Corpo celeste e la Chiesa realmente esistente

Abbiamo visto per caso un film di quelli che non si dimenticano: Corpo celeste, di Alice Rohrwacher.

Un film che parli della Chiesa cattolica nell’Italia meridionale uno se lo immagina pieno di feroci baroni mafiosi e donne afflitte dal senso di peccato, nel contesto di una cupa bellezza barocca. Insomma, un’orgia potenziale di luoghi comuni anticlericali/antimedievali, che però si nutre di quanto di esotico  – e quindi di affascinante – c’è in quei mondi.

Alice Rohrwacher ha fatto qualcosa di diverso, usando mezzi tecnici minimi e attori eccezionali.

Il film, come sottolinea la stessa regista, non ha intenti anticlericali; infatti, il vero cuore del film non è la critica al Sud o alla Chiesa, ma un messaggio di altro tipo, presentato attraverso un delicato gioco di simboli, e che si può quindi cogliere solo guardando il film.

Qui ci limitiamo a dire qualcosa sullo sfondo su cui si presenta questo messaggio, cioè il Sud e la Chiesa.

Un Sud (credo sia Reggio Calabria) ventoso, freddo, ricoperto ovunque da un disordinato cemento, un pezzo della periferia universale. Non il Sud dei mafiosi a cavallo, ma delle conferenze di Nello Rega negli Istituti tecnici e di Magdi Allam testimonial della Borsa del Turismo Religioso, insomma.

La Chiesa che la Rohrwacher ci presenta è la Chiesa realmente esistente, quella postconciliare che continua stancamente a riprodursi senza avere più la minima idea del perché. Dove il parroco con il telefonino che squilla continuamente, sotto un crocifisso al neon che sembra la mappa di uno svincolo autostradale, si barcamena per sopravvivere tra le abitudini delle famiglie e piccole raccomandazioni politiche, nella speranza di venire mandato altrove.[1]

Agli anticlericali sfugge il patto inconfessabile che tiene in piedi una simile istituzione: mantenuta tramite fondi gestiti dallo Stato, la parrocchia ha l’obbligo implicito di dispensare una serie di servizi simbolici ma ideologicamente neutri a tutta la collettività, senza distinzioni. Il fornitore di battesimi e matrimoni deve trattare quindi la reale fede di ciascuno con la stessa indifferenza del pubblico ufficiale, e come ogni pubblico ufficiale, deve esprimere solo banalità indiscutibili.

Ecco che si scatena il temporale della violenza mediatica contro quei pochi preti che di tanto in tanto osano, coerentemente, rifiutare i sacramenti a un non credente, oppure contro l’insegnante di religione che accenna all’escatologia.

La parrocchia, in Corpo celeste, si regge sull’impegno di una figura sociale di immensa importanza in Italia: la casalinga di mezza età (nel film, la straordinaria Pasqualina Scuncia), ignorante, onnipresente, affabile, astuta, insensibile e inventiva che si occupa volontariamente di tutto, compresa la preparazione delle cresime, su cui si incentra il racconto.

Se digito “cresima“, Google mi suggerisce “cresima bomboniere”, “cresima regali” e “cresima frasi di auguri”, a indicazione del suo significato sociale; ma nella struttura della chiesa, dovrebbe segnare il passaggio, dopo un anno di duro studio, a una fede matura e cosciente.

Ora, che cosa ha esattamente da trasmettere l’entità che oggi abita il vecchio guscio della Chiesa cattolica?

La Rohrwacher coglie esattamente che cosa sia l‘istruzione cattolica di massa ai tempi nostri: un generatore automatico confuso di raccontini biblici, ammiccamenti televisivi e giovanilistici, luoghi comuni sulla bontà, accompagnati da un penoso tentativo di imitare il mondo evangelico, che però non può riuscire perché la vecchia Istituzione non è certo adatta a scatenare la violenza sciamanica della religione dei liberi imprenditori americani.

Divaghiamo dicendo che a nostro avviso, bisognerebbe abolire l’istruzione cattolica nelle scuole, non certo perché sussista il pericolo che qualcuno si lasci lavare il cervello da cose simili, ma per l’effetto devastante che ha su qualunque anelito di sacro.

La Rohrwacher dice tutto quanto vi sia da dire sulla questione, presentandoci una schiera di brufolosi ragazzini e di femmine goffamente esibizioniste, che canta con scarsa convinzione:

«Mi sintonizzo con Dio / è la frequenza giusta / mi sintonizzo proprio io / e lo faccio apposta / voglio scegliere Gesù / voglio scegliere Gesù.»

Nota:

[1] Nel dire “postconciliare“, siamo perfettamente coscienti delle motivazioni, spesso ottime, di tanti riformatori di quegli anni; e crediamo anche che il grande cambiamento sia stato imposto dalla storia stessa e non da qualche congiura di cardinali (tra cui spicca la figura proprio di Joseph Ratzinger), come sostengono alcuni cattolici tradizionalisti. Inoltre, è ovvio che i germi di certe derive sono secolari. Facciamo salva poi l’infinita diversità dei comportamenti singoli, nella Chiesa cattolica come in qualunque altra istituzione o realtà.

Il punto è lo scatenamento delle tendenze entropiche della specie umana, che ci ha portati dal cattolicesimo di Anaïs Nin a quello di Emanuela Tittocchia.

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236 risposte a Corpo celeste e la Chiesa realmente esistente

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  2. Peucezio scrive:

    Lo danno ancora nelle sale?

  3. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio… ti ho risposto in privato.

  4. mirkhond scrive:

    Alice Rohrwacher….è parente della più famosa Alba?

    • PinoMamet scrive:

      Me sa!

      Comunque mi fa piacere che il cinema italiano sia capace ancora di queste cose;
      tanto più che i vari “ma ‘sti cazzi”, “mortacci tua” ecc. cominciano a dare segni di cedimento!

      Io poi sostengo che “Lacrìsi” (l’entità paurosa, mostruosa, che aleggia sulle città italiana e che “c’è dappertutto”, la terribile Crisi…) che la crisi, insomma, faccia molto bene all’eleganza.
      Dico davvero.

      Probabilmente la cosa si applica anche alla cinematografia.

    • Marcello Teofilatto scrive:

      Sì, è la sorella. Ciao da Marcello Teofilatto

  5. mirkhond scrive:

    Quanto al Vaticano II sono d’accordo con Miguel Martinez.
    Fu un frutto dei tempi figlio di un percorso storico e non un bieko komplotto progressista.
    Se poi gli effetti sono stati quelli indesiderati è perchè comunque il mondo occidentale che diventava sempre più benestante, diventava anche sempre più allergico a Dio e alla serietà della Fede, seppure una fede ancora intrisa di superstizioni precristiane….
    Del resto già Pio XII, l’ultimo papa secondo molti tradizionalisti e sedevacantisti, voleva indirlo lui un concilio perchè sentiva l’esigenza di un profondo rinnovamento ecclesiastico che coinvolgesse anche i credenti non clero nella continua e necessaria opera missionaria cristiana, e questo soprattutto a partire dal 1950…

  6. mirkhond scrive:

    Sulla cresima posso testimoniare che in molti da noi la fanno solo da adulti in vista del matrimonio, come hanno fatto dei miei parenti, se no niente…
    Sul catechismo non oso pronunciarmi perchè le mie esperienze risalgono a 30 anni fa, e ho detto tutto…..
    Quanto a Ratzinger, viene scambiato per conservatore solo da chi vuole le donne prete e i matrimoni gay, mentre al contrario è un autentico progressista (per come si poteva essere progressisti negli anni’60).
    Vedasi le sue riflessioni sulle differenze SOCIALI tra Cristianesimo e Islam, il primo visto come fattore di sviluppo e femminista (tranne per pretesse e papesse giovanne naturalmente…)
    Se si leggono i suoi libri-intervista da cardinale, quelli con Messori e Seewald, si può capirlo bene.
    Ma la sua avversione alla Teologia della Liberazione sudamericana?
    Innanzitutto progressista NON E’ SEMPRE sinonimo di marxista. Secondo una teologia che attacca il capitale, mina gli appoggi finanziari dei ricchi alla Chiesa, e lo sappiamo benissimo che anche la Chiesa ha bisogno dei soldi, anche per, qualche volta, fare davvero del bene….

    • paniscus scrive:

      “Sulla cresima posso testimoniare che in molti da noi la fanno solo da adulti in vista del matrimonio, come hanno fatto dei miei parenti, se no niente…”

      ——————

      Ettecredo: l’eventuale catechismo fatto da adulti per potersi sposare in chiesa è un impegno infinitamente MENO gravoso, rispetto a quello infantile.

      Se fai tutta la trafila standard da ragazzino, ti becchi tre o quattro anni di attività assidua, con impegno vincolante fortissimo, eventuale rinuncia o ridimensionamento di altre attività (sportive, artistiche o altro) e con l’aggiunta di una serie di obblighi abbastanza pesanti richiesti ai genitori.

      Se invece uno si rivolge alla parrocchia da adulto (dopo non averci mai messo piede per decenni), dicendo: “Beh, padre… io e la mia ragazza vorremmo sposarci l’anno prossimo, ma ci sarebbe un problema, sa… non ho mai fatto la cresima… come posso fare?

      …considerando che di solito si tratta di gente che lavora, che sta mettendo su casa, e che ha altre responsabilità da adulti, gli sistemano tutto con un corso accelerato all’acqua di rose che si conclude nel giro di pochi mesi.

      Quindi, la conclusione è ovvia.

      Se uno ci crede, si farà il suo bel percorso di formazione standard tanto commovente e tanto tradizionale.

      Ma se uno NON E’ motivato per ragioni spirituali, bensì ritiene che prendere i sacramenti convenga “solo per l’eventualità di volersi sposare in chiesa”, allora gli conviene di gran lunga farli da adulto piuttosto che da bambino: l’impegno richiesto è molto minore, i tempi sono più veloci, e ci si risparmiano anni di sbattimento superfluo anche per i familiari…

      Lisa cinica 🙂

      • Peucezio scrive:

        Questa è un’altra delle assurdità della chiesa postconciliare, in perfetta sintonia con la mania contemporanea per la “formazione”.
        Io mi sono cresimato negli anni ’80 con la scuola (andavo a una scuola privata), facevo le elementari e ricordo la preparazione alla Cresima come interna alle attività scolastiche: fra fare un’ora di lezione normale e imparare delle canzoncine religiose, in fondo era più divertente la seconda cosa o, al massimo, si eguagliavano.
        In compenso un mio amico si è cresimato da adulto con i miei preti tradizionalisti dell’IMBC (che ha conosciuto mio tramite) e non ha dovuto preparare assolutamente NULLA: mi hanno detto in cinque minuti, sotto mia richiesta, via cellulare, che l’importante è che lui fosse consapevole del significato della Cresima, cioè di essere soldati di Cristo ecc. e si è rimediato un padrino sul momento, fra i fedeli assidui lì presenti.
        I sacramenti secondo me debbono essere così. D’altronde quando si battezza un infante, che preparazione previa gli si dà? E bene fanno gli ortodossi, che come al solito sono più tradizionali e saggi di noi, che somministrano tutti i sacramenti, insieme al battesimo, quando si è appena nati. Capire un sacramento è un sacrilegio, è come voler mangiare il frutto del peccato originale, che ancora oggi ci costa tanti guai.

        • PinoMamet scrive:

          Oddio
          (è proprio il caso di dirlo 😉 )
          va bene che il significato “mistico” di certe cose ci sfuggirà sempre, non a caso la Chiesa parla di “misteri”
          (“primo mistero doloroso” ecc.), non in senso giacobbiano 😉 ma nel senso classico del termine.

          Da questo punto di vista il cristianesimo tradizionale, come molte religioni rivelate coeve, è, letteralmente, un “culto misterico”.

          Però da qui a dire che il fedele non deve sapere proprio niente, ce ne passa!

          Confermo però che la preparazione alla Cresima, come anche alla Comunione, che si impartiva ai ragazzini qualche decennio fa, anche nelle parrocchie stesse, era praticamente nulla.
          Qualche informazione di base sui Vangeli, una piccola spiegazione del significato del sacramento stesso, ma molto alla buona, e via a giocare.
          La cosa non credo andasse oltre l’ora settimanale, per qualche mesetto (credo pochi).

          Magari adesso sono diventati più rigorosi, come so di sicuro che lo sono diventati riguardo ai matrimoni: un “corso” per sposarsi in chiesa sarebbe stato semplicemente inconcepibile trent’anni fa, adesso è la norma…

        • mirkhond scrive:

          Sugli Ortodossi

          Trovo bellissime le loro liturgie bizantine proprio perché non si capisce nulla e si viene letteralmente trasportati in una dimensione celestiale, un pò come, se mi si passa il paragone blasfemo, come tante canzoni anglosassoni, di cui si apprezza il motivo musicale senza capire una parola di ciò che dicono….
          Detto questo, però l’Ortodossia bizantina è troppo malata di nazionalismo (filetismo mi sembra che si dica), che ti fa identificare come ortodosso più per appartenenza nazionale che per un discorso di salvezza eterna universale, come dovrebbe essere il Cristianesimo….
          Un amico che è stato per anni in vacanza in “Grecia” mi ha detto che c’molto formalismo riguardo alla fede; formalismo, si bene…ma la sostanza?
          Peucezio, ho l’impressione che i tradizional-lefevriani-sedevacantisti si attacchino un pò troppo all’apparenza e POCO O NULLA alla sostanza….
          Non bastano una bella liturgia e una bella chiesa (che pur ritengo NECESSARIE come AUSILIO), a fare un cristiano.
          Cristiano uno lo dovrebbe cercare di esserlo, altrimenti si finisce con le assai NULLA evangeliche gesta dei Serbi in Kosovo, o gli inciuci dell’asse pera-ferrara e la fu fallaci, col sedicente reazionario biancovestito….

        • mirkhond scrive:

          Sempre sugli Ortodossi

          Una signora rumena che fa la badante qui a Bari, mi ha detto che da loro la Chiesa Ortodossa NON si occupa di assistenza ai bambini abbandonati e/o orfani, agli ammalati, ecc ecc.
          Gli unici che in Romania si occupano di questi aspetti, sono le suore cattoliche, come quelle di cui per anni è stato testimonial il giornalista Mino D’Amato….
          Le stesse cose le ho sentite sulla Chiesa “Greca”….
          Solo UN pope si sta attivando in Romania per fare opera di aiuto sociale, come riferitomi dalla signora suddetta, che è ortodossa anche per convinzione e non solo per tradizione familiare….

        • Roberto scrive:

          Fortunato il tuo amico! Io per sposarmi in chiesa (rectius per far contenta mia moglie) mi sono fatto 15 sabati sera dalle 20.30 alle 22.30 di lezioni individuali per la cresima. Poi 10 domeniche di corso prematrimoniale (ma in gruppo con uno svizzero calvinista ed un olandese mangiapreti, molto divertente devo dire)

        • Peucezio scrive:

          Pino,
          Sul fatto del capire esageravo volutamente a titolo provocatorio. Però è vero che se ci sono altre cose che bisogna capire, tutto ciò che riguarda i riti e i sacramenti meno lo si capisce, meglio è.
          Circa i corsi prematrimoniali, nel mio caso il problema non si pone, perché il giorno in cui mi venisse il prurito di sposarmi, lo farei con quegli stessi preti sedevacantisti miei, però se fossi un fedele “normale”, che segue la chiesa post-conciliare, quando esprimessi il proposito di sposarmi e un prete accennasse soltanto a simili corsi, non farebbe in tempo a finire di pronunciare la ‘c’ che lo prenderei a calci nel sedere fino a farlo arrivare in cima al campanile (sono un tipo molto mite, ma anch’io ho i miei limiti).

        • Peucezio scrive:

          Mirkhond,
          sull’assistenza a orfani ecc. convengo, anche se comprendo che ci sono forme di religiosità e chiese che non prevedono una dimensione sociale e di aiuto materiale; tra l’altro l’assistenza ai più deboli la Chiesa Cattolica la faceva anche quando era ultra-formalista. Ma su tutto il resto che c’è di male?
          E, per inciso, cos’è la sostanza?

        • mirkhond scrive:

          La sostanza è ad esempio NON usare Cristo come randello da abbattere con odio contro chi non ci piace, da usare per campagne razziste stile lega o di una certa Ortodossia contro gli Albanesi musulmani ecc.
          ciao

        • mirkhond scrive:

          Sempre sui lefevriani-sedevacantisti ecc.

          Messori, scrisse che molti anni fa (anni ’70-’80 circa), fu contattato dalla sede dello scismatico di Econe.
          Lo andarono a prendere dei sacerdoti della Fraternità, dopo avergli dato appuntamento in una città del nord Italia.
          Giunsero con un macchinone di lusso (se lo andavano a prendere col 600 multiplo o con l’850 facevano peccato davanti a Dio?), da cui uscirono dei pretini impeccabili che lo portarono al castello dove viveva il superscismatico Lefevre….
          Ambiente aristocratico, quello di Econe, con pretini in talare e collarino impeccabili, insomma sembrava una scena del Gattopardo di Visconti più che un incontro con dei servi di Cristo….
          Ma Cristo non lavò i piedi dei suoi discepoli, piedi sporchi, incrostati, piedi di faticatori, di lavoratori, non certo di patrizie della Roma bene….
          La magnificenza di liturgie e paramenti sacri dovrebbe convivere con uno spirito di carità per tutti, altrimenti, scusami, è solo un vecchio fariseismo ammuffito….
          Preferisco Giovanni Paolo II baciacorani al don Curzio Nitoglia sputasentenze….

        • PinoMamet scrive:

          Dalla tua descrizione dei lefreviani-sedevacantisti ecc.
          direi che si può sintetizzare così:

          il Concilio Vaticano Secondo ha buttato il bambino insieme all’acqua sporca; e i lefevriani si sono affrettati a recuperare l’acqua sporca!

          (poi per carità, non voglio generalizzare su realtà che non conosco)

        • Peucezio scrive:

          “La sostanza è ad esempio NON usare Cristo come randello da abbattere con odio contro chi non ci piace, da usare per campagne razziste stile lega o di una certa Ortodossia contro gli Albanesi musulmani ecc.
          ciao”

          Quegli altri fanno la stessa cosa al contrario, lo usano come pretesto per il peggiore buonismo multurazziale. Lasciamo fuori “sostanze” in genere e la religione ci avrà solo guadagnato.
          A parte le battute, la forma è immanente alla sostanza, la forma È la sostanza, si tratta di una distinzione che nell’ambito del sacro non esiste, come non esiste nell’ambito dell’arte: la bellezza è la bellezza, è un dato formale, ma è sostanziale al tempo stesso e se togli la forma, hai eliminato la sostanza.
          L’idea poi della religione come etica è un’idea modernissima (partendo, se vogliamo, dall’età assiale, ma anche l’età assiale in fondo è modernissima), ma è in realtà il capovolgimento del religioso e il suo occaso.

        • Peucezio scrive:

          Sui lefebvriani: i sedevacantisti non c’entrano nulla coi lefebvriani; alcuni di essi sono fuoriusciti dalla Fraternità proprio per contrasti irriducibili sul piano dottrinale e non solo. E hanno pochissimi mezzi, vivono delle offerte dei fedeli (che sono quattro gatti) e si muovono ogni fine settimana in macchina (non di lusso!) facendo chilometri e chilometri per raggiungere i vari centri messa in giro per l’Italia (e anche in Francia). Li conosco uno per uno personalmente, li ho frequentati per anni e continuo a farlo, anche se meno assiduamente, e so che uomini sono e con quanto sacrificio personale si votano alla loro causa senza risparmiarsi e quanta disponibilità e attenzione dimostrano ai loro fedeli. Il tutto fra l’altro sempre con molta discrezione e in modo alieno da ogni spirito settario, tentativo di condizionamento psicologico o atteggiamento carismatico.

          Ma al di là di questo, è chiaro che abbiamo concezioni del religioso radicalmente antitetiche. Rispetto la tua ma me ne sento lontanissimo.
          Per me i religiosi non devono essere brave persone, con una grande vocazione sociale, ma degli operatori del sacro, per così dire. La loro funzione fondamentale, rispetto alla quale ogni altra è accessoria, è sacramentale. E per questo non è richiesto essere persone probe, caste e astinenti (se scopano di qua e di là, fanno mangiate pantagrueliche o si ricoprono d’oro, ne daranno conto a Cristo, ma ciò non toglie nulla alle loro prerogative sacramentali), né essere delle specie di assistenti sociali conditi con un po’ di evangelismo banale e buonista.
          Poi ci sono i santi, gli asceti, che sono sì astinenti, fino all’automortificazione, e in questo modo attingono a forme di spiritualità superiore, ma quello è un altro livello ed è per forza di cose di pochi.
          Quanto alle pompe e all’apparato, al di là che in ogni società tradizionale la sacerdotalità è una funzione alta e dev’essere rivestita di un adeguato prestigio sociale, anche esteriore; in ogni caso, ripeto, il sacro è forma e, in quanto tale, tutto ciò che ha un più alto potere di suggestione è più efficace ed è mezzo di maggiore elevazione spirituale.

        • PinoMamet scrive:

          Peucezio

          trovo splendido il fatto che su certe questioni siamo esattamente all’opposto!
          Meno male che non la si pensa tutti allo stesso modo, via!

          Io capisco la tua concezione del sacro, comunque, anche se ovviamente non la condivido.
          Mi andrebbe bene se si trattasse di un culto pagano: in fondo il sacerdote del tal dio, una volta compiuto il sacrificio secondo il rito, altro non deve fare.
          (semplifico, naturalmente).

          Però, a leggiucchiare i Vangeli, parrebbe proprio che Gesù Cristo esortazioni etiche ne dia; e anche parecchie! Per cui mi suona strano immaginare che il sacerdote cristiano, anziché colui da cui ci si aspetta almeno lo sforzo dell’imitazione di Cristo, sia visto come un mero officiante di riti.

          Lo stesso va per la questione della “forma”: sempre a leggere i Vangeli, parrebbe che il Gesù che presentano stesse piuttosto dalla parte della “sostanza”, che pari aborrire 😉 o che comunque subordini alla forma.

          Non solo nei Vangeli non si parla affatto, come è ovvio, della liturgia cristiana di là da venire;
          ma quasi tutte le critiche a “scribi e farisei ipocriti” vertono proprio sul loro formalismo eccessivo che nasconderebbe profonde mancanze etiche.

          ciao!

        • Come si fa ad essere consapevoli del significato della Cresima… se nessuno mi ha detto qual’è?
          Non posso ritenere di conoscere ciò che nessuno mi ha mai spiegato e non posso essere consapevole di quello che non so. Il resto è ipocrisia.
          Forse il “pretame” (non sono preti quelli scismatici) tradizionalista è interessato solo a incassare l’offerta per le nozze e fare il matrimonio veloce veloce dietro una vaga professione di fede. Un’ottica molto self-service consumista, da fast food della religione.

      • Peucezio scrive:

        Ma il cattolicesimo è un culto pagano.
        E non a caso la Chiesa ha per secoli scoraggiato e anche vietato la lettura dei Vangeli e delle Scritture in genere.
        I Vangeli lasciamoli leggere ai protestanti, che tra l’altro li hanno capiti alla cazzo di cane, perché credono che se uno è ricco, vuol dire che è prediletto da Dio.

        • @Pino
          “il Concilio Vaticano Secondo ha buttato il bambino insieme all’acqua sporca”
          A volte mi accorgo che purtroppo hai in parte ragione.

          @Peucezio
          La Chiesa (quella vera, non la setta dei sedevacantisti) non ha mai vietato o scoraggiato la lettura delle Scritture: questa è una fesseria che i protestanti e quelli dell’UAAR ripetono fino alla nausea, senza poi fornire nessun elemento che la dimostri.
          Il cattolicesimo non è un culto pagano per il semplice motivo che sono stati gli autori cattolici a coniare il termine “pagano” usato nella nostra accezione proprio per definire chi non era cristiano.
          Forse il sedevacantismo (che non è cattolicesimo, cioè universalismo, ma una setta), religione da “sepolcri imbiancati”, è paganesimo, cioè è fuori da ogni forma di comunione, anche vaga e lontana, con Cristo e la Chiesa.

        • PinoMamet scrive:

          A ‘sto punto, Peucezio, invece dei sedevacantisti potresti benissimo frequentare dei neopagani o far rinascere il culto di Mitra o del Sol Invictus
          (sono sicuro che qualcuno ci ha già pensato)
          in fondo per te è la stessa cosa!

        • Peucezio scrive:

          Sul paganesimo: è ovvio, la frase non era da prendere in senso letterale.
          Quello che voleva dire, ma non credevo ci fosse bisogno di chiarirlo, è che il cattolicesimo storico, della pratica cultuale, soprattutto popolare, è più simile per molti versi a forme di religiosità precristiana, politeista e magica che al cristianesimo originario e scritturale.
          Sulle Scritture: ne vietava la stampa e la lettura nelle lingue nazionali, il che significava opso facto precluderne l’accesso alla quasi totalità della popolazione.
          Sui sedevacantisti: scusami, ma mi pare tu ne parli a sproposito, con scarsa cognizione di causa e animato solo da un livore personale di cui non conosco le origini.
          Non esiste “il sedevacantismo”, esiste una posizione teologica, la Tesi di Cassiciacum, e chi vi aderisce. Si può contestare, avendone adeguati argomenti teologici, il merito della posizione teologica, ma i preti “sedevacantisti” sono preti cattolici sic et simpliciter. E’ semmai sulla cattolicità della Chiesa ufficiale e sulla sua legittimità in quanto all’ordine e alla giurisdizione che si potrebbe eccepire.

          Ma al di là di tutte queste questioni, la sostanza di questo odio anti-tradizionalista è la legittimazione di fatto del conformismo progressista e di questo cattolicesimo anarcoide, informe e completamente asservito al secolo e al potere che abbiamo la sventura di ritrovarci.
          E rispetto a questo, cioè rispetto all’acquiescenza del clero novello al liberalismo, al marxismo e al protestantesimo e ai decisori e agli assetti politici e di potere che ci sono dietro, che hanno natura satanica, il prete in Rolls Royce è un danno minimo.

        • “il cattolicesimo storico”
          Questo è il problema: il cattolicesimo diventa un’entità astratta e immutabile quando c’è da difendere i sedevacantisti, ma poi lo si storicizza non appena lo si deve ridurre a brutta copia del paganesimo.

          “Sulle Scritture: ne vietava la stampa e la lettura nelle lingue nazionali, il che significava opso facto precluderne l’accesso alla quasi totalità della popolazione.”
          La stampa… il che mi fa pensare che stai parlando di 5 dei 20 secoli di storia ecclesiastica (un po’ poco per generalizzare).
          Intanto va ricordato che fino al Rinascimento il latino fu la lingua (quasi) esclusiva della cultura accademica: nemmeno il Donato, la grammatica latina di base, lo si trovava in volgare. E non per divieti o altre forme di censura o oscurantismo, ma proprio per una prassi diffusa. Prassi che aveva anche un fondamento teorico, perché era il latino la lingua che si pretendeva essere “universale” ed era dal latino che si cercavano di ottenere i primi esperimenti di quello che oggi chiameremmo “linguaggio formale” (si pensi a tutto lo sforzo dei terministi, dal XII secolo in poi).
          C’era anche da considerare la difficoltà di traduzione: tradurre non è facile, soprattutto se lo si deve fare in una lingua non ancora ben consolidata come erano i volgari nazionali. I volgari erano poi ritenuti lingue popolari, indegne di essere utilizzate per opere importanti (solo nel Trecento questo tabù si ruppe con filosofi come il catalano Raimondo Lullo); il latino, ben compreso da gran parte della popolazione alfabetizzata, aveva poi il vantaggio dell’universalità: perché scrivere a Bologna un testo nel volgare locale se poi sarà incomprensibile dai maestri delle altre università europee? Non dimentichiamo che c’era un gran via vai di maestri in giro per la Cristianità e l’abbandono del latino avrebbe portato a grandi disagi.
          In area germanica, infine, dove il problema linguistico era evidente (il volgare era troppo diverso dal latino e i latinofoni erano pochissimi), si cominciò a tradurre prestissimo. Tralasciando la versione gotica di Ulfila, abbiamo traduzioni complete o di singoli testi già nell’Alto Medioevo (lo stesso Beda il Venerabile si cimentò nell’opera di versione).
          Le prime di distruzioni di traduzioni avvennero con la diffusione delle eresie del Basso Medioevo, quando le autorità ecclesiastiche si trovarono davanti traduzioni fatte dagli eretici, e quindi “politicamente” orientate.
          Che mi ricordi, la prima Bibbia non eterodossa bruciata fu la versione catalana (precisamente valenziana), distrutta dopo l’introduzione nel Regno d’Aragona della nuova Inquisizione spagnola. Qui (forse) giocò anche la questione linguistica: i nuovi inquisitori regi nominati (osteggiatissimi da parte dei catalani) provenivano da fuori dalla Catalogna.

          “Non esiste “il sedevacantismo”, esiste una posizione teologica, la Tesi di Cassiciacum, e chi vi aderisce.”
          Il movimento d’opinione nato da questa posizione è il sedevacantismo, appunto.

          “i preti “sedevacantisti” sono preti cattolici sic et simpliciter”
          Mi sa proprio di no: sono fuori dalla comunione con la Chiesa (e quindi con Cristo). Esclusione dalla comunione che è AUTOESCLUSIONE.

          “E’ semmai sulla cattolicità della Chiesa ufficiale e sulla sua legittimità in quanto all’ordine e alla giurisdizione che si potrebbe eccepire.”
          La Chiesa è legittima in quanto tale: ovunque c’è unione nel Suo nome – è scritto – lì è presente. Unione, non divisione: il sedevacantismo è nato programmaticamente come separazione dalla Chiesa universale e quindi non è Chiesa per definizione.

          “informe e completamente asservito al secolo e al potere che abbiamo la sventura di ritrovarci”
          L’asservimento al secolo è per caso quella cosa che una volta si chiamava “alleanza tra trono e altare” che piaceva tanto alla Chiesa preconciliare? E’ quello spirito incarnato da Pio XI che definiva l’irreligioso Mussolini “uomo della Provvidenza”? Oppure la disinvoltura con cui nel XVIII secolo fu data mano libera al Portogallo nella questione delle Riduzioni sudamericane?
          Mi sa che l’asservimento al mondano è una cosa molto tradizionale nella Chiesa.

  7. mirkhond scrive:

    In sostanza Ratzinger attacca l’Islam da una visuale PROGRESSISTA.
    Atrimenti gli inciuci con pera, ferrara e fallaci varie, e lo sproloquio di Ratisbona non avrebbero senso….
    L’Islam fa paura in nome del progresso ANCHE all’attuale pontefice “reazionario”….

  8. Miguel Martinez scrive:

    Credo che nessuno accusasse Ratzinger di essere marxista; piuttosto, quando era un giovane e ambizioso elemento di punta della Chiesa tedesca, era considerato un importante sovvertitore della liturgia e della struttura tradizionale della Chiesa, associato a vari più espliciti “progressisti” di Oltralpe.

  9. maria scrive:

    Alice Rohrwacher….è parente della più famosa Alba?

    maria
    è sua sorella

  10. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “I sacramenti secondo me debbono essere così. “

    Che un sacramento non sia qualcosa che vada “capito” (in senso teorico) o “sentito” (in senso emotivo), mi sembra giusto.

    Ma credo che esista anche un elemento di intenzione e di adesione cosciente, almeno per i sacramenti successivi al battesimo.

    • Peucezio scrive:

      Che ti devo dire… non sono d’accordo.
      Secondo me (ma non faccio un discorso teologico, ma un più generale discorso di antropologia della religione, applicata anche al cattolicesimo come storicamente manifestatosi) ogni forma di intenzionalità è un limite. Il sacro è oggettività, è causa efficiente indipendentemente da ogni elemento volontaristico, intenzionale e morale.

      • Veramente è dal XIII (Guglielmo d’Alvernia, Riccardo Fishacre, Bonaventura da Bagnoregio, Alberto Magno) secolo che è stata accantonata l’idea di sacramento come segno naturale: il sacramento è istituito con una forma che è puramente contingente e che può anche mutare senza che muti la sostanza. La causalità del sacramento è frutto di un patto.

      • Francesco scrive:

        “e morale”???

        non è la magia quella roba che descrivi? mi pare ci siano nei Vangeli ampi argomenti per sostenere il contrario della tua tesi

        ciao

  11. maria scrive:

    Confermo però che la preparazione alla Cresima, come anche alla Comunione, che si impartiva ai ragazzini qualche decennio fa, anche nelle parrocchie stesse, era praticamente nulla.

    maria
    io da piccola, molto prima del tempo di pino, feci cresima e comunione, ma non ricordo impegni particolari, forse perchè frequentavo una scuola di suore dove mia madre iscritta al pci mi mandò per ragioni del tutto strumentali nel senso che lavorava tutto il tempo e non c’erano scuole comunali che mi potessero tenere a lungo.

    Ho ancora una foto con una fascia bianca ricamata d’oro che mi fasciava la fronte a mo’ di bandana, tutta seria e con le manine giunte:-)

    Più tardi feci anche la comunione e anche lì foto nel luogo più tradizionale, la chiesa di piazza della santissima annunziata vicino alla fontana del suo cortile.

    Anche in quella occasione nessuna gravosa preparazione, ma devo dire che non frequentavo i corsi di “dottrina” come allora si chiamava l’insegnamento specifico del catechismo. Ero una bambina libera che non fece mai parte di organizzazioni giovanili di nessun tipo.

  12. Karakitap scrive:

    Quanto detto sulla cresima come conditio sine qua non per il matrimonio è verissimo, mia sorella ha dovuto fare un corso del genere, io (sia perché non avevo tale obbiettivo, sia per convinzione personale) me ne sono tenuto alla larga.
    L’ultima volta che mi sono accostato ai sacramenti dev’essere stato nel ’90, la mia scuola media (sebbene statale) organizzava una cosa chiamata “precetto pasquale” (non ho mai capito a chi dovessimo questa idea) e venivamo “invitati” a partecipare.
    Da allora ne ho fatto sempre a meno, sia nelle occasioni felici (come appunto le nozze di mia sorella) che in quelle decisamente meno (come quando ho dovuto accompagnare i miei nel loro ultimo viaggio, e su questo quoto ogni virgola che scrive Mirkhond al riguardo, sono esperienze atroci), per non parlare del “tempo ordinario”.
    Ciò non toglie che trovi estremamente affascinante l’organizzazione della chiesa cattolica, dopotutto parliamo della più numerosa organizzazione religiosa presente sul pianeta, che ospita al suo interno vari gruppi e associazioni (basti pensare alla vita oratoriale, ai movimenti ecclesiali, alle chiese di rito orientale ecc.).
    Ciao, Karakitap

    PS. Sulle scuole cattoliche vi racconto un episodio, a fine anni ’80 una mia cugina, che aveva fatto le elementari in una scuola di suore, invitò me e la mia famiglia ad una sepcie di festa di fine anno, oltre ad un rinfresco niente affatto male, dovetti sorbirmi il discorso del direttore, un sacerdote, che diceva cose come: “cari ragazzi e ragazze, usciti dalle amorevoli braccia di questa scuola, molti di voi andranno alle scuole statali, dove troverete ragazzi buoni e cattivi, anzi, più e meno cattivi, ricordate che non sarà come qui, ma portate loro un po’ della gioia che avete avuto qui…” (insomma, più che ad una scuola, sembrava che fossero soldati tedeschi destinati al fronte russo), insomma, si aveva un’idea delle scuole statali piuttosto cattiva…

    • PinoMamet scrive:

      🙂
      Mi fa piacere aver fatto le scuole dei “cattivi ragazzi”, allora!
      Aggiunge punti al mio scarso curriculum “da duro”! 😉

      Comunque io mi sono beccato la maestra (statale) che faceva cantare a tutti le canzoncine di chiesa (born to be Abramo ecc. 😉 ) e che in quarta o quinta elementare ci disse che in futuro avremmo dovuto votare, andavano bene tutti i partiti tranne i comunisti!

      A parte che poi, alle superiori, credo che uno dei miei “insegnanti di religione” (l’ora era diventata facoltativa solo negli ultimi anni) abbia regalato tantissimi iscritti all’UAAR con i suoi sproloqui insensati (giuro, non si capiva una forca, penso lo facesse apposta) tratti dai libri del fondatore di CL.

      Poi abbiamo avuto un “prete giovane”, che ci tenne buoni facendoci realizzare un cortometraggio (esperienza interessante, all’epoca, prima ancora dell’arrivo massiccio delle MiniDV, non era neanche così semplice) e proiettandoci film (ricordo uno con Richard Gere che faceva Re Davide, esiste?); poi ho saputo che ha fatto il cappellano militare.

      E infine il migliore di tutti, un vecchietto archivista della Curia, molto simpatico e colto, grande storico locale, che abbassava la voce, intimidito, per dirci che, fosse stato per lui, avrebbe permesso anche il sacerdozio femminile. 🙂

      • Peucezio scrive:

        La mia esperienza è un po’ antitetica a quella prevista dal religioso della scuola di suore. Io ho fatto una scuola privata fino alla terza media. Non era religiosa, però organizzarono loro sia la prima Comunione che la Cresima, c’era un giovane prete che insegnava musica ecc. Però era un covo di teppisti, alcuni dei quali (non della mia classe, che ho poi rivisto dopo anni con grandissimo piacere, trovando tutti migliorati sotto ogni punto di vista) non mi stupirei se fossero diventate figure di alto profilo nell’ambito della criminalità organizzata nazionale e internazionale.
        Per il liceo passai al Berchet (storico liceo classico pubblico milanese, di un certo prestigio) e mi ricordo questi placidi compagni che erano degli agnellini, di una tranquillità disarmante. In realtà non ne ho un buon ricordo: non davano fastidio ma è come se non ci fossero: gente grigia, amorfa, in fondo noiosissima. Era impossibile non andarci d’accordo, così come è impossibile litigare con una pianta di pomodori o di basilico.

  13. mirkhond scrive:

    Anch’io ho frequentato scuole pubbliche fin dalla terza elementare, e ne uscito rafforzato nelle mie convinzioni religiose “talebane” a partire dall’amore per il deserto, la civiltà iranica e le origini del Monoteismo…
    Ho visto il trailer del film della Rohrwacher e se il film è come il sunto, devo dire che non è affatto male, nonostante le critiche del resto comprensibili di Sat 2000….
    Il tema del film è la solitudine di una bambina al ritorno nella sua terra d’origine, nell’estremo sud del fu Regno di Napoli (mi sembra che sia stato girato nella bella Roghudi, nella stupenda Bovesia grika….)
    La piccola si sente straniera e sola nella sua patria d’origine (in fondo è vissuta in Svizzera), mentre io all’età della piccola Marta, e anzi già da prima, a 9-10 anni ho cominciato a sentirmi solo e straniero nella mia patria dove sono nato e vivo tutt’ora…
    Karakitap, è confortante sentire che c’è chi capisce il dolore che porti dentro e che solo chi ha vissuto può capire, anche se non ci conosciamo personalmente e viviamo separati dagli Appennini…..

  14. Karakitap scrive:

    Per Pino Mamet

    Io come ho detto ho fatto le scuole statali (epoca del maestro unico), la mia maestra era un tipo particolare, prima ancora che entrasse in vigore l’ora di religione al momento di iniziare la giornata ci faceva dire le preghiere (Padre Nostro, Ave Maria) ma io entravo quasi sempre in ritardo (credetemi non lo facevo apposta, forse era un segno del destino…) anche se dal punto di vista sindacale era iscritta alla UIL (quindi doveva essere di sinistra), e un giorno in cui (affascinato dal termine) le chiesi che ne pensava delle “repubbliche popolari” mi disse che se garantivano un prezzo conveniente a tutte le merci e in tutti i negozi (senza dover fare attenzione ai saldi) non erano male.
    Come professori di religione devo dire che non mi sono trovato male, sopratutto al liceo dove alla cattedra c’era un sacerdote molto attivo nella vita parrocchiale e sociale, diciamo che nelle sue lezioni si parlava più degli affari correnti nel mio paese che non del programma (tanto alla fine promuoveva tutti), di altri (relata refero) pare che fossero meno apprezzati (non so da voi, ma comunque dalle mie parti circola la voce che la cattedra di religione, come quella di sostegno, sia ambita da chi non riesce a trovare occupazione per quello che ha studiato).

    Per Mirkhond,
    è vero, il linguaggio del dolore è universale, per questo mi ritrovo molto nelle tue parole al riguardo ed apprezzo moltissimo i tuoi commenti, anche se spesso noto una certa differenza di opinioni (credo non dovute solo agli Appennini…) ma la possibilità di discuterne nel cybermondo è uno dei migliori traguardi raggiunti dalla specie.

    Sul film sono sostanzialmente d’accordo con te, però.

    A proposito degli Ortodossi, anch’io trovo bellissima la liturgia bizantina (e generalmente quelle di rito orientale, ad es. quella armena), ed anch’io penso che quelle chiese siano sovente legate troppo alla nazione di riferimento (a causa anche di motivi storici, a partire forse dal cesaropapismo bizantino, riprodotto nei paesi che hanno accettato quella tradizione); tempo fa mandai delle mail a religiosi di quella branca del cristianesimo, una rivolta al vescovo (che ha la sua cattedra dalle parti di Pistoia), esponente per l’Italia di una delle tante chiese greche vetero- calendariste (scisma sorto a seguito dell’adozione del calendario gregoriano in luogo di quello giuliano), l’altra invece a un sacerdote di Torino all’obbedienza del patriarcato di Mosca, volevo sapere se anche nelle loro comunità vi era qualcosa di simile agli oratori (con gare sportive, gite, attività teatrali ecc.), la terza all’arcidiocesi ortodossa di Venezia, rappresentante in Italia del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, ebbene, il primo mi rispose che una comunità cristiana non è un circolo ricreativo, il secondo che ci sono programmi per i giovani, ma che comunque non si ha in ambito ortodosso l’esperienza che hanno in merito i “latini” (gli chiesi anche se non fosse il caso di canonizzare Avvakum come gesto distensivo, mi rispose che lui aveva fatto la sua scelta e che al massimo si doveva pensare a conciliarsi con i suoi seguaci, ovviamente rinunciando ai loro “errori”), il terzo infine mi disse che avrei dovuto chiedere alle varie parrocchie, perché sono affari locali e non competono alla diocesi nel suo insieme.

    Ciao, Karakitap

  15. mirkhond scrive:

    Per Karakitap

    “una comunità cristiana non è un circolo ricreativo”

    Su questo non posso che essere pienamente d’accordo col prelato ortodosso in questione, data la mia incorreggibile natura retrograda che mi ha sempre tenuto lontano da oratori intesi come luoghi sportivi e dai campi sportivi in genere ( a scuola mi mettevano sempre in porta proprio per il mio disinteresse totale per lo sport…)
    Giustissima la Chiesa mistica, il Tempio di Dio NON è una balera, come la intendono tanti, troppi cattolici di oggi, un pò per scimmiottare i più aggiornati movimenti protestanti statunitensi, e un pò per fare i giovani a tutti i costi, nell’illusione che il giovanilismo attiri più giovani possibili….
    Le buffonate non mi piacciono perchè la fede E’ UNA COSA SERIA, e da qui la mia scandalosa ammirazione per un certo Islam (quello che non piace a Jam, per intenderci…)
    Il punto è un altro. Per “sociale” per utilizzare questo brutto neologismo, intendo l’aiuto a chi soffre, che può essere anche un semplice ascolto di un dolore solitario, una parola buona, ma anche l’aiuto al bisognoso.
    Complice la bellezza di tante egiziane (viste solo in tv e su video e foto internet), in questi giorni sto seguendo un pò di storia egiziana antica e moderna, oltre al blog di Sherif el Sebaie.
    Proprio ieri, per caso, ho scoperto dell’esistenza di un lebbrosario, situato nell’Egitto profondo, rurale, l’Egitto che mi affascina molto più delle piramidi e delle tombe faraoniche….
    In questo villaggio dunque, esiste un lebbrosario gestito da suore cattoliche (di cui una egiziana), aiutate da 55 infermiere locali, da insegnanti per i figli dei pazienti, ecc.
    Insomma una vera cittadella della carità stile cottolengo. Nell’articolo internettiano ho letto che questo lebbrosario è L’UNICO centro che assiste questi sventurati e sventurate, gente di campagna poverissima, volti sfigurati, gente con gambe amputate, alcuni dei veri mostri abbruttiti da una sorte davvero cattiva….
    E a tutto ciò si aggiunga l’emarginazione di questi poveretti, costretti a star lontani da case e parenti, cosa dolorosa nel mondo moderno occidentale, figuriamoci in società contadine tribali dove la famiglia e il villaggio sono l’unico modo per essere e sentirsi qualcuno in questo mondo….
    Ebbene questi sventurati trovano conforto e aiuto SOLO presso questa struttura CATTOLICA che aiuta TUTTI cristiani e musulmani INDISTINTAMENTE….
    Ecco, questo mi viene in mente se penso alla dottrina sociale cristiana che, a quel che so NON ESISTE o è poco presente nelle pur venerate chiese orientali…
    Non certo ai ridicoli raduni/balere come l’ultimo a Madrid o al discoratorio di Gabicce (pure questo ci è toccato di sentire….)
    ciao

    • PinoMamet scrive:

      Io (mi rendo conto) dico spesso male della Chiesa cattolica.

      Ne dico male, penso, soprattutto per le cattivissime impressioni che mi hanno suscitato negli anni decine di personaggi squallidi, intrallazzoni, prepotenti o politicanti, per i quali il crocefisso non era che un vessillo elettorale o una bandierina per segnare i territori conquistati.

      Però vorrei ogni tanto dirne anche bene, dei cattolici, e allora voglio ricordare un prete, un parrocco, che viveva da queste parti sul pre-Appenino, e che molti miei famigliari hanno conosciuto;
      una persona davvero per bene, che si toglieva praticamente letteralmente il pane di bocca per darlo ai poveri (che nel dopoguerra, e anche prima, non mancavano di certo, in campagna), così come applicava alla lettera il detto evangelico “se qualcuno ti chiede la tunica, tu dagli anche il mantello”, e che infatti è morto in povertà.
      Ma amato e rispettato da tutti; tanto che i parrocchiani stessi, quando hanno potuto, gli hanno fatto una statua, purtroppo anche poco somigliante.

      Se la Chiesa italiana avesse avuto meno Opus Dei e meno cardinali in Rolls (come quello che visitava la mia cittadina quando ero ragazzo, lo ricordo ovviamente benissimo essendo l’unica Rolls Royce che circolava…);
      e meno ciellini schiamazzanti e intrallazzanti;

      e più persone così, per dirla in una parola, buone;

      allora l’Italia sarebbe ancora un paese cattolico.

      • mirkhond scrive:

        Pino, condivido totalmente ciò che dici.
        Mi viene in mente una fiction sul celebre Giorgio Perlasca di dieci anni fa, con Luca Zingaretti.
        A parte il solito polpettone olocaustico (nella cinematografia italiana dell’ultimo decennio pare che durante la seconda guerra mondiale l’umanità ruotasse solo intorno agli Ebrei, tra chi li voleva morti e chi li voleva salvare….); in questo polpettone dicevo, mi colpì la frase di una bambina, di una dei piccoli sopravvissuti aiutati da Perlasca nella Budapest del 1944-45.
        La piccola, conclude la storia narrando della fiaba ebraica dei 36 giusti, per amore dei quali Dio non distrugge il mondo.
        Nessuno sa chi siano questi 36, ma essi sanno riconoscere la nostra sofferenza….
        Ecco, è per dei giusti come il prete che hai citato, che, forse, il Cristianesimo resiste ancora, nonostante le magagne, i maneggi politici di tanti sacerdoti, la pedofilia e la pederastia, cielle e l’opus dei, i marcinkus e il pendaglio da forca sepolto con gli onori di un principe della Chiesa in una Chiesa Vaticana, gli inciuci orientofobi di B16…..
        ciao

      • Peucezio scrive:

        Pino,
        mah, secondo me non sarebbe un paese cattolico più di quanto lo è oggi. Oggi ci sono due poli fondamentali e tutto un magma più o meno indistinto in mezzo, che si avvicina ora più a un polo, ora all’altro.
        C’è da una parte il laicismo polemico, anticlericale, razionalista e scientista e che considera la Chiesa, il suo passato ma anche il suo presente come oscurantismo culturale e potere gretto; dall’altra il cristianesimo buonista, formalmente cattolico ma che in realtà è una fusione di mentalità protestante-evangelica e di socialismo solidarista, che caratterizza clero e laici cattolici attivi.
        Ciò che i secondi sono e fanno è assolutamente indifferente per i primi, che fondano la loro concezione della Chiesa e del cattolicesimo su un mito negativo, del tutto impermeabile all’esperienza e alla realtà e confondono la Chiesa attuale con una loro immagine mentale, solo in parte veridica, della Chiesa cinque o seicentesca.
        In mezzo c’è la maggior parte della gente, con posizioni più o meno vicine agli uni o agli altri, di cui forse la parte maggioritaria si dichiara cattolica, ma pratica in modo tiepido e sporadico, un’altra fetta si considera agnostica, atea o dice di credere in Gesù ma non nella Chiesa oppure segue una sua religiosità o spiritualità personale, ma va in chiesa per i matrimoni, i funerali ecc. e alla fine, per assecondare genitori e nonni, si sposa in chiesa e battezza i figli.
        Poi ci sono minoranze ristrettissime, del tutto marginali, di cattolici più vicini, come sensibilità, alla Chiesa tradizionale, così come ci sono i buddisti, i neo-pagani, i nietzschani, chessò, gli esistenzialisti (che saranno in pochi, perché erano di moda cinquant’anni fa), i marxisti-leninisti ultraortodossi, quelli che credono nell’esistenza dei Rettiliani o degli UFO.
        In tutto questo ovviamente dell’Italia paese cattolico non è rimasto granché. Ma se ci fossero state molti più preti o cattolici di quelli come dici tu, la situazione sarebbe più o meno la stessa: forse fra i cattolici “tiepidi” ce ne sarebbero di più un po’ meno tiepidi, che seguirebbero inevitabilmente il clero che descrivevo prima; per il resto ci sarebbero le stesse rispettive quantità e proporzioni e gli stessi orientamenti e sensibilità.

        • PinoMamet scrive:

          Ti dirò,

          la maggior parte delle persone che conosco io (diciamo pure il 90%) sono appunto nella fetta che “si considera agnostica, atea o dice di credere in Gesù ma non nella Chiesa oppure segue una sua religiosità o spiritualità personale, ma va in chiesa per i matrimoni, i funerali ecc.”

          però, in numero crescente, non si sposa neanche in chiesa e non fa battezzare i figli.

          Detto questo (e sono anche d’accordo quando dici che molte critiche laiciste sono indirizzate in realtà a una chiesa cattolica immaginaria, quasi pre-controriformista):
          non ti viene da pensare che molte persone che hanno abbandonato la Chiesa, e continuano a credere invece al loro Gesù personale, lo abbiano fatto perchè disgustate:

          dal formalismo, dalla vacuità, dal cardinale in Rolls, dall’untuosità delle omelie in cui non si dice niente, dal vescovo sporco che dà la mano al sindaco ancora più sporco, dalla suora che passa tutto il suo tempo in chiesa e poi insulta e schiaffeggia i bambini della scuola (e ne ho sentite molte, di storie così), dal vecchio riccastro che muore lasciando tutto “alla chiesa”, dalle ciabatte in pelle umana del Papa, dal politico cattolico (e non è un esempio a caso, è una persona di cui in privato potrei fare anche il nome) che dice di amare la famiglia e poi va a troie in Romania…
          e potrei continuare a lungo!

          La sostanza, carissimo Peucezio, la sostanza conta molto più della forma, o dovrebbe essere così, a sentire Gesù Cristo, mica don Vissani o come si chiama.

          E il “mio” pretino dal Paradiso, se ne esiste uno, piscerà sulla testa di parecchi papi.

        • Peucezio scrive:

          “Detto questo:[…]
          non ti viene da pensare che molte persone che hanno abbandonato la Chiesa, e continuano a credere invece al loro Gesù personale, lo abbiano fatto perchè disgustate:

          dal formalismo, dalla vacuità, dal cardinale in Rolls, dall’untuosità delle omelie in cui non si dice niente, dal vescovo sporco che dà la mano al sindaco ancora più sporco, dalla suora che passa tutto il suo tempo in chiesa e poi insulta e schiaffeggia i bambini della scuola (e ne ho sentite molte, di storie così), dal vecchio riccastro che muore lasciando tutto “alla chiesa”, dalle ciabatte in pelle umana del Papa, dal politico cattolico (e non è un esempio a caso, è una persona di cui in privato potrei fare anche il nome) che dice di amare la famiglia e poi va a troie in Romania…”

          In tutta franchezza no. Per secoli i preti ne hanno fatte di molto “peggio” (peggio, secondo i canoni moralistici e perbenisti attuali, non secondo me), avevano pubblicamente le concubine, erano legati a interessi economici e politici molto più di adesso e in modo molto più evidente, i papi avevano il potere temporale e facevano le guerre, ecc. ecc. Non parliamo poi del formalismo della liturgia e di tutto il resto. Eppure la società era pervasa di cattolicesimo fin nel midollo, fin nei gesti quotidiani minimi e un clero cosiffatto godeva comunque di un’autorità materiale e morale enorme. C’era chi lo affrontava frontalmente e gli buttava anche la merda in faccia, perché aveva le mani in pasta, era un attore nell’agone del potere reale e quindi vi si esponeva; oggi succede molto meno, perché il clero e il papa sono relegati in un canto, con la loro autorità puramente spirituale, sono molto più sobri e in fondo danno poco fastidio. Ma allora il fatto che fossero attori politici non impediva loro, anzi, lo facilitava, di avere un prestigio anche culturale e spirituale tale per cui avevano comunque il monopolio del sacro, delle anime, del culto e dei momenti fondamentali della vita e della morte.
          Poi anche allora c’era chi s’indignava, si scandalizzava, nascevano movimenti riformatori, pauperistici, tutto quello che vuoi, ma fino al ‘700 compreso non sono riusciti a intaccare, almeno nell’Europa cattolica (con l’appendice non trascurabile dell’America Latina più altri posti qua e là nel mondo), tale monopolio.
          Oggi gli stessi scandalizzati e indignati continuano a scandalizzarsi e indignarsi per un riflesso condizionato rimasto per inerzia, perché c’è stata la Rivoluzione Francese e non se ne sono accorti.
          Ma la perdita di terreno del cattolicesimo è legata molto banalmente (si fa per dire) alla modernità, alla secolarizzazione della società dovuta al consumismo, all’atomizzazione, che fa sì che non esista una struttura comunitaria, per cui, se a uno sconfinfera di più il taoismo o la religione di Odino, nel grande supermercato dei gusti, delle idee e anche dello spirito, lo può trovare e utilizzare, ovviamente in forma banalizzata e snaturata nella sua essenza.

        • Francesco scrive:

          x Pino

          1) il formalismo, nella società dello sbraco televisivo, dovrebbe essere uan virtù. O no?
          2) cardinali in Rolls? a parte che non ne conosco, quante anime belle ostili alla ricchezza che conosci! pure i santoni vanno in Rolls a riprova della verità della loro predicazione. il pauperismo e la sobrietà sono proclamati per dovere d’ufficio ma nessuno ci si attiene, che io sappia
          3) le suore cattive … se non vedo una suora da secoli e secoli, e quelle povere vecchiette che vedo sono fragili e buone, dove sono queste mangia-bambini? alle feste dell’Unità a insultare Silvio e le sue zoccole?
          4) infatti la Caritas le mense dei poveri le fa andare avanti a forza di buona volontà e rosari, non coi soldi delle elemosine, che comunque guadagnati finiscono ben spesi. o devo lasciare i soldi al mio gatto?
          5) questa delle ciabatte del Papa è una curiosa mania degli anticlericali. Io sto coi tradizionalisti che (loro) sanno il significato di ogni pezzetto d’abbigliamento del Santo Padre, dei cardinali vescovi abati priori ecc. ecc.
          6) i politici cattolici NON sono la Chiesa, se a qualcuno piace confonderli sarà poi cavoli suoi. Pensa io quanto amo Rosi Bindi!
          7) sulle operatrici del sesso ha già detto l’Aquinate

          ciao

        • PinoMamet scrive:

          Francesco

          confermo autopticamente la presenza di cardinale in Rolls (visto ampiamente da ragazzino; come già scritto sopra- o sotto, o di lato, mi sono perso coi commenti- una Rolls non passava certo inosservata) e di suore cattivissime e stronze
          (viste adesso).

          Curioso anche che i cattolici si facciano guardiani della moralità dei santoni, pur di non parlare della loro…

        • Francesco scrive:

          x Pino

          qui a Milano non mi pare il Cardinale Arcivescovo giri in Rolls … detto questo, non potevo vedere quello di prima prima, sopportavo quello di prima-anche per colpa della Lega, mi parlano molto bene di quello di adesso. Sono sempre rimasto nella Chiesa.

          Ora, il problema della Rolls è meno banale di quanto sembri. La “gloria” mondana è “riflesso” di quella divina o sterco del demonio? io non so rispondere, so solo che il Duomo mi piace così come è, bello e grande e al centro della città.

          Pretendere che non ci siano cristiani cattivi o non cristiani buoni è negare la libertà umana, tutto qui. Poi le suore sono donne, tendono alla cattiveria per natura 😀

          Ciao

        • PinoMamet scrive:

          Inoltre NON ti sarà sfuggito 😉 che io non contesto le praticanti del più antico mestiere del mondo, ma i simpatici cattolici che pubblicamente si ergono a difensori della famiglia, mentre in privato sono i peggio zozzi.
          Sepolcri imbiancati ecc. ecc.

          Lo dice Gesù Cristo, mica io. Del resto, è già evidente che tu e Lui la pensate diversamente su tante cose 😉

        • PinoMamet scrive:

          Gloria mondana e gloria divina.

          Semplicissimo distinguerle.
          La gloria divina accumula tesori in Cielo, la gloria mondana in terra, dove i ladri rubano, i vandali rigano le fiancate e le sospensioni si rompono.

        • Francesco scrive:

          non esiste alcuna contraddizione tra famiglia e casino, almeno nei primi millenni della civiltà umana.

          se fossimo già perfetti, il Signore poteva risparmiarsi tutta la menata dell’incarnazione, con quel che ne seguì.

          se fosse così facile distinguere la vera gloria, Dante avrebbe avuto molto meno materiale per scrivere la Commedia

          in effetti, era meglio il Papa politicante e maneggione del Medioevo o quello parlante e irrilevante di oggi? lascio ad Altri l’ardua sentenza-

          una curiosità: cosa avete (Pino, Mirkhond) contro l’Opus Dei? per CL ho capito abbastanza bene

          ciao

        • PinoMamet scrive:

          Ti lascio rispondere dal mondo cattolico, a te più vicino 😉

          http://it.wikipedia.org/wiki/Opus_Dei#Critiche_dal_mondo_cattolico

  16. mirkhond scrive:

    Sempre sulle Chiese Orientali

    Però è anche giusto rilevare che questa scarsa attenzione ai problemi sociali, dev’essere una caratteristica moderna, dovuta, forse, allo sclerotizzarsi di queste comunità in epoca ottomana.
    In Iran la medicina fu a lungo una faccenda in mano ai Nestoriani, sia in epoca Sasanide, che sotto i Califfi musulmani. Penso ai Baktishu, dinastia di medici nestoriani dei Califfi Abbasidi nei secoli VIII-XI d.C.
    Ora se il supremo successore sunnita del Profeta affidava la sua salute a questi cristiani, vuol dire che non dovevano essere degli sprovveduti….
    Ma ancor prima penso all’opera caritatevole del santo monaco egiziano Pacomio (292-346 d.C.), e a San Basilio il Grande di Cesarea di Cappadocia, l’odierna Kayseri (330-379 d.C.), il quale negli anni in cui fu vescovo dell’importante diocesi anatolica (370-379), oltre ad essere uno dei più grandi teologi ortodossi, fu anche un grande santo sociale con la sua Basiliade, vera cittadella ospedaliera, un cottolengo e un arsenale della pace ante litteram nel cuore dell’Anatolia!
    Penso ancora alle fondazioni ospedaliere della Romània dei Comneni (1081-1185 d.C.), patrocinate soprattutto dalle imperatrici….
    O ancora ai monaci ortodossi moldavi di Paisij Velichkovsky nel XVIII secolo, che aprirono il loro complesso monastico ai locali contadini, durante le devastanti guerre russo-ottomane nella regione….
    Questo è ciò che mi viene in mente, a dimostrazione di un’Ortodossia che nella storia, ha avuto un forte spirito di carità sociale non dissimile da quello cattolico….

  17. mirkhond scrive:

    In sostanza, il bello del Cristianesimo è lo spazio a diversi carismi, dal santo sociale al mistico contemplativo, ed io che sto rompendo sul sociale, in realtà essendo un solitario, un asociale, mi sento molto più vicino alla mistica ortodossa (non viziata dal nazionalrazzismo s’intende) che ai raduni/balere e ai discoratorii marchigiano-romagnoli e non solo…

    • Francesco scrive:

      vabbè, la ricchezza della Chiesa è tale che ci sono mille realtà da cui uno vorrebbe stare molto lontano … poi la Fede ti fa ragionare e ricordare che la Chiesa è casa di Dio, mica tua, e che quindi le regole di ammissione le fa Lui

      ciao

      • PinoMamet scrive:

        ??
        Ti rendi conto che questa affermazione:
        – o è una giustificazione di qualunque schifezza;
        – o non vuol dire niente?

        • Francesco scrive:

          Non esageriamo. non ho detto “qualunque schifezza”, ho detto che sono molto lontano dagli Scout (tanto buonini quanto omologati ai valori del mondo), dagli ex-popolari andati volontariamente (!) a ingrossare le file degli utili idioti di Repubblica, dai fedeli di San Pio, da quelli che non possonio perdersi un miracolodi San Gennaro e così via

          Solo che non mi permetto di giudicarli (almeno ci provo)

  18. Karakitap scrive:

    Per Mirkhond,
    non ci crederai, ma anche io ho giocato in porta (e non dovevano nemmeno costringermi, lo sceglievo di mia spontanea volontà, sono stato sempre attirato da quel ruolo, forse perché “diverso” rispetto agli altri) mi permetteva di poter vedere le azioni di gioco da una prospettiva particolare (anche se bisognava ovviamente stare sempre sul chi vive, per evitare di subire la gioia altrui e le critiche dei compagni).
    Sinceramente uno degli aspetti del cattolicesimo italiano che più m’interessa è proprio vedere che esistono organizzazioni come il CSI (che organizza veri e propri campionati di calcio e altre discipline completamente autonomi da quelli delle federazioni italiane corrispondenti, mostrando una macchina organizzativa non indifferente), ora non so dire quanta fede abbiano coloro che indossano la casacca dei colori dell’oratorio X o Y, ma a mio modo di vedere è qualcosa che non esiste altrove (almeno credo).
    Ciao, Karakitap
    PS. E grazie mille per le informazioni su realtà neglette come il lebbrosario dove si fa vero ecumenismo (certamente più che negli eventi mediatici).

    • Francesco scrive:

      a questo punto direi di fondare una corrente “i portieri di Miguel”, visto che pure io vengo sbattuto regolarmente in porta, anche se di mio farei il mediano di contenimento!

  19. mirkhond scrive:

    Non sono uno sportivo, ma non ho nulla in contrario ad un calcio pulito, come quello degli oratorii, e di cui c’era ancora traccia in portieri del calibro di Zoff….
    Magari nel calcio di oggi si mantenesse quella pulizia, quella sana competizione sportiva come da ragazzini dell’oratorio appunto…
    Purtroppo quando entrano in ballo i soldi, tutto va in rovina….
    ciao

  20. Karakitap scrive:

    Purtroppo il denaro si sa che di chi è lo stero, ma torna sempre buono se si deve concimare il proprio orticello.

    Quanto alla favola citata nella fiction (che non ho visto, allergia completa e totale al genere in tutte le sue forme, ma concordo sul fatto che sono troppo ebraico- centriche, mi piacerebbe che ne facessero una sui rom o sugli omosessuali ospiti dei lager, anche se comunque molto probabilmente non la vedrei lo stesso), mi ha fatto venire in mente la novella dell’ebreo che si converte al cristianesimo dopo essere andato in viaggio a Roma, i suoi gli chiedono come mai si sia deciso a questo passo e lui risponde qualcosa come “con tutte le cose infami che ho visto lì possono continuare ad esistere solo perché devono davvero avere Dio dalla loro parte”.
    Caio, Karakitap

  21. jam scrive:

    …i califfi non affidavano la loro salute ai cristiani-nestoriani appena fuggiti da bisanzio, ma ai cristiani -nestoriani cresciuti nel clima di Gondi Shapour, grande università e anche ospedale dei sasanidi, che era molto più avanzata del sapere medico cristiano dell’epoca. Il settore medico dell’università era chiamato “città di Hippocrate” e i medici personali dei re sasanidi si chiamavano “Dorostbad” e potevano essere anche nestoriani, ma nestoriani che avevano subito oltre all’influenza greca anche quella indiana e cinese.
    Quindi i Califfi si affidavano ai Dorostbad, come nella tradizione sasanide ma ancora migliorati dall’apporto non solo cinese ed indiano, ma anche dalla capacità di sintesi e arricchimento della nuova cultura islamica emergente: non a caso il grande medico ibn’Sina Avicenne, non é nestoriano…

    • mirkhond scrive:

      Non mi sembra di aver parlato di profughi da Bisanzio, casomai da Edessa/Urfa con la chiusura della locale scuola nestoriana da parte dell’imperatore Zenone nel 489 d.C., ma i Nestoriani in Iran c’erano già da prima, con la loro università medica di Gundishapur, risalente a rifugiati siriaci in fuga dalle persecuzioni romane pagane, già nel III secolo dopo Cristo…
      Per il resto concordo al 100% con te Jam!
      I Califfi Abbasidi sono i veri successori MUSULMANI degli shah Sasanidi, anche nella tutela delle scienze, a partire da quella medica che era AVANZATISSIMA per gli standard dell’epoca, proprio per gli apporti siriaci, iranici, indiani, cinesi ed ellenistici che hai giustamente citato.
      Del resto la stessa Baghdad fu fondata da architetti indiani (secondo lo storico Alexander Berzin, Bagha Dada vorrebbe dire Dono di Dio, un vero dono di sapienza e cultura di fronte ad un Frangistan rozzo e barbarico…)
      Concordo sulla genesi nestoriana della scienza musulmana e il grande ibn’ Sina (Avicenna), ebbe appunto maestri nestoriani….
      ciao!

      • Francesco scrive:

        ora, non è che i poveri Franchi avessero molte possibilità di essere meno rozzi e barbarici, essendo l’unica civiltà con cui avevano avuto contatti andata a ramengo ed essendo quella vicina intetna a conquistarli e assimilarli!

        vorrei un poco di equanimità nel giudizio, mio caro Mirkhond

        • mirkhond scrive:

          Il problema non è essere rozzi o poveri, ma presuntuosi nel credersi migliori degli altri, tanto da conquistare e bombardare mezzo mondo in virtù di tale “perfezione” che senza i contribuiti dell’aborrito Oriente, hai voglia a restar nella barbarie…
          ciao

  22. jam scrive:

    …la crisi rende più eleganti..

    ..la crisi rende più eleganti x’ aumenta il margine incognito misterioso. L’eleganza non é solo il vestito, ma il modo di indossarlo, il modo di combinarlo con un accessorio e con uno stato d’animo; il modo di farlo essere un’allure cioé un prana. La crisi rende più eleganti x’ mette in moto il prana misterico dei tessuti intrecciato a quello ..

  23. mirkhond scrive:

    Quegli altri fanno la stessa cosa al contrario, lo usano come pretesto per il peggiore buonismo multurazziale. Lasciamo fuori “sostanze” in genere e la religione ci avrà solo guadagnato.

    In sostanza un popolo che onora con le LABBRA ma il cui cuore E’ LONTANO da Lui, e invano gli rende culto insegnando DOTTRINE CHE SONO PRECETTI DI UOMINI…
    Tu NON credi in Dio, ma sei solo affascinato da dei rituali NON nati da Gesù, ma frutto di un determinato SVILUPPO STORICO in una determinata area della terra….
    A me tutto questo scusami, non m’interesssa e non mi piace proprio….
    Se ho perso la fede è per MIA INCAPACITA’ di cercare di SEGUIRLO nelle fare del bene, e non per Tettamanzi e Giovanni Paolo II…..
    Meglio multirazziale che uno sporco fascista razzista alla matteo salvini e alla curzio nitoglia, pretastro immondo difensore di tiranni come salazar, e fariseo che si deve solo sciacquare quella fogna di anima che tiene, quando parla del papa zingaro e giramondo…
    Anche Gesù, a differenza del fariseo nitoglia e dei suoi seguaci, fu ZINGARO E GIRAMONDO….
    Buonista no, proprio no, perchè quando soffri ti assicuro che ti senti solo e cattivo….
    ps. sono per la pena di morte…..

    • Peucezio scrive:

      Che ha fatto Salazar? Era un fascista nel senso sociale e corporativista più nobile del termine ed era molto meglio di Franco, che era un militare gretto e opportunista, senza minimamente la statura dello statista (anche se anche Franco era comunque meglio della demonizzazione che ne hanno fatto ed era meno peggio, anche se di misura, di anarchici, rossi e altri assassini che c’erano prima di lui).

      • mirkhond scrive:

        Franco fu il tipico esempio di pseudoconservatore fascista, in quanto CONTINUO’ nell’opera della più becera castiglianocrazia ottocentesca dei cristinos liberali.
        Cristinos che provocarono le violentissime insurrezioni carliste del 1833-1840, 1846-1849 e 1872-1876 (quest’ultima in realtà iniziata in contemporanea ad altre componenti spagnole contro il sovrano piemontese Amedeo di Savoia Aosta, ma poi continuata contro Alfonso XII di Borbone, restauratore della linea “cristina”, da sua nonna Maria Cristina di Borbone Napoli, sorella del nostro Ferdinando II).
        Insurrezioni carliste che tra le altre cose, si battevano per mantenere le antiche autonomie, i loro fueros (diritti) catalani, aragonesi, baschi, galleghi proprio contro il castiglianocentrismo liberale appoggiato dalla debole regina-reggente Maria Cristina di Borbone Napoli.
        Ora nel 1936-1939, ancora una volta Baschi, Catalani e Aragonesi (sulla posizione politica dei Galleghi non ne so nulla), presero nuovamente le armi contro la castiglianocrazia, ma questa volta sotto un’identità politica repubblicana, anarchica e comunista, mentre castiglianoppressore era il reazionario (di lontana ascendenza sefardita) Franco….
        I ruoli si erano invertiti….
        Questo castiglianocentrismo cazzaro ha avuto poi conseguenze nel postfranchismo e ne dramma dell’eta basca….
        ciao

  24. mirkhond scrive:

    Se devo proprio essere davvero tradizionalista, preferirei stare coi Gicobiti siriaci o coi Copti egiziani, vestire con kefiah o turbante e jellaba o pantaloni larghi e con moglie e figlie vestite con l’hijab….
    Almeno nelle forme, mi sentirei più vicino all’adorata Chiesa SEMITICA delle Origini….
    Se l’alternativa all’Islam sono curzio nitoglia e matteo salvini (oltre all’orrida santanché), meglio l’Islam….
    Se in San Pietro non vi è più la Shekinah, la SANTA PRESENZA DI DIO, allora che crolli, che CROLLIII, come fu per il secondo Tempio di Gerusalemme, e sulle rovine sorga la Moschea di Aziz Boutros….

    • Athanasius scrive:

      “Se l’alternativa all’Islam sono curzio nitoglia e matteo salvini (oltre all’orrida santanché), meglio l’Islam….”

      Amen, Mirko.

      Capisco benissimo quello che vuoi dire.

    • Peucezio scrive:

      “Se devo proprio essere davvero tradizionalista, preferirei stare coi Gicobiti siriaci o coi Copti egiziani, vestire con kefiah o turbante e jellaba o pantaloni larghi e con moglie e figlie vestite con l’hijab….”

      Nulla da obiettare. Io quello che contesto (contesto, nel senso che esprimo la mia opinione, poi ognuno fa le sue scelte legittime, ci mancherebbe) è la difesa di una caricatura di Chiesa come è quel mostro inventato negli anni ’60 dal concilio (e peggiorato ulteriormente dal post-concilio), che ha messo insieme il peggio del protestantesimo più insulso, di mentalità hippy e giovanilista e di ogni altra espressione dell’incolore omologazione consumistica di quegli anni (quella criticata da Pasolini, per intenderci) e lo ha sostituito a un sistema di riti e di pratiche cultuali millenarie.
      Che poi uno si senta più affine alla sensibilità religiosa delle chiese orientali, che tra l’altro sono ancora più tradizionali di quella cattolica, perché dopo il primo millennio sono rimaste pressoché immobili e hanno una spiritualità meno razionalista (nnon hanno avuto la scolastica) e più “orientale” appunto, e una liturgia di grandissima suggestione e bellezza, non ci vedo nulla di male.
      Quello che non riesco a capire, ripeto, è cosa ci si possa trovare nello squallore del cattolicesimo post-conciliare. Basta solo vedere l’architettura delle chiese che ha prodotto…

      • mirkhond scrive:

        Io non difendo il postconciliarismo in toto ne in quanto tale, proprio perchè non amo i cubonazzi e le chiese goldrake o sputnik (come la mia parrocchia), perchè come Dostoevskij, sono convinto che la Bellezza è propedueutica alla salvezza ultraterrena, e anche alla vista terrena….
        A me va benissimo l’altare in direzione di Gerusalemme, paramenti sacri degni dei Re Magi, incensi e aromi orientali, canti e liturgie in una lingua incomprensibile, “extraterrestre”, le chiese dipinte con affreschi stupendi che possano essere quelli delle chiese rupestri della Cappadocia o quelli di San Pietro, mi va benissimo l’iconostasi a sua volta corredata di tante bellissime icone…
        Non fraintendermi, a me tutto questo PIACE!
        Quello su cui dissento è che ACCANTO a queste solenni sacralità vi si dovrebbe accompagnare anche una più fattiva carità, dove non si intendono gli intrallazzi alla Verzè, ma anche il piccolo parroco citato da Pino o le monache del lebbrosario egiziano, o soltanto una buona parola di conforto, il calore di una Chiesa che ti sia vicina nel dolore, anche se il dolorante è un clandestino albanese, rom, rumeno, negher, maruchein, terùn, barbone italiano ed estero, oppure un benestante rovinato da un divorzio, da disavventure varie e costretto a mendicare un pasto alla caritas o a raccogliere gli scarti delle bancarelle del mercato di via treboniano, un disperato che pensa di suicidarsi e che gli basta l’incontro giusto, la parola giusta e, magari ci ripensa….
        ciao

        • Peucezio scrive:

          D’accordo, ma tutto questo che c’entra con la tradizione e il tradizionalismo?
          C’erano preti solidali, umani e pieni di carità anticamente, come ci sono oggi e c’erano preti votati al potere e aridi una volta, come ci sono oggi. E oggi ci sono gli uni e gli altri fra i tradizionalisti come fra i preti della Chiesa “ufficiale”.
          Circa gli stranieri: di per sé l’appartenere a una nazionalità, a un’etnia o a un’altra è e dev’essere indifferente agli occhi di un sacerdote cattolico. Ma l’a fede no! Il primo dovere per un prete è convertire l’infedele, l’eretico o lo scismatico. E ogni accettazione, compromesso o dialogo con quest’ultimo che non sia finalizzata alla sua conversione è complicità col male.

        • mirkhond scrive:

          Senti non fraintendere. A volte l’ESEMPIO vale molto di più delle nostre povere ciacole…
          Quanto ai tradizionalisti, a parte te, ho conosciuto (solo internettisticamente) una pletora di commentatori di effedieffe e francamente se QUELLO E’ Il Cattolicesimo Preconcialiare lo mando volentieri affanculo insieme ad una pletora di schifosi razzisti che scambiano stormfront con la Fede di Nostro Signore….
          Questo con tutto l’affetto per antiche e venerate liturgie…
          Se non credo non posso convertire altri, soprattutto quando MOLTI ASPETTI della cultura altrui mi piacciono, perchè sia pure attraverso uno specchio “deformato” rivedo la Chiesa semitica delle Origini, quella più vicina a Nostro Signore….
          Io vivo da anni in un vuoto spirituale, in una terra di nessuno interiore, ma se proprio devo schierarmi con qualcuno NON posso farlo accanto a salvini&nitoglia, che, come dice Athanasius, mi sembrano SPECULARI all’islamofobia dei liberal-libertini-liberisti-libertari pera/ferrara/ascaro allam/santanscema, TUTTI UNITI IN ARMONICA DISARMONIA contro chi una Fede cel’ha ANCORA e non è intenzionato a sciogliersi nella merda globale a guida usa….
          ciao

  25. mirkhond scrive:

    Come si dice, la sofferenza induce a riflettere….
    ciao

  26. mirkhond scrive:

    Il fatto è questo

    Da un lato il nulla chiamato libertà o per meglio dire libertinaggio, che alla gente basta che gli dai l’illusione di fare quel che vuole, soprattutto in materia sessuale, e si è tutti felici e contenti, anche se vivi nel precariato, anche se ti fottono lo stato sociale, anche se spendono palanche di quattrini per opere socialmente inutili e non volute come la tav in Val di Susa, anche se spendono palanche di quattrini per inutili e ipocrite guerre feudali fallimentari come in Iraq e in Afghanistan, e dove tutto si fa meno che aiutare i diretti interessati, anche se andrai in pensione a 70 anni (sempre ammesso che ci arrivi e non crepi strada facendo e così niente pensione a te e ai tuoi cari bisognosi che dipendono da te), va tutto ben, basta che a noi ci facciano (illudere di) fottere, tenendoci lontano quel petulante e inquietante Cristo nel cui nome ci pariamo il deretano dalla minaccia islamica (magari!…)
    Dall’altra ciellini, opus dei e frammenti di vecchia chiesa che fu, che si attacca a formalismi tipo tonache impeccabili, messe e liturgie in latinorum NON nate da Cristo, ma frutto di uno sviluppo storico in ALCUNE aree della Cristianità, e pure a loro tutto va ben, madama la marchesa….
    Che poi appoggiano e difendono mostri come il NON compianto pinochet o quel “sant’uomo” di salazar di cui è in corso il processo di beatificazione da parte di sua NON santità curzio e basta, e dei fedeli effedieffe, che si sciacquano la bocca di Cristo, liturgia, tradizione e altre stronzate, e poi pisciano e vomitano razzismo da tutti i pori contro terùn, maruchein, albanesi, rumeni e rom, a loro ai nitoglia&company non gliene sbatte un cazzo, a loro che criticano il razzismo ebraico, farisaico, mentre invece ne sono le perfette brutte copie simil-contrarie….
    Insomma da liberal-libertari-libertini da un lato e catto-sedevacantisti-lefevriani-fascisti dall’altro il motto è lo stesso: NIENTE AIUTO CONCRETO A CHI SOFFRE, se non su base strettissimamente privata e volontaria, perchè tale aiuto sarebbe alienazione improduttiva per i primi, e un optional non necessario per i secondi, che, da veri IDOLATRI quali sono pensano al sacerdozio dei faraoni e del clero pagano, pieno di solenni pompe liturgiche che bastano e avanzano per chè il mistero è in alto, e il basso non può capirlo e dunque SI ARRANGI con una vita di merda tra rifiuti, sofferenze, familismo immorale, perversioni sessuali, miseria morale ecc. ecc.
    Gli immigrati? Brutte bestie da scacciare a colpi di kalashikov come gli stronzocristianissimi serbi e leghisti alla salvini….
    E questo che mi ha sempre fatto avversare i fascio-leghisti-tradizionalisti, prendersela coi DEBOLI per i crimini creati dal mercato, dal capitale e dai grandi banksters usurai….
    Prendersela con ALTRE VITTIME e non con CHI HA CAUSATO certe tragedie, che venire nel Frangistan non è una passaeggiata come pensa lo stronzo salvini….

    • Peucezio scrive:

      Francamente non capisco questo ritornare ossessivamente sulla questione degli immigrati.
      Evidentemente è un problema che ti sta a cuore, il che è del tutto legittimo. A me sta a cuore la conservazione di un pluralismo etnico nel mondo, che il multietnicismo capitalista vuole annientare, ma questa è un’altra questione che non c’entra col nostro tema.
      Ma tu vuoi per forza applicare al clero una tua sensibilità personale e per te è buono quello solidale con gli immigrati e cattivo quello che non lo è, mentre questo non è un criterio valido.
      Semmai è buono il prete caritatevole verso tutti come esseri umani, che siano immigrati o italiani, e al tempo stesso però che difende e diffonde quella che per il cattolicesimo è la vera fede, senza compromessi o esitazioni.
      Inoltre anche l’amore non è indistinto: così come la Chiesa riconosce il valore della famiglia, riconosce anche quello della Patria: stabilito che si deve amare idealmente e avendone l’occasione anche il più lontano degli uomini della Terra, è nell’ordine naturale delle cose anteporre i propri familiari agli estranei e il proprio popolo agli altri popoli.
      Poi ci sono i santi, che superano ogni valore mondano, sovvertono quest’ordine e si votano totalmente a Cristo e agli uomini in funzione di Lui. Ma i preti progressisti che difendono gli immigrati raramente sono santi, quasi sempre sono soltanto acquiescenti a un’ideologia che non ha nulla a che fare con la carità cristiana , che prende semmai a pretesto, ma è filiazione pura dell’ideologia laica multirazziale contemporanea, che è l’ideologia del potere, creata e sostenuta dal capitale.

      • mirkhond scrive:

        Sempre cò sta storia di reazionari e progressisti….
        Scusa ma mi sembri una specie di giacobbbino all’incontrario che si attacca solo a delle idee astratte, per quanto nobili e non guarda ai FATTI, da cui invece si dovrebbe sempre partire…
        Perchè non riesci ad accettare che il mondo, QUESTO mondo in cui viviamo non è in bianco e nero, ma è un miscuglio di bene e male?
        Tu credi nelle identità fisse e rigide? Appoggi il razzismo identitario dei falsi cristiani adoratori del dio Po?
        A me tutto questo non piace. La posso pensare diversamente o mi devo sottomettere al nuovo conformismo frangistano?
        Gesù NON è il randello da abbattere su chi non ci piace e se non riesci a capirlo io non posso farci niente
        Tieniti pure il tuo clerico-razzismo e io i miei tormenti interiori…
        Dio E’ PER TUTTI!!!!!!

  27. Athanasius scrive:

    Curzio Nitoglio ha scritto un testo in cui sostiene che i “negri” siano “razzialmente” inferiori, perché partecipi della “maledizione di Cam” (?!) Da quando ho letto quella spazzatura di testo, non leggo più niente di lui, nè lo prendo sul serio. La maledizione di Cam mi sembra essere una visione elaborata in alcuni cerchi calvinisti (non ha mai avuto a che vedere con il Magistero della Chiesa Cattolica), ma gli serve bene, ovviamente. E una varietà dell’occidentalismo-fallacianismo, questo “tradizionalismo” che viene propagato dalla gente come Nitoglia.

    Mi pare che siano la stessa cosa gente come Curzio Nitoglia (o forse anche Ratzinger) ed i vari Richard Dawkins. L’identica visione del mondo, a dispetto delle differenze superficiali.

    • mirkhond scrive:

      Concordo. nitoglia è solo una fogna razzista-fascista indegna di quella talare che porta….
      Il lefevre-sedevacant style, speculare al liberalperismo-ferrarismo-snatancscemismo….

    • Peucezio scrive:

      Scusa, puoi indicare il libro (o l’articolo) e la pagina?
      Nitoglia comunque è da un bel po’ che non è più coi sedevacantisti ed è tornato nel seno della Fraternità di San Pio X.
      Comunque trovo infinitamente preferibile un Nitoglia, che ha il coraggio di combattere massoneria e potere ebraico e che disse che Bin Laden era meglio di Bush, rispetto a tutto il pattume del clero rosso, conformista e acquiescente verso il potere e verso la modernità.

    • paniscus scrive:

      E adesso che c’entra Richard Dawkins con le posizioni reazionarie e becere di Nitoglia? Dawkins può non stare simpatico, può pure avere delle posizioni scientifiche controverse anche tra gli adetti ai lavori, ma di sicuro razzista non è…

      Lisa

      • Moi scrive:

        @ Lisa / TUTTI

        Certo che senza la Margulis che avrebbe (!) scoperto che l’ evoluzione procederebbe NON per selezione ma per cooperazione … e’ dura conciliare Darwin e Nichi Vendola !
        🙂 😉

        Poche pippe ragazzuoli … le conclusioni piu’ coerenti sul piano sociale umano del Darwinismo CLASSICO non possono essere che quelle di Herbert Spencer !

        Dire che le religioni sono “bischerate da grulli” come sostiene la Hack ha senso solo se si traggono conclusioni spenceriane, perche’ altrimenti nulla e’ piu’ contro natura _ quindi contraddittorio laicisticamente_ che impedire, aiutandoli, ai poveracci di soccombere _ e senza rompere i maroni, visto che trattasi della Legge Fondamentale della Natura !_ come meritano.

        • Moi scrive:

          http://en.wikipedia.org/wiki/Lynn_Margulis

          … continua, secondo me, a essere ben piu’ convincente Herbert Spencer, pur conoscendo egli nell’ Ottocento molta meno biologia di lei ora. E’ questione di logica !

        • paniscus scrive:

          Abbi pazienza, ma questa è la classica argomentazione di chi non ha capito niente di che cosa sia l’evoluzione e di quale sia lo scopo dei modelli che la descrivono.

          Allo studioso di evoluzione non importa una cippa di “trarre una morale” dalle sue tesi, che non rappresentano altro che la descrizione (ed eventualmente la modellizzazione più generale) di come sono andati dei FATTI concreti effettivamente avvenuti.

          Nel fatto di “credere effettivamente che l’evoluzione delle specie viventi si sia davvero svolta come dice Darwin” (o suoi sviluppatori e perfezionatori successivi) non è richiesta alcuna scelta di approvazione o disapprovazione di tale realtà, e tantomeno alcuno schieramento di campo morale o politico. Quello, ognuno se lo sceglie su altre basi, che non c’entrano nulla con la realtà dei fatti biologici da descrivere.

          Guarda, faccio un esempio banale: a un geologo che studia la tettonica e la deriva delle placche, e che (sulla base di dati osservativi controllabili) costruisce un modello valido e convincente di come vengano causati i terremoti…

          …qualcuno si sogna di chiedere un’interpretazione morale di questo modello, e di prendere una posizione etica sull’essere favorevole o contrario ai terremoti?

          Non mi risulta.

          E allora perché mai il biologo evoluzionista tutte ‘ste pippe deve sorbirsele? 🙂

          Lisa

        • Moi scrive:

          @ LISA

          Capisco che vuoi, dire ma … chi si occupa di vita e sopravvivenza si presta a “pippe mentali ideologizzanti” 🙂 senz’altro più di chi si occupa di tettonica a placche … comunque “non temere” 🙂 c’ è anche chi dice che il Ritorno alla Pangea implichi naturaliter un’ Unico Mondo con un Unico Governo.
          Il famoso “Ordo Ab Chao(s)” dei Massoni.

          Il discorso che facevo era che spesso Darwin viene usato come Vessillo AntiClericale Duro e Puro per liquidare la Creazione come “Mito Semitico” (se c’ è un minimo di rispetto culturale antropologico) oppure (se “si va giù pari”) come “Favoletta per Popoli Sottosviluppati di Ieri e/o Pirlotti Beccaccioni di Oggi) … solo che generalmente però gli AntiClericali Duri e Puri sostengono principii “socialisteggianti”, che solo la Margulis si è sforzata di “biologizzare” le suddette “pippe mentali ideologiche”.

          Il fatto che poi Darwin possa essere usato da “il Vernacoliere” per protestare contro l’ Otto-Per-Mille o dal Washington Post per giustificare di radere al suolo l’ Afghanistan è indicativo dell’ indebita politicizzazione della scienza, a prescindere da “contro chi la schieri”.

          Però è anche vero che in effetti _ mi pare almeno_ non hai mai (stranamente, ma ognuno scrive quel che vuole) parlato della Margulis sul tuo blog … forse che la ritieni un po’ cialtrona ? 😉

      • Athanasius scrive:

        Non parlo del razzismo solo. Neanche di Dawkins specialmente (non sono particolarmente impressionato ne ossessionato dal suo personaggio. ne in modo positivo, ne in quello negativo), lo adduco semplicemente come esempio. Di tutt’una cultura “moderna”, di cui moltissimi personaggi, pur definendosi pubblicamente opposti (apparentemente) nella loro ideologia, compartono moltissime premesse comuni. Volevo dire che mi pareva che Dawkins (come esempio) aveva piu in comune con Ratzinger (come esempio) nella sua visione del mondo, di quanto abbia di comune Ratzinger con un cristiano del Vicino Oriente o con un musulmano.

    • Athanasius scrive:

      No. Io (e mirkhond) ho parlato di Curzio Nitoglia. Quest’è Sergio Nitoglia.

    • mirkhond scrive:

      Islam…anatomia di una setta…
      Non è curzio, ma è un altro demente se persino i teologi dell’opus dei come Manuel Guerra capiscono benissimo che l’Islam non è un Mormon o una congregazione pentecostale statunitense…
      Ma tutti a effedieffe gli raccolgono gli stronzi?

    • Peucezio scrive:

      No, questo è Stefano (e non ho idea di chi sia e se ci sia una qualche parentela).
      Quello di cui parliamo noi è don Curzio Nitoglia, sacerdote prima dell’Istituto Mater Boni Consilii (sedeprivazionista), che poi ha litigato, non sono chiare le ragioni, con l’Istituto stesso e si è riavvicinato alla Fraternità dei lefebvriani, ma rimanendo una sorta di cane sciolto, mantenendo una sua autonomia di manovra, come capita che facciano alcuni preti tradizionalisti.
      Don Curzio Nitoglia è un esperto di massoneria ed questione ebraica (ma non solo), temi di cui si è occupato sempre alla luce della teologia cattolica tradizionale più rigorosa. Per questo mi pare molto strano (però non ho elementi per escluderlo in modo assoluto) che abbia assunto posizioni razziste: ha sugli ebrei e sull’ebraismo, come su tutte le religioni fuori da quella cattolica, posizioni che farebbero rizzare i capelli in testa al politicamente corretto contemporaneo ed è uno che non si perita di scandalizzare l’interlocutore, ma il razzismo biologico e il suprematismo bianco, legati all’evoluzionismo e allo scientismo ottocentesco, sono lontanissimi dal suo orizzonte dottrinale, che è ostile ad essi non meno che al relativismo contemporaneo.

  28. mirkhond scrive:

    Ancora sul film

    Ho finito di vederlo nel pomeriggio grazie al Mulo.
    Concordo sostanzialmente con Miguel Martinez sulla rappresentazione di una certa realtà sociale ed ecclesiale della mia patria.
    Preti maneggioni e arrivisti come il tipino del film esistono davvero ed ne ho conosciuto qualcuno di persona….
    Ma come rilevato dal trailer, il tema centrale è la solitudine esistenziale della piccola Marta, aliena ad una realtà di periferie orrende, catechiste ignoranti, familiari che di cattolico conservano solo una vaga memoria, un residuo di tradizionalismo del perchè così fan tutti (ma poi ci credono veramente?), compagni e compagne di catechismo a cui di Gesù non gliene frega niente e sempre la solita catechista/perpetua che, nonostante l’impegno, fa di tutto per rendere una ridicola palla la fede cristiana…
    Il tutto in una spaventosa pacchianeria (cozzalità diremmo a Bari), a partire dal look femminile di donne e bambine, davvero schifoso (e magari criticano pure i Rom, come tante volte ci è toccato sentire da cozzale simili a Bari; ma tant’è più sò cozza e più sputano merda su chi sta più in basso di loro nella scala sociale; insomma il bue che dice cornuto all’asino….)
    La parte più bella e toccante invece è l’arrivo della piccola Marta, assieme al pretastro, al paese di Roghudi, nella stupenda ed aspra Bovesia grika. Paese, Roghudi, abbandonato nel 1971, in seguito ad un’alluvione che fece trasferire i suoi abitanti a Melito di Porto Salvo presso Reggio Calabria.
    Qui, nell’aspra solitudine alpestre, la piccola, entrata nella parrocchia ormai abbandonata, incontra il vecchio prete del paese, l’unico abitante rimastovi (interpretato dall’ottimo Renato Carpentieri).
    Il vecchio parroco spiega alla piccola il senso del grido di disperazione del Cristo agonizzante, rivolto al Padre; le parla di un Cristo triste, depresso, incazzato con un’umanità incapace di capirne il messaggio, insomma le narra del più grande DISADATTATO DI TUTTI I TEMPI, presentandogli finalmente il Cristo Vero, senza gli orpelli pre e i papocchi postconciliari.
    Marta finalmente capirà il senso della Cresima e manderà in crisi il pretastro politicante ambizioso, provocando la caduta del vecchio Crocifisso a mare con le sue scandalose affermazioni sul Cristo matto, e tranciando i cavi dell’orrendo traliccio luminoso facente funzione di crocifisso della sua brutta parrocchia moderna stile cubonazzo di Fuksas, facendolo cadere e mandando a quel paese tanta, tanta, tanta sudicia ipocrisia….
    Non male per una regista esordiente….

  29. Moi scrive:

    @ TUTTI

    L’ ho gia’ fatto presente, ma non lo si ricorda mai abbastanza: distinguiamo la compiaciuta beceraggine dell’ AntiClericalismo Toscano dall’ incofessabile melancolia dell’ AntiClericalismo EmilianoRomagnolo … la famosa scena del Peppone che dice a Don Camillo che passa con il Crocifisso (maiuscolo perche’ e’ un personaggio ipso facto) a spalla :

    “Non mi scanso per Voi, ma per Lui !”

    • PinoMamet scrive:

      Bravo Moi

      rilancio con questo: “il Cristianesimo è una religione democratica, fondata sul lavoro!”
      http://www.youtube.com/watch?v=UXiFb_6BqUU&feature=related

    • serse scrive:

      Sto appunto leggendo una breve biografia di Padre Marella. Un uomo (ovviamente) fuori dall’ordinario: tanto per dire, per anni ha fatto il professore di filosofia perché sospeso dal sacerdozio e andava tutti i giorni a chiedere l’elemosina in centro a Bologna vestito con una marsina nera da cerimonia.

      Trascrivo, accorciandolo un po’, un episodio raccontato da uno dei sui ragazzi, che conferma che non si tratta solo di fiction.
      “Un pomeriggio rientrando insieme al “Padre” ed ad un mio coetaneo, vedemmo, davanti a una baracca, un assembramento di persone con bandiere rosse e pugni alzati e qualcuno che piangeva. Capimmo subito che si trattava di una morte. Don Marella ci chiese di seguirlo: indosso i paramenti e a noi fece prendere la croce e l’acqua santa. Ero piuttosto preoccupato e dissi al “Padre” che andare la era pericoloso ed erano anche arrabbiati per la morte di un loro compagno. Don Marella mi rispose “stai tranquillo nessuno ti farà del male …
      … ci facemmo largo tra le persone che ci lasciarono passare tranquillamente, anzi parecchi si fecero il segno della croce …
      … sono certo che per quei tempi, nel contesto di quelle circostanze, era la prima volta che un corteo funebre sfilava con in testa la croce, il sacerdote, i chierichetti, e dietro un mare di bandiere rosse con falce e martello. Non solo, ma molti di coloro che la portavano, pregavano rispondendo al salmodiare di don Marella.

      Ciao

  30. mirkhond scrive:

    Don Camillo è l’esempio migliore di come un parroco PREconciliare possa essere severo nella dottrina e CARITATEVOLE nell’aiuto fattivo, dicendo e facendo le cose giuste quando ce n’è bisogno…
    L’uomo giusto al posto giusto al momento giusto…
    grazie Moi per questo video!

  31. Athanasius scrive:

    Per Peucezio

    “Scusa, puoi indicare il libro (o l’articolo) e la pagina?”

    Eccoti qua il testo di Nitoglia:

    “La questione afro-camitica

    La Rivelazione ci insegna (a dispetto della caritas internationalis) che Noè ebbe tre figli (2510 a. C. circa), Sem, Cam e Jafet. Cam (dal quale discendono gli afro-camiti) mancò di rispetto a suo padre «deridendo, pieno di disprezzo la patria potestas umiliata dall’ubriachezza e dalla nudità, per cui il colpevole è declassato come “minore” nei confronti dei fratelli… sarà umiliato perché ha umiliato» (E. Testa, Genesi, Cinisello Balsamo, San Paolo, 1999, 9a ed., p. 119). Noè maledisse Cam assieme alla sua posterità (suo figlio Canaan e i Cananei), predicendo che la “razza” o discendenza di Cam sarebbe stata soggetta e schiava dei discendenti di Sem (Semiti) e di Jafet (Indoeuropei). La maledizione che colpì e degradò i Cananei fu dovuta al peccato di Cam contro il quarto comandamento, onde gli afro-camiti divennero schiavi dei Semiti e Indoeuropei (Genesi, IX, 25). Quindi Cam non è condannato alla sudditanza in quanto biologicamente inferiore, ma siccome ha peccato diventa inferiore ai Semiti e Indoeuropei. Perciò sono i peccati, gli errori, la cattiva volontà che degradano gli uomini e i popoli, il loro “sangue” e il loro “suolo”. Se un popolo si dà agli ozi decadrà e si abbrutirà e verrà sottomesso da un altro (come i cartaginesi a Capua), non a causa di una inferiorità biologica intrinseca e innata, ma a causa di un disordine morale che corrompe l’uomo e la stirpe (“Bacco, tabacco e Venere, riducono l’uomo in cenere”). Ora il miscuglio attuale di stirpi con leggi morali assai diverse è molto pericoloso per l’Europa che si trova oggi in una situazione di debolezza intellettuale e morale (crisi d’identità), donde ne può derivare il lasciarsi corrompere e trascinare all’ozio che è il padre dei vizi e dell’abbrutimento di una stirpe. In ciò dovremmo prendere esempio dai “fratelli” Ebrei che non ammettono matrimoni misti, dacché ne conoscono la pericolosità. Come si vede la questione “sanamente razziale” è oggi più attuale che mai.”

    Link: http://www.doncurzionitoglia.com/CorpoAnima=RazzaCivilta.htm

    • Athanasius scrive:

      Benche dica che “non si tratti dell’inferiorita biologica”, in sostanza si riduce alla stessa cosa. I negri sono pigri a causa della “maledizione di Cam”. I negri sono pigri a causa dell’evoluzione. Non vedo nessuna differenza sostanziale. Determinismo in entrambi i casi. La razza e del resto un concetto assai vago in termini biologici. Lo so che anche molti biologisti lo rifiutano.

      • Peucezio scrive:

        La distinzione che dici avrà scarsa rilevanza pratica ma ha un’enorme rilevanza teologica. Altro è dire che un popolo è inferiore per natura, quasi Dio l’avesse creato così; altro è dire che in un popolo alligna un vizio, legato alla sua storia, alle sue scelte, ai suoi peccati.
        E un prete dev’essere fedele alle verità teologiche, non ad altro.
        Io francamente sono lontanissimo dal credere che i popoli dell’Africa abbiano un qualche vizio atavicoo siano per qualche motivo corrotti. Sono semmai portato a pensare questo proprio dei popoli bianchi del Nordeuropa e degli Anglosassoni.
        Ma io non sono né un prete né un teologo.

      • Peucezio scrive:

        Tra l’altro è grottesco che gli ebrei, cioè quattro pastori appena rincivilitisi, avessero l’impudenza di sputare sentenze sui Camiti, cioè fra gli altri sugli Egizi, che avevano una civiltà splendida millenni prima che loro fossero anche solo in mente Dei .
        Sempre che nella loro genealogia gli Egizi fossero camiti: non dimentichiamo che quelle di semiti e camiti sono etichette settecentesche solo in parte sovrapponibili alla genealogia mitica dell’Antico Testamento.

        • mirkhond scrive:

          Infatti quello sputare sentenze non è che un riciclaggio della Tavola delle Nazioni assiro-babilonese del 690-550 a.C. (tra i discendenti di Cam è menzionato il faraone Sabteqa, appartenente alla dinastia cuscita-nubiana pre invasione assira! (730-656 a.C. circa)
          Cosa che un certo prete lefevriano sarebbe vivamente pregato di considerare prima di sputare immondizia…
          ciao

    • PinoMamet scrive:

      ” n ciò dovremmo prendere esempio dai “fratelli” Ebrei che non ammettono matrimoni misti, dacché ne conoscono la pericolosità.”

      Eppure un prete un pochino di queste cose dovrebbe capirne.
      Invece niente, ecco un’altra castroneria.

      Gli ebrei ortodossi si comportano a riguardo esattamente come i cattolici (e un po’ tutti gli altri), cioè celebrano matrimoni religiosi tra due ebrei ortodossi;
      la razza o altre considerazioni del genere non ci hanno niente a che fare, tant’è vero che qualunque ebreo convertito di qualunque origine etnica, può tranquillamente sposarsi con un rito religioso.
      Sarebbe come dire che i cattolici non lasciano sposare in chiesa i neri!

      Il problema è completamente diverso, cioè il fatto che Israele ha delegato, di base, il matrimonio alle varie comunità religiose (non solo quella ebraica), riconoscendo valore civile alle unioni celebrate da loro.
      Rimane perciò il problema della validità civile dei matrimoni misti (il caso più comune, aldilà delle fantasie razziali di Nitoglia, credo sia ebreo ortodosso-ebreo riformato), per i quali comunque si ricorre all’escamotage della vacanza a Cipro o comunque all’estero, visto che lo stato riconosce la validità civile dei matrimoni celebrati all’estero…

      un sistema macchinoso e tutt’altro che efficace, ma che non c’entra niente con semiti, camiti e compagnia cantante.

      • PinoMamet scrive:

        Mi pare, per dirla tutta, che la Chiesa cattolica (ma forse da non tantissimo tempo) un matrimonio religioso “misto” dove solo uno dei due sposi è cattolico;
        nell’ebraismo ortodosso non credo ci sia questa possibilità.

        Si tratta comunque di problemi di diritto canonico, che non c’entrano con idee razziali, e tantomeno con considerazioni su Cam…

    • Peucezio scrive:

      Questo non è razzismo biologico, ma mi pare semmai una concezione cattolica, pienamente ortodossa e teologicamente fondata delle stirpi o, diciamo pure, delle razze (parola che si usava normalmente senza scandalo alcuno, prima di diventare una parolaccia poco aamata dal politicamente corretto).
      Il razzismo è un’altra cosa, è legato ad altre concezioni e dottrine ed è molto più recente. Leggo sul DELI che non è attestata prima degli anni ’30 del ‘900.
      Poi può essere che ci siano degli errori dottrinali o teologici nel discorso di Nitoglia, delle inesattezze o dei fraintendimenti, ma non ci vedo nulla di scandaloso o per cui ci si debba stracciare le vesti.
      Poi ognuno ha la sua sensibilità, ci si scandalizza per molto meno.
      Per inciso, dissentire anche con forza da un autore è più che legittimo. Trovo di cattivo gusto invece insultarlo usando ogni improperio coperti dall’anonimato della rete. E’ una delle libertà che Miguel ci consente, ne sono ben contento e ritengo faccia bene.
      Ma allo stesso modo mi sento libero di trovare sgradevole un tono simile e di dirlo.

      • mirkhond scrive:

        Chissà perchè gli insulti sono sgradevoli solo quando toccano chi ci piace….
        ciao

      • Francesco scrive:

        Io le vesti, invece, me l straccio eccome.

        In base a quale curioso motivo il Nostro identifica gli Africani con i discendenti di Cam? come mai sono così diversi tra loro (penso alle mille stirpi dei neri, che solo lo schiavismo industriale ha mescolato ma in America, non in Africa) e anche all’occhio più ostile alla macro-differenza tra Neri e Berberi e Egiziani?

        E tolto il peccato originale, che descrive lo status dell’umanità tutta, questo peccato senza colpa personale mica mi sembra molto cattolico …

        idem per Sem e Jafet; e poi, i popoli ignoti allo scrittore biblico dove stanno in questa ardita costruzione teologica?

        e l’ostilità per il muscuglio di stirpi che rapporto ha mai con la Fede ?

  32. mirkhond scrive:

    Oltre che razzista nitoglia è anche una capra sesquipedale in quanto prende per vero un racconto bibilico di epoca esilica (VI sec. a.C.) ispirato alla Tavole delle Nazioni assiro babilonese compilata nel periodo 690-550 a.C. e che risponde alle concezioni etniche di QUEI tempi.
    Ora i Cananei non solo NON sono camiti ma sono I SEMITI INDIGENI di Caanan/Palestina e ANTENATI DIRETTI anche i due piccoli popoli degli Israeliti/Samaritani e dei Giudei.
    Inoltre la suddetta Tavola da cui quella della “remotissima” Genesi bibilica, mette i Lud/Lidii anatolici e gli Elamiti tra i Semiti!
    E poi quest’annosa storia degli Ebrei sempre razzisti e endogamici.
    Il caprone lefevriano ignora l’INTENSA OPERA MISSIONARIA compiuta dai Giudei a partire almeno dal III a.C., e che ha portato il Giudaismo a diventare una fede di MILIONI di persone soltanto all’epoca dell’Incarnazione di Nostro Signore!
    La chiusura “razzista” fu la conseguenza di spietate politiche persecutorie fatte anche dai cari referenti del pretastro, che costrinsero SOLO nel XVI secolo dopo Cristo, alla ghettizzazione ebraica!
    Lo confermano le numerose “circolari” papali dei secoli XI-XII secolo contro i rischi di matrimoni misti o il divieto di rapporti sessuali ebraico-cristiani che avrebbero portato molti cristiani a diventare ebrei!
    Lasciamo stare poi la questione khazara altrimenti qui si ritorna a fare discussione…
    Non solo razzista, ma anche letteralista biblico come i peggiori farisei-protestanti che tanto detesta ma di cui è l’esatto simil-contrario come giustamente dice Athanasius!

  33. mirkhond scrive:

    Errata corrige:

    Nella foga ne ho scritte anch’io di asinerie come bibilico al posto di biblico, e antenati diretti anche DEI due popoli ecc.
    Mirkhond il somaro

  34. maria scrive:

    mirk
    cos’è il Mulo?

  35. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Ho finito di vederlo nel pomeriggio grazie al Mulo.”

    Grazie. La tua recensione del film va molto più all’essenza della mia, e credo che renda veramente il senso del film.

    Io mi sono limitato ad approfondire quello che è quasi il pretesto del film, la fotografia del cattolicesimo realmente esistente.

  36. Athanasius scrive:

    Mirko, non è vero che questo “razzismo” ebraico (usiamo questo termine anacronistico, in assenza di qualcosa di meglio) ebbe il suo inizio con il divieto di nuove conversioni all’ebraismo, emanato dall’imperatore romano Adriano, dopo la sconfitta dell’insurrezione di Bar Kokhba?

  37. mirkhond scrive:

    Per Athanasius

    Il razzismo ebraico nasce come corrente di pensiero tra gli esuli giudei tornati in patria dall’esilio babilonese tra 539-445 a.C.
    Giunti nell’antica patria ma con una nuova vigorosa fede monoteista, gli esuli giudei babilonesi temono di perdere la fede nell’Unico Dio acquisita con tanta fatica e dolore, se avessero sposato donne giudee rimaste in patria e risprofondate nell’ancestrale paganesimo cananeo, o mescolandosi con altre stirpi ebraiche come i meticci samaritani o i nuovi arrivati Idumei, genti arabe del deserto dell’Oltre-Giordano, e insediatisi ad Hebron intorno al 515 a.C.
    Gli esuli di Babilonia vorrebbero sterminare o quantomeno scacciare tutti questi vecchi e nuovi abitanti di Caanan/Palestina ma NON POSSONO, sia per esiguità numerica e sia perchè le autorità persiane ormai dominanti su Babilonia e Caanan non lo avrebbero permesso.
    Allora, il sacerdozio giudaico che ha preso il posto della decaduta famiglia reale davidica, nel governo della nuova Giudea persiana, non solo rielabora tutta la storia giudaica ed israelitica fin dalla mitica Genesi, attingendo a piene mani dall’Enuma Elish (Poema della Creazione) sumero-babilonese e dalla sua rilettura alla luce dello Zoroastrismo dei nuovi signori dell’Iran, e riprendendo antiche leggende tribali cananee relative ai remoti semimitici patriarchi originari, che unite con le cronache degli ex regni di Israele e Giuda, da vita al Pentateuco/Torah oltre ad alcuni scritti profetici.
    In questa opera di rielaborazione storica alla luce di una NUOVA TEOLOGIA, i sacerdoti del nuovo Secondo Tempio, da un lato devono deplorare il passato paganesimo degli avi, riletto come tradimento al Monoteismo originario, dall’altro per evitare di ricaderci nel paganesimo, ricorrono ad una stretta endogamia etno-religiosa che purtroppo sfocia in episodi di becero razzismo come nel 445 a.C., quando i sacerdoti COSTRINGONO i loro fedeli a RIPUDIARE le mogli pagane e i figli nati da queste, scena straziante svoltasi in inverno alle restaurate porte delle restaurate mura di Gerusalemme (e la storia di Agar e Keturah cacciate coi rispettivi figli sono scritte alla luce di queste tragedie).
    Dall’altro il rifiuto di mescolarsi con gli altri Cananei, fossero anche antichi israeliti come i Samaritani, il cui aiuto per la costruzione del Secondo Tempio viene RESPINTA.
    E di queste vicende troviamo l’eco nelle vicende di Isacco/Israele, Ismaele e Madian e nel conflitto tra Esaù/Edom e Giacobbe/Israele, o in Lot sedotto dalle figlie dalle cui unioni mostruose nascono Ammoniti e Moabiti.
    In sostanza gli storici sacerdotali giudaici del VI-IV sec. a.C., sono perfettamente consapevoli della profonda affinità etnica tra tutte queste genti cananee e loro, ma proprio perchè loro sono diventati gli Eletti di Dio, cioè ne hanno riconosciuto L’UNICITA’, non possono o vogliono fondersi con i fratelli rimasti nell'”ignoranza idolatra” e negli orrori, sessuali e non, ad essa collegati.
    E tuttavia questa visione così razzista, esclusivista fu combattuta da altri gruppi di esuli giudei babilonesi, che rifacendosi a quanto detto da Geremia (VII-VI sec.a.C.) e cioè che se c’è UN SOLO DIO, QUESTO DIO E’ UNIVERSALE, DI TUTTI ANCHE DI CHI NON E’ GIUDEO E NON HA RICEVUTO LA RIVELAZIONE DIVINA!
    E così abbiamo autori come l’anonimo del Libro di Ruth (V sec. a.C.) che fa capire come la sposa pagana (moabita) di un giudeo, convertitasi al Giudaismo possa essere una SPOSA PERFETTA ED INTEGRATA NELLA NUOVA FEDE E COMUNITA’ GIUDAICA. Insomma si chiede ai Giudei di essere più ecumenici e più buoni…
    Oppure il racconto abramitico in cui Dio promette ad Abramo che lo avrebbe reso padre di UNA MOLTITUDINE DI NAZIONI, come poi è effettivamente avvenuto…
    Oppure ancora quando Dio impone ad Abramo di far circoncidere TUTTI i maschi della sua tribù, liberi e SCHIAVI, perchè nella circoncisione siano tutti UN SOLO POPOLO APPARTENENTE A DIO!
    E tuttavia questa linea ecumenica, missionaria, inizialmente stentò ad affermarsi, ma in seguito alla conquista di Alessandro Magno e al sorgere dell’Ellenismo, la musica finalmente cambiò.
    Nella nuova capitale egiziana di Alessandria i 70 dotti giudei chiamati dai nuovi faraoni macedoni, tradussero in Greco la Bibbia, almeno quella che c’era allora, la cosiddetta Settanta (a cui nei secoli successivi si aggiunsero ulteriori testi, poi accettati dai Cristiani IN LINEA con il Giudaismo dei tempi di Gesù , ma rigettati dai Farisei anticristiani dopo il 70 d.C.).
    La traduzione della Bibbia in Greco e il diffondersi di una mentalità più aperta, più colta assieme all’influenza crescente dello Zoroastrismo, che rese il Giudaismo una fede più universale, escatologica e spirituale, portarono alla starordinaria e poco conosciuta opera missionaria giudaica di cui abbiamo accennato in precedenza.
    Il trionfo della chiusura del ghetto e il rigetto del proselitismo furono IMPOSTI al Giudaismo a partire dal Cristianesimo, divenuto religione di stato con Teodosio I (379-395 d.C.), e con l’affermarsi dell’Islam nei secoli VII-VIII nell’immensa area tra il Sindh e l’Altantico.
    E tuttavia se pensiamo ai Khazari turchi e ai Pashtun Afghani, ancora nei secoli VIII-XI d.C., il Giudaismo creò in queste terre nuove massicce ondate di conversioni, finchè le conquiste russe e mongole per i primi e l’islamizzazione dei secondi, posero fine a queste interessanti esperienze.
    Ma la missione giudaica giunse persino in Cina, dove nel 1286 Marco Polo scoprì una comunità ebraica a Kaifeng, con ebrei cinesi in tutto e per tutto, tranne nella fede e sinagoga dall’aspetto di una pagoda! Ancora negli anni’30 del XX secolo questa comunità ebraica era ancora lì…

  38. mirkhond scrive:

    In sostanza il trionfo della ghettizzazione avvenne SOLO nel XVI secolo dopo Cristo, per via dell’irrigidimento cattolico tridentino e da cui nacque l’Ebraismo che ha in mente il pretastro nitoglia.
    La chiusura razzista trionfò PER COSTRZIONE ESTERNA come ricordò il rabbino Riccardo Di Segni nella trasmissione L’Infedele di Gad Lerner della Pasqua del 2008!
    Le persecuzioni di Adriano (117-138 d.C.) furono legate alla sua politica neoellenistica e alle conseguenze della sanguinosissima insurrezione di Bar Kokhba del 132-135 d.C.
    Ma la persecuzione adrianea morì fortunatamente con lui, e già sotto i suoi successori i Giudei ripresero la loro opera missionaria.
    ciao e scusami per l’elefantiaca risposta

  39. tanto per scrive:

    dubito che un parroco possa stare meglio in altri parti d’italia rispetto all’italia meridionale dove è ancora considerato una figura centrale e dove il suo scarso stipendio è sufficiente a vivere dignitosamente e sovente viene integrato dai doni dei fedeli o dalle rendite delle proprietà della chiesa stessa(il calcolo dello stipendio di un prete è piuttosto complicato)

    • mirkhond scrive:

      “Francamente non capisco questo ritornare ossessivamente sulla questione degli immigrati.”

      Se uno è razzista…..

      “Evidentemente è un problema che ti sta a cuore, il che è del tutto legittimo. A me sta a cuore la conservazione di un pluralismo etnico nel mondo, che il multietnicismo capitalista vuole annientare, ma questa è un’altra questione che non c’entra col nostro tema.”

      Purtroppo il pluralismo di cui parli è fottuto da un pezzo e si va verso un nuovo orrendo bipolarismo occidente/islam, ancora imperfetto che non piace ne a me ne a te….

      “Ma tu vuoi per forza applicare al clero una tua sensibilità personale e per te è buono quello solidale con gli immigrati e cattivo quello che non lo è, mentre questo non è un criterio valido.”

      Mentre per te è valido spalleggiare tirannidi ed ideologie fascistoidi-razzistoidi perchè tutelano tanto le nostre belle identità del c…e le sue liturgie VUOTE come quelle del tempio di File quando fu chiuso da Giustiniano.

      “Semmai è buono il prete caritatevole verso tutti come esseri umani, che siano immigrati o italiani, e al tempo stesso però che difende e diffonde quella che per il cattolicesimo è la vera fede, senza compromessi o esitazioni.”

      Non mi sembra di aver detto che il prete non debba fare opera di conversione, solo che C’E’ MODO E MODO di convertire e quello clerico-fascista che ti sta a cuore, fondato sulla supremazia del fardello del bwana che si accompagna al manganello e dice che è diritto divino che i “negri” siano inferiori alle mozzarelle e a queste debbono OBBEDIRE senza fiatare, come vuole il tuo merdoso nitoglia e il vostro caro salazar in Angola e Mozambico, scusami mi fa schifo, non posso farci proprio niente….

      “Inoltre anche l’amore non è indistinto: così come la Chiesa riconosce il valore della famiglia, riconosce anche quello della Patria: stabilito che si deve amare idealmente e avendone l’occasione anche il più lontano degli uomini della Terra, è nell’ordine naturale delle cose anteporre i propri familiari agli estranei e il proprio popolo agli altri popoli.”

      Gesù disse di essere venuto a portare la spada, spada che avrebbe DISTRUTTO LE FAMIGLIE IN SUO NOME. E difatti corentemente a quanto disse, non solo scacciò per molto tempo i SUOI parenti, preferendo loro i SUOI discepoli, ma SPACCANDO ANCHE IL SUO POPOLO, il popolo Giudeo….
      L’Amore Cristiano è DIVERSO da tutti gli altri, cosa che tu, nella tua visione antropologica di NON credente, NON riesci a cogliere.
      Se il Cristianesimo è quello che dici tu, allora è meglio essere musulmano; è più naturale, più umano e molto, molto, molto meno scandaloso.
      L’Essenza del Cristianesimo E’ LO SCANDALO, ed è per questo che io HO PERSO LA FEDE, per l’incapacità di amare come vuole Lui, come dice Lui…
      TU vuoi il FARISEISMO non Cristo, altrimenti capiresti il tormento, la lacerazione che ci si porta dentro tra il VOLER essere e il POTER essere, essere meschino, cattivo e solo….

      “Poi ci sono i santi, che superano ogni valore mondano, sovvertono quest’ordine e si votano totalmente a Cristo e agli uomini in funzione di Lui.”

      E meno male, che se no sarebbe solo fogna allo stato puro….

      “Ma i preti progressisti che difendono gli immigrati raramente sono santi, quasi sempre sono soltanto acquiescenti a un’ideologia che non ha nulla a che fare con la carità cristiana , che prende semmai a pretesto, ma è filiazione pura dell’ideologia laica multirazziale contemporanea, che è l’ideologia del potere, creata e sostenuta dal capitale.”

      Monsignor Tonino Bello, PROGRESSISTA vescovo di Molfetta (1935-1993), è considerato un SANTO da tanta gente LONTANA da Cristo e che si è RIAVVICINATA alla Fede grazie al suo esempio, non a quello di salazar….
      Se poi per te sforzarsi di amare gli altri è conformismo progressista, allora chi lo fa è un conformista progressista.
      Mentre io che non ho più fede, non sono degno nemmeno di baciare la polvere delle scarpe di uomini come Tonino Bello, Oscar Romero, e del tuo disprezzato Giovanni Paolo II.
      E questo, ripeto, con tutto l’amore per le liturgie antiche….

  40. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    Le cose che dici sono estremamente interessanti; personalmente, le condivido anche in buona parte.

    Però su questo blog si riesce a mantenere un livello incredibilmente alto di confronto tra persone molto diverse, grazie a un sostanziale rispetto di una questione di forma. Ti posso chiedere di dire le stesse identiche cose, ma in maniera un po’ meno aggressiva?

    Non è questione di ipocrita diplomazia: è che un attacco troppo emotivo non può che suscitare reazioni altrettanto emotive, e allora salta tutto.

  41. mirkhond scrive:

    Sì, ha ragione, mi sono fatto prendere eccessivamente dall’ira…
    E’ uno dei miei peggiori difetti lo ammetto, la mia incapacità di reggere discorsi che alla luce della mia sensibilità, appaiono aberranti….
    Non sono mai stato un esempio di diplomazia e questo mi è costato caro in termini di solitudine, perchè è la diplomazia a reggere i rapporti tra i singoli e le nazioni, ed io purtroppo ne sono carente….
    Diciamo che in un’epoca in cui l’intolleranza reciproca cresce e il mondo si sta, purtroppo, avviando sempre più verso un nuovo terribile bipolarismo occidente-islam, terribile e pericolosissimo, chi paga di più è il mite, il pacifico, colui che vorrebbe restare neutro e/o osservatore lucido e distaccato della tragedia in cui si rischia di sprofondare….
    Il tanto disprezzato Giovanni Paolo II lo aveva capito e invece di fossilizzarsi in vecchi antiquati formalismi e dogmatismi aveva tentato di arginare questa minaccia, di dire a chiare lettere non in nome di Cristo!
    Lui è morto e il suo sforzo generoso è andato a farsi benedire con lui….

  42. mirkhond scrive:

    Quello che posso dirle è che l’ho sempre ammirata per quella sua pacatezza, mitezza per quel suo animo pacifico che le impedisce di incavolarsi e mandare a quel paese alcuni di noi anche quando lo meriterebbero…
    Ammiro la sua capacità di sapersi confrontare con gente che ha ideali molto distanti dai suoi, per quella sana lucidità analitica che le impedisce di abbandonarsi ad irose emozioni…
    Quindi capisco bene ciò che vuol dirmi proprio per quel mio carattere che invece è di dura scorzaccia talebbana….
    E naturalmente se riterrà opportuno censurare i miei scarabocchi è giusto che io lo accetti, perchè sono in casa d’altri e quindi tenuto al rispetto di un codice….
    La mia stima però resta immutata proprio per quanto detto e le auguro che questo blog continui ad essere la voce libera che è sempre stata, in questo pazzo pazzo mondo, anche per i seguaci di stormfront….
    Le mie urla, nascono solo da tanta infelicità e disperazione….

    • serse scrive:

      mirkhond, ti do del tu, spero non ti dispiaccia.
      Sono un lettore di questo blog da qualche anno.
      Miguel Martinez in qualche occasione ha detto che il valore di un blog si misura dal valore dei suoi commentatori.
      In effetti, confesso, che non sempre leggo per intero i post di M. M. (spesso sono delle lenzuolate, per me indigeribili) ma leggo i commenti.
      Secondo me tu sei uno di quei commentatori che dà, diciamo così, lustro a questo blog.
      A parte il fatto che (permettimi lo sfogo): si parli di ricette di cucina, strane sette o dei massimi sistemi filosofico religiosi, va sempre a finire, un post si e l’altro pure, che si arriva a parlare di lingue norrene, semitiche, iraniche e chi più ne ha più ne metta. Tutto molto interessante, per carità, ma che palle! 😉
      Un caro saluto.

  43. Peucezio scrive:

    Ho visto il film.
    Bello in effetti. Condivido con Mirkhond che il momento più bello è quello che si svolge nel paesino, col ruvido e franco vecchio prete. Ho trovato di grande suggestione la scena in cui la ragazzina pulisce il corcifisso con le mani. In effetti il paesino e la città formano una polarità molto evidente: da una parte Reggio Calabria, una delle poche città italiane completamente moderne, senza un centro storico e senza un minimo di armonia urbanistica, ricostruita quasi dal nulla dopo il terremoto dell’inizio del ‘900 (cui si sono aggiunti poi i bombardamenti, la speculazione edilizia ecc.) e con in più il degrado tipico di molte realtà del sud; dall’altra il paesino aspromontano abbandonato, altrettanto triste, con lo scheletro in mattoni di una palazzina in costruzione, ma che, malgrado tutto, immerso nella suggestione del paesaggio circostante, pare fermo nel tempo e conserva una sua poesia,.
    Anche i due crocifissi sono un’efficace rappresentazione icastica di tale dualità. Dualità che non ha nulla di manicheo, anzi, i due mondi si compenetrano e si intersecano.
    Suggestiva la figura della ragazzina un po’ introversa e inquieta, che alla fine, nel giorno della suo primo ciclo, riesce ad attraversare il repulsivo pantano che la separa dal mare.
    Ma la canzone “Mi sintonizzo con Dio” secondo voi l’hanno inventata per il film o esiste veramente?

    • Moi scrive:

      Ma la canzone “Mi sintonizzo con Dio” secondo voi l’hanno inventata per il film o esiste veramente?

      Peucezio
      __________

      Non lo so … puo’ darsi che sia riciclata da qualche GREST o che ne sia l’ anteprima annunciata al prossimo giro … ancora non l’ ho sentita, ma temo che possa essere presto (se gia’ non e’ successo) sottoposta a un blasphemy remix 🙂 , pratica ricreativa giovanile ed eternogiovanilistica tanto popolare dopo il Concilio 😉 …

      • paniscus scrive:

        In questo caso, credo che valga sempre lo stesso principio che io sostengo abitualmente per le bufale giornalistiche o per le cialtronate pseudoscientifiche (discipline esoteriche improbabili, terapie alternative truffaldine, messaggi dagli ufo e affini).

        Ossia, il principio è questo:

        qualunque boutade evidentemente grottesca, di assurdità estrema, che uno scettico creda di essersi inventato di sana pianta per fare uno scherzo o una provocazione, i casi sono due: o esisteva già (e NON come scherzo, ma presentata come una cosa seria); oppure, ci sono ottime probabilità che venga ad esistere di lì a poco, perché qualcuno l’ha presa sul serio, e continuerà a propagarla come una cosa seria anche dopo che è stata smentita 🙂

        Un piccolissimo esperimento veloce si può fare con semplici definizioni lessicali: prova a inventarti di sana pianta il nome di una finta disciplina new age infilandoci dentro qualche prefisso e suffisso a caso (che so, “biocinetica vibrazionale” o “olognosi creativa”), impostalo su google, e quasi sicuramente qualcosa trovi!

        Immagino che quella canzoncina possa prestarsi bene a un’evoluzione simile 🙂

        Lisa

        • Moi scrive:

          @ LISA

          Tipo quella che … “I Comunisti vogliono toglierci Dante e La Divina Commedia (che ha messo Maometto all’ Inferno) dalle scuole per compiacere i Musulmani !” ? …

          🙂 😉

        • Roberto scrive:

          Non parlare di cose che non conosci la biocinetica vibrazionale è una scienza seria! Certo nessuno sa come funziona, ma mia zia ha un cugino che ha un vicino che cura tutto con la biocinetica anche i calli!

        • Moi scrive:

          Anche il mondo del “fitness” pesca a piene mani da un linguaggio “scientificamente suggestivo” :

          http://www.youtube.com/watch?v=n1eyC92bpD8

          … tipo appunto quello di cui sopra 🙂

  44. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Sì, ha ragione, mi sono fatto prendere eccessivamente dall’ira…”

    Nessun problema. Spero che sia chiaro che sono intervenuto, non per come ti esprimi, che a me va benissimo, ma solo per evitare uno sbandamento generale della discussione. Comunque Peucezio non si è lasciato prendere la mano…

  45. Miguel Martinez scrive:

    Per Serse

    “In effetti, confesso, che non sempre leggo per intero i post di M. M. (spesso sono delle lenzuolate, per me indigeribili) ma leggo i commenti.”

    Condivido in pieno a proposito delle lenzuolate! Purtroppo non ho il dono della sintesi, mi hanno disegnato così 🙂

    Piuttosto, è interessante ciò che dici sui commenti, che sono davvero straordinari.

  46. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “Il razzismo ebraico nasce come corrente di pensiero tra gli esuli giudei tornati in patria dall’esilio babilonese tra 539-445 a.C.”

    Grazie del contributo…

    Io credo che il “razzismo” sia una concezione sostanzialmente inimmaginabile al di fuori di un contesto moderno e sostanzialmente “materialista.”

    Non ho voglia adesso di cercare la fonte, ma c’è un racconto ebraico, ampiamente commentato (e che ricompare sotto un’altra forma anche nel Corano) della convocazione delle anime degli esseri umani di tutti i tempi al Monte Sinai; dove solo le anime ebraiche giurano sul patto mosaico.

    E tra le “anime ebraiche” sono comprese anche quelle dei futuri convertiti al giudaismo: che in realtà quindi erano già “ebrei nello spirito”.

    Insomma, ebrei si nasce, ma non necessariamente per sangue, che è un concetto sostanzialmente moderno.

    • mirkhond scrive:

      Non conoscevo questo racconto ebraico e coranico, ma riassume bene il vero volto del Giudaismo, quello migliore e non quello caricaturale di tanti suoi avversari….

  47. mirkhond scrive:

    Per Peucezio

    Ti ringrazio per la lettera che mi hai scritto in privato e mi fa piacere che mi consideri un amico.
    Ti rispondo qui perchè credo che sia un atto dovuto a te e al dottor Martinez, una delle persone più signorili che abbia mai conosciuto…
    Si mi sono fatto prendere dall’ira e ho scaricato e ho fatto male, su di te che non c’entri niente, tutte le mie sofferenze e dispiaceri, e ripeto me ne dispiace molto, e spero davvero di rivederti per riparlare anche di Pino Tosca, pugliese di origine piacentina di origine albanese (non so se ricordi la storia di Pievetta e Bosco Tosca, i più settentrionali insediamenti arbereshe toschi, fondati nel XVII secolo per volere dei duchi Farnese di Parma e Piacenza, come frazioni del comune piacentino di Castel San Giovanni)….
    Purtroppo questo brutto caratteraccio che ho mi ha sempre fatto essere solo….
    Riguardo a destra e sinistra, progresso e reazione, sì da sinistra mi hanno sempre etichettato come fascista e addirittura nazista….
    Non sono comunista. Piuttosto mi ritrovo molto in ciò che dice Franco Cardini, il “rossobruno”, il “cattomusulmano”. Cioè grazie a Cardini ho potuto cercare di capire un pò più me stesso e le contraddizioni che mi porto dentro, tra l’amare Pio IX, ma anche l’antico Giudaismo, l’Iran Zoroastriano e Musulmano, soprattutto Shiita, ma anche i Talebani, scandalizzando persino la dolce e pia Jam…
    Insomma ho capito che dentro di me convivevano più passioni, e l’amore per certe cause perse come per Cardini e Pino Tosca, prematuramente morto di cancro come i miei genitori…
    Per parte materna ho avuto un’educazione filocomunista, sia per le idee di mio nonno, e sia perciò che mi dicevano a casa, seppure una simpatia comunista mescolata al Cattolicesimo e al non ateismo. E tuttavia fin da piccolo provavo una sorta di disagio verso questo comunismo, insomma la rivoluzione d’ottobre (novembre) non mi andava proprio giù e capii di avere uno scandaloso amore per lo Zar, la Chiesa Ortodossa, i Borbone nelle varie declinazioni dinastiche, e anche per un certo fascismo e addirittura nazismo…
    Su questi ultimi però ciò che ho sempre avversato, anche in modi villani come nei miei post di ieri, è proprio il razzismo, cioè l’idea che l’unica specie umana sia divisa tra umanità superiore e inferiore e le conseguenti politiche, indegne di regimi socialisti alternativi che senza tali razzismi, avrebbero potuto esser davvero la sospirata Terza Via tra tirannide bolscevica e usurocrazia libral-capitalista…
    A ciò si aggiunga la lettura dei romanzi di Ignazio Silone, soprattutto Vino e Pane del 1936-37, che mi hanno rovinato la vita e ci sono voluti molti anni per studiare Silone e capirne il dramma profondo, il bisogno di espiare un male fatto, che è all’origine dei suoi bellissimi romanzi ma con finali tragici che non mi sono mai andati giù, perchè vorrei tanto credere ad una fine felice, come nell’immaginario mistico e fiabesco di Jam…
    Per concludere con questo post sconclusionato, mi rendo conto che il mondo rischia di sprofondare in un nuovo terribile bipolarismo, e che molti saranno costretti a schierarsi e questo rende ancora più preziosa l’opera del dottor Martinez, che come Cardini e il defunto Norberto Bobbio, ci parla di identità problematiche, cioè di un cammino storico vero che è un impasto, un mix di varie tendenze e anime ed è difficile quindi dividere il mondo in buoni e cattivi…
    Martinez nella sua umiltà non se ne rende conto, ma in un mondo moderno che purtroppo si avvia a questo grave pericolo, tenta con la sua mitezza, con la sua grande apertura mentale, di mantenere ponti tra le diversità, almeno in questa comunità telematica, il che fa di lui una piccola matita di pace, come avrebbe detto Madre Teresa di Calcutta…
    Quanto a me, purtroppo non arrivo a tali vette e ne sono consapevole, perciò è importante dialogare con persone miti di animo, anche se con idee non sempre simili, proprio per evitare che si arrivi al nuovo terribile bipolarismo che mi porterebbe su posizioni antifrangistane, anche se sono un franco, sia pure apolide e con cittadinanza italiana.
    Con Amicizia

    Mirkhond al-Farangi (il franco)

    • Peucezio scrive:

      Non ti preoccupare: purtroppo è insito nella rete il meccanismo che trasforma in polemica la discussione che di persona sarebbe amichevole e cordiale: non si vede l’espressione, lo sguardo, la mimica, che stempera e sdrammatizza; non si ha davanti la persona, quindi si tende a trascendere. Succede più o meno a tutti, me per primo.
      Sul bipolarismo di cui parli, è più o meno l’idea anche di Miguel. Lui però, più che a una contrapposizione bipolare (che comunque sarebbe fortissimamente squilibrata a favore dell’Occidente), pensa a una demonizzazione dell’Islam, perseguita dal potere, all’interno dell’immaginario occidentale, un po’ come nel 1984 di Orwell, in cui si creavano contrapposizioni fittizie fra potenze continentali per mantenere vivo il senso della compattezza interna e della permanente mobilitazione contro il nemico.
      Io per la verità ho dei dubbi su questo schema, sia che lo si intenda come contrapposizione bipolare reale che come immaginaria.
      Ne ho scritto in precedenza, ma se vi va lo rispiego più che volentieri.
      Su razze, razzismo e immigrazione il discorso sarebbe lungo. Sull’analisi storica sostanzialmente concordo abbastanza con te, Miguel e Athanasius, anche se non si deve trascurare il fatto che la diversità somatica delle popolazioni umane è sempre stata percepita e rilevata nella storia: ciò che è nuovo e legato al materialismo ottocentesco e l’attribuzione di valore legata a (malintesi) concetti biologici.
      In passato era la razza a promanare dalla cultura, nel senso che il principio comunitario poteva persino far sì che gli stranieri non fossero ritenuti uomini ma ontologicamente altri, ma le eventuali differenze somatiche ne erano solo un’esteriorizzazione, infatti, una volta che l’altro diventava parte della comunità, pure se avesse avuto il naso lungo tre metri o la carnagione azzurra a pois tali differenze sarebbero state irrilevanti.

      • mirkhond scrive:

        Per fare un esempio terra terra

        Condivido le politiche leghiste quando criticano il risorgimento e le modalità in cui fu fatta l’Italia, e condivido molte cose dette dallo storico piemontese Gilberto Oneto, seppur venate qua e là di odioso antimeridionalismo….
        Le stravaganze sul dio Po mi sembrano solo delle carnevalate.
        Quello su cui non sono d’accordo è il disprezzo per l’allogeno tout-court, e me ne dispiace, perchè oggi gli unici a tentar di compattere l’usurocrazia dei banksters, guidati dai nipotini di quintino sella sono proprio i Leghisti.
        Mi dispiace che, per il loro razzismo non biologico-darwinista, non “scientifico” come giustamente e con competenza rilevi, ma comunque rozzo, odioso e offensivo verso chi non va in Padania per divertirsi o per delinquere (anche se questi ultimi purtroppo ci sono!), ma per sfuggire da situazioni spaventose di cui spesso non hanno colpa, per dare alle proprie famiglie un futuro più dignitoso, com’è stato per molti di noi dopo il tremendo 1860, e per i settentrionali anche prima, soprattutto in Piemonte e Liguria….
        Insomma ciò che non mi va giù è il prendersela con delle vittime dei banksters usurai e non con gli stessi banksters, che mi tiene lontano da certi movimenti identitari….
        ciao

        • Roberto scrive:

          La lotta leghista contro le banche (sempre che questa espressione voglia dire qualcosa) è pura facciata, tolta la quale resta il rozzo disprezzo per chiunque non sia del clan (temo che i vari borghezio, cota o Bossi disprezzino buona parte dei loro elettori)

        • La lotta contro le banche che non siano Unicredit (controllata dalle fondazioni bancarie del Nord, controllate dai comuni leghisti), Credieuronord (che ha crackato peggio di Lehman Brothers, per fortuna che era molto più piccola), Antonveneta di Fiorani…
          La Lega è ammanicata con tutti i principali bancheri italiani e non credo che sia solo un diabolico piano del geniale (!!!) Bossi per distruggere il sistema dall’interno!

        • mirkhond scrive:

          Quindi la lotta ai banksters sarebbe solo un’operazione di facciata per mantenere e aumentare il consenso elettorale settentrionale nel vuoto lasciato dall’ex comunista pd?
          Insomma una strategia simil-diversa da quella di Berlusconi, per rifarsi una verginità politica alla vigilia delle prossime elezioni e quindi scaricare tutte le colpe del disagio sociale sui nipotini di sella, Monti e Napolitano?

        • Secondo me, che vivo in una città leghista e conosco benissimo il tipo politico leghista-opportunista, sì. La Lega fa parte a pieno titolo della classe dirigente nazionale ed ha una rete di clientele e agganci che non ha invidiare a quelle degli “altri”.
          Anzi, il suo famoso radicamento nel territorio, in specie nel territorio più ricco del paese, è un chiaro indice di questa “integrazione” leghista nel sistema economico-finanziario. I centri di controllo dell’economia sono esattamente le aree geografiche in cui la Lega è ben radicata.

        • Roberto scrive:

          Concordo con mauricius e aggiungo: in cosa consiste la lotta ai bankster della lega (che ha governato fino a ieri) a parte ululare alla luna? Hanno mai fatto qualcosa di concreto? (continuo poi a non capire cosa sia la lotta ai bankster e quali siano gli obiettivi)

        • Peucezio scrive:

          Sulla Lega,
          secondo me le analisi che si fanno, soprattutto da parte dei critici della Lega (ma il discorso si potrebbe fare specularmente per quelli che la incensano), hanno un po’ il vizio di concepire le cose senza mezze tinte e nascono dall’ingenuità un po’ romantica per cui nel mondo ci sono i puri e i corrotti, mentre la stragrande maggioranza delle persone, comprese quelle di potere, è un po’ l’uno e un po’ l’altro o, per meglio dire, non è né l’uno e né l’altro.
          La Lega rappresenta un bacino d’interessi. E questi interessi sono quelli dei ceti produttivi del Nord Italia. Che, come tali, comprendono in qualche misura anche la grande industria e parti della finanza, ma soprattutto comprendono tutta quella realtà intermedia che va dall’industriale di medio livello fino al piccolissimo artigiano e commerciante (e molto del ceto operaio). E poi esiste il folclore, che ha una sua funzione esornativa, che però non è così trascurabile come parrebbe, soprattutto in un mondo che alla sostanza ha sostituito le immagini e i simboli (come ben ha capito Miguel).
          Ma i simboli non sono intercambiabili ed esprimono sensibilità diverse, così come è diversa la sensibilità, la visione del mondo e quindi anche le scelte e il modo di agire del ragazzo del centro sociale che vede nell’immigrato (che è qui per farsi i cavoli suoi e campare un po’ decentemente) una specie di eroe del riscatto dei ceti oppressi del mondo, di forza primigenia e meravigliosa della Rivoluzione Planetaria, rispetto alla sensibilità del bottegaio bergamasco che lo vege come un agente delle forze islamo-afro-terronico-comuniste che vuole distruggere il mondo civile per potersi godere in panciolle ciò che l’Uomo Padano ha costruito in decenni di durissimo sacrificio e vuole mangiare a sbafo a sue spese e violentare la sua donna.
          La politica leghista (così come la sinistra, a maggior ragione quella estrema) recepisce queste sensibilità (più o meno fittizie) e questi interessi reali e, per poterne essere il tramite, approfittando al tempo stesso delle prebende che qualunque ruolo di rappresentanza di interessi altrui comporta, e fa tutti quei compromessi e quelle mediazioni necessarie a difendere ciò che può di tali interessi, con la sua azione politica, e a rappresentare quelle sensibilità, con le sue frasi che sono come rutti a tavola in casa di aristocratici vecchio stampo, ma senza eccedere, perché se passa il segno l’establishment le chiude la bocca.
          In questo senso i leghisti non sono né dei puri né dei cinici corrotti, ma sono dei pragmatici, con le capacità e abilità tipiche di un’epoca di mediocrità del ceto politico, più motivati degli attivisti e dirigenti di altri partiti, meno smaliziati (e molto meno colti) per esempio dei politici democristiani meridionali degli anni ’70 e ’80, ma probabilmente con più mani in pasta in interessi economici reali (anche se pure quegli altri non scherzavano), per il fatto di operare nella parte più ricca del Paese, dove passano più soldi e interessi.
          Il resto, secondo la mia modesta opinione, è romanticismo, è schematismo dualistico che non aiuta a capire le cose.

        • Francesco scrive:

          concordo largamente con Peucezio

          mi preme sottolineare che esiste una concezione, assai più antica e diffusa della Lega, che vede una netta contrapposizione di interessi tra l’economia locale, produttiva e di credito a essa dedicato, e quella genericamente “grande”, spesso vista come un complesso industriale-finanziario, senza radici e senza volto, che campa di speculazione (checchè questo significhi) e sposta le fabbriche dove le conviene.

          La Lega sta con la prima economia, contro la seconda (rappresentata da UE e Monti, non capisco bene perchè) e contro la “non economia” delle classi parassitarie (sbrigativamente romano-terroniche-statali).

          A questo ha aggiunto un becero razzismo anti-islamico e anti-slavo (qui ha ragione Miguel, contro cinesi o sikh o latino-americani hanno ben poco da dire), che a me pare ancora spurio e privo di senso. Forse aggancia un trend internazionale (allora perchè sono contro le guerre dell’America in Iraq e Afganistan?)

          ciao

    • Francesco scrive:

      1) qui secondo me sia tu sia Miguel peccate di miopia occidentalista. Per il futuro del mondo, e credo proprio pure il nostro, peserà molto di più il dualismo tra Cina e India, forse col Brasile un tripolarismo, che non la contrapposizione tra Europa e Islam. La prima vecchia, debole, idiota, il secondo diviso, plurale, giovane ma tragicamente privo di cultura economica (oggi, che ieri non credo edificassero imperi senza sapere come generare le risorse per farlo). Solo se pensiamo di essere il centro del mondo possiamo vedere questa contrapposizione come rilevante.
      2) Peggio che peggio il Cardini che tenta di risuscitare storie morte per uscire dalla tenaglia, io almeno lo faccio solo coi miei playmobil, quando trovo il tempo. Il futuro è altrove, spero di aiutare i miei figli a essere attrezzati per viverci.
      Cosa c’entra il pessimo Bobbio, Papa del laicismo e dei bigotti anti-berlusconiani? bastava che odiasse la TV cattiva maestra?
      3) Non confonderei la banche d’affari, il cui mestiere è la speculazione e la cui “unica” colpa è di essere state lasciate crescere troppo, da politici immagino comprati a peso d’oro, con le banche italiane, che di fondo fanno un altro mestiere – molto meno redditizio e molto più utile.
      Le prime sono troppo potenti per essere “puri” agenti economici, le seconde troppo imortanti per essere trattate come tali. O preferiamo provare a vivere in un mondo senza credito?

      Ciao

      PS insomma, Dio mica ha detto ad Adamo di lavorare la terra e farla produrre? dove sbaglio?

      • mirkhond scrive:

        Riguardo a Bobbio, essendo scarsissimo in filosofia, mi ha colpito una sua osservazione fatta sul finire della sua vita, accennando appunto ad una visione della storia problematica, non divisibile tanto facilmente in bianco e nero, che, mi sembra un’ammissione di concretezza.
        Certo qualcuno ha malignato che Bobbio tirò fuori questa “banalità” solo dopo la scoperta, per lui sgradevole, della sua lettera al Duce, quando fu imprigionato nel 1935, lettera in cui il giovane emergente intellettuale dichiarava la sua adesione a Mussolini; cosa giustificata dall’imbarazzato interessato con motivi di salute….
        Comunque sia, a maggior ragione c’è arrivato anche lui a capire l’abisso tra l’essere e il voler essere, e meglio tardi che mai….
        ciao

        • mirkhond scrive:

          Lo scarsissimo in filosofia ovviamente sono io che, di Bobbio non ho mai letto un’acca. Quindi la mia osservazione vale solo per queste sue considerazioni “banali” fatte al termine della sua vita…
          ciao

        • Moi scrive:

          Secondo Renzo De Felice (o chi per lui, ma mi sembra che fosse proprio lui), il fatto è che gli “Antifascisti” lasciarono Benito Mussolini al linciaggio della folla e al ludibrio del cadavere perché se fosse stato processato … nessuno degli Intellettuali Antifascisti della Liberazione sarebbe stato più credibile, poiché tutti gli erano stati vicino finché era al potere .

  48. Moi scrive:

    http://www.uaar.it/news/2011/05/18/festival-cannes-presentato-film-corpo-celeste/

    Piu’ che l’articolo, significativi i commenti: gli anticlericali “non la trovamno mai pari” …

  49. Athanasius scrive:

    “Io credo che il “razzismo” sia una concezione sostanzialmente inimmaginabile al di fuori di un contesto moderno e sostanzialmente materialista.”

    Infatti.

    Lo stesso vale anche per il concetto stesso di “razza”.

  50. Miguel Martinez scrive:

    Per Mirkhond

    “uello su cui non sono d’accordo è il disprezzo per l’allogeno tout-court,”

    Vedi, “razzismo” e “antirazzismo” sono di per sé posizioni astratte.

    Nel concreto, io vedo un’altra cosa tremenda: la mancanza assoluta di curiosità. Il male non è pensare che certi gruppi etnici siano strani; il male sta nel non essere affatto curioso di conoscerne.

    Io non ho problemi con chi sospetta gli zingari, o i fascisti, o gli ebrei, o i meridionali, o la categoria che volete, delle cose peggiori. Il problema ce l’ho con chi non è minimamente curioso di conoscere direttamente, umanamente, gli gli zingari, o i fascisti, o gli ebrei, o i meridionali. Quello che dice, “no grazie, io da certa gente giro alla larga”.

    Io ho colto ogni possibile occasione per frequentare gente diversa da me, a partire dagli imprenditori 🙂

    • Peucezio scrive:

      Ma la curiosità è di pochi, per sua natura.
      Io sono poco curioso di conoscere i marocchini che stanno in Italia perché sono condizionato da un pregiudizio per cui l’allogeno è una sorta di apolide che ha perso la propria cultura e non ha acquisito quella del paese ospitante, cosa che è vera solo in parte, o, più probabilmente, perché mi interessano le culture e i contesti nella loro totalità organica.
      Ma sarei estremamente curioso di conoscere i marocchini in Marocco.
      Mentre sono pochissimo curioso del resto dell’Occidente, fuori dall’Italia, perché l’Occidente ormai è uguale dappertutto, cioè è borghese e ormai privo di sapore. Al massimo mi incuriosiscono gli Stati Uniti, perché lì i vizi dell’Occidente sono talmente radicalizzati, che li vedi allo stato puro, nella loro avanguardia estrema. Ma l’Europa occidentale francamente… Forse aveva qualcosa da dire nell”800, anzi, sicuramente. Ma oggi…

    • Peucezio scrive:

      Perdendomi dietro l’inutile esposizione delle mie curiosità ho dimenticato di esprimere il noccio di quello che volevo dire, e cioè che probabilmente la scarsa curiosità dell’uomo medio di oggi per le persone reali è legata al fatto che riceve mille falsi stimoli (dalla televisione, oggi dai nuovi mezzi di comunicazione, ecc.) che appagano fittiziamente il naturale bisogno di relazione e di interesse verso la realtà esterna e narcotizzano le menti, per cui sviluppa curiosità vera solo chi ha quegli strumenti critici e quella maturità intellettuale che lo rendono sostanzialmente insensibile a tali pseudo-stimoli.
      Poi ci sono quelli come Miguel (non lo dico per incensarlo, capirai che me ne viene in tasca) che hanno una libertà spirituale che li colloca davvero su un altro piano, ma come lui ce ne sarà uno su un milione, ad essere ottimisti.

  51. Roberto scrive:

    Ho sempre ammirato e invidiato questo aspetto del tuo carattere. Ammetto che ci sono intere categorie di persone con le quali non potrei sedermi a tavola.

  52. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Ma la curiosità è di pochi, per sua natura.”

    Riesci sempre a dire cose non banali.

  53. mirkhond scrive:

    Ma sarei estremamente curioso di conoscere i marocchini in Marocco.
    Mentre sono pochissimo curioso del resto dell’Occidente, fuori dall’Italia, perché l’Occidente ormai è uguale dappertutto, cioè è borghese e ormai privo di sapore.

    Sante e condivisibilissime parole!
    ciao!

    • Roberto scrive:

      Io ho la fortuna di vivere in un paese estremamente cosmopolita (50% degli abitanti sono stranieri) e posso assicuravi che l’occidente fuori dell’Italia è estremamente variegato interessante e divertente. In più il “marocchino in Italia” è una persona sicuramente interessante. Come vive da noi? Cosa gli manca? Cosa gli resta di quello che aveva? (quando ero in Italia frequentavo una microcomunità di albanesi, e certo la curiosità per il paese me l’hanno attaccata, ma mi piaceva frequentarli in quanto “albanesi in Italia” oltre ovviamente per il fatto che di persone simpatiche e gentili si trattava). Non riuscirei invece a prendere un caffè con figuri come borghezio o la russa. In fin dei conti il buon dio ha dato la capacità di parlare con le bestie a San Francesco e a miguel, non a me purtroppo

      • mirkhond scrive:

        Come ti capisco Roberto….
        ps. a proposito in Lussemburgo c’è la crisi? La recessione?
        Come vengono vissute?
        ciao

  54. Moi scrive:

    @ MAURICIUS TARVISII

    Visto che sei Cattolico con fratellino che va ai GREST … potresti dirci di più su ‘sti “Catémon” invocati (a sfottò selvaggio, ma è la UAAR …) nell’ articolo del Notiziario UAAR ?

    Va be’, che si trattasse di un (prevedibilmente) fallimentare tentativo di Dulìa Pasqualata Style 😉 🙂 di insegnare il Catechési con un Catechismo che si sovrapponese ai Pokémon per (beata ingenuità) superarli con ‘sta roba dei “Pokémon Cattolici” … ma ne sai di più, puoi dircene di più ?

    @ MAURICIUS / TUTTI

    Ma la VERA domanda è … come mai sovrappore per “Dulìa” un Santo (magari mezzo inventato, che non sarebbe certo uno scoop storico …) di Turno con un Essere Divino o Semi-Divino Pagano funzionava ma cercare di rifare la stessa roba con i “Catémon” al posto dei “Pokémon”, invece (!), suscita soltanto … il ridere ?!

    Credetemi, non vuole essere (troppo) una provocazione, ma semplicemente una domanda della serie “com’ è che ‘sta roba della dulìa che una volta andava tanto bene [da Dio 🙂 ?] ora invece non funzia più, anzi “va grassa” se non si rivela contro-producente ?!”

    • Moi scrive:

      […] ” Va be’, [lo si intuisce] che si trattasse ” […]

      e.c.

    • PinoMamet scrive:

      Credo di aver capito cosa vuoi dire con la faccenda dei “Catemon”;

      però bisogna fare un po’ di distinguo, secondo me;
      è vero che la Chiesa non li ha proposti (ancora! 😉 ) come sostituti dei santi 🙂
      però il paragone con la sostituzione dèi-santi, un pochino, secondo me regge comunque. Il suo senso ce l’ha.

      Solo che la sostituzione degli dèi con i santi ha funzionato, e non è stata sentita come una cosa ridicola

      (oddio, nei primi tempi sì: rimando all’epigramma di Pallada sui monaci in processione e a quello, appunto, sulle statue di divinità riconvertite in statute di santi; i “primi” cristiani, cioè i cristiani al potere per la prima volta, risultavano abbastanza ridicoli, in effetti, come per noi gli Hare Krishna; con la differenza che gli Hare Krishna non hanno dalla loro parte un governo autocratico!)

      insomma, parlando in generale, la sostituzione dei santi agli dèi ha funzionato perchè gli dèi erano adorati!
      C’era un culto vivo che eravisto come “funzionante”, nella coscienza della gente era utile fare la tal cerimonia per il tal scopo;
      quando si è visto che, mutando i nomi e poco altro, la cerimonia rimaneva la stessa, e lo scopo era raggiunto nello stesso modo (non voglio entrare nel merito del funzionamento della prgehiera, effetto placebo ecc. ecc.) il popolo ha finito per accettare la faccenda e stop.

      e poi è stato un processo che ha avuto sì accelerazioni e rallentamenti, scontri violenti e fasi più accomodanti e così via;
      ma in generale è durato secoli e ha dato tutto il tempo di abituarsi alla “novità”.

      (E poi, qualunque prete archivista (come quelli conosciuti da me) esperti di storia locale, incaricati dalla Curia diocesana ecc. ecc., è ben felice di esporvi sul libro dedicato al santo locale come e perchè questo ha preso il posto di un dio italico, greco, celtico, longobardo (o tutti insieme 😉 ) di cui spesso ha ereditato, quando non il nome, sicuramente gli attributi, le funzioni e il luogo di culto, quindi la Chiesa è ben lontana da certe ingenuità che le vengono attribuite; e che certi cattolici, per ingenuità loro, si auto-attribuiscono, quando negano l’evidenza)

      Invece i Catemon sono come quel maestro di yoga (neozelandese, mi pare) di cui seguì una lezione di prova, che lui volle poi terminare con una sua terribile canzone schitarrata “stile chiesa postconciliare” dedicata mi pare all’amore e a un paio di parole in sanscrito, che credo fece scappare più di metà dei potenziali iscritti (me compreso).

      Insomma, una roba incollata alla bell’e meglio, che prende gli elementi peggiori di una roba (nel caso dei Catemon, manga e dottrina cattolica, entrambi argomenti degnissimi di per sè) e li sbatte insieme seguendo la moda del momento per creare una roba di pessimo gusto.
      E soprattutto, non c’è dietro nessun imperatore autocrate a decidere che d’ora in poi tutti dovranno collezionare i Catemon!

    • Onestamente, non ne sapevo niente e non me ne ha parlato mai nemmeno mio fratello, nè il parroco ci ha fatto riferimento. Credo che siano le classiche cose cattoliche… che conoscono solo gli atei (il che è indicativo su quanto tempo certi atei abbiano da perdere) e che sono iniziative di qualche gruppo statisticamente marginale che però fa buone PR presso qualche alta sfera.
      Ovviamente questa qualche alta sfera, conscio della crisi, si mette a patrocinare questa inziativa che quindi avrà uno sponsor eccellente senza che questo si trasformi in una sua maggiore diffusione.

      Quanto alla differenza tra il sostituire gli dei e il sostituire i Pokémon, credo che sia banale la risposta: gli dei erano adorati (e quindi il culto si polteva trasferire ai loro imitatori), mentre dai pokémon nessun ragazzino ha mai preteso di imparare nulla.

  55. Moi scrive:

    http://www.uaar.it/news/2011/04/12/catechismo-non-piace-giovani-vaticano-lancia-youcat/

    Stranissimamente, di ‘sti “Pokémon Cattolici” o “Catémon” non si trova praticamente nulla, se non qualcuno della UAAR che li ricorda sghignazzando “quanto è sfigato il catechista o il parroco che li ha inventati” … ma nulla più.

    PS

    Qualcuno ha visto ‘sto YouCat ?!

  56. mirkhond scrive:

    Non saprei cosa dire…
    Io ho frequentato il catechismo 30 anni fa, ma posso testimoniare che era fatto da giovani della parrocchia che ripetevano quattro sfrappole messe su alla carlona, e, a mio parere senza nemmeno rifletterci sopra, e da andare in crisi o ridere di fronte alle domande e alle riflessioni di bambini curiosi, tipo Adamo ed Eva e i Dinosauri…
    Oppure quando il suddetto catechista di 20 anni, ti parla degli Apostoli che per seguire Gesù devono lasciare tutto, mogli e figli compresi, secondo una secolare e travisata interpretazione cattolica.
    Ora tra quei bambini, c’era il solito decenne curioso e rompiballe che, senza saper nulla della Chiesa delle Origini, e dei più moderni studi esegetici su Gesù e i suoi discepoli, rispose al suddetto catechista di 20 anni che era IMPOSSIBILE che Gesù ordinasse a degli uomini di abbandonare mogli e figli, che sarebbero finiti in mezzo ad una strada…
    Allora il catechista disse che se Gesù avesse bussato alla porta della casa dell’impertinente bambino, e avesse chiesto al padre di seguirLO, il padre del decenne avrebbe dovuto obbedire senza fiatare e scaricare moglie e figli.
    Alchè il decenne, davvero spazientito, rispose che Gesù non avrebbe MAI potuto chiedere una cattiveria del genere, perchè senza il padre, la madre, lui e la sorella sarebbero finiti sul lastrico….
    Questo era il catechismo di 30 anni fa e in una delle parrocchie più serie di Bari e più impegnate nell’aiutare i bambini dei ceti più disagiati del quartiere….
    ciao

    • Guglielmo d’Ockham si crucciava perché una sola parola di Dio avrebbe potuto rendere il male bene e il bene male, a piacimento. In caso contrario (come diceva Anselmo d’Aosta: tutto quello che Dio vuole è bene, ma perché è bene in sè, non per mero arbitrio), il Bene sarebbe diventato superiore a Dio e quindi Dio non sarebbe stato più tale. E’ un punto apparentemente paradossale, se non si tiene conto che Dio (eterno) non è soggetto al divenire e quindi non cambia “idea” su bene e male.
      Se quindi dice di amare il prossimo come se stessi, come può chiedere di abbandonare moglie e figli, le persone più bisognose, per strada? Mettere Dio davanti a moglie e figli significa, quindi, non abbandonarli a se stessi.

      • Moi scrive:

        @ MAURICIUS (ma forse anche FRANCESCO lo conosce —

        E che dire di quella vecchia serie animata che narrava (ultraedulcorate) le Storie Bibliche attraverso gli occhi del Famigerati “Loco”, il Voplacchiotto ?!

        Una bestiola non solo assente dalla Bibbia e quindi inventata di sana pianta ma spacciata ai bambini addirittura come protagonista (!) della Bibbia, ma in pratica immortale ed eternamente cucciolona (la si vede con Adamo ed Eva e con Mosé senza che sia cresciuta né invecchiata di un giorno !) … non solo non c’è nella Bibbia, ma la sua Eterna Cucciolezza non sembra affatto provenirgli da Dio (dal Suo Angelo Ribelle fattoGlisi Avversario allora, forse ?!) !!!

        … Sì, insomma non credo che occorra essere PREConciliari per essere Cattolici e sentire “Puzza di Zolfo” (per dirla con Padre Livio Fanzaga) … no ?

        http://www.youtube.com/watch?v=HUeTlw9QGqM

        (1 di tot “omaggi” da parte di utenti youtube diversi)

        • PinoMamet scrive:

          Mai sentito parlare di questa serie, ma non mi pare di sentire puzza di zolfo, dai! Esagerato!
          Forse, chissà, mandandola al contrario… 😉

          a parte gli scherzi, quello del volpacchiotto che fa capolino qua e là, senza molto rispetto per la cronologia, mi sembra un espediente sì bambinesco ma funzionale e completamente innocuo. Certo se ne poteva fare a meno, ma allora sarebbe stata semplicemente la Bibbia animata e basta.

          Poi, per carità, si può discutere di buono o cattivo gusto e quello che vogliamo,

          Certo io ai miei eventuali figli non farei vedere la Bibbia, con o senza volpe, ma questa è un’altra storia!

        • Moi scrive:

          Semprealmeno 30 anni fa fecero pure un anime giapponese fantasioso, sempre di tipo “voyeuristico”, con due bambini e un robottino che grazie a un libro magico andavano a osservare le storie della bibbia “live” :

          http://www.youtube.com/watch?v=eUEv3ag7gUg

          … va be’, in confronto a Mao Dante (già ricordato e mai visto in tv occidentali) era una roba devotissima ! 🙂

      • jam scrive:

        ..e mettere Dio davanti, é anche quello che dice la shahâda, formula musulmana basilare: non c’é dio, se non Dio.(abbandonare dio per Dio)
        Quindi il chi mi ama mi segua e abbandoni la propria moglie e i propi figli, o, ad una donna abbandoni il proprio marito e i propi figli é una metafora. Seguire l’Amore-Divino, presuppone in primo luogo un’abbandono di tutto, anche di noi stessi.(e questo gli antichi maestri sufi lo sapevano bene)
        Se non ami la tua famiglia secondo il princio del “ama il prossimo tuo come te stesso”, dove l’Ospitalità diventa un Sacramento, cioé considerando tutti gli esseri umani come facenti parte della nostra famiglia, come facenti parte di noi stessi, non amiamo nemmeno “noi stessi”, ma il nostro egoismo, il dio, che non é Dio!
        Uno scrittore italiano(Pirandello?) disse a proposito di un suo personaggio: visse x egoismo la vita intera in generosità.
        La generosità dell’egoismo é rifiutata non soltanto da Gesù, ma anche dagli insegnamenti Coranici, perché é la generosità del diavolo, saitan! Abbandona i tuoi figli, cioé amali non di amore egoistico, ma di amore altruistico: di Amore Divino! Anche x questo, ma non solo x questo, in Islam l’Ospitalità é un Sacramento.
        saluti

  57. mirkhond scrive:

    Insomma nella catechista tamarra del film della Rohrwacher, ritrovo non poco della mia esperienza catechistica e della sua grande capacità di rendere il Mistero di Dio una ridicola palla….
    ciao

  58. Moi scrive:

    La cosa buffa è che Satoshi Tajiri pare abbia inventato i Pokemon combinando l’attività di catturare animaletti in campagna da bambino, con il darwinismo (i pokémon si evolvono dopo tot vittorie in combattimento diventando più “elaborati” e più forti) e con l’ immaginario dell’alchimia e dei bestiari medievali e rinascimentali “esotici” (per “Loro”) soprattutto dell’ Occidente (senza tanto distinguo, tutto “nostro”, fra Arabi ed Europei) …

  59. mirkhond scrive:

    Ho letto gli interventi di Mauricius e Jam.
    Non sono un teologo ne un filosofo. Per quel che mi risulta, studi storici ed esegetici, nonchè un’attenta lettura delle Lettere di San Paolo, ci aiutano a comprendere che gli Apostoli NON lasciarono mogli e figli. Gesù abitava a Cafarnao nella casa di Simon-Kefa e la suocera di questi serviva a tavola, assieme alla figlia, moglie del suddetto Simone/Kefa/Pietro. Idem per gli altri Apostoli.
    Del resto CHI erano le 120 persone presenti alla Resurrezione di Gesù Cristo, se non le famiglie degli Apostoli e discepoli?
    Anni fa, lessi il libro di un esegeta tedesco in cui si affermava che Pietro si portò sua moglie in tutti i suoi viaggi missionari fino a Roma.
    Ne chiesi spiegazione ad un sacerdote e teologo cattolico, il quale con mia soprpresa CONFERMO’ quanto letto nel testo dello studioso tedesco, dicendomi testualmente: E che la doveva gettare in mezzo alla strada?
    Tenendo conto dei legami familiari-tribali di allora (e ancora oggi in molte zone del Medio Oriente), l’abbandono di donne e bambini avrebbe provocato la loro morte o peggio la schiavitù-prostituzione…
    Per aggirare questa ovvietà, Antonio Socci nella postfazione di un libro sul dramma dei sacerdoti cattolici sospesi a divinis perchè coniugati e/o conviventi con donne, Socci dicevo, tirò fuori la ridicolaggine che gli Apostoli avrebbero affidato le loro famiglie alla comunità! La comunità? Ma se ERANO LORO la Comunità, la Chiesa delle Origini, il gruppo dei 120, cioè LE FAMIGLIE degli Apostoli, che seguivano i PROPRI CAPIFAMIGLIA APOSTOLICI al seguito di Gesù…

  60. mirkhond scrive:

    Del resto, anche la famiglia di Gesù, i cosiddetti Fratelli/Cugini (forse i figli del primo matrimonio di San Giuseppe, come sostengono le Chiese Orientali, forse a ragione, e i nipoti ), dopo gli screzi e incomprensioni avuti con Gesù durante il Suo Ministero terreno, alla Sua Resurrezione e Ascensione, compaiono tra i Capi della Chiesa, a cominciare da Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme (30-62 d.C.), e altri parenti di Gesù si ritrovano alla testa di “parrocchie” della Galilea, almeno fino all’epoca di Traiano (98-117 d.C.)
    Nel 66 d.C., il generale e futuro imperatore Vespasiano, nel reprimere la sanguinosissima insurrezione giudaica promossa dagli Zeloti, diede la caccia ai veri o presunti discendenti di Davide, proprio per far tabula rasa dei possibili referenti delle attese di trionfalismo messianico giudaico. Tra questi “discendenti”, erano inclusi anche i più coevi e concreti parenti di Gesù.
    Furono portati al cospetto del futuro cesare, due poveracci di galilei, legati mani e piedi, e capi di due rispettive comunità giudeo-cristiane.
    Alla vista di quei due straccioni in kefiah e jellaba, Vespasiano scoppiò a ridere, ritenendo giustamente che quei due pezzenti non avrebbero mai potuto scuotere la potenza di Roma, e li fece liberare dopo aver assestato loro due calci nel sedere!
    Questo dallo scrittore palestinese Egesippo vissuto intorno al 160 d.C., e la cui opera, purtroppo perduta, soprravvive solo in questi stralci raccolti nella Storia Ecclesiastica del vescovo palestinese Eusebio di Cesarea (265-340 d.C.).

    • PinoMamet scrive:

      Quando si dice più realisti del re…
      non mi riferisco agli ottimi (come sempre) interventi di Mirkhond, ma a certe lettere che ho letto sull’incredibile (a volte) sito pro-israeliano Informazione Corretta, con le quali alcuni lettori cattolici si premurano di far sapere che Gesù “non poteva” essere di Nazareth perchè Nazareth all’epoca non sarebbe esisitita.

      Immagino siano mossi a tanto dal desiderio di smentire sgradite (per loro) parentele della famiglia di Gesù con i nazareni cristiani moderni, che sono arabi, più ancora che dal sostegno alla ridicola tesi per cui tutti gli arabi della zona verrebbero da fuori.

      Ora, a parte ogni considerazione sull’identificazione della Nazareth antica con quella moderna
      (non ho elementi per giudicare, ma la storia dei testi evangelici è sufficientemente travagliata per giustificare ogni possibile discordanza di natura geografica; e poi per abitudine tendo a diffidare di chi sostiene la non identità di località moderne con quelle antiche di cui tradizionalmente portano il nome: di solito c’è qualcosa sotto)
      se si fossero limitati a questo, potrei anche capire;

      ma questi lettori cristiani non si limitano a questo, ma riportano la tesi per cui Gesù sarebbe stato di un altro centro galileo, Gamla.
      Ma scusate, se era di Gamla perchè gli evangelisti non l’avrebbero detto? Tanto più (e qui mi si drizzano le antenne del “radar anti protestanti USA”) che dicono che Gamla era un centro più importante.

      Vuoi vedere che sotto sotto, oltre non piacergli il Gesù parente (non sia mai!) dei palestinesi (pur restando ebreo, questo è ovvio), non gli piace neanche il Gesù povero?

      Meglio il figlio di un “architetto di un importante centro della Galilea” che il figlio di un falegname di un paesino sconosciuto?

      • mirkhond scrive:

        Diciamo che da fastidio che i Palestinesi siano in gran parte i discendenti degli antichi Israeliti/Samaritani e dei Giudei, compresi i Galilei e gli Iduemei, giudaizzati forzatamente all’epoca dei Sommi Sacerdoti Maccabei/Asmonei Giovanni Ircano (134-104 a.C.) e Alessandro Janneo (103-76 a.C.).
        Galilei che, insieme alle altre componenti INDIGENE giudee della Giudea e israelite/samaritane, gradualmente si convertirono al Cristianesimo (o furono spesso convertite forzatamente tra IV e VII secolo dopo Cristo), e poi a, partire dalla conquista araba della Palestina nel 636-638 d.C., gradualmente, all’Islam, e acquisendo anche la lingua dei nuovi dominatori, pur mantenendo una cospicua minoranza cristiana.
        ciao

        • mirkhond scrive:

          Quanto Nazareth, in realtà i dati storico-archeologici non sono affatto incompatibili coi Vangeli.
          In questi si dice che Gesù fu scacciato dal suo villaggio per l’incomprensione suscitata dalle sue affermazioni messianiche, e non mi risulta che ci avesse rimesso mai più piede, trasferendosi a Cafarnao e poi a Gerusalemme per subirvi il martirio e per Risorgere…
          Da qui, non senza contrasti, venne seguito dai suoi familiari, prima sicuramente dalla Madre e poi dai “Fratelli”….
          E infatti anche negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere Paoline non mi sembra si faccia alcun riferimento ad una comunità di Nazareth (Nazareni, indicava il termine originario semitico per i Cristiani, termine che sarebbe sopravvissuto tra i Nestoriani, soprattutto in India…)
          Le ricerche storico-archeologiche confermano che Nazareth, nel I secolo d.C., era un piccolo villaggio rupestre abitato da un centinaio di famiglie, a cui si aggiunsero Giudei profughi da Gerusalemme dopo il 70 d.C., e le più antiche menzioni storicamente documentate della cittadina galilea, risalgono al III secolo dopo Cristo e ce la presentano come un centro INTERAMENTE giudaico.
          Quando Costantino entrò in possesso della Pars Orientis romana, e si recò, o più verosimilmente vi inviò sua madre Elena, intorno al 325-326 d.C., trovò scandaloso che il luogo d’origine di Cristo e del Cristianesimo, non avesse NEMMENO UN CRISTANO tra i suoi abitanti, e da allora, fino all’epoca di Eraclio (610-641 d.C.), gli imperatori cristiani cristianizzarono forzatamente la popolazione giudaica nazaretana.
          Al momento dell’arrivo degli Arabi nel 636-638 d.C., Eraclio aveva da poco portato a compimento la cristianizzazione di Nazareth!
          Insomma Vangelo e dati storico-archeologici non mi sembrano affatto in contraddizione sulla questione di Nazareth e del suo tormentato rapporto col Più Illustre dei suoi abitanti…
          ciao

        • mirkhond scrive:

          errata corrige : Idumei

        • PinoMamet scrive:

          Tra l’altro la Galilea era un’area piuttosto marginale per l’ebraismo all’epoca
          (acquisterà centralità dopo, però)
          e si prestava bene, secondo me, alla formazione di un profeta di tendenza universalistica: poco lontano, e, immagino, distribuiti a macchia di leopardo, dovevano esserci siriaci/fenici pagani e “peccatori”
          (i libanesi, insomma) che probabilmente parlavano in un aramaico molto più comprensibile di quello dei più lontani abitanti di Gerusalemme;
          e poi c’era Cesarea, abitata anche da greci/romani e perciò “pagana” ed esentata dalla halakah
          (su certi sui mosaici risulta un greco pronunciato già “alla moderna”, ma adesso su due piedi non saprei datarteli!)

          ma vado a spanne, naturalmente!

  61. mirkhond scrive:

    Lo stesso San Paolo, ritenuto da molti moderni il vero fondatore del Cristianesimo, perlomeno quello NON semitico, prescrisse che vescovi e sacerdoti potessero sposarsi purchè prendessero una sola moglie per volta!
    Fu solo nel Medioevo, quando il Cristianesimo divenne religione di stato, e il clero assurse a posizioni di potere, che si cercò di spezzare la crescente potenza di quelle che diventavano delle vere dinastie ecclesiastiche con le conseguenze che immaginiamo.
    In Oriente, l’imperatore romano Giustiniano I (527-565 d,C.), risolse il problema permettendo il matrimonio dei sacerdoti secolari, ma proebendo loro di “fare carriera”, mentre i monaci-sacerdoti potevano diventare vescovi e patriarchi!
    Queste disposizioni sono tutt’oggi riconosciute dalle Chiese Ortodosse Bizantine, e dalle Chiese Orientali di derivazione apostolica in genere.
    In Occidente, soltanto nell’XI-XII secolo, all’epoca della lotta tra Papato e Sacro Romano Impero, per la supremazia sul Frangistan, l’avvento dei monaci cluniacensi, benedettini riformati, nel collegio cardinalizio e sul soglio papale, portarono questi Papi monaci ad imporre, con una serie di sinodi e concili, la loro visione monastica e ad imporre a sacerdoti secolari e a vescovi il celibato, rielaborando alla luce di queste vicende, il passo evangelico sugli Apostoli che abbandonano in senso letterale le famiglie, per seguire Gesù.
    Abbandoni che nell’XI secolo, portarono a lotte furibonde e a tragedie, oppure all’abdicazione dal seggio vescovile, per mantenere la propria famiglia, come capitò ad un vescovo di Zara in Dalmazia intorno al 1060!
    Di queste cose nulla sanno catechisti ignoranti, e scelti apposta per confermare posizioni teologiche che diversamente sarebbero oggetto di incomprensione ad un uditorio infantile, oppure fanno finta di non saperlo i fanatici alla Socci, per nascondersi una verità, forse per loro davvero imbarazzante….

    • Peucezio scrive:

      In realtà certe regole funzionano fino a quando a nessuno salta in mente di applicarle sul serio.
      Per secoli i preti avevano la concubina, lo sapevano tutti, non c’era il moralismo il fanatismo delle regole che c’è oggi.
      Cristo disse che il sabato è fatto per l’uomo e non viceversa. L’uomo purtroppo non solo fa fatica a capire questa verità meravigliosa e profondissima, ma la tragedia è che più passa il tempo e meno la capisce, anzi, tanto più istericamente si seguono le regole e si addita come criminale chi non le segue alla lettera, quanto più se n’è smarrito il nesso con lo scopo per cui è nata.

      • mirkhond scrive:

        A Bari (e penso in genere in tutto il Regno di Napoli), ancora nella prima metà del XVI secolo, i sacerdoti secolari avevano la concubina, non più moglie dopo le riforme lateranensi dell’XI-XII secolo, che, appunto nel Regno erano TRANQUILLAMENTE aggirate senza destare nessuno scandalo, tanto erano cose ovvie e normali….
        Del resto Carlo Levi, confinato antifascista ad Aliano in Lucania, nel 1935-36, conferma che ancora ai suoi tempi in Basilicata, molti sacerdoti avevano la concubina e i figli maschi nati da tali unioni venivano inviati al seminario di Melfi per diventare….anch’essi sacerdoti! E ciò non comportava alcuno scandalo come potè constatare il nostro piemontese, amico e vicino al nostro popolo ,che amava e capiva senza quella insopportabile spocchia moralista-razzista-snob, tipica di un certo nord laico illuminista che considerava e considera tutt’ora le Due Sicilie come delle colonie africane da civilizzare….
        ciao

      • Francesco scrive:

        Adesso mi cedi al pansessualismo moderno, anzi peggio post-68?

        Come se la castità fosse un peso opprimente e insopportabile, quindi la sua pratica una menzogna?

        Da lasciare a pochi “squilibrati” e da fingere per gli essere umani normali e sani?

        Tanto varrebbe calarsi del tutto le braghe e ritrovarci da Mac prima di un concerto al Leonka per l’erba libera, magari vestiti con quella marca arabo-norvegese che Miguel citava poco tempo fa

        🙂

        • mirkhond scrive:

          Sul celibato del clero le mie posizioni sono vicine a quelle della Chiesa delle Origini, San Paolo compreso, e delle Chiese Apostoliche Orientali….
          ciao!

        • PinoMamet scrive:

          ” Come se la castità fosse un peso opprimente e insopportabile, quindi la sua pratica una menzogna?

          Da lasciare a pochi “squilibrati” e da fingere per gli essere umani normali e sani?”

          Ehm… sì!! In effetti è proprio così.
          “Chi chiava tromba, chi tromba chiava, e chi non chiava si mena la fava”.

        • Francesco scrive:

          Caro Mirkhond,

          non permettere alle preferenze personali di ottenebrare il giudizio.
          A me il compromesso di Giustiniano pare ragionevole (oltre le intenzioni dell’imperatore) ma non vuol dire bollare la scelta ormai plurisecolare della Chiesa Cattolica Latina come folle e irragionevole.
          Sennò ci toccherebbe dar ragione a Pino e su quella china va tutto in … carnevale, diciamo così.

          Ciao

        • PinoMamet scrive:

          Francesco

          tanto per non buttarla tutta in carnevale, come giustamente dici;
          la Chiesa Cattolica Latina ha fatto una scelta, diciamo pure, difficile;
          lasciando da parte ogni considerazione storica su perchè e quando abbia fatto tale scelta, prima, dopo, per questo, per quello…

          rimane il fatto che la Chiesa Cattolica non Latina (per non parlare dei fratelli ortodossi) non ha fatto tale scelta, eppure non solo resta cattolica ecc. ecc., ma, alla prova dei fatti, dimostra di dare anche meno scandalo

          (non c’è bisogno di andare nel profondo Sud per conoscere le “amanti del prete”, la aneddotica locale me ne dà almeno un paio di epoca recentissima, una era l’ex capo dei vigili urbani…)

          non farebbero meglio i cattolici latini a riconsiderare la loro scelta?

        • Francesco scrive:

          Caro Pino,

          sarò fatto male ma questa storia dell’insostenibilità del celibato ecclesiastico mi pare una incredibile belinata.

          La tradizione di ruoli “verginali” nella società è millenaria e diffusa in tutte le società complesse: possibile che qui da noi divenga una perversione intollerabile?

          Che sia pieno di aspiranti sacerdoti che rinunciano perchè “tira di più un pelo di f…” ecc ecc?

          Mi pare una falsa impostazione del problema con annessa una falsa soluzione.

          Ma non mi atteggio certo ad autorità in questo campo, mica stiamo parlando del ruolo del comunismo nella storia umana!

          🙂

          ciao

        • Moi scrive:

          Il “solito” Messori aveva scritto che il celibato del clero cattolico è una convenzione per evitare che si instaurino sistemi dinastici e nepotistici …

          Sì insomma: essendo il nepotismo, soprattutto in Italia, un male inestirpabile allora l’ unica è fare in modo che nessuno abbia vincoli di sangue con nessun altro.

        • PinoMamet scrive:

          Francesco

          il celibato non sarà insostenibile, in assoluto.

          Ci sono anche molti (neanche troppi, eh?) esempi di vita celibataria per scelta, di solito religiosa.

          D’altra parte, dove esiste questa tradizione, fioriscono anche gli aneddoti su relativi scandali e trasgressioni
          (la letteratura giapponese, che purtroppo leggo solo tradotta, è piena già e soprattutto in epoca feudale di monaci e monache buddhiste che facevano le peggio cose…)

          allora, visto che, ripeto, è una scelta molto difficile; e visto che la Chiesa Cattolica stessa
          (lasciamo da parte i singoli cattolici, spesso, come abbiamo visto, ignorantelli) sanno che si tratta di semplice disciplina “umana”, di diritto canonico, e per di più limitato alla sola chiesa latina
          (ci sono preti cattolici sposati di rito greco anche in Italia stessa);

          non sarebbe il caso di porre il fino a questo non-senso ecclesiastico?

          Fa più scandalo un prete cattolico sposato (ma allora perchè- nella stessa città italiana!- un prete “latino” sì, e uno greco no?) o un prete cattolico che va a donnacce?

          E dai, su, c’è poco da essere esperti, qua mi pare che la Chiesa stia arroccata su una posizione indifendibile!

        • Peucezio scrive:

          La verginità è sostenibile eccome, ma solo da parte di minoranze che praticano forme di ascesi piuttosto radicale. Il monachesimo senza celibato dunque non avrebbe senso.
          Diverso è il discorso per il clero secolare. Ma io continuo a non capire perché si debba continuare a ragionare in termini dualistici del cavolo: o la Chiesa prevede il celibato, e allora va rispettato; oppure non lo prevede. Un corno!!
          Le regole non vanno rispettate! Eppure devono esistere e guai se non esistessero!!
          Le regole non hanno la funzione di essere rispettate. Le regole, soprattutto per un’istituzione religiosa, sono simboli. Il sacerdote non deve avere una famiglia istituzionalizzata, formale e legale, perché non è questa la sua funzione: non è un padre di famiglia; è padre, a suo modo, di tutti. Ma ciò non significa minimamente che non la possa avere de factu. Anzi, è bene che l’abbia.
          Un’altra follia contemporanea è il ritenere che ogni aspetto della vita debba essere normato, debba avere una veste giuridica e formale, debba avere il bollo, il timbro di qualche istituzione. Ma chi l’ha detto? Ci sono tanti fatti della vita, anche importanti, che esistono, si danno. Punto. La legge, il diritto, il crisma dell’ufficialità serve a consacrare alcuni aspetti della realtà, a conferire loro un significato particolare, a farli assurgere a un ruolo. Poi c’è tutto il resto della multiforme realtà, che non dico debba essere anomica o del tutto caotica, ma non per questo deve essere messa su carta bollata!
          Quando vado a cagare, ci vuole un documento che attesti quanta ne ho fatta, a che ora e di che consistenza, altrimenti non mi si svuotano le viscere??
          Viva il celibato dei preti! E viva il concubinato degli stessi! E guai a chi tocca l’uno o l’altro!

  62. jam scrive:

    …ma, infatti, abbandonare i figli, non é assolutamente un appello al celibato, nemmeno un invito a lasciare la famiglia al lastrico, ben al contrario é l’invito all’autenticità della fede, o all’autenticità della vita, un invito ad andare in ogni luogo insieme a loro. Quindi non un abbandono, ma la richiesta di un ulteriore ragionamento per assumere l’Amore nella sua totalità, non abbandonarli ma amarli veramente! Ed é chiaro che questo é un discorso rivolto agli adulti x’ i bambini nella loro purezza sono già sintonizzati con un grado maggiore alla realtà-celeste, al mondo Celeste, ed in questo caso x loro la metafora di Gesù é incomprensibile…incomprensibile x un eccesso di purezza! loro sono già in osmosi col cuore di Gesù!
    Allo stesso modo Gesù avrà detto chi mi ama, si spogli e mi segua. Non era un invito ad andare in giro nudi, ma a lasciare i vestiti di un prestigio sociale e vestirsi con quelli dell’umiltà …
    saluti

    • mirkhond scrive:

      Jam hai colto perfettamente il concetto.
      Magari avessi avuto te come catechista 30 anni fa…
      Sono sempre più convinto che il Papa dovrebbe incontrare TE e non gli islamofobi di turno, per cogliere, aldilà delle indubbie differenze teologico-confessionali, quella Fede Profonda che fa trovare le parole giuste per parlare di Dio a piccoli e grandi….
      Se tu fossi cristiana avresti potuto formarli tu i catechisti e catechiste preparate a dire le cose giuste ai piccoli, e non cazzate tipo Marta la sorella CATTIVA di Maria…..
      ciao

      • Francesco scrive:

        siamo concreti: senza mezzi, con una cultura religiosa quasi annichilita, sempre meno preti e religiosi e religiose, organizzare il catechismo deve essere un inferno per i parroci.

        e non credo possano rigettare nessuno che si offre per quel ruolo.

        anche io ho acuto una pessima catechista, poi però sono cresciuto e ho assunto personalmente la responsabilità della mia Fede

  63. Francesco scrive:

    Miguel,

    una nota “di pancia”, che molto difficilmene vedrò mai un film di quel tipo: tra la “casalinga di mezza età” e le sorelle Rohrwacher non possono non scegliere tutta la vita la prima.

    E’ qualcosa di prerazionale che ogni successivo ragionamento conferma e giustifica. Una valutazioen di tipo umano, che solo dopo diventa politica.

    E che, religiosamente, è la differenza tra redimibile e bacato, tra “ladri e prostitute” e “filistei e sadducei”, per osare citare Nostro Signore.

    Ciao e buon anno a tutti

  64. Peucezio scrive:

    Francesco,
    non conosco personalmente le sorelle Rohrwacher, devo dire che condivido il tipo di sensibilità di cui il tuo discorso è espressione, però è anche vero che molto spesso le opere sono molto meglio del loro autore.

    • Francesco scrive:

      strano, perchè mentre scrivevo pensavo anche a Tilda Swinton, algida attrice inglese “progressista” che condivide col padre “antico conservatore” solo il fatto di aborrire la “bottegaia” Margareth Thatcher. Mi aspettavo “a naso” di trovarti su una posizione diversa dalla mia.

      Va da sè che questo è un altro piano del piedistallo di Maggie nel mio personale Pantheon, a onta dei pessimi rapporti con la Chiesa (neppure la signora di ferro era perfetta)

  65. Miguel Martinez scrive:

    Per Francesco

    “una nota “di pancia”, che molto difficilmene vedrò mai un film di quel tipo: tra la “casalinga di mezza età” e le sorelle Rohrwacher non possono non scegliere tutta la vita la prima.”

    E’ qualcosa di prerazionale che ogni successivo ragionamento conferma e giustifica.”

    Capisco, ed è uno dei motivi per cui ti stimo.

    Non so nulla della più nota sorella Rohrwacher, ma con quali strumenti perà giudichi la regista?

    • Francesco scrive:

      la vostra descrizione della catechista

      un tipo umano difficilmente sopportabile ma che fubge da rilevatore di un altro tipo umano, del tutto intollerabile, l’intellettuale superiore. che è gente che mi butta nelle braccia di Stalin, a dirla tutta, se non di gente ancora peggiore

      potrei scommettere su che tipo è la regista, basandomi su questo e su una intervista alla sorella – sul tono delle domande e delle risposte

      ciao

  66. jam scrive:

    x Francesco
    ..i ruoli “verginali” nei vari tipi di società arcaiche o pre-moderne, oppure in quelle buddhiste ad esempio, non sono mai definitivi. Sono celibati transitori che non durano tutta la vita, ma soltanto un certo periodo, finito il quale il monaco puo’ sposarsi.
    Il Profeta Mohammed dice chiaramente che il matrimonio é “la metà della fede”, definendolo cosi’ come momento nel quale gli individui si rendono più idonei a capire le rivelazioni o messaggi divini e quindi loro stessi. Momento nel quale si prova l’autenticità della fede!
    Se tu fossi il padre di un bambino abusato sessualmente forse la penseresti diversamente, e non serve a niente constatare come dice Pino che gli Ortodossi dove il celibato é regolato diversamente, danno meno scandalo, cioé non vivono quegli orribili peccati!? Questo é un dramma profondo: i preti “costretti” ad avere la concubina! Cioé colui che dovrebbe dare l’esempio di integrità morale, é di fatto messo nelle condizioni di dover continuamente mentire. Assurdo! Quindi non é un ruolo verginale quello assunto da un falso voto di castità, al contrario é un terreno fertile x ignobili vizi!
    saluti

    • Peucezio scrive:

      Jam, perché dici “mentire”?
      Guarda che non mentivano minimamente. Lo sapevano tutti che avevano la concubina, né quelli lo negavano.

      E comunque anche sulla menzogna ci sarebbe da dire.
      Non è sempre vero che la realtà debba corrispondere alla parola. La parola non è sempre pura rappresentazione della realtà, puro “significante”, per dirla alla Saussure. La parola ha un suo valore intrinseco.
      Potremmo credere che la realtà preesista alla parola, la parola nasca a posteriori per simboleggiarla e quindi a ogni ente o atto della realtà corrisponda una parola per designarlo, in una perfetta corrispondenza biunivoca.
      Ma potremmo anche, idealisticamente, rifacendoci a una tradizione culturale più nobile, dire il contrario. E da ben prima di San Giovanni. Da Platone a fino a Hegel, ma in realtà, risalendo a verità ancestrali. Dunque la realtà sarebbe un riflesso della parola, del lógos, cioè dell’Idea, ma un riflesso pallido, inferiore e, come tale, caotico, cangiante apporssimativo: il riflesso imperfetto e mutevole di un’essenza perfetta. Ma se è così, sarebbe un totale capovolgimento dell’ordine delle cose pretendere che la parola si abbassi al reale, al mondo materiale e debba rifletterlo. L’archetipo, il modello che si trasforma per diventare uguale alle sue realizzazioni concrete: ce l’immaginiamo? Non sarebbe nemmeno possibile, visto che le realizzazioni concrete sono infinite ed eterogenee e l’archetipo è uno. Come pretendere che l’idea del cavallo ci dia conto minutamente di tutti i cavalli esistenti, esistiti e che esisteranno sulla faccia della terra, compresi quelli storpi, zoppi, deformi…
      E’ menzogna evitare di confondere l’essenza con l’accidente? Allora viva la menzogna!
      Il guaio è che il materialismo contemporaneo è la peggiore forma di metafisica, anche se si tratta di una metafisica rovesciata, perché chi credeva nelle idee, difficilmente negava l’esistenza del mondo e della materia. Oggi invece la materia pretende una reductio, una riconducibilità di tutto a sé. Credo che mai alcuna forma di metafisica sia stata così totalizzante e antipluralistica. E da qui quindi nascono queste folli pretese, per cui la realtà deve aderire alla regola e viceversa, le parole alle cose ecc.: se si aboliscono i diversi piani logici e ontologici e c’è un’entità metafisica assoluta, un Moloch cui tutto, senza eccezioni, va sacrificato e ricondotto, è logico che fuori da esso nulla sia contemplato.

    • Francesco scrive:

      al Profeta preferisco San Paolo, la cui lode della verginità non ha termine temoporale, e che loda anche, seppure meno, la vocazione dei genitori

      ti dirò che le scelte temporanee non mi convincono proprio

      e mi permetto un’ovvietà: un pedofilo NON è una persona dalla normale sessualità a cui non è dato di avere rapporti col partner. quindi il celibato ecclesiastico c’entra un tubo con gli abusi

      • PinoMamet scrive:

        Sulla pedofilia sono d’accordo con te.

        Sulle scelte temporanee no: mi sembrano utili sia come banco di prova (non tutti sono chiamati alle stesse cose, meglio chiarirsi le idee prima), sia come “palestra” aperta a tutti.

      • Moi scrive:

        Ma come si rapportava però nella realtà pratica delle cose San Paolo tra la Predica … e la Razzola ? 🙂 😉

        … E i suoi Emuli ?

  67. Miguel Martinez scrive:

    Per Peucezio

    “Un’altra follia contemporanea è il ritenere che ogni aspetto della vita debba essere normato, debba avere una veste giuridica e formale, debba avere il bollo, il timbro di qualche istituzione. Ma chi l’ha detto? Ci sono tanti fatti della vita, anche importanti, che esistono, si danno. Punto. La legge, il diritto, il crisma dell’ufficialità serve a consacrare alcuni aspetti della realtà, a conferire loro un significato particolare, a farli assurgere a un ruolo. Poi c’è tutto il resto della multiforme realtà, che non dico debba essere anomica o del tutto caotica, ma non per questo deve essere messa su carta bollata!”

    Una riflessione molto importante, grazie.

    • mirkhond scrive:

      Fin dagli anni successivi 1190 arrivavano alla Santa Sede dall’Ungheria e dal principato della Zeta (Montenegro e Albania settentrionale), continue voci che la Chiesa di Bosnia fosse caduta in mano agli eretici Bogomili.
      Papa Innocenzo III nel 1203 inviò un suo legato che convocò un sinodo a Bolino Polje, nel cuore della Bosnia.
      Alla fine dei lavori sinodali, venne firmata una dichiarazione congiunta degli ecclesiastici bosniaci che promettevano di riconoscere:
      1)la supremazia della Santa Sede
      2) accettare sacerdoti di rito latino nei loro monasteri
      3) ripristinare croci e altari nei luoghi di culto
      4) seguire il calendario dei digiuni e delle feste romane
      5) ricevere la comunione almeno sette volte all’anno
      6) tenere i sessi separati nei monasteri
      7) non dare rifugio agli eretici
      8) non autodefinirsi più Christiani ma Fratres

      Dalla dichiarazione di Bolino Polje dell’aprile 1203, si potrebbe pensare che si aveva a che fare con una chiesa eretica. Niente di tutto questo.
      Studi iniziati già nella seconda metà dell’800, hanno ormai dimostrato come la Chiesa di Bosnia, fosse piuttosto una Chiesa monastica di rito slavo-bizantino, fondata dai discepoli dei Santi Cirillo e Metodio, rimasta isolata sia da Costantinopoli che da Roma, grazie alla natura montuosa del paese.
      Diventata un feudo ungherese, era intenzione da parte delle autorità del nuovo dominio, stigmatizzare questa cristianità, presentandola come bogomila, perchè seguiva un calendario e una liturgia non latina.
      Inoltre essendo una Chiesa facente perno sui monasteri, conservava l’antico retaggio ortodosso dei monasteri doppi, dove cioè monache infermiere si prendevano cura di monaci e sacerdoti anziani e malandati.
      Col tempo questa pratica aveva dato luogo a molti abusi e scandali; da qui sia le Chiese Ortodosse che la Chiesa Cattolica avevano abbandonato tale istituzione, che, invece, era sopravvissuta in Bosnia, grazie appunto al relativo isolamento morfologico del territorio.
      Anche l’assenza di Croci e altari, considerato a lungo indizio di eresia, era invece dovuto più verosimilmente a povertà e trascuratezza, e infatti l’unico accenno all’eresia, è costituito dalla proibizione di dare ospitalità ad eretici (bogomili in questo caso).
      In sostanza dalla Santa Sede si richiese a questa Chiesa di “periferia” di adeguarsi alle liturgie latine, e non una stigmatizzazione di un’inesistente eresia.
      Ma, sia perchè le cose cambiarono poco o nulla per l’attaccamento alla propria avita cristianità, e sia per i soliti motivi politici dell’Ungheria, le accuse di eresia bogomila continuarono, finchè il papato nel 1340 inviò finalmente una missione francescana, che fino alla conquista ottomana del 1463, si installò in 12 conventi, riportando gran parte dei Bosniaci nell’orbita Cattolica di Rito Latino, al punto che nel 1459 il re bosniaco Stefano Tomaš, costrinse 2000 aderenti dell’antica Chiesa paleoslava ad aderire al Cattolicesimo Latino e provocando la fuga di 40 irriducibili in Erzegovina.
      Insomma al momento della conquista ottomana, la Chiesa di Bosnia era ridotta a un lumicino, e l’unica vera minaccia per Roma era costituita dalla Chiesa Serba che, con l’avanzata ottomana e le consistenti fughe di valacchi e serbo-valacchi ortodossi suoi fedeli, cercava di estendere la sua autorità a nord della Drina.
      E tuttavia decenni di calunnie più o meno interessate, radicarono nella Santa Sede e nei suoi teologi (molti dei quali non si erano mai mossi dalle loro biblioteche), la tenace credenza che la Bosnia fosse un covo di impenitente bogomilismo!
      Tesi ripresa nel 1869-70 dallo storico e sacerdote cattolico croato Franjo Rački, e tutt’ora seguita da parte della storiografia croato-bosniaca e non solo, a dispetto di indizi e prove che dimostrano il contrario.
      In sostanza, la morale del film postato da Pino, ci fa vedere come ieri ed oggi, alle alte gerarchie vaticane interessano molti le forme, e non sempre a torto, ma poco o quasi la sostanza, soprattutto riguardo alle cause di trascuratezze e disagi delle chiese periferiche.
      ciao

  68. Moi scrive:

    http://www.romagnanoi.it/news/cesena/726135/Cattolici-contro-il-regista-cesenate-dell-oltraggio.html

    Notare che, per quanti sforzi modernisti faccia per farsi odiare un po’ di meno, la Chiesa resta sempre odiata e sbeffeggiata a prescindere da parte di chi vorrebbe accattivare con le sue “trovate” POSTconciliari …

  69. Moi scrive:

    Nonostante la sparatona anticlericale di Lisa, a me pare che oggi come oggi “andare al cate” [sic] sia per i ragazzini un modus cazzeggiandi come un altro … ho sentito ragazzini chiamare dei pretini “Ehi, Don !” [sic]

  70. Moi scrive:

    Per chi non è dell’ EmiliaRomagna, certi diminutivi ed accrescitivi come “pretino” e “pretone”, usati spesso infatti da Guareschi, hanno un valore di tipo “affettivo” e “naturaliter gerarchico”: età, esperienza del mondo, ecc …

  71. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=6Sl6dVpTqeM

    Testimonianza di Giorgio Baccari, studente di medicina e catechista ,,,

  72. Moi scrive:

    http://www.youtube.com/watch?v=iifkJI9nNSw

    Nell’ Africa Nera “il cate” è senz’altro preso più sul serio. 😉

  73. Moi scrive:

    Mary Wanjiku di cui sopra è Keniota

  74. Moi scrive:

    Notare quel “dio” polemicamente minuscolo … 🙂

  75. jam scrive:

    x Peucezio
    “costretti” a mentire, mi riferivo al voto di verginità fatto x diventare preti. Se poi si continua ad essere vergini anche quando non lo si é più, finalmente si é capito che il concetto di verginità oltrepassa l’aspetto exoterico o puramente materiale! Ma purtroppo la parola vergine, quando la si avvicina alla menzogna, diventa completamente declassata, una parola che perde il suo significato reale ed ha assume soltanto quello dell’ideologia! Ma se fare voto di castità significa avere una concubina, lo scriviamo sul dizionario, siamo tutti contenti e finalmente ci chiediamo a cosa siano servite le interminabili discussioni sul sapere se Maria Vergine, sia rimasta Vergine anche dopo aver partorito o no. Come se avesse fatto un parto cesareo.
    La parola é come una società complessa, é pluridimensionale sia nel suo momento oggettivo che in quello soggettivo, in più la parola quando é assunta soggettivamente con la conoscenza del cuore diventa cosmogonica x’ il mantra che fa scaturire é potente. La parola é grande malgrado lei, la parola é creatrice, determina la realtà la inventa, la costruisce. La parola é un raggio di luce, un morso d’amore, uno schiaffo di odio. La parola é un frammento di silenzio, un fiocco di schiuma dell’onda del mare, un mattone che costuisce la casa , il cerchio centrale del tetto della yurta-ger..
    saluti

    • Peucezio scrive:

      Ma allora non è una menzogna, ma tutt’al più una promessa non mantenuta. La menzogna riguarda il passato (o, tutt’al più il presente), non il futuro.

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