Mi segnalano questo appello per la solidarietà alla rivolta tunisina.
Credo che l’analisi sia condivisibile e i promotori che conosco rispettabili. Non trovo però un riferimento a un sito preciso, che permetta di convogliare le tante copie dell’appello che iniziano a girare in rete: glielo chiederò.
Non credo molto agli appelli, ma penso che aumentare la visibilità di ciò che succeda in Tunisia sia della massima importanza: mi ricordo come, ai tempi della strage di Gaza, giravano talmente tante immagini tremende, tra i nostri piccoli siti e blog, che a un certo punto i grandi media sono stati costretti a discuterne, qui e altrove; e forse questo fatto ha aiutato a fermare il massacro.
Le rivolte esplose in Tunisia e Algeria nascono dalle stesse motivazioni che hanno provocato le lotte dei giovani a Londra come in Italia, in Francia e altrove. Le conseguenze delle scelte liberiste sono dappertutto le stesse: accentuazione dell’asimmetria di potere e della distanza fra ricchezza e povertà, corruzione e protervia di poteri reazionari se non di tipo apertamente mafioso, erosione dei diritti fondamentali, negazione del futuro della società e quindi in primo luogo dei giovani.
Puntando all’arricchimento immediato di pochi (…) il liberismo favorisce soltanto gli affari privati dei più forti e distrugge i servizi pubblici e quindi ogni prospettiva vivibile. I regimi tunisino e algerino stanno minacciando il bagno di sangue approfittando dell’appoggio dei governi francese e italiano e di altri Paesi europei. In Algeria e in Tunisia la polizia e l’esercito sparano persino ai funerali degli assassinati. La gravità della situazione è rilevata dalla stessa Ue, costretta a chiedere il cessate il fuoco (…). Per parte nostra ci impegniamo a sostenere queste lotte, come quelle per la difesa dei diritti fondamentali dei lavoratori, con ogni sorta di iniziative nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università e nei quartieri, e organizzando anche un effettivo sostegno ai militanti maghrebini che rischiano la feroce persecuzione anche con metodi mafiosi. Che in tutte le università e le fabbriche europee ci si mobiliti a fianco delle rivolte.
Antonino Anastasi, Mauro Armanino, Marco Bersani, Alberto Burgio, Alessandro Dal Lago, Angelo Del Boca, Maurizio Del Bufalo, Gianni Ferrara, Gianluca Gabrielli, Alberto Giasanti, Chiara Labate, Maria Rosaria Marella, Maria Grazia Meriggi, Roberto Moscati, Giuseppe Mosconi, Salvatore Palidda, Valentino Parlato, Nico Perrone, Antonello Petrillo, Adriano Prosperi, Annamaria Rivera, Emilio Santoro, Ciro Tarantino, Danilo Zolo
Per aderire: rivoltenelmaghreb@gmail.com
http://libero-news.it/news/612689/Rivolta_in_Tunisia__scende_in_campo_al_Qaeda.html
… sarà vero o bufala ? … Senz’altro di lettori ne attira !
Per Martinez
Ma Angelo Del Boca è lo storico che si prese dall’ ”antiItaliano” da Montanelli per avere ricordato l’uso fascista dell’iprite in Abissinia?
Comunque fa piacere vedere associati le parole ‘liberismo’ e ‘mafia’. Chissà quando si comincerà ad usare questa associazione di idee anche per l’Italia.
Ciao!
Andrea Di Vita
In effetti il liberismo predica la totale libertà economica, in forma di legge del più forte, quindi anche a scapito della reale concorrenza e creando assetti monopolistici, che è esattamente ciò che caratterizza l’economia mafiosa.
Visto come stiamo cadendo in basso, non escludo affatto che una simile belinata possa divenire “senso comune” qui da noi.
Solo, per favore, che poi si muoia di fame con dignità e senza rompere i coglioni, che chi è causa del suo male è bene pianga se stesso e non strepiti.
Che c’entra, in Italia semmai di liberismo ce n’è troppo poco, ma non perché c’è una qualche forma di socialismo, ma perché c’è uno stato elefantiaco, iperburocratizzato, semiparassitario e un insieme di privilegi corporativi che hanno creato caste altrettanto o ancor più parassitarie.
e cosa altro sarebbe il socialismo secondo te?
neppure Marx lo ha descritto così bene: uno stato elefantiaco, iperburocratizzato, semiparassitario e un insieme di privilegi corporativi che hanno creato caste altrettanto o ancor più parassitarie
ed è in questo tipo di Stato che è molto più facile morire di fame.
x Giovanni: mi consenta, nello Stato guida è in corso un deprecabilissimo caso di “socialismo per ricchi”, con centinaia di miliardi di dollari di tasse spesi per tenere in vita imprese finanziarie un pochino leggere nel prendersi rischi – io auspico un intervento di tipo “capitalismo di Stato”, che nazionalizzi le banche commerciali, licenzi i manager e le rimetta sul mercato in pochi anni, con i buoni vecchi paletti messi da FDR (non proprio un trotzkista).
saluti
caro Franceschiello ‘o camurrista, se nello Stato Guida dei liberisti ci fosse il liberismo assoluto, avremmo 50 milioni di persone che morirebbero di fame, visto che sopravvivono con le tessere annonaria che sono uguali spiccicate a quelle che faceva il regime fascista durante la guerra. Ergo la fame è liberista in sommo grado.
Kompagno Giovanni, è la seconda volta che insulti il mio amico Francesco, chiamandolo “camorrista”: probabilmente lui non ti risponde come ti meriti poiché è cattolico e ha l’obbligo di porgere sempre l’altra guancia:-), ma io non lo sono. Per il momento mi limito a segnalare qui al gestore del blog il tuo comportamento. Se Miguel non provvede a cancellare i tuoi insulti e non t’invita a comportarti da persona civile – pena il bando perpetuo dal blog – te la darò io la risposta che meriti.
Per Francesco
C’e’ chi ha aderito al tuo appello:
http://www.corriere.it/cronache/11_gennaio_16/suicida-furto-5euro_c8c23898-215f-11e0-b1a9-00144f02aabc.shtml
Ciao!
Andrea Di Vita
Per Moi
Mah, non escludo che il comunicato di al-Qaida nel Maghreb possa essere autentico, nel senso che è normale che quando si muove qualcosa, anche i più sfigati cerchino di saltare sul carro. Un po’ come Luciano Silighini Garagnani ha cercato di saltare sul carro del Palio di Siena, insomma.
E’ altrettanto ovvio che il regime cercherà di sfruttare al massimo la cosa, non tanto verso i tunisini – che sanno benissimo come stanno le cose – ma verso gli europei.
Per tutti
Segnalo un interessante testo sui possibili motivi della notevole copertura mediatica riguardante le rivolte in Nordafrica, dopo i passati silenzi:
http://it.peacereporter.net/articolo/26222/Algeria%2C+la+guerra+dimenticata+dagli+intellettuali+di+corte
Segnalo anche il parallelo fra chi si oppone agli amichetti di craxi nei vari paesi:
http://it.peacereporter.net/articolo/26250/Il+lavoro+%26egrave%3B+un+diritto%2C+banda+di+ladri
http://attacgenova.wordpress.com/2011/01/12/lettera-aperta-di-19-italiani-cervelli-in-fuga-che-lavorano-allestero-stiamo-con-la-fiom/
senza per questo che gli amichetti di craxi siano necessariamente i soli responsabili:
http://it.peacereporter.net/articolo/26229/Pane+e+speculazione
in quelli che Prodi chiamava ‘i Paesi amici’ per la loro insesauribile disponibilità di manodopera a basso costo
http://it.peacereporter.net/articolo/26225/Maghreb%2C+l%27ultimo+fronte+della+fame
Ciao!
Andrea Di Vita
Ho aderito. Non mi convince del tutto l’affermazione per cui le lotte dei giovani sarebbero le stesse, a Londra come a Tunisi, contro le stesse politiche, ad Algeri come a Parigi, ma fa lo stesso.
Alternativa sarà presente, il 28 gennaio, alle iniziative genovesi della Fiom. Cercheremo di rendere evidente la solidarietà ai nostri sismizzati vicini di casa.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Ben-Ali-lascia-la-Tunisia-governo-destituito-Proclamato-lo-stato-demergenza-nel-Paese_311540079434.html
i Tunisini tuttavia farebbero bene a non dimenticare la storia del tiranno di Siracusa …