Umani e subumani nel pensiero di Gianfranco Fini

L’onorevole Gianfranco Fini, presidente della Camera italiana, ha voluto fare un discorso solenne in cui denunciava un drammatico delitto, che ci deve colpire tutti nel profondo: un vivace esponente britannico del piccolo movimento lefevriano, incalzato da un giornalista svedese, avrebbe detto di non credere all’Olocausto (ma crede alla transustanziazione, alla resurrezione e una marea di altre cose di cui il giornalista svedese medio capisce quanto io ci capisco di calcio).Spiega tutto serio Gianfranco Fini:

«È mia convinzione», ha spiegato il presidente della Camera, «che istituire un luogo del ricordo, della riflessione e del raccoglimento sia una modalità» per «mantenere sempre vigile la coscienza dei cittadini sull’obbligo di difendere i valori dell’uomo. Vuol dire contribuire a preservare gli italiani di oggi, e a maggior ragione quelli di domani, dai veleni mai del tutto scomparsi dell’antisemitismo».

E in effetti, il pignolo rapporto sull’antisemitismo nel mondo, redatto dall’università di Tel Aviv, segnala (edizione del 2007, la più recente che trovo in rete) che in Italia ci sono stati veramente episodi di antisemitismo: tra i più gravi, ben dodici messaggi email di insulti inviati a esponenti della comunità ebraica milanese. Il rapporto, onestamente, precisa che

“le 12 email offensive [… ] provenivano tutte da un unico individuo antisemita che si sospetta abbia problemi di salute mentale“.

Nel frattempo apprendiamo che almeno 1.502 migranti e rifugiati hanno perso la vita lungo le frontiere europee solo nel 2008. 642 dalle parti nostre.

Ma trattandosi di arabi, negri e affini, la cosa non riguarda i “valori dell’uomo“.

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2 risposte a Umani e subumani nel pensiero di Gianfranco Fini

  1. Peucezio scrive:

    Solo un paio di precisazioni:

    1) Richard Williamson non è statunitense ma britannico. Non per niente, ma c’è gente capace di appigliarsi a una sciocchezza del genere per criticare un discorso serio.

    2) La Fraternità di San Pio X non è esattamente “minuscola”: uno dei motivi per cui il Vaticano sta cercando di reintegrarla è che in Francia attira più vocazioni della Chiesa ufficiale. L’istituto sedevacantista che frequento io è effettivamente minuscolo, ma la Fraternità no.

  2. kelebek scrive:

    Per Peucezio n. 1

    Grazie, ho corretto tutte e due le affermazioni nel testo.

    Miguel Martinez

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