L’imputazione mancante

Come avrete notato, ho postato la prima pagina – che contiene però la totalità dei capi di imputazione – del documento in base a cui i tre di Ponte Felcino sono stati rinchiusi in carcere.

L’ho fatto sia per dare qualche informazione di prima mano, sia perché i miei amici giuristi vi hanno riscontrato qualcosa di veramente insolito.

Il testo fa riferimento all’art. 270 quinquies, che in sostanza proibisce l’addestramento al terrorismo.

Ora, ad "addestrarsi" sarebbero stati in quattro, mentre notoriamente bastano tre persone per far scattare i reati associativi.

Eppure, gli imputati non sono stati accusati di alcun reato associativo.

E cioè – sostengono gli amici avvocati – in due anni di indagini, non sono emersi elementi che avrebbero permesso di avanzare simili accuse.

Intanto, la Procura di Perugia ha dichiarato che

"Non emerge al momento la sussistenza di potenziali, specifiche azioni criminali su acquedotti, aeroporti o comunque luoghi identificati".

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14 risposte a L’imputazione mancante

  1. BarbaraLattanzi scrive:

    Controlla però la normativa aull’antiterrorismo, è probabile che permetta anche di incriminare senza reati associativi.

  2. hafiz scrive:

    Nel Nome di Dio il Giusto

    La normativa di fatto è stata integrata con quell’articolo in più sul terrorismo , proprio per casi come questi.

    Io rimmango attendista , le mie critiche non erano ai tre soggetti in questione , ma al sistema vero e proprio organizzativo che c’è dietro.

  3. rubimasco scrive:

    mah, il fattore “zero” potrebbe anche significare che siam stati noi bravi a prenderli prima. comunque “Karate” senza accento:-)

    saluti

    Rubimasco

  4. utente anonimo scrive:

    si barbara, il reato associativo prescinde dai reati che eventualmente i associati possano compiere.

    Comunque sia, spero che li rinchiudano o che li mandino via dalla nostra patra. Via!!!!

  5. utente anonimo scrive:

    Emerge invece il niente usato per scatenare un putiferio di propaganda. Poi ci sono le nuove strabilianti teorie. Se mi arrestassero per omicidio e venisse fuori che non ho ammazzato nessuno, allora gl’inquirenti sono stati bravi a impedirlo. Benissimo.p

  6. utente anonimo scrive:

    E se ti arrestassero perchè stavi organizzando l’omicidio di (chessò) Aldo Moro e la sua scorta, dovremmo pensare ad una persecuzione perchè te lo impediscono?

    ANche perchè se ti arrestano dopo dobbiamo pensare ad un complotto per eliminare Moro …

    Francesco

  7. utente anonimo scrive:

    Dovrebbero esserci riscontri di piani, azioni, preparativi, insomma per fare delle azioni, lo so, può sembrare incredibile, ma bisogna agire. Se dicono “non emerge niente al momento”, da cosa lo ricavano? Dal fatto che non sono democristiano?p

  8. utente anonimo scrive:

    i tuoi amici giuristi devono aver studiato alla stessa scuola degli avvocati iadl: confondono concorso necessario con concorso di persone nel reato e, quest’ultimo con reato associativo. Come dire che per i tuoi amici l’art.110 cp ed il 415 sono quasi la medesima cosa.

    E poi ci si chiede come mai ogni iniziativa della iadl è finita a donne dai facili costumi 🙂

    francesco

    ps ma il tuo amico giurista è l’avvocato con il parrucchino, quelloche scriveva alle tre di notte dalla sede della iadl? Quello de “i sensi (5??) della mia lettera?

  9. utente anonimo scrive:

    Non credevo che essere associato alla propria sedia fosse un reato. Se uno non agisce, mi sai dire a quale concorso e associazione appartiene? a quella dei nullafacenti (ma che potrebbero fare chissà cosa)?

  10. utente anonimo scrive:

    Mentre forze vengono stornate per gingillarsi su pericoli che rendano “credibile” stipendi allameschi, i pericoli veri fanno vittime e danni con pochissimi mezzi per essere contrastati. Andando probabilmente io tra non molto da quelle parti, più che gl’imam di perugia temo i ministri degl’interni di roma. Questione di priorità un minimo pensate invece che “riflesse”.p

  11. utente anonimo scrive:

    Negli anni quaranta , quando in Unione Sovietica le purghe e gli arresti erano continui , improvvisi e le condanne senza appello , un dirigente del partito comunista scoprì casualmente di essere nel mirino della polizia stalinista . Spaventato chiese udienza al famigerato Beria , capo dell’apparato repressivo. Il suo intento era quello di capire cosa stava accadendo ,difendersi , avere rassicurazioni. Sapeva bene che essere innocenti in Russia non era consentito: il sistema giudiziario comunista era perfetto , non poteva sbagliare : non indagava innocenti , solo colpevoli.

    Beria lo ricevette nel suo ufficio , lo fece accomodare e lo lasciò libero di perorare la sua causa.

    Il grande inquisitore si guardò bene dal rassicurarlo , lo ascoltava impassibile, certamente divertito. Ad un certo punto il tapino , non ottenendo alcun cenno disse speranzoso : “compagno

    Beria forse sto esagerando… essere sospettato non significa essere incriminato….”

    Beria si alzò dalla sedia in silenzio , si avvicinò alla finestra e lo invitò ad avvicinarsi.

    Gli indicò un uomo , uno sconosciuto tra i tanti passanti giù nella via trafficata. “ Quello – gli disse gelido – è un sospettato….”.

    Nihil sub sole novum

  12. utente anonimo scrive:

    Il commento n.8 mi ricorda qualcuno:-)

    Ritvan

  13. Aragonbiz scrive:

    Anche qui, è palese che stai sbagliando.

    Sarà anche insolito che venga imputato l’addestramento al terrorismo e non anche l’associazione.

    Ma è probabile che non vi siano sufficienti elementi per imputare l’associazione, mentre vi siano per l’addestramento.

    E allora, dove starebbe lo scandalo.

    Forse che bisogna per forza avere il patentino o essere ufficialmente affiliati (con timbro del presidente) per fare attentati?

    Il caso degli ultimi attentati alla metro di Londra dimostra che non è così.

  14. kelebek scrive:

    Per Aragonbiz n. 13

    Prima di tutto, il dubbio è dei miei amici avvocati, non mio: io non ci capisco niente, e probabilmente non ho spiegato nemmeno correttamente il loro dubbio.

    Secondo, “Londra”, “città europee”, ecc. …. nessuno (a parte qualche migliaio di titolisti impazziti) sta parlando di cose del genere.

    Qui l’imputazione è che forse qualcuno voleva andare in Iraq, o in Afghanistan, a partecipare a una guerra già in corso.

    Miguel Martinez

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