Il Messico, il divertimento ai tempi del massacro globale

“Cancun è puro divertimento, andateci per divertirvi, non ponetevi limiti e sarà una delle vacanze più belle della Vs. Vita!!!”

frase pescata in rete

Sono passati cinque secoli da quando il primo turista italiano, Michele da Cuneo, sbarcò sulle spiagge americane, pieno di voglia di solaciar.

Nel 2009 tre milioni di turisti sono calati nei dintorni di Cancún, una città finta di un milione di abitanti gestita da catene alberghiere statunitensi e spagnole, che sono anche proprietarie delle spiagge. A Cancún, lo stipendio medio per gli indigeni è di 150 euro al mese.  Gli operai che costruiscono le discoteche e gli alberghi per giovinastri milanesi vengono assunti con contratti settimanali, e la condizione per rinnovarli consiste nel lavorare gratuitamente la domenica.

La zona si chiama Riviera Maya, ma guardiani Maya vegliano affinché nessun Maya osi penetrare nei luoghi destinati ai divertimenti degli eredi di Michele da Cuneo.

Come sapete, il Messico è l’unico punto al mondo in cui il cuore dell’Impero confina direttamente con la faccia oscura del nostro pianeta.

Attraverso la Grande Muraglia (israelianamente, la “Separation Barrier“), lunga 3.000 chilometri che separa i mondi, scorre un incessante flusso nei due sensi; e in ogni luogo in cui passa quel flusso, c’è chi si arricchisce e chi annega, mentre tutto si prosciuga attorno.

In pochi anni, il consumo nazionale di Coca Cola ha superato quello del latte; e il 30% del cibo acquistato in Messico viene comprato in un Wal-Mart, anzi – meraviglie della flessibilità e della localizzazione – in un Wal-Mex. Infatti, i costi del grano industrialmente prodotto negli Stati Uniti e sussidiato dal governo ha distrutto lo storico tessuto dell’agricoltura di sussistenza su cui il Messico si è retto per almeno diecimila anni; mentre qualcuno cerca di sopravvivere, indebitandosi per entrare nel mercato dell’agricoltura industriale.

In compenso, dal Messico e attraverso il Messico scorre un flusso ininterrotto di braccia e di un prodotto in cui gli Stati Uniti hanno deciso di non diventare mai autosufficienti: la droga.

Dal primo giorno dell’anno al 14 gennaio,  in Messico, sono stati registrati 507 omicidi “associati alla droga”, e certamente molte morti sono sfuggite ai calcoli. Si tratta di un morto ammazzato ogni 40 minuti.

Tra i morti di queste due settimane, ben tre sindaci, e un bambino di 2 mesi, ucciso assieme ai suoi genitori.

In buona parte, si tratta di esecuzioni interne al mondo del narcotraffico, che però si accompagnano alla licenza a uccidere concessa nei fatti all’esercito e alla polizia (nonché a varie organizzazioni paramilitari), licenza utilizzata per gli scopi più vari, compresa l‘energica privatizzazione delle terre comunali tradizionalmente detenute dagli indigeni.

Sul flusso umano, invece, un piccolo episodio rivelatore.

Il 16 dicembre, un treno merci è passato attraverso il Chiapas ed è entrato nello Stato di Oaxaca, con 250 o 300 migranti provenienti dall’America Centrale. Un centinaio, forse, fu fermato e deportato dalla polizia.

Quelli rimasti sul treno furono fermati, nemmeno mezz’ora dopo, da una banda armata e i passeggeri sono scomparsi, tranne una ventina che è riuscita ad arrivare a un rifugio gestito dalla Chiesa cattolica a Ixtepec.

Difficile ovviamente capire che fine abbiano fatto gli altri; ma l’episodio è tutt’altro che isolato. Il viceministro degli esteri dell’Honduras stima che ben 20.000 centroamericani siano stati sequestrati in Messico negli ultimi dodici mesi, mentre cercavano di raggiungere gli Stati Uniti, di cui la metà cittadini dell’Honduras: egli stima che circa un terzo dei migranti honduregni vengano sequestrati durante l’attraversamento del Messico, per ottenere il pagamento di riscatti da famiglie già indebitate.

Cifre che non sapremo mai quanto siano esatte; ma si tratta di un esempio interessante delle nuove opportunità economiche che la globalizzazione offre a chi ha spirito di iniziativa.

mujer

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15 risposte a Il Messico, il divertimento ai tempi del massacro globale

  1. daouda scrive:

    Grazie Miguel.
    Promemoria importante.

    p.s.
    Daouda,dì la verità: tutto è cominciato da quando hai stracciato quel famoso rosso…;-)
    Z.
    ( Non ho capito Z ! )

    • Z. scrive:

      Dai, quando sei passato a quel semaforo rosso…

      poi il vigile ti ha beccato, tu ti sei incazzato… e hai combinato un casino…

      e da allora non sei più stato lo stesso!

      ;-)))

      Z.

  2. Andrea Di Vita scrive:

    Per Martinez

    Sulla rivista Max qualche tempo fa c’era un articolo che parlava delle donne assassinate a Ciudad Juarez. L’articolista sosteneva che le vittime erano torturate a morte da fabbricanti di snuff movies (film porno con atti di violenza) che alimentavano il mercato candestino Statunitense e mondiale, con tali guadagni (uno snuff movie non lo si trova facilmente su youtube) da comprare l’impunità corrompendo funzionari colpevolmente distratti. Pensavo che la corruzione in Messico fosse soprattutto un luogo comune dei film di Hollywood (da l’ ‘Infernale Quinlan’ in poi), ma se è vera la tesi dell’articolista, sommandola ai post come questo risulta una cleptocrazia da afr impallidire la Gomorra nostrana.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  3. Peucezio scrive:

    Gli Stati Uniti fondano la propria potenza sul disordine altrui (e, in misura minore, anche proprio) e solo sul caos e la destrutturazione possono prosperare.
    Il Messico non so bene quale dispetto abbia fatto a Dio, per essere stato creato proprio attaccato a loro: è come per un agnellino nascere davanti alla tana del lupo.

    • Ritvan scrive:

      Ehmmm…caro Peucezio, se la geografia non è un’opinione:-), ci sarebbe anche un altro Paese “agnello” attaccato agli USA “lupo”, mi pare si chiami Canada…dici che pure isso avrebbe fatto un dispetto al Signore?:-)

    • Francesco scrive:

      Diciamo che l’agnellino avrebbe avuto il tempo e la possibilità di diventare un grosso caprone cattivo, essendo partito con un paio di secoli di anticipo.

      Parliamo del disordine in Europa o in Asia? cosa hanno fatto di buono per esserne esonerati?

  4. nic scrive:

    Ma in messico non si vive mica male, io lo extraño como nunca!!!

    Mediamente si vive meno, e questo è già un gran vantaggio e poi, vi assicuro che è estremamente più emozionante una sola corsa in un microbus nel DF con il chofer que anda en pedo o essere fermato da un posto di blocco clandestino dei “giuda” (polizia giudiziaria) o un rapidito e facile taxi-sequestr-express por Polanco, una fiesta de 15añera celebrata a salsa, corridos e tiro libero con il kalashnikov di papà o uno shopping in Tepito comprando bara-bara granate, viagra, ketamina e tacos fritos che una vita intera nel mausoleo europeo.

    “Non ponetevi limiti”, this is the world! e ricordate che “la vida no vale nada, comienza siempre llorando y así llorando se acaba”.

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