assenze

All’inizio dell’anno, ho passato diverse settimane lavorando relativamente poco, come testimoniano i numerosi post che sono riuscito a scrivere a gennaio. Improvvisamente, è arrivata una gran quantità di lavoro – segno che la Pasqua è vicina.Qualcuno chiede, e cosa c’entra la Pasqua?Ora, la funzione principale degli innumerevoli dipendenti di imprese private consiste nello scrivere. Una volta su carta, oggi su supporto calamitoso.

Scrivere serve a illudersi di dare un ordine al mondo. Più si scrive, più si è fatto qualcosa.

Le parole vanno calate nel Flusso come esche, e dal Flusso si dovrebbe pescare quindi denaro.

Le parole devono essere consegnate alla Scadenza.

Ci sono tre Scadenze nel corso dell’anno: Natale, Pasqua e Ferragosto. Che viste dall’interno dei cubicoli negli spettegolanti Uffici Aperti non hanno molto di religioso.

Le infinite parole prodotte all’ultimo momento dai sottoposti devono essere poi rielaborate dai Capi, altrimenti non sarebbero più Capi. Il Capo deve quindi soffiare sul collo al dipendente, perché consegni le sue parole con il massimo anticipo rispetto alla Scadenza.

Il Capo a sua volta ha un’altra Scadenza, per consegnare le parole rielaborate al Flusso Globale. Le parole devono quindi essere tradotte in Globalese, ed è lì che interviene il traduttore.

Quindi:

– il Dipendente passa tre giorni e tre notti insonni, a metà dicembre, a scrivere le Parole che devono dare l’impressione che abbia lavorato.

– Il Capo passa due giorni e due notti insonni a riscrivere le parole del Dipendente.

– Il Capo promette al suo fornitore in Pakistan che gli farà avere il tutto in inglese, prima di andare in ferie.

– Il Capo fa contattare il traduttore alle ore 12 di venerdì 22 dicembre, annunciandogli che dovrà tradurre trenta pagine entro la mattina successiva.

– Il Capo fa telefonare al traduttore alle 9 di mattina di sabato 23 dicembre, avvisandolo che la pagina 14 (che il traduttore ha ovviamente già tradotto) non serve più e che ci sono sostanziali modifiche ad altre 11 pagine.

– Il Capo fa telefonare al traduttore alle 11 di mattina con altre radicali modifiche.

– Il Capo fa telefonare alle 11.30 chiedendo a che punto è la consegna.

– Il Capo alle 12 riceve trenta pagine di qualcosa.

– Il Capo con un clic manda il file con il testo tradotto in Pakistan.

– Il direttore dell’azienda pakistana con un’agile mossa del mouse infila il file nella cartella NOT IMPORTANT.

E tutti vanno in vacanza.

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15 risposte a assenze

  1. utente anonimo scrive:

    non so se anche a te capita lo stesso, ma quando io e mia moglie facevamo il tuo lavoro c’era una parte interessante che seguiva la consegna della traduzione

    – il traduttore emette fattura

    – il capo dice all’impiegato di temporeggiare

    – il traduttore manda una lettera di minacce

    – il capo dice che non è abbastanza

    – il traduttore prende a sassate le finestre della ditta

    – IL CAPO PAGA

    – il traduttore paga i debiti che ha contratto mentre aspettava di essere pagato

    roberto

  2. dalovi scrive:

    Beh dai l’aspetto fattura ha i suoi vantaggi!

  3. utente anonimo scrive:

    direi che dalla somma del post di Miguel e del commento di Roberto si ha un’ottima rappresentazione di quello che significa veramente la pretesa (dai distruttori dei diritti dei lavoratori) che il lavoratore starà molto meglio se è libero fornitore d’opera anzichè essere incatenato alla servitù del lavoro dipendente: lavorare molto di più ed essere pagato quando capita.

    * o quantomeno molto peggio, perchè sicuramente non è salutare alternare mesi di inattività a giorni in cui non si può alzare la testa dal tavolo: il lavoratore dipendente, sapendo cosa fa l’azienda, può gestirsi meglio e anticipare nei momenti di stanca parte di quel lavoro che sa già sarà pesante sotto le scadenze; il collaboratore esterno non è nell’azienda, e non può anticipare niente

  4. kelebek scrive:

    Per roberto n. 1

    Siccome non mi va di impazzire, in genere mi affido ad agenzie cui competono le sgradevoli incombenze di cui parli.

    Devo dire che con poche eccezioni, mi sono trovato benissimo con le agenzie, che ovviamente prendono la loro bella percentuale sul lavoro.

    Tipicamente, le agenzie di traduzioni sono gestite da mogli di professionisti, che nella nostra società significa:

    1) L’architetto/imprenditore che porta la pagnotta a casa

    2) è sposato con la laureata in lingue

    3) che mette su un’agenzia di traduzioni assieme alle sue amiche.

    Questo schema maschilista significa che quelle delle agenzie di traduzioni non sono in genere sanguisughe, si comportano in maniera cristallina. Ci pensa il marito a fare il capitalista 🙂

    Poi ce ne sono alcune che non sono Mogli, ma sono abbastanza brave lo stesso.

    Miguel Martinez

  5. kelebek scrive:

    Per n. 3

    Hai sicuramente ragione sul piano sociale, cioè generale.

    Nel mio caso individuale, faccio fatica a lavorare sotto padrone. E anche se il lavoro è imprevedibile, comunque esiste una certa libertà. Tipo, posso prendermi un venerdì libero e fare il lavoro la domenica, basta consegnare lunedì mattina.

    Poi è importante per me la non identificazione con il mio lavoro.

    Noi cerchiamo di far felici i nostri clienti, ma evitiamo di innamorarcene.

    Miguel Martinez

  6. irSardina scrive:

    Quindi, Miguel, se le cose andranno come dice Roberto e sei stato bravo con la fionda a Pasqua, forse, dovresti ricevere i compensi per i lavori svolti prima di Natale. Ora come si dice al paese dei miei: “Ses poburu comment’e ‘na bagassa in qaresima” che non traduco perché mi pare si capisca e comunque parla di lavoratrice semiautonoma (Co.co.cotte…). 🙂

    Sardina

  7. utente anonimo scrive:

    Da marito di traduttrice, concordo con Roberto #1.

    Andrea Di Vita

  8. utente anonimo scrive:

    Sardina,

    scusa, ma secondo te un addestratore di milizie latinoislamonazicomuniste come Miguel ha bisogno di spaccare vetri per farsi pagare? Se proprio è necessario manda due sgherri di notte al capo e passa la paura 😀

    Z.

  9. utente anonimo scrive:

    per (3),

    non generalizzerei pero’.

    giusto per continuare nell’aneddoto personale non richiesto, dopo l’oscura pagina italiana, mia moglie ha rinunciato ad un lavoro da interprete da pubblico dipendente(lavoro garantito fino ai 65 anni ed uno statuto sociale da fare invidia a chiunque ) per esercitare la stessa professione in qualità di precarissima libera professionista: credo che sottoscriverebbe il commento (5) di miguel…

    di casi cosi’ ne conosco veramente parecchi

    roberto

  10. utente anonimo scrive:

    Miguel

    a me pare che il flusso stia, se non seccandosi, almeno cambiando largamente colore …

    sono più triste per il fatto che non vivrò abbastanza da capire il nuovo mondo che da tutto quello che si perderà nel passaggio

    ciao

    Francesco I

  11. controlL scrive:

    Quell’elogio del lavoro dipendente mi pare proprio improvvido. Ma sorvoliamo. Semmai, quest’inutile produzione di pezzi di carta con le sue stupidissime scadenze, ma quelle dei pezzi di metallo non sono meno stupide, m’ha fatto venire in mente un brano di agostino d’ippona, che è questo:

    inhiabam honoribus, lucris, coniugio, et tu inridebas. patiebar in eis cupiditatibus amarissimas difficultates, te propitio tanto magis, quanto minus sinebas mihi dulcescere quod non eras tu. vide cor meum, domine, qui voluisti ut hoc recordarer et confiterer tibi. nunc tibi inhaereat anima mea, quam de visco tam tenaci mortis exuisti. quam misera erat! et sensum vulneris tu pungebas, ut relictis omnibus converteretur ad te, qui es super omnia et sine quo nulla essent omnia, converteretur et sanaretur. quam ergo miser eram, et quomodo egisti ut sentirem miseriam meam die illo quo, cum pararem recitare imperatori laudes, quibus plura mentirer et mentienti faveretur ab scientibus, easque curas anhelaret cor meum et cogitationum tabificarum febribus aestuaret, transiens per quendam vicum Mediolanensem animadverti pauperem mendicum, iam, credo, saturum, iocantem atque laetantem. et ingemui et locutus sum cum amicis qui mecum erant multos dolores insaniarum nostrarum, quia omnibus talibus conatibus nostris, qualibus tunc laborabam, sub stimulis cupiditatum trahens infelicitatis meae sarcinam et trahendo exaggerans, nihil vellemus aliud nisi ad securam laetitiam pervenire, quo nos mendicus ille iam praecessisset numquam illuc fortasse venturos. quod enim iam ille pauculis et emendicatis nummulis adeptus erat, ad hoc ego tam aerumnosis anfractibus et circuitibus ambiebam, ad laetitiam scilicet temporalis felicitatis. non enim verum gaudium habebat, sed et ego illis ambitionibus multo falsius quaerebam. et certe ille laetabatur, ego anxius eram, securus ille, ego trepidus. et si quisquam percontaretur me utrum mallem exultare an metuere, responderem: ‘exultare’; rursus si interrogaret utrum me talem mallem qualis ille, an qualis ego tunc essem, me ipsum curis timoribusque confectum eligerem, sed perversitate — numquid veritate? neque enim eo me praeponere illi debebam, quo doctior eram, quoniam non inde gaudebam, sed placere inde quaerebam hominibus, non ut eos docerem, sed tantum ut placerem. propterea et tu baculo disciplinae tuae confringebas ossa mea. (Confessiones, VI, 6,9)

    6. 9. Cercavo avidamente onori, guadagni, nozze, e tu ne ridevi 30. Per colpa di queste passioni soffrivo disagi amarissimi, ma la tua benignità era tanto più grande, quanto meno dolce mi facevi apparire ciò che tu non eri. Guarda il mio cuore, Signore 31, per il cui volere rievoco e ti confesso questi fatti. Si unisca ora a te la mia anima 32, che hai estratta dal vischio tenacissimo della morte. Quanto era misera! E tu stuzzicavi il bruciore della piaga perché, lasciando tutto, si rivolgesse a te 33, che sei sopra tutto 34 e senza di cui tutto sarebbe nulla; perché si volgesse a te e fosse guarita 35. Quanto ero misero, dunque, e tu come hai operato per farmi sentire la mia miseria! Quel giorno mi preparavo a recitare un elogio dell’imperatore, infarcito di menzogne, ma capace di conciliare al mentitore i favori di altre persone, ben consapevoli. Il cuore ansimante di preoccupazioni e riarso dalle febbri di rovinosi pensieri, nel percorrere un vicolo milanese scorsi un povero mendicante, che, credo, oramai saturo di vino, scherzava allegramente. Sospirando feci rilevare agli amici che mi accompagnavano le molte pene derivanti dalle nostre follie: tutti i nostri sforzi, quali quelli che proprio allora sostenevo traendo sotto il pungolo dell’ambizione il fardello della mia insoddisfazione e ingrossandolo per via, a che altro miravano, se non al traguardo di una gioia sicura, ove quel povero mendico ci aveva già preceduti e noi, forse, non saremmo mai arrivati? Il risultato che egli aveva ottenuto con ben pochi e accattati soldarelli, ossia il godimento di una felicità temporale, io inseguivo attraverso anfratti e tortuosità penosissime. Egli non possedeva, evidentemente, la vera gioia; ma anch’io con le mie ambizioni ne cercavo una più fallace ancora, e ad ogni modo egli era allegro, io angosciato, egli sicuro, io ansioso. Richiesto di dire se preferivo l’esultanza o il timore, avrei risposto: “L’esultanza”; ma se poi mi fosse stato chiesto: “Preferiresti essere come costui, o come sei tu ora?”, avrei scelto di essere com’ero, stremato d’affanni e timori. Quale perversione! Infatti secondo ragione non avrei dovuto anteporre al mendico la mia più vasta cultura, se non ne ricavavo motivi di gioia, bensì la impiegavo per piacere agli uomini, non ammaestrandoli, ma solo dilettandoli. Perciò tu col bastone della tua scuola 36 spezzavi le mie ossa 37.

    p

    ps: c’è anche la versione latina perché so che a una mia amica piace leggerlo.

  12. irSardina scrive:

    “Se proprio è necessario manda due sgherri di notte al capo e passa la paura :D” Z.

    Sì, ma qui ha un’altra vita e gli serve una copertura… 🙂

    Sardina

  13. Peucezio scrive:

    Come si fa a diventare addestratore di milizie latinoislamonazicomuniste? Ci sono dei corsi che ti fanno conseguire il diploma?

    No, perché sto cominciando a farci su un pensierino.

    Può fare comodo avere delle milizie latinoislamonazicomuniste a disposizione.

  14. kelebek scrive:

    Per Peucezio n. 13

    Ci mandi il suo indirizzo.

    Noi le manderemo a casa un esperto.

    Le domande le farà lui.

    Poi le segnaleremo un conto bancario.

    Miguel Martinez

  15. utente anonimo scrive:

    grazie p. sei impagabile

    Francesco

    😉

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