Storia della Chiesa cattolica da Anaïs Nin a Emanuela Tittocchia

Preconciliare, postconciliare e spettacolo di quell’enigmatica entità che è la Chiesa cattolica.

La trasfigurazione è l’arte di illuminare di anima le cose percepite; e la scrittrice Anaïs Nin possedeva la rara qualità di trasfigurare qualunque argomento di cui trattasse. Persino quando veniva pagata un dollaro a pagina per scrivere racconti che avrebbero dovuto essere pornografici.Anaïs Nin, dai suoi Diari, volume 1: 1931-1934 (testo trovato in rete, mia penosa traduzione, se ne conoscete una migliore, segnalatemela):

“Sono in fondo, ancora quella fervente bambina cattolica spagnolache si castigava perché amava i giocattoli, che proibiva a se stessa di godere dei cibi dolci, che praticava il silenzio, che umiliava il proprio orgoglio, adorava i simboli, le statue, le candele accese, l’incenso, le carezze delle suore, la musica dell’organo, per cui la comunione costituiva un grande evento?

Mi esaltava talmente il pensiero di mangiare la carne di Gesù e di berne il sangue che non riuscivo a ingoiare bene l’ostia, e avevo una grande paura di danneggiarla. Visualizzavo Cristo che scendeva nel mio cuore in maniera così realistica (ero una realista allora!), che potevo vederlo mentre scendeva le scale ed entrava nella stanza del mio cuore come un visitatore segreto. Le condizioni di quella stanza mi preoccupavano molto…quando avevo nove, dieci, undici anni, credo di essere stata vicina alla santità.

E poi, a sedici anni, non sopportando più di essere controllata, delusa nei confronti di un Dio che non aveva esaudito le mie preghiere (il ritorno di mio padre), che non compiva miracoli, che mi lasciava senza padre in un paese straniero, rifiutai tutto il cattolicesimo, in maniera eccessiva. La bontà, la virtù, la carità, la sottomissione, mi soffocavano. Feci mie le parole di Lawrence: “sottolineano soltanto il dolore, il sacrificio, la sofferenza e la morte. Non si soffermano abbastanza sulla resurrezione, sulla gioia e sul vivere nel presente”. Oggi sento che il passato mi pesa addosso in maniera insopportabile, che interferisce con la mia vita attuale, che deve essere questa la causa di questo ritirarmi, di questo chiudersi delle porte…

Sono imbalsamata perché una suora si è chinata su di me, mi ha avvolta nei suoi veli, mi ha baciata. La gelida maledizione del cristianesimo. Non mi confesso più, non ho rimorsi, eppure faccio penitenza per i miei piaceri? Nessuno sa che magnifica preda io sia stata per le leggende cristiane, a causa della compassione e tenerezza che provo verso gli esseri umani. Oggi ciò mi divide dal godimento della vita”.

Ecco invece una visione assai diversa della stessa Chiesa, seppure a una certa distanza temporale.

Ogni riga andrebbe letta con attenzione; ma è interessante soprattutto mettere a confronto la figura di Anaïs Nin con quella di Emanuela Tittocchia, Madrina (si dice così) dei sacerdoti che partecipano al seguente evento:

RAGUSA – Per la prima volta in Sicilia la selecao internazionale sacerdoti di calcio. Arriverà a Ragusa il 2 giugno, per partecipare alla prima edizione del Trofeo della Patria, promosso dall’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus. Le gare, tre da venti minuti ciascuno, si terranno allo stadio “Aldo Campo” di contrada Selvaggio. Fischio d’inizio alle 16. Alla manifestazione, un quadrangolare di calcio a undici, a cui verrà affiancato uno spettacolo musicale con animazione, parteciperanno, oltre alla selecao, una rappresentativa provinciale delle forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza), una rappresentativa iblea (sindaci, amministratori, magistrati, commercianti, operai) e l’associazione dedicata a Carmelo Fiore, vittima di un incidente stradale.

Madrina della manifestazione sarà Emanuela Tittocchia che ha partecipato alla soap “Centro Vetrine” e “Un posto al sole”, al reality “La Talpa” e a “Mattina 5”.

[…] La selecao è riuscita a guadagnarsi una ribalta importante. Basti ricordare l’udienza con papa Benedetto XVI, l’apparizione sul palco del Festival di Sanremo con Pippo Baudo e Piero Chiambretti e la partecipazione a tanti popolarissimi programmi tv, da “La domenica sportiva” a “Quelli che il calcio”. Il motto della nazionale è: “Ho messo in campo undici sacerdoti che giocano…da Dio”.

Storia della Chiesa cattolica Anaïs Nin a Emanuela Tittocchia

Qui c’è una doppia conciliazione, come si diceva nel 1929.

La prima è quella che la Chiesa fa con il mondo, inteso come spettacolo generale in cui  la rinuncia al sangue di Cristo e altri concetti poco civili viene ripagata – almeno in Italia – con la Delega alla Gestione della Bontà.

Come canta Simone Cristicchi:

“Mi ricordo da bambino mi portavano alla messa,

ed io seguivo la funzione con un’aria un po’ perplessa…

il prete stava in piedi sull’altare col microfono

spiegava i passi del Vangelo con tono monotono

col tempo e con la scusa di giocare all’oratorio

mi infilarono nel mucchio catechismo obbligatorio

perché non sta bene, non puoi essere diverso,

emarginato come pecora smarrita dentro a un bosco…

al di fuori del contesto…”

Allo stesso tempo, Emanuela Tittocchia risolve il dilemma di Anaïs Nin. Sulla ribalta importante, lo stesso calore delle luci che fa squagliare il trucco, scioglie anche la gelida maledizione.

Non c’è più cesura alcuna tra il Papa, i Carabinieri, il sorriso smagliante di lei e il godimento della vita.

L’unico problema, che l’intero spettacolo nasconde, è che dietro i pixel che compongono Emanuela Tittocchia, non esiste alcuna anima in grado di godere o di soffrire della vita.

Ma esattamente perché Emanuela Tittocchia non esiste, possono esistere infinite sue riproduzioni.

 Storia della Chiesa cattolica Anaïs Nin a Emanuela TittocchiaLa signorina Emanuela Tittocchia, dopo aver fatto da madrina per le“vittime della strada” a Ragusa,

inaugura la Fiat Open Lounge di Roma.

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49 risposte a Storia della Chiesa cattolica da Anaïs Nin a Emanuela Tittocchia

  1. utente anonimo scrive:

    Forse la differenza sta tutta nella profetica intuizione di Péguy, di un mondo diventato incristiano.
    L
    ‘ateo o il peccatore di ieri aveva interiorizzato l’identità cattolica molto più fedelmente del praticante, benpensante e benfacente d’oggi.
    Effettivamente è un’altra epoca, quasi un altro eone; che però non potrà esimersi dall’ulteriore passo richiesto da Péguy stesso. Non più la nostalgia di un mondo tradizionale perduto né il vagheggiamento utopico di un cristianesimo delle origini (penso ad un Pasolini), ma il confronto con l’Origine.
    Storicamente saremo pure in un mondo post-cristiano, ma estistenzialmente e ontologicamente siamo sempre nella stessa situazione: o con Lui o senza di Lui.

    lycopodium

  2. NonStoConOriana scrive:

    "Per la prima volta in Sicilia la selecao internazionale sacerdoti di calcio."

    Tutta vita, ragazzi.

  3. utente anonimo scrive:

    _____     Commento-Nota

    Scusa, perché penosa traduzione dallo Spagnolo ? !
    Con quel nominativo, non sei forse di madrelingua ?

     Mi stupisce come hai bistrattato il Portoghese del Brasile, con quel "selecao" *, così brutalmente senza cediglia che faccia pronuciare la "c"  /s/ anzicché /k/  e senza tilde che nasalizzi la /a/ …

    Il "Lusobrasiliano" è già semplificato rispetto al Portoghese europeo che scrive e pronuncia "SELECÇÃO" con /…eks…/ in luogo di "SELEÇÃO"  con /….es…/  in questo hai ragione .

    _____________

    XXX

  4. kelebek scrive:

    Per XXX

    1) Non ho tradotto dallo spagnolo, bensì dall’inglese: è quel che passa la rete. In ogni caso, resta penoso lo stile italiano in cui ho scritto.

    2) "Selecao" – su cui valgono tutti i tuoi sacrosanti commenti – appare così nel testo che ho copincollato.

    Sul sito dei preti-calciatori – http://www.sacerdoticalcio.it/home.htm – la cedilla invece compare.

    Miguel Martinez

  5. utente anonimo scrive:

    Scalo a Grado

    Ho fatto scalo a grado
    la domenica di Pasqua
    gente per le strade
    correva andando a messa.
    L’aria carica d’incenso
    alle pareti le stazioni del calvario
    gente fintamente assorta
    che aspettava la redenzione dei peccati.
    Agnus dei qui tollis peccata
    mundi miserere
    dona eis requiem.
    Il mio stile è vecchio
    come la casa di Tiziano a Pieve di Cadore
    nel mio sangue non c’è acqua
    ma fiele che ti potrà guarire.
    Ci si illumina d’immenso
    mostrando un poco la lingua
    al prete che dà l’ostia
    ci si sente in paradiso cantando dei salmi un poco stonati.
    Agnus dei qui tollis peccata
    mundi miserere
    dona eis requiem.
     

    Rock & Troll

  6. utente anonimo scrive:

    Va bene, va bene …

    Tempo fa c’ era un manualetto che in pratica era un corso di Portoghese ultra rapido per chi già conoscesse lo Spagnolo …

    Nell’ introduzione (d’epoca) si diceva che le due lingue sono (erano) spesso confuse al punto da non risultare distinguibili ai committenti di traduzioni . 

    Ancora oggi ci sono turisti italiani che vanno in Portogallo (o in Brasile) parlando Spagnolo (o pseudo-tale) … per sentirsi rispondere "parla Italiano". In effetti pare che la cultura lusofona abbia sempre avuto un complesso di inferiorità con quella ispanofona.  Ti è mai capitato qualche aneddoto al riguardo ?

    XXX 

  7. utente anonimo scrive:

    Caro Miguel, vorrei segnalarti il libro (bellissimo) che ho appena pubblicato. L’occasione per conoscere un’altra storia della Chiesa dietro lo specchio e un altro Raspail: L’anello del Pescatore. 
    Anche se non sarà facile da trovare che è meglio riempire i bancali del Codice Da Vinci…
    Ciao Lorenzo
     
    perdona il casino al precedente e rimuovi quando puoi… 

  8. kelebek scrive:

    Caro Lorenzo,

    Potresti precisare meglio:

    1) autore-titolo ecc. (che ci ho messo un po’ a capire)

    2) editore

    3) una traccia di trama

    4) dove si può acquistare

    Per quanto io non condivida le idee di Raspail, ribadisco che è un grande scrittore, ed è giusto pubblicarlo. Per arrabbiarsi magari a morte mentre lo si legge 🙂

    Miguel Martinez

  9. utente anonimo scrive:

    Mah

    resto sempre stupito nel ritrovarmi simile a te nel rimpianto per un’epoca svanita …

    quanto siamo vecchi?

    ciao

    Francesco

    PS Buon Santo Natale, arriva presto

  10. utente anonimo scrive:

    Per Francesco,

    ma lo sai che in UK quel che chiami  il "Santo Natale" l’ hanno ribattezzato Winter Light Festival per non offendere le (mai consultate) minoranze religiose ?

    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=87851

    Notatre che religiosi ebrei e pure musulmani (!) si sono affrettati a far presente :

    Not in my name !

    XXX

  11. utente anonimo scrive:

    Per Francesco,

    ma lo sai che in UK quel che chiami  il "Santo Natale" l’ hanno ribattezzato Winter Light Festival per non offendere le (mai consultate) minoranze religiose ?

    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=87851

    Notatre che religiosi ebrei e pure musulmani (!) si sono affrettati a far presente :

    Not in my name !

    XXX

  12. utente anonimo scrive:

    Per Francesco,

    ma lo sai che in UK quel che chiami  il "Santo Natale" l’ hanno ribattezzato Winter Light Festival per non offendere le (mai consultate) minoranze religiose ?

    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=87851

    Notatre che religiosi ebrei e pure musulmani (!) si sono affrettati a far presente :

    Not in my name !

    XXX

  13. utente anonimo scrive:

    Per Francesco,

    ma lo sai che in UK quel che chiami  il "Santo Natale" l’ hanno ribattezzato Winter Light Festival per non offendere le (mai consultate) minoranze religiose ?

    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=87851

    Notatre che religiosi ebrei e pure musulmani (!) si sono affrettati a far presente :

    Not in my name !

    XXX

  14. utente anonimo scrive:

    Mi spiace Miguel, ma questo è proprio pattume. Addirittura citare Cristicchi..
    Ti manca solo di raccontare barzellette sui preti che bendicono le auto della polizia.
    Questo tuo odio per il nazional-popolare è sempre di cattivo gusto (ognuno ha i suoi difetti, comunque).

    Rafael

  15. utente anonimo scrive:

    Per Rafael

    la cosa buffa della Chiesa è che più cerca di affrancarsi da certe accuse, più se le attira …

    XXX 

  16. kelebek scrive:

    Per Rafael

    Non ho una simpatia enorme per Cristicchi. Quello che è interessante dei suoi versi è la mancanza di ogni riferimento alla carne e al sangue di Cristo o alla santità, che sono invece centrali nel discorso della Nin.

    Lui non rigetta quello, ma semplicemente ciò che resta della Chiesa dopo che tali elementi sono stati fatti sparire.

    Miguel Martinez

  17. utente anonimo scrive:

    per XXX

    sono anni che combatto una guerra silenziosa e persa in partenza contro i Season’s Greetings che hanno sostituito i tradizionali auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

    ma credo che l’umanità sia come la talpa di Marx e sappia scavare sotto qualsiasi muro in cui si cerca di imprigionarla

    ciao

    Francesco

  18. utente anonimo scrive:

    Allora Miguel, hai ragione, è che non volevo fare uno spam troppo spudorato. 

    Preciso meglio:

    1) Jean Raspail, L’anello del Pescatore
    Isbn 88-89466-32-2 
    320 pagine, euro 16

    2) editore CasadeiLibri

    3) una traccia di trama (dalla quarta): 

    Chi è questo vecchio prelato vagabondo che, se interrogato sulla sua identità, risponde semplicemente: 

    «Sono Benedetto»?  …Perché i servizi segreti del Vaticano lanciano sulle sue tracce il loro migliore agente? 

    La Santa Sede si sente forse minacciata? 

    Anno 1993. L’autorità di Roma non è più contestata dai tempi del concilio di Costanza che, nel 1417, depose Benedetto XIII, l’ultimo degli antipapi di Avignone.  Le tracce dei suoi successori si sono perse tra la Provenza e Aveyron. Il Grande Scisma che ha dilaniato la Chiesa cattolica è ormai dimenticato. Caduto nell’oblio, il caso è chiuso. Chiuso per sempre?  

    L’Anello del Pescatore, opera sconvolgente e visionaria, in cui l’intrigo si snoda nel cuore della Storia, riscopre una disputa che risale al Medio Evo e insinua il dubbio capitolo dopo capitolo.

     

    4) dove si può acquistare:
    Allora quà stiamo a vedere quanto sarà boicottato in distribuzione. Dopo il boicottaggio alle prevendite. (il distributore aveva "consigliato" di non pubblicarlo). Un autore maledetto per un libro decisamente scomodo. Comunque almeno è ordinabile ovunque. 

     

    Caro Miguel sì Raspail è un grande scrittore, e il Campo dei Santi è forse il più brutto dei suoi romanzi, il meno adatto a comprenderne lo spirito "tardoantico". 
     
    Ciao
     

    Preciso meglio:

    1) Jean Raspail, L’anello del Pescatore
    Isbn 88-89466-32-2 
    320 pagine, euro 16

    2) editore CasadeiLibri

    3) una traccia di trama (dalla quarta): 

    Chi è questo vecchio prelato vagabondo che, se interrogato sulla sua identità, risponde semplicemente: 

    «Sono Benedetto»?  …Perché i servizi segreti del Vaticano lanciano sulle sue tracce il loro migliore agente? 

    La Santa Sede si sente forse minacciata? 

    Anno 1993. L’autorità di Roma non è più contestata dai tempi del concilio di Costanza che, nel 1417, depose Benedetto XIII, l’ultimo degli antipapi di Avignone.  Le tracce dei suoi successori si sono perse tra la Provenza e Aveyron. Il Grande Scisma che ha dilaniato la Chiesa cattolica è ormai dimenticato. Caduto nell’oblio, il caso è chiuso. Chiuso per sempre?  

    L’Anello del Pescatore, opera sconvolgente e visionaria, in cui l’intrigo si snoda nel cuore della Storia, riscopre una disputa che risale al Medio Evo e insinua il dubbio capitolo dopo capitolo.

     

    4) dove si può acquistare:
    Allora quà stiamo a vedere quanto sarà boicottato in distribuzione. Dopo il boicottaggio alle prevendite. (il distributore aveva "consigliato" di non pubblicarlo). Un autore maledetto per un libro decisamente scomodo. Comunque almeno è ordinabile ovunque. 

     

    Caro Miguel sì Raspail è un grande scrittore, e il Campo dei Santi è forse il più brutto dei suoi romanzi, il meno adatto a comprenderne lo spirito "tardoantico". 



    Ciao
     

  19. utente anonimo scrive:

    Allora Miguel, hai ragione, è che non volevo fare uno spam troppo spudorato. 

    Preciso meglio:

    1) Jean Raspail, L’anello del Pescatore
    Isbn 88-89466-32-2 
    320 pagine, euro 16

    2) editore CasadeiLibri

    3) una traccia di trama (dalla quarta): 

    Chi è questo vecchio prelato vagabondo che, se interrogato sulla sua identità, risponde semplicemente: 

    «Sono Benedetto»?  …Perché i servizi segreti del Vaticano lanciano sulle sue tracce il loro migliore agente? 

    La Santa Sede si sente forse minacciata? 

    Anno 1993. L’autorità di Roma non è più contestata dai tempi del concilio di Costanza che, nel 1417, depose Benedetto XIII, l’ultimo degli antipapi di Avignone.  Le tracce dei suoi successori si sono perse tra la Provenza e Aveyron. Il Grande Scisma che ha dilaniato la Chiesa cattolica è ormai dimenticato. Caduto nell’oblio, il caso è chiuso. Chiuso per sempre?  

    L’Anello del Pescatore, opera sconvolgente e visionaria, in cui l’intrigo si snoda nel cuore della Storia, riscopre una disputa che risale al Medio Evo e insinua il dubbio capitolo dopo capitolo.

     

    4) dove si può acquistare:
    Allora quà stiamo a vedere quanto sarà boicottato in distribuzione. Dopo il boicottaggio alle prevendite. (il distributore aveva "consigliato" di non pubblicarlo). Un autore maledetto per un libro decisamente scomodo. Comunque almeno è ordinabile ovunque. 

     

    Caro Miguel sì Raspail è un grande scrittore, e il Campo dei Santi è forse il più brutto dei suoi romanzi, il meno adatto a comprenderne lo spirito "tardoantico". 
     
    Ciao
     

    Preciso meglio:

    1) Jean Raspail, L’anello del Pescatore
    Isbn 88-89466-32-2 
    320 pagine, euro 16

    2) editore CasadeiLibri

    3) una traccia di trama (dalla quarta): 

    Chi è questo vecchio prelato vagabondo che, se interrogato sulla sua identità, risponde semplicemente: 

    «Sono Benedetto»?  …Perché i servizi segreti del Vaticano lanciano sulle sue tracce il loro migliore agente? 

    La Santa Sede si sente forse minacciata? 

    Anno 1993. L’autorità di Roma non è più contestata dai tempi del concilio di Costanza che, nel 1417, depose Benedetto XIII, l’ultimo degli antipapi di Avignone.  Le tracce dei suoi successori si sono perse tra la Provenza e Aveyron. Il Grande Scisma che ha dilaniato la Chiesa cattolica è ormai dimenticato. Caduto nell’oblio, il caso è chiuso. Chiuso per sempre?  

    L’Anello del Pescatore, opera sconvolgente e visionaria, in cui l’intrigo si snoda nel cuore della Storia, riscopre una disputa che risale al Medio Evo e insinua il dubbio capitolo dopo capitolo.

     

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    Allora quà stiamo a vedere quanto sarà boicottato in distribuzione. Dopo il boicottaggio alle prevendite. (il distributore aveva "consigliato" di non pubblicarlo). Un autore maledetto per un libro decisamente scomodo. Comunque almeno è ordinabile ovunque. 

     

    Caro Miguel sì Raspail è un grande scrittore, e il Campo dei Santi è forse il più brutto dei suoi romanzi, il meno adatto a comprenderne lo spirito "tardoantico". 



    Ciao
     

  20. utente anonimo scrive:

    Allora Miguel, hai ragione, è che non volevo fare uno spam troppo spudorato. 

    Preciso meglio:

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    Chi è questo vecchio prelato vagabondo che, se interrogato sulla sua identità, risponde semplicemente: 

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    La Santa Sede si sente forse minacciata? 

    Anno 1993. L’autorità di Roma non è più contestata dai tempi del concilio di Costanza che, nel 1417, depose Benedetto XIII, l’ultimo degli antipapi di Avignone.  Le tracce dei suoi successori si sono perse tra la Provenza e Aveyron. Il Grande Scisma che ha dilaniato la Chiesa cattolica è ormai dimenticato. Caduto nell’oblio, il caso è chiuso. Chiuso per sempre?  

    L’Anello del Pescatore, opera sconvolgente e visionaria, in cui l’intrigo si snoda nel cuore della Storia, riscopre una disputa che risale al Medio Evo e insinua il dubbio capitolo dopo capitolo.

     

    4) dove si può acquistare:
    Allora quà stiamo a vedere quanto sarà boicottato in distribuzione. Dopo il boicottaggio alle prevendite. (il distributore aveva "consigliato" di non pubblicarlo). Un autore maledetto per un libro decisamente scomodo. Comunque almeno è ordinabile ovunque. 

     

    Caro Miguel sì Raspail è un grande scrittore, e il Campo dei Santi è forse il più brutto dei suoi romanzi, il meno adatto a comprenderne lo spirito "tardoantico". 
     
    Ciao
     

    Preciso meglio:

    1) Jean Raspail, L’anello del Pescatore
    Isbn 88-89466-32-2 
    320 pagine, euro 16

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    Chi è questo vecchio prelato vagabondo che, se interrogato sulla sua identità, risponde semplicemente: 

    «Sono Benedetto»?  …Perché i servizi segreti del Vaticano lanciano sulle sue tracce il loro migliore agente? 

    La Santa Sede si sente forse minacciata? 

    Anno 1993. L’autorità di Roma non è più contestata dai tempi del concilio di Costanza che, nel 1417, depose Benedetto XIII, l’ultimo degli antipapi di Avignone.  Le tracce dei suoi successori si sono perse tra la Provenza e Aveyron. Il Grande Scisma che ha dilaniato la Chiesa cattolica è ormai dimenticato. Caduto nell’oblio, il caso è chiuso. Chiuso per sempre?  

    L’Anello del Pescatore, opera sconvolgente e visionaria, in cui l’intrigo si snoda nel cuore della Storia, riscopre una disputa che risale al Medio Evo e insinua il dubbio capitolo dopo capitolo.

     

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    Caro Miguel sì Raspail è un grande scrittore, e il Campo dei Santi è forse il più brutto dei suoi romanzi, il meno adatto a comprenderne lo spirito "tardoantico". 



    Ciao
     

  21. utente anonimo scrive:

    Allora Miguel, hai ragione, è che non volevo fare uno spam troppo spudorato. 

    Preciso meglio:

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    Chi è questo vecchio prelato vagabondo che, se interrogato sulla sua identità, risponde semplicemente: 

    «Sono Benedetto»?  …Perché i servizi segreti del Vaticano lanciano sulle sue tracce il loro migliore agente? 

    La Santa Sede si sente forse minacciata? 

    Anno 1993. L’autorità di Roma non è più contestata dai tempi del concilio di Costanza che, nel 1417, depose Benedetto XIII, l’ultimo degli antipapi di Avignone.  Le tracce dei suoi successori si sono perse tra la Provenza e Aveyron. Il Grande Scisma che ha dilaniato la Chiesa cattolica è ormai dimenticato. Caduto nell’oblio, il caso è chiuso. Chiuso per sempre?  

    L’Anello del Pescatore, opera sconvolgente e visionaria, in cui l’intrigo si snoda nel cuore della Storia, riscopre una disputa che risale al Medio Evo e insinua il dubbio capitolo dopo capitolo.

     

    4) dove si può acquistare:
    Allora quà stiamo a vedere quanto sarà boicottato in distribuzione. Dopo il boicottaggio alle prevendite. (il distributore aveva "consigliato" di non pubblicarlo). Un autore maledetto per un libro decisamente scomodo. Comunque almeno è ordinabile ovunque. 

     

    Caro Miguel sì Raspail è un grande scrittore, e il Campo dei Santi è forse il più brutto dei suoi romanzi, il meno adatto a comprenderne lo spirito "tardoantico". 
     
    Ciao
     

    Preciso meglio:

    1) Jean Raspail, L’anello del Pescatore
    Isbn 88-89466-32-2 
    320 pagine, euro 16

    2) editore CasadeiLibri

    3) una traccia di trama (dalla quarta): 

    Chi è questo vecchio prelato vagabondo che, se interrogato sulla sua identità, risponde semplicemente: 

    «Sono Benedetto»?  …Perché i servizi segreti del Vaticano lanciano sulle sue tracce il loro migliore agente? 

    La Santa Sede si sente forse minacciata? 

    Anno 1993. L’autorità di Roma non è più contestata dai tempi del concilio di Costanza che, nel 1417, depose Benedetto XIII, l’ultimo degli antipapi di Avignone.  Le tracce dei suoi successori si sono perse tra la Provenza e Aveyron. Il Grande Scisma che ha dilaniato la Chiesa cattolica è ormai dimenticato. Caduto nell’oblio, il caso è chiuso. Chiuso per sempre?  

    L’Anello del Pescatore, opera sconvolgente e visionaria, in cui l’intrigo si snoda nel cuore della Storia, riscopre una disputa che risale al Medio Evo e insinua il dubbio capitolo dopo capitolo.

     

    4) dove si può acquistare:
    Allora quà stiamo a vedere quanto sarà boicottato in distribuzione. Dopo il boicottaggio alle prevendite. (il distributore aveva "consigliato" di non pubblicarlo). Un autore maledetto per un libro decisamente scomodo. Comunque almeno è ordinabile ovunque. 

     

    Caro Miguel sì Raspail è un grande scrittore, e il Campo dei Santi è forse il più brutto dei suoi romanzi, il meno adatto a comprenderne lo spirito "tardoantico". 



    Ciao
     

  22. utente anonimo scrive:

    Mah … può darsi che la religione come durkheimiano aggregante sociale non sia poi così brutta come la si dipinge. 

    XXX

  23. utente anonimo scrive:

    Per XXX #6

    Ho lavorato con una fisica brasiliana (sì, ce ne sono) che si dichiaro’ stufa di dover ripetere a tutti che in Brasile NON si parla castigliano…

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  24. kelebek scrive:

    Per XXX n. 6

    Io il portoghese lo leggo quasi senza problemi, ma non capisco una parola quando lo sento (mi riferisco al portoghese del Portogallo, non a quello brasiliano che è abbastanza chiaro).

    Quando sono andato in Portogallo, ho provato a farmi capire in spagnolo, ma mi dicevano di capire… solo l’inglese.

    Siccome non avevo voglia di parlare in inglese con gente di cui capisco la lingua scritta, mi sono rassegnato a parlare in para-portoghese e sorridere beotamente quando mi rispondevano.

    Miguel Martinez

  25. utente anonimo scrive:

    Per Martinez #18

    Non preoccuparti: conosco due brasiliani madrelingua che a Lisbona hanno fatto fatica a capire quello che gli dicevano il tassista e il panettiere. E un collega di Oporto mi ha ripetutamente corretto sulla mia pronuncia, modellata sulle mie esperienze di stampo brasiliano. Singolarmente, il porotghese di un angolano è chiaro: analogamente lo è l’inglese dei discendenti bianchi dei coloni inglesi del Kenya. Piccole lingue crescono.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  26. utente anonimo scrive:

    Non c’è più cesura alcuna tra il Papa, i Carabinieri, il sorriso smagliante di lei e il godimento della vita.”

    Martinez, lo leggo adesso: sembra la reclame di Don Mattteo!

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  27. utente anonimo scrive:

    però, se permettete, Don Matteo è ancora un fiction e il Papa è ancora il Papa, e la differenza che c’è emerge alla bisogna

    magari vi piacerebbe un Papa più sul modello Ayatollah incazzoso

    Francesco

  28. utente anonimo scrive:

    >> Mah … può darsi che la religione come durkheimiano aggregante sociale non sia poi così brutta come la si dipinge. (XXX n.16)

    E’ quello che sostengo da sempre. Ma anche il teatro, per dirme una, è un buon aggregante sociale. Si guarda tutti assieme lo spettacolo, guardando tutti nella medesima direzione senza pestarsi i piedi per un po’, il che è già un buon risultato per la pace sociale. Se poi lo spettacolo è ben fatto, avremo materia di discussione per la serata o addirittura qualche nuova chiave di lettura per interpretare la realtà caotica che ci circonda.
    Vale lo stesso per le religioni. Il punto è che, per stare al nostro contesto, il cattolicesimo non è, o non si concepisce solo come (sacra) rappresentazione, ma come verità rivelata, assoluta e indiscutibile. Per fortuna nella prassi popolare sono ammesse molte infrazioni alla norma e soprattutto un’adesione superficiale e folkloristica alla fede. Ma a me fa sempre sorridere il buon Ratzinger abbaiare (è pur sempre un pastore tedesco) contro il relativismo dei tempi moderni in nome della ragione ma utilizzando come argomento che la fede è il migliore aggregante sociale. Non vi è ovviamente un argomento più relativista.  Ma a parte questo fa sorridere sentir decantare l’utilità della fede per l’ordine sociale e morale e psicologico da parte di chi ne rivendica la verità in termini di ragione se non di razionalità (con tanto di panegirici degli atei devoti per il "Papa filosofo").

    Val

  29. utente anonimo scrive:

    Post scriptum: il portoghese…ah, che saudade di quando vivevo a Coimbra! 🙂
    Comunque è vero, parlano meglio l’inglese che lo spagnolo, anche perché sin da piccoli vedono i film sottotitolati e non doppiati (oltre a non nutrire un’eccessiva simpatia verso i cugini castigliani).

    Val

  30. utente anonimo scrive:

    >>> utilizzando come argomento che la fede è il migliore aggregante sociale.

    sei sicuro che questo Papa abbia detto questo?

    mi pare strano

    ciao

    Francesco

    PS se ha detto che la Fede è vera e in quanto tale è utile, anche come "aggregante sociale", allora ha detto un’altra cosa.

  31. utente anonimo scrive:

    Per Val #22

    ”Ma a parte questo fa sorridere sentir decantare l’utilità della fede per l’ordine sociale e morale e psicologico da parte di chi ne rivendica la verità in termini di ragione se non di razionalità (con tanto di panegirici degli atei devoti per il "Papa filosofo").”

    Nelle sue ‘Lettere di Berlicche’, Lewis mi delizia tratteggiando per bocca del suo satanasso consigliere i cristiani che credono non perchè il cristianesimo è vero, ma perchè il cristianesimo è utile: alla riforma della giustizia, alla rivoluzione sociale, alla liberazione della donna, alla riforma dell’ortografia inglese. Come Chesterton, Lewis rivendica invece la sua fede nella verità del cristianesimo come motivo principe della sua conversione. Se hanno ragione questi due autori, allora dei devoti moderni di cui tu parli resterà poco.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  32. utente anonimo scrive:

    Secondo me a rendere particolarmente ostica la pronuncia del portoghese europeo sono quei suoni quasi indistinti, tipo "schwa", delle vocali atone e quella pronuncia enfatica, a dir poco, di consonanti fricative e sibilanti …

    XXX

  33. utente anonimo scrive:

    Per ADV n.25

    >> Come Chesterton, Lewis rivendica invece la sua fede nella verità del cristianesimo come motivo principe della sua conversione. Se hanno ragione questi due autori, allora dei devoti moderni di cui tu parli resterà poco.

    Già, ma la questione è più complicata. Dal mio punto di vista, l’espressione "fede nella verità" è ridondante, nel senso che la fede è fede, ed è qualcosa di radicalmente estraneo al dominio del liguaggio logico-razionale. Ciò che si crede è vero, per definizione, quindi non si pone mai il problema di dimostrare il contrario. Dunque mi sembra fisiologico che la fede si giustifichi socialmente, psicologicamente, esistenzialmente: ci rende più buoni, amichevoli, soddisfatti, temperanti, mansueti, contenti. Credo invece impossibile che la fede possa giustificarsi filsoficamente o logicamente. Ne consegue che la pretesa dell’attuale papa di parlare in nome della ragione, entusiasticamente applaudita dai nostri atei devoti, è risibile. Sia perché tradisce il tentativo di tenere il piede in due scarpe, sia perché è contraddetta dall’oggettivo relativismo di cui il Papa ha dato ripetutamente prova ("storicizzazione" delle colpe della Chiesa, condanna del marxismo sulla base delle conseguenze storiche e non della sua intrinseca verità/falsità, ricorso reiterato all’idea che "senza Dio tutto è permesso").

    Val

  34. utente anonimo scrive:

    >> Dal mio punto di vista, l’espressione "fede nella verità" è ridondante, nel senso che la fede è fede, ed è qualcosa di radicalmente estraneo al dominio del liguaggio logico-razionale

    mi sa che hai più difficoltà col concetto di verità che con quello di fede, allora

    ciao

    Francesco

  35. utente anonimo scrive:

    Per Val #27

    ”Ne consegue che la pretesa dell’attuale papa di parlare in nome della ragione, entusiasticamente applaudita dai nostri atei devoti, è risibile.”

    Qui ha ragione Francesco: il problema non è il concetto di ‘fede’, ma il concetto di ‘verità’. Vedo di chiarirmi con alcuni esempi. Nel Vangelo sta scritto che il Regno dei Cieli è una pietra preziosa trovata in un campo: scovatala, lo scopritore va, vende cio’ che ha e col ricavato si compra il campo con la pietra dentro. In altre parole, la Verità (che poi raggiungi soo con l’abberaccio a Cristo, data la faccenda della vite e dei tralci) è qualcosa che esiste e che è più importante di qualunque altra cosa. Al più la ragione è strumento per avvicinarvisi: nella parabola evangelica, lo scopritore che sospetta la presenza ella pietra nel campo in cui altri non l’hnno vista prende una vanga e comincia a scavare, ma la valnga (la ragione) non è la piera stessa nè il mezzo per impossessarsene. La pietra si ottiene solo vendendo cio’ che si ha, cioè passando da una posizione di utilizzatore di strumenti (la vanga, la ragione) ad una posizione personale di rischio totale (privarsi di tutto cio’ che si possiede, francescanamente). Cio’ non toglie che senza la vanga/ragione la pietra non sarebbe neppure stata trovata. Nella visione cristiana la ragione serve dunque a fare il primo passo verso la Verità, ma non l’ultimo (la vanga tocca la pietra, ma è la persona dello scopritore che la vede e ne gioisce) e tantomeno serve d impadronirsi della pietra (fase dove si richiede il sacrificio di tutto, non il semplice scavare/ragionare). Corrispondentemente, nella Scolastica la ‘philosophia’ era ‘ancilla theologiae’. E più modernamente, il padre Brown di Chesterton smaschera l’impostore Flambeau che si era travestito da prete perchè nota che in una sua predica Flambeau parla male della ragione: e questo parlar male è ‘cattiva teologia’ che un prete cattolico vero non farebbe mai. Dopotutto, scrive lo stesso Chesterton, sul cuore di diamente dei pianeti più lontani sta incisa per l’eternità il comandamento ‘non rubare’: non v’e’ ne’ puo’ esservi contraddizione alcuna fra le parti diverse dell’oera dello stesso Creatore. Una volta, una sola volta Cristo lascia senza risposta un Romano nel Vangelo: quando Pilato, sinceramente perplesso, gli chiede ‘che cos’e’ la verità’. Il relativismo agnostico è il primo nemico del pensiero cristiano, e ne è costantemente aborrito da molto prima di Ratzinger: ne l”’Ortodossia”, Chesterton lo considera alla stregua di una malattia mentale paragonabile al solipsismo di certi deliri paranoici (cito a memoria: ”e quando finalmente il volto di madre sarà uno sgorbio pasticciato sulle pareti della sua cella, sii potrà correttamente dire delo scettico ‘egi cede in se stesso’ ”) e considera moralmente più valido l’alcoolismo del pensiero di Marco Aurelio. Il Lewis di ‘Lontano dal pianeta silenzioso’ dice che è conseguenza della Caduta il fatto che dove prima si vedeva il Cielo ora si vede lo spazio (e la Valentina Tereshkova sembro’ quasi rispondere quando disse nel suo volo di prima donna nello spazio: ‘da quassu’ si vedono le stelle, non gli angeli’). Personalmente trovo greve il motto UAAR ‘chi crede non pensa chi pensa non crede’. No, il fatto è che si puo’ pensare in modi radicalmente diversi (Lewis, e Cristo, e Socrate e Antigone da una parte; Epicuro, e Lucrezio, e Hume e Russell dall’altra) pur convivendo in pace e trovando ciascuno il proprio inferno e il proprio paradiso personali. E’ precisamente questo fatto che i credenti negano, rivendicando ciascuno alla propria fede il monoplio delll’accesso alla ‘perla preziosa’.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  36. utente anonimo scrive:

    Per ADV n. 29

    Devo essermi spiegato molto male se assimili la mia posizine a quella dell’UAAR! Comunque, non sono aggiornatissimo sul dibattito epistemologico, ma credo che discutere il concetto di fede implichi discutere quello di verità e viceversa, nonché quello di ragione.

    La verità o è convenzionale, è cioè (come io tendo a credere) un consenso provvisorio raggiunto attraverso procedure condivise, o è oggettiva, metafisica, assoluta, esterna al discorso.

    Se ciò che dico è corretto, la conoscenza assoluta della verità è una chimera che non si può dare umanamente. Abbiamo tante "fedi" (compresa, se vogliamo, quella scientifica) che accedono a dimensioni diverse della conoscenza e che sono tra loro incomensurabili. Questo è per me il relativismo, che ogni "fede" ha la sua verità, accessibile in modi diversi, non che sia sempre e comunque impossibile parlare di verità.

    Il concetto di verità come rispecchiamento oggettivo dei fatti è andato a farsi benedire da tempo. Siamo tutti relativisti e la mia tesi è che lo sia anche il Papa (ripeto qualche esempio: "storicizzazione" delle colpe della Chiesa, condanna del marxismo sulla base delle conseguenze storiche e non della sua intrinseca verità/falsità, ricorso reiterato all’idea che "senza Dio tutto è permesso"). Per ciò trovo curioso che si stracci tanto le vesti contro il relativismo.

    Se intendiamo ragione come sinonimo di razionalità (anche se con un’accezione leggermente più ampia), la pretesa del Papa, di Chesterton, di CL ecc. di essere "difensori" della ragione è, più ancora che eccessiva, pleonastica. Non si tratta di dire che nella religione si raggiunge la verità per via immediata o per mistica illuminazione, ma che il modo di dimostrare l’esistenza del tesoro è molto sui generis

    L’esempio del campo lo leggo in modo molto semplice. L’intuizione iniziale è la fede (la stessa che qualsiasi scienziato quando immagina un’ipotesi di ricerca). La verità non è il tesoro ma la prova che è stato effettivamente trovato. E’ ovvio che nella vita reale conta l’averlo trovato, non la prova. Se abbracciare Cristo (o Manitù o Elvis Presley) significa trovare un tesoro immateriale e personale, non c’è bisogno di vanghe né di prove, il discorso è chiuso. Si riapre, e non si richiude più, se pretendiamo di dimostrare che Cristo è la verità e Manitù no.

    Se la ragione non è che il primo passo verso la verità, e non l’ultimo, non c’è distinzione tra ragione e fede, l’importante è che quello che trovo vada bene per me (come dice Giussani, corrisponda alle esigenze del mio cuore). Ma allora, da capo, everything goes: Gesù, Allah, Mozart, Eta Beta, Marx, Bob Marley….  No?

    Val

  37. utente anonimo scrive:

    >>> No, il fatto è che si puo’ pensare in modi radicalmente diversi (Lewis, e Cristo, e Socrate e Antigone da una parte; Epicuro, e Lucrezio, e Hume e Russell dall’altra) pur convivendo in pace e trovando ciascuno il proprio inferno e il proprio paradiso personali. E’ precisamente questo fatto che i credenti negano, rivendicando ciascuno alla propria fede il monoplio delll’accesso alla ‘perla preziosa’

    bellissimo post, Andrea, solo che il sacerdote apollineo e solare non era Flambeau ma un truffatore americano …

    solo non ti seguo nell’ultimissima frase. ogni uomo che affronta la vita con una posizione seriamente presa lo fa perchè giudica che sia quella la "perla preziosa" e, se non è prepotente e irragionevole, rispetterà le scelte degli altri pur non condivindendole

    ciao

    Francesco

  38. utente anonimo scrive:

    >> Mah … può darsi che la religione come durkheimiano aggregante sociale non sia poi così brutta come la si dipinge. (XXX n.16)

    >> E’ quello che sostengo da sempre. Ma anche il teatro, per dirme una, è un buon aggregante sociale. Si guarda tutti assieme lo spettacolo, guardando tutti nella medesima direzione senza pestarsi i piedi per un po’, il che è già un buon risultato per la pace sociale. Se poi lo spettacolo è ben fatto, avremo materia di discussione per la serata o addirittura qualche nuova chiave di lettura per interpretare la realtà caotica che ci circonda.
    Vale lo stesso per le religioni. Il punto è che, per stare al nostro contesto, il cattolicesimo non è, o non si concepisce solo come (sacra) rappresentazione, ma come verità rivelata, assoluta e indiscutibile. Per fortuna nella prassi popolare sono ammesse molte infrazioni alla norma e soprattutto un’adesione superficiale e folkloristica alla fede. Ma a me fa sempre sorridere il buon Ratzinger abbaiare (è pur sempre un pastore tedesco) contro il relativismo dei tempi moderni in nome della ragione ma utilizzando come argomento che la fede è il migliore aggregante sociale. Non vi è ovviamente un argomento più relativista.  Ma a parte questo fa sorridere sentir decantare l’utilità della fede per l’ordine sociale e morale e psicologico da parte di chi ne rivendica la verità in termini di ragione se non di razionalità (con tanto di panegirici degli atei devoti per il "Papa filosofo").

    Val (n. 22) ____

    Sostanzialmente concordo: si dice che in Occidente c’ è la  Morte del Sacro, ammesso che sia vero … non gli si dà tuttavia degna sepoltura , ma si espone-impone la mummia perché senza non si ha il coraggio di andare avanti, specie se "da Fuori" t’arriva un altro Sacro ancora vivo e in salute (almeno in apparenza).

    Almeno io la vedo così.

    XXX

  39. utente anonimo scrive:

    Per Francesco #31

    ”apollineo”

    In una delle avventure di Padre Brown, la prima in cui compare Flambeau, il travestimento di Flambeau è quello di un prete cattolico, smascherato da Padre Brown come ho ricordato. In un altra avventura di Padre Brown c’e’  l’apollineo, il quale non si traveste da prete. Anzi, attacca esplicitamente Brown per il colore nero del suo abito talare come ‘portatore di buio’ (cito a memoria). Per dantesco contrappasso, la seguace del sacerdote di Apollo perde la vista. (Nota per Martinez: tale seguace è una statunitense che sembra appena uscita da quelle  infervorate assemblee religiose che tu hai descritto così bene; i caratteri esacerbatamente mascolini in omaggio alla moda dell’epoca, richiama da vicino le virago semi-lesbiche à la Tamara De Lempicka dileggiate dal Berlicche di Lewis)

    ”irragionevole”

    Appunto. La ‘perla preziosa’ e’ nella dottrina cattolica qualcosa di reale, cioè qualcosa che esiste indipendentemente dal soggetto. Essa fa riferimento di conseguenza ad una Realtà valida per sempre e per tutti gli esseri umani, a prescindere da quanto loro siano arrivati a condividere dell’esperienza dello scopritore della perla preziosa. Da qui la coerente condanna ratzingeriana delle leggi che operano come se tale Realtà non agisse. Tutto si tiene (e qui davvero il magistero ratzingeriano brilla, ad avere la pazienza di ascoltarlo). Il ‘padre nostro’ dice ‘liberaci dal male’. Dunque ‘libertà’ è ‘libertà dal male’, e il ‘male’ è cio’ che ci tiene lontani dalla Realtà (‘ora vediamo come in uno specchio […] un gorno conoscero’ come sono conosciuto’). Dunque operare nella società come se tale Realtà non ci fosse è negare la possibilità stessa della libertà agli esseri umani che ci vivono, vale a dire subornare le menti e i cuori a una dittatura; ed è appunto di Ratzinger il costante amonimento ai cattolici a sottrarsi alla dittatura del relativismo. Chesterton, mente fina se ce n’e’ una, e abituato al culto britannico della libertà individuale, sottolinea provocatoriamente nella sua ‘Ortodossia’ il ruolo fondamentale dell’intolleranza alla radice stessa della religione cattolica: è la stessa intolleranza di un medico che àmputa le membra cancrenose per salvare il paziente. Il veemente paragone è suo, ma è evidente il riferimento alle parole del Vangelo ‘se il tuo occhio ti dà scandalo, taglialo: è meglio entrare orbi nel Regno dei Cieli che con tutti e due gli occhi nella Geenna’. Da vera controparte cattolica di Orwell (lasciami sbilanciare a dare questo lusinghiero giudizio di questi due autori che amo molto) Chesteron arriva a dire che la Ragione è stata difesa dai roghi. Perchè l’alternativa a questa Ragione è il relativismo, che porta allo scetticismo agnostico e all’anarchia, che portano in definitiva al solipsismo e dunque ai peggiori orrori (‘sarete come Dèi’). E’ molto significativo che Chesterton dichiari che il suo rifiuto dell’agnosticismo e l’inizio del suo cammino di conversione al Cattolicesimo sia nato dalla  ripulsa ispiratagli dall’articolo di un saggista che prevedeva la società del futuro come una società dove i casi come Welby avrebbero potuto liberamente accedere all’eutanasia. Ed è anche molto significativo che il brano che Nietzsche porti a suprema riprova dell’esistenza di una pulsione distruttiva della religione cristiana sia proprio il brano evangelico sugli occhi che ho citato sopra. Concludo constatando che la fiduciosa attesa nell’incontro col Risorto diventa necessariamente il seme di una intolleranza politica: perchè il Risorto è tale anche per chi non ci crede.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  40. utente anonimo scrive:

    Per Val #30

    Mi sono spiegato male io, scusami. Non concordo con alcune posizioni UAAR, e difatti non mi ci sono iscritto anche se sono stato invitato a farlo. Io sono un relativista agnostico, e dunque sono d’accordo con te, specialmente sul carattere convenzionale del concetto di ‘Verità’: ma per quanto riguarda cio’ che -almeno secondo me- la dottrina cattolica considera come Ragione ti rimando per brevità alla mia risposta a Francesco (post n.33). Detto cio’, due brevi considerazioni:

    a) la scienza non è una fede, ma è un metodo. Si assume di volta in volta convenzionalmente come vera quella successione logica (‘teoria’) di affermazionii universali (‘teoremi’) che collega (‘spiega’) logicamente (‘matematicamente’) fra loro il maggior numero di osservazioni ripetibili (‘misure’) col minor numero di ipotesi, finchè nuove  misure non risultano inspiegabili e forzano così alla ricerca della formulazione di una nuova teoria che spieghi sia le nuove osservazioni sia le vecchie (‘principio di analogia’). Viceversa, la fede nella scienza (o ‘scientismo’) è a sua volta una religione, e probabilmente una dele più perniciose (qui Chesterton e soci hanno ragione da vendere)

    b) Il linguaggio moderno dei preti cattolici è imbevuto di relativismo. E allora? E’ una tattica propagandistica ben raccomandata dall’Apostolo delle genti, quella di ‘essere tutto in tutti’, con ‘mansuetudine e rispetto’. In tempi relativisti, megli camuffarsi da relativisti. Rimanere candidi come colombe pur essendo astuti come serpenti: come preoccuparsene, se Lui ha vinto il mondo? Vuoi che questo sia un problema, per chi ha l’Onnipotente da ringraziare tutte le domeniche?

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  41. utente anonimo scrive:

    x Andrea 33

    te gh’è rasùn, avevo mescolato due storie!

    chiedo venia, lessi i testi moltissimi anni or sono

    F.

  42. utente anonimo scrive:

    >>> Il veemente paragone è suo, ma è evidente il riferimento alle parole del Vangelo ‘se il tuo occhio ti dà scandalo, taglialo: è meglio entrare orbi nel Regno dei Cieli che con tutti e due gli occhi nella Geenna’

    verissimo ma … si parla sempre e solo del TUO occhio, della TUA gamba, del TUO braccio.

    e del fratello che non ascolta nessun ammonimento, nè in privato nè in assemblea, si dice di lasciarlo al suo destino, non di raddrizzarlo a mazzate o bruciarlo

    non credo che sia corretto estendere l’intolleranza sulla Verità (conseguenza necessaria dell’esistenza di una Verità, che è premessa necessario per vivere da uomini) all’intolleranza contro chi detta verità non riconosce (ancora)

    infatti io NON sono per il rogo di eretici e atei

    ciao

    Francesco

    PS e non parlo qui del fatto che la Verità non la si possiede

  43. utente anonimo scrive:

    Per Francesco #36

    ”si parla sempre e solo del TUO occhio, della TUA gamba, del TUO braccio.”

    Sta scritto: ‘amerai il prossimo tuo come te stesso’. Se tu ami te stesso al punto di tagliarti un braccio pur di non perdere la salvezza, come tirarti indietro di fronte a un fratello che  per ostinarsi a conservare il proprio braccio rischia la dannazione eterna? Se lui rifiuta di accogliere la Verità, come non impedirgli -per il suo stesso bene- di farsi infinitamente del male da solo a causa della sua incredulità? Hai voglia a scuotere la polvere dai tuoi calzari: chi rifiuta di farsi custode del proprio fratello è Caino. Se un Welby vuole smettere di soffrire come potrai permetterglielo, lasciandogli mettere a repentaglio la sua salute eterna? Lo amerai troppo per permetterglielo. Ti inginocchierai accanto a lui in preghiera, gli cambierai le vesti e lo laverai: ma starai ben attento a sottrargli il controllo del sondino…

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  44. utente anonimo scrive:

    Poichè amo il mio fratello, non farò nulla che possa privarlo della sua libertà, dono che Dio gli ha dato direttamente e irrevocabilmente.

    Non posso, e quindi non devo, trascinarlo verso la salvezza nolente.

    Francesco

  45. utente anonimo scrive:

    Per Francesco #38

    Welby è stato sfortunato a non avere aveuto a che fare con te.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  46. utente anonimo scrive:

    No, Welby è stato sfortunato a trovare gente che lo ha incoraggiato a morire invece che a vivere.

    Se leggi, non ho certo scritto che ucciderei un suicida a sua richiesta o che direi che fa bene a farlo o che ha diritto a farlo.

    Mi limito a dire che non gli correrei dietro per legargli le mani, perchè non serve e non mi compete.

    Era Giovanni XXIII a distinguere tra errore ed errante? e ancora non è stato capito?

    Francesco

  47. utente anonimo scrive:

    Per Francesco #40

    ”non gli correrei dietro per legargli le mani”

    Temo allora che secondo il catechismo della tua stessa chiesa peccheresti contro il comandamento che ordina di non uccidere, con la modalità di peccato di omissione.

    Ciao!

    Andrea Di Vita

  48. utente anonimo scrive:

     Esiste l’omissione di un’azione inutile?

    Anche se oggi lo fermo, l’aspirante suicida, non posso imporgli di cambiare idea, quindi potrà girare l’angolo e accoppare se stesso. L’unica soluzione sarebbe impedirgli fisicamente di farsi del male (che so, gli amputiamo le mani e le gambe?).

    Certo, continuando sulla piega presa con i divieti di fumare e la tecnologia del controllo ovunque, potremmo arrivarci … ma per merito di qualche benpensante progressista

    ciao

    Francesco

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