appassionarmi un po’ è Philippe Daverio, sempre sia lodato).
Che poi nelle biblioteche USA vendevano il manuale della guerriglia e il diario in Bolivia, uguale come da noi, sempre della serie tutto il mondo è paese (cioè, Italia 😉 )…
Anche a me è simpatico Philippe Daverio … stesso aspetto e stesso look di “Sganapino” un servitore del “Dottor Balanzone”, sempre in duo con l’ inseparabile amico “Fagiolino”. Negli ultimi tempi si erano “globalizzati” stringendo amicizia con Sandrone, sua moglie Pulonia e il loro foglio Sgurghighéle, della “lontana” Modena.
Per PinoMamet
“nelle biblioteche USA vendevano il manuale della guerriglia”
A New York, nel 2006, non sono riuscito a trovare un libro decente sull’11 settembre (intendo proprio sull’attacco alle Torri, non su al-Qaida e simili), ma ho comprato l’Opera Omnia di Osama bin Laden.
per Francesco
“ma voi messicani usavate i colori dei nazisti anche prima o no?”
I messicani hanno inventato il rosso. Letteralmente, nel senso che il rosso acceso si è potuto produrre, in Occidente, solo da quando hanno scoperto i metodi che usavano i messicani per produrlo con la cocciniglia.
Per Martinez
…e io che ero rimasto alla porpora dei Fenici… 🙂
Ciao!
Andrea Di Vita
Io pure…
Ma la cocciniglia è la moglie del cochinillo, cioè della porchetta?
Pingback: Aztlan la Raza Mexicana - Kelebek - Webpedia
Per Miguel Martinez
Ma Aztlan, la mitica urheimat dai cui gli Aztechi sarebbero partiti per il lungo viaggio che li avrebbe portati nell’area dell’attuale Città del Messico, Aztlan dicevo, è un luogo reale, corrispondente magari agli attuali Texas o foce del Mississippi o all’Alabama, oppure è solo una proiezione mitologica?
Per quel che se ne sa, come vedevano gli Aztechi la loro patria primordiale? Come un perduto Eden o come un luogo orrido da cui scappare?
Per Mirkhond
Non so bene risponderti. Nel senso che ciò sappiamo di Aztlan (e quindi ciò che ne sanno anche gli artisti chicanos) è passato interamente attraverso i frati spagnoli. Che pur con una disponibilità intellettuale straordinaria, non potevano non filtrarlo attraverso i parametri biblici.
Che fosse poi un luogo reale… l’unica cosa certa è che la lingua nahua è imparentata con numerose lingue dell’ovest degli Stati Uniti; ma anche con altre lingue non mexica del Messico centrale.
Ciao Miguel, leggo sempre con piacere il tuo blog. In particolare trovo importanti queste finestre che apri sul Mexico, che sono un toccasana per riflettere sul senso dell’identità.
Qui in Sardegna è un dibattito vivo, con tante complessità e sfumature.
Due esempi per rendere l’idea di come Tradizione e Mondo Moderno (rigorosamente maiuscoli) si incontrino e si scontrino, costruendo nuove strane identità e identificazioni. Che poi dopo un po’ non sono più nuove e dunque neanche strane:
1) Il caso “acabbadora” come paradigma della letteratura esotica:
http://vitobiolchini.wordpress.com/2012/01/17/ma-voi-credete-ancora-allacabadora-veramente-ecco-come-un-libro-di-toni-soggiu-smonta-la-piu-grande-stupidaggine-della-storia-sarda/
notare come anche questo mito sia stato fabbricato nell’800.
2) Il Turismo come spinta creatrice della Tradizione:
http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=1837
Ho trovato i link molto interessanti
(e il primo anche molto divertente da leggere!)
l’invenzione della tradizione è un argomento che mi ha sempre interessato, qua da queste parti però gli esempi sono pochi, fatti male e banali…
in Sardegna ci sapete fare, invece, caspita!!
😉
Per fp40
So troppo poco della questione sarda, e me ne dispiace parecchio, perché quel pochissimo che so è molto interessante.
Tienici aggiornati, anche per segnalare cose che magari non sembrano subito “in topic”, come si dice.
Per Andrea
“…e io che ero rimasto alla porpora dei Fenici… :-)”
Sulla storia del rosso, dai fenici ai messicani, fino alla produzione industriale tedesca, c’è un bellissimo libro: Amy Butler Greenfield, A Perfect Red. Empire, Espionage and the Quest for the Color of Desire.
@ ANDREA DE VITA
I Fenici impararono a usare la porpora dagli Annunaki, i Maya impararono a usare la cocciniglia dagli Yautja ! 😉 🙂
.. e Brasile, da rosso come la brace, cioé il color di un albero brasiliano, il pernambouc, caesalpinia echinata, che da una tintura rossa- brasa, utilizzata da tempi lontanissimi x tingere..
ciao
http://www.gilbertogori.it/Foto%20orsa/buddha%20con%20svastica.jpg
ovviamente NON taroccato
Lo Swastika è l’emblema del Baltistan o Piccolo Tibet, la cui popolazione è infatti tibetanofona e musulmana, ma fino al XIV-XV secolo buddista….
dicono che hanno provato a scrivere la lingua balti, de facto un dialetto tibetano come giustamente dici, in caratteri arabi…é forse l’esempio più “esotico” di utilizzo delle lettere arabe, insieme al tamil (scritto in caratteri arabi solo molto, molto raramente)
ciao
IMPERDIBILE :
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/base-usa/1.html
Per i collezionisti di Croci Gammate, il meglio è questo qui:
http://www.manwoman.net/
Ha pubblicato anche qualcosa in italiano.
Scusate il parziale OT: qualcuno di voi saprebbe darmi qualche indicazione sulla storia del simbolo antico chiamato tursaansydan? Che popoli riguarda e in che epoca. E se/quali relazioni ha con lo swastica.
Per Alessandro
Il cuore del tricheco?
http://en.wikipedia.org/wiki/Tursaansydan
Non li ha aiutati, pero’, duranti la Guerra di Lapponia…
http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Lapponia
Ciao!
Andrea Di Vita
Andrea, ti ringrazio. Avevo visto la pagina wiki. In realtà la mia domanda nasce da un interrogativo storico, che però avrebbe bisogno di ulteriori verifiche e ricerche: se il simbolo finnico ebbe un senso sia per finnici negli anni ’20 e ’30 che per settori del fascismo italiano (Alessandro Pavolini, in rapporti col Baltico e il padre, Paolo Emilio, traduttore del Kelavala in italiano) in un’ottica di vicinanza ma anche di concorrenza rispetto al nazismo che usava la svastica.
Per Alessandro
Per citare un erudito esponente della destra ‘spiritualista’ non nazista, nemmeno quando Julius Evola parla degli Iperborei rimanda esplicitamente, che io sappia, alla cultura finnica. L’ambiente sciamanico in cui sono nati i poemi da cui Loennrot ha tratto il Kalevala è certo vicino a quel modo di pensare il mondo (circolare, non lineare) che Evola immaginava alla base di quella ‘Tradizione’ da cui la modernità si sarebbe staccata. E di certo Pavolini padre aveva poco a che fare con la mistica fascista insegnata da Evola.
Ciao!
Andrea Di Vita
http://theheretik.typepad.com/the_heretik/2005/06/hokusai_old_man.html
ma la svastica è positiva se è girata verso sinistra?
Per Mondo cane
Secondo il ‘Mattino dei Maghi’ di Pauwels e Berger la risposta alla tua domanda è affermativa. I nazisti l’avrebbero girata per escludere contenuti ‘positivi’ in senso teosofico.
Ciao!
Andrea Di Vita
Non mi permetterei mai di contraddire cotanti studiosi
(aspetta: sì, invece, me lo permetto; semplicemente non sono un esperto dell’argomento e allora ci vado cauto)
ma mi puzza di cazzata.
Posso capire che i nazisti non volessero essere scambiati per teosofi, questo sì, però la svastica, anche orientata come quella dei nazi, era già diffusa e utilizzata, sia nel resto del mondo che in Germania, proprio come simbolo “positivo”.
La usavano (e la usano ancora, vedo:
http://www.puolustusvoimat.fi/portal/puolustusvoimat.fi/!ut/p/c5/vZLLcrJAEIWfJQ8Qp2GAcZYI4zBcBAS5bShvAQ0qiXjj6ZO_svgri7iy7LM81f11n2pUoG_t5-dNNe82h_28QRkqtFLDzGETrkh8KBMQhkM1ShVsSypKUQZKGW1vrejf–kWrm78rlyjT3HxTAaRW4io98Ezx3Y8k-xJnPdevLzEixxgSKVkHDLdpB3ZHF–ZxX_aFzWhpYNEvUdbwTCdyEhbiAZHO77IP34_7cNDAVEZM5oPCOYz7S7_f6U_PjwR-mAclSQP9OwVBQ_MI27LApPZJHnsQLliSzt8axRmMScYR-4m1AQzLBMymJVTPET73rsH9qo2Cx2g8tyN4ABkYk6xCAToqhUlTFKi1wmZiVqpo_KOjrJ9Rx3rkfYtak16catU81S_XBavr2-br1PvoiNvPDUfWu3AlfCoCvA-4-x7FT86GX6uI_Cc5UfM8fDnd5I1XCj7sqjOKh6rlir9NJ2xkcX1PbYKVujCqi_DhfLWcNJYvdluEpz1cKLWq7KSdakuZaQnHDdbm6WEmbBmwMJmliH3Rq1u3PLplaf_dJa_wKSG_-S/dl3/d3/L2dBISEvZ0FBIS9nQSEh/?pcid=fccd2b80410c8ff1844eede364705c96 )
i finlandesi, e non penso lo facciano perché le attribuiscano significativi “negativi”
Per Pino Mamet
Certo che è una cazzata. E’ roba esoterica, no? 🙂
Ciao!
Andrea Di Vita
Ah ecco, me pareva infatti!
🙂
Noooo pure la Swastika Feng Shui adesso ?!?! 😉